Quiz Diritto Civile
SECONDO IL CODICE CIVILE, QUANDO SI ACQUISTA LA CAPACITÀ GIURIDICA? CON LA NASCITA AL COMPIMENTO DEL DICIOTTESIMO ANNO DI ETÀ AL COMPIMENTO DEL SEDICESIMO ANNO DI ETÀ QUANDO IL SOGGETTO DIVIENE IDONEO A CURARE I PROPRI INTERESSI
CHE COSA SI INTENDE PER CAPACITÀ GIURIDICA DI UN SOGGETTO? L'IDONEITÀ A DIVENIRE TITOLARI DI DIRITTI E DI DOVERI L'IDONEITÀ A CURARE I PROPRI INTERESSI LA CAPACITÀ DI INTENDERE O DI VOLERE LA CAPACITÀ DI PORRE IN ESSERE NEGOZI GIURIDICI
CHE COSA SI INTENDE PER CAPACITÀ NATURALE DI UN SOGGETTO? L'ATTITUDINE AD ESSERE TITOLARE DI DIRITTI E DI OBBLIGHI LA CAPACITÀ DI INTENDERE E DI VOLERE LA CAPACITÀ LEGALE DI PORRE IN ESSERE ATTIVITÀ NEGOZIALI ESCLUSIVAMENTE LA CAPACITÀ DI COMPIERE ATTI NON NEGOZIALI
SECONDO IL CODICE CIVILE, QUANDO SI ACQUISTA LA CAPACITÀ DI AGIRE? AL COMPIMENTO DELLA MAGGIORE ETÀ QUANDO IL SOGGETTO DIVIENE EFFETTIVAMENTE CAPACE DI CURARE I PROPRI INTERESSI AL MOMENTO DELLA NASCITA SOLO AL COMPIMENTO DEL SEDICESIMO ANNO DI ETÀ
SECONDO LA LEGGE N. 633 DEL 1941, LA CAPACITÀ DI COMPIERE GLI ATTI GIURIDICI RELATIVI ALLE OPERE DELL'INGEGNO SI ACQUISTA: SOLO QUANDO IL SOGGETTO DIVIENE EFFETTIVAMENTE CAPACE DI CURARE I PROPRI INTERESSI CON IL COMPIMENTO DEL SEDICESIMO ANNO DI ETÀ CON LA MAGGIORE ETÀ CON IL COMPIMENTO DEL QUATTORDICESIMO ANNO DI ETÀ
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL TRASFERIMENTO DI RESIDENZA PUÒ ESSERE OPPOSTO AI TERZI DI BUONA FEDE? SÌ, MA SOLTANTO SE È STATO DENUNCIATO NEI MODI PRESCRITTI DALLA LEGGE SÌ, SEMPRE NO, MAI NO, SALVO CHE LA NUOVA RESIDENZA SIA STATA FISSATA IN ALTRA CITTÀ
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA ELEZIONE DI DOMICILIO SPECIALE PER DETERMINATI ATTI: PUÒ FARSI SOLO CON SCRITTURA PRIVATA GIUDIZIALMENTE ACCERTATA DEVE FARSI ESPRESSAMENTE PER ISCRITTO DEVE FARSI NECESSARIAMENTE PER ATTO PUBBLICO PUÒ FARSI SENZA FORMALITÀ, ANCHE VERBALMENTE
COLORO CHE HANNO OTTENUTO L'IMMISSIONE NEL POSSESSO TEMPORANEO DEI BENI DELL'ASSENTE, POSSONO ALIENARE, IPOTECARE O SOTTOPORRE A PEGNO TALI BENI? SÌ, SEMPRE SÌ, MA SOLO IN CASO DI NECESSITÀ O UTILITÀ EVIDENTE RICONOSCIUTA DAL TRIBUNALE SÌ, IN CASO DI NECESSITÀ E SENZA AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE NO, MAI
LA PERSONA CHE, PER EFFETTO DI UNA INFERMITÀ OVVERO DI UNA MENOMAZIONE FISICA O PSICHICA, SI TROVA NELLA IMPOSSIBILITÀ, ANCHE PARZIALE O TEMPORANEA, DI PROVVEDERE AI PROPRI INTERESSI: DEVE ESSERE INABILITATA PUÒ ESSERE ASSISTITA DA UN AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO DEVE ESSERE INTERDETTA PERDE LA CAPACITÀ DI COMPIERE GLI ATTI NECESSARI A SODDISFARE LE ESIGENZE DELLA VITA QUOTIDIANA
AI SENSI DELL'ARTICOLO 410 DEL CODICE CIVILE, NELLO SVOLGIMENTO DEI SUOI COMPITI L'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO DEVE TENER CONTO: ESCLUSIVAMENTE DELLE INDICAZIONI CONTENUTE NEL DECRETO CON IL QUALE È STATO NOMINATO DEI BISOGNI E DELLE ASPIRAZIONI DEL BENEFICIARIO DELLE PREMINENTI ESIGENZE DELLA FAMIGLIA DEL BENEFICIARIO DELLE ESIGENZE DI ORDINE PUBBLICO
IL BENEFICIARIO DELL'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO CONSERVA LA CAPACITÀ DI AGIRE? SÌ, MA SOLO NEI LIMITI PREVISTI DAL CODICE CIVILE SÌ, PIENAMENTE SÌ, MA NON PUÒ COMPIERE GLI ATTI NECESSARI A SODDISFARE LE ESIGENZE DELLA PROPRIA VITA QUOTIDIANA NO, LA PERDE COMPLETAMENTE
IL GIUDICE TUTELARE PUÒ PROVVEDERE D'UFFICIO ALLA DICHIARAZIONE DI CESSAZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO? SÌ, SE QUESTA SI SIA RIVELATA INIDONEA A REALIZZARE LA PIENA TUTELA DEL BENEFICIARIO SÌ, IN OGNI CASO SÌ, SE QUESTA SI SIA RIVELATA INIDONEA ALLA TUTELA DEI PREMINENTI INTERESSI DELLA FAMIGLIA DEL BENEFICIARIO NO, MAI
GLI ATTI COMPIUTI DALL'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO IN ECCESSO RISPETTO ALL'OGGETTO DELL'INCARICO: POSSONO ESSERE ANNULLATI ANCHE SU ISTANZA DEL BENEFICIARIO SONO NULLI POSSONO ESSERE ANNULLATI SOLO SU ISTANZA DEL BENEFICIARIO SONO INEFFICACI, SE NON RATIFICATI DAL BENEFICIARIO
GLI ATTI COMPIUTI PERSONALMENTE DAL BENEFICIARIO IN VIOLAZIONE DELLE DISPOSIZIONI CONTENUTE NEL DECRETO CHE ISTITUISCE L'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO: SONO NULLI SONO INEFFICACI FINO ALLA RATIFICA DELL'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO POSSONO ESSERE ANNULLATI, ANCHE SU ISTANZA DEL BENEFICIARIO POSSONO ESSERE ANNULLATI, MA SOLO SU ISTANZA DELL'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO
SE LA PERSONA È GIÀ INTERDETTA, QUANDO DIVIENE ESECUTIVO IL DECRETO DI NOMINA DELL'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO? IMMEDIATAMENTE DAL PASSAGGIO IN GIUDICATO DELLA SENTENZA DI REVOCA DELL'INTERDIZIONE DALLA DATA DI NOTIFICA ALL'INTERESSATO DALLA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA DI REVOCA DELL'INTERDIZIONE
IL MAGGIORE DI ETÀ IL QUALE SI TROVI IN CONDIZIONI DI ABITUALE INFERMITÀ DI MENTE CHE LO RENDANO INCAPACE DI PROVVEDERE AI PROPRI INTERESSI, PUÒ ESSERE INTERDETTO? SÌ, SALVO CHE IL SOGGETTO SIA GIÀ BENEFICIARIO DELL'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO SÌ, IN OGNI CASO SÌ, QUANDO CIÒ È NECESSARIO PER ASSICURARGLI ADEGUATA PROTEZIONE NO, MAI
QUANDO PUÒ ESSERE INTERDETTO IL MINORE NON EMANCIPATO? MAI NELL'ULTIMO ANNO DELLA SUA MINORE ETÀ IN OGNI TEMPO NECESSARIAMENTE ENTRO UN ANNO DAL COMPIMENTO DELLA MAGGIORE ETÀ
DA QUANDO DECORRONO GLI EFFETTI DELLA PRONUNZIA DI INTERDIZIONE DEL MAGGIORE DI ETA'? DAL GIORNO DELLA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA DAL GIORNO IN CUI È STATA PRESENTATA L'ISTANZA DAL PASSAGGIO IN GIUDICATO DELLA SENTENZA DAL MOMENTO DELLA PRONUNZIA
DA QUANDO DECORRONO GLI EFFETTI DELLA SENTENZA DI REVOCA DELL'INTERDIZIONE? DAL MOMENTO IN CUI LA SENTENZA PASSA IN GIUDICATO DAL MOMENTO DELL'ANNOTAZIONE NEL REGISTRO DELLE TUTELE DECORSI DIECI GIORNI DALL'AFFISSIONE DELLA SENTENZA DAL GIORNO DELLA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA
È DEROGABILE IL REGIME DI COMPLETA INCAPACITÀ DI AGIRE DELL'INTERDETTO GIUDIZIALE? SÌ, MA SOLO PER GLI ATTI DI STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE SÌ, IL GIUDICE PUÒ PREVEDERE CHE TALUNI ATTI POSSANO ESSERE COMPIUTI SENZA L'INTERVENTO DEL TUTORE SÌ, MA SOLO PER IL COMPIMENTO DEGLI ATTI TASSATIVAMENTE ELENCATI DALLA LEGGE NO, MAI
PUÒ ESSERE INABILITATO: CHI ABUSI OCCASIONALMENTE DI SOSTANZE STUPEFACENTI IL MAGGIORE DI ETÀ INFERMO DI MENTE, LO STATO DEL QUALE NON SIA TALMENTE GRAVE DA FAR LUOGO ALL'INTERDIZIONE IL MAGGIORE DI ETÀ INFERMO DI MENTE, LO STATO DEL QUALE NON SIA TALMENTE GRAVE DA FAR LUOGO ALL'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO SOLO IL BENEFICIARIO DELL'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO
IL TRIBUNALE CHE REVOCA L'INABILITAZIONE PUÒ AVVIARE IL PROCEDIMENTO PER LA NOMINA DI UN AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO? SÌ, SE L'ASSISTENZA DELL'AMMINISTRATORE APPARE OPPORTUNA PER IL PERIODO SUCCESSIVO ALLA REVOCA SÌ, SALVO CHE L'INABILITATO VI SI OPPONGA SÌ, MA SOLO SU RICHIESTA DEL PUBBLICO MINISTERO NO, MAI
AI SENSI DELL'ARTICOLO 428 DEL CODICE CIVILE, QUANDO SI PRESCRIVE L'AZIONE DI ANNULLAMENTO DELL'ATTO COMPIUTO DALL'INCAPACE NATURALE? MAI, L'AZIONE È IMPRESCRITTIBILE ENTRO CINQUE ANNI DAL GIORNO IN CUI L'ATTO È STATO COMPIUTO ENTRO TRE ANNI DAL COMPIMENTO DELL'ATTO ENTRO UN ANNO DA QUANDO IL SOGGETTO HA RIACQUISTATO LA PIENEZZA DELLE FACOLTÀ MENTALI
L'ATTO COSTITUTIVO DI UNA FONDAZIONE DEVE CONTENERE NORME SULLA TRASFORMAZIONE DELL'ENTE? NO, L'INSERIMENTO DI TALI NORME È FACOLTATIVO SÌ, A PENA DI NULLITÀ NO, L'INSERIMENTO DI TALI NORME IMPEDISCE IL RICONOSCIMENTO SÌ, MA SOLO SE SI TRATTI DI FONDAZIONI DI FATTO
NELLE FONDAZIONI, QUALE DI QUESTI SOGGETTI, TRA GLI ALTRI, PUÒ ESERCITARE L'AZIONE DI RESPONSABILITÀ NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI CHE SI SIANO RESI INADEMPIENTI VERSO L'ENTE? IL BENEFICIARIO DELLE RENDITE I NUOVI AMMINISTRATORI IL PUBBLICO MINISTERO IL FONDATORE
L'ATTO DI FONDAZIONE PUÒ ESSERE REVOCATO DAL FONDATORE DOPO IL RICONOSCIMENTO DELL'ENTE? SÌ, ENTRO TRE MESI DAL RICONOSCIMENTO SÌ, PURCHÉ LA REVOCA SIA DISPOSTA CON ATTO PUBBLICO NO, MAI SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DELLA AUTORITÀ GOVERNATIVA
LE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE E LE FONDAZIONI DEVONO ESSERE COSTITUITE: CON SCRITTURA PRIVATA ENTRAMBE CON ATTO PUBBLICO, E LE FONDAZIONI POSSONO ESSERE DISPOSTE ANCHE CON TESTAMENTO CON SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA ENTRAMBE CON ATTO PUBBLICO O CON TESTAMENTO
L'ASSEMBLEA DI UN'ASSOCIAZIONE RICONOSCIUTA PUÒ DELIBERARE A MAGGIORANZA LO SCIOGLIMENTO DELL'ENTE? SÌ, MA OCCORRE IL VOTO FAVOREVOLE DI ALMENO TRE QUARTI DEGLI ASSOCIATI NO, È NECESSARIA L'UNANIMITÀ SÌ, MA OCCORRE LA PRESENZA DI ALMENO TRE QUARTI DEGLI ASSOCIATI E IL VOTO FAVOREVOLE DELLA MAGGIORANZA DEI PRESENTI SÌ, CON LA MAGGIORANZA SEMPLICE
DOPO CHE L'ASSEMBLEA DI UNA ASSOCIAZIONE RICONOSCIUTA HA DELIBERATO LO SCIOGLIMENTO DELL'ENTE, I SUOI AMMINISTRATORI POSSONO COMPIERE NUOVE OPERAZIONI? SÌ, MA NON OLTRE TRENTA GIORNI DALLO SCIOGLIMENTO SÌ, MA SOLO SE L'ASSOCIAZIONE NON SVOLGE ATTIVITÀ ECONOMICA SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DELL'AUTORITÀ GOVERNATIVA NO, PENA LA LORO RESPONSABILITÀ PERSONALE E SOLIDALE
NELLE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE, IN QUALE DEI SEGUENTI CASI GLI AMMINISTRATORI DEVONO CONVOCARE L'ASSEMBLEA? QUANDO OCCORRE PROCEDERE ALL'AMMISSIONE DI UN NUOVO SOCIO QUANDO NE È FATTA RICHIESTA MOTIVATA DA ALMENO UN DECIMO DEGLI ASSOCIATI QUANDO SONO TRASCORSI SEI MESI DALL'ULTIMA ASSEMBLEA QUANDO NE È FATTA RICHIESTA DA UN VENTESIMO DEGLI ASSOCIATI
IN CASO DI RECESSO, L'ASSOCIATO DI UN'ASSOCIAZIONE NON RICONOSCIUTA PUÒ PRETENDERE LA LIQUIDAZIONE DELLA PROPRIA QUOTA? SÌ, FINCHÉ DURA L'ASSOCIAZIONE NO, SALVO CHE NON ABBIA ASSUNTO L'OBBLIGO DI FARNE PARTE PER UN CERTO TEMPO SÌ, MA SOLO ENTRO TRENTA GIORNI DAL RECESSO NO, FINCHÉ DURA L'ASSOCIAZIONE
SECONDO IL CODICE CIVILE, CHI RISPONDE PER I DEBITI DELLE ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE? IL FONDO COMUNE E, PERSONALMENTE E SOLIDALMENTE, COLORO CHE HANNO AGITO IN NOME E PER CONTO DELL'ENTE ESCLUSIVAMENTE IL FONDO COMUNE CHI HA AGITO IN NOME E PER CONTO DELL'ENTE IN SOLIDO CON GLI ASSOCIATI IL FONDO COMUNE E, SUSSIDIARIAMENTE, GLI ASSOCIATI
AI SENSI DELL'ARTICOLO 37 DEL CODICE CIVILE, UN MEMBRO DI UNA ASSOCIAZIONE NON RICONOSCIUTA PUÒ CHIEDERE LA DIVISIONE DEL FONDO COMUNE? SÌ, MA SOLO DANDO IL PREAVVISO NEI TERMINI DI LEGGE NO, FINCHÉ DURA L'ASSOCIAZIONE SÌ, ALMENO TRENTA GIORNI PRIMA DI RECEDERE NO, SALVO CHE SIA ESPRESSAMENTE PREVISTO NELL'ATTO COSTITUTIVO
AI SENSI DELL'ARTICOLO 24 DEL CODICE CIVILE, L'ASSOCIATO CHE SIA STATO ESCLUSO DALL'ASSOCIAZIONE PUÒ RICORRERE ALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA: SENZA LIMITAZIONI DI TEMPO ENTRO TRENTA GIORNI DALLA DATA DELLA DELIBERA DI ESCLUSIONE ENTRO SEI MESI DAL GIORNO IN CUI GLI È STATA NOTIFICATA LA DELIBERA DI ESCLUSIONE ENTRO SEI MESI DALLA DATA DELLA DELIBERA DI ESCLUSIONE
AI SENSI DELL'ARTICOLO 20 DEL CODICE CIVILE, LA CONVOCAZIONE DELL'ASSEMBLEA DI UN'ASSOCIAZIONE RICONOSCIUTA PUÒ ESSERE ORDINATA DAL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE? NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO SE GLI AMMINISTRATORI NON ABBIANO PROVVEDUTO ALLA CONVOCAZIONE RICHIESTA DA ALMENO UN DECIMO DEGLI ASSOCIATI SÌ, MA SOLO SU ISTANZA DI UN QUINTO DEGLI ASSOCIATI SÌ, SEMPRE, ANCHE D'UFFICIO
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, PER LA VALIDA COSTITUZIONE DI UN COMITATO: È NECESSARIA LA SCRITTURA PRIVATA NON È PREVISTO ALCUN REQUISITO DI FORMA È NECESSARIO L'ATTO PUBBLICO È NECESSARIA LA SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA DA UN NOTAIO
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, UNA ASSOCIAZIONE PUÒ ESSERE CONSIDERATA SOGGETTO "INTERESSATO" IN RELAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI? NO, LA LEGGE TUTELA UNICAMENTE LE PERSONE FISICHE SÌ, ANCHE SE NON RICONOSCIUTA SÌ, MA SOLO SE DOTATA DI RICONOSCIMENTO SÌ, MA SOLO SE L'ASSOCIAZIONE PERSEGUE FINALITÀ DI NATURA SOCIALE
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, LE PERSONE GIURIDICHE POSSONO ESSERE CONSIDERATE "TITOLARI" IN RELAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI? SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI SOCIETÀ PER AZIONI SÌ, IN OGNI CASO NO, LA LEGGE NON SI APPLICA ALLE PERSONE GIURIDICHE
IL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003 SI APPLICA NELLE IPOTESI DI TRATTAMENTO DI DATI PERSONALI SVOLTO SENZA L'AUSILIO DI MEZZI ELETTRONICI? SÌ, MA SOLO IN CASO DI DATI TRATTATI DA ENTI SÌ, IN OGNI CASO NO, LA LEGGE NON SI APPLICA AGLI ARCHIVI CARTACEI SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI DATI SENSIBILI
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, I DATI PERSONALI OGGETTO DI TRATTAMENTO DEVONO ESSERE, TRA L'ALTRO: COMPLETI, ANCHE SE ECCEDENTI RISPETTO ALLE FINALITÀ PER LE QUALI SONO RACCOLTI TRATTATI SECONDO LE CONSUETUDINI INFORMATICHE INTERNAZIONALI ESATTI E, SE NECESSARIO, AGGIORNATI RACCOLTI E REGISTRATI PER SCOPI GENERICI
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, L'INTERESSATO PUÒ OPPORSI AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI CHE LO RIGUARDANO, ANCORCHÉ PERTINENTI ALLO SCOPO DELLA RACCOLTA? NO, MAI SÌ, PER MOTIVI LEGITTIMI SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO ENTRO OTTO GIORNI DALL'INIZIO DEL TRATTAMENTO
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, L'INTERESSATO PUÒ OPPORSI AL TRATTAMENTO DI DATI PERSONALI CHE LO RIGUARDANO, PREVISTO AI FINI DI INVIO DI MATERIALE PUBBLICITARIO? SÌ, IN TUTTO O IN PARTE SÌ, MA DEVE NECESSARIAMENTE OPPORSI IN TUTTO AL TRATTAMENTO SÌ, SALVO CHE SI TRATTI DI UNA PERSONA GIURIDICA NO, MAI
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, QUALI, TRA I SEGUENTI DATI PERSONALI, SONO ESPRESSAMENTE CONSIDERATI "DATI SENSIBILI"? I DATI RELATIVI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE I DATI IDONEI A RIVELARE LO STATO DI SALUTE I DATI RELATIVI ALLO SVOLGIMENTO DI UN'ATTIVITÀ ECONOMICA I DATI RELATIVI ALLE ONLUS
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, I DATI CHE IN ORIGINE O A SEGUITO DI TRATTAMENTO, NON POSSONO ESSERE ASSOCIATI A UN INTERESSATO IDENTIFICATO O IDENTIFICABILE, SONO DEFINITI: DATI PERSONALI DATI ANONIMI DATI SENSIBILI DATI IDENTIFICATIVI
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, QUALUNQUE TRATTAMENTO DI DATI PERSONALI DA PARTE DI SOGGETTI PUBBLICI È CONSENTITO: SOLTANTO PER LO SVOLGIMENTO DELLE FUNZIONI ISTITUZIONALI ESCLUSIVAMENTE PER FINALITÀ DI DIFESA O SICUREZZA DELLO STATO PER QUALSIASI SCOPO, PURCHÉ DETERMINATO SOLTANTO NEI LIMITI DEL CONSENSO PRESTATO DALL'INTERESSATO
AI SENSI DELL'ARTICOLO 26 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, I PRIVATI POSSONO TRATTARE DATI SENSIBILI, DI REGOLA: CON IL CONSENSO SCRITTO DELL'INTERESSATO E PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GARANTE SOLO CON IL CONSENSO SCRITTO DELL'INTERESSATO SOLO CON IL CONSENSO, ANCHE TACITO, DELL'INTERESSATO SOLO PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GARANTE
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, QUANDO IL TRATTAMENTO È NECESSARIO PER LA SALVAGUARDIA DELLA VITA DI UN TERZO, I PRIVATI POSSONO TRATTARE I DATI SENSIBILI: ANCHE SENZA CONSENSO, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GARANTE SENZA CONSENSO E SENZA AUTORIZZAZIONE DEL GARANTE PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE SENZA AUTORIZZAZIONE DEL GARANTE, MA CON IL CONSENSO DELL'INTERESSATO
AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, LA PERSONA FISICA AUTORIZZATA DAL TITOLARE A COMPIERE OPERAZIONI DI TRATTAMENTO DEI DATI È DEFINITA: INCARICATO UTENTE INTERESSATO RESPONSABILE
AI SENSI DELL'ARTICOLO 16 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, IN CASO DI CESSAZIONE DEL TRATTAMENTO, I DATI POSSONO ESSERE CEDUTI AD ALTRO TITOLARE? SÌ, ANCHE PER SCOPI INCOMPATIBILI CON QUELLI PER I QUALI SONO STATI RACCOLTI NO, DEVONO ESSERE CONSERVATI SÌ, PER SCOPI STORICI, STATISTICI O SCIENTIFICI NO, DEVONO ESSERE DISTRUTTI
AI SENSI DELL'ARTICOLO 37 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 196 DEL 2003, SE IL TRATTAMENTO RIGUARDA DATI SENSIBILI UTILIZZATI PER SONDAGGI DI OPINIONE: NON È NECESSARIA LA NOTIFICA DEL TRATTAMENTO NON È NECESSARIO IL CONSENSO DELL'INTERESSATO IL TITOLARE DEVE NOTIFICARE AL GARANTE IL TRATTAMENTO CUI INTENDE PROCEDERE IL TITOLARE DEVE NOTIFICARE IL TRATTAMENTO ALL'INTERESSATO
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, L'AUTORE DI UN'OPERA ANONIMA O PSEUDONIMA HA IL DIRITTO DI RIVELARSI E DI FAR CONOSCERE IN GIUDIZIO LA SUA QUALITÀ DI AUTORE? SÌ, AD ECCEZIONE DELLE OPERE CINEMATOGRAFICHE SÌ, ENTRO DIECI ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DELL'OPERA NO, SE VI HA RINUNZIATO IN FORMA SCRITTA SÌ, SEMPRE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, IL DIRITTO MORALE D'AUTORE È ALIENABILE? SÌ, MA È PRESCRITTA LA FORMA SCRITTA A PENA DI NULLITÀ SÌ, MA SOLO CON ATTO DI LIBERALITÀ SÌ, CONGIUNTAMENTE AI DIRITTI DI UTILIZZAZIONE DELL'OPERA NO, IN NESSUN CASO
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, ANCHE I PROGRAMMI PER ELABORATORE SONO CONSIDERATI "OPERE PROTETTE"? NO, SONO TUTELATI SOLO I PRINCIPI E LE IDEE ALLA BASE DEGLI ELEMENTI DEL PROGRAMMA SÌ, ANCHE SE NON ORIGINALI NO, SALVO DIVERSA PREVISIONE NORMATIVA SÌ, IN QUALSIASI FORMA ESPRESSI, PURCHÉ ORIGINALI QUALE RISULTATO DI CREAZIONE INTELLETTUALE
AI SENSI DEGLI ARTICOLI 1 E 2 DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, QUALI BANCHE DATI SONO PROTETTE A NORMA DEL DIRITTO D'AUTORE? SOLO QUELLE BREVETTABILI TUTTE LE BANCHE DATI, SENZA DISTINZIONI SOLO QUELLE CHE, PER LA SCELTA E LA DISPOSIZIONE DEL MATERIALE, COSTITUISCONO UNA CREAZIONE INTELLETTUALE DELL'AUTORE NESSUNA, È TUTELATO SOLO IL CONTENUTO DELLE BANCHE DATI
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, IL TITOLO ORIGINARIO DELL'ACQUISTO DEL DIRITTO D'AUTORE È COSTITUITO: DALLA CREAZIONE DELL'OPERA DALL'USUCAPIONE DALL'ATTO DI ACQUISTO DEL DIRITTO MORALE D'AUTORE DALL'ATTO DI ACQUISTO DEI DIRITTI DI UTILIZZAZIONE ECONOMICA
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, CHI È IL TITOLARE DEL DIRITTO ESCLUSIVO DI UTILIZZAZIONE ECONOMICA DEL PROGRAMMA PER ELABORATORE CREATO DAL LAVORATORE DIPENDENTE NELL'ESERCIZIO DELLE SUE MANSIONI? IL DATORE DI LAVORO, SALVO PATTO CONTRARIO IL LAVORATORE DIPENDENTE, IN OGNI CASO IL DATORE DI LAVORO, IN OGNI CASO IL LAVORATORE DIPENDENTE, SALVO PATTO CONTRARIO
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, I DIRITTI DI UTILIZZAZIONE ECONOMICA DELL'OPERA DURANO, DI REGOLA: SOLO FINO ALLA MORTE DELL'AUTORE FINO AL TERMINE DEL SETTANTESIMO ANNO SOLARE DALLA DATA DELLA CREAZIONE DELL'OPERA TUTTA LA VITA DELL'AUTORE E FINO AL TERMINE DEL VENTESIMO ANNO SOLARE DOPO LA SUA MORTE TUTTA LA VITA DELL'AUTORE E FINO AL TERMINE DEL SETTANTESIMO ANNO SOLARE DOPO LA SUA MORTE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, IL TRASFERIMENTO "INTER VIVOS" DEI DIRITTI DI UTILIZZAZIONE ECONOMICA RICHIEDE UNA PARTICOLARE FORMA? SÌ, LA FORMA SCRITTA "AD SUBSTANTIAM" SÌ, ESCLUSIVAMENTE L'ATTO PUBBLICO SÌ, LA FORMA SCRITTA "AD PROBATIONEM" NO, SI APPLICA IL PRINCIPIO DELLA LIBERTÀ DELLE FORME
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, COME È DEFINITO "CHI EFFETTUA INVESTIMENTI RILEVANTI PER LA COSTITUZIONE DI UNA BANCA DATI O PER LA SUA VERIFICA O LA SUA PRESENTAZIONE, IMPIEGANDO, A TAL FINE, MEZZI FINANZIARI, TEMPO E LAVORO"? TITOLARE CREATORE AUTORE COSTITUTORE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, È TUTELATO IL COSTITUTORE DI UNA BANCA DATI CHE NON SIA QUALIFICABILE COME CREAZIONE INTELLETTUALE? NO, IN NESSUN CASO SÌ, EGLI HA IL DIRITTO DI VIETARE L'ESTRAZIONE O IL REIMPIEGO DELLA TOTALITÀ O DI PARTE SOSTANZIALE DELLA BANCA DATI SÌ, MA SOLO SE È ANCHE L'AUTORE DELLA BANCA DATI SÌ, È SEMPRE TUTELATO COME L'AUTORE DELLA BANCA DATI
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, IL RITRATTO DI UNA PERSONA PUÒ ESSERE ESPOSTO, RIPRODOTTO O MESSO IN COMMERCIO SENZA IL CONSENSO DELLA PERSONA RITRATTA? NO, MAI SÌ, MA SOLO SE LA RIPRODUZIONE DELL'IMMAGINE È GIUSTIFICATA DA SCOPI SCIENTIFICI SÌ, SALVO LE ECCEZIONI PREVISTE DALLA LEGGE NO, SALVO LE ECCEZIONI PREVISTE DALLA LEGGE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 633 DEL 1941, IL DIRITTO ESCLUSIVO DEL COSTITUTORE DELLA BANCA DATI SI ESTINGUE TRASCORSI QUINDICI ANNI: DAL 1° GENNAIO DELL'ANNO SUCCESSIVO ALLA DATA DEL COMPLETAMENTO DELLA BANCA DATI DAL 31 DICEMBRE DELL'ANNO NEL QUALE È STATA COMPLETATA LA BANCA DATI DALLA DATA DEL COMPLETAMENTO DELLA BANCA DATI DALLA MORTE DEL COSTITUTORE
IL PROMITTENTE PUÒ DOMANDARE LA RESTITUZIONE DEI DONI FATTI A CAUSA DELLA PROMESSA DI MATRIMONIO, SE QUESTO NON È STATO CONTRATTO PER IL RIFIUTO DELL'ALTRA PARTE? SÌ, ENTRO SEI MESI DAL RIFIUTO, A TITOLO DI RIPETIZIONE DELL'INDEBITO SÌ, ENTRO UN ANNO DAL GIORNO IN CUI SI È AVUTO IL RIFIUTO NO, I DONI SONO IRRIPETIBILI SÌ, ENTRO SEI MESI DAL RIFIUTO, A TITOLO DI RISARCIMENTO DEL DANNO
CHI RICUSI SENZA GIUSTO MOTIVO DI ESEGUIRE UNA PROMESSA DI MATRIMONIO, VALIDAMENTE PERFEZIONATA AI SENSI DEL CODICE CIVILE, È OBBLIGATO A RISARCIRE IL DANNO? SÌ, PER LE SPESE FATTE E LE OBBLIGAZIONI ASSUNTE IN RAGIONE DELLA PROMESSA NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO PER I DANNI MORALI SÌ, MA SOLO SE LA PROMESSA È STATA FATTA PER ATTO PUBBLICO
I MINORI INFRASEDICENNI HANNO LA CAPACITÀ DI CONTRARRE MATRIMONIO? NO, IN NESSUN CASO SÌ, SE EMANCIPATI SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE SE SUSSISTONO GRAVI MOTIVI
IL MINORE CHE HA COMPIUTO I SEDICI ANNI PUÒ CONTRARRE MATRIMONIO? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE TUTELARE SU ISTANZA DI CHI ESERCITA LA POTESTÀ GENITORIALE SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DI CHI ESERCITA LA POTESTÀ GENITORIALE SÌ, SE SUSSISTONO GRAVI MOTIVI, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE E SU ISTANZA DELL'INTERESSATO
SE LE PARTI APPONGONO UNA CONDIZIONE SOSPENSIVA ALLA DICHIARAZIONE MATRIMONIALE, IL MATRIMONIO, QUALORA CELEBRATO: È VALIDO E LA CONDIZIONE SI HA PER NON APPOSTA È NULLO È ANNULLABILE È VALIDO, MA INEFFICACE FINO AL VERIFICARSI DELLA CONDIZIONE
ENTRO QUALE TERMINE DEVE ESSERE CELEBRATO IL MATRIMONIO PER PROCURA? ENTRO NOVANTA GIORNI DAL RILASCIO DELLA PROCURA ENTRO IL TERMINE DI VALIDITÀ DELLA PROCURA SE SUPERIORE A UN ANNO ENTRO CENTOTTANTA GIORNI DAL RILASCIO DELLA PROCURA NON PRIMA DI UN MESE DAL RILASCIO DELLA PROCURA
IL TIMORE RILEVA QUALE CAUSA DI ANNULLAMENTO DEL MATRIMONIO? SÌ, SE È DI ECCEZIONALE GRAVITÀ DERIVANTE DA CAUSE ESTERNE ALLO SPOSO SÌ, SE SI TRATTA DI TIMORE REVERENZIALE SÌ, MA SOLO SE RICONOSCIBILE NO, IN NESSUN CASO
L'ERRORE SULLE CONVINZIONI RELIGIOSE DEL CONIUGE È MOTIVO DI ANNULLAMENTO DEL MATRIMONIO CIVILE? SÌ, SE VI È STATA MALAFEDE SÌ, MA L'ANNULLAMENTO DEVE ESSERE RICHIESTO ENTRO SEI MESI DALLA CELEBRAZIONE NO, IN NESSUN CASO SÌ, SEMPRE
IL MATRIMONIO È ANNULLABILE PER SIMULAZIONE? SÌ, SENZA LIMITI DI TEMPO PURCHÉ L'ACCORDO SIMULATORIO SIA PROVATO PER ISCRITTO SÌ, ENTRO UN ANNO DALLA CELEBRAZIONE PURCHÉ GLI SPOSI NON ABBIANO CONVISSUTO COME CONIUGI NO, L'ACCORDO SIMULATORIO È IRRILEVANTE SÌ, PURCHÉ NON VI SIANO FIGLI CONCEPITI O NATI DOPO IL MATRIMONIO
SE L'OPPOSIZIONE AL MATRIMONIO VIENE RESPINTA, L'OPPONENTE PUÒ ESSERE CONDANNATO AL RISARCIMENTO DEL DANNO? NO, MAI SÌ, MA SOLO SE NON È UN ASCENDENTE O IL PUBBLICO MINISTERO SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO SE NON È UN DISCENDENTE
L'UFFICIALE DELLO STATO CIVILE PUÒ RIFIUTARE LA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO? SÌ, MA ESCLUSIVAMENTE IN DIFETTO DELLE PUBBLICAZIONI SÌ, MA ESCLUSIVAMENTE SE ACCERTA L'INFERMITÀ DI MENTE DI UNO DEGLI SPOSI NO, MAI NO, SALVO CHE PER LE CAUSE AMMESSE DALLA LEGGE
IL MATRIMONIO PUÒ ESSERE IMPUGNATO DAL CONIUGE CHE PROVI DI ESSERE STATO INCAPACE DI INTENDERE O DI VOLERE AL MOMENTO DELLA CELEBRAZIONE? SÌ, SALVO CHE VI SIA STATA COABITAZIONE PER UN ANNO DOPO CHE IL CONIUGE HA RECUPERATO LA PIENEZZA DELLE FACOLTÀ MENTALI NO, MAI SÌ, IN QUALSIASI MOMENTO SÌ, MA SOLO SE VI SIA STATA COABITAZIONE PER ALMENO UN ANNO
IL MATRIMONIO PUÒ ESSERE ANNULLATO SE L'ERRORE SULLE QUALITÀ PERSONALI DELL'ALTRO CONIUGE È ESSENZIALE, PURCHÉ RIGUARDI, TRA L'ALTRO, L'ESISTENZA: DI UNA QUALSIASI MALATTIA PSICHICA DELLA DICHIARAZIONE DI DELINQUENZA ABITUALE DI UNA SENTENZA DI CONDANNA ALLA RECLUSIONE PER TRE ANNI PER DELITTO NON COLPOSO DI UNA SENTENZA DI CONDANNA PER DELITTO COLPOSO
L'AZIONE PER IMPUGNARE IL MATRIMONIO SI TRASMETTE AGLI EREDI? NO, SALVO CHE IL GIUDIZIO SIA GIÀ PENDENTE ALLA MORTE DELL'ATTORE SÌ, IN OGNI CASO NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO IN CASO DI AZIONE DI ANNULLAMENTO PER VIOLENZA
IL MATRIMONIO DICHIARATO NULLO, CONTRATTO IN MALAFEDE DA ENTRAMBI I CONIUGI, HA EFFETTI RISPETTO AI FIGLI NATI IN COSTANZA DELLO STESSO? SÌ, HA GLI EFFETTI DEL MATRIMONIO VALIDO, SALVO CHE LA NULLITÀ DIPENDA DA BIGAMIA O INCESTO SÌ, MA SOLO A FINI SUCCESSORI NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN OGNI CASO
A QUALI OBBLIGHI È TENUTO IL TERZO AL QUALE SIA IMPUTABILE LA NULLITÀ DEL MATRIMONIO? A RISARCIRE I DANNI MORALI AI CONIUGI IN BUONA FEDE A CORRISPONDERE UNA CONGRUA INDENNITÀ AL CONIUGE IN BUONA FEDE A RISARCIRE I DANNI PATRIMONIALI SOPPORTATI DAL CONIUGE IN BUONA FEDE A PRESTARE GLI ALIMENTI IN CASO DI NECESSITÀ
I CONIUGI SONO TENUTI A CONTRIBUIRE AI BISOGNI DELLA FAMIGLIA: CIASCUNO ESCLUSIVAMENTE IN RELAZIONE ALLA PROPRIA CAPACITÀ DI LAVORO PROFESSIONALE CIASCUNO IN PARTI UGUALI CIASCUNO IN RELAZIONE ALLE PROPRIE SOSTANZE E ALLA PROPRIA CAPACITÀ DI LAVORO PROFESSIONALE O CASALINGO CIASCUNO ESCLUSIVAMENTE IN PROPORZIONE ALLE PROPRIE SOSTANZE
IL GIUDICE PUÒ ORDINARE IL SEQUESTRO DEI BENI DEL CONIUGE ALLONTANATOSI SENZA GIUSTA CAUSA DALLA RESIDENZA FAMILIARE? SÌ, SECONDO LE CIRCOSTANZE, NELLA MISURA ATTA A GARANTIRE L'ADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI DI CONTRIBUZIONE NO, IN NESSUN CASO SÌ, PREVIA SEPARAZIONE GIUDIZIALE DEI BENI NO, SALVO CHE I CONIUGI SIANO IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE
SE I GENITORI NON HANNO I MEZZI SUFFICIENTI, GLI ASCENDENTI SONO TENUTI A FORNIRE LORO I MEZZI PER PROVVEDERE AI FIGLI? SÌ, SEMPRE NO, SALVO CHE IL GIUDICE TUTELARE DISPONGA DIVERSAMENTE NELL'ESCLUSIVO INTERESSE DEI MINORI NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO SE SONO ASCENDENTI LEGITTIMI
LA PROPOSIZIONE DELLA DOMANDA DI SEPARAZIONE PERSONALE COSTITUISCE GIUSTA CAUSA DI ALLONTANAMENTO DALLA RESIDENZA FAMILIARE? NO, È NECESSARIO CHE SULLA DOMANDA IL GIUDICE SI SIA PRONUNCIATO CON SENTENZA SÌ, IN OGNI CASO NO, MAI SÌ, MA PUÒ ALLONTANARSI SOLO IL CONIUGE AL QUALE NON SIA ADDEBITABILE LA SEPARAZIONE
IL GIUDICE PUÒ DICHIARARE A QUALE DEI CONIUGI SIA ADDEBITABILE LA SEPARAZIONE? NO, IN NESSUN CASO SÌ, OVE NE RICORRANO LE CIRCOSTANZE, ANCHE D'UFFICIO SÌ, OVE NE RICORRANO LE CIRCOSTANZE E NE SIA RICHIESTO SÌ, MA SOLO SU RICHIESTA DI ENTRAMBI I CONIUGI
IL CONIUGE SEPARATO A CUI SONO AFFIDATI I FIGLI HA L'ESERCIZIO ESCLUSIVO DELLA POTESTÀ SU DI ESSI? SÌ, SALVA DIVERSA DISPOSIZIONE DEL GIUDICE SÌ, IN OGNI CASO SÌ, SE NON GLI È STATA ADDEBITATA LA SEPARAZIONE NO, LA POTESTÀ È SEMPRE ESERCITATA CONGIUNTAMENTE DAI CONIUGI
I CONIUGI POSSONO FAR CESSARE GLI EFFETTI DELLA SENTENZA DI SEPARAZIONE SENZA L'INTERVENTO DEL GIUDICE? NO, È NECESSARIA UNA NUOVA SENTENZA DEL TRIBUNALE SÌ, DI COMUNE ACCORDO, CON ESPRESSA DICHIARAZIONE O CON COMPORTAMENTO CONCLUDENTE SÌ, MA SOLO CON ATTO PUBBLICO SÌ, MA ESCLUSIVAMENTE CON COMPORTAMENTO INCOMPATIBILE CON LO STATO DI SEPARAZIONE
PUÒ ESSERE TRASCRITTO IL PROVVEDIMENTO GIUDIZIALE DI ASSEGNAZIONE DELL'ABITAZIONE NELLA CASA FAMILIARE AL CONIUGE SEPARATO AFFIDATARIO DELLA PROLE? NO, IN NESSUN CASO SÌ, SEMPRE, POICHÉ LA TRASCRIZIONE HA EFFETTI COSTITUTIVI SÌ, PREVIO CONSENSO DELL'ALTRO CONIUGE SÌ, AI FINI DELLA OPPONIBILITÀ AI TERZI
IN CASO DI SEPARAZIONE CONSENSUALE, IL GIUDICE PUÒ RIFIUTARE L'OMOLOGAZIONE DELL'ACCORDO INTERVENUTO TRA I CONIUGI? NO, MA PUÒ PROCEDERE A MODIFICHE O INTEGRAZIONI DELL'ACCORDO SÌ, SE L'ACCORDO È IN CONTRASTO CON L'INTERESSE DEI FIGLI NO, IN NESSUN CASO NO, SALVO PATTUIZIONI ILLECITE
IL CONIUGE SEPARATO CON ADDEBITO HA IL DIRITTO AL MANTENIMENTO? SÌ, SE NON C'E' STATA COLPA GRAVE NO, A LUI NON SPETTA ALCUN DIRITTO SÌ, IN OGNI CASO NO, SALVO IL DIRITTO AGLI ALIMENTI
LA SEPARAZIONE CONSENSUALE TRA I CONIUGI PRODUCE EFFETTO SENZA L'OMOLOGAZIONE DEL GIUDICE? SÌ, IN OGNI CASO NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO RIGUARDO AGLI ASPETTI PATRIMONIALI DELLA SEPARAZIONE SÌ, MA SOLO RIGUARDO ALLE DISPOSIZIONI INERENTI I FIGLI
IL GIUDICE PUÒ VIETARE ALLA MOGLIE SEPARATA L'USO DEL COGNOME DEL MARITO? SÌ, SE L'USO È PER IL MARITO GRAVEMENTE PREGIUDIZIEVOLE SÌ, MA SOLO SE ALLA MOGLIE SIA ADDEBITABILE LA SEPARAZIONE NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO SE LA MOGLIE NON SIA AFFIDATARIA DEI FIGLI
PUÒ ESSERE PRONUNZIATA NUOVA SEPARAZIONE PERSONALE TRA I CONIUGI DOPO CHE ESSI, CON DICHIARAZIONE ESPRESSA, NE HANNO FATTO CESSARE GLI EFFETTI? SÌ, MA SOLO PER FATTI E COMPORTAMENTI INTERVENUTI DOPO LA RICONCILIAZIONE NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN OGNI CASO, MA NON PRIMA DI UN ANNO DALLA RICONCILIAZIONE SÌ, MA SOLO PREVIO ANNULLAMENTO DELLA DICHIARAZIONE ESPRESSA
I FATTI CHE, RENDENDO INTOLLERABILE LA PROSECUZIONE DELLA CONVIVENZA O RECANDO GRAVE PREGIUDIZIO ALL'EDUCAZIONE DELLA PROLE, LEGITTIMANO IL CONIUGE A CHIEDERE LA SEPARAZIONE GIUDIZIALE: DEVONO DIPENDERE DALLA VOLONTÀ DI ENTRAMBI I CONIUGI SONO TASSATIVAMENTE PREVISTI POSSONO ESSERE INDIPENDENTI DALLA VOLONTÀ DEI CONIUGI DEVONO ESSERE IMPUTABILI A TITOLO DI COLPA AD ALMENO UN CONIUGE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 898 DEL 1970, IL GIUDICE PRONUNCIA LO SCIOGLIMENTO DEL MATRIMONIO CONTRATTO A NORMA DEL CODICE CIVILE: SOLO SE LA CONVIVENZA È INTOLLERABILE DOPO ALMENO DUE ANNI DI SEPARAZIONE LEGALE IN CASO DI INTERDIZIONE DEL CONIUGE QUANDO È VENUTA MENO LA COMUNIONE MATERIALE E SPIRITUALE FRA I CONIUGI, NEI CASI TASSATIVAMENTE PREVISTI "EX LEGE"
LA DOMANDA PER OTTENERE LO SCIOGLIMENTO DEL MATRIMONIO PUÒ ESSERE PRESENTATA CONGIUNTAMENTE DAI CONIUGI? SÌ, IN OGNI CASO NO, SALVO CHE RICORRANO GRAVI E COMPROVATI MOTIVI SÌ, MA SOLO PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE NO, LA LEGGE NON LO PREVEDE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 898 DEL 1970, IL TRIBUNALE PUÒ ESCLUDERE LA PREVISIONE DI CRITERI PER L'ADEGUAMENTO AUTOMATICO DELL'ASSEGNO DIVORZILE? SÌ, IN CASO DI PALESE INIQUITÀ E CON DECISIONE MOTIVATA NO, SE VI SONO FIGLI MINORENNI NO, IN NESSUN CASO SÌ, SEMPRE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 898 DEL 1970, LA CORRESPONSIONE DELL'ASSEGNO DIVORZILE PUÒ AVVENIRE IN UNICA SOLUZIONE? SÌ, SU ACCORDO DELLE PARTI E SE IL TRIBUNALE LA RITENGA EQUA SÌ, SU RICHIESTA DI UNA PARTE E SE IL TRIBUNALE LA RITENGA ADEGUATA NO, LA LEGGE LO VIETA SÌ, SU ACCORDO INSINDACABILE DELLE PARTI
L'EX CONIUGE TITOLARE DELL'ASSEGNO DIVORZILE, SE NON PASSATO A NUOVE NOZZE, HA DIRITTO AD UNA PERCENTUALE DELL'INDENNITÀ DI FINE RAPPORTO PERCEPITA DALL'ALTRO CONIUGE? SÌ, PARI AL 20% DELL'INDENNITÀ SÌ, PARI AL 40% DELL'INDENNITÀ TOTALE RIFERIBILE AGLI ANNI IN CUI IL RAPPORTO DI LAVORO È COINCISO CON IL MATRIMONIO SÌ, PARI AL 50% DELL'INDENNITÀ NO, MAI
AI SENSI DELLA LEGGE N. 898 DEL 1970, LA MISURA DELL'ASSEGNO DIVORZILE PUÒ ESSERE MODIFICATA? NO, MAI NO, SALVI I CASI TASSATIVAMENTE ELENCATI DALLA LEGGE SÌ, SEMPRE SÌ, SE SOPRAVVENGONO GIUSTIFICATI MOTIVI
IN CASO DI SCIOGLIMENTO DEL MATRIMONIO E IN PRESENZA DI FIGLI MINORI, IL GENITORE CHE HA OMESSO DI COMUNICARE ALL'ALTRO, NEI TERMINI DI LEGGE, L'AVVENUTO CAMBIAMENTO DI RESIDENZA: È OBBLIGATO A RISARCIRE IL DANNO CHE NE SIA CONSEGUITO A CARICO DEL CONIUGE O DEI FIGLI È TENUTO A PAGARE UN'AMMENDA NON INCORRE IN ALCUNA SANZIONE È TENUTO A INDENNIZZARE IL CONIUGE
SECONDO IL CODICE CIVILE, POSSONO FARE PARTE DEL FONDO PATRIMONIALE: ESCLUSIVAMENTE BENI IMMOBILI BENI IMMOBILI E QUALSIASI BENE MOBILE ESCLUSIVAMENTE BENI IMMOBILI E TITOLI DI CREDITO BENI IMMOBILI, BENI MOBILI ISCRITTI IN PUBBLICI REGISTRI E TITOLI DI CREDITO
IL REGIME PATRIMONIALE LEGALE DELLA FAMIGLIA È COSTITUITO DALLA COMUNIONE DEI BENI? SÌ, IN MANCANZA DI DIVERSA CONVENZIONE MATRIMONIALE NO, SALVO LE ECCEZIONI PREVISTE DALLA LEGGE SÌ, SALVO CHE PER I BENI COSTITUITI IN DOTE SÌ, SEMPRE
È MODIFICABILE LA CONVENZIONE MATRIMONIALE STIPULATA PRIMA DELLA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO? SÌ, CON IL CONSENSO DELLE PARTI DELLA CONVENZIONE O DEI LORO EREDI NO, È IMMODIFICABILE FINCHÉ DURA IL MATRIMONIO SÌ, MA SOLO FINO ALLA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO SÌ, A CONDIZIONE CHE NON VI SIANO FIGLI NATI NEL MATRIMONIO
QUALI EFFETTI HA SUI RAPPORTI PATRIMONIALI TRA I CONIUGI UNA CONVENZIONE ISTITUTIVA DI BENI IN DOTE? È FONTE DI OBBLIGAZIONI TRA I CONIUGI NESSUNO, GIACCHÉ ESSA È NULLA I BENI INTEGRANO LA COMUNIONE LEGALE GLI STESSI EFFETTI DEL FONDO PATRIMONIALE
IN QUALE MOMENTO SI PERFEZIONA LA COSTITUZIONE DEL FONDO PATRIMONIALE EFFETTUATA PER ATTO TRA VIVI DA UN TERZO? CON L'ACCETTAZIONE DEI CONIUGI CON L'ACCETTAZIONE DEI CONIUGI E DEI FIGLI MAGGIORENNI QUANDO I CONIUGI NE VENGONO A CONOSCENZA, TRATTANDOSI DI ATTO RECETTIZIO CON L'ACCETTAZIONE DI UN SOLO CONIUGE, SE L'ALTRO NON SI OPPONE
SE VI SONO FIGLI MINORI, QUANDO CESSA IL FONDO PATRIMONIALE? AL COMPIMENTO DEL QUATTORDICESIMO ANNO DELL'ULTIMO FIGLIO AL COMPIMENTO DELLA MAGGIORE ETÀ DELL'ULTIMO FIGLIO AL COMPIMENTO DELLA MAGGIORE ETÀ DEL PRIMO FIGLIO A SEGUITO DELL'ANNULLAMENTO DEL MATRIMONIO
IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE, GLI ACQUISTI COMPIUTI DAI DUE CONIUGI SEPARATAMENTE DURANTE IL MATRIMONIO CADONO IN COMUNIONE? SÌ, AD ESCLUSIONE DI QUELLI RELATIVI AI BENI PERSONALI NO, FANNO PARTE DELLA COMUNIONE ESCLUSIVAMENTE GLI ACQUISTI COMPIUTI CONGIUNTAMENTE DAI CONIUGI SÌ, SEMPRE NO, MAI
IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE, I BENI ACQUISITI SUCCESSIVAMENTE AL MATRIMONIO PER EFFETTO DI DONAZIONE COSTITUISCONO BENI PERSONALI DEL CONIUGE? SÌ, SEMPRE SÌ, QUANDO NELLA DONAZIONE NON È SPECIFICATO CHE ESSI SONO ATTRIBUITI ALLA COMUNIONE NO, IN NESSUN CASO SÌ, SALVO CHE SI TRATTI DI BENI UTILIZZABILI PER I BISOGNI DELLA FAMIGLIA
IN CASO DI LONTANANZA DI UNO DEI CONIUGI IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE, L'ALTRO CONIUGE PUÒ COMPIERE SENZA LA DEBITA PROCURA UN ATTO DI STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE? SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE SÌ, CON IL CONSENSO DEI FIGLI MAGGIORENNI NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO QUALORA VI SIANO FIGLI MINORI
IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE DEI BENI, COME SONO CONSIDERATI GLI ATTI RIGUARDANTI BENI IMMOBILI COMPIUTI DA UN CONIUGE SENZA IL CONSENSO DELL'ALTRO CONIUGE? SONO VALIDI MA INEFFICACI FINO ALLA RATIFICA DELL'ALTRO CONIUGE SONO NULLI SONO ANNULLABILI SE NON CONVALIDATI DALL'ALTRO CONIUGE SONO VALIDI ED EFFICACI
IN REGIME DI COMUNIONE DEI BENI, GLI ATTI RIGUARDANTI BENI MOBILI NON REGISTRATI E COMPIUTI DA UN CONIUGE SENZA IL CONSENSO DELL'ALTRO CONIUGE, SONO: ANNULLABILI INEFFICACI, FINO ALLA CONVALIDA DELL'ALTRO CONIUGE VALIDI, MA IL CONIUGE CHE LI HA COMPIUTI PUÒ ESSERE OBBLIGATO A RICOSTITUIRE LA COMUNIONE O A PAGARE L'EQUIVALENTE NULLI
I BENI DELLA COMUNIONE LEGALE TRA CONIUGI RISPONDONO DELLE OBBLIGAZIONI CONTRATTE DA UNO DEI CONIUGI PRIMA DEL MATRIMONIO? SÌ, FINO A UN TERZO DEL VALORE DEI BENI DELLA COMUNIONE NO, MA IL CREDITORE PUÒ SODDISFARSI IN VIA SUSSIDIARIA SUI BENI DELLA COMUNIONE FINO AL VALORE DELLA QUOTA DEL CONIUGE OBBLIGATO NO, IN NESSUN CASO SÌ, SEMPRE
LA SEPARAZIONE GIUDIZIALE DEI BENI PUÒ ESSERE PRONUNZIATA QUANDO IL DISORDINE NEGLI AFFARI DI UNO DEI CONIUGI METTA IN PERICOLO GLI INTERESSI DELLA COMUNIONE? NO, PUÒ ESSERE PRONUNZIATA ESCLUSIVAMENTE QUANDO SONO IN PERICOLO GLI INTERESSI DELL'ALTRO CONIUGE NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO IN PRESENZA DI FIGLI MINORENNI
IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE, I BENI DI CUI IL CONIUGE ERA PROPRIETARIO PRIMA DEL MATRIMONIO ENTRANO NELLA COMUNIONE? NO, SALVO CHE I BENI SIANO AMMINISTRATI DA ENTRAMBI I CONIUGI NO, IN NESSUN CASO SÌ, SALVO CHE I BENI NON SIANO DI USO STRETTAMENTE PERSONALE SÌ, IN OGNI CASO
IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE, LA PENSIONE ATTINENTE ALLA PERDITA DELLA CAPACITÀ LAVORATIVA ENTRA A FAR PARTE DELLA COMUNIONE? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO SE LA PERDITA È SUPERIORE AL DIECI PER CENTO SÌ, MA SOLO SE LA PERDITA È TOTALE NO, IN NESSUN CASO
CHI PUÒ STIPULARE I CONTRATTI CON I QUALI SI ACQUISTANO DIRITTI PERSONALI DI GODIMENTO SUI BENI OGGETTO DELLA COMUNIONE LEGALE? CIASCUN CONIUGE, DISGIUNTAMENTE, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE I CONIUGI, CONGIUNTAMENTE CIASCUN CONIUGE, DISGIUNTAMENTE CIASCUN CONIUGE, DISGIUNTAMENTE, ESCLUSA LA LOCAZIONE DELL'ABITAZIONE FAMILIARE
IN REGIME DI COMUNIONE LEGALE, I FRUTTI DEI BENI PROPRI DI CIASCUNO DEI CONIUGI CADONO IN COMUNIONE? SÌ, MA SOLO IN PRESENZA DI FIGLI MINORI NO, IN NESSUN CASO SÌ, SE PERCEPITI E NON CONSUMATI ALLO SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE SÌ, NEL MOMENTO IN CUI SONO PERCEPITI
IL FALLIMENTO DI UNO DEI CONIUGI È CAUSA DI SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE LEGALE? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO IN CASO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA NO, MA I BENI DELLA COMUNIONE SONO ESCLUSI DALLA PROCEDURA FALLIMENTARE NO, IN NESSUN CASO
L'INSUFFICIENTE CONTRIBUZIONE DI UN CONIUGE AI BISOGNI DELLA FAMIGLIA, IN MISURA PROPORZIONALE ALLE PROPRIE SOSTANZE E CAPACITÀ LAVORATIVE, PUÒ COSTITUIRE PRESUPPOSTO DELLA SEPARAZIONE GIUDIZIALE DEI BENI? NO, IN NESSUN CASO SÌ, FINCHÉ I FIGLI SONO MINORENNI SÌ, MA SOLO PREVIO ACCERTAMENTO GIUDIZIALE DELLA COLPA GRAVE SÌ, IN OGNI CASO
SONO OPPONIBILI AI TERZI LE MODIFICHE DELLE CONVENZIONI MATRIMONIALI AVENTI AD OGGETTO BENI IMMOBILI? SÌ, MA SOLO SE ISCRITTE PRESSO LA CONSERVATORIA DEI REGISTRI IMMOBILIARI SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO SE TRASCRITTE PRESSO LA COMPETENTE CONSERVATORIA DEI REGISTRI IMMOBILIARI SÌ, MA SOLO SE ANNOTATE A MARGINE ALL'ATTO DI MATRIMONIO
I PROVENTI DELL'ATTIVITÀ SEPARATA DI UNO DEI CONIUGI COSTITUISCONO OGGETTO DELLA COMUNIONE LEGALE? NO, SALVO PATTO CONTRARIO OMOLOGATO DAL GIUDICE SÌ, SE ALLO SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE NON SIANO STATI CONSUMATI NO, MAI SÌ, NON APPENA SIANO STATI PERCEPITI DAL CONIUGE
I BENI DESTINATI ALL'ESERCIZIO DELL'IMPRESA DI UNO DEI DUE CONIUGI, COSTITUITA DOPO IL MATRIMONIO, SI CONSIDERANO OGGETTO DELLA COMUNIONE LEGALE? SÌ, MA SOLO SE VI SONO FIGLI MINORI SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO SE SUSSISTONO AL MOMENTO DELLO SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE NO, MAI
IN CASO DI AZIENDE APPARTENENTI AD UNO DEI CONIUGI ANTERIORMENTE AL MATRIMONIO, MA GESTITE DA ENTRAMBI, LA COMUNIONE RIGUARDA: SOLO GLI UTILI E GLI INCREMENTI ESCLUSIVAMENTE GLI UTILI SOLO I PROVENTI PERCEPITI E NON CONSUMATI AL MOMENTO DELLO SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE IL COMPLESSO DEI BENI AZIENDALI
LA DIVISIONE DEI BENI DELLA COMUNIONE LEGALE FRA CONIUGI SI EFFETTUA: ATTRIBUENDO I DUE TERZI DEL PASSIVO AL CONIUGE CUI SIA ADDEBITABILE LA SEPARAZIONE ATTRIBUENDO I DUE TERZI DELL'ATTIVO AL CONIUGE AFFIDATARIO DEI FIGLI RIPARTENDO IN PARTI UGUALI L'ATTIVO E IL PASSIVO RIPARTENDO L'ATTIVO E IL PASSIVO IN PROPORZIONE ALLA CAPACITÀ LAVORATIVA DEI CONIUGI
QUALI FRA I SEGUENTI BENI PERSONALI DEI CONIUGI POSSONO ESSERE COMPRESI NELLA COMUNIONE CONVENZIONALE? I BENI OTTENUTI A TITOLO DI RISARCIMENTO DEL DANNO LA PENSIONE ATTINENTE ALLA PERDITA PARZIALE DELLA CAPACITÀ LAVORATIVA I BENI ACQUISTATI DAL CONIUGE PRIMA DEL MATRIMONIO I BENI DI USO STRETTAMENTE PERSONALE
LA SCELTA DEL REGIME DI SEPARAZIONE DEI BENI: DEVE SEMPRE PRECEDERE LA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO PUÒ ANCHE ESSERE DICHIARATA NELL'ATTO DI CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO PUÒ ESSERE DICHIARATA SOLO ENTRO TRENTA GIORNI DALLA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO NON PUÒ MAI ESSERE DICHIARATA NELL'ATTO DI CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO
IN REGIME DI SEPARAZIONE DEI BENI, SE UNO DEI CONIUGI, NONOSTANTE L'OPPOSIZIONE DELL'ALTRO, AMMINISTRA I BENI DI QUESTO: È IN OGNI CASO TENUTO A CORRISPONDERE ALL'ALTRO CONIUGE UN EQUO INDENNIZZO RISPONDE DEI DANNI E DELLA MANCATA PERCEZIONE DEI FRUTTI RISPONDE SOLO DELLA MANCATA PERCEZIONE DEI FRUTTI RISPONDE DEI DANNI, MA NON DELLA MANCATA PERCEZIONE DEI FRUTTI
IN REGIME DI SEPARAZIONE DEI BENI, IL CONIUGE CHE GODE DEI BENI DELL'ALTRO È SOGGETTO ALLE OBBLIGAZIONI: DELL'USUFRUTTUARIO DEL CONDUTTORE DEL COMODATARIO DEL MANDATARIO
IN REGIME DI SEPARAZIONE DEI BENI, I BENI DI CUI NESSUNO DEI CONIUGI PUÒ DIMOSTRARE LA PROPRIETÀ ESCLUSIVA: SONO DI PROPRIETÀ INDIVISA PER PARI QUOTA DI ENTRAMBI I CONIUGI SONO DI PROPRIETÀ INDIVISA DI ENTRAMBI I CONIUGI, MA AL CONIUGE ECONOMICAMENTE PIÙ DEBOLE SPETTA UNA QUOTA DI DUE TERZI SONO DI PROPRIETÀ DELLA MOGLIE, MA IL MARITO NE HA L'USUFRUTTO SONO DI PROPRIETÀ DEL MARITO, MA LA MOGLIE NE HA L'USUFRUTTO
IN REGIME DI SEPARAZIONE DEI BENI, A QUALE DEI CONIUGI SPETTA L'AMMINISTRAZIONE DEI BENI? AL CONIUGE TITOLARE ESCLUSIVO DEI DIRITTI SUGLI STESSI A ENTRAMBI I CONIUGI, IN OGNI CASO A ENTRAMBI I CONIUGI, SE I BENI SONO DESTINATI A SODDISFARE I BISOGNI DELLA FAMIGLIA A ENTRAMBI I CONIUGI, QUALORA SIANO PRESENTI FIGLI
SALVO CHE SIA CONFIGURABILE UN DIVERSO RAPPORTO, IL PARENTE ENTRO IL TERZO GRADO CHE PRESTA IN MODO CONTINUATIVO LA SUA ATTIVITÀ DI LAVORO NELL'IMPRESA FAMILIARE, HA DIRITTO AL MANTENIMENTO? SÌ, SEMPRE NELLA MISURA STABILITA DALL'ATTO COSTITUTIVO NO, MAI SÌ, SEMPRE NELLA MISURA STABILITA DAL CONTRATTO DI SOCIETÀ SÌ, SECONDO LA CONDIZIONE PATRIMONIALE DELLA FAMIGLIA
IN BASE ALLE NORME CHE DISCIPLINANO L'IMPRESA FAMILIARE, QUALE SOGGETTO NON È CONSIDERATO FAMILIARE? IL PARENTE DI QUARTO GRADO IL CONIUGE L'AFFINE DI SECONDO GRADO IL PARENTE DI TERZO GRADO NON CONVIVENTE
SALVO CHE SIA CONFIGURABILE UN DIVERSO RAPPORTO, L'AFFINE ENTRO IL SECONDO GRADO CHE PRESTA IN MODO CONTINUATIVO LA SUA ATTIVITÀ DI LAVORO NELL'IMPRESA FAMILIARE, HA DIRITTO DI PARTECIPARE AGLI UTILI? NO, MAI SÌ, IN PROPORZIONE ALLA QUANTITÀ E QUALITÀ DEL LAVORO PRESTATO SÌ, SEMPRE IN PROPORZIONE ALLA PROPRIA QUOTA DI PARTECIPAZIONE SÌ, MA SOLO IN PROPORZIONE ALLA QUANTITÀ DEL LAVORO PRESTATO
NELL'IMPRESA FAMILIARE, LE DECISIONI INERENTI ALLA GESTIONE STRAORDINARIA SONO ADOTTATE: ALL'UNANIMITÀ, DAI FAMILIARI CHE PARTECIPANO ALL'IMPRESA ESCLUSIVAMENTE DAL TITOLARE DELL'IMPRESA A MAGGIORANZA, DAI FAMILIARI CHE PARTECIPANO ALL'IMPRESA ESCLUSIVAMENTE DAL TITOLARE DELL'IMPRESA E DAI PARENTI ENTRO IL SECONDO GRADO
SE È NECESSARIO ADOTTARE UNA DECISIONE CONCERNENTE L'IMPIEGO DEGLI UTILI DELL'IMPRESA FAMILIARE, I FAMILIARI PARTECIPANTI ALL'IMPRESA CHE NON HANNO LA PIENA CAPACITÀ DI AGIRE: SONO RAPPRESENTATI NEL VOTO DA CHI ESERCITA LA POTESTÀ SU DI ESSI NON HANNO IL DIRITTO DI VOTO POSSONO ESPRIMERE PERSONALMENTE IL PROPRIO VOTO POSSONO VOTARE, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE
IL RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO NATURALE È REVOCABILE? SÌ, MA SOLO CON IL CONSENSO DELL'ALTRO GENITORE SÌ, SEMPRE SÌ, MA SOLO CON IL CONSENSO DEL FIGLIO NATURALE MAGGIORENNE NO, IN NESSUN CASO
È POSSIBILE EFFETTUARE IL RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO NATURALE PRIMA DELLA SUA NASCITA? SÌ, QUALORA IL RICONOSCIMENTO PROVENGA DA ENTRAMBI I GENITORI SÌ, PURCHÉ LA DICHIARAZIONE SIA POSTERIORE AL CONCEPIMENTO NO, È NECESSARIO ATTENDERE LA NASCITA DEL FIGLIO SÌ, MA SOLO PER TESTAMENTO
È EFFICACE IL RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO NATURALE CHE HA COMPIUTO I SEDICI ANNI? NO, SALVO AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE TUTELARE SÌ, SE VI È IL SUO ASSENSO SÌ,' SEMPRE NO, IN NESSUN CASO
SE IL FIGLIO NATURALE NON HA COMPIUTO I SEDICI ANNI E UNO DEI GENITORI HA GIÀ EFFETTUATO IL RICONOSCIMENTO, A QUALE DELLE SEGUENTI CONDIZIONI È EFFICACE IL RICONOSCIMENTO SUCCESSIVAMENTE EFFETTUATO DALL'ALTRO GENITORE? DECRETO DEL TRIBUNALE CONSENSO DEL GENITORE CHE HA EFFETTUATO IL RICONOSCIMENTO PER PRIMO DECRETO DEL GIUDICE TUTELARE ASSENSO DEL FIGLIO
LA CAPACITÀ DI EFFETTUARE IL RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO NATURALE SI ACQUISTA CON IL COMPIMENTO: DEL QUATTORDICESIMO ANNO DI ETÀ DEL DICIOTTESIMO ANNO DI ETÀ DEL VENTUNESIMO ANNO DI ETÀ DEL SEDICESIMO ANNO DI ETÀ
AI SENSI DELL'ARTICOLO 253 DEL CODICE CIVILE, È AMMESSO UN RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO NATURALE IN CONTRASTO CON LO STATO DI FIGLIO LEGITTIMO O LEGITTIMATO IN CUI LA PERSONA SI TROVA? SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE SÌ, MA SOLO SE VI È L'ASSENSO DEL FIGLIO SÌ, SEMPRE NO, IN NESSUN CASO
DA QUALE MOMENTO PRODUCE EFFETTI IL RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO NATURALE CONTENUTO IN UN TESTAMENTO? DOPO UN ANNO DALLA MORTE DEL TESTATORE DAL GIORNO DELLA MORTE DEL TESTATORE, MA SOLO SE IL TESTAMENTO NON È STATO REVOCATO DALLA DATA DEL TESTAMENTO DAL GIORNO DELLA MORTE DEL TESTATORE, ANCHE SE IL TESTAMENTO È STATO REVOCATO
PUÒ PRESCRIVERSI L'AZIONE DI IMPUGNAZIONE DEL RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO NATURALE PER DIFETTO DI VERIDICITA'? NO, L'AZIONE È IMPRESCRITTIBILE SÌ, L'AZIONE SI PRESCRIVE IN CINQUE ANNI SÌ, L'AZIONE SI PRESCRIVE IN DIECI ANNI SÌ, L'AZIONE SI PRESCRIVE IN VENTI ANNI
AI FINI DELLA DICHIARAZIONE GIUDIZIALE DI PATERNITÀ O MATERNITÀ, COME PUÒ ESSERE DATA LA PROVA DELLA PATERNITÀ O MATERNITA'? SOLO CON IL GIURAMENTO DECISORIO CON OGNI MEZZO CON OGNI MEZZO, AD ECCEZIONE DELLE INDAGINI GENETICHE CON LE SOLE INDAGINI GENETICHE
LA LEGITTIMAZIONE DEL FIGLIO NATURALE PER PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE PUÒ ESSERE DOMANDATA ANCHE IN PRESENZA DI FIGLI LEGITTIMI? SÌ, CON IL CONSENSO DEI FIGLI ULTRASEDICENNI SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO CON IL CONSENSO DEI FIGLI LEGITTIMI AVENTI LA MAGGIORE ETÀ NO, IN NESSUN CASO
SE IL PADRE MUORE SENZA AVER AGITO PER IL DISCONOSCIMENTO DELLA PATERNITÀ, PRIMA CHE SIA DECORSO IL TERMINE, CHI È AMMESSO A ESERCITARE L'AZIONE IN SUA VECE? SOLO I DISCENDENTI ESCLUSIVAMENTE IL CONIUGE IL CONIUGE O I DISCENDENTI I DISCENDENTI O GLI ASCENDENTI
NEI CONFRONTI DI CHI È PROPOSTA LA DOMANDA PER LA DICHIARAZIONE GIUDIZIALE DI PATERNITÀ NATURALE? ESCLUSIVAMENTE DEL PRESUNTO GENITORE DEL FIGLIO NATURALE SE AVENTE PIÙ DI SEDICI ANNI, ALTRIMENTI DEL PRESUNTO GENITORE DEL PRESUNTO GENITORE O, IN MANCANZA DI LUI, DEI SUOI EREDI DEL FIGLIO NATURALE, IN OGNI CASO
L'AZIONE DI DISCONOSCIMENTO DELLA PATERNITÀ DA PARTE DELLA MADRE DEVE ESSERE PROPOSTA: NEL TERMINE DI SEI MESI DALLA NASCITA DEL FIGLIO NEL TERMINE DI UN ANNO DALLA NASCITA DEL FIGLIO ENTRO IL GIORNO DEL COMPIMENTO DELLA MAGGIORE ETÀ DA PARTE DEL FIGLIO NEL TERMINE DI CINQUE ANNI DALLA NASCITA DEL FIGLIO
QUALE DEI SEGUENTI SOGGETTI PUÒ PROMUOVERE, NELL'INTERESSE DEL MINORE, L'AZIONE PER OTTENERE LA DICHIARAZIONE GIUDIZIALE DI PATERNITÀ O MATERNITA'? IL TUTORE, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE L'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO IL PUBBLICO MINISTERO IL GIUDICE TUTELARE
I FIGLI NATURALI LEGITTIMATI PER SUSSEGUENTE MATRIMONIO ACQUISTANO I DIRITTI DEI FIGLI LEGITTIMI DAL GIORNO DEL MATRIMONIO DEI GENITORI? SÌ, SE SONO STATI RICONOSCIUTI DA ENTRAMBI I GENITORI NELL'ATTO DI MATRIMONIO O ANTERIORMENTE SÌ, SEMPRE SÌ, SE SONO STATI RICONOSCIUTI DA ALMENO UN GENITORE NELL'ATTO DI MATRIMONIO O ANTERIORMENTE NO, MAI
CON LA LEGITTIMAZIONE, IL FIGLIO NATO FUORI DAL MATRIMONIO ACQUISTA LA QUALITÀ DI: FIGLIO NATURALE RICONOSCIUTO FIGLIO ADOTTIVO FIGLIO NATURALE DICHIARATO GIUDIZIALMENTE FIGLIO LEGITTIMO
AI SENSI DELLA LEGGE N. 184 DEL 1983, L'ETÀ DEGLI ADOTTANTI DEVE SUPERARE L'ETÀ DELL'ADOTTANDO: IN OGNI CASO, DI ALMENO DIECI E DI NON PIÙ DI VENTI ANNI IN OGNI CASO, DI ALMENO DICIOTTO E DI NON PIÙ DI QUARANT'ANNI DI ALMENO DICIOTTO E DI NON PIÙ DI QUARANTACINQUE ANNI, SALVE LE DEROGHE PREVISTE DALLA LEGGE IN OGNI CASO, DI ALMENO DICIOTTO E DI NON PIÙ DI QUARANTACINQUE ANNI
AI SENSI DELLA LEGGE N. 184 DEL 1983, IL MINORE CHE HA COMPIUTO I QUATTORDICI ANNI PUÒ ESSERE ADOTTATO, DI REGOLA: SENZA CHE SIA NECESSARIO IL SUO CONSENSO SE, DICHIARATO IN STATO DI ADOTTABILITÀ, HA PRESTATO IL PROPRIO CONSENSO SOLO SE DALLA MANCATA ADOZIONE DERIVI UN DANNO GRAVE PER IL MINORE PREVIO ASSENSO DEL CURATORE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 184 DEL 1983, LE INFORMAZIONI CONCERNENTI L'IDENTITÀ DEI GENITORI BIOLOGICI POSSONO ESSERE FORNITE AI GENITORI ADOTTIVI? SÌ, PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE E SOLO SE SUSSISTONO GRAVI E COMPROVATI MOTIVI SÌ, MA SOLO SE VI È IL CONSENSO DEL MINORE NO, IN NESSUN CASO SÌ SEMPRE
AI SENSI DELLA LEGGE N. 184 DEL 1983, IL TRIBUNALE PER I MINORENNI PUÒ REVOCARE IL PROVVEDIMENTO DI AFFIDAMENTO PREADOTTIVO? SÌ, QUANDO VENGANO ACCERTATE DIFFICOLTÀ DI CONVIVENZA RITENUTE NON SUPERABILI SÌ, MA SOLO SU ISTANZA DEL PUBBLICO MINISTERO SÌ, MA SOLO DECORSO UN ANNO DALLA DATA DEL PROVVEDIMENTO CHE HA DISPOSTO L'AFFIDAMENTO NO, IN NESSUN CASO
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, UNA PERSONA CHE HA COMPIUTO SETTANTA ANNI PUÒ ADOTTARE UNA PERSONA DI CINQUANTA ANNI? SÌ, SE RICORRONO GLI ALTRI PRESUPPOSTI DI LEGGE NO, L'ETÀ DELL'ADOTTANTE NON PUÒ SUPERARE I CINQUANTA ANNI NO, L'ETÀ DELL'ADOTTATO NON PUÒ SUPERARE I QUARANTA ANNI SÌ, MA SOLO IN CASI ECCEZIONALI TASSATIVAMENTE PREVISTI
AI SENSI DELLA LEGGE N. 184 DEL 1983, CHI HA LA FACOLTÀ DI SEGNALARE ALL'AUTORITÀ PUBBLICA SITUAZIONI DI ABBANDONO DI MINORI DI ETA'? SOLO GLI INCARICATI DI UN PUBBLICO SERVIZIO SOLO I PUBBLICI UFFICIALI SOLO GLI ISTITUTI DI ASSISTENZA PUBBLICI O PRIVATI CHIUNQUE
AI SENSI DELL'ARTICOLO 315 DEL CODICE CIVILE, IL FIGLIO DEVE CONTRIBUIRE AL MANTENIMENTO DELLA FAMIGLIA? SÌ, SEMPRE, ANCHE SE NON CONVIVE CON ESSA NO, SALVO CASI ECCEZIONALI NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN RELAZIONE ALLE PROPRIE SOSTANZE E AL PROPRIO REDDITO, FINCHÉ CONVIVE CON ESSA
IN CASO DI CONTRASTO FRA I GENITORI SU QUESTIONI DI PARTICOLARE IMPORTANZA, SE SUSSISTE UN INCOMBENTE PERICOLO DI UN GRAVE PREGIUDIZIO PER IL FIGLIO, CHI PUÒ ADOTTARE I PROVVEDIMENTI URGENTI ED INDIFFERIBILI? LA MADRE I NONNI IL PADRE IL GIUDICE TUTELARE
AI SENSI DELL'ARTICOLO 316 DEL CODICE CIVILE, IN CASO DI CONTRASTO PERMANENTE FRA I GENITORI SULL'ESERCIZIO DELLA POTESTÀ, IL GIUDICE ATTRIBUISCE IL POTERE DI DECISIONE: AD UN CURATORE SPECIALE APPOSITAMENTE NOMINATO AL GENITORE CHE, NEL SINGOLO CASO, RITIENE IL PIÙ IDONEO A CURARE L'INTERESSE DEL FIGLIO SEMPRE AL PADRE SEMPRE ALLA MADRE
AI SENSI DELL'ARTICOLO 324 DEL CODICE CIVILE, IN CASO DI USUFRUTTO LEGALE DEI GENITORI SUI BENI DEI FIGLI MINORI, I FRUTTI PERCEPITI SONO DESTINATI: A FAR FRONTE A QUALSIASI BISOGNO DELLA FAMIGLIA ESCLUSIVAMENTE ALL'ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE DEI FIGLI AL MANTENIMENTO DELLA FAMIGLIA E ALL'ISTRUZIONE ED EDUCAZIONE DEI FIGLI ESCLUSIVAMENTE AL MANTENIMENTO DELLA FAMIGLIA
I GENITORI ESERCENTI LA POTESTÀ SUI FIGLI POSSONO RENDERSI ACQUIRENTI DEI BENI E DEI DIRITTI DEL MINORE? SÌ, MA SOLO PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE TUTELARE NO, IN NESSUN CASO NO, SALVO CHE ALL'ASTA PUBBLICA NO, SALVO CHE PER INTERPOSTA PERSONA
I GENITORI ESERCENTI LA POTESTÀ POSSONO DIVENTARE CESSIONARI DI CREDITI VERSO IL MINORE? NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO SE LA CESSIONE È "PRO SOLVENDO" SÌ, PURCHÉ IL CREDITO NON ABBIA CARATTERE STRETTAMENTE PERSONALE SÌ, MA SOLO SE LA CESSIONE È "PRO SOLUTO"
IL MINORE EMANCIPATO PUÒ COMPIERE GLI ATTI CHE NON ECCEDONO L'ORDINARIA AMMINISTRAZIONE? SÌ, MA SOLO CON L'ASSISTENZA DEL TUTORE SÌ, ANCHE SENZA L'ASSISTENZA DEL CURATORE SÌ, MA SOLO CON L'ASSISTENZA DEL CURATORE SÌ, MA SOLO PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE
SECONDO IL CODICE CIVILE, IN QUALE DI QUESTI CASI SI APRE LA TUTELA DEL MINORE? QUANDO I GENITORI HANNO TRASFERITO LA RESIDENZA ALL'ESTERO QUANDO È CESSATA LA COABITAZIONE DEI GENITORI NATURALI QUANDO ENTRAMBI I GENITORI SONO MORTI O COMUNQUE NON POSSONO ESERCITARE LA POTESTÀ QUANDO UNO DEI GENITORI È MORTO O NON PUÒ ESERCITARE LA POTESTÀ
AI SENSI DELL'ARTICOLO 360 DEL CODICE CIVILE, IL PROTUTORE: SOSTITUISCE IL CURATORE SPECIALE IN CONFLITTO DI INTERESSI COL MINORE ASSISTE IL MINORE EMANCIPATO AFFIANCA IL TUTORE NEL COMPIMENTO DEGLI ATTI DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE RAPPRESENTA IL MINORE NEI CASI IN CUI L'INTERESSE DI QUESTO SIA IN OPPOSIZIONE CON L'INTERESSE DEL TUTORE
IL PROTUTORE PUÒ ACQUISTARE UN BENE MOBILE DEL MINORE? NO, IL CODICE CIVILE LO VIETA SÌ, MA SOLO CON IL CONSENSO DEL TUTORE SÌ, MA SOLO CON L'AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE, SU RICHIESTA DEL PUBBLICO MINISTERO SÌ, MA SOLO ALL'ASTA PUBBLICA
GLI ATTI COMPIUTI DAL TUTORE SENZA LE NECESSARIE AUTORIZZAZIONI GIUDIZIALI: SONO INEFFICACI SONO NULLI SONO ANNULLABILI SONO INESISTENTI
GLI ALIMENTI POSSONO ESSERE CHIESTI: DA CHI, TROVANDOSI IN STATO DI NECESSITÀ, ABBIA ASSUNTO OBBLIGAZIONI A CONDIZIONI INIQUE DAL DONANTE, ANCHE SE NON VERSI IN STATO DI BISOGNO DA CHI, PUR POTENDO PROVVEDERE AL PROPRIO MANTENIMENTO, SI TROVI TEMPORANEAMENTE IN DIFFICOLTÀ FINANZIARIE DA CHI VERSI IN STATO DI BISOGNO E NON SIA IN GRADO DI PROVVEDERE AL PROPRIO MANTENIMENTO
AI SENSI DELL'ARTICOLO 439 DEL CODICE CIVILE, TRA FRATELLI E SORELLE GLI ALIMENTI SONO DOVUTI: IN PROPORZIONE DEL BISOGNO DI CHI LI DOMANDA NELLA MISURA DELLO STRETTO NECESSARIO IN PROPORZIONE DELLE CONDIZIONI ECONOMICHE DI CHI DEVE SOMMINISTRARLI NELLA MISURA ADEGUATA ALLA POSIZIONE SOCIALE DELL'ALIMENTANDO
SECONDO IL CODICE CIVILE, È EFFICACE LA RINUNCIA AI DIRITTI CHE POSSONO SPETTARE SU UNA SUCCESSIONE NON ANCORA APERTA? SÌ, IN OGNI CASO NO, È NULLA SÌ, SALVO CHE LA RINUNCIA SIA EFFETTUATA IN FAVORE DEI PROPRI DISCENDENTI NO, SALVO CHE IL RINUNZIANTE SIA LEGITTIMARIO DEL DANTE CAUSA
IN QUALE IPOTESI PUÒ ESSERE NOMINATO IL CURATORE DELL'EREDITÀ GIACENTE? SEMPRE, PURCHÉ VI SIA IL CONSENSO DEI COEREDI QUANDO IL CHIAMATO NON HA ACCETTATO L'EREDITÀ ED È NEL POSSESSO DEI BENI EREDITARI QUANDO LO HA RICHIESTO IL TESTATORE QUANDO IL CHIAMATO NON HA ACCETTATO L'EREDITÀ E NON È NEL POSSESSO DEI BENI EREDITARI
QUALI FRA I SEGUENTI SOGGETTI POSSONO SUBENTRARE PER RAPPRESENTAZIONE NEL LUOGO E NEL GRADO DEL CHIAMATO, QUANDO QUESTI NON POSSA O NON VOGLIA ACCETTARE L'EREDITA'? I DISCENDENTI I COLLATERALI GLI AFFINI GLI ASCENDENTI
QUALI FRA I SEGUENTI SOGGETTI POSSONO ACCETTARE L'EREDITÀ PURAMENTE E SEMPLICEMENTE, SENZA BENEFICIO D'INVENTARIO? LE SOCIETÀ LE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE LE ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE LE FONDAZIONI
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA RINUNZIA PARZIALE ALL'EREDITÀ: È VALIDA ED EFFICACE, MA REVOCABILE FINO A CHE IL DIRITTO DI ACCETTARE L'EREDITÀ NON È PRESCRITTO È NULLA È ANNULLABILE È VALIDA ED EFFICACE, MA IRREVOCABILE
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'AZIONE DI PETIZIONE EREDITARIA: SI PRESCRIVE IN DIECI ANNI È IMPRESCRITTIBILE, SALVI GLI EFFETTI DELL'USUCAPIONE RISPETTO AI SINGOLI BENI SI PRESCRIVE IN VENTI ANNI SI PRESCRIVE IN QUINDICI ANNI
SE RISULTA CHE LE DISPOSIZIONI TESTAMENTARIE E LE DONAZIONI ECCEDONO LA QUOTA DI CUI IL TESTATORE POTEVA DISPORRE, QUALE SPECIFICO RIMEDIO POSSONO ESPERIRE I LEGITTIMARI? L'AZIONE REVOCATORIA L'AZIONE DI RIDUZIONE L'AZIONE DI PETIZIONE EREDITARIA LA "ACTIO QUANTI MINORIS"
QUALI SONO I REQUISITI DI FORMA DEL TESTAMENTO OLOGRAFO: ESCLUSIVAMENTE DATA E SOTTOSCRIZIONE AUTOGRAFIA, DATA E SOTTOSCRIZIONE ESCLUSIVAMENTE AUTOGRAFIA E SOTTOSCRIZIONE AUTOGRAFIA, DATA, SOTTOSCRIZIONE E PRESENZA DI DUE TESTIMONI
È VALIDO IL TESTAMENTO OLOGRAFO SE LA SOTTOSCRIZIONE NON INDICA IL NOME E COGNOME DEL TESTATORE, MA UNO PSEUDONIMO? NO, MAI SÌ, MA SOLO SE È POSSIBILE IDENTIFICARE CON CERTEZZA LA PERSONA DEL TESTATORE SÌ, IN OGNI CASO NO, SALVO CHE IL TESTAMENTO NON SIA AUTOGRAFO
IL TESTAMENTO SEGRETO, CHE MANCHI DI QUALCHE REQUISITO SUO PROPRIO, PUÒ AVERE EFFETTO COME TESTAMENTO OLOGRAFO? SÌ, ANCHE SE NON È AUTOGRAFO SÌ, MA SOLO SE HA I REQUISITI DEL TESTAMENTO OLOGRAFO NO, È SEMPRE NULLO NO, È SEMPRE ANNULLABILE
SECONDO IL CODICE CIVILE, CHI È LEGITTIMATO AD IMPUGNARE LA DISPOSIZIONE TESTAMENTARIA VIZIATA DA ERRORE, VIOLENZA O DOLO? SOLO GLI EREDI E I LEGATARI CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE SOLO GLI EREDI SOLO I LEGITTIMARI
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL LEGATO SI ACQUISTA: SENZA BISOGNO DI ACCETTAZIONE, SALVA LA FACOLTÀ DI RINUNZIARE CON L'ACCETTAZIONE, SALVA LA FACOLTÀ DI REVOCARE L'ACCETTAZIONE DI DIRITTO, SE NON È INTERVENUTA LA RINUNZIA ENTRO TRE MESI DALLA DATA DI APERTURA DELLA SUCCESSIONE CON IL CONSENSO DELL'EREDE
SECONDO IL CODICE CIVILE, NEL LEGATO ALTERNATIVO, LA SCELTA: SPETTA AD UN TERZO, DESIGNATO DI COMUNE ACCORDO DALL'ONERATO E DAL LEGATARIO SPETTA ALL'ONERATO, SALVO CHE IL TESTATORE L'ABBIA LASCIATA AL LEGATARIO O A UN TERZO SPETTA SEMPRE ALL'ONERATO SPETTA AL LEGATARIO, SALVO CHE IL TESTATORE L'ABBIA LASCIATA ALL'ONERATO
IL LEGATO DI COSA DI UN TERZO, SE RISULTA DA DICHIARAZIONE SCRITTA CHE IL TESTATORE ERA A CONOSCENZA DELL'ALTRUITÀ DELLA COSA LEGATA: HA EFFETTI OBBLIGATORI È VALIDO MA INEFFICACE HA EFFETTI REALI È NULLO
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, SE LA COSA LEGATA È GRAVATA DA UNA SERVITÙ, IL RELATIVO PESO È SOPPORTATO: DAL LEGATARIO E DALL'ONERATO, IN PARTI UGUALI DAL PROPRIETARIO DEL FONDO DOMINANTE, SALVO PATTO CONTRARIO DAL LEGATARIO DALL'ONERATO
SECONDO IL CODICE CIVILE, CHI È LEGITTIMATO A CHIEDERE CHE L'AUTORITÀ GIUDIZIARIA FISSI UN TERMINE ENTRO IL QUALE IL LEGATARIO DICHIARI SE INTENDE ESERCITARE LA FACOLTÀ DI RINUNZIARE? ESCLUSIVAMENTE GLI ALTRI LEGATARI SOLO L'ONERATO CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE SOLO GLI EREDI
PUÒ DOMANDARSI LA DIVISIONE QUANDO UNO O PIÙ EREDI HANNO GODUTO SEPARATAMENTE DI PARTE DEI BENI EREDITARI? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, SALVO CHE SI SIA VERIFICATA L'USUCAPIONE PER EFFETTO DI POSSESSO ESCLUSIVO NO, SALVO CHE PER PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE NO, SALVO CHE LA DOMANDA SIA PROPOSTA ENTRO SEI MESI DALL'APERTURA DELLA SUCCESSIONE
SE IL COEREDE ALIENA A UN ESTRANEO LA SUA QUOTA SENZA NOTIFICARE LA PROPOSTA DI ALIENAZIONE AGLI ALTRI COEREDI, COSTORO: HANNO DIRITTO A UN INDENNIZZO POSSONO RISCATTARE LA QUOTA DALL'ACQUIRENTE E DA OGNI SUCCESSIVO AVENTE CAUSA, FINCHÉ DURA LA COMUNIONE EREDITARIA POSSONO IN OGNI TEMPO RISCATTARE LA QUOTA DALL'ACQUIRENTE HANNO SOLO DIRITTO AL RISARCIMENTO DEI DANNI
SECONDO IL CODICE CIVILE, NON È SOGGETTO A COLLAZIONE CIÒ CHE IL DEFUNTO HA SPESO IN FAVORE DEI FIGLI: PER IL MANTENIMENTO E L'EDUCAZIONE PER L'AVVIAMENTO ALL'ESERCIZIO DI UN'ATTIVITÀ PROFESSIONALE PER ASSEGNAZIONI FATTE A CAUSA DI MATRIMONIO PER PAGARE I LORO DEBITI
SE IN SEDE DI DIVISIONE CONTRATTUALE VI È STATO ERRORE NELLA STIMA DEI BENI EREDITARI, QUALE SPECIFICO RIMEDIO PUÒ ESPERIRE IL COEREDE CHE PROVI DI ESSERE STATO LESO OLTRE IL QUARTO? L'AZIONE DI PETIZIONE EREDITARIA L'AZIONE DI RIDUZIONE L'AZIONE DI RISOLUZIONE L'AZIONE DI RESCISSIONE PER LESIONE
AI SENSI DELL'ARTICOLO 770 DEL CODICE CIVILE, NON COSTITUISCE DONAZIONE: LA LIBERALITÀ FATTA IN CONSIDERAZIONE DEI MERITI DEL DONATARIO LA LIBERALITÀ FATTA PER SPECIALE RIMUNERAZIONE LA LIBERALITÀ FATTA PER RICONOSCENZA LA LIBERALITÀ CHE SI SUOLE FARE PER SERVIZI RESI O COMUNQUE IN CONFORMITÀ AGLI USI
È VALIDA LA DONAZIONE DI BENI FUTURI? NO, È NULLA RISPETTO AI BENI FUTURI, SALVO CHE SI TRATTI DI FRUTTI NON ANCORA SEPARATI NO, È ANNULLABILE SÌ, AD OGNI EFFETTO NO, È NULLA, ANCHE SE RIFERITA A FRUTTI NON ANCORA SEPARATI
SE ALLA DONAZIONE VIENE APPOSTO UN ONERE ILLECITO, LA DONAZIONE È NULLA? NO, È ANNULLABILE NO, L'ONERE SI CONSIDERA SEMPRE NON APPOSTO SÌ, SE L'ONERE NE HA COSTITUITO IL SOLO MOTIVO DETERMINANTE SÌ, IN OGNI CASO
CHI PUÒ DOMANDARE LA RISOLUZIONE DELLA DONAZIONE PER INADEMPIMENTO DELL'ONERE, SE ESSA È PREVISTA NELL'ATTO DI DONAZIONE? IL DONATARIO E I SUOI DISCENDENTI IL DONANTE E I SUOI EREDI SOLO IL DONANTE CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE
GLI EREDI DEL DONANTE CHE, CONOSCENDO LA CAUSA DI NULLITÀ DELLA DONAZIONE, ABBIANO DATO A QUESTA VOLONTARIA ESECUZIONE, POSSONO SUCCESSIVAMENTE FARLA VALERE? NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN OGNI CASO, NEL TERMINE DI DUE ANNI DALL'INIZIO DI ESECUZIONE SÌ, A CONDIZIONE CHE NON SI TRATTI DI BENI MOBILI NO, SE NON PER GRAVI MOTIVI ACCERTATI DAL GIUDICE
LA DONAZIONE PUÒ ESSERE REVOCATA PER IL RICONOSCIMENTO DI UN FIGLIO NATURALE NON NOTO AL TEMPO DELLA DONAZIONE? NO, IN NESSUN CASO SÌ, PURCHÉ IL RICONOSCIMENTO SIA STATO FATTO ENTRO DUE ANNI DALLA DONAZIONE SÌ, PURCHÉ PREVISTO NELLA DONAZIONE SÌ, SEMPRE
SECONDO IL CODICE CIVILE, LE DISPOSIZIONI CONCERNENTI I BENI IMMOBILI SI APPLICANO ANCHE AI DIRITTI REALI CHE HANNO PER OGGETTO BENI IMMOBILI E ALLE AZIONI RELATIVE? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, SALVO CHE DALLA LEGGE RISULTI DIVERSAMENTE NO, MAI NO, SALVO CHE DALLA LEGGE RISULTI DIVERSAMENTE
I BENI MOBILI ISCRITTI IN PUBBLICI REGISTRI SONO SOGGETTI ALLE DISPOSIZIONI CHE LI RIGUARDANO E, IN MANCANZA: ALLE DISPOSIZIONI RELATIVE ESCLUSIVAMENTE ALLE UNIVERSALITÀ DI MOBILI ALLE DISPOSIZIONI RELATIVE AI BENI IMMOBILI ALLE DISPOSIZIONI RELATIVE SIA AI BENI IMMOBILI SIA AI BENI MOBILI ALLE DISPOSIZIONI RELATIVE AI BENI MOBILI
È CONSIDERATA UNIVERSALITÀ DI MOBILI LA PLURALITÀ DI COSE: CHE HANNO UNA DESTINAZIONE UNITARIA, ANCHE SE NON APPARTENGONO ALLA STESSA PERSONA CHE APPARTENGONO ALLA STESSA PERSONA E HANNO UNA DESTINAZIONE UNITARIA ISCRITTE IN PUBBLICI REGISTRI CHE APPARTENGONO ALLA STESSA PERSONA E HANNO DESTINAZIONI DIFFERENZIATE
LA DESTINAZIONE IN MODO DUREVOLE DI UNA COSA AD ORNAMENTO DI UN'ALTRA PUÒ ESSERE EFFETTUATA: D'INTESA DAL PROPRIETARIO DELLA COSA PRINCIPALE E DAL PROPRIETARIO DELLA COSA ACCESSORIA SOLO DAL PROPRIETARIO DELLA COSA PRINCIPALE DAL PROPRIETARIO DELLA COSA PRINCIPALE O DA CHI HA UN DIRITTO REALE SULLA MEDESIMA DAL PROPRIETARIO DELLA COSA ACCESSORIA
CHI FA PROPRI I FRUTTI NATURALI: DEVE, NEI LIMITI DEL LORO VALORE, RIMBORSARE SEMPRE IL PROPRIETARIO DELLA COSA CHE LI PRODUCE DEVE RIMBORSARE COLUI CHE ABBIA FATTO SPESE PER LA PRODUZIONE E IL RACCOLTO, SOLO SE QUESTI NE FA RICHIESTA DEVE, NEI LIMITI DEL LORO VALORE, RIMBORSARE COLUI CHE ABBIA FATTO SPESE PER LA PRODUZIONE E IL RACCOLTO NON È TENUTO AD ALCUN RIMBORSO
SECONDO IL CODICE CIVILE, I BENI CHE FANNO PARTE DEL DEMANIO PUBBLICO POSSONO FORMARE OGGETTO DI DIRITTI A FAVORE DI TERZI? SÌ, SEMPRE NO, MAI SÌ, SALVO CHE L'AUTORITÀ AMMINISTRATIVA NON DISPONGA DIVERSAMENTE NO, SE NON NEI MODI E NEI LIMITI STABILITI DALLE LEGGI CHE LI RIGUARDANO
SALVO DIVERSA PRESCRIZIONE DEI REGOLAMENTI LOCALI, QUALE È LA DISTANZA MINIMA DA RISPETTARE NELLE COSTRUZIONI SU FONDI FINITIMI, CHE NON SIANO UNITE O ADERENTI? SEI METRI TRE METRI UN METRO CINQUE METRI
IL COMPROPRIETARIO DEL MURO COMUNE PUÒ ESIMERSI DALL'OBBLIGO DI CONTRIBUIRE NELLE SPESE DI RICOSTRUZIONE DEL MURO? SÌ, CEDENDO AGLI ALTRI COMPROPRIETARI LA METÀ DELLA SUA QUOTA SÌ, RINUNZIANDO AL DIRITTO DI COMUNIONE, PURCHÉ IL MURO COMUNE NON SOSTENGA UN EDIFICIO DI SUA SPETTANZA NO, MAI SÌ, SEMPRE
SE SI È ACQUISTATO IL DIRITTO DI TENERE ALBERI A DISTANZA MINORE DI QUELLE LEGALI, OVE L'ALBERO PERISCA E NON FACCIA PARTE DI UN FILARE LUNGO IL CONFINE, IL VICINO: NON PUÒ IN ALCUN MODO SOSTITUIRLO NON PUÒ SOSTITUIRLO, SE NON OSSERVANDO LA DISTANZA LEGALE PUÒ SOSTITUIRLO, SOLO PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE PUÒ SOSTITUIRLO, SOLO OSSERVANDO LA DISTANZA DELL'ALBERO PERITO
I FRUTTI NATURALMENTE CADUTI DAI RAMI PROTESI SUL FONDO DEL VICINO APPARTENGONO AL PROPRIETARIO DEL FONDO SU CUI SONO CADUTI? SÌ, SEMPRE SÌ, SALVO CHE GLI USI LOCALI DISPONGANO DIVERSAMENTE SÌ, SALVO L'OBBLIGO PER QUEST'ULTIMO DEL RIMBORSO NEI LIMITI DEL LORO VALORE NO, MAI
POSSONO ESSERE APERTE LUCI DAL PROPRIETARIO DEL MURO CONTIGUO AL FONDO ALTRUI, SE IL MURO NON È COMUNE? NO, SALVO CHE GLI USI LOCALI DISPONGANO DIVERSAMENTE SÌ, MA SOLO SE IL MURO CONTIGUO È A DISTANZA DI ALMENO TRE METRI DAL CONFINE SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO QUALORA IL PROPRIETARIO DELL'ALTRO FONDO VI ABBIA ACCONSENTITO
LE COSE MOBILI CHE NON SONO DI PROPRIETÀ DI ALCUNO SI ACQUISTANO: CON L'OCCUPAZIONE CON L'INVENZIONE CON L'ACCESSIONE CON LA SPECIFICAZIONE
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA PROPRIETÀ DELLA COSA RITROVATA SI ACQUISTA: TRASCORSO UN ANNO DALLA DATA DEL RITROVAMENTO TRASCORSO UN ANNO DALL'ULTIMO GIORNO DELLA PUBBLICAZIONE DEL RITROVAMENTO IMMEDIATAMENTE, PER IL SOLO FATTO DEL RITROVAMENTO TRASCORSO UN ANNO DAL PRIMO GIORNO DELLA PUBBLICAZIONE DEL RITROVAMENTO
NELLE OPERE FATTE DAL PROPRIETARIO DEL SUOLO CON MATERIALI ALTRUI, LA RIVENDICAZIONE DEI MATERIALI NON È AMMESSA: TRASCORSI SEI MESI DAL GIORNO DELL'INCORPORAZIONE TRASCORSO IL TEMPO PREVISTO DAGLI USI LOCALI TRASCORSI SEI MESI DAL GIORNO IN CUI IL PROPRIETARIO DEI MATERIALI HA AVUTO NOTIZIA DELL'INCORPORAZIONE TRASCORSO UN ANNO DAL GIORNO IN CUI È AVVENUTA L'INCORPORAZIONE
IN CASO DI SPECIFICAZIONE, SE IL VALORE DELLA MATERIA SORPASSA NOTEVOLMENTE QUELLO DELLA MANODOPERA, LA COSA SPETTA AL PROPRIETARIO DELLA MATERIA, IL QUALE: NON È TENUTO AD ALCUN OBBLIGO È TENUTO AL RISARCIMENTO DEL DANNO DEVE PAGARE IL PREZZO DELLA MANODOPERA DEVE PAGARE UNA SOMMA PARI AL PREZZO DELLA MATERIA
SALVO QUANTO DISPOSTO DA LEGGI SPECIALI, IN CASO DI ALLUVIONE, LE UNIONI DI TERRA E GLI INCREMENTI CHE SI FORMANO SUCCESSIVAMENTE E IMPERCETTIBILMENTE NEI FONDI PRESSO LE RIVE DEI FIUMI APPARTENGONO: AL PATRIMONIO INDISPONIBILE DELLO STATO AL PROPRIETARIO DEL FONDO A MONTE IN CORRISPONDENZA DELLA SORGENTE AL DEMANIO AL PROPRIETARIO DEL FONDO
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'AZIONE DI RIVENDICAZIONE: NON SI PRESCRIVE, SALVI GLI EFFETTI DELL'ACQUISTO DELLA PROPRIETÀ DA PARTE DI ALTRI PER USUCAPIONE SI PRESCRIVE IN DIECI ANNI SI PRESCRIVE IN CINQUE ANNI SI PRESCRIVE IN VENTI ANNI, SALVI GLI EFFETTI DELL'ACQUISTO DELLA PROPRIETÀ DA PARTE DI ALTRI PER USUCAPIONE
TRA LE AZIONI A DIFESA DELLA PROPRIETÀ, IL CODICE CIVILE INDICA: L'AZIONE INIBITORIA L'AZIONE NEGATORIA L'AZIONE DI REINTEGRAZIONE L'AZIONE DI MANUTENZIONE
IL PRESUPPOSTO DELL'AZIONE PER APPOSIZIONE DI TERMINI È: ESCLUSIVAMENTE LA PERDITA O LA DISTRUZIONE DELLE MAPPE CATASTALI LA MANCANZA O LA SOPRAVVENUTA IRRICONOSCIBILITÀ DEI TERMINI TRA FONDI CONTIGUI IL PERIMENTO PARZIALE DI UNO DEI FONDI CONTIGUI L'INCERTEZZA CIRCA IL CONFINE TRA DUE FONDI
IL DIRITTO DI FARE E MANTENERE AL DISOPRA DEL SUOLO UNA COSTRUZIONE A FAVORE DI ALTRI, CHE NE ACQUISTA LA PROPRIETÀ, È DENOMINATO: DIRITTO DI SUPERFICIE DIRITTO DI ENFITEUSI DIRITTO DI USO DIRITTO DI ABITAZIONE
È AMMESSA LA COSTITUZIONE DI UN DIRITTO DI SUPERFICIE A TEMPO DETERMINATO? SÌ, MA SOLO SE È COSTITUITO A FAVORE DI PERSONA GIURIDICA SÌ, SEMPRE NO, MAI SÌ, MA SOLO PER UN PERIODO NON SUPERIORE AI TRENTA ANNI
IN TEMA DI SUPERFICIE, IL DIRITTO DI FARE LA COSTRUZIONE SUL SUOLO ALTRUI SI PUÒ ESTINGUERE PER PRESCRIZIONE? NO, SALVO CHE IL TITOLO NON LO PREVEDA ESPRESSAMENTE SÌ, SE IL NON USO È PROTRATTO PER TRENTA ANNI NO, MAI SÌ, SE IL NON USO È PROTRATTO PER VENTI ANNI
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, L'ENFITEUSI PUÒ AVERE DURATA TEMPORANEA? NO, È AMMESSA LA SOLA ENFITEUSI PERPETUA SÌ, MA LA DURATA NON PUÒ ESSERE INFERIORE AI VENTI ANNI SÌ, MA LA DURATA NON PUÒ ESSERE INFERIORE AI TRENTA ANNI SÌ, MA LA DURATA NON PUÒ ESSERE INFERIORE AI DIECI ANNI
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, È AMMESSA LA COSTITUZIONE DI UN'ENFITEUSI DI DURATA INFERIORE A VENTI ANNI? NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO IN CASO DI ENFITEUSI COSTITUITA DA PERSONA GIURIDICA SÌ, OVE IL TITOLO LO PREVEDA ESPRESSAMENTE SÌ, OVE RISULTI DA ATTO AVENTE DATA CERTA
È AMMESSA LA COSTITUZIONE DI UN'ENFITEUSI PERPETUA? NO, L'ENFITEUSI PUÒ ESSERE COSTITUITA SOLO PER UNA DURATA NON SUPERIORE AI VENTI ANNI NO, L'ENFITEUSI PUÒ ESSERE SOLO TEMPORANEA NO, LA DURATA DELL'ENFITEUSI NON PUÒ ECCEDERE LA VITA DELL'ENFITEUTA SÌ, IN OGNI CASO
NEL CASO DI INSOLITA STERILITÀ DEL FONDO, L'ENFITEUTA PUÒ PRETENDERE LA RIDUZIONE DEL CANONE? SÌ, NELLA MISURA DELLA METÀ SÌ, SE SI TRATTA DI FRUTTI NATURALI NO, MA SE QUESTA PERDURA HA DIRITTO ALLA REMISSIONE DEL CANONE NO, MAI
A NORMA DEL CODICE CIVILE, IL DIRITTO DELL'ENFITEUTA È TRASFERIBILE PER ATTO TRA VIVI? NO, È TRASFERIBILE SOLO PER ATTO DI ULTIMA VOLONTÀ SÌ, SALVO CHE L'ATTO COSTITUTIVO NON LO VIETI SÌ, MA SOLO A TITOLO ONEROSO SÌ, MA SOLO A TITOLO GRATUITO
A NORMA DEL CODICE CIVILE, L'ENFITEUTA PUÒ DISPORRE DEL PROPRIO DIRITTO? SÌ, MA SOLO PER ATTO TRA VIVI E PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL CONCEDENTE SÌ, MA SOLO PER ATTO DI ULTIMA VOLONTÀ SÌ, MA SOLO PER CONTRATTO SÌ, PER ATTO TRA VIVI O PER ATTO DI ULTIMA VOLONTÀ
L'ENFITEUTA PUÒ COSTITUIRE UN RAPPORTO DI SUBENFITEUSI? SÌ, MA SOLO SE È PREVISTO DAL TITOLO NO, LA SUBENFITEUSI NON È AMMESSA SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO SE RISULTA DA ATTO SCRITTO AVENTE DATA CERTA
IL DIRITTO DELL'ENFITEUTA È PRESCRITTIBILE? NO, MAI SÌ, PER EFFETTO DEL NON USO PROTRATTO PER CINQUE ANNI SÌ, PER EFFETTO DEL NON USO PROTRATTO PER VENTI ANNI SÌ, PER EFFETTO DEL NON USO PROTRATTO PER TRENTA ANNI
IN QUALE, TRA LE SEGUENTI IPOTESI, IL CONCEDENTE PUÒ CHIEDERE LA DEVOLUZIONE DEL FONDO ENFITEUTICO? NEL SOLO CASO IN CUI L'ENFITEUTA DETERIORI IL FONDO QUANDO L'ENFITEUTA DETERIORA IL FONDO O NON LO MIGLIORA QUANDO L'ENFITEUTA NON HA PAGATO UN'ANNUALITÀ DI CANONE NEL SOLO CASO IN CUI IL FONDO ENFITEUTICO PERISCA
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'ENFITEUTA PUÒ CONCLUDERE CONTRATTI DI LOCAZIONE? SÌ, TRANNE NEL CASO DI ENFITEUSI COSTITUITA DA PERSONE GIURIDICHE SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO CON IL CONSENSO DEL CONCEDENTE NO, SE NON NEI CASI PREVISTI DALLA LEGGE
È AMMESSA LA COSTITUZIONE DI UN DIRITTO DI USUFRUTTO IN FAVORE DI UNA PERSONA GIURIDICA? SÌ, MA PER NON PIÙ DI TRENTA ANNI SÌ, SENZA LIMITI DI TEMPO E SOLO SE SI TRATTA DI UN'ASSOCIAZIONE GIURIDICA RICONOSCIUTA SÌ, MA PER NON PIÙ DI VENTI ANNI NO, MAI
L'USUFRUTTO COSTITUITO IN FAVORE DI UNA ASSOCIAZIONE RICONOSCIUTA È SOGGETTO AD UN LIMITE MASSIMO DI DURATA? SÌ, TRENTA ANNI NO, SALVO CHE NON SIA ESPRESSAMENTE PREVISTO NELLO STATUTO SÌ, DIECI ANNI SÌ, LA VITA DELL'ASSOCIAZIONE
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'USUFRUTTUARIO PUÒ CEDERE IL PROPRIO DIRITTO? SÌ, SE CIÒ NON È VIETATO DAL TITOLO COSTITUTIVO SÌ, MA SOLO PER UN DETERMINATO TEMPO SÌ, MA SOLO PER TUTTA LA SUA DURATA SÌ, MA SOLO PER ATTO DI ULTIMA VOLONTÀ
L'USUFRUTTUARIO PUÒ ESEGUIRE ADDIZIONI SUL BENE OGGETTO DI USUFRUTTO? SÌ, MA SOLO SE COSTITUISCANO MIGLIORAMENTI SÌ, QUALORA NON ALTERINO LA DESTINAZIONE ECONOMICA DELLA COSA SÌ, MA SOLO SE ESSE SIANO SEPARABILI SENZA NOCUMENTO DEL FONDO SÌ, MA SOLO SE È AUTORIZZATO DAL PROPRIETARIO
IN MATERIA DI USUFRUTTO, GLI ALBERI FRUTTIFERI CHE PERISCONO APPARTENGONO: ALL'USUFRUTTUARIO, MA QUESTI È TENUTO A CORRISPONDERE IN OGNI CASO UN'INDENNITÀ AL PROPRIETARIO ALL'USUFRUTTUARIO, MA QUESTI HA L'OBBLIGO DI SOSTITUIRNE ALTRI AL PROPRIETARIO ALL'USUFRUTTUARIO ED AL PROPRIETARIO IN PARTI UGUALI
NEL CASO IN CUI L'USUFRUTTO COMPRENDA COSE CONSUMABILI E NE SIA STATA CONVENUTA LA STIMA, ALLA SCADENZA DELL'USUFRUTTO L'USUFRUTTUARIO DEVE: ADEMPIERE AI MEDESIMI OBBLIGHI STABILITI IN TEMA DI USUFRUTTO DI COSE DETERIORABILI RESTITUIRE LE COSE NELLO STATO IN CUI SI TROVANO CORRISPONDERE UN'EQUA INDENNITÀ PAGARNE IL VALORE SECONDO LA STIMA CONVENUTA
È AMMESSO L'USUFRUTTO DI COSE CONSUMABILI? SÌ, SEMPRE NO, MAI SÌ, MA SOLO SE L'USUFRUTTO RIGUARDA ANCHE COSE NON CONSUMABILI SÌ, E L'USUFRUTTUARIO AL TERMINE DELL'USUFRUTTO È TENUTO A RESTITUIRLE NELLO STATO IN CUI SI TROVANO
NEL CASO IN CUI L'USUFRUTTO COMPRENDA COSE CONSUMABILI E NON NE SIA STATA CONVENUTA LA STIMA, ALLA SCADENZA DELL'USUFRUTTO L'USUFRUTTUARIO: PUÒ ESCLUSIVAMENTE RESTITUIRNE ALTRE IN EGUALE QUALITÀ DEVE RESTITUIRE LE COSE NELLO STATO IN CUI SI TROVANO È TENUTO AL RISARCIMENTO DEL DANNO HA LA FACOLTÀ DI RESTITUIRNE ALTRE IN EGUALE QUALITÀ E QUANTITÀ
È AMMESSO L'USUFRUTTO DI COSE DETERIORABILI? NO, NON È AMMESSO IN ALCUN CASO SÌ, SEMPRE SÌ, MA SOLO SE NE È STATA CONVENUTA LA STIMA SÌ, MA L'USUFRUTTUARIO HA L'OBBLIGO DI PAGARNE IL VALORE AL TERMINE DELL'USUFRUTTO SECONDO LA STIMA CONVENUTA
IN TEMA DI USUFRUTTO, LE RIPARAZIONI STRAORDINARIE SONO A CARICO: SEMPRE DELL'USUFRUTTUARIO SEMPRE DEL PROPRIETARIO DEL PROPRIETARIO, A MENO CHE NON DERIVINO DALL'INADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI DI MANUTENZIONE ORDINARIA DELL'USUFRUTTUARIO, A MENO CHE NON DERIVINO DALL'INADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI DI MANUTENZIONE ORDINARIA
SECONDO IL CODICE CIVILE, LE SPESE DELLE LITI CHE RIGUARDANO TANTO LA PROPRIETÀ QUANTO L'USUFRUTTO SONO SOPPORTATE: SOLO DALL'USUFRUTTUARIO DAL PROPRIETARIO E DALL'USUFRUTTUARIO IN PROPORZIONE DEL RISPETTIVO INTERESSE DAL PROPRIETARIO E DALL'USUFRUTTUARIO IN PARTI UGUALI SOLO DAL PROPRIETARIO
L'USUFRUTTO SI ESTINGUE INTEGRALMENTE, TRA L'ALTRO: PER PRESCRIZIONE, PER EFFETTO DEL NON USO DURATO PER DIECI ANNI PER PRESCRIZIONE, PER EFFETTO DEL NON USO DURATO PER VENTI ANNI IN CASO DI PERIMENTO PARZIALE DELLA COSA SU CUI È COSTITUITO PER DECADENZA, PER EFFETTO DEL NON USO DURATO PER VENTI ANNI
L'USUFRUTTO SI ESTINGUE INTEGRALMENTE, TRA L'ALTRO: PER IL PARZIALE PERIMENTO DELLA COSA SU CUI È COSTITUITO PER IL TOTALE PERIMENTO DELLA COSA SU CUI È COSTITUITO PER PRESCRIZIONE, PER EFFETTO DEL NON USO DURATO PER DIECI ANNI PER DECADENZA, PER EFFETTO DEL NON USO DURATO PER VENTI ANNI
NEL CASO DI PERIMENTO PARZIALE PER CASO FORTUITO DELLA COSA SOGGETTA AD USUFRUTTO, L'USUFRUTTO: SI TRASFERISCE SULL'INDENNITÀ DOVUTA AL PROPRIETARIO PER IL PERIMENTO DELLA COSA SI CONSERVA SOPRA CIÒ CHE RIMANE SI ESTINGUE INTEGRALMENTE SI CONSERVA SOPRA CIÒ CHE RIMANE, MA L'USUFRUTTUARIO HA DIRITTO AD UN CONGRUO INDENNIZZO
IN CASO DI PERIMENTO DELLA COSA SOGGETTA AD USUFRUTTO PER DOLO DI TERZI, L'USUFRUTTO: SI TRASFERISCE SU UN BENE IMMOBILE DEL PROPRIETARIO DI UGUALE VALORE SI TRASFERISCE SULL'INDENNITÀ DOVUTA DAL RESPONSABILE DEL DANNO SI TRASFERISCE SU UN BENE IMMOBILE DEL TERZO DI UGUALE VALORE SI ESTINGUE
SE L'USUFRUTTO È STABILITO SOPRA UN FONDO DEL QUALE FA PARTE UN EDIFICIO E QUEST'ULTIMO VIENE A PERIRE: L'USUFRUTTUARIO HA DIRITTO DI GODERE SOLO DEI MATERIALI L'USUFRUTTUARIO HA DIRITTO DI GODERE DELL'AREA E DEI MATERIALI L'USUFRUTTO SI ESTINGUE L'USUFRUTTUARIO HA DIRITTO DI GODERE SOLO DELL'AREA
NEL CASO IN CUI IL BENE OGGETTO DI USUFRUTTO VENGA ESPROPRIATO PER MOTIVI DI INTERESSE GENERALE, L'USUFRUTTO: SI TRASFERISCE SULLA RELATIVA INDENNITÀ SI ESTINGUE SI ESTINGUE E L'USUFRUTTUARIO HA DIRITTO AL RISARCIMENTO DEL DANNO SI TRASFERISCE SU UN BENE DEL PROPRIETARIO DI UGUALE VALORE
IL TITOLARE DI UN DIRITTO DI USO SU UNA COSA FRUTTIFERA PUÒ RACCOGLIERNE I FRUTTI? SÌ, PER QUANTO OCCORRE AI BISOGNI SUOI E DELLA SUA FAMIGLIA SÌ, MA SOLO SE È TITOLARE ANCHE DI UN DIRITTO DI USUFRUTTO SULLA COSA SÌ, MA SOLO SE È STATO AUTORIZZATO DAL PROPRIETARIO DELLA COSA SÌ, SENZA LIMITI
CHI HA IL DIRITTO DI ABITAZIONE E OCCUPA TUTTA LA CASA È TENUTO: ALLE RIPARAZIONI ORDINARIE ALLE RIPARAZIONI ORDINARIE E A QUELLE STRAORDINARIE ALLE RIPARAZIONI ORDINARIE, MA SOLO PER METÀ DEL LORO IMPORTO SOLO ALLE RIPARAZIONI STRAORDINARIE
SECONDO IL CODICE CIVILE, CHI HA IL DIRITTO DI ABITAZIONE E OCCUPA UNA PARTE DELLA CASA: CONTRIBUISCE ALLE RIPARAZIONI ORDINARIE PER METÀ DEL LORO IMPORTO NON È TENUTO COMUNQUE ALLE RIPARAZIONI ORDINARIE CONTRIBUISCE SOLO ALLE RIPARAZIONI STRAORDINARIE CONTRIBUISCE ALLE RIPARAZIONI ORDINARIE IN PROPORZIONE DI CIÒ CHE GODE
LE DISPOSIZIONI RELATIVE ALL'USUFRUTTO SI APPLICANO, IN QUANTO COMPATIBILI: ALL'ENFITEUSI ALLE SERVITÙ PREDIALI ALL'ABITAZIONE ALLA SUPERFICIE
LE DISPOSIZIONI RELATIVE ALL'USUFRUTTO SI APPLICANO, IN QUANTO COMPATIBILI: ALLE SERVITÙ PREDIALI ALL'USO ALLA SUPERFICIE ALL'ENFITEUSI
IN TEMA DI SERVITÙ PREDIALI, IL REQUISITO DELL'UTILITÀ: È NECESSARIO SOLO PER LE SERVITÙ VOLONTARIE È NECESSARIO SOLO PER LE SERVITÙ COATTIVE DEVE ESSERE SEMPRE INERENTE AL FONDO PUÒ ESSERE ANCHE INERENTE AL PROPRIETARIO
IN TEMA DI SERVITÙ PREDIALI, L'UTILITÀ: DEVE INERIRE SEMPRE ALLA DESTINAZIONE INDUSTRIALE DEL FONDO PUÒ CONSISTERE ANCHE NELLA MAGGIORE COMODITÀ O AMENITÀ DEL FONDO DOMINANTE DEVE CONSISTERE SEMPRE NELLA MAGGIORE COMODITÀ DEL FONDO DOMINANTE DEVE CONSISTERE SEMPRE NELLA MAGGIORE AMENITÀ DEL FONDO DOMINANTE
LA COSTITUZIONE DI UNA SERVITÙ PER ASSICURARE AD UN FONDO UN VANTAGGIO FUTURO: È SEMPRE AMMESSA NON È IN ALCUN CASO AMMESSA È AMMESSA SOLO SE IL VANTAGGIO POSSA ESSERE CONSEGUITO IN TEMPI CERTI È AMMESSA SOLO SE I FONDI APPARTENGONO ALLO STESSO PROPRIETARIO
LA COSTITUZIONE DI UNA SERVITÙ A CARICO DI UN FONDO DA ACQUISTARE: È AMMESSA ED HA EFFETTO IMMEDIATO È AMMESSA, MA NON HA EFFETTO SE NON DAL GIORNO IN CUI IL FONDO È ACQUISTATO NON È AMMESSA È AMMESSA SOLO SE È STATO STIPULATO ALMENO IL CONTRATTO PRELIMINARE DI COMPRAVENDITA RELATIVO AL FONDO
È AMMESSA LA COSTITUZIONE DI UNA SERVITÙ A FAVORE DI UN EDIFICIO DA COSTRUIRE? SÌ, MA LA COSTITUZIONE NON HA EFFETTO SE NON DAL GIORNO IN CUI L'EDIFICIO È COSTRUITO SÌ, E LA COSTITUZIONE HA EFFETTO IMMEDIATO NO, MAI SÌ, PURCHÉ L'EDIFICIO VENGA COSTRUITO ENTRO UNA DATA CERTA
IL PROPRIETARIO DEL FONDO SERVENTE È TENUTO A COMPIERE ATTI PER RENDERE POSSIBILE L'ESERCIZIO DELLA SERVITÙ DA PARTE DEL TITOLARE? SÌ, SEMPRE NO, MAI SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI SERVITÙ COSTITUITA A TITOLO ONEROSO NO, SALVO CHE LA LEGGE O IL TITOLO DISPONGANO DIVERSAMENTE
LE SERVITÙ VOLONTARIE POSSONO ESSERE COSTITUITE: SOLO PER TESTAMENTO CON CONTRATTO O PER TESTAMENTO SOLO CON CONTRATTO SOLO CON SENTENZA
IL NUDO PROPRIETARIO PUÒ, SENZA IL CONSENSO DELL'USUFRUTTUARIO, IMPORRE SERVITÙ SUL FONDO? NO, IN NESSUN CASO SÌ, ANCHE SE LE SERVITÙ COSTITUITE PREGIUDICHINO IL DIRITTO DI USUFRUTTO SÌ, PURCHÉ LE SERVITÙ COSTITUITE NON PREGIUDICHINO IL DIRITTO DI USUFRUTTO SÌ, SENZA LIMITAZIONI
SECONDO IL CODICE CIVILE, NELLE QUESTIONI DI POSSESSO DELLE SERVITÙ SI HA RIGUARDO: ALLA PRATICA DELL'ANNO ANTECEDENTE ALLA PRATICA DEGLI ULTIMI CINQUE ANNI A QUANTO È DISPOSTO DAGLI USI ALLA PRATICA DEI DUE ANNI ANTECEDENTI
SE IL FONDO DOMINANTE VIENE DIVISO, LA SERVITÙ: È DOVUTA A CIASCUNA PORZIONE, SENZA CHE SI RENDA PIÙ GRAVOSA LA CONDIZIONE DEL FONDO SERVENTE SI ESTINGUE È DOVUTA A CIASCUNA PORZIONE ED IL PROPRIETARIO DEL FONDO SERVENTE HA DIRITTO AD UN'INDENNITÀ È DOVUTA A CIASCUNA PORZIONE, ANCHE SE CIÒ RENDE PIÙ GRAVOSA LA CONDIZIONE DEL FONDO SERVENTE
LA SERVITÙ SI ESTINGUE TRA L'ALTRO: PER PRESCRIZIONE, QUANDO NON SE NE USA PER VENTI ANNI PER DECADENZA, QUANDO NON SE NE USA PER VENTI ANNI PER PRESCRIZIONE, QUANDO NON SE NE USA PER DIECI ANNI PER USUCAPIONE, PURCHÉ NON SI TRATTI DI SERVITÙ NON APPARENTI
SI ESTINGUE LA SERVITÙ ESERCITATA IN MODO DA TRARNE UN'UTILITÀ MINORE DI QUELLA INDICATA DAL TITOLO? SÌ, IN OGNI CASO NO, SI CONSERVA PER INTERO SÌ, SALVO CHE NON SI TRATTI DI SERVITÙ NON APPARENTI SÌ, MA SOLO PARZIALMENTE
IN MATERIA DI COMUNIONE, CIASCUN PARTECIPANTE PUÒ SERVIRSI DELLA COSA COMUNE? SÌ, ANCHE SE NE ALTERA LA DESTINAZIONE, PURCHÉ NON IMPEDISCA AGLI ALTRI PARTECIPANTI DI FARNE PARIMENTI USO SÌ, SENZA ALCUNA LIMITAZIONE SÌ, PURCHÉ NON NE ALTERI LA DESTINAZIONE E NON IMPEDISCA AGLI ALTRI PARTECIPANTI DI FARNE PARIMENTI USO NO, SALVO CHE IN CASI DI URGENZA
IN MATERIA DI COMUNIONE, IL PARTECIPANTE PUÒ CEDERE AD ALTRI IL GODIMENTO DELLA COSA? SÌ, MA SOLO PREVIO CONSENSO DEGLI ALTRI PARTECIPANTI SÌ, MA NEI LIMITI DELLA SUA QUOTA E SOLO PREVIO CONSENSO DEGLI ALTRI PARTECIPANTI NO, MAI SÌ, MA SOLO NEI LIMITI DELLA SUA QUOTA
IN MATERIA DI COMUNIONE, IL PARTECIPANTE PUÒ CEDERE LA SUA QUOTA? NO, PUÒ SOLO CEDERE AD ALTRI IL GODIMENTO DELLA COSA NEI LIMITI DELLA SUA QUOTA SÌ, MA SOLO NEI CASI TASSATIVAMENTE PREVISTI DALLA LEGGE SÌ, OGNI CASO SÌ, MA SOLO PREVIO CONSENSO DEGLI ALTRI PARTECIPANTI
IL PARTECIPANTE ALLA COMUNIONE CHE RINUNCIA AL SUO DIRITTO, SI LIBERA DALL'OBBLIGO DI CONTRIBUIRE NELLE SPESE NECESSARIE PER LA CONSERVAZIONE DELLA COSA COMUNE? SÌ, SALVO CHE NON LE ABBIA TACITAMENTE APPROVATE NO, MAI SÌ, SEMPRE NO, SALVO CHE CIÒ NON VENGA ESPRESSAMENTE DISPOSTO DAGLI ALTRI PARTECIPANTI
PER LA FORMAZIONE DEL REGOLAMENTO PER L'ORDINARIA AMMINISTRAZIONE DELLA COSA COMUNE OCCORRE: UN PROVVEDIMENTO DELL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA LA DELIBERAZIONE DELLA MAGGIORANZA DEI PARTECIPANTI, CALCOLATA PER TESTE LA DELIBERAZIONE DELLA MAGGIORANZA DEI PARTECIPANTI, CALCOLATA SECONDO IL VALORE DELLE LORO QUOTE IL CONSENSO DI TUTTI I PARTECIPANTI
IN TEMA DI COMUNIONE, I PARTECIPANTI DISSENZIENTI POSSONO IMPUGNARE DAVANTI ALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA IL REGOLAMENTO DELLA COMUNIONE? SÌ, ENTRO VENTI GIORNI DALLA DELIBERAZIONE CHE LO HA APPROVATO SÌ, ENTRO TRENTA GIORNI DALLA DELIBERAZIONE CHE LO HA APPROVATO NO, TALE IMPUGNATIVA SPETTA SOLO AI CONDOMINI ASSENTI SÌ, SENZA LIMITI TEMPORALI
QUALE MAGGIORANZA OCCORRE NELLA COMUNIONE PER LA DELIBERAZIONE DI ATTI DI STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE? L'UNANIMITÀ LA MAGGIORANZA SEMPLICE LA MAGGIORANZA DEI QUATTRO QUINTI LA MAGGIORANZA DEI DUE TERZI
IN TEMA DI COMUNIONE, PER GLI ATTI DI COSTITUZIONE DI DIRITTI REALI SUL FONDO COMUNE È NECESSARIA: L'UNANIMITÀ LA MAGGIORANZA DEI DUE TERZI LA MAGGIORANZA ASSOLUTA LA MAGGIORANZA DEI QUATTRO QUINTI
IN TEMA DI COMUNIONE, PER LE LOCAZIONI DELLA COSA COMUNE DI DURATA SUPERIORE A NOVE ANNI È NECESSARIA: L'UNANIMITÀ LA MAGGIORANZA DEI DUE TERZI LA MAGGIORANZA ASSOLUTA LA MAGGIORANZA DEI QUATTRO QUINTI
IL PARTECIPANTE CHE, IN CASO DI TRASCURANZA DEGLI ALTRI PARTECIPANTI, HA SOSTENUTO DELLE SPESE PER LA COSA COMUNE HA DIRITTO: AL RISARCIMENTO DEL DANNO AL RIMBORSO, OVE SI TRATTI DI SPESE NECESSARIE PER LA CONSERVAZIONE DELLA COSA COMUNE AL RIMBORSO, ANCHE DELLE SPESE NON NECESSARIE PER LA CONSERVAZIONE DELLA COSA COMUNE AL RIMBORSO, IN OGNI CASO
IL PATTO DI RIMANERE IN COMUNIONE PER UN TEMPO MAGGIORE DI DIECI ANNI: È VALIDO, MA IL TERMINE SI RIDUCE A DIECI ANNI È NULLO È VALIDO ED EFFICACE NEI LIMITI PATTUITI È VALIDO, OVE SIA STATO DELIBERATO ALL'UNANIMITÀ DA TUTTI I PARTECIPANTI ALLA COMUNIONE
NON È POSSIBILE CHIEDERE LO SCIOGLIMENTO DELLA COMUNIONE: OVE LA DOMANDA NON SIA AVANZATA DA TUTTI I COMUNISTI PARTECIPANTI ALLA COMUNIONE OVE SI TRATTI DI COSE CHE, SE DIVISE, CESSEREBBERO DI SERVIRE ALL'USO A CUI SONO DESTINATE OVE SI TRATTI DI COSE CHE, SE DIVISE, DIMINUIREBBERO DI VALORE OVE LA DOMANDA NON SIA AVANZATA DALLA MAGGIORANZA DEI DUE TERZI DEI COMUNISTI
ALLA DIVISIONE DELLE COSE COMUNI SI APPLICANO: LE NORME SULLA DIVISIONE DELL'EREDITÀ, MA SOLO OVE ESPRESSAMENTE RICHIAMATE LE NORME SULLE OBBLIGAZIONI DIVISIBILI ED INDIVISIBILI LE NORME SULLE OBBLIGAZIONI SOLIDALI LE NORME SULLA DIVISIONE DELL'EREDITÀ, IN QUANTO NON SIANO IN CONTRASTO CON QUELLE CHE LA DISCIPLINANO ESPRESSAMENTE
IN TEMA DI CONDOMINIO SONO VIETATE: LE INNOVAZIONI DIRETTE ALL'USO PIÙ COMODO DELLE COSE COMUNI PER UN SOLO CONDOMINO LE INNOVAZIONI CHE POSSANO RECARE PREGIUDIZIO ALLA STABILITÀ DEL FABBRICATO LE INNOVAZIONI CHE LIMITINO L'USO DELLA COSA COMUNE LE INNOVAZIONI CHE IMPORTANO UNA SPESA ECCESSIVAMENTE GRAVOSA PER I CONDOMINI
SECONDO IL CODICE CIVILE, CIASCUN CONDOMINO, NEL PIANO O NELLA PORZIONE DI PIANO DI SUA PROPRIETÀ: NON PUÒ ESEGUIRE ALCUNA OPERA PUÒ ESEGUIRE OPERE, PURCHÉ QUESTE NON RECHINO DANNO ALLE PARTI COMUNI DELL'EDIFICIO NON PUÒ ESEGUIRE ALCUNA OPERA, SE NON SIA STATO AUTORIZZATO DALL'AMMINISTRATORE PUÒ ESEGUIRE OPERE, SENZA ALCUNA LIMITAZIONE
IN CASO DI SOPRAELEVAZIONE DA PARTE DEL PROPRIETARIO DELL'ULTIMO PIANO DI UN EDIFICIO, I CONDOMINI POSSONO OPPORSI ALLA SOPRAELEVAZIONE? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, SE QUESTA DIMINUISCE, ANCHE IN MODO LIMITATO, L'ARIA O LA LUCE DEI PIANI SOTTOSTANTI SÌ, SE QUESTA PREGIUDICA L'ASPETTO ARCHITETTONICO DELL'EDIFICIO O SE DIMINUISCE NOTEVOLMENTE L'ARIA O LA LUCE DEI PIANI SOTTOSTANTI NO, MAI
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'AMMINISTRATORE DI UN CONDOMINIO DURA IN CARICA : UN ANNO E PUÒ ESSERE REVOCATO IN OGNI TEMPO DALL'ASSEMBLEA DUE ANNI E PUÒ ESSERE REVOCATO SOLO DALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA UN ANNO E PUÒ ESSERE REVOCATO SOLO DALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA DUE ANNI E PUÒ ESSERE REVOCATO IN OGNI TEMPO DALL'ASSEMBLEA
L'AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO, SE VI SONO FONDATI SOSPETTI DI GRAVI IRREGOLARITÀ, PUÒ ESSERE REVOCATO: DALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA, SOLO SU RICORSO DELLA MAGGIORANZA DEI CONDOMINI DALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA, SU RICORSO DI CIASCUN CONDOMINO DALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA, SU RICORSO DI PIÙ DI QUATTRO CONDOMINI SOLO DALL'ASSEMBLEA
IN QUALI, TRA I SEGUENTI CASI, L'AMMINISTRATORE DI UN CONDOMINIO PUÒ ESSERE REVOCATO DALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA? SE PER UN ANNO NON HA RESO IL CONTO DELLA SUA GESTIONE SOLO SE NON HA PROVVEDUTO A CONVOCARE L'ASSEMBLEA CONDOMINIALE PER DODICI MESI SE NON HA PROVVEDUTO ALLA NOMINA DEI CONSIGLIERI DI CONDOMINIO SE PER DUE ANNI NON HA RESO IL CONTO DELLA SUA GESTIONE
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'AMMINISTRATORE DI UN CONDOMINIO È TENUTO A RENDERE IL CONTO DELLA SUA GESTIONE: SOLO ALLA FINE DEL SUO MANDATO ALLA FINE DI CIASCUN ANNO ALLA FINE DI CIASCUN SEMESTRE SOLO QUANDO VENGA RICHIESTO DALLA MAGGIORANZA DEI CONDOMINI
SECONDO IL CODICE CIVILE, A QUALE OBBLIGO, FRA GLI ALTRI, È TENUTO L'AMMINISTRATORE DEL CONDOMINIO? A COMPIERE GLI ATTI CONSERVATIVI DEI DIRITTI INERENTI ALLE PARTI COMUNI DELL'EDIFICIO A RENDERE IL CONTO DELLA SUA GESTIONE OGNI SEI MESI ALL'APPROVAZIONE DEL PREVENTIVO ANNUALE ALL'APPROVAZIONE DEL CONSUNTIVO ANNUALE
L'AMMINISTRATORE DEL CONDOMINIO PUÒ AGIRE IN GIUDIZIO: SOLO CONTRO I CONDOMINI SIA CONTRO I CONDOMINI, SIA CONTRO I TERZI, NEI LIMITI DEI POTERI STABILITI DALLA LEGGE O DEI MAGGIORI POTERI CONFERITIGLI DAL REGOLAMENTO DI CONDOMINIO O DALL'ASSEMBLEA SIA CONTRO I CONDOMINI, SIA CONTRO I TERZI, SENZA ALCUNA LIMITAZIONE SOLO CONTRO I TERZI
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'AMMINISTRATORE DI UN CONDOMINIO PUÒ ESSERE CONVENUTO IN GIUDIZIO? SÌ, MA SOLO RELATIVAMENTE AGLI AMBITI DEFINITI DAL REGOLAMENTO DI CONDOMINIO NO, SALVO CHE VI SIA IL CONSENSO DI TUTTI I CONDOMINI SÌ, MA SOLO NELLE AZIONI INTENTATE DA TERZI PER RESPONSABILITÀ CIVILE SÌ, PER QUALUNQUE AZIONE CONCERNENTE LE PARTI COMUNI DELL'EDIFICIO
SE L'ASSEMBLEA DEI CONDOMINI HA DELIBERATO DI PROMUOVERE UNA LITE, IL DISSENSO È CONSENTITO: A TANTI CONDOMINI CHE RAPPRESENTINO, CONGIUNTAMENTE, UN TERZO DEL VALORE DELL'EDIFICIO A NESSUN CONDOMINO A TANTI CONDOMINI CHE RAPPRESENTINO, CONGIUNTAMENTE, I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO AD OGNI CONDOMINO
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, IL CONDOMINO DISSENZIENTE RISPETTO ALLA LITE PROMOSSA DAL CONDOMINIO, IN CASO DI SOCCOMBENZA: NON HA MAI DIRITTO DI RIVALSA PER CIÒ CHE HA PAGATO HA DIRITTO AD UNA INDENNITÀ FISSATA IN VIA EQUITATIVA DAL GIUDICE HA DIRITTO DI RIVALSA SOLO SE È PROPRIETARIO DA MENO DI DUE ANNI HA DIRITTO DI RIVALSA PER CIÒ CHE HA PAGATO ALLA PARTE VITTORIOSA
L'ASSEMBLEA CONDOMINIALE È REGOLARMENTE COSTITUITA IN PRIMA CONVOCAZIONE, CON L'INTERVENTO DI TANTI CONDOMINI CHE RAPPRESENTINO: DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO E DUE TERZI DEI PARTECIPANTI AL CONDOMINIO UN TERZO DEL VALORE DELL'EDIFICIO UN TERZO DEL VALORE DELL'EDIFICIO E DUE TERZI DEI PARTECIPANTI AL CONDOMINIO LA MAGGIORANZA DEI PROPRIETARI
PER LA VALIDITÀ DELLE DELIBERAZIONE DELL'ASSEMBLEA CONDOMINIALE IN SECONDA CONVOCAZIONE È RICHIESTO UN NUMERO DI VOTI CHE RAPPRESENTI : IL TERZO DEI PARTECIPANTI AL CONDOMINIO E ALMENO UN TERZO DEL VALORE DELL'EDIFICIO LA MAGGIORANZA DEI PARTECIPANTI AL CONDOMINIO I DUE TERZI DEI PARTECIPANTI AL CONDOMINIO ALMENO I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO
SECONDO IL CODICE CIVILE, LE DELIBERAZIONI DELL'ASSEMBLEA CONDOMINIALE PER LE INNOVAZIONI DIRETTE AL MIGLIORAMENTO DELLE COSE COMUNI DEVONO ESSERE APPROVATE CON UN NUMERO DI VOTI CHE RAPPRESENTI: LA MAGGIORANZA DEI CONDOMINI E I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO LA METÀ DEL VALORE DELL'EDIFICIO UN TERZO DEI PARTECIPANTI AL CONDOMINIO UN TERZO DEL VALORE DELL'EDIFICIO
LE DELIBERAZIONI DELL'ASSEMBLEA CONDOMINIALE CHE CONCERNONO LA NOMINA DELL'AMMINISTRATORE DEVONO ESSERE APPROVATE CON UN NUMERO DI VOTI CHE RAPPRESENTI: I DUE TERZI DEI PARTECIPANTI AL CONDOMINIO E I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO I DUE TERZI DEGLI INTERVENUTI LA MAGGIORANZA DEGLI INTERVENUTI E ALMENO LA METÀ DEL VALORE DELL'EDIFICIO I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO
LE DELIBERAZIONI DELL'ASSEMBLEA CONDOMINIALE CHE CONCERNONO LA RICOSTRUZIONE DELL'EDIFICIO DEVONO ESSERE APPROVATE DA UN NUMERO DI VOTI CHE RAPPRESENTI: I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO I DUE TERZI DEGLI INTERVENUTI LA MAGGIORANZA DEGLI INTERVENUTI E ALMENO LA METÀ DEL VALORE DELL'EDIFICIO I DUE TERZI DEI PARTECIPANTI AL CONDOMINIO E I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO
CONTRO LA DELIBERAZIONE DELL'ASSEMBLEA CONDOMINIALE CONTRARIA ALLA LEGGE, IL CONDOMINO DISSENZIENTE PUÒ PROPORRE RICORSO: ENTRO VENTI GIORNI DALLA DATA DI CONVOCAZIONE ENTRO TRENTA GIORNI DALLA DATA DI CONVOCAZIONE ENTRO TRENTA GIORNI DALLA DATA DELLA DELIBERAZIONE ENTRO SESSANTA GIORNI DALLA DATA DELLA DELIBERAZIONE
SECONDO IL CODICE CIVILE, QUANDO DEVE ESSERE FORMATO UN REGOLAMENTO DI CONDOMINIO? QUANDO IL NUMERO DEI CONDOMINI È SUPERIORE A CINQUE QUANDO IL NUMERO DEI CONDOMINI È SUPERIORE A QUATTRO QUANDO IL NUMERO DEI CONDOMINI È SUPERIORE A NOVE QUANDO IL NUMERO DEI CONDOMINI È SUPERIORE A DIECI
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'INIZIATIVA PER LA FORMAZIONE DEL REGOLAMENTO DI CONDOMINIO SPETTA: A CIASCUN CONDOMINO SOLO ALL'AMMINISTRATORE A TANTI CONDOMINI CHE RAPPRESENTINO, CONGIUNTAMENTE, I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO A TANTI CONDOMINI CHE RAPPRESENTINO, CONGIUNTAMENTE, LA METÀ DEL VALORE DELL'EDIFICIO
SECONDO IL CODICE CIVILE, NEL CONDOMINIO NEGLI EDIFICI, L'INIZIATIVA PER LA REVISIONE DEL REGOLAMENTO DI CONDOMINIO SPETTA: A TANTI CONDOMINI CHE RAPPRESENTINO, CONGIUNTAMENTE, LA METÀ DEL VALORE DELL'EDIFICIO A CIASCUN CONDOMINO SOLO ALL'AMMINISTRATORE A TANTI CONDOMINI CHE RAPPRESENTINO, CONGIUNTAMENTE, I DUE TERZI DEL VALORE DELL'EDIFICIO
SECONDO IL CODICE CIVILE, IN MATERIA DI CONDOMINIO, PER QUANTO NON ESPRESSAMENTE PREVISTO, SI APPLICANO LE NORME IN MATERIA DI: SOCIETÀ DI PERSONE COMUNIONE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE OBBLIGAZIONI SOLIDALI
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL POSSESSO È IL POTERE SULLA COSA CHE SI MANIFESTA IN UN'ATTIVITÀ: CORRISPONDENTE ALL'ESERCIZIO DELLA PROPRIETÀ O DI ALTRO DIRITTO REALE CORRISPONDENTE AL SOLO ESERCIZIO DELLA PROPRIETÀ DI MERA DETENZIONE CORRISPONDENTE AL SOLO ESERCIZIO DI UN DIRITTO PERSONALE DI GODIMENTO
SE UN SOGGETTO HA COMINCIATO AD AVERE LA DETENZIONE DI UNA COSA PUÒ ACQUISTARNE IL POSSESSO? NO, MA CIÒ NON VALE PER I SUCCESSORI A TITOLO UNIVERSALE SÌ, DECORSI DIECI ANNI, PURCHÉ IL TITOLO NON VENGA A MUTARE NO, FINCHÉ IL TITOLO NON VENGA A ESSERE MUTATO PER CAUSA PROVENIENTE DA UN TERZO O IN FORZA DI OPPOSIZIONE DA LUI FATTA CONTRO IL POSSESSORE SÌ, IN OGNI CASO
IL POSSESSO SI PRESUME: NEL LOCATARIO NEL MERO DETENTORE IN CHI ESERCITA IL POTERE DI FATTO SULLA COSA, QUANDO NON SI PROVA CHE HA COMINCIATO AD ESERCITARLO COME MERA DETENZIONE IN CHI ESERCITA IL POTERE DI FATTO SULLA COSA, QUANDO SI PROVA CHE HA COMINCIATO AD ESERCITARLO COME MERA DETENZIONE
SECONDO IL CODICE CIVILE, È PRESUNTO IL POSSESSO ANTERIORE NEL POSSESSORE ATTUALE? NO, SALVO CHE EGLI ABBIA UN TITOLO A FONDAMENTO DEL SUO POSSESSO SÌ, NEI SOLI CASI PREVISTI DAGLI USI SÌ, IN QUANTO SI APPLICANO LE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PRESUNZIONE NEL POSSESSO INTERMEDIO NO, MAI
IL SUCCESSORE A TITOLO PARTICOLARE PUÒ UNIRE AL PROPRIO POSSESSO QUELLO DEL SUO AUTORE PER GODERNE GLI EFFETTI. IN TAL CASO SI HA: ACCESSIONE NEL POSSESSO INTERVERSIONE DEL POSSESSO PRESUNZIONE DI POSSESSO INTERMEDIO SUCCESSIONE NEL POSSESSO
SECONDO IL CODICE CIVILE, È AMMESSA LA SUCCESSIONE NEL POSSESSO? SÌ, MA SOLO SE L'EREDITÀ È ACCETTATA CON BENEFICIO DI INVENTARIO SÌ, E IN TAL CASO IL POSSESSO CONTINUA NELL'EREDE CON EFFETTO DALL'APERTURA DELLA SUCCESSIONE NO, IN NESSUN CASO SÌ, E IN TAL CASO IL POSSESSO CONTINUA NELL'EREDE CON EFFETTO DALL'ACCETTAZIONE DELL'EREDITÀ
SECONDO IL CODICE CIVILE, È POSSESSORE DI BUONA FEDE: CHI DETIENE LA COSA IGNORANDO, ANCHE SE PER COLPA GRAVE, CHE APPARTIENE AD ALTRI CHI POSSIEDE LA COSA IGNORANDO, ANCHE SE PER COLPA GRAVE, CHE APPARTIENE AD ALTRI CHI POSSIEDE IGNORANDO SENZA COLPA GRAVE DI LEDERE L'ALTRUI DIRITTO CHI POSSIEDE LA COSA DA ALMENO DIECI ANNI
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL POSSESSORE CHE È TENUTO ALLA RESTITUZIONE DEI FRUTTI INDEBITAMENTE PERCEPITI: HA DIRITTO AL RIMBORSO DELLE SPESE PER LA PRODUZIONE E PER IL RACCOLTO DEI FRUTTI HA DIRITTO AL RIMBORSO DELLE SPESE PER LA SOLA PRODUZIONE DEI FRUTTI HA DIRITTO AL RIMBORSO DELLE SPESE PER IL SOLO RACCOLTO DEI FRUTTI NON HA DIRITTO AD ALCUN RIMBORSO
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL POSSESSORE CHE È TENUTO A RESTITUIRE I FRUTTI: HA DIRITTO AL RIMBORSO DELLE SPESE PER LE RIPARAZIONI ORDINARIE, SENZA LIMITI DI TEMPO HA DIRITTO SOLO AL RIMBORSO DELLE SPESE PER LA PRODUZIONE DEI FRUTTI HA DIRITTO AL RIMBORSO DELLE SPESE PER LE RIPARAZIONI ORDINARIE, LIMITATAMENTE AL TEMPO PER IL QUALE LA RESTITUZIONE È DOVUTA NON HA DIRITTO AD ALCUN RIMBORSO
IN TEMA DI POSSESSO, IL POSSESSORE CHE ABBIA RECATO MIGLIORAMENTI ALLA COSA: HA DIRITTO AD UNA INDENNITÀ, PURCHÉ I MIGLIORAMENTI SUSSISTANO AL TEMPO DELLA RESTITUZIONE NON HA DIRITTO AD ALCUNA INDENNITÀ HA DIRITTO AD UN'INDENNITÀ SOLO SE POSSESSORE DI BUONA FEDE HA DIRITTO AD UN'INDENNITÀ, IN OGNI CASO
IN TEMA DI POSSESSO, IL POSSESSORE DI MALA FEDE CHE ABBIA RECATO MIGLIORAMENTI ALLA COSA HA DIRITTO AD UN'INDENNITA'? NO, MAI SÌ, PURCHÉ ESSI SUSSISTANO AL TEMPO DELLA RESTITUZIONE SÌ, NELLA MISURA PARI ALLA METÀ DELL'INDENNITÀ CHE SAREBBE DOVUTA AL POSSESSORE DI BUONA FEDE SÌ, NELLA STESSA MISURA DEL POSSESSORE DI BUONA FEDE
IL POSSESSORE PUÒ RITENERE LA COSA FINCHÉ NON GLI SIANO CORRISPOSTE LE INDENNITÀ DOVUTE PER MIGLIORAMENTI? SÌ, MA SOLO SE IN BUONA FEDE E PURCHÉ LE INDENNITÀ SIANO STATE DOMANDATE GIUDIZIALMENTE ALLE CONDIZIONI DEL CODICE CIVILE NO, MAI SÌ, IN OGNI CASO SÌ, SIA CHE SI TRATTI DI POSSESSORE DI BUONA FEDE, SIA CHE SI TRATTI DI POSSESSORE DI MALA FEDE
LA REGOLA "POSSESSO DI BUONA FEDE VALE TITOLO" SI APPLICA: AI BENI IMMOBILI E AI BENI MOBILI SOLO AI BENI IMMOBILI, PURCHÉ SUSSISTA UN TITOLO IDONEO AL TRASFERIMENTO DELLA PROPRIETÀ SOLO AI BENI IMMOBILI, IN OGNI CASO SOLO AI BENI MOBILI
SE TALUNO CON SUCCESSIVI CONTRATTI ALIENA A PIÙ PERSONE UN BENE MOBILE, QUALE TRA ESSE È PREFERITA? QUELLA CHE NE HA ACQUISTATO IN BUONA FEDE IL POSSESSO, PURCHÉ IL SUO TITOLO SIA DI DATA ANTERIORE QUELLA CHE NE HA ACQUISTATO IN BUONA FEDE IL POSSESSO, ANCHE SE IL SUO TITOLO È DI DATA POSTERIORE SEMPRE QUELLA CHE VANTA UN TITOLO DI DATA ANTERIORE QUELLA CHE NE HA ACQUISTATO, ANCHE IN MALA FEDE, IL POSSESSO
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA PROPRIETÀ DEI BENI IMMOBILI E GLI ALTRI DIRITTI REALI DI GODIMENTO SUI BENI MEDESIMI SI ACQUISTANO ORDINARIAMENTE E SALVO ECCEZIONI: IN VIRTÙ DEL POSSESSO CONTINUATO PER QUINDICI ANNI IN VIRTÙ DEL POSSESSO, ANCHE NON CONTINUATO, PER QUINDICI ANNI IN VIRTÙ DEL POSSESSO, ANCHE NON CONTINUATO, PER VENTI ANNI IN VIRTÙ DEL POSSESSO CONTINUATO PER VENTI ANNI
COLUI CHE ACQUISTA IN BUONA FEDE UN IMMOBILE DA CHI NON È PROPRIETARIO, IN FORZA DI UN TITOLO CHE SIA IDONEO A TRASFERIRE LA PROPRIETÀ E CHE SIA STATO DEBITAMENTE TRASCRITTO, NE COMPIE L'USUCAPIONE A SUO FAVORE: CON IL DECORSO DI CINQUE ANNI DALLA DATA DI TRASCRIZIONE CON IL DECORSO DI DIECI ANNI DALLA DATA DI TRASCRIZIONE CON IL DECORSO DI DIECI ANNI DALLA DATA DELL'ACQUISTO IMMEDIATAMENTE
QUANDO SI COMPIE L'USUCAPIONE DI UN'UNIVERSALITÀ DI MOBILI, SE IL POSSESSORE È DI MALA FEDE? IN VIRTÙ DEL POSSESSO CONTINUATO PER DIECI ANNI IN VIRTÙ DEL POSSESSO, ANCHE NON CONTINUATO, PER VENTI ANNI IN VIRTÙ DEL POSSESSO CONTINUATO PER VENTI ANNI IN VIRTÙ DEL POSSESSO, ANCHE NON CONTINUATO, PER DIECI ANNI
IN MANCANZA DI TITOLO IDONEO, LA PROPRIETÀ DEI BENI MOBILI SI ACQUISTA IN VIRTÙ DEL POSSESSO CONTINUATO: PER CINQUE ANNI, IN OGNI CASO PER DIECI ANNI, OVE IL POSSESSO SIA STATO ACQUISTATO IN BUONA FEDE PER QUINDICI ANNI, IN OGNI CASO PER DIECI ANNI, OVE IL POSSESSO SIA STATO ACQUISTATO IN MALA FEDE
IL POSSESSO ACQUISTATO CLANDESTINAMENTE GIOVA PER L'USUCAPIONE? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, DAL MOMENTO IN CUI È STATO ACQUISTATO SÌ, DECORSO UN ANNO DALLA DATA IN CUI È STATO ACQUISTATO NO, SE NON DAL MOMENTO IN CUI LA CLANDESTINITÀ È CESSATA
IL POSSESSO ACQUISTATO IN MODO VIOLENTO GIOVA PER L'USUCAPIONE? SÌ, SEMPRE SÌ, DECORSO UN ANNO DAL MOMENTO IN CUI È STATO ACQUISTATO NO, SE NON DAL MOMENTO IN CUI LA VIOLENZA È CESSATA SÌ, DAL MOMENTO IN CUI È STATO ACQUISTATO
CHI HA IL POSSESSO CORRISPONDENTE ALL'ESERCIZIO DI UN DIRITTO REALE SU COSA ALTRUI PUÒ USUCAPIRE LA PROPRIETÀ DELLA COSA STESSA? SÌ, CON IL DECORSO DI TRENTA ANNI NO, IN NESSUN CASO NO, SE IL TITOLO DEL SUO POSSESSO NON È MUTATO PER CAUSA PROVENIENTE DA UN TERZO O IN FORZA DI OPPOSIZIONE DA LUI FATTA CONTRO IL DIRITTO DEL PROPRIETARIO SÌ, SENZA CHE SUSSISTA LIMITAZIONE O CONDIZIONE ALCUNA
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA PERDITA DEL POSSESSO PRODUCE EFFETTI AI FINI DELL'USUCAPIONE? SÌ, L'USUCAPIONE È SOSPESA SÌ, L'USUCAPIONE È INTERROTTA SE IL POSSESSORE È PRIVATO DEL POSSESSO PER OLTRE UN ANNO NO, IN NESSUN CASO SÌ, L'USUCAPIONE È INTERROTTA SE IL POSSESSORE È PRIVATO DEL POSSESSO ANCHE PER UN SOLO GIORNO
SE VI È PRIVAZIONE DEL POSSESSO PER OLTRE UN ANNO, L'INTERRUZIONE DELL'USUCAPIONE SI HA COME NON AVVENUTA SE È STATA PROPOSTA L'AZIONE: DI RIVENDICAZIONE INIBITORIA PER RECUPERARE IL POSSESSO, ANCHE SE QUESTO NON SIA STATO RECUPERATO PER RECUPERARE IL POSSESSO E QUESTO SIA STATO RECUPERATO
ENTRO QUALE TERMINE SI PUÒ ESPERIRE L'AZIONE DI REINTEGRAZIONE? ENTRO TRENTA GIORNI DALLO SPOGLIO ENTRO UN ANNO DALLO SPOGLIO ENTRO SEI MESI DA QUANDO È STATO SCOPERTO LO SPOGLIO ENTRO DUE ANNI DALLO SPOGLIO
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL DETENTORE PUÒ ESPERIRE L'AZIONE DI REINTEGRAZIONE? SÌ, MA SOLO SE LO SPOGLIO È CLANDESTINO E IN TAL CASO IL TERMINE PER CHIEDERE LA REINTEGRAZIONE DECORRE DAL GIORNO DELLO SPOGLIO SÌ, TRANNE IL CASO CHE DETENGA PER RAGIONI DI SERVIZIO O DI OSPITALITÀ NO, MAI SÌ, IN OGNI CASO
È POSSIBILE DOMANDARE LA REINTEGRAZIONE ANCHE CONTRO CHI È NEL POSSESSO IN VIRTÙ DI ACQUISTO A TITOLO PARTICOLARE? NO, MAI SÌ, SE L'ACQUISTO È STATO FATTO CON LA CONOSCENZA DELL'AVVENUTO SPOGLIO SÌ, IN OGNI CASO SÌ, SALVO CHE L'ACQUISTO NON SIA STATO FATTO CON LA CONOSCENZA DELL'AVVENUTO SPOGLIO
CHI È STATO MOLESTATO NEL POSSESSO DI UN IMMOBILE PUÒ ESPERIRE, ENTRO L'ANNO DALLA TURBATIVA: L'AZIONE DI MANUTENZIONE L'AZIONE DI REINTEGRAZIONE L'AZIONE DI RIVENDICAZIONE L'AZIONE NEGATORIA
TRA LE AZIONI A DIFESA DEL POSSESSO, IL CODICE CIVILE INDICA TRA LE ALTRE: L'AZIONE DI RIVENDICAZIONE L'AZIONE INIBITORIA L'AZIONE NEGATORIA L'AZIONE DI REINTEGRAZIONE
IL POSSESSORE PUÒ ESERCITARE L'AZIONE DI MANUTENZIONE SE HA ACQUISTATO IL POSSESSO IN MODO VIOLENTO? SÌ, DECORSO UN ANNO DAL GIORNO IN CUI LA VIOLENZA È CESSATA NO, MAI SÌ, DECORSI SEI MESI DAL GIORNO IN CUI IL POSSESSO È STATO ACQUISTATO SÌ, DECORSI DUE ANNI DAL GIORNO IN CUI IL POSSESSO È STATO ACQUISTATO
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA PRESTAZIONE CHE FORMA OGGETTO DELL'OBBLIGAZIONE DEVE CORRISPONDERE: AD UN INTERESSE DI CARATTERE PATRIMONIALE DEL DEBITORE AD UN INTERESSE, ANCHE NON PATRIMONIALE, DEL DEBITORE AD UN INTERESSE, ANCHE NON PATRIMONIALE, DEL CREDITORE AD UN INTERESSE SEMPRE DI CARATTERE PATRIMONIALE DEL CREDITORE
SECONDO IL CODICE CIVILE, NELL'ADEMPIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI INERENTI L'ESERCIZIO DI UN'ATTIVITÀ PROFESSIONALE, LA DILIGENZA DEVE VALUTARSI: SECONDO IL CRITERIO DEL BUON PADRE DI FAMIGLIA CON RIGUARDO ALL'ESPERIENZA SOGGETTIVA DEL DEBITORE CON RIGUARDO ALLA NATURA DELL'ATTIVITÀ ESERCITATA SECONDO LE REGOLE DELLA CORRETTEZZA
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'OBBLIGAZIONE DI CONSEGNARE UNA COSA DETERMINATA INCLUDE QUELLA DI CUSTODIRLA FINO ALLA CONSEGNA? NO, SALVO PATTO CONTRARIO SÌ, E SI APPLICA LA DISCIPLINA DELLE OBBLIGAZIONI INDIVISIBILI NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN OGNI CASO
IN TEMA DI OBBLIGAZIONI, CHI È TENUTO A DARE UNA GARANZIA, SENZA CHE NE SIANO DETERMINATE IL MODO E LA FORMA, PUÒ PRESTARE: SOLO UN'IDONEA GARANZIA PERSONALE A SUA SCELTA UN'IDONEA GARANZIA REALE O PERSONALE OVVERO ALTRA SUFFICIENTE CAUTELA SOLO UN'IDONEA GARANZIA REALE SOLO UNA GARANZIA REALE O PERSONALE, CON ESCLUSIONE DI QUALSIVOGLIA ALTRA CAUTELA
È AMMISSIBILE L'ADEMPIMENTO DELL'OBBLIGAZIONE DA PARTE DI UN TERZO CONTRO LA VOLONTÀ DEL CREDITORE? SÌ, SE È PRESTATA IDONEA GARANZIA DAL TERZO SÌ, IN OGNI CASO SÌ, SE L'OBBLIGAZIONE HA PER OGGETTO COSE DETERIORABILI SÌ, SE IL CREDITORE NON HA INTERESSE A CHE IL DEBITORE ESEGUA DI PERSONA LA PRESTAZIONE
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL CREDITORE PUÒ RIFIUTARE L'ADEMPIMENTO DEL TERZO? SÌ, SE IL DEBITORE GLI HA MANIFESTATO LA SUA OPPOSIZIONE NO, MAI SÌ, TRANNE IL CASO IN CUI LA PRESTAZIONE OFFERTA DEL TERZO SUPERI IN VALORE QUELLA DEL DEBITORE SÌ, IN OGNI CASO
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL CREDITORE PUÒ RIFIUTARE UN ADEMPIMENTO PARZIALE? NO, MAI SÌ, SALVO IL CASO IN CUI LA PRESTAZIONE SIA DIVISIBILE SÌ, ANCHE SE LA PRESTAZIONE È DIVISILE SÌ, MA SOLO NEI CASI TASSATIVAMENTE PREVISTI DALLA LEGGE O DAGLI USI
SE PER L'ADEMPIMENTO È FISSATO UN TERMINE, QUESTO : SI PRESUME SEMPRE A FAVORE DI ENTRAMBI SI PRESUME A FAVORE DEL DEBITORE, QUALORA NON RISULTI STABILITO A FAVORE DEL CREDITORE O DI ENTRAMBI SI PRESUME A FAVORE DEL CREDITORE, SALVO CHE SI TRATTI DI OBBLIGAZIONI DI FARE SI PRESUME SEMPRE A FAVORE DEL CREDITORE
IL DEBITORE PUÒ RIPETERE CIÒ CHE HA PAGATO AL CREDITORE PRIMA DELLA SCADENZA DEL TERMINE PER L'ADEMPIMENTO? SÌ, SEMPRE SÌ, MA SOLO SE IL TERMINE ERA STATO STABILITO IN SUO FAVORE NO, ANCHE SE IGNORAVA L'ESISTENZA DEL TERMINE NO, SALVO CHE NON PROVI CHE IGNORAVA L'ESISTENZA DEL TERMINE
SE IL TERMINE È STABILITO A FAVORE DEL DEBITORE, IL CREDITORE PUÒ ESIGERE LA PRESTAZIONE IMMEDIATAMENTE? SÌ, MA SOLO SE LA PRESTAZIONE HA PER OGGETTO COSE DETERIORABILI SÌ, MA NEL SOLO CASO IN CUI IL DEBITORE HA DIMINUITO, PER FATTO PROPRIO, LE GARANZIE DATE NO, MAI SÌ, SE IL DEBITORE È DIVENUTO INSOLVENTE
IL PAGAMENTO FATTO A CHI NON ERA, NÉ IN BASE A CIRCOSTANZE UNIVOCHE APPARIVA, LEGITTIMATO A RICEVERLO, LIBERA IL DEBITORE? SÌ, SE CHI HA RICEVUTO IL PAGAMENTO ERA IN BUONA FEDE SÌ, SE IL CREDITORE LO RATIFICA O SE NE HA APPROFITTATO NO, MAI SÌ, IN OGNI CASO
IL DEBITORE CHE ESEGUE IL PAGAMENTO A CHI APPARE LEGITTIMATO A RICEVERLO IN BASE A CIRCOSTANZE UNIVOCHE È LIBERATO? SÌ, SE PROVA DI ESSERE STATO IN BUONA FEDE SÌ, MA SOLO SE IL CREDITORE RATIFICHI IL PAGAMENTO SÌ, SE PROVA LA MALA FEDE DEL CREDITORE SÌ, MA SOLO SE SI PROVA CHE IL CREDITORE NE ABBIA APPROFITTATO
IL PAGAMENTO FATTO AL CREDITORE INCAPACE DI RICEVERLO LIBERA IL DEBITORE? NO, A MENO CHE IL DEBITORE NON PROVI CHE CIÒ CHE FU PAGATO È STATO RIVOLTO A VANTAGGIO DELL'INCAPACE NO, A MENO CHE IL DEBITORE NON PROVI DI ESSERE STATO IN BUONA FEDE SÌ, SEMPRE NO, MAI
IL DEBITORE CHE HA ESEGUITO LA PRESTAZIONE DOVUTA PUÒ IMPUGNARE IL PAGAMENTO A CAUSA DELLA PROPRIA INCAPACITA'? SÌ, SE PROVA DI ESSERE STATO IN BUONA FEDE NO, IN NESSUN CASO SÌ, SE PROVA LA MALA FEDE DEL CREDITORE SÌ, E IL PAGAMENTO È NULLO
IL DEBITORE PUÒ IMPUTARE IL PAGAMENTO AL CAPITALE, PIUTTOSTO CHE AGLI INTERESSI E ALLE SPESE? SÌ, ANCHE SENZA IL CONSENSO DEL CREDITORE SÌ, MA SOLO SE GLI INTERESSI SONO DOVUTI NELLA MISURA LEGALE NO, SALVO CHE IL CREDITORE VI CONSENTA SÌ, L'IMPUTAZIONE DEL PAGAMENTO È ATTO DISCREZIONALE DEL DEBITORE
IL DEBITORE PUÒ LIBERARSI ESEGUENDO UNA PRESTAZIONE DIVERSA DA QUELLA DOVUTA? SÌ, MA SOLO SE IL CREDITORE LO CONSENTA NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO SE ESEGUE UNA PRESTAZIONE DI VALORE SUPERIORE E IL CREDITORE LO CONSENTA SÌ, MA SOLO SE ESEGUE UNA PRESTAZIONE DI VALORE SUPERIORE, ANCHE SENZA IL CONSENSO DEL CREDITORE
NEL CASO DI "DATIO IN SOLUTUM" L'OBBLIGAZIONE DI ESTINGUE: QUANDO IL DEBITORE FA OFFERTA FORMALE DELLA DIVERSA PRESTAZIONE QUANDO LA DIVERSA PRESTAZIONE È ESEGUITA QUANDO IL CREDITORE PRESTA IL PROPRIO CONSENSO APPENA VIENE INIZIATA L'ESECUZIONE DELLA DIVERSA PRESTAZIONE
NEL CASO IN CUI SIA CEDUTO UN CREDITO IN LUOGO DELL'ADEMPIMENTO, QUANDO SI ESTINGUE L'OBBLIGAZIONE? CON LA RISCOSSIONE DEL CREDITO, IN OGNI CASO CON LA RISCOSSIONE DEL CREDITO, SALVA DIVERSA VOLONTÀ DELLE PARTI AL MOMENTO DEL RILASCIO DELLA QUIETANZA AL DEBITORE CEDUTO QUANDO LA CESSIONE È NOTIFICATA AL CREDITORE
SECONDO IL CODICE CIVILE, LE SPESE PER IL RILASCIO DELLA QUIETANZA DA PARTE DEL CREDITORE CHE RICEVE IL PAGAMENTO SONO: A CARICO DEL DEBITORE A CARICO DEL DEBITORE E DEL CREDITORE IN EGUAL MISURA A CARICO DEL CREDITORE A CARICO DEL CREDITORE, SALVO PATTO CONTRARIO
LA SURROGAZIONE PER VOLONTÀ DEL CREDITORE: PUÒ ESSERE FATTA IMPLICITAMENTE, ANCHE DOPO IL PAGAMENTO DEVE ESSERE FATTA IN MODO ESPRESSO E ANTERIORMENTE AL PAGAMENTO PUÒ ESSERE FATTA ANCHE TACITAMENTE DEVE ESSERE FATTA IN MODO ESPRESSO E CONTEMPORANEAMENTE AL PAGAMENTO
SE IL CREDITORE NON RICEVE IL PAGAMENTO OFFERTOGLI NEI MODI INDICATI DALLA LEGGE È CONSIDERATO IN MORA? SÌ, MA SOLO SE SI PROVA LA SUA MALA FEDE SÌ, SE IL RIFIUTO NON È DIPESO DA UN MOTIVO LEGITTIMO SÌ, ANCHE SE IL RIFIUTO È DIPESO DA UN MOTIVO LEGITTIMO NO, SOLO IL DEBITORE PUÒ ESSERE IN MORA
SE IL CREDITORE È IN MORA, SU CHI GRAVA L'IMPOSSIBILITÀ DELLA PRESTAZIONE SOPRAVVENUTA PER CAUSA NON IMPUTABILE AL DEBITORE? SUL CREDITORE O SUL DEBITORE, SECONDO VALUTAZIONE RIMESSA AL GIUDICE SUL CREDITORE, MA SOLO SE L'IMPOSSIBILITÀ È TEMPORANEA SUL CREDITORE STESSO SUL DEBITORE, IN OGNI CASO
SECONDO IL CODICE CIVILE, SE IL CREDITORE È IN MORA, SONO DOVUTI I FRUTTI DELLA COSA NON ANCORA PERCEPITI DAL DEBITORE? NO, MA SOLO SE IL CREDITORE È STATO COSTITUITO IN MORA MEDIANTE OFFERTA REALE NO, MA GLI SONO DOVUTI GLI INTERESSI SUI FRUTTI NON PERCEPITI SÌ, SALVO QUANTO PREVISTO DAGLI USI NO, IN NESSUN CASO
SE IL CREDITORE VIENE COSTITUITO IN MORA: SONO COMUNQUE DOVUTI GLI INTERESSI E I FRUTTI NON ANCORA PERCEPITI DAL DEBITORE SONO DOVUTI SOLO I FRUTTI NON ANCORA PERCEPITI DAL DEBITORE SONO DOVUTI ESCLUSIVAMENTE GLI INTERESSI LEGALI NON SONO PIÙ DOVUTI, TRA L'ALTRO, GLI INTERESSI
SE IL CREDITORE È IN MORA, SU CHI GRAVANO LE SPESE PER LA CUSTODIA E LA CONSERVAZIONE DELLA COSA DOVUTA? SUL CREDITORE, IN OGNI CASO SUL DEBITORE, SALVO PATTO CONTRARIO LE SPESE PER LA CUSTODIA SUL CREDITORE E QUELLE PER LA CONSERVAZIONE SUL DEBITORE PER METÀ SUL CREDITORE E PER METÀ SUL DEBITORE
AI FINI DELLA COSTITUZIONE IN MORA DEL CREDITORE, IN QUALE, TRA I SEGUENTI CASI, IL DEBITORE NON È TENUTO ALL'OFFERTA REALE: SE L'OBBLIGAZIONE HA PER OGGETTO UN IMMOBILE SE L'OBBLIGAZIONE HA PER OGGETTO COSE MOBILI DA CONSEGNARE AL DOMICILIO DEL CREDITORE SE L'OBBLIGAZIONE HA PER OGGETTO DENARO SE L'OBBLIGAZIONE HA PER OGGETTO TITOLI DI CREDITO
LA COSTITUZIONE IN MORA DEL DEBITORE NON È NECESSARIA, TRA GLI ALTRI CASI, QUANDO: IL DEBITO DERIVA DA UN FATTO LECITO IL DEBITO DERIVA DA SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA IL DEBITORE HA DICHIARATO PER ISCRITTO DI NON VOLER ADEMPIERE IL DEBITORE HA DICHIARATO, IN QUALUNQUE FORMA, DI NON VOLER ADEMPIERE
IL DEBITORE È COSTITUITO IN MORA: MEDIANTE INTIMAZIONE O RICHIESTA FATTA PER ISCRITTO ESCLUSIVAMENTE MEDIANTE DOMANDA GIUDIZIALE MEDIANTE RICHIESTA FATTA IN QUALSIASI FORMA SOLO MEDIANTE INTIMAZIONE
IL DEBITORE CHE È IN MORA È LIBERATO PER LA SOPRAVVENUTA IMPOSSIBILITÀ DELLA PRESTAZIONE DERIVANTE DA CAUSA A LUI NON IMPUTABILE? NO, SE NON PROVA CHE L'OGGETTO DELLA PRESTAZIONE SAREBBE UGUALMENTE PERITO PRESSO IL CREDITORE SÌ, IN OGNI CASO NO, MAI NO, SE NON PROVA CHE L'OGGETTO DELLA PRESTAZIONE È PERITO PER CASO FORTUITO
SECONDO IL CODICE CIVILE, LE DISPOSIZIONI SULLA MORA DEL DEBITORE NON SI APPLICANO: ALLE OBBLIGAZIONI POSITIVE ALLE OBBLIGAZIONI NEGATIVE ALLE OBBLIGAZIONI PECUNIARIE ALLE OBBLIGAZIONI SOLIDALI
IL RISARCIMENTO DEL DANNO IN CASO DI INADEMPIMENTO DEVE COMPRENDERE: LA PERDITA SUBITA DAL CREDITORE O, ALTERNATIVAMENTE, IL MANCATO GUADAGNO, IN QUANTO NE SIANO CONSEGUENZA IMMEDIATA E DIRETTA LA PERDITA SUBITA DAL CREDITORE E IL MANCATO GUADAGNO, IN QUANTO NE SIANO CONSEGUENZA IMMEDIATA E DIRETTA SOLO LA PERDITA SUBITA DAL CREDITORE SOLO IL LUCRO CESSANTE
IN TEMA DI OBBLIGAZIONI PECUNIARIE, QUALORA PRIMA DELLA MORA FOSSERO DOVUTI INTERESSI IN MISURA SUPERIORE A QUELLA LEGALE, IN QUALE MISURA SONO DOVUTI GLI INTERESSI MORATORI? NELLA MISURA FISSATA DAL GIUDICE NELLA STESSA MISURA NELLA MISURA CORRISPONDENTE AL SAGGIO LEGALE NELLA MISURA CORRISPONDENTE AL SAGGIO LEGALE, MA IL CREDITORE PUÒ DIMOSTRARE DI AVER SUBITO UN DANNO MAGGIORE
SE L'INADEMPIMENTO NON DIPENDE DA DOLO DEL DEBITORE: IL RISARCIMENTO VIENE LIQUIDATO IN VIA EQUITATIVA DAL GIUDICE IL RISARCIMENTO È LIMITATO AL DANNO CHE POTEVA PREVEDERSI NEL TEMPO IN CUI È SORTA L'OBBLIGAZIONE IL RISARCIMENTO È LIMITATO AL MANCATO GUADAGNO DEL CREDITORE IL RISARCIMENTO È LIMITATO ALLA PERDITA SUBITA DAL CREDITORE
IN CASO DI INADEMPIMENTO, SE IL DANNO NON PUÒ ESSERE PROVATO NEL SUO PRECISO AMMONTARE: È LIQUIDATO DAL GIUDICE CON VALUTAZIONE EQUITATIVA È LIQUIDATO DAL GIUDICE SEMPRE NELLA MISURA PROPOSTA DAL DEBITORE NON PUÒ ESSERE IN ALCUN MODO RISARCITO È LIQUIDATO DAL GIUDICE SEMPRE NELLA MISURA PROPOSTA DAL CREDITORE
IN CASO DI INADEMPIMENTO, SE IL CREDITORE HA CONCORSO COLPOSAMENTE A CAGIONARE IL DANNO, IL RISARCIMENTO : È LIMITATO SOLO AL LUCRO CESSANTE È DIMINUITO SECONDO LA GRAVITÀ DELLA COLPA E L'ENTITÀ DELLE CONSEGUENZE DERIVATE È DOVUTO DAL DEBITORE SOLO PER METÀ È LIMITATO SOLO AL DANNO EMERGENTE
CHI RISPONDE DEL FATTO DOLOSO O COLPOSO DEI TERZI DI CUI SI SIA AVVALSO IL DEBITORE NELL'ADEMPIMENTO DELL'OBBLIGAZIONE? IL DEBITORE, SALVA DIVERSA VOLONTÀ DELLE PARTI IL CREDITORE, SALVA DIVERSA VOLONTÀ DELLE PARTI DIRETTAMENTE I TERZI NEI CONFRONTI DEL CREDITORE IL CREDITORE, SALVO IL REGRESSO NEI CONFRONTI DEI TERZI
IL PATTO CHE ESCLUDE PREVENTIVAMENTE LA RESPONSABILITÀ DEL DEBITORE PER COLPA GRAVE: È NULLO, IN OGNI CASO È ANNULLABILE, MA SOLO SE IL DEBITORE È INCAPACE È VALIDO, IN OGNI CASO È ANNULLABILE, SALVO PATTO CONTRARIO
QUANDO LE PARTI SOSTITUISCONO ALL'OBBLIGAZIONE ORIGINARIA UNA NUOVA OBBLIGAZIONE CON OGGETTO O TITOLO DIVERSO SI HA: CONFUSIONE REMISSIONE NOVAZIONE ESPROMISSIONE
IN TEMA DI NOVAZIONE, LA VOLONTÀ DI ESTINGUERE L'OBBLIGAZIONE PRECEDENTE DEVE RISULTARE: SOLO ATTRAVERSO UNA SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA SEMPRE PER ISCRITTO IN MODO NON EQUIVOCO SOLO ATTRAVERSO UN ATTO AVENTE DATA CERTA
LE MODIFICAZIONI ACCESSORIE DELL'OBBLIGAZIONE PRODUCONO DI PER SÉ NOVAZIONE? SÌ, SE SI TRATTA DI OBBLIGAZIONI NEGATIVE NO, TRANNE NEL CASO IN CUI LA MODIFICAZIONE CONSISTA NELL'ELIMINAZIONE DI UN TERMINE NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN OGNI CASO
È VALIDA LA NOVAZIONE QUALORA L'OBBLIGAZIONE ORIGINARIA DERIVI DA TITOLO ANNULLABILE? SÌ, SE IL DEBITORE HA ASSUNTO VALIDAMENTE IL NUOVO DEBITO CONOSCENDO IL VIZIO DEL TITOLO ORIGINARIO SÌ, IN OGNI CASO NO, È SENZA EFFETTO SÌ, SE IL DEBITORE HA ASSUNTO VALIDAMENTE IL NUOVO TITOLO PUR SENZA CONOSCERE IL VIZIO DEL TITOLO ORIGINARIO
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA DICHIARAZIONE DEL CREDITORE DI RIMETTERE IL DEBITO ESTINGUE L'OBBLIGAZIONE? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, QUANDO È COMUNICATA AL DEBITORE, SALVO CHE QUESTI DICHIARI IN CONGRUO TERMINE DI NON VOLERNE PROFITTARE SÌ, SOLO SE QUESTI DICHIARI ESPRESSAMENTE DI VOLERNE PROFITTARE NO, MAI
LA COMPENSAZIONE LEGALE SI VERIFICA TRA DUE DEBITI CHE SONO UGUALMENTE LIQUIDI ED ESIGIBILI E CHE HANNO PER OGGETTO: UNA SOMMA DI DENARO O UNA QUANTITÀ DI COSE INFUNGIBILI UN SOMMA DI DENARO O UNA QUANTITÀ DI COSE FUNGIBILI DELLO STESSO GENERE SOLO UNA SOMMA DI DENARO SOLO UNA QUANTITÀ DI COSE INFUNGIBILI
SECONDO IL CODICE CIVILE, SE NELLA MEDESIMA PERSONA SI RIUNISCONO LE QUALITÀ DI FIDEIUSSORE E DI DEBITORE PRINCIPALE: LA FIDEIUSSIONE SI ESTINGUE LA FIDEIUSSIONE RESTA IN VITA, PURCHÉ IL CREDITORE VI ABBIA INTERESSE LA FIDEIUSSIONE RESTA IN VITA, PURCHÉ IL DEBITORE VI ABBIA INTERESSE LA FIDEIUSSIONE RESTA IN VITA, IN OGNI CASO
SECONDO IL CODICE CIVILE, SI CONSIDERA DIVENUTA IMPOSSIBILE LA PRESTAZIONE CHE HA PER OGGETTO UNA COSA DETERMINATA QUANDO LA COSA È SMARRITA? SÌ, ANCHE SENZA CHE POSSA ESSERNE PROVATO IL PERIMENTO SÌ, MA SOLO OVE SE NE PROVI IL PERIMENTO NO, MAI NO, IL DEBITORE SI LIBERA SOLO IN CASO DI RITROVAMENTO
IL CREDITORE PUÒ TRASFERIRE A TITOLO ONEROSO O GRATUITO IL SUO CREDITO? SÌ, MA SEMPRE CON IL CONSENSO DEL DEBITORE SÌ, ANCHE SENZA IL CONSENSO DEL DEBITORE, PURCHÉ IL CREDITO NON ABBIA CARATTERE STRETTAMENTE PERSONALE O IL TRASFERIMENTO NON SIA VIETATO DALLA LEGGE NO, MAI SÌ, NEI SOLI CASI PREVISTI DALLA LEGGE E CON IL CONSENSO DEL DEBITORE
SECONDO IL CODICE CIVILE, È POSSIBILE PATTUIRE L'INCEDIBILITÀ DEL CREDITO? NO, IL PATTO SAREBBE NULLO SÌ, PURCHÉ IL PATTO RISULTI DA ATTO AVENTE FORMA SCRITTA SÌ, MA IL PATTO NON È OPPONIBILE AL CESSIONARIO SE NON SI PROVA CHE EGLI LO CONOSCEVA AL TEMPO DELLA CESSIONE SÌ, PURCHÉ IL PATTO VENGA TRASCRITTO NEGLI APPOSITI REGISTRI
QUANDO LA CESSIONE DEL CREDITO HA EFFETTO NEI CONFRONTI DEL DEBITORE CEDUTO? SOLO QUANDO È STATA NOTIFICATA AL CESSIONARIO QUANDO IL CEDENTE HA ASSUNTO LA GARANZIA DELLA SOLVENZA DEL DEBITORE QUANDO IL CESSIONARIO L'HA ACCETTATA O GLI È STATA NOTIFICATA QUANDO IL DEBITORE L'HA ACCETTATA O GLI È STATA NOTIFICATA
SE IL MEDESIMO CREDITO HA FORMATO OGGETTO DI PIÙ CESSIONI DA PARTE DEL CREDITORE A PERSONE DIVERSE, QUALE FRA LE CESSIONI PREVALE? QUELLA STIPULATA ANTERIORMENTE QUELLA NOTIFICATA PER ULTIMA AL DEBITORE QUELLA NOTIFICATA PER PRIMA AL DEBITORE QUELLA ACCETTA PER ULTIMA DAL DEBITORE CON ATTO DI DATA CERTA
QUALORA IL DEBITORE ASSEGNI AL CREDITORE UN NUOVO DEBITORE, IL QUALE SI OBBLIGA VERSO IL CREDITORE, IL DEBITORE ORIGINARIO È LIBERATO DALLA SUA OBBLIGAZIONE? SÌ, SALVO CHE IL CREDITORE SI OPPONGA PER MOTIVI LEGITTIMI SÌ, QUANDO IL DELEGATO HA ACCETTATO L'INCARICO SÌ, QUANDO LA DELEGAZIONE È NOTIFICATA AL CREDITORE NO, SE IL CREDITORE NON DICHIARA ESPRESSAMENTE DI LIBERARLO
SE IL DEBITORE ASSEGNA AL CREDITORE UN NUOVO DEBITORE, SI È IN PRESENZA DI UNA: ESPROMISSIONE DELEGAZIONE REMISSIONE CESSIONE DEL CREDITO
IL TERZO DELEGATO DAL DEBITORE PER ESEGUIRE IL PAGAMENTO AL CREDITORE È TENUTO AD ACCETTARE L'INCARICO? NO, SALVO CHE SIA DEBITORE DEL DELEGANTE SÌ, ANCORCHÉ SIA DEBITORE DEL DELEGANTE NO, SALVI GLI USI DIVERSI SÌ, SE IL DELEGATARIO HA PRESTATO IL SUO CONSENSO
SECONDO IL CODICE CIVILE, QUALE ISTITUTO GIURIDICO SI CONFIGURA SE UN TERZO ASSUME SPONTANEAMENTE VERSO IL CREDITORE IL DEBITO DI UN ALTRO? L'ACCOLLO L'ESPROMISSIONE LA DELEGAZIONE DI PAGAMENTO LA CESSIONE DEL DEBITO
NEL CASO IN CUI UN TERZO, SENZA DELEGAZIONE DEL DEBITORE, NE ASSUME VERSO IL CREDITORE IL DEBITO, IL DEBITORE ORIGINARIO È LIBERATO? NO, SE IL CREDITORE NON DICHIARI ESPRESSAMENTE DI LIBERARLO SÌ, SALVO CHE IL CREDITORE SI OPPONGA PER MOTIVI LEGITTIMI SÌ, QUANDO L'ESPROMISSIONE È NOTIFICATA AL CREDITORE SÌ, IN OGNI CASO
SE IL DEBITORE E UN TERZO CONVENGONO CHE QUESTI ASSUMA IL DEBITO DELL'ALTRO E IL CREDITORE ADERISCE ALLA CONVENZIONE, SI È IN PRESENZA DI: UN ACCOLLO UNA CESSIONE DEL CONTRATTO UNA DELEGAZIONE CUMULATIVA UNA DELEGAZIONE DI PAGAMENTO
SE IL CREDITORE, IN SEGUITO AD ESPROMISSIONE, LIBERA IL DEBITORE ORIGINARIO, SI ESTINGUONO LE GARANZIE PRESTATE DA TERZI? SÌ, SEMPRE NO, MAI SÌ, SE CHI LE HA PRESTATE NON CONSENTE ESPRESSAMENTE A MANTENERLE SÌ, A MENO CHE IL CREDITORE NON SI OPPONGA
SE IL CREDITORE, IN SEGUITO AD ACCOLLO DEL DEBITO, LIBERA IL DEBITORE ORIGINARIO, LE GARANZIE PRESTATE DAI TERZI PERMANGONO? NO, SALVO CHE IL CREDITORE NON SI OPPONGA NO, MAI NO, SALVO CHE CHI LE HA PRESTATE NON CONSENTA ESPRESSAMENTE A MANTENERLE SÌ, SALVO CHE CHI LE HA PRESTATE NON SI OPPONGA
IN TEMA DI OBBLIGAZIONI PECUNIARIE, QUALORA GLI INTERESSI SUPERIORI ALLA MISURA LEGALE NON SIANO DETERMINATI PER ISCRITTO: SONO DOVUTI AL SAGGIO FISSATO DAL GIUDICE SECONDO EQUITÀ SONO DOVUTI AL SAGGIO DEL TASSO UFFICIALE DI SCONTO NON SONO PIÙ DOVUTI INTERESSI SONO DOVUTI NELLA MISURA LEGALE
SE LE PARTI HANNO CONVENUTO INTERESSI CONVENZIONALI, SENZA DETERMINARNE LA MISURA, A QUALE SAGGIO SI COMPUTANO GLI INTERESSI DOVUTI? AL SAGGIO FISSATO DAL GIUDICE SECONDO EQUITÀ AL SAGGIO DEGLI INTERESSI LEGALI AL SAGGIO DEL TASSO UFFICIALE DI SCONTO AL SAGGIO DI INFLAZIONE REGISTRATO NELL'ULTIMO ANNO
NELLE OBBLIGAZIONI ALTERNATIVE, A CHI SPETTA LA SCELTA DELLA PRESTAZIONE? AL GIUDICE AL CREDITORE, IN OGNI CASO AL CREDITORE, SE NON È STATA ATTRIBUITA AL DEBITORE O AD UN TERZO AL DEBITORE, SE NON È STATA ATTRIBUITA AL CREDITORE O AD UN TERZO
QUANDO IL DEBITORE, CONDANNATO ALTERNATIVAMENTE A DUE PRESTAZIONI, NON NE ESEGUE ALCUNA NEL TERMINE ASSEGNATO DAL GIUDICE: LA SCELTA SPETTA AL GIUDICE L'OBBLIGAZIONE ALTERNATIVA DIVIENE SEMPLICE LA SCELTA È RIMESSA AD UN TERZO LA SCELTA SPETTA AL CREDITORE
IN TEMA DI OBBLIGAZIONI ALTERNATIVE, SE LA FACOLTÀ DI SCELTA SPETTA AL CREDITORE E QUESTI NON LA ESERCITA NEL TERMINE STABILITO: L'OBBLIGAZIONE SI ESTINGUE LA SCELTA PASSA AL DEBITORE L'OBBLIGAZIONE ALTERNATIVA DIVIENE SEMPLICE LA SCELTA È FATTA DAL GIUDICE
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'OBBLIGAZIONE ALTERNATIVA SI CONSIDERA SEMPLICE: SE IL CREDITORE NON HA FATTO LA SCELTA NEL TERMINE FISSATO DAL GIUDICE NEI SOLI CASI PREVISTI DAGLI USI SE UNA DELLE PRESTAZIONI NON POTEVA FORMARE OGGETTO DI OBBLIGAZIONE SE IL DEBITORE NON HA FATTO LA SCELTA NEL TERMINE FISSATO DAL GIUDICE
IN TEMA DI OBBLIGAZIONI ALTERNATIVE, SE LA SCELTA SPETTA AL CREDITORE E UNA DELLE PRESTAZIONI DIVIENE IMPOSSIBILE PER SUA COLPA, IL DEBITORE È LIBERATO DALL'OBBLIGAZIONE? SÌ, SEMPRE NO, MAI SÌ, MA SOLO SE IL CREDITORE È IN COLPA GRAVE SÌ, SALVO CHE IL CREDITORE NON PREFERISCA ESIGERE L'ALTRA PRESTAZIONE E RISARCIRE IL DANNO
SE PIÙ DEBITORI SONO OBBLIGATI TUTTI PER LA MEDESIMA PRESTAZIONE, IN MODO CHE CIASCUNO PUÒ ESSERE COSTRETTO ALL'ADEMPIMENTO E L'ADEMPIMENTO DA PARTE DI UNO LIBERA GLI ALTRI, L'OBBLIGAZIONE SI DEFINISCE: SOLIDALE FACOLTATIVA ALTERNATIVA NATURALE
I CONDEBITORI SONO SEMPRE TENUTI IN SOLIDO? NO, LA SOLIDARIETÀ PASSIVA OPERA SOLO NEI CASI PREVISTI DAGLI USI NO, TALE PRESUNZIONE OPERA SOLO NEL CASO DI SOLIDARIETÀ ATTIVA NO, LA SOLIDARIETÀ PASSIVA OPERA SOLO SE PREVISTA DAL TITOLO SÌ, SE DALLA LEGGE O DAL TITOLO NON RISULTA DIVERSAMENTE
IN CASO DI SOLIDARIETÀ ATTIVA, IL DEBITORE HA LA SCELTA DI PAGARE ALL'UNO O ALL'ALTRO DEI CREDITORI? SÌ, SE NON È STATO PREVENUTO CON DOMANDA GIUDIZIALE DA UNO DI ESSI NO, È TENUTO A PAGARE SOLO ALLA PERSONA INDICATA DAI CREDITORI SÌ, MA SOLO PER LA PARTE DI CREDITO A CIASCUNO SPETTANTE NO, È TENUTO A PAGARE SEMPRE AL CREDITORE CHE VANTA UNA PARTE MAGGIORE DEL CREDITO
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL DEBITORE PUÒ OPPORRE IN COMPENSAZIONE A CIASCUNO DEI CREDITORI IN SOLIDO CIÒ CHE GLI È DOVUTO DA UN ALTRO DEI CREDITORI? SÌ, PER L'INTERO AMMONTARE SÌ, MA SOLO PER LA PARTE DI QUESTO NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO NEI CASI PREVISTI DALLA LEGGE
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA TRANSAZIONE FATTA DAL CREDITORE CON UNO DEI DEBITORI IN SOLIDO PRODUCE EFFETTO NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI? NO, ANCHE SE COSTORO DICHIARANO DI VOLERNE PROFITTARE NO, SE COSTORO NON DICHIARANO DI VOLERNE PROFITTARE SÌ, MA SOLO PER LA PARTE DI QUEL CONDEBITORE SÌ, MA SOLO NEI CASI PREVISTI DALLA LEGGE
SECONDO IL CODICE CIVILE, SE INTERVIENE UNA TRANSAZIONE TRA UNO DEI CREDITORI IN SOLIDO E IL DEBITORE, ESSA HA EFFETTO NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI CREDITORI? SÌ, SE DAL TITOLO NON RISULTA DIVERSAMENTE NO, ANCHE SE COSTORO DICHIARANO DI VOLERNE PROFITTARE SÌ, MA SOLO NEI CASI PREVISTI DALLA LEGGE NO, SE COSTORO NON DICHIARANO DI VOLERNE PROFITTARE
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA COSTITUZIONE IN MORA DI UNO DEI DEBITORI IN SOLIDO HA EFFETTO RIGUARDO AGLI ALTRI? NO, SALVA L'INTERRUZIONE DELLA PRESCRIZIONE ANCHE NEI LORO CONFRONTI SÌ, NEI SOLI CASI PREVISTI DALLA LEGGE SÌ, MA NON VALE AD INTERROMPERE LA PRESCRIZIONE NEI LORO CONFRONTI SÌ, SE NOTIFICATA AD ESSI
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL RICONOSCIMENTO DEL DEBITO FATTO DA UNO DEI DEBITORI IN SOLIDO HA EFFETTO RIGUARDO AGLI ALTRI? SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI OBBLIGAZIONI DIVISIBILI SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI OBBLIGAZIONI INDIVISIBILI SÌ, È PIENAMENTE EFFICACE ANCHE NEI LORO CONFRONTI NO, NEI LORO CONFRONTI NON PRODUCE EFFETTO
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA RINUNZIA ALLA PRESCRIZIONE FATTA DA UNO DEI DEBITORI IN SOLIDO HA EFFETTO RIGUARDO AGLI ALTRI? NO, MA IL DEBITORE HA REGRESSO NEI CONFRONTI DEI CONDEBITORI LIBERATI NO, NEI LORO CONFRONTI NON PRODUCE EFFETTO SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI OBBLIGAZIONI INDIVISIBILI SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI OBBLIGAZIONI DIVISIBILI
NEL CODICE CIVILE È CONTENUTA UNA DISCIPLINA GENERALE DEL NEGOZIO GIURIDICO? SÌ, NEL TERZO LIBRO SÌ, NEL QUINTO LIBRO NO, È PREVISTA SOLO UNA DISCIPLINA SU ASPETTI SPECIFICI DEL NEGOZIO GIURIDICO NEL PRIMO LIBRO NO, MA SONO PRESENTI REGOLE GENERALI IN MATERIA DI CONTRATTO
AI SENSI DELL'ARTICOLO 1321 DEL CODICE CIVILE, CON IL CONTRATTO LE PARTI COSTITUISCONO, REGOLANO O ESTINGUONO: UN RAPPORTO CHE SIA ALMENO SOCIALMENTE RILEVANTE UN'OBBLIGAZIONE DI TIPO NATURALE UN RAPPORTO GIURIDICO PATRIMONIALE UN RAPPORTO GIURIDICO CHE PUÒ ESSERE SIA DI NATURA PATRIMONIALE SIA DI NATURA NON PATRIMONIALE
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, SALVO DIVERSE DISPOSIZIONI DI LEGGE, LE NORME CHE REGOLANO I CONTRATTI SI OSSERVANO, SE COMPATIBILI: PER GLI ATTI UNILATERALI TRA VIVI E PER TUTTI GLI ATTI "MORTIS CAUSA" PER GLI ATTI UNILATERALI TRA VIVI AVENTI CONTENUTO PATRIMONIALE PER GLI ATTI UNILATERALI TRA VIVI E PER IL TESTAMENTO PER GLI ATTI UNILATERALI TRA VIVI ANCHE A CONTENUTO NON PATRIMONIALE
QUALI SONO I REQUISITI ESSENZIALI DEL CONTRATTO? ACCORDO, MOTIVI, CAUSA E TERMINE DI ADEMPIMENTO ACCORDO, CAUSA, OGGETTO E FORMA, QUANDO QUESTA È PRESCRITTA DALLA LEGGE A PENA DI NULLITÀ ACCORDO, PENALI, OGGETTO E TERMINE DI ADEMPIMENTO FORMA SCRITTA, OGGETTO, SOTTOSCRIZIONE E PENALI
A NORMA DEL CODICE CIVILE, LA FORMA È CONSIDERATA REQUISITO ESSENZIALE DEL CONTRATTO: SOLO NEL CASO DI TRASFERIMENTO DELLA PROPRIETÀ DI BENI IMMOBILI SOLO SE LE PARTI L'HANNO CONSIDERATA ESPRESSAMENTE TALE SOLO SE RISULTA PRESCRITTA DALLA LEGGE SOTTO PENA DI NULLITÀ SE RICHIESTA DALLA LEGGE "AD PROBATIONEM"
DI NORMA, IL CONTRATTO SI CONCLUDE NEL MOMENTO IN CUI: IL PROPONENTE HA CONOSCENZA DELL'ACCETTAZIONE DELL'ALTRA PARTE L'ACCETTAZIONE È SPEDITA ALL'INDIRIZZO DEL PROPONENTE L'OBLATO HA CONOSCENZA DELLA PROPOSTA L'OBLATO ESEGUE COMPLETAMENTE LA PRESTAZIONE RICHIESTA
IL PROPONENTE PUÒ RITENERE EFFICACE L'ACCETTAZIONE TARDIVA DELLA PROPOSTA CONTRATTUALE? SÌ, PURCHÉ L'ACCETTANTE L'ABBIA ESPRESSAMENTE AUTORIZZATO SÌ, PURCHÉ NE DIA IMMEDIATO AVVISO ALL'ALTRA PARTE NO, IN NESSUN CASO NO, SALVO CHE IL RITARDO DERIVI DA FORZA MAGGIORE
UN'ACCETTAZIONE NON CONFORME ALLA PROPOSTA DI CONTRATTO: È NULLA EQUIVALE A NUOVA PROPOSTA DETERMINA LA VALIDA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO, PURCHÉ L'ACCETTANTE SIA IN BUONA FEDE DETERMINA LA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO, MA QUESTO È ANNULLABILE
QUALORA IL PROPONENTE ABBIA RICHIESTO UNA FORMA DETERMINATA PER L'ACCETTAZIONE DI UNA PROPOSTA DI CONTRATTO: L'ACCETTAZIONE NON HA EFFETTO SE È DATA IN FORMA DIVERSA L'ACCETTAZIONE È EFFICACE, MA SOLO SE CONTENUTA IN UN ATTO PUBBLICO L'ACCETTAZIONE HA EFFETTO IN OGNI CASO, PURCHÉ DATA IN FORMA EQUIPOLLENTE L'ACCETTAZIONE NON È VALIDA, SALVO CHE SIA RESA IN FORMA SCRITTA
QUALORA SU RICHIESTA DEL PROPONENTE LA PRESTAZIONE DEBBA ESEGUIRSI SENZA UNA PREVENTIVA RISPOSTA, IL CONTRATTO È CONCLUSO: QUANDO IL PROPONENTE HA AVUTO NOTIZIA DELL'ESECUZIONE DELLA PRESTAZIONE QUANDO VIENE PORTATA A TERMINE LA PRESTAZIONE NEL MOMENTO IN CUI HA AVUTO INIZIO L'ESECUZIONE NEL MOMENTO IN CUI L'OBLATO HA CONOSCENZA DELLA PROPOSTA
IN TEMA DI CONCLUSIONE DEL CONTRATTO, FINO A QUANDO, DI NORMA, PUÒ ESSERE REVOCATA LA PROPOSTA? FINCHÉ L'OBLATO NON ABBIA ACCETTATO LA PROPOSTA FINCHÉ IL CONTRATTO NON SIA CONCLUSO FINCHÉ LA PROPOSTA NON SIA GIUNTA ALL'INDIRIZZO DELL'OBLATO ENTRO I TRENTA GIORNI SUCCESSIVI ALLA DATA DI INVIO DELLA PROPOSTA
IN TEMA DI CONCLUSIONE DEL CONTRATTO, FINO A QUANDO PUÒ ESSERE REVOCATA L'ACCETTAZIONE? FINO A DIECI GIORNI DOPO L'AVVENUTA ACCETTAZIONE FINO A QUANDO IL CONTRATTO NON ABBIA AVUTO UN PRINCIPIO DI ESECUZIONE FINCHÉ IL PROPONENTE NON ABBIA CONOSCENZA DELL'ACCETTAZIONE STESSA FINO AD OTTO GIORNI DOPO L'AVVENUTA ACCETTAZIONE
SE IL PROPONENTE SI È OBBLIGATO A TENER FERMA LA PROPOSTA CONTRATTUALE PER UN CERTO TEMPO, LA REVOCA DELLA PROPOSTA STESSA: È SENZA EFFETTO SE NON SUSSISTONO MOTIVI LEGITTIMI TASSATIVAMENTE INDICATI NEL CODICE HA COMUNQUE EFFETTO E L'OBBLIGO SI HA PER NON APPOSTO È SENZA EFFETTO IN PENDENZA DEL TERMINE HA EFFETTO, MA È DOVUTO UN CONGRUO INDENNIZZO ALL'OBLATO
SE È STATA PATTUITA L'OPZIONE E NON È STATO FISSATO UN TERMINE PER L'ACCETTAZIONE: IL TERMINE PUÒ ESSERE STABILITO DAL GIUDICE IL CONTRATTO È NULLO IL TERMINE È QUELLO NECESSARIO SECONDO GLI USI IL CONTRATTO È INEFFICACE
LA PROPOSTA DIRETTA A CONCLUDERE UN CONTRATTO CON OBBLIGAZIONI A CARICO DEL SOLO PROPONENTE È: REVOCABILE IN OGNI MOMENTO IRREVOCABILE NON APPENA È EMESSA LA DICHIARAZIONE IRREVOCABILE NON APPENA GIUNGE A CONOSCENZA DELLA PARTE CUI È DESTINATA REVOCABILE FINCHÉ IL PROPONENTE NON ABBIA NOTIZIA DELL'ACCETTAZIONE
IL DESTINATARIO DI UNA PROPOSTA DI CONTRATTO CON OBBLIGHI PER IL SOLO PROPONENTE PUÒ RIFIUTARE LA PROPOSTA? SÌ, NEL TERMINE PERENTORIO DI OTTO GIORNI SÌ, IN OGNI MOMENTO NO, PERCHÉ IL CONTRATTO SI INTENDE IN OGNI CASO CONCLUSO CON LA CONOSCENZA DELLA PROPOSTA SÌ, NEL TERMINE RICHIESTO DALLA NATURA DELL'AFFARE O DAGLI USI
SALVO ECCEZIONI, QUANDO SI PRESUMONO CONOSCIUTE LA PROPOSTA E L'ACCETTAZIONE IN MATERIA CONTRATTUALE? NEL MOMENTO IN CUI GIUNGONO ALL'INDIRIZZO DEL DESTINATARIO NEL MOMENTO IN CUI IL DESTINATARIO NE SIA PERSONALMENTE VENUTO A CONOSCENZA NEL MOMENTO IN CUI VENGONO SPEDITE NEL MOMENTO IN CUI VENGONO RESE CONOSCIBILI CON MEZZI IDONEI
SALVO CHE RISULTI DIVERSAMENTE DALLE CIRCOSTANZE O DAGLI USI, L'OFFERTA AL PUBBLICO VALE COME PROPOSTA QUANDO: CONTIENE GLI ESTREMI ESSENZIALI DEL CONTRATTO ALLA CUI CONCLUSIONE È DIRETTA È CONTENUTA IN UN ATTO PUBBLICO È REDATTA MEDIANTE ATTO SCRITTO INDICHI PER ISCRITTO ALMENO L'OGGETTO DEL CONTRATTO
QUALE FORMA DEVE AVERE LA REVOCA DELL'OFFERTA AL PUBBLICO AFFINCHÉ PRODUCA EFFETTO ANCHE IN CONFRONTO DI CHI NON NE HA AVUTO NOTIZIA? LA STESSA FORMA DELL'OFFERTA O UNA FORMA EQUIPOLLENTE NECESSARIAMENTE LA FORMA SCRITTA ESCLUSIVAMENTE LA STESSA FORMA DELL'OFFERTA LA FORMA SCRITTA, NECESSARIAMENTE PUBBLICATA SU ALMENO DUE QUOTIDIANI NAZIONALI
IL CONTRATTO PRELIMINARE È: UN ACCORDO CHE OBBLIGA LE PARTI A STIPULARE IN UN SECONDO MOMENTO UN CONTRATTO DEFINITIVO UN CONTRATTO CON CUI I NUBENDI DISCIPLINANO ANTICIPATAMENTE I RAPPORTI PATRIMONIALI IN CASO DI DIVORZIO UN ACCORDO CON CUI LE PARTI DISCIPLINANO TUTTI I PROPRI FUTURI RAPPORTI CONTRATTUALI IL CONTRATTO CON CUI SI QUANTIFICA IL DANNO IN CASO DI INADEMPIMENTO
IL CONTRATTO PRELIMINARE DEVE ESSERE STIPULATO PER ISCRITTO A PENA DI NULLITA'? NO, SALVO CHE PER IL DEFINITIVO LA FORMA SCRITTA SIA PREVISTA DALLA LEGGE SOTTO PENA DI NULLITÀ NO, SALVO CHE ESSO CONTENGA CLAUSOLE VESSATORIE NO, IL PRELIMINARE HA SEMPRE FORMA LIBERA SÌ, MA SOLO SE HA AD OGGETTO IL TRASFERIMENTO DELLA PROPRIETÀ DI UN BENE
IL CONTRATTO PRELIMINARE DI COMPRAVENDITA DI UN BENE IMMOBILE DEVE ESSERE REDATTO: NECESSARIAMENTE CON ROGITO NOTARILE NECESSARIAMENTE CON LA FORMA SCRITTA NELLA FORMA RITENUTA IDONEA DAL NOTAIO NEL CASO CONCRETO ESCLUSIVAMENTE CON SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA
IN CASO DI INADEMPIMENTO ALL'OBBLIGO DI STIPULARE IL CONTRATTO DEFINITIVO IN SEGUITO AL PRELIMINARE, LA PARTE ADEMPIENTE PUÒ CHIEDERE: ESCLUSIVAMENTE IL RISARCIMENTO DEL DANNO IL PAGAMENTO DI UNA PENALE FISSATA DALLA LEGGE CHE VENGA DICHIARATA LA NULLITÀ DEL PRELIMINARE UNA SENTENZA PRODUTTIVA DEGLI EFFETTI DEL CONTRATTO NON CONCLUSO
IL DOVERE DI COMPORTARSI SECONDO BUONA FEDE VIGE ANCHE DURANTE LE TRATTATIVE CONTRATTUALI? SÌ, MA SOLO DOPO CHE SONO STATI PUNTUALIZZATI GLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL CONTRATTO NO, TALE DOVERE OPERA SOLO NELLA FASE DI MATERIALE ESECUZIONE DEL CONTRATTO NO, TALE DOVERE OPERA SOLO DOPO LA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO SÌ, IN OGNI CASO
SE TIZIO CONCLUDE UN CONTRATTO DI CUI CONOSCE UNA CAUSA DI INVALIDITÀ, È OBBLIGATO A RISARCIRE I DANNI SUBITI DALLA CONTROPARTE? SÌ, ANCHE SE HA PREVENTIVAMENTE COMUNICATO ALLA CONTROPARTE LA CAUSA DI INVALIDITÀ NO, IN NESSUN CASO NO, SE LA CONTROPARTE HA CONFIDATO COLPEVOLMENTE NELLA VALIDITÀ DEL CONTRATTO SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI UNA CAUSA DI NULLITÀ
LE CLAUSOLE IMPOSTE DALLA LEGGE CHE SIANO IN CONTRASTO CON QUELLE APPOSTE DALLE PARTI: DETERMINANO L'ANNULLABILITÀ PARZIALE DEL CONTRATTO SONO INSERITE NEL CONTRATTO SOLO SE RISULTA CHE LE PARTI LE AVREBBERO COMUNQUE VOLUTE DETERMINANO LA NULLITÀ INTEGRALE DEL CONTRATTO SONO DI DIRITTO INSERITE NEL CONTRATTO, ANCHE IN SOSTITUZIONE DI QUELLE DIFFORMI
LE CLAUSOLE D'USO: SI INTENDONO ESCLUSE DAL CONTRATTO SALVO PATTO CONTRARIO SONO INSERITE AUTOMATICAMENTE NEL CONTRATTO ANCHE CONTRO LA VOLONTÀ DELLE PARTI SI PRESUMONO INSERITE NEL CONTRATTO SE NON RISULTA CHE NON SIANO STATE VOLUTE DALLE PARTI SI PRESUMONO ESCLUSE DAL CONTRATTO SALVO CHE SIANO INSERITE NEGLI ELENCHI DELLE CAMERE DI COMMERCIO
LE CONDIZIONI GENERALI DI CONTRATTO UNILATERALMENTE PREDISPOSTE DA UNO DEI CONTRAENTI SONO EFFICACI NEI CONFRONTI DELL'ALTRO: SE QUESTI LE HA CONOSCIUTE O AVREBBE DOVUTO CONOSCERLE CON L'ORDINARIA DILIGENZA SOLO SE SONO MUNITE DELLA DOPPIA SOTTOSCRIZIONE SOLO SE ERANO EFFETTIVAMENTE CONOSCIUTE DALL'ADERENTE SOLO SE SONO SPECIFICAMENTE APPROVATE PER ISCRITTO
DI NORMA E SALVO CATEGORIE CONTRATTUALI SPECIFICHE, LE CLAUSOLE VESSATORIE NON HANNO EFFETTO NEI CONFRONTI DELL'ADERENTE: SE NON SONO SPECIFICAMENTE APPROVATE PER ISCRITTO SE NON SONO CONOSCIBILI CON L'ORDINARIA DILIGENZA SE NON SONO EFFETTIVAMENTE CONOSCIUTE SE NON SONO APPROVATE DALLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI
NEI CONTRATTI CONCLUSI MEDIANTE FORMULARI, LE CLAUSOLE AGGIUNTE PREVALGONO, SE INCOMPATIBILI, SU QUELLE DEL MODULO O FORMULARIO: SOLO SE VENGONO CONTROFIRMATE DA ENTRAMBI I CONTRAENTI SEMPRE SOLO SE QUELLE ORIGINARIAMENTE PREDISPOSTE SONO STATE CANCELLATE SOLO SE VI SI APPONE ALMENO UNA SIGLA SULLA MODIFICA
QUALE, TRA LE SEGUENTI, COSTITUISCE CLAUSOLA VESSATORIA AI SENSI DEL CODICE CIVILE? QUELLA CHE CONTIENE LA PREVISIONE DI PENALI PER L'INADEMPIMENTO QUELLA CHE LIMITA LA RESPONSABILITÀ DEL PREDISPONENTE QUELLA CHE CONTIENE L'INDICAZIONE DI PAGAMENTI INDICIZZATI QUELLA CHE PREVEDE TASSI DI INTERESSE IN MISURA SUPERIORE A QUELLA LEGALE
CHE COSA È LA CLAUSOLA COMPROMISSORIA? L'ACCORDO CON CUI LE PARTI STABILISCONO CHE LE CONTROVERSIE NASCENTI DAL CONTRATTO SIANO DECISE DA ARBITRI LA CLAUSOLA CON CUI SI QUANTIFICA EQUITATIVAMENTE IL DANNO LA CLAUSOLA CON CUI LE PARTI SI OBBLIGANO A COMPORRE BONARIAMENTE EVENTUALI CONFLITTI LA CLAUSOLA DI LIMITAZIONE DI RESPONSABILITÀ PER INADEMPIMENTO
LA CLAUSOLA COMPROMISSORIA DEVE ESSERE SPECIFICAMENTE APPROVATA PER ISCRITTO? SÌ, MA SOLO NEI CONTRATTI DI ASSICURAZIONE STIPULATI MEDIANTE MODULI O FORMULARI SÌ, QUANDO È UNILATERALMENTE PREDISPOSTA DA UNO DEI CONTRAENTI SÌ, MA SOLO NEI CONTRATTI TRA CONSUMATORE E PROFESSIONISTA SÌ, SEMPRE
LA CAUSA DEL CONTRATTO È ILLECITA QUANDO È CONTRARIA: ALL'ORDINE PUBBLICO, ALLA LEGGE O ALLA CONSUETUDINE ALL'ORDINE PUBBLICO, AL BUON COSTUME O ALLE NORME MORALI A NORME IMPERATIVE, ALL'ORDINE PUBBLICO O AL BUON COSTUME AL BUON COSTUME, ALLE NORME IMPERATIVE O ALLA CONSUETUDINE
IL CONTRATTO È IN FRODE ALLA LEGGE SE: COSTITUISCE IL MEZZO PER ELUDERE IL DETTATO DI NORME O SENTENZE COSTITUISCE IL MEZZO PER ELUDERE IL DETTATO DI NORME DISPOSITIVE COSTITUISCE IL MEZZO PER ELUDERE L'APPLICAZIONE DI NORME IMPERATIVE COSTITUISCE IL MEZZO PER ELUDERE IL DETTATO DELLE SOLE NORME DI PROTEZIONE
SE LE PARTI SI DETERMINANO A CONCLUDERE UN CONTRATTO ESCLUSIVAMENTE PER UN MOTIVO ILLECITO: IL CONTRATTO È AFFETTO DA ANNULLABILITÀ ASSOLUTA IL CONTRATTO È NULLO ANCHE SE IL MOTIVO ILLECITO NON È COMUNE ALLE PARTI IL CONTRATTO È ANNULLABILE AD ISTANZA DELL'INTERESSATO IL CONTRATTO È NULLO SE IL MOTIVO ILLECITO È COMUNE AD ENTRAMBE
A NORMA DEL CODICE CIVILE, L'OGGETTO DEL CONTRATTO DEVE NECESSARIAMENTE ESSERE: LECITO, DETERMINATO E PROBABILE POSSIBILE, LECITO, DETERMINATO O DETERMINABILE DEFINITO, CONCRETO E LECITO POSSIBILE, LECITO E GIÀ COMPIUTAMENTE DETERMINATO
È VALIDO IL CONTRATTO AVENTE AD OGGETTO LA PRESTAZIONE DI COSE FUTURE? SÌ, SALVI I PARTICOLARI DIVIETI PREVISTI DALLA LEGGE SÌ, IN OGNI CASO NO, SALVO CHE SI TRATTI DI BENI IMMOBILI ANCORA DA COSTRUIRE SÌ, PURCHÉ VI SIA LA RAGIONEVOLE PROBABILITÀ CHE ESSE VENGANO EFFETTIVAMENTE AD ESISTENZA
LE PARTI DI UN CONTRATTO POSSONO DEFERIRE AD UN TERZO LA DETERMINAZIONE CONCRETA DELLA PRESTAZIONE? SÌ, PURCHÉ IL TERZO PROMETTA PER ISCRITTO DI DECIDERE SECONDO EQUITÀ SÌ, SEMPRE SÌ, MA SOLO PREVIA INDICAZIONE DI CRITERI DIRETTIVI NO, PERCHÉ SOLO LE PARTI POSSONO DETERMINARE L'OGGETTO DELLA PRESTAZIONE
QUALE FORMA DEVONO RIVESTIRE I CONTRATTI CHE TRASFERISCONO LA PROPRIETÀ DI BENI IMMOBILI? LA FORMA SCRITTA "AD PROBATIONEM" QUALSIASI FORMA RITENUTA IDONEA DALLE PARTI LA FORMA SCRITTA "AD SUBSTANTIAM" LA FORMA SCRITTA, NECESSARIAMENTE CONFEZIONATA PER ATTO PUBBLICO
I CONTRATTI CHE COSTITUISCONO IL DIRITTO DI USUFRUTTO DEVONO ESSERE NECESSARIAMENTE REDATTI IN FORMA SCRITTA? NO, SALVO CHE SI TRATTI DI BENI DETERIORABILI NO, MAI NO, SALVO CHE SI TRATTI DI USUFRUTTO DI BENI IMMOBILI SÌ, SEMPRE
I CONTRATTI AGRARI ULTRANOVENNALI DEVONO NECESSARIAMENTE RIVESTIRE LA FORMA SCRITTA? NO SÌ NO, SALVO CHE SI RIFERISCANO AD APPEZZAMENTI DI TERRENO SUPERIORI A DIECI ETTARI SÌ, SALVO CHE SI RIFERISCANO AD APPEZZAMENTI DI TERRENO INFERIORI AD UN SOLO ETTARO
SE LE PARTI SUBORDINANO L'EFFICACIA DEL CONTRATTO AD UN AVVENIMENTO FUTURO ED INCERTO, SI È IN PRESENZA DI: UNA CONDIZIONE GENERALE UNA CONDIZIONE SOSPENSIVA UNA CONDIZIONE RISOLUTIVA UNA CONDIZIONE INIZIALE
SE LE PARTI SUBORDINANO LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO AD UN AVVENIMENTO FUTURO ED INCERTO, SI È IN PRESENZA DI: UN TERMINE FINALE UN TERMINE INIZIALE UNA CONDIZIONE SOSPENSIVA UNA CONDIZIONE RISOLUTIVA
SE LE PARTI SUBORDINANO LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO AD UN AVVENIMENTO FUTURO E CERTO, SI È IN PRESENZA DI: UN TERMINE FINALE UN TERMINE INIZIALE UNA CONDIZIONE SOSPENSIVA UNA CONDIZIONE RISOLUTIVA
SE LE PARTI SUBORDINANO L'EFFICACIA DEL CONTRATTO AD UN AVVENIMENTO FUTURO E CERTO, SI È IN PRESENZA DI: CONDIZIONE SOSPENSIVA TERMINE DI ADEMPIMENTO TERMINE FINALE TERMINE INIZIALE
È VALIDA L'ASSUNZIONE DI UN'OBBLIGAZIONE SUBORDINATA AD UNA CONDIZIONE SOSPENSIVA MERAMENTE POTESTATIVA? NO, È ANNULLABILE NO, È NULLA SÌ, SALVO CHE SI TRATTI DI ALIENAZIONE DI BENI IMMOBILI SÌ, SEMPRE
CHI ALIENA UN DIRITTO SOTTO CONDIZIONE RISOLUTIVA: PUÒ ANCORA PIENAMENTE DISPORRE DEL DIRITTO ALIENATO, MA SOLO DIETRO AUTORIZZAZIONE DEL GIUDICE PUÒ, IN PENDENZA DELLA CONDIZIONE, COMPIERE SOLO ATTI CONSERVATIVI NON PUÒ, IN PENDENZA DELLA CONDIZIONE, COMPIERE ALCUN TIPO DI ATTO PUÒ ANCORA PIENAMENTE DISPORRE DEL DIRITTO ALIENATO
IN MATERIA CONTRATTUALE, SE LA CONDIZIONE NON SI AVVERA PER CAUSA IMPUTABILE ALLA PARTE CHE AVEVA INTERESSE CONTRARIO ALL'AVVERAMENTO: LA CONDIZIONE PUÒ RITENERSI AVVERATA SOLO "OPE IUDICIS" LA CONDIZIONE NON SI CONSIDERA COMUNQUE AVVERATA LA CONDIZIONE SI CONSIDERA AUTOMATICAMENTE AVVERATA LA CONDIZIONE SI CONSIDERA AVVERATA SOLO DI COMUNE ACCORDO
SECONDO IL CODICE CIVILE, SALVO ECCEZIONI, L'AVVERAMENTO DELLA CONDIZIONE HA EFFICACIA: "EX NUNC" "EX ANTE" "EX POST" "EX TUNC"
NELL'INTERPRETARE IL CONTRATTO SI DEVE INDAGARE: QUALE SIA STATA LA COMUNE INTENZIONE DELLE PARTI QUALE SIA L'INTERESSE ECONOMICO PREVALENTE SOLO QUALE SIA IL SENSO LETTERALE DELLE PAROLE QUALE SIA L'INTERESSE GIURIDICO PREVALENTE
NEI CONTRATTI CONCLUSI MEDIANTE MODULI O FORMULARI, LE CLAUSOLE PREDISPOSTE DA UNO DEI CONTRAENTI SI INTERPRETANO, NEL DUBBIO: A FAVORE DEL PREDISPONENTE A FAVORE DELL'ADERENTE NEL SENSO FATTO PROPRIO DAL SIGNIFICATO LETTERALE DEL TESTO CONTENUTO NEL MODULO O FORMULARIO SECONDO GLI USI COMMERCIALI
LE CLAUSOLE CONTRATTUALI AMBIGUE NON PREDISPOSTE UNILATERALMENTE DA UNO DEI CONTRAENTI SI INTERPRETANO: SEMPRE IN SENSO FAVOREVOLE AL CONTRAENTE DEBOLE NEL SENSO FATTO PROPRIO DAGLI USI DEL LUOGO IN CUI È STATO CONCLUSO IL CONTRATTO NEL SENSO SPECIFICATO DALLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI NEL SENSO CHIARITO DALLE CAMERE DI COMMERCIO
IL CONTRATTO OBBLIGA LE PARTI SOLO A QUANTO È NEL MEDESIMO ESPRESSO? NO, OBBLIGA ANCHE A TUTTE LE CONSEGUENZE CHE NE DERIVANO SECONDO LA LEGGE O, IN MANCANZA, SECONDO GLI USI E L'EQUITÀ SÌ, SALVO CHE SIA STATO PATTUITO DIVERSAMENTE NO, OBBLIGA ANCHE ALLE CONSEGUENZE DERIVANTI DALLA LEGGE, MA NON DAGLI USI SÌ, E DEVE ESCLUDERSI QUALSIVOGLIA INTEGRAZIONE ESTERNA
IL CONTRATTO DEVE ESSERE ESEGUITO: SEMPRE SECONDO LA DILIGENZA MEDIA PROPRIA DELL'ATTIVITÀ CHE FORMA OGGETTO DEL CONTRATTO STESSO SECONDO BUONA FEDE SEMPRE NEL SENSO MENO GRAVOSO PER L'OBBLIGATO SEMPRE NEL SENSO CHE REALIZZI UN EQUO CONTEMPERAMENTO DEGLI INTERESSI DELLE PARTI
CHE COSA SONO I CONTRATTI AD EFFETTI REALI? QUELLI CHE DANNO LUOGO AD UN'OBBLIGAZIONE REALE QUELLI CHE SI PERFEZIONANO CON LA CONSEGNA DELLA COSA QUELLI CHE DETERMINANO IL TRASFERIMENTO O LA COSTITUZIONE DI UN QUALSIASI DIRITTO QUELLI CHE COMPORTANO IL TRASFERIMENTO DEI SOLI DIRITTI REALI
CHE COSA SONO I CONTRATTI REALI? QUELLI CHE SI PERFEZIONANO CON IL CONSENSO SCAMBIATO TRA LE PARTI QUELLI CHE SI PERFEZIONANO CON LA CONSEGNA DEL BENE QUELLI CHE DETERMINANO IL TRASFERIMENTO DI UN DIRITTO REALE QUELLI CHE FANNO INSORGERE UN'OBBLIGAZIONE "PROPTER REM"
NEI CONTRATTI CHE HANNO AD OGGETTO IL TRASFERIMENTO DI COSE DETERMINATE SOLO NEL GENERE, LA PROPRIETÀ SI TRASMETTE DI NORMA: PER EFFETTO DELL'INDIVIDUAZIONE, ANCHE SE FATTA DAL SOLO ACQUIRENTE CON L'INDIVIDUAZIONE FATTA D'ACCORDO TRA LE PARTI PER EFFETTO DELL'INDIVIDUAZIONE FATTA DALL'ALIENANTE CON IL SEMPLICE CONSENSO, GIÀ PRIMA DELL'INDIVIDUAZIONE
È VALIDO IL DIVIETO DI ALIENARE PER UN TEMPO INDETERMINATO STABILITO PER CONTRATTO? NO SÌ, MA SOLO SE RISPONDE AD UN APPREZZABILE INTERESSE DELLE PARTI SÌ, MA IL PATTO NON È OPPONIBILE AI TERZI DI BUONA FEDE SÌ, SALVO CHE LA NATURA DELL'AFFARE O GLI USI ESCLUDANO TALE VALIDITÀ
IL DIVIETO DI ALIENARE VALIDAMENTE STABILITO PER CONTRATTO: HA EFFETTO TRA LE PARTI, MA GLI USI LOCALI POSSONO STABILIRE DIVERSAMENTE HA EFFETTO SOLO TRA LE PARTI ED I PRIMI AVENTI CAUSA HA EFFETTO SOLO TRA LE PARTI HA EFFETTO "ERGA OMNES"
È VALIDA LA PROMESSA DELL'OBBLIGAZIONE DEL TERZO? NO, MAI SÌ, MA IL PROMITTENTE È TENUTO A PAGARE UN INDENNIZZO QUALORA IL TERZO RIFIUTI DI OBBLIGARSI NO, SALVO CHE SI TRATTI DI OBBLIGAZIONI FUNGIBILI SÌ, SALVO CHE SI TRATTI DI OBBLIGAZIONI INFUNGIBILI
SALVO DIVERSO ACCORDO, LA CLAUSOLA PENALE STIPULATA TRA LE PARTI DI UN CONTRATTO, IN CASO DI INADEMPIMENTO HA L'EFFETTO: DI LIMITARE IL RISARCIMENTO ALLA SOLA PRESTAZIONE PROMESSA DI DEFINIRE IL CORRISPETTIVO DEL RECESSO DI RISOLVERE IL CONTRATTO DI DIRITTO DI LIMITARE LA PROPONIBILITÀ DELL'ECCEZIONE D'INADEMPIMENTO
LA PENALE PER IL CASO DI INADEMPIMENTO È DOVUTA: SOLO SE SI PROVA IL DANNO INDIPENDENTEMENTE DALLA PROVA DEL DANNO SOLO SE L'INADEMPIMENTO HA CAUSATO UN GRAVE DANNO SOLO SE NON SI PRETENDE IL MAGGIOR DANNO
IL CREDITORE PUÒ DOMANDARE INSIEME LA PRESTAZIONE PRINCIPALE E LA PENALE STABILITA? SÌ, MA SOLO SE LA PENALE È STATA STIPULATA PER IL SEMPLICE RITARDO SÌ, MA SOLO SE LA PENALE È STATA STIPULATA PER IL DEFINITIVO INADEMPIMENTO NO, IN NESSUN CASO SÌ, SEMPRE
LA PENALE PUÒ ESSERE DIMINUITA EQUAMENTE DAL GIUDICE? NO, SALVO CHE L'OBBLIGAZIONE PRINCIPALE SIA STATA PARZIALMENTE ESEGUITA O SE L'AMMONTARE DI ESSA SIA MANIFESTAMENTE ECCESSIVO NO, MAI SÌ, MA SOLO CON IL CONSENSO DEL CREDITORE SÌ, PURCHÉ LA PENALE SUPERI DI OLTRE UN TERZO IL VALORE DELLA PRESTAZIONE PRINCIPALE
QUAL È LA FUNZIONE DELLA CAPARRA PENITENZIALE? QUELLA DI LIMITAZIONE DEL RISARCIMENTO DEL DANNO PER L'INADEMPIMENTO ASSOLUTO QUELLA DI CORRISPETTIVO DEL RECESSO QUELLA DI LIMITAZIONE DEL RISARCIMENTO DEL DANNO PER IL RITARDO NELL'ADEMPIMENTO QUELLA DI CONVENIRE IL DIRITTO DI RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL POTERE DI RAPPRESENTANZA: È CONFERITO DALLA LEGGE OVVERO DALL'INTERESSATO PUÒ ESSERE CONFERITO SOLO DALL'INTERESSATO PUÒ ESSERE CONFERITO SOLO DALL'INTERESSATO IN BASE AD UNA SPECIFICA NORMA AUTORIZZATORIA È SEMPRE CONFERITO SOLO DALL'INTERESSATO E MEDIANTE ATTO SCRITTO
IL CONTRATTO VALIDAMENTE CONCLUSO DAL RAPPRESENTANTE IN NOME E PER CONTO DEL RAPPRESENTATO: PRODUCE DIRETTAMENTE EFFETTO NEI CONFRONTI DEL RAPPRESENTATO PRODUCE EFFETTO SOLO NEI CONFRONTI DEL RAPPRESENTANTE PRODUCE EFFETTO NEI CONFRONTI DEL RAPPRESENTATO SOLO SE ESPRESSAMENTE PATTUITO COL TERZO PRODUCE EFFETTO NEI CONFRONTI DEL RAPPRESENTATO SOLO TRAMITE RATIFICA POSTUMA
QUANDO LA RAPPRESENTANZA È CONFERITA DALL'INTERESSATO, PER LA VALIDITÀ DEL CONTRATTO CONCLUSO DAL RAPPRESENTANTE È SUFFICIENTE CHE QUESTI ABBIA: LA CAPACITÀ D'INTENDERE E DI VOLERE, SEMPRE CHE IL RAPPRESENTATO SIA LEGALMENTE CAPACE LA CAPACITÀ CONTRATTUALE LA CAPACITÀ DI AGIRE LA CAPACITÀ GIURIDICA
IL RAPPRESENTATO CHE È IN MALA FEDE PUÒ GIOVARSI DELLO STATO DI IGNORANZA DEL RAPPRESENTANTE? NO, SALVO CHE QUESTI SIA INCAPACE SÌ, SALVO CHE QUESTI NON SI OPPONGA NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN OGNI CASO
LA PROCURA NON HA EFFETTO: SE NON È CONFERITA PER ISCRITTO SE NON È CONFERITA CON LE FORME PRESCRITTE PER IL CONTRATTO CHE IL RAPPRESENTANTE DEVE CONCLUDERE SE NON È CONFERITA ALMENO CON SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA ALLA PRESENZA DI DUE TESTIMONI SE NON È CONFERITA CON ATTO PUBBLICO
LA PROCURA PER COMPRARE UN IMMOBILE NON HA EFFETTO SE NON È CONFERITA: ALMENO VERBALMENTE ALMENO PER SCRITTURA PRIVATA AUTENTICATA ALLA PRESENZA DI DUE TESTIMONI ALMENO PER ISCRITTO ALMENO PER ATTO PUBBLICO ALLA PRESENZA DI DUE TESTIMONI
IL TERZO CHE CONTRATTA COL RAPPRESENTANTE PUÒ ESIGERE CHE QUESTI GIUSTIFICHI I SUOI POTERI? NO, MAI SÌ, MA SOLO SE IL CONTRATTO CONCERNE BENI IMMOBILI NO, SALVO CHE VI SIANO FONDATI MOTIVI DI RITENERE CHE SI TRATTI DI "FALSUS PROCURATOR" SÌ, SEMPRE
IL CONTRATTO CONCLUSO DAL RAPPRESENTANTE IN CONFLITTO D'INTERESSI COL RAPPRESENTATO È: SEMPRE ANNULLABILE ANNULLABILE, SE IL CONFLITTO ERA CONOSCIUTO O RICONOSCIBILE DAL TERZO NULLO, PURCHÉ IL CONFLITTO ERA EFFETTIVAMENTE CONOSCIUTO DAL TERZO INEFFICACE, SALVO RATIFICA DA PARTE DEL RAPPRESENTATO
IL CONTRATTO CON SE STESSO È ANNULLABILE: IN OGNI CASO SE NON È STATO SPECIFICAMENTE AUTORIZZATO DAL RAPPRESENTATO OVVERO SE IL SUO CONTENUTO NON SIA DETERMINATO IN MODO DA ESCLUDERE IL CONFLITTO D'INTERESSI SOLO SE IL CONFLITTO D'INTERESSI ERA CONOSCIUTO DAL TERZO SOLO SE MANCA UN'ESPRESSA AUTORIZZAZIONE PER ISCRITTO
DA CHI PUÒ ESSERE PROPOSTA L'IMPUGNAZIONE AVVERSO IL CONTRATTO CHE IL RAPPRESENTANTE HA CONCLUSO CON SE STESSO? DAL RAPPRESENTATO E DAL TERZO CHE IGNORAVA SENZA COLPA IL CONFLITTO D'INTERESSE DEL RAPPRESENTANTE SOLO DAL RAPPRESENTATO DA QUALUNQUE INTERESSATO DAL RAPPRESENTATO E DAL RAPPRESENTANTE
LE MODIFICHE DELLA PROCURA SPECIALE SONO OPPONIBILI AI TERZI CHE NON LE CONOSCESSERO AL MOMENTO DELLA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO? NO, SALVO CHE SIANO STATE PORTATE A CONOSCENZA DEI TERZI CON MEZZI IDONEI NO, IN NESSUN CASO SÌ, MA SOLO SE SIANO STATE DISPOSTE CON ATTO PUBBLICO ANTERIORE SÌ, MA SOLO SE RISULTINO DA ATTO SCRITTO AVENTE DATA ANTERIORE CERTA
LA REVOCA DELLA PROCURA È OPPONIBILE AI TERZI CHE, AL MOMENTO DELLA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO, NON NE FOSSERO A CONOSCENZA? NO, IN NESSUN CASO NO, SALVO CHE LA REVOCA SIA STATA PORTATA A CONOSCENZA DEI TERZI CON MEZZI IDONEI SÌ, MA SOLO SE LA REVOCA SIA STATA FATTA PER ATTO PUBBLICO NO, SALVO CHE LA REVOCA RISULTI DA ATTO SCRITTO AVENTE DATA ANTERIORE CERTA
COLUI CHE HA CONTRATTATO COME RAPPRESENTANTE SENZA POTERI: È IN OGNI CASO RESPONSABILE DEL DANNO SUBITO DAL TERZO NON È MAI RESPONSABILE DEL DANNO SOFFERTO DAL TERZO È SEMPRE RESPONSABILE IN SOLIDO COL RAPPRESENTATO PER IL DANNO SUBITO DAL TERZO È RESPONSABILE DEL DANNO CHE IL TERZO HA SOFFERTO PER AVER SENZA SUA COLPA CONFIDATO NELLA VALIDITÀ DEL CONTRATTO
IL RAPPRESENTANTE CHE HA ECCEDUTO I LIMITI DELLE FACOLTÀ CONFERITEGLI DAL RAPPRESENTATO: È IN OGNI CASO RESPONSABILE DEL DANNO SUBITO DAL TERZO È RESPONSABILE DEL DANNO CHE IL TERZO HA SOFFERTO PER AVER CONFIDATO NELLA VALIDITÀ DEL CONTRATTO SENZA SUA COLPA NON È MAI RESPONSABILE DEI DANNI SUBITI DAL TERZO È RESPONSABILE IN SOLIDO CON IL DOMINUS DEI DANNI SUBITI DAL TERZO
IL CONTRATTO STIPULATO TRA IL RAPPRESENTANTE SENZA POTERI ED IL TERZO È: INESISTENTE NULLO INEFFICACE ANNULLABILE
IL CONTRATTO CONCLUSO DAL "FALSUS PROCURATOR" PUÒ ESSERE RATIFICATO DAL RAPPRESENTATO? SÌ, CON LE FORME PRESCRITTE PER LA CONCLUSIONE DI ESSO NO, MAI SÌ, MA SOLO ENTRO QUINDICI GIORNI DAL COMPIMENTO DELL'ATTO SÌ, MA SOLO OVE IL TERZO VI CONSENTA
LA RATIFICA DEL CONTRATTO CONCLUSO DAL "FALSUS PROCURATOR" HA EFFETTO: "EX TUNC", ANCHE A DISCAPITO DEI DIRITTI DEI TERZI RETROATTIVO, MA SONO SALVI I DIRITTI DEI TERZI "EX NUNC" DAL MOMENTO IN CUI IL RAPPRESENTATO È STATO INVITATO DAL TERZO A PRONUNZIARSI SULLA RATIFICA
LA FACOLTÀ DI RATIFICA DA PARTE DELL'INTERESSATO DI UN CONTRATTO CONCLUSO DAL "FALSUS PROCURATOR": SI TRASMETTE AGLI EREDI SI TRASMETTE AI EREDI, MA SOLO A FAVORE DI QUELLI LEGITTIMI NON SI TRASMETTE AGLI EREDI PUÒ ESSERE TRASMESSA AGLI EREDI, MA SOLO PER TESTAMENTO
IL TERZO CONTRAENTE ED IL "FALSUS PROCURATOR": D'ACCORDO, POSSONO SCIOGLIERE IL CONTRATTO PRIMA DELLA RATIFICA DA PARTE DELL'INTERESSATO NON POSSONO IN ALCUN MOMENTO SCIOGLIERE IL CONTRATTO D'ACCORDO, POSSONO SCIOGLIERE IL CONTRATTO ANCHE DOPO LA RATIFICA DELL'INTERESSATO POSSONO SEMPRE SCIOGLIERE IL CONTRATTO, MA SOLO PREVIA AUTORIZZAZIONE DELL'INTERESSATO
IL TERZO CHE HA CONTRATTATO CON IL "FALSUS PROCURATOR" PUÒ: PRETENDERE DALL'INTERESSATO L'ESECUZIONE DEL CONTRATTO PRECLUDERE LA FACOLTÀ DI RATIFICA DELL'INTERESSATO DICHIARANDO PER ISCRITTO DI VOLERNE APPROFITTARE INVITARE L'INTERESSATO A PRONUNZIARSI SULLA RATIFICA ENTRO UN CERTO TERMINE OTTENERE UNA SENTENZA CHE PRODUCA GLI EFFETTI DEL CONTRATTO NON RATIFICATO
NEL CONTRATTO PER PERSONA DA NOMINARE, SALVA DIVERSA CONVENZIONE DELLE PARTI, È PREVISTO DALLA LEGGE UN TERMINE PER LA COMUNICAZIONE DI NOMINA? SÌ, QUATTRO GIORNI SÌ, CINQUE GIORNI SÌ, TRE GIORNI NO
NEL CONTRATTO PER PERSONA DA NOMINARE, LA DICHIARAZIONE DI NOMINA NON HA EFFETTO: SE NON È NOTIFICATA ALL'ALTRO CONTRAENTE SE NON È ACCOMPAGNATA DALL'ACCETTAZIONE DELLA PERSONA NOMINATA O SE NON ESISTE UNA PROCURA ANTERIORE AL CONTRATTO SE NON È FATTA PER ISCRITTO, QUALUNQUE SIA LA FORMA DEL CONTRATTO SE NON È TRASCRITTA
NEL CONTRATTO PER PERSONA DA NOMINARE, L'ACCETTAZIONE DELLA PERSONA NOMINATA NON HA EFFETTO SE: NON RIVESTE LA STESSA FORMA USATA PER IL CONTRATTO, ANCHE SE NON PRESCRITTA DALLA LEGGE NON È TRASCRITTA NEGLI APPOSITI REGISTRI IMMOBILIARI NON RIVESTE, IN OGNI CASO, LA FORMA SCRITTA NON RIVESTE, IN OGNI CASO, LA FORMA DELL'ATTO PUBBLICO
NEL CONTRATTO PER PERSONA DA NOMINARE, È VALIDA UNA DICHIARAZIONE DI NOMINA FATTA ORALMENTE? SÌ, SE IL CONTRATTO È VALIDAMENTE CONCLUSO IN FORMA ORALE NO, DEVE ESSERE SEMPRE FATTA PER ISCRITTO SÌ, ANCHE SE IL CONTRATTO È REDATTO PER ISCRITTO NO, DEVE SEMPRE ESSERE FATTA PER ATTO PUBBLICO
NEL CONTRATTO PER PERSONA DA NOMINARE, SE MANCA O È INVALIDA LA DICHIARAZIONE DI NOMINA: IL CONTRATTO È ANNULLABILE IL CONTRATTO PRODUCE I SUOI EFFETTI TRA LE PARTI ORIGINARIE IL CONTRATTO È NULLO PER IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA IL CONTRATTO È TOTALMENTE INEFFICACE
NEL CONTRATTO PER PERSONA DA NOMINARE, LA VALIDA DICHIARAZIONE DI NOMINA HA EFFETTI RETROATTIVI? SÌ SÌ, SALVO CHE NON SIA STATA FATTA NEI TERMINI STABILITI DALLA LEGGE O DALLE PARTI NO, HA EFFETTO DAL MOMENTO IN CUI VIENE FATTA NO, HA EFFETTO DAL MOMENTO DELL'ACCETTAZIONE DEL TERZO
NEI CONTRATTI A PRESTAZIONI CORRISPETTIVE È POSSIBILE CHE UNA DELLE PARTI SOSTITUISCA A SÉ UN TERZO NEI RAPPORTI DERIVANTI DAL CONTRATTO? SÌ, PURCHÉ VI SIA, SALVE LE ECCEZIONI PREVISTE DALLA LEGGE, IL CONSENSO DEL CONTRAENTE CEDUTO SÌ, MA È SEMPRE NECESSARIO IL CONSENSO DEL CONTRAENTE CEDUTO NO, MAI SÌ, PURCHÉ SI TRATTI DI OBBLIGHI FUNGIBILI
NELLA CESSIONE DEL CONTRATTO, IL CONTRAENTE CEDUTO PUÒ OPPORRE AL CESSIONARIO LE ECCEZIONI DERIVANTI DA ALTRI RAPPORTI CONTRATTUALI COL CEDENTE? SÌ, SALVO QUELLE DI NATURA PERSONALE NO, SALVA ESPRESSA RISERVA EFFETTUATA AL MOMENTO IN CUI HA ACCONSENTITO ALLA SOSTITUZIONE SÌ, SEMPRE NO, SALVO LA PRESCRIZIONE DI CREDITI PECUNIARI
NELLA CESSIONE DEL CONTRATTO, IL CONTRAENTE CEDUTO PUÒ OPPORRE AL CESSIONARIO LE ECCEZIONI DERIVANTI DAL CONTRATTO OGGETTO DELLA CESSIONE? NO SÌ, AD ECCEZIONE DELLA PRESCRIZIONE DI CREDITI PECUNIARI NO, SALVO CHE NE ABBIA FATTA ESPRESSA RISERVA AL MOMENTO IN CUI HA ACCONSENTITO ALLA SOSTITUZIONE SÌ
NELLA CESSIONE DEL CONTRATTO, IL CEDENTE È TENUTO A GARANTIRE L'ADEMPIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI DEL CONTRAENTE CEDUTO? NO, SE NON ASSUME TALE GARANZIA SÌ, ED È NULLO OGNI PATTO CONTRARIO NO, ED È NULLO OGNI PATTO CONTRARIO SÌ, SE TALE GARANZIA NON È ESPRESSAMENTE ESCLUSA
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, LA STIPULAZIONE DI UN CONTRATTO A FAVORE DI TERZO È VALIDA QUALORA: IL SOLO PROMITTENTE VI ABBIA INTERESSE VI ABBIANO INTERESSE SIA IL TERZO SIA LO STIPULANTE IL TERZO VI ABBIA INTERESSE LO STIPULANTE VI ABBIA INTERESSE
NEL CONTRATTO A FAVORE DI TERZI, SALVO PATTO CONTRARIO, IL TERZO MEDESIMO ACQUISTA IL DIRITTO CONTRO IL PROMITTENTE: PER EFFETTO DELLA REGISTRAZIONE DEL CONTRATTO PER EFFETTO DELLA STIPULAZIONE DEL CONTRATTO PER EFFETTO DELLA SUA DICHIARAZIONE DI VOLERNE PROFITTARE PER EFFETTO DELLA TRASCRIZIONE DEL CONTRATTO
NEL CONTRATTO A FAVORE DI TERZI, LO STIPULANTE, DI NORMA, PUÒ REVOCARE LA STIPULAZIONE? SÌ, FINCHÉ IL TERZO NON ABBIA DICHIARATO, ANCHE NEI CONFRONTI DEL PROMITTENTE, DI VOLERNE APPROFITTARE NO, SALVA AUTORIZZAZIONE DEL PROMITTENTE NO, MAI SÌ, IN OGNI MOMENTO
NEL CONTRATTO A FAVORE DI TERZO, IL PROMITTENTE PUÒ OPPORRE AL TERZO: LE ECCEZIONI FONDATE SU OGNI RAPPORTO TRA PROMITTENTE E STIPULANTE SOLO LE ECCEZIONI DERIVANTI DA RAPPORTI TRA PROMITTENTE E TERZO LE ECCEZIONI FONDATE SUL CONTRATTO DAL QUALE IL TERZO DERIVA IL SUO DIRITTO, MA NON QUELLE FONDATE SU ALTRI RAPPORTI TRA PROMITTENTE E STIPULANTE SOLO LE ECCEZIONI PERSONALI
IL CONTRATTO SIMULATO PRODUCE EFFETTI TRA LE PARTI? NO, MAI SÌ, SEMPRE SÌ, SALVO CHE SIA ILLECITO SÌ, PURCHÉ NE SUSSISTANO I REQUISITI DI SOSTANZA E DI FORMA
NELLA SIMULAZIONE, SE LE PARTI HANNO VOLUTO CONCLUDERE UN CONTRATTO DIVERSO DA QUELLO APPARENTE: IL CONTRATTO DISSIMULATO È SEMPRE INEFFICACE IL CONTRATTO DISSIMULATO HA EFFETTO SOLO NEI CONFRONTI DELLA PARTE IN BUONA FEDE IL CONTRATTO DISSIMULATO È IN OGNI CASO NULLO HA EFFETTO TRA ESSE IL CONTRATTO DISSIMULATO, SE NE SUSSISTONO I REQUISITI DI SOSTANZA E DI FORMA
I TERZI POSSONO FAR VALERE LA SIMULAZIONE NEI CONFRONTI DELLE PARTI DI UN CONTRATTO SIMULATO? SÌ, QUANDO LA SIMULAZIONE PREGIUDICA I LORO DIRITTI NO, MAI NO, SALVO CHE IL DIRITTO SIA SORTO ANTERIORMENTE ALL'ATTO SIMULATO SÌ, SEMPRE
I CONTRAENTI POSSONO OPPORRE LA SIMULAZIONE DEL CONTRATTO AI CREDITORI DEL TITOLARE APPARENTE CHE ABBIANO COMPIUTO ATTI DI ESECUZIONE SUI BENI OGGETTO DEL CONTRATTO SIMULATO? NO, MAI NO, MA SOLO SE DETTI CREDITORI SONO IN BUONA FEDE SÌ, SEMPRE SÌ, SALVO CHE SI TRATTI DI ATTI DI ESECUZIONE SU BENI IMMOBILI
SECONDO IL CODICE CIVILE, NELLA SIMULAZIONE, SALVE LE REGOLE SULLA TRASCRIZIONE, CHI PREVALE TRA I CREDITORI DEL SIMULATO ALIENANTE E I CREDITORI DEL SIMULATO ACQUIRENTE, QUANDO ENTRAMBI SIANO CHIROGRAFARI? I SECONDI, IN OGNI CASO I PRIMI, IN OGNI CASO I PRIMI, PURCHÉ IL LORO CREDITO SIA ANTERIORE ALL'ATTO SIMULATO I SECONDI, PURCHÉ IL LORO CREDITO SIA ANTERIORE
SE L'AZIONE DI SIMULAZIONE È PROPOSTA DA TERZI O DA CREDITORI, È AMMISSIBILE LA PROVA PER TESTIMONI? SÌ, SENZA LIMITI SÌ, PURCHÉ IL VALORE DEL CONTRATTO SUPERI MILLE EURO NO, MAI NO, SALVO CHE SI VERSI NELL'IMPOSSIBILITÀ MATERIALE DI PRODURRE UNA PROVA SCRITTA
SE IL CONTRATTO PRESENTA UNA CAUSA ILLECITA, ESSO È: INEFFICACE RESCINDIBILE ANNULLABILE NULLO
IL CONTRATTO CONTRARIO A NORME IMPERATIVE È: ANNULLABILE NULLO INEFFICACE RESCINDIBILE
LA CONTRARIETÀ DELLA CAUSA DEL CONTRATTO AL BUON COSTUME DETERMINA: LA NULLITÀ DEL CONTRATTO LA RESCINDIBILITÀ DEL CONTRATTO L'INEFFICACIA DEL CONTRATTO L'ANNULLABILITÀ DEL CONTRATTO
L'ASSENZA DI ACCORDO NEL CONTRATTO NE DETERMINA: L'INESISTENZA L'ANNULLABILITÀ, SALVO CHE NEI CONTRATTI PER ADESIONE L'ANNULLABILITÀ, IN OGNI CASO LA NULLITÀ
L'ASSENZA DI OGGETTO NEL CONTRATTO NE DETERMINA: L'ANNULLABILITÀ, SALVO CHE LA LEGGE DISPONGA DIVERSAMENTE L'INEFFICACIA LA RESCINDIBILITÀ LA NULLITÀ
LA MANCANZA DELLA FORMA SCRITTA NEL CONTRATTO DI COMPRAVENDITA DI BENI IMMOBILI DETERMINA: L'ANNULLABILITÀ DEL CONTRATTO L'INEFFICACIA DEL CONTRATTO LA NULLITÀ DEL CONTRATTO L'INESISTENZA DEL CONTRATTO
LA NULLITÀ DI SINGOLE CLAUSOLE DI UN CONTRATTO IMPORTA LA NULLITÀ DELL'INTERO CONTRATTO: SOLO SE TRATTASI DI NULLITÀ PER ILLICEITÀ DELLA CAUSA IN OGNI CASO SE RISULTA CHE I CONTRAENTI NON LO AVREBBERO CONCLUSO SENZA QUELLA PARTE DEL SUO CONTENUTO CHE È COLPITA DALLA NULLITÀ SOLO SE LE CLAUSOLE NULLE SONO CONTRARIE A NORME IMPERATIVE
LA NULLITÀ PARZIALE DEL CONTRATTO IMPORTA LA NULLITÀ DELL'INTERO CONTRATTO? SÌ, SE RISULTA CHE I CONTRAENTI NON LO AVREBBERO CONCLUSO SENZA QUELLA PARTE AFFETTA DA NULLITÀ SÌ, IN OGNI CASO NO, IN NESSUN CASO NO, SALVO CHE LA NULLITÀ DIPENDA DA ILLICEITÀ DELLA CAUSA
SALVO ECCEZIONI PREVISTE DALLA LEGGE, CHI PUÒ FAR VALERE LA NULLITÀ DEL CONTRATTO? SOLO IL CONTRAENTE CHE ABBIA UN INTERESSE ALMENO MORALMENTE RILEVANTE SOLO I CONTRAENTI O I LORO EREDI O AVENTI CAUSA, A PRESCINDERE DAGLI INTERESSI VANTATI CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE SOLO IL CONTRAENTE CHE ABBIA UN INTERESSE PATRIMONIALMENTE RILEVANTE
LA NULLITÀ DEL CONTRATTO PUÒ ESSERE FATTA VALERE D'UFFICIO DAL GIUDICE? NO, MAI NO, SALVO CHE SI TRATTI DI NULLITÀ PER VIOLAZIONE DI NORME IMPERATIVE SÌ, SEMPRE SÌ, PURCHÉ NON SIA DECORSO IL TERMINE DI PRESCRIZIONE DELL'AZIONE DI NULLITÀ
QUANDO SI PRESCRIVE L'AZIONE DI NULLITÀ DEL CONTRATTO? IN CINQUE ANNI IN UN ANNO IN DIECI ANNI MAI
IL CONTRATTO NULLO: NON PUÒ ESSERE CONVALIDATO SE LA LEGGE NON PREVEDE DIVERSAMENTE PUÒ ESSERE SEMPRE CONVALIDATO NON PUÒ MAI ESSERE CONVALIDATO PUÒ SOLO ESSERE RATIFICATO
UN CONTRATTO NULLO PUÒ PRODURRE GLI EFFETTI DI UN CONTRATTO DIVERSO? SÌ, SEMPRE, PURCHÉ LA NULLITÀ NON DIPENDA DA ILLICEITÀ DELLA CAUSA SÌ, SEMPRE, PURCHÉ LE PARTI FORMALIZZINO LA CONVERSIONE PER ISCRITTO SÌ, PURCHÉ SUSSISTANO I REQUISITI DI SOSTANZA E DI FORMA E DEBBA RITENERSI CHE LE PARTI LO AVREBBERO VOLUTO SE AVESSERO CONOSCIUTO LA NULLITÀ NO, MAI
IL CONTRATTO CONCLUSO DA CHI NON ABBIA LA CAPACITÀ DI AGIRE È: RESCINDIBILE, IN OGNI CASO ANNULLABILE NULLO INEFFICACE
IL CONTRATTO CONCLUSO DAL MINORE È: ANNULLABILE VALIDO ED EFFICACE NULLO VALIDO, MA INEFFICACE
È VALIDO IL CONTRATTO CONCLUSO DAL MINORE CHE CON RAGGIRI ABBIA OCCULTATO LA SUA MINORE ETA'? SÌ NO, È ANNULLABILE SÌ, MA È IMPUGNABILE NO, È NULLO
IL CONTRATTO STIPULATO DA COLUI CHE È INCAPACE DI INTENDERE E DI VOLERE È: ANNULLABILE, IN OGNI CASO INEFFICACE, IN OGNI CASO NULLO, SE RISULTA UN GRAVE PREGIUDIZIO ALL'ALTRO CONTRAENTE ANNULLABILE, SE NE RISULTA UN GRAVE PREGIUDIZIO ALL'AUTORE
A NORMA DEL CODICE CIVILE, QUALI SONO I VIZI DEL CONSENSO CHE POSSONO INFICIARE LA VALIDA CONCLUSIONE DI UN CONTRATTO? ERRORE, RISERVA MENTALE E DOLO ERRORE, VIOLENZA E DOLO VIOLENZA, DOLO E SIMULAZIONE ERRORE, VIOLENZA E STATO DI NECESSITÀ
I VIZI DEL CONSENSO PRESTATO PER LA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO DETERMINANO: LA NULLITÀ DEL CONTRATTO L'ANNULLABILITÀ DEL CONTRATTO LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO L'INEFFICACIA DEL CONTRATTO
PERCHÉ POSSA ESSERE CAUSA DI INVALIDITÀ DEL CONTRATTO, È NECESSARIO CHE L'ERRORE SIA: COMUNE AD ENTRAMBE LE PARTI, PURCHÉ ESSENZIALE ESSENZIALE ED EFFETTIVAMENTE CONOSCIUTO DALL'ALTRO CONTRAENTE ESSENZIALE O COMUNQUE RICONOSCIBILE DALL'ALTRO CONTRAENTE ESSENZIALE E RICONOSCIBILE DALL'ALTRO CONTRAENTE
È ANNULLABILE UN CONTRATTO PER ERRORE DI DIRITTO? SÌ, SE L'ERRORE È RICONOSCIBILE DALL'ALTRO CONTRAENTE ED È STATA LA RAGIONE UNICA O PRINCIPALE DEL CONTRATTO SÌ, ALL'UNICA CONDIZIONE CHE L'ERRORE SIA RICONOSCIBILE DALL'ALTRO CONTRAENTE NO, MAI NO, SALVO CHE IL CONTRAENTE IN ERRORE SUBISCA UN GRAVE PREGIUDIZIO
LA VIOLENZA ESERCITATA DA UN TERZO È CAUSA DI ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO? NO, SALVO CHE IL CONTRAENTE AVVANTAGGIATO NE SIA A CONOSCENZA SÌ, MA SOLO SE IL TERZO RICEVE UN VANTAGGIO, ANCHE SE INDIRETTO SÌ SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI VIOLENZA FISICA
LA VIOLENZA DIRETTA CONTRO TERZI PUÒ ESSERE CAUSA DI ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO? SÌ, MA SOLO SE LA VIOLENZA È RIVOLTA AI FIGLI DEL CONTRAENTE SÌ, MA SOLO SE LA VIOLENZA È DIRETTA VERSO IL CONIUGE DEL CONTRAENTE SÌ, MA SOLO SE IL MALE MINACCIATO RIGUARDA LA PERSONA O I BENI DEL CONIUGE, DI UN DISCENDENTE O DI UN ASCENDENTE DEL CONTRAENTE NO, MAI
IL SOLO TIMORE REVERENZIALE È CAUSA DI ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO? SÌ, SEMPRE NO, MAI NO, SALVO CHE L'ALTRO CONTRAENTE SE NE SIA AVVANTAGGIATO SÌ, MA SOLO QUANDO L'ALTRO CONTRAENTE POTEVA RICONOSCERE L'ESISTENZA DEL TIMORE REVERENZIALE
COME È DEFINITA L'AZIONE VOLTA A FAR VALERE L'ANNULLABILITÀ DEL CONTRATTO? AZIONE DI NULLITÀ AZIONE DI RESCISSIONE AZIONE DI ANNULLAMENTO AZIONE DI RISOLUZIONE
I RAGGIRI USATI DAL TERZO DETERMINANO L'ANNULLABILITÀ DEL CONTRATTO? NO, SALVO CHE I RAGGIRI FOSSERO NOTI AL CONTRAENTE CHE NE HA TRATTO VANTAGGIO SÌ, ANCHE SE I RAGGIRI NON ERANO NOTI AL CONTRAENTE CHE NE HA TRATTO VANTAGGIO SÌ, SEMPRE SÌ, PURCHÉ IL CONTRAENTE RAGGIRATO SUBISCA UN GRAVE PREGIUDIZIO ECONOMICO
IN QUANTI ANNI SI PRESCRIVE L'AZIONE DI ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO? CINQUE ANNI TRE ANNI DUE ANNI UN ANNO
SALVO ECCEZIONI, DA CHI PUÒ ESSERE DOMANDATO L'ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO? DAI CONTRAENTI E DAL PUBBLICO MINISTERO SOLO DALLA PARTE NEL CUI INTERESSE È STABILITO DALLA LEGGE DA TUTTI I CONTRAENTI INTERESSATI DA CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE
NEL CASO DI CONTRATTO STIPULATO DA UN CONDANNATO IN STATO DI INTERDIZIONE LEGALE, DA CHI PUÒ ESSERE FATTA VALERE L'AZIONE DI ANNULLAMENTO? SOLO DALL'ALTRO CONTRAENTE DA CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE SOLO DAL CONDANNATO INTERDETTO SOLO DAL TUTORE DEL CONDANNATO INTERDETTO
L'ANNULLABILITÀ DEL CONTRATTO PUÒ ESSERE OPPOSTA DALLA PARTE CONVENUTA PER L'ESECUZIONE DEL CONTRATTO MEDESIMO? SÌ, MA SOLO SE NON È PRESCRITTA L'AZIONE DI ANNULLAMENTO SÌ, MA SOLO SE L'ANNULLABILITÀ DIPENDE DA VIOLENZA SÌ, MA SOLO SE L'ANNULLABILITÀ DIPENDE DA DOLO SÌ, ANCHE SE È PRESCRITTA L'AZIONE DI ANNULLAMENTO
QUALE EFFETTO PRODUCE NEI CONFRONTI DEI TERZI L'ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO NON DIPENDENTE DA INCAPACITÀ LEGALE? SALVI GLI EFFETTI DELLA TRASCRIZIONE, NON PREGIUDICA I DIRITTI DEI TERZI ACQUISTATI A TITOLO ONEROSO E IN BUONA FEDE NON PREGIUDICA MAI I DIRITTI ACQUISITI DAI TERZI TITOLO ONEROSO NON PREGIUDICA MAI I DIRITTI DEI TERZI IN BUONA FEDE CADUCA SEMPRE I DIRITTI DEI TERZI
IL CONTRATTO ANNULLABILE PUÒ ESSERE CONVALIDATO? NO, PUÒ ESSERE SOLO RETTIFICATO CON APPOSITA DICHIARAZIONE SCRITTA SÌ, SEGUENDO TALUNE FORMALITÀ PREVISTE DAL CODICE CIVILE SÌ, NELLA MODALITÀ RITENUTA PIÙ OPPORTUNA DAL CONTRAENTE INTERESSATO NO, IN NESSUN MODO
IN QUALE DELLE SEGUENTI IPOTESI IL CONTRATTO PUÒ ESSERE RESCISSO? QUALORA UNA PARTE ABBIA ASSUNTO OBBLIGAZIONI A CONDIZIONI INIQUE, PER LA NECESSITÀ, NOTA ALLA CONTROPARTE, DI SALVARE SÉ OD ALTRI DA UNO STATO DI PERICOLO PER STATO DI BISOGNO, ANCHE SE L'ALTRA PARTE NON NE HA PROFITTATO PER INADEMPIMENTO SE IL CONSENSO DI UNA DELLE PARTI SIA STATO ESTORTO CON VIOLENZA
SE LA SPROPORZIONE TRA LA PRESTAZIONE DI UNA PARTE DI UN CONTRATTO E QUELLA DELL'ALTRA È DIPESA DALLO STATO DI BISOGNO DI UNA DI ESSE, DEL QUALE L'ALTRA HA APPROFITTATO A SUO VANTAGGIO, LA PARTE DANNEGGIATA PUÒ CHIEDERE: L'ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO LA NULLITÀ DEL CONTRATTO LA RESCISSIONE DEL CONTRATTO LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
L'AZIONE GENERALE DI RESCISSIONE PER LESIONE NON È AMMISSIBILE SE: LA LESIONE NON ECCEDE LA METÀ DEL VALORE CHE LA PRESTAZIONE AVEVA AL TEMPO DEL CONTRATTO LA LESIONE NON COMPORTA UN GRAVE PREGIUDIZIO ECONOMICO LA LESIONE NON ECCEDE UN QUINTO DEL VALORE CHE LA PRESTAZIONE AVEVA AL TEMPO DEL CONTRATTO LA LESIONE NON ECCEDE UN TERZO DEL VALORE CHE LA PRESTAZIONE AVEVA AL TEMPO DEL CONTRATTO
A NORMA DEL CODICE CIVILE, I CONTRATTI ALEATORI POSSONO ESSERE RESCISSI PER CAUSA DI LESIONE? SÌ, MA SOLO SE SI TRATTA DI CONTRATTI ALEATORI PER LORO NATURA NO SÌ SÌ, SALVO CHE SI TRATTI DI CONTRATTI ALEATORI PER VOLONTÀ DELLE PARTI
LA RESCINDIBILITÀ PUÒ ESSERE OPPOSTA DALLA PARTE CONVENUTA PER L'ESECUZIONE DEL CONTRATTO? NO, MAI SÌ, FINO A QUANDO NON È PRESCRITTA L'AZIONE PER FARLA VALERE SÌ, ANCHE SE È PRESCRITTA L'AZIONE PER FARLA VALERE NO, SALVO CHE SI TRATTI DI RESCISSIONE PER LESIONE
SALVO CHE IL FATTO COSTITUISCA REATO, QUAL È IL TERMINE DI PRESCRIZIONE DELL'AZIONE DI RESCISSIONE DEL CONTRATTO? UN ANNO CINQUE ANNI DIECI ANNI TRE ANNI
IL CONTRAENTE CONTRO IL QUALE È DOMANDATA LA RESCISSIONE DEL CONTRATTO, PUÒ EVITARLA? SÌ, PURCHÉ IL CONTRAENTE AVVANTAGGIATO OFFRA DI RIDURRE ALMENO DI UN QUARTO L'AMMONTARE DI QUANTO DEVE RICEVERE SÌ, OFFRENDO UNA MODIFICAZIONE DEL CONTRATTO SUFFICIENTE PER RICONDURLO AD EQUITÀ NO, SALVO CHE LE PARTI ABBIANO CONVENUTO DIVERSAMENTE NO, IN NESSUN CASO
IL CONTRATTO RESCINDIBILE PUÒ ESSERE CONVALIDATO? SÌ, PURCHÉ IL CONTRAENTE CUI SPETTA L'AZIONE DI RESCISSIONE ABBIA DATO VOLONTARIAMENTE ESECUZIONE AL CONTRATTO SÌ, MEDIANTE UN ATTO CHE CONTENGA ESPRESSAMENTE IL MOTIVO DELLA RESCINDIBILITÀ DEL CONTRATTO NO, MAI NO, SALVO CHE LA DICHIARAZIONE DI CONVALIDA VENGA EFFETTUATA TRAMITE NOTAIO
QUALI EFFETTI PRODUCE NEI CONFRONTI DEI TERZI LA RESCISSIONE DEL CONTRATTO? SALVE LE REGOLE SULLA TRASCRIZIONE, NON SUBISCONO PREGIUDIZIO I DIRITTI ACQUISITI DAI TERZI, ANCHE SE IN MALA FEDE SONO SALVI I DIRITTI DEI TERZI, PURCHÉ ACQUISTATI IN BUONA FEDE I DIRITTI DEI TERZI SONO SEMPRE CADUCATI DALLA RESCISSIONE SONO SALVI I DIRITTI DEI TERZI, MA SOLO SE ACQUISITI A TITOLO ONEROSO
IN QUALI CASI PUÒ ESSERE RISOLTO UN CONTRATTO A PRESTAZIONI CORRISPETTIVE? PER INADEMPIMENTO, PER ECCESSIVA ONEROSITÀ O PER STATO DI BISOGNO PER INADEMPIMENTO, PER IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA O PER ECCESSIVA ONEROSITÀ PER INADEMPIMENTO, PER IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA O PER LESIONE "ULTRA DIMIDIUM" SOLO PER STATO DI BISOGNO O PER ECCESSIVA ONEROSITÀ
DI QUALE DEI SEGUENTI RIMEDI DISPONE IL CONTRAENTE NEI CONFRONTI DEL QUALE NON VIENE ESEGUITA LA PRESTAZIONE CONTRATTUALE DALLA CONTROPARTE? DELL'AZIONE DI RESCISSIONE DELL'AZIONE DI NULLITÀ PER INADEMPIMENTO DELL'AZIONE DI RISOLUZIONE PER INADEMPIMENTO DELL'AZIONE DI ANNULLAMENTO
IL CONTRAENTE CHE HA DOMANDATO LA RISOLUZIONE PER INADEMPIMENTO DI UN CONTRATTO A PRESTAZIONI CORRISPETTIVE PUÒ CHIEDERE SUCCESSIVAMENTE L'ADEMPIMENTO? NO, MAI SÌ, SEMPRE NO, SALVO CHE L'ADEMPIMENTO ABBIA NOTEVOLE IMPORTANZA AVUTO RIGUARDO ALL'INTERESSE DELLA PARTE ADEMPIENTE SÌ, SALVO CHE SIA STATA PATTUITA UNA CLAUSOLA RISOLUTIVA ESPRESSA
SECONDO IL CODICE CIVILE, IL CONTRATTO NON SI PUÒ RISOLVERE PER INADEMPIMENTO SE: L'INADEMPIMENTO DI UNA DELLE PARTI È OBIETTIVAMENTE LIEVE L'INADEMPIMENTO DI UNA DELLE PARTI HA SCARSA IMPORTANZA, AVUTO RIGUARDO ALL'INTERESSE DELL'ALTRA LA PARTE CHE CHIEDE LA RISOLUZIONE NON FACCIA CONTESTUALE OFFERTA DELLA PROPRIA PRESTAZIONE L'INADEMPIMENTO DI UNA DELLE PARTI È DOVUTO A COLPA LIEVE
QUANDO È STATA PATTUITA LA CLAUSOLA RISOLUTIVA ESPRESSA, LA RISOLUZIONE: SI VERIFICA DI DIRITTO QUANDO LA PARTE INTERESSATA DICHIARA ALL'ALTRA CHE INTENDE VALERSENE SI VERIFICA AUTOMATICAMENTE AL MOMENTO DELL'INADEMPIMENTO SI VERIFICA DOPO LA NOTIFICA DELLA DIFFIDA AD ADEMPIERE SI VERIFICA SOLO A SEGUITO DELLA PRONUNCIA DEL GIUDICE, SU ISTANZA DI PARTE
LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO PER INADEMPIMENTO HA, TRA LE PARTI, EFFETTO RETROATTIVO? SÌ, SALVO IL CASO DI CONTRATTI AD ESECUZIONE CONTINUATA O PERIODICA, PER I QUALI L'EFFETTO DELLA RISOLUZIONE NON SI ESTENDE ALLE PRESTAZIONI GIÀ ESEGUITE NO, MAI SÌ, IN OGNI CASO NO, SALVO PATTO CONTRARIO
NEI CONTRATTI CON PRESTAZIONI CORRISPETTIVE, SE UN CONTRAENTE NON ADEMPIE O NON OFFRE DI ADEMPIERE NEI TERMINI PREVISTI, L'ALTRO: PUÒ SOLO CHIEDERE LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO PUÒ RESCINDERE IL CONTRATTO PUÒ RIFIUTARSI DI ADEMPIERE LA SUA OBBLIGAZIONE PUÒ SOLO CHIEDERE IL RISARCIMENTO DEL DANNO
QUALI EFFETTI PRODUCE NEI CONFRONTI DEI TERZI LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO? SONO SEMPRE SALVI I DIRITTI DEI TERZI, PURCHÉ IN BUONA FEDE SONO SALVI I DIRITTI DEI TERZI, SE ACQUISTATI A TITOLO ONEROSO I DIRITTI DEI TERZI SONO SEMPRE SACRIFICATI SALVE LE REGOLE SULLA TRASCRIZIONE, NON SUBISCONO PREGIUDIZIO I DIRITTI DEI TERZI, ANCHE SE ACQUISTATI IN MALA FEDE
LA PARTE CONTRO LA QUALE È DOMANDATA LA RISOLUZIONE PER ECCESSIVA ONEROSITÀ SOPRAVVENUTA: NON PUÒ IN ALCUN MODO EVITARLA PUÒ EVITARLA OFFRENDO DI MODIFICARE EQUAMENTE LE CONDIZIONI DEL CONTRATTO NON PUÒ EVITARLA OFFRENDO DI MODIFICARE LE CONDIZIONI DEL CONTRATTO PUÒ EVITARLA DIMOSTRANDO LA SUA BUONA FEDE
LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO PER ECCESSIVA ONEROSITÀ NON PUÒ ESSERE DOMANDATA: SE ESSA DIPENDE DA AVVENIMENTI STRAORDINARI ED IMPREVEDIBILI SE LA SOPRAVVENUTA ONEROSITÀ RIENTRA NELL'ALEA NORMALE DEL CONTRATTO SE IL VALORE DELLA PRESTAZIONE DOVUTA NON È AUMENTATO PIÙ DI UN SESTO SE IL RICHIEDENTE NON VERSA IN STATO DI BISOGNO
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, LE CLAUSOLE CONTRATTUALI CHE STABILISCONO CHE IL PREZZO DEI BENI O SERVIZI SIA DETERMINATO AL MOMENTO DELLA CONSEGNA O DELLA PRESTAZIONE: SI PRESUMONO VESSATORIE SINO A PROVA CONTRARIA SONO ANNULLABILI NON HANNO EFFETTO SE NON SONO APPROVATE DALLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI SONO SEMPRE INEFFICACI
NEI CONTRATTI TRA CONSUMATORE E PROFESSIONISTA, L'INEFFICACIA DELLE CLAUSOLE VESSATORIE: OPERA SOLTANTO A VANTAGGIO DEL CONSUMATORE OPERA A VANTAGGIO DI ENTRAMBE LE PARTI OPERA SOLO A VANTAGGIO DEL PREDISPONENTE OPERA A VANTAGGIO DELLA PARTE CHE LA RILEVA PER PRIMA
NEI CONTRATTI TRA CONSUMATORE E PROFESSIONISTA, L'INEFFICACIA DELLE CLAUSOLE VESSATORIE PUÒ ESSERE RILEVATA D'UFFICIO DAL GIUDICE? NO, L'INEFFICACIA È RILEVABILE SOLO SU ISTANZA DI PARTE SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO SE LE CLAUSOLE NON SIANO STATE OGGETTO DI TRATTATIVA SÌ, MA SOLO SE LE CLAUSOLE NON SIANO STATE EFFETTIVAMENTE CONOSCIUTE DAL CONSUMATORE
NEI CONTRATTI TRA CONSUMATORE E PROFESSIONISTA, NON SI CONSIDERANO VESSATORIE, TRA LE ALTRE, LE CLAUSOLE: CHE SIANO STATE ESPRESSAMENTE SOTTOSCRITTE DAL PROFESSIONISTA CHE SIANO STATE ESPRESSAMENTE SOTTOSCRITTE DAL CONSUMATORE CHE SIANO STATE OGGETTO DI TRATTATIVA INDIVIDUALE CHE RIPRODUCANO USI
NEI CONTRATTI DEI CONSUMATORI, LE CLAUSOLE CHE HANNO PER EFFETTO DI LIMITARE L'OPPONIBILITÀ DELLA ECCEZIONE DI INADEMPIMENTO DA PARTE DEL CONSUMATORE: SONO COMUNQUE EFFICACI SI PRESUMONO VESSATORIE SINO A PROVA CONTRARIA NON SONO VESSATORIE, SALVO PROVA CONTRARIA SI PRESUMONO VESSATORIE, SALVO VALIDAZIONE DI ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI
AI FINI DELL'APPLICAZIONE DELLA DISCIPLINA RELATIVA AI CONTRATTI DEI CONSUMATORI, NELLA NOZIONE DI CONSUMATORE RIENTRANO, SE IN POSSESSO DEI REQUISITI DI LEGGE: LE PERSONE FISICHE E GLI ENTI "NO PROFIT" LE PERSONE GIURIDICHE LE PERSONE FISICHE E LE PERSONE GIURIDICHE LE SOLE PERSONE FISICHE
COME SI DEFINISCE QUEL CONTRATTO CHE HA AD OGGETTO IL TRASFERIMENTO DI UN DIRITTO DIETRO IL CORRISPETTIVO DI UN PREZZO? COMPRAVENDITA COMODATO LOCAZIONE MUTUO
SALVO CHE SI TRATTI DI CONTRATTO ALEATORIO, NELLA VENDITA DI COSA FUTURA, SE LA COSA NON VIENE AD ESISTENZA IL CONTRATTO È: ANNULLABILE RISOLUBILE NULLO INESISTENTE
LA COMPRAVENDITA È UN CONTRATTO: PRELIMINARE CONSENSUALE UNILATERALE REALE
LA COMPRAVENDITA È UN CONTRATTO: AD EFFETTI REALI SEMPRE AD EFFETTI DIFFERITI ESCLUSIVAMENTE AD EFFETTI OBBLIGATORI AD EFFETTI ANTICIPATI
SE LA COSA VENDUTA RISULTA GRAVATA DA VINCOLI DERIVANTI DA PIGNORAMENTO LA CUI ESISTENZA ERA NOTA AL COMPRATORE, QUESTI PUÒ CHIEDERE LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO? NO, SALVO CHE LA COSA VENDUTA DEBBA ANCORA ESSERE CONSEGNATA NO SÌ SÌ, SALVO CHE LA COSA VENDUTA DEBBA ANCORA ESSERE CONSEGNATA
È VALIDA LA CLAUSOLA CON CUI LE PARTI DI UN CONTRATTO DI VENDITA ESCLUDONO LA GARANZIA PER L'EVIZIONE DERIVANTE DA UN FATTO PROPRIO DEL VENDITORE? SÌ, SEMPRE NO, MAI NO, SALVO CHE SI TRATTI DI VENDITA DI BENI MOBILI NO, SALVO CHE SI TRATTI DI VENDITA DI BENI IMMOBILI
IL PATTO CON CUI SI ESCLUDE O SI LIMITA LA GARANZIA PER I VIZI DELLA COSA VENDUTA NON HA EFFETTO: SE I VIZI PREESISTEVANO ALLA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO SE IL VENDITORE HA IN MALA FEDE TACIUTO AL COMPRATORE I VIZI DELLA COSA SE I VIZI NON ERANO FACILMENTE RICONOSCIBILI NEL MOMENTO IN CUI IL CONTRATTO FU CONCLUSO SE I VIZI ERANO RICONOSCIBILI QUANDO IL CONTRATTO FU CONCLUSO
LA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO È OGGETTO DI UNA SPECIFICA DISCIPLINA DA PARTE DEL CODICE CIVILE? SÌ, NEL LIBRO PRIMO NO, ESSA È OGGETTO SOLO DI REGOLAMENTAZIONE DA PARTE DELLA NORMATIVA COMUNITARIA SÌ, NEL LIBRO QUARTO NO, VALGONO LE COMUNI REGOLE CONCERNENTI LA COMPRAVENDITA
NELLA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO, AI CONTRATTI DI VENDITA SONO ESPRESSAMENTE EQUIPARATI, TRA GLI ALTRI, I CONTRATTI DI: LOCAZIONE, TRASPORTO E MANDATO SOMMINISTRAZIONE, LOCAZIONE E TRASPORTO PERMUTA, SOMMINISTRAZIONE E LOCAZIONE PERMUTA, SOMMINISTRAZIONE E APPALTO
NELLA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO, L'OBBLIGO ESSENZIALE DEL VENDITORE È QUELLO DI: GARANTIRE AL CONSUMATORE LE SPESE DI GIUDIZIO DA INTENTARE EVENTUALMENTE AL PRODUTTORE CONSEGNARE AL CONSUMATORE BENI CONFORMI AL CONTRATTO DI VENDITA PERMUTARE IL BENE, UNA VOLTA CONSUMATO, CON UNO NUOVO CONSEGNARE I BENI AL DOMICILIO DEL CONSUMATORE
NELLA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO, IL VENDITORE È RESPONSABILE NEI CONFRONTI DEL CONSUMATORE PER QUALSIASI DIFETTO DI CONFORMITÀ: ESISTENTE AL MOMENTO DELLA CONSEGNA DEL BENE CAGIONATO, ANCHE DALL'ACQUIRENTE, ENTRO TRE ANNI DALL'ACQUISTO CAGIONATO, ANCHE DALL'ACQUIRENTE, ENTRO SEI MESI DALLA CONSEGNA SEMPRE E COMUNQUE INTERVENUTO
NELLA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO, IN CASO DI DIFETTO DI CONFORMITÀ, IL CONSUMATORE HA DIRITTO, OLTRE AL RIPRISTINO DELLA CONFORMITÀ DEL BENE: AD UNA RIDUZIONE DEL PREZZO O ALLA RESCISSIONE DEL CONTRATTO AD UNA RIDUZIONE DEL PREZZO O ALLA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO SOLO ALLA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO ALLA DICHIARAZIONE DI NULLITÀ DEL CONTRATTO
NELLA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO, IL VENDITORE È RESPONSABILE QUANDO IL DIFETTO DI CONFORMITÀ SI MANIFESTA ENTRO: UN ANNO DAL GIORNO IN CUI IL BENE È STATO USATO PER LA PRIMA VOLTA DUE ANNI DAL MOMENTO IN CUI È TERMINATA LA FABBRICAZIONE DEL BENE UN ANNO DALLA CONSEGNA DEL BENE DUE ANNI DALLA CONSEGNA DEL BENE
NELLA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO, ENTRO QUALE TERMINE IL CONSUMATORE DEVE DENUNCIARE IL DIFETTO DI CONFORMITÀ PER POTER FRUIRE DEI DIRITTI PREVISTI DALLA LEGGE? OTTO GIORNI DALLA DATA DELL'ACQUISTO DUE MESI DALLA DATA IN CUI HA SCOPERTO IL DIFETTO OTTO GIORNI DALLA DATA IN CUI HA SCOPERTO IL DIFETTO UN MESE DAL GIORNO DELL'ACQUISTO
NELLA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO, IN QUANTO TEMPO SI PRESCRIVE L'AZIONE DIRETTA A FAR VALERE I DIFETTI NON DOLOSAMENTE OCCULTATI DAL VENDITORE? DIECI ANNI DALL'ACQUISTO DEL BENE DUE ANNI DALLA CONSEGNA DEL BENE VENTISEI MESI DALLA CONSEGNA DEL BENE CINQUE ANNI DALLA SCOPERTA DEL VIZIO
NELLA VENDITA DEI BENI DI CONSUMO, I PATTI, ANTERIORI ALLA COMUNICAZIONE AL VENDITORE DEL DIFETTO DI CONFORMITÀ, VOLTI AD ESCLUDERE O LIMITARE I DIRITTI RICONOSCIUTI AL CONSUMATORE SONO: INEFFICACI ANNULLABILI RESCINDIBILI NULLI
IL CONTRATTO CHE HA PER OGGETTO IL TRASFERIMENTO RECIPROCO DELLA PROPRIETÀ DI COSE O DI ALTRI DIRITTI DA UN CONTRAENTE AD UN ALTRO È DEFINITO: CONTRATTO ESTIMATORIO RIPORTO PERMUTA VENDITA RECIPROCA
LA PERMUTA È UN CONTRATTO: CONSENSUALE REALE ALEATORIO ATIPICO
IL CONTRATTO CON IL QUALE UNA PARTE CONSEGNA UNA O PIÙ COSE MOBILI ALL'ALTRA E QUESTA SI OBBLIGA A PAGARNE IL PREZZO, SALVO CHE RESTITUISCA LE COSE NEL TERMINE STABILITO, È DEFINITO: ESTIMATORIO CREDITO AL CONSUMO RIPORTO VENDITA A TERMINE
IL CONTRATTO ESTIMATORIO È UN CONTRATTO: CONSENSUALE ATIPICO REALE APERTO
IL CONTRATTO CON IL QUALE UNA PARTE SI OBBLIGA, VERSO CORRISPETTIVO DI UN PREZZO, AD ESEGUIRE A FAVORE DELL'ALTRA PRESTAZIONI PERIODICHE O CONTINUATIVE DI COSE È DEFINITO: CONTRATTO D'OPERA VENDITA A CONSEGNE RIPARTITE SOMMINISTRAZIONE APPALTO
LA SOMMINISTRAZIONE È UN CONTRATTO: REALE AD ESECUZIONE ISTANTANEA AD EFFETTI OBBLIGATORI AD EFFETTI REALI
IL CONTRATTO CON IL QUALE UNA PARTE SI OBBLIGA, VERSO UN DETERMINATO CORRISPETTIVO, A FAR GODERE ALL'ALTRA UNA COSA MOBILE O IMMOBILE PER UN DATO TEMPO È DEFINITO: LOCAZIONE USO COMODATO USUFRUTTO
LA LOCAZIONE È UN CONTRATTO: CONSENSUALE E AD EFFETTI REALI REALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI CONSENSUALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI REALE E AD EFFETTI REALI
A NORMA DEL CODICE CIVILE, IL CONTRATTO DI LOCAZIONE È ATTO ECCEDENTE L'ORDINARIA AMMINISTRAZIONE: QUANDO HA AD OGGETTO IMMOBILI QUANDO È STIPULATO PER UNA DURATA NON INFERIORE A QUATTRO ANNI QUANDO È STIPULATO PER UNA DURATA SUPERIORE A NOVE ANNI QUANDO È STIPULATO PER UNA DURATA COMPLESSIVA SUPERIORE AD OTTO ANNI
IL CONTRATTO CON IL QUALE UNA PARTE ASSUME, CON ORGANIZZAZIONE DEI MEZZI NECESSARI E CON GESTIONE A PROPRIO RISCHIO, IL COMPIMENTO DI UN SERVIZIO VERSO UN CORRISPETTIVO IN DENARO È DEFINITO: APPALTO MANDATO SOMMINISTRAZIONE CONTRATTO D'OPERA
IL CONTRATTO D'APPALTO SI PERFEZIONA: CON IL SEMPLICE CONSENSO LIBERAMENTE MANIFESTATO DALLE PARTI CON IL COMPIMENTO DELL'OPERA O DEL SERVIZIO OGGETTO DELL'APPALTO CON IL VERSAMENTO DI ALMENO UNA PARTE DEL CORRISPETTIVO CON IL COLLAUDO DELL'OPERA O DEL SERVIZIO OGGETTO DELL'APPALTO
A NORMA DEL CODICE CIVILE, L'APPALTATORE: NON PUÒ DARE IN SUBAPPALTO IL SERVIZIO SE NON È STATO AUTORIZZATO DAL COMMITTENTE PUÒ SUBAPPALTARE IL SERVIZIO ANCHE SENZA IL CONSENSO DEL COMMITTENTE PUÒ LIBERAMENTE SUBAPPALTARE IL SERVIZIO, SALVO CHE IL COMMITTENTE L'ABBIA ESPRESSAMENTE VIETATO NON PUÒ MAI SUBAPPALTARE IL SERVIZIO A TERZI
IL TRASPORTO È UN CONTRATTO: CONSENSUALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI CONSENSUALE E AD EFFETTI REALI REALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI REALE E AD EFFETTI REALI
NEL CONTRATTO DI MANDATO, IL MANDATARIO È LA PARTE CHE: ASSUME STABILMENTE L'INCARICO DI PROMUOVERE, PER CONTO DELL'ALTRA PARTE E VERSO RETRIBUZIONE, LA CONCLUSIONE DI CONTRATTI IN UNA DETERMINATA ZONA METTE IN RELAZIONE PIÙ SOGGETTI PER LA CONCLUSIONE DI UN AFFARE RICEVE L'INCARICO DI CUSTODIRE UNA COSA CON L'OBBLIGO DI RESTITUIRLA SI OBBLIGA A COMPIERE UNO O PIÙ ATTI GIURIDICI PER CONTO DELL'ALTRA
IL MANDATO È UN CONTRATTO: CONSENSUALE E AD EFFETTI REALI CONSENSUALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI REALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI REALE E AD EFFETTI REALI
AI SENSI DEL CODICE CIVILE, L'ATTO CHE ESORBITA DAL MANDATO: È ANNULLABILE RESTA A CARICO DEL MANDATARIO, SE IL MANDANTE NON LO RATIFICA RESTA IN OGNI CASO A CARICO DEL MANDATARIO, ANCHE SE IL MANDANTE LO RATIFICA È NULLO
IL CONTRATTO CON IL QUALE UNA PARTE RICEVE DALL'ALTRA UNA COSA MOBILE CON L'OBBLIGO DI CUSTODIRLA E RESTITUIRLA IN NATURA È DEFINITO: USUFRUTTO DEPOSITO COMODATO MUTUO
IL DEPOSITO REGOLARE È UN CONTRATTO: REALE E AD EFFETTI REALI CONSENSUALE E AD EFFETTI REALI REALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI CONSENSUALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI
IL CONTRATTO CON IL QUALE UNA PARTE CONSEGNA ALL'ALTRA UNA DETERMINATA QUANTITÀ DI DENARO O DI ALTRE COSE FUNGIBILI E L'ALTRA SI OBBLIGA A RESTITUIRE ALTRETTANTE COSE DELLA STESSA SPECIE E QUALITÀ È DEFINITO: DEPOSITO MUTUO COMODATO CONTO CORRENTE
NEL CONTRATTO DI MUTUO, IL MUTUATARIO ACQUISTA LA PROPRIETÀ DELLE COSE DATE A MUTUO? NO SÌ, MA SOLO SE IL MUTUO HA AD OGGETTO UNA SOMMA DI DENARO SÌ SÌ, MA SOLO SE SPECIFICAMENTE AUTORIZZATO DAL MUTUANTE
L'ASSICURAZIONE È UN CONTRATTO: INNOMINATO COMMUTATIVO ASSOCIATIVO ALEATORIO
SECONDO IL CODICE CIVILE, DA CHI PUÒ ESSERE ESERCITATA L'IMPRESA DI ASSICURAZIONE? DA UN ISTITUTO DI DIRITTO PUBBLICO O DA UNA SOCIETÀ PER AZIONI DA SOCIETÀ DI CAPITALI O DA IMPRENDITORI INDIVIDUALI SOLO DA SOCIETÀ DI CAPITALI SOLO DA ENTI PUBBLICI ECONOMICI
È FIDEIUSSORE COLUI CHE, OBBLIGANDOSI PERSONALMENTE VERSO IL CREDITORE: CEDE UN CREDITO A GARANZIA DEL DEBITO ALTRUI GARANTISCE L'ADEMPIMENTO DI UN'OBBLIGAZIONE ALTRUI FA CREDITO AD UN TERZO CONSEGNA UN IMMOBILE A GARANZIA DEL DEBITO ALTRUI
LA FIDEIUSSIONE È UN CONTRATTO: CONSENSUALE E AD EFFETTI OBBLIGATORI ALEATORIO CONSENSUALE E AD EFFETTI REALI DI ADESIONE
CON QUALE CONTRATTO LE PARTI, FACENDOSI RECIPROCHE CONCESSIONI, POSSONO PORRE FINE AD UNA LITE GIÀ COMINCIATA O PREVENIRE UNA LITE CHE PUÒ SORGERE TRA LORO? LA FIDEIUSSIONE LA TRANSAZIONE LA COMMISSIONE L'ANTICRESI
SE UN IMPRENDITORE CONCEDE AD ALTRO IMPRENDITORE IN ESCLUSIVA IL DIRITTO DI VENDERE I SUOI PRODOTTI USANDO IL MARCHIO E I SEGNI DISTINTIVI, AVENDO IN CORRISPETTIVO UN CANONE PERIODICO, TALE OPERAZIONE CONTRATTUALE VIENE DEFINITA: FRANCHISING FACTORING LEASING BARTERING
COME È DEFINITO IL CONTRATTO PER IL QUALE IL CONCEDENTE DA' IN GODIMENTO TEMPORANEO, E DIETRO CORRISPETTIVO, UN BENE AD UN UTILIZZATORE, CON FACOLTÀ PER QUEST'ULTIMO DI ACQUISTARLO ALLA SCADENZA DEL CONTRATTO? LEASING FACTORING FRANCHISING BARTERING
COME È DEFINITO IL CONTRATTO PER IL QUALE UN'IMPRESA SI IMPEGNA, DIETRO IL PAGAMENTO DI UNA COMMISSIONE, A GESTIRE PER CONTO DI UN'ALTRA IMPRESA L'AMMINISTRAZIONE DI TUTTI O DI PARTE DEI CREDITI VANTATI VERSO I CLIENTI? LEASING FRANCHISING FACTORING CATERING
LA CAPACITÀ RICHIESTA PER L'ILLECITO CIVILE È: LA CAPACITÀ GIURIDICA LA CAPACITÀ NEGOZIALE LA CAPACITÀ D'INTENDERE E DI VOLERE LA CAPACITÀ DI AGIRE
QUALI SONO GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELL'ILLECITO CIVILE? FATTO, ANTIGIURIDICITÀ E COLPEVOLEZZA DANNO, FATTO E ANTIGIURIDICITÀ SOLO FATTO E ANTIGIURIDICITÀ SOLO DOLO E COLPA
COME VIENE COMUNEMENTE DEFINITA LA RESPONSABILITÀ EXTRACONTRATTUALE? RESPONSABILITÀ OGGETTIVA RESPONSABILITÀ PRECONTRATTUALE RESPONSABILITÀ ULTRACONTRATTUALE RESPONSABILITÀ AQUILIANA
SECONDO IL CODICE CIVILE, L'ILLECITO EXTRACONTRATTUALE: NON È MAI TIPIZZATO, COME QUELLO PENALE È SEMPRE TIPICO, COME QUELLO AMMINISTRATIVO È SEMPRE TIPICO, A DIFFERENZA DI QUELLO PENALE NON È TIPIZZATO, A DIFFERENZA DI QUELLO PENALE
SECONDO IL CODICE CIVILE, LA RESPONSABILITÀ DEI PADRONI E DEI COMMITTENTI È UNA FORMA DI RESPONSABILITÀ: AGGRAVATA INDIRETTA OGGETTIVA SOGGETTIVA
NELL'ILLECITO CIVILE TROVANO APPLICAZIONE LE CAUSE DI ESCLUSIONE DELL'ANTIGIURIDICITA'? SÌ, LE STESSE CHE OPERANO NEL DIRITTO PENALE SÌ, AD ECCEZIONE DELLO STATO DI NECESSITÀ NO, TALI CAUSE SI APPLICANO ESCLUSIVAMENTE NEL CAMPO PENALE NO, AD ECCEZIONE DELLA LEGITTIMA DIFESA E DELLO STATO DI NECESSITÀ
CON IL CONTRATTO DI SOCIETÀ DUE O PIÙ PERSONE: CONFERISCONO BENI O SERVIZI PER L'ESERCIZIO IN COMUNE DI UN'ATTIVITÀ ECONOMICA ALLO SCOPO DI DIVIDERNE GLI UTILI METTONO IN COMUNIONE DEI BENI ALLO SCOPO DI GODERNE CONFERISCONO SOLO DENARO PER L'ESERCIZIO IN COMUNE DI UN'ATTIVITÀ ECONOMICA CONFERISCONO BENI PER L'ESERCIZIO IN COMUNE DI QUALSIVOGLIA ATTIVITÀ
IN QUALI GRANDI CATEGORIE È POSSIBILE RAGGRUPPARE LE SOCIETA'? NELLE SOCIETÀ SEMPLICI E COMPLESSE NELLE SOCIETÀ COMMERCIALI E DI CAPITALI NELLE SOCIETÀ DI PERSONE E DI MEZZI NELLE SOCIETÀ DI PERSONE E DI CAPITALI
NELLE SOCIETÀ DI PERSONE RIENTRANO LE SOCIETÀ: SEMPLICI, A RESPONSABILITÀ LIMITATA E IN ACCOMANDITA SEMPLICE A RESPONSABILITÀ LIMITATA, IN ACCOMANDITA SEMPLICE E IN ACCOMANDITA PER AZIONI SEMPLICI, IN NOME COLLETTIVO E IN ACCOMANDITA SEMPLICE SEMPLICI, IN ACCOMANDITA SEMPLICE E PER AZIONI
NELLE SOCIETÀ DI CAPITALI RIENTRANO LE SOCIETÀ: PER AZIONI, A RESPONSABILITÀ LIMITATA E IN ACCOMANDITA PER AZIONI PER AZIONI, IN NOME COLLETTIVO E IN ACCOMANDITA PER AZIONI PER AZIONI, FINANZIARIE E IN NOME COLLETTIVO PER AZIONI, IN ACCOMANDITA PER AZIONI E IN ACCOMANDITA SEMPLICE
SALVO DIVERSA PATTUIZIONE, A CHI SPETTA L'AMMINISTRAZIONE NELLE SOCIETÀ SEMPLICI? AL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE A CIASCUNO DEI SOCI DISGIUNTAMENTE DAGLI ALTRI A CIASCUNO DEI SOCI CONGIUNTAMENTE AGLI ALTRI ALL'AMMINISTRATORE DELEGATO
I CREDITORI DELLA SOCIETÀ SEMPLICE POSSONO FAR VALERE I LORO DIRITTI: SOLO SUL PATRIMONIO SOCIALE SUL PATRIMONIO DEGLI AMMINISTRATORI E IN VIA SUSSIDIARIA SU QUELLO DELLA SOCIETÀ SUL PATRIMONIO DELLA SOCIETÀ E IN VIA SUSSIDIARIA SU QUELLO DEI SOCI CHE HANNO AGITO IN NOME E PER CONTO DELLA SOCIETÀ SOLO SUL PATRIMONIO DEI SOCI
I CREDITORI PARTICOLARI DEL SOCIO DELLA SOCIETÀ SEMPLICE POSSONO CHIEDERE LA LIQUIDAZIONE DELLA QUOTA DEL PROPRIO DEBITORE? NO, SALVO CHE IL DEBITORE SI SIA AVVALSO DEL "BENEFICIUM DIVISIONIS" SÌ, PURCHÉ I BENI DEL DEBITORE SIANO INSUFFICIENTI A SODDISFARE I CREDITI NO, MAI NO, SALVO CHE IL DEBITORE SI SIA AVVALSO DEL "BENEFICIUM EXCUSSIONIS"
NELLA SOCIETÀ IN NOME COLLETTIVO CHI RISPONDE PER LE OBBLIGAZIONI SOCIALI NEI CONFRONTI DEI TERZI? TUTTI I SOCI SOLIDALMENTE MA LIMITATAMENTE ALLA QUOTA CONFERITA TUTTI GLI AMMINISTRATORI SOLIDALMENTE ED ILLIMITATAMENTE SOLIDALMENTE, COLORO CHE HANNO AGITO IN NOME E PER CONTO DELLA SOCIETÀ TUTTI I SOCI SOLIDALMENTE E ILLIMITATAMENTE
NELLA SOCIETÀ IN ACCOMANDITA SEMPLICE CHI RISPONDE ILLIMITATAMENTE E SOLIDALMENTE PER LE OBBLIGAZIONI SOCIALI? TUTTI I SOCI I SOCI ACCOMANDATARI I SOCI ACCOMANDANTI I COMPONENTI DEL COLLEGIO SINDACALE
SECONDO IL CODICE CIVILE, IN CHE MODO PUÒ ESSERE COSTITUITA UNA SOCIETÀ PER AZIONI? PER CONTRATTO O PER ATTO UNILATERALE SOLO PER CONTRATTO SOLO PER ATTO UNILATERALE PER CONTRATTO O PER DISPOSIZIONE "MORTIS CAUSA"
NELLA SOCIETÀ PER AZIONI CHI RISPONDE PER LE OBBLIGAZIONI SOCIALI? ILLIMITATAMENTE E PERSONALMENTE L'AMMINISTRATORE DELEGATO SOLO GLI AMMINISTRATORI, NEI LIMITI DELLE QUOTE CONFERITE SOLO LA SOCIETÀ CON IL SUO PATRIMONIO ILLIMITATAMENTE E SOLIDALMENTE TUTTI COLORO CHE HANNO AGITO IN NOME E PER CONTO DELLA SOCIETÀ
DA QUANDO ACQUISTA LA PERSONALITÀ GIURIDICA UNA SOCIETÀ PER AZIONI? DAL MOMENTO IN CUI L'ATTO COSTITUTIVO È STATO REDATTO DAL NOTAIO DAL MOMENTO DELL'ISCRIZIONE AL REGISTRO DELLE IMPRESE DAL MOMENTO IN CUI VIENE SOTTOSCRITTO IL CONTRATTO DI SOCIETÀ DAL MOMENTO IN CUI IL CAPITALE È STATO INTEGRALMENTE SOTTOSCRITTO
LE OBBLIGAZIONI EMESSE DALLA SOCIETÀ PER AZIONI: COSTITUISCONO UN PRESTITO ALLA SOCIETÀ LA QUALE, CON LA SOTTOSCRIZIONE, SI OBBLIGA A VERSARE GLI INTERESSI E POI A RESTITUIRE IL CAPITALE AL CREDITORE COSTITUISCONO IL TITOLO CON CUI SI PARTECIPA ALLA SOCIETÀ COSTITUISCONO IL TITOLO CON CUI È ATTRIBUITO IL DIRITTO DI VOTO COSTITUISCONO IL TITOLO CON CUI È ATTRIBUITO IL DIRITTO AI DIVIDENDI
LE DELIBERAZIONI DELL'ASSEMBLEA DI UNA SOCIETÀ PER AZIONI PRESE IN DIFFORMITÀ DELLA LEGGE O DELL'ATTO COSTITUTIVO SONO: IRREGOLARI NULLE INEFFICACI ANNULLABILI
NELLA SOCIETÀ IN ACCOMANDITA PER AZIONI CHI RISPONDE SOLIDALMENTE ED ILLIMITATAMENTE PER LE OBBLIGAZIONI SOCIALI? I SOCI ACCOMANDATARI I SINDACI I SOCI ACCOMANDANTI TUTTI I SOCI
NELLA SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA CHI RISPONDE DELLE OBBLIGAZIONI SOCIALI? GLI AMMINISTRATORI SOLTANTO LA SOCIETÀ CON IL PROPRIO PATRIMONIO TUTTI I SOCI I SOCI CHE HANNO AGITO IN NOME E PER CONTO DELLA SOCIETÀ
COME È DEFINITO IL PATTO PER IL QUALE, IN MANCANZA DI PAGAMENTO TEMPESTIVO DEL DEBITO, LA PROPRIETÀ DELLA COSA IPOTECATA O PIGNORATA PASSA AL CREDITORE? PATTO COMMISSORIO PATTO LEONINO PATTO MARCIANO PATTO DI PRELAZIONE
IN MATERIA DI RESPONSABILITÀ PATRIMONIALE, QUALI SONO LE LEGITTIME CAUSE DI PRELAZIONE DI CUI POSSONO BENEFICIARE I CREDITORI? PRIVILEGIO, PEGNO E IPOTECA PEGNO, IPOTECA E SEQUESTRO IPOTECA, SEQUESTRO E CAMBIALE AZIONE REVOCATORIA, AZIONE SURROGATORIA E SEQUESTRO
SU QUALI TIPI DI BENI, TRA I SEGUENTI, PUÒ ESSERE COSTITUITO IL PEGNO? SUI BENI IMMOBILI E SU QUELLI MOBILI REGISTRATI SUI BENI MOBILI E SU QUELLI IMMOBILI SUI BENI MOBILI E SULLE UNIVERSALITÀ DI MOBILI SUI CREDITI E SULLE UNIVERSALITÀ DI IMMOBILI
L'ISCRIZIONE DELL'IPOTECA: HA NATURA COSTITUTIVA SVOLGE SOLO UNA FUNZIONE DI PRENOTAZIONE SVOLGE SOLO LA FUNZIONE DI PUBBLICITA'- NOTIZIA HA NATURA DICHIARATIVA
A NORMA DEL CODICE CIVILE, L'ISCRIZIONE DELL'IPOTECA SU BENI IMMOBILI CONSERVA IL SUO EFFETTO: PER VENTI ANNI DALLA SUA DATA PER DIECI ANNI DALLA SUA DATA PER CINQUE ANNI DALLA SUA DATA PER QUINDICI ANNI DALLA SUA DATA
A NORMA DEL CODICE CIVILE, SONO CAPACI DI IPOTECA, TRA L'ALTRO: LE UNIVERSALITÀ DI MOBILI GLI AUTOVEICOLI I DIRITTI PERSONALI DI GODIMENTO SU BENI IMMOBILI LE SERVITÙ PREDIALI
PUÒ ESSERE ISCRITTA IPOTECA SUL DIRITTO DI SUPERFICIE? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO SE LO CONSENTE ANCHE IL PROPRIETARIO DEL SUOLO NO, MAI NO, SALVO CHE IL TERRENO SIA EDIFICABILE
L'IPOTECA SI ESTENDE AI MIGLIORAMENTI, ALLE COSTRUZIONI E ALLE ALTRE ACCESSIONI DELL'IMMOBILE IPOTECATO? SÌ, SALVE LE ECCEZIONI PREVISTE DALLA LEGGE NO, IN NESSUN CASO SÌ, IN OGNI CASO NO, SALVE LE ECCEZIONI PREVISTE DALLA LEGGE
LE SERVITÙ DI CUI SIA STATA TRASCRITTA LA COSTITUZIONE DOPO L'ISCRIZIONE DELL'IPOTECA: NON POSSONO ESSERE ESERCITATE FINO ALLA CANCELLAZIONE DELL'IPOTECA NON SONO OPPONIBILI AL CREDITORE IPOTECARIO SONO SEMPRE OPPONIBILI AL CREDITORE IPOTECARIO SI ESTINGUONO AL MOMENTO DELLA CANCELLAZIONE DELL'IPOTECA
L'USUFRUTTO DI CUI SIA STATA TRASCRITTA LA COSTITUZIONE DOPO L'ISCRIZIONE DI IPOTECA SULLO STESSO BENE, È OPPONIBILE AL CREDITORE IPOTECARIO? SÌ, SALVI I CASI PREVISTI DALLA LEGGE SÌ, SE L'USUFRUTTO HA DURATA INFERIORE AI NOVE ANNI NO, IN NESSUN CASO SÌ, SE L'USUFRUTTO È ULTRANOVENNALE
SE LA NUDA PROPRIETÀ È GRAVATA DA IPOTECA, QUESTA, AVVENENDO L'ESTINZIONE DELL'USUFRUTTO: PERDURA SOLO SULLA NUDA PROPRIETÀ SI ESTENDE ALLA PIENA PROPRIETÀ SI ESTINGUE PER CONFUSIONE SI ESTENDE ALLA PIENA PROPRIETÀ SOLO SE ESPRESSAMENTE DICHIARATO AL MOMENTO DELL'ISCRIZIONE
COSTITUISCE TITOLO PER ISCRIVERE IPOTECA GIUDIZIALE: LA SENTENZA DI CONDANNA AL PAGAMENTO DI UNA SOMMA DI DENARO LA DICHIARAZIONE UNILATERALE DI CONCESSIONE FATTA PER SCRITTURA PRIVATA IL TESTAMENTO L'ATTO NOTARILE DI COMPRAVENDITA
SI PUÒ ISCRIVERE IPOTECA IN BASE AL LODO DEGLI ARBITRI? SÌ, MA SOLO SE IL LODO È STATO NOTIFICATO AL CREDITORE SÌ, QUANDO IL LODO È STATO RESO ESECUTIVO NO, MAI SÌ, MA SOLO PREVIA IMPUGNAZIONE DEL LODO
L'IPOTECA VOLONTARIA PUÒ ESSERE CONCESSA ANCHE MEDIANTE DICHIARAZIONE UNILATERALE? NO, SALVO CHE SIA CONCESSA SULLA PIENA PROPRIETÀ SÌ, MA SOLO PREVIO CONSENSO DEL TERZO DATORE SÌ, CON LE FORME PRESCRITTE DALLA LEGGE A PENA DI NULLITÀ NO, MAI
SE L'EREDITÀ È ACCETTATA CON BENEFICIO D'INVENTARIO, POSSONO ESSERE ISCRITTE IPOTECHE GIUDIZIALI SUI BENI EREDITARI? SÌ, IN OGNI CASO SÌ, MA SOLO NEI CASI ESPRESSAMENTE PREVISTI DALLA LEGGE NO, NEPPURE IN BASE A SENTENZE PRONUNZIATE ANTERIORMENTE ALLA MORTE DEL DEBITORE SÌ, MA SOLO IN BASE A SENTENZE PRONUNZIATE ANTERIORMENTE ALLA MORTE DEL DEBITORE
È POSSIBILE COSTITUIRE UN'IPOTECA A GARANZIA DEL DEBITO ALTRUI? NO, SALVO CHE LA LEGGE NON PREVEDA DIVERSAMENTE SÌ, SEMPRE NO, SALVO PATTO CONTRARIO SÌ, MA SOLO DA PARTE DI CHI È GIÀ CREDITORE IPOTECARIO DEL DEBITORE
CON QUALI MODALITÀ IL CREDITORE PUÒ RINUNCIARE ALL'IPOTECA? MEDIANTE COMPORTAMENTI CONCLUDENTI MEDIANTE DICHIARAZIONE ESPRESSA CHE RISULTI DA ATTO SCRITTO, SOTTO PENA DI NULLITÀ SOLO MEDIANTE DICHIARAZIONE RESA PER ATTO PUBBLICO, A PENA DI ANNULLABILITÀ CON DICHIARAZIONE ESPRESSA O TACITA
IL PATTO DIRETTO A MODIFICARE LA DISCIPLINA LEGALE DELLA PRESCRIZIONE: È VALIDO, SE RISULTA DA ATTO SCRITTO È NULLO È ANNULLABILE È VALIDO, IN OGNI CASO
LA PRESCRIZIONE PUÒ ESSERE OPPOSTA DA PARTE DI TERZI? SÌ, DAI CREDITORI E DA CHIUNQUE VI ABBIA INTERESSE, A MENO CHE LA PARTE NON VI HA RINUNZIATO SÌ, DAI CREDITORI E DA CHIUNQUE VI HA INTERESSE, QUALORA LA PARTE NON LA FACCIA VALERE NO, PUÒ ESSERE SOLO RILEVATA D'UFFICIO DAL GIUDICE NO, PUÒ ESSERE SOLO FATTA VALERE DALLA PARTE
QUAL È IL TERMINE ORDINARIO DI PRESCRIZIONE DEI DIRITTI? UN ANNO SEI MESI DIECI ANNI CINQUE ANNI
IN QUANTI ANNI SI PRESCRIVE, DI REGOLA, IL DIRITTO AL RISARCIMENTO DEL DANNO DERIVANTE DA FATTO ILLECITO? IN UN ANNO IN VENTI ANNI IN DIECI ANNI IN CINQUE ANNI
QUANDO UN DIRITTO DEVE ESERCITARSI ENTRO UN DATO TERMINE A PENA DI DECADENZA, SI APPLICANO LE NORME RELATIVE ALL'INTERRUZIONE DELLA PRESCRIZIONE? SÌ, PURCHÉ NON SI TRATTI DI DIRITTI INDISPONIBILI NO, SALVO CHE LE PARTI ABBIANO PREVISTO DIVERSAMENTE CON ATTO AVENTE DATA CERTA NO, IN NESSUN CASO SÌ, SEMPRE
IL PATTO CON CUI SI STABILISCONO TERMINI DI DECADENZA CHE RENDONO ECCESSIVAMENTE DIFFICILE A UNA DELLE PARTI L'ESERCIZIO DEL DIRITTO: È NULLO È ANNULLABILE È VALIDO, SE RISULTA DA ATTO AVENTE FORMA SCRITTA È VALIDO, SE SI TRATTA DI DIRITTI DISPONIBILI
La capacità giuridica si acquista: dal momento del compimento del diciottesimo anno di età, salvi gli effetti dell'emancipazione. dal momento della nascita. dal momento del concepimento. dal momento del compimento del diciottesimo anno di età.
Il lavoratore è abilitato all'esercizio dei diritti e delle azioni che dipendono dal contratto di lavoro: anche se minorenne, in ogni caso. solo se maggiorenne. solo se maggiorenne e contraente di regolare contratto di lavoro. anche se minorenne, ove leggi speciali stabiliscano la capacità di prestare lavoro anche prima del raggiungimento della maggiore età.
La capacità di agire, per tutti gli atti per i quali non sia stabilita un'età diversa e salvo quanto previsto da leggi speciali, si acquista: dopo novanta giorni dal concepimento. con la maggiore età. al momento del concepimento. al momento della nascita.
A norma del codice civile, quando un effetto giuridico dipende dalla sopravvivenza di una persona a un'altra e non consta quale di esse sia morta prima: se sono legate tra loro da vincolo di parentela in linea retta, si considera morto per primo l'ascendente; in tutti gli altri casi si considerano morte nello stesso momento. si considerano morte una dopo l'altra in ordine crescente di età. tutte si considerano morte nello stesso momento. si considerano morte una dopo l'altra in ordine decrescente di età.
Gli atti di disposizione del proprio corpo sono, fra l'altro, vietati: in ogni caso. quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica e salve le leggi speciali in materia di trapianto fra persone viventi. quando rendono la persona totalmente incapace ad attendere alle sue normali attività. quando cagionino un danno anche lieve alla persona.
Tizio intende acquistare un fabbricato nel quale è nato un illustre antenato materno. Nel relativo atto di acquisto intende, dopo aver avanzato apposita istanza al tribunale competente, sostituire od aggiungere al proprio cognome quello dell'antenato. Può farlo? Può farlo solo nel caso che vi sia l'espresso consenso dell'antenato contenuto nel testamento di quest'ultimo. Può soltanto aggiungere al vecchio il nuovo cognome. No. Sì, allegando all'atto l'istanza.
L'azione a tutela del diritto al nome può essere promossa: da chiunque vi abbia interesse. esclusivamente da colui che porti il nome da tutelare. anche da chi, pur non portando il nome contestato, vanti un interesse fondato su ragioni familiari degne di essere protette. solo da chi possa essere danneggiato economicamente dall'uso improprio del nome.
Lo pseudonimo può essere tutelato: in nessun caso. ove abbia raggiunto una rilevanza economica. nel caso che abbia raggiunto l'importanza del nome. in ogni caso.
La tutela dell'immagine è azionabile: dalla persona interessata, dal coniuge, dai genitori e dai figli. solo dalla persona della cui immagine si tratti. da chiunque possa subire un danno di natura economica dall'uso improprio dell'immagine. da chiunque vi abbia interesse.
A norma del codice civile, i comuni si qualificano: persone giuridiche pubbliche. persone giuridiche private. enti atipici. enti parastatali.
A norma del codice civile, le province si qualificano: enti parastatali. enti atipici. persone giuridiche pubbliche. persone giuridiche private.
Si può disporre con testamento olografo una fondazione? Sì, ma solo se si tratta di fondazioni erogatrici. No. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo nel caso di fondazioni di famiglia.
A norma del codice civile, per la validità di quale fra i seguenti atti tra vivi è necessaria la forma dell'atto pubblico? Atto costitutivo di fondazione. Vendita di eredità. Acquisto di immobile di valore superiore a cinquecentosedicimila euro. Cessione di quota di società a responsabilità limitata.
A norma del codice civile, quale forma deve rivestire l'atto costitutivo di un'associazione perché questa possa acquistare personalità giuridica? Scrittura privata registrata. Scrittura privata autenticata. Atto pubblico. Forma libera.
A norma del codice civile, quale forma deve avere l'atto tra vivi costitutivo di una fondazione? Scrittura privata registrata. Atto pubblico. Scrittura privata autenticata. Forma libera.
È possibile costituire una fondazione mediante testamento? Sì, ma solo mediante testamento speciale. Sì, ma solo mediante testamento segreto. Sì. No, mai.
La facoltà di revoca dell'atto di fondazione spetta: al fondatore ed ai suoi eredi. al solo fondatore. anche all'autorità che ha operato il riconoscimento. al fondatore ed agli organi preposti alla fondazione.
L'atto di fondazione può essere revocato dal fondatore: fino a quando non sia intervenuta l'accettazione. mai. fino a quando non sia intervenuto il riconoscimento ovvero il fondatore non abbia fatto iniziare l'attività dell'opera da lui disposta. in ogni tempo.
La facoltà di revoca spettante a colui che ha costituito con atto tra vivi una fondazione si trasmette agli eredi del fondatore? Sì, ma solo se non sia intervenuto il riconoscimento. No, salvo che il fondatore abbia fatto iniziare l'attività dell'opera da lui disposta. No. Sì.
Tizio, figlio e unico erede del defunto Tizione che in vita aveva costituito una fondazione nel 1980, ancora non riconosciuta, vuole conferire procura speciale a suo fratello Caio, per revocare l'atto costitutivo della fondazione stessa. Può farlo? Lo può fare in ogni caso. Lo può fare con atto a forma libera, ma occorre che abbia precedentemente accettato l'eredità di Tizione con beneficio d'inventario. Lo può fare solo a mezzo di atto pubblico con la presenza irrinunciabile dei testimoni. Non lo può fare in nessun caso.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo e lo statuto di una fondazione devono necessariamente contenere le norme relative alla sua eventuale trasformazione? Sì. Sì, ma solo se trattasi di fondazione che esercita la propria attività nell'ambito provinciale. No. Sì, ma solo se trattasi di fondazione che esercita la propria attività nell'ambito nazionale.
Quale delle seguenti indicazioni deve essere necessariamente contenuta, a norma del codice civile, nello statuto di una associazione che intende chiedere il riconoscimento? Le condizioni di ammissione degli associati. I criteri e le modalità di erogazione delle rendite. La cittadinanza degli associati. Il regime patrimoniale familiare dei soci fondatori.
Le norme sui diritti ed obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione ad una associazione che intende chiedere il riconoscimento devono necessariamente essere contenute nell'atto costitutivo e nello statuto dell'associazione stessa? No. Sì, ma solo se si tratta di associazione che opera a livello nazionale. Sì. No, salvo che si tratti di associazione sportiva.
Le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione di un'associazione che intende chiedere il riconoscimento devono necessariamente essere contenute nell'atto costitutivo e nello statuto dell'associazione stessa? No. No, salvo che siano contenute nel regolamento interno. Sì. Sì, ma solo se l'associazione opera a livello nazionale.
L'atto costitutivo di una fondazione deve contenere norme sulla devoluzione del patrimonio? Sì, ma solo se si tratti di fondazione destinata a scopi di pubblica utilità. Sì, ma l'obbligo è privo di sanzione. Sì, a pena di nullità. No, l'inserimento di tali norme è facoltativo.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo e lo statuto di una associazione devono necessariamente contenere le norme relative all'estinzione dell'ente? Sì, ma solo se trattasi di associazione che esercita la propria attività nell'ambito nazionale. No. Sì. Sì, ma solo se trattasi di associazione che esercita la propria attività nell'ambito provinciale.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo e lo statuto di una fondazione devono necessariamente contenere le norme relative all'estinzione dell'ente? Sì, ma solo se trattasi di fondazione che esercita la propria attività nell'ambito provinciale. No. Sì. Sì, ma solo se trattasi di fondazione che esercita la propria attività nell'ambito nazionale.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo e lo statuto di una fondazione devono necessariamente contenere le norme relative alla devoluzione del patrimonio della stessa in caso di sua estinzione? Sì. Sì, ma solo se trattasi di fondazione che esercita la propria attività nell'ambito nazionale. No. Sì, ma solo se trattasi di fondazione che esercita la propria attività nell'ambito provinciale.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo e lo statuto di una associazione devono necessariamente contenere le norme relative alla devoluzione del patrimonio della stessa in caso di sua estinzione? Sì, ma solo se trattasi di associazione che esercita la propria attività nell'ambito nazionale. Sì, ma solo se trattasi di associazione che esercita la propria attività nell'ambito provinciale. No. Sì.
L'indicazione dello scopo di un'associazione che intende chiedere il riconoscimento deve necessariamente essere contenuta nell'atto costitutivo e nello statuto dell'associazione? No. Sì, ma solo se trattasi di scopo di pubblica utilità. Sì, in ogni caso. No, salvo che si tratti di associazioni di volontariato.
L'indicazione del patrimonio di una fondazione deve necessariamente essere contenuta nell'atto costitutivo e nello statuto della fondazione stessa? Sì. Sì, ma solo se si tratta di fondazione che detiene il pacchetto azionario di una banca. No. No, salvo che si tratti di fondazione per l'erogazione di borse di studio.
L'indicazione del patrimonio di un'associazione che intende chiedere il riconoscimento deve necessariamente essere contenuta nell'atto costitutivo e nello statuto dell'associazione stessa? No, salvo che si tratti di associazione che svolge attività economica. Sì. No. Sì, ma solo se trattasi di associazioni con scopi culturali.
L'indicazione della sede di un'associazione che intende chiedere il riconoscimento deve necessariamente essere contenuta nell'atto costitutivo e nello statuto dell'associazione stessa? Sì. No. No, salvo che si tratti di associazione che opera in ambito locale. Sì, ma solo se si tratta di associazione che opera a livello nazionale.
Le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione di una fondazione devono necessariamente essere contenute nell'atto costitutivo e nello statuto della fondazione stessa? Sì. No. Sì, salvo che la fondazione non operi solamente nell'ambito della provincia in cui ha sede. No, se sono contenute nel regolamento interno.
L'indicazione della sede di una fondazione deve necessariamente essere contenuta nell'atto costitutivo e nello statuto della fondazione stessa? No, salvo che si tratti di fondazione che opera nell'ambito della provincia. Sì. Sì, ma solo se trattasi di fondazione che opera a livello nazionale. No.
I criteri e le modalità di erogazione delle rendite di una fondazione devono necessariamente essere contenuti nell'atto costitutivo e nello statuto della fondazione stessa? Sì. No. No, salvo che si tratti di fondazione erogatrice di borse di studio. Sì, ma solo se si tratta di fondazione che opera a livello nazionale.
A norma del codice civile, gli amministratori delle associazioni riconosciute sono responsabili verso l'ente: secondo le norme del contratto di lavoro subordinato. secondo le norme del mandato. secondo le norme dell'associazione in partecipazione. secondo le norme del contratto d'opera.
A norma del codice civile, gli amministratori delle fondazioni sono responsabili verso l'ente: secondo le norme del contratto di lavoro autonomo. secondo le norme del mandato. secondo le norme dell'associazione in partecipazione. secondo le norme del contratto d'opera.
A norma del codice civile, e in mancanza di diversa previsione statutaria, chi deve provvedere alla convocazione dell'assemblea delle associazioni riconosciute? Gli amministratori. Almeno un decimo degli associati. I probiviri. I sindaci.
Quindici dei cento soci dell'associazione riconosciuta "Primavera" hanno da tempo avanzato richiesta motivata per la convocazione dell'assemblea, e gli amministratori non vi provvedono. In questo caso chi può ordinare la convocazione dell'assemblea? Il presidente del tribunale. Il collegio sindacale. Il prefetto. I probiviri.
Nell'atto costitutivo di un'associazione riconosciuta si vuole inserire una clausola che preveda un quorum costitutivo dell'assemblea pari a due terzi degli associati: la clausola può essere inserita per tutte le delibere ad eccezione di quelle relative allo scioglimento dell'associazione ed alla devoluzione del patrimonio. la clausola non può essere inserita con riferimento a nessun tipo di deliberazione. la clausola può essere inserita con riferimento a qualunque deliberazione. la clausola può essere inserita solo se trattasi di associazioni di volontariato.
I cento soci della associazione riconosciuta "Primavera" sono stati convocati in assemblea per discutere su alcune modifiche da apportare allo statuto. Alla assemblea partecipano settanta soci i quali, all'unanimità, approvano tutte le modifiche poste all'ordine del giorno. Tenuto conto che lo statuto dell'associazione nulla dispone in ordine ai quorum dell'assemblea, le delibere sono: valide ed efficaci. valide, se adottate in seconda convocazione. valide ma inefficaci perché le modifiche allo statuto devono essere deliberate in due assemblee consecutive. invalide, perché per le modifiche allo statuto occorre comunque la presenza in assemblea di almeno tre quarti degli associati.
I cento soci della associazione riconosciuta "Primavera" sono stati convocati in assemblea per l'approvazione del bilancio; in prima convocazione l'assemblea è andata deserta ed in seconda convocazione, con la presenza di trenta soci e il voto favorevole di venticinque soci, il bilancio viene approvato. La delibera così assunta è: invalida perché manca il voto favorevole della metà più uno degli associati. invalida perché nelle associazioni non è prevista l'assemblea di seconda convocazione. invalida perché manca la presenza di almeno la metà degli associati. valida perché in seconda convocazione la deliberazione è valida qualunque sia il numero degli intervenuti.
Le azioni di responsabilità contro gli amministratori delle associazioni riconosciute per fatti da loro compiuti sono deliberate dall'assemblea e sono esercitate: da uno qualunque degli associati. dal collegio sindacale. dai probiviri. dai nuovi amministratori o dai liquidatori.
Chi può deliberare di intraprendere le azioni di responsabilità contro gli amministratori delle associazioni riconosciute per fatti da loro compiuti? Il collegio sindacale. I probiviri. L'assemblea. Il nuovo organo amministrativo.
Chi, oltre gli organi dell'ente e qualunque associato, può avanzare istanza per l'annullamento delle delibere dell'assemblea di un'associazione riconosciuta che siano contrarie alla legge, all'atto costitutivo o allo statuto? Il presidente del tribunale. Il Tribunale. Il pubblico ministero. Il prefetto.
L'annullamento della deliberazione della assemblea delle associazioni e fondazioni pregiudica i diritti dei terzi acquistati in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione medesima? No, se trattasi di terzi in buona fede. Sì, se i diritti sono stati acquisiti dopo l'annullamento, anche se il terzo non ne era a conoscenza. No, mai. No, se trattasi di diritti acquisiti prima dell'annullamento.
Gli associati receduti da un'associazione riconosciuta possono ripetere i contributi versati? Sì, a condizione che abbiano versato più di cinquantamila euro. Sì, a condizione che abbiano versato più di cinquemila euro. No, mai. Sì, sempre.
È possibile inserire nello statuto di una associazione che intende chiedere il riconoscimento la trasmissibilità della qualità di associato? Sì, ma solo per le persone giuridiche. Sì, ma solo se gli associati non hanno assunto l'obbligo di farne parte a tempo determinato. No. Sì.
Gli associati che siano stati esclusi da una associazione riconosciuta possono vantare diritti sul patrimonio dell'associazione stessa? No. No, tranne il caso che l'esclusione sia stata deliberata per sopravvenuta mancanza di requisiti. Sì, ma solo per i contributi versati di cui possono chiedere la restituzione. Sì, hanno diritto ad una quota del patrimonio dell'associazione proporzionale ai contributi versati.
L'associato può recedere dall'associazione riconosciuta di cui fa parte? No, salvo che ricorra una giusta causa. Sì, salvo che non ricopra cariche sociali. Sì, purché non abbia assunto l'obbligo di farne parte per un tempo determinato. No, salvo che l'associazione sia stata costituita a tempo indeterminato.
Gli associati che siano stati esclusi da un'associazione riconosciuta possono ripetere i contributi versati? Sì, a condizione che abbiano versato più di cinquantamila euro. Sì, sempre. No, mai. Sì, a condizione che abbiano versato più di cinquemila euro.
Gli associati che abbiano cessato di appartenere ad un'associazione riconosciuta possono ripetere i contributi versati? Sì, sempre. No, mai. Sì, a condizione che abbiano versato più di cinquemila euro. Sì, a condizione che non siano stati esclusi per gravi motivi.
Gli associati receduti da un'associazione riconosciuta hanno diritti sul patrimonio dell'associazione? No. Sì. Sì, a condizione che abbiano receduto per gravi motivi. Sì, a condizione che abbiano versato più di cinquemila euro.
In tema di associazioni riconosciute, a norma del codice civile è trasmissibile la qualità di associato? No, mai. No, salvo che la trasmissione sia consentita dall'atto costitutivo o dallo statuto. Sì, ma solo a causa di morte. Sì, salvo che la trasmissione sia esclusa dall'atto costitutivo o dallo statuto.
Avverso la deliberazione dell'assemblea dell'associazione riconosciuta che ha disposto l'esclusione dell'associato, questi può ricorrere, nei termini di legge: all'autorità giudiziaria. ai probiviri. alla stessa autorità che ha proceduto al riconoscimento. agli amministratori.
Quando gli amministratori non agiscono in conformità dello statuto o dello scopo della fondazione o della legge, l'autorità amministrativa può sciogliere l'amministrazione e nominare: nuovi amministratori. un commissario straordinario. un liquidatore. nessun rappresentante, demandandone la nomina agli organi della fondazione.
Quando le disposizioni contenute nell'atto di fondazione non possono attuarsi, chi, a norma del codice civile, provvede alla nomina e sostituzione degli amministratori? Il tribunale, sentito il pubblico ministero. Il fondatore od i suoi eredi. L'autorità amministrativa. Il tribunale.
L'eventuale unificazione dell'amministrazione di più fondazioni, nel possibile rispetto della volontà del fondatore, può essere disposta: dal pubblico ministero. dall'autorità amministrativa. dal presidente del tribunale. da nessuna autorità.
Oltre che per le cause previste nell'atto costitutivo e nello statuto, un'associazione riconosciuta si estingue fra l'altro: quando lo richiedano i creditori. qualora uno degli amministratori venga dichiarato fallito. quando lo scopo è stato raggiunto o è divenuto impossibile. dopo che siano decorsi cinquanta anni dalla data del riconoscimento.
L'autorità amministrativa, anziché all'estinzione, può provvedere alla trasformazione della fondazione, tranne nel caso che: i fatti che darebbero luogo alla trasformazione sono considerati, nell'atto di fondazione, come causa di estinzione. lo scopo originario della fondazione sia stato raggiunto. gli amministratori, preventivamente sentiti, manifestino il loro dissenso. i fondi disponibili si siano rivelati insufficienti per il raggiungimento dell'originario scopo.
Possono gli amministratori di una fondazione compiere nuove operazioni dal momento in cui viene loro comunicato il provvedimento che dichiara l'estinzione della fondazione stessa? No, e qualora trasgrediscano a questo divieto assumono responsabilità personale e solidale. Sì, purché si tratti di atti di straordinaria amministrazione e senza assumere responsabilità personale e solidale. Sì, impegnando validamente l'ente e senza rispondere personalmente e solidalmente insieme con esso. Sì, ma solo se autorizzati dall'assemblea, senza rispondere personalmente e solidalmente insieme con l'ente.
In caso di devoluzione dei beni di una fondazione, i creditori della stessa che durante la liquidazione non hanno fatto valere il loro credito possono chiedere il pagamento a coloro ai quali i beni sono stati devoluti? Sì, entro l'anno dalla chiusura della liquidazione, in proporzione e nei limiti di ciò che hanno ricevuto coloro ai quali i beni sono stati devoluti. Sì, entro i termini di prescrizione del diritto di credito e senza alcuna limitazione. Sì, ma solo se la devoluzione ha avuto per oggetto beni immobili. No, mai.
Nel caso di scioglimento o di trasformazione di una associazione riconosciuta alla quale siano stati donati o lasciati beni con destinazione a scopo diverso da quello proprio dell'ente, l'autorità amministrativa devolve i beni, con lo stesso onere: a chi ha effettuato il lascito o la donazione. allo Stato. agli associati. ad altre persone giuridiche che hanno fini analoghi.
In quale ipotesi gli amministratori ed i liquidatori delle associazioni riconosciute e delle fondazioni sono puniti con la sanzione amministrativa da dieci euro a cinquecentosedici euro? Ove non richiedano le iscrizioni nel pubblico registro delle persone giuridiche di tutti i dati di legge, nei termini e con le modalità previste. Ove non convochino l'assemblea nei termini previsti. In nessuna ipotesi. Nel caso che causino un danno alla persona giuridica.
Secondo il codice civile l'atto costitutivo di un'associazione che non intende chiedere il riconoscimento deve necessariamente contenere norme relative all'estinzione dell'associazione ed alla devoluzione del patrimonio? No, salvo che si tratti di associazioni culturali. Sì. Sì, solo se gli associati abbiano conferito denaro. No.
Secondo il codice civile l'amministrazione delle associazioni che non intendono chiedere il riconoscimento come persone giuridiche è regolata: da un decreto prefettizio. dagli accordi degli associati solo se debitamente pubblicati. dagli accordi degli associati solo se debitamente omologati dall'autorità giudiziaria. dagli accordi degli associati, senza altre formalità.
A norma del codice civile, come è regolato l'ordinamento interno delle associazioni non riconosciute come persone giuridiche? Esclusivamente dagli usi e consuetudini. Dalle norme in materia di associazione in partecipazione. Dagli accordi degli associati. Dalle norme in materia di società cooperative.
Il codice civile prescrive una forma particolare per la costituzione di un'associazione che non intende chiedere il riconoscimento? Sì, la scrittura privata autenticata. No. Sì, la scrittura privata. Sì, l'atto pubblico.
Secondo la norma dettata dal codice civile, può il singolo associato di un'associazione non riconosciuta, finché questa dura, pretenderne la quota in caso di recesso? Sì, solo se l'associazione è proprietaria di beni immobili. Sì, in ogni caso. No. No, salvo che vi sia stato conferimento iniziale di denaro.
A norma del codice civile, i singoli associati di un'associazione non riconosciuta possono chiedere la divisione del fondo comune finché dura l'associazione stessa? Sì, purché il fondo comune sia di valore superiore a cinquantamila euro. Sì. No. Sì, purché prestino idonea garanzia.
Per le obbligazioni delle associazioni non riconosciute assunte dalle persone che le rappresentano rispondono: le associazioni con il fondo comune e, personalmente e solidalmente, le persone che hanno agito in nome e per conto dell'associazione medesima. le sole associazioni con il fondo comune. solo coloro che hanno agito in nome e per conto dell'associazione. tutti gli associati personalmente e solidalmente tra loro.
Quale requisito di forma è richiesto per la valida costituzione di un comitato per il quale non verrà chiesto il riconoscimento? La scrittura privata autenticata. L'atto pubblico. Nessuno. La scrittura privata.
Nel comitato non riconosciuto chi risponde della conservazione dei fondi e della loro destinazione allo scopo annunziato? Il comitato nei limiti del fondo raccolto e gli organizzatori in proprio. Tutti i partecipanti al comitato. Il comitato stesso nei limiti dei fondi raccolti. Gli organizzatori e coloro che assumono la gestione dei fondi raccolti.
Il comitato non riconosciuto può stare in giudizio nella persona: di qualsiasi partecipante. di nessuno, non potendo essere parte di un giudizio. dell'organizzatore. del presidente.
Nei comitati che non abbiano ottenuto la personalità giuridica, delle obbligazioni assunte rispondono: il solo comitato nei limiti del fondo raccolto. tutti i componenti del comitato ed i sottoscrittori delle oblazioni, in solido tra loro. tutti i componenti del comitato medesimo, personalmente e solidalmente. i soli organizzatori.
La devoluzione dei beni del comitato, in caso di insufficienza dei fondi per il raggiungimento dello scopo, o di irraggiungibilità dello stesso, od in caso di avvenuto raggiungimento dello scopo con residuo di fondi, è stabilita: dall'autorità governativa, se detta devoluzione non è stata disciplinata al momento della costituzione. dal presidente del comitato. da tutti i partecipanti del comitato e dai sottoscrittori. dai promotori ed organizzatori dello stesso.
Il luogo di domicilio e quello di residenza: debbono coincidere. possono coincidere. coincidono sempre. non coincidono mai.
Il luogo di residenza della persona fisica è: quello in cui paga le imposte. quello in cui ha stabilito la sede principale dei suoi affari ed interessi. quello in cui lavora. quello in cui ha l'abituale dimora.
Il domicilio di una persona è: nel luogo in cui la stessa ha stabilito la sede principale dei suoi affari ed interessi. nel luogo in cui esplica la sua attività lavorativa. nel luogo in cui ha stabilito la propria residenza. nel luogo in cui ha la dimora abituale.
Il trasferimento della residenza della persona fisica può essere opposto ai terzi in buona fede: solo se la nuova residenza viene a coincidere con il preesistente domicilio. in nessun caso. solo se è stato denunciato nei modi prescritti dalla legge. in ogni caso.
Ove il domicilio e la residenza di una persona fisica coincidano e la stessa trasferisca in altro luogo solo la residenza, davanti ai terzi in buona fede si considera trasferito anche il domicilio, tranne che: non risulti in qualsiasi modo la volontà della persona di differenziare i luoghi di domicilio e residenza. il preesistente domicilio coincida con quello fiscale scelto dalla persona. il terzo non sappia, comunque, che il luogo in cui la persona ha la sede principale dei suoi affari ed interessi è rimasta immutata. non si sia fatta diversa dichiarazione nell'atto con il quale è stato denunciato il trasferimento della residenza.
Tizio e Caia, coniugi, risiedono l'uno a Torino e l'altro a Lampedusa e non è stata fissata una residenza della famiglia; il loro figlio minore, soggetto alla loro potestà, convive con la madre Caia. Qual è il domicilio del minore? In ogni caso quello del luogo di nascita del minore. Quello della madre Caia. Quello del padre Tizio. In ogni caso quello del luogo della celebrazione del matrimonio.
Il domicilio dei coniugi: coincidendo con il luogo in cui hanno la sede principale dei propri affari ed interessi, può essere diverso per ciascuno di loro. deve necessariamente coincidere, ma nel solo caso che gli stessi abbiano figli minori. deve necessariamente coincidere. può non coincidere, ma nel solo caso che entrambi abbiano una loro attività lavorativa.
L'interdetto ha domicilio nel luogo in cui: ha il proprio domicilio il tutore. ha la sede principale dei suoi affari ed interessi. nel luogo in cui è stata aperta la tutela. nel luogo in cui lo stesso risiede.
Il minore, figlio di genitori separati, ha il proprio domicilio nel luogo in cui: ha il domicilio il genitore con il quale convive. viveva all'epoca della separazione, purché in tale luogo continui ad avere il proprio domicilio uno dei genitori. è stata pronunciata la separazione dei coniugi, salva diversa statuizione del giudice tutelare. lo ha fissato il tribunale che ha pronunciato la separazione.
Quando la legge fa dipendere determinati effetti dalla residenza o dal domicilio, per le persone giuridiche si ha riguardo: al luogo in cui sono state riconosciute. nel luogo stabilito dalla autorità governativa. al luogo in cui ha il proprio domicilio il rappresentante legale. al luogo in cui è stabilita la loro sede.
Ove, per le persone giuridiche, non vi sia coincidenza tra la sede stabilita o risultante dal registro e quella effettiva, i terzi possono considerare come sede: solo quella stabilita nell'atto costitutivo e nello statuto. anche quella effettiva. solo quella risultante dal registro. a scelta, quella stabilita nell'atto costitutivo e nello statuto o quella risultante dal registro.
Per l'elezione del domicilio speciale, possibile per determinati atti od affari, è prevista: la forma scritta od orale, a seconda della natura dell'atto o dell'affare. anche la forma orale, purché debitamente pubblicizzata. nessuna forma. la forma scritta.
Ove una persona scompaia e non dia più notizie di sé, può essere nominato il curatore in presenza di un procuratore nominato dallo scomparso? Sì, in ogni caso. Sì, ma soltanto per gli atti che il procuratore non sia abilitato a compiere. No, in nessun caso. Sì, ma solo nel caso che la scomparsa si protragga da almeno due anni.
Tizio, soggetto a tutela, non è più comparso nel luogo del suo ultimo domicilio e non se ne hanno più notizie. In questo caso si fa luogo alla nomina di un curatore? No. Sì. No, salvo che la richiesta provenga dai presunti eredi legittimi. Sì, solo se Tizio è minore.
I genitori esercenti la potestà sul minore Tizietto, scomparso dal luogo del suo ultimo domicilio e di cui non si hanno più notizie, essendo necessario il compimento di atti tendenti alla conservazione del patrimonio dello stesso, fanno istanza per la nomina di un curatore dello scomparso. In questo caso: non si fa luogo alla nomina del curatore in quanto vi sono i legali rappresentanti. alla nomina si fa luogo solo se Tizietto è scomparso da più di un anno. alla nomina si fa luogo solo se Tizietto aveva meno di sedici anni al momento della scomparsa. si fa comunque luogo alla nomina del curatore.
Qual è il giudice competente a nominare il curatore dello scomparso? Il tribunale del suo ultimo domicilio o dell'ultima sua residenza. Il tribunale del luogo in cui si aprirebbe la successione in caso di morte dello scomparso. Qualunque tribunale. Il presidente del tribunale del suo ultimo domicilio.
Dopo quanti anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dello scomparso, può essere domandato al tribunale che ne sia dichiarata l'assenza? Dieci. Otto. Due. Venti.
Chi è legittimato a domandare al tribunale la dichiarazione di assenza dello scomparso? I presunti successori legittimi e chiunque ragionevolmente creda di avere sui beni dello scomparso diritti dipendenti dalla morte di lui. Solo i parenti in linea retta. Solo i presunti legittimari. Solo i presunti successori legittimi.
Per ottenere l'esercizio temporaneo dei diritti o la liberazione temporanea dalle obbligazioni o l'immissione nel possesso dei beni della persona che sia stata dichiarata assente con sentenza divenuta eseguibile, è necessario dare cauzione o altra cautela se stabilita dal tribunale? Sì, limitatamente all'immissione in possesso dei beni. No. Sì, se l'asse ereditario superi i cinquantamila euro. Sì.
Tizio, beneficiario di un legato contenuto nel testamento pubblico dell'assente Caio, può essere ammesso all'esercizio temporaneo dei diritti che gli spetterebbero in dipendenza della morte di Caio? No. Sì. Sì, ma solo dopo che sia stata dichiarata la morte presunta dell'assente. Sì, ma solo se sono trascorsi cinque anni dalla dichiarazione di assenza.
Divenuta eseguibile la sentenza che dichiara l'assenza, chi può chiedere al tribunale l'apertura degli atti di ultima volontà dell'assente? Il pubblico ministero e chiunque vi abbia interesse. Il solo pubblico ministero. Solo gli eredi legittimi ed il pubblico ministero. Solo gli eredi legittimi.
Divenuta eseguibile la sentenza che dichiara l'assenza, coloro che per effetto della morte dell'assente sarebbero liberati da obbligazioni, possono essere temporaneamente esonerati da esse? Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, salvo che si tratti di obbligazioni alimentari tra affini. Sì, tranne che non si tratti di obbligazioni a favore di minori.
Al coniuge di colui che sia stato dichiarato assente, oltre ciò che gli spetta per effetto del regime patrimoniale dei coniugi e per titolo di successione, il tribunale: può attribuire un assegno di mantenimento. può attribuire un assegno alimentare. non può attribuire assegni. può attribuire l'usufrutto generale sul patrimonio dell'assente.
L'immissione temporanea nel possesso dei beni della persona dichiarata assente attribuisce a coloro che l'ottengono: l'usufrutto legale su detti beni. l'amministrazione dei beni ed il godimento delle relative rendite nei limiti di legge, oltre che la rappresentanza in giudizio. la sola amministrazione, con obbligo di accumulare le rendite fino al ritorno dell'assente o fino alla dichiarazione di morte presunta. la sola amministrazione e la rappresentanza in giudizio, quest'ultima previa autorizzazione del giudice.
Gli ascendenti, i discendenti e il coniuge dell'assente immessi nel possesso temporaneo dei beni: devono rendere all'assente il conto dell'amministrazione. devono riservare all'assente il terzo delle rendite. ritengono a loro profitto la totalità delle rendite. ritengono a loro profitto la metà delle rendite.
Tizio, immesso nel possesso temporaneo dei beni dell'assente, intende alienarli. Lo può fare? Liberamente e senza alcuna autorizzazione. Solo in caso di necessità o utilità evidente e senza alcuna autorizzazione. Solo se autorizzato dal curatore dello scomparso. Solo se autorizzato dal tribunale che ne abbia riconosciuto la necessità o l'utilità evidente.
Colui che, dopo l'immissione di altra persona nel possesso dei beni dell'assente, dimostri di avere avuto, al giorno in cui risale l'ultima notizia dell'assente, un diritto prevalente o uguale a quello del possessore, può escludere questo dal possesso o farvisi associare, ed avrà diritto ai frutti: dal giorno in cui il giudice riconosce il suo diritto. dal giorno della domanda giudiziale. dal giorno in cui si è verificata l'assenza. dal giorno in cui è stata effettuata l'immissione in possesso del primo possessore.
Dichiarata l'assenza di Tizio, Caio, immesso nel possesso temporaneo dei beni dell'assente e debitamente autorizzato dal tribunale, ha concesso in pegno un gioiello di Tizio. Qual è la sorte dell'atto di concessione del pegno, se successivamente al compimento di quest'atto Tizio ritorna? Diventa in ogni caso immediatamente inefficace. Resta efficace solo se l'assente lo ratificherà entro tre mesi dal ritorno. Resta irrevocabile. Diventa inefficace subito solo se l'assenza è stata involontaria.
Dichiarata l'assenza di Tizio, Caio, immesso nel possesso temporaneo dei beni dell'assente e debitamente autorizzato dal tribunale, ha concesso ipoteca sul fondo Tuscolano di Tizio. Qual è la sorte dell'atto di concessione dell'ipoteca, se successivamente al compimento di quest'atto viene provata l'esistenza di Tizio? Resta irrevocabile. Diventa in ogni caso immediatamente inefficace. Diventa inefficace subito solo se l'assenza è stata involontaria. Resta efficace solo se l'assente lo ratificherà entro tre mesi dal ritorno.
Dichiarata l'assenza di Tizio, Caio, immesso nel possesso temporaneo dei beni dell'assente e debitamente autorizzato dal tribunale, ha venduto il fondo Tuscolano di Tizio. Qual è la sorte dell'atto di vendita, se successivamente al compimento di quest'atto viene provata l'esistenza di Tizio? Resta efficace solo se l'assente, al suo ritorno, lo ratificherà entro due mesi. Resta irrevocabile. Diventa subito inefficace solo se l'assenza è stata involontaria. Diventa in ogni caso immediatamente inefficace.
Nel caso che la persona dichiarata assente ritorni o venga provata la sua esistenza in vita, colui che sia stato immesso nel possesso temporaneo dei beni deve restituirli, ma conserverà i vantaggi derivantigli dalla sua qualità di possessore fino al giorno: della conoscenza della ricomparsa o dell'esistenza in vita dell'assente. della sua costituzione in mora. della ricomparsa dell'assente o della prova della sua esistenza in vita. stabilito dal tribunale.
Colui che sia stato dichiarato assente e ricompaia dopo che l'avente diritto sia stato immesso nel possesso dei beni, perde il diritto alla restituzione delle rendite riservategli dal possessore che non sia né ascendente, né discendente, né coniuge dell'assente medesimo, nel solo caso che: il possessore abbia speso le rendite da riservare per la conservazione dei beni dell'assente. il possessore abbia destinato le dette rendite ai bisogni della vita di minori. non provveda a mettere in mora il possessore ai fini della restituzione. l'assenza sia stata volontaria ed ingiustificata.
Se durante il possesso temporaneo dei beni è provata la morte dell'assente, a vantaggio di chi si apre la successione? Di coloro che al momento della morte erano suoi eredi o legatari. Di coloro che al momento della redazione della dichiarazione di successione erano suoi eredi o legatari. Di coloro che al momento della scomparsa erano suoi eredi o legatari. Di coloro che al momento della dichiarazione di assenza erano suoi eredi o legatari.
Può essere pronunziata la sentenza dichiarativa della morte presunta di persona avente venticinque anni? Sì, ma solo se dell'assente non si abbia più notizia da almeno quindici anni. Sì, ma solo se ne sia già stata dichiarata l'assenza. No, perché non sono ancora trascorsi nove anni dal raggiungimento della maggiore età. Sì.
Può essere dichiarata la morte presunta, anche se sia mancata la dichiarazione di assenza? Sì, ma solo se della persona non si abbia notizia da almeno venti anni. Sì. Sì, ma solo se trattasi di persona avente più di settanta anni. No.
L'istanza per la dichiarazione di morte presunta, ove rigettata, può essere riproposta: se, medio tempore, sia stata dichiarata preventivamente l'assenza. se siano decorsi almeno due anni. se siano emersi fatti nuovi. se siano decorsi almeno cinque anni.
La dichiarazione di morte presunta può essere richiesta dopo che siano trascorsi dieci anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente. Tuttavia, se la scomparsa è avvenuta per infortunio di cui sia nota la data completa, l'istanza può essere proposta: dopo due anni dal giorno dell'infortunio. dopo quattro anni dal giorno dell'infortunio. in ogni tempo. dopo sei mesi dalla data in cui l'istante sia venuto a conoscenza dell'infortunio.
Nei casi previsti dalla legge, la sentenza che dichiara la morte presunta, deve determinare il giorno e l'ora della scomparsa. Ove l'ora non sia determinabile, la morte presunta si ha per avvenuta: all'inizio del giorno successivo a quello indicato. alla fine del giorno indicato. all'inizio del giorno indicato. alle ore dodici del giorno indicato.
Nei casi in cui la scomparsa sia avvenuta in operazioni belliche, o per prigionia, internamento o trasporto in paese straniero ad opera del nemico, o per infortunio, la domanda di declaratoria di morte presunta può essere proposta quando: siano decorsi sei mesi dalla conoscenza che l'istante abbia avuto del verificarsi della scomparsa. sia stata preventivamente ottenuta la declaratoria di assenza. non si sia potuto procedere agli accertamenti richiesti dalla legge per la compilazione dell'atto di morte. siano decorsi sei mesi dal verificarsi della scomparsa.
Proposta l'istanza di declaratoria di morte presunta, il tribunale, ove ritenga di non poterla accogliere, può dichiarare l'assenza dello scomparso? Sì. No. Sì, ma solo nel caso che la scomparsa sia avvenuta in operazioni belliche o per infortunio. Sì, ma solo nel caso che vi sia espressa domanda di parte in tal senso.
Divenuta eseguibile la sentenza dichiarativa di morte presunta, gli immessi nel possesso temporaneo dei beni: possono disporne liberamente. possono disporne liberamente, ma gli effetti dei loro atti restano sospesi per il periodo di un anno. non possono compiere alcun atto di disposizione. possono disporne solo se è trascorso meno di un anno da quando la sentenza è divenuta eseguibile.
La moglie di colui la cui morte presunta sia stata dichiarata con sentenza del tribunale può contrarre nuovo matrimonio quando: siano decorsi trecento giorni dalla data di deposito della sentenza. siano decorsi trecento giorni dal passaggio in giudicato della sentenza. sia divenuta eseguibile la sentenza. sia stata pubblicata la sentenza.
Tizio, del quale è stata dichiarata con sentenza divenuta eseguibile la morte presunta, ritorna. Caio, immesso nel possesso temporaneo dei beni di Tizio, ha alienato il fondo Tuscolano per un prezzo non ancora conseguito. In questo caso Tizio: ha diritto di conseguire il prezzo. può solo esercitare l'azione revocatoria. può solo esercitare l'azione di rivendicazione. non può vantare alcuna pretesa.
La dichiarazione di esistenza della persona di cui è stata dichiarata la morte presunta può essere sempre fatta in contraddittorio: dei soli eredi e del pubblico ministero. di tutti coloro che furono parte nel giudizio in cui fu dichiarata la morte presunta. dei soli eredi. del solo pubblico ministero.
Dichiarata, con sentenza divenuta eseguibile, la morte presunta di una persona, il coniuge di questa può contrarre nuovo matrimonio. Nel caso che, successivamente, si accerti che il presunto morto sia deceduto dopo il matrimonio del coniuge, tale matrimonio può essere dichiarato nullo? No. Sì, ma solo previo assenso del coniuge che ha contratto nuovo matrimonio. Sì. No, ma solo nel caso che dal nuovo matrimonio siano nati figli.
Il coniuge della persona di cui sia stata dichiarata la morte presunta con sentenza divenuta eseguibile può contrarre nuovo matrimonio. Questo, in caso di accertata esistenza in vita del morto presunto, deve ritenersi: nullo. valido. annullabile. inesistente.
È consentito reclamare un diritto in nome della persona di cui si ignora l'esistenza? No, in nessun caso. Sì, ma solo da parte degli eredi. No, tranne che non si provi che la persona esisteva quando il diritto è nato. Sì.
Apertasi la successione alla quale sia chiamato colui di cui si ignora l'esistenza, coloro ai quali è devoluta la successione medesima devono procedere, innanzitutto: alla prestazione di garanzia personale o reale. alla sola prestazione della cauzione. all'inventario dei beni ed alla prestazione della cauzione. al solo inventario dei beni.
Quando si apre una successione alla quale sarebbe chiamata in tutto od in parte una persona di cui si ignora l'esistenza, la successione è devoluta: direttamente a colui di cui si ignora l'esistenza. a coloro ai quali sarebbe spettata in mancanza della persona di cui si ignora l'esistenza, salvo il diritto di rappresentazione. a nessuno, ma si verifica la giacenza dell'eredità. a colui che viene scelto dal giudice.
Ove la persona di cui si ignori l'esistenza ricompaia, può ripetere l'eredità devoluta a coloro ai quali spettava in sua mancanza, così come può pretendere la restituzione dei frutti, ma questi ultimi gli spettano: dal giorno della restituzione dei beni. dal giorno della ricomparsa della persona di cui si ignorava l'esistenza. dal giorno in cui il percettore è stato immesso nel possesso dei beni ereditari. dal giorno della costituzione in mora del percettore.
Dopo la dichiarazione di morte presunta, coloro che sono chiamati alla successione di un terzo in luogo della persona presuntamente morta, devono, innanzitutto: effettuare l'inventario. prestare cauzione. effettuare l'inventario e prestare cauzione. prestare polizza fideiussoria.
Se la persona di cui sia stata dichiarata la morte presunta ritorna, può esercitare la petizione di eredità ed ogni altro diritto, ma dei beni alienati può: ripetere il cinquanta per cento del prezzo di vendita. solo ripetere il prezzo, se ancora dovuto. ripetere il prezzo in ogni caso. chiedere la restituzione, previa rescissione del contratto di compravendita.
Fratello e sorella sono parenti in linea collaterale? Sì. No. Sì, solo se figli dello stesso padre. Sì, solo se figli della stessa madre.
Tra marito e moglie, vi è: affinità. parentela in linea retta. parentela in linea collaterale. nessun rapporto di parentela o affinità.
Il marito della sorella della moglie di Tizio, rispetto a quest'ultimo: è parente in linea collaterale. è affine di secondo grado. non è parente né affine. è affine di terzo grado.
Tizio è figlio della sorella di Caio. Tra Tizio e Caio esiste un rapporto di: affinità. parentela in linea collaterale di quarto grado. parentela in linea collaterale di terzo grado. parentela in linea retta di terzo grado.
Fratello e sorella sono parenti in linea retta? No. Sì, solo se figli dello stesso padre e della stessa madre. Sì, solo se figli dello stesso padre. Sì, in ogni caso.
Tizio è padre di Caia e Sempronia e queste sono, a loro volta, madri rispettivamente di Tizietto e Tizietta i quali ultimi sono tra loro parenti collaterali di grado: primo. secondo. quinto. quarto.
Tizio è padre di Caia e Sempronia e queste sono, a loro volta, madri rispettivamente di Tizietto e Tizietta. I rapporti di parentela tra Tizio, Tizietto e Tizietta sono i seguenti: Tizio è parente di secondo grado in linea retta di Tizietto e Tizietta, i quali sono tra loro parenti di quarto grado in linea collaterale. Tizio è parente di terzo grado in linea retta di Tizietto e Tizietta, i quali sono tra loro parenti di quinto grado in linea collaterale. Tizio è parente di quinto grado in linea retta di Tizietto e Tizietta, i quali sono tra loro parenti di quinto grado in linea collaterale. Tizio è parente di primo grado in linea retta di Tizietto e Tizietta, i quali sono tra loro parenti di secondo grado in linea collaterale.
Tizio è padre di Caia che, a sua volta, è madre di Sempronio che è padre di Tizietto. Tizio e Tizietto sono quindi parenti in linea retta di grado: primo. secondo. quarto. terzo.
Nella linea retta il computo dei gradi di parentela si effettua: computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, compreso lo stipite se vivente. computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite. computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, compreso lo stipite. computando altrettanti gradi quante sono le generazioni e aggiungendone uno.
Tizio e Caio sono rispettivamente figli dei fratelli Filano e Sempronio. Tra Tizio e Caio: vi è parentela in linea collaterale di terzo grado. vi è parentela in linea collaterale di quarto grado. non vi è alcun rapporto di parentela. esiste un rapporto di affinità.
Nella linea collaterale i gradi di parentela si computano dalle generazioni: salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, compreso lo stipite. salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, escluso lo stipite. salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, esclusi lo stipite e l'ultimo parente salendo da uno dei parenti allo stipite comune e da questi discendendo all'altro parente, compreso lo stipite se vivente.
La legge riconosce il vincolo di parentela oltre il sesto grado? Sì, sempre. No, salvo che per alcuni effetti specialmente determinati. No, mai. Sì, ma con decreto del Capo dello Stato.
Tizio è padre di Caio sposato con Mevia; Caio muore. In questo caso cessa il rapporto di affinità tra Tizio e Mevia? No, salvo che per taluni effetti specialmente determinati. No, e ne permangono tutti gli effetti. Sì, se non vi è prole. Sì, a tutti gli effetti.
Tizio è coniugato con Sempronia, figlia di Sempronio; quindi Tizio e Sempronio sono affini: di primo grado in linea retta. di primo grado in linea collaterale. di secondo grado in linea collaterale. di secondo grado in linea retta.
Tizio è fratello di Tizia coniugata con Sempronio; quindi Tizio e Sempronio sono fra loro affini: di terzo grado in linea collaterale. di secondo grado in linea collaterale. di secondo grado in linea retta. di primo grado in linea collaterale.
Tizietta è figlia di Caia e Tizio; Tizio muore e Caia sposa Sempronio. Quest'ultimo è legato a Tizietta da: rapporto di affinità in linea retta in primo grado. rapporto di parentela in linea retta in primo grado. rapporto di parentela in linea collaterale in secondo grado. nessun vincolo di parentela o affinità.
Tizio è fratello di Filana, moglie di Sempronio. Tra Tizio e Sempronio vi è: affinità in secondo grado in linea collaterale. parentela in secondo grado in linea retta. parentela in primo grado in linea collaterale. affinità in primo grado in linea collaterale.
Tizio è padre di Sempronio che è padre di Caio; Caio è sposato con Mevia. Quale vincolo lega Tizio e Mevia? Affinità in secondo grado in linea retta. Affinità in terzo grado in linea retta. Nessun vincolo di parentela o affinità. Parentela in linea retta di terzo grado.
Tizio è marito di Caia; Sempronio è marito di Mevia; Caia e Mevia sono sorelle. Quale vincolo lega Tizio e Sempronio? Affinità in quarto grado in linea collaterale. Nessun rapporto di parentela o affinità. Parentela in quarto grado in linea collaterale. Affinità in secondo grado in linea collaterale.
Come si determina il grado di affinità tra il parente di uno dei coniugi e l'altro coniuge? Diminuendo di uno il grado in cui taluno è parente di uno dei coniugi si determina il grado in cui egli è affine dell'altro coniuge. Moltiplicando per due il grado in cui taluno è parente di uno dei coniugi si determina il grado in cui egli è affine dell'altro coniuge. Computando il grado in cui taluno è parente di uno dei coniugi si determina anche il grado in cui egli è affine dell'altro coniuge. Maggiorando di uno il grado in cui taluno è parente di uno dei coniugi si determina il grado in cui egli è affine dell'altro coniuge.
Filano è fratello di Sempronio, che è padre di Caio; Caio è sposato con Mevia. Quale vincolo lega Filano con Mevia? Parentela. Nessun vincolo di parentela o affinità. Affinità in linea collaterale di terzo grado. Affinità in linea retta di secondo grado.
La promessa di matrimonio: non obbliga il promittente a contrarre il matrimonio né ad eseguire ciò che si fosse convenuto per il caso di non adempimento. obbliga il promittente ad eseguire quanto eventualmente convenuto per il caso di inadempimento, ma non a contrarre matrimonio. obbliga il promittente a contrarre il matrimonio. ove non mantenuta ha anche conseguenze penali, in ogni caso.
Se il matrimonio non è stato contratto, nonostante che sia stata stipulata la relativa promessa, il promittente: ha diritto di richiedere la restituzione di tutti i doni, anche se effettuati prima della promessa di matrimonio. ha diritto di richiedere la restituzione dei doni fatti a causa della promessa di matrimonio. ha diritto, in ogni caso, alla restituzione dei doni ed a quant'altro pattuito nella promessa di matrimonio per il caso di inadempienza. non ha diritto ad alcunché.
Nel caso che il matrimonio non venga celebrato, pur in presenza di una promessa di matrimonio, la domanda di restituzione dei doni effettuati a causa della detta promessa deve essere proposta: entro un anno dal giorno in cui si è avuto il rifiuto od entro due anni dalla morte. nei limiti della prescrizione ordinaria. entro sei mesi dal giorno del rifiuto o della morte. entro un anno decorrente dal giorno del rifiuto del matrimonio o della morte del promittente.
Il mancato adempimento della promessa di matrimonio fatta in presenza dei requisiti previsti dalla legge: obbliga il promittente che rifiuti l'adempimento a risarcire i danni in ogni caso. obbliga il promittente, che rifiuti senza giusto motivo, ad eseguire quanto previsto nella promessa per l'eventuale inadempimento ed a risarcire i danni. non comporta alcun obbligo risarcitorio per l'inadempiente. obbliga il promittente che senza giusti motivi ricusi di eseguirla a risarcire i danni di legge.
La domanda di risarcimento dei danni per mancato adempimento della promessa di matrimonio è proponibile: entro un anno dal giorno del rifiuto di celebrare il matrimonio. entro sei mesi dal giorno del rifiuto di celebrare il matrimonio. nei limiti della prescrizione ordinaria. entro due anni dal giorno del rifiuto di celebrare il matrimonio.
Il matrimonio celebrato davanti ad un ministro del culto cattolico è regolato: dal concordato con la Santa Sede e dalle leggi speciali in materia. dal concordato e dal diritto canonico. dalle sole leggi italiane. dal solo concordato.
Ricorrendo le condizioni di legge, il tribunale può autorizzare il matrimonio del minore purché questi abbia compiuto almeno: sedici anni. quattordici anni. quindici anni. diciassette anni.
Contro il decreto che autorizza o nega il matrimonio del minore è ammesso ricorso alla corte d'appello entro il termine perentorio di: venti giorni dalla comunicazione. dieci giorni dalla comunicazione. trenta giorni dalla comunicazione. sessanta giorni dalla comunicazione.
Può, l'interdetto per infermità di mente, contrarre matrimonio? No, ove il pubblico ministero si opponga. No. Sì. Sì, ove il tutore presti il suo consenso.
Gli affini in linea collaterale in secondo grado possono contrarre matrimonio tra loro? No, mai. Sì, se autorizzati dall'ufficiale dello stato civile. Sì, sempre. Sì, se autorizzati dal tribunale.
Possono contrarre matrimonio tra di loro gli affini in linea retta? Sì, senza autorizzazione del tribunale, se l'affinità derivava da matrimonio dichiarato nullo. No, in nessun caso. Sì, se l'affinità derivava da matrimonio dichiarato nullo e se autorizzati dal tribunale. Sì, in ogni caso, se autorizzati dal tribunale.
Lo zio e la nipote possono sposarsi tra di loro? Sì, in ogni caso. Sì, se autorizzati dal tribunale. Sì, se autorizzati dall'ufficiale dello stato civile. No, mai.
L'adottante ed il coniuge dell'adottato possono contrarre matrimonio tra loro? Sì, sempre. No, mai. Sì, se autorizzati dal tribunale. Sì, se autorizzati dall'ufficiale dello stato civile.
Possono contrarre matrimonio tra loro le persone delle quali l'una è stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra? Sì, se la sentenza di condanna non è ancora passata in giudicato. Sì, se vi è l'autorizzazione del tribunale. No, mai. Sì, se il delitto risulta commesso con il concorso di attenuanti.
Dopo lo scioglimento od annullamento del matrimonio, o dopo la declaratoria di cessazione degli effetti civili dello stesso, la donna può contrarre nuovo matrimonio, salvo le eccezioni previste dalla legge, una volta che siano decorsi: trecentosessanta giorni. due anni. trecento giorni. centottanta giorni.
La donna divorziata può essere autorizzata, dal tribunale, a contrarre nuovo matrimonio prima che siano decorsi trecento giorni dalla cessazione degli effetti civili, dall'annullamento o dallo scioglimento del primo matrimonio, oltre che nel caso che risulti da una sentenza passata in giudicato che il marito non ha convissuto con la stessa nei trecento giorni precedenti il divorzio, quando: sia dimostrato che la stessa è in attesa di un figlio concepito con il futuro marito. è escluso lo stato di gravidanza. l'ex marito presti il proprio consenso. sia dimostrato che la stessa è affetta da grave malattia che ne pone in pericolo la vita.
Con il decreto di ammissione al matrimonio di chi abbia compiuto i sedici anni il tribunale o la corte d'appello nominano: se le circostanze lo esigono, un tutore per il minore. un curatore che assista il minore nei rapporti personali e patrimoniali. se le circostanze lo esigono, un curatore speciale che assista il minore nella stipulazione delle convenzioni matrimoniali. in ogni caso un curatore speciale che assista il minore.
Il matrimonio deve essere preceduto dalla pubblicazione. Questa deve essere richiesta all'ufficiale dello stato civile del comune dove: uno degli sposi ha la residenza. ha la residenza il futuro marito. uno degli sposi esercita il proprio lavoro. uno degli sposi ha il domicilio.
La richiesta di pubblicazione finalizzata al matrimonio può essere avanzata, oltre che da persona che ne abbia ricevuto speciale incarico, da: i genitori di uno degli sposi. entrambi gli sposi. uno degli sposi. i genitori di entrambi gli sposi.
Nel caso che l'ufficiale di stato civile rifiuti la pubblicazione finalizzata al matrimonio, deve rilasciare certificato coi motivi del rifiuto. Avverso tale certificato va proposto ricorso: al sindaco. al tribunale. al presidente del tribunale. al prefetto.
Compiuta la pubblicazione, il matrimonio può essere celebrato solo: all'ottavo giorno successivo. al decimo giorno successivo. al quarto giorno successivo. al primo giorno successivo.
Compiuta la pubblicazione, il matrimonio deve avvenire: nei cento giorni successivi. nei trenta giorni successivi. nei centottanta giorni successivi. entro l'anno successivo.
In quale ipotesi l'ufficiale di stato civile può celebrare il matrimonio senza la preventiva pubblicazione? Ove uno degli sposi si trovi in imminente pericolo di vita. Ove la futura sposa sia in attesa di un figlio che corre imminente pericolo di vita. Ove uno degli sposi si trovi nell'imminente, comprovata necessità di dover partire per l'estero per una lunga permanenza. Ove uno dei genitori degli sposi sia in imminente pericolo di vita.
In quali ipotesi il pubblico ministero deve fare opposizione al matrimonio? Nel solo caso in cui la donna "divorziata" voglia sposarsi prima del decorso dei trecento giorni di legge, senza la prevista autorizzazione. Ogni qualvolta venga a conoscenza di qualsivoglia causa che osti alla celebrazione del matrimonio. Nel solo caso che si tratti di minori che non risultino debitamente autorizzati dal tribunale. Ove sappia dell'esistenza di un impedimento o gli consti l'infermità di mente di uno degli sposi, nei confronti del quale, a causa dell'età, non possa essere promossa l'interdizione.
L'atto di matrimonio deve essere compilato: entro tre giorni dalla celebrazione. entro trenta giorni dalla celebrazione, salvo che gli sposi non facciano concorde richiesta di immediata compilazione. subito dopo la celebrazione. entro dieci giorni dalla celebrazione.
La dichiarazione degli sposi di prendersi rispettivamente in marito e in moglie può essere sottoposta a termine o condizione? Sì. Può essere sottoposta solo a condizione. Può essere sottoposta solo a termine. No, né a termine né a condizione.
Ove l'ufficiale di stato civile celebri ugualmente il matrimonio, nonostante che gli sposi abbiano sottoposto a termine o condizione la dichiarazione di prendersi rispettivamente come marito e moglie, quali sono le conseguenze giuridiche? Il termine e la condizione si hanno per non apposti. Il matrimonio è nullo. Il matrimonio è annullabile ad istanza, proponibile in ogni tempo, di chiunque vi abbia interesse. Il matrimonio è annullabile ad istanza, da proporre entro trenta giorni dalla celebrazione, di uno degli sposi.
Il matrimonio può essere celebrato anche al di fuori della casa comunale, purché: sia comprovata l'impossibilità di uno degli sposi di recarsi alla casa comunale. vi sia l'autorizzazione del presidente del tribunale. vi sia il consenso preventivo del pubblico ministero, rilasciato in calce all'istanza scritta proposta da entrambi gli sposi almeno quaranta giorni prima della data fissata per la celebrazione. entrambi gli sposi ne facciano richiesta e l'ufficiale dello stato civile presti il suo consenso.
Il matrimonio per procura, nei casi consentiti dalla legge, può essere celebrato finché non siano trascorsi, dal rilascio della procura: novanta giorni. centottanta giorni. due anni. trecentosessanta giorni.
Cosa deve necessariamente contenere la procura per contrarre matrimonio? L'indicazione della persona con la quale il matrimonio si deve contrarre e del termine di validità della procura. L'indicazione della persona con la quale il matrimonio si deve contrarre. L'indicazione della persona con la quale il matrimonio si deve contrarre e del luogo ove il matrimonio si deve celebrare. L'indicazione della persona con la quale il matrimonio si deve contrarre e del regime patrimoniale che i coniugi intendono adottare.
Se uno degli sposi risiede all'estero può contrarre matrimonio per procura? Sì, se residente all'estero da oltre cinque anni, senza alcuna autorizzazione. Sì, se concorrono gravi motivi e su autorizzazione del tribunale nella cui circoscrizione risiede l'altro sposo. Sì, in ogni caso. No, mai.
Chi tra i seguenti soggetti può contrarre matrimonio per procura? I militari e le persone che per ragioni di servizio si trovano al seguito delle forze armate, in tempo di guerra. Gli appartenenti al corpo diplomatico, anche se non residenti all'estero per ragioni di servizio. Gli stranieri, anche se residenti in Italia. I detenuti in attesa di giudizio.
La forma della procura per contrarre matrimonio è: libera. l'atto pubblico con quattro testimoni. la scrittura privata autenticata. l'atto pubblico.
L'ufficiale dello stato civile che rifiuti la celebrazione del matrimonio deve rilasciare certificazione con l'indicazione dei motivi. Avverso questo è ammesso: ricorso al presidente del tribunale. diffida a celebrare notificata all'ufficiale dello stato civile e, nei confronti del provvedimento di conferma del rifiuto, ricorso al pubblico ministero. ricorso al sindaco. ricorso al tribunale.
Tizio e Tizia hanno entrambi appena appreso dai giornali che la persona che, nella sua pretesa qualità di ufficiale dello stato civile, li aveva uniti in matrimonio due anni prima nel municipio della loro città, non rivestiva tale qualità. Quali conseguenze comporta ciò per il loro matrimonio? Il matrimonio è nullo. Nessuna, il matrimonio si considera validamente celebrato. Il matrimonio originariamente annullabile si è convalidato per effetto della convivenza more uxorio prolungatasi oltre l'anno. Il matrimonio è annullabile.
Il matrimonio celebrato davanti a persona che eserciti pubblicamente le funzioni di ufficiale di stato civile senza averne realmente la qualità: si considera celebrato davanti all'ufficiale dello stato civile, a meno che entrambi gli sposi, al momento della celebrazione, abbiano saputo che detta persona non aveva tale qualità. si considera come mai avvenuto, ma se gli sposi, al momento della celebrazione, erano in buona fede, possono chiederne la convalida con effetto dalla data della originaria celebrazione. si considera celebrato davanti all'ufficiale di stato civile, a meno che anche uno solo degli sposi, al momento della celebrazione, sapesse che detta persona non aveva tale qualità. si considera come mai avvenuto, e gli sposi possono unicamente contrarre un nuovo matrimonio con effetto ex nunc.
La cittadina italiana, il cui precedente matrimonio sia stato sciolto dal giudice italiano, che intenda contrarre nuovo matrimonio in paese straniero secondo le forme ivi stabilite, deve attendere il decorso dei trecento giorni decorrenti dallo scioglimento del precedente matrimonio? No, ove la legge del paese straniero nel quale si celebrerà il matrimonio non preveda tale attesa. Sì, in ogni caso. Sì, nel solo caso che intenda sposare, in seconde nozze, un cittadino italiano. No, in nessun caso.
Lo straniero che intenda contrarre matrimonio in Italia e che sia adottante, può sposare la vedova del proprio adottato? No. Sì, previa autorizzazione del tribunale. Sì, ma nel solo caso che secondo le leggi del paese di appartenenza tale matrimonio sia consentito. Sì.
La straniera divorziata che intenda contrarre matrimonio in Italia deve attendere il decorso dei trecento giorni dallo scioglimento del precedente matrimonio? Sì. No. Sì, nel solo caso che intenda sposare un italiano. No, se tale attesa non è prevista dalle leggi del paese di appartenenza.
Il matrimonio tra zio e nipote, contratto senza la preventiva autorizzazione che poteva essere concessa, è impugnabile: fino a che non siano decorsi sei mesi dalla celebrazione. fino a che non siano nati figli minori. fino a che non sia decorso un anno dalla celebrazione. sempre.
Il matrimonio contratto, senza autorizzazione, tra affini in linea collaterale in secondo grado da chi può essere impugnato? Dai soli coniugi. Solo dai coniugi, dagli ascendenti prossimi e dal pubblico ministero. Solo dai coniugi e dal pubblico ministero. Dai coniugi, dagli ascendenti prossimi, dal pubblico ministero e da chiunque abbia, all'impugnazione, un interesse legittimo e attuale.
Il matrimonio contratto dal minore, che abbia compiuto sedici anni, senza la preventiva autorizzazione del tribunale, da chi può essere impugnato? Solo da ciascuno dei genitori e dal pubblico ministero. Solo da chiunque dimostri un interesse all'impugnazione legittimo ed attuale. Dal solo pubblico ministero. Dai coniugi, da ciascuno dei genitori e dal pubblico ministero.
Il minore, che abbia compiuto sedici anni e che abbia contratto matrimonio senza la preventiva autorizzazione del tribunale, può proporre azione di annullamento del proprio matrimonio: fino a che non sia decorso un anno dal raggiungimento della maggiore età. sempre. fino al raggiungimento della maggiore età. finché dal matrimonio non siano nati figli.
È annullabile, su domanda dei genitori o del pubblico ministero, il matrimonio del minore contratto dopo il compimento del sedicesimo anno, ma senza la preventiva autorizzazione del tribunale, quando ormai lo stesso sia divenuto maggiorenne? No, in nessun caso. No, ove venga accertata la volontà del minore di mantenere in vita il vincolo matrimoniale. Sì, ove non siano nati figli. Sì, in ogni caso.
L'azione di annullamento del matrimonio dell'interdetto non può più essere proposta se, revocata l'interdizione: sia decorso un anno dalla revoca dell'interdizione. vi sia stata coabitazione per un anno. siano nati figli. sia stata accertata la volontà del già interdetto di tenere in vita il matrimonio.
Il matrimonio contratto da chi, anche non interdetto, era incapace di intendere o di volere al momento della celebrazione del matrimonio, può essere impugnato: da entrambi i coniugi. dal pubblico ministero. dal coniuge già affetto da incapacità e dal pubblico ministero. solo dal coniuge affetto dalla detta incapacità.
L'impugnazione del matrimonio contratto da chi, pur non interdetto, era incapace di intendere o di volere al momento della celebrazione, non può più essere proposta se: recuperata la pienezza delle facoltà mentali il coniuge ha proseguito per un anno la coabitazione. se dal matrimonio siano nati figli. se siano decorsi sei mesi da quando l'incapace ha recuperato la pienezza delle facoltà mentali. se sia decorso un anno da quando l'incapace ha recuperato la pienezza delle facoltà mentali.
L'azione per l'annullamento del matrimonio contratto da colui il cui consenso sia stato effetto di violenza, timore di eccezionale gravità od errore non può essere proposta se: sia trascorso un anno dalla fine della violenza, dalla cessazione delle cause del timore o dalla scoperta dell'errore. siano trascorsi sei mesi dalla fine della violenza, dalla cessazione delle cause del timore o dalla scoperta dell'errore. siano nati figli. vi è stata coabitazione per un anno dopo che siano cessate la violenza o le cause del timore o sia stato scoperto l'errore.
Ove il consenso al matrimonio sia stato l'effetto di violenza o di errore o di timore di eccezionale gravità, la relativa impugnazione può essere proposta: solo da chi ha subito la violenza od è stato vittima di timore od errore. da chi è stato vittima della violenza, del timore o dell'errore, nonché dal pubblico ministero. solo dal pubblico ministero. solo da chiunque dimostri un interesse all'impugnazione legittimo ed attuale.
L'azione per l'annullamento del matrimonio simulato non può essere proposta: nel caso che i coniugi abbiano convissuto per almeno un anno. quando sia decorso un anno dalla celebrazione del matrimonio o i contraenti abbiano convissuto come coniugi dopo la celebrazione medesima. nel solo caso che siano nati figli. quando siano decorsi sei mesi dalla celebrazione del matrimonio.
In caso di matrimonio simulato, l'impugnazione può essere proposta: da ciascuno dei coniugi. da ciascuno dei coniugi e dal pubblico ministero. da chiunque abbia, all'impugnazione, un interesse legittimo ed attuale. dal pubblico ministero.
A norma del codice civile, il coniuge può impugnare: entro un anno dal matrimonio il precedente matrimonio dell'altro coniuge. in qualunque tempo il matrimonio dell'altro coniuge. il precedente matrimonio dell'altro coniuge solo per farne valere la nullità. il matrimonio dell'altro coniuge solo se non abbia proposto domanda di separazione personale o di divorzio.
L'azione di nullità del matrimonio da parte del pubblico ministero: può essere promossa in qualunque tempo. deve essere promossa entro un anno dalla celebrazione del matrimonio. può essere promossa anche dopo la morte di uno dei coniugi. non può essere promossa dopo la morte di uno dei coniugi.
Quando è proposta domanda di nullità del matrimonio, il tribunale può ordinare la separazione temporanea dei coniugi durante il giudizio: su istanza di uno dei coniugi. su istanza di entrambi i coniugi. solo su istanza del pubblico ministero. d'ufficio.
Quando è proposta domanda di nullità del matrimonio, il tribunale può ordinare anche d'ufficio la separazione temporanea dei coniugi durante il giudizio: sentito il pubblico ministero. se ambedue i coniugi o uno di essi sono minori o interdetti. solo se entrambi i coniugi sono minori. solo se entrambi i coniugi sono interdetti.
L'azione per impugnare il matrimonio si trasmette agli eredi? No, salvo che il giudizio sia già pendente alla morte dell'attore. No, mai. Sì, sempre. No, tranne che la nullità del matrimonio discenda dall'esistenza di un precedente vincolo matrimoniale.
L'azione per impugnare il matrimonio si trasmette agli eredi? Sì, se il giudizio già pendeva alla morte dell'attore. Sì, sempre. No, mai. No, tranne che la nullità del matrimonio discenda dall'esistenza di un precedente vincolo matrimoniale.
Il matrimonio dichiarato nullo produce in favore dei coniugi gli effetti del matrimonio valido? Sì, fino alla sentenza che pronunzia la nullità, quando i coniugi stessi lo hanno contratto in mala fede, oppure quando il loro consenso è stato determinato da timore reverenziale derivante da cause esterne agli sposi. Sì, fino alla sentenza che pronunzia la nullità, quando i coniugi stessi lo hanno contratto in buona fede, oppure quando il loro consenso è stato estorto con violenza o determinato da timore di eccezionale gravità derivante da cause esterne agli sposi. Sì in ogni caso, fino alla sentenza che pronunzia la nullità. No, mai.
A seguito della sentenza che dichiara la nullità del matrimonio contratto in mala fede da entrambi i coniugi, i figli nati o concepiti durante il matrimonio dichiarato nullo: assumono sempre lo stato di figli naturali riconosciuti, indipendentemente dalla causa che ha determinato la nullità del matrimonio. assumono sempre lo stato di figli naturali non riconosciuti, indipendentemente dalla causa che ha determinato la nullità del matrimonio. mantengono lo stato di figli legittimi; quando però la nullità sia dipesa da bigamia o incesto assumono lo stato di figli naturali riconosciuti, nei casi in cui il riconoscimento è consentito. mantengono sempre lo stato di figli legittimi, indipendentemente dalla causa che ha determinato la nullità del matrimonio.
Il matrimonio dichiarato nullo, contratto in buona fede, produce rispetto ai figli gli effetti del matrimonio valido? Sì, rispetto ai figli nati o concepiti durante il matrimonio dichiarato nullo, nonché rispetto ai figli nati prima del matrimonio e riconosciuti dopo la sentenza che pronunzia la nullità. No, mai. Sì, rispetto ai figli nati o concepiti durante il matrimonio dichiarato nullo, nonché rispetto ai figli nati prima del matrimonio e riconosciuti anteriormente alla sentenza che dichiara la nullità. Sì, esclusivamente rispetto ai figli nati durante il matrimonio dichiarato nullo.
Quando le condizioni del matrimonio putativo si verificano rispetto ad ambedue i coniugi, il giudice può disporre a carico di uno di essi l'obbligo di corrispondere somme periodiche di denaro, in proporzione alle sue sostanze, a favore dell'altro, ove questi non abbia adeguati redditi propri? Sì, senza alcun limite di tempo fino a quando il coniuge che ha diritto a ricevere la prestazione non sia passato a nuove nozze. Sì, per tutto il tempo per il quale il coniuge che ha diritto a ricevere la prestazione non abbia adeguati redditi propri, ancorché sia passato a nuove nozze. No. Sì, per un periodo non superiore a tre anni purché il coniuge che ha diritto di ricevere la prestazione non sia passato a nuove nozze.
Il terzo che abbia concorso con uno dei coniugi nel determinare la nullità del matrimonio è patrimonialmente responsabile nei confronti del coniuge in buona fede? Sì, egli è in ogni caso solidalmente responsabile con il coniuge al quale sia imputabile la nullità nei limiti della congrua indennità spettante al coniuge in buona fede. No, mai. Sì, a titolo di risarcimento dei danni causati al coniuge in buona fede e nei limiti in cui quest'ultimo provi di aver subito danni, ferma la solidarietà con il coniuge che ha dato luogo alla nullità. Sì, ma nei limiti dell'assegno alimentare eventualmente spettante al coniuge in buona fede.
Il coniuge al quale sia imputabile la nullità del matrimonio, qualora questo sia annullato, è tenuto a corrispondere all'altro coniuge in buona fede: il risarcimento dei danni subiti e giudizialmente dimostrati. un assegno di mantenimento anche in assenza dei presupposti di legge. un assegno di mantenimento, ove di questo ricorrano i presupposti di legge. una congrua indennità anche in mancanza di prova del danno sofferto.
Ai fini della prova della celebrazione del matrimonio, il possesso di stato allegato da entrambi i coniugi dispensa dalla presentazione dell'atto di celebrazione? Sì. No, se il possesso di stato non risale ad almeno cinque anni. No. Sì, se dal matrimonio sono nati figli.
Ai fini della prova della celebrazione del matrimonio, ogni difetto di forma dell'atto di celebrazione del matrimonio può essere sanato: dal possesso di stato conforme all'atto di celebrazione, purché protrattosi per almeno cinque anni. dal possesso di stato conforme all'atto di celebrazione. con qualunque mezzo di prova. dalla nascita di figli.
Quando vi sono indizi che per dolo o colpa del pubblico ufficiale o per caso di forza maggiore l'atto di matrimonio non è stato inserito nei registri a ciò destinati, la prova dell'esistenza del matrimonio è ammessa, sempre che risulti in modo non dubbio: una convivenza e coabitazione protrattasi senza interruzione dal giorno del matrimonio. la concorde dichiarazione dei coniugi sull'esistenza del coniugio. un conforme possesso di stato. la nascita di figli dal matrimonio.
Nel caso di distruzione o di smarrimento dei registri dello stato civile l'esistenza del matrimonio può essere provata: con ogni mezzo. solo dal protrarsi ininterrotto della convivenza a far tempo dalla data del matrimonio. dal solo possesso di stato protrattosi per almeno cinque anni. dal solo possesso di stato.
Se la prova della celebrazione del matrimonio risulta da sentenza penale, l'iscrizione della sentenza nel registro dello stato civile assicura al matrimonio tutti gli effetti riguardo tanto ai coniugi quanto ai figli, a far tempo: dal giorno della sua celebrazione. dal giorno della iscrizione della sentenza nel registro dello stato civile. dal giorno in cui la sentenza penale è passata in giudicato. dal giorno della commissione del fatto costituente il reato giudicato con la sentenza medesima.
Ove la celebrazione del matrimonio avvenga senza che sia preceduta dalla prescritta pubblicazione, sono puniti con la prevista sanzione amministrativa: l'ufficiale dello stato civile e gli sposi. solo l'ufficiale dello stato civile. solo gli sposi. i testimoni.
Il coniuge che, conoscendo prima della celebrazione del matrimonio, una causa di nullità dello stesso l'abbia lasciata ignorare all'altro coniuge, è punito con la prevista sanzione amministrativa nel caso che: il matrimonio venga impugnato dagli aventi diritto. la celebrazione del matrimonio non venga annotata nell'apposito registro. i coniugi si separino per tale motivo. il matrimonio venga annullato.
Ove venga celebrato il matrimonio di una donna divorziata che non abbia atteso i necessari trecento giorni dallo scioglimento del precedente matrimonio, sono puniti con la prevista sanzione amministrativa: la donna, il coniuge e l'ufficiale che celebra il matrimonio. solo l'ufficiale che celebra il matrimonio. solo la donna e l'ufficiale che celebra il matrimonio. solo la donna ed il coniuge.
A norma del codice civile dal matrimonio deriva, fra gli altri, l'obbligo di contribuire ai bisogni della famiglia, gravante: sui coniugi e sui figli che siano titolari di propri redditi. su entrambi i coniugi, in relazione alle proprie sostanze ed alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo. sul solo marito, in relazione alle sue sostanze ed ai suoi redditi. su entrambi i coniugi in misura paritaria.
Con il matrimonio la moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito e: lo perde immediatamente al momento del decesso del marito. lo conserva per tutta la durata della sua vita, ancorché dopo il decesso del marito passi a nuove nozze. lo conserva durante lo stato vedovile, fino a che passi a nuove nozze. lo conserva durante lo stato vedovile e, qualora dal matrimonio siano nati figli, anche dopo che sia passata a nuove nozze.
Ai sensi del codice civile, con il matrimonio la moglie: aggiunge al proprio cognome quello del marito e lo conserva durante lo stato vedovile, fino a che passi a nuove nozze. conserva il proprio cognome nel solo caso che esprima una tale volontà davanti all'ufficiale dello stato civile. perde il proprio cognome e acquista quello del marito che conserva durante lo stato vedovile, fino a che passi a nuove nozze. aggiunge al proprio cognome quello del marito, ma non lo conserva durante lo stato vedovile.
La residenza della famiglia viene fissata: dai coniugi e, quando vi siano, anche dai figli maggiorenni secondo le esigenze preminenti della famiglia. dai coniugi secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia. dal marito secondo le esigenze della famiglia. da quello dei coniugi che maggiormente provvede al mantenimento della famiglia secondo le sue esigenze e quelle preminenti della famiglia.
Ciascuno dei coniugi può chiedere l'intervento del giudice: in caso di disaccordo sulla ripartizione delle spese di mantenimento e sulla scelta dell'abitazione familiare. in caso di disaccordo sull'indirizzo della vita familiare e sulla fissazione della residenza della famiglia. per la nomina di un curatore speciale al fine di dirimere il disaccordo fra i coniugi sulla educazione dei figli e sulla ripartizione delle spese di mantenimento. solo in caso di disaccordo sull'indirizzo della vita familiare.
In caso di disaccordo sull'indirizzo della vita familiare e sulla fissazione della residenza della famiglia, ciascuno dei coniugi: può chiedere, senza formalità, l'intervento del giudice. può chiedere l'intervento dei servizi sociali. può chiedere al giudice la nomina di un curatore speciale per l'esperimento di un tentativo di soluzione concordata. può chiedere l'intervento del sindaco.
Il diritto all'assistenza morale e materiale tra coniugi è sospeso nei confronti di quello che si sia allontanato senza giusta causa dalla residenza familiare? Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, se il coniuge che si sia allontanato rifiuta di tornarvi. No, tranne nel caso in cui l'allontanamento si sia protratto per oltre un anno.
Quando i genitori non hanno i mezzi per adempiere ai doveri di mantenimento, istruzione ed educazione nei confronti dei figli, è previsto il concorso di altri soggetti? Sì, è previsto il concorso di parenti in linea retta e collaterale avuto riguardo alla loro posizione economica. No, non è previsto alcun concorso. Sì, è previsto il concorso di altri ascendenti legittimi o naturali in ordine di prossimità. Sì, è previsto il concorso di altri ascendenti legittimi e di parenti in linea collaterale solidalmente tra loro.
La separazione personale dei coniugi può essere: giudiziale, ma non consensuale. giudiziale quando i coniugi abbiano contratto matrimonio concordatario e consensuale quando i coniugi abbiano contratto matrimonio civile. giudiziale, consensuale, tacita. giudiziale o consensuale.
Il giudice, pronunziando la separazione giudiziale dei coniugi, può dichiarare a quale di essi sia addebitabile? Sì, salvo il caso in cui uno dei coniugi sia minore di età. No, mai, tranne il solo caso di accertato tentativo di omicidio a danno dell'altro coniuge. Sì, ove ne ricorrano le circostanze e ne sia richiesto. Sì, di ufficio nel caso di adulterio, volontario abbandono, eccessi, minacce o ingiurie gravi.
La riconciliazione tra coniugi comporta l'abbandono della domanda di separazione personale già proposta? No, salvo che la riconciliazione risulti da atto scritto. Sì, ma solo qualora la riconciliazione risulti da verbale omologato dal giudice. Sì. No.
Nel caso di separazione personale fra coniugi il cui figlio minore sia stato affidato alla moglie che ne ha anche l'esercizio esclusivo della potestà, da chi sono adottate le decisioni di maggior interesse per il figlio? Dal padre. Dalla madre in quanto affidataria. Da entrambi i coniugi, salvo che sia diversamente stabilito. Dalla madre in quanto esercente in via esclusiva la potestà.
In caso di separazione personale dei coniugi, a chi spetta l'esercizio della potestà sui figli minori? Al coniuge cui sono affidati i figli, salva diversa disposizione del giudice. Al padre ancorché non affidatario, salva diversa disposizione del giudice. Alla madre ancorché non affidataria, salva diversa disposizione del giudice. Ad entrambi i coniugi, salva diversa disposizione del giudice.
In sede di separazione personale dei coniugi, il giudice può collocare i figli minori presso una terza persona? Sì, ma solo su richiesta dei genitori. Sì, ma solo per gravi motivi. Sì, in ogni caso. No, mai.
I coniugi hanno diritto di chiedere la revisione delle disposizioni concernenti l'affidamento dei figli o l'attribuzione dell'esercizio della potestà su di essi? Sì, ma nel solo caso che l'affidatario muoia. Sì, in ogni tempo. Sì, ma nel solo caso che avanzino domanda concorde e congiunta. No, mai.
La sentenza di separazione giudiziale che stabilisca a carico di uno dei coniugi l'obbligo di versare un assegno all'atro coniuge, costituisce titolo per l'iscrizione di ipoteca giudiziale? Sì, ma solo se l'assegno è stabilito a favore di figli minori. Sì. No. Sì, ma solo se l'obbligato non è titolare di reddito fisso sul quale il coniuge beneficiario dell'assegno possa rivalersi.
I coniugi possono chiedere la revoca o la modifica dei provvedimenti relativi all'assegno stabiliti in sede di separazione? No. Sì, ove ricorrano giustificati motivi e sia presentata domanda congiunta e concorde. Sì, qualora sopravvengano giustificati motivi. Sì, ma solo per l'assegno stabilito a favore di figli minori.
I coniugi legalmente separati sono in ogni caso reciprocamente tenuti all'obbligo di prestare gli alimenti? L'obbligo ricade solo sul coniuge cui sia stata addebitata la separazione. Sì. No. Sì, ma in via subordinata rispetto a tutti gli altri obbligati.
Il coniuge al quale sia stata addebitata la separazione e che versi in stato di bisogno, ha diritto ad ottenere, per sé, l'assegno di mantenimento dall'altro coniuge? No, potendo pretendere, a tale titolo, solo una somma una tantum. Sì, sempre. Sì, ove sia affidatario di figli minori. No, avendo diritto al solo assegno alimentare.
In caso di separazione personale, il giudice può autorizzare la moglie a non usare il cognome del marito? No. Sì, ma solo quando la separazione sia addebitata al marito. Sì, qualora dall'uso possa derivarle grave pregiudizio. Sì, in ogni caso.
In caso di separazione personale, il giudice può vietare alla moglie l'uso del cognome del marito? Sì, salvo che ci siano figli. Sì, in ogni caso. Sì, quando tale uso sia a lui gravemente pregiudizievole. No.
I coniugi possono senza l'intervento del giudice far cessare gli effetti della sentenza di separazione? No. No, salvo che con una espressa dichiarazione ricevuta dal cancelliere o da un notaio e da annotare a margine dell'atto di matrimonio. Sì, di comune accordo, con una espressa dichiarazione o con un comportamento non equivoco che sia incompatibile con lo stato di separazione. Sì, con dichiarazione espressa di entrambi i coniugi e purché la separazione non sia stata addebitata ad uno di essi.
Tizio e Caia, coniugi legalmente separati, intendono far cessare, senza che vi sia bisogno di un intervento del giudice, gli effetti della sentenza di separazione. In quale dei seguenti modi possono raggiungere il loro intento? Con una espressa dichiarazione di entrambi. Con una dichiarazione di uno solo dei due coniugi. Con una dichiarazione congiunta resa necessariamente davanti al giudice che ha pronunziato la sentenza di separazione. Esclusivamente con un atto notorio, reso nelle forme di legge, dal quale risulti la ripresa della convivenza da almeno sei mesi.
Tizio e Caia, coniugi legalmente separati, intendono far cessare gli effetti della sentenza di separazione. In quale dei seguenti modi possono raggiungere il loro intento? Con una dichiarazione innanzi al giudice che ha pronunziato la sentenza di separazione, purché ad essa faccia seguito la coabitazione. Soltanto con una dichiarazione espressa resa necessariamente innanzi al giudice che ha pronunziato la sentenza di separazione. Con la coabitazione e a condizione che segua pronunzia del giudice che accerti il fatto e che non venga proposta opposizione dai parenti in primo grado. Con un comportamento non equivoco che sia incompatibile con lo stato di separazione.
È necessario l'intervento del giudice per far cessare gli effetti di una sentenza di separazione personale tra coniugi, ove questi abbiano posto in essere un comportamento non equivoco che sia incompatibile con lo stato di separazione? Sì, in ogni caso. Sì, qualora vi sia opposizione dei figli maggiorenni. Sì, potendosi prescindere da tale intervento solo nel caso che vi sia una dichiarazione espressa dei coniugi di voler far cessare gli effetti della separazione. No.
Può essere pronunziata nuovamente la separazione personale tra i coniugi dopo che gli stessi, con una dichiarazione espressa, ne hanno fatto cessare gli effetti? Sì, ma soltanto in relazione a fatti e comportamenti intervenuti dopo la riconciliazione. No, se non sono trascorsi almeno sei mesi dalla riconciliazione. No, salvo che i figli maggiorenni si siano opposti alla riconciliazione. Sì, anche in relazione a fatti e comportamenti verificatisi prima della riconciliazione.
La separazione consensuale dei coniugi ha effetto: con la sottoscrizione, anche da parte di uno solo dei coniugi, del verbale di separazione. con il cessare della convivenza tra i coniugi. con l'omologazione del giudice. con il deposito nella cancelleria del tribunale del ricorso per la separazione.
Tizio e Caia hanno contratto matrimonio davanti all'ufficiale dello stato civile il 20 agosto 1976. Non avendo Tizio e Caia mai espresso, fino ad oggi, alcuna volontà in ordine al loro regime patrimoniale, a quale regime è sottoposto il bene acquistato da Tizio in data 20 maggio 1986? Al regime della separazione dei beni. Al regime della comunione legale dei beni. Al regime della comunione ordinaria. Al regime dei beni dotali.
Tizio e Caia hanno contratto matrimonio davanti all'ufficiale dello stato civile il 20 giugno 1977. Caia era intervenuta da sola in qualità di acquirente nell'atto di compravendita di un immobile con rogito in data 19 giugno 1977. Non avendo Tizio e Caia mai espresso, fino ad oggi, alcuna volontà in ordine al loro regime patrimoniale, chi è proprietario del bene in oggetto? Solamente Tizio. Tizio e Caia in regime di comunione ordinaria. Solamente Caia. Tizio e Caia in regime di comunione legale dei beni.
Il regime patrimoniale legale della famiglia, in mancanza di diversa convenzione stipulata a norma del codice civile, è costituito: dalla comunione legale dei soli beni mobili non registrati. dalla comunione legale dei soli beni immobili. dalla comunione legale dei beni. dalla separazione dei beni.
Tizio e Caia hanno contratto matrimonio davanti all'ufficiale dello stato civile il 20 giugno 1977. Tizio e Caia erano intervenuti in qualità di acquirenti nell'atto di compravendita di un immobile con rogito in data 19 maggio 1977. Non avendo Tizio e Caia mai espresso, fino ad oggi, alcuna volontà in ordine al loro regime patrimoniale, chi è proprietario del bene in oggetto? Tizio e Caia in comunione ordinaria. Tizio e Caia in regime di separazione dei beni. Tizio e Caia in regime di comunione legale dei beni. Tizio e Caia in regime di fondo patrimoniale.
Gli sposi possono derogare ai diritti e ai doveri previsti dalla legge per effetto del matrimonio? Possono derogare ai diritti ma non ai doveri. Sì, con l'autorizzazione del giudice. Sì, sempre. No.
Gli sposi possono pattuire in modo generico che i loro rapporti patrimoniali siano in tutto o in parte regolati dalle leggi alle quali non sono sottoposti o dagli usi? Sì. No, in quanto devono enunciare in modo concreto il contenuto dei patti con i quali intendono regolare i loro rapporti patrimoniali. Sì, purché la convenzione sia stipulata con atto scritto. Sì, ma limitatamente ai rapporti patrimoniali concernenti beni mobili.
Tizio e Caia, coniugi in regime di separazione dei beni per aver dichiarato la scelta di tale regime nell'atto di celebrazione del matrimonio, che avvenne con rito concordatario, intendono modificare il loro regime patrimoniale stipulando un'apposita convenzione matrimoniale. Quale fra le seguenti dev'essere, sotto pena di nullità, la forma di tale convenzione? La scrittura privata con autentica delle sottoscrizioni da parte dell'ufficiale dello stato civile. La scrittura privata con autentica delle sottoscrizioni da parte del segretario comunale. L'atto pubblico. La scrittura privata con autentica delle sottoscrizioni da parte di notaio.
La scelta del regime di separazione dei beni può essere effettuata: solo prima della celebrazione del matrimonio. solo dopo la celebrazione del matrimonio. sia all'atto della celebrazione del matrimonio, sia prima, sia dopo. solo all'atto della celebrazione del matrimonio.
La scelta del regime di separazione dei beni non può essere opposta ai terzi quando manchi: l'annotazione nel registro delle tutele presso la cancelleria del tribunale se vi sono figli minori. l'annotazione nel registro parrocchiale se trattasi di matrimonio concordatario. l'annotazione nello stato di famiglia. l'annotazione a margine dell'atto di matrimonio.
Tizio e Caia si sposano con rito civile e chiedono che l'ufficiale dello stato civile riceva, all'atto della celebrazione del matrimonio, la loro dichiarazione di scelta del regime di separazione dei beni. Cosa risponderà l'ufficiale dello stato civile? Che la scelta può essere fatta solo innanzi al notaio. Che la dichiarazione è irricevibile. Che la dichiarazione è ricevibile. Che la scelta poteva essere fatta solo prima della celebrazione del matrimonio.
La scelta del regime di separazione di beni fra i coniugi effettuata innanzi all'ufficiale dello stato civile è suscettibile di modifica? No. Sì. Sì, ma solo innanzi all'ufficiale dello stato civile. Sì, ma solo se non vi sono figli minori.
Tizio e Caia, coniugi in comunione legale, si recano dal notaio chiedendogli di ricevere una convenzione matrimoniale di separazione dei beni. Il notaio risponderà loro: che la convenzione è ricevibile. che la convenzione può essere ricevuta solo dall'ufficiale dello stato civile. che la convenzione poteva essere stipulata solo all'atto della celebrazione del matrimonio. che la convenzione poteva essere stipulata solo prima della celebrazione del matrimonio.
È possibile stipulare prima del matrimonio convenzioni matrimoniali? No. Sì. Sì, solo se autorizzati dal giudice. Sì, solo se ci sono figli naturali riconosciuti.
In quale tempo possono essere stipulate le convenzioni matrimoniali? In ogni tempo. Solo dopo la celebrazione del matrimonio. Solo al momento della celebrazione del matrimonio. Solo prima della celebrazione del matrimonio.
Tizio e Caia, coniugati con matrimonio contratto in data anteriore al 20 settembre 1975, intendono stipulare una convenzione matrimoniale, ma non si trovano nella condizione di intervenire contestualmente all'atto per cui chiedono che la convenzione sia fatta mediante scrittura con autentiche separate. È possibile? Sì, a condizione che le due autentiche vengano eseguite entro quindici giorni l'una dall'altra. Sì, a condizione che non vi siano figli minori. Sì, in ogni caso. No.
Le convenzioni matrimoniali possono essere stipulate: solo dopo la celebrazione del matrimonio. in ogni tempo. solo all'atto della celebrazione del matrimonio. solo prima della celebrazione del matrimonio.
Le convenzioni matrimoniali non possono essere opposte ai terzi quando a margine dell'atto di matrimonio non risulta annotato, fra gli altri, uno dei seguenti elementi: la data di registrazione del contratto. la data di pubblicazione del contratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. la data di affissione del contratto alla porta della casa comunale. la data del contratto.
Le convenzioni matrimoniali non possono essere opposte ai terzi quando a margine dell'atto di matrimonio non risulta annotato, fra gli altri, uno dei seguenti elementi: le generalità dei contraenti e le generalità dei testimoni. le generalità dei contraenti complete di paternità e maternità. le generalità dei contraenti. le generalità del padre e della madre dei contraenti.
Tizio e Caia, un mese dopo il matrimonio, con scrittura privata stipularono una convenzione matrimoniale scegliendo il regime di separazione dei beni. Successivamente Tizio, senza la presenza di Caia, comprò una villetta al mare. Un anno dopo, desiderando Tizio rivendere la villetta, per la validità dell'atto: è necessaria anche la presenza di Caia in quanto la convenzione matrimoniale non era valida. è necessaria anche la presenza di Caia solo se vi sono figli minori e previa autorizzazione concessa dal giudice, con provvedimento emesso in camera di consiglio. non è necessaria la presenza di Caia in quanto la convenzione matrimoniale era valida. non è necessaria la presenza di Caia in quanto Tizio acquistò senza Caia e questa non propose azione entro un anno dalla trascrizione dell'acquisto.
Tizio, vedovo, padre del minore Tizietto passa a nuove nozze con Mevia. Tizietto convive con i nonni, genitori della madre defunta, e trascorre solo il periodo delle vacanze scolastiche nella casa paterna. In questo caso a chi spetta l'usufrutto legale sui beni di Tizietto? A Tizio e a Mevia che hanno l'obbligo di rendere il conto annualmente al giudice tutelare. A Tizio che ha l'obbligo di rendere il conto annualmente al giudice tutelare, previa approvazione dei nonni materni. A Tizio che, tuttavia, ha l'obbligo di accantonare in favore di Tizietto quanto risulti eccedente rispetto alle spese per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione di quest'ultimo. A Tizio, che non ha obblighi diversi da quelli che avrebbe avuto se non avesse contratto nuove nozze.
Tizio, genitore esercente in via esclusiva la potestà sul figlio minore legittimo Caio, passa a nuove nozze. Conserva egli l'usufrutto legale dei beni del figlio? Sì, ma con l'obbligo di accantonare in favore del figlio quanto risulti eccedente rispetto alle spese per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione di quest'ultimo. No. Sì, senza alcun obbligo di accantonamento. Sì, senza alcun obbligo di accantonamento se il minore convive con lui e con l'obbligo di accantonare in favore del figlio quanto risulti eccedente rispetto alle spese per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione del minore se questi non convive con lui.
Cessato l'usufrutto, se il genitore ha continuato a godere i beni del figlio convivente con esso senza procura ma senza opposizione, o anche con procura ma senza l'obbligo di rendere il conto dei frutti, egli o i suoi eredi: non sono tenuti che a consegnare i frutti esistenti all'epoca della domanda. non sono tenuti a consegnare i frutti esistenti al tempo della domanda. non sono tenuti a consegnare i frutti esistenti al momento della riconsegna dei beni. sono tenuti a consegnare i frutti esistenti all'epoca della domanda solo se il figlio sia minorenne.
Il giudice può, per gravi motivi, ordinare l'allontanamento del figlio minore dalla residenza familiare? No, mai. Sì, ma solo quando pronuncia la decadenza del genitore dalla potestà o quando accerta che la condotta del genitore, a prescindere dalla dichiarazione di decadenza della potestà, sia comunque pregiudizievole per il figlio. Sì, ma solo in caso di indegnità del figlio. Sì, ma solo nel caso che ne faccia espressa domanda il pubblico ministero.
Tizio, genitore del minore Tizietto, decaduto dalla potestà su quest'ultimo per avere abusato dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio, può, a norma del codice civile, essere reintegrato nella potestà? Sì, ma solo quando, cessate le ragioni per le quali la decadenza è stata pronunciata è escluso ogni pericolo di pregiudizio per il figlio. No. Sì, ma solo quando la decadenza venne pronunciata perché il patrimonio del minore era male amministrato. Sì, salvo che unitamente alla decadenza fosse stato disposto l'allontanamento del minore dalla residenza familiare.
Il provvedimento del giudice che allontani il figlio minore dalla residenza familiare è revocabile? Sì, in qualsiasi momento. No, se non presti il suo assenso il pubblico ministero. No, mai. Sì, ma nel solo caso che ne faccia richiesta il figlio dopo il raggiungimento della maggiore età.
A seguito del provvedimento di rimozione dall'amministrazione del patrimonio del minore di entrambi i suoi genitori o dell'unico esistente, l'amministrazione è affidata: al giudice tutelare, che vi può provvedere anche mediante un suo delegato. ad un curatore. al tutore. ad un parente prossimo del minore, o in mancanza ad un istituto che vi provvede mediante delega ad uno dei propri membri.
Il genitore rimosso dall'amministrazione dei beni del figlio può essere, dal tribunale, riammesso nell'esercizio dell'amministrazione medesima quando: quando il genitore rimosso dimostri che dall'amministrazione derivino i mezzi necessari ed indispensabili per il mantenimento del nucleo familiare nel quale siano ricompresi anche altri figli minori. presti idonea garanzia patrimoniale. siano cessati i motivi che hanno provocato il provvedimento. ne faccia espressa richiesta il figlio che abbia raggiunto i sedici anni ed il pubblico ministero presti il suo assenso.
La rimozione del genitore dall'amministrazione dei beni del figlio minore può essere richiesta: dall'altro genitore, dai parenti o dal pubblico ministero. solo dall'altro genitore. solo dall'altro genitore o dal pubblico ministero. solo dall'altro genitore o dai parenti.
Chi deve vigilare sull'osservanza delle condizioni che il tribunale abbia stabilito per l'esercizio della potestà sul figlio minore e per l'amministrazione dei beni del medesimo? Il giudice tutelare. Il tribunale per i minorenni. La corte d'appello. Il pubblico ministero.
Quale tra i seguenti casi dà luogo all'apertura della tutela del minore? Se entrambi i genitori o quello che esercita in via esclusiva la potestà, sono stati rimossi dall'amministrazione del patrimonio del minore per averlo male amministrato. Se entrambi i genitori sono morti e non vi sono parenti entro il terzo grado idonei a prendersi cura del minore. Se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la potestà. Se entrambi i genitori sono stati privati dell'usufrutto legale.
La tutela dei minori si apre: se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la potestà. se è stata pronunciata la separazione personale dei genitori esercenti la potestà ovvero è cessata la coabitazione dei genitori naturali. se uno solo dei genitori esercenti la potestà è morto o per altre cause non può esercitare la potestà. se è stata pronunciata la cessazione degli effetti civili del matrimonio dei genitori esercenti la potestà ovvero è cessata la coabitazione dei genitori naturali.
L'ufficiale dello stato civile che riceve la dichiarazione di morte di una persona la quale ha lasciato figli in età minore ovvero la dichiarazione di nascita di un figlio di genitori ignoti, a chi deve darne notizia entro dieci giorni? Al pubblico ministero. Alla corte d'appello. Al giudice tutelare. Al tribunale per i minorenni.
Fatte salve le disposizioni delle leggi speciali, a chi spetta il tesoro che venga scoperto, per solo effetto del caso, da una persona diversa dal proprietario della cosa mobile in cui esso è nascosto? Al proprietario della cosa mobile per un terzo ed al ritrovatore del tesoro per gli altri due terzi. Al proprietario della cosa mobile per metà ed al ritrovatore del tesoro per l'altra metà. Al proprietario della cosa mobile in nuda proprietà ed al ritrovatore del tesoro per l'usufrutto vitalizio. Al ritrovatore del tesoro in nuda proprietà ed al proprietario della cosa mobile per l'usufrutto vitalizio.
Fatte salve le disposizioni delle leggi speciali, a chi spetta il tesoro che venga scoperto dal proprietario del fondo in cui esso è nascosto? Allo Stato. Al proprietario del fondo per l'usufrutto vitalizio ed allo Stato per la nuda proprietà. Al proprietario del fondo per un terzo ed allo Stato per due terzi. Al proprietario del fondo.
Alla morte del padre, Tizio, unico erede, scopre nella cantina della casa paterna, dietro un muro posticcio, una collezione di vasi etruschi, e una raccolta di bottiglie di vino d'annata. A chi spetta la proprietà degli oggetti rinvenuti: a Tizio le bottiglie di vino, secondo la disciplina del tesoro; allo Stato, siccome appartenenti al patrimonio indisponibile, e secondo la legislazione speciale, i vasi etruschi. a Tizio le bottiglie di vino, secondo la disciplina del tesoro, mentre i vasi etruschi restano a Tizio se vengono notificati, altrimenti spettano al comune, secondo le disposizioni delle leggi speciali. a Tizio, secondo la disciplina del tesoro. allo Stato, secondo la disciplina del tesoro.
A chi spetta la proprietà del tesoro scoperto per caso nel fondo altrui? Per intero al proprietario del fondo. Per metà al proprietario del fondo e per metà al ritrovatore. Per intero al ritrovatore. Allo Stato.
Fatte salve le disposizioni delle leggi speciali, a chi spetta il tesoro che venga scoperto, per solo effetto del caso, da una persona diversa dal proprietario del fondo in cui esso è nascosto? Al proprietario del fondo per intero. Al ritrovatore del tesoro per intero. Al proprietario del fondo per un terzo ed al ritrovatore del tesoro per gli altri due terzi. Al proprietario del fondo per metà ed al ritrovatore del tesoro per l'altra metà.
Fatte salve le disposizioni delle leggi speciali, a chi spetta il tesoro che venga scoperto, per solo effetto del caso, da una persona diversa dal proprietario della cosa mobile in cui esso è nascosto? Al proprietario della cosa mobile per metà ed al ritrovatore del tesoro per l'altra metà. Al proprietario della cosa mobile per un terzo ed al ritrovatore del tesoro per gli altri due terzi. Al proprietario della cosa mobile per intero. Al ritrovatore del tesoro per intero.
Secondo la definizione del codice civile, il tesoro è: qualunque cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno può provare d'essere proprietario. qualunque cosa mobile di pregio che sia stata nascosta o sotterrata da chi possa provare d'essere proprietario. qualunque cosa mobile di pregio che aumenti di almeno un terzo il valore del fondo in cui essa è stata nascosta o sotterrata. qualunque cosa mobile di pregio che sia stata nascosta o sotterrata da chi possa provare d'essere proprietario e che aumenti di almeno un terzo il valore del fondo in cui essa si trova.
Il proprietario del suolo che ha fatto costruzioni, piantagioni od opere, con materiali altrui, può acquistare la proprietà di tali realizzazioni? Sì, sempre, senza pagare il valore dei materiali usati. Sì, ma corrispondendo al proprietario dei materiali usati, altrettanti materiali, analoghi a quelli utilizzati. No, mai. Sì, previo pagamento del valore dei materiali usati e sempre che la separazione non sia chiesta dal proprietario dei materiali, ovvero non possa farsi senza che si rechi grave danno all'opera costruita o senza che perisca la piantagione.
Il proprietario dei materiali con cui un terzo abbia realizzato costruzioni sul proprio fondo, può rivendicare i materiali: no, mai. sì, purché lo faccia entro sei mesi dal giorno in cui ha avuto notizia dell'incorporazione, dovendo però risarcire il danno arrecato dalla separazione all'opera costruita. sì, in ogni tempo. purché lo faccia entro sei mesi dal giorno in cui ha avuto notizia dell'incorporazione, e la separazione possa farsi senza che si rechi grave danno all'opera costruita.
Quando le opere sono state fatte da un terzo, con i suoi materiali, su fondo altrui: il terzo ne acquista la proprietà, previo pagamento di un indennizzo. il proprietario del fondo può esclusivamente obbligare il terzo a ripristinare la situazione preesistente. il proprietario del fondo ha diritto di ritenerle o di obbligare colui che le ha fatte a levarle. il proprietario del fondo ne acquista la proprietà, previo pagamento al terzo di un indennizzo equitativamente stabilito dal giudice.
Quando le costruzioni sono state fatte da un terzo in buona fede, con i suoi materiali, su fondo altrui: il proprietario del fondo ne acquista la proprietà, previo pagamento al terzo di un indennizzo equitativamente stabilito dal giudice. il terzo ne acquista la proprietà, previo pagamento di un indennizzo. il proprietario del fondo può esclusivamente obbligare il terzo a ripristinare la situazione preesistente. il proprietario del fondo ha esclusivamente il diritto di ritenerle.
Entro quale termine il proprietario del fondo nel quale il terzo ha realizzato una piantagione, con i suoi materiali, può domandarne la rimozione? Può sempre domandarne la rimozione. Entro un anno dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione. Entro sei mesi dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione. Entro tre mesi dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione.
Quando le opere sono state fatte da un terzo in buona fede, con i suoi materiali, su fondo altrui: il proprietario del fondo ha esclusivamente il diritto di ritenerle. il proprietario del fondo può esclusivamente obbligare il terzo a ripristinare la situazione preesistente. il proprietario del fondo ne acquista la proprietà, previo pagamento al terzo di un indennizzo equitativamente stabilito dal giudice. il terzo ne acquista la proprietà, previo pagamento di un indennizzo.
Entro quale termine il proprietario del fondo nel quale il terzo ha realizzato una costruzione, con i suoi materiali, può domandarne la rimozione? Entro sei mesi dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione. Può sempre domandarne la rimozione. Entro tre mesi dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione. Entro un anno dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione.
Il diritto dell'usufruttuario si estende al tesoro che si scopra durante l'usufrutto? No, salve le ragioni che possono competere all'usufruttuario come ritrovatore. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se l'usufrutto sia stato costituito a titolo oneroso ed abbia per oggetto un fondo rustico. No, salvo che il tesoro sia stato ritrovato dall'usufruttuario, nel quale caso l'usufrutto si estende al tesoro, ma nessun diritto compete all'usufruttuario come ritrovatore.
Salvo quanto compete al ritrovatore, in caso di scoperta di un tesoro nel fondo dato in usufrutto, il tesoro spetterà: al proprietario e all'usufruttuario in proporzione del valore dei rispettivi diritti. all'usufruttuario. allo Stato. al proprietario.
Se nell'usufrutto sono compresi boschi destinati alla produzione di legna, l'usufruttuario, con l'osservanza delle norme prescritte in materia, può procedere ai tagli ordinari? No, mai. Sì, ma con il consenso del proprietario. Sì, ma pagando al proprietario un'indennità che, in caso di disaccordo, è equitativamente determinata dal giudice. Sì, curando il mantenimento dell'originaria consistenza dei boschi e provvedendo, se occorre, alla loro ricostituzione.
Se nell'usufrutto sono compresi filari di alto fusto destinati alla produzione di legna, l'usufruttuario, con l'osservanza delle norme prescritte in materia, può procedere ai tagli ordinari? No, mai. Sì, curando il mantenimento dell'originaria consistenza dei filari e provvedendo, se occorre, alla loro ricostituzione. Sì, ma con il consenso del proprietario. Sì, ma pagando al proprietario un'indennità che, in caso di disaccordo, è equitativamente determinata dal giudice.
Degli alberi di alto fusto impiantati nel fondo gravato da usufrutto che siano rimasti spezzati, l'usufruttuario: può disporne liberamente, ma è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, ad indennizzare il proprietario della correlativa diminuzione patrimoniale. può servirsi soltanto per le riparazioni che siano a suo carico. può servirsi anche per le riparazioni che non siano a suo carico. può disporne liberamente solo per effettuare miglioramenti.
Degli alberi di alto fusto impiantati nel fondo gravato da usufrutto che siano rimasti divelti, l'usufruttuario: può servirsi soltanto per le riparazioni che siano a suo carico. può servirsi anche per le riparazioni che non siano a suo carico. può disporne liberamente, ma è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, ad indennizzare il proprietario della correlativa diminuzione patrimoniale. può disporne liberamente solo per effettuare miglioramenti.
Degli alberi di alto fusto impiantati nel fondo gravato da usufrutto che siano periti per accidente, l'usufruttuario: può servirsi anche per le riparazioni che non siano a suo carico. può disporne liberamente solo per effettuare miglioramenti. può servirsi soltanto per le riparazioni che siano a suo carico. può disporne liberamente, ma è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, ad indennizzare il proprietario della correlativa diminuzione patrimoniale.
Gli alberi di alto fusto, impiantati nel fondo gravato da usufrutto, dopo che siano periti per accidente: spettano al proprietario del fondo. spettano al proprietario del fondo, qualora l'usufruttuario formuli un'espressa dichiarazione di rinuncia. spettano al proprietario del fondo, qualora l'usufruttuario vi rinunci anche in forma tacita. spettano per metà al proprietario del fondo, e per metà all'usufruttuario.
Gli alberi di alto fusto impiantati nel fondo gravato da usufrutto dopo che siano spezzati: spettano al proprietario del fondo, qualora l'usufruttuario formuli un'espressa dichiarazione di rinuncia. spettano al proprietario del fondo, qualora l'usufruttuario vi rinunci anche in forma tacita. spettano per metà al proprietario del fondo, e per metà all'usufruttuario. spettano al proprietario del fondo.
Gli alberi di alto fusto impiantati nel fondo gravato da usufrutto dopo che siano divelti: spettano al proprietario del fondo, qualora l'usufruttuario formuli un'espressa dichiarazione di rinuncia. spettano al proprietario del fondo. spettano al proprietario del fondo, qualora l'usufruttuario vi rinunci anche in forma tacita. spettano per metà al proprietario del fondo, e per metà all'usufruttuario.
Nelle servitù prediali, è previsto dalla legge che i fondi siano tra loro confinanti? Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito. No. Sì, sempre. Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso.
In tema di servitù prediali di presa d'acqua, il requisito dell'utilità deve essere inerente al fondo? Sì. No, salvo che siano costituite a titolo gratuito. No. No, salvo che siano costituite a titolo oneroso.
È possibile costituire servitù di presa d'acqua a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, salvo che il fabbricato non sia in corso di costruzione. No, mai. No, salvo che non si tratti di fabbricato rurale. Sì.
È possibile costituire a titolo oneroso servitù di presa d'acqua a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione. Sì. No, mai.
Quale fra le seguenti definizioni delle servitù prediali è corretta? La servitù consiste nel peso imposto sopra un fondo per l'utilità di altro fondo appartenente a diverso proprietario. La servitù consiste nel peso imposto sopra un fondo a vantaggio del proprietario di altro fondo. La servitù consiste nel peso gravante sul proprietario di un fondo e a vantaggio del proprietario di altro fondo. La servitù consiste nel peso gravante sul proprietario di un fondo a vantaggio del proprietario di altro fondo attiguo.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
In tema di servitù prediali, il requisito dell'utilità deve essere inerente al fondo? No, salvo che siano costituite a titolo oneroso. No, salvo che siano costituite a titolo gratuito. Sì. No.
È ammessa la costituzione a titolo oneroso di servitù di passaggio fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No. Sì.
In tema di servitù prediali di acquedotto, il requisito dell'utilità deve essere inerente al fondo? No, salvo che siano costituite a titolo oneroso. No. Sì. No, salvo che siano costituite a titolo gratuito.
È possibile costituire a titolo oneroso servitù di acquedotto a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, mai. No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione. Sì.
In tema di servitù prediali di non sopraelevare, il requisito dell'utilità deve essere inerente al fondo? Sì. No, salvo che siano costituite a titolo gratuito. No, salvo che siano costituite a titolo oneroso. No.
In tema di servitù prediali degli avanzi d'acqua, il requisito dell'utilità deve essere inerente al fondo? Sì. No. No, salvo che siano costituite a titolo gratuito. No, salvo che siano costituite a titolo oneroso.
In tema di servitù prediali degli scoli d'acqua, il requisito dell'utilità deve essere inerente al fondo? No, salvo che siano costituite a titolo gratuito. No. No, salvo che siano costituite a titolo oneroso. Sì.
In tema di servitù prediali di veduta, il requisito dell'utilità deve essere inerente al fondo? No, salvo che siano costituite a titolo gratuito. Sì. No. No, salvo che siano costituite a titolo oneroso.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù di non sopraelevare fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No.
È ammessa la costituzione di servitù fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No.
In tema di servitù prediali di passaggio, il requisito dell'utilità deve essere inerente al fondo? No. No, salvo che siano costituite a titolo oneroso. No, salvo che siano costituite a titolo gratuito. Sì.
È ammessa la costituzione a titolo oneroso di servitù degli scoli d'acqua tra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì. No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È ammessa la costituzione a titolo oneroso di servitù degli avanzi d'acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No. Sì.
È ammessa la costituzione di servitù degli avanzi d'acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È ammessa la costituzione a titolo oneroso di servitù di non sopraelevare fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. Sì. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro.
È possibile costituire servitù di acquedotto a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione. No, mai. Sì. No, salvo che si tratti di fabbricato rurale.
È ammessa la costituzione a titolo oneroso di servitù di veduta fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No. Sì.
È ammessa la costituzione a titolo oneroso di servitù di presa d'acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù di veduta fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì.
È ammessa la costituzione di servitù di veduta fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No. Sì. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù degli avanzi d'acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. No. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È ammessa la costituzione di servitù degli scoli d'acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È ammessa la costituzione di servitù di non sopraelevare fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù degli scoli d'acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì. No. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro.
È ammessa la costituzione di servitù di presa d'acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù di presa d'acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È ammessa la costituzione a titolo oneroso di servitù di acquedotto fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. No. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
Le convenzioni matrimoniali non possono essere opposte ai terzi quando a margine dell'atto di matrimonio non risulta annotato, fra gli altri, uno dei seguenti elementi: la data di registrazione del contratto. il notaio rogante. la data di pubblicazione del contratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. la data di affissione del contratto alla porta della casa comunale.
Le modifiche delle convenzioni matrimoniali hanno effetto rispetto ai terzi solo se ne è fatta annotazione: in margine allo stato di famiglia. in margine al registro parrocchiale se trattasi di matrimonio concordatario. in margine all'atto di matrimonio. in margine al registro delle tutele presso la cancelleria del tribunale, ove esistano figli minori.
È consentita ai terzi la prova della simulazione delle convenzioni matrimoniali? Sì, ma esclusivamente ai parenti entro il terzo grado. No. Sì, ma esclusivamente ai parenti entro il sesto grado. Sì.
In tema di simulazione delle convenzioni matrimoniali, le controdichiarazioni scritte possono avere effetto nei confronti di coloro tra i quali sono intervenute? No, salvo che una delle parti sia un minore ammesso a contrarre matrimonio. Sì, solo se fatte con la presenza ed il simultaneo consenso di tutte le persone che sono state parti nella convenzione matrimoniale. Sì, in ogni caso e senza limitazioni. No, mai.
Tizia, sedicenne ammessa a contrarre matrimonio con Tizio maggiorenne, può stipulare la convenzione di separazione dei beni, ove assistita, al momento della stipula, dai suoi genitori? No. Sì, se autorizzata dal giudice tutelare. Sì. Sì, se autorizzata dal tribunale.
È valida la convenzione matrimoniale stipulata da un minore soggetto a potestà ammesso a contrarre matrimonio? Sì, senza alcuna assistenza. No. Sì, senza alcuna assistenza, ma con la preventiva autorizzazione del giudice tutelare. Sì, solo se è assistito dai genitori esercenti la potestà su di lui o da un curatore speciale appositamente nominato se le circostanze lo esigono.
Per la validità delle stipulazioni fatte nel contratto di matrimonio dall'inabilitato è necessaria l'assistenza del curatore? Sì, ma se non è stato ancora nominato occorre l'assistenza di un curatore speciale. Sì, ma solo se l'inabilitato è cittadino straniero. Sì, ma solo se l'inabilitato ha meno di ventuno anni. No, mai.
Tizio, contro il quale è già stato promosso giudizio di inabilitazione, non ancora conclusosi, ma nel corso del quale è già stato nominato un curatore provvisorio nella persona di Sempronio, può stipulare con la sua futura moglie Caia una convenzione matrimoniale per la scelta del regime della separazione dei beni? No, perché Tizio non può contrarre matrimonio. Sì, ove assistito dal curatore provvisorio già nominato. No, finché non si sia concluso il procedimento di inabilitazione. No, perché pur potendo contrarre matrimonio, non può stipulare alcuna convenzione matrimoniale.
Per la validità delle donazioni fatte nel contratto di matrimonio dall'inabilitato è necessaria l'assistenza del curatore? Sì, ma solo se l'inabilitato ha meno di ventuno anni. Sì, se nominato, ovvero del curatore speciale, se non ancora nominato. No, mai. Sì, ma solo se l'inabilitato è cittadino straniero.
Per la validità delle donazioni fatte nel contratto di matrimonio da colui contro il quale è stato promosso giudizio di inabilitazione è necessaria l'assistenza di un curatore speciale? Sì, ma solo se l'inabilitando ha meno di ventuno anni. Sì, ma solo se l'inabilitando è cittadino straniero. No. Sì, se non è stato nominato il curatore.
A norma del codice civile, la convenzione che tenda alla costituzione di beni in dote è: valida solamente per coloro che hanno contratto matrimonio dopo il 20 settembre 1975. nulla. annullabile. valida in ogni caso.
Un terzo può costituire per testamento un fondo patrimoniale per far fronte a bisogni familiari? Sì. No. Sì, ma solo in presenza di figli minori nella famiglia beneficiata. Sì, ma solo in assenza di figli minori nella famiglia beneficiata.
Può essere fatta con atto pubblico posteriore l'accettazione della costituzione del fondo patrimoniale effettuata dal terzo per atto tra vivi per far fronte a bisogni familiari? Sì. No. Sì, ma solo se la costituzione è antecedente al 19 maggio 1975. Sì, ma solo se esistevano figli minori al momento della costituzione.
È necessaria l'accettazione dei coniugi per perfezionare la costituzione del fondo patrimoniale per atto tra vivi effettuata dal terzo con attribuzione ad entrambi i coniugi della proprietà di beni destinati a far fronte ai bisogni della famiglia? Sì, ma solo se trattasi di coniugi in regime di separazione dei beni. Sì. No. Sì, ma solo se trattasi di coniugi in regime di comunione legale dei beni.
Quando un terzo può costituire un fondo patrimoniale? Solo prima del matrimonio della famiglia beneficiata. Solo all'atto della celebrazione del matrimonio della famiglia beneficiata. Solo durante il matrimonio della famiglia beneficiata. Sia prima sia durante il matrimonio della famiglia beneficiata.
Può essere costituito da ambedue i coniugi un fondo patrimoniale durante il matrimonio? No. Sì. Sì, ma solo in presenza di figli minori. Sì, ma solo in assenza di figli minori.
La costituzione del fondo patrimoniale deve necessariamente essere fatta prima del matrimonio? Sì. Sì, ma solo se preesistono figli minori. No. Sì, purché sia già stata effettuata la pubblicazione che precede la celebrazione del matrimonio.
Un terzo può costituire per testamento un fondo patrimoniale per far fronte a bisogni familiari destinando a tal fine determinati beni immobili? Sì. Sì, ma solo se non ha discendenti. Sì, ma solo in presenza di figli minori nella famiglia beneficiata. No.
Un terzo può costituire per testamento un fondo patrimoniale destinando a tal fine determinati beni mobili iscritti in pubblici registri per far fronte a bisogni familiari? Sì. No. Sì, ma solo in presenza di figli minori nella famiglia beneficiata. Sì, ma solo se celibe.
Un terzo può costituire per atto tra vivi con scrittura privata un fondo patrimoniale per far fronte a bisogni familiari? Sì, ma solo in assenza di figli minori nella famiglia beneficiata. No. Sì, ma solo in presenza di figli minori nella famiglia beneficiata. Sì.
I coniugi possono costituire per scrittura privata autenticata un fondo patrimoniale destinando determinati titoli di credito a far fronte ai bisogni della famiglia? No. Sì. Sì, ma solo in assenza di figli minori. Sì, ma solo in presenza di figli minori.
È necessaria l'accettazione dei coniugi per perfezionare la costituzione del fondo patrimoniale per atto tra vivi effettuata dal terzo, con attribuzione ad entrambi i coniugi della proprietà di beni destinati a far fronte ai bisogni della famiglia? Sì, ma solo se al momento della costituzione del fondo patrimoniale esistono figli nell'ambito della famiglia beneficiata. Sì. No. Sì, ma solo se al momento della costituzione del fondo patrimoniale esistono figli minori nell'ambito della famiglia beneficiata.
Uno solo dei coniugi può costituire per scrittura privata autenticata un fondo patrimoniale destinando determinati titoli di credito a far fronte ai bisogni della famiglia? No. Sì. Sì, ma solo in presenza di figli minori. Sì, ma solo in assenza di figli minori.
I coniugi possono costituire per atto pubblico un fondo patrimoniale destinando solo determinati beni mobili iscritti in pubblici registri a far fronte ai bisogni della famiglia? Sì. No. Sì, ma solo in presenza di figli minori. Sì, ma solo in assenza di figli minori.
I coniugi possono costituire per scrittura privata autenticata un fondo patrimoniale destinando determinati beni mobili iscritti in pubblici registri a far fronte ai bisogni della famiglia? Sì. Sì, ma solo in presenza di figli minori. No. Sì, ma solo in assenza di figli minori.
Uno solo dei coniugi può costituire per scrittura privata autenticata un fondo patrimoniale destinando determinati beni mobili iscritti in pubblici registri a far fronte ai bisogni della famiglia? No. Sì. Sì, ma solo in presenza di figli minori. Sì, ma solo in assenza di figli minori.
Uno solo dei coniugi può costituire per scrittura privata autenticata un fondo patrimoniale destinando determinati beni immobili a far fronte ai bisogni della famiglia? No. Sì, ma solo in assenza di figli. Sì. Sì, ma solo in assenza di figli minori.
I coniugi possono costituire per scrittura privata autenticata un fondo patrimoniale destinando determinati beni immobili a far fronte ai bisogni della famiglia? No. Sì, ma solo in assenza di figli. Sì. Sì, ma solo in assenza di figli minori.
I coniugi possono costituire per atto pubblico un fondo patrimoniale destinando solo determinati beni immobili a far fronte ai bisogni della famiglia? No. Sì. Sì, ma solo in assenza di figli. Sì, ma solo in assenza di figli minori.
Tizio intende costituire un fondo patrimoniale destinandovi la sua collezione di francobolli d'ingente valore. È possibile? Sì, ma occorre affidare la collezione ad un custode onde rendere pubblico il vincolo su di essa gravante. No. Sì, ma solo mediante testamento. Sì, in ogni caso.
Un terzo può costituire per testamento un fondo patrimoniale destinando a tal fine determinati titoli di credito? No. Sì. Sì, ma solo in presenza di figli minori nella famiglia beneficiata. Sì, ma solo se non ha legittimari.
Tizio costituisce un fondo patrimoniale destinando alcuni beni immobili ai bisogni della famiglia di Caio e Sempronia, coniugi in regime di separazione dei beni, attribuendo ad entrambi la proprietà dei beni medesimi. L'amministrazione di tali beni da quali norme è regolata? Dalle norme relative all'amministrazione della comunione legale. Dalle norme specificamente dettate dal terzo con atto unilaterale successivo alla costituzione del fondo patrimoniale. Dalle norme relative all'amministrazione dei beni dei coniugi in regime di separazione. Dalle norme relative all'amministrazione dei beni personali.
A norma del codice civile, i frutti dei beni costituenti il fondo patrimoniale sono impiegati: per i soli bisogni dei figli minori. per le sole spese di straordinaria amministrazione necessarie alla manutenzione dei beni costituenti il fondo. per i bisogni della famiglia. per i soli bisogni dei coniugi, anche in presenza di figli minori.
A norma del codice civile e salvo che sia diversamente stabilito nell'atto di costituzione, a chi spetta la proprietà dei beni costituenti il fondo patrimoniale? Al solo marito. Alla sola moglie. Ai figli finché minori e successivamente ai coniugi. Ad entrambi i coniugi.
A norma del codice civile, se non è stato espressamente consentito nell'atto di costituzione di fondo patrimoniale, è possibile dare in pegno beni dello stesso se vi sono figli minori? No, mai. Sì, ma solo con il consenso di entrambi i coniugi e con l'autorizzazione concessa dal giudice tutelare. Sì, con il solo consenso di entrambi i coniugi. Sì, ma solo con il consenso di entrambi i coniugi e con l'autorizzazione concessa dal tribunale, con provvedimento emesso in camera di consiglio, nei soli casi di necessità od utilità evidente.
A norma del codice civile, se non è stato espressamente consentito nell'atto di costituzione di fondo patrimoniale, è possibile ipotecare beni dello stesso se vi sono figli minori? Sì, ma solo con il consenso di entrambi i coniugi e con l'autorizzazione concessa dal giudice tutelare. Sì, con il solo consenso di entrambi i coniugi. No, mai. Sì, ma solo con il consenso di entrambi i coniugi e con l'autorizzazione concessa dal tribunale, con provvedimento emesso in camera di consiglio, nei soli casi di necessità od utilità evidente.
Tizio e Caia hanno costituito un fondo patrimoniale. Hanno un figlio Tizietto di anni dodici e nell'atto di costituzione del fondo nulla è previsto in tema di alienazione. Possono vendere, data la necessità, un bene ricompreso nel fondo? Sì, con il consenso di uno dei due coniugi, previa autorizzazione del giudice tutelare. No, fino al raggiungimento della maggiore età di Tizietto. Sì, con il consenso di entrambi i coniugi, e con l'autorizzazione del tribunale. Sì, senza bisogno di autorizzazione.
A norma del codice civile, se non è stato espressamente consentito nell'atto di costituzione di fondo patrimoniale, è possibile alienare beni dello stesso se vi sono figli minori? Sì, ma solo con il consenso di entrambi i coniugi e con l'autorizzazione concessa dal tribunale, con provvedimento emesso in camera di consiglio, nei soli casi di necessità od utilità evidente. Sì, ma solo con il consenso di entrambi i coniugi e con l'autorizzazione concessa dal giudice tutelare. No, mai. Sì, con il solo consenso di entrambi i coniugi.
A norma del codice civile, può aver luogo l'esecuzione sui frutti dei beni del fondo patrimoniale? Sì, ma non per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia. Sì, sempre. Sì, ma non per debiti d'importo superiore al valore dei beni costituenti il fondo patrimoniale. No, mai.
A norma del codice civile, può aver luogo l'esecuzione sui beni del fondo patrimoniale? No, mai. Sì, ma non per debiti d'importo superiore al valore dei beni costituenti il fondo patrimoniale. Sì, ma non per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia. Sì, sempre.
A norma del codice civile, in caso di annullamento del matrimonio, fino a quando dura il fondo patrimoniale se vi sono figli minori? Fino al compimento della maggiore età dell'ultimo figlio. Fino alla capacità di mantenimento dell'ultimo figlio e comunque non oltre il compimento del ventiseiesimo anno di età del medesimo salvo anticipazione fino alla maggiore età decisa dal giudice per gravi motivi. Fino al compimento del ventunesimo anno di età dell'ultimo figlio. Fino al compimento di un anno dalla maggiore età dell'ultimo figlio.
A norma del codice civile, se non vi sono figli minori, la destinazione del fondo patrimoniale termina a seguito della cessazione degli effetti civili del matrimonio? No. Sì, ma solo nel caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo si trovavano in regime di separazione dei beni. Sì. Sì, ma solo nel caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo si trovavano in regime di comunione legale dei beni.
A norma del codice civile, se non vi sono figli minori, la destinazione del fondo patrimoniale termina a seguito dello scioglimento del matrimonio? Sì, ma solo nel caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo si trovavano in regime di comunione legale dei beni. Sì. No. Sì, ma solo nel caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo si trovavano in regime di separazione dei beni.
A norma del codice civile, se vi sono figli minori, la destinazione del fondo patrimoniale termina a seguito dello scioglimento del matrimonio? Sì, sempre. Sì, salvo il caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo fossero in regime di comunione legale dei beni. Sì, salvo il caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo fossero in regime di separazione dei beni. No.
A norma del codice civile, se vi sono figli minori, la destinazione del fondo patrimoniale termina a seguito dell'annullamento del matrimonio? No. Sì, sempre. Sì, salvo il caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo fossero in regime di comunione legale dei beni. Sì, salvo il caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo fossero in regime di separazione dei beni.
A norma del codice civile, se vi sono figli minori, la destinazione del fondo patrimoniale termina a seguito della cessazione degli effetti civili del matrimonio? No. Sì, sempre. Sì, salvo il caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo fossero in regime di comunione legale dei beni. Sì, salvo il caso in cui i coniugi al momento della costituzione del fondo fossero in regime di separazione dei beni.
A norma del codice civile, in caso di cessazione degli effetti civili del matrimonio, fino a quando dura il fondo patrimoniale se vi sono figli minori? Fino al compimento della maggiore età dell'ultimo figlio. Fino al compimento del ventunesimo anno di età dell'ultimo figlio. Fino al compimento di un anno dalla maggiore età dell'ultimo figlio. Fino alla capacità di mantenimento dell'ultimo figlio e comunque non oltre il compimento del ventiseiesimo anno di età del medesimo salvo anticipazione fino alla maggiore età decisa dal giudice per gravi motivi.
A norma del codice civile, in caso di scioglimento del matrimonio, fino a quando dura il fondo patrimoniale se vi sono figli minori? Fino al compimento del ventunesimo anno di età dell'ultimo figlio. Fino al compimento di un anno dalla maggiore età dell'ultimo figlio. Fino alla capacità di mantenimento dell'ultimo figlio e comunque non oltre il compimento del ventiseiesimo anno di età del medesimo salvo anticipazione fino alla maggiore età decisa dal giudice per gravi motivi. Fino al compimento della maggiore età dell'ultimo figlio.
A norma del codice civile, in caso di cessazione degli effetti civili del matrimonio dei coniugi che hanno costituito un fondo patrimoniale, se vi sono figli minori può il giudice dettare, su istanza di chi vi abbia interesse, norme per l'amministrazione del fondo stesso? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo se i coniugi al momento della costituzione del fondo erano in regime di comunione legale dei beni. Sì, ma solo se i coniugi al momento della costituzione del fondo erano in regime di separazione dei beni.
A norma del codice civile, in caso di cessazione degli effetti civili del matrimonio, il giudice può attribuire in godimento ai figli una quota dei beni del fondo patrimoniale? Sì, considerate le condizioni economiche dei genitori e dei figli ed ogni altra circostanza. No, mai. Sì, ma solo se trattasi di beni immobili destinati al fondo patrimoniale per testamento. Sì, ma solo se tale possibilità era stata espressamente prevista nell'atto di costituzione del fondo patrimoniale.
A norma del codice civile, in caso di annullamento del matrimonio, il giudice può attribuire in godimento ai figli una quota dei beni del fondo patrimoniale? Sì, ma solo se tale possibilità era stata espressamente prevista nell'atto di costituzione del fondo patrimoniale. Sì, considerate le condizioni economiche dei genitori e dei figli ed ogni altra circostanza. No, mai. Sì, ma solo se trattasi di beni immobili destinati al fondo patrimoniale per testamento.
A norma del codice civile, in caso di cessazione degli effetti civili del matrimonio, il giudice può attribuire in proprietà ai figli una quota dei beni del fondo patrimoniale? Sì, ma solo se trattasi di beni immobili destinati al fondo patrimoniale per testamento. Sì, ma solo se tale possibilità era stata espressamente prevista nell'atto di costituzione del fondo patrimoniale. Sì, considerate le condizioni economiche dei genitori e dei figli ed ogni altra circostanza. No, mai.
A norma del codice civile, in caso di scioglimento del matrimonio, il giudice può attribuire in proprietà ai figli una quota dei beni del fondo patrimoniale? Sì, ma solo se trattasi di beni immobili destinati al fondo patrimoniale per testamento. Sì, considerate le condizioni economiche dei genitori e dei figli ed ogni altra circostanza. No, mai. Sì, ma solo se tale possibilità era stata espressamente prevista nell'atto di costituzione del fondo patrimoniale.
Tra le cause di cessazione del fondo patrimoniale vi è la convenzione di separazione dei beni? No. No, salvo che vi siano figli. Sì, salvo che vi siano figli minori. Sì, in ogni caso.
A norma del codice civile, in caso di scioglimento del matrimonio, il giudice può attribuire in godimento ai figli una quota dei beni del fondo patrimoniale? Sì, ma solo se trattasi di beni immobili destinati al fondo patrimoniale per testamento. Sì, considerate le condizioni economiche dei genitori e dei figli ed ogni altra circostanza. No, mai. Sì, ma solo se tale possibilità era stata espressamente prevista nell'atto di costituzione del fondo patrimoniale.
A norma del codice civile, in caso di scioglimento del matrimonio dei coniugi che hanno costituito un fondo patrimoniale, se vi sono figli minori può il giudice dettare, su istanza di chi vi abbia interesse, norme per l'amministrazione del fondo stesso? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo se i coniugi al momento della costituzione del fondo erano in regime di comunione legale dei beni. Sì, ma solo se i coniugi al momento della costituzione del fondo erano in regime di separazione dei beni.
In presenza del regime della comunione legale dei beni, costituiscono, fra l'altro, oggetto della comunione stessa: i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di successione legittima. i beni ottenuti durante il matrimonio da uno dei coniugi a titolo di risarcimento del danno. i frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione. gli acquisti compiuti dai due coniugi anche separatamente prima del matrimonio.
In presenza del regime della comunione legale dei beni, costituiscono, fra l'altro, oggetto della comunione stessa: gli acquisti compiuti dai coniugi separatamente durante il matrimonio, ad esclusione di quelli relativi ai beni personali. gli acquisti compiuti dai due coniugi anche separatamente prima del matrimonio. i beni ottenuti durante il matrimonio da uno dei coniugi a titolo di risarcimento del danno. i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di successione legittima.
In presenza del regime della comunione legale dei beni, costituiscono, fra l'altro, oggetto della comunione stessa: i beni ottenuti durante il matrimonio da uno dei coniugi a titolo di risarcimento del danno. i proventi dell'attività separata di ciascuno dei coniugi se, allo scioglimento della comunione, non siano stati consumati. gli acquisti compiuti dai due coniugi anche separatamente prima del matrimonio. i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di successione legittima.
In presenza del regime della comunione legale dei beni, costituiscono, fra l'altro, oggetto della comunione stessa: le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio. gli acquisti compiuti dai due coniugi anche separatamente prima del matrimonio. i beni ottenuti durante il matrimonio da uno dei coniugi a titolo di risarcimento del danno. i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di successione legittima.
In presenza del regime della comunione legale dei beni, costituiscono, fra l'altro, oggetto della comunione stessa: i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di successione legittima. i beni ottenuti durante il matrimonio da uno dei coniugi a titolo di risarcimento del danno. gli acquisti compiuti dai due coniugi anche separatamente prima del matrimonio. gli utili e gli incrementi delle aziende appartenenti ad uno dei coniugi anteriormente al matrimonio, ma gestite da entrambi.
In presenza del regime della comunione legale dei beni, costituiscono, fra l'altro, oggetto della comunione stessa: gli acquisti compiuti dai due coniugi anche separatamente prima del matrimonio. i beni ottenuti durante il matrimonio da uno dei coniugi a titolo di risarcimento del danno. gli acquisti compiuti insieme dai due coniugi durante il matrimonio ad esclusione di quelli relativi ai beni personali. i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di successione legittima.
I beni mobili non registrati destinati all'esercizio dell'impresa di uno dei coniugi costituita dopo il matrimonio si considerano oggetto della comunione legale dei beni, se questo è il regime vigente tra i coniugi stessi? Sì, ma solo se sussistono al momento dello scioglimento della comunione legale dei beni. Sì, fin dal momento del loro acquisto. Sì, ma solo in caso di matrimonio contratto prima del 20 settembre 1975. No, mai.
Gli incrementi dell'impresa di uno dei coniugi costituita precedentemente al matrimonio e non gestita da entrambi i coniugi si considerano oggetto della comunione legale dei beni, se questo è il regime vigente tra i coniugi stessi? Sì, ma solo se sussistono al momento dello scioglimento della comunione legale dei beni. Sì, fin dal momento della loro realizzazione. No, mai. Sì, ma solo in caso di matrimonio contratto prima del 20 settembre 1975.
Non costituiscono oggetto della comunione legale dei beni tra coniugi e sono beni personali: tutti i beni acquistati separatamente dai coniugi. i beni immobili acquisiti con il prezzo del trasferimento di beni personali, quando l'esclusione dalla comunione risulti dall'atto di acquisto se di esso sia stato parte anche l'altro coniuge. gli incrementi dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. gli utili dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi.
Non costituiscono oggetto della comunione legale dei beni tra coniugi e sono beni personali: i beni di cui, prima del matrimonio, il coniuge era proprietario. gli utili dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. gli incrementi dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. tutti i beni acquistati separatamente dai coniugi.
Non costituiscono oggetto della comunione legale dei beni tra coniugi e sono beni personali: gli utili dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. tutti i beni acquistati separatamente dai coniugi. le pensioni attinenti alla perdita totale della capacità lavorativa. gli incrementi dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi.
Non costituiscono oggetto della comunione legale dei beni tra coniugi e sono beni personali: gli utili dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. i beni mobili registrati acquisiti con lo scambio di beni personali, quando l'esclusione dalla comunione risulti dall'atto di acquisto se di esso sia stato parte anche l'altro coniuge. gli incrementi dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. tutti i beni acquistati separatamente dai coniugi.
Non costituiscono oggetto della comunione legale dei beni tra coniugi e sono beni personali: gli utili dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. tutti i beni acquistati separatamente dai coniugi. gli incrementi dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. i beni mobili non registrati acquisiti con lo scambio di beni personali, purché ciò sia espressamente dichiarato all'atto dell'acquisto.
I coniugi Tizio e Caia, prima di sposarsi, hanno acquistato rispettivamente la nuda proprietà e l'usufrutto di un appartamento. Vigente il regime di comunione legale, Tizio intende ora alienare la nuda proprietà. In questo caso è necessario il consenso di Caia? Sì, solo se l'atto di alienazione è a titolo oneroso. No. Sì, solo se l'atto di alienazione è a titolo gratuito. Sì, in ogni caso.
Tizio acquista un bene nel 1981; nel 1982 si sposa con Caia, senza scegliere il regime di separazione dei beni. Successivamente i coniugi non stipulano alcuna convenzione matrimoniale. Per alienare il bene è necessario anche il consenso di Caia? Sì, solo se è un atto di alienazione a titolo gratuito. No. Sì, solo se è un atto di alienazione a titolo oneroso. Sì, in ogni caso.
Tizio, vigente il regime di comunione legale con la moglie Caia, ha ricevuto per successione un appartamento nel quale abita con la famiglia; il nucleo familiare non è proprietario di altri beni immobili, ed è necessario procedere alla vendita di tale appartamento nell'interesse della famiglia; Caia si oppone all'atto. Può Tizio vendere validamente intervenendo da solo in atto? Sì, ma solo previa autorizzazione del tribunale ordinario. No, salvo che dichiari nell'atto di utilizzare il ricavato per acquistare, entro l'anno, altro immobile da destinare ad abitazione principale della famiglia. Sì. No.
Tizio, vigente il regime di comunione legale con la moglie Caia, ha ricevuto per donazione un appartamento nel quale abita con la famiglia; il nucleo familiare non è proprietario di altri beni immobili, ed è necessario procedere alla vendita di tale appartamento nell'interesse della famiglia; Caia si oppone all'atto. Può Tizio vendere validamente intervenendo da solo in atto? Sì. No. Sì, ma solo previa autorizzazione del tribunale ordinario. No, salvo che dichiari nell'atto di utilizzare il ricavato per acquistare, entro l'anno, altro immobile da destinare ad abitazione principale della famiglia.
Non costituiscono oggetto della comunione legale dei beni tra coniugi e sono beni personali: tutti i beni acquistati separatamente dai coniugi. gli utili dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi. i beni oggetto di diritti reali di godimento di cui, prima del matrimonio, uno dei coniugi era titolare. gli incrementi dell'azienda costituita prima del matrimonio da uno dei coniugi ma gestita da entrambi.
In costanza di comunione legale dei beni, la stipula dei contratti con i quali si concedono diritti personali di godimento sui beni oggetto della comunione stessa spetta: congiuntamente ad entrambi i coniugi. disgiuntamente ad entrambi i coniugi. congiuntamente ad entrambi i coniugi ma solo per quelli aventi ad oggetto beni immobili. disgiuntamente ad entrambi i coniugi per gli atti non eccedenti il valore di duemilacinquecento euro.
Il compimento degli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione relativi ai beni della comunione legale tra coniugi spetta: disgiuntamente ad entrambi i coniugi per gli atti aventi ad oggetto beni mobili non registrati e congiuntamente negli altri casi. congiuntamente ad entrambi i coniugi, ma solo se vi sono figli minori. congiuntamente ad entrambi i coniugi. disgiuntamente ad entrambi i coniugi.
In costanza di comunione legale dei beni, la rappresentanza in giudizio per le azioni relative ai contratti con i quali si concedono diritti personali di godimento sui beni oggetto di comunione legale spetta: congiuntamente ad entrambi i coniugi. disgiuntamente ad entrambi i coniugi per le azioni di competenza del giudice di pace e congiuntamente negli altri casi. disgiuntamente ad entrambi i coniugi. congiuntamente ad entrambi i coniugi, ma solo per le azioni relative a contratti aventi ad oggetto beni immobili e disgiuntamente negli altri casi.
L'amministrazione ordinaria dei beni della comunione legale tra coniugi spetta: congiuntamente ad entrambi i coniugi salvo che per gli atti di valore non eccedente i duemilacinquecento euro. disgiuntamente ad entrambi i coniugi anche se si tratti della stipula di contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento. congiuntamente ad entrambi i coniugi. disgiuntamente ad entrambi i coniugi qualora non si tratti della stipula di contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento.
In tema di comunione legale dei beni, la rappresentanza in giudizio per gli atti relativi all'ordinaria amministrazione dei beni della comunione stessa, spetta: disgiuntamente ad entrambi i coniugi solo se si tratti di contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento. comunque congiuntamente ad entrambi i coniugi. disgiuntamente ad entrambi i coniugi qualora non si tratti di contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento. disgiuntamente ad entrambi i coniugi anche qualora si tratti di contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento.
Tizio e Caia sono coniugi in regime di comunione legale dei beni. Caia vuole concludere un contratto, la cui stipulazione è necessaria nell'interesse della famiglia, con il quale si concede un diritto personale di godimento su un bene immobile della comunione legale. Poiché Tizio rifiuta il consenso, Caia: può rivolgersi al giudice perché ingiunga a Tizio di prestare il consenso. può rivolgersi al giudice per ottenere l'autorizzazione alla stipulazione. non può in alcun modo compiere l'atto. può rivolgersi al giudice perché nomini un curatore speciale autorizzandolo alla stipulazione dell'atto.
Se uno dei coniugi in comunione legale dei beni rifiuta, relativamente ad un immobile, il consenso alla stipulazione di un atto necessario nell'interesse della famiglia e per il quale atto il consenso stesso è richiesto, l'altro coniuge: può rivolgersi al giudice per ottenere l'autorizzazione alla stipulazione dell'atto. può compiere l'atto solo dopo che sia trascorso un anno dalla richiesta di consenso comunicata formalmente all'altro coniuge. può liberamente e validamente compiere l'atto purché dall'atto stesso risulti espressamente il dissenso del coniuge. può liberamente e validamente compiere l'atto ma deve, su istanza del coniuge, provvedere al pagamento dell'equivalente, secondo i valori correnti all'epoca del compimento dell'atto, a favore della comunione.
I coniugi Tizio e Caia sono proprietari di un unico immobile, in comunione legale, e Caia si rifiuta di venderlo, pur essendo ciò necessario per realizzare la somma che occorre per sottoporre il comune figlio, affetto da gravissima malattia, ad un intervento chirurgico indilazionabile. L'atto può essere validamente stipulato? No, in nessun caso. Sì, con l'intervento di Tizio autorizzato dal tribunale ordinario. Sì, con l'intervento di Tizio autorizzato dal giudice tutelare. Sì, con intervento del solo Tizio, senza necessità di autorizzazione, ma l'atto è subordinato alla condizione della mancata opposizione di Caia entro tre mesi.
Se uno dei coniugi in comunione legale dei beni rifiuta il consenso richiesto dalla legge per la stipulazione di un atto di straordinaria amministrazione relativo a beni immobili e necessario nell'interesse dell'azienda facente parte della comunione, come può l'altro coniuge stipulare validamente intervenendo da solo in atto? Con l'autorizzazione del tribunale ordinario. Con l'intervento di un curatore speciale nominato dal giudice tutelare se vi sono figli minori e dal tribunale ordinario negli altri casi. Con l'autorizzazione del presidente del tribunale ordinario. Sottoponendo l'atto alla condizione sospensiva dell'autorizzazione del conservatore del registro delle imprese.
Se uno dei coniugi in comunione legale dei beni rifiuta il consenso per la stipulazione di un contratto avente ad oggetto la concessione di un diritto personale di godimento su un immobile facente parte della comunione e tale atto è necessario nell'interesse della famiglia, può l'altro coniuge stipulare validamente intervenendo da solo in atto? Sì, con l'intervento di un curatore speciale nominato dal giudice tutelare se vi sono figli minori e dal tribunale ordinario negli altri casi. Sì, con l'autorizzazione del presidente del tribunale. Sì. Sì, con l'autorizzazione del tribunale ordinario.
In caso di impedimento di uno dei coniugi in regime di comunione legale dei beni, l'altro, in mancanza di procura del primo risultante da atto pubblico o da scrittura privata autenticata, può compiere gli atti necessari per i quali è richiesto il consenso congiunto di entrambi i coniugi? Sì, previa autorizzazione del giudice e con le cautele eventualmente da questo stabilite. No. Sì, senza alcuna autorizzazione. Sì, ma solo gli atti con i quali si concedono diritti personali di godimento su beni facenti parte della comunione legale.
A norma del codice civile, nel caso di gestione comune da parte dei coniugi in regime di comunione legale dei beni di azienda costituita dopo il matrimonio, uno dei coniugi può essere delegato dall'altro al compimento di tutti gli atti necessari all'attività dell'impresa? No. Sì. Sì, ma solo se l'altro coniuge ha male amministrato. Sì, ma solo se la delega risulta da atto pubblico, previa autorizzazione del giudice.
Se uno dei coniugi in regime di comunione legale ha male amministrato, l'altro coniuge può chiedere al giudice di escluderlo dall'amministrazione dei beni facenti parte della comunione legale? Sì. No. Sì, solo se ha male amministrato l'azienda costituita dopo il matrimonio e gestita da entrambi i coniugi. No, salvo che sussistano le condizioni per proporre l'inabilitazione.
Se uno dei coniugi in regime di comunione legale non può amministrare, l'altro coniuge può chiedere al giudice di escluderlo dall'amministrazione dei beni facenti parte della comunione legale? Sì, ma solo in presenza di figli minori. Sì. No. No, salvo che sussistano le condizioni per proporre l'inabilitazione.
Se uno dei coniugi in regime di comunione legale è minore, l'altro coniuge può chiedere al giudice di escluderlo dall'amministrazione dei beni facenti parte della comunione legale? No, salvo che nella comunione legale siano compresi beni immobili. Sì. No. Sì, ma solo se il minore non ha ancora compiuto il diciassettesimo anno di età.
A norma del codice civile, il coniuge che è stato privato dell'amministrazione dei beni della comunione legale, in quanto non poteva amministrare, può chiedere al giudice di esservi reintegrato? Sì, se sono venuti meno i motivi che hanno determinato l'esclusione. No, ancorché siano venuti meno i motivi che hanno determinato l'esclusione. Sì, anche se non sono venuti meno i motivi che hanno determinato l'esclusione. Sì, purché sia decorso almeno un anno dalla cessazione delle cause che hanno determinato l'esclusione.
A norma del codice civile, l'esclusione dall'amministrazione dei beni facenti parte della comunione legale opera di diritto riguardo al coniuge: interdetto. che ha male amministrato. dichiarato assente. minore.
Una imbarcazione da diporto, iscritta nel registro indicato dal codice della navigazione e facente parte della comunione legale fra Tizio e Caia, viene venduta dalla sola Caia. L'atto è: convalidabile da Tizio. assolutamente non convalidabile. convalidabile da Caia. convalidabile solo da Tizio e Caia congiuntamente.
Sempronio vende a Caio un bene mobile non registrato, oggetto di comunione legale, senza il consenso dell'altro coniuge Tizia. Qualora non sia possibile ricostituire la comunione nello stato in cui era prima del compimento dell'atto, Tizia: non può più vantare alcuna pretesa. può chiedere il pagamento dell'equivalente secondo i valori correnti all'epoca della ricostituzione della comunione. può chiedere l'annullamento dell'atto. può chiedere il pagamento dell'equivalente secondo i valori correnti all'epoca del compimento dell'atto.
Un appartamento facente parte della comunione legale fra Tizio e Caia viene venduto dal solo Tizio e l'atto non viene trascritto. Caia potrà impugnare l'atto: solo se vigente la comunione al momento della domanda giudiziale. non oltre l'anno dallo scioglimento della comunione purché non ne abbia avuto conoscenza prima dello scioglimento. solo dal momento dello scioglimento della comunione. entro un anno dal raggiungimento della maggiore età dell'ultimo figlio.
Tizio vende a Caio l'azienda familiare facente parte della comunione legale con Sempronia, senza l'intervento di questa. Nell'azienda non sono compresi mobili registrati ed immobili. L'atto è: annullabile, ma convalidabile. annullabile, e non convalidabile. valido. nullo.
Sempronio vende a Caio un bene mobile non registrato, oggetto di comunione legale, senza il consenso del coniuge. Quest'ultimo: può chiedere l'annullamento dell'atto. può chiedere che l'atto venga dichiarato nullo. non può avanzare alcuna pretesa contro Sempronio. può chiedere a Sempronio la ricostituzione della comunione nello stato in cui era prima del compimento dell'atto o, qualora ciò non sia possibile, il pagamento dell'equivalente secondo i valori correnti all'epoca della ricostituzione della comunione.
Tizio, in regime di comunione legale con Caia, ha costituito con Sempronio, celibe, una società a responsabilità limitata che non è proprietaria di immobili e ora intende cedere la propria quota a Filano, in comunione legale con Mevia. Perché l'atto sia valido è necessario e sufficiente: l'intervento di Tizio e Filano. l'intervento di Tizio, Caia e Filano. l'intervento di Tizio, Filano, Mevia e Sempronio. l'intervento di Tizio, Caia, Filano e Mevia.
Può un coniuge conferire all'altro procura ad amministrare i beni personali, qualora viga il regime della comunione legale? Sì, ma solo nel caso di sua lontananza od impedimento. Sì. Sì, ma solo previa autorizzazione del giudice e con le cautele da questo eventualmente stabilite. No.
A norma del codice civile, i beni della comunione legale rispondono delle spese per il mantenimento della famiglia? Sì. No. Sì, ma solo se ciò sia stato dichiarato al momento dell'assunzione dell'obbligazione. Sì, ma solo in presenza di figli minori.
A norma del codice civile, i beni della comunione legale rispondono delle obbligazioni contratte congiuntamente dai coniugi? Sì. No. Sì, ma solo di quelle contratte nell'interesse della famiglia. Sì, ma solo se relative a spese per l'istruzione e l'educazione dei figli.
A norma del codice civile, i beni della comunione legale rispondono delle spese per l'istruzione e l'educazione dei figli? No. Sì, ma solo se i figli sono minori. Sì. Sì, ma solo se ciò sia stato dichiarato al momento dell'assunzione dell'obbligazione.
A norma del codice civile, i beni della comunione legale rispondono di tutti i pesi ed oneri gravanti su di essi al momento dell'acquisto? Sì. Sì, ma se l'acquisto è stato effettuato da un solo coniuge, i beni della comunione legale rispondono solo in via sussidiaria. No. Sì, ma solo nel caso in cui l'acquisto sia stato effettuato congiuntamente dai coniugi.
A norma del codice civile, i beni della comunione legale rispondono delle obbligazioni contratte dai coniugi separatamente, nell'interesse della famiglia? Sì, ma solo nel caso in cui vi siano figli minori. Sì, ma solo in via sussidiaria e fino al valore corrispondente alla quota del coniuge che si è obbligato. Sì. No.
I beni della comunione, salvo le eccezioni di legge, rispondono delle obbligazioni di cui sono gravate le donazioni e successioni conseguite dai coniugi durante il matrimonio e non attribuite alla comunione? No. Sì, sempre. Sì, ma solo nel caso che vi sia il consenso di entrambi i coniugi. No, se non vi è autorizzazione del giudice.
I beni della comunione legale rispondono delle obbligazioni contratte, dopo il matrimonio, da uno dei coniugi per il compimento di atti eccedenti l'ordinaria amministrazione senza il necessario consenso dell'altro? Sì, sino al valore corrispondente alla quota del coniuge obbligato, ma solo quando i creditori non possono soddisfarsi sui beni personali. Sì, sempre. No, mai. Sì, sino all'intero ammontare del credito, ma solo quando i creditori non possono soddisfarsi sui beni personali.
Tizio, coniugato in regime di comunione legale dei beni, senza il necessario consenso della moglie Tizia, compie un atto eccedente l'ordinaria amministrazione, dal quale sorge un credito a favore di Caio. Considerato che Caio non può soddisfarsi sui beni personali di Tizio, essendo lo stesso nullatenente, i beni della comunione rispondono dell'obbligazione contratta da Tizio? Sì, per l'intero anche oltre il valore corrispondente alla quota di Tizio. No, salvo che l'atto compiuto da Tizio sia relativo alla gestione dell'azienda facente parte della comunione. No, mai. Sì, fino al valore corrispondente alla quota di Tizio.
Quando i beni della comunione legale non sono sufficienti a soddisfare i debiti su di essa gravanti, i creditori possono agire sui beni personali di ciascuno dei coniugi? No, salvo che i debiti siano stati contratti dai coniugi congiuntamente per l'istruzione e l'educazione dei figli. Sì, in via sussidiaria e nella misura della metà del credito. Sì, in via principale e per l'intero credito. No, mai.
La dichiarazione di morte presunta di uno dei coniugi produce lo scioglimento della comunione legale? Sì. Sì, salvo che ci siano figli minori. Sì, salvo che ci siano figli minori e nella comunione siano compresi beni immobili. No, salvo che nella comunione siano compresi beni immobili.
Tizio e Caia, coniugi in comunione legale di aziende gestite da entrambi fin dal matrimonio e che hanno figli minori, possono convenire lo scioglimento di tale comunione? Sì, ma solo se autorizzati dal tribunale per i minorenni. No. Sì, per atto pubblico. Sì, ma solo su parere del presidente del tribunale.
La separazione personale giudiziale produce lo scioglimento della comunione legale? Sì. Sì, salvo che ci siano figli minori. No, salvo che nella comunione siano compresi beni immobili. Sì, salvo che ci siano figli minori e nella comunione siano compresi beni immobili.
La dichiarazione di assenza di uno dei coniugi produce lo scioglimento della comunione legale? No, salvo che nella comunione siano compresi beni immobili. Sì. Sì, salvo che ci siano figli minori. Sì, salvo che ci siano figli minori e nella comunione siano compresi beni immobili.
Il fallimento di uno dei coniugi produce lo scioglimento della comunione legale? No, salvo che nella comunione siano compresi beni immobili. Sì. Sì, salvo che ci siano figli minori. Sì, salvo che ci siano figli minori e nella comunione siano compresi beni immobili.
La cessazione degli effetti civili del matrimonio scioglie la comunione legale fra due coniugi? No, salvo che ci siano figli minori. No, se ci sono beni immobili e figli minori. Sì, salvo che ci siano figli minori e che nella comunione siano compresi beni immobili. Sì.
L'annullamento del matrimonio produce lo scioglimento della comunione legale? No. Sì, salvo che ci siano figli minori. Sì, salvo che nella comunione siano compresi beni di interesse artistico per i quali sia stato notificato il relativo vincolo. Sì.
Tizio, imprenditore edile, è in comunione legale con Caia con la quale ha dei figli minori. Se viene dichiarato il fallimento di Tizio si scioglie la comunione legale? Sì, ma solo se il curatore del fallimento non si oppone. Sì. No. Sì, ma solo se il curatore del fallimento ottiene il parere favorevole del giudice tutelare.
Viene dichiarata la morte presunta di Caia, coniugata in regime di comunione legale con Tizio, che, vigente il detto regime, aveva comprato il fondo Corneliano. Tizio intende adesso vendere la quota di metà indivisa del fondo Corneliano, pervenutagli in virtù del detto atto. In questo caso Tizio: non può compiere l'atto senza l'autorizzazione del tribunale. può vendere solo col consenso degli eredi di Caia. può vendere liberamente. non può compiere l'atto se non sono trascorsi cinque anni dalla dichiarazione di morte presunta.
La separazione personale consensuale omologata produce lo scioglimento della comunione legale? Sì, salvo che ci siano figli minori e nella comunione siano compresi beni immobili. Sì. Sì, salvo che ci siano figli minori. No, salvo che nella comunione siano compresi beni immobili.
Il coniuge che risulta creditore della comunione può chiedere di prelevare beni comuni sino a concorrenza del proprio credito. I prelievi si effettuano: esclusivamente sul denaro e sui mobili. solo sul denaro. sul denaro, quindi sui mobili ed infine sugli immobili. indifferentemente sul denaro o sui mobili o sugli immobili.
I coniugi sono tenuti a rimborsare alla comunione le somme prelevate dal patrimonio comune per fini diversi dall'adempimento delle obbligazioni gravanti sulla comunione medesima. Tale rimborso deve essere effettuato: a richiesta del coniuge che non ha effettuato il prelevamento. al momento dello scioglimento della comunione, salvo che il giudice non autorizzi il rimborso in un momento anteriore. prima che il più giovane dei figli diventi maggiorenne. entro i trenta giorni successivi al prelevamento.
Ove vengano prelevate, dal patrimonio comune dei coniugi, delle somme da destinare alla soddisfazione di obbligazioni diverse da quelle gravanti sulla comunione medesima, i coniugi: sono tenuti a chiedere l'approvazione dell'operata distrazione al tribunale. sono tenuti a rimborsare alla comunione le somme prelevate. non sono tenuti a rimborsare alla comunione le somme prelevate, se vi è accordo in tal senso tra di loro. sono tenuti a rimborsare alla comunione solo gli interessi maturati sulle somme prelevate.
A norma del codice civile, la separazione giudiziale dei beni può essere richiesta da uno solo dei coniugi? No. Sì. Sì, ma solo se non vi sono figli minori. Sì, ma solo se non vi sono beni immobili.
A norma del codice civile, la separazione giudiziale dei beni può essere richiesta dal legale rappresentante di uno solo dei coniugi? Sì. No. Sì, ma non dal tutore. Sì, ma solo se vi sono beni immobili.
A norma del codice civile, la separazione giudiziale dei beni può essere pronunciata quando uno dei coniugi in regime di comunione legale non contribuisce ai bisogni della famiglia in misura proporzionale alle proprie sostanze e capacità di lavoro? No. Sì. Sì, ma solo nell'ipotesi in cui ci siano figli minori. No, salvo che l'altro coniuge sia minore di età.
Quale tra gli effetti sotto indicati è prodotto dalla sentenza che pronunzia la separazione giudiziale dei beni tra coniugi in comunione legale? L'accollo dei debiti della comunione al coniuge che li aveva prodotti. L'instaurazione del regime della separazione dei beni con effetto dal giorno in cui è stata proposta la domanda, salvi i diritti dei terzi. L'automatica attribuzione al coniuge affidatario dei figli dell'uso sui mobili che arredano la residenza familiare. L'instaurazione del regime della separazione dei beni con effetto dal giorno in cui è pronunziata la sentenza.
A norma del codice civile, la separazione giudiziale dei beni può essere pronunciata quando la condotta tenuta nell'amministrazione dei beni da uno dei coniugi in regime di comunione legale mette in pericolo gli interessi dell'altro? Sì. Sì, ma solo nell'ipotesi in cui ci siano figli minori. No, salvo che l'altro coniuge sia minore di età. No.
A norma del codice civile, la separazione giudiziale dei beni può essere pronunciata quando il disordine degli affari di uno dei coniugi in regime di comunione legale mette in pericolo gli interessi dell'altro? Sì. No. Sì, ma solo nell'ipotesi in cui ci siano figli minori. No, salvo che l'altro coniuge sia minore di età.
A norma del codice civile, la separazione giudiziale dei beni può essere pronunciata in caso di inabilitazione di uno dei coniugi in regime di comunione legale? Sì, ma solo nell'ipotesi in cui ci siano figli minori. Sì. No, salvo che l'altro coniuge sia minore di età. No.
A norma del codice civile, la separazione giudiziale dei beni può essere pronunciata in caso di interdizione di uno dei coniugi in regime di comunione legale? Sì, ma solo nell'ipotesi in cui ci siano figli minori. Sì. No. No, salvo che l'altro coniuge sia minore di età.
A norma del codice civile, la separazione giudiziale dei beni può essere pronunciata quando il disordine degli affari di uno dei coniugi in regime di comunione legale mette in pericolo gli interessi della famiglia? No. Sì. No, salvo che l'altro coniuge sia minore di età. Sì, ma solo nell'ipotesi in cui ci siano figli minori.
In quale delle seguenti ipotesi può essere pronunziata la separazione giudiziale dei beni? Nel caso in cui uno dei coniugi non acconsenta a stipulare una convenzione di separazione dei beni a norma dell'articolo 163 codice civile. Nel caso in cui uno dei coniugi abbia occasionalmente abusato di stupefacenti. Nel caso di cattiva amministrazione della comunione. Nel caso in cui uno dei coniugi sia minore.
Fra Tizio e Caia, coniugi in comunione legale, viene pronunziata la separazione giudiziale dei beni perché Tizio non contribuiva ai bisogni della famiglia in misura proporzionale alle proprie sostanze e capacità di lavoro. Essi, conseguentemente, intendono stipulare un atto di divisione dei beni oggetto di tale comunione. Tale atto: può essere stipulato solo previa autorizzazione del tribunale e, se vi sono figli minori, su parere del giudice tutelare. può essere stipulato con attribuzione in parti eguali dell'attivo e del passivo, ma con costituzione a favore dell'altro coniuge dell'usufrutto su tutti i beni attribuiti al coniuge che non contribuiva ai bisogni della famiglia in misura proporzionale. deve essere necessariamente stipulato ripartendo l'attivo in parti eguali e attribuendo il passivo al coniuge che lo ha prodotto. si effettua con attribuzione in parti eguali dell'attivo e del passivo.
La divisione dei beni della comunione legale tra coniugi si effettua: ripartendo l'attivo ed il passivo nella misura stabilita dalla concorde volontà dei coniugi o in mancanza nella misura fissata dal giudice. ripartendo attivo e passivo secondo le disposizioni del giudice. ripartendo il passivo in parti eguali e l'attivo in base all'ammontare dei conferimenti originari. ripartendo in parti eguali l'attivo ed il passivo.
In sede di cessazione della comunione legale tra coniugi si procede alla divisione dei beni ripartendo, tra gli stessi, in parti uguali, l'attivo ed il passivo. Tuttavia, il giudice, in relazione alle necessità della prole e all'affidamento di essa, può: costituire a favore della prole l'usufrutto su parte dei beni attribuiti ai coniugi. costituire a favore di uno dei coniugi l'usufrutto su una parte dei beni spettanti all'altro coniuge. costituire a favore di uno dei coniugi l'usufrutto sulla totalità dei beni spettanti all'altro coniuge. costituire a favore della prole l'usufrutto sulla totalità dei beni attribuiti ai coniugi.
In sede di divisione dei beni della comunione tra i coniugi, gli stessi, od i loro eredi, possono, fatti salvi i diritti dei terzi, prelevare i beni mobili che dimostrino: essere loro pervenuti per successione o donazione o per acquisto fattone in costanza di comunione con danaro personale. essere loro appartenuti prima della comunione o pervenuti per successione o donazione. essere loro appartenuti prima della comunione o pervenuti, in costanza di comunione, per acquisto fattone con danaro personale. non essere di proprietà dell'altro coniuge o comune.
Cessata la comunione legale tra coniugi, questi, fatti salvi i diritti dei terzi, possono prelevare i mobili che dimostrino essere loro appartenuti prima della comunione o pervenuti per successione o donazione. Ove tali mobili non si trovino, e la mancanza non sia dovuta ad uso o perimento od altra causa non imputabile all'altro coniuge, il coniuge proprietario può: ripetere il valore provandone, in qualunque modo, l'ammontare, ma solo se non vi sono figli minori. chiedere soltanto che il relativo valore sia portato in aumento del passivo da ripartire in parti uguali tra i coniugi in sede di divisione dei beni della comunione. ripetere il valore provandone l'ammontare anche per notorietà. ripetere il valore da dimostrare solo, a seconda dei casi, mediante produzione della ricevuta d'acquisto o denuncia di successione od atto di donazione.
In sede di cessazione della comunione legale tra i coniugi, a tutela dei diritti dei terzi, il prelevamento dei mobili appartenuti ad un coniuge prima della comunione od allo stesso pervenuto per successione o donazione, non può effettuarsi se: la proprietà individuale non sia necessariamente accertata dal giudice. la proprietà individuale non risulti da atto avente data certa. la proprietà individuale non sia stata tempestivamente resa nota al terzo creditore della comunione. la proprietà individuale non venga dimostrata anche per mezzo di atto notorio.
Tizio e Caia, coniugati, che non hanno mai stipulato alcuna convenzione matrimoniale, ed in regime di comunione legale di beni, intendono ampliare l'oggetto della comunione includendovi anche beni strettamente personali. È possibile? Sì, se vi sono figli minori e previa autorizzazione del giudice. Sì, previa autorizzazione del giudice. No. No, perché stipulando una comunione convenzionale possono solo escludere dalla comunione i beni che vi ricadrebbero e non includervi quelli che non vi ricadrebbero.
Tizio e Caia, cittadini italiani e residenti in Italia, vogliono stipulare una convenzione matrimoniale, modificando il regime della comunione legale dei beni. Quale di questi patti può essere inserito nel relativo atto? Che facciano parte della comunione i beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge. Che i loro rapporti patrimoniali siano regolati dalla legge svizzera con un generico richiamo a tale normativa. Che facciano parte della comunione i beni che servono all'esercizio della professione di uno dei coniugi. Che facciano parte della comunione i beni acquisiti dai coniugi successivamente al matrimonio per effetto di successione ereditaria.
I beni della comunione convenzionale rispondono delle obbligazioni contratte da uno dei coniugi prima del matrimonio? Sì, ma limitatamente al valore dei beni di proprietà del coniuge stesso prima del matrimonio che, in base alla convenzione sono entrati a far parte della comunione. Sì, senza alcun limite. No. Sì, ma limitatamente alla quota di metà.
Possono i coniugi convenire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio? Sì. No. Sì, ma solo per i beni mobili. Sì, ma solo per i beni immobili.
Tizio, coniugato con Caia in regime di comunione legale, dovendosi recare all'estero per motivi di lavoro, le ha conferito procura ad amministrare tutti i beni a lui pervenuti per successione del padre senza l'obbligo di rendere conto dei frutti. Caia: è tenuta verso Tizio secondo le regole del mandato. è tenuta a richiesta di Tizio a consegnare i frutti esistenti e non risponde di quelli consumati. è tenuta verso Tizio a consegnare la metà dei frutti percepiti. è tenuta verso Tizio secondo le regole dell'usufrutto.
Tizio, coniugato con Caia in regime di separazione dei beni, dovendosi recare all'estero per lavoro, le ha conferito procura ad amministrare tutti i suoi beni immobili, con l'obbligo di rendere conto dei frutti. Caia: è tenuta verso Tizio secondo le regole dell'usufrutto. è tenuta verso Tizio secondo le regole del mandato. è tenuta a richiesta di Tizio a consegnare i frutti esistenti e non risponde di quelli consumati. è tenuta verso Tizio a consegnare la metà dei frutti percepiti.
Il coniuge che amministri i beni dell'altro o, comunque, compia atti relativi a detti beni, risponde dei danni e della mancata percezione dei frutti nel caso che: egli abbia svolto dette attività nonostante l'opposizione dell'altro coniuge. siano presenti figli minori. nonostante il consenso dell'altro coniuge allo svolgimento della detta attività, esplichi una amministrazione scorretta. con la propria inerzia causi la prescrizione di crediti.
Il coniuge che, in regime di separazione dei beni, goda dei beni dell'altro è soggetto a tutte le obbligazioni: del mandatario. dell'enfiteuta. dell'usufruttuario. del bonus pater familias.
In regime di separazione dei beni, il coniuge può provare, nei confronti dell'altro, la proprietà esclusiva di un bene: con ogni mezzo. con atto scritto. con atto scritto di data certa. solo con atto notorio o con scrittura di data certa.
Il coniuge dell'imprenditore che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro esclusivamente nella famiglia ha, secondo il codice civile, i diritti spettanti ai familiari che prestano in modo continuativo la loro attività di lavoro esclusivamente nell'impresa, e per i quali non sia configurabile un diverso rapporto? No, salvo che i familiari che partecipano all'impresa stessa gli attribuiscano tali diritti con decisione adottata a maggioranza. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, salvo che sia configurabile un diverso rapporto con l'imprenditore.
Tizio, Filano e Mevio partecipano all'impresa familiare del fratello Sempronio. Tizio intende vendere il proprio diritto di partecipazione a Caia, moglie di Mevio. È possibile? Sì, essendo sufficiente il solo consenso di Sempronio, titolare dell'impresa. Sì, purché vi sia il consenso di tutti i partecipi all'impresa familiare. No, in nessun caso. No, se, in presenza di partecipi di minore età, non vi sia l'autorizzazione del tribunale.
Caio, minore sotto potestà, che collabora all'impresa familiare di cui è titolare il fratello Tizio, può esprimere personalmente il voto in ordine all'impiego degli utili e degli incrementi dell'impresa? No. Sì. No, salvo che gli sia attribuito un reddito anche ai fini fiscali. Sì, ma solo se all'impresa familiare partecipano anche i genitori.
Caio, titolare di un'azienda gestita sotto forma di impresa familiare, intende vendere al figlio uno dei locali in cui è esercitata, riservandosene l'usufrutto. A tutto ciò si oppone il partecipe Filano che ritiene di dovere essere preferito, mentre tutti gli altri partecipi sono d'accordo. In questo caso Caio: non può vendere al figlio perché tale decisione deve essere presa all'unanimità dai partecipi. può vendere liberamente. può vendere al figlio solo dopo aver consentito a Filano l'eventuale esercizio della prelazione. può vendere solo se il figlio intende collaborare all'impresa.
È trasferibile il diritto di partecipazione all'impresa familiare? Sì, ma solo se il trasferimento avviene a favore del coniuge, dei parenti entro il terzo grado e degli affini dell'imprenditore entro il secondo e col consenso di tutti i partecipi. Sì, a favore di qualunque soggetto e senza necessità di consenso da parte degli altri partecipi. No, non è mai possibile. Sì, a favore di qualunque soggetto e purché vi sia il consenso di tutti i partecipi.
Il marito è padre: del figlio nato in costanza di matrimonio. del figlio concepito durante il matrimonio. del figlio concepito durante il matrimonio, che egli dichiari proprio nell'atto di nascita. del figlio concepito anche prima del matrimonio.
A norma del codice civile, in caso di cessazione degli effetti civili del matrimonio si presume concepito durante lo stesso matrimonio il figlio nato: quando non sono ancora trascorsi trecento giorni dalla data della cessazione degli effetti civili del matrimonio e sono trascorsi almeno centottanta giorni dalla celebrazione dello stesso. quando non sono ancora trascorsi trecentosessanta giorni dalla data della cessazione degli effetti civili del matrimonio. quando non sono ancora trascorsi trecentotrenta giorni dalla data della cessazione degli effetti civili del matrimonio e sono trascorsi almeno duecentosettanta giorni dalla celebrazione dello stesso. quando non sono ancora trascorsi trecentosessantacinque giorni dalla data della cessazione degli effetti civili del matrimonio.
A norma del codice civile, in caso di scioglimento del matrimonio si presume concepito durante lo stesso matrimonio il figlio nato: quando non sono ancora trascorsi trecentosessanta giorni dalla data dello scioglimento del matrimonio. quando non sono ancora trascorsi trecentosessantacinque giorni dalla data dello scioglimento del matrimonio. quando non sono ancora trascorsi trecentotrenta giorni dalla data dello scioglimento del matrimonio e sono trascorsi almeno duecentosettanta giorni dalla celebrazione dello stesso. quando non sono ancora trascorsi trecento giorni dalla data dello scioglimento del matrimonio e sono trascorsi almeno centottanta giorni dalla celebrazione dello stesso.
A norma del codice civile, in caso di annullamento del matrimonio si presume concepito durante lo stesso matrimonio il figlio nato: quando non sono ancora trascorsi trecento giorni dalla data dell'annullamento del matrimonio e sono trascorsi almeno centottanta giorni dalla celebrazione dello stesso. quando non sono ancora trascorsi trecentotrenta giorni dalla data dell'annullamento del matrimonio e sono trascorsi almeno duecentosettanta giorni dalla celebrazione dello stesso. quando non sono ancora trascorsi trecentosessanta giorni dalla data dell'annullamento del matrimonio. quando non sono ancora trascorsi trecentosessantacinque giorni dalla data dell'annullamento del matrimonio.
A norma del codice civile, è reputato legittimo il figlio nato prima che siano trascorsi centottanta giorni dalla celebrazione del matrimonio? Sì, se uno dei coniugi o il figlio stesso non ne disconoscono la paternità. Sì, sempre. Sì, ma nel solo caso in cui entrambi i coniugi non ne disconoscano la paternità. No, mai.
Fatto salvo il diritto del figlio di proporre azione per reclamare lo stato di figlio legittimo, chi può provare che il figlio, nato dopo i trecento giorni dalla cessazione degli effetti civili del matrimonio, sia stato concepito durante il matrimonio? Solo i coniugi, anche disgiuntamente. Ciascuno dei coniugi e i loro eredi. Solo i coniugi congiuntamente. Solo i discendenti dei coniugi.
A norma del codice civile chi può provare che un figlio, nato dopo i trecento giorni dallo scioglimento del matrimonio dei genitori, sia stato concepito durante il matrimonio? Solo i coniugi congiuntamente. Ciascuno dei coniugi e i loro eredi; in ogni caso, poi, il figlio può proporre azione per reclamare lo stato di legittimo. Solo i coniugi, anche disgiuntamente. Solo il figlio stesso.
A norma del codice civile chi può provare che un figlio, nato dopo i trecento giorni dall'annullamento del matrimonio dei genitori, sia stato concepito durante il matrimonio? Solo il figlio stesso. Ciascuno dei coniugi e i loro eredi, potendo in ogni caso il figlio proporre azione per reclamare lo stato di legittimo. Solo i coniugi congiuntamente. Solo i coniugi, anche disgiuntamente.
Fatto salvo il diritto del figlio di proporre azione per reclamare lo stato di figlio legittimo, chi può provare che il figlio, nato dopo i trecento giorni dalla pronuncia di separazione giudiziale dei genitori, sia stato concepito durante il matrimonio? Solo i discendenti dei coniugi. Ciascuno dei coniugi e i loro eredi. Solo i coniugi, anche disgiuntamente. Solo i coniugi congiuntamente.
Fatto salvo il diritto del figlio di proporre azione per reclamare lo stato di figlio legittimo, chi può provare che il figlio, nato dopo i trecento giorni dalla omologazione della separazione consensuale dei genitori, sia stato concepito durante il matrimonio? Solo i discendenti dei coniugi. Solo i coniugi congiuntamente. Ciascuno dei coniugi e i loro eredi. Solo i coniugi, anche disgiuntamente.
A norma del codice civile, chi può provare il concepimento durante la convivenza tra i genitori di un figlio nato dopo i trecento giorni dalla data di comparizione dei coniugi avanti al giudice quando gli stessi sono stati autorizzati a vivere separatamente nelle more del giudizio di cessazione degli effetti civili del matrimonio? Ciascuno dei coniugi e i loro eredi; in ogni caso, poi, il figlio stesso può proporre azione per reclamare lo stato di legittimo. Solo i coniugi congiuntamente. Il figlio stesso, i coniugi, ma non i loro eredi. Il figlio stesso, ma non i coniugi.
A norma del codice civile, chi può provare il concepimento durante la convivenza tra i genitori di un figlio nato dopo i trecento giorni dalla data di comparizione dei coniugi avanti al giudice quando gli stessi sono stati autorizzati a vivere separatamente nelle more del giudizio di scioglimento del matrimonio? Il figlio stesso, ma non i coniugi. Ciascuno dei coniugi e i loro eredi; in ogni caso, poi, il figlio stesso può proporre azione per reclamare lo stato di legittimo. Solo i coniugi congiuntamente. Il figlio stesso, i coniugi, anche disgiuntamente, ma non i loro eredi.
A norma del codice civile, chi può provare il concepimento durante la convivenza tra i genitori di un figlio nato dopo i trecento giorni dalla data di comparizione dei coniugi avanti al giudice quando gli stessi sono stati autorizzati a vivere separatamente nelle more del giudizio di annullamento del matrimonio? Il figlio stesso e i coniugi, anche disgiuntamente, ma non i loro eredi. Ciascuno dei coniugi e i loro eredi; in ogni caso, poi, il figlio stesso può proporre azione per reclamare lo stato di legittimo. Solo il figlio stesso. Solo i coniugi congiuntamente.
Nel caso di figlio concepito durante il matrimonio, se la moglie ha nascosto al marito la propria gravidanza e la nascita del figlio, il marito può proporre l'azione di disconoscimento della paternità? Sì, ma nel solo caso in cui contestualmente risulti che nel periodo di concepimento la moglie ha commesso adulterio. Sì. No, mai. No, ove contestualmente la moglie non escluda la sua paternità.
Secondo la disciplina del disconoscimento di paternità, la sola dichiarazione della madre esclude la paternità? Sì, se il marito concorda. No. Sì. No, se contemporaneamente non ammette di aver commesso adulterio.
Ove manchi l'atto di nascita iscritto nei registri dello stato civile, basta a provare la filiazione legittima: l'attestazione di chi era presente alla nascita. il possesso continuo dello stato di figlio legittimo. la sola coabitazione con i presunti genitori. la concorde dichiarazione conforme di entrambi i presunti genitori.
Ai fini dell'esistenza del possesso di stato di figlio legittimo deve necessariamente concorrere, tra gli altri, il seguente fatto: che la persona abbia coabitato ininterrottamente con i presunti genitori. che i presunti genitori abbiano dichiarato che detta persona era loro figlio. che i presunti genitori abbiano notoriamente convissuto nel periodo del concepimento. che la persona sia stata costantemente considerata come figlio nei rapporti sociali.
Nessuno può reclamare uno stato contrario a quello che gli attribuiscono l'atto di nascita di figlio legittimo ed il conforme possesso di stato, ad eccezione dell'ipotesi, tra le altre, in cui: il marito dichiari di non aver avuto rapporti con la moglie nel periodo di concepimento. il figlio non abbia costantemente coabitato con i genitori. la madre dichiari che il figlio non è stato concepito con il marito. il figlio sia nato prima dei centottanta giorni dalla celebrazione del matrimonio.
L'ipotesi di sostituzione di neonato consente di contestare la legittimità del figlio in presenza di un atto di nascita conforme al possesso di stato? No, in nessun caso. Sì, e la relativa prova può essere data anche con testimoni, nei limiti di legge. No, se il figlio è ormai divenuto maggiorenne. Sì, ma la relativa prova non può essere data con testimoni.
La legittimità del figlio di due persone, che hanno pubblicamente vissuto come marito e moglie e sono morte ambedue: non può essere contestata per il solo motivo che manchi la prova della celebrazione del matrimonio, qualora la stessa legittimità sia provata da un possesso di stato che non sia in opposizione con l'atto di nascita. può essere contestata per il motivo che manchi la prova della celebrazione del matrimonio, a meno che la legittimità sia provata dal possesso di stato. non può essere contestata se vi sia la prova della celebrazione del matrimonio o del possesso di stato. può essere contestata se manca la prova della celebrazione del matrimonio.
La legittimità del figlio di due persone, che hanno pubblicamente vissuto come marito e moglie e sono morte ambedue, non può essere contestata per il solo motivo che manchi la prova della celebrazione del matrimonio: ove sussista il possesso di stato. qualora la stessa legittimità sia provata con altri mezzi. qualora la legittimità sia provata da un possesso di stato contrario all'atto di nascita. qualora la stessa legittimità sia provata da un possesso di stato che non sia in opposizione con l'atto di nascita.
In tema di filiazione legittima, la prova per testimoni, ove espressamente prevista, è ammessa: quando sia richiesta congiuntamente da entrambi i coniugi. quando vi sia un principio di prova per iscritto od in presenza di presunzioni ed indizi abbastanza gravi da determinare l'ammissione della prova. in ogni caso, senza limitazioni. quando il giudice, a sua discrezione, ritenga la stessa ammissibile.
Il marito che si trovava nel luogo nel quale è nato il figlio deve proporre l'azione di disconoscimento della paternità nel termine: di un anno dal giorno della nascita. di diciotto mesi dal giorno della nascita. in ogni tempo. di sei mesi dal giorno della nascita.
L'azione di disconoscimento della paternità da parte della madre deve essere proposta nel termine di: in ogni tempo. sei mesi dalla nascita del figlio. diciotto mesi dalla nascita del figlio. un anno dalla nascita del figlio.
Il figlio che abbia tempestivamente avuto conoscenza dei fatti che rendono ammissibile l'azione di disconoscimento della paternità, deve proporre la relativa azione nel termine: di un anno dal raggiungimento della maggiore età. di diciotto mesi dal raggiungimento della maggiore età. di sei mesi dal raggiungimento della maggiore età. in ogni tempo.
Il minore, ai fini della proposizione dell'azione di disconoscimento della paternità, può chiedere al giudice la nomina di un curatore una volta che abbia compiuto: quindici anni di età. quattordici anni di età. sedici anni di età. tredici anni di età.
Su istanza del figlio minore che abbia compiuto i sedici anni, l'azione di disconoscimento può essere promossa: da un curatore speciale nominato dal giudice. da un notaio nominato dal presidente del consiglio notarile. da un curatore speciale nominato dal pubblico ministero. da un curatore speciale nominato dal sindaco.
Ove il presunto padre e la madre, titolari dell'azione di disconoscimento della paternità, muoiano senza aver promosso la detta azione, ma prima che siano decorsi i termini per la proposizione, l'azione medesima si trasmette: ai discendenti ed agli ascendenti. ai soli discendenti. ai soli ascendenti. a nessuno.
Nel caso che il figlio muoia senza aver proposto azione di disconoscimento di paternità, ma prima che siano decorsi i termini a tal fine previsti, l'azione medesima si trasmette: alla madre, al coniuge ed ai discendenti. al coniuge ed ai discendenti. al solo coniuge. ai soli discendenti.
Nel giudizio di disconoscimento di paternità si verifica una ipotesi di litisconsorzio: necessario tra madre, presunto padre e figlio. facoltativo tra presunto padre e figlio. facoltativo tra madre e presunto padre. necessario tra madre, presunto padre, figlio e fratelli di questi.
L'azione di contestazione della legittimità del figlio: si prescrive quando sia decorso un anno dalla nascita, se proposta da coloro che nell'atto di nascita risultano i genitori. è imprescrittibile. è imprescrittibile nel solo caso che venga proposta dal figlio o da uno dei suoi genitori. è imprescrittibile solo se proposta dal pubblico ministero.
L'azione spettante al figlio per reclamare lo stato legittimo: si prescrive quando sia decorso un anno dalla conoscenza che lo stesso abbia avuto dei fatti che giustificano l'azione medesima. si prescrive quando siano decorsi cinque anni dal raggiungimento della maggiore età. è imprescrittibile, se esercitata dal figlio. si prescrive quando sia decorso un anno dal raggiungimento della maggiore età.
Il genitore che abbia già riconosciuto il figlio naturale, può opporsi al riconoscimento da parte dell'altro genitore? Sì, sempre. Sì, sempre, ove il figlio non abbia compiuto i sedici anni. No, a meno che il riconoscimento non risponda all'interesse del figlio, ma allora, su richiesta del genitore che vuole effettuare il riconoscimento, deciderà il tribunale. Sì, previa autorizzazione del tribunale.
Perché produca effetto il riconoscimento di un figlio naturale, di anni quindici, occorre l'assenso dello stesso? Sì, in ogni caso. No. Sì, se è già stato riconosciuto da un genitore e non dall'altro. Sì, se il riconoscimento proviene da entrambi i genitori.
Tizietto, quattordicenne, è figlio riconosciuto di Caia; Tizio, l'altro genitore, intende riconoscerlo a sua volta. In questo caso, il riconoscimento da parte di Tizio: non può avvenire senza il consenso di Caia. può avvenire, ma è necessario il consenso di Caia e l'assenso di Tizietto. può avvenire in ogni caso e senza condizioni. non può più avvenire, perché occorre sempre e necessariamente che sia fatto congiuntamente da entrambi i genitori.
Tizia e Caio, non coniugati, intendono riconoscere quale loro figlio naturale il dodicenne Filano. Possono farlo? Sì, ma previa autorizzazione del tribunale. Sì, ma con l'assenso di Filano. No. Sì.
Possono due genitori quindicenni effettuare il riconoscimento di un loro figlio naturale? Sì, se autorizzati dal giudice tutelare. No. Sì, se assistiti dai genitori. Sì, se conviventi.
Tizio, celibe, e Caia, nubile, intendono riconoscere, con effetto immediato, quale loro figlio naturale il diciassettenne Filano, del quale non possono ottenere il consenso trovandosi lo stesso all'estero. Possono farlo? Sì, ma il riconoscimento del figlio produrrà effetti soltanto quando Filano avrà raggiunto la maggiore età. No, perché il riconoscimento del figlio che ha compiuto i sedici anni non produce effetto senza il suo assenso. Sì, perché il riconoscimento del figlio che ha compiuto i sedici anni produce effetti immediati se fatto congiuntamente da entrambi i genitori, anche senza l'assenso del minorenne. Sì, ma il riconoscimento del figlio che ha compiuto i sedici anni produrrà effetti soltanto quando i genitori si saranno uniti in matrimonio.
Il figlio incestuoso può essere riconosciuto? Sì, ma solo se al tempo del concepimento i genitori ignoravano il vincolo esistente tra loro o se il matrimonio da cui deriva la loro affinità sia stato dichiarato nullo. No, se non presta il suo consenso anche il pubblico ministero. Sì, sempre, previa autorizzazione del giudice. No, mai.
Ai fini dell'inserimento nella famiglia legittima del figlio naturale riconosciuto, dopo il matrimonio, da uno dei coniugi, oltre l'autorizzazione del giudice, è necessario: solo il consenso dell'altro coniuge e dell'altro genitore del riconosciuto che abbia effettuato il riconoscimento. solo il consenso dell'altro coniuge e dei figli legittimi che abbiano compiuto i sedici anni. il consenso dell'altro coniuge, dei figli legittimi che abbiano compiuto i sedici anni e dell'altro genitore del figlio riconosciuto, ove il medesimo abbia effettuato il riconoscimento. solo il consenso dell'altro coniuge e dei figli legittimi che siano maggiorenni.
È ammesso il riconoscimento di figlio naturale in contrasto con lo stato di figlio legittimo o legittimato in cui la persona si trova? Sì. Sì, con il consenso del pubblico ministero. No, in nessun caso. No, senza autorizzazione del tribunale.
A norma del codice civile, il riconoscimento del figlio naturale può, tra l'altro, essere fatto: con dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà anteriore al concepimento. con comportamento concludente. con un'apposita dichiarazione, posteriore al concepimento, in un atto pubblico. con dichiarazione resa dai genitori con scrittura privata autenticata da notaio anteriore al concepimento.
A norma del codice civile, il riconoscimento del figlio naturale può, fra l'altro, essere fatto: con comportamento concludente. nell'atto di nascita. con dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà anteriore al concepimento. con dichiarazione resa dai genitori con scrittura privata autenticata da notaio anteriore al concepimento.
A norma del codice civile, il riconoscimento del figlio naturale può, fra l'altro, essere fatto: con dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà anteriore al concepimento. con comportamento concludente. con un'apposita dichiarazione, posteriore al concepimento, davanti ad un ufficiale dello stato civile. con dichiarazione resa dai genitori con scrittura privata autenticata da notaio anteriore al concepimento.
A norma del codice civile, il riconoscimento del figlio naturale può, tra l'altro, essere fatto: con un'apposita dichiarazione, posteriore alla nascita, contenuta in una scrittura privata. con dichiarazione resa dai genitori con scrittura privata autenticata da notaio anteriore al concepimento. con scrittura privata controfirmata da due testimoni. con un'apposita dichiarazione, posteriore alla nascita, davanti ad un ufficiale dello stato civile.
Fra le forme espressamente previste dal codice civile per effettuare il riconoscimento del figlio naturale vi è, fra l'altro: il comportamento concludente. l'atto pubblico. la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà. la scrittura privata autenticata da notaio.
Fra le forme espressamente previste dal codice civile per effettuare il riconoscimento del figlio naturale vi è, fra l'altro: il comportamento concludente. il testamento pubblico. la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà. la scrittura privata autenticata da notaio.
Fra le forme espressamente previste dal codice civile per effettuare il riconoscimento del figlio naturale vi è, fra l'altro: la scrittura privata autenticata da notaio. il testamento segreto. la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà. il comportamento concludente.
Fra le forme espressamente previste dal codice civile per effettuare il riconoscimento del figlio naturale vi è, fra l'altro: la scrittura privata autenticata da notaio. il testamento. la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà. il comportamento concludente.
È possibile, con atto pubblico, riconoscere un figlio naturale concepito, ma non ancora nato? No. Sì. Sì, ma solo previa autorizzazione del tribunale per i minorenni. Sì, ma solo se mancano figli legittimi.
La volontà di legittimare espressa in atto pubblico importa riconoscimento del figlio naturale? Sì. Sì, ma solo se si tratta di testamento. No. Sì, ma a condizione che poi segua la legittimazione.
Il riconoscimento del figlio naturale può farsi per testamento: qualunque sia la forma del testamento. solo per testamento pubblico. solo per testamento olografo. solo per testamento segreto.
A norma del codice civile, il riconoscimento del figlio naturale può, fra l'altro, essere fatto: con dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà anteriore al concepimento. con dichiarazione resa dai genitori con scrittura privata autenticata da notaio anteriore al concepimento. con comportamento concludente. con un'apposita dichiarazione, posteriore alla nascita, davanti ad un ufficiale dello stato civile.
Fra le forme espressamente previste dal codice civile per effettuare il riconoscimento del figlio naturale, vi è fra l'altro: la scrittura privata autenticata da notaio. il testamento olografo. il comportamento concludente. la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà.
È possibile riconoscere un figlio premorto? No, in ogni caso. Sì, purché chi effettua il riconoscimento non abbia figli legittimi. Sì, in favore dei suoi discendenti legittimi e dei suoi figli naturali riconosciuti. Sì, ma nel solo caso in cui sia ancora in vita l'altro genitore.
Tizio, che in un testamento pubblico aveva nominato suo erede universale Sempronio, riconoscendolo come figlio naturale, revoca il testamento stesso. Quali sono gli effetti della revoca ai fini del riconoscimento? Qualora il testatore volesse revocare anche il riconoscimento, dovrà farlo espressamente. Il riconoscimento è irrevocabile e avrà comunque effetto dal giorno della morte del testatore. La revoca del testamento comporta comunque anche la revoca del riconoscimento in esso contenuto. Un testamento contenente riconoscimento di figlio naturale non può essere in alcun modo revocato.
Tizio, con testamento pubblico, intende riconoscere il figlio naturale Gaudioso a condizione che lo stesso si diplomi all'Istituto superiore di educazione fisica. La clausola che prevede la condizione: è nulla. è nulla, salvo che risponda ad un interesse di Gaudioso meritevole di tutela. è valida. è valida solo se risponde ad un interesse di Tizio meritevole di tutela.
Tizio riconosce il figlio naturale Tizietto in un testamento pubblico disponendo che il riconoscimento avrà effetto solo se Tizietto supererà il concorso in magistratura. È valida tale clausola? Sì, se corrisponde ad un apprezzabile interesse del testatore, anche se non risultante dal testamento. Sì, se Tizietto accetterà tale limitazione entro tre mesi dall'apertura della successione. No. Sì, se corrisponde ad un apprezzabile interesse del testatore risultante dal testamento.
Tizio, nel riconoscere con atto pubblico il proprio figlio naturale che si trova nelle condizioni previste per essere riconosciuto, vuole dichiarare di averlo avuto da Caia che non lo ha riconosciuto. Può farlo? L'atto di riconoscimento di uno solo dei genitori non può contenere indicazioni relative all'altro genitore. L'atto di riconoscimento di uno solo dei genitori che contiene indicazioni relative all'altro genitore obbliga quest'ultimo al riconoscimento. L'atto di riconoscimento di uno solo dei genitori deve necessariamente contenere indicazioni relative all'altro genitore. L'atto di riconoscimento di uno solo dei genitori può contenere indicazioni relative all'altro genitore solo se quest'ultimo non è coniugato.
Il riconoscimento del figlio naturale comporta l'assunzione, da parte del genitore: dei soli obblighi alimentari nei confronti del figlio riconosciuto. di tutti i doveri e di tutti i diritti che un genitore ha nei confronti del figlio legittimo. dei soli doveri che un genitore ha nei confronti del figlio legittimo. del solo dovere al mantenimento del figlio riconosciuto.
Nel caso che un figlio venga riconosciuto, in tempi diversi, da entrambi i genitori, lo stesso assume il cognome: del genitore che lo ha riconosciuto per ultimo. del solo padre, in ogni caso. dell'uno o dell'altro, a scelta dei genitori e previa autorizzazione del giudice. del genitore che lo ha riconosciuto per primo.
Ove il padre riconosca il figlio naturale dopo la madre, il figlio può assumere o il cognome della madre, che per prima lo ha riconosciuto, oppure del padre: aggiungendolo, in quanto non può sostituirlo. aggiungendolo o sostituendolo a quello della madre, previa decisione del giudice, se il figlio è minorenne. sostituendolo, in quanto non può aggiungerlo. previo assenso del figlio, ove abbia compiuto sedici anni.
Il riconoscimento del figlio naturale può essere impugnato, per difetto di veridicità: solo dall'autore del riconoscimento e dal pubblico ministero. solo dall'autore del riconoscimento e da colui che è stato riconosciuto. solo dall'autore del riconoscimento, da colui che è stato riconosciuto e dal pubblico ministero. dall'autore del riconoscimento, da colui che è stato riconosciuto e da chiunque vi abbia interesse.
L'impugnazione del riconoscimento del figlio naturale per difetto di veridicità è ammessa dopo la legittimazione? Sì. No. No, tranne che ad impugnare sia il figlio riconosciuto. Sì, ma solo da parte del pubblico ministero.
L'azione per impugnare il riconoscimento del figlio naturale per difetto di veridicità: è imprescrittibile. si prescrive nei termini della prescrizione ordinaria. è imprescrittibile solo se l'azione venga proposta da colui che è stato riconosciuto e dal pubblico ministero. si prescrive in cinque anni, decorrenti dal giorno del riconoscimento e, relativamente a colui che è stato riconosciuto, dal raggiungimento della maggiore età, ove minore all'epoca del riconoscimento.
Il figlio naturale che è stato riconosciuto può, durante la minore età, impugnare il riconoscimento? Sì, in ogni caso, se ha compiuto i sedici anni, e previa autorizzazione del giudice nel solo caso che ancora non abbia compiuto sedici anni. No, in nessun caso. No, tranne che, già sedicenne, non sia autorizzato dal giudice con provvedimento in camera di consiglio, con la nomina di un curatore speciale. Sì, in ogni caso, senza bisogno di autorizzazione del giudice, che deve limitarsi, su semplice richiesta, a nominare un curatore speciale.
L'azione per l'impugnazione, per violenza, del riconoscimento del figlio naturale: si prescrive in un anno, decorrente dal giorno in cui la violenza è cessata o dal raggiungimento della maggiore età, ove il riconoscimento sia stato effettuato da un minorenne. è imprescrittibile. si prescrive nei termini della prescrizione ordinaria. si prescrive in un anno, decorrente, in ogni caso, dal giorno del riconoscimento.
Il riconoscimento del figlio naturale può essere impugnato per violenza? Sì, dall'autore del riconoscimento e da chiunque vi abbia interesse. Sì, dall'autore del riconoscimento e da colui che è stato riconosciuto. Sì, ma solo dall'autore del riconoscimento. No, mai.
Il riconoscimento di figlio naturale può essere impugnato per l'incapacità che deriva da interdizione giudiziale, dopo la revoca dell'interdizione: anche dal tutore dell'autore del riconoscimento, entro un anno dalla data della revoca dell'interdizione. solo da colui che è stato riconosciuto. dall'autore del riconoscimento in ogni tempo. dall'autore del riconoscimento, entro un anno dalla data della revoca.
Il riconoscimento di figlio naturale può essere impugnato: dall'autore del riconoscimento per la sua incapacità derivante da interdizione giudiziale, in qualunque tempo. per l'incapacità che deriva da inabilitazione, dall'autore del riconoscimento assistito dal tutore. per l'incapacità che deriva da interdizione giudiziale, dal rappresentante dell'interdetto. per l'incapacità che deriva da interdizione giudiziale solo da colui che è stato riconosciuto.
L'azione per l'impugnazione, per violenza, del riconoscimento del figlio naturale è trasmissibile agli eredi? No, tranne che colui che ha operato il riconoscimento non sia ancora, all'epoca della morte, minorenne. Sì, se chi ha operato il riconoscimento è morto senza averla proposta ed i termini di legge non siano ancora decorsi. Sì, in ogni caso. No, mai.
Quando è impugnato il riconoscimento di figlio naturale il giudice può dare, in pendenza del giudizio: i provvedimenti che ritenga opportuni nell'interesse del figlio. solo provvedimenti inerenti ai rapporti patrimoniali. solo provvedimenti relativi all'educazione e all'istruzione del figlio. i provvedimenti cautelari previsti dal codice di procedura civile.
Ai fini della dichiarazione giudiziale, la prova della paternità e della maternità può essere data: anche con la sola documentata esistenza di rapporti tra il padre e la madre all'epoca del riconoscimento. esclusivamente per testimoni. anche con la sola dichiarazione della madre. con ogni mezzo.
L'azione per ottenere che sia dichiarata giudizialmente la paternità o la maternità naturale, con riguardo al figlio: è imprescrittibile. si prescrive in due anni decorrenti dal raggiungimento della maggiore età da parte del figlio. si prescrive nei termini della prescrizione ordinaria, ma tali termini restano sospesi finché il figlio non diventi maggiorenne. si prescrive in cinque anni decorrenti dal raggiungimento dei sedici anni da parte del figlio.
L'azione per ottenere che sia giudizialmente dichiarata la paternità o la maternità naturale, può essere promossa, nell'interesse del minore, dal genitore che esercita la potestà? Sì, ma solo dopo essere stato autorizzato dal giudice. Sì, ma nel solo caso che il figlio sia morto. No. Sì.
L'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità o di maternità naturale è ammessa solo quando concorrono specifiche circostanze tali da farla apparire giustificata. Sull'ammissibilità di tale azione: decide il tribunale, in camera di consiglio, prima dell'instaurazione del giudizio di merito. decide il tribunale, dopo l'instaurazione del giudizio di merito, ma preliminarmente. decide il tribunale in sede di giudizio di merito, nella sentenza che decide su questo. decide il presidente del tribunale, con propria ordinanza, prima dell'instaurazione del giudizio di merito.
Alla domanda per la dichiarazione giudiziale di paternità o di maternità naturale può contraddire: chiunque vi abbia interesse. il solo presunto genitore convenuto in giudizio. il solo presunto genitore convenuto in giudizio ed il pubblico ministero. solo il presunto genitore convenuto in giudizio, il figlio naturale ed il pubblico ministero.
La sentenza che dichiara la filiazione naturale: produce gli effetti del riconoscimento. non può essere impugnata dal riconosciuto. produce gli effetti del riconoscimento limitatamente ai rapporti personali. produce gli effetti del riconoscimento limitatamente ai rapporti patrimoniali.
Con la sentenza che dichiara la filiazione naturale il giudice: deve dare i provvedimenti utili per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione del figlio. può nominare un curatore speciale per quanto concerne i rapporti personali e patrimoniali. può anche dare i provvedimenti che stima utili per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione del figlio e per la tutela degli interessi patrimoniali di lui. può dare solo provvedimenti per la tutela degli interessi patrimoniali del figlio.
In ogni caso in cui non può proporsi l'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità o di maternità, il figlio naturale può agire per ottenere il mantenimento, l'istruzione e l'educazione. Ove tale figlio sia minorenne l'azione può essere promossa: dal curatore speciale e dal pubblico ministero. dal genitore che esercita la potestà e dal pubblico ministero. dal curatore speciale nominato dal giudice. dal curatore speciale e dal genitore che esercita la potestà.
La legittimazione dei figli naturali avviene: per susseguente matrimonio dei genitori del figlio naturale o per provvedimento del giudice. solo per susseguente matrimonio dei genitori del figlio naturale. solo per susseguente matrimonio dei genitori del figlio naturale e previo consenso di questo, ove abbia raggiunto i sedici anni. solo per provvedimento del giudice.
Può essere legittimato il figlio che non può essere riconosciuto? No. Sì, previo assenso del figlio che abbia raggiunto i sedici anni di età. Sì. Sì, previo parere favorevole del pubblico ministero.
Può aver luogo la legittimazione del figlio premorto? No. Sì, solo previo parere favorevole del pubblico ministero. Sì, in favore dei suoi discendenti legittimi e dei figli naturali riconosciuti. Sì, solo in favore dei suoi discendenti legittimi.
I figli legittimati per susseguente matrimonio acquistano i diritti dei figli legittimi: dal terzo mese successivo al giorno del matrimonio. dal giorno del matrimonio. decorsi sei mesi dal giorno in cui il matrimonio è trascritto sui registri dello stato civile. dal primo giorno successivo a quello del matrimonio.
La legittimazione del figlio per provvedimento del giudice è consentita in presenza di figli legittimi o legittimati? Sì, ma esclusivamente nel caso che il legittimando sia minorenne. Sì. Sì, ma esclusivamente se i figli legittimi o legittimati ed il pubblico ministero prestano il loro consenso. No.
Dopo la morte dei genitori che non abbiano potuto per impossibilità o gravissimo ostacolo procedere alla legittimazione per susseguente matrimonio, i figli naturali possono domandare la legittimazione: se uno dei genitori ha espresso in testamento od in atto pubblico la volontà di legittimare. solo nel caso che uno dei genitori abbia espresso la volontà di legittimare in un atto pubblico. solo nel caso che uno dei genitori abbia espresso la volontà di legittimare in un testamento. se i genitori non abbiano mai espresso una volontà in contrasto con quella di legittimare.
Dopo la morte del genitore, la domanda di legittimazione di un figlio naturale riconosciuto può essere fatta da uno degli ascendenti legittimi del genitore medesimo, quando: il genitore, prima di morire, non abbia comunque espresso una volontà in contrasto con quella di legittimare. solo se il genitore premorto abbia manifestato la volontà di legittimare in atto pubblico. solo se il genitore premorto abbia manifestato la volontà di legittimare nel testamento. solo se il genitore abbia manifestato la volontà di legittimare in un testamento od in un atto pubblico.
Il tribunale ha autorizzato il matrimonio per procura tra Tizio e Tizia, che hanno un figlio naturale riconosciuto di nome Tizietto. Il mandante Tizio muore prima che venga celebrato il matrimonio; concorrendo le altre condizioni per la legittimazione per susseguente matrimonio, può essere domandata sulla base della suddetta procura la legittimazione di Tizietto? No, tranne che Tizietto sia minorenne. Sì. No. Sì, purché non vi siano altri figli legittimi del defunto.
Tizio conferisce a Sempronio procura a contrarre matrimonio con Caia dalla quale ha avuto un figlio non ancora riconosciuto. Tizio muore qualche giorno prima della celebrazione del matrimonio per procura e Caia chiede al giudice il provvedimento di legittimazione del figlio: la legittimazione può essere pronunziata in ogni caso. la legittimazione può essere pronunziata nel caso in cui dalla procura risulti almeno la volontà di riconoscere. la legittimazione può essere pronunziata solo ed esclusivamente se dalla procura risulti la volontà di legittimare. la legittimazione non può essere mai pronunciata.
Il provvedimento che delibera sulla domanda di legittimazione del figlio viene pronunciato: dal tribunale in camera di consiglio. dalla Corte d'appello. dal presidente del tribunale al quale viene rivolta la domanda introduttiva. dal pubblico ministero.
La domanda di legittimazione del figlio deve essere proposta al presidente del tribunale nella cui circoscrizione: il figlio legittimando ha il domicilio, ove lo stesso sia maggiorenne. il figlio legittimando ha la residenza. il richiedente ha la residenza. il richiedente ha il domicilio.
La legittimazione del figlio per provvedimento del giudice impedisce l'azione ordinaria per la contestazione dello stato di figlio legittimato? No, nei casi espressamente previsti dalla legge. Sì, sempre. Sì, previa delibazione sull'ammissibilità dell'azione da parte del giudice tutelare. Sì, ma solo se il legittimato sia maggiorenne.
La legittimazione del figlio per provvedimento del giudice che intervenga dopo la morte del genitore produce i suoi effetti: dalla data della nascita del figlio legittimato. dalla data della morte, purché la domanda di legittimazione non sia stata presentata dopo un anno da tale data. dalla data in cui il provvedimento di legittimazione diventi irrevocabile. dalla data del provvedimento.
La legittimazione del figlio per provvedimento del giudice produce i suoi effetti a far tempo: dalla nascita del figlio legittimato. dal terzo mese successivo alla data in cui il provvedimento del giudice diventa inappellabile. dalla data del provvedimento del giudice. dalla data della domanda proposta dal genitore.
Secondo le norme del codice civile, i figli nati fuori dal matrimonio possono essere adottati dai loro genitori? Sì, nel solo caso che il coniuge di colui che intenda adottare il figlio nato fuori del matrimonio presti il suo assenso. Sì, in ogni caso. No. Sì, se l'adottando è minorenne.
Secondo le previsioni del codice civile, nessuno può essere adottato da più di una persona: salvo che su domanda dell'adottando, ove maggiorenne. salvo che si tratti dei genitori naturali coniugati, ma non tra loro. salvo che, per l'interesse dell'adottando, ove minore, il pubblico ministero non presti il suo consenso. salvo che gli adottanti siano marito e moglie.
A norma del codice civile, il tutore può adottare la persona della quale ha avuto la tutela? Sì, comunque. No. No, se la tutela riguardi un interdetto. Sì, dopo che il conto dell'amministrazione sia stato approvato, sia stata eseguita la consegna dei beni e siano state estinte le obbligazioni risultanti a suo carico o sia stata data idonea garanzia per il loro adempimento.
Secondo le previsioni del codice civile, per l'adozione si richiede l'assenso: solo dell'adottante, dell'adottando e dei rispettivi coniugi, ove coniugati e non separati. solo dell'adottante e dell'adottando. dei genitori dell'adottando, nonché quello del coniuge dell'adottante e dell'adottando, se coniugati e non legalmente separati. solo dell'adottante, dell'adottando e dei genitori di quest'ultimo.
Secondo le previsioni del codice civile, nel caso che i genitori esercenti la potestà sull'adottando non prestino il loro assenso all'adozione, può il tribunale pronunciare ugualmente l'adozione, quando il rifiuto appaia ingiustificato o contrario all'interesse dell'adottando? Sì. No. Sì, ove tutti gli altri soggetti tenuti a prestare il consenso, compreso il pubblico ministero, lo prestino. Sì, ma nel solo caso che l'adottando, che abbia compiuto i sedici anni, concordi con l'adozione.
A norma del codice civile, ove il coniuge convivente dell'adottando rifiuti il proprio assenso all'adozione, il tribunale può ugualmente pronunciare l'adozione, nel caso che il rifiuto appaia ingiustificato o contrario all'interesse dell'adottando? No. Sì. Sì, nel caso che l'adottando sia minorenne ed i genitori esercenti la potestà prestino il loro assenso. Sì, ma nel solo caso che tutti gli altri soggetti tenuti a prestare il loro assenso, compreso il pubblico ministero, lo prestino.
A norma del codice civile, ove l'adottante muoia dopo aver prestato il consenso all'adozione, ma prima del provvedimento del tribunale che la pronunci, gli effetti dell'adozione decorrono: dalla data del provvedimento di adozione. dal giorno in cui il provvedimento di adozione diviene inoppugnabile. dal momento della morte dell'adottante. dal giorno del deposito in cancelleria del provvedimento di adozione.
A norma del codice civile, l'adottato che sia figlio legittimo di terze persone assume il cognome dell'adottante? Sì, in luogo del proprio. No. No, ove l'adottante non lo richieda. Sì, anteponendolo al proprio.
A norma del codice civile, l'adozione induce rapporti civili tra adottato e parenti dell'adottante? Sì, in ogni caso. Sì, salvo le eccezioni di legge. No, salve le eccezioni di legge. No, in nessun caso.
Secondo le previsioni del codice civile, l'adozione attribuisce diritti di successione all'adottante nei confronti dell'adottato? Sì, ove l'adottato non abbia successori legittimi. Sì, ove l'adottato, al momento della morte, sia minorenne. No. Sì, in ogni caso.
È revocabile l'adozione? No, se il figlio adottato è minorenne. No, se sono trascorsi due anni dalla data del provvedimento di adozione. Sì, nei casi previsti dalla legge. No.
Tizio, dopo aver adottato Caio, viene da questi ucciso. In tale ipotesi la revoca dell'adozione per indegnità dell'adottato può essere richiesta: dai parenti, dell'adottante, entro il quarto grado e dagli affini entro il secondo grado. da coloro ai quali si devolverebbe l'eredità in mancanza dell'adottato e dei suoi discendenti. da chiunque vi abbia interesse. dal solo pubblico ministero.
A norma del codice civile, l'adottato può chiedere la revoca dell'adozione per indegnità dell'adottante quando, tra l'altro, questi abbia attentato alla vita: del solo adottato. dell'adottato o del coniuge, o dei discendenti o degli ascendenti del medesimo. dei soli adottato o suo coniuge. dell'adottato o del suo coniuge o dei suoi discendenti, con esclusione degli ascendenti.
A norma del codice civile, in caso di revoca, gli effetti dell'adozione cessano a far tempo: dalla data della sentenza di revoca. dal passaggio in giudicato della sentenza di revoca. dalla data del deposito della sentenza di revoca. dal giorno in cui è stata pronunciata l'adozione.
Tizio intende conferire al fratello Sempronio una procura a compiere determinate categorie di atti, tra le quali le manifestazioni di assenso ad adozioni, sia come coniuge che come genitore di adottandi. È possibile? Sì, ma la procura così come richiesta da Tizio può essere conferita solo per manifestare l'assenso ad adozione come genitore, ma non come coniuge di adottando. No, perché l'assenso all'adozione, sia come genitore che come coniuge di adottando, è un atto personalissimo e non può essere prestato per mezzo di procuratore, nemmeno speciale. No, perché la procura a manifestare l'assenso ad adozione sia come coniuge che come genitore di adottandi può essere solo speciale. Sì.
I genitori dell'adottando possono conferire procura speciale per prestare l'assenso all'adozione? Sì, ma solo per atto pubblico o per scrittura privata autenticata. Sì, ma solo per atto pubblico. No, mai. No, se non vi è una preventiva autorizzazione del tribunale.
A norma del codice civile, la sentenza del tribunale che provvede sull'adozione può essere impugnata: solo dall'adottante e dall'adottando. dall'adottante, dal pubblico ministero, dall'adottando e dai genitori di quest'ultimo, ove minorenne. dall'adottante, dall'adottando, dai rispettivi coniugi e dal pubblico ministero. dall'adottante, dall'adottando e dal pubblico ministero.
A norma del codice civile, la sentenza che pronuncia l'adozione, al pari della sentenza di revoca della stessa, è soggetta alle seguenti forme di pubblicità: trascrizione sull'apposito registro istituito presso il tribunale, annotazione a margine dell'atto di nascita dell'adottato, oltre eventuale pubblicazione ordinata dal giudice. solo l'annotazione a margine dell'atto di nascita dell'adottato e l'eventuale pubblicazione ordinata dal giudice. sola trascrizione sull'apposito registro operata dal cancelliere. sola annotazione a margine dell'atto di nascita dell'adottato.
Il figlio è tenuto a contribuire al mantenimento della propria famiglia in proporzione alle proprie sostanze ed al proprio reddito? No. Sì, limitatamente ai propri genitori e, quindi, con esclusione di ogni altro familiare convivente. Sì, finché convive con la stessa. Sì, sempre.
Nel caso di contrasto tra i genitori nell'esercizio della potestà sui figli minori relativo a questioni di particolare importanza: prevale in ogni caso la volontà paterna. ciascun genitore può ricorrere, senza formalità, al giudice. i genitori possono rivolgersi al giudice senza formalità ma solo congiuntamente. ciascun genitore può ricorrere al giudice ma solo se sussiste un incombente pericolo di un grave pregiudizio per il figlio.
Tizio, genitore del minore Tizietto, e marito di Caia, genitrice, con la quale convive, è da tre mesi nelle mani dei sequestratori. A chi spetta la potestà su Tizietto? Congiuntamente ai genitori fino a quando il minore avrà compiuto il sedicesimo anno di età, momento dal quale egli potrà dare il proprio assenso in ratifica agli atti compiuti anche da uno solo di essi. In modo esclusivo a Caia fino a quando cesserà l'impedimento del marito. Al padre nel caso di impedimento della madre, ma non viceversa; pertanto Caia dovrà fare accertare giudizialmente la sussistenza dell'impedimento del marito all'esercizio della potestà ottenendo l'affidamento temporaneo del minore. Congiuntamente ai genitori fino a quando non venga attribuito in via esclusiva a Caia dal tribunale per i minorenni competente con apposito provvedimento.
L'esercizio della potestà sul figlio minore riconosciuto da entrambi i genitori spetta: ad entrambi i genitori, anche se non conviventi. al genitore prescelto dal giudice. ad entrambi i genitori, se conviventi. al solo padre, anche se non convivente con il minore.
Tizio ha riconosciuto come proprio figlio naturale Tizietto immediatamente dopo la sua nascita. La madre Caia ha invece proceduto al riconoscimento successivamente. Tizio e Caia hanno deciso di vivere separatamente e di affidare stabilmente il minore ai nonni materni con i quali convive. A chi spetta l'esercizio della potestà in assenza di qualunque provvedimento giudiziale in merito? A Tizio e a Caia congiuntamente perché l'esercizio esclusivo della potestà in capo a uno dei genitori spetta solo in caso di lontananza, incapacità o altro impedimento. A Tizio perché è il primo genitore ad avere fatto il riconoscimento. Ai nonni materni perché l'esercizio della potestà spetta alle persone con le quali il minore convive. A Caia perché vivendo il minore con i nonni materni la stessa provvede, anche se indirettamente con il patrimonio della sua famiglia d'origine, al mantenimento del minore medesimo.
Il figlio può abbandonare la casa dei genitori o del genitore che esercita su di lui la potestà? Sì, in ogni caso. No. Sì, se ha compiuto i sedici anni. No, se non autorizzato dal pubblico ministero.
Tizio e Tizia intendono accettare un'eredità devolutasi in favore del loro figlio minore Tizietto. Affinché la dichiarazione di accettazione sia valida occorrerà l'intervento: di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione. indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare. del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare.
Tizio e Tizia intendono rinunziare ad un legato disposto per testamento in favore del loro figlio minore Tizietto. Affinché la dichiarazione di rinunzia sia valida occorrerà l'intervento: indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare. del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare. di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione. di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare.
Tizio e Tizia intendono contrarre un mutuo in nome e conto del loro figlio minore Tizietto. Affinché l'atto sia validamente stipulato occorrerà l'intervento: del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare. indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione.
Tizio e Tizia intendono stipulare un contratto di divisione relativamente ai fondi Tuscolano e Corneliano dei quali il loro figlio minore Tizietto e il cugino Mevio maggiorenne sono comproprietari per averli ricevuti in donazione. Affinché l'atto sia validamente stipulato occorrerà l'intervento: di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione. del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare. di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare. indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare.
Tizio e Tizia intendono transigere una lite relativa a una donazione immobiliare fatta da Caio al loro figlio minore Tizietto. Affinché l'atto sia validamente stipulato occorrerà l'intervento: indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione. del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare. di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare.
Tizio e Tizia intendono comprare in nome e nell'interesse del loro figlio minore Tizietto il fondo Dattilo utilizzando denaro pervenuto al minore per donazione. Affinché l'atto sia validamente stipulato occorrerà l'intervento: di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione. del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare. indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare.
Secondo il codice civile, gli atti di ordinaria amministrazione relativi a beni di proprietà dei minori soggetti a potestà: devono essere compiuti congiuntamente da entrambi i genitori, esclusi i contratti con i quali si acquistano diritti personali di godimento. possono essere compiuti disgiuntamente da ciascun genitore, esclusi i contratti con i quali si concedono o si acquistano diritti personali di godimento. devono essere compiuti congiuntamente da entrambi i genitori, esclusi i contratti con i quali si concedono diritti personali di godimento. devono, in ogni caso, essere compiuti congiuntamente da entrambi i genitori.
Tizio e Tizia intendono compromettere in arbitri un giudizio relativo a una donazione immobiliare fatta da Caio al loro figlio minore Tizietto. Affinché detto compromesso in arbitri sia validamente concluso, è necessario l'intervento: indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione. di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare. del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare.
Tizio e Tizia intendono ipotecare il fondo Eolo che il loro figlio minore Tizietto di anni tredici ha ricevuto in donazione. Affinché l'atto sia validamente stipulato occorrerà l'intervento: di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare. del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare. indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione.
L'esercizio d'impresa commerciale da parte del minore in potestà dei genitori può riguardare: la continuazione d'impresa commerciale che risulta saldamente attiva. la continuazione d'impresa commerciale. l'inizio d'impresa commerciale in presenza di fideiussione bancaria. l'inizio d'impresa commerciale, purché sia nominato un institore.
Tizio e Tizia intendono rinunziare ad un'eredità devolutasi in favore del loro figlio minore Tizietto. Affinché la dichiarazione di rinunzia sia valida occorrerà l'intervento: del solo padre debitamente autorizzato dal giudice tutelare. indifferentemente del padre o della madre, purché debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori debitamente autorizzati dal giudice tutelare. di entrambi i genitori senza necessità di alcuna autorizzazione.
In tutti i casi in cui i genitori esercenti la potestà su un figlio minore non possono o non vogliono compiere uno o più atti di interesse di quest'ultimo, eccedenti l'ordinaria amministrazione, il giudice può nominare, autorizzandolo al compimento dell'atto, un curatore speciale, su richiesta: esclusiva del minore o del pubblico ministero. del solo pubblico ministero. del minore, del pubblico ministero o di uno dei parenti che vi abbia interesse. esclusiva del minore o di uno dei parenti che vi abbia interesse.
Ove venga compiuto un atto eccedente l'ordinaria amministrazione nell'interesse di un minore sottoposto alla potestà dei genitori, senza la prescritta autorizzazione, lo stesso atto: è annullabile su istanza dei genitori esercenti la potestà, o del figlio o dei suoi eredi o aventi causa. è annullabile su istanza del solo minore e del pubblico ministero. è nullo di per sé. è annullabile su istanza del pubblico ministero.
Può il genitore esercente la potestà sul figlio minore rendersi acquirente, per interposta persona, di diritti del minore a titolo di compravendita? Sì, ma solo se si tratta di diritti su beni mobili. Sì, ma solo all'asta pubblica. No. Sì.
Può il genitore esercente la potestà sul figlio minore rendersi acquirente, per interposta persona, di beni del minore a titolo gratuito? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. Sì, ma solo se si tratta di donazione modale.
I genitori possono rendersi acquirenti di beni e diritti del figlio minore sul quale esercitano la potestà? Sì, in caso di necessità e urgenza. No, è escluso. Sì, purché si provveda mediante interposta persona. Sì, purché vi sia perizia giurata di stima del loro valore.
Tizio intende acquistare uno degli appartamenti del proprio figlio minore Tizietto sul quale esercita la potestà. È possibile? No. Sì, se il minore non è assistito dalla madre. Sì, in presenza dell'autorizzazione del giudice. Sì, ove il minore sia autorizzato alla vendita ed a tal fine sia stato nominato un curatore speciale.
Tizio e Caia, esercenti la potestà sul figlio minore Tizietto, possono rendersi cessionari a titolo oneroso di un credito vantato dal predetto Tizietto nei confronti di Mevio? Sì, previa autorizzazione del giudice tutelare. Sì, senza alcuna autorizzazione. No. Sì, purché Tizietto sia rappresentato da un curatore speciale.
Tizio e Caia, esercenti la potestà sul figlio minore Tizietto, possono cedere a Sempronio il credito vantato da essi nei confronti del predetto Tizietto? No. Sì. Sì, previa autorizzazione del giudice tutelare. Sì, purché Tizietto sia rappresentato da un curatore speciale.
Calpurnio, procuratore generale di Tizio esercente la potestà sul figlio minore Tizietto, intende acquistare in nome e conto di Tizio un appartamento di proprietà del predetto Tizietto. È consentito? Sì, se il potere gli è stato specificamente conferito nella procura. No, se il minore non è assistito da un curatore speciale. Sì, con le prescritte autorizzazioni giudiziali. No.
Può il genitore esercente la potestà sul figlio diventare cessionario di crediti verso il minore? No. Sì, ma solo all'asta pubblica. Sì, ma solo per interposta persona. Sì.
Il minore Filano, figlio legittimo di Tizio e Caia, è stato nominato erede dal fratello di Tizio. Apertasi la successione, Caia, per ragioni riconducibili alla vita dissoluta condotta dal defunto, è contraria all'accettazione, mentre il padre è di opposta opinione. Accettata dal padre l'eredità nell'interesse del minore, a chi spetta l'usufrutto legale dei beni ereditari? Solo al padre, salvo che quest'ultimo disponga con atto pubblico che l'usufrutto legale spetti anche alla madre del minore. Solo al padre. Ad un curatore speciale all'uopo nominato. Ad entrambi i genitori.
Il minore Filano, figlio legittimo di Tizio e Caia, è stato nominato erede dal fratello di Tizio. Apertasi la successione, Caia, per ragioni riconducibili alla vita dissoluta condotta dal defunto, è contraria all'accettazione, mentre il padre è di opposta opinione. Accettata dal padre l'eredità nell'interesse del minore, perché solo a lui spetta l'usufrutto legale dei beni ereditari? Perché è stato il solo genitore favorevole all'accettazione. Perché il padre, essendo fratello del defunto, in mancanza del testamento sarebbe stato erede legittimo. Perché l'usufrutto legale dei beni ereditari spetta al padre e, solo in mancanza di lui, alla madre. Perché, avendo la madre espresso una volontà in contrasto con gli interessi patrimoniali del minore, è decaduta di diritto dalla potestà e, di conseguenza, non ha più l'usufrutto legale.
Sono soggetti all'usufrutto legale dei genitori esercenti la potestà i beni acquistati dal minore con i proventi del proprio lavoro? Sì, in ogni caso. No, salvo che vi sia il consenso del figlio. No. Sì, solo se lo esige l'interesse della famiglia.
Sono soggetti all'usufrutto legale dei genitori esercenti la potestà i beni acquistati dal minore a titolo oneroso in piena proprietà? Sì, salvo quelli acquistati dal figlio con i proventi del proprio lavoro. Sì, tutti. No, salvo che lo esiga l'interesse della famiglia. No, salvo quelli acquistati dal figlio per intraprendere una carriera, un'arte o una professione.
Sono soggetti all'usufrutto legale dei genitori esercenti la potestà i beni donati in piena proprietà al figlio minore per intraprendere una carriera? Sì, in ogni caso. No. Sì, solo se si tratti di beni immobili. Sì, solo se vi sono altri figli minori i cui bisogni occorre soddisfare.
Mevia, madre di Tizietto, istituisce quest'ultimo erede nella sola quota di legittima, disponendo che il proprio marito Sempronio, esercente la potestà su Tizietto, non abbia l'usufrutto legale su quanto lasciato da essa a Tizietto. Ha efficacia la disposizione che Sempronio non abbia l'usufrutto legale sui beni spettanti a Tizietto a titolo di legittima? No. Sì, solo se Sempronio ha l'usufrutto legale su altri beni di Tizietto. Sì. Sì, solo se vi sono altri figli minori.
Tizietto, minore, è donatario di un immobile in Roma. La donazione è stata debitamente accettata dal padre Tizio contro la volontà della madre Mevia. A chi spetta l'usufrutto legale su tale bene? A Mevia a cui il giudice è tenuto ad attribuirlo per evitare il potenziale conflitto di interesse con Tizio. A Tizio. A quello dei genitori a cui il giudice lo ha attribuito tenuto conto delle circostanze. A Tizio e Mevia.
Tizio, padre del minore Caietto, il quale ultimo ha ereditato il fondo Tuscolano, intende contrarre un mutuo ipotecario per l'acquisto di un immobile da destinare a futuro studio professionale del suddetto Caietto. La banca pretende che la garanzia ipotecaria venga prestata sul predetto fondo in proprio da Tizio, esercente in via esclusiva la potestà. È possibile accogliere la richiesta della banca? Sì, perché il padre può concedere ipoteca in proprio sull'usufrutto legale se il valore della nuda proprietà è insufficiente. Sì, perché il padre può concedere ipoteca in proprio sull'usufrutto legale. No, perché il padre non può concedere ipoteca in proprio in quanto il bene è di proprietà del figlio e l'usufrutto legale non può essere oggetto di ipoteca. Sì, ma solo sulla nuda proprietà.
Sull'usufrutto legale dei beni del figlio spettante in comune ai genitori esercenti la potestà: gravano gli obblighi propri dell'usufruttuario, esclusi quelli di inventario e garanzia. spettano al figlio gli interessi legali sui frutti goduti dagli usufruttuari. gravano gli obblighi propri del mandatario. gravano gli obblighi propri dell'usufruttuario.
Tizietto di anni sedici è figlio riconosciuto di Tizio con il quale convive e di Caia che non lo ha riconosciuto. Può, Tizio, alienare l'usufrutto legale sui beni di Tizietto? No. Sì, senza alcuna autorizzazione. Sì, ma solo col consenso di Caia. Sì, a condizione che abbia il consenso di Caia e di Tizietto autorizzato dal giudice tutelare.
Tizio è creditore di Caio, il quale è titolare esclusivo dell'usufrutto legale di un appartamento di proprietà del figlio minore Caietto. Tizio intende iniziare un'azione esecutiva per recuperare il credito derivante da un atto compiuto da Caio per scopi estranei ai bisogni della famiglia, fatto di cui Tizio è a conoscenza. Il creditore in questo caso: non può espropriare l'usufrutto legale; egli può tuttavia agire sui frutti del bene di Caietto perché era a conoscenza che il debito era stato contratto per scopi estranei ai bisogni della famiglia. non può espropriare l'usufrutto legale; egli può tuttavia agire sui frutti del bene di Caietto essendo irrilevante che conosca che il debito era stato contratto per scopi estranei ai bisogni della famiglia. può espropriare l'usufrutto legale e pertanto non è necessario che agisca sui frutti del bene di Caietto. non può espropriare l'usufrutto legale; non può agire, inoltre, sui frutti del bene di Caietto perché era a conoscenza che il debito era stato contratto per scopi estranei ai bisogni della famiglia.
Può Tizio, titolare esclusivo dell'usufrutto legale sui beni del figlio Tizietto, donare alla propria futura sposa Caia, in riguardo del loro prossimo matrimonio, la metà indivisa di tale usufrutto? Sì, ma gli effetti si produrranno solo a matrimonio avvenuto. No, in nessun caso. Sì, ove vi sia la contestuale accettazione di Caia. Sì, a condizione che il contratto sia stipulato dopo il matrimonio.
A Tizio, separato legalmente dalla moglie Caia, è stato affidato dal giudice, che ha pronunziato la separazione, il figlio minore Tizietto; il giudice nulla ha disposto sull'esercizio della potestà. A chi spetta l'usufrutto legale sui beni di Tizietto? A Tizio con l'obbligo di accantonare in favore del figlio quanto risulti eccedente rispetto alle spese per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione di quest'ultimo. A Tizio e Caia congiuntamente. A Tizio e Caia con diritto di accrescimento tra loro. A Tizio.
Il giudice tutelare, appena avuta notizia del fatto da cui deriva l'apertura della tutela di un minore, procede alla nomina: del tutore provvisorio che rimarrà in carica fino a quando il giudice tutelare, esperiti gli opportuni accertamenti, procederà alla nomina del tutore e del protutore. del tutore e del protutore. del solo tutore il quale, dopo aver assunto l'ufficio e prestato giuramento, provvederà ad indicare al giudice tutelare la persona idonea a ricoprire l'ufficio di protutore. del curatore speciale che rimarrà in carica fino a quando il giudice tutelare, esperiti gli opportuni accertamenti, procederà alla nomina del tutore e del protutore.
Se entrambi i genitori muoiono lasciando più figli minori e si apre la tutela: è nominato un solo tutore a tutti i minori non essendo in nessun caso possibile nominare più tutori. è nominato un tutore per ciascun minore. è nominato un solo tutore a tutti i minori, salvo che particolari circostanze consiglino la nomina di più tutori. è nominato un solo tutore a tutti i minori, ma devono essere nominati più protutori, uno per ciascun minore.
Il genitore esercente la potestà sul minore può designare il tutore del figlio per testamento? La designazione del tutore può essere fatta solo per atto tra vivi, ma non per testamento. Non è possibile designare quale tutore del proprio figlio l'amico Caio in quanto il tutore designato per testamento può essere solo un parente o affine del minore. Non è possibile per il genitore designare il tutore del proprio figlio, in quanto la scelta spetta esclusivamente al giudice tutelare. Sì.
Tizio, vedovo, esercente in via esclusiva la potestà sul figlio minore legittimo Tizietto, può designare la persona che dovrà essere nominata tutore del minore in caso di sua morte con scrittura privata autenticata? No, perché la designazione può essere fatta con atto pubblico o con testamento, ma non con scrittura privata ancorché autenticata. Sì, ma solo se la scrittura privata autenticata ha i requisiti formali del testamento olografo. Sì. No, perché la designazione può essere fatta solo con atto pubblico, previa autorizzazione del giudice tutelare.
Prima della prestazione del giuramento, il tutore dell'incapace o altro rappresentante può compiere atti in nome e per conto di quest'ultimo? No, possono essere compiuti i soli atti urgenti da parte del protutore, se nominato, e previa autorizzazione del giudice competente. Sì, ma può compiere solo atti urgenti previa autorizzazione del giudice competente e prestazione della cauzione fissata da quest'ultimo. No, non può compiere nessun atto. Sì, ma può compiere solo atti urgenti previa autorizzazione del giudice competente.
Il fallito che sia stato cancellato dal registro dei falliti può essere nominato tutore? Sì. No, mai. Sì, nel solo caso che sia stato designato dal genitore esercente per ultimo la potestà sul minore. Sì, ma solo dopo che siano decorsi cinque anni dalla cancellazione.
Il fallito che non è stato cancellato dal registro dei falliti può essere nominato tutore? Sì, ove sia stato designato dal genitore che abbia esercitato per ultimo la potestà. No. Sì, sempre. No, se non siano decorsi cinque anni dal fallimento.
Il Presidente del Consiglio dei ministri può essere nominato tutore? No, mai. Sì, ma nel solo caso che sia l'unico parente del minore. Sì, se fa noto al giudice tutelare che non intende avvalersi della dispensa. Sì, se parente entro il secondo grado del minore, non avendo efficacia, in tali limiti, la dispensa legale.
Colui che già sia tutore di altro minore può avanzare domanda di dispensa da una nuova tutela? Sì, sempre. No, mai. Sì, ma solo nel caso che sia già tutore di almeno due minori. No, se parente del minore della cui tutela si tratti.
La domanda di dispensa dall'ufficio di tutore, nei casi consentiti dalla legge, a chi deve essere presentata? Alla corte d'appello. Al giudice tutelare. Al tribunale per i minorenni. Al pubblico ministero.
La domanda di dispensa dall'assumere o dal continuare l'esercizio della tutela, che può essere presentata per le cause previste dalla legge, ha efficacia: solo dopo che sia stata accettata dal giudice tutelare, che adotta i provvedimenti provvisori. solo dopo che la tutela è stata conferita ad altra persona. immediata, purché vi sia il protutore. solo dopo che sia nominato dal giudice tutelare un curatore speciale.
La tutela dei minori può essere deferita dal giudice tutelare ad un ente di assistenza nel comune dove il minore ha domicilio? Sì, ma solo se il minore non ha nel luogo del suo domicilio parenti conosciuti o capaci di esercitare l'ufficio di tutore. Sì, anche in presenza di parenti del minore residenti nel luogo di domicilio del minore stesso e capaci di esercitare l'ufficio di tutore. No, salvo che si tratti dell'ospizio ove il minore è ricoverato. No, in nessun caso.
Tizio vuole donare al minore Caietto il fondo Tuscolano ma, non avendo alcuna fiducia nei genitori esercenti la potestà sul minore, intende affidare all'amico Mevio l'amministrazione del bene donato ed escludere il bene stesso dall'usufrutto legale. Può farlo? Non può né escludere i genitori dall'usufrutto legale del fondo Tuscolano, né affidare l'amministrazione del bene donato a persona diversa dai genitori stessi. Può donare a Caietto il fondo Tuscolano con la condizione che i genitori non ne abbiano l'usufrutto legale e nominare Mevio curatore speciale del minore per l'amministrazione del bene donato. Può nominare Mevio curatore speciale del minore per l'amministrazione del bene donato, ma non vi è alcun modo per escludere i genitori dall'usufrutto legale. Può donare a Caietto il fondo Tuscolano con la condizione che i genitori non ne abbiano l'usufrutto legale, ma non può affidare l'amministrazione del bene donato a persona diversa dai genitori.
Il tutore rappresenta il minore in tutti gli atti civili? Sì. Sì, ma solo nel caso che sia, per ogni singolo atto, espressamente e di volta in volta autorizzato dal giudice. Sì, solo se espressamente previsto nell'atto di nomina a tutore. No.
Nel caso che il minore sottoposto a tutela si allontani dalla casa o dall'istituto al quale è stato destinato, può il tutore rivolgersi al giudice, se necessario, per richiamarvelo? Sì, al giudice di pace. Sì, al giudice tutelare. No. Sì, alla corte d'appello.
Nell'ambito della tutela dei minori, chi rappresenta il minore nei casi in cui l'interesse di questo è in opposizione con l'interesse del tutore? Un curatore speciale nominato dal giudice tutelare. Un curatore speciale nominato dalla corte d'appello. Il protutore. Il giudice tutelare.
Nell'ambito della tutela dei minori, chi rappresenta il minore nel caso in cui sia il tutore che il protutore si trovino in opposizione di interessi con il minore stesso? Un curatore speciale nominato dal giudice tutelare. Un curatore speciale nominato dalla corte d'appello. Il giudice tutelare. Il parente più prossimo del minore.
Prima che il tutore o il protutore abbia assunto le proprie funzioni, spetta al giudice tutelare: curare che dette funzioni vengano interinalmente svolte da un parente o da un affine del minore, da lui designato. emanare provvedimenti interinali solo in ordine ai rapporti patrimoniali. svolgere, eventualmente avvalendosi dei servizi sociali, dette funzioni. di dare, sia d'ufficio che su richiesta del pubblico ministero, di un parente o di un affine del minore, i provvedimenti urgenti che possono occorrere per la cura del minore o per conservare e amministrare il patrimonio.
Il tutore, avuto notizia della nomina, deve procedere all'inventario dei beni del minore? Sì, ma nel solo caso che il minore sia proprietario di beni immobili. No. Sì. Sì, ma solo se glielo richieda il giudice tutelare.
L'inventario dei beni del minore, che deve essere redatto al momento dell'apertura della tutela, deve essere fatto con il ministero: del tutore e del protutore e, se possibile, del minore. del segretario comunale. del cancelliere del tribunale o del notaio delegato dal giudice tutelare. di un consulente nominato dal giudice tutelare e scelto tra i commercialisti iscritti nell'albo dei periti.
L'inventario dei beni del minore che viene redatto al momento dell'apertura della tutela deve ricomprendere anche i beni del minore la cui amministrazione sia stata deferita ad un curatore speciale? Sì, nel solo caso che il giudice tutelare dia espressa disposizione in tal senso. No. No, se trattasi di azienda. Sì.
Il tutore che ha debiti, crediti o altre ragioni verso il minore, deve esattamente dichiararli: o prima della chiusura dell'inventario se questo è ad opera del cancelliere o del notaio, che hanno l'obbligo d'interpellarlo in proposito; o all'atto del suo deposito, previo interpello del giudice tutelare, se l'inventario è eseguito senza opera di cancelliere o notaio. in qualunque momento dell'esercizio della tutela. prima di assumere l'ufficio di tutore, mediante la prestazione del giuramento. dieci giorni prima della nomina a tutore.
Chi, sapendo di essere debitore di un minore del quale è stato nominato tutore, non ha dichiarato fedelmente il proprio debito: decade dal termine di adempimento se esiste ed è comunque tenuto al risarcimento dei danni. può in qualunque momento rendere la dichiarazione di debito, senza conseguenze e ciò sino al rendimento del conto finale. perde la cauzione prestata e deve depositarne una ulteriore, nella misura disposta dal giudice tutelare. può essere rimosso dalla tutela.
Chi, conoscendo il suo credito nei confronti del minore di cui è stato nominato tutore, non lo abbia dichiarato, sebbene espressamente interpellato: può esercitare immediatamente il suo diritto, ma è nel contempo sostituito dal protutore. decade da ogni suo diritto. non può esercitare detto diritto sino a quando non cessa la tutela. è rimosso dalla tutela.
Insieme al denaro ed ai titoli di credito al portatore, il tutore deve depositare presso l'istituto di credito designato dal giudice tutelare anche gli oggetti preziosi esistenti nel patrimonio del minore? Sì. No. Sì, ma solo se superano il valore di sette euro. No, se il tutore presta idonea garanzia.
Prima che sia compiuto l'inventario dei beni del minore soggetto a tutela, l'amministrazione del tutore deve limitarsi: agli affari che non ammettono dilazione. agli atti urgenti riguardanti esclusivamente beni mobili. agli atti urgenti riguardanti esclusivamente beni immobili. alla percezione dei frutti.
In pendenza della deliberazione del giudice competente ad autorizzare la continuazione dell'esercizio dell'impresa da parte del minore soggetto a tutela, può essere consentito il suo esercizio provvisorio da parte: della corte d'appello. del giudice tutelare. del tribunale per i minorenni. del giudice di pace.
Il minore Tizietto è chiamato all'eredità dei genitori deceduti, comprendente un'azienda commerciale. Apertasi la tutela, compiuto l'inventario ed accettata l'eredità, il giudice tutelare ha ritenuto evidentemente utile per il minore la continuazione dell'esercizio dell'impresa e Caio, tutore di Tizietto, ha richiesto al tribunale l'autorizzazione alla continuazione. In attesa di questa: il giudice tutelare può consentire l'esercizio provvisorio dell'impresa. la corte d'appello può consentire l'esercizio provvisorio dell'impresa. il presidente del tribunale può consentire l'esercizio provvisorio dell'impresa. l'autorità giudiziaria non può consentire l'esercizio provvisorio dell'impresa.
Quale tra i seguenti investimenti è espressamente previsto dal codice civile per i capitali del minore soggetto a tutela? Depositi fruttiferi presso le casse postali o presso altre casse di risparmio o monti di credito su pegno. Azioni emesse da società italiane quotate alla borsa valori. Beni mobili iscritti in pubblici registri. Fondi comuni di investimento mobiliare.
Quale tra i seguenti investimenti è espressamente previsto dal codice civile per i capitali del minore soggetto a tutela? Beni mobili iscritti in pubblici registri. Azioni emesse da società italiane quotate alla borsa valori. Mutui garantiti da idonea ipoteca sopra beni posti nello Stato. Fondi comuni di investimento mobiliare.
Quale tra i seguenti investimenti è espressamente previsto dal codice civile per i capitali del minore soggetto a tutela? Azioni emesse da società italiane quotate alla borsa valori. Beni mobili iscritti in pubblici registri. Mutui chirografari. Titoli dello Stato o garantiti dallo Stato.
Quale tra i seguenti investimenti è espressamente previsto dal codice civile per i capitali del minore soggetto a tutela? Fondi comuni di investimento mobiliare. Azioni emesse da società italiane quotate alla borsa valori. Beni mobili iscritti in pubblici registri. Beni immobili posti nello Stato.
Salvo che il giudice tutelare non disponga diversamente, il tutore è tenuto a convertire i titoli al portatore esistenti nel patrimonio del minore in titoli nominativi? No, se il tutore presta idonea garanzia. Sì, ma solo nel caso che il valore dei titoli superi i cinquecento euro. No. Sì.
Tizio, tutore del sedicenne Tizietto, intende concedere in locazione per la durata di quattro anni un appartamento in Roma di proprietà del minore. Per concludere il contratto occorre l'autorizzazione giudiziale? Sì, è necessaria l'autorizzazione del giudice tutelare. Sì, è necessaria l'autorizzazione del tribunale per i minorenni. No, non è necessaria alcuna autorizzazione. Sì, è necessaria l'autorizzazione del giudice di pace.
La cancellazione di ipoteche e lo svincolo di pegni su beni del minore soggetto a tutela è autorizzata: dal giudice tutelare. dal tribunale per i minorenni, sentito il protutore. dal giudice tutelare, sentito il protutore. dalla corte d'appello, sentito il protutore.
L'acquisto di una quota di una società a responsabilità limitata da parte di un interdetto sotto tutela quale erede di un socio defunto avviene: per effetto di un atto unilaterale di adesione alla società, previa specifica autorizzazione all'acquisto dello status di socio data dal tribunale ordinario. in nessun caso perché vietato dalla legge. per effetto dell'accettazione dell'eredità debitamente autorizzata, senza necessità di alcuna ulteriore specifica autorizzazione. per effetto di un atto unilaterale di adesione, previa specifica autorizzazione all'acquisto dello status di socio data dalla Corte d'appello.
Il minore Tizietto ed il fratello maggiorenne Caio hanno ricevuto in donazione, in comune e in parti uguali, dallo zio paterno un appartamento e un terreno siti in Roma. Tizio, tutore di Tizietto, d'accordo con Caio intende procedere alla divisione del patrimonio comune. Quale autorizzazione occorre per la stipula del contratto? L'autorizzazione del tribunale senza parere del giudice tutelare. L'autorizzazione del giudice tutelare. L'autorizzazione del tribunale, previo parere del giudice tutelare. L'autorizzazione del pubblico ministero.
La costituzione di pegni e ipoteche sui beni del minore soggetto a tutela è autorizzata: dal tribunale, su parere del giudice tutelare. dal tribunale. dal tribunale per i minorenni. dal giudice tutelare.
Tra Tizio, minore sottoposto a tutela, e Caio è in corso una lite per la regolamentazione dei confini tra le loro limitrofe proprietà. Gli stessi intendono ora comporre la lite con una transazione alla quale deve intervenire in rappresentanza del minore Tizio: il tutore autorizzato dal tribunale senza parere del giudice tutelare. il tutore autorizzato dal giudice tutelare. il tutore autorizzato dal tribunale su parere del giudice tutelare. il pubblico ministero.
Il tribunale, nell'autorizzare il tutore alla vendita di un immobile di proprietà del minore soggetto a tutela,: determina se debba farsi all'incanto o a trattative private, ma non può fissare il prezzo minimo. deve necessariamente disporre che la vendita sia fatta all'incanto. deve necessariamente disporre che la vendita sia fatta a trattative private. determina se debba farsi all'incanto o a trattative private, fissandone in ogni caso il prezzo minimo.
Tizio, tutore del minore Tizietto, ha venduto a Caio un immobile di proprietà del minore senza richiedere l'autorizzazione del tribunale. L'atto è: nullo. annullabile solo su istanza dell'acquirente o dei suoi eredi o aventi causa. valido, ma inopponibile ai creditori del minore. annullabile su istanza del tutore o del minore o dei suoi eredi o aventi causa.
Può il protutore rendersi acquirente, per interposta persona, di beni del minore a seguito di transazione? Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. Sì, ma solo previa autorizzazione del tribunale. No. Sì.
Può il protutore rendersi acquirente, per interposta persona, di beni del minore a titolo di permuta? Sì, ma solo previa autorizzazione della Corte d'appello. Sì. No. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili.
Può il protutore rendersi acquirente, per interposta persona, di beni del minore a titolo di compravendita? Sì, ma solo se il prezzo è predeterminato. No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili.
Può il protutore rendersi acquirente, per interposta persona, di diritti del minore a seguito di transazione? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di diritti su beni mobili. Sì, ma solo previa autorizzazione del tribunale.
Può il tutore rendersi acquirente, per interposta persona, di beni del minore a titolo di compravendita? Sì, ma solo se il prezzo è predeterminato. No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili.
Può il protutore rendersi direttamente acquirente di diritti del minore a titolo di permuta? Sì, ma solo previa autorizzazione della Corte d'appello. No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di diritti su beni mobili.
Può il tutore rendersi acquirente, per interposta persona, di beni del minore a titolo di permuta? Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. No. Sì. Sì, ma solo previa autorizzazione della Corte d'appello.
Può il protutore rendersi direttamente acquirente di diritti del minore a titolo di compravendita? Sì. No. Sì, ma solo se si tratta di diritti su beni mobili. Sì, ma solo se il prezzo è predeterminato.
Può il tutore rendersi direttamente acquirente di diritti del minore a titolo di permuta? Sì, ma solo previa autorizzazione della Corte d'appello. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. No.
Può il tutore rendersi direttamente acquirente di diritti del minore a titolo di compravendita? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di diritti su beni mobili. Sì, ma solo all'asta pubblica.
Può il protutore rendersi direttamente acquirente di beni del minore a titolo di permuta? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. Sì, ma solo previa autorizzazione della Corte d'appello.
Può il protutore rendersi direttamente acquirente di beni del minore a titolo di compravendita? Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. Sì, ma solo se il prezzo è predeterminato. No. Sì.
Può il tutore rendersi direttamente acquirente di beni del minore a seguito di transazione? Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. Sì, ma solo per lite già incominciata e non per prevenire una lite che può sorgere. Sì. No.
Può il tutore rendersi direttamente acquirente dei beni del minore a titolo di compravendita? No. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. Sì. Sì, ma solo se il prezzo è predeterminato.
Può il tutore rendersi direttamente acquirente di beni del minore a titolo di permuta? Sì, purché non vi sia conguaglio. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. No. Sì.
Può il tutore rendersi direttamente acquirente dei beni del minore? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili. Sì, ma solo all'asta pubblica.
Qualora il tutore si sia reso acquirente di beni del minore, il relativo atto: è risolubile. è nullo. è annullabile. è rescindibile.
Può il tutore rendersi acquirente, per interposta persona, di beni del minore a seguito di transazione? No. Sì, ma solo previa autorizzazione della Corte d'appello. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili.
Può il protutore rendersi acquirente, per interposta persona, di diritti del minore a titolo di permuta? Sì, ma solo se si tratta di diritti su beni mobili. Sì. Sì, ma solo previa autorizzazione del tribunale. No.
Può il protutore diventare cessionario di crediti verso il minore? No. Sì, ma solo per interposta persona. Sì. No, salvo che il credito derivi da risarcimento del danno.
A norma del codice civile è consentito al protutore rendersi cessionario dei crediti verso il minore? Sì, se autorizzato dal giudice tutelare. Sì, se autorizzato dalla Corte d'appello. Sì, senza necessità di alcuna autorizzazione. No.
Può il protutore rendersi direttamente acquirente di diritti del minore a seguito di transazione? No. Sì, ma solo se si tratta di diritti su beni mobili. Sì. Sì, ma solo previa autorizzazione della Corte d'appello.
Può il protutore rendersi acquirente, per interposta persona, di diritti del minore a titolo di compravendita? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di diritti su beni mobili. Sì, ma solo se il prezzo è predeterminato.
Il giudice tutelare cui il tutore di un minore rende il conto annuale: può, con l'ausilio di un consulente tecnico, approvarlo, ovvero chiedere chiarimenti e integrazioni al tutore. deve trasmetterlo, con sua relazione, al tribunale dei minorenni. può sottoporre il conto all'esame del protutore e di qualche prossimo parente o affine del minore. può, ove non ritenga di approvare il conto, conferire al protutore l'incarico di redigerlo tenendo conto delle osservazioni di esso giudice.
Il tutore del minore deve: tenere regolare contabilità della sua amministrazione e renderne conto ogni anno al giudice tutelare. fare una relazione annuale sulla sua amministrazione al giudice tutelare. tenere contabilità della sua amministrazione, a meno che non ne sia esonerato dal giudice tutelare. tenere la contabilità della sua amministrazione su apposito registro vidimato dal giudice tutelare e depositato annualmente, per l'approvazione, presso il tribunale dei minorenni.
Il giudice tutelare, tenuto conto della particolare natura ed entità del patrimonio del minore: può affiancare al tutore un curatore speciale. può imporre al tutore di prestare una cauzione, determinandone l'ammontare e le modalità. deve imporre al tutore di prestare le opportune garanzie. può imporre al tutore di prestare fideiussione per un importo non inferiore alla metà del valore del patrimonio.
Il tutore che amministra il patrimonio del minore: risponde verso il minore di ogni danno a lui cagionato violando i propri doveri. è esente da responsabilità solo per danni derivanti dalla soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà. risponde verso il minore solo dei danni a lui cagionati con dolo o colpa grave. risponde verso il minore dei danni cagionati solo per dolo.
Il tutore deve amministrare il patrimonio del minore: con la diligenza massima. rispondendo dei danni solo per dolo. con la diligenza del buon padre di famiglia. rispondendo dei danni solo per dolo e colpa grave.
Il giudice tutelare può provvedere all'esonero del tutore dall'ufficio: solo a seguito di inadempienza e irregolarità del tutore nell'adempimento dei suoi doveri. per sopravvenuta insolvenza del tutore o perché il medesimo è per avere una lite con il minore. qualora l'esercizio di esso sia soverchiamente gravoso e vi sia altra persona atta a sostituirlo. perché rimosso da altra tutela.
Il giudice tutelare può, nei casi di urgenza, rimuovere dall'incarico il tutore, nei casi previsti dalla legge, senza averlo prima sentito o citato? Sì, ma nel solo caso che il tutore abbia abusato dei suoi poteri. Sì. Sì, ma nella sola ipotesi che il tutore sia divenuto immeritevole dell'ufficio per atti anche estranei alla tutela. No.
Alla cessazione delle funzioni, il tutore deve fare la consegna dei beni e presentare il conto finale nel termine: di sei mesi, salvo proroghe. di due mesi, salvo proroghe. fissato dal giudice tutelare. di tre mesi, salvo proroghe.
Il protutore, dopo che il tutore cessato dall'ufficio ha presentato il conto finale, è tenuto ad esaminarlo ed a presentare le sue osservazioni? Sì. Sì, ma solo nel caso che il giudice tutelare, a sua discrezione, lo inviti a tale esame. No, essendo tenuto all'esame il solo minore emancipato ed il nuovo tutore dopo la nomina. No.
Ove il tutore cessi dall'ufficio e presenti il conto finale prima che il minore diventi maggiorenne, le azioni esperibili contro il tutore da parte del minore e relative alla tutela si prescrivono in cinque anni decorrenti: dalla data in cui il minore raggiunga la maggiore età. dalla data in cui il tutore ha comunicato di cessare dalle sue funzioni. dalla data in cui è stato nominato il nuovo tutore in sostituzione di quello cessato dall'incarico. dalla data del provvedimento col quale il giudice tutelare pronunzia sul conto finale.
Il tutore che cessi dalle sue funzioni, presentando il conto finale, prima che si sia verificata la morte del minore, può esperire le azioni relative alla tutela, contro il minore, entro il termine di cinque anni decorrenti: dalla data del provvedimento col quale il giudice tutelare pronunzia sul conto finale. dal giorno in cui ha comunicato la cessazione delle sue funzioni. dalla data della nomina del nuovo tutore. dalla morte del minore.
Dell'apertura e della chiusura delle tutele il cancelliere presso il giudice tutelare deve dare, entro dieci giorni, comunicazione: all'ufficiale dello stato civile. al pubblico ministero. all'ufficiale dello stato civile, al pubblico ministero ed ai parenti entro il quarto grado del minore. al minore, al tutore ed al protutore.
Tizio, di anni sedici, contrae matrimonio con Filana di anni diciotto. In questa ipotesi il minore è emancipato di diritto? Sì. No. Sì, ma solo se il coniuge non può sostenere gli oneri derivanti dal matrimonio. Sì, ma solo se i genitori si erano opposti al matrimonio.
Tizio, diciassettenne, coniugato con Caia, maggiorenne, è soggetto alla potestà dei genitori? Sì, salvo che vi sia disaccordo tra Tizio ed i genitori sull'esercizio della stessa. No. Sì, salvo che i genitori si siano opposti alla celebrazione del matrimonio. Sì, in ogni caso fino al compimento della maggiore età.
Tizio, di anni sedici, contrae matrimonio con Filana di pari età. In questa ipotesi Tizio è emancipato di diritto? Sì, ma a condizione che anche l'altro coniuge sia stato espressamente emancipato dalla Corte d'appello. Sì. No, salvo il solo caso in cui i coniugi abbiano espressamente scelto il regime della separazione dei beni. No.
Tizio, di anni sedici, contrae matrimonio con Filana di anni diciassette. In questa ipotesi Tizio è emancipato di diritto? No. Sì. No, salvo il solo caso in cui i genitori di Filana si erano opposti al matrimonio. Sì, ma solo se i genitori di Tizio si erano opposti al matrimonio.
Tizio, di anni sedici, che ha contratto matrimonio con Filana di anni diciotto, ha la capacità di compiere gli atti che non eccedono l'ordinaria amministrazione? Sì, ma in ogni caso con l'assistenza del curatore. Sì, ma solo se debitamente autorizzato dal giudice tutelare. Sì, senza alcuna assistenza né autorizzazione. Sì, ma con l'assistenza di uno dei genitori.
Tizio, di anni sedici, contrae matrimonio con Filana di anni ventuno. In questa ipotesi Tizio è emancipato di diritto? Sì. No. No, salvo che il giudice che lo ha autorizzato al matrimonio lo abbia espressamente disposto nella relativa ordinanza. Sì, ma solo se l'altro coniuge ne abbia fatto espressa richiesta all'atto del matrimonio.
Curatore del minore sposato con un maggiorenne è: il coniuge. la persona scelta dal minore emancipato. la persona scelta dal giudice tutelare, anche tra i parenti dei coniugi. il padre o la madre del minore emancipato.
Qualora nasca conflitto di interessi tra il minore emancipato e il curatore nel compimento di un atto di straordinaria amministrazione del primo: è sostituito il curatore. l'emancipato previa autorizzazione agisce autonomamente. è nominato un curatore speciale dal giudice tutelare. è nominato un curatore speciale dal tribunale per i minorenni.
Tizia, minore emancipata, proprietaria del fondo Corneliano pervenutole per donazione, intende venderlo con l'assistenza del curatore Sempronio, suo genitore. L'autorizzazione alla vendita dovrà essere rilasciata: dall'autorità giudiziaria. dal curatore Sempronio. dal donante. dal donante, soltanto se la vendita è effettuata entro un anno dalla donazione.
Qualora Tizia, minore emancipata, proprietaria del fondo Corneliano, pervenutole per donazione, intenda venderlo con l'assistenza del marito Sempronio, suo curatore, per il compimento dell'atto: è necessaria l'autorizzazione del donante. è necessaria l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria. non è necessaria alcuna autorizzazione. è necessaria l'autorizzazione dei genitori di Tizia.
Nel caso in cui il curatore dell'emancipato rifiuti il suo consenso al compimento di un atto di straordinaria amministrazione del minore, questi può ricorrere: alla Corte d'appello. al giudice tutelare. al tribunale per i minorenni. al pubblico ministero.
Gli atti compiuti dal curatore del minore emancipato senza l'autorizzazione del giudice, ove prevista, possono essere annullati su istanza: del minore o dei suoi eredi o aventi causa. di chiunque vi abbia interesse. del minore o dei suoi parenti entro il quarto grado. del pubblico ministero.
L'istituto di pubblica assistenza presso cui trovasi ricoverato un minore, nei cui confronti risulta impedito l'esercizio della potestà dei genitori o della tutela è tenuto ad esercitare i poteri tutelari sul medesimo? Sì, ma solo sino alla nomina del tutore o alla sua sostituzione. No, dovendosi sempre procedere alla nomina del tutore o alla sua sostituzione. Sì, occorrendo peraltro che comunque sia nominato un protutore. No, dovendosi provvedere a nominare per gli atti urgenti un curatore speciale.
Coloro che, per abuso abituale di bevande alcoliche, espongono sé o la loro famiglia a gravi pregiudizi economici: possono essere inabilitati. possono essere interdetti. devono essere assistiti da un tutore. devono essere, dal giudice tutelare, affidati ai servizi sociali.
Coloro che, per abuso abituale di stupefacenti, espongono sé o la loro famiglia a gravi pregiudizi economici: possono essere inabilitati. possono essere interdetti. devono essere assistiti da un tutore. devono essere, dal giudice tutelare, affidati ai servizi sociali.
Coloro che, per prodigalità, espongono sé o la loro famiglia a gravi pregiudizi economici: possono essere inabilitati. devono essere, dal giudice tutelare, affidati ai servizi sociali. possono essere interdetti. devono essere assistiti da un tutore.
Il maggiore di età infermo di mente può essere inabilitato quando: sia stata respinta la domanda di interdizione. il suo stato possa determinare pregiudizio per i creditori. il suo stato non è talmente grave da dar luogo all'interdizione. per qualsiasi causa è totalmente incapace ad attendere alle normali occupazioni.
Il minore non emancipato può essere interdetto: necessariamente dopo il compimento della maggiore età e l'interdizione ha effetto retroattivo al giorno del compimento della maggiore età. nell'ultimo anno della sua minore età e l'interdizione ha effetto dal giorno in cui il minore non emancipato raggiunge l'età maggiore. non prima che sia decorso un anno dal compimento della maggiore età e l'interdizione ha effetto immediato. in qualunque momento della sua vita e l'interdizione ha effetto dall'anno precedente il raggiungimento della maggiore età.
Il minore può essere interdetto od inabilitato nell'ultimo anno della sua minore età? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se abbia un proprio patrimonio. Sì, se non emancipato. No, in ogni caso.
Il minore non emancipato può essere inabilitato: nell'ultimo anno della sua minore età e l'inabilitazione ha effetto dal giorno in cui il minore non emancipato raggiunge l'età maggiore. non prima che sia decorso un anno dal compimento della maggiore età e l'inabilitazione ha effetto immediato. necessariamente dopo il compimento della maggiore età e l'inabilitazione ha effetto retroattivo al giorno del compimento della maggiore età. in qualunque momento della sua vita e l'inabilitazione ha effetto dall'anno precedente il raggiungimento dell'età maggiore.
Quando l'interdicendo si trova sotto la potestà dei genitori, l'interdizione può essere promossa: su istanza di qualunque parente entro il quarto grado. su istanza di qualunque parente entro il quarto grado o affine entro il secondo grado. solo su istanza del giudice tutelare. solo su istanza dei genitori o del pubblico ministero.
Quando l'inabilitando si trova sotto la potestà dei genitori, l'inabilitazione può essere promossa: su istanza di qualunque parente entro il quarto grado. solo su istanza del giudice tutelare. su istanza di qualunque parente entro il quarto grado o affine entro il secondo grado. solo su istanza dei genitori o del pubblico ministero.
Promosso il giudizio di interdizione, può, il giudice, pronunciare l'inabilitazione per infermità di mente? No, se non presti il suo assenso il pubblico ministero. Sì, ma solo se una delle parti lo richieda espressamente. No. Sì, anche d'ufficio.
Ai fini della pronuncia dell'inabilitazione è necessario l'esame dell'inabilitando? No, purché il giudice disponga mezzi istruttori utili ad assumere le necessarie informazioni. No, purché sia acquisita prova testimoniale di quattro parenti entro il quarto grado dell'inabilitando. Sì. No, purché sia prodotta la perizia di un consulente tecnico.
Ai fini della pronuncia dell'interdizione è necessario l'esame dell'interdicendo? Sì. No, purché sia acquisita prova testimoniale di quattro parenti entro il quarto grado dell'interdicendo. No, purché sia prodotta la perizia di un consulente tecnico. No, purché il giudice disponga mezzi istruttori utili ad assumere le necessarie informazioni.
L'interdizione e l'inabilitazione del maggiorenne producono i loro effetti dal giorno: dal giorno stabilito dal tribunale nella sentenza. dal giorno in cui la sentenza viene deliberata dal collegio. della pubblicazione della sentenza. dal giorno in cui la sentenza passa in giudicato.
La sentenza che rigetta l'interdizione comporta l'automatica decadenza d'ufficio del tutore provvisorio? Sì, salvo che il tutore provvisorio sia il coniuge. No, in nessun caso. Sì, salvo che la sentenza disponga che il tutore debba ricoprire l'ufficio fino al passaggio in giudicato della stessa. Sì, salvo che il tutore provvisorio sia uno dei genitori.
La sentenza che rigetta l'inabilitazione comporta l'automatica decadenza d'ufficio del curatore provvisorio? Sì, salvo che il curatore provvisorio sia uno dei genitori. Sì, salvo che il curatore provvisorio sia il coniuge. Sì, salvo che la sentenza disponga che il curatore debba ricoprire l'ufficio fino al passaggio in giudicato della sentenza. No, in nessun caso.
Il decreto di nomina del tutore o del curatore provvisorio deve essere annotato: solo a margine dell'atto di nascita. nel solo apposito registro. nell'apposito registro ed a margine dell'atto di nascita dell'interdicendo o dell'inabilitando. in nessun atto.
Sulla convenienza di liquidare ovvero continuare l'azienda commerciale dell'interdetto, provvede: il prefetto. il sindaco. il tutore. l'autorità giudiziaria.
L'esercizio di un'impresa commerciale da parte dell'inabilitato può essere continuato: se autorizzato dal prefetto. se autorizzato dal tutore. se autorizzato dal sindaco. se autorizzato dall'autorità giudiziaria.
In quale caso sono annullabili gli atti compiuti da persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata incapace di intendere o di volere al momento in cui li ha compiuti? Qualora si tratti di atti di straordinaria amministrazione ed indipendentemente dal pregiudizio che ne sia derivato all'autore. Qualora ne sia risultato un grave pregiudizio all'autore e su istanza del medesimo o dei suoi eredi o aventi causa. Qualora ne sia risultato un grave pregiudizio alla controparte ed esclusivamente su istanza di quest'ultima. Qualora si provi che l'autore si trovava in stato di bisogno ed indipendentemente dal pregiudizio che gliene sia derivato.
Da chi può essere fatta valere l'annullabilità del contratto stipulato da persona incapace di intendere e di volere? Esclusivamente dalla persona medesima. Solo dai suoi eredi o aventi causa. Da chiunque vi abbia interesse. Dalla persona medesima o dai suoi eredi o aventi causa.
Tizio, ubriaco e temporaneamente incapace di intendere, stipula un contratto con Caio e ne riceve un grave pregiudizio. In questo caso, il contratto: può essere annullato solo se risulta la mala fede dell'altro contraente. può essere annullato solo se Tizio viene interdetto entro un anno dalla conclusione del contratto stesso. non può mai essere annullato. può essere comunque annullato anche se non risulta la mala fede dell'altro contraente.
Possono gli affini entro il secondo grado chiedere la revoca dell'interdizione o dell'inabilitazione quando ne cessi la causa? No, se l'interdizione o l'inabilitazione non venne pronunciata su loro istanza. Sì, ma solo nel caso che siano tutore o protutore o curatore. No. Sì.
La sentenza che revoca l'interdizione: deve essere trasmessa ai comuni di nascita e di residenza dell'interdetto, per la trascrizione in apposito registro e le annotazioni in margine agli atti di stato civile. deve essere immediatamente annotata a cura del cancelliere nell'apposito registro e comunicata entro dieci giorni all'ufficiale dello stato civile per le annotazioni in margine all'atto di nascita. deve essere trascritta in apposito registro tenuto dall'ufficiale di stato civile. deve essere a cura dell'ufficiale giudiziario immediatamente notificata all'ufficiale di stato civile per le annotazioni a margine di ogni atto riguardante l'interdetto.
La sentenza che revoca l'interdizione o l'inabilitazione produce i suoi effetti a far tempo: dal suo passaggio in giudicato. dalla sua pubblicazione. dalla sua pronuncia. dalla sua annotazione a margine dell'atto di nascita dell'interdetto o dell'inabilitato.
Se dopo la pubblicazione della sentenza di primo grado, che revochi l'interdizione, l'interdetto compia atti di disposizione dei suoi beni, questi sono impugnabili, nel caso che la detta sentenza venga confermata in secondo grado con sentenza che poi passi in giudicato? Sì, ma solo se afferiscano a beni immobili. No. Sì. Sì, ma solo nel caso che l'impugnazione venga proposta dallo stesso interdetto dopo il passaggio in giudicato della sentenza che revochi l'interdizione.
Nel corso del giudizio di revoca dell'interdizione, il giudice può dichiarare l'inabilitazione dell'interdetto, quando, ritenuta fondata la domanda di revoca dell'interdizione, ritenga, tuttavia, che l'infermo non abbia riacquistato la piena capacità? No, essendo, a tal fine, necessario un separato e successivo giudizio. Sì. Sì, ma nel solo caso che una delle parti in causa ne faccia espressa richiesta. No.
Il suocero e la suocera sono tenuti all'obbligo di prestare gli alimenti? Sì, salvo le esclusioni di legge. No, se il loro figlio coniugato dal quale derivi il rapporto di affinità sia ancora in vita. Sì, ma esclusivamente nei confronti dei nipoti, e non anche della nuora o del genero. No.
L'obbligazione alimentare del suocero e della suocera: cessa, tra l'altro, quando la persona che ha diritto agli alimenti è passata a nuove nozze. cessa, tra l'altro, quando la persona che ha diritto agli alimenti ha raggiunto la maggiore età. non cessa mai. cessa, tra l'altro, quando sia morto il coniuge da cui deriva l'affinità, anche se abbia figli nati dalla sua unione con l'altro coniuge o loro discendenti.
L'obbligazione alimentare del genero e della nuora: non cessa mai. cessa, tra l'altro, quando sia morto il coniuge da cui deriva l'affinità, anche se abbia figli nati dalla sua unione con l'altro coniuge o loro discendenti. cessa, tra l'altro, quando la persona che ha diritto agli alimenti è passata a nuove nozze. cessa, tra l'altro, quando risulti che la persona che ha diritto agli alimenti percepisca un qualsiasi reddito.
L'obbligazione alimentare del suocero e della suocera: non cessa mai. cessa, tra l'altro, quando è morto il coniuge da cui deriva l'affinità, anche se abbia figli nati dalla sua unione con l'altro coniuge. cessa, tra l'altro, quando il coniuge, da cui deriva l'affinità e i figli nati dalla sua unione con l'altro coniuge e i loro discendenti sono morti. cessa, tra l'altro, quando la persona che ha diritto agli alimenti ha raggiunto la maggiore età.
L'obbligo di prestare gli alimenti al figlio adottivo grava in via prioritaria sul genitore adottante o sui genitori legittimi? Sul genitore adottante, ma nel solo caso che l'adozione sia avvenuta quando l'adottato era minorenne. In modo paritario. Sul genitore adottante. Sui genitori legittimi.
Il beneficiario di una donazione è tenuto a prestare gli alimenti al donante con precedenza su ogni altro obbligato non donatario? Sì, ma solo se lo stato di bisogno del donante è dovuto all'atto di liberalità. Sì, a meno che si tratti di donazione fatta in riguardo di un matrimonio o di una donazione rimuneratoria. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso.
In quali limiti il donatario è tenuto a prestare gli alimenti? In proporzione alle proprie condizioni economiche ed ai bisogni di chi li domanda. Esclusivamente in proporzione alle proprie condizioni economiche. Non oltre il valore della donazione tuttora esistente nel suo patrimonio. Esclusivamente in proporzione al bisogno di chi li domanda.
Chi non versi in stato di bisogno, ma sia solo impossibilitato a vivere in conformità alla sua posizione sociale, può chiedere gli alimenti? No. Sì, ma solo dai genitori e dai figli. Sì. Sì, ma solo se minorenne.
Tra chi gli alimenti sono dovuti di regola solo nella misura dello stretto necessario? Tra adottante ed adottato maggiorenne. Tra suocero e nuora. Tra fratelli e sorelle. Solo tra fratelli e sorelle unilaterali.
La misura degli alimenti tra fratelli e sorelle può ricomprendere anche le spese per educazione ed istruzione? Sì, se chi ha diritto agli alimenti è minorenne. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se l'alimentando è orfano. No, mai.
Gli alimenti possono essere ridotti a causa della condotta disordinata dell'alimentato? No, se l'alimentato è minorenne. Sì, ma nel solo caso che il disordine esplichi riflessi sul rendimento agli studi, ove l'alimentato sia studente. Sì. No.
Se dopo l'assegnazione degli alimenti consta che uno degli obbligati di grado anteriore è in condizione di poterli somministrare, l'obbligato di grado posteriore può essere liberato? Sì, ma solo nel caso che l'alimentato vi consenta. Sì, in ogni caso. No. Sì, ma solo dopo che sia stato imposto all'obbligato di grado anteriore di corrispondere gli alimenti.
Se più persone sono obbligate nello stesso grado alla prestazione degli alimenti: l'adempimento di alcune di esse esonera le altre. devono concorrere alla prestazione stessa solo quelle più anziane in età. tutti devono concorrere in parti uguali alle prestazioni stesse. tutte devono concorrere alla prestazione stessa, ciascuna in proporzione delle proprie condizioni economiche.
Se le persone chiamate in grado anteriore alla prestazione di alimenti non sono in condizioni di sopportare l'onere in tutto o in parte: l'obbligazione stessa è posta per non oltre la metà a carico delle persone chiamate in grado posteriore. l'obbligazione stessa è posta in tutto o in parte a carico delle persone chiamate in grado posteriore. l'obbligazione stessa non si trasferisce a carico delle persone chiamate in grado posteriore. possono chiedere al giudice che l'obbligazione sia ridotta o estinta, in relazione alle possibilità di ciascuna.
Se i coobbligati alla prestazione degli alimenti non sono concordi sulla misura, sulla distribuzione e sul modo di somministrazione degli alimenti stessi: provvede l'autorità giudiziaria secondo le circostanze. il giudice nomina un curatore speciale, che predispone un progetto di ripartizione e di erogazione della prestazione. provvede un arbitratore nominato dal presidente del tribunale. tutti sono obbligati per l'intero, ma possono chiedere al giudice una ripartizione interna degli oneri correlata alle possibilità di ciascuno.
Quando più persone hanno diritto agli alimenti nei confronti di un medesimo obbligato, e questi non è in grado di provvedere ai bisogni di ciascuno di essi: il giudice nomina un curatore speciale, che, sentite le parti predispone un progetto di riduzione e ripartizione della prestazione. può chiedere al giudice di essere esonerato in tutto o in parte dalla prestazione. l'autorità giudiziaria dà i provvedimenti opportuni, tenendo conto fra l'altro, della prossimità della parentela e dei rispettivi bisogni. l'obbligazione è posta per non oltre la metà a carico delle persone chiamate in grado posteriore.
Colui che è tenuto a corrispondere gli alimenti può scegliere di adempiere al proprio obbligo accogliendo e mantenendo nella propria casa l'alimentato in assenza di diverse determinazioni dell'autorità giudiziaria? Sì, ma solo se l'alimentato sia minorenne. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se l'alimentato vi consenta. No, in nessun caso.
Qualora l'alimentando, ricevuto l'assegno stabilito, destini lo stesso ad una necessità urgente ed incontestata di un figlio non ricompreso ai fini della determinazione dell'assegno alimentare, può richiedere un nuovo assegno all'obbligato? Sì, se il giudice riconosca la fondatezza e l'urgenza del motivo che ha indotto l'alimentando alla destinazione della somma. No, in nessun caso. No, se l'obbligato alla corresponsione non sia stato preventivamente avvertito della verificatasi necessità. Sì, in ogni caso.
Proposta la domanda giudiziale tendente ad ottenere il riconoscimento del diritto agli alimenti, una volta che la domanda sia accolta gli alimenti sono dovuti: dalla data del passaggio in giudicato della sentenza che ha determinato gli alimenti. esclusivamente dal giorno della domanda giudiziale. dalla data della pubblicazione della sentenza che si è pronunciata sulla domanda di alimenti. dal giorno della domanda giudiziale o dal giorno della messa in mora dell'obbligato, purché operata nei sei mesi antecedenti la domanda stessa.
Finché non sono determinati definitivamente il modo e la misura degli alimenti: il giudice può, sentita l'altra parte, ordinare un assegno in via provvisoria, ponendolo, in caso di concorso di più obbligati, a carico anche di uno solo di essi, salvo il regresso verso gli altri. il giudice emana provvedimento provvisorio nelle forme del procedimento cautelare. la prestazione avviene in via provvisoria nella misura e secondo le modalità determinate, previa audizione delle parti, da un curatore speciale nominato dal giudice. l'obbligazione è divisa in parti uguali fra i più obbligati o a favore dei più aventi diritto.
Tizio è debitore nei confronti del suocero Caio della corresponsione di un assegno alimentare dell'importo di cinquecentosedici euro. A sua volta Caio è debitore nei confronti del genero Tizio della somma di cinquecentosedici euro. È ammissibile la compensazione tra i due debiti? Sì, purché sia fatta risultare da Tizio con dichiarazione unilaterale contenuta in atto pubblico o in scrittura privata autenticata. No. Sì, purché sia rilevata d'ufficio dal giudice. Sì, purché sia eccepita da Tizio.
Tizio può cedere a Caio il proprio credito alimentare? Sì, ma solo a titolo oneroso. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo nel caso in cui l'obbligazione alimentare deve essere adempiuta mediante assegno da corrispondere periodicamente. No, in nessun caso.
È valida la cessione del credito alimentare? Sì, se è a titolo gratuito. Sì, anche senza il consenso del debitore. Sì, se è stata notificata al debitore. No.
Caio, beneficiario di una donazione non remuneratoria né obnuziale, dopo aver adempiuto esattamente all'obbligo alimentare verso il donante Tizio, muore. I suoi figli sono tenuti ad adempiere all'obbligo alimentare già ricadente sul padre? I figli sono tenuti solo se il coniuge del donante non sia in grado di provvedervi. I figli non sono tenuti perché l'obbligo alimentare cessa con la morte dell'obbligato. I figli sono tenuti perché l'obbligo si trasmette nei loro confronti. I figli sono obbligati solo se hanno conseguito vantaggio dalla donazione a favore del padre.
A norma del codice civile, gli ufficiali dello stato civile devono compiere negli atti affidati alla loro custodia le indagini domandate dai privati? No. No, tranne il caso che l'indagine richiesta sia necessaria a fini giudiziari. Sì, ma solo se l'istanza sia approvata dal giudice. Sì.
Le dichiarazioni dei comparenti riportate nei registri dello stato civile: fanno fede fino a prova contraria solo se rese davanti a quattro testimoni. fanno fede fino a prova contraria. non hanno alcun valore probatorio. fanno fede fino a querela di falso.
Gli atti dello stato civile fanno prova di ciò che l'ufficiale pubblico attesta essere avvenuto alla sua presenza o da lui compiuto: fino a querela di falso. fino a prova contraria. fino a querela di falso, ma nel solo caso che dagli stessi atti risulti la presenza di testimoni. finché l'ufficiale pubblico non sia condannato penalmente per falso.
Ove per un qualsiasi motivo manchi, in tutto od in parte, la registrazione dell'atto sugli appositi registri dello stato civile, la prova della nascita o della morte di una persona può essere data: in caso di morte, solo con certificato di morte redatto da un medico ed asseverato con giuramento; in caso di nascita, solo con testimoni. solo con dichiarazione congiunta di almeno due parenti entro il secondo grado del nato o del morto. con qualsiasi mezzo. solo con atto notorio formulato davanti a pubblico ufficiale con la presenza di almeno quattro testimoni.
Nessuna annotazione può essere fatta sopra un atto dello stato civile già iscritto nei registri se non è disposta per legge od ordinata: dal prefetto. dal sindaco. dal Consiglio di Stato. dall'autorità giudiziaria.
La rettificazione degli atti dello stato civile si fa in forza di sentenza passata in giudicato. Detta sentenza di rettificazione non è opponibile: a chiunque non abbia partecipato al giudizio, benché regolarmente citato. a coloro che non hanno domandato la rettificazione, ovvero che non furono parte del giudizio o non vi furono regolarmente chiamati. a coloro che non abbiano avuto la notifica della sentenza di rettificazione. a chiunque non abbia, comunque, avuto conoscenza della sentenza di rettificazione.
A norma del codice civile in quale luogo si apre la successione? Nel luogo dell'ultima dimora del defunto. Nel luogo dell'ultima residenza del defunto. Nel luogo in cui si verifica il decesso. Nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto.
Qual è, ai sensi del codice civile, il luogo di apertura della successione di Tizio, in vita residente a Bari e da ultimo domiciliato in Napoli, deceduto durante un viaggio in Germania e la cui proprietà immobiliare è tutta sita in Messina? Roma. Bari. Napoli. Messina.
Le disposizioni testamentarie possono pregiudicare i diritti che la legge riserva ai legittimari e non essere suscettibili di azione di riduzione? Sì, se sono disposte in favore dello Stato. Sì, se sono dettate per assicurare gli alimenti a persone prossime al de cuius. Sì, se sono disposte nell'interesse dell'eredità. No, mai.
Si fa luogo alla successione legittima: solo quando manca, in tutto o in parte, quella testamentaria. solo quando il defunto lo ha espressamente previsto nel testamento. solo quando il de cuius non lascia a sé superstiti il figlio ed il coniuge. solo quando il de cuius non lascia a sé superstiti figli.
La convenzione con cui taluno dispone della propria successione è: valida ed efficace. annullabile. valida ma inefficace fino al momento della morte del disponente. nulla.
È nulla la convenzione con cui taluno dispone della propria successione? No. No, purché sia pattuita la revocabilità della convenzione da parte del soggetto della cui successione si tratta. Sì. Sì, salvo il caso che intervengano per accettazione tutti i legittimari.
È nulla la donazione dei diritti che possono spettare su una successione non ancora aperta? No, salvo che sia stata pattuita espressamente l'irrevocabilità della donazione. Sì, ma solo se il soggetto della cui successione si tratta ha già disposto con testamento, in favore del donatario, dei diritti oggetto della donazione. No. Sì.
È nulla la rinunzia ai diritti che possono spettare su una successione non ancora aperta? Sì. Sì, purché il rinunziante non sia legittimario del soggetto della cui successione si tratta. No. Sì, salvo che la rinunzia sia effettuata in favore dei propri discendenti.
Tizio dispone della propria successione stipulando apposita convenzione con Sempronio. Tale convenzione è: nulla. risolubile. valida. annullabile.
Può Tizio donare a Caio i beni che gli potranno pervenire dall'eredità di Sempronio non ancora aperta? Sì. No, salvo il caso in cui Sempronio presti il suo consenso. Sì, ma solo nel caso in cui Tizio è legittimario di Sempronio. No.
È valido l'atto con il quale Tizio dispone della propria successione a favore di Caio che, nello stesso atto, accetta tale attribuzione? No. Sì, ma solo se in tale atto si preveda un termine iniziale di efficacia dell'attribuzione coincidente con la morte del disponente. Sì. Sì, purché l'atto abbia i requisiti di forma del testamento pubblico.
Il figlio legittimo può rinunziare all'eredità del padre moribondo? Sì, purché la rinunzia sia condizionata sospensivamente alla morte del padre. No, mai. Sì, purché nella dichiarazione di rinunzia sia stabilito un termine iniziale di efficacia coincidente con la morte del padre. Sì, sempre.
A quale momento risale l'effetto dell'accettazione di eredità? Al momento dell'accettazione. Al momento nel quale si è aperta la successione. Al momento della presentazione della dichiarazione di successione. Al momento dell'inserzione della dichiarazione di accettazione nel registro delle successioni.
A quale momento risalgono gli effetti dell'accettazione dell'eredità? Al momento in cui si presenta la dichiarazione di successione. Al momento in cui si accetta. Al momento in cui si prende materialmente possesso dei beni. Al momento in cui si è aperta la successione.
Salvo il caso in cui sia stato nominato il curatore dell'eredità giacente, il chiamato all'eredità può vendere i beni ereditari senza che ciò comporti accettazione dell'eredità? No, in nessun caso. Sì, nel solo caso di beni che non si possono conservare o la cui conservazione importa grave dispendio e previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Sì, nel solo caso di beni mobili la cui conservazione importa grave dispendio e previa autorizzazione dei chiamati in subordine. Sì, nel solo caso di beni mobili che non si possono conservare e senza autorizzazione dell'autorità giudiziaria.
Il chiamato all'eredità, quando si è provveduto alla nomina di un curatore dell'eredità, può compiere atti conservativi? Sì, previo consenso dei creditori del defunto. Sì. Sì, previo consenso di tutti gli altri chiamati all'eredità e dei creditori del defunto. No.
Può il chiamato all'eredità compiere atti conservativi quando si è provveduto alla nomina di un curatore dell'eredità giacente? Sì, ma solo se autorizzato dall'autorità giudiziaria. Sì, ma solo se autorizzato dall'autorità giudiziaria e con il consenso del curatore dell'eredità giacente. No, mai. Sì, sempre.
Può il chiamato all'eredità compiere atti di vigilanza quando si è provveduto alla nomina di un curatore dell'eredità giacente? Sì, ma solo se autorizzato dall'autorità giudiziaria e con il consenso del curatore dell'eredità giacente. Sì, ma solo se autorizzato dall'autorità giudiziaria. No, mai. Sì, sempre.
Può il chiamato all'eredità compiere atti di amministrazione temporanea quando si è provveduto alla nomina di un curatore dell'eredità giacente? Sì, ma solo se autorizzato dall'autorità giudiziaria e con il consenso del curatore dell'eredità giacente. No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo se autorizzato dall'autorità giudiziaria.
Può il chiamato, che intende rimanere tale, vendere i beni dell'eredità quando si è provveduto alla nomina di un curatore dell'eredità giacente? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo se autorizzato dall'autorità giudiziaria, con il consenso del curatore dell'eredità giacente e si tratti di beni che non si possono conservare o la cui conservazione importa grave dispendio. Sì, ma solo se autorizzato dall'autorità giudiziaria e si tratti di beni che non si possono conservare o la cui conservazione importa grave dispendio.
Quando si è provveduto alla nomina di un curatore dell'eredità giacente, può il chiamato all'eredità essere autorizzato dall'autorità giudiziaria a vendere i beni ereditari? No. Sì, ma solo nel caso di beni non conservabili o la cui conservazione importi dispendio. Sì, ma solo nei casi di utilità evidente. Sì.
Il chiamato all'eredità, prima dell'accettazione, può esercitare le azioni possessorie a tutela dell'eredità? Sì, senza bisogno di materiale apprensione dei beni ereditari. Sì, ma solo previa materiale apprensione dei beni ereditari e previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Sì, ma solo previo consenso di tutti gli altri chiamati all'eredità. Sì, ma solo previa materiale apprensione dei beni ereditari e con il consenso della maggioranza dei creditori ereditari.
Le spese sostenute dal chiamato all'eredità per il compimento di atti conservativi della medesima, qualora egli rinunzi all'eredità, sono a carico: del chiamato che ha compiuto l'atto ed ha poi rinunziato all'eredità. degli altri chiamati all'eredità, i quali le abbiano preventivamente approvate con atto ricevuto da notaio o da altro pubblico ufficiale. dell'eredità. degli altri chiamati all'eredità, i quali le abbiano preventivamente approvate con scrittura privata autenticata.
A norma del codice civile, se il chiamato rinunzia all'eredità le spese da lui sostenute per il compimento di atti conservativi sono a carico: degli eventuali altri chiamati che le abbiano preventivamente approvate. degli altri chiamati. dell'eredità. dello stesso chiamato rinunziante.
A norma del codice civile, se il chiamato rinunzia all'eredità le spese da lui sostenute per il compimento di atti di vigilanza sono a carico: dell'eredità. degli altri chiamati. di quelli, tra gli eventuali altri chiamati, che le hanno preventivamente approvate. dello stesso chiamato rinunziante.
A norma del codice civile, se il chiamato rinunzia all'eredità le spese da lui sostenute per il compimento di atti di amministrazione temporanea sono a carico: degli altri chiamati. di quelli, tra gli eventuali altri chiamati, che le abbiano preventivamente approvate. dell'eredità. dello stesso chiamato rinunziante.
Sono capaci di succedere i figli di una determinata persona vivente al tempo dell'apertura della successione, benché non ancora concepiti? No, mai. Sì, ma solo se sono chiamati per testamento e la persona vivente sia figlio del testatore. Sì, ma solo se sono chiamati per testamento. Sì, in ogni caso.
Possono ricevere per testamento: tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell'apertura della successione e coloro i quali non siano stati ancora concepiti, purché siano figli di discendenti legittimi del testatore. tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell'apertura della successione ed i figli di una determinata persona vivente al tempo della morte del testatore, benché non ancora concepiti. solo coloro che sono nati al tempo dell'apertura della successione. tutti coloro che sono nati al tempo dell'apertura della successione ed anche coloro che a tale data siano stati già concepiti, purché siano figli dei discendenti legittimi del testatore.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso la persona della cui successione si tratta. L'avere tentato di uccidere un discendente della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ferito il coniuge della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso la persona della cui successione si tratta. L'avere tentato di uccidere il figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere tentato di uccidere il coniuge della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere impedito alla persona della cui successione si tratta di revocare il testamento. L'avere colposamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere tentato di uccidere un ascendente della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere volontariamente ucciso il coniuge della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso la persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere volontariamente ucciso un ascendente della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ucciso un discendente della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso la persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta, in assenza delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere tentato di uccidere la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere formato un testamento falso o averne fatto scientemente uso. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito il coniuge della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ferito il coniuge della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere soppresso, celato o alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere indotto con dolo o violenza la persona della cui successione si tratta a fare, revocare o mutare il testamento. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito il coniuge della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere denunziato la persona della cui successione si tratta per un reato punibile con la reclusione inferiore nel minimo a tre anni.
In assenza di cause che escludono la punibilità a norma della legge penale, quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ucciso il padre della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta.
Tizio, coniugato con Mevia, ha volontariamente ucciso Caia, alla quale un tempo era legato da vincolo di matrimonio. Supponendo che Caia lo abbia nominato erede, Tizio è escluso dalla successione come indegno? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se la sentenza che ha pronunziato lo scioglimento del matrimonio con Caia non sia ancora passata in giudicato. Sì, ma solo se vi sono altri eredi, legittimi o testamentari. No, mai.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere indotto con violenza la persona della cui successione si tratta a revocare il testamento. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere indotto con violenza la persona della cui successione si tratta a mutare il testamento. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere indotto con violenza la persona della cui successione si tratta a fare il testamento. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere indotto con dolo la persona della cui successione si tratta a revocare il testamento. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere impedito alla persona della cui successione si tratta di fare, revocare o mutare il testamento. L'avere percosso il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere indotto con dolo la persona della cui successione si tratta a fare il testamento. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere ferito colposamente il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere impedito alla persona della cui successione si tratta di mutare il testamento. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere volontariamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere celato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere denunziato la persona della cui successione si tratta per un reato punibile con la reclusione inferiore nel minimo a tre anni.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere soppresso il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della cui successione si tratta. L'avere denunziato la persona della cui successione si tratta per un reato punibile con la reclusione per un tempo inferiore nel minimo a tre anni.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere denunziato la persona della cui successione si tratta per reato punibile con la reclusione per un tempo inferiore nel minimo a tre anni. L'avere formato un testamento falso. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere fatto scientemente uso di un testamento falso. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere denunziato la persona della cui successione si tratta per reato punibile con la reclusione per un tempo inferiore nel minimo a tre anni.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere impedito alla persona della cui successione si tratta di fare il testamento. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ferito il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta.
È escluso dalla successione come indegno chi abbia indotto con dolo il testatore a revocare il suo testamento? Sì. No. Sì, ma solo se si tratta di legittimario. Sì, ma solo se non si tratta di legittimario.
Quale tra le seguenti ipotesi comporta l'esclusione dalla successione come indegno? L'avere colposamente ucciso il fratello della persona della cui successione si tratta. L'avere indotto con dolo la persona della cui successione si tratta a mutare il testamento. L'avere colposamente ferito la persona della cui successione si tratta. L'avere colposamente ucciso il coniuge del figlio della persona della cui successione si tratta.
È escluso dalla successione come indegno chi ha testimoniato contro un ascendente della persona della cui successione si tratta, imputato per reato punibile con reclusione non inferiore nel minimo a tre anni? No, mai. Sì, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale. Sì, ma solo se l'accusa riguardava delitti contro il patrimonio. Sì.
È escluso dalla successione come indegno chi ha testimoniato contro la persona della cui successione si tratta, imputata per reato punibile con reclusione non inferiore nel minimo a tre anni? Sì. No, mai. Sì, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale. Sì, ma solo se l'accusa riguardava delitti contro il patrimonio.
È escluso dalla successione come indegno chi abbia celato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata? Sì. Sì, ma solo se si tratta di legittimario. Sì, ma solo se non si tratta di legittimario. No.
È escluso dalla successione come indegno chi ha testimoniato contro un discendente della persona della cui successione si tratta, imputato per reato punibile con reclusione non inferiore nel minimo a tre anni? Sì, ma solo se l'accusa riguardava delitti contro il patrimonio. No, mai. Sì, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale. Sì.
È escluso dalla successione come indegno chi abbia indotto con dolo il testatore a mutare il suo testamento? Sì. Sì, ma solo se trattasi di testamento olografo. Sì, ma solo se trattasi di testamento segreto. No.
È escluso dalla successione di Tizio come indegno chi lo abbia indotto con violenza a mutare il suo testamento? Sì, salvo che sia legittimario di Tizio. No, salvo che sia legittimario di Tizio. Sì. No.
È escluso dalla successione come indegno chi abbia indotto con violenza il testatore a revocare il suo testamento? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di legittimario. Sì, ma solo se non si tratta di legittimario.
È escluso dalla successione come indegno chi ha testimoniato contro il coniuge della persona della cui successione si tratta, imputato per reato punibile con reclusione non inferiore nel minimo a tre anni? No, mai. Sì, ma solo se l'accusa riguardava delitti contro il patrimonio. Sì. Sì, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale.
È escluso dalla successione come indegno chi abbia indotto con violenza il testatore a fare testamento? Sì, ma solo se si tratta di legittimario. Sì. No. Sì, ma solo se non si tratta di legittimario.
È escluso dalla successione come indegno chi abbia alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di un legittimario. Sì, ma solo se non si tratta di un legittimario.
È escluso dalla successione come indegno chi abbia indotto con dolo il testatore a fare testamento? Sì. No. Sì, ma solo se si tratta di legittimario. Sì, ma solo se non si tratta di legittimario.
È escluso dalla successione come indegno chi abbia soppresso il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata? No. Sì, ma solo se si tratta di legittimario. Sì, ma solo se non si tratta di legittimario. Sì.
I frutti pervenuti all'indegno dopo l'apertura della successione: devono essere da lui restituiti, a meno che l'indegno sia un legittimario. devono essere da lui restituiti solo se ancora esistenti. non devono mai essere restituiti. devono essere da lui restituiti.
Il genitore escluso per indegnità dalla successione ha sui beni della medesima, che siano devoluti ai suoi figli minori, il diritto di usufrutto che la legge accorda ai genitori? Sì, ma solo se si tratta di beni immobili. No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili.
Tizio, escluso per indegnità dalla successione del padre, ha, sui beni della medesima, devoluti al figlio minore Tizietto, i diritti di amministrazione che la legge accorda ai genitori? Sì, ma solo se l'altro genitore lo consenta e previa autorizzazione del tribunale. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se l'altro genitore lo consenta o, in mancanza dell'altro genitore, con l'autorizzazione del tribunale. No, mai.
Tizio, escluso per indegnità dalla successione del padre, ha l'usufrutto legale sui beni della medesima, devoluti al figlio minore Tizietto? Sì, ma solo se l'altro genitore lo consenta o, in mancanza dell'altro genitore, con l'autorizzazione del tribunale. Sì, ma solo se l'altro genitore lo consenta e previa autorizzazione del tribunale. Sì, in ogni caso. No, mai.
Colui che è escluso per indegnità dalla successione ha, sui beni della medesima, che siano devoluti ai suoi figli, i diritti di usufrutto o di amministrazione che la legge accorda ai genitori? No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se l'altro genitore lo consenta ovvero, in mancanza dell'altro genitore, con l'autorizzazione del tribunale. Sì, ma solo se in tal senso dispone la sentenza che accerta la causa di indegnità.
Il genitore escluso per indegnità dalla successione ha sui beni della medesima, che siano devoluti ai suoi figli minori, il diritto di amministrazione che la legge accorda ai genitori? Sì, ma solo se si tratta di beni immobili. No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di beni mobili.
La riabilitazione dell'indegno si compie, da parte della persona della cui successione si tratta: con scrittura privata autenticata, con atto pubblico o con testamento. con dichiarazione asseverata da giuramento. solo con testamento. con atto pubblico o con testamento.
Quale forma è richiesta per l'atto di riabilitazione dell'indegno a succedere? Solo l'atto pubblico. L'atto pubblico, la scrittura privata purché autenticata o il testamento. L'atto pubblico o il testamento. Solo il testamento redatto per atto pubblico.
Chi è legittimato alla riabilitazione dell'indegno a succedere? Gli altri eredi. Il giudice di pace del luogo di apertura della successione. Il tribunale del luogo di apertura della successione. La persona della cui successione si tratta.
Come può essere attuata la riabilitazione espressa dell'indegno? Solo con testamento. Solo con sentenza. Con atto pubblico o con testamento. Solo con atto pubblico.
Nelle successioni testamentarie, nel caso in cui un chiamato non voglia o non possa accettare la quota di eredità attribuitagli: la parte di detto chiamato si accresce ai coeredi, ricorrendone i presupposti di legge, ovvero si devolve agli eredi legittimi, sempreché il testatore non abbia disposto una sostituzione o, in difetto, non abbia luogo la rappresentazione. la parte di detto chiamato si devolve allo Stato. la parte di detto chiamato si devolve agli eredi legittimi del testatore o, in difetto, allo Stato. la parte di detto chiamato si accresce ai coeredi in proporzione delle rispettive quote o, in difetto, si devolve allo Stato.
La rappresentazione in caso di legato di usufrutto: non ha luogo solo se il legatario è persona giuridica. ha luogo in ogni caso. non ha luogo. ha luogo solo nei casi espressamente previsti dalla legge.
Tizio, unico chiamato per legge all'eredità del fratello Caio, rinunzia all'eredità decorsi dieci giorni dall'apertura della successione. Supponendo che Tizio sia coniugato con Tizia ed abbia un unico figlio, Tizietto, l'eredità di Caio si devolve: a Tizia per rappresentazione. a Tizietto per rappresentazione. a Tizietto per trasmissione del diritto di accettare l'eredità. a Tizietto e a Tizia per rappresentazione in parti uguali fra di loro.
A norma del codice civile, si ha rappresentazione nella successione testamentaria: soltanto quando il testatore ha istituito erede una persona giuridica ed i rappresentanti legali della medesima non vogliano accettare l'eredità. quando il testatore non ha provveduto per il caso in cui l'istituito non possa o non voglia accettare l'eredità o il legato, e sempre che non si tratti di legato di usufrutto o di altro diritto di natura personale. quando il testatore ha sostituito all'erede istituito o al legatario altra persona per il caso che il primo non possa accettare l'eredità o il legato, sempre che si tratti di legato di usufrutto. quando il testatore non ha provveduto per il caso in cui l'istituito non voglia accettare l'eredità o il legato e sempre che si tratti di eredità comprendente beni immobili o di legato di usufrutto o di altro diritto di natura personale.
A favore di quali fra i soggetti sottoindicati ha luogo la rappresentazione? Dei genitori del coniuge. Degli affini entro il secondo grado. Dei discendenti dei figli adottivi. Dei coniugi dei figli legittimi.
Tizio, figlio adottivo di Caio e unico chiamato per legge a succedergli, rinunzia all'eredità decorsi dieci giorni dall'apertura della successione. Supponendo che Tizio abbia un unico figlio, Tizietto, l'eredità di Caio si devolve: a Tizietto per rappresentazione. agli altri eventuali successibili per legge con esclusione di Tizietto in quanto discendente di un figlio adottivo. allo Stato in ogni caso. a Tizietto per trasmissione del diritto di accettare l'eredità.
I discendenti dei figli legittimi possono succedere per rappresentazione anche se hanno rinunziato all'eredità della persona in luogo della quale subentrano? Sì, ma solo qualora la rinunzia sia stata fatta con dichiarazione ricevuta da notaio previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Sì, ma solo qualora abbiano rinunziato all'eredità della persona in luogo della quale subentrano entro tre mesi dall'apertura della successione. Sì. No.
I figli del figlio adottivo del defunto possono succedere a quest'ultimo per rappresentazione? Sì, solo nel caso di successione testamentaria e a seguito di espressa disposizione del testatore. No, in nessun caso. Sì, solo se hanno rinunciato all'eredità del loro genitore, non anche ove siano incapaci o indegni di succedere rispetto a questo. Sì, anche se hanno rinunciato all'eredità del loro genitore o sono incapaci o indegni di succedere rispetto a questo.
In favore di quali soggetti ha luogo la rappresentazione? La rappresentazione ha luogo, nella linea retta, a favore dei discendenti dei figli legittimi, ma non dei figli legittimati e adottivi, nonché dei discendenti dei figli naturali del defunto, e, nella linea collaterale, a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto. La rappresentazione ha luogo, nella linea retta, a favore dei discendenti dei figli legittimi, legittimati e adottivi, nonché dei discendenti dei figli naturali del defunto, e, nella linea collaterale, a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto. La rappresentazione ha luogo, nella linea retta, a favore dei discendenti dei figli legittimi, legittimati e adottivi, ma non dei discendenti dei figli naturali del defunto, e, nella linea collaterale, a favore dei discendenti dei fratelli e delle sorelle del defunto. La rappresentazione ha luogo, nella linea retta, a favore dei discendenti dei figli legittimi, legittimati e adottivi, nonché dei discendenti dei figli naturali del defunto, e non ha mai luogo nella linea collaterale.
La rappresentazione ha luogo: in infinito in linea retta ed entro il terzo grado di discendenza in linea collaterale. in infinito, siano uguali o disuguali il grado dei discendenti e il loro numero in ciascuna stirpe. entro il terzo grado di discendenza e ciò sia in linea retta che in linea collaterale. entro il secondo grado di discendenza sia in linea retta che in linea collaterale, eccettuato il caso di unicità di stirpe.
È vincolante il divieto di accettazione della eredità con beneficio d'inventario contenuto nel testamento con il quale Tizio ha istituito erede il proprio nipote, capace di agire, Sempronio? No. Sì, a meno che il testatore fosse un imprenditore commerciale. Sì, sempre. No, a meno che Sempronio sia un legittimario di Tizio.
Le eredità devolute ai minori possono essere accettate: con beneficio d'inventario, osservate le disposizioni della legge circa l'autorizzazione giudiziale. sia puramente e semplicemente che col beneficio d'inventario a scelta del legale rappresentante, osservate le disposizioni della legge circa l'autorizzazione giudiziale. sia puramente e semplicemente che con il beneficio d'inventario a scelta dell'autorità giudiziaria, che concede l'autorizzazione, valutata la consistenza patrimoniale dell'eredità. solo puramente e semplicemente, osservate le disposizioni della legge circa l'autorizzazione giudiziale.
Le eredità devolute ai minori si possono accettare: solo col beneficio d'inventario. solo puramente e semplicemente. sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta del legale rappresentante. sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta del giudice tutelare valutata la consistenza patrimoniale dell'eredità.
Le eredità devolute agli interdetti si possono accettare: sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta del giudice tutelare valutata la consistenza patrimoniale dell'eredità. solo puramente e semplicemente. solo col beneficio d'inventario. sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta del legale rappresentante.
Per l'accettazione dell'eredità col beneficio d'inventario da parte dell'inabilitato, occorre: la manifestazione di volontà dell'inabilitato con il consenso del curatore e con la preventiva autorizzazione del giudice tutelare. la manifestazione di volontà dell'inabilitato con il consenso del curatore e senza alcuna autorizzazione. la sola manifestazione di volontà dell'inabilitato. la sola manifestazione di volontà del curatore dell'inabilitato.
Per l'accettazione dell'eredità col beneficio d'inventario da parte del minore emancipato è necessaria: la manifestazione di volontà dell'emancipato con il consenso del curatore e con la preventiva autorizzazione della autorità giudiziaria. la sola manifestazione di volontà del curatore dell'emancipato. la manifestazione di volontà dell'emancipato con il consenso del curatore e senza alcuna autorizzazione. la sola manifestazione di volontà dell'emancipato.
Gli inabilitati possono accettare le eredità loro devolute: sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta del giudice tutelare valutata la consistenza patrimoniale dell'eredità. solo col beneficio d'inventario. sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta dell'inabilitato con il consenso del curatore. solo puramente e semplicemente.
I minori emancipati possono accettare le eredità loro devolute: sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta del giudice tutelare valutata la consistenza patrimoniale dell'eredità. solo col beneficio d'inventario. solo puramente e semplicemente. sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta dell'emancipato con il consenso del curatore.
Come devono accettare le eredità loro devolute le persone giuridiche diverse dalle società? Col beneficio d'inventario. Puramente e semplicemente. Col beneficio d'inventario solo se nell'eredità siano compresi beni immobili. Puramente e semplicemente esclusivamente nel caso di eredità di valore inferiore a centomila euro.
A norma del codice civile, la disposizione che impone alle persone giuridiche di accettare con beneficio d'inventario le eredità ad esse devolute si applica anche alle società in accomandita per azioni? No. Sì, ma solo se l'eredità ha un valore superiore a cinquemilionicentosessantamila euro. Sì. Sì, ma solo se l'eredità comprende beni immobili.
A norma del codice civile, la disposizione che impone alle persone giuridiche di accettare con beneficio d'inventario le eredità ad esse devolute si applica anche alle società cooperative a responsabilità illimitata? Sì, ma solo se l'eredità comprende beni immobili. No. Sì. Sì, ma solo se l'eredità ha un valore superiore a cinquemilionicentosessantamila euro.
A norma del codice civile, la disposizione che impone alle persone giuridiche di accettare con beneficio d'inventario le eredità ad esse devolute si applica anche alle società per azioni? Sì, ma solo se l'eredità ha un valore superiore a duemilionicinquecentottantamila euro. No. Sì. Sì, ma solo se l'eredità comprende beni mobili.
A norma del codice civile, la disposizione che impone alle persone giuridiche di accettare con beneficio d'inventario le eredità ad esse devolute si applica anche alle società semplici? Sì, ma solo se l'eredità comprende beni immobili. Sì. Sì, ma solo se l'eredità ha un valore superiore a cinquemilionicentosessantamila euro. No.
A norma del codice civile, la disposizione che impone alle persone giuridiche di accettare con beneficio d'inventario le eredità ad esse devolute si applica anche alle società in nome collettivo? Sì, ma solo se l'eredità ha un valore superiore a cinquemilionicentosessantamila euro. No. Sì. Sì, ma solo se l'eredità comprende beni immobili.
A norma del codice civile, la disposizione che impone alle persone giuridiche di accettare con beneficio d'inventario le eredità ad esse devolute si applica anche alle società in accomandita semplice? Sì, ma solo se l'eredità ha un valore superiore a cinquemilionicentosessantamila euro. Sì, ma solo se l'eredità comprende beni immobili. No. Sì.
A norma del codice civile le associazioni riconosciute possono accettare le eredità ad esse devolute? Sì, ma solo col beneficio d'inventario. No. Sì, sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente. Sì, ma solo puramente e semplicemente.
A norma del codice civile le fondazioni possono accettare le eredità ad esse devolute? No. Sì, ma solo col beneficio d'inventario. Sì, ma solo puramente e semplicemente. Sì, sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente.
A norma del codice civile, la disposizione che impone alle persone giuridiche di accettare con beneficio d'inventario le eredità ad esse devolute si applica anche alle società cooperative a responsabilità limitata? Sì, ma solo se l'eredità ha un valore superiore a cinquemilionicentosessantamila euro. No. Sì. Sì, ma solo se l'eredità comprende beni immobili.
A norma del codice civile, la disposizione che impone alle persone giuridiche di accettare con beneficio d'inventario le eredità ad esse devolute si applica anche alle società a responsabilità limitata? Sì, ma solo se l'eredità comprende beni immobili. No. Sì. Sì, ma solo se l'eredità ha un valore superiore a cinquemilionicentosessantamila euro.
Le eredità devolute alle persone giuridiche, fatta eccezione per le società, si possono accettare: solo col beneficio d'inventario. solo puramente e semplicemente. sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente a scelta del legale rappresentante. sia col beneficio d'inventario che puramente e semplicemente qualora nell'eredità siano compresi beni immobili.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti ipotesi costituisce accettazione espressa dell'eredità? L'avere il chiamato all'eredità rinunziato, a titolo gratuito, ai diritti di successione. L'avere il chiamato all'eredità, in un atto pubblico, assunto il titolo di erede. L'avere il chiamato all'eredità compiuto un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede. L'avere il chiamato all'eredità rinunziato, verso corrispettivo, ai diritti di successione.
La dichiarazione di accettazione parziale di eredità è: valida, purché l'accettazione sia stata fatta con atto pubblico. nulla. valida, purché concerna i soli beni immobili. annullabile.
La dichiarazione di accettazione dell'eredità sotto condizione è: valida, purché l'accettazione sia stata fatta con atto pubblico. annullabile. nulla. valida.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti ipotesi costituisce accettazione espressa dell'eredità? L'avere il chiamato all'eredità, in un atto pubblico, dichiarato di accettarla. L'avere il chiamato all'eredità rinunziato, verso corrispettivo, ai diritti di successione. L'avere il chiamato all'eredità compiuto un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede. L'avere il chiamato all'eredità dichiarato di essere erede in presenza di testimoni.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti ipotesi costituisce accettazione espressa dell'eredità? L'avere il chiamato all'eredità rinunziato, verso corrispettivo, ai diritti di successione. L'avere il chiamato all'eredità compiuto un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede. L'avere il chiamato all'eredità, in una scrittura privata, dichiarato di accettarla. L'avere il chiamato all'eredità rinunziato, a titolo gratuito, ai diritti di successione.
La vendita che il chiamato all'eredità fa dei suoi diritti di successione importa accettazione dell'eredità? Sì, ma solo qualora sia fatta ad un estraneo. Sì, sia che sia fatta ad un estraneo o a tutti gli altri chiamati o ad alcuno di questi. No, purché sia fatta previo consenso degli altri chiamati all'eredità. No, purché sia fatta previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria.
In quale dei seguenti casi la rinunzia ai diritti di successione importa accettazione dell'eredità? Sempre, qualora sia fatta oltre tre mesi dopo l'apertura della successione. Qualora sia fatta verso corrispettivo o a favore di alcuni soltanto dei chiamati. Sempre, qualora sia fatta oltre sei mesi dopo l'apertura della successione. Solo qualora sia fatta verso corrispettivo e non anche se sia fatta a favore di alcuni soltanto dei chiamati.
Il diritto di accettare l'eredità si prescrive: in tre anni. in due anni. in dieci anni. in un anno.
In quanti anni si prescrive il diritto di accettare l'eredità? Mai. Dieci anni. Cinque anni. Venti anni.
Da quando decorre il termine per l'accettazione dell'eredità in caso di successione legittima? Dal giorno dell'immissione nel possesso materiale dei beni ereditari. Dal giorno in cui si è avuta notizia dell'apertura della successione. Dalla data di presentazione della dichiarazione di successione all'ufficio del registro. Dal giorno dell'apertura della successione.
A Tizio, unico chiamato all'eredità del padre Caio, deceduto da tre mesi e che non è nel possesso di beni ereditari, viene fissato dall'autorità giudiziaria un termine di sessanta giorni per accettare o rinunziare all'eredità. Trascorso il predetto termine senza che abbia fatto alcuna dichiarazione in merito, Tizio: è considerato erede puro e semplice. perde il diritto di accettare. rimane nella posizione di chiamato, ma se successivamente vorrà accettare l'eredità, potrà farlo solo con il beneficio d'inventario. rimane nella posizione di chiamato, ma si dovrà provvedere alla nomina del curatore dell'eredità giacente.
Se il chiamato all'eredità non ha fatto la dichiarazione di accettazione o di rinunzia all'eredità entro il termine fissato dalla autorità giudiziaria, egli: perde il diritto di accettare. è considerato erede puro e semplice. è considerato chiamato, ma si dovrà provvedere alla nomina del curatore dell'eredità giacente. è considerato curatore di diritto dell'eredità fino a quando un altro dei chiamati abbia accettato l'eredità stessa.
Chi può chiedere che l'autorità giudiziaria fissi un termine entro il quale il chiamato dichiari se accetta o rinunzia all'eredità? Chiunque vi ha interesse. I soli chiamati per legge. I soli legittimari. I soli legatari.
Si può impugnare l'accettazione dell'eredità? Sì, ma nel solo caso in cui sia effetto di errore. Sì, ma nel solo caso in cui sia effetto di violenza. Sì, quando sia effetto di violenza o dolo. No.
Quando l'accettazione di eredità è effetto di violenza, la relativa azione di impugnazione: è imprescrittibile. si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza. si prescrive in dieci anni dal giorno in cui si è aperta la successione. si prescrive in dieci anni dal giorno dell'accettazione dell'eredità.
Quando l'accettazione di eredità è effetto di dolo, la relativa azione di impugnazione: si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo. è imprescrittibile. si prescrive in dieci anni dal giorno dell'accettazione dell'eredità. si prescrive in dieci anni dal giorno in cui si è aperta la successione.
A norma del codice civile l'accettazione dell'eredità non si può impugnare: se è effetto di dolo. se è viziata da errore. se è effetto di violenza. se è effetto di violenza ed è stata fatta col beneficio d'inventario.
La dichiarazione di accettazione dell'eredità col beneficio d'inventario deve essere trascritta? No, mai. Sì, ma solo se nel patrimonio ereditario vi sono beni immobili di valore superiore a cinquecentosedicimila euro. Sì. Sì, ma solo se l'erede beneficiato è un incapace o un ente morale.
A norma del codice civile, presso quale ufficio dei registri immobiliari il cancelliere deve trascrivere la dichiarazione di accettazione dell'eredità col beneficio d'inventario? Presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo di domicilio dell'erede. Presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si trova l'immobile di maggior valore tra quelli caduti in successione. Presso tutti gli uffici dei registri immobiliari dei luoghi in cui si trovano gli immobili caduti in successione. Presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si è aperta la successione.
Tizio, chiamato per legge all'eredità del padre Caio e nel possesso di beni ereditari, ha cominciato l'inventario entro tre mesi dal giorno della apertura della successione e, non essendo stato in grado di completarlo, ha ottenuto dal giudice competente una proroga di tre mesi. Trascorrono gli ulteriori tre mesi senza che l'inventario sia stato compiuto; Tizio, a norma del codice civile, è considerato: erede beneficiato. chiamato senza poteri di amministrazione. erede beneficiato per i beni di cui è stato completato l'inventario, erede puro e semplice per gli altri beni. erede puro e semplice.
Entro quale termine il chiamato all'eredità, che si trova a qualsiasi titolo nel possesso di beni ereditari, deve fare o comunque cominciare l'inventario per non essere considerato erede puro e semplice? Dieci anni dal giorno dell'apertura della successione o della notizia della devoluta eredità. Tre mesi dal giorno dell'apertura della successione o della notizia della devoluta eredità. Un anno dal giorno dell'apertura della successione o della notizia della devoluta eredità. Quaranta giorni dal giorno dell'apertura della successione o della notizia della devoluta eredità.
Entro quale termine il chiamato all'eredità, che si trova a qualsiasi titolo nel possesso di beni ereditari e che ha compiuto l'inventario ma non ha ancora fatto la dichiarazione di accettazione di eredità con beneficio d'inventario, deve deliberare se accetta o rinunzia all'eredità per non essere considerato erede puro e semplice? Centottanta giorni dall'inizio dell'inventario. Quaranta giorni dal compimento dell'inventario. Dieci anni dall'apertura della successione. Sei mesi dall'apertura della successione.
Entro quale termine il chiamato all'eredità, che non è nel possesso dei beni ereditari, può fare dichiarazione di accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario? Sino a tre mesi dall'apertura della successione o dalla notizia della devoluta eredità. Sino a che il diritto di accettare non è prescritto. Sino a sei mesi dalla notizia che il chiamato abbia avuto dell'apertura della successione. Sino a sei mesi dall'apertura della successione o dalla notizia della devoluta eredità.
A norma del codice civile, l'effetto del beneficio d'inventario consiste: nel tener distinto il patrimonio dell'erede che ha accettato col beneficio d'inventario da quello degli altri eventuali coeredi o legatari. nel tener distinto il patrimonio del defunto da quello dell'erede. nel far assumere all'erede la responsabilità per i debiti ereditari anche oltre il valore dei beni a lui pervenuti. nel tener distinto il patrimonio dell'erede da quello dei legatari.
A norma del codice civile, l'effetto del beneficio d'inventario consiste: nel tener distinto il patrimonio del defunto da quello dell'erede. nel tener distinto il patrimonio dell'erede da quello dei legatari. nel far assumere all'erede la responsabilità per i debiti ereditari anche oltre il valore dei beni immobili a lui pervenuti. nel far assumere all'erede la responsabilità per i debiti ereditari, anche oltre il valore dei beni mobili a lui pervenuti.
Tizio, istituito erede universale da Caio, ha accettato l'eredità con il beneficio dell'inventario. L'obbligazione per la quale Caio era debitore di Tizio è, in tal caso, estinta? No. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo nel caso in cui Tizio sia legittimario di Caio. Sì, salvo che i creditori dell'eredità abbiano esercitato la separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede.
Quando il debitore diventa erede del creditore, l'obbligazione si estingue? Sì, salvo che l'erede abbia accettato l'eredità con beneficio di inventario. Sì, ma solo in caso di successione testamentaria. Sì, ma solo in caso di successione legittima. Sì, sempre.
L'erede con beneficio d'inventario risponde dell'amministrazione dei beni ereditari? No, mai. Sì, ma solo per colpa grave. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se ha compiuto atti di disposizione del patrimonio ereditario senza l'autorizzazione giudiziaria.
In quale tra le seguenti ipotesi l'erede decade dal beneficio d'inventario? Se aliena beni immobili ereditari senza l'autorizzazione giudiziaria e senza osservare le forme prescritte dal codice di procedura civile. Se omette in buona fede di denunziare nell'inventario passività ereditarie. Se omette, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario beni mobili appartenenti all'eredità. Se omette, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario crediti dell'eredità.
In quale tra le seguenti ipotesi l'erede decade dal beneficio d'inventario? Se omette, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario beni mobili appartenenti all'eredità. Se ipoteca beni immobili ereditari senza l'autorizzazione giudiziaria e senza osservare le forme prescritte dal codice di procedura civile. Se omette in buona fede di denunziare nell'inventario passività ereditarie. Se omette, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario crediti dell'eredità.
In quale tra le seguenti ipotesi l'erede decade dal beneficio d'inventario? Se sottopone a pegno beni ereditari senza l'autorizzazione giudiziaria e senza osservare le forme prescritte dal codice di procedura civile. Se omette in buona fede di denunziare nell'inventario passività ereditarie. Se omette, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario beni mobili appartenenti all'eredità. Se omette, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario crediti dell'eredità.
In quale tra le seguenti ipotesi l'erede decade dal beneficio d'inventario? Se omette in buona fede di denunziare nell'inventario beni mobili appartenenti all'eredità. Se omette in buona fede di denunziare nell'inventario crediti dell'eredità. Se omette in buona fede di denunziare nell'inventario passività ereditarie. Se transige relativamente a beni ereditari senza l'autorizzazione giudiziaria e senza osservare le forme prescritte dal codice di procedura civile.
In quale tra le seguenti ipotesi l'erede decade dal beneficio d'inventario? Se ha omesso in buona fede di denunziare nell'inventario passività ereditarie. Se ha omesso, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario crediti dell'eredità. Se ha denunziato, ancorché in buona fede, nell'inventario passività non esistenti. Se ha denunziato in mala fede nell'inventario passività non esistenti.
In quale tra le seguenti ipotesi l'erede decade dal beneficio d'inventario? Se ha omesso in buona fede di denunziare nell'inventario passività ereditarie. Se ha omesso, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario crediti dell'eredità. Se ha omesso in mala fede di denunziare nell'inventario beni appartenenti all'eredità. Se ha omesso, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario beni appartenenti all'eredità.
A quali soggetti l'erede con beneficio d'inventario ha l'obbligo di rendere conto della sua amministrazione? Ai creditori, ai legatari e ai coeredi che non hanno accettato con il beneficio d'inventario. Solo ai creditori e ai legatari. Solo ai coeredi che non hanno accettato con il beneficio d'inventario. Al tribunale competente secondo il luogo di apertura della successione.
I creditori ereditari possono far assegnare all'erede con beneficio d'inventario un termine per rendere il conto della sua amministrazione? Sì, ma solo se è trascorso più di un anno dall'accettazione con beneficio d'inventario. Sì, ma solo se nell'eredità sono compresi beni che non si possono conservare o la cui conservazione importi grave dispendio. Sì. No.
A Tizio, erede con beneficio d'inventario, è stata notificata nei termini opposizione da parte di alcuni creditori ereditari alla liquidazione individuale. Pertanto a norma del codice civile egli: non può eseguire pagamenti, ma deve provvedere alla liquidazione dell'eredità nell'interesse di tutti i creditori e legatari. deve provvedere al pagamento di creditori e legatari a misura che si presentano. deve provvedere alla liquidazione dell'eredità nell'interesse dei creditori che hanno fatto opposizione e, se l'asse ereditario non è esaurito, pagare i creditori e legatari che non hanno fatto opposizione. deve provvedere alla liquidazione dell'eredità nell'interesse dei legatari, abbiano o non abbiano fatto opposizione e, se l'asse ereditario non è esaurito, pagare i creditori.
A Tizio, erede con beneficio d'inventario, è stata notificata nei termini opposizione da parte di alcuni creditori ereditari alla liquidazione individuale. A norma del codice civile egli deve, fra l'altro, non oltre un mese dalla notificazione dell'opposizione: invitare, a mezzo di un notaio del luogo dell'aperta successione, i creditori e legatari a presentare, entro un termine stabilito dal notaio stesso e non inferiore a giorni trenta, le dichiarazioni di credito. chiedere al tribunale del luogo dell'aperta successione di fissare un termine ai creditori e legatari per presentare le dichiarazioni di credito. chiedere al tribunale del luogo dell'aperta successione di nominare un notaio che provveda a liquidare le attività ereditarie. chiedere al tribunale del luogo dell'aperta successione di nominare un notaio che rappresenti i creditori e legatari residenti fuori distretto, e di essere autorizzato a provvedere, con l'assistenza del notaio medesimo, a liquidare le attività ereditarie.
Tizio, erede con beneficio d'inventario, sta provvedendo alla liquidazione dell'eredità nell'interesse di tutti i creditori e legatari. Nel corso della procedura si rende necessario, per soddisfare i creditori, comprendere nella liquidazione anche l'oggetto di un legato di specie. Sulla somma che residua dopo il pagamento dei creditori il legatario di specie: è preferito agli altri legatari solo se il testatore abbia disposto in tal senso. è preferito agli altri legatari. ha gli stessi diritti degli altri legatari. è preferito agli altri legatari solo se il testatore abbia disposto in tal senso e l'oggetto del legato di specie sia un bene immobile.
Tizio, erede con beneficio d'inventario, sta provvedendo alla liquidazione dell'eredità nell'interesse di tutti i creditori e legatari. Nel corso della procedura si rende necessario, per soddisfare i creditori, comprendere nella liquidazione anche l'oggetto di un legato di specie. Sulla somma che residua dopo il pagamento dei creditori il legatario di specie: è preferito agli altri legatari. ha gli stessi diritti degli altri legatari. è preferito agli altri legatari di specie, ma non ai legatari di genere. è preferito agli altri legatari solo se il testatore abbia disposto in tal senso.
Quando non vi è opposizione di creditori o di legatari alla liquidazione individuale, l'erede con beneficio d'inventario, che non abbia ancora eseguito pagamenti, può ugualmente valersi della procedura di liquidazione concorsuale dell'eredità? No. Sì, ma solo previo parere favorevole della maggioranza dei creditori. Sì. Sì, ma solo previo parere favorevole della maggioranza dei creditori e legatari e con l'autorizzazione del tribunale del luogo dell'aperta successione.
Quando non vi è opposizione di creditori o legatari alla liquidazione individuale, l'erede con beneficio d'inventario, che non abbia ancora eseguito pagamenti, può ugualmente valersi della procedura di liquidazione concorsuale dell'eredità? Sì, ma solo previo parere favorevole della maggioranza dei creditori e legatari e con l'autorizzazione del tribunale del luogo dell'aperta successione. Sì, ma solo previo parere favorevole di tutti i creditori privilegiati e quello della maggioranza dei creditori chirografari. Sì, ma solo se non vi sia l'opposizione della maggioranza dei creditori alla liquidazione concorsuale. Sì.
In quale delle seguenti ipotesi l'erede, in caso di opposizione, decade dal beneficio d'inventario? Se non forma lo stato di graduazione nel termine assegnatogli dall'autorità giudiziaria. Se aliena o sottopone a pegno o ipoteca suoi beni personali o transige relativamente a questi beni senza l'autorizzazione giudiziaria. Se aliena beni mobili ereditari trascorsi cinque anni dalla dichiarazione di accettare con beneficio d'inventario. Se omette, ancorché in buona fede, di denunziare nell'inventario beni appartenenti all'eredità.
La dichiarazione di rilascio di tutti i beni ereditari, effettuata dall'erede con beneficio d'inventario a favore dei creditori e legatari, deve essere trascritta presso gli uffici dei registri immobiliari dei luoghi in cui si trovano gli immobili ereditari? No. Sì, ma solo se non vi sia stata precedentemente trascritta l'accettazione con beneficio d'inventario. Sì. Sì, ma solo se presso tali uffici non risulta trascritta l'opposizione al rilascio da parte dei creditori e legatari.
Qualora nell'asse ereditario siano compresi beni mobili iscritti in pubblici registri, la dichiarazione di rilascio di tutti i beni ereditari, effettuata dall'erede con beneficio d'inventario a favore dei creditori e legatari, deve essere trascritta presso gli uffici dove sono registrati i beni mobili? Sì, ma solo se presso tali uffici non risulta trascritta l'opposizione al rilascio da parte dei creditori e legatari. No. Sì, ma solo se non vi sia stata precedentemente trascritta l'accettazione con beneficio d'inventario. Sì.
Gli atti di disposizione di beni immobili ereditari compiuti dall'erede con beneficio d'inventario dopo che sia stata trascritta, nei modi previsti dalla legge, la dichiarazione di rilascio dei beni ereditari a favore dei creditori e legatari sono: senza effetto rispetto ai soli legatari. senza effetto rispetto ai creditori e ai legatari. senza effetto solo rispetto ai creditori privilegiati e ai legatari di specie. senza effetto rispetto ai soli creditori.
Chi ed entro quale termine può procedere al rilascio dei beni ereditari a favore dei creditori e legatari? L'erede che ha accettato puramente e semplicemente l'eredità, entro tre mesi dall'accettazione stessa. L'erede decaduto dal beneficio d'inventario, nel termine di trenta giorni dal verificarsi del fatto che ha determinato la decadenza. L'erede con beneficio d'inventario, non oltre un mese dalla scadenza del termine stabilito per presentare le dichiarazioni di credito, se non ha provveduto ad alcun atto di liquidazione. L'erede decaduto dal beneficio d'inventario, senza alcun limite di tempo.
In caso di rilascio di tutti i beni ereditari a favore dei creditori e legatari, l'erede resta liberato da ogni responsabilità per i debiti ereditari dal momento in cui: è trascritta, a cura del cancelliere competente, la dichiarazione di rilascio presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si è aperta la successione. è iscritta la dichiarazione di rilascio nel registro delle successioni. è eseguita la consegna dei beni al curatore nominato dall'autorità giudiziaria. è nominato dall'autorità giudiziaria il curatore che dovrà provvedere alla liquidazione.
Se un'eredità è stata accettata con beneficio d'inventario, ove sia stata trascritta dichiarazione di rilascio dei beni, in mancanza della nomina d'ufficio, chi può fare istanza all'autorità giudiziaria affinché venga nominato un curatore che provveda alla liquidazione? L'erede o uno dei creditori o uno dei legatari. L'erede o tutti i creditori d'accordo tra loro, ma non i legatari. L'erede o tutti i legatari d'accordo tra loro, ma non i creditori. Solo gli eventuali creditori.
L'accettazione con beneficio di inventario fatta da uno dei chiamati giova a tutti gli altri? Sì, ma solo se l'inventario è compiuto dallo stesso chiamato che ha fatto la dichiarazione di accettazione. Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, ma solo a quegli altri chiamati che siano intervenuti alle operazioni di inventario.
A chi giova l'accettazione d'eredità con beneficio d'inventario fatta da uno dei chiamati? Agli altri chiamati soltanto se sono interdetti, minori o inabilitati. Anche a tutti gli altri chiamati. Solo all'accettante. Ai soli chiamati che sono nel possesso dei beni.
A norma del codice civile le spese dell'inventario e di ogni altro atto dipendente dall'accettazione con beneficio d'inventario sono a carico: dell'eredità. dei creditori ereditari e dei legatari anche se non hanno esercitato la separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede. dei chiamati. dei creditori ereditari.
La separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede impedisce ai creditori ereditari e ai legatari che l'hanno esercitata di soddisfarsi anche sui beni propri dell'erede? Sì. Sì, ma solo relativamente ai beni immobili. Sì, ma solo relativamente ai beni mobili. No.
Il diritto alla separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede spetta anche ai creditori o legatari che hanno altre garanzie sui beni del defunto? Sì, ma solo se non si tratti di garanzia ipotecaria. Sì, ma solo se non si tratti di garanzia fideiussoria. Sì. No.
La separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede assicura: il soddisfacimento con i beni del defunto dei creditori dell'erede, a preferenza dei creditori del defunto. il soddisfacimento, con i beni del defunto, dei creditori di lui e dei legatari che l'hanno esercitata, a preferenza dei creditori dell'erede. il soddisfacimento, con i beni del defunto, dei soli creditori privilegiati di lui, anche se non l'hanno esercitata, a preferenza dei creditori dell'erede. il soddisfacimento, con i beni propri dell'erede, dei creditori ereditari e dei legatari che l'hanno esercitata, a preferenza dei creditori dell'erede.
Sono soggetti legittimati a chiedere la separazione dei beni dell'erede da quelli del defunto: i creditori del defunto, ma non i legatari. i creditori del defunto ed i legatari. i creditori del defunto, purché non abbiano altre garanzie sui beni del defunto, ed i legatari. i creditori del defunto, purché abbiano già altre garanzie sui beni del defunto, e i legatari.
I creditori del defunto possono esercitare la separazione anche rispetto ai beni che formano oggetto di legato di specie? Sì. Sì, ma solo se il bene oggetto del legato è un bene immobile. Sì, ma solo se il bene oggetto del legato è un bene mobile registrato. No.
L'erede può impedire o far cessare la separazione dei beni? Sì, pagando i creditori e i legatari, e senza occorra che dia cauzione per il pagamento di quelli il cui diritto è sospeso da condizione o sottoposto a termine, oppure contestato. No, tranne che vi sia il consenso della maggioranza dei legatari e dei creditori privilegiati. Sì, pagando i creditori e i legatari, e dando cauzione per il pagamento di quelli il cui diritto è sospeso da condizione o sottoposto a termine, oppure contestato. Sì, pagando i creditori e dando cauzione per il pagamento di quelli il cui diritto è sospeso da condizione o sottoposto a termine, mentre non è necessario che egli paghi i legatari.
Il diritto alla separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede deve essere esercitato: entro il termine di tre mesi dalla trascrizione dell'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si è aperta la successione. entro il termine di tre mesi dall'apertura della successione. entro il termine di tre mesi dall'accettazione dell'eredità. entro il termine di tre mesi dalla iscrizione nel registro delle successioni dell'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario.
Con quali modalità si esercita il diritto alla separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede, qualora abbia ad oggetto mobili? Il diritto si esercita mediante apprensione dei beni. Il diritto si esercita mediante domanda giudiziale. Il diritto si esercita mediante notificazione di un atto stragiudiziale. Il diritto si esercita mediante dichiarazione resa ad un notaio.
Riguardo agli immobili, i creditori del defunto e i legatari esercitano il diritto alla separazione dei beni del defunto stesso da quelli dell'erede: mediante sentenza di accertamento del credito o del legato da trascriversi presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si trovano gli immobili. mediante l'iscrizione del credito o del legato sopra ciascuno dei beni stessi. mediante istanza da presentare al cancelliere del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. mediante domanda stragiudiziale.
Con quali modalità si esercita il diritto alla separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede, qualora abbia ad oggetto immobili ed altri beni capaci di ipoteca? Il diritto si esercita mediante l'iscrizione del credito o del legato sopra ciascuno dei beni stessi, nei modi stabiliti per iscrivere le ipoteche. Il diritto si esercita mediante dichiarazione resa ad un notaio. Il diritto si esercita mediante domanda giudiziale. Il diritto si esercita mediante notifica ai creditori di un atto recante l'elencazione dei beni.
La rinunzia all'eredità deve farsi: solo con dichiarazione ricevuta da un notaio. solo con dichiarazione ricevuta dal cancelliere dell'ufficio giudiziario competente. con dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere dell'ufficio giudiziario competente. con dichiarazione ricevuta dal prefetto.
La rinunzia parziale all'eredità è: valida, purché sia fatta con dichiarazione ricevuta da un notaio. nulla solo se la vocazione è testamentaria. nulla. nulla solo se non vengono specificati i beni ed i diritti ai quali si rinunzia.
La rinunzia all'eredità fatta sotto condizione è: nulla. valida ma inefficace. annullabile. valida ed efficace.
La rinunzia all'eredità fatta a termine è: valida ed efficace. valida ma inefficace. nulla. annullabile.
La rinunzia all'eredità fatta solo per parte è: valida ma inefficace. annullabile. valida ed efficace. nulla.
È valido l'atto, ricevuto da notaio, contenente una dichiarazione di rinunzia all'eredità sottoposta a condizione? No, mai. Sì, ma solo se trattasi di condizione sospensiva. Sì, ma solo se trattasi di condizione risolutiva. Sì, sempre.
La dichiarazione di rinunzia all'eredità può essere sottoposta a termine? Sì, ma solo se trattasi di termine finale. No, mai. Sì, ma solo se trattasi di termine iniziale. Sì, sempre.
La rinunzia all'eredità è retroattiva? No, ha effetto dal momento in cui la dichiarazione è inserita nel registro delle successioni. No, ha effetto dal ricevimento della dichiarazione da parte del notaio o del cancelliere. Sì, salvo che sia fatta sotto condizione o a termine. Sì.
Tizio, nullatenente senza redditi e debitore di Sempronio di cinquemila euro, rinunzia all'eredità di Caio. Può Sempronio farsi autorizzare ad accettare l'eredità di Caio in nome e luogo del rinunziante Tizio per soddisfarsi sui beni ereditari fino a concorrenza del suo credito? No, salvo che gli altri chiamati vi acconsentano. Sì, purché non siano trascorsi cinque anni dalla rinunzia. No. Sì, purché non siano trascorsi cinque anni dall'apertura della successione.
È possibile revocare la rinunzia all'eredità? Sì, ma entro dieci anni dalla data della rinunzia stessa. No, salvo il caso in cui la revoca avvenga nei sei mesi dalla data della dichiarazione di rinunzia all'eredità. Sì, ma fino a che il diritto di accettare l'eredità non è prescritto e sempre che l'eredità medesima non sia stata acquistata da altro chiamato. No.
Colui che ha rinunziato all'eredità può, successivamente, accettarla? Sì, fino a che il diritto di accettare l'eredità non è prescritto e se l'eredità non è già stata acquistata da altro dei chiamati, senza pregiudizio delle ragioni acquistate da terzi sopra i beni dell'eredità stessa. Sì, ma solo se l'accettazione sia fatta entro tre mesi dalla dichiarazione di rinunzia e se l'eredità non sia già stata acquistata da altro dei chiamati, senza pregiudizio delle ragioni acquistate da terzi sopra i beni dell'eredità stessa. Sì, ma solo previo consenso della maggioranza dei coeredi. No mai.
Il chiamato all'eredità, il quale ha rinunziato alla medesima, può revocare la rinunzia? Sì, anche se il diritto di accettare l'eredità si è prescritto. Sì, fino a che il diritto di accettare l'eredità non sia prescritto contro di lui e sempre che l'eredità non sia già stata acquistata da altro dei chiamati. No, salvo che la revoca sia autorizzata da tutti gli altri chiamati. No.
La rinunzia all'eredità si può impugnare se è l'effetto di dolo? Sì, ma solo se il raggiro proviene da un creditore ereditario. Sì. No. Sì, ma solo se il raggiro proviene da un chiamato in subordine.
In quanti anni si prescrive l'azione per impugnare la rinunzia all'eredità quando è effetto di violenza? Cinque anni dall'apertura della successione. Dieci anni dalla dichiarazione di rinunzia all'eredità. Cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza. Dieci anni dal giorno in cui è stata scoperta la violenza.
In quanti anni si prescrive l'azione per impugnare la rinunzia all'eredità quando è effetto di dolo? Cinque anni dall'apertura della successione. Cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo. Dieci anni dalla dichiarazione di rinunzia all'eredità. Dieci anni dal giorno in cui è cessato il dolo.
La rinunzia all'eredità si può impugnare se è l'effetto di violenza? Sì. No. Sì, ma solo se la dichiarazione di rinunzia è stata ricevuta da un notaio. Sì, ma solo se la violenza proviene da un chiamato in subordine.
La facoltà di rinunziare all'eredità può essere esercitata dal chiamato all'eredità che ha sottratto o nascosto beni spettanti all'eredità stessa? Sì, ma solo previa restituzione del bene sottratto o nascosto. No, in quanto il chiamato all'eredità che ha sottratto o nascosto beni spettanti all'eredità decade dalla facoltà di rinunziarvi e si considera erede puro e semplice, nonostante la rinunzia. Sì, ma solo previa autorizzazione del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. Sì.
A norma del codice civile, i chiamati all'eredità che hanno sottratto o nascosto beni spettanti all'eredità stessa: perdono il diritto di accettare l'eredità. sono esclusi dalla successione come indegni. si considerano rinunzianti. decadono dalla facoltà di rinunziarvi e si considerano eredi puri e semplici, nonostante la loro rinunzia.
In quali dei seguenti casi si procede alla nomina del curatore dell'eredità giacente? Quando il chiamato si sia reso irreperibile dopo aver accettato l'eredità. Quando il chiamato all'eredità ha sottratto o nascosto beni spettanti all'eredità. Quando il chiamato è nel possesso dei beni ereditari, ma non l'ha ancora accettata. Quando il chiamato non ha accettato l'eredità e non è nel possesso dei beni ereditari.
A chi spetta la nomina del curatore dell'eredità giacente? Ai chiamati all'eredità ed ai creditori ereditari che decidono a maggioranza. Al prefetto. All'autorità giudiziaria. Ai chiamati all'eredità.
Quando viene nominato il curatore dell'eredità giacente? Quando il chiamato non ha accettato l'eredità e non è nel possesso di beni ereditari. Quando lo ha imposto il testatore. Quando il chiamato ha accettato l'eredità e la trascura con danno della stessa. Quando il chiamato non ha accettato l'eredità, ma solo se si trova nel possesso di beni ereditari e trascura l'eredità con danno della stessa.
Può il curatore dell'eredità giacente provvedere al pagamento dei debiti ereditari? Sì, ma solo previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria ed in assenza di opposizione da parte del chiamato. Sì, ma solo previa autorizzazione del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione. Sì, anche senza autorizzazione giudiziaria, purché in assenza di opposizione da parte dei creditori o dei legatari. Sì, ma solo previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria ed in assenza di opposizione da parte di alcuno dei creditori o dei legatari.
Il curatore dell'eredità giacente può provvedere al pagamento dei debiti ereditari e dei legati, qualora non vi sia opposizione da parte dei creditori e dei legatari? Sì, previa autorizzazione dei creditori ereditari. Sì, e senza necessità di alcuna autorizzazione, ma solo se si tratti di debiti garantiti da ipoteca. Sì, previo consenso della maggioranza dei chiamati all'eredità. Sì, previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria.
In quale delle seguenti ipotesi il curatore dell'eredità giacente cessa dalle sue funzioni? Quando l'eredità è stata accettata. Quando uno dei chiamati all'eredità chiede di fungere da curatore. Quando ha pagato tutti i debiti dell'eredità ed ha eseguito le eventuali disposizioni testamentarie a titolo particolare. Quando ha pagato tutti i debiti dell'eredità.
In quale di queste ipotesi il curatore dell'eredità giacente cessa dalle sue funzioni? Solo quando l'eredità è stata accettata con beneficio di inventario. Quando l'eredità è stata accettata. Trascorsi cinque anni dall'apertura della successione. Quando vi sia stata, da parte di uno dei chiamati, rinunzia all'eredità.
L'azione di petizione di eredità: si prescrive con il decorso di dieci anni dall'apertura della successione. è imprescrittibile, salvi gli effetti dell'usucapione rispetto ai singoli beni. si prescrive con il decorso di termini differenziati a seconda della natura dei singoli beni di cui si intende ottenere la restituzione. si prescrive con il decorso di venti anni dall'apertura della successione.
A norma del codice civile, contro quali soggetti l'erede può chiedere il riconoscimento della sua qualità ereditaria? Solo contro i legatari. Solo contro i creditori ereditari. Solo contro chi possieda un immobile ereditario senza titolo. Contro chiunque possieda tutti o parte dei beni ereditari a titolo di erede o senza titolo alcuno.
È soggetta a prescrizione l'azione di petizione dell'eredità? Sì, ma solo se l'erede non è un incapace. Sì, ma il termine è diverso a seconda della natura dei beni dei quali l'erede pretende la restituzione. No, salvi gli effetti dell'usucapione rispetto ai singoli beni. Sì.
L'azione di petizione di eredità: è imprescrittibile, salvi gli effetti della usucapione rispetto ai singoli beni. si prescrive in venti anni dall'apertura della successione. si prescrive in dieci anni dall'apertura della successione. si prescrive in cinque anni dall'apertura della successione.
I diritti acquistati dai terzi su beni mobili per effetto di convenzioni a titolo oneroso con l'erede apparente: sono fatti salvi solo se i terzi provino di avere contratto in buona fede, provino altresì la buona fede dell'erede apparente, e se la convenzione è stata stipulata almeno un anno dopo l'apertura della successione. non sono mai fatti salvi. sono fatti salvi, se i terzi provino di avere contratto in buona fede. sono fatti salvi e la buona fede del terzo è presunta.
Il terzo che acquista dall'erede apparente diritti ereditari relativi a beni mobili non registrati fa salvi i diritti acquistati? Sì, sempre. No, mai. Sì, ma solo se tali diritti sono stati da lui acquistati per effetto di convenzioni a titolo gratuito. Sì, ma solo se tali diritti sono stati da lui acquistati per effetto di convenzioni a titolo oneroso e provi di avere contrattato in buona fede.
Il possessore in buona fede di beni ereditari che aliena, pure in buona fede, una cosa dell'eredità ricevendone il pagamento, è obbligato nei confronti dell'erede: solo a restituire il prezzo o il corrispettivo ricevuto. a riacquistare la cosa alienata per restituirla all'erede. a restituire il prezzo ricevuto unitamente agli interessi al tasso stabilito in via equitativa dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. al risarcimento del danno.
La legge riserva ai discendenti dei figli naturali che vengono alla successione in luogo di questi gli stessi diritti che sono riservati ai figli naturali? No, in quanto la legge non riserva loro alcun diritto. No, in quanto la legge riserva loro soltanto un assegno vitalizio commisurato alle sostanze ereditarie. Sì. La legge riserva loro soltanto il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare, se conviventi con il defunto.
I figli adottivi sono compresi dalla legge tra i legittimari? No. Sì, ma solo se non concorrono con altri legittimari. Sì, ma solo se non concorrono con figli legittimi. Sì.
Quali diritti la legge riserva a favore dei discendenti dei figli legittimi o naturali, i quali vengono alla successione in luogo di questi? I diritti che residuano dopo che siano stati soddisfatti per intero il coniuge ed i collaterali del de cuius. Gli stessi diritti che sono riservati ai figli legittimi o naturali. I diritti di usufrutto dei beni immobili e di uso dei beni mobili ereditari. I soli diritti di abitazione della casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano.
I figli naturali riconosciuti sono compresi dalla legge tra i legittimari? Sì, ma solo se non concorrono con figli legittimi. Sì. No. Sì, ma solo se non concorrono con altri legittimari.
In caso di successione devoluta per legge, possono i figli legittimi soddisfare in denaro la porzione spettante ai figli naturali? Sì, nonostante qualsiasi opposizione. Sì, purché i figli naturali non siano incapaci di agire. Sì, ai figli naturali che non vi si oppongano. No, mai.
In caso di successione devoluta per legge, possono i figli legittimi soddisfare in beni immobili ereditari la porzione spettante ai figli naturali? Sì, ai figli naturali che non vi si oppongano. Sì, nonostante qualsiasi opposizione. No, mai. Sì, ed i figli naturali non possono mai opporsi.
I figli legittimi possono soddisfare in denaro o in beni immobili ereditari la porzione spettante ai figli naturali? No, mai. Sì, purché i figli naturali non si oppongano; nel caso di opposizione, decide il giudice, valutate le circostanze personali e patrimoniali. Sì, ma solo previo consenso dei figli naturali ed autorizzazione del giudice, il quale decide valutate le circostanze personali e patrimoniali. Sì, sempre, non avendo i figli naturali facoltà di opporsi.
Tizio, vedovo, muore lasciando a se superstiti due figli, di cui uno legittimo ed uno naturale riconosciuto. Qual è la quota del patrimonio ereditario che la legge riserva quali legittimari a tali soggetti? La quota complessiva di una metà, da dividersi in parti uguali fra il figlio naturale ed il figlio legittimo, al quale ultimo sono riservati anche i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano. La quota complessiva dei due terzi, da dividersi in parti uguali fra i due figli. La quota di una metà al figlio legittimo e di un quarto al figlio naturale. La quota di una metà al figlio legittimo, mentre al figlio naturale spetterà unicamente un assegno vitalizio pari all'ammontare della rendita della quota di eredità alla quale egli avrebbe diritto se fosse figlio legittimo.
In materia successoria, quali tra i seguenti diritti la legge riserva al coniuge superstite? I diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni. I diritti di usufrutto sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni. I diritti di uso sulla casa adibita a residenza familiare e di usufrutto sui mobili che la corredano. Il diritto di usufrutto su un terzo dell'intero patrimonio ereditario.
I diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, che la legge riserva al coniuge del defunto, gravano: solo sulla quota di riserva del coniuge e, in nessun caso, sulla porzione disponibile. sulla porzione disponibile e, qualora questa non sia sufficiente, per il rimanente sulla quota di riserva del coniuge ed eventualmente sulla quota riservata ai figli. solo sulla quota di riserva complessivamente considerata e, in nessun caso, sulla porzione disponibile. sulla sola porzione disponibile anche se questa non sia sufficiente.
Il coniuge superstite separato cui non è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato: ha diritto soltanto ad un assegno vitalizio se al momento dell'apertura della successione godeva degli alimenti a carico del coniuge deceduto. ha gli stessi diritti che la legge riserva ai parenti in linea collaterale del de cuius. non ha alcun diritto successorio. ha gli stessi diritti successori del coniuge non separato.
Il coniuge superstite separato cui è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato: ha diritto soltanto ad un assegno vitalizio se al momento dell'apertura della successione godeva degli alimenti a carico del coniuge deceduto. ha gli stessi diritti del coniuge non separato. ha gli stessi diritti del coniuge separato cui non è stata addebitata la separazione. non ha alcun diritto di natura patrimoniale.
L'assegno vitalizio spettante al coniuge superstite, nel caso in cui tra i due coniugi sia stata pronunciata la separazione con sentenza passata in giudicato e tale separazione sia stata addebitata ad entrambi i coniugi, è commisurato: al patrimonio personale degli eredi legittimi e può essere di entità superiore a quella della prestazione alimentare goduta. al patrimonio dei coniugi valutato al momento della presentazione della domanda diretta ad ottenere la separazione. alle sostanze ereditarie e alla qualità e al numero degli eredi legittimi e non è comunque di entità superiore a quella della prestazione alimentare goduta. al patrimonio del coniuge superstite e può essere di entità superiore a quella della prestazione alimentare goduta.
L'assegno vitalizio spettante al coniuge superstite cui è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato è commisurato: al patrimonio del coniuge superstite e può essere di entità superiore a quella della prestazione alimentare goduta. al patrimonio personale degli eredi legittimi e può essere di entità superiore a quella della prestazione alimentare goduta. alle sostanze ereditarie e alla qualità e al numero degli eredi legittimi e non è comunque di entità superiore a quella della prestazione alimentare goduta. al patrimonio dei coniugi valutato al momento della presentazione della domanda diretta ad ottenere la separazione.
A norma del codice civile il testatore può imporre pesi sulla quota spettante ai legittimari? No, salva l'applicazione delle norme dettate dal codice civile in tema di divisione. Sì, salva l'applicazione delle norme dettate dal codice civile in tema di divisione. No, salvo che il testamento sia stato redatto in forma pubblica. Sì, ma solo se il legittimario sulla cui quota il testatore intende imporre il peso appartiene ad una categoria di successibili diversa dai figli legittimi o naturali.
A norma del codice civile il testatore può imporre condizioni sulla quota spettante ai legittimari? No, salva l'applicazione delle norme dettate dal codice civile in tema di divisione. Sì, ma solo se il legittimario sulla cui quota il testatore intende imporre la condizione appartiene ad una categoria di successibili diversa dai figli legittimi o naturali. Sì, salva l'applicazione delle norme dettate dal codice civile in tema di divisione. No, salvo che il testamento sia stato redatto in forma pubblica.
Il legittimario cui è lasciato un legato in sostituzione di legittima può rinunciare al legato e chiedere la legittima? No. Sì. Sì, ma solo se il valore del legato è inferiore a quello della legittima spettante al legittimario. Sì, ma solo se il testatore lo ha espressamente previsto.
Il legato in sostituzione di legittima, il cui valore eccede quello della legittima spettante al legittimario, grava: sulla porzione indisponibile; se però il valore eccede quello della legittima spettante al legittimario, per l'eccedenza grava sulla disponibile. sulla sola disponibile. sulla sola porzione indisponibile spettante al legittimario e per l'eccedenza è inefficace. sulla disponibile e per l'eccedenza sulla porzione indisponibile.
Il legato in sostituzione di legittima, il cui valore non eccede quello della legittima spettante al legittimario, grava: sulla disponibile, salvo che si tratti di legato di specie. sulla disponibile, salvo che si tratti di legato di cosa da prendersi da certo luogo. sulla porzione indisponibile. sulla disponibile.
I legittimari possono, vivente il donante, rinunziare al diritto di chiedere la riduzione delle donazioni lesive della porzione di legittima? No. No, salvo che la rinunzia risulti dallo stesso contratto di donazione. Sì, ma solo con dichiarazione espressa fatta per iscritto. Sì, ma solo prestando il loro assenso alle donazioni con atto ricevuto da un notaio.
La riduzione delle donazioni lesive della porzione di legittima può essere domandata: dagli altri donatari o, in mancanza, dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. dai legittimari e dai loro eredi o aventi causa. dai legittimari, ma non dai loro eredi o aventi causa. dai soggetti indicati dal defunto nel testamento o, in mancanza, dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione.
I legittimari possono chiedere la riduzione delle donazioni lesive della porzione di legittima? Sì, ma solo se il defunto li ha espressamente autorizzati con il testamento o con un atto ricevuto da notaio. Sì. No. No, fatta eccezione per le donazioni aventi ad oggetto beni immobili.
La riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della porzione di legittima può essere domandata: dai legittimari, ma non dai loro eredi o aventi causa. dai soggetti indicati dal defunto nel testamento o, in mancanza, dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. dai legittimari e dai loro eredi o aventi causa. dai legatari o, in mancanza, dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione.
Se il testatore ha dichiarato che una sua disposizione deve avere effetto a preferenza delle altre, questa disposizione è soggetta a riduzione? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo in quanto il valore delle altre non sia sufficiente a integrare la quota riservata ai legittimari. No, neanche se il valore delle altre non sia sufficiente a integrare la quota riservata ai legittimari. Sì, ma solo se la disposizione abbia ad oggetto un immobile e la riduzione possa avvenire comodamente separando dall'immobile medesimo la parte occorrente per integrare la quota riservata.
A norma del codice civile e in assenza di specifiche disposizioni del testatore, in che modo avviene la riduzione delle disposizioni testamentarie? Proporzionalmente, senza distinguere tra eredi e legatari. Cominciando dai legati. Cominciando dalle disposizioni di maggior valore, senza distinguere tra eredi e legatari. Cominciando dai legati maggiormente lesivi risalendo via via a quelli meno lesivi e, una volta esauriti i legati, proporzionalmente per le altre disposizioni.
A norma del codice civile in che modo si riducono le donazioni? Cominciando dalle donazioni che hanno ad oggetto beni immobili o diritti reali immobiliari e, successivamente, risalendo via via alle altre donazioni a partire dall'ultima. Proporzionalmente, senza distinzione di data. Cominciando dall'ultima e risalendo via via alle anteriori. Cominciando dalla donazione di maggior valore e risalendo via via a quelle di minor valore.
Come si fa la riduzione del legato o della donazione di un immobile comodamente divisibile, qualora esso abbia un valore superiore a quello occorrente per reintegrare la quota riservata? La riduzione si fa separando dall'immobile oggetto dell'azione di riduzione la parte occorrente per integrare la quota riservata. La riduzione si fa lasciando in ogni caso l'immobile per intero nell'eredità, salvo il diritto del donatario o del legatario di conseguire il valore della porzione disponibile. Il donatario o il legatario possono in ogni caso ritenere l'intero immobile, compensando in danaro i legittimari. È necessario procedere alla vendita all'incanto dell'intero immobile ed il donatario o il legatario conseguono sul ricavato il solo valore della porzione disponibile.
Il legittimario, qualora i donatari contro i quali è stata pronunziata la riduzione abbiano alienato ad un terzo gli immobili donati, può chiedere ai successivi acquirenti la restituzione degli immobili? Sì, ma solo qualora i donatari abbiano alienato gli immobili entro l'anno successivo all'inizio dell'azione di riduzione. Sì, ma solo qualora i donatari abbiano alienato gli immobili entro l'anno successivo al passaggio in giudicato della sentenza che ha pronunziato la riduzione. Sì, senza la previa escussione dei beni del donatario, nel modo e nell'ordine in cui potrebbe chiederla ai donatari medesimi. Sì, previa escussione dei beni del donatario, può chiederla nel modo e nell'ordine in cui potrebbe chiederla ai donatari medesimi.
Il legittimario che esercita l'azione di riduzione deve imputare alla sua porzione legittima le donazioni e i legati a lui fatti? No, mai. No, tranne che le donazioni ed i legati a lui fatti avevano ad oggetto beni mobili. Sì, ma solo se le donazioni ed i legati a lui fatti avevano ad oggetto beni mobili. Sì, salvo che ne sia stato espressamente dispensato.
Il legittimario avente diritto alla riduzione, qualora non abbia accettato l'eredità con il beneficio d'inventario, può chiedere la riduzione delle donazioni e dei legati? No, salvo che le donazioni e i legati siano stati fatti a persone chiamate come coeredi, ancorché abbiano rinunziato all'eredità. Sì, salvo che le donazioni e i legati siano stati fatti a persone chiamate come coeredi. No, mai. Sì, sempre nel caso in cui le donazioni e i legati abbiano avuto ad oggetto beni immobili.
Lo Stato è ricompreso tra i successibili nella successione legittima? Sì, l'eredità si devolve allo Stato solo in mancanza degli altri successibili nell'ordine e secondo le regole stabilite dal codice civile, ma soltanto se nell'eredità non siano ricompresi beni immobili. No. Sì, l'eredità si devolve allo Stato solo in mancanza degli altri successibili nell'ordine e secondo le regole stabilite dal codice civile, ma soltanto se l'eredità non sia gravata da debiti di importo superiore al valore dei beni ereditari. Sì, ma l'eredità si devolve allo Stato solo in mancanza degli altri successibili nell'ordine e secondo le regole stabilite dal codice civile.
Nella successione legittima, al padre ed alla madre succedono: i figli legittimi e naturali, ma questi ultimi conseguono un quarto della quota che conseguono i primi. i figli legittimi e naturali, in parti uguali. i figli legittimi e naturali, ma questi ultimi conseguono la metà della quota che conseguono i primi. i soli figli legittimi.
Nella successione legittima, qualora il defunto non lasci prole, né genitori, né altri ascendenti, e succedono solo fratelli e sorelle quale quota conseguono i fratelli e le sorelle unilaterali? I fratelli e le sorelle unilaterali conseguono un terzo della quota che conseguono i germani. I fratelli e le sorelle unilaterali conseguono un quinto della quota che conseguono i germani. I fratelli e le sorelle unilaterali non sono ricompresi tra i successibili e non conseguono alcuna quota. I fratelli e le sorelle unilaterali conseguono la metà della quota che conseguono i germani.
Oltre quale grado di parentela non ha luogo la successione legittima? Oltre il terzo grado. Oltre il sesto grado. Oltre il quarto grado. Oltre il quinto grado.
Il 1° marzo 1985 si è aperta la successione di Tizio che non ha lasciato disposizioni testamentarie. Egli ha lasciato la moglie Filana e i due figli Tizietto e Mevietto, ai quali si è devoluta pertanto l'eredità nel seguente modo: metà a Filana e metà a Mevietto e Tizietto. un terzo a Filana e due terzi a Tizietto e Mevietto. due terzi a Filana e un terzo a Mevietto e Tizietto. un quarto a Filana e tre quarti a Tizietto e Mevietto.
Il 20 giugno 1990 si è aperta la successione di Tizio che non ha lasciato disposizioni testamentarie. Egli ha lasciato la moglie Filana e l'unico figlio Mevietto, ai quali si è devoluta pertanto l'eredità nel seguente modo: metà ciascuno. due terzi a Filana e un terzo a Mevietto. un terzo a Filana e due terzi a Mevietto. un quarto a Filana e tre quarti a Mevietto.
Come viene devoluta l'eredità nella successione legittima, qualora con il coniuge concorrano tre figli legittimi? Il coniuge ha diritto ad un terzo dell'eredità. Il coniuge ha diritto alla metà dell'eredità. Il coniuge ha diritto ad un quarto dell'eredità. Il coniuge ha diritto ad un quinto dell'eredità.
Il testamento è revocabile da parte del testatore? Sì, ma solo mediante testamento pubblico. Sì, ma solo mediante testamento olografo depositato. Sì. No.
Le disposizioni di carattere non patrimoniale che la legge consente siano contenute in un testamento hanno efficacia: se contenute in un atto che ha la forma del testamento, purché vi siano anche disposizioni di carattere patrimoniale. se contenute in un atto che ha la forma del testamento, purché vi siano anche disposizioni di carattere patrimoniale che riguardino esclusivamente beni mobili o crediti. se contenute in un atto che ha la forma del testamento, purché vi siano anche disposizioni di carattere patrimoniale che riguardino esclusivamente beni immobili. se contenute in un atto che ha la forma del testamento, anche se manchino disposizioni di carattere patrimoniale.
A norma del codice civile il testamento è un atto: revocabile solo in caso di sopravvenienza di figli del testatore. revocabile solo in caso di ingratitudine dei soggetti beneficiari. non revocabile. revocabile.
Qualora il testatore indichi nel testamento beni determinati ovvero un complesso di beni, può la disposizione definirsi a titolo universale? Sì, quando risulti che il testatore ha inteso assegnare quei beni come quota del patrimonio. Sì, ma solo se il patrimonio ereditario comprenda esclusivamente beni immobili. Sì, purché il valore dei beni assegnati sia superiore ad un quarto del valore dell'asse ereditario. No, mai.
A norma del codice civile, possono due o più persone fare testamento nel medesimo atto? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se le disposizioni riguardino esclusivamente i rispettivi eredi legittimi. Sì, ma solo se le disposizioni siano a reciproco vantaggio. No, mai.
In quale dei seguenti casi non può essere fatta valere la nullità delle disposizioni testamentarie, da qualunque causa dipenda? Non può essere fatta valere da chi, benché non fosse a conoscenza della causa della nullità, ha, dopo la morte del testatore, confermato la disposizione o dato ad essa volontaria esecuzione. Non può mai essere fatta valere dagli ascendenti del testatore. Non può essere fatta valere da chi proponga l'azione oltre un anno dopo l'apertura della successione. Non può essere fatta valere da chi, conoscendo la causa della nullità ha, dopo la morte del testatore, confermato la disposizione o dato ad essa volontaria esecuzione.
Nei casi di incapacità di testare previsti dal codice civile da chi può essere impugnato il testamento? Da chiunque vi abbia interesse. Soltanto da coloro che, in caso di annullamento del testamento, sarebbero chiamati a succedere quali eredi legittimi. Soltanto dai creditori del testatore. Soltanto dai legittimari se lesi o pretermessi.
È soggetta a prescrizione l'azione diretta ad impugnare il testamento per incapacità di testare? No, è imprescrittibile. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno della presentazione della denuncia di successione. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stato redatto il testamento.
A norma del codice civile gli interdetti per infermità di mente sono capaci di testare? Sì, ma solo se vi consenta il tutore e previa autorizzazione del giudice tutelare. Sì, sempre. Sì, ma solo se vi consenta il tutore. No.
A norma del codice civile coloro che non hanno compiuto la maggiore età sono capaci di testare? No. No, salvo che il minore abbia compiuto quindici anni. Sì, ma solo se vi consentano i genitori o il genitore esercente in via esclusiva la potestà, se trattasi di minori in potestate, ovvero il tutore se trattasi di minori soggetti a tutela, con la preventiva autorizzazione del giudice tutelare. Sì, ma solo se vi consentano i genitori o il genitore esercente in via esclusiva la potestà, se trattasi di minori in potestate, ovvero il tutore se trattasi di minori soggetti a tutela.
Le disposizioni a favore del notaio o di altro ufficiale che ha ricevuto il testamento pubblico sono: annullabili. nulle. risolubili. rescindibili.
Le disposizioni a favore della persona che ha scritto il testamento segreto sono: nulle, anche se siano approvate di mano dello stesso testatore o nell'atto della consegna. risolubili. nulle, salvo che siano approvate di mano dello stesso testatore o nell'atto della consegna. annullabili.
A norma del codice civile, tra le forme ordinarie di testamento rientra tra l'altro: il testamento a bordo di nave. il testamento olografo. il testamento a bordo di aeromobile. il testamento di militari ed assimilati.
A norma del codice civile, tra le forme ordinarie di testamento rientra tra l'altro: il testamento a bordo di nave. il testamento segreto. il testamento di militari ed assimilati. il testamento a bordo di aeromobile.
A norma del codice civile, tra le forme ordinarie di testamento rientra tra l'altro: il testamento di militari ed assimilati. il testamento pubblico. il testamento a bordo di nave. il testamento a bordo di aeromobile.
La sottoscrizione del testamento olografo: è valida quando designa con certezza la persona del testatore ancorché non sia fatta indicando nome e cognome. è valida soltanto se indichi almeno il cognome del testatore. è valida soltanto se è fatta indicando nome, cognome e data di nascita del testatore. è valida soltanto se indichi almeno il nome e cognome del testatore.
Quando il testamento per atto di notaio è pubblico? Quando è redatto dal testatore e conservato dal notaio. Quando è ricevuto dal notaio in presenza dei testimoni. Quando è autenticato nella firma dal notaio. Quando è depositato con verbale negli atti del notaio.
Nel caso di testamento pubblico il notaio, dopo la redazione: deve dare lettura del testamento solo al testatore senza che siano presenti i testimoni. deve dare lettura del testamento al testatore in presenza dei testimoni. è tenuto a dare lettura solo se il testatore o i testimoni lo richiedono. deve dare lettura del testamento solo ai testimoni e non al testatore.
A norma del codice civile, il testamento segreto può essere scritto: soltanto da un terzo. soltanto da un notaio. soltanto dal testatore. dal testatore o da un terzo.
Tra le formalità del testamento segreto è stabilito che la carta su cui sono stese le disposizioni o quella che serva da involto: dev'essere sigillata avendo cura di consentire che il testamento si possa aprire o estrarre senza rottura o alterazione. dev'essere sigillata con un'impronta in guisa che il testamento non si possa aprire, né estrarre senza rottura o alterazione. dev'essere sigillata. non dev'essere sigillata con un'impronta, essendo sufficiente che la scheda sia chiusa o contenuta in plico chiuso.
A norma del codice civile, è soggetta a prescrizione l'azione di annullamento del testamento pubblico per difetto di forma? No. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata presentata la dichiarazione di successione. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stato redatto il testamento. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie.
A norma del codice civile, è soggetta a prescrizione l'azione di annullamento del testamento olografo per difetto di forma? Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stato redatto il testamento. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie. No. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata presentata la dichiarazione di successione.
Il testamento olografo è nullo, tra l'altro: quando la data è incompleta. quando la data precede le disposizioni testamentarie. quando manca la data. quando manca la sottoscrizione del testatore.
A norma del codice civile il testamento per atto di notaio è nullo, tra l'altro: se non è comunicato, nei termini di legge, al registro generale dei testamenti. se non è vidimato su ciascun mezzo foglio dal testatore e dal notaio. se manca la sottoscrizione del testatore che può sottoscrivere. se non è scritto interamente di pugno dal testatore.
A norma del codice civile il testamento per atto di notaio è nullo, tra l'altro: se le disposizioni testamentarie non sono scritte interamente di pugno dal testatore. se non è comunicato, nei termini di legge, al registro generale dei testamenti. se manca la redazione per iscritto, da parte del notaio, delle dichiarazioni del testatore. se non è vidimato su ciascun mezzo foglio dal testatore e dal notaio.
Se nel testamento olografo manca la sottoscrizione, il testamento è: nullo. valido, purché sottoscritto da due testimoni. valido, purché l'autografia venga giudizialmente accertata. valido, purché dal testo delle disposizioni si designi con certezza la persona del testatore.
A norma del codice civile, da chi può essere chiesto l'annullamento del testamento segreto per difetto di forma? Soltanto dagli eredi legittimi. Soltanto dai legatari e dai creditori del defunto. Da chiunque vi abbia interesse. Soltanto dai legittimari lesi o preteriti.
A norma del codice civile, da chi può essere chiesto l'annullamento del testamento pubblico per difetto di forma? Soltanto dai legittimari lesi o preteriti. Soltanto dai legatari e dai creditori del defunto. Soltanto dagli eredi legittimi. Da chiunque vi abbia interesse.
A norma del codice civile, da chi può essere chiesto l'annullamento del testamento olografo per difetto di forma? Da chiunque vi abbia interesse. Soltanto dai legatari e dai creditori del defunto. Soltanto dai legittimari lesi o preteriti. Soltanto dagli eredi legittimi.
A norma del codice civile il testamento per atto di notaio è nullo, tra l'altro: se manca la sottoscrizione del notaio. se non è scritto interamente di pugno dal testatore. se non è comunicato, nei termini di legge, al registro generale dei testamenti. se non è vidimato su ciascun mezzo foglio dal testatore e dal notaio.
Il testamento olografo è nullo, tra l'altro: quando la data è incompleta. quando manca l'autografia. quando manca la data. quando la data precede le disposizioni testamentarie.
Se nel testamento pubblico scritto di pugno dal notaio manca la sua sottoscrizione, il testamento è: nullo. annullabile. valido, purché ci sia la sottoscrizione del testatore. valido, purché ci sia la sottoscrizione del testatore e dei testimoni.
Se nel testamento pubblico manca la sottoscrizione del testatore che può sottoscrivere, il testamento è: nullo. annullabile. valido, purché ci sia la sottoscrizione del notaio e di quattro testimoni. valido, purché ci sia la sottoscrizione del notaio e di due testimoni.
L'azione di annullamento del testamento per difetto di forma: si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui si è aperta la successione. si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie. è imprescrittibile. si prescrive nel termine di dieci anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie.
Se nel testamento olografo manca l'autografia, il testamento è: valido, purché redatto in presenza di testimoni e sottoscritto di mano dal testatore. annullabile. valido, purché sia sottoscritto di mano del testatore. nullo.
A norma del codice civile, è soggetta a prescrizione l'azione di annullamento del testamento segreto per difetto di forma? Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stato redatto il testamento. No. Sì, nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata presentata la dichiarazione di successione.
Il testamento segreto che manca di qualche requisito suo proprio: ha effetto purché il notaio garantisca della sua autenticità e della veridicità delle dichiarazioni in esso contenute. ha effetto come testamento olografo, qualora di questo abbia i requisiti. non può avere alcun effetto come testamento. ha effetto come testamento olografo anche se dattiloscritto.
A norma del codice civile, il testamento segreto che manca di qualche requisito suo proprio può avere efficacia come testamento olografo? Sì, qualora abbia i requisiti del testamento olografo. Sì, anche se non abbia i requisiti del testamento olografo. Sì, qualora il testatore abbia manifestato un'esplicita volontà in tal senso. No, mai.
Il testamento segreto ricevuto dal notaio e il testamento olografo presso di lui depositato possono essere ritirati dal testatore? Sì, in ogni tempo. No, mai. Sì, ma solo dopo cinque anni dal deposito. Sì, ma solo dopo la consegna di una nuova scheda testamentaria.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile per causa di infortunio. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto dal sindaco alla presenza di due testimoni diciassettenni? No, salvo che i testimoni siano minori emancipati. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. No. Sì.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile perché si trova in un luogo dove domina una malattia reputata contagiosa. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto da un ministro di culto in presenza di due testimoni diciassettenni? No, salvo che i testimoni siano minori emancipati. No. Sì. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile per causa di pubblica calamità. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto da un ministro del culto in presenza di due testimoni? No, in nessun caso. Sì, soltanto se i testimoni siano maggiori di età. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. Sì, purché i testimoni siano di età non inferiore a sedici anni.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile per causa di infortunio. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto da un ministro del culto, in presenza di due testimoni diciassettenni? Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. No. Sì. No, salvo che i testimoni siano minori emancipati.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile per causa di infortunio. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto da un notaio alla presenza di due testimoni diciassettenni? No. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. Sì. No, salvo che i testimoni siano minori emancipati.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile per causa di pubblica calamità. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto da un notaio alla presenza di due testimoni diciassettenni? Sì. No. No, salvo che i testimoni siano minori emancipati. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile perché si trova in un luogo dove domina una malattia reputata contagiosa. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto da un notaio alla presenza di due testimoni diciassettenni? No, salvo che i testimoni siano minori emancipati. Sì. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. No.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile per causa di infortunio. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto dal giudice di pace del luogo alla presenza di due testimoni diciassettenni? Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. No. Sì. No, salvo che i testimoni siano minori emancipati.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile perché si trova in un luogo dove domina una malattia contagiosa. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto dal sindaco in presenza di due testimoni diciassettenni? No. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. No, salvo che i testimoni siano minori emancipati. Sì.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile per causa di pubblica calamità. In questo caso è valido il testamento di Tizio ricevuto dal sindaco, in presenza di due testimoni diciassettenni? No, salvo che i testimoni siano minori emancipati. Sì. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. No.
Tizio, per fare testamento, non può valersi delle forme ordinarie previste dal codice civile perché si trova in luogo dove domina una malattia reputata contagiosa. In questo caso è valido il testamento ricevuto dal giudice di pace alla presenza di due testimoni diciassettenni? No, salvo che i testimoni siano minori emancipati. Sì. Sì, purché i testimoni siano parenti del testatore entro il terzo grado. No.
A norma del codice civile, il testamento a bordo di aeromobile è ricevuto dal comandante di esso in presenza: di due o, quando è possibile, di quattro testimoni. di almeno due testimoni, salvo espressa rinunzia del testatore. di uno o, quando è possibile, di due testimoni. necessariamente di colui che lo segue immediatamente in ordine di servizio.
Chiunque è in possesso di un testamento olografo, appena ha notizia della morte del testatore: deve presentarlo a un notaio per la pubblicazione. deve notificarne copia a ciascuno degli eredi. può presentarlo a un notaio per la pubblicazione solo se tutti gli eredi ne fanno espressa e concorde richiesta. deve presentarlo al tribunale del luogo dell'apertura della successione.
Quando il notaio è tenuto ad aprire e pubblicare un testamento segreto? Appena gli perviene la notizia della morte del testatore. Appena gli perviene idonea certificazione attestante l'avvenuta presentazione della dichiarazione di successione. Appena gli perviene apposita istanza del coniuge o dei parenti del testatore. Solo quando gli perviene l'ordinanza del tribunale che dispone l'apertura del testamento.
Nel caso di testamento olografo o segreto, quando il notaio è tenuto a comunicarne l'esistenza agli eredi o legatari di cui conosce il domicilio o la residenza? Appena gli è nota la morte del testatore. Dopo la registrazione del verbale di pubblicazione. Dopo la pubblicazione del testamento. Dopo la trascrizione nei registri immobiliari di un estratto autentico del testamento.
Il notaio che ha ricevuto un testamento pubblico, col quale vengono istituiti eredi e disposti legati, appena gli è nota la morte del testatore, è tenuto: a comunicare l'esistenza del testamento agli eredi e legatari di cui conosce il domicilio o la residenza. a comunicare l'esistenza del testamento soltanto agli eredi di cui conosce il domicilio o la residenza. a comunicare l'esistenza del testamento soltanto ai legatari di cui conosce il domicilio o la residenza. a comunicare l'esistenza del testamento soltanto ai soggetti beneficiari di disposizioni testamentarie aventi ad oggetto beni immobili.
L'azione diretta ad ottenere l'annullamento della disposizione testamentaria, quando questa è l'effetto di dolo, si prescrive nel termine: di cinque anni dal giorno dell'avvenuta presentazione della dichiarazione di successione. di cinque anni dal giorno della pubblicazione del testamento. di cinque anni dal giorno dell'avvenuta comunicazione al registro generale dei testamenti. di cinque anni dal giorno in cui si è avuta notizia del dolo.
L'errore sul motivo, quando è causa di annullamento della disposizione testamentaria, può essere: solo di diritto e non di fatto. solo di diritto e non di fatto e deve riguardare una disposizione testamentaria avente ad oggetto beni immobili. sia di fatto che di diritto. solo di fatto e non di diritto.
A norma del codice civile, la disposizione testamentaria quando è l'effetto di errore può essere impugnata: solo dagli eredi legittimi. solo dai legittimari, se preteriti o lesi. solo dai legatari. da chiunque vi abbia interesse.
A norma del codice civile, la disposizione testamentaria quando è l'effetto di violenza può essere impugnata: solo dagli eredi legittimi. solo dai legittimari, se preteriti o lesi. da chiunque vi abbia interesse. solo dai legatari.
A norma del codice civile, la disposizione testamentaria quando è l'effetto di dolo può essere impugnata: solo dai legatari. da chiunque vi abbia interesse. solo dai legittimari, se preteriti o lesi. solo dagli eredi legittimi.
L'azione diretta ad ottenere l'annullamento della disposizione testamentaria, quando questa è l'effetto di violenza, si prescrive nel termine: di cinque anni dal giorno in cui si è avuta notizia della violenza. di cinque anni dal giorno della pubblicazione del testamento. di cinque anni dal giorno dell'avvenuta comunicazione al registro generale dei testamenti. di cinque anni dal giorno dell'avvenuta presentazione della dichiarazione di successione.
In quale caso l'errore sul motivo, sia esso di fatto o di diritto, è causa di annullamento della disposizione testamentaria? Quando la disposizione testamentaria ha ad oggetto esclusivamente beni immobili. Quando il motivo risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre. In nessun caso. In ogni caso.
L'errore sul motivo, sia esso di fatto o di diritto, quando il motivo risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre: è causa di inesistenza della disposizione testamentaria. è causa di nullità della disposizione testamentaria. è causa di annullamento della disposizione testamentaria. comporta la revocazione della disposizione testamentaria.
L'errore sul motivo, sia esso di fatto o di diritto, è causa di annullamento della disposizione testamentaria quando: il motivo risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre. l'errore è riconoscibile, anche se non risulta dal testamento. il motivo risulta dal testamento, anche se non è il solo che ha determinato il testatore a disporre. il motivo è il solo che ha determinato il testatore a disporre, anche se non risulta dal testamento.
L'azione di annullamento della disposizione testamentaria per errore, violenza o dolo: si prescrive in cinque anni dal giorno dell'apertura della successione. si prescrive in cinque anni dal giorno in cui si è avuta notizia della violenza, del dolo o dell'errore. si prescrive in dieci anni dal giorno in cui si è avuta notizia della violenza, del dolo o dell'errore. è imprescrittibile.
L'azione diretta ad ottenere l'annullamento della disposizione testamentaria, quando questa è l'effetto di errore, si prescrive nel termine: di cinque anni dal giorno in cui si è avuta notizia dell'errore. di cinque anni dal giorno della pubblicazione del testamento. di cinque anni dal giorno dell'avvenuta presentazione della dichiarazione di successione. di cinque anni dal giorno dell'avvenuta comunicazione al registro generale dei testamenti.
A norma del codice civile, se la persona dell'erede è stata erroneamente indicata, la disposizione testamentaria: ha effetto, quando dal contesto del testamento o altrimenti risulti in modo non equivoco quale persona il testatore voleva nominare. non ha mai effetto. ha comunque effetto. ha effetto solo quando dal contesto del testamento, e non altrimenti, risulti in modo non equivoco quale persona il testatore voleva nominare.
Se la persona dell'erede o del legatario è stata erroneamente indicata, la disposizione: ha effetto quando dal contesto del testamento o altrimenti risulta, in modo non equivoco, quale persona il testatore voleva nominare. ha effetto quando solo dal contesto del testamento, e non anche altrimenti, risulti in modo non equivoco quale persona il testatore voleva nominare. ha sempre effetto. non ha mai effetto.
A norma del codice civile, ha effetto la disposizione testamentaria quando la cosa che ne forma oggetto è stata erroneamente indicata o descritta? Sì, anche se non è certo a quale cosa il testatore intendeva riferirsi. Sì, ma esclusivamente quando la disposizione testamentaria abbia ad oggetto una cosa mobile. Sì, purché sia certo a quale cosa il testatore intendeva riferirsi. No, mai.
Quando ha effetto la disposizione testamentaria nella quale la persona dell'erede o del legatario è stata erroneamente indicata? In nessun caso. Esclusivamente quando dal contesto del testamento, e non altrimenti, risulta in modo non equivoco quale persona il testatore voleva nominare. Soltanto quando il testatore abbia emendato l'errore in un testamento pubblico redatto successivamente. Quando dal contesto del testamento o altrimenti risulta in modo non equivoco quale persona il testatore voleva nominare.
A norma del codice civile, quando il motivo illecito rende nulla la disposizione testamentaria? Quando risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre. Quando risulta dal contesto del testamento o altrimenti, purché non sia il solo che ha determinato il testatore a disporre. In ogni caso. In nessun caso.
Il motivo illecito, quando risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre, rende la disposizione testamentaria: nulla. annullabile. inefficace, ancorché valida. annullabile, ma solo se il testatore non ha indicato nella disposizione un soggetto che ne curi l'esecuzione.
In quali casi il motivo illecito rende nulla la disposizione testamentaria? Quando è il solo che ha determinato il testatore a disporre anche se non risulta dal testamento. In nessun caso. Quando risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre. In ogni caso.
In tema di disposizioni fiduciarie, nel caso in cui la persona dichiarata nel testamento abbia spontaneamente eseguito la disposizione fiduciaria trasferendo i beni alla persona, non incapace di ricevere, voluta dal testatore, è esperibile l'azione di ripetizione? Sì, sempre. Sì, salvo che la persona dichiarata nel testamento e che ha spontaneamente eseguito la disposizione fiduciaria sia un incapace. No, salvo che la persona dichiarata nel testamento e che ha spontaneamente eseguito la disposizione fiduciaria sia un incapace. Sì, purché non sia stata ancora effettuata la consegna materiale dei beni.
A norma del codice civile, è ammessa azione in giudizio per accertare che le disposizioni fatte a favore di persona dichiarata nel testamento sono soltanto apparenti e che in realtà riguardano altra persona, qualora espressioni del testamento possano indicare o far presumere che si tratti di persona interposta? No, mai. Sì, ma solo nel caso di disposizioni a titolo particolare. No, salvo il caso in cui l'istituzione o il legato sono impugnati come fatti per interposta persona a favore di incapaci a ricevere. Sì, sempre.
La disposizione testamentaria fatta a favore di persona che sia indicata in modo da non poter essere determinata: è valida. è nulla. è annullabile. è valida, ma inopponibile ai soggetti beneficiari delle altre disposizioni testamentarie.
In quali casi sono valide le disposizioni a favore dell'anima contenute in un testamento? Solo se sono determinati i beni o possa essere determinata la somma da impiegarsi a tale fine. Solo se sia stata designata una persona che curi l'esecuzione della disposizione. Sempre. Mai.
È consentita al testatore la designazione di una persona che curi l'esecuzione di una disposizione testamentaria a favore dell'anima? Sì, ma esclusivamente nel caso in cui i beni da destinarsi a tal fine siano immobili. Sì, ma solo nel caso in cui vi sia un interessato a richiedere l'adempimento. Sì, anche nel caso in cui manchi un interessato a richiedere l'adempimento. No.
A norma del codice civile, le disposizioni testamentarie a favore dell'anima si considerano come: una clausola di prelazione contenuta nella disposizione testamentaria. un onere a carico dell'erede o del legatario. una condizione risolutiva apposta alla disposizione testamentaria. un termine apposto alla disposizione testamentaria.
A norma del codice civile, quando sono valide le disposizioni testamentarie a favore dell'anima? Qualora siano determinati i beni o possa essere determinata la somma da impiegarsi a tal fine. In nessun caso. In ogni caso. Nel solo caso in cui il testatore abbia espressamente indicato nella disposizione l'ente ecclesiastico che dovrà curarne l'esecuzione, ancorché non siano determinati i beni né possa essere determinata la somma da impiegarsi a tal fine.
Le disposizioni a favore dei poveri ed altre simili, espresse genericamente, senza che si determini l'uso o il pubblico istituto a cui beneficio sono fatte: si intendono fatte in favore dei poveri del luogo in cui il testatore aveva il domicilio al tempo della sua morte, ed i beni sono devoluti al comune. si intendono fatte a favore di associazioni umanitarie aventi la sede principale nel luogo in cui il testatore aveva il domicilio al tempo della sua morte. si intendono fatte in ogni caso a favore dello Stato. sono nulle in ogni caso.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi da un terzo tra più persone appartenenti a famiglie determinate dal testatore: è annullabile. è nulla. è valida nel solo caso in cui la disposizione abbia ad oggetto beni immobili. è valida.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone determinate dal testatore, se l'onerato non vuole fare la scelta questa è fatta: con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone determinate dal testatore: è valida. è nulla. è annullabile. è valida nel solo caso in cui la disposizione abbia ad oggetto beni mobili registrati.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi da un terzo tra più persone appartenenti a categorie di persone determinate dal testatore, se il terzo non può fare la scelta questa è fatta: con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi da un terzo tra più persone appartenenti a famiglie determinate dal testatore, se il terzo non può fare la scelta questa è fatta: con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi da un terzo tra più persone determinate dal testatore, se il terzo non può fare la scelta questa è fatta: con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone appartenenti a categorie di persone determinate dal testatore, se l'onerato non può fare la scelta questa è fatta: con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone appartenenti a famiglie determinate dal testatore, se l'onerato non può fare la scelta questa è fatta: con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone determinate dal testatore, se l'onerato non può fare la scelta questa è fatta: con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di un ente da scegliersi da un terzo tra più enti determinati dal testatore: è valida nel solo caso in cui gli enti indicati perseguano finalità culturali ed abbiano la sede principale nel luogo ove il testatore aveva l'ultimo domicilio. è valida. è nulla. è annullabile.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi da un terzo tra più persone appartenenti a categorie di persone determinate dal testatore: è nulla. è valida. è valida nel solo caso in cui la disposizione abbia ad oggetto beni mobili registrati. è annullabile.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi da un terzo tra più persone determinate dal testatore, se il terzo non vuole fare la scelta questa è fatta: con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi da un terzo tra più persone determinate dal testatore: è nulla. è valida nel solo caso in cui la disposizione abbia ad oggetto beni mobili. è valida. è annullabile.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone appartenenti a famiglie determinate dal testatore: è valida. è nulla. è annullabile. è valida nel solo caso in cui la disposizione abbia ad oggetto beni mobili registrati.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone appartenenti a categorie di persone determinate dal testatore: è annullabile. è valida. è nulla. è valida nel solo caso in cui la disposizione abbia ad oggetto beni mobili registrati.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di un ente da scegliersi dall'onerato tra più enti determinati dal testatore: è valida nel solo caso in cui gli enti indicati perseguano finalità culturali ed abbiano la sede principale nel luogo ove il testatore aveva l'ultimo domicilio. è annullabile. è valida. è nulla.
La disposizione testamentaria con la quale si fa dipendere dall'arbitrio di un terzo l'indicazione dell'erede: è valida nel solo caso in cui il terzo indichi come erede un legittimario. è valida nel solo caso in cui il terzo indichi come erede un parente del testatore entro il terzo grado. è nulla. è annullabile.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone appartenenti a famiglie determinate dal testatore, se l'onerato non vuole fare la scelta questa è fatta: con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
A norma del codice civile, nel caso di disposizione a titolo particolare in favore di persona da scegliere dall'onerato o da un terzo tra più persone determinate dal testatore o appartenenti a famiglie o categorie di persone da lui determinate, se l'onerato o il terzo non può o non vuole fare la scelta questa è fatta: da un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto dal prefetto, che provvede dopo aver assunto le opportune informazioni. con provvedimento dal sindaco, che provvede dopo aver assunto le opportune informazioni.
A norma del codice civile, se in una disposizione a titolo particolare il testatore ha indicato, quale beneficiario, un soggetto da scegliersi fra più persone determinate in modo alternativo e non è stabilito chi deve fare la scelta, questa si considera: lasciata ad un arbitro nominato congiuntamente da tutte le persone indicate dal testatore in modo alternativo quali beneficiari. lasciata all'onerato. lasciata ad un arbitro nominato dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. lasciata al prefetto del luogo in cui si è aperta la successione.
A norma del codice civile, se in una disposizione a titolo particolare il testatore ha indicato quale beneficiario, in modo alternativo, più persone determinate o appartenenti a famiglie o categorie di persone da lui determinate e non è stabilito chi deve fare la scelta, questa si considera: lasciata all'onerato. lasciata al prefetto del luogo in cui si è aperta la successione. lasciata ad un arbitro nominato congiuntamente da tutte le persone indicate dal testatore alternativamente quali beneficiari. lasciata ad un arbitro nominato dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione.
A norma del codice civile, se in una disposizione a titolo particolare il testatore ha indicato quale beneficiario un soggetto fra più persone appartenenti a famiglie da lui determinate e non è stabilito chi deve fare la scelta: la disposizione è valida e la scelta si considera lasciata ad un arbitro nominato dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. la disposizione è nulla. la disposizione è valida e la scelta si considera lasciata all'onerato. la disposizione è valida e la scelta si considera lasciata ad un terzo nominato congiuntamente dalle stesse persone indicate alternativamente dal testatore quali beneficiari.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato tra più persone appartenenti a categorie di persone determinate dal testatore, se l'onerato non vuole fare la scelta questa è fatta: con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
La disposizione testamentaria con la quale si fa dipendere dall'arbitrio di un terzo la determinazione della quota di eredità: è valida nel solo caso in cui del compendio ereditario facciano parte esclusivamente beni mobili. è nulla. è annullabile. è valida nel solo caso in cui il terzo sia fratello o sorella del testatore.
A norma del codice civile, nel caso di disposizione a titolo particolare a favore di un ente da scegliersi dall'onerato o da un terzo tra più enti determinati dal testatore, se l'onerato o il terzo non può o non vuole fare la scelta, questa è fatta: con decreto dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. da un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto dal prefetto, che provvede dopo aver assunto le opportune informazioni. con provvedimento dal sindaco, che provvede dopo aver assunto le opportune informazioni.
La disposizione testamentaria a titolo particolare a favore di uno tra più enti determinati dal testatore: è valida nel solo caso in cui gli enti indicati perseguano finalità culturali ed abbiano la sede principale nel luogo ove il testatore aveva l'ultimo domicilio. è valida. è nulla. è annullabile.
La disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi dall'onerato o da un terzo tra più persone determinate dal testatore o appartenenti a famiglie o categorie di persone da lui determinate: è nulla. è valida. è annullabile. è valida nel solo caso in cui la disposizione testamentaria sia a favore di poveri, purché residenti nel luogo ove il testatore aveva l'ultimo domicilio.
La disposizione testamentaria con la quale si fa dipendere dall'arbitrio di un terzo l'indicazione dell'erede: è nulla. è valida nel solo caso in cui l'erede sia da scegliere fra più persone determinate in modo alternativo dal testatore. è annullabile. è valida nel solo caso in cui l'erede sia da scegliere fra più persone appartenenti a famiglie determinate dal testatore.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare a favore di ente da scegliersi da un terzo tra più enti determinati dal testatore, se il terzo non vuole fare la scelta questa è fatta: con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare a favore di ente da scegliersi dall'onerato tra più enti determinati dal testatore, se l'onerato non vuole fare la scelta questa è fatta: con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare in favore di persona da scegliersi da un terzo tra più persone appartenenti a famiglie determinate dal testatore, se il terzo non vuole fare la scelta questa è fatta: con decreto del presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni. con decreto del sindaco competente in relazione al luogo in cui si è aperta la successione. con lodo di un arbitro bonario compositore nominato con provvedimento del tribunale in camera di consiglio. con provvedimento del prefetto del luogo in cui si è aperta la successione, dopo aver assunto le opportune informazioni.
A norma del codice civile, se in una disposizione a titolo particolare il testatore ha indicato quale beneficiario un soggetto fra più persone da lui determinate in modo alternativo e non è stabilito chi deve fare la scelta: la disposizione è valida e la scelta si considera lasciata ad un arbitro nominato dal presidente del tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. la disposizione è valida e la scelta si considera lasciata ad un terzo nominato congiuntamente dalle stesse persone determinate dal testatore alternativamente quali beneficiari. la disposizione è nulla. la disposizione è valida e la scelta si considera lasciata all'onerato.
La disposizione testamentaria che lascia al mero arbitrio di un terzo la determinazione della quantità del legato non fatto a titolo di rimunerazione per i servizi prestati al testatore: è nulla. è annullabile. è valida. è valida esclusivamente nel caso in cui la disposizione abbia ad oggetto merce non deteriorabile.
La disposizione testamentaria che lascia al mero arbitrio dell'onerato la determinazione dell'oggetto del legato non fatto a titolo di rimunerazione per i servizi prestati al testatore: è valida. è valida esclusivamente nel caso in cui la disposizione abbia ad oggetto beni immobili. è nulla. è annullabile.
La disposizione testamentaria che lascia al mero arbitrio dell'onerato la determinazione della quantità del legato non fatto a titolo di rimunerazione per i servizi prestati al testatore: è valida. è annullabile. è nulla. è valida esclusivamente nel caso in cui la disposizione abbia ad oggetto merce non deteriorabile.
A norma del codice civile, la disposizione che lascia al mero arbitrio dell'onerato o di un terzo la determinazione della quantità del legato, nel caso in cui questo non sia stato fatto a titolo di rimunerazione per i servizi prestati al testatore: è nulla. è annullabile. è sempre valida. è valida esclusivamente nel caso in cui la disposizione riguardi beni fungibili.
Il legato fatto a titolo di rimunerazione per i servizi prestati al testatore, anche se non ne sia indicato l'oggetto è: nullo. valido se il legatario è un erede legittimo, nullo negli altri casi. annullabile. valido.
A norma del codice civile, la disposizione che lascia al mero arbitrio dell'onerato o di un terzo la determinazione dell'oggetto del legato, nel caso in cui questo non sia stato fatto a titolo di rimunerazione per i servizi prestati al testatore: è valida esclusivamente nel caso in cui il legatario sia anche erede legittimo. è annullabile. è sempre valida. è nulla.
La disposizione testamentaria che lascia al mero arbitrio di un terzo la determinazione dell'oggetto del legato non fatto a titolo di rimunerazione per i servizi prestati al testatore: è nulla. è annullabile. è valida. è valida esclusivamente nel caso in cui la disposizione abbia ad oggetto beni immobili.
A norma del codice civile, le disposizioni testamentarie a titolo particolare possono farsi sotto condizione risolutiva? No. Sì, ma soltanto qualora la disposizione riguardi i legittimari. Sì. Sì, ma soltanto qualora la disposizione abbia ad oggetto beni immobili.
A norma del codice civile, le disposizioni testamentarie a titolo particolare possono farsi sotto condizione sospensiva? Sì, ma soltanto qualora la disposizione abbia ad oggetto beni immobili. Sì. No. Sì, ma soltanto qualora la disposizione riguardi i legittimari.
A norma del codice civile, le disposizioni testamentarie a titolo universale possono farsi sotto condizione risolutiva? Sì. Sì, ma soltanto qualora la disposizione abbia ad oggetto beni immobili. No. Sì, ma soltanto qualora la disposizione riguardi i legittimari.
A norma del codice civile, le disposizioni testamentarie a titolo universale possono farsi sotto condizione sospensiva? Sì. Sì, ma soltanto qualora la disposizione abbia ad oggetto beni immobili. No. Sì, ma soltanto qualora la disposizione riguardi i legittimari.
La disposizione testamentaria a titolo universale può essere fatta sotto condizione? Sì, ma solo sotto condizione risolutiva; la condizione sospensiva si considera come non apposta. No. Sì, ma solo sotto condizione sospensiva; la condizione risolutiva si considera come non apposta. Sì, sotto condizione sospensiva o risolutiva.
La disposizione testamentaria, cui sia apposta una condizione contraria all'ordine pubblico che non costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: valida se la condizione è risolutiva, nulla se la condizione è sospensiva. annullabile. valida e la condizione si considera non apposta. nulla.
La condizione impossibile contenuta in una disposizione testamentaria e che non costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre: rende nulla la disposizione testamentaria. si considera validamente apposta. rende annullabile la disposizione testamentaria. si considera non apposta.
La condizione impossibile, apposta ad una istituzione di erede e che costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre, rende la disposizione testamentaria: nulla. annullabile. valida. inefficace, ancorché valida.
La condizione contraria a norme imperative, apposta a una istituzione di erede e che costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre, rende la disposizione testamentaria: nulla. valida. inefficace, ancorché valida. annullabile.
La condizione contraria al buon costume, apposta ad una disposizione testamentaria e che costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre, rende la disposizione testamentaria: inefficace, ancorché valida. valida. annullabile. nulla.
La condizione contraria a norme imperative contenuta in una disposizione testamentaria e che non costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre: rende nulla la disposizione testamentaria. rende annullabile la disposizione testamentaria. si considera non apposta. si considera validamente apposta.
La condizione contraria all'ordine pubblico contenuta in una disposizione testamentaria e che non costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre: si considera non apposta. si considera validamente apposta. rende nulla la disposizione testamentaria. rende annullabile la disposizione testamentaria.
La condizione contraria al buon costume contenuta in una disposizione testamentaria e che non costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre: rende annullabile la disposizione testamentaria. si considera non apposta. si considera validamente apposta. rende nulla la disposizione testamentaria.
La disposizione testamentaria, cui sia apposta una condizione contraria a norme imperative che non costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: valida e la condizione si considera non apposta. nulla. annullabile. valida se la condizione è sospensiva, nulla se la condizione è risolutiva.
La disposizione testamentaria, cui sia apposta una condizione contraria al buon costume che non costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: valida se la condizione è sospensiva, nulla se la condizione è risolutiva. annullabile. valida e la condizione si considera non apposta. nulla.
La disposizione testamentaria, cui sia apposta una condizione impossibile che non costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: valida e la condizione si considera non apposta. nulla. annullabile. valida se la condizione è sospensiva, nulla se la condizione è risolutiva.
La condizione contraria all'ordine pubblico, apposta ad una disposizione testamentaria e che costituisca l'unico motivo che ha determinato il testatore a disporre, rende la disposizione testamentaria: inefficace, ancorché valida. nulla. valida. annullabile.
La disposizione a titolo particolare fatta dal testatore a condizione di essere a sua volta avvantaggiato nel testamento del legatario: è valida. è valida nel solo caso in cui il legatario sia discendente naturale del testatore. è annullabile. è nulla.
La disposizione a titolo universale fatta dal testatore a condizione di essere a sua volta avvantaggiato nel testamento dell'erede: è valida. è valida nel solo caso in cui erede sia il coniuge del testatore. è nulla. è annullabile.
La condizione, contenuta in una disposizione testamentaria a titolo universale, che impedisce le prime nozze: è illecita. è lecita. è lecita esclusivamente se la disposizione riguarda discendenti del testatore. è illecita esclusivamente se la disposizione riguarda discendenti del testatore.
Il beneficiario di legato di pensione ovvero di altra prestazione periodica, disposto in suo favore per il tempo della vedovanza, può goderne? Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore. Sì, ma solo durante la vedovanza. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze. No.
Il beneficiario di legato di pensione ovvero di altra prestazione periodica, disposto in suo favore per il caso della vedovanza, può goderne? Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze. No. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore. Sì, esclusivamente durante la vedovanza.
Il beneficiario di legato di pensione ovvero di altra prestazione periodica, disposto in suo favore per il tempo del celibato, può goderne? Sì, ma solo durante il celibato. Sì, anche dopo contratto il matrimonio. No. Sì, anche dopo contratto il matrimonio se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore.
Il beneficiario di legato di pensione o di altra prestazione periodica, disposto in suo favore per il caso del celibato, può goderne? Sì, esclusivamente durante il celibato. Sì, anche dopo contratto il matrimonio. No. Sì, anche dopo contratto il matrimonio se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore.
Il beneficiario di legato di diritto di abitazione su di un immobile non adibito a residenza familiare del defunto, disposto in suo favore per il tempo della vedovanza, può goderne? No. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore. Sì, ma solo durante la vedovanza.
Il beneficiario di legato di diritto di abitazione su di un immobile non adibito a residenza familiare del defunto, disposto in suo favore per il caso della vedovanza, può goderne? Sì, esclusivamente durante la vedovanza. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze. No. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore.
Il beneficiario di legato di diritto di abitazione su di un immobile non adibito a residenza familiare del defunto, disposto in suo favore per il tempo del celibato, può goderne? No. Sì, ma solo durante il celibato. Sì, anche dopo contratto matrimonio. Sì, anche dopo contratto il matrimonio se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore.
Il beneficiario di legato di diritto di abitazione su di un immobile non adibito a residenza familiare del defunto, disposto in suo favore per il caso del celibato, può goderne? No. Sì, anche dopo contratto il matrimonio se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore. Sì, esclusivamente durante il celibato. Sì, anche dopo contratto il matrimonio.
Il beneficiario di legato di uso su un bene, disposto in suo favore per il tempo della vedovanza, può goderne? Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze. Sì, esclusivamente durante la vedovanza. No.
Il beneficiario di legato di uso su un bene, disposto in suo favore per il caso di vedovanza, può goderne? Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze. No. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore. Sì, esclusivamente durante la vedovanza.
Il beneficiario di legato di uso su un bene, disposto in suo favore per il tempo del celibato, può goderne? No. Sì, ma solo durante il celibato. Sì, anche dopo contratto il matrimonio. Sì, anche dopo contratto il matrimonio se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore.
Il beneficiario di legato di usufrutto su un bene, disposto in suo favore per il tempo del celibato, può goderne? Sì, ma solo per il tempo del celibato. Sì, anche dopo contratto il matrimonio. No. Sì, anche dopo contratto il matrimonio se la disposizione non sia fatta in favore di un discendente del testatore.
La condizione, contenuta in una disposizione testamentaria a titolo universale, che impedisce le nozze ulteriori: è illecita. è illecita esclusivamente se la disposizione riguarda il coniuge del testatore. è lecita. è lecita esclusivamente se la disposizione riguarda il coniuge del testatore.
Il beneficiario di legato di usufrutto su un bene, disposto in suo favore per il tempo della vedovanza, può goderne? No. Sì, esclusivamente durante la vedovanza. Sì, anche dopo aver contratto nuove nozze. Sì, anche dopo contratte nuove nozze se la disposizione non sia fatta in favore di discendente del testatore.
Il termine dal quale deve cessare l'effetto di una disposizione testamentaria a titolo universale si considera: validamente apposto, purché il testatore abbia indicato altro chiamato in sostituzione che sia suo discendente legittimo. non apposto. validamente apposto in ogni caso. non apposto, salvo che la disposizione sia stata fatta in favore di legittimari.
Il termine dal quale deve cominciare l'effetto di una disposizione testamentaria a titolo universale si considera: validamente apposto in ogni caso. non apposto, salvo che la disposizione sia stata fatta in favore di legittimari. non apposto. validamente apposto, purché il beneficiario sia discendente legittimo del testatore e sia chiamato in sostituzione di altro chiamato.
Se il testatore ha disposto sotto la condizione che il legatario non dia qualche cosa per un tempo indeterminato, la disposizione si considera: fatta in ogni caso sotto condizione sospensiva. fatta in ogni caso sotto condizione risolutiva. fatta sotto condizione risolutiva, salvo che dal testamento risulti una contraria volontà del testatore. fatta sotto condizione sospensiva, salvo che dal testamento risulti una contraria volontà del testatore.
Se il testatore ha disposto sotto la condizione che il legatario non faccia qualche cosa per un tempo indeterminato, la disposizione si considera: fatta in ogni caso sotto condizione risolutiva. fatta in ogni caso sotto condizione sospensiva. fatta sotto condizione risolutiva, salvo che dal testamento risulti una contraria volontà del testatore. fatta sotto condizione sospensiva, salvo che dal testamento risulti una contraria volontà del testatore.
Se il testatore ha disposto sotto la condizione che l'erede non dia qualche cosa per un tempo indeterminato, la disposizione si considera: fatta sotto condizione risolutiva, salvo che dal testamento risulti una contraria volontà del testatore. fatta sotto condizione sospensiva, salvo che dal testamento risulti una contraria volontà del testatore. fatta in ogni caso sotto condizione sospensiva. fatta in ogni caso sotto condizione risolutiva.
Se il testatore ha disposto sotto la condizione che l'erede non faccia qualche cosa per un tempo indeterminato, la disposizione si considera: fatta sotto condizione sospensiva, salvo che dal testamento risulti una contraria volontà del testatore. fatta in ogni caso sotto condizione sospensiva. fatta in ogni caso sotto condizione risolutiva. fatta sotto condizione risolutiva, salvo che dal testamento risulti una contraria volontà del testatore.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo particolare sottoposta a condizione risolutiva, può l'autorità giudiziaria, qualora ne ravvisi l'opportunità, imporre al legatario di prestare idonea garanzia a favore di coloro ai quali il legato dovrebbe devolversi nel caso che la condizione si avverasse? No, salvo che la condizione risolutiva sia potestativa. No, salvo che la disposizione testamentaria abbia ad oggetto beni immobili. Sì. No.
Nel caso di disposizione testamentaria a titolo universale sottoposta a condizione risolutiva può l'autorità giudiziaria, qualora ne ravvisi l'opportunità, imporre all'erede di prestare idonea garanzia a favore di coloro ai quali l'eredità dovrebbe devolversi nel caso che la condizione si avverasse? No, salvo che nell'eredità siano compresi beni immobili. No. No, salvo che la condizione risolutiva sia potestativa. Sì.
Nel caso di legato a termine iniziale, l'autorità giudiziaria può imporre al legatario di prestare idonea garanzia? Sì, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. No, salvo che il legato abbia ad oggetto cose fruttifere. No. Sì.
Nel caso di legato sottoposto a condizione sospensiva, l'autorità giudiziaria può imporre al legatario di prestare idonea garanzia? Sì. No. Sì, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. No, salvo che il legato abbia ad oggetto cose fruttifere.
Se a taluno è lasciato un legato a termine iniziale, può l'onerato essere costretto a dare idonea garanzia al legatario? Sì, anche se il testatore abbia diversamente disposto. Sì, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. No, mai. No, salvo che il testatore abbia diversamente disposto.
Se a taluno è lasciato un legato sotto condizione sospensiva, può l'onerato essere costretto a dare idonea garanzia al legatario? Sì, anche se il testatore abbia diversamente disposto. Sì, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. No, mai. No, salvo che il testatore abbia diversamente disposto.
Nel caso di legato a termine finale, può il legatario essere costretto a dare idonea garanzia? Sì, purché il testatore lo abbia espressamente consentito. No. Sì. No, a meno che il legato abbia ad oggetto beni immobili.
Se a taluno è lasciato un legato a termine finale ed il legatario non adempie l'obbligo di dare idonea garanzia: il legatario inadempiente conserva l'amministrazione, ma è tenuto al risarcimento del danno. il termine si considera non apposto. l'autorità giudiziaria nomina un esecutore testamentario. è dato ai beni costituenti oggetto del legato un amministratore.
Qualora l'erede sia istituito sotto condizione sospensiva, finché questa non si verifica o non è certo che non si può più verificare: l'erede istituito nomina un esecutore testamentario. l'erede istituito provvede all'amministrazione del patrimonio ereditario. l'autorità giudiziaria nomina un esecutore testamentario. è dato all'eredità un amministratore.
Se a taluno è lasciato un legato a termine iniziale e l'onerato, che non ne sia stato espressamente dispensato dal testatore, non adempie l'obbligo imposto dall'autorità giudiziaria di prestare idonea garanzia al legatario: l'onerato inadempiente conserva l'amministrazione, ma è tenuto al risarcimento del danno. è dato ai beni costituenti oggetto del legato un amministratore. il termine si considera non apposto. l'autorità giudiziaria nomina un esecutore testamentario.
Se a taluno è lasciato un legato sotto condizione sospensiva e l'onerato, che non ne sia stato espressamente dispensato dal testatore, non adempie l'obbligo imposto dall'autorità giudiziaria di prestare idonea garanzia al legatario: la condizione si considera avverata. è dato ai beni costituenti oggetto del legato un amministratore. l'autorità giudiziaria nomina un esecutore testamentario. l'onerato inadempiente conserva l'amministrazione, ma è tenuto al risarcimento del danno.
Se la disposizione testamentaria è sottoposta a condizione risolutiva ed il legatario non adempie l'obbligo, imposto dall'autorità giudiziaria, di prestare idonea garanzia a favore di coloro ai quali il legato dovrebbe devolversi nel caso che la condizione si avverasse: il legatario inadempiente conserva l'amministrazione, ma è tenuto al risarcimento del danno. è dato ai beni costituenti oggetto del legato un amministratore. la condizione si considera avverata. l'autorità giudiziaria nomina un esecutore testamentario.
Se la disposizione testamentaria è sottoposta a condizione risolutiva e l'erede non adempie l'obbligo, imposto dall'autorità giudiziaria, di prestare idonea garanzia a favore di coloro ai quali l'eredità dovrebbe devolversi nel caso che la condizione si avverasse: la condizione si considera avverata. è dato all'eredità un amministratore. l'autorità giudiziaria nomina un esecutore testamentario. l'erede inadempiente conserva l'amministrazione, ma è tenuto al risarcimento del danno.
Qualora l'erede sia istituito sotto condizione sospensiva e nella disposizione il testatore abbia previsto la sostituzione, l'amministrazione dell'eredità in pendenza della condizione spetta: alla persona a cui favore è stata disposta la sostituzione. all'esecutore testamentario all'uopo espressamente designato dall'erede condizionale. all'erede istituito sotto condizione sospensiva. al presunto erede legittimo.
Qualora un erede sia istituito sotto condizione sospensiva e nella disposizione il testatore non abbia previsto la sostituzione né vi siano coeredi a favore dei quali abbia luogo il diritto di accrescimento, l'amministrazione dell'eredità in pendenza della condizione spetta: al curatore speciale all'uopo designato dal presunto erede legittimo. al presunto erede legittimo. all'erede istituito sotto condizione sospensiva. all'esecutore testamentario all'uopo espressamente designato dall'erede istituito.
Qualora un erede sia istituito sotto condizione sospensiva e nella disposizione il testatore abbia istituito altro ovvero altri coeredi non condizionali, quando tra essi e l'erede condizionale vi è il diritto di accrescimento, l'amministrazione dell'eredità in pendenza della condizione spetta: al coerede o ai coeredi non condizionali a favore dei quali abbia luogo il diritto di accrescimento. all'esecutore testamentario all'uopo espressamente designato dall'erede condizionale. all'erede istituito sotto condizione sospensiva. al presunto erede legittimo.
Nel caso in cui sia chiamato a succedere un nascituro non concepito, figlio di una determinata persona vivente, e nella disposizione il testatore abbia previsto la sostituzione, l'amministrazione dell'eredità sino all'evento della nascita spetta: all'esecutore testamentario all'uopo espressamente nominato dal tribunale. al presunto erede legittimo. alla persona a cui favore è stata disposta la sostituzione. al genitore del nascituro.
Nel caso in cui sia chiamato a succedere un nascituro non concepito, figlio di una determinata persona vivente, e nella disposizione il testatore non abbia previsto la sostituzione né vi siano coeredi a favore dei quali abbia luogo il diritto di accrescimento, l'amministrazione dell'eredità sino all'evento della nascita spetta: al presunto erede legittimo. all'esecutore testamentario all'uopo designato dal genitore. all'esecutore testamentario all'uopo espressamente nominato dal tribunale. al genitore del nascituro.
Nel caso in cui sia chiamato a succedere un nascituro non concepito, figlio di una determinata persona vivente, e nella disposizione il testatore abbia istituito altro ovvero altri coeredi, quando tra essi ed il nascituro non concepito vi è il diritto di accrescimento l'amministrazione dell'eredità sino all'evento della nascita spetta: al presunto erede legittimo. all'esecutore testamentario all'uopo espressamente nominato dal tribunale. all'esecutore testamentario all'uopo designato dal genitore del nascituro. al coerede ovvero ai coeredi a favore dei quali abbia luogo il diritto di accrescimento.
Se è chiamato all'eredità del padre un nascituro concepito, l'amministrazione dell'eredità sino alla nascita spetta: al coerede o ai coeredi a favore dei quali avrebbe luogo il diritto di accrescimento in caso della mancata nascita. al curatore speciale all'uopo nominato dai coeredi. al curatore speciale all'uopo nominato dal tribunale del luogo di apertura della successione. alla madre.
Nel caso in cui sia chiamato a succedere un nascituro non concepito, figlio di una determinata persona vivente, all'amministratore dell'eredità sino all'evento della nascita sono comuni le regole che si riferiscono: ai chiamati all'eredità che siano nel possesso dei beni ereditari. ai curatori dell'eredità giacente. agli esecutori testamentari. ai chiamati all'eredità che non siano nel possesso dei beni ereditari.
Se la disposizione testamentaria è sottoposta a condizione risolutiva e l'erede non adempie l'obbligo, imposto dall'autorità giudiziaria, di prestare idonea garanzia a favore di coloro ai quali l'eredità dovrebbe devolversi nel caso che la condizione si avverasse, è dato all'eredità un amministratore al quale sono comuni le regole che si riferiscono: ai curatori dell'eredità giacente. ai chiamati all'eredità che non siano nel possesso dei beni ereditari. agli esecutori testamentari. ai chiamati all'eredità che siano nel possesso dei beni ereditari.
Nel caso di istituzione di erede sotto condizione sospensiva ed in pendenza di questa, all'amministratore dell'eredità sono comuni le regole che si riferiscono: ai curatori dell'eredità giacente. agli esecutori testamentari. ai chiamati all'eredità che siano nel possesso dei beni ereditari. ai chiamati all'eredità che non siano nel possesso dei beni ereditari.
Se la disposizione testamentaria a titolo particolare è sottoposta a condizione risolutiva e il legatario non adempie l'obbligo, imposto dall'autorità giudiziaria, di prestare idonea garanzia a favore di coloro ai quali il legato dovrebbe devolversi nel caso che la condizione si avverasse, è dato al legato stesso un amministratore al quale sono comuni le regole che si riferiscono: ai chiamati all'eredità che non siano nel possesso dei beni ereditari. agli esecutori testamentari. ai chiamati all'eredità che siano nel possesso dei beni ereditari. ai curatori dell'eredità giacente.
All'istituzione di erede può essere apposta una condizione sospensiva potestativa senza indicazione del termine per l'adempimento? Sì, ma solo se l'erede istituito non sia figlio legittimo, legittimato, o adottivo del de cuius. Sì, ma gli interessati possono adire l'autorità giudiziaria perché fissi il termine per l'adempimento. Sì, ma l'autorità giudiziaria può fissare il termine per l'adempimento, purché la relativa richiesta sia formulata dalla maggioranza dei chiamati all'eredità. No, e la condizione eventualmente stabilita si considera come non apposta.
Se la condizione apposta all'istituzione di erede è sospensiva potestativa e non è indicato il termine per l'adempimento: il termine per l'adempimento si presume fissato in anni due dall'apertura della successione. gli interessati possono adire l'autorità giudiziaria perché fissi questo termine. l'autorità giudiziaria provvede di ufficio alla fissazione di questo termine. la condizione si considera non apposta.
Se la condizione apposta al legato è sospensiva potestativa e non è indicato il termine per l'adempimento: il termine per l'adempimento si presume fissato in due anni dall'apertura della successione. gli interessati possono adire l'autorità giudiziaria perché fissi questo termine. la condizione si considera non apposta. l'autorità giudiziaria provvede di ufficio alla fissazione di questo termine.
Verificatasi la condizione risolutiva apposta ad una disposizione testamentaria a titolo universale, l'azione nei confronti dell'erede per la restituzione dei frutti che siano eventualmente dovuti: è imprescrittibile, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. è imprescrittibile. si prescrive in cinque anni. si prescrive in cinque anni, salvo che il testatore abbia previsto un termine maggiore.
L'adempimento della condizione apposta all'istituzione di erede ha effetto: non retroattivo, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. retroattivo. non retroattivo. retroattivo, salvo che si tratti di condizione risolutiva.
L'adempimento della condizione apposta al legato ha effetto: non retroattivo. retroattivo. non retroattivo, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. retroattivo, salvo che si tratti di condizione risolutiva.
L'adempimento della condizione risolutiva apposta all'istituzione di erede ha effetto: retroattivo. non retroattivo, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. non retroattivo. retroattivo, salvo che l'istituito sia un incapace o una persona giuridica.
Verificatasi la condizione risolutiva apposta ad una disposizione testamentaria a titolo particolare, il legatario: è tenuto a restituire i frutti solo se sussistono nel suo patrimonio al momento in cui si verifica la condizione. non è tenuto a restituire i frutti naturali ma solo quelli civili. non è tenuto a restituire i frutti se non dal giorno in cui la condizione si è verificata. è tenuto a restituire i frutti dal giorno dell'apertura della successione.
Verificatasi la condizione risolutiva apposta ad una disposizione testamentaria a titolo particolare, l'azione nei confronti del legatario per la restituzione dei frutti che siano eventualmente dovuti: si prescrive in cinque anni. si prescrive in cinque anni, salvo che il testatore abbia previsto un termine maggiore. è imprescrittibile. è imprescrittibile, salvo che il testatore abbia diversamente disposto.
Verificatasi la condizione risolutiva apposta ad una disposizione testamentaria a titolo universale, l'erede: non è tenuto a restituire i frutti se non dal giorno in cui la condizione si è verificata. non è tenuto a restituire i frutti naturali ma solo quelli civili. è tenuto a restituire i frutti dal giorno dell'apertura della successione. è tenuto a restituire i frutti solo se sussistono nel suo patrimonio al momento in cui si verifica la condizione.
La disposizione testamentaria, cui sia apposto un onere illecito che costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: risolubile. inefficace, ancorché valida. rescindibile. nulla.
Può essere apposto un onere all'istituzione di un erede non legittimario? Sì, ma solo qualora si tratti di istituzione sottoposta a condizione risolutiva. No. Sì. No, salvo che si tratti di onere assistenziale.
Può essere apposto un onere al legato disposto a favore di una persona giuridica? No. No, salvo che si tratti di onere assistenziale. Sì. Sì, ma solo qualora il legato abbia ad oggetto cose fungibili.
Se il testatore non ha diversamente disposto, l'autorità giudiziaria, qualora ne ravvisi l'opportunità, può imporre all'erede gravato da onere: esclusivamente la costituzione di ipoteca su beni non ereditari. esclusivamente l'attribuzione dell'amministrazione ad un curatore speciale. una cauzione. l'immediato adempimento dell'onere.
Se il testatore non ha diversamente disposto, l'autorità giudiziaria, qualora ne ravvisi l'opportunità, può imporre al legatario gravato da onere: una cauzione. l'immediato adempimento dell'onere. esclusivamente la costituzione di ipoteca su beni non ereditari. esclusivamente l'attribuzione dell'amministrazione ad un curatore speciale.
Può l'autorità giudiziaria, qualora ne ravvisi l'opportunità, imporre all'erede gravato da onere una cauzione? Sì, se il testatore non ha diversamente disposto. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. No, salvo che il testatore abbia diversamente disposto.
Può l'autorità giudiziaria, qualora ne ravvisi l'opportunità, imporre al legatario gravato da onere una cauzione? No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. No, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. Sì, se il testatore non ha diversamente disposto.
L'onere impossibile, contenuto in una disposizione testamentaria e che non costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, si considera: validamente apposto, purché la disposizione sia contenuta in un testamento pubblico. validamente apposto, purché i beneficiari della disposizione siano enti aventi finalità assistenziali. non apposto. validamente apposto.
L'onere illecito, contenuto in una disposizione testamentaria a titolo universale e che non costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, si considera: validamente apposto, purché i beneficiari siano i legittimari. validamente apposto, purché la disposizione sia contenuta in un testamento pubblico. validamente apposto, purché la disposizione sia contenuta in un testamento segreto. non apposto.
La disposizione testamentaria, cui sia apposto un onere impossibile che non costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: inefficace, ancorché valida. nulla. annullabile. valida ed efficace ed il detto onere si considera non apposto.
La disposizione testamentaria, cui sia apposto un onere illecito che non costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: inefficace, ancorché valida. valida ed efficace ed il detto onere si considera non apposto. nulla. annullabile.
La disposizione testamentaria a titolo universale, cui sia apposto un onere impossibile che costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: valida ed efficace. annullabile. inefficace, ancorché valida. nulla.
L'onere illecito, contenuto in una disposizione testamentaria a titolo particolare e che costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, rende la disposizione testamentaria: valida ed efficace. annullabile. inefficace, ancorché valida. nulla.
L'onere impossibile apposto al legato, contenuto in una disposizione testamentaria e che costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, rende la disposizione testamentaria: valida ed efficace. nulla. annullabile. inefficace, ancorché valida.
La disposizione testamentaria a titolo universale, cui sia apposto un onere illecito che costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, è: valida ed efficace. nulla. inefficace, ancorché valida. annullabile.
L'onere illecito, contenuto in una disposizione testamentaria a titolo particolare e che non costituisca il solo motivo che ha determinato il testatore a disporre, si considera: non apposto. validamente apposto, purché i beneficiari della disposizione siano enti aventi finalità assistenziali. validamente apposto. validamente apposto, purché la disposizione sia contenuta in un testamento pubblico.
Nel caso di inadempimento dell'onere, in quale delle seguenti ipotesi l'autorità giudiziaria può pronunziare la risoluzione della disposizione testamentaria? Se la risoluzione è stata prevista dal testatore, purché la disposizione sia contenuta in un testamento olografo. Se la risoluzione è stata prevista dal testatore, purché la disposizione sia contenuta in un testamento pubblico. Se la risoluzione è stata prevista dal testatore, purché la disposizione sia contenuta in un testamento olografo e l'onere abbia esclusivo carattere assistenziale. Se la risoluzione è stata prevista dal testatore.
In caso di inadempimento dell'onere che ha costituito il solo motivo determinante della disposizione testamentaria, può l'autorità giudiziaria pronunziare la risoluzione della disposizione? No. Sì, ma solo qualora la disposizione sia contenuta in un testamento pubblico. Sì, ma solo qualora la disposizione sia contenuta in un testamento olografo. Sì.
In caso di inadempimento dell'onere, se la risoluzione è stata prevista dal testatore, può l'autorità giudiziaria pronunziare la risoluzione della disposizione? Sì, ma solo qualora la disposizione sia contenuta in un testamento olografo. Sì. No. Sì, ma solo qualora la disposizione sia contenuta in un testamento pubblico.
Chi può agire per ottenere l'adempimento dell'onere testamentario? Qualsiasi interessato. Esclusivamente il coniuge del beneficiario della disposizione testamentaria. Esclusivamente i discendenti legittimi dell'onerato. Esclusivamente il beneficiario della disposizione testamentaria.
Nel caso di inadempimento dell'onere, può l'autorità giudiziaria pronunziare la risoluzione della disposizione testamentaria? No. Sì, se la risoluzione è stata prevista dal testatore o se l'adempimento dell'onere ha costituito il solo motivo determinante della disposizione. Sì, in ogni caso. Sì, nel solo caso in cui la risoluzione è stata prevista dal testatore in un testamento pubblico.
Per l'adempimento dell'onere testamentario può agire: qualsiasi interessato. esclusivamente l'esecutore testamentario. esclusivamente il coniuge del beneficiario della disposizione testamentaria. esclusivamente il Procuratore della Repubblica competente per territorio.
Nel caso di inadempimento dell'onere, in quale delle seguenti ipotesi l'autorità giudiziaria può pronunziare la risoluzione della disposizione testamentaria? Se l'adempimento dell'onere ha costituito il solo motivo determinante della disposizione, e purché quest'ultima sia contenuta in un testamento olografo. Se l'adempimento dell'onere ha costituito il solo motivo determinante della disposizione, e purché quest'ultima sia contenuta in un testamento olografo e l'onere abbia carattere assistenziale. Se l'adempimento dell'onere ha costituito il solo motivo determinante della disposizione. Se l'adempimento dell'onere ha costituito il solo motivo determinante della disposizione, e purché quest'ultima sia contenuta in un testamento pubblico.
Quando oggetto del legato è la proprietà di una cosa determinata appartenente al testatore, la proprietà si trasmette dal testatore al legatario: al momento della redazione della denunzia di successione. al momento della morte del testatore. al momento della trascrizione della denunzia di successione. al momento della avvenuta dichiarazione di accettazione del legato.
A norma del codice civile, il legatario deve domandare all'onerato il possesso della cosa legata: anche quando ne è stato espressamente dispensato dal testatore. solo se il testatore lo abbia espressamente previsto. solo se il legato ha per oggetto beni mobili, salvo che il testatore lo abbia espressamente dispensato. solo se il legato ha per oggetto beni immobili, salvo che il testatore lo abbia espressamente dispensato.
Il legato si acquista: solo mediante dichiarazione di accettazione ricevuta da un notaio ed inserita nel registro delle successioni. solo mediante dichiarazione di accettazione ricevuta dal cancelliere dell'ufficio giudiziario competente. senza bisogno di accettazione, salva contraria volontà del testatore. senza bisogno di accettazione, salva la facoltà di rinunziare.
Se oggetto del legato è la proprietà di una cosa determinata appartenente al testatore, in quale momento la proprietà della cosa si trasmette al legatario? Al momento della inserzione della dichiarazione di accettazione del legato nel registro delle successioni. Al momento della avvenuta dichiarazione di accettazione del legato. Al momento della trascrizione della denunzia di successione. Al momento della morte del testatore.
Se oggetto del legato è un diritto appartenente al testatore, in quale momento il legatario acquista il diritto? Al momento della inserzione della dichiarazione di accettazione del legato nel registro delle successioni. Al momento della morte del testatore. Al momento della avvenuta dichiarazione di accettazione del legato. Al momento della trascrizione della denunzia di successione.
Quando oggetto del legato è un diritto appartenente al testatore, il diritto stesso si trasmette dal testatore al legatario: al momento della avvenuta dichiarazione di accettazione del legato. al momento della morte del testatore. al momento della redazione della denunzia di successione. al momento della apertura del testamento.
L'autorità giudiziaria ha fissato al legatario un termine entro il quale esso dichiari se intende esercitare la facoltà di rinunziare. Trascorso questo termine senza che abbia fatto alcuna dichiarazione, il legatario: perde il diritto di rinunziare. può chiedere all'autorità giudiziaria di fissare un nuovo termine per rendere la sua dichiarazione. perde il diritto di rinunziare, salvo che il testatore lo abbia espressamente dispensato dal rendere tale dichiarazione. perde il diritto di rinunziare, salvo che l'erede o gli eredi lo abbiano espressamente dispensato dal rendere tale dichiarazione.
Chi può chiedere che l'autorità giudiziaria fissi un termine entro il quale il legatario dichiari se intenda esercitare la facoltà di rinunziare? Chiunque vi abbia interesse. Soltanto i creditori dell'eredità. Soltanto l'erede, anche qualora non sia nel possesso dei beni ereditari. Soltanto l'erede che sia nel possesso dei beni ereditari.
Nell'ipotesi di legato di cosa di un terzo, qualora dal testamento risulti che il testatore sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo, l'onerato è obbligato: ad acquistare la proprietà della cosa dal terzo ed a trasferirla al legatario, ma è in sua facoltà di pagarne al legatario il giusto prezzo. esclusivamente ad acquistare la proprietà della cosa dal terzo ed a trasferirla al legatario. a mettere in relazione il terzo ed il legatario per la conclusione del contratto di trasferimento. esclusivamente a pagare al legatario il valore della cosa sulla base della perizia di un consulente tecnico d'ufficio nominato dall'autorità giudiziaria.
Se la cosa legata, pur appartenendo all'onerato al tempo del testamento, si trova in proprietà del testatore al momento della sua morte, il legato è: annullabile. valido. nullo, salvo che dal testamento risulti che il testatore sapeva che la cosa legata apparteneva all'onerato. nullo.
Il legato di cosa di proprietà di un terzo al tempo del testamento ed al momento della morte del testatore è: annullabile, salvo che dal testamento risulti che il testatore sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo. nullo, salvo che dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo. valido ed efficace, salvo che dal testamento risulti che il testatore sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo. valido ed efficace.
Se la cosa legata, pur appartenendo ad un terzo al tempo del testamento, si trova in proprietà del testatore al momento della sua morte, il legato è: nullo. annullabile. valido. nullo, salvo che dal testamento risulti che il testatore sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo.
Il legato di cosa di proprietà dell'onerato al tempo del testamento ed al momento della morte del testatore è: valido ed efficace. valido ed efficace, salvo che da dichiarazione diversa dal testamento scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva all'onerato. nullo, salvo che dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva all'onerato. annullabile, salvo che da dichiarazione diversa dal testamento scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva all'onerato.
È valido il legato di cosa che, pur appartenendo ad altri al tempo del testamento, si trova in proprietà del testatore al momento della sua morte? Sì. Sì, ma solo se il legato abbia ad oggetto beni immobili. No. No, salvo che il legato sia contenuto in un testamento pubblico.
Nell'ipotesi di legato di cosa di un terzo, qualora da una dichiarazione diversa dal testamento scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo, l'onerato è obbligato: a mettere in relazione il terzo ed il legatario per la conclusione del contratto di trasferimento. esclusivamente a pagare al legatario il valore della cosa sulla base della perizia di un consulente tecnico d'ufficio nominato dall'autorità giudiziaria. ad acquistare la proprietà della cosa dal terzo ed a trasferirla al legatario, ma è in sua facoltà di pagarne al legatario il giusto prezzo. esclusivamente ad acquistare la proprietà della cosa dal terzo ed a trasferirla al legatario.
Se il testatore lega una cosa che anche al momento della morte gli appartiene solo in parte, il legato: è annullabile. è valido solo relativamente a questa parte, anche se risulti la volontà del testatore di legare la cosa per intero e se dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti altresì che questi sapeva che la cosa legata apparteneva in parte all'onerato o al terzo. è valido solo relativamente a questa parte, salvo che risulti la volontà del testatore di legare la cosa per intero e che dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti altresì che questi sapeva che la cosa legata apparteneva in parte all'onerato o al terzo. è nullo.
Se al testatore, anche al momento della sua morte, appartiene solo un diritto sulla cosa legata, il legato: è valido solo relativamente a questo diritto, anche se risulti la volontà del testatore di legare la cosa per intero e se dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti altresì che questi sapeva che sulla cosa legata esisteva un diritto spettante all'onerato o al terzo. è nullo. è valido solo relativamente a questo diritto, salvo che risulti la volontà del testatore di legare la cosa per intero e che dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti altresì che questi sapeva che sulla cosa legata esisteva un diritto spettante all'onerato o al terzo. è annullabile.
Il legato di cosa determinata solo nel genere: è nullo. è valido anche se nessuna del genere ve n'era nel patrimonio del testatore al tempo del testamento e nessuna se ne trova al tempo della morte. è valido purché se ne trovi alcuna del genere nel patrimonio del testatore al tempo della morte. è valido purché ve ne fosse alcuna del genere nel patrimonio del testatore al tempo del testamento.
Se il testatore lega una cosa determinata solo nel genere senza specificare che essa deve prendersi dal suo patrimonio, il legato: è valido, anche se nessuna del genere ve n'era nel patrimonio del testatore al tempo del testamento e nessuna se ne trova al tempo della morte. è nullo. è annullabile. è valido solo per le cose di quel genere esistenti nel patrimonio del testatore al tempo della morte.
Quando il testatore ha lasciato una cosa determinata soltanto nel genere da prendersi dal suo patrimonio, il legato: ha effetto anche qualora la cosa non si trovi nel patrimonio del testatore al tempo della sua morte. ha effetto se la cosa si trova nel patrimonio del testatore al tempo della sua morte e per la quantità che vi si trova. ha effetto anche qualora la cosa non si trovi nel patrimonio del testatore al tempo della sua morte, purché si tratti di cosa facilmente divisibile. è annullabile.
Quando il testatore ha lasciato una sua cosa determinata soltanto nel genere da prendersi dal suo patrimonio e la cosa vi si trovi al tempo della sua morte, ma non nella quantità determinata, il legato: ha effetto per la quantità che vi si trova. ha effetto per l'intero. non ha effetto neanche per la quantità che vi si trova. ha effetto per la quantità che vi si trova solo se essa abbia un valore superiore alla metà del valore della cosa nella sua interezza.
Il legato di cose da prendersi da certo luogo: ha effetto soltanto se le cose vi si trovano, e per la parte che vi si trova; ha tuttavia effetto per l'intero quando, alla morte del testatore, le cose non vi si trovano, in tutto o in parte, perché erano state rimosse temporaneamente dal luogo in cui di solito erano custodite. non ha effetto. ha effetto soltanto se il luogo indicato sia quello dell'ultimo domicilio del testatore. ha effetto soltanto se il luogo indicato sia ubicato nel territorio dello Stato italiano.
In quale ipotesi il legato di cosa da prendersi da certo luogo, che di norma ha effetto soltanto se le cose vi si trovano e per la parte che vi si trova, ha effetto per l'intero? Quando alla morte del testatore le cose non vi si trovano, in tutto o in parte, perché erano state rimosse temporaneamente dal luogo in cui di solito erano custodite. Solo quando il testatore abbia manifestato in un testamento olografo una esplicita volontà in tal senso. In nessuna ipotesi. Quando si tratti di cose facilmente trasportabili ed il testatore le abbia analiticamente indicate nel testamento, purché olografo.
Il legato di cosa che al tempo in cui fu fatto il testamento era già di proprietà del legatario, ma che al tempo dell'apertura della successione si trova in proprietà dell'onerato o di un terzo, è: annullabile. valido, se dal testamento risulta che essa fu legata in previsione di tale avvenimento. valido solo se da dichiarazione scritta diversa dal testamento ed autenticata nella firma da un notaio risulta che essa fu legata in previsione di tale avvenimento. nullo.
Il legato di cosa che al tempo in cui fu fatto il testamento era già di proprietà del legatario, ma che al tempo dell'apertura della successione si trova in proprietà del testatore è: nullo. valido. annullabile. valido nel solo caso in cui dal testamento risulta che la cosa fu legata in previsione di tale avvenimento.
Il legato di cosa che al tempo in cui fu fatto il testamento era già di proprietà del legatario è: nullo, anche se la cosa non si trova più in proprietà del legatario al tempo dell'apertura della successione e anche se dal testamento risulta che la cosa fu legata in previsione di tale avvenimento. valido ed efficace, se la cosa si trova in proprietà del legatario anche al tempo dell'apertura della successione. annullabile, se la cosa si trova in proprietà del legatario anche al tempo dell'apertura della successione. nullo, se la cosa si trova in proprietà del legatario anche al tempo dell'apertura della successione.
Se il legatario, dopo la confezione del testamento, ha acquistato dal testatore a titolo gratuito la cosa a lui legata, il legato: esplica i suoi effetti. è senza effetto, anche quando l'alienazione è annullabile per cause diverse dai vizi del consenso ovvero la cosa ritorna in proprietà del testatore. esplica i suoi effetti, ma è inopponibile ai terzi aventi causa dal testatore. è senza effetto nel solo caso in cui l'alienazione è annullabile per cause dipendenti dai vizi del consenso.
Se il legatario, dopo la confezione del testamento, ha acquistato dal testatore a titolo oneroso la cosa a lui legata, il legato: esplica i suoi effetti. esplica i suoi effetti, ma è inopponibile ai terzi aventi causa dal testatore. è senza effetto, anche quando l'alienazione è annullabile per cause diverse dai vizi del consenso ovvero la cosa ritorna in proprietà del testatore. è senza effetto nel solo caso in cui l'alienazione è annullabile per cause dipendenti dai vizi del consenso.
Se dopo la confezione del testamento la cosa legata è stata dal legatario acquistata a titolo oneroso dall'onerato: il legato è senza effetto e il legatario non ha diritto al rimborso del prezzo, anche quando dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva all'onerato. il legato è annullabile. il legatario ha diritto al rimborso del prezzo, quando dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva all'onerato. il legatario ha diritto al risarcimento del danno subito.
Se dopo la confezione del testamento la cosa legata è stata dal legatario acquistata a titolo oneroso da un terzo: il legatario ha diritto al rimborso del prezzo, quando dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo. il legatario ha diritto al risarcimento del danno subito. il legato è annullabile. il legato è senza effetto e il legatario non ha diritto al rimborso del prezzo, anche se dal testamento o da altra dichiarazione scritta del testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo.
Se dopo la confezione del testamento la cosa legata è stata dal legatario acquistata a titolo gratuito da un terzo, il legato: esplica interamente i suoi effetti. è senza effetto, salvo che il terzo sia coniuge o discendente in linea retta del legatario. è senza effetto. è annullabile.
Se dopo la confezione del testamento la cosa legata è stata dal legatario acquistata a titolo gratuito dall'onerato, il legato: è senza effetto. è senza effetto, salvo che l'onerato sia coniuge o discendente in linea retta del legatario. è annullabile. esplica interamente i suoi effetti.
L'erede è tenuto a consegnare al legatario i titoli del credito oggetto del legato che si trovavano presso il testatore? Sì. No, salvo che si tratti di credito avente carattere strettamente personale. No. No, salvo che il testatore lo abbia espressamente previsto nella disposizione.
Il legato di un credito: ha effetto solo qualora si tratti di credito privilegiato e limitatamente alla parte del credito che sussiste al tempo della morte del testatore. ha effetto per la sola parte del credito che sussiste al tempo della morte del testatore. non ha effetto in ogni caso. ha effetto solo se il credito sussiste per intero al tempo della morte del testatore.
Il legato di liberazione da un debito: ha effetto solo se il debito sussiste per intero al tempo della morte del testatore. ha effetto solo qualora si tratti di debito nascente da obbligo alimentare e limitatamente alla parte del debito che sussiste al tempo della morte del testatore. ha effetto per la sola parte del debito che sussiste al tempo della morte del testatore. non ha effetto in ogni caso.
Se il testatore, senza fare menzione del debito, fa un legato al suo creditore: il legato si presume fatto per soddisfare il legatario del suo credito, e non è ammessa la prova contraria. il legato si presume fatto per soddisfare il legatario del suo credito, salvo prova contraria ammessa solo per testimoni. il legato si presume fatto per soddisfare il legatario del suo credito, ma il creditore può rinunziare ad esso. il legato non si presume fatto per soddisfare il legatario del suo credito.
Il legato a favore di uno dei coeredi ed a carico di tutta l'eredità si considera come: legato per l'intero ammontare nel solo caso in cui abbia ad oggetto beni immobili ovvero mobili registrati. legato per il valore corrispondente al valore della quota. legato per un ammontare il cui valore è rimesso alla determinazione del giudice. legato per l'intero ammontare.
Alla prestazione del legato, quando il testatore nulla ha disposto, sono tenuti: gli eredi e gli altri legatari in proporzione alle rispettive attribuzioni. gli eredi. gli altri legatari. gli eredi e gli altri legatari ciascuno per l'intero ammontare salvo diritto di rivalsa.
Il testatore può porre la prestazione del legato: esclusivamente a carico di più legatari e mai a carico degli eredi. a carico degli eredi ovvero a carico di uno o più legatari. esclusivamente a carico di un legatario determinato e mai a carico degli eredi. solo a carico degli eredi e mai a carico dei legatari.
Se il testatore non ha diversamente disposto, su ciascuno dei diversi eredi onerati il legato grava: per l'intero ammontare, salvo che l'erede onerato sia coniuge o discendente legittimo o naturale del testatore. in proporzione della rispettiva quota ereditaria. per l'intero ammontare. per l'intero ammontare, salvo che il legato abbia ad oggetto beni immobili.
Se il testatore non ha diversamente disposto, su ciascuno dei diversi legatari onerati il legato grava: per l'intero ammontare. in proporzione del rispettivo legato. per l'intero ammontare, salvo che il legato abbia ad oggetto cosa acquistata dal legatario dopo la confezione del testamento. in proporzione del legato nel solo caso in cui quest'ultimo abbia ad oggetto cosa acquistata dal legatario dopo la confezione del testamento.
Se l'obbligo di adempiere il legato è stato particolarmente imposto ad uno degli eredi: sono comunque tenuti a soddisfarlo tutti gli eredi, in proporzione della rispettiva quota ereditaria. sono comunque tenuti a soddisfarlo tutti gli eredi, solidalmente tra loro. sono comunque tenuti a soddisfarlo tutti gli eredi ed i legatari indicati nella disposizione testamentaria, in proporzione della rispettiva quota ereditaria o del legato. questi solo è tenuto a soddisfarlo.
Quando non consta una contraria volontà del testatore, se è stata legata una cosa propria di un coerede e quest'ultimo abbia trasferito la cosa al legatario, i coeredi sono tenuti: a compensarlo del valore di essa esclusivamente con danaro, in proporzione della loro quota ereditaria. a compensarlo del valore di essa esclusivamente con beni ereditari, in proporzione della loro quota ereditaria. a compensarlo del valore di essa esclusivamente con beni ereditari purché immobili, in proporzione della rispettiva quota ereditaria. a compensarlo del valore di essa con danaro o con beni ereditari, in proporzione della loro quota ereditaria.
Nel legato di cosa determinata soltanto nel genere, a chi spetta la scelta della cosa? In ogni caso al legatario. All'onerato, a meno che il testatore l'abbia affidata al legatario o ad un terzo. All'onerato, purché sia coniuge ovvero discendente legittimo del testatore. Ad un terzo scelto dal legatario, a meno che il testatore l'abbia affidata all'onerato o al legatario.
Nel legato di cosa determinata soltanto nel genere la scelta, quando dal testatore non è affidata al legatario o ad un terzo, spetta: al conservatore dei registri immobiliari. all'onerato. al tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. al notaio presso il quale è conservato il testamento.
A quale soggetto spetta la scelta nel legato alternativo? Al legatario, a meno che il testatore l'abbia lasciata ad un terzo. All'onerato, a meno che il testatore l'abbia lasciata al legatario o ad un terzo. Ad un terzo scelto dal legatario. Ad un terzo designato dal notaio presso il quale è conservato il testamento.
Nel legato alternativo la scelta spetta: all'onerato, a meno che il testatore l'abbia lasciata al legatario o ad un terzo. a un terzo scelto dal legatario, a meno che il testatore l'abbia lasciata all'onerato ovvero al legatario. al legatario, a meno che il testatore l'abbia lasciata ad un terzo. ad un terzo designato dal tribunale competente per territorio.
Nel legato di genere, se l'onerato o il legatario cui compete la scelta non ha potuto farla, la facoltà di scegliere: non è trasmissibile al suo erede. si trasmette al suo erede, purché quest'ultimo sia coniuge o discendente in linea retta. non si trasmette al suo erede, salvo che il testatore lo abbia espressamente previsto. si trasmette al suo erede.
Nel legato alternativo, se l'onerato o il legatario cui compete la scelta non ha potuto farla, la facoltà di scegliere: non si trasmette al suo erede, salvo che il testatore lo abbia espressamente previsto. si trasmette al suo erede. non è trasmissibile al suo erede. si trasmette al suo erede, purché quest'ultimo sia il coniuge o un discendente in linea retta.
Tizio, onerato di un legato di genere, muore senza aver potuto effettuare la scelta, a lui spettante, della cosa. La scelta fatta dal suo unico erede Sempronio è: ritrattabile entro due anni dal momento in cui è stata fatta. ritrattabile quando sopravvengano eventi straordinari ed imprevedibili non imputabili all'erede dell'onerato. irritrattabile solo qualora si tratti di legato avente ad oggetto un bene gravato da servitù. irritrattabile.
Se il fondo legato è stato accresciuto con acquisti posteriori, questi sono dovuti: al legatario, purché siano contigui al fondo e costituiscano con esso un'unità economica. in ogni caso all'erede. al legatario, anche se non siano contigui al fondo e non costituiscano con esso un'unità economica. al legatario, purché sia coltivatore diretto o imprenditore agricolo a titolo principale.
Se la cosa legata è vincolata per un debito dell'eredità, chi è tenuto al pagamento della somma principale e degli interessi? Il legatario ed è nulla ogni diversa disposizione del testatore. L'erede, qualora il testatore non abbia diversamente disposto. Il legatario, qualora il testatore non abbia diversamente disposto. L'erede ed il legatario in parti uguali tra loro e senza vincolo di solidarietà.
Se la cosa legata è gravata da una servitù, il peso ne è sopportato: dal legatario. dall'erede e dal legatario, in proporzione alle rispettive attribuzioni. dall'erede. dall'erede solo qualora si tratti di servitù apparenti, dal legatario in tutte le altre ipotesi.
Se la cosa legata è gravata da un canone, il peso ne è sopportato: dal legatario. dall'erede, qualora il testatore non abbia diversamente disposto. dall'erede. dall'erede e dal legatario, in proporzione alle rispettive attribuzioni.
Se la cosa legata è vincolata per un debito di un terzo, chi è tenuto al pagamento della somma principale e degli interessi? Il legatario, qualora il testatore non abbia diversamente disposto. L'erede ed è nulla ogni diversa disposizione del testatore. L'erede, qualora il testatore non abbia diversamente disposto. Il legatario, qualora il terzo sia discendente legittimo o naturale del testatore.
Se la cosa legata è vincolata per una rendita semplice, chi è tenuto al pagamento delle annualità? L'erede ed è nulla ogni diversa disposizione del testatore. L'erede, qualora il testatore non abbia diversamente disposto. Il legatario, qualora il testatore non abbia diversamente disposto. Il legatario, qualora la cosa legata sia determinata nel genere e quantità.
Se la cosa legata è gravata da una rendita fondiaria, il peso ne è sopportato: dall'erede solo qualora la rendita sia stata costituita a favore di più persone. dal legatario. dall'erede solo qualora la rendita sia stata costituita a titolo oneroso. dall'erede.
Se oggetto del legato è una cosa fruttifera, appartenente al testatore al momento della sua morte, i frutti sono dovuti al legatario: dal momento della morte del testatore. dal giorno in cui la prestazione del legato è stata promessa. dal giorno stabilito da un terzo designato dal notaio presso il quale è conservato il testamento. dal giorno della domanda giudiziale.
Se oggetto del legato è una cosa fruttifera determinata per genere o quantità, i frutti o gli interessi sono dovuti al legatario: dal giorno dell'avvenuta presentazione della dichiarazione di successione. dal giorno della domanda giudiziale o dal giorno in cui la prestazione del legato è stata promessa, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. dal momento della morte del testatore. dal momento dell'accettazione espressa del legato, salvo che il testatore abbia diversamente disposto.
Se oggetto del legato è una cosa fruttifera appartenente a un terzo al momento della morte del testatore, i frutti o gli interessi sono dovuti al legatario: dal giorno dell'avvenuta presentazione della dichiarazione di successione. dal momento della morte del testatore. dal momento dell'accettazione espressa del legato, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. dal giorno della domanda giudiziale o dal giorno in cui la prestazione del legato è stata promessa, salvo che il testatore abbia diversamente disposto.
Se oggetto del legato è una cosa fruttifera appartenente all'onerato al momento della morte del testatore, i frutti o gli interessi sono dovuti al legatario: dal momento dell'accettazione espressa del legato, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. dal momento della morte del testatore. dal giorno dell'avvenuta presentazione della dichiarazione di successione. dal giorno della domanda giudiziale o dal giorno in cui la prestazione del legato è stata promessa, salvo che il testatore abbia diversamente disposto.
Se oggetto del legato è una cosa fruttifera appartenente all'onerato, i frutti sono dovuti al legatario: dal giorno stabilito da un terzo designato dal notaio presso il quale è conservato il testamento. dal giorno in cui la prestazione del legato è stata promessa. dal giorno della domanda giudiziale o dal giorno in cui la prestazione del legato è stata promessa, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. dal giorno della morte del testatore.
Se oggetto del legato è una determinata cosa fruttifera, appartenente al testatore al momento della sua morte, i frutti o gli interessi sono dovuti al legatario: dal momento della morte del testatore. dal giorno della domanda giudiziale. dal momento dell'accettazione espressa del legato. dal momento della confezione del testamento.
Il legato avente ad oggetto una quantità di cose fungibili da corrispondersi a titolo di alimenti e da prestarsi a termini periodici può esigersi all'inizio del termine? Sì, purché il testatore lo abbia espressamente disposto. No, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. Sì. No.
Se è stata legata una somma di danaro, da prestarsi a termini periodici, il primo termine decorre: dal giorno della proposizione della domanda giudiziale relativa all'esecuzione della prestazione. dalla morte del testatore. dall'avvenuta presentazione della denuncia di successione. dall'accettazione espressa del legato.
Se è stata legata una quantità di cose fungibili, da prestarsi a termini periodici, il primo termine decorre: dall'avvenuta presentazione della dichiarazione di successione. dal giorno della proposizione della domanda giudiziale relativa all'esecuzione della prestazione. dall'accettazione espressa del legato. dalla morte del testatore.
Quando può esigersi il legato avente ad oggetto una somma di danaro ovvero una quantità di altre cose fungibili da prestarsi a termini periodici e che non sia a titolo di alimenti? Nel giorno espressamente indicato dal legatario con dichiarazione notificata all'onerato. All'inizio del termine, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. All'inizio del termine. Alla scadenza del termine.
Il legato avente ad oggetto una somma di danaro da corrispondersi a titolo di alimenti e da prestarsi a termini periodici può esigersi all'inizio del termine? No. Sì, purché il testatore lo abbia espressamente disposto. No, salvo che il testatore abbia diversamente disposto. Sì.
Il legatario è tenuto all'adempimento del legato e di ogni altro onere a lui imposto: entro i limiti del valore della cosa legata, salvo che quest'ultima sia costituita da un bene immobile. entro i limiti del valore della cosa legata nel solo caso in cui sia parente in linea retta del testatore. entro i limiti del valore della cosa legata. entro i limiti del valore della cosa legata, salvo che quest'ultima sia costituita da un bene di rilevante valore artistico ovvero archeologico.
A norma del codice civile, le spese per la prestazione del legato sono a carico: dell'onerato. dell'onerato e del legatario in parti uguali tra loro. dell'esecutore testamentario. del legatario, salvo che ne sia stato espressamente dispensato dal testatore.
Se la cosa legata è interamente perita durante la vita del testatore: il legato esplica comunque i suoi effetti. il legato non ha effetto. il legato ha effetto per un bene avente caratteristiche analoghe a quelle del bene perito. il legato non ha effetto ma il legatario può chiedere all'onerato l'esecuzione di una prestazione avente ad oggetto altro bene di media qualità.
In quale delle seguenti ipotesi ha luogo l'accrescimento nella successione testamentaria? Quando il testatore ha istituito con uno stesso testamento più eredi nell'universalità dei beni in parti uguali, senza che risulti dal testamento una diversa volontà, e uno di essi non possa o non voglia accettare l'eredità e non operi la rappresentazione. Quando il testatore istituisce erede il figlio, il discendente o il coniuge, con l'obbligo di conservare e restituire alla sua morte i beni a favore di altra persona designata nel testamento. Quando il testatore sostituisce all'erede istituito altra persona per il caso che il primo non possa o non voglia accettare. Quando il testatore istituisce erede il figlio o il discendente o il coniuge interdetto, con l'obbligo di conservare e restituire alla sua morte i beni anche costituenti la legittima, a favore della persona o degli enti che sotto la vigilanza del tutore, hanno avuto cura dell'interdetto medesimo.
Tizio con testamento olografo ha nominato eredi nell'universalità dei beni Caio e Sempronio, senza predeterminazione di quote e senza ulteriori disposizioni. Apertasi la successione di Tizio, Caio, coniugato ma senza discendenti, rinuncia all'eredità. A chi si devolve la sua porzione di eredità? A Sempronio per accrescimento. Al coniuge di Caio per accrescimento. Al coniuge di Caio per rappresentazione. Allo Stato.
Quando più eredi sono stati istituiti con uno stesso testamento nell'universalità dei beni, senza determinazione di parti o in parti uguali, anche se determinate, qualora uno di essi non possa o non voglia accettare, in quale delle seguenti ipotesi la sua parte non si accresce agli altri? Quando i creditori dell'eredità abbiano chiesto la separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede. Quando tra i coeredi vi sia un minore di età. Quando il testatore ha sostituito altra persona all'erede istituito per il caso che quest'ultimo non possa o non voglia accettare l'eredità. Quando vi siano più di tre coeredi.
Quando più eredi sono stati istituiti con uno stesso testamento nell'universalità dei beni, senza determinazione di parti o in parti uguali, anche se determinate, qualora uno di essi non possa o non voglia accettare, in quale delle seguenti ipotesi la sua parte non si accresce agli altri? Quando i creditori dell'eredità abbiano chiesto la separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede. Quando dal testamento risulti una diversa volontà del testatore. Quando tra i coeredi vi sia un minore di età. Quando vi siano più di tre coeredi.
Quando più eredi sono stati istituiti con uno stesso testamento nell'universalità dei beni, senza determinazione di parti o in parti uguali, anche se determinate, qualora uno di essi non possa o non voglia accettare, in quale delle seguenti ipotesi la sua parte non si accresce agli altri? Quando vi siano più di tre coeredi. Quando operi il diritto di rappresentazione. Quando i creditori dell'eredità abbiano chiesto la separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede. Quando tra i coeredi vi sia un minore di età.
Non ricorrendo le ipotesi di trasmissione del diritto di accettare l'eredità, di una diversa volontà del testatore ovvero di rappresentazione, si verifica l'accrescimento tra coeredi: quando più eredi sono stati istituiti con uno stesso testamento nell'universalità dei beni in parti diseguali, qualora uno di essi non voglia accettare. quando più eredi sono stati istituiti con uno stesso testamento nell'universalità dei beni, senza determinazioni di parti o in parti uguali, anche se determinate, qualora uno di essi non possa o non voglia accettare. quando più eredi sono stati istituiti con successivi ed autonomi testamenti nell'universalità dei beni senza determinazioni di parti o in parti uguali, anche se determinate, qualora uno di essi non possa accettare. quando più eredi, purché tutti maggiori di età, sono stati istituiti con uno stesso testamento nell'universalità dei beni, senza determinazione di parti o in parti uguali, anche se determinate, qualora uno di essi non possa accettare.
Tizio con testamento olografo ha nominato eredi per quote diverse Caio e Sempronio, senza ulteriori disposizioni. Caio, coniugato ma senza discendenti, rinuncia all'eredità. A chi si devolve la sua porzione di eredità? Allo Stato, pur in presenza di eredi legittimi. A Sempronio per accrescimento. Agli eredi legittimi di Tizio. Al coniuge di Caio per rappresentazione.
L'accrescimento ha luogo tra più legatari ai quali è stato legato uno stesso oggetto? Sì, anche se dal testamento risulti una diversa volontà. No. Sì, salvo che dal testamento risulti una diversa volontà e salvo sempre il diritto di rappresentazione. No, salvo che trattasi di legato avente ad oggetto un bene mobile.
In quale delle seguenti ipotesi ha luogo l'accrescimento tra collegatari nella successione testamentaria? Quando il testatore con uno stesso testamento abbia legato a più persone in parti uguali lo stesso oggetto e una di esse rinunzi al legato, salvo che dal testamento risulti una diversa volontà e salvo il diritto di rappresentazione. Quando il testatore con uno stesso testamento abbia legato a più persone in parti uguali lo stesso oggetto e una di esse rinunzi al legato, anche se dal testamento risulti una diversa volontà. Quando il testatore con uno stesso testamento abbia legato a più persone in parti uguali lo stesso oggetto e una di esse rinunzi al legato, pur in presenza di tutte le condizioni per la rappresentazione. Quando il testatore sostituisce al legatario altra persona per il caso che il primo non possa o non voglia conseguire il legato.
Tizio ha legato in parti uguali a Caio, Sempronio e Mevio, con i quali non esiste alcun vincolo di parentela, un appartamento in Roma, nulla disponendo per il caso in cui uno di essi non voglia o non possa conseguire il legato. In caso di rinunzia da parte di Caio, la sua quota si accresce agli altri collegatari? Sì. No. Sì, purché i collegatari non siano parenti tra di loro. No, a meno che i collegatari siano parenti tra di loro.
L'acquisto per accrescimento tra collegatari ha luogo: di diritto. mediante atto di espressa adesione all'accrescimento. di diritto se previsto espressamente dal testatore, negli altri casi mediante dichiarazione da parte di ciascun legatario che intenda avvalersi dell'accrescimento. mediante pronunzia giudiziale.
Tizio ha legato in parti uguali a Sempronio e Mevio, con i quali non esiste alcun vincolo di parentela, il fondo Tuscolano, stabilendo che la porzione dell'eventuale legatario mancante si accrescerà all'altro e ponendo a carico del solo Mevio un certo obbligo. Nell'ipotesi in cui Mevio rinunci al legato, Sempronio subentra nell'obbligo a cui era sottoposto Mevio? Sì, salvo che si tratti di un obbligo di carattere personale. No, salvo che il testatore lo abbia espressamente previsto. Sì, ancorché si tratti di un obbligo di carattere personale. No.
I legatari, a favore dei quali si verifica l'accrescimento, subentrano negli obblighi cui era sottoposto il legatario mancante? Sì, salvo che si tratti di obblighi di carattere personale. Sì, negli obblighi di qualsiasi natura. No. No, salvo che il testatore lo abbia espressamente previsto.
L'acquisto per accrescimento tra coeredi ha luogo: mediante pronunzia giudiziale. di diritto. di diritto se previsto espressamente dal testatore, negli altri casi mediante dichiarazione da parte di ciascun coerede che intenda avvalersi dell'accrescimento. mediante atto di espressa adesione all'accrescimento.
I coeredi, a favore dei quali si verifica l'accrescimento, subentrano negli obblighi cui era sottoposto l'erede mancante? No, salvo che il testatore lo abbia espressamente previsto. Sì, salvo che si tratti di obblighi di carattere personale. Sì, negli obblighi di qualsiasi natura. No.
Non ricorrendo una diversa volontà del testatore ovvero la rappresentazione, se non ha luogo l'accrescimento, la porzione dell'erede mancante: si devolve al comune ove il defunto aveva il suo ultimo domicilio. si devolve agli eredi legittimi del testatore. si devolve in parti uguali allo Stato e agli altri eredi legittimi. si devolve in parti uguali allo Stato ed al comune ove il defunto aveva il suo ultimo domicilio.
Tizio con testamento olografo ha nominato eredi Caio e Caia ed ha legato a Mevio e Sempronio un diverso oggetto ciascuno, senza altre disposizioni. Apertasi la successione di Tizio, Mevio, celibe e senza discendenti, rinuncia al legato. A chi si devolve il bene legato a Mevio? Allo Stato. Agli onerati. A Sempronio per accrescimento. Agli eredi legittimi di Mevio.
Quando a più persone è legato un usufrutto in modo che tra di loro vi sia il diritto di accrescimento, l'accrescimento ha luogo anche quando una di esse viene a mancare dopo aver conseguito il possesso della cosa su cui cade l'usufrutto? No, salvo una diversa volontà del testatore. Sì. No. Sì, purché il legato abbia ad oggetto un usufrutto costituito per una durata non inferiore a trenta anni.
Ogni clausola o condizione contraria al principio in virtù del quale il testatore non può in alcun modo rinunziare alla facoltà di revocare o mutare le disposizioni testamentarie: esplica pienamente i suoi effetti. esplica pienamente i suoi effetti, salvo che sia contenuta in un atto a titolo gratuito. non ha effetto. non ha effetto, salvo che sia contenuta in un atto pubblico.
Si può rinunziare alla facoltà di revocare le disposizioni testamentarie? No, in nessun modo. Sì, anche tacitamente. No, salvo che la rinunzia sia contenuta in una dichiarazione ricevuta dal cancelliere del tribunale ove risiede il rinunziante. Sì, ma soltanto con un atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni.
Si può rinunziare alla facoltà di mutare le disposizioni testamentarie? No, in nessun modo. Sì, con atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni. Sì, anche tacitamente. No, salvo che la rinunzia sia contenuta in una dichiarazione ricevuta dal giudice competente per territorio.
La clausola con la quale il testatore rinunzi alla facoltà di mutare le disposizioni testamentarie: non ha effetto, salvo che sia contenuta in un atto pubblico. non ha effetto. esplica pienamente i suoi effetti. esplica pienamente i suoi effetti, salvo che sia contenuta in un atto a titolo gratuito.
La clausola con la quale il testatore rinunzi alla facoltà di revocare le disposizioni testamentarie: esplica pienamente i suoi effetti, salvo che sia contenuta in un atto a titolo gratuito. non ha effetto, salvo che sia contenuta in un atto pubblico. non ha effetto. esplica pienamente i suoi effetti.
La revocazione espressa della disposizione testamentaria può farsi: con scrittura privata autenticata dal notaio, nella quale il testatore dichiara personalmente di revocare la disposizione anteriore, in tutto o in parte. con un nuovo testamento o con un atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni, in cui il testatore personalmente dichiara di revocare, in tutto o in parte, la disposizione anteriore. con dichiarazione ricevuta dal cancelliere dell'ufficio giudiziario competente per territorio. con scrittura privata autenticata nella sottoscrizione dal funzionario all'uopo delegato dal sindaco del comune ove il testatore risiede, in cui il testatore personalmente dichiara di revocare, in tutto o in parte, la disposizione anteriore.
Nell'atto ricevuto da notaio mediante il quale il testatore personalmente dichiara di revocare, in tutto o in parte, la disposizione testamentaria anteriore è necessaria la presenza di due testimoni? Sì, in ogni caso. No, salvo che il testatore sia cittadino straniero. Sì, ma solo se la disposizione revocata abbia ad oggetto beni immobili. No, mai.
La revocazione espressa del testamento può farsi: con contratto bilaterale stipulato con il soggetto che viene danneggiato dalla revoca. con contratto bilaterale stipulato con il soggetto che si avvantaggerebbe della revoca. con scrittura privata autenticata. con un nuovo testamento o con un atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni in cui il testatore personalmente dichiara di revocare la disposizione anteriore.
La revocazione espressa della disposizione testamentaria può farsi, tra l'altro: con scrittura privata autenticata nella sottoscrizione dal funzionario all'uopo delegato dal sindaco del comune ove il testatore risiede, in cui il testatore personalmente dichiara di revocare, in tutto o in parte, la disposizione anteriore. con un nuovo testamento. con dichiarazione ricevuta dal cancelliere dell'ufficio giudiziario competente per territorio. con scrittura privata autenticata dal notaio, nella quale il testatore dichiara personalmente di revocare la disposizione anteriore, in tutto o in parte.
La revocazione totale di un testamento può a sua volta essere revocata, tra l'altro: con un nuovo testamento. con dichiarazione ricevuta dal giudice competente per territorio. con scrittura privata autenticata nella sottoscrizione dal funzionario all'uopo delegato dal sindaco del comune ove il testatore risiede, in cui il testatore personalmente dichiara di revocarla. con scrittura privata autenticata dal notaio in cui il testatore dichiara personalmente di revocarla.
La revocazione totale o parziale di un testamento può essere a sua volta espressamente revocata? Sì, con un nuovo testamento o con un atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni in cui il testatore personalmente dichiara di revocare la revocazione anteriore. Sì, salvo che la revocazione anteriore sia stata espressamente prevista come irrevocabile. No, in nessun caso. Sì, con contratto bilaterale stipulato con il soggetto che si avvantaggerebbe della revocazione.
Quale effetto giuridico consegue alla revocazione, fatta mediante un nuovo testamento, della revocazione totale o parziale di disposizioni testamentarie? Rivivono le disposizioni revocate, purché contengano legati di natura alimentare. Rivivono le disposizioni revocate, salvo che abbiano carattere patrimoniale. Rivivono le disposizioni revocate. Rivivono le disposizioni revocate, purché abbiano ad oggetto beni immobili.
Quale effetto giuridico consegue alla revocazione, fatta con atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni, della revocazione totale o parziale di disposizioni testamentarie? Rivivono le disposizioni revocate, salvo che abbiano carattere patrimoniale. Rivivono le disposizioni revocate. Rivivono le disposizioni revocate, purché abbiano ad oggetto beni immobili. Rivivono le disposizioni revocate, purché contengano legati di natura alimentare.
La revocazione totale di un testamento può a sua volta essere revocata, tra l'altro: con scrittura privata autenticata dal notaio in cui il testatore dichiara personalmente di revocarla. con un atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni, in cui il testatore personalmente dichiara di revocarla. con dichiarazione ricevuta dal giudice competente per territorio. con scrittura privata autenticata nella sottoscrizione dal funzionario all'uopo delegato dal sindaco del comune ove il testatore risiede, in cui il testatore personalmente dichiara di revocarla.
La revocazione parziale di un testamento può a sua volta essere revocata, tra l'altro: con scrittura privata autenticata da notaio in cui il testatore dichiara personalmente di revocarla. con scrittura privata autenticata nella sottoscrizione dal funzionario all'uopo delegato dal sindaco del comune ove il testatore risiede, in cui il testatore personalmente dichiara di revocarla. con un atto ricevuto da notaio in presenza di due testimoni, in cui il testatore personalmente dichiara di revocarla. con dichiarazione ricevuta dal giudice competente per territorio.
La revocazione parziale di un testamento può a sua volta essere revocata, tra l'altro: con dichiarazione ricevuta dal giudice competente per territorio. con scrittura privata autenticata dal notaio in cui il testatore dichiara personalmente di revocarla. con un nuovo testamento. con scrittura privata autenticata nella sottoscrizione dal funzionario all'uopo delegato dal sindaco del comune ove il testatore risiede, in cui il testatore personalmente dichiara di revocarla.
Tizio con testamento pubblico nomina erede il figlio Caio e lega il fondo Tuscolano all'amico Sempronio. Successivamente con un testamento olografo, senza revocare espressamente il testamento precedente, lega lo stesso fondo Tuscolano all'amico Mevio. Il testamento posteriore: non annulla nessuna delle disposizioni contenute nel testamento precedente. annulla il legato contenuto nel testamento precedente. annulla l'intero testamento precedente. comporta la devoluzione del legato a Mevio e Sempronio in parti uguali fra loro.
Il testamento olografo distrutto, lacerato o cancellato, in tutto o in parte, si considera in tutto o in parte revocato? Sì, anche se si provi che fu distrutto, lacerato o cancellato solo in parte da persona diversa dal testatore e non è possibile provare che il testatore non ebbe intenzione di revocarlo. Sì, ma solo se sia stato completamente distrutto ed è irrilevante la causa della distruzione, lacerazione o cancellazione. Sì, a meno che non si provi che fu distrutto, lacerato o cancellato da persona diversa dal testatore, ovvero si provi che il testatore non ebbe l'intenzione di revocarlo. Sì, sempre.
Tizio lega a Caio un quadro di sua proprietà; in seguito, con un contratto valido ed efficace, vende detto quadro. Non potendosi provare una diversa volontà del testatore, l'alienazione: revoca il legato. non comporta la revoca del legato e l'onerato è obbligato ad acquistare la proprietà del quadro dal terzo ed a trasferirlo al legatario. rende inefficace il legato, ma il legatario ha diritto ad una somma pari al valore della cosa legata al tempo dell'aperta successione. non comporta la revoca del legato, risultando onerato l'attuale proprietario.
Tizio, celibe e senza figli, ha istituito erede l'estraneo Caio disponendo che questi, qualora non voglia accettare, venga sostituito da Sempronio, ma nulla ha disposto per il caso in cui l'erede istituito non possa accettare. Al momento dell'apertura della successione Caio è premorto; in questo caso: opera comunque la sostituzione. la sostituzione non opera e il diritto di accettare l'eredità si trasmette agli eredi di Caio. la sostituzione non opera e si apre la successione legittima. la sostituzione non opera e i discendenti di Caio succedono a Tizio per rappresentazione.
Il testatore può sostituire all'erede istituito altra persona per il caso che il primo non possa o non voglia accettare l'eredità? No, a meno che il sostituito sia discendente in linea retta del testatore. Sì, solo se il sostituito sia discendente in linea retta del primo istituito. Sì. No.
Ricorre un'ipotesi di sostituzione ordinaria qualora: il testatore sostituisca all'erede istituito altra persona per il caso che il primo non possa o non voglia accettare l'eredità. il testatore istituisca erede il figlio, il discendente o il coniuge, con l'obbligo di conservare e restituire alla sua morte i beni a favore di altra persona designata nel testamento. il testatore istituisca erede il figlio o il discendente o il coniuge interdetto, con l'obbligo di conservare e restituire alla sua morte i beni anche costituenti la legittima, a favore della persona o degli enti che sotto la vigilanza del tutore, hanno avuto cura dell'interdetto medesimo. il testatore abbia istituito con uno stesso testamento più eredi nell'universalità dei beni senza determinazione di quote e uno di essi non possa o non voglia accettare l'eredità e non risulti una diversa volontà del testatore stesso.
Il testatore può disporre la sostituzione reciproca tra coeredi istituiti? Sì, ma solo se l'istituzione e la sostituzione sono contenute nello stesso testamento. Sì. No, salvo che i coeredi siano stati istituiti in quote uguali. No.
Il testatore può disporre la sostituzione ordinaria di più persone a una sola e di una sola a più? No. Sì. Può sostituire più persone a una sola, ma non una sola a più. Può sostituire una persona a più, ma non più persone a una sola.
Nelle successioni testamentarie, il testatore può sostituire più persone ad un solo istituito? Sì, ma solo se l'istituzione e la sostituzione sono contenute nello stesso testamento. Sì. No. No, salvo che i sostituti siano chiamati in quote uguali.
Nelle successioni testamentarie, il testatore può sostituire un'unica persona a più istituiti? No. Sì, ma solo se le istituzioni e la sostituzione sono contenute nello stesso testamento. No, salvo che i coeredi siano stati istituiti in quote uguali. Sì.
Il testatore può disporre una sostituzione ordinaria reciproca tra i coeredi istituiti? Sì, ma solo se i coeredi sono istituiti in parti uguali. Sì, sia nel caso di coeredi istituiti in parti uguali che disuguali. No, in nessun caso. Sì, ma solo se i coeredi sono istituiti in parti disuguali.
Nella successione testamentaria il sostituito deve adempiere gli obblighi imposti all'istituito? Sì, a meno che una diversa volontà sia stata espressa dal testatore o si tratti di obblighi di carattere personale. Sì, anche in presenza di una diversa volontà del testatore. No. No, a meno che il sostituito sia discendente in linea retta dell'istituito.
Il testatore può disporre la sostituzione reciproca tra diversi legatari? Sì, purché si tratti di discendenti in linea retta del testatore. No, a meno che sussista parentela entro il terzo grado tra i legatari istituiti. Sì. No.
Il testatore può sostituire al legatario istituito altra persona per il caso che il primo non possa o non voglia conseguire il legato? Sì. No, salvo che si tratti di legato di usufrutto. No. Sì, ma solo se trattasi di legato di cosa determinata solo nel genere.
Può il genitore disporre l'istituzione del figlio interdetto come erede con l'obbligo di conservare e restituire alla sua morte i beni anche costituenti la legittima, a favore della persona o degli enti che, sotto la vigilanza del tutore, hanno avuto cura dell'interdetto medesimo? Sì. No. No, ma la disposizione rimane valida solo per la quota disponibile. Sì, purché la persona sostituita sia parente entro il quarto grado dell'interdetto o l'ente sostituito abbia per scopo principale l'assistenza, l'educazione e l'istruzione o altre finalità di pubblica utilità.
Ricorre una ipotesi di sostituzione fedecommissaria valida qualora: il testatore sostituisca all'erede istituito altra persona per il caso che il primo non possa o non voglia accettare. il testatore istituisca erede il figlio, il discendente o il coniuge, con l'obbligo di conservare e restituire alla sua morte i beni a favore di altra persona designata nel testamento. il testatore istituisca erede il figlio o il discendente o il coniuge interdetto con l'obbligo di conservare e restituire alla sua morte i beni, anche costituenti la legittima, a favore della persona o degli enti che sotto la vigilanza del tutore hanno avuto cura dell'interdetto medesimo. il testatore abbia istituito con uno stesso testamento più eredi nell'universalità dei beni senza determinazione di quote ed uno di essi non possa o non voglia accettare l'eredità e non risulti una diversa volontà del testatore stesso.
I beni che formano oggetto della sostituzione fedecommissaria possono essere alienati in caso di utilità evidente? Sì, anche senza autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Sì, con l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria che dispone il reimpiego delle somme ricavate. No. Sì, con il solo consenso della persona o dell'ente che ha cura dell'interdetto istituito e senza autorizzazione dell'autorità giudiziaria.
Nella sostituzione fedecommissaria, se l'ente a cui favore la sostituzione è disposta, e che ha avuto cura dell'incapace istituito, si estingue prima della morte di lui, i beni o la porzione di beni che spetterebbe all'ente, al momento della morte dell'istituito è devoluta: ai successori legittimi dell'incapace istituito. ai successori legittimi della persona che ha disposto la sostituzione. allo Stato. all'ente cui è stato devoluto il patrimonio dell'ente estinto a favore del quale era stata disposta la sostituzione.
Nella sostituzione fedecommissaria, se la persona a cui favore la sostituzione è disposta, e che ha avuto cura dell'incapace istituito, muore prima della morte di lui, i beni o la porzione di beni che spetterebbe al sostituito, al momento della morte dell'istituito è devoluta: ai successori legittimi dell'incapace istituito. ai successori legittimi della persona a cui favore è stata disposta la sostituzione, sempre che abbiano avuto cura dell'incapace. ai successori legittimi della persona che ha disposto la sostituzione. allo Stato.
Può il genitore disporre un legato in favore del figlio interdetto con l'obbligo di conservare e restituire alla sua morte i beni, anche costituenti la legittima, a favore della persona o degli enti che, sotto la vigilanza del tutore, hanno avuto cura dell'interdetto medesimo? Sì, purché la persona sostituita sia parente entro il quarto grado dell'interdetto o l'ente sostituito abbia per scopo principale l'assistenza, l'educazione e l'istruzione o altre finalità di pubblica utilità. Sì. No. No, ma la disposizione rimane valida per la sola quota disponibile.
La disposizione testamentaria con la quale è lasciato a più persone successivamente l'usufrutto: ha valore soltanto a favore di quelli che alla morte del testatore si trovano primi chiamati a goderne. non ha alcun valore. ha valore a favore di tutti i beneficiari in parti uguali. ha valore soltanto a favore del beneficiario nominato per primo nel testamento e non produce effetto se costui premuore al testatore.
Qualora il testatore abbia nominato più esecutori testamentari, essi devono agire: congiuntamente, salvo che tutti i chiamati all'eredità consentano loro di agire disgiuntamente. sempre disgiuntamente. congiuntamente, salvo che la maggioranza dei chiamati all'eredità consenta loro di agire disgiuntamente. congiuntamente, salvo che il testatore abbia diviso tra loro le attribuzioni, o si tratti di provvedimento urgente per la conservazione di un bene o di un diritto ereditario.
Il testatore può autorizzare l'esecutore testamentario a sostituire altri a sé stesso? Sì, ma soltanto per il caso che l'esecutore sia anche erede e senza alcun ulteriore limite. Sì, per il caso che l'esecutore non possa continuare nell'ufficio. No. Sì, quando sono stati nominati più esecutori testamentari che devono operare congiuntamente.
Il testatore può nominare con il testamento: uno o più esecutori testamentari e, per caso che alcuni o tutti non vogliano accettare, altro o altri in loro sostituzione. uno o più esecutori, con esclusione della possibilità di loro sostituzione. un solo esecutore testamentario e uno o più sostituti. uno o più esecutori testamentari e tanti sostituti per quanti sono gli esecutori nominati.
Tizio ha nominato Caio e Sempronio suoi esecutori testamentari senza specificare nulla riguardo alle loro attribuzioni. Apertasi la successione di Tizio, dopo l'accettazione della nomina da parte di Caio e Sempronio si presenta la necessità di adottare un provvedimento urgente per la conservazione di un bene ereditario. Essendo Caio all'estero, può Sempronio adottare da solo tale provvedimento? No. Sì, purché non si tratti di un bene immobile. No, salvo che sia stato espressamente richiesto da uno degli eredi. Sì.
Tizio ha nominato Caio e Sempronio suoi esecutori testamentari senza specificare nulla riguardo alle loro attribuzioni. Apertasi la successione di Tizio, dopo l'accettazione della nomina, possono Caio e Sempronio agire disgiuntamente? No, salvo che si tratti di provvedimento urgente per la conservazione di un bene ereditario. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. Sì, purché sia trascorso almeno un anno dal momento dell'apertura della successione.
Sempronio e Caio sono stati nominati esecutori testamentari dal testatore Tizio che nulla ha disposto circa le loro attribuzioni. Avendo entrambi accettato la nomina, come devono agire? Congiuntamente per gli atti di straordinaria amministrazione, disgiuntamente per gli atti di ordinaria amministrazione. Congiuntamente, salvo che si tratti di provvedimento urgente per la conservazione di un bene o di un diritto ereditario. Si dividono le attribuzioni secondo quanto stabilito dal tribunale competente per territorio. Sempre disgiuntamente.
Il testatore può autorizzare l'esecutore testamentario a sostituire altri a se stesso? Sì, qualora l'esecutore testamentario non possa continuare nell'ufficio. No, salvo il caso che esecutore testamentario sia l'erede. Sì, purché l'esecutore testamentario non sia né erede né legatario. No, mai.
Se il testatore ha nominato più esecutori testamentari, costoro, quanto alla gestione della vicenda ereditaria: devono agire congiuntamente, salvo che il testatore abbia diviso tra loro le attribuzioni o si tratti di provvedimento urgente per la conservazione di un bene o diritto ereditario. devono agire separatamente. devono agire congiuntamente e il testatore non può dividere tra loro le attribuzioni. devono agire congiuntamente, provvedendosi altrimenti alla nomina di un curatore speciale per l'esecuzione del testamento, da parte del tribunale del luogo dell'aperta successione.
Tizio, senza nulla disporre circa le loro attribuzioni, ha nominato esecutori testamentari Caio e Sempronio che hanno accettato l'incarico. Può il solo Caio provvedere urgentemente per la conservazione di un bene ereditario? No, salvo che l'altro esecutore sia divenuto incapace. No. Sì. Sì, purché autorizzato dagli eredi.
Il testatore può nominare esecutore testamentario un erede o un legatario? Sì. No. Sì, purché congiuntamente ad esecutori testamentari che non abbiano interesse alla successione. Sì, ma solo uno o più eredi.
Gli eredi possono essere nominati esecutori testamentari? Sì. Sì, ma solo se siano discendenti legittimi del defunto. Sì, ma solo se siano discendenti legittimi del defunto e concorrano nella successione con parenti di pari grado. No, mai.
I legatari possono essere nominati esecutori testamentari? Sì. Sì, ma solo se siano anche discendenti legittimi del defunto. Sì, ma solo se oggetto del legato non siano beni immobili. No.
Il legatario può essere nominato esecutore testamentario? Sì, ma solo se il legato riguarda cosa non esistente nell'asse. No, solo l'erede può essere nominato esecutore testamentario. No, né l'erede né il legatario possono essere nominati esecutori testamentari. Sì.
L'inabilitato può essere nominato esecutore testamentario? Sì, ma solo congiuntamente al proprio curatore. No, perché non ha la piena capacità di obbligarsi. Sì. Sì, previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria.
L'accettazione della nomina di esecutore testamentario: deve risultare da dichiarazione fatta nella cancelleria dell'ufficio giudiziario competente. deve essere effettuata contestualmente alla pubblicazione del testamento da parte del notaio. deve essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. deve risultare da dichiarazione notificata agli eredi.
L'accettazione della nomina di esecutore testamentario deve risultare: da dichiarazione scritta dell'esecutore testamentario, che a cura del medesimo deve essere comunicata a tutti i chiamati all'eredità di cui sia noto il domicilio e annotata nel registro delle successioni. da dichiarazione resa dall'esecutore testamentario ad un notaio. da dichiarazione resa dall'esecutore testamentario nella cancelleria dell'ufficio giudiziario competente. da dichiarazione dell'esecutore testamentario risultante da scrittura privata con sottoscrizione autenticata, che deve essere notificata agli eredi.
L'accettazione della nomina ad esecutore testamentario: non può essere sottoposta a condizione, ma può essere sottoposta a termine. non può essere sottoposta a condizione o a termine. non può essere sottoposta a condizione, né a termine di efficacia, ma può essere sottoposta a termine di adempimento, previa autorizzazione del giudice. può essere sottoposta a condizione, salvo che si tratti di condizione meramente potestativa.
L'accettazione della nomina di esecutore testamentario deve essere: notificata ai creditori ereditari ed agli eredi. annotata nel registro delle successioni. pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. notificata agli eredi.
L'esecutore testamentario può vendere un bene immobile di compendio dell'eredità? No, in nessun caso. Sì, quando lo ritiene opportuno e previa autorizzazione scritta degli eredi. Sì, quando è necessario e previa autorizzazione scritta dei creditori ereditari. Sì, quando è necessario e previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria la quale provvede sentiti gli eredi.
L'esecutore testamentario può procedere alla alienazione dei beni ereditari? Sì, quando è necessario, previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria, la quale provvede sentiti i creditori ereditari. Sì, quando è necessario, previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria, la quale provvede sentiti gli eredi. Sì, quando è necessario, previo il solo consenso della maggioranza dei creditori ereditari. Sì, quando è necessario, previo il solo consenso della maggioranza dei chiamati all'eredità.
In quale delle ipotesi che seguono l'esecutore testamentario deve far apporre i sigilli e far redigere l'inventario dei beni dell'eredità? Quando tra i chiamati all'eredità vi siano minori, assenti, interdetti o persone giuridiche. Quando ne facciano richiesta i legatari. Quando tra i chiamati all'eredità vi siano minori e non anche se vi siano assenti, interdetti o persone giuridiche. Quando ne facciano richiesta la maggioranza dei creditori ereditari.
Il testatore può disporre che l'esecutore testamentario proceda alla divisione tra gli eredi dei beni dell'eredità? No, mai. Sì, solo quando siano stati nominati più esecutori testamentari che debbano operare congiuntamente e di cui almeno uno non sia erede o legatario e questi non abbia rinunciato alla nomina. Sì, solo quando siano stati chiamati più esecutori testamentari, che debbano operare congiuntamente e di cui la maggioranza sia costituita da non eredi o legatari che abbiano accettato l'incarico. Sì, solo quando l'esecutore testamentario non è un erede o un legatario.
Il testatore può disporre che l'esecutore testamentario proceda alla divisione tra gli eredi dei beni dell'eredità? Sì, purché dell'eredità facciano parte solo beni mobili. No, mai. Sì, purché l'esecutore testamentario sia un erede o un legatario. Sì, purché l'esecutore testamentario non sia un erede o un legatario.
Chi provvede, qualora gli esecutori testamentari che devono agire congiuntamente siano in disaccordo tra loro circa un atto del loro ufficio? Provvedono gli esecutori, i quali decidono a maggioranza. Provvedono gli esecutori, i quali decidono a maggioranza, sentiti gli eredi ed i creditori ereditari privilegiati. L'autorità giudiziaria, sentiti, se occorre, i soli creditori ereditari privilegiati. L'autorità giudiziaria, sentiti, se occorre, gli eredi.
Può il testatore esonerare l'esecutore testamentario dalla responsabilità della gestione? No. Sì, purché abbia nominato quale esecutore testamentario un erede o un legatario. Sì, ma nel solo caso in cui abbia nominato quale esecutore testamentario un erede e non anche se abbia nominato un legatario. Sì.
Può il testatore esonerare l'esecutore testamentario dall'obbligo di rendere il conto della gestione? Sì, purché abbia nominato quale esecutore testamentario un erede o un legatario. Sì, ma nel solo caso in cui abbia nominato quale esecutore testamentario un erede e non anche se abbia nominato un legatario. Sì. No.
L'esecutore testamentario è obbligato a rendere il conto della gestione? Sì, deve rendere il conto al termine della gestione, e anche dopo sei mesi dalla morte del testatore, se la gestione si prolunga oltre sei mesi. Sì, deve rendere il conto al termine della gestione, e anche spirato l'anno dalla morte del testatore, se la gestione si prolunga oltre l'anno. Sì, tranne che la gestione abbia termine entro tre mesi dall'accettazione della nomina. No, tranne che ne facciano richiesta la maggioranza degli eredi.
L'esecutore testamentario può essere esonerato dal suo ufficio? Sì, deve essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria qualora ne facciano richiesta la maggioranza dei coeredi. Sì, può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che provvede su istanza di ogni interessato, dopo avere sentito l'esecutore testamentario, qualora quest'ultimo abbia commesso gravi irregolarità nell'adempimento dei suoi obblighi o sia inidoneo all'ufficio o abbia commesso azione che ne menomi la fiducia. Sì, può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che provvede su istanza che può essere proposta dai soli eredi, dopo avere sentito l'esecutore testamentario, soltanto qualora quest'ultimo abbia commesso gravi irregolarità nell'adempimento dei suoi obblighi. Sì, può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che provvede su istanza di ogni interessato, dopo avere sentito l'esecutore testamentario, esclusivamente qualora si accerti che egli sia inidoneo all'ufficio o abbia commesso azione che ne menomi la fiducia.
L'esecutore testamentario che si è reso responsabile di irregolarità nell'adempimento dei suoi obblighi può essere esonerato dal suo ufficio? Sì, in caso di lievi irregolarità può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che può provvedere solo se ne facciano richiesta tutti gli eredi ed i legatari, senza necessità di sentire l'esecutore testamentario. Sì, in caso di gravi irregolarità può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che provvede su istanza di qualsiasi interessato, dopo aver sentito l'esecutore testamentario. No, mai. Sì, in caso di irregolarità, siano esse lievi o gravi, può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che provvede su istanza di qualsiasi interessato, dopo aver sentito l'esecutore testamentario.
L'esecutore testamentario il quale abbia commesso azione che ne menomi la fiducia può essere esonerato dal suo ufficio? Sì, può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che può però provvedere solo se ne facciano richiesta la maggioranza degli eredi, dopo aver sentito l'esecutore testamentario. Sì, può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che provvede su istanza di qualsiasi interessato, dopo aver sentito l'esecutore testamentario. Sì, può essere esonerato dal suo ufficio dall'autorità giudiziaria, che può però provvedere solo se ne facciano richiesta la maggioranza dei creditori ereditari, dopo aver sentito l'esecutore testamentario. No.
Tizio ha disposto delle sue sostanze con testamento pubblico istituendo eredi, per quote uguali tra loro, i figli Primo, Secondo e Terzo e disponendo che la divisione della sua eredità non debba aver luogo prima che siano decorsi tre anni dalla sua morte. Può l'autorità giudiziaria, dopo l'apertura della successione, consentire, su istanza di uno o più dei coeredi, che la divisione si effettui senza indugio? Sì, qualora gravi circostanze lo richiedano. No. Sì, ma solo se nell'eredità siano compresi beni immobili. Sì, ma solo se i beni ereditari siano tutti beni mobili.
Tizio, Caio e Filano, quest'ultimo minore di età, sono coeredi legittimi di Sempronio; in quale momento può essere chiesta la divisione dell'eredità? Dopo un anno dal giorno in cui Filano sia divenuto maggiore di età. Dopo cinque anni dall'apertura della successione. In qualunque momento. Dal momento in cui Filano sia divenuto maggiore di età.
Tizio, proprietario dei fondi Tuscolano e Corneliano, dispone per testamento che la divisione del fondo Tuscolano non abbia luogo fra gli eredi istituiti prima che siano trascorsi tre anni dalla sua morte. La disposizione contenente il divieto è: nulla e rende nullo il testamento. nulla e si ha per non apposta. valida. annullabile.
Tizio dispone per testamento che la divisione dell'eredità fra gli eredi istituiti non abbia luogo prima che siano trascorsi quattro anni dalla propria morte. La disposizione contenente il divieto è: valida. annullabile. nulla e si ha per non apposta. nulla e rende nullo l'intero testamento.
Tizio dispone per testamento che la divisione dell'eredità fra gli eredi istituiti Mevio, Caio, Filano, quest'ultimo minore di età, non abbia luogo prima che sia trascorso un anno dal compimento della maggiore età di Filano. La disposizione contenente il divieto è: nulla e rende nullo l'intero testamento. nulla e si ha per non apposta. valida. annullabile.
Il testatore può disporre che la divisione dell'eredità non abbia luogo prima di un determinato termine? Il testatore può disporre che la divisione dell'eredità non abbia luogo prima che sia trascorso dalla sua morte un termine non eccedente il decennio. Il testatore può disporre che la divisione dell'eredità non abbia luogo prima che sia trascorso dalla sua morte un termine non eccedente il quinquennio. Il testatore può validamente inserire nel testamento la clausola di indivisibilità assoluta, senza limite alcuno. Il testatore non può, in ogni caso, inserire nel testamento alcuna clausola di indivisibilità.
Tizio ha disposto delle sue sostanze con testamento pubblico istituendo eredi, per quote uguali tra loro, i figli Primo, Secondo e Terzo e disponendo che la divisione della sua eredità non debba aver luogo prima che siano decorsi tre anni dalla sua morte. Può l'autorità giudiziaria, dopo l'apertura della successione, consentire, su istanza di uno o più dei coeredi, che la divisione si effettui dopo un termine minore di quello stabilito dal testatore? Sì, ma solo se nell'eredità siano compresi beni immobili. Sì, qualora gravi circostanze lo richiedano. No. Sì, ma solo se tutti i beni ereditari siano beni mobili.
Tizio intende disporre del suo patrimonio attribuendolo per quote uguali ai tre figli Primo, Secondo e Terzo. Può egli anche disporre che la divisione del fondo Tuscolano e del fondo Corneliano, compresi nell'eredità, non abbia luogo prima che sia trascorso dalla sua morte un termine di tre anni? Sì. No, il termine deve essere di almeno cinque anni. Sì, ma solo se gli altri beni ereditari sono tutti beni immobili. Sì, ma solo se il fondo Tuscolano ed il fondo Corneliano sono gli unici beni immobili compresi nell'eredità.
Tizio intende disporre del suo patrimonio attribuendolo per quote uguali ai tre figli Primo, Secondo e Terzo. Può egli anche disporre che la divisione della sua eredità non abbia luogo prima che sia trascorso dalla sua morte un termine di tre anni? Sì, ma solo se i beni ereditari sono tutti beni immobili. No, il termine deve essere di almeno cinque anni. Sì. Sì, ma solo se i beni ereditari sono tutti beni mobili.
Quando il testatore ha disposto che la divisione dell'eredità non abbia luogo prima che sia trascorso dalla morte il termine di quattro anni, è possibile procedervi prima della scadenza di detto termine? No, purché vi consentano tutti i creditori ereditari. Sì, se l'autorità giudiziaria, qualora gravi circostanze lo richiedano, su istanza di uno o più coeredi, consente che la divisione si effettui senza indugio o dopo un termine minore di quello stabilito dal testatore. Sì, se l'autorità giudiziaria, accertata la mancata opposizione dei creditori ereditari, consente che la divisione si effettui senza indugio o dopo un termine minore di quello stabilito dal testatore. No, mai.
Nel caso in cui il testatore abbia disposto che la divisione fra gli eredi, fra i quali alcuni minori di età, non possa avere luogo prima che sia trascorso un anno dal compimento della maggiore età da parte dell'ultimo nato, è possibile ottenere dall'autorità giudiziaria un provvedimento che consenta che la divisione sia effettuata dopo un termine minore di quello stabilito dal testatore? Sì, qualora gravi circostanze lo richiedano, su istanza di uno o più coeredi. No, salvo che l'autorità giudiziaria sia adita da un coerede in minore età tramite i suoi rappresentanti. Sì, qualora gravi circostanze lo esigano, ma solo su istanza di tanti coeredi che siano titolari di più di metà del patrimonio ereditario. No.
Tizio ha nominato con testamento pubblico i suoi figli Primo e Secondo eredi per quote uguali, disponendo che la divisione dei due fondi, compresi nell'eredità, non debba aver luogo prima che siano decorsi tre anni dalla sua morte. Può l'autorità giudiziaria, dopo l'apertura della successione, consentire, su istanza di uno o più dei coeredi, che la divisione dei predetti fondi si effettui dopo un termine minore di quello stabilito dal testatore? Sì, ma solo se gli altri beni ereditari sono tutti beni immobili. No. Sì, qualora gravi circostanze lo richiedano. Sì, ma solo se i predetti fondi sono gli unici beni immobili compresi nell'eredità.
Tizio ha disposto delle sue sostanze con testamento pubblico istituendo eredi, per quote uguali tra loro, i figli Primo, Secondo e Terzo e disponendo che la divisione del fondo Tuscolano e del fondo Corneliano, compresi nell'eredità, non debba aver luogo prima che siano decorsi tre anni dalla sua morte. Può l'autorità giudiziaria, dopo l'apertura della successione, consentire, su istanza di uno o più dei coeredi, che la divisione dei predetti fondi si effettui senza indugio? Sì, qualora gravi circostanze lo richiedano. No. Sì, ma solo se gli altri beni ereditari sono tutti beni immobili. Sì, ma solo se i predetti fondi sono gli unici beni immobili compresi nell'eredità.
Può il testatore disporre che la divisione dei beni ereditari, quando tutti gli eredi istituiti o alcuni di essi sono minori d'età, non abbia luogo prima che sia trascorso un anno dalla maggiore età dell'ultimo nato? Sì, ma solo per la divisione dei beni mobili compresi nell'eredità. Sì. No. Sì, ma solo se i beni ereditari sono tutti beni immobili.
Può domandarsi la divisione quando uno o più coeredi hanno goduto separatamente parte dei beni ereditari? Sì, ma solo se la domanda sia proposta anche dai coeredi che abbiano goduto separatamente di beni ereditari. Sì, salvo che si sia verificata l'usucapione per effetto di possesso esclusivo. Sì, sempre. No, mai.
Tizio e Caio hanno accettato l'eredità paterna costituita da soli beni immobili, alcuni dei quali sono stati goduti separatamente da Caio. Decorsi nove anni dall'apertura della successione, Tizio può domandare la divisione ereditaria? Sì, ma solo per i beni per i quali vi sia stato godimento separato da parte di Caio. No. Sì, ma solo per i beni per i quali non vi sia stato godimento separato da parte di Caio. Sì, per tutti i beni ereditari.
Può essere chiesta la divisione dell'eredità quando uno o più coeredi abbiano goduto separatamente parte dei beni ereditari? Sì, salvo che si sia verificata l'usucapione per effetto di possesso esclusivo. Sì, salvo che il coerede che abbia goduto separatamente parte dei beni ereditari sia figlio legittimo, adottivo o naturale del defunto. Sì, sempre. No, mai.
Nell'ipotesi di divisione ereditaria, se tra i chiamati alla successione vi sono nascituri non concepiti istituiti senza determinazione di quote, l'autorità giudiziaria: può fissare un termine entro il quale deve avvenire il concepimento. può attribuire agli altri coeredi tutti i beni ereditari o parte di essi, secondo le circostanze, disponendo le opportune cautele nell'interesse dei nascituri. può attribuire i beni ereditari, in tutto o in parte, ai genitori dei nascituri. non può in alcun modo intervenire nel procedimento divisorio.
Se tra i chiamati alla successione vi è un concepito, quando può aver luogo la divisione? In ogni momento, anche prima della nascita del concepito e senza alcuna preventiva autorizzazione giudiziale. Solo dopo la nascita del concepito. L'autorità giudiziaria può tuttavia autorizzare la divisione anche prima della nascita fissando le opportune cautele. Solo dopo la nascita del concepito e dopo che lo stesso abbia raggiunto la maggiore età. Solo dopo un anno dalla nascita del concepito e previa autorizzazione del giudice che fissa anche le opportune cautele.
Può la divisione avere luogo durante la pendenza di un giudizio di legittimità della filiazione di colui che, in caso di esito favorevole del giudizio, sarebbe chiamato a succedere? Sì, ma solo se la persona interessata dal giudizio sulla legittimità sia maggiore d'età. Sì, senza alcuna limitazione. No. L'autorità giudiziaria può tuttavia autorizzare la divisione, fissando le opportune cautele. Sì, ma solo ove risulti che la persona interessata dal giudizio sulla legittimità, in caso di esito favorevole del giudizio, sarebbe chiamata a succedere per rappresentazione.
Può la divisione avere luogo durante la pendenza di un giudizio sulla filiazione naturale di colui che, in caso di esito favorevole del giudizio, sarebbe chiamato a succedere? Sì, ma solo se la persona interessata dal giudizio sulla filiazione naturale sia maggiore d'età. Sì, senza alcuna limitazione. Sì, ma solo ove risulti che la persona interessata dal giudizio sulla filiazione naturale, in caso di esito favorevole del giudizio, sarebbe chiamata a succedere per rappresentazione. No. L'autorità giudiziaria può tuttavia autorizzare la divisione, fissando le opportune cautele.
In materia di divisione ereditaria, nel caso in cui tra i chiamati alla successione vi siano nascituri non concepiti istituiti senza determinazione di quote, l'autorità giudiziaria può: attribuire agli altri coeredi soltanto i crediti compresi nell'eredità o parte di essi, secondo le circostanze, disponendo le opportune cautele nell'interesse dei nascituri. attribuire agli altri coeredi tutti i beni ereditari o parte di essi, secondo le circostanze, disponendo le opportune cautele nell'interesse dei nascituri. attribuire agli altri coeredi soltanto i beni mobili compresi nell'eredità o parte di essi, secondo le circostanze, disponendo le opportune cautele nell'interesse dei nascituri. attribuire agli altri coeredi soltanto i beni immobili compresi nell'eredità o parte di essi, secondo le circostanze, disponendo le opportune cautele nell'interesse dei nascituri.
Può aver luogo la divisione ereditaria durante la pendenza di un giudizio sulla legittimità di colui che, in caso di esito favorevole del giudizio, sarebbe chiamato a succedere? Sì, in ogni caso. No, salvo che l'autorità giudiziaria l'autorizzi fissando le opportune cautele. No, mai. Sì, purché si tratti di divisione avente ad oggetto beni mobili.
È possibile far sospendere la divisione di alcuni beni ereditari, quando l'immediata sua esecuzione possa recare notevole pregiudizio al patrimonio ereditario? No. Sì, con provvedimento dell'autorità giudiziaria su istanza di tanti coeredi aventi diritto a più della metà dell'eredità e per un periodo di tempo non eccedente i cinque anni. Sì, con provvedimento dell'autorità giudiziaria su istanza della maggioranza dei coeredi e per un periodo di tempo non eccedente i cinque anni. Sì, con provvedimento dell'autorità giudiziaria su istanza di uno dei coeredi e per un periodo di tempo non eccedente i cinque anni.
È possibile far sospendere la divisione di un'eredità, quando l'immediata sua esecuzione possa recare notevole pregiudizio al patrimonio ereditario? Sì, con provvedimento dell'autorità giudiziaria su istanza della maggioranza dei coeredi e per un periodo di tempo non eccedente i cinque anni. Sì, con provvedimento dell'autorità giudiziaria su istanza di uno dei coeredi e per un periodo di tempo non eccedente i cinque anni. No. Sì, con provvedimento dell'autorità giudiziaria su istanza di tanti coeredi aventi diritto a più della metà dell'eredità e per un periodo di tempo non eccedente i cinque anni.
Può l'autorità giudiziaria, su istanza di uno dei coeredi, sospendere per un certo periodo di tempo la divisione dell'eredità? No, mai. Sì, qualora l'immediata esecuzione della divisione possa recare notevole pregiudizio al patrimonio ereditario e per un periodo di tempo non superiore a cinque anni. Sì, qualora l'immediata esecuzione della divisione possa recare notevole pregiudizio al patrimonio ereditario e senza limiti di tempo. Sì, in ogni caso e senza limiti di tempo.
Può l'autorità giudiziaria, su istanza di uno dei coeredi, sospendere per un certo periodo di tempo la divisione di alcuni beni dell'eredità? Sì, per un periodo di tempo non eccedente i cinque anni e qualora l'immediata esecuzione della divisione possa recare notevole pregiudizio al patrimonio ereditario. No, mai. Sì, senza limiti di tempo e qualora l'immediata esecuzione della divisione possa recare notevole pregiudizio al patrimonio ereditario. Sì, senza limiti di tempo e qualora l'immediata esecuzione della divisione possa recare un qualunque pregiudizio al patrimonio ereditario.
Nella divisione ereditaria ciascun coerede può chiedere la sua parte: in natura dei beni mobili ed immobili dell'eredità, e la legge non prevede eccezioni. in natura dei beni mobili e immobili dell'eredità, salve le eccezioni previste dalla legge. in natura dei soli beni mobili dell'eredità, salve le eccezioni previste dalla legge. in natura dei soli beni immobili dell'eredità, salve le eccezioni previste dalla legge.
Ai fini della divisione, se alcuni eredi aventi complessivamente diritto a più della metà dell'asse concordano nella necessità della vendita di beni dell'eredità per il pagamento dei debiti e pesi ereditari: si procede alla vendita all'incanto esclusivamente dei beni mobili. si procede alla vendita all'incanto esclusivamente dei beni immobili e limitatamente a quelli la cui alienazione rechi il minor pregiudizio agli interessi dei condividenti. si procede alla vendita all'incanto esclusivamente dei beni immobili senza tener conto degli interessi dei condividenti. si procede alla vendita all'incanto dei beni mobili e, se occorre, di quei beni immobili la cui alienazione rechi il minor pregiudizio agli interessi dei condividenti.
Se nell'eredità vi sono immobili non comodamente divisibili e la divisione dell'intera sostanza non può effettuarsi senza il loro frazionamento, essi: devono preferibilmente essere compresi per intero, con addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, o anche nelle porzioni di più coeredi, se questi ne richiedono congiuntamente l'attribuzione; se nessuno dei coeredi è a ciò disposto, si fa luogo alla vendita all'incanto. devono necessariamente essere compresi, senza addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore; in caso di quote eguali si fa luogo ad estrazione a sorte ed il coerede che ne risulterà assegnatario non sarà tenuto ad alcun conguaglio. devono necessariamente essere venduti all'incanto, senza possibilità di attribuzione ad alcuno dei coeredi. devono necessariamente essere trasferiti allo Stato.
Se nell'eredità vi sono immobili il cui frazionamento recherebbe pregiudizio alle ragioni della pubblica economia e la divisione dell'intera sostanza non può effettuarsi senza il loro frazionamento, essi: devono preferibilmente essere compresi per intero, con addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, o anche nelle porzioni di più coeredi, se questi ne richiedono congiuntamente l'attribuzione; se nessuno dei coeredi è a ciò disposto, si fa luogo alla vendita all'incanto. devono necessariamente essere venduti all'incanto, senza possibilità di attribuzione ad alcuno dei coeredi. devono necessariamente essere trasferiti allo Stato. devono necessariamente essere compresi, senza addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore; in caso di quote eguali si fa luogo ad estrazione a sorte ed il coerede che ne risulterà assegnatario non sarà tenuto ad alcun conguaglio.
Se nell'eredità vi sono immobili il cui frazionamento recherebbe pregiudizio alle ragioni dell'igiene e la divisione dell'intera sostanza non può effettuarsi senza il loro frazionamento, essi: devono necessariamente essere trasferiti allo Stato. devono preferibilmente essere compresi per intero, con addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, o anche nelle porzioni di più coeredi, se questi ne richiedono congiuntamente l'attribuzione; se nessuno dei coeredi è a ciò disposto, si fa luogo alla vendita all'incanto. devono necessariamente essere venduti all'incanto, senza possibilità di attribuzione ad alcuno dei coeredi. devono necessariamente essere compresi, senza addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore; in caso di quote eguali si fa luogo ad estrazione a sorte ed il coerede che ne risulterà assegnatario non sarà tenuto ad alcun conguaglio.
Se nella divisione ereditaria ricorrono i presupposti di legge per la vendita di beni immobili, i patti e le condizioni della vendita, qualora non siano concordati dai condividenti, sono stabiliti: dall'autorità giudiziaria. dall'ufficio del registro del luogo dell'apertura della successione. dagli uffici comunali competenti in relazione all'ubicazione della maggior parte degli immobili da vendere. da un arbitratore nominato dall'autorità giudiziaria.
Se nell'eredità vi sono beni che la legge dichiara indivisibili nell'interesse della produzione nazionale e non sia diversamente disposto da leggi speciali, essi: devono necessariamente essere venduti all'incanto, senza possibilità di attribuzione ad alcuno dei coeredi. devono preferibilmente essere compresi per l'intero, con addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore, o anche nelle porzioni di più coeredi, se questi ne richiedono congiuntamente l'attribuzione; se nessuno dei coeredi è a ciò disposto, si fa luogo alla vendita all'incanto. devono necessariamente essere compresi, senza addebito dell'eccedenza, nella porzione di uno dei coeredi aventi diritto alla quota maggiore; in caso di quote eguali si fa luogo ad estrazione a sorte ed il coerede che ne risulterà assegnatario non sarà tenuto ad alcun conguaglio. devono necessariamente essere trasferiti allo Stato.
Nell'ambito della divisione ereditaria, le somme delle quali uno dei coeredi era debitore verso il defunto: devono essere corrisposte all'erario per il pagamento dell'imposta di successione. vengono definitivamente trattenute dal coerede debitore il quale pagherà agli altri coeredi un equo indennizzo. devono essere comunque versate dal coerede debitore direttamente agli altri coeredi in parti uguali. devono essere imputate dal coerede debitore alla sua quota.
In materia di collazione se i beni donati non sono conferiti in natura, ai fini della divisione gli altri coeredi: ricevono dal coerede che ha effettuato la collazione beni di valore corrispondente a quello delle rispettive quote, da scegliersi a discrezione del coerede stesso. prelevano dalla massa ereditaria beni in proporzione delle loro rispettive quote. si ripartiscono in ogni caso in parti uguali tra loro tutti i beni compresi nella massa ereditaria, anche se di valore complessivamente eccedente il valore totale delle loro quote. ricevono dal coerede che ha effettuato la collazione beni di valore corrispondente a quello delle rispettive quote, da scegliersi secondo la determinazione assunta in proposito da un perito nominato dal giudice.
Nel procedimento di divisione ereditaria, eseguita la stima, si procede alla formazione: di tante porzioni quanti sono gli eredi o le stirpi condividenti in proporzione delle quote. di tante porzioni quanti sono i beni immobili ereditari, indipendentemente dal numero dei condividenti o delle stirpi condividenti e di altrettante porzioni comprendenti i beni mobili ereditari. di tante porzioni quanti sono i condividenti, considerati in ogni caso per capi, e non in proporzione delle quote. di tante porzioni quanti sono i beni ereditari, indipendentemente dal numero dei condividenti o delle stirpi condividenti.
Nel procedimento per la divisione ereditaria, fatti i prelevamenti, si provvede alla stima di ciò che rimane nella massa: secondo il valore venale dei singoli oggetti. secondo il valore catastale dei singoli oggetti se trattasi di beni immobili e secondo il valore venale negli altri casi. secondo l'importo del prezzo pagato dal defunto per l'acquisto dei singoli oggetti o secondo il loro valore venale nel caso in cui siano pervenuti al defunto a titolo gratuito. secondo il valore indicato nella dichiarazione di successione.
Ai fini della divisione ereditaria, fatte salve le eccezioni di legge, le porzioni devono essere formate, previa stima dei beni, comprendendo: una quantità di mobili, immobili e crediti di eguale natura e qualità, in proporzione del numero dei condividenti. una quantità di immobili e crediti di eguale natura e qualità in proporzione dell'entità di ciascuna quota ed una quantità di mobili in proporzione del numero dei condividenti. una quantità di mobili, immobili e crediti di eguale natura e qualità, in proporzione dell'entità di ciascuna quota. una quantità di mobili e crediti di eguale natura e qualità in proporzione dell'entità di ciascuna quota ed una quantità di immobili in proporzione del numero dei condividenti.
A norma del codice civile, in caso di divisione ereditaria, l'ineguaglianza in natura nelle quote ereditarie: si compensa con un equivalente in denaro. non si compensa. si compensa esclusivamente con beni immobili di proprietà dei coeredi che hanno ricevuto le porzioni di maggior valore. si compensa esclusivamente con beni mobili ereditari.
A norma del codice civile, nell'ambito della divisione ereditaria, l'assegnazione delle porzioni eguali è fatta: mediante attribuzione, ma solo se le porzioni sono formate esclusivamente da beni immobili, altrimenti si procede per estrazione a sorte. mediante estrazione a sorte. mediante attribuzione. mediante estrazione a sorte, ma solo se le porzioni sono formate esclusivamente da beni immobili, altrimenti si procede per attribuzione.
Quando tutti i coeredi consentono di deferire le operazioni divisionali a un notaio, ma non sono d'accordo sulla nomina, quest'ultima spetta: ai coeredi, che decidono a maggioranza. al presidente del collegio notarile del luogo della aperta successione. all'autorità giudiziaria. ai coeredi cui è devoluta più della metà dell'eredità.
Le operazioni necessarie per effettuare una divisione ereditaria possono essere deferite a un notaio con il consenso di tutti i coeredi? Sì. Sì, purché fra i coeredi non vi siano legittimari. Sì, purché l'asse ereditario comprenda anche beni immobili. No.
Qualora sorgono contestazioni nel corso delle operazioni di divisione ereditaria esse sono: riservate alla decisione del presidente del collegio notarile. riservate alla decisione del notaio. riservate e rimesse tutte insieme alla cognizione dell'autorità giudiziaria, che provvede con un'unica sentenza. sono riservate ai coeredi, i quali decidono a maggioranza.
A norma del codice civile, la nomina del notaio al quale deferire le operazioni riguardanti la divisione ereditaria, in mancanza di accordo tra i coeredi, è fatta: con decreto dell'autorità giudiziaria competente. con decreto del prefetto del luogo dell'aperta successione. con decreto del presidente del collegio notarile del luogo dell'aperta successione. con delibera adottata dai coeredi, a maggioranza.
Le operazioni necessarie per effettuare la divisione ereditaria possono essere deferite a un notaio con il consenso: di tutti i condividenti. della maggioranza assoluta dei condividenti calcolata per capi. della maggioranza assoluta dei condividenti calcolata in base al valore delle quote ereditarie. di tutti i condividenti e dei creditori ipotecari.
In materia di divisione ereditaria, le norme sulla divisione dell'intero asse si osservano anche nelle suddivisioni tra i componenti di ciascuna stirpe? No. Sì. Sì, ma solo in caso di divisione ereditaria conseguente a successione legittima. No, salvo che si tratti di divisione ereditaria conseguente a successione testamentaria.
Tizio muore attribuendo a titolo di legato alcuni dei suoi beni in proprietà esclusiva ai figli Sempronio, Mevio e Caio. Sempronio vende ad un estraneo il bene attribuitogli. Spetta agli altri legatari azione di riscatto del bene venduto all'estraneo? No. Sì, purché si tratti di beni immobili. Sì, in ogni caso. Sì, purché si tratti di beni mobili.
Quale diritto hanno i coeredi, qualora uno di essi abbia alienato la sua quota o parte di essa ad un estraneo, senza avere provveduto previamente a notificare loro la proposta di alienazione, indicandone il prezzo? Nessun diritto. Il diritto di riscattare la quota dall'acquirente e da ogni successivo avente causa, finché dura lo stato di comunione ereditaria. Il diritto di riscattare la quota dall'acquirente e da ogni successivo avente causa entro tre mesi dal perfezionamento dell'atto di alienazione. Il diritto di riscattare la quota dall'acquirente, ma solo se la quota alienata era pari ad almeno un terzo dell'intero asse ereditario.
A norma del codice civile, il coerede che vuole alienare ad un estraneo la sua quota o parte di essa deve: notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo, alla maggioranza degli altri coeredi, i quali hanno diritto di opzione. richiedere ed ottenere preventivamente, in ogni caso, l'autorizzazione del giudice. notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo, agli altri coeredi, i quali hanno diritto di prelazione. ottenere il preventivo consenso degli altri coeredi i quali, in caso contrario, hanno diritto di agire per far dichiarare la nullità dell'alienazione.
Entro quale termine deve essere esercitato il diritto di prelazione dai coeredi cui sia stata debitamente notificata la proposta di alienazione di quota di eredità ad un estraneo? Entro due mesi dalla data in cui è avvenuta l'ultima delle notificazioni. Entro sei mesi dalla data in cui è avvenuta l'ultima delle notificazioni. Entro due mesi dalla data in cui è avvenuta la prima delle notificazioni. Entro un anno dalla data in cui è avvenuta la prima delle notificazioni.
Mevio ha istituito eredi in quote uguali Tizio, Caio e Filano. Tizio vende a Sempronio, figlio di Caio, la sua quota di eredità all'insaputa degli altri coeredi. Spetta a questi ultimi il diritto di riscattare la quota dall'acquirente? Sì, ma solo a Filano. Sì. No. Sì, ma solo a Caio.
Mevio ha istituito eredi in quote uguali Tizio, Caio e Filano. Tizio vende a Caio la sua quota di eredità all'insaputa di Filano. Quest'ultimo ha diritto di riscattare la quota dall'acquirente? No. Sì, finché permane lo stato di comunione ereditaria. Sì, entro un anno dal giorno in cui egli ha avuto notizia della stipulazione. Sì, in ogni tempo.
L'eredità relitta da Sempronio, comprensiva di immobili urbani e rustici, è stata accettata dai tre eredi istituiti in quote uguali. In caso di vendita a estranei di quote di eredità da parte di un coerede, entro quale termine può essere esercitato il diritto di riscatto dai coeredi ai quali non sia stata notificata la proposta di alienazione? Entro due mesi dalla data di stipula dell'atto. Entro un anno dalla data di stipula dell'atto. Finché dura lo stato di comunione ereditaria. Entro un anno dalla data di trascrizione dell'atto.
Qualora il testatore stabilisca particolari norme per la formazione delle porzioni in sede di divisione della comunione ereditaria, tali norme sono per i coeredi: vincolanti, salvo che facciano opposizione la maggioranza dei coeredi. vincolanti, salvo che l'effettivo valore dei beni non corrisponda alle quote stabilite dal testatore. vincolanti, salvo che tra i coeredi vi siano minori. risolubili.
In tema di divisione ereditaria, quando il testatore ha stabilito particolari norme per formare le porzioni, queste norme: sono in ogni caso vincolanti per gli eredi. non sono mai vincolanti per gli eredi. sono vincolanti per gli eredi, ma solo se contenute in un testamento pubblico. sono vincolanti per gli eredi, salvo che l'effettivo valore dei beni non corrisponda alle quote stabilite dal testatore.
A norma del codice civile, se il testatore ha disposto che la divisione si effettui secondo la stima di persona da lui designata, che non sia erede o legatario, la divisione proposta da questa persona: vincola in ogni caso gli eredi. non vincola gli eredi se non viene omologata dall'autorità giudiziaria. non vincola gli eredi se l'autorità giudiziaria, su istanza di taluno di essi, la riconosce contraria alla volontà del testatore o manifestamente iniqua. non vincola in nessun caso gli eredi.
A norma del codice civile, se nella divisione fatta dal testatore non sono compresi tutti i beni lasciati al tempo della morte, i beni in essa non compresi sono attribuiti: con provvedimento del prefetto del luogo dell'aperta successione. con provvedimento del tribunale del luogo dell'aperta successione. conformemente alla legge, anche se risulta una diversa volontà del testatore. conformemente alla legge, se non risulta una diversa volontà del testatore.
Se nella divisione fatta dal testatore non sono compresi tutti i beni lasciati al tempo della morte, i beni in essa non compresi sono attribuiti: a tutti i coeredi, in proporzione della quota spettante a ciascuno di essi. conformemente alla legge, se non risulta una diversa volontà del testatore. al coniuge. al coerede che abbia ottenuto la quota maggiore.
A norma del codice civile, può il testatore dividere i suoi beni tra gli eredi? Sì, ma deve comprendere nella divisione solo la parte non disponibile. Sì. Sì, ma deve comprendere nella divisione solo la parte disponibile. No.
In quale dei seguenti casi, a norma del codice civile, la divisione fatta dal testatore è nulla? Quando non vi abbia compreso qualcuno dei legittimari o degli eredi istituiti. Quando non vi siano compresi tutti i beni da lui lasciati al tempo della morte. Quando non vi siano compresi tutti i beni costituenti il suo patrimonio al momento della redazione del testamento. Quando non vi abbia compreso qualcuno degli eredi legittimi ancorché non istituiti nel testamento.
Tizio, coniugato con Tizia e padre di Tizietto e Tizietta, ha redatto un testamento olografo con il quale ha istituito eredi per un decimo ciascuno la moglie e i due figli e per sette decimi l'estranea Caia. Egli ha inoltre diviso tutto il suo patrimonio tra Caia e i due figli escludendo dalla divisione la moglie. La divisione da lui effettuata è nulla perchè: la divisione del testatore non è ammissibile quando tra gli eredi vi siano dei legittimari. vi è stata lesione di legittima nei confronti dei figli. la divisione del testatore può essere contenuta solo in un testamento pubblico. non vi ha compreso la moglie Tizia.
A norma del codice civile, la divisione fatta dal testatore nella quale egli non abbia compreso qualcuno dei legittimari o degli eredi istituiti è: nulla. risolubile. annullabile. rescindibile.
In caso di divisione fatta dal testatore, il coerede che è stato leso nella quota di riserva può esercitare l'azione di riduzione contro gli altri coeredi? No. Sì, ma solo in caso di lesione oltre il quarto. No, salvo che il testatore gli abbia espressamente attribuito nel testamento tale facoltà. Sì.
A norma del codice civile, compiuta la divisione, i documenti di una proprietà che è stata divisa in parti non uguali: rimangono a quello che ne ha la parte maggiore, con l'obbligo di comunicarli agli altri condividenti che vi hanno interesse, ogni qualvolta se ne faccia richiesta. rimangono depositati presso lo studio del notaio rogante in caso di divisione amichevole, ovvero presso la cancelleria del tribunale del luogo dell'aperta successione nel caso di divisione giudiziaria. si consegnano al condividente estratto a sorte alla presenza del cancelliere del tribunale del luogo dell'aperta successione. si consegnano alla persona che deve essere scelta da tutti gli interessati ed essa ha l'obbligo di comunicarli a ciascuno di essi, a ogni loro domanda; se vi è contrasto sulla scelta, la persona è determinata con decreto del tribunale del luogo dell'aperta successione, su ricorso di alcuno degli interessati, sentiti gli altri.
Quali tra i seguenti gruppi di soggetti sono tenuti alla collazione? I parenti e gli affini oltre il terzo grado in linea collaterale del defunto. I figli legittimi e naturali e i loro discendenti legittimi e naturali ed il coniuge del defunto. Gli ascendenti ed i parenti oltre il quarto grado in linea collaterale del defunto. I fratelli e i loro discendenti legittimi e naturali e gli ascendenti del defunto.
Entro quali limiti produce effetto la dispensa da collazione? Nei limiti della quota di riserva del coerede donatario sommata alla quota disponibile. Nei limiti della somma delle quote di riserva degli altri coeredi. Nei limiti della quota di riserva del coerede donatario. Nei limiti della quota disponibile.
Quali tra questi soggetti, concorrendo alla successione di un defunto, sono tenuti alla collazione di tutto quanto hanno da lui ricevuto per donazione salvo che il defunto stesso li abbia dispensati? Gli ascendenti legittimi. I fratelli e le sorelle e i loro discendenti legittimi. I figli legittimi e naturali, i loro discendenti legittimi e naturali. Gli ascendenti legittimi del coniuge del defunto.
A norma del codice civile, quali tra le seguenti donazioni fatte all'erede non sono soggette a collazione? Quelle di modico valore fatte dal defunto al coniuge. Quelle fatte dal defunto al figlio naturale. Quelle fatte dal defunto al coniuge indipendentemente dal loro valore. Quelle fatte dal defunto al figlio legittimo.
Sono soggette a collazione le donazioni di modico valore fatte in vita dal defunto al proprio coniuge? Sì. Sì, salvo che la donazione abbia avuto ad oggetto cose consumabili. No. No, salvo che la donazione abbia avuto ad oggetto cose deteriorabili.
È tenuto l'erede a conferire la donazione fatta ai suoi discendenti o al coniuge? Sì, ma soltanto nei limiti in cui, succedendo ai suoi discendenti o al coniuge, ne abbia conseguito un vantaggio. Sì, ma soltanto nei limiti di quanto eccede la propria quota di riserva. Sì, in ogni caso. No.
L'erede è tenuto alla collazione delle donazioni fatte ai suoi discendenti dal defunto? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo se succedendo a costoro ne abbia conseguito il vantaggio. Sì, ma solo se non succeda a costoro.
L'erede è tenuto alla collazione delle donazioni fatte in via esclusiva al proprio coniuge dal defunto? Sì, sempre. Sì, ma solo se succedendo al coniuge ne abbia conseguito il vantaggio. Sì, ma solo se non succeda al coniuge. No, mai.
Il discendente che succede per rappresentazione deve fare collazione di ciò che è stato donato all'ascendente? Sì, ma solo se abbia accettato l'eredità dell'ascendente. Sì, ma solo se abbia rinunziato all'eredità dell'ascendente. Sì. No.
Tizio, dopo aver rinunziato all'eredità del padre Caio, succede per rappresentazione al nonno Sempronio, in concorso con i fratelli del padre. È tenuto Tizio alla collazione delle donazioni fatte in vita da Sempronio a Caio e interamente gravanti sulla porzione indisponibile? No, salvo che si tratti di donazioni di modico valore. Sì, salvo che il donatario sia stato dispensato dall'imputazione. Sì. No.
Tizio, unico figlio di Caio premorto, succede per rappresentazione al nonno Mevio, concorrendo con gli altri figli del defunto. È tenuto Tizio alla collazione di ciò che sia stato donato a Caio da Mevio, senza espressa dispensa? Sì, ma soltanto nei limiti di ciò che egli abbia effettivamente conseguito di quanto donato a Caio. No, salvo che abbia rinunziato all'eredità di Caio o ne sia stato escluso per indegnità. Sì. No, in ogni caso.
È soggetto a collazione ciò che il defunto ha speso a favore dei suoi discendenti per pagare i loro debiti? Sì. No. Sì, ma solo se si tratti di debiti inerenti all'esercizio della loro attività produttiva o professionale. Sì, ma solo se si tratti di debiti estranei all'esercizio della loro attività produttiva o professionale.
È soggetto a collazione ciò che il defunto ha speso a favore dei suoi discendenti per assegnazioni fatte a causa di matrimonio? Sì, ma solo se si tratti di spese sostenute per l'acquisto di beni immobili. Sì, ma solo se si tratti di spese sostenute per l'acquisto di beni mobili. Sì. No.
È soggetto a collazione ciò che il defunto ha speso a favore dei suoi discendenti per avviarli all'esercizio di un'attività produttiva o professionale? No. Sì, ma solo se si tratti di spese sostenute per l'acquisto di beni mobili. Sì, ma solo se si tratti di spese sostenute per l'acquisto di beni immobili. Sì.
È soggetto a collazione ciò che il defunto ha speso a favore dei suoi discendenti per soddisfare premi di assicurazione a loro favore? Sì, sempre. Sì, ma solo se si tratti di contratti di assicurazione sulla vita. No, mai. Sì, ma solo se si tratti di contratti di assicurazione di durata superiore ai cinque anni.
Quali tra le seguenti spese fatte dal defunto a favore dei suoi discendenti non sono soggette a collazione? Le spese sostenute per malattia. Le spese sostenute per pagare i loro debiti. Le spese fatte per avviarli all'esercizio di un'attività professionale. Le spese fatte per soddisfare premi relativi a contratti di assicurazione sulla vita a loro favore.
Quali tra le seguenti spese fatte dal defunto a favore dei suoi discendenti non sono soggette a collazione? Le spese ordinarie fatte per abbigliamento. Le spese sostenute per pagare i loro debiti. Le spese fatte per avviarli all'esercizio di un'attività professionale. Le spese sostenute per l'istruzione artistica anche se eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto.
Quali tra le seguenti spese fatte dal defunto a favore dei suoi discendenti non sono soggette a collazione? Le spese ordinarie fatte per le loro nozze. Le spese sostenute per la loro istruzione artistica anche se eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto. Le spese sostenute per pagare i loro debiti. Le spese fatte per avviarli all'esercizio di un'attività professionale.
Quali tra le seguenti spese fatte dal defunto a favore dei suoi discendenti non sono soggette a collazione? Le spese per avviarli all'esercizio di un'attività professionale. Le spese per l'istruzione artistica o professionale che non eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto. Le spese sostenute per pagare i loro debiti. Le spese per il corredo nuziale anche se eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto.
Quali tra le seguenti liberalità fatte dal defunto a favore dei suoi discendenti non sono soggette a collazione? Le liberalità che si sogliono fare in occasione di servizi resi. Le liberalità fatte in considerazione dei meriti del donatario. Le liberalità fatte per speciale rimunerazione. Le liberalità fatte per riconoscenza.
Sono soggette a collazione le spese sostenute dal defunto in favore di un discendente per il suo mantenimento? No. Sì, se il discendente non conviveva con il defunto. Sì. Sì, eccezion fatta per quelle di modico valore.
Sono soggette a collazione le spese sostenute dal defunto per l'istruzione artistica di un figlio legittimo che concorre alla successione? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo per quanto eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto. Sì, per l'intero loro importo ma solo se eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del beneficiario.
Sono soggette a collazione le spese per malattia sostenute dal defunto in favore di un suo discendente? No. Sì. Sì, eccezion fatta per quelle di modico valore. Sì, se il discendente non conviveva con il defunto.
Sono soggette a collazione le liberalità che si suole fare in occasione di servizi resi o comunque in conformità degli usi? No. Sì, salvo che le liberalità abbiano avuto ad oggetto somme di denaro. Sì. No, salvo che le liberalità abbiano avuto ad oggetto titoli di credito.
Sono soggette a collazione le spese sostenute dal defunto per l'istruzione professionale di un figlio legittimo che concorre alla successione? Sì, sempre. Sì, ma solo per quanto eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto. No, mai. Sì, per l'intero loro importo ma solo se eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del beneficiario.
Sono soggette a collazione le spese sostenute dal defunto per il mantenimento di un figlio legittimo che concorre alla successione? Sì, per l'intero loro importo ma solo se eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del beneficiario. No. Sì, ma solo per quanto eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto. Sì, sempre.
Sono soggette a collazione le spese sostenute dal defunto per l'educazione di un figlio legittimo che concorre alla successione? No. Sì, per l'intero loro importo ma solo se eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del beneficiario. Sì, ma solo per quanto eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto. Sì, sempre.
Sono soggette a collazione le spese sostenute dal defunto per la malattia di un figlio legittimo che concorre alla successione? Sì, ma solo per quanto eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto. Sì, sempre. Sì, per l'intero loro importo ma solo se eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto della gravità della malattia. No.
Sono soggette a collazione le spese fatte dal defunto per abbigliamento di un figlio legittimo che concorre alla successione? No, ma solo se trattasi di spese ordinarie. Sì, ma solo se trattasi di spese ordinarie. Sì, sempre. No, mai.
Sono soggette a collazione le spese fatte dal defunto per le nozze di un figlio legittimo che concorre alla successione? Sì, sempre. No, ma solo se trattasi di spese ordinarie. Sì, ma solo se trattasi di spese ordinarie. No, mai.
Sono soggette a collazione le spese sostenute dal defunto per il corredo nuziale di una figlia legittima che concorre alla successione? Sì, ma solo per quanto eccedono notevolmente la misura ordinaria, tenuto conto delle condizioni economiche del defunto. No, mai. Sì, sempre. Sì, per l'intero loro importo ma solo se eccedono notevolmente la misura ordinaria tenendo conto della media dei prezzi di mercato.
Quali tra le seguenti spese fatte dal defunto a favore dei suoi discendenti non sono soggette a collazione? Le spese per assegnazioni fatte a causa di matrimonio. Le spese fatte per soddisfare premi relativi a contratti di assicurazione sulla vita a loro favore. Le spese fatte per avviarli all'esercizio di un'attività produttiva. Le spese di mantenimento e di educazione.
È dovuta collazione di ciò che si è conseguito per effetto di società contratta tra il defunto ed alcuno dei suoi eredi? No, salvo che si tratti di società di persone contratta senza frode. Sì, quando si tratta di società di capitali anche se contratta con frode. No, ma sempre che si tratti di società contratta senza frode e se le condizioni sono state regolate con atto di data certa. Sì, salvo che si tratti di società di fatto.
È soggetta a collazione la cosa donata che sia successivamente perita? No, mai. No, salvo che il perimento sia imputabile al donatario. Sì, sempre. No, salvo che il perimento sia dovuto ad eventi naturali.
Sono dovuti gli interessi sulle somme soggette a collazione? No, mai. Sì, ma solo dal giorno in cui si è aperta la successione. Sì, dal giorno in cui si è perfezionata la donazione. Sì, ma solo dal giorno in cui gli altri eredi ne fanno richiesta.
Sono dovuti i frutti delle cose soggette a collazione? Sì, ma solo dal giorno in cui gli altri eredi ne fanno richiesta. Sì, ma solo dal giorno in cui si è aperta la successione. No, mai. Sì, dal giorno in cui si è perfezionata la donazione.
Come si fa la collazione di un bene immobile? Soltanto col rendere il bene in natura. Soltanto con l'imputare il valore del bene alla propria porzione. Col rendere il bene in natura o con l'imputarne il valore alla propria porzione a scelta di chi conferisce; ma se l'immobile è stato alienato o ipotecato la collazione si fa soltanto con l'imputazione. Col rendere il bene in natura o con l'imputarne il valore alla propria porzione a scelta degli altri eredi; ma se l'immobile è stato alienato o ipotecato la collazione si fa soltanto con l'imputazione.
La collazione di un bene immobile per imputazione si fa avuto riguardo: al valore dell'immobile al tempo della divisione. al valore dell'immobile al tempo dell'aperta successione. al valore dell'immobile al tempo in cui il donante lo aveva acquistato. al valore dell'immobile al tempo della donazione.
Nella collazione, il coerede che conferisce un immobile in natura, ed è creditore di somme che gli sono dovute per spese e miglioramenti, può ritenerne il possesso? Sì, sino all'effettivo rimborso delle somme che gli sono dovute. Sì, sino all'effettivo rimborso delle somme che gli sono dovute, ma solo se l'immobile sia destinato ad uso agricolo. No, mai. No, tranne che vi consentano la maggioranza dei coeredi.
Quando si procede alla collazione, è deducibile a favore del donatario il valore delle migliorie apportate al fondo? Sì, entro i limiti del loro valore al tempo dell'aperta successione. Sì, entro i limiti del loro valore al tempo in cui sono state apportate. No, mai. No, tranne che la deducibilità sia stata espressamente stabilita nella donazione.
Come si fa la collazione di un bene mobile? Soltanto per imputazione. Col rendere il bene in natura o con l'imputarne il valore alla propria porzione a scelta di chi conferisce; ma se il bene è stato alienato o dato in pegno la collazione si fa soltanto per imputazione. Col rendere il bene in natura o con l'imputarne il valore alla propria porzione a scelta degli altri eredi. Soltanto col rendere il bene in natura.
La collazione dei beni mobili ricevuti in donazione dal coerede si fa: per imputazione, sulla base del valore che essi avevano al tempo della donazione. non si attua, in quanto i beni mobili non sono soggetti a collazione. per imputazione, sulla base del valore che essi avevano al tempo dell'aperta successione. si attua col rendere il bene in natura.
I coeredi contribuiscono tra loro al pagamento dei debiti e pesi ereditari: in proporzione delle loro quote ereditarie, salvo che il testatore abbia altrimenti disposto. in proporzione delle loro quote ereditarie, anche se il testatore ha altrimenti disposto. in parti eguali. in parti eguali, salvo che il testatore abbia altrimenti disposto.
Il coerede Tizio ha pagato per intero un debito non ipotecario dell'eredità. Qualora il testatore nulla abbia disposto in merito, può Tizio ripetere dagli altri coeredi quanto pagato oltre alla parte a lui incombente? No, salvo che si sia fatto surrogare nei diritti dei creditori. Sì, può ripeterlo dagli altri coeredi in parti uguali. Sì, può ripetere da ciascun coerede l'intero. Sì, può ripetere da ciascun coerede una parte proporzionale alla quota ereditaria al medesimo spettante.
A norma del codice civile, in caso di insolvenza di un coerede la sua quota di un debito ereditario garantito da ipoteca: è ripartita in proporzione soltanto fra i coeredi legittimari. è necessariamente ripartita in parti uguali tra tutti i coeredi, senza tener conto delle eventuali diversità di quote. è inesigibile. è ripartita in proporzione tra tutti gli altri coeredi.
È tenuto il legatario, di regola, a pagare i debiti ereditari? No, salvo ai creditori l'azione ipotecaria sul fondo legato e l'esercizio del diritto di separazione. Sì, salvo che il testatore lo abbia espressamente dispensato dal pagamento. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che l'erede assuma a proprio esclusivo carico il pagamento.
I coeredi, in sede di divisione, si devono vicendevole garanzia per le evizioni derivanti da causa anteriore alla divisione? No, e si considera come non apposta una clausola che la preveda. Sì, ma possono escluderla con clausola espressa nell'atto di divisione. Sì, e non possono escluderla. No, ma possono prevederla con clausola espressa nell'atto di divisione.
I coeredi sono tenuti a vicendevole garanzia per le molestie ed evizioni concernenti beni a ciascuno di essi attribuiti in sede di divisione ereditaria? Sì, ma solo per quelle derivanti da causa successiva alla divisione e sempre che la garanzia sia stata espressamente convenuta nell'atto di divisione. No, mai. Sì, ma solo per quelle derivanti da causa anteriore alla divisione, purché la garanzia non sia stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione e sempre che il coerede non abbia sofferto l'evizione per propria colpa. No, salvo non sia stata espressamente convenuta nell'atto di divisione.
I coeredi, in sede di divisione, si devono vicendevole garanzia per le molestie ed evizioni? Sì, ma solo per le molestie ed evizioni che si verifichino entro sei mesi dalla divisione. Sì, ma solo per le molestie ed evizioni derivanti da causa anteriore alla divisione. Sì, ma solo per le molestie ed evizioni derivanti da causa anteriore alla morte del de cuius. Sì, per molestie ed evizioni derivanti sia da causa anteriore che successiva alla divisione.
A norma del codice civile, in tema di divisione ereditaria i coeredi sono tenuti alla garanzia per l'evizione sofferta dal coerede non per propria colpa? No. No, salvo che l'evizione derivi da causa anteriore all'apertura della successione. Sì, se l'evizione deriva da causa anteriore alla divisione. Sì, se l'evizione deriva da causa successiva alla divisione.
In tema di divisione ereditaria, in quale dei seguenti casi non ha luogo la garanzia per l'evizione sofferta dal coerede non per propria colpa e derivante da causa anteriore alla divisione? Se la massa ereditaria è costituita da soli beni mobili. Se è stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione. Se il coerede soffre l'evizione per colpa di uno solo degli altri coeredi. Se la massa ereditaria è costituita da soli beni immobili.
A norma del codice civile, in tema di divisione ereditaria i coeredi si devono vicendevole garanzia per le sole molestie derivanti: da causa anteriore alla divisione. da causa anteriore all'acquisto da parte del defunto. da causa successiva alla divisione. da causa anteriore di almeno sei mesi all'apertura della successione.
Tizio, Caio e Sempronio con atto ricevuto dal notaio Romolo Romani hanno proceduto alla divisione dei beni a loro pervenuti per successione del padre Mevio. Successivamente Caio, non per propria colpa, subisce evizione derivante da causa anteriore alla divisione. Sono tenuti anche Tizio e Sempronio a ripartire il danno pari al valore del bene evitto? Sì, anche se la garanzia per l'evizione sia stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione. Sì, salvo che la garanzia per l'evizione sia stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione. No, salvo che la garanzia per l'evizione sia stata prevista con clausola espressa nell'atto di divisione. No, mai.
Quale garanzia si devono vicendevolmente i coeredi in dipendenza della divisione? Nessuna. Per le sole evizioni derivanti da causa anteriore alla divisione; la garanzia ha luogo anche se il coerede soffre l'evizione per colpa propria. Per le sole molestie ed evizioni derivanti da causa anteriore alla divisione; la garanzia non ha luogo se è stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione, o se il coerede soffre l'evizione per colpa propria. Per le sole molestie derivanti da causa anteriore alla divisione; la garanzia ha luogo anche se è stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione.
In tema di divisione ereditaria, in quale dei seguenti casi non ha luogo la garanzia per l'evizione derivante da causa anteriore alla divisione? Se la massa ereditaria è costituita da soli beni immobili. Se il coerede soffre l'evizione per propria colpa. Se il coerede soffre l'evizione per colpa di uno solo degli altri coeredi. Se la massa ereditaria è costituita da soli beni mobili.
La garanzia per molestie ed evizioni dovuta in dipendenza della divisione non ha luogo: se è stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione, o se il coerede soffre l'evizione per propria colpa. solo se il coerede soffre l'evizione per propria colpa. solo se è stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione. se è stata esclusa con clausola espressa nell'atto di divisione e sempre che il coerede sia stato costituito in mora.
In tema di divisione ereditaria, se alcuno dei coeredi subisce evizione, come deve essere ripartito tra tutti i coeredi, ai fini della garanzia dovuta, il valore del bene evitto? In parti uguali, senza tener conto del valore dei beni a ciascuno di essi attribuiti. In proporzione del valore che i beni attribuiti a ciascuno di essi hanno al tempo dell'apertura della successione e tenuto conto dello stato in cui si trovavano al momento dell'acquisto da parte del defunto. In proporzione della quota ereditaria di ciascuno di essi, senza tener conto del valore che i beni attribuiti hanno al tempo dell'evizione. In proporzione del valore che i beni attribuiti a ciascuno di essi hanno al tempo dell'evizione e tenuto conto dello stato in cui si trovano al tempo della divisione.
In tema di divisione ereditaria, se alcuno dei coeredi subisce evizione e uno degli altri tenuti alla garanzia è insolvente, come deve essere ripartita la parte per cui quest'ultimo è obbligato? Tra l'erede che ha sofferto l'evizione e tutti gli altri eredi solventi, in proporzione del valore che i beni attribuiti a ciascuno di essi hanno al tempo dell'evizione. Tra tutti gli altri eredi solventi, escluso il coerede che ha subito l'evizione, in parti uguali tra loro. Tra l'erede che ha sofferto l'evizione e tutti gli altri eredi solventi, nella proporzione stabilita dal giudice su istanza del coerede insolvente. Tra tutti gli altri eredi solventi, escluso il coerede che ha subito l'evizione, in proporzione alla quota ideale di ciascuno sulla massa ereditaria.
Tizio, Caio e Sempronio con atto di divisione, nel quale non era stata esclusa la garanzia per evizione, hanno proceduto alla assegnazione, secondo porzioni di uguale valore, dei beni a loro pervenuti per successione del padre Tizione. Successivamente Tizio subisce evizione per causa anteriore alla divisione e chiede a Caio e a Sempronio che il valore del bene evitto sia ripartito fra tutti. Sempronio è insolvente. Cosa accade? La parte per cui Sempronio è obbligato deve essere egualmente ripartita tra Tizio e Caio. La parte per cui Sempronio è obbligato è a carico soltanto di Tizio. Tizio può chiedere, entro un anno dalla trascrizione dell'atto di divisione, l'annullamento dell'atto. Tizio e Caio si devono rivolgere all'autorità giudiziaria affinché fissi un termine a Sempronio per l'adempimento.
È dovuta dai coeredi condividenti la garanzia per l'insolvenza del debitore, sopravvenuta soltanto dopo la divisione, di un credito assegnato ad uno di essi? No, salvo che il credito derivi da una rendita e, in tal caso, entro il limite di cinque anni successivi alla divisione. Sì, ma entro il limite di cinque anni successivi alla divisione. No, mai. Sì, salvo che il credito derivi da una rendita.
È dovuta dai coeredi condividenti la garanzia della solvenza del debitore di una rendita assegnata in sede di divisione ad uno di essi? Sì, per i cinque anni successivi alla divisione. Sì, per i cinque anni successivi alla divisione, ma solo se si tratti di rendita perpetua. Sì, senza limiti di tempo. No, mai.
Tizio e Sempronio, con atto di divisione, hanno proceduto alla divisione dei beni a loro pervenuti per successione del padre Filano. A Sempronio è stato assegnato il credito che il defunto vantava nei confronti di Caio, il quale, quattro mesi dopo l'atto di divisione, diviene insolvente. A norma del codice civile: Tizio non deve garanzia per l'insolvenza di Caio salvo che si tratti di credito derivante dall'attività dell'impresa di Filano. Tizio deve garanzia per l'insolvenza di Caio. Tizio non deve garanzia per l'insolvenza di Caio. Tizio deve garanzia per l'insolvenza di Caio se Sempronio prova di essere stato leso oltre un quarto.
La divisione può essere annullata quando è l'effetto di violenza? Sì, ma solo se si tratti di divisione di eredità devoluta per testamento ed il testatore abbia espressamente previsto l'annullamento per tale causa. Sì, ma solo se sia stato espressamente previsto nell'atto di divisione. No. Sì.
L'azione di annullamento della divisione per dolo è soggetta a prescrizione? Sì, in cinque anni dal giorno in cui il dolo è stato scoperto. No. Sì, in cinque anni dal giorno della divisione. Sì, in cinque anni dal giorno in cui il dolo è stato scoperto ma solo se ciò sia stato espressamente previsto nell'atto di divisione.
La divisione può essere annullata quando è l'effetto di dolo? Sì, ma solo se sia stato espressamente previsto nell'atto di divisione. Sì. No. Sì, ma solo se si tratti di divisione di eredità devoluta per testamento ed il testatore abbia espressamente previsto l'annullamento per tale causa.
L'azione di annullamento della divisione per violenza è soggetta a prescrizione? Sì, in cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza. Sì, in cinque anni dal giorno della divisione. No. Sì, in cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza ma solo se ciò sia stato espressamente previsto nell'atto di divisione.
L'omissione di uno o più beni dell'eredità nella divisione dà luogo: alla nullità della divisione. soltanto ad un supplemento della divisione. all'annullabilità della divisione. soltanto alla rescindibilità della divisione.
Il contratto di divisione ereditaria può essere rescisso? Sì, quando taluno dei coeredi prova di essere stato leso oltre il quarto. Sì, quando taluno dei coeredi provi di essere stato leso, indipendentemente dall'entità della lesione. No, mai. Sì, quando taluno dei coeredi prova di essere stato leso oltre il sesto.
È ammessa la rescissione della divisione fatta dal testatore? No, mai. Sì, quando il valore dei beni assegnati ad alcuno dei coeredi è inferiore di oltre un quarto all'entità della quota ad esso spettante. Sì, qualunque sia l'entità della lesione. Sì, quando il valore dei beni assegnati ad alcuno dei coeredi è inferiore di oltre un sesto all'entità della quota ad esso spettante.
È ammessa la rescissione nel caso di divisione fatta dal testatore? Soltanto se il danneggiato sia incapace e il valore dei beni assegnatigli sia inferiore di oltre la metà all'entità della quota spettantegli. Soltanto quando il valore dei beni assegnati ad alcuno dei coeredi è inferiore di oltre la metà all'entità della quota ad esso spettante. No. Soltanto quando il valore dei beni assegnati ad alcuno dei coeredi è inferiore di oltre un quarto all'entità della quota ad esso spettante.
È ammessa l'azione di rescissione per lesione oltre il quarto contro la transazione con la quale si è posto fine alle questioni insorte a causa della divisione? Sì, ma solo se la divisione riguardi esclusivamente beni immobili. No. Sì, ma solo se la divisione riguardi esclusivamente beni mobili. Sì, sempre.
È ammissibile l'azione di rescissione per lesione della transazione con la quale si è posto fine alle questioni insorte a causa della divisione ereditaria o dell'atto fatto in luogo della medesima divisione ereditaria? No, anche se al riguardo non era incominciata alcuna lite. Sì, ma solo se al riguardo era incominciata una lite. Sì, sempre, purché l'azione sia iniziata entro tre mesi dalla stipula dell'atto di transazione. Sì, sempre.
È ammessa l'azione di rescissione per lesione, prevista in tema di divisione, contro la vendita del diritto ereditario fatta senza frode ad uno dei coeredi, a suo rischio e pericolo, da parte degli altri coeredi o di uno di essi? No. Sì, ma solo se l'eredità abbia ad oggetto esclusivamente beni immobili. Sì, ma solo se l'eredità abbia ad oggetto esclusivamente beni mobili. Sì, ma solo se tutti i coeredi vi consentano.
Ai fini dell'azione di rescissione della divisione ereditaria, per conoscere se vi è lesione, si procede alla stima dei beni secondo il loro stato e valore al tempo: dell'autorizzazione giudiziaria necessaria in via preventiva per proporre l'azione di rescissione stessa. dell'apertura della successione. della divisione. della domanda giudiziale di rescissione.
Il coerede, contro il quale è promossa l'azione di rescissione dagli altri coeredi, può troncarne il corso ed impedire una nuova divisione dando il supplemento della porzione ereditaria: in danaro o in natura. solo in danaro. solo in natura. in danaro o in natura, necessariamente secondo le determinazioni del giudice.
In quali dei seguenti casi il coerede che ha alienato la sua porzione o una parte di essa non è più ammesso ad impugnare la divisione per dolo o violenza? L'impugnazione per dolo o violenza è sempre ammissibile. Nel caso in cui l'alienazione è avvenuta anteriormente alla scoperta del dolo o alla cessazione della violenza. Nel caso in cui l'alienazione è avvenuta successivamente alla scoperta del dolo o alla cessazione della violenza. Nel caso in cui il testatore abbia espressamente escluso l'impugnabilità della divisione.
A norma del codice civile la donazione è: il contratto con il quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l'altra, disponendo a favore di questa, anche temporaneamente o con diritto di revoca, di un suo diritto. il contratto con il quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l'altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un'obbligazione. l'atto unilaterale con il quale, a titolo gratuito, una parte dispone a favore dell'altra di un suo diritto. il contratto con il quale, a titolo gratuito, una parte arricchisce l'altra, esclusivamente assumendo verso la stessa un'obbligazione.
Costituisce donazione la liberalità fatta per riconoscenza? Sì. No. Sì, purché abbia ad oggetto beni mobili. Solo se venga fatta in occasione di servizi resi o comunque in conformità degli usi.
Costituisce donazione la liberalità fatta in considerazione dei meriti del beneficiario? Sì, purché abbia ad oggetto beni mobili. Sì. No. Solo se venga fatta in occasione di servizi resi o comunque in conformità degli usi.
Costituisce donazione la liberalità fatta per speciale rimunerazione? Sì. Sì, purché abbia ad oggetto universalità di cose. Solo se venga fatta in occasione di servizi resi o comunque in conformità degli usi. No.
Costituisce donazione la liberalità che si suole fare in occasione di servizi resi o comunque in conformità agli usi? Sì, ma solo se effettuata a favore di legittimari. Sì, purché abbia ad oggetto universalità di cose. Sì. No.
È valida la donazione avente ad oggetto frutti naturali non ancora separati? Sì. Sì, solo se si tratta di donazione remuneratoria. No, è nulla rispetto a questi. Sì, ma è revocabile dal donante fino alla separazione dei frutti donati, anche in ipotesi diversa dalla ingratitudine e dalla sopravvenienza di figli.
È valida la donazione di beni futuri? Sì, se è di modico valore. No, salvo che si tratti di frutti non ancora separati. No, è sempre nulla. Sì, ma è revocabile dal donante fino alla separazione dei frutti donati, anche in ipotesi diversa dalla ingratitudine e dalla sopravvenienza di figli.
È nulla la donazione dei frutti pendenti di un fondo? Sì, salvo che il donatario sia un discendente del donante. No. Sì. No, ma è revocabile dal donante fino alla separazione dei frutti donati, anche in ipotesi diversa dalla ingratitudine e dalla sopravvenienza di figli.
Qualora oggetto della donazione sia un'universalità di cose e il donante ne conservi il godimento trattenendola presso di sé, si considerano comprese nella donazione anche le cose che vi si aggiungono successivamente? Sì, salvo che si tratti di collezioni o raccolte di cose d'arte. Sì, salvo che dall'atto risulti una diversa volontà. Sì, sempre. No, mai.
Se la donazione comprende beni futuri: è nulla rispetto a questi, salvo che si tratti di frutti non ancora separati. è in ogni caso valida. è nulla rispetto a questi, salvo che si tratti di beni immobili. è nulla rispetto a questi, salvo che il donante non ritenesse trattarsi di beni presenti.
La donazione che ha per oggetto prestazioni periodiche si estingue alla morte del donante? Sì, salvo che dall'atto risulti una diversa volontà. No. Sì, a meno che non si tratti di frutti pendenti. Sì, anche se dall'atto risulti una diversa volontà.
In caso di donazione fatta congiuntamente a più donatari, è valida la clausola con la quale il donante dispone che se uno di essi non può o non vuole accettare la sua parte si accresca agli altri? Sì. No. No, a meno che non comprenda beni futuri. Sì, ma solo se i donatari sono il coniuge o i discendenti in linea retta del donante.
Il minore emancipato autorizzato all'esercizio di una impresa commerciale può stipulare un atto di donazione in favore di un amico maggiorenne, in considerazione dei meriti di quest'ultimo? No, mai. Sì, con l'assistenza del curatore e l'autorizzazione del giudice competente. Sì, con l'assistenza del curatore e l'autorizzazione del giudice competente, ma l'atto acquista efficacia con il compimento della maggiore età. Sì, trattandosi di donazione remuneratoria.
La donazione fatta dall'inabilitato è: nulla. nulla, salvo che si tratti di frutti non ancora separati. valida, solo se abbia ad oggetto beni mobili e sia fatta in occasione del matrimonio del donatario. valida, qualora sia fatta nel contratto di matrimonio e con l'assistenza del curatore già nominato o, se questi non è stato nominato, di un curatore speciale.
La donazione fatta dal minore è: nulla. valida solo se il minore sia emancipato. valida solo se il minore sia emancipato e autorizzato all'esercizio di impresa commerciale. valida, qualora sia fatta nel contratto di matrimonio con l'assistenza dei genitori esercenti la potestà su di lui, o del tutore o del curatore speciale nominato dal giudice ove le circostanze lo esigano.
La donazione fatta dal minore è: valida, qualora sia fatta nel contratto di matrimonio con l'assistenza dei genitori esercenti la potestà su di lui, o del tutore o del curatore speciale nominato dal giudice ove le circostanze lo esigano. nulla. valida, qualora sia fatta nel contratto di matrimonio con l'assistenza, oltre che dei genitori esercenti la potestà su di lui, o del tutore, anche di un curatore speciale nominato dal giudice. sempre valida.
Può essere annullata la donazione fatta da persona, non interdetta, che si provi essere stata incapace di intendere o di volere al momento in cui la donazione è stata fatta? No, mai. Sì, ma sempre che ne sia risultato un grave pregiudizio al donante ed il donatario sia stato in mala fede avendo avuto conoscenza della sua incapacità. Sì, ma sempre che il donatario sia stato in mala fede avendo avuto conoscenza dell'incapacità del donante. Sì, qualunque sia stata la causa, anche transitoria, dell'incapacità.
La donazione fatta da persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata per qualsiasi causa, anche transitoria, incapace di intendere o di volere al momento in cui la donazione è stata fatta è: annullabile su istanza del donante, dei suoi eredi o aventi causa. annullabile su istanza del solo donante. annullabile solo su istanza degli eredi del donante. nulla.
Può essere annullata la donazione fatta dall'inabilitato durante il giudizio di inabilitazione? Sì, anche se la donazione è anteriore alla nomina del curatore provvisorio. No, mai. Sì, ma solo se la donazione è successiva alla nomina del curatore provvisorio. Sì, ma solo se il giudizio riguardi l'inabilitazione per prodigalità.
Può essere chiesto l'annullamento della donazione fatta dall'inabilitato prima dell'inizio del giudizio di inabilitazione? Sì, ma solo se la donazione abbia ad oggetto beni immobili. Sì, ma solo nel caso di donazione fatta dall'inabilitato per prodigalità nei sei mesi anteriori all'inizio del giudizio di inabilitazione. Sì, sempre. No, mai.
Con riguardo alla capacità di disporre per donazione: il padre e il tutore non possono fare donazioni per la persona incapace rappresentata, salvo le liberalità, con le forme abilitative richieste, in occasione di nozze a favore dei discendenti dell'interdetto. il padre e il tutore non possono in nessun caso fare donazioni o liberalità per la persona incapace rappresentata. il padre e il tutore possono fare donazioni per la persona incapace rappresentata, purché con le forme abilitative richieste. il padre e il tutore non possono fare donazioni per la persona incapace rappresentata, se non, con le forme abilitative richieste, a favore di parenti entro il terzo grado del minore e dell'interdetto.
Il padre, per conto del minore: può fare donazioni, purché il minore abbia attribuito ad un terzo la scelta del donatario. non può mai fare donazioni. non può fare donazioni, a meno che non si tratti di liberalità in caso di nozze a favore dei discendenti del minore. non può fare donazioni, a meno che non si tratti di liberalità in caso di nozze a favore dei discendenti del minore, e sempre con le forme abilitative richieste.
Il tutore, per conto della persona incapace rappresentata: può fare donazioni, purché l'incapace abbia attribuito ad un terzo la scelta del donatario. può fare donazioni solo nel contratto di matrimonio dell'incapace, e con l'assistenza obbligatoria di un curatore speciale nominato dal giudice. non può fare donazioni, a meno che non si tratti di liberalità in caso di nozze a favore dei discendenti dell'interdetto, e sempre con le forme abilitative richieste. non può mai fare donazioni.
Il padre, per conto del minore: non può mai fare donazioni. non può fare donazioni, salvo che il minore, purché autorizzato all'esercizio di un'impresa commerciale, ne abbia manifestato l'intenzione. non può fare donazioni, salvo che il minore ne abbia manifestato l'intenzione. può fare donazioni solo nel contratto di matrimonio del minore, e con l'assistenza obbligatoria di un curatore speciale nominato dal giudice.
Il mandato con cui si attribuisce ad altri la facoltà di designare la persona del donatario è: valido. nullo in ogni caso. nullo, salvo che il donatario debba essere scelto fra persone designate dal donante o appartenente a determinate categorie. annullabile.
Il mandato con cui si attribuisce ad altri la facoltà di determinare l'oggetto della donazione è: nullo, salvo che l'oggetto debba essere scelto tra più cose indicate dal donante. nullo in ogni caso. annullabile. valido.
La donazione a favore di persona che un terzo sceglierà tra più persone designate dal donante è: annullabile. inefficace. valida. nulla.
La donazione a favore di persona che un terzo sceglierà tra più persone appartenenti a determinate categorie è: valida, purché il donante la confermi contestualmente all'accettazione del donatario. annullabile. nulla. valida.
La donazione a favore di una persona giuridica che un terzo sceglierà tra quelle indicate dal donante è: annullabile su istanza del terzo. nulla. annullabile, su istanza di qualsiasi interessato. valida.
La donazione che ha per oggetto una cosa che un terzo determinerà entro i limiti di valore stabiliti dal donante è: valida. annullabile. nulla. inesistente.
La donazione che ha per oggetto una cosa che un terzo determinerà tra più cose indicate dal donante è: nulla. annullabile, su istanza di qualsiasi interessato. inesistente. valida.
La donazione a favore di chi è stato protutore del donante è: nulla, se fatta prima che sia stato approvato il conto o sia estinta l'azione per il rendimento del conto medesimo. nulla in ogni caso. annullabile, se fatta prima che sia stato approvato il conto o sia estinta l'azione per il rendimento del conto medesimo. annullabile in ogni caso.
La donazione a favore di chi è stato tutore del donante è: nulla, se fatta prima che sia stato approvato il conto o sia estinta l'azione per il rendimento del conto medesimo. annullabile, se fatta prima che sia stato approvato il conto o sia estinta l'azione per il rendimento del conto medesimo. annullabile in ogni caso. nulla in ogni caso.
L'atto pubblico di donazione tra Tizio e Caio di tre imbarcazioni, con caratteristiche diverse e non soggette all'iscrizione nei registri tenuti presso le autorità marittime, contenente l'indicazione cumulativa del valore di due di esse e l'indicazione specifica del valore della terza, è: interamente nullo. annullabile ad istanza del donante o dei suoi eredi. interamente valido. valido solo per la donazione dell'imbarcazione il cui valore sia stato specificatamente indicato.
Per la validità della donazione avente ad oggetto beni mobili non di modico valore, si prevede: solo l'atto pubblico a pena di nullità. l'atto pubblico a pena di nullità, e la specificazione del loro valore nell'atto di donazione, o in una nota a parte sottoscritta dal donante, dal donatario e dal notaio. l'atto pubblico a pena di nullità, e la specificazione del loro valore, da indicare obbligatoriamente in una nota a parte, con l'intervento di uno stimatore. l'atto pubblico a pena di nullità, e la specificazione del loro valore nell'atto di donazione, o in una nota a parte sottoscritta dal donante, dal donatario, dal notaio e dai testimoni intervenuti all'atto.
Le revoche delle dichiarazioni del donante o del donatario possono intervenire: prima che il contratto, già perfezionato, sia efficace, a meno che il donatario sia una persona giuridica. prima che il contratto si perfezioni. prima che il contratto, già perfezionato, sia efficace. prima che il contratto si perfezioni, a meno che il donatario sia una persona giuridica, essendo in tal caso sempre revocabili.
Il contratto di donazione si perfeziona: al momento dell'accettazione da parte del donatario, la quale può intervenire sia contestualmente all'atto, sia con atto pubblico successivo, ma in tal caso la donazione non è perfetta se non dal momento in cui l'atto di accettazione è notificato al donante. al momento della dichiarazione del donante, essendo però richiesta, per l'efficacia dell'atto, la manifestazione della volontà di accettare da parte del donatario, resa per iscritto. nel momento in cui il donatario dichiari, anche verbalmente, di accettarla. al momento dell'accettazione da parte del donatario, il che può avvenire sia contestualmente all'atto, sia con atto pubblico successivo, ma in tal caso la donazione è efficace dal momento in cui l'atto di accettazione è notificato al donante.
Per la forma della donazione, si prevede: l'atto pubblico a pena di nullità. l'atto pubblico a pena di nullità, a meno che non si tratti di donazione remuneratoria. l'atto pubblico a pena di nullità, a meno che non abbia ad oggetto beni mobili. l'atto pubblico, essendo, in mancanza, la donazione annullabile ad istanza del donante.
La donazione di un immobile accettata dal donatario con atto posteriore si perfeziona: al momento della registrazione dell'atto di accettazione. al momento in cui l'atto di accettazione è pubblicato presso la conservatoria dei registri immobiliari competente. al momento in cui l'atto di accettazione è notificato al donante. al momento in cui l'atto di accettazione è conoscibile dai terzi.
La donazione di modico valore che ha per oggetto beni mobili è valida anche se manca l'atto pubblico? No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, purché non vi sia stata la tradizione. Sì, purché vi sia stata la tradizione.
La donazione di un bene mobile di modico valore, tale valutabile anche in rapporto alle condizioni economiche del donante, è valida: anche se manca l'atto pubblico, purché la dichiarazione del donante di voler donare e la dichiarazione di accettazione del donatario siano rese, pure oralmente, alla presenza di due testimoni. anche se manca l'atto pubblico, purché vi sia stata la tradizione del bene donato. solo se fatta per atto pubblico con l'assistenza dei testimoni. solo se fatta per iscritto.
La modicità del valore del bene mobile, agli effetti della validità della donazione non stipulata per atto pubblico: deve obbligatoriamente essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante. deve obbligatoriamente essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donatario. deve essere valutata solo in rapporto alle condizioni economiche del donatario, purché non si tratti di donazione tra fidanzati, poiché in tal caso occorre tener conto soltanto delle condizioni economiche del donante. deve essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante, purché non si tratti di donazione tra fidanzati, poiché in tal caso occorre tener conto solo delle condizioni economiche del donatario.
In caso di donazione a favore di un non concepito, i frutti della cosa donata: sono riservati al donante sino al momento della nascita del donatario. sono riservati al donante sino al concepimento del donatario. sono riservati ai genitori del donatario. sono riservati al donante sino al concepimento del donatario, e successivamente ai genitori del donatario, sino al momento della nascita.
In caso di donazione ad un nascituro, a chi spetta l'amministrazione dei beni donati? In ogni caso ad un curatore speciale all'uopo nominato dal tribunale. In ogni caso al donante o ai suoi eredi, salvo diversa disposizione del donante stesso. In ogni caso ai genitori del nascituro. In ogni caso ad un curatore speciale all'uopo nominato dal giudice tutelare.
Può la donazione essere fatta a favore dei figli, non ancora concepiti, di una determinata persona vivente al tempo della donazione? No. Sì. Sì, ma solo se trattasi di donazione di modico valore. Sì, ma solo se il genitore del nascituro è discendente del donante.
Può la donazione essere fatta a favore di chi è soltanto concepito? Sì. No. Sì, ma solo se il genitore del concepito è discendente del donante. Sì, ma solo se il genitore del concepito è ancora vivente.
In caso di donazione al nascituro concepito, in mancanza di espressa disposizione contraria, a chi spettano i frutti maturati fra il momento dell'atto di donazione e la nascita del donatario? Al donatario. Al donante e al donatario, secondo la ripartizione disposta dal tribunale. Al donante e ai suoi eredi. Al donante e al donatario in parti uguali fra loro.
A chi spetta l'amministrazione dei beni donati ad un nascituro non concepito, salvo espressa e diversa disposizione del donante, in caso di morte del donante stesso prima della nascita del nascituro donatario? A un curatore nominato dal tribunale del luogo ove si è aperta la successione del donante. A un curatore nominato dalla Corte d'appello. Agli eredi del donante. Al legale rappresentante del nascituro.
È ammissibile una donazione a favore di nascituro concepito? No, a meno che si tratti di discendente del donante. No. Sì. Sì, ma acquista efficacia solo se il donatario nascerà entro centottanta giorni dalla donazione.
La donazione effettuata in riguardo di un determinato matrimonio in favore dei nubendi produce effetto: solo con l'accettazione espressa dei donatari, effettuata per atto pubblico dopo il matrimonio. solo con l'accettazione espressa dei donatari, in qualunque forma, effettuata dopo il matrimonio. solo con l'accettazione espressa dei donatari, effettuata per atto pubblico anche prima del matrimonio. a seguito del matrimonio, senza bisogno di accettazione.
La donazione fatta in riguardo di un determinato futuro matrimonio, dagli sposi tra loro, non produce effetto: finché non sia accettata. finché non venga annotata a margine dell'atto di matrimonio. finché l'accettazione non venga notificata al donante. finché non segua il matrimonio.
La donazione fatta in riguardo di un determinato futuro matrimonio da altri a favore di entrambi gli sposi, non produce effetto: finché non sia accettata. finché l'accettazione non venga notificata al donante. finché non segua il matrimonio. finché non venga annotata a margine dell'atto di matrimonio.
La donazione fatta in riguardo di un determinato futuro matrimonio, da altri a favore di entrambi gli sposi, si perfeziona: senza bisogno che sia accettata. senza bisogno che sia accettata, ma solo se ha ad oggetto beni mobili. necessariamente con l'accettazione dei donatari ed al momento in cui l'accettazione è notificata al donante. necessariamente con l'accettazione dei donatari ed al momento in cui viene manifestata l'accettazione.
La donazione fatta in riguardo di un determinato futuro matrimonio, da terzi a favore di uno degli sposi, si perfeziona: anche senza accettazione, ma solo se ha ad oggetto beni mobili. necessariamente con l'accettazione del donatario ed al momento in cui viene manifestata l'accettazione. necessariamente con l'accettazione del donatario ed al momento in cui l'accettazione è notificata al donante. senza bisogno che sia accettata.
La donazione fatta in riguardo di un determinato futuro matrimonio, dagli sposi tra loro, si perfeziona: senza bisogno che sia accettata. necessariamente con l'accettazione del donatario ed al momento in cui viene manifestata l'accettazione. necessariamente con l'accettazione del donatario ed al momento in cui l'accettazione è notificata al donante. senza bisogno che sia accettata, ma solo se ha ad oggetto beni mobili.
La donazione fatta in riguardo di un determinato futuro matrimonio in favore dei figli nascituri dei nubendi, nel caso in cui il matrimonio sia dichiarato nullo dopo la nascita dei figli: rimane efficace solo se i donatari sono minori di età al momento dell'annullamento del matrimonio. è annullabile ad istanza del donante o dei suoi eredi. rimane efficace per i figli rispetto ai quali si verificano gli effetti del matrimonio putativo. è nulla e non produce alcun effetto.
La donazione fatta in riguardo di un determinato futuro matrimonio, da terzi a favore di uno degli sposi, non produce effetto: finché non sia accettata. finché non segua il matrimonio. finché non venga annotata a margine dell'atto di matrimonio. finché l'accettazione non venga notificata al donante.
Può la donazione essere impugnata per errore sul motivo? Sì, ma solo nel caso di errore di diritto e purché il motivo risulti dall'atto, anche se non sia il solo che ha determinato il donante a compiere la liberalità. Sì, sia nel caso di errore di fatto che nel caso di errore di diritto, quando il motivo risulta dall'atto ed è il solo che ha determinato il donante a compiere la liberalità. Sì, ma solo nel caso di errore di fatto, quando il motivo risulta dall'atto ed è il solo che ha determinato il donante a compiere la liberalità. No.
La donazione può essere impugnata per errore sul motivo, sia esso di fatto o di diritto, quando: il motivo risulta dall'atto ed è il solo che ha determinato il donante a compiere la liberalità. l'errore è essenziale e comune ad entrambe le parti. il motivo risulta dall'atto, anche se non è il solo che ha determinato il donante a compiere la liberalità. l'errore è essenziale e riconoscibile dal donatario.
Il motivo illecito rende nulla la donazione quando: risulta dall'atto ed è il solo che ha determinato il donante a compiere la liberalità. risulta dall'atto e sempreché sia riconoscibile dal donatario. risulta dall'atto ed è comune ad entrambe le parti. risulta dall'atto, anche se non è il solo che ha determinato il donante a compiere la liberalità.
Il donante è responsabile in caso di ritardo nell'eseguire la donazione? No, mai. Sì, ma soltanto per dolo o colpa grave. Sì, in ogni caso. Sì, ma soltanto per dolo e mai per colpa grave.
Nel caso di inadempimento nell'esecuzione della donazione, la responsabilità del donante è esclusa? Sì, in ogni caso. Sì, ma soltanto per dolo e mai per colpa grave. Sì, salvo che per dolo o colpa grave. No, mai.
Quando il donante si è riservata la facoltà di disporre di una determinata somma sui beni donati e muore senza averne disposto, è escluso che tale facoltà possa essere esercitata dagli eredi? No, qualora la donazione comprenda solo beni mobili. No, qualora la donazione comprenda solo beni immobili. Sì. Sì, ma solo se la donazione comprenda esclusivamente beni mobili.
Quando il donante si è riservata la facoltà di disporre di qualche oggetto compreso nella donazione e muore senza averne disposto, tale facoltà può essere esercitata dagli eredi? No. Sì, sempre. Sì, ma solo se la donazione comprenda anche beni immobili. Sì, ma solo se la donazione comprenda esclusivamente beni mobili.
In tema di donazione con condizione di reversibilità, si può validamente stipulare la reversibilità a beneficio di persona diversa dal donante? No. Sì. Sì, ma solo a beneficio dei discendenti del donante. Sì, ma solo a beneficio del coniuge del donante.
In tema di donazione con condizione di reversibilità, il patto che preveda la reversibilità a favore di persona diversa dal donante: si considera non apposto salvo che preveda la reversibilità a favore del coniuge del donante. si considera non apposto. si considera non apposto salvo che preveda la reversibilità a favore dei fratelli germani del donante. si considera non apposto salvo che preveda la reversibilità a favore dei discendenti del donante.
Il donante può stipulare la riversibilità delle cose donate: solo per il caso di premorienza dei discendenti del donatario. sia per il caso di premorienza del solo donatario, sia per il caso di premorienza del donatario e dei suoi discendenti, ma in tal caso la riversibilità deve essere stabilita anche a favore dei discendenti del donante. sia per il caso di premorienza del solo donatario, sia per il caso di premorienza del donatario e dei suoi discendenti. solo per il caso di premorienza del donatario.
In tema di donazione con condizione di reversibilità, nel caso in cui la donazione stessa è fatta con generica indicazione della reversibilità, questa riguarda la premorienza: non solo del donatario, ma anche del coniuge del donatario. non solo del donatario, ma anche dei suoi discendenti. del solo donatario. non solo del donatario, ma anche di tutti i suoi parenti in linea retta ed in linea collaterale entro il quarto grado.
Riguardo alla riversibilità delle cose donate: il patto di riversibilità produce l'effetto di risolvere tutte le alienazioni dei beni donati e di farli tornare al donante liberi da pesi e ipoteche, ad eccezione dell'ipoteca iscritta a garanzia di convenzioni matrimoniali, ma solo se gli altri beni del coniuge non sono sufficienti e solo se la donazione è stata fatta successivamente al contratto matrimoniale da cui l'ipoteca risulta. il patto di riversibilità produce l'effetto di risolvere tutte le alienazioni dei beni donati ma non li fa tornare al donante liberi da pesi e ipoteche. il patto di riversibilità produce l'effetto di risolvere tutte le alienazioni dei beni donati e di farli tornare al donante liberi da pesi e ipoteche, ad eccezione dell'ipoteca iscritta a garanzia di convenzioni matrimoniali, ma solo se gli altri beni del coniuge non sono sufficienti e solo se la donazione è stata fatta con lo stesso contratto matrimoniale da cui l'ipoteca risulta. il patto di riversibilità non produce l'effetto di risolvere le alienazioni dei beni donati e di liberarli da qualsiasi tipo di peso e ipoteca.
Può la donazione essere gravata da un onere? No. Sì, ma solo se l'onere consista in una prestazione ad esclusivo vantaggio del donante. Sì. Sì, ma solo se l'onere consista in una prestazione ad esclusivo vantaggio di persona diversa dal donante.
Può essere domandata dagli eredi del donante la risoluzione della donazione per inadempimento dell'onere? Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, se l'onere consisteva in una prestazione a vantaggio esclusivo del donante. Sì, se la risoluzione per inadempimento dell'onere è stata prevista nell'atto di donazione.
Può essere domandata dal donante la risoluzione della donazione per inadempimento dell'onere? No, mai. Sì, se l'onere consisteva in una prestazione a vantaggio esclusivo del donante. Sì, se la risoluzione per inadempimento dell'onere è stata prevista nell'atto di donazione. Sì, in ogni caso.
Il donatario è tenuto all'adempimento dell'onere: entro i limiti del valore della cosa donata, ma soltanto se l'onere consiste in una prestazione ad esclusivo vantaggio del donante e senza limite di valore in ogni altro caso. entro i limiti del valore della cosa donata. senza limiti di valore. entro i limiti del valore della cosa donata, salvo che si tratti di donazione che abbia ad oggetto esclusivamente beni immobili, nel qual caso il donatario è tenuto all'adempimento dell'onere senza limiti di valore.
Chi, oltre il donante, può agire per l'adempimento dell'onere apposto ad una donazione? Qualsiasi interessato, anche durante la vita del donante. Soltanto i discendenti del donante, ma solo dopo la sua morte. Soltanto i discendenti del donante, anche durante la vita del donante stesso. Nessuno.
Chi può agire per l'adempimento dell'onere apposto ad una donazione? Solo il beneficiario dell'onere. Solo i discendenti del donante. Il donante e qualsiasi interessato. Solo il donante.
Per l'adempimento dell'onere apposto ad una donazione può agire, oltre il donante, qualsiasi interessato? Sì, anche durante la vita del donante. Sì, ma solo durante la vita del donante. No. Sì, ma soltanto dopo la morte del donante.
L'onere impossibile che non ha costituito il solo motivo determinante della donazione che ne è gravata: rende annullabile la donazione. rende nulla la donazione. rende inefficace la donazione. si considera non apposto.
L'onere illecito che non ha costituito il solo motivo determinante della donazione che ne è gravata: rende nulla la donazione. rende annullabile la donazione. rende inefficace la donazione. si considera non apposto.
L'onere illecito che ha costituito il solo motivo determinante della donazione che ne è gravata: rende nulla la donazione. si considera non apposto. rende annullabile la donazione. rende inefficace la donazione, ancorché valida.
L'onere impossibile che ha costituito il solo motivo determinante della donazione che ne è gravata: si considera non apposto. rende annullabile la donazione. rende nulla la donazione. rende inefficace la donazione, ancorché valida.
Sono permesse le sostituzioni nelle donazioni? Sì, in ogni caso e senza alcun limite. Sì, ma solo se si tratti di sostituzione fedecommissaria. Solo nei casi e nei limiti stabiliti per gli atti di ultima volontà. No, in nessun caso.
La donazione nella quale sia disposta una sostituzione oltre i casi ed i limiti stabiliti per gli atti di ultima volontà: è in ogni caso nulla. è nulla a meno che non si tratti di sostituzione fedecommissaria. non è nulla, e le sostituzioni sono valide e operanti. non è nulla, ma sono nulle le sostituzioni.
È permesso al donante di riservare l'usufrutto dei beni donati a proprio vantaggio e dopo di lui a vantaggio di un'altra persona? Sì, ma solo nel caso in cui il donatario non sia discendente del donante. Sì. Sì, ma solo nel caso in cui il donatario sia discendente del donante. No.
È permesso al donante di riservare l'usufrutto dei beni donati a proprio vantaggio? No. Sì. Sì, ma solo nel caso in cui il donatario non sia discendente del donante. Sì, ma solo nel caso in cui il donatario sia discendente del donante.
In quale delle seguenti ipotesi il donante è tenuto a garanzia verso il donatario per l'evizione che questi può soffrire delle cose donate? Se si tratta di donazione che impone oneri al donatario, nel qual caso la garanzia è dovuta fino alla concorrenza dell'ammontare degli oneri. Se la donazione ha ad oggetto beni immobili, nel qual caso la garanzia è dovuta senza limiti di importo. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante e dopo di lui a vantaggio di un'altra persona, nel qual caso la garanzia è dovuta senza limiti di importo. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante, nel qual caso la garanzia è dovuta fino alla concorrenza dell'ammontare del valore dell'usufrutto.
In quale delle seguenti ipotesi il donante è tenuto a garanzia verso il donatario per l'evizione che questi può soffrire delle cose donate? Se la donazione ha ad oggetto beni immobili. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante e dopo di lui a vantaggio di un'altra persona. Se ha espressamente promesso la garanzia.
In quale delle seguenti ipotesi il donante è tenuto a garanzia verso il donatario per l'evizione che questi può soffrire delle cose donate? Se l'evizione dipende dal fatto personale del donante. Se la donazione non è di modico valore. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante e dopo di lui a vantaggio di un'altra persona.
In quale delle seguenti ipotesi il donante è tenuto a garanzia verso il donatario per l'evizione che questi può soffrire delle cose donate? Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante e dopo di lui a vantaggio di un'altra persona. Se l'evizione dipende da fatto del figlio minore del donante. Se l'evizione dipende dal dolo del donante. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante.
In quale delle seguenti ipotesi il donante è tenuto a garanzia verso il donatario per l'evizione che questi può soffrire delle cose donate? Se la donazione ha ad oggetto beni immobili, nel qual caso la garanzia è dovuta senza limiti di importo. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante e dopo di lui a vantaggio di un'altra persona, nel qual caso la garanzia è dovuta senza limiti di importo. Se si tratta di donazione rimuneratoria, nel qual caso la garanzia è dovuta fino alla concorrenza dell'entità delle prestazioni ricevute dal donante. Se la donazione è avvenuta con riserva di usufrutto a vantaggio del donante, nel qual caso la garanzia è dovuta fino alla concorrenza dell'ammontare del valore dell'usufrutto.
Salvo patto speciale, la garanzia del donante: non si estende ai vizi della cosa donata, a meno che il donante se ne sia riservato l'usufrutto. non si estende ai vizi della cosa donata, a meno che il donante sia stato in dolo. si estende in ogni caso ai vizi della cosa donata. si estende ai vizi della cosa donata, ma solo se trattasi di bene immobile.
In quali dei seguenti casi gli eredi o gli aventi causa dal donante non possono far valere la nullità della donazione? Non possono mai farla valere se la donazione abbia ad oggetto beni mobili. Non possono farla valere se, conoscendo la causa della nullità, hanno, dopo la morte del donante, confermato la donazione o vi hanno dato volontaria esecuzione. Non possono farla valere se, non conoscendo la causa della nullità, hanno, dopo la morte del donante, confermato la donazione o vi hanno dato volontaria esecuzione. Non possono mai farla valere se il donatario sia figlio legittimo, adottivo o naturale del donante.
In quale dei seguenti casi, a norma del codice civile, la donazione può essere revocata? Per inadempimento dell'onere. Per errore sul motivo. Per violenza o dolo. Per sopravvenienza di figli.
In quale dei seguenti casi, a norma del codice civile, la donazione può essere revocata? Per ingratitudine. Per inadempimento dell'onere. Per violenza o dolo. Per errore sul motivo.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere il donante, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale. Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo. Quando il donatario ha dolosamente arrecato grave pregiudizio al patrimonio del donante. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario si è reso colpevole di ingiuria grave verso il donante. Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo. Quando il donatario ha commesso in danno di un ascendente del donante un fatto al quale la legge penale dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha commesso in danno di un discendente del donante un fatto al quale la legge penale dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio. Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha commesso in danno del coniuge del donante un fatto al quale la legge penale dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo. Quando il donatario ha commesso in danno del donante un fatto al quale la legge penale dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere un ascendente del donante, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale. Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere un discendente del donante, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale. Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato.
In quale dei seguenti casi può essere proposta la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine? Quando il donatario ha indotto il donante alla donazione con violenza o dolo. Quando il donatario ha indotto il donante a revocare una precedente donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato. Quando il donatario ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere il coniuge del donante, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale. Quando il donatario ha soppresso o alterato un precedente atto di donazione fatta ad altri ed avente ad oggetto lo stesso bene a lui successivamente donato.
Entro quale termine può essere proposta dal donante o dai suoi eredi la domanda di revocazione della donazione per causa d'ingratitudine? Entro l'anno dal giorno in cui il donante è venuto a conoscenza del fatto che consente la revocazione. Entro cinque anni dal giorno in cui il donante è venuto a conoscenza del fatto che consente la revocazione. Entro l'anno dal giorno in cui si è perfezionata la donazione. Entro cinque anni dal giorno in cui si è perfezionata la donazione.
In quali dei seguenti casi la donazione può essere revocata per sopravvenienza di figli? Soltanto se il donante, al tempo della donazione, non era coniugato. Se è stata fatta da chi non aveva o ignorava di avere figli o discendenti legittimi al tempo della donazione, per la sopravvenienza o l'esistenza di un figlio o discendente legittimo del donante. Soltanto se è stata espressamente prevista la revocabilità per sopravvenienza di figli. Se è stata fatta da chi non aveva figli o discendenti legittimi al tempo della donazione, per la sopravvenienza o l'esistenza di un figlio o discendente legittimo del donatario.
Riguardo alla disciplina della revocazione della donazione: in caso di sopravvenienza di figli, l'azione deve essere proposta entro cinque anni dal giorno della nascita dell'ultimo figlio o discendente legittimo, ovvero della notizia dell'esistenza del figlio o discendente, ovvero dell'avvenuto riconoscimento del figlio naturale. in caso di sopravvenienza di figli, l'azione deve essere proposta entro trenta giorni dal giorno della nascita dell'ultimo figlio o discendente legittimo, ovvero della notizia dell'esistenza del figlio o discendente, ovvero dell'avvenuto riconoscimento del figlio naturale. in caso di sopravvenienza di figli, l'azione può essere proposta entro vent'anni dalla stipulazione della donazione. in caso di sopravvenienza di figli, l'azione non può essere proposta se non dopo la morte del figlio o del discendente.
Le donazioni fatte in riguardo di un determinato matrimonio possono essere revocate per causa d'ingratitudine? No. Sì. No, salvo che la causa di ingratitudine consista in un'ingiuria grave verso il donante. No, salvo che la causa di ingratitudine consista nell'aver rifiutato indebitamente gli alimenti al donante.
La donazione fatta in riguardo di un determinato matrimonio può essere revocata per sopravvenienza di figli? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se trattasi di donazione con riserva di usufrutto a vantaggio del donante. No. Sì, ma solo se la donazione ha ad oggetto beni immobili.
Le donazioni rimuneratorie possono essere revocate per causa d'ingratitudine? Sì. No, salvo che la causa di ingratitudine consista nell'aver rifiutato indebitamente gli alimenti al donante. No, salvo che la causa di ingratitudine consista in un'ingiuria grave verso il donante. No.
La donazione fatta in riguardo di un determinato matrimonio può essere revocata per ingratitudine del donatario? Sì, ma solo se la donazione ha ad oggetto beni immobili. No. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se trattasi di donazione con riserva di usufrutto a vantaggio del donante.
La donazione rimuneratoria può essere revocata per sopravvenienza di figli? Sì, ma solo se trattasi di donazione con riserva di usufrutto a vantaggio del donante. No. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se la donazione ha ad oggetto beni immobili.
La donazione rimuneratoria può essere revocata per ingratitudine del donatario? Sì, ma solo se la donazione ha ad oggetto beni immobili. Sì, ma solo se trattasi di donazione con riserva di usufrutto a vantaggio del donante. No. Sì, in ogni caso.
Le donazioni fatte in riguardo di un determinato matrimonio possono essere revocate per sopravvenienza di figli? Sì, salvo che il donatario ed il coniuge siano entrambi parenti del donante. Sì, ma sempre che non siano decorsi più di tre anni dalla celebrazione del matrimonio. No. Sì.
È valida la rinunzia preventiva alla revocazione della donazione per sopravvenienza di figli? Sì, ma solo se la donazione ha ad oggetto beni immobili. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo in caso di donazione con riserva di usufrutto a vantaggio del donante. No.
È valida la rinunzia preventiva alla revocazione della donazione per ingratitudine? Sì, ma solo in caso di donazione con riserva di usufrutto a vantaggio del donante. No. Sì, ma solo se la donazione ha ad oggetto beni immobili. Sì, in ogni caso.
Il donatario è obbligato alla restituzione dei frutti prodotti dai beni oggetto della donazione, qualora la donazione sia stata revocata per sopravvenienza di figli? Sì, a partire dalla data del passaggio in giudicato della sentenza che ha revocato la donazione. No, mai. Sì, a partire dal giorno della domanda. Sì, a partire dal giorno della donazione.
Il donatario è obbligato alla restituzione dei frutti prodotti dai beni oggetto della donazione, qualora la donazione sia stata revocata per ingratitudine? Sì, a partire dal giorno della donazione. Sì, a partire dal giorno della domanda. No, mai. Sì, a partire dalla data del passaggio in giudicato della sentenza che ha revocato la donazione.
Riguardo alla disciplina della revocazione della donazione: la revocazione per ingratitudine o per sopravvenienza di figli non pregiudica mai i diritti acquistati dai terzi anche successivamente alla trascrizione della domanda. la revocazione per ingratitudine non pregiudica mai i diritti acquistati dai terzi anteriormente alla domanda, anche successivamente alla trascrizione di questa, mentre la revocazione per sopravvenienza di figli li pregiudica sempre. la revocazione per ingratitudine o per sopravvenienza di figli non pregiudica i diritti acquistati dai terzi anteriormente alla domanda, salvi gli effetti della trascrizione di questa. la revocazione per ingratitudine o per sopravvenienza di figli pregiudica anche i diritti acquistati dai terzi anteriormente alla domanda.
La disciplina della revocazione della donazione: è applicabile, limitatamente alle ipotesi di ingratitudine, agli atti di liberalità diversi dalle donazioni. non è mai applicabile agli atti di liberalità diversi dalle donazioni, per i quali si applicano le normative d'uso. è applicabile agli atti di liberalità diversi dalle donazioni. è applicabile, limitatamente alle ipotesi di sopravvenienza di figli, agli atti di liberalità diversi dalle donazioni.
Secondo il codice civile, qual è la nozione dei beni in generale? Sono beni le cose che possono formare oggetto di diritti. Sono beni le cose che possono costituire oggetto di scambio. Sono beni le cose materiali. Sono beni le cose produttive di reddito.
A norma del codice civile, i corsi d'acqua sono considerati: beni immateriali. cose che non possono formare oggetto di diritti. beni immobili. beni mobili.
Un edificio galleggiante può essere reputato bene immobile? Solo se è possibile assicurarlo saldamente alla riva. Solo se è assicurato saldamente all'alveo o alla riva ed è destinato ad esserlo in modo permanente per la sua utilizzazione. No. Sì, sempre.
A norma del codice civile, le costruzioni unite al suolo a scopo transitorio sono considerate: beni mobili registrati. beni mobili. beni immobili che possono essere oggetto solo del diritto di superficie. beni immobili.
A norma del codice civile, le sorgenti d'acqua sono considerate: beni immobili. beni mobili. beni immateriali. cose che non possono formare oggetto di diritti.
A norma del codice civile, gli alberi incorporati al suolo sono considerati: cose che possono formare oggetto di diritti ma solo se costituenti un'universalità di mobili. beni immobili. beni mobili. cose che non possono formare oggetto di diritti.
Stante la distinzione tra beni mobili e beni immobili: solo se la legge lo prevede espressamente, le disposizioni concernenti i beni immobili si applicano anche ai diritti reali che hanno per oggetto beni immobili e alle relative azioni; le disposizioni concernenti i beni mobili si applicano a tutti gli altri diritti. solo se la legge lo prevede espressamente, le disposizioni concernenti i beni immobili si applicano anche ai diritti reali che hanno per oggetto beni immobili e alle relative azioni; le disposizioni concernenti i beni mobili iscritti in pubblici registri si applicano a tutti gli altri diritti. salvo che dalla legge risulti diversamente, le disposizioni concernenti i beni immobili si applicano anche ai diritti reali che hanno per oggetto beni immobili e alle relative azioni; le disposizioni concernenti i beni mobili si applicano a tutti gli altri diritti. salvo che dalla legge risulti diversamente, le disposizioni concernenti i beni mobili si applicano anche ai diritti reali che hanno per oggetto beni mobili e alle relative azioni; le disposizioni concernenti i beni immobili si applicano a tutti gli altri diritti, solo se la legge lo prevede espressamente.
A norma del codice civile, le energie naturali sono considerate: beni mobili quando hanno valore economico. beni immobili. beni mobili in ogni caso. cose che non possono formare oggetto di diritti.
Riguardo al regime giuridico delle energie, e alla distinzione tra i beni: le energie naturali che hanno valore economico si considerano beni mobili, ma dal momento del loro sfruttamento seguono le norme sui beni mobili registrati. le energie naturali che hanno valore economico si considerano beni mobili. le energie naturali che hanno valore economico si considerano beni immobili. le energie naturali che hanno valore economico si considerano beni mobili, ma dal momento del loro sfruttamento seguono le norme sui beni immobili.
A norma del codice civile, come sono considerate le energie naturali che hanno un valore economico? Pertinenze del suolo. Beni immobili. Beni mobili. Frutti naturali del suolo.
In mancanza di disciplina specifica, i beni mobili iscritti nei pubblici registri sono soggetti alle disposizioni relative ai: beni mobili, salvo che si tratti di navi e aeromobili. beni immobili, salvo che si tratti di autoveicoli. beni immobili. beni mobili.
Stante la distinzione tra beni mobili e beni immobili: i beni mobili iscritti in pubblici registri sono soggetti alle disposizioni che li riguardano e, in mancanza, alle disposizioni relative ai beni mobili. i beni mobili iscritti in pubblici registri sono sempre soggetti alle disposizioni relative ai beni mobili. i beni mobili iscritti in pubblici registri sono sempre soggetti alle disposizioni relative ai beni immobili. i beni mobili iscritti in pubblici registri sono soggetti alle disposizioni relative ai beni mobili e, in mancanza, alle disposizioni relative ai beni immobili.
A norma del codice civile, i beni mobili iscritti in pubblici registri sono soggetti alle disposizioni che li riguardano e, in mancanza, alle disposizioni relative: ai beni mobili. alle universalità di beni. ai beni immobili. alle pertinenze.
Le singole cose componenti l'universalità di beni mobili possono formare oggetto di separati atti o rapporti giuridici? Sì. No. Sì, a meno che non si tratti di collezioni d'arte. Sì, ma solo per causa di morte.
Per universalità di mobili si considera: la pluralità di cose che appartengono alla stessa persona e hanno destinazioni molteplici e diversificate. il complesso di beni mobili registrati che in un determinato momento formano il patrimonio di una persona. la pluralità di cose che appartengono alla stessa persona e hanno una destinazione unitaria. la pluralità di cose che, pur potendo appartenere anche a persone diverse, hanno una destinazione unitaria.
È considerata universalità di mobili: l'università agraria. la pluralità di cose che pur appartenenti a diverse persone, fisiche e giuridiche, hanno una destinazione unitaria. la pluralità di cose che appartengono alla stessa persona, che però abbiano destinazioni differenziate. la pluralità di cose che appartengono alla stessa persona e hanno una destinazione unitaria.
La destinazione di una cosa al servizio o all'ornamento di un'altra può essere effettuata dal titolare di un diritto reale sulla cosa principale? No, trattandosi di una facoltà spettante al solo proprietario della cosa principale. Sì, salvo che la cosa principale sia un bene mobile iscritto in pubblico registro. No, salvo il consenso del proprietario della cosa principale. Sì.
A norma del codice civile chi può destinare una cosa accessoria a pertinenza di un'altra? Il proprietario della cosa principale o chi ha un diritto reale su di essa. Esclusivamente il proprietario della cosa accessoria. Esclusivamente il proprietario della cosa principale, ma non chi ha soltanto un diritto reale su di essa. Indifferentemente il proprietario della cosa principale o il proprietario della cosa accessoria.
A norma del codice civile, da chi può essere effettuata la destinazione in modo durevole di una cosa a servizio o ad ornamento di un'altra cosa? Solo dal proprietario della cosa principale, a condizione che paghi un'indennità al proprietario della cosa accessoria. Solo dal proprietario della cosa accessoria. Solo dal proprietario della cosa principale e non da chi ha un diritto reale sulla medesima. Dal proprietario della cosa principale o da chi ha un diritto reale sulla medesima.
A norma del codice civile, le pertinenze, rispetto alla cosa principale, possono formare oggetto di separati atti o rapporti giuridici? Sì, ma solo quando appartengono ad un proprietario diverso dal proprietario della cosa principale. No, mai. Sì, ma solo se ciò è previsto nell'atto che le ha destinate a servizio od ornamento della cosa principale. Sì, sempre.
Un giardino di pertinenza di un fabbricato può essere alienato separatamente dal fabbricato? Sì, ma solo se il fabbricato è rurale. Sì, ma solo se è di rilevante valore economico rispetto al valore del fabbricato. No, mai. Sì.
Tizio, a scopo di ornamento, ha collocato nel parco del suo castello venti statue acquistate nel corso dei suoi viaggi. Volendo ora vendere solo alcune di tali statue, Tizio: può farlo. non può farlo separatamente dal castello. può farlo solo con atto scritto. non può farlo se sussistono diritti di terzi sulla cosa principale.
A norma del codice civile, gli atti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale comprendono anche le pertinenze? No. Sì, con esclusione di qualsiasi patto contrario. Sì, ma solo se è espressamente previsto negli atti. Sì, se non è diversamente disposto.
A norma del codice civile, i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale comprendono anche le pertinenze? Sì, purché ad esse venga attribuita un'autonoma valutazione economica. Sì, se non è diversamente disposto. No, mai. Sì, purché ciò sia espressamente previsto.
Il legato di un fondo comprende anche le sue pertinenze? Sì, ma solo quelle strumentali all'attività agricola. Sì, se non è diversamente disposto dal titolo. Sì, ma solo se è espressamente previsto dal titolo. Sì, ma solo quelle immobiliari.
Gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale: comprendono anche le pertinenze, se non è diversamente disposto. non comprendono le pertinenze, se non è diversamente disposto. comprendono anche le pertinenze, purché la cosa principale appartenga al demanio naturale. non comprendono le pertinenze, tenendosi come non apposto qualsiasi patto contrario.
Riguardo ai diritti dei terzi sulla cosa principale cui accedano pertinenze: la cessazione della qualità di pertinenza pregiudica i diritti dei terzi preesistenti sulla cosa principale solo se la pertinenza è destinata all'ornamento, ma non al servizio, della cosa principale. la cessazione della qualità di pertinenza non è opponibile ai terzi i quali abbiano anteriormente acquistato diritti sulla cosa principale. la cessazione della qualità di pertinenza è opponibile ai terzi anche se abbiano anteriormente acquistato diritti sulla cosa principale. la cessazione della qualità di pertinenza pregiudica i diritti dei terzi preesistenti sulla cosa principale solo se la pertinenza è destinata al servizio, ma non all'ornamento, della cosa principale.
Tizio, proprietario di una villa con circostante parco, lo ha successivamente abbellito con alcune statue di sua proprietà. In seguito vende l'intero immobile a Filano senza disporre nulla in merito alle statue. L'acquirente: non acquista la proprietà delle statue. acquista la proprietà delle statue salvo che le stesse siano di interesse storico-artistico. acquista la proprietà anche delle statue. acquista la proprietà delle statue, ma solo se queste sono saldamente assicurate al suolo e sono destinate ad esserlo in modo permanente per la loro utilizzazione.
A norma del codice civile, la destinazione di una cosa a pertinenza di un bene mobile registrato acquistato in buona fede può pregiudicare i diritti preesistenti vantati da terzi sulla pertinenza? Sì, sempre. No, mai. No, se i diritti dei terzi risultano da scrittura avente data certa anteriore. Sì, ma solo se il vincolo pertinenziale risulta trascritto, entro sei mesi dalla destinazione, nei pubblici registri.
Riguardo ai diritti dei terzi sulle pertinenze di beni mobili: pregiudica i diritti dei terzi preesistenti su di una cosa solo la destinazione della stessa ad ornamento di un'altra cosa, ma non la destinazione al servizio di un'altra cosa. la destinazione di una cosa al servizio o all'ornamento di un'altra cosa pregiudica necessariamente i diritti dei terzi preesistenti su di essa, in quanto la pertinenza deve formare oggetto di separati atti e rapporti giuridici. la destinazione di una cosa al servizio o all'ornamento di un'altra cosa non pregiudica i diritti preesistenti su di essa a favore di terzi. pregiudica i diritti preesistenti su di una cosa solo la destinazione della stessa a servizio di un'altra cosa, ma non la destinazione ad ornamento di un'altra cosa.
A norma del codice civile, sono frutti civili: quelli che si ritraggono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne abbia. quelli che si ritraggono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne abbia, purché in ambito urbano. quelli che provengono direttamente dalla cosa, vi concorra o no l'opera dell'uomo. quelli che provengono direttamente dalla cosa, purché vi concorra l'opera dell'uomo.
A norma del codice civile, sono frutti naturali: quelli che provengono direttamente dalla cosa, purché vi concorra l'opera dell'uomo. quelli che provengono direttamente dalla cosa, vi concorra o no l'opera dell'uomo. quelli che si ritraggono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne abbia. quelli che si ritraggono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne abbia, purché in ambito rurale.
A norma del codice civile, come sono considerati i prodotti delle miniere? Energie naturali. Pertinenze. Frutti naturali. Frutti civili.
Sono validi gli atti dispositivi di frutti naturali non ancora separati? No, sono nulli rispetto a questi. Sì, salvo che si tratti di atti di donazione. Sì, purché se ne disponga come di cosa mobile futura. Sì, solo se si tratta di atti di donazione o di compravendita.
Si può disporre dei frutti naturali in modo distinto dalla cosa finché non avviene la loro separazione dalla stessa? No, salvo che se ne disponga come di cosa mobile futura. No, in nessun caso. Sì, ma soltanto a titolo oneroso. Sì, ma soltanto a titolo gratuito.
A norma del codice civile, a chi appartengono i frutti naturali? Al proprietario della cosa che li produce anche in presenza di convenzione contraria. Al proprietario della cosa che li produce, salvo che la loro proprietà sia attribuita ad altri. In ogni caso a chi li separa dalla cosa che li produce. Per metà al proprietario della cosa che li produce e per metà a chi li separa dalla medesima.
A norma del codice civile, i frutti civili si acquistano: con la separazione. giorno per giorno. mese per mese. anno per anno.
Quando si acquistano i frutti civili? Alla fine di ogni mese solare. Al trenta giugno e al trentuno dicembre di ogni anno. Giorno per giorno, in ragione della durata del diritto. Al trentuno dicembre di ogni anno.
A norma del codice civile, a chi appartengono i porti marittimi? Ai comuni nel cui territorio sono ricompresi. Allo Stato. Alle province nel cui territorio sono ricompresi. Alle regioni nel cui territorio sono ricompresi.
A norma del codice civile, le raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi, delle biblioteche: fanno sempre parte del demanio pubblico, o comunque sono assoggettate al relativo regime. fanno sempre parte del demanio pubblico, o comunque sono assoggettate al relativo regime, purché ne sia dichiarato l'eccezionale interesse storico-artistico. sono di proprietà privata, a meno che non ne sia dichiarato l'eccezionale interesse storico-artistico, entrando da tale momento a far parte del demanio pubblico. fanno parte del demanio pubblico, o sono assoggettate al relativo regime, se appartenenti allo Stato, alle province e ai comuni.
A norma del codice civile, gli immobili riconosciuti d'interesse storico, archeologico e artistico: fanno parte del demanio pubblico, o sono assoggettati al relativo regime, se appartengono allo Stato, alle province e ai comuni. sono di proprietà privata, a meno che non ne sia dichiarato l'eccezionale interesse storico-artistico, entrando da tale momento a far parte del demanio pubblico. fanno sempre parte del demanio pubblico, o comunque sono assoggettati al relativo regime. fanno sempre parte del demanio pubblico, o comunque sono assoggettati al relativo regime, purché ne sia dichiarato l'eccezionale interesse storico-artistico.
A norma del codice civile, a chi appartengono le rade? Allo Stato. Allo Stato, a meno che non siano beni patrimoniali, poiché in tal caso appartengono agli enti territoriali. Ai comuni nel cui territorio sono ricomprese. Alle province nel cui territorio sono ricomprese.
A norma del codice civile, a chi appartengono i laghi? Allo Stato. Alle regioni nel cui territorio si trovano. Ai comuni nel cui territorio si trovano. Alle province nel cui territorio si trovano.
A norma del codice civile, a chi appartengono i fiumi? Alle province il cui territorio viene attraversato da essi. Allo Stato. Ai comuni il cui territorio viene attraversato da essi. Alle regioni il cui territorio viene attraversato da essi.
A norma del codice civile, a chi appartengono le opere destinate alla difesa nazionale? Alle province nel cui territorio si trovano. Allo Stato. Ai comuni nel cui territorio si trovano. Alle regioni nel cui territorio si trovano.
A norma del codice civile, le autostrade: sono sempre di proprietà privata. fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato. fanno parte del demanio pubblico, se appartengono allo Stato. fanno sempre parte del demanio pubblico.
A chi appartiene il lido del mare? Allo Stato. Al comune nel cui territorio è ricompreso. Allo Stato, a meno che non siano beni patrimoniali, poiché in tal caso appartengono agli enti territoriali. Alla provincia nel cui territorio è ricompreso.
A norma del codice civile, le strade ferrate: fanno parte del demanio pubblico, se appartengono allo Stato. fanno sempre parte del demanio pubblico. sono sempre di proprietà privata. fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato.
A norma del codice civile, gli immobili riconosciuti di interesse storico, archeologico e artistico secondo le leggi in materia: fanno parte del demanio pubblico, se appartengono allo Stato. fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato. fanno sempre parte del demanio pubblico. sono sempre di proprietà privata.
A norma del codice civile, le raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi, delle biblioteche: fanno sempre parte del demanio pubblico. sono sempre di proprietà privata. fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato. fanno parte del demanio pubblico, se appartengono allo Stato.
I porti, a norma del codice civile, fanno parte del demanio pubblico? Sì, se appartengono alle regioni. Sì. Sì, se appartengono alle province e ai comuni. No.
A chi appartengono le spiagge? Al comune nel cui territorio sono ricomprese. Allo Stato. Allo Stato, a meno che non siano beni patrimoniali, poiché in tal caso appartengono agli enti territoriali. Alla provincia nel cui territorio sono ricomprese.
A norma del codice civile, le strade: sono sempre di proprietà privata. fanno parte del demanio pubblico, se appartengono allo Stato. fanno sempre parte del demanio pubblico. fanno sempre parte del patrimonio delle province e dei comuni.
Le autostrade possono far parte del demanio pubblico? No. Sì, se appartengono allo Stato. No, possono far parte del patrimonio indisponibile dello Stato. No, possono far parte del patrimonio disponibile dello Stato.
A norma del codice civile, i beni che fanno parte del demanio pubblico: possono essere alienati solo a enti privati. sono inalienabili solo se appartenenti al demanio statale. sono inalienabili. possono essere alienati previa autorizzazione della Corte dei conti.
A norma del codice civile, a quale regime sono soggetti i cimiteri e i mercati comunali? Al regime del patrimonio indisponibile del comune. Al regime della proprietà privata. Al regime del demanio pubblico. In parte al regime del patrimonio disponibile del comune.
A norma del codice civile, i diritti reali che spettano allo Stato, alle province e ai comuni su beni appartenenti ad altri soggetti, sono sottoposti al regime del demanio pubblico: esclusivamente quando i diritti stessi sono costituiti per l'utilità dei beni del demanio necessario di tali enti o per il conseguimento di fini di pubblico interesse corrispondenti a quelli a cui servono i beni medesimi. quando i diritti stessi sono costituiti per l'utilità dei beni demaniali o per il conseguimento di fini di pubblico interesse corrispondenti a quelli a cui servono i beni medesimi. quando i diritti stessi sono costituiti per l'utilità dei beni del demanio accidentale di tali enti o per il conseguimento di fini di pubblico interesse, anche non corrispondenti a quelli a cui servono i beni medesimi. quando i diritti stessi sono costituiti per l'utilità dei beni del solo demanio naturale o per il conseguimento di fini di pubblico interesse, anche non corrispondenti a quelli a cui servono i beni medesimi.
Gli edifici destinati a sede di uffici pubblici, a norma del codice civile fanno parte: del patrimonio indisponibile dello Stato o, rispettivamente, delle province o dei comuni, secondo la loro appartenenza. del demanio dello Stato, qualunque sia l'appartenenza. del patrimonio disponibile dello Stato o, rispettivamente delle province o dei comuni, secondo il principio di sussidiarietà. del patrimonio indisponibile dello Stato, qualunque sia l'appartenenza.
Secondo il codice civile, le foreste che a norma delle leggi in materia costituiscono il demanio forestale dello Stato: rientrano tra i beni costituenti la dotazione della Presidenza della Repubblica. fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato. fanno parte del demanio statale. fanno parte del demanio della provincia in cui sono situate.
A norma del codice civile, le cave e le torbiere: fanno sempre parte del patrimonio indisponibile dello Stato. fanno parte del demanio statale. sono sempre di proprietà privata, e non possono essere espropriate per pubblica utilità. fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato, quando la disponibilità ne è sottratta al proprietario del fondo.
A norma del codice civile, le cose d'interesse storico, artistico, archeologico, paletnologico, paleontologico e artistico: appartengono al proprietario del fondo, da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo. se rinvenute nel sottosuolo, seguono la disciplina del tesoro. fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato, da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo. appartengono al proprietario del fondo, se rinvenute in modo casuale; fanno parte del demanio dello Stato, se rinvenute a seguito di ricerche.
A norma del codice civile, riguardo al regime giuridico delle caserme, esse: fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato, a meno che non costituiscano monumenti nazionali, poiché in tal caso appartengono agli enti territoriali, secondo il principio di sussidiarietà. fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato. fanno parte del demanio dello Stato, a meno che non costituiscano monumenti nazionali, poiché in tal caso appartengono agli enti territoriali, secondo il principio di sussidiarietà. fanno parte del demanio dello Stato.
I beni immobili che non sono di proprietà di alcuno: si acquistano con l'occupazione. spettano al patrimonio dello Stato. spettano al demanio dello Stato. spettano al patrimonio del comune ove è sito l'immobile.
A norma del codice civile, a chi spettano i beni immobili che non sono in proprietà di alcuno? Al patrimonio dello Stato. Al patrimonio del comune nel cui territorio è sito l'immobile. A tutti i confinanti, in comunione indivisa. A colui che per primo li occupa.
I beni che formano il patrimonio indisponibile possono essere sottratti alla loro destinazione? Sì, ma solo se acquistati da terzi, in virtù di usucapione. No, se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano. Sì, sempre. No, mai.
È ammissibile il passaggio al patrimonio dello Stato di beni appartenenti al demanio pubblico? Sì, ma solo per i beni appartenenti al demanio marittimo. Sì, ma il passaggio deve essere dichiarato dall'autorità amministrativa e dell'atto deve essere dato annunzio nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica. No, mai. Sì, sempre e senza alcuna forma di pubblicità.
A norma del codice civile, riguardo al regime giuridico dei beni appartenenti agli enti pubblici non territoriali: essi sono soggetti alle regole del codice, riguardanti i beni pubblici, salve le disposizioni delle leggi speciali, e comunque i beni di tali enti che sono destinati ad un pubblico servizio non possono essere sottratti alla loro destinazione, se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano. essi sono soggetti alle regole del codice, riguardanti il demanio pubblico. essi sono soggetti alle regole del codice, riguardanti il demanio pubblico, ad eccezione delle opere di protezione antiaerea, concesse dallo stato agli enti territoriali e non territoriali, che seguono il regime dei beni mobili registrati. essi sono soggetti alle regole del codice, riguardanti i beni pubblici, salve le disposizioni delle leggi speciali, tenendo comunque conto che i beni di tali enti non possono mai essere destinati ad un pubblico servizio.
Gli edifici che sono destinati all'esercizio pubblico del culto cattolico possono essere sottratti alla loro destinazione? No, a meno che la destinazione stessa non sia cessata in conformità delle leggi che li riguardano. Sì, sempre. Sì, ma solo se appartengono a privati. No, mai.
Gli edifici che sono destinati all'esercizio pubblico del culto cattolico, qualora appartengano a privati, possono essere sottratti alla loro destinazione? Sì, sempre. No, mai. No, a meno che la destinazione stessa non sia cessata in conformità delle leggi che li riguardano. Sì, ma richiedendo l'autorizzazione alle competenti autorità.
Il proprietario ha diritto: di godere della cosa fino ad abusarne a danno altrui senza un proprio vantaggio. di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico. di godere e disporre delle cose nella maniera più assoluta, purché non ne faccia un uso vietato dalle leggi e dai regolamenti. di usare e abusare della cosa, se la legge non lo vieta.
A norma del codice civile, il proprietario che faccia atti che abbiano il solo scopo di nuocere ad altri: compie atti satisfattivi. compie atti di travalicazione. compie atti di emulazione. compie atti compresi nell'esercizio del diritto di proprietà.
A norma del codice civile, il proprietario che faccia atti che abbiano il solo scopo di recare molestia ad altri: compie atti di travalicazione. compie atti compresi nell'esercizio del diritto di proprietà. compie atti di emulazione. compie atti satisfattivi.
Può un soggetto essere privato in tutto dei beni di sua proprietà? Sì, sempre contro il pagamento di una giusta indennità. No, se non per causa di pubblico interesse, legalmente dichiarata e contro il pagamento di una giusta indennità. No, mai. Sì, purché vi sia un provvedimento della pubblica amministrazione.
Può un soggetto essere privato di una parte dei beni di sua proprietà? Sì, purché vi sia un provvedimento della pubblica amministrazione. No, se non per causa di pubblico interesse legalmente dichiarata e contro il pagamento di una giusta indennità. Sì, sempre contro il pagamento di una giusta indennità. No, mai.
Quando ricorrano gravi ed urgenti necessità pubbliche, civili o militari, l'autorità competente può disporre per i beni mobili ed immobili: l'appropriazione. la requisizione. il sequestro. l'espropriazione.
Quando ricorrono gravi e urgenti necessità pubbliche, militari o civili, l'autorità amministrativa può sottoporre a particolari vincoli od obblighi di carattere temporaneo le aziende commerciali? Sì, nei limiti e con le forme stabilite da leggi speciali. No, mai. Sì, ma solo con il consenso dell'azienda interessata. Sì, sempre senza alcun limite.
Quando ricorrono gravi e urgenti necessità pubbliche, militari o civili, l'autorità amministrativa può sottoporre a particolari vincoli od obblighi di carattere temporaneo le aziende agricole? No, mai. Sì, ma solo con il consenso dell'azienda interessata. Sì, sempre senza alcun limite. Sì, nei limiti e con le forme stabilite da leggi speciali.
Lo scopo della costituzione degli ammassi: è di regolare la distribuzione di determinati prodotti agricoli o industriali nell'interesse della produzione nazionale. è di assoggettare al controllo dello stato la produzione dei cereali evitando la concentrazione di ricchezze negli enti ammassanti. è di agevolare la produzione dei cereali sollevando gli agricoltori dagli oneri connessi della raccolta e alla distribuzione. è di trasferire coattivamente la proprietà del bene dall'ammassante ad un ente ammassatore, sotto il controllo dello stato.
Riguardo alle cose d'interesse artistico, storico, archeologico ed etnografico, di proprietà privata: qualora siano notificate, sono soggette, per quanto riguarda gli immobili, al regime del demanio artistico, di cui all'art. 822, secondo comma, c.c., per quanto riguarda i mobili, al regime dei beni del patrimonio indisponibile, di cui all'art. 826, secondo comma, c.c.. qualora vi sia stata la dicatio ad patriam, sono soggette al regime del demanio artistico, di cui all'art. 822, secondo comma, c.c., quando vi sia stata la deputatio ad cultum, al regime dei beni ecclesiastici, di cui all'art. 831 c.c.. esse sono sottoposte alle disposizioni delle leggi speciali. gli immobili sono soggetti al regime del demanio artistico, di cui all'art. 822, secondo comma, c.c.; i mobili al regime dei beni del patrimonio indisponibile, di cui all'art. 826, secondo comma, c.c..
Salvo quanto previsto da leggi speciali, a chi spetta la proprietà del sottosuolo? A nessuno. Al proprietario del suolo. A chi, sebbene non proprietario del suolo, ne tragga utilità. Allo Stato.
Il proprietario può fare sul suolo qualsiasi escavazione od opera: purché non rechi danno al vicino, e con i limiti stabiliti dalle leggi sulle miniere, cave e torbiere, sulle antichità e belle arti, sulle acque, sulle opere idrauliche e da altre leggi speciali. solo a scopi agricoli, archeologici, estrattivi, edilizi, purché, in tale ultimo caso, non rechi danno al vicino. senza alcuna limitazione, e a qualsiasi profondità. purché non rechi danno al vicino, ma solo a scopi agricoli, estrattivi, edilizi, escluse le ricerche archeologiche.
Riguardo alle facoltà, connesse al diritto di proprietà: il proprietario non può mai chiudere il fondo, salvo che con opere precarie. il proprietario non può chiudere il fondo, a meno che tale diritto non formi oggetto di una concessione dell'autorità amministrativa. il proprietario può chiudere in qualunque tempo il fondo. il proprietario può chiudere in qualunque tempo il fondo, ma solo al fine di individuarlo, e non di proteggerlo dall'ingerenza di terzi.
Riguardo al contenuto del diritto di proprietà: il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno. il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per lo svolgimento di attività artistico-culturali, come ad esempio la fotografia di animali vaganti o lo scavo archeologico, purché non si determinino alterazioni dei luoghi o vi siano colture in atto suscettibili di danno. il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia e della pesca, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia e sulla pesca o vi siano colture in atto suscettibili di danno. il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia e per lo svolgimento di attività artistico-culturali, a meno che non si determinino alterazioni dei luoghi o vi siano colture in atto suscettibili di danno.
Il proprietario di un fondo deve permettervi l'accesso ad un terzo che vuole recuperare una propria cosa che vi si trovi accidentalmente? No. Sì, e non può in alcun modo impedirlo. Sì, ma può impedirlo consegnando la cosa. No, salvo che l'accesso venga disposto con ordinanza del sindaco del luogo.
Il proprietario di un fondo deve permettervi l'accesso ad un terzo che vuole recuperare un proprio animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia? Sì, ma può impedirlo consegnando l'animale. Sì, e non può in alcun modo impedirlo. No. No, salvo che l'accesso venga disposto con ordinanza del sindaco del luogo.
Il proprietario è tenuto a permettere l'accesso ed il passaggio nel suo fondo al fine di costruire o riparare un muro od altra opera propria del vicino oppure comune: purché non si tratti di muro comune. sempre che ne venga riconosciuta la necessità. in nessun caso. purché si tratti di muro comune.
Nel caso in cui il proprietario invochi l'intervento del giudice a causa delle immissioni di fumo e calore provocate dal vicino, che superino la normale tollerabilità: l'autorità giudiziaria deve in ogni caso dare la prevalenza alle esigenze della produzione. l'autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà, potendo tener conto della priorità di un determinato uso. l'autorità giudiziaria deve dare la prevalenza alla tutela della proprietà, potendo tener conto della priorità di un determinato uso, solo se a favore della produzione. l'autorità giudiziaria, qualora ne accerti la priorità dell'uso, deve dare la prevalenza alle esigenze della produzione.
Il proprietario di un fondo può impedire le immissioni di fumo o di calore derivanti dal fondo del vicino? Sì, in ogni caso. Sì, solo se immessi con dolo. No, mai. Sì, se superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.
I contributi alla spesa necessaria per l'esecuzione, la manutenzione e l'esercizio delle opere di bonifica: sono sostenute, in parti uguali, dai proprietari e dagli affittuari dei beni situati entro il perimetro del comprensorio. sono comunque sostenute dallo stato, indipendentemente dai destinatari del beneficio. sono sostenute dai proprietari dei beni situati entro il perimetro del comprensorio, in ragione del beneficio che traggono dalla bonifica. sono sostenute dai proprietari dei beni situati entro il perimetro del comprensorio, indipendentemente dal beneficio che traggono dalla bonifica.
I consorzi di bonifica: sono persone giuridiche pubbliche, a meno che non si tratti di consorzi di miglioramento fondiario, che sono, di regola, persone giuridiche private. sono associazioni non riconosciute di proprietari privati. sono persone giuridiche private, a meno che non si tratti di consorzi di miglioramento fondiario, che sono persone giuridiche pubbliche. sono persone giuridiche private, che tuttavia possono assumere il carattere di persone giuridiche pubbliche quando, per la loro vasta estensione territoriale o per la particolare importanza delle loro funzioni ai fini dell'incremento della produzione, sono riconosciuti d'interesse nazionale con provvedimento dell'autorità amministrativa.
Riguardo alle funzioni dei consorzi di bonifica tra i proprietari interessati: essi provvedono all'esecuzione, alla manutenzione e all'esercizio delle opere di bonifica, e delle altre opere d'interesse comune a più fondi o d'interesse particolare ad uno di essi. essi provvedono all'esecuzione, alla manutenzione e all'esercizio delle opere di bonifica, e inoltre alle altre opere d'interesse comune a più fondi o d'interesse particolare ad uno di essi, purché non si tratti di terreni montani dissestati. essi provvedono all'esecuzione, alla manutenzione e all'esercizio delle opere di bonifica, e inoltre alle altre opere d'interesse comune a più fondi o d'interesse particolare ad uno di essi, purché si tratti di terreni montani dissestati. essi provvedono all'esecuzione delle opere di bonifica, essendo rimessi ai singoli proprietari la manutenzione e l'esercizio delle opere stesse.
La proprietà privata può essere sottoposta a vincoli nell'interesse generale, in particolare: al vincolo idrogeologico, al fine di evitare che i terreni possano con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque. al vincolo paesaggistico, al fine di evitare che i terreni possano con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque. al vincolo storico-artistico, al fine di evitare che i terreni possano con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque. al vincolo archeologico, al fine di evitare che i terreni possano con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque.
Al fine del rimboschimento e del rinsaldamento, i terreni sottoposti a vincolo idrogeologico: possono essere assoggettati sia ad espropriazione, che ad occupazione temporanea, che a sospensione dell'esercizio del pascolo. possono essere assoggettati sia a requisizione, che ad espropriazione, che a occupazione temporanea, che a sospensione dell'esercizio del pascolo. possono essere assoggettati a occupazione temporanea, ma non ad espropriazione. possono essere assoggettati a sospensione dell'esercizio del pascolo, ma non possono essere occupati od espropriati o requisiti.
A norma del codice civile, con riguardo alla disciplina della proprietà edilizia: i piani regolatori, nei comuni dove essi siano formati, contengono regole che obbligano le sole amministrazioni ma non i proprietari di immobili, che sono tenuti ad osservarli solo ove richiamati dai regolamenti edilizi. i proprietari degli immobili nei comuni dove sono formati piani regolatori devono osservare le prescrizioni dei piani stessi nelle costruzioni e nelle riedificazioni o modificazioni delle costruzioni esistenti, solo ove tali prescrizioni non siano in contrasto con le concessioni edilizie rilasciate a loro favore. i proprietari degli immobili nei comuni dove sono formati piani regolatori devono osservare le prescrizioni dei piani stessi nelle costruzioni e nelle riedificazioni o modificazioni delle costruzioni esistenti. i piani regolatori, nei comuni dove essi siano formati, contengono regole che obbligano le sole amministrazioni ma non i proprietari di immobili, che non sono tenuti ad osservarli neppure in via indiretta.
Nell'ambito della disciplina della proprietà edilizia: i comparti sono le suddivisioni delle unità fabbricabili, identificabili secondo le autonome destinazioni d'uso. i comparti sono unità fabbricabili con speciali modalità di costruzione e di adattamento. i comparti sono unità fabbricabili per le quali l'attività edilizia è soggetta alla sola denuncia di inizio attività. i comparti sono unità non fabbricabili, ma destinate dai piani regolatori ad usi e servizi.
In caso di violazione delle regole da osservarsi nelle costruzioni: colui che ha subito un danno deve esserne risarcito, salva la facoltà di chiedere la riduzione in pristino quando si tratta della violazione delle norme codicistiche sulle distanze nelle costruzioni, o da queste richiamate. colui che ha subito un danno può chiedere la riduzione in pristino, salva la facoltà di essere risarcito, solo quando si tratta della violazione delle norme codicistiche sulle distanze nelle costruzioni. colui che ha subito un danno deve esserne risarcito, salva la facoltà di chiedere la riduzione in pristino quando si tratta della violazione di norme non integrative al codice civile. colui che ha subito un danno può solo esserne risarcito.
Secondo il codice civile e fatte salve le disposizioni dei regolamenti locali, le costruzioni su fondi finitimi, se non unite o aderenti, devono essere tenute ad una distanza non minore: di tre metri. di un metro e mezzo. dell'altezza della costruzione da eseguire. dell'altezza della costruzione eretta per prima.
I regolamenti locali possono stabilire distanze maggiori di quelle previste dal codice civile in ordine alle costruzioni su fondi finitimi, non unite né aderenti? Sì. No. No, salvo che per i fabbricati rurali. No, salvo che per i fabbricati urbani.
I regolamenti locali possono stabilire distanze minori di quelle previste dal codice civile in ordine alle costruzioni su fondi finitimi, non unite né aderenti? Sì, ma solo per le costruzioni rurali. Sì, ma solo per i fabbricati urbani. No. Sì.
Tizio, proprietario del fondo Corneliano contiguo al muro di proprietà di Mevio, intende chiedere la comunione del muro sul confine per tutta l'altezza e per tutta l'estensione della sua proprietà. In questo caso, che cosa deve fare Tizio per ottenere la comunione predetta? Deve pagare la metà della spese di costruzione del muro reso comune, un terzo del valore del suolo su cui il muro è costruito ed eseguire, inoltre, le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. Deve pagare solo l'intero valore del suolo su cui il muro è costruito ed eseguire le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. Deve pagare, in ragione di metà, la minor somma tra le spese di costruzione del muro reso comune ed il valore dello stesso ed eseguire, inoltre, le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. Deve pagare la metà del valore del muro reso comune, la metà del valore del suolo su cui il muro è costruito ed eseguire, inoltre, le opere che occorrono per non danneggiare il vicino.
Tizio, proprietario del fondo Corneliano contiguo al muro di proprietà di Mevio, intende chiedere la comunione del muro sul confine per una parte della sua altezza e per tutta l'estensione della sua proprietà. In questo caso, che cosa deve fare Tizio per ottenere la comunione predetta? Deve pagare, in ragione di metà, la minor somma tra le spese di costruzione della parte di muro resa comune ed il valore della stessa ed eseguire, inoltre, le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. Deve pagare solo l'intero valore del suolo su cui il muro è costruito ed eseguire le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. Deve pagare la metà del valore della parte di muro resa comune, la metà del valore del suolo su cui il muro è costruito ed eseguire, inoltre, le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. Deve pagare la metà della spese di costruzione della parte di muro resa comune, un terzo del valore del suolo su cui il muro è costruito ed eseguire, inoltre, le opere che occorrono per non danneggiare il vicino.
Nel caso di muro esistente sul confine, il vicino, a norma del codice civile: può chiedere la comunione forzosa del muro, oppure servirsene per innestarvi un capo del proprio muro, pagando un'indennità al proprietario, oppure costruire in aderenza. può solo chiedere la comunione forzosa del muro. può servirsene solo per innestarvi un capo del proprio muro. può solo costruire sul confine in aderenza.
Il vicino che intenda chiedere la comunione forzosa del muro che non è sul confine, a distanza inferiore a quella legale, allo scopo di fabbricarvi contro, deve interpellare preventivamente il proprietario se preferisca estendere il muro al confine o procedere alla sua demolizione; in esito all'interpello, il proprietario: deve manifestare la propria volontà entro il termine di giorni quindici, e procedere alla costruzione o demolizione entro un anno dal giorno in cui ha comunicato la risposta. può solo manifestare la propria volontà negativa entro il termine di giorni sei, essendo in tal caso in facoltà del vicino di procedere alla costruzione o demolizione entro quindici mesi dal giorno in cui ha avuto risposta. deve manifestare la propria volontà entro il termine di giorni quindici e deve procedere alla costruzione o demolizione entro sei mesi dal giorno in cui ha comunicato la risposta. deve manifestare la propria volontà entro il termine di giorni sei e deve procedere alla costruzione o demolizione entro il termine di giorni quindici dal giorno in cui ha comunicato la risposta.
Fatte salve le disposizioni contenute nei regolamenti locali, quando un muro si trovi ad una distanza dal confine pari a cinque metri, esiste per il vicino il diritto di richiederne la comunione? No. Sì, ma solo nel caso in cui il vicino debba realizzare un fabbricato rurale. Sì, in ogni caso. Sì, ma limitatamente ai fondi situati in territori montani.
Quando un muro si trovi ad una distanza dal confine minore della metà di quella stabilita dai regolamenti locali, può il vicino chiederne la comunione? Sì, soltanto allo scopo di fabbricare contro il muro stesso. No, mai. No, salvo che per i fondi situati in territori montani. No, salvo che il vicino debba realizzare un fabbricato rurale di altezza non superiore ad un metro e mezzo.
Fatte salve le disposizioni contenute nei regolamenti locali, quando un muro si trovi ad una distanza dal confine minore di un metro e mezzo, può il vicino chiederne la comunione? Sì, soltanto allo scopo di fabbricare contro il muro stesso. No, mai. No, salvo che per i fondi situati in territori montani. No, salvo che il vicino debba realizzare un fabbricato rurale destinato alle esigenze della famiglia diretto coltivatrice.
Il vicino che intenda chiedere la comunione forzosa del muro che si trova a una distanza dal confine, inferiore a quella legale, allo scopo di fabbricarvi contro: deve preventivamente interpellare il proprietario se preferisca estendere il muro al confine o arretrarlo a distanza regolamentare. deve preventivamente interpellare il proprietario se preferisca procedere alla sua demolizione, e in caso di mancata risposta entro quindici giorni, può procedere lui stesso alla demolizione, in alternativa al conseguimento della comunione forzosa. deve preventivamente interpellare il proprietario se preferisca procedere alla sua demolizione o arretrarlo a distanza regolamentare. deve preventivamente interpellare il proprietario se preferisca estendere il muro al confine o procedere alla sua demolizione.
Quando un muro si trova ad una distanza dal confine maggiore della metà di quella stabilita dai regolamenti locali, esiste per il vicino il diritto di richiederne la comunione? Sì, in ogni caso. No. Sì, ma limitatamente ai fondi situati in comuni montani. Sì, ma solo nel caso in cui il vicino intenda costruire un fabbricato rurale.
Il vicino può servirsi del muro esistente sul confine al solo scopo di innestarvi un capo del proprio muro? Sì, ma con l'obbligo di rendere il muro comune. Sì, ma deve pagare un'indennità per l'innesto. No, mai. No, salvo che il proprietario del muro lo consenta.
Il vicino, senza chiedere la comunione del muro posto sul confine, può a norma del codice civile costruire sul confine stesso in aderenza? Sì, ma senza appoggiare la sua fabbrica a quella preesistente. Sì, purché appoggi la sua fabbrica a quella preesistente. No, mai. Sì, in qualunque modo costruisca.
Ai fini del computo della distanza legale tra le costruzioni si tiene conto del muro isolato esistente fra di esse? Sì, qualora abbia un'altezza inferiore a tre metri. Sì, qualora abbia un'altezza superiore a tre metri. Sì, qualora sia stato edificato successivamente ai fabbricati. No, mai.
Ai fini del computo della distanza legale tra le costruzioni si tiene conto del muro di cinta? No, mai. Sì, qualora sia stato edificato successivamente alle costruzioni. Sì, qualora abbia un'altezza superiore a tre metri. Sì, qualora abbia un'altezza inferiore a tre metri.
Qualora il muro di cinta di una costruzione sia posto sul confine, può essere reso comune a scopo di appoggio? No, mai. Sì, sempre. Sì, purché non preesista al di là di esso un edificio a distanza inferiore ai tre metri. Sì, ma dietro pagamento di un'indennità al proprietario del fondo che delimita.
Può un soggetto chiedere la comunione forzosa del muro posto sul confine e relativo ad un edificio riconosciuto di interesse storico, a norma delle leggi in materia? No, mai. Sì, pagando un'indennità. Sì, sempre. Sì, ma previa autorizzazione della competente autorità.
Può un soggetto chiedere la comunione forzosa del muro posto sul confine e relativo ad un edificio riconosciuto di interesse artistico, a norma delle leggi in materia? No, mai. Sì, sempre. Sì, pagando un'indennità. Sì, ma previa autorizzazione della competente autorità.
Può un soggetto chiedere la comunione forzosa del muro posto sul confine e relativo ad un edificio appartenente al demanio pubblico? Sì, ma previa autorizzazione della competente autorità. No, mai. Sì, sempre. Sì, pagando un'indennità.
Può un soggetto chiedere la comunione forzosa del muro posto sul confine e relativo ad un edificio riconosciuto di interesse archeologico, a norma delle leggi in materia? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma previa autorizzazione della competente autorità. Sì, pagando un'indennità.
Il muro che serve di divisione tra cortili, giardini e orti, o tra recinti nei campi: si presume comune, purché su di esso esistano sporti. si presume di proprietà del proprietario del fondo di maggiore estensione. si presume di proprietà, di chi, tra i confinanti, ha acquisito per primo il diritto. si presume comune.
Il muro che serve di divisione tra edifici di uguale altezza: si presume di proprietà, di chi, tra i confinanti, ha acquisito per primo il diritto. si presume comune, o, qualora esistano cornicioni su uno degli edifici, si presume spetti al proprietario di questo, e se i cornicioni esistano su entrambi, al proprietario del cornicione a maggior quota. si presume di proprietà del proprietario dell'edificio verso cui si presenta il pluviale di maggior pendenza. si presume comune fino alla sua sommità.
Il muro che serve di divisione tra edifici di altezza ineguale: si presume di proprietà dell'edificio costruito per primo. si presume di proprietà dell'edificio più alto. si presume comune fino al punto in cui uno degli edifici comincia ad essere più alto. si presume di proprietà dell'edificio più basso.
Il muro che serve di divisione tra cortili, giardini e orti, o tra recinti nei campi: si presume comune, qualora, esistendo su di esso sporti, questi siano da entrambe le parti, a meno che non esista il piovente, poiché in tal caso il muro spetta al proprietario del fondo opposto a quello dalla cui parte è posto il piovente. si presume comune, qualora, esistendo su di esso sporti o pioventi, questi siano posti da entrambe le parti. si presume comune, purché su di esso siano posti, da qualsiasi parte, sporti o pioventi. si presume comune, qualora, esistendo su di esso sporti, questi siano da entrambe le parti, a meno che non esista il piovente, poiché in tal caso il muro spetta al proprietario dalla cui parte è posto il piovente.
A chi si presume che appartenga il muro divisorio edificato tra due giardini, qualora esista un piovente? Al demanio. Ai proprietari dei fondi che divide, in parti uguali. Al proprietario del fondo che per primo si renda disponibile al pagamento dell'indennità a favore del proprietario dell'altro fondo. Al proprietario del fondo verso il quale esiste il piovente e in ragione del piovente medesimo.
A chi si presume che appartenga il muro divisorio esistente tra due giardini, qualora vi siano degli sporti costruiti con il muro stesso? Al proprietario del fondo dalla cui parte gli sporti si presentano. Al proprietario del fondo di maggiore estensione. Ai proprietari dei fondi che divide, in parti uguali. Al proprietario del fondo che per primo si renda disponibile al pagamento dell'indennità a favore del proprietario dell'altro fondo.
A chi si presume che appartenga il muro divisorio esistente tra due campi, qualora vi siano degli sporti costruiti con il muro stesso? Al proprietario del fondo che per primo si renda disponibile al pagamento dell'indennità a favore del proprietario dell'altro fondo. Al proprietario del fondo di maggiore estensione. Al proprietario del fondo dalla cui parte gli sporti si presentano. Ai proprietari dei fondi che divide, in parti uguali.
A chi si presume che appartenga il muro divisorio edificato tra due orti, qualora esista un piovente? Ai proprietari dei fondi che divide, in parti uguali. Al demanio. Al proprietario del fondo che per primo si renda disponibile al pagamento dell'indennità a favore del proprietario dell'altro fondo. Al proprietario del fondo verso il quale esiste il piovente e in ragione del piovente medesimo.
A chi si presume che appartenga il muro divisorio edificato tra due cortili, qualora esista un piovente? Ai proprietari dei fondi che divide, in parti uguali. Al demanio. Al proprietario del fondo che per primo si renda disponibile al pagamento dell'indennità a favore del proprietario dell'altro fondo. Al proprietario del fondo verso il quale esiste il piovente e in ragione del piovente medesimo.
A chi si presume che appartenga il muro divisorio esistente tra due cortili, qualora vi siano degli sporti costruiti con il muro stesso? Al proprietario del fondo che per primo si renda disponibile al pagamento dell'indennità a favore del proprietario dell'altro fondo. Al proprietario del fondo di maggiore estensione. Al proprietario del fondo dalla cui parte gli sporti si presentano. Ai proprietari dei fondi che divide, in parti uguali.
A chi si presume che appartenga il muro divisorio esistente tra due orti, qualora vi siano degli sporti costruiti con il muro stesso? Al proprietario del fondo di maggiore estensione. Al proprietario del fondo dalla cui parte gli sporti si presentano. Ai proprietari dei fondi che divide, in parti uguali. Al proprietario del fondo che per primo si renda disponibile al pagamento dell'indennità a favore del proprietario dell'altro fondo.
A chi si presume che appartenga il muro divisorio edificato tra due campi, qualora esista un piovente? Al demanio. Al proprietario del fondo verso il quale esiste il piovente e in ragione del piovente medesimo. Ai proprietari dei fondi che divide, in parti uguali. Al proprietario del fondo che per primo si renda disponibile al pagamento dell'indennità a favore del proprietario dell'altro fondo.
Il comproprietario di un muro comune può esimersi dall'obbligo di contribuire nelle spese di riparazione e ricostruzione? Sì, rinunziando al diritto di comunione, purché il muro comune non sostenga un edificio di sua spettanza. No, mai. No, a meno che non dimostri l'eccessività della spesa in rapporto al suo interesse alla comproprietà del muro. Sì, qualora la sua quota sia inferiore al decimo.
Il proprietario di un edificio sostenuto da un muro comune che vuole demolire il proprio edificio può rinunziare alla comunione del muro? Sì, ma deve farvi le riparazioni e le opere che la demolizione rende necessarie per evitare ogni danno al vicino. No, mai. Sì, sempre e senza fare alcunché. Sì, ma pagando un'indennità all'altro comproprietario.
Il comproprietario di un muro comune può far attraversare nel muro chiavi e catene di rinforzo? Sì, purché le mantenga a distanza di cinque centimetri dalla superficie opposta e, in ogni caso, riparando i danni causati dalle opere compiute. Sì, purché le mantenga a distanza di dieci centimetri dalla superficie opposta e, in ogni caso, riparando i danni causati dalle opere compiute. No, mai. Sì, pagando un'indennità all'altro comproprietario e, in ogni caso, riparando i danni causati dalle opere compiute.
Il comproprietario di un muro comune può immettere in esso delle travi anche oltre la metà del muro? Sì, purché le mantenga a distanza di dieci centimetri dalla superficie opposta, salvo il diritto dell'altro comproprietario di fare accorciare la trave fino alla metà del muro, nel caso in cui egli voglia collocare una trave nello stesso luogo, aprirvi un incavo o appoggiarvi un camino. Sì, purché le mantenga a distanza di cinque centimetri dalla superficie opposta, salvo il diritto dell'altro comproprietario di fare accorciare la trave fino alla metà del muro, nel caso in cui egli voglia collocare una trave nello stesso luogo, aprirvi un incavo o appoggiarvi un camino. No, mai. Sì, ma solo pagando un'indennità all'altro comproprietario.
Il comproprietario che intenda sopraelevare il muro comune, ma questo non sia adatto a sostenere la sopraedificazione: non può sopraelevare. è tenuto a ricostruirlo o a rinforzarlo a sue spese. può provvedervi solo rinforzandolo a sue spese, purché per il maggiore spessore del muro sia interessato unicamente il suolo proprio, e rimanendo il maggiore spessore di sua proprietà. può provvedervi solo rinforzandolo a sue spese, purché per il maggiore spessore del muro sia interessato unicamente il suolo proprio, estendendosi comunque la comunione al maggiore spessore.
Può il comproprietario alzare il muro comune, qualora non vi siano problemi di stabilità? Sì, ma sono a suo carico tutte le spese di costruzione e conservazione della parte sopraedificata. Sì, ma la parte sopraedificata cade in comproprietà. No, mai. Sì, ma pagando un indennizzo all'altro comproprietario.
Può il vicino essere costretto a contribuire per metà nella spesa di costruzione dei muri di cinta che separano i rispettivi giardini posti negli abitati? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo in seguito ad un provvedimento del sindaco. Sì, ma solo se si tratta di ricostruzione di un muro di cinta preesistente.
Può il vicino essere costretto a contribuire per metà nella spesa di costruzione dei muri di cinta che separano le rispettive case? Sì, ma solo se si tratta di ricostruzione di un muro di cinta preesistente. Sì, ma solo in seguito ad un provvedimento del sindaco. Sì, sempre. No, mai.
Può il vicino essere costretto a contribuire per metà nella spesa di costruzione dei muri di cinta che separano i rispettivi cortili? Sì, ma solo in seguito ad un provvedimento del sindaco. No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo se si tratta di ricostruzione di un muro di cinta preesistente.
Salvo che non sia diversamente disposto da regolamenti locali o convenzioni, quale deve essere l'altezza massima dei muri di cinta? Due metri. Tre metri. Non c'è un limite massimo di altezza. Cinque metri.
Qualora due fondi posti negli abitati siano a dislivello, come vengono ripartite le spese per la conservazione e costruzione del muro di cinta? Il proprietario del fondo superiore deve sopportare per intero le spese di conservazione e costruzione del muro dalle fondamenta all'altezza del proprio suolo, mentre il proprietario del fondo inferiore deve sopportare quelle relative alla restante altezza. Devono essere sopportate sempre dal proprietario del fondo superiore. Il proprietario del fondo superiore deve sopportare per intero le spese per la conservazione e costruzione del muro dall'altezza del proprio suolo sino alla fine del muro, mentre il proprietario del fondo inferiore deve sopportare quelle dalle fondamenta all'altezza del suolo superiore. Il proprietario del fondo superiore deve sopportare per intero le spese per la conservazione e costruzione del muro dalle fondamenta all'altezza del proprio suolo ed entrambi i proprietari devono contribuire per tutta la restante altezza.
Può il vicino esimersi dal contributo nelle spese di costruzione del muro di cinta? Sì, ma solo se vi è un provvedimento giudiziale che gli riconosca tale diritto. Sì, cedendo, senza diritto a compenso, la metà del terreno su cui il muro di separazione deve essere costruito. Sì, cedendo, dietro pagamento di un compenso, la metà del terreno su cui il muro di separazione deve essere costruito. No, mai.
Qualora un vicino sia esonerato dal contributo nelle spese per la costruzione del muro di cinta, per aver ceduto la metà del terreno su cui deve essere costruito il muro di separazione, può chiedere la comproprietà del muro costruito dall'altro vicino? Sì, ma solo se il vicino lo consenta. Sì, pagando la metà del valore del muro o della parte di muro resa comune e la metà del valore del suolo su cui è costruito il muro ed eseguendo le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. No, mai. Sì, pagando la metà del valore del muro o della parte di muro resa comune ed eseguendo le opere che occorrono per non danneggiare il vicino.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze nelle costruzioni, e fatte salve in ogni caso le disposizioni dei regolamenti locali, chi vuole aprire pozzi, cisterne, fosse di latrina o di concime presso il confine, anche se su questo si trova un muro divisorio, deve osservare la distanza di: almeno tre metri tra il confine e il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, a meno che non si tratti di tubi d'acqua o di gas, per i quali può osservarsi la distanza di due metri dal confine. almeno due metri tra il confine e il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, a meno che non si tratti di tubi d'acqua o di gas, per i quali deve osservarsi la distanza di almeno un metro dal confine. almeno tre metri tra il confine e il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, o la maggior distanza necessaria a preservare i fondi vicini da ogni danno alla solidità, salubrità e sicurezza. almeno due metri tra il confine e il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, anche se si tratti di tubi d'acqua o di gas.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze nelle costruzioni, chi vuole fabbricare presso il confine, anche se su questo si trova un muro divisorio, forni, camini, magazzini di sale, stalle e simili, o vuole collocare materie umide o esplodenti o in altro modo nocive, ovvero impiantare macchinari per i quali può sorgere pericolo di danni: deve osservare la distanza di almeno tre metri tra il confine e il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, a meno che non si tratti di impiantare macchinari per i quali può sorgere pericolo di danni, nel quale caso può osservarsi la distanza di un metro dal confine. deve osservare la distanza di almeno un metro tra il confine e il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, a meno che non si tratti di impiantare macchinari per i quali può sorgere pericolo di danni, nel quale caso deve osservarsi la distanza di almeno tre metri dal confine. deve osservare le distanze stabilite dai regolamenti e, in mancanza, quelle necessarie a preservare i fondi vicini da ogni danno alla solidità, salubrità e sicurezza. deve osservare la distanza di almeno tre metri tra il confine e il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze nelle costruzioni, e fatte salve in ogni caso le disposizioni dei regolamenti locali, chi vuole scavare fossi o canali presso il confine deve osservare una distanza pari: alla profondità del fosso o del canale. al doppio della profondità del fosso o del canale. alla metà della profondità del fosso o del canale. alla massima portata d'acqua del fosso o del canale.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze nelle costruzioni, e fatte salve in ogni caso le disposizioni dei regolamenti locali, chi vuole scavare fossi o canali presso il confine deve osservare una distanza pari: al doppio della profondità del fosso o del canale, misurata dal confine al ciglio della sponda più vicina, la quale deve essere a scarpa naturale ovvero munita di opere di sostegno. alla profondità del fosso o del canale, misurata dal confine al ciglio della sponda più vicina, la quale deve essere a scarpa naturale ovvero munita di opere di sostegno. alla profondità del fosso o del canale, misurata dal confine al ciglio della sponda più vicina, se essa è a scarpa naturale ovvero al ciglio della sponda più lontana, se essa è munita di opere di sostegno. al doppio della profondità del fosso o del canale, misurata dal confine al ciglio della sponda più vicina, se essa è a scarpa naturale ovvero al ciglio della sponda più lontana, se essa è munita di opere di sostegno.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze nelle costruzioni, e fatte salve in ogni caso le disposizioni dei regolamenti locali, chi vuole scavare fossi o canali presso un confine che sia a sua volta costituito da un fosso comune, deve osservare una distanza pari: alla somma delle profondità dei fossi o canali, misurata da ciglio a ciglio. alla differenza delle profondità dei fossi o canali, misurata da ciglio a ciglio. alla profondità del fosso o del canale, misurata da ciglio a ciglio. al doppio della profondità del fosso o del canale, misurata da ciglio a ciglio.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze nel piantamento di alberi presso il confine, ove non dispongano i regolamenti e gli usi locali, deve osservarsi la distanza di tre metri per gli alberi di alto fusto, di un metro e mezzo per gli alberi di non alto fusto, di mezzo metro per viti e arbusti: a meno che sul confine non esista un muro divisorio, nel qual caso dalle misure suddette deve sottrarsi, nel computo delle distanze, l'altezza del muro. a meno che sul confine non esista un muro divisorio, nel qual caso alle misure suddette deve sommarsi, nel computo delle distanze, l'altezza del muro. a meno che sul confine non esista un muro divisorio, poiché in tal caso non si osserva la suddetta distanza, purché le piante non eccedano la sommità del muro. anche se sul confine esista un muro divisorio.
Il vicino può esigere che si estirpino gli alberi e le siepi che nascono ad una distanza inferiore a quella legale? Sì, ma solo in virtù di un provvedimento giudiziale che gli riconosca tale diritto. Sì, ma solo se essi possano arrecargli nocumento. No, mai. Sì, sempre.
Il vicino può esigere che si estirpino gli alberi e le siepi che sono piantati ad una distanza inferiore a quella legale? Sì, sempre. Sì, ma solo se non derivi pregiudizio alle culture. No, mai. Sì, ma solo se essi possano arrecargli nocumento.
Qualora si sia acquistato il diritto di tenere alberi a distanza inferiore a quella legale, nell'ipotesi che perisca un albero che faccia parte di un filare di alberi situato lungo il confine, il vicino può sostituirlo con un nuovo albero, posto anch'esso ad una distanza inferiore a quella legale? Sì, nel posizionare il nuovo albero, può rimetterlo ove si trovava quello perito, ma deve pagare al vicino un'indennità. Sì, ma con l'autorizzazione della competente autorità. Sì, nel posizionare il nuovo albero, può rimetterlo ove si trovava quello perito. No, nel posizionare il nuovo albero, deve osservare la distanza legale.
Qualora si sia acquistato il diritto di tenere alberi a distanza inferiore a quella legale, nell'ipotesi che l'albero perisca, e sempre che non faccia parte di un filare di alberi situato lungo il confine, il vicino può sostituirlo con un nuovo albero, posto anch'esso ad una distanza inferiore a quella legale? No, nel posizionare il nuovo albero, deve osservare la distanza legale. Sì, nel posizionare il nuovo albero, può rimetterlo ove si trovava quello perito. Sì, nel posizionare il nuovo albero, può rimetterlo ove si trovava quello perito, ma deve pagare al vicino un'indennità. Sì, ma con l'autorizzazione della competente autorità.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze nel piantamento di alberi presso il confine, ove non dispongano i regolamenti e gli usi locali, il proprietario del fondo su cui si protendono i rami degli alberi del vicino può: in qualunque tempo costringerlo a tagliarli, e può egli stesso tagliare le radici che si addentrano nel suo fondo. intimare di tagliarli, e in mancanza può provvedere egli stesso a tagliarli. intimare di tagliarli, e in mancanza può provvedere egli stesso a tagliarli, a meno che non si tratti di radici che si addentrano nel suo fondo. in qualunque tempo costringerlo a tagliarli, e può egli stesso tagliare i rami, ma non le radici.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze nel piantamento di alberi presso il confine, ove non dispongano gli usi locali, i frutti naturalmente caduti dai rami protesi sul fondo del vicino: appartengono al proprietario del fondo su cui sono caduti. appartengono al proprietario dell'albero. appartengono al proprietario dell'albero, ma il vicino può impedire l'accesso nel proprio fondo per il prelievo. appartengono al proprietario dell'albero, ed il vicino deve consentire l'accesso nel proprio fondo per il prelievo.
Fermo restando che si presume comune il fosso interposto tra due fondi: si presume, peraltro, che esso appartenga al proprietario che vi esercita la pesca. si presume, peraltro, che esso appartenga al proprietario che se ne serve per l'irrigazione delle sue terre. si presume, peraltro, che esso appartenga al proprietario che se ne serve per i propri usi domestici. si presume, peraltro, che esso appartenga al proprietario che se ne serve per gli scoli delle sue terre.
Fermo restando che si presume comune la siepe interposta tra due fondi: la siepe appartiene a chi prova di averla piantata. la presunzione vale anche se vi sia un distinto termine di confine. la presunzione vale anche se uno solo dei fondi è recinto. se uno solo dei fondi è recinto, la siepe si presume appartenga al proprietario del fondo recinto.
Fermo restando che si presume comune la siepe interposta tra due fondi: gli alberi sorgenti nella siepe comune appartengono al proprietario del fondo su cui si protendono maggiormente. gli alberi sorgenti nella siepe comune appartengono a chi prova di averli piantati. gli alberi sorgenti nella siepe interposta tra i fondi sono comuni anche se la siepe appartenga ad uno dei confinanti. gli alberi sorgenti nella siepe comune sono comuni.
Le aperture sul fondo del vicino che danno passaggio alla luce e all'aria, ma non permettono di affacciarsi, come vengono definite dal codice civile? Prospetti laterali. Vedute. Luci. Prospetti.
Le aperture sul fondo del vicino che permettono di affacciarsi e di guardare di fronte, obliquamente o lateralmente, come sono definite dal codice civile? Porte. Luci. Sezioni. Vedute o prospetti.
Le finestre che danno passaggio alla luce e all'aria, ma non permettono di affacciarsi sul fondo del vicino, come vengono definite dal codice civile? Prospetti. Prospetti laterali. Luci. Vedute.
L'apertura sul fondo del vicino, pur non avendo i caratteri di veduta o di prospetto, e non rispettando le prescrizioni in ordine all'altezza, di cui all'art. 901 c.c.: è comunque considerata come luce, ed il vicino ha sempre diritto di esigere che essa sia resa conforme alle prescrizioni. è comunque considerata come luce, ma il vicino non ha il diritto di esigere che essa sia resa conforme alle prescrizioni. è comunque considerata come luce, ed il vicino, pur avendo il diritto di esigere che essa sia resa conforme alle prescrizioni, non può costruire in aderenza al muro su cui essa si apre. è comunque considerata come luce, ed il vicino, pur avendo il diritto di esigere che essa sia resa conforme alle prescrizioni, e pur potendo costruire in aderenza al muro su cui essa si apre, non può acquistare la comunione del muro.
Nell'ipotesi di muro comune, può uno dei comproprietari aprire in esso delle luci senza il consenso dell'altro comproprietario? Sì, pagando all'altro comproprietario un'indennità. No, a meno che non sia assolutamente necessario per il passaggio della luce. No, mai. Sì, sempre.
Il proprietario di un muro che sia contiguo ad un fondo altrui può aprire in esso delle luci? Sì, sempre. Sì, pagando al proprietario del fondo contiguo un'indennità. No, mai. No, a meno che non sia assolutamente necessario per il passaggio della luce.
La presenza di una luce sul muro posto sul confine può impedire al vicino di costruirvi in aderenza? Sì, sempre. Sì, a meno che non vi sia un provvedimento giudiziale che gli riconosca tale diritto. No, mai. No, ma deve pagare al proprietario del muro un'indennità equitativamente stabilita dalle parti e, in caso di disaccordo, dal giudice.
La presenza di una luce sul muro posto sul confine può impedire al vicino di acquistare la comunione del muro? No, ma deve pagare al proprietario del muro un'indennità equitativamente stabilita dalle parti e, in caso di disaccordo, dal giudice. Sì, sempre. Sì, a meno che non vi sia un provvedimento giudiziale che gli riconosca tale diritto. No, mai.
Con riguardo alle norme regolanti i rapporti di vicinato, sotto il profilo dell'apertura di vedute: si possono liberamente aprire vedute dirette verso il fondo del vicino, ma se questo è chiuso, tra questo e la facciata esteriore del muro in cui si aprono le vedute dirette deve esservi una distanza di un metro e mezzo. si possono liberamente aprire vedute dirette verso il tetto del vicino, mentre non si possono aprire vedute dirette verso il fondo del vicino, chiuso o non chiuso, se tra il fondo e la facciata esteriore del muro in cui si aprono le vedute dirette non vi è distanza di un metro e mezzo. non si possono aprire vedute dirette sul fondo del vicino, se non si osserva la distanza di un metro e mezzo, tra il fondo di questo e la faccia esteriore del muro in cui si aprono le vedute dirette, a meno che non si sia acquisito il diritto di avere la veduta diretta verso il fondo vicino, nel qual caso il proprietario di questo non può fabbricare a distanza minore di tre metri. non si possono mai aprire vedute dirette verso il fondo e neppure sopra il tetto del vicino.
Con riguardo alle norme regolanti i rapporti di vicinato, sotto il profilo dell'apertura di vedute, non si possono aprire vedute laterali od oblique sul fondo del vicino: se non si osserva la distanza di tre metri, da misurarsi dal più lontano lato della finestra o dal più lontano sporto. se non si osserva la distanza di settantacinque centimetri, da misurarsi dal più vicino lato della finestra o dal più vicino sporto. mai. se non si osserva la distanza di settantacinque centimetri, da misurarsi dal più lontano lato della finestra o dal più lontano sporto.
Con riguardo alle norme regolanti i rapporti di vicinato, sotto il profilo dell'apertura di vedute: quando si sia acquisito il diritto di avere la veduta diretta verso il fondo vicino, il proprietario di questo non può fabbricare a distanza minore di tre metri, ma se la veduta è anche obliqua non va osservata la stessa distanza dai lati della finestra da cui la veduta obliqua si esercita. quando si sia acquisito il diritto di avere la veduta diretta verso il fondo vicino, il proprietario di questo non può fabbricare a distanza minore di tre metri. quando si sia acquisito il diritto di avere la veduta diretta verso il fondo vicino, il proprietario di questo non può fabbricare a distanza minore di sei metri. è escluso che si possa acquisire il diritto di avere la veduta diretta verso il fondo vicino, con obbligo del proprietario di questo a fabbricare ad una certa distanza.
In ordine alla disciplina dello stillicidio, fermi restando i regolamenti locali e le leggi sulla polizia idraulica, il proprietario deve costruire il tetto in maniera che: le acque piovane scolino nel suo terreno, senza farle cadere nel fondo del vicino, ed in presenza di pubblici colatoi, deve provvedere affinché le acque piovane vi siano immesse con gronde e canali. le acque piovane scolino nel suo terreno, senza farle cadere nel fondo del vicino, e in assenza di terreni circostanti l'edificio, è obbligato ad eliminare la pendenza esterna del tetto e a crearvi un bacino centrale di raccolta. le acque piovane siano immesse con gronde e canali nei pubblici colatoi, ma in assenza di questi, le acque possono cadere nel fondo del vicino, secondo il deflusso naturale. le acque piovane, ove possibile, cadano nel fondo del vicino, conservando però il diritto ad una quota dell'acqua piovana che costui raccogliesse a fini domestici o dell'industria.
In ordine alla disciplina delle acque, ferme restando le disposizioni delle leggi speciali per le acque pubbliche e le acque sotterranee, il proprietario del suolo, oltre ad avere diritto di utilizzare le acque in esso esistenti: può disporne anche a favore di altri, qualora non osti il diritto di terzi, ma dopo essersi servito di esse, non può divertirle in danno di altri fondi. non può disporne a favore di altri, né dopo l'uso può divertirle in danno di altri fondi. può disporne anche a favore di altri, qualora non osti il diritto di terzi, e dopo essersi servito di esse, può divertirle in danno di altri fondi. può disporne anche a favore di altri, solo per usi domestici.
Con riguardo alla disciplina codicistica delle distanze da osservarsi per l'apertura di nuove sorgenti, chi vuole aprire sorgenti, stabilire capi o aste di fonte e in genere eseguire opere per estrarre acqua dal sottosuolo o costruire canali o acquedotti, oppure scavarne, profondarne o allargarne il letto, aumentarne o diminuirne il pendio o variarne la forma: deve osservare distanze idonee ed eseguire opere necessarie per non arrecare pregiudizio ai fondi altrui, sorgenti, capi o aste di fonte, canali o acquedotti preesistenti e destinati all'irrigazione dei terreni o agli usi domestici e industriali. deve osservare, oltre ad una distanza uguale alla profondità del fosso o canale realizzato, le maggiori distanze ed eseguire le opere necessarie per non arrecare pregiudizio ai fondi altrui, sorgenti, capi o aste di fonte, canali o acquedotti preesistenti e destinati all'irrigazione dei terreni o agli usi domestici e industriali. deve osservare una distanza corrispondente alla maggior misura tra la profondità del fosso o canale realizzato e la sua lunghezza lineare nel fondo del proprietario. deve osservare, oltre ad una distanza corrispondente alla maggior misura tra la profondità del fosso o canale realizzato e la sua lunghezza lineare nel fondo del proprietario, le maggiori distanze ed eseguire le opere necessarie per non arrecare pregiudizio ai fondi altrui, sorgenti, capi o aste di fonte, canali o acquedotti preesistenti e destinati all'irrigazione dei terreni o agli usi domestici e industriali.
Qualora sorga controversia tra i proprietari a cui un'acqua non pubblica può essere utile, fermo restando quanto disposto dalle leggi sulle acque e sulle opere idrauliche: l'autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione industriale con le ragioni della proprietà, senza tener conto della priorità dell'uso da parte di uno dei contendenti. l'autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione agricola con le ragioni della proprietà, senza tener conto della priorità dell'uso da parte di uno dei contendenti. l'autorità giudiziaria deve valutare l'interesse dei singoli proprietari nei loro rapporti e rispetto ai vantaggi che possono derivare all'agricoltura o all'industria dall'uso a cui l'acqua è destinata o si vuol destinare, assegnando eventualmente un'indennità ai proprietari che sopportino diminuzione del proprio diritto. l'autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione industriale e agricola con le ragioni della proprietà, tenendo conto della priorità dell'uso da parte di uno dei contendenti.
Con riguardo alla disciplina dello scolo delle acque, e fermo restando che il fondo inferiore è soggetto a ricevere le acque che dal fondo più elevato scolano naturalmente, senza che sia intervenuta l'opera dell'uomo: il proprietario del fondo inferiore non può impedire questo scolo, né il proprietario del fondo superiore può renderlo più gravoso. il proprietario del fondo inferiore non può impedire questo scolo, pur se il proprietario del fondo superiore, per esigenze di produzione agricola o industriale, apporti modifiche al deflusso, rendendolo più gravoso. il proprietario del fondo inferiore non può impedire questo scolo, ma può pretendere variazioni al deflusso dell'acqua, per le proprie esigenze di produzione agricola o industriale. il proprietario del fondo inferiore può utilizzare a fini produttivi l'acqua ricevuta, e, in mancanza, ha diritto ad un'indennità proporzionata alla quantità dell'acqua ricevuta.
Con riguardo alla disciplina dello scolo delle acque, e fermo restando che il fondo inferiore è soggetto a ricevere le acque che dal fondo più elevato scolano naturalmente, senza che sia intervenuta l'opera dell'uomo: il proprietario del fondo superiore non può rendere più gravoso lo scolo, e deve subire il ristagno che per opere di sistemazione agraria del fondo inferiore si determini sul proprio fondo. il proprietario del fondo inferiore non può impedire questo scolo, né il proprietario del fondo superiore può renderlo più gravoso, e qualora, per opere di sistemazione agraria, si renda necessaria una modificazione del deflusso naturale delle acque, è dovuta un'indennità al proprietario del fondo inferiore anche se la modificazione non abbia recato pregiudizio. il proprietario del fondo inferiore non può impedire questo scolo, né il proprietario del fondo superiore può renderlo più gravoso, e qualora, per opere di sistemazione agraria, si renda necessaria una modificazione del deflusso naturale delle acque, è dovuta un'indennità al proprietario del fondo a cui la modificazione ha recato pregiudizio. il proprietario del fondo inferiore non può impedire questo scolo, anche se, per opere di sistemazione agraria, si renda necessaria una modificazione del deflusso naturale delle acque, tale da arrecare pregiudizio al fondo inferiore e non ha diritto ad alcuna indennità.
Con riguardo alla disciplina dello scolo delle acque, il fondo inferiore è soggetto a ricevere: le acque che dal fondo più elevato scolano naturalmente, senza che sia intervenuta l'opera dell'uomo. le acque che scolano dal fondo più elevato, restando tuttavia a carico del proprietario del fondo superiore la realizzazione delle opere di canalizzazione idonee ad assicurare il naturale deflusso sul fondo inferiore. le acque che dal fondo più elevato scolano naturalmente, senza che sia intervenuta l'opera dell'uomo, solo nella quantità corrispondente al regime medio delle precipitazioni degli ultimi dieci anni. le acque che dal fondo più elevato scolano naturalmente, a condizione del pagamento di un'indennità proporzionata alla quantità dell'acqua ricevuta, a meno che il proprietario non ne faccia un utilizzo produttivo .
Con riguardo alla disciplina dello scolo delle acque, qualora per le esigenze della produzione si debba provvedere a opere di sistemazione degli scoli, di soppressione di ristagni o di raccolta delle acque: l'autorità amministrativa, su richiesta della maggioranza degli interessati, o anche d'ufficio, può costituire un consorzio tra i proprietari dei fondi che traggono beneficio dalle opere stesse. l'autorità giudiziaria, su richiesta anche di uno solo degli interessati, può costituire un consorzio tra i proprietari dei fondi che traggono beneficio dalle opere stesse. l'autorità amministrativa, su richiesta anche di uno solo degli interessati, può costituire un consorzio tra i proprietari dei fondi che traggono beneficio dalle opere stesse. l'autorità amministrativa dirime eventuali conflitti valutando l'interesse dei singoli proprietari nei loro rapporti e rispetto ai vantaggi che possono derivare all'agricoltura o all'industria dall'uso a cui l'acqua è destinata o si vuol destinare.
Nel quadro della disciplina del deflusso delle acque, qualora le sponde o gli argini che servivano di ritegno alle acque siano stati in tutto o in parte distrutti: nel disaccordo dei proprietari interessati, in ordine alle modalità e alla ripartizione delle spese per la riparazione o costruzione, l'autorità amministrativa, su richiesta della maggioranza degli interessati, o anche d'ufficio, può costituire un consorzio tra i proprietari dei fondi che traggono beneficio dalle opere stesse. se il proprietario del fondo non provvede sollecitamente a ripararli o a costruirli, ciascuno dei proprietari che hanno sofferto o possono ricevere danno può provvedervi, previa autorizzazione del tribunale, che provvede d'urgenza. nel disaccordo dei proprietari interessati, in ordine alle modalità e alla ripartizione delle spese per la riparazione o costruzione, il tribunale, su richiesta anche di uno solo degli interessati, può costituire un consorzio tra i proprietari dei fondi che traggono beneficio dalle opere stesse. non essendo il proprietario del fondo tenuto a ripararli o a costruirli, ciascuno dei proprietari che hanno sofferto o possono ricevere danno può provvedervi, previa autorizzazione del tribunale, che provvede d'urgenza.
Nel quadro della disciplina del deflusso delle acque, qualora le sponde o gli argini che servivano di ritegno alle acque siano stati in tutto o in parte distrutti, la costruzione di nuovi argini o ripari deve essere effettuata: in modo che il proprietario del fondo, in cui le opere si compiono, non ne subisca danno, eccetto quello derivante esclusivamente dall'ingombro di materiale che venga a formarsi sulla superficie del fondo. in modo che il proprietario del fondo, in cui le opere si compiono, qualora subisca danni, siano essi temporanei o definitivi, sia adeguatamente indennizzato. in modo che il proprietario del fondo, in cui le opere si compiono, non subisca alcun danno, né temporaneo né definitivo. in modo che il proprietario del fondo, in cui le opere si compiono, non ne subisca danno, eccetto quello temporaneo causato dall'esecuzione delle opere stesse.
Nel quadro della disciplina del deflusso delle acque, qualora si tratta di togliere un ingombro formatosi sulla superficie di un fondo o in un fosso, rivo, colatoio o altro alveo, in modo che le acque danneggino o minaccino di danneggiare i fondi vicini, si procede alle necessarie opere: in modo che il proprietario del fondo, in cui le opere si compiono, qualora subisca danni, siano essi temporanei o definitivi, sia adeguatamente indennizzato. in modo che il proprietario del fondo, in cui le opere si compiono, non subisca alcun danno, né temporaneo né definitivo. in modo che il proprietario del fondo, in cui le opere si compiono, non ne subisca danno, eccetto quello temporaneo causato dall'esecuzione delle opere stesse. in modo che il proprietario del fondo, in cui le opere si compiono, non ne subisca danno, a meno che non compensi il pregiudizio con il beneficio ottenuto attraverso l'utilizzazione del materiale che si sia formato sulla superficie del fondo.
Nel quadro della disciplina del deflusso delle acque, qualora si tratta di togliere un ingombro formatosi sulla superficie di un fondo o in un fosso, rivo, colatoio o altro alveo, per il quale le acque danneggino o minaccino di danneggiare i fondi vicini: nel disaccordo dei proprietari interessati, in ordine alle modalità e alla ripartizione delle spese per le opere necessarie, l'autorità amministrativa, su richiesta della maggioranza degli interessati, o anche d'ufficio, può costituire un consorzio tra i proprietari dei fondi che traggono beneficio dalle opere stesse. nel disaccordo dei proprietari interessati, in ordine alle modalità e alla ripartizione delle spese per le opere necessarie, il tribunale, su richiesta anche di uno solo degli interessati, può costituire un consorzio tra i proprietari dei fondi che traggono beneficio dalle opere stesse. se il proprietario del fondo non provvede sollecitamente alle necessarie opere, ciascuno dei proprietari che hanno sofferto o possono ricevere danno può provvedervi, previa autorizzazione del tribunale, che provvede d'urgenza. non essendo il proprietario del fondo tenuto alle necessarie opere, ciascuno dei proprietari che hanno sofferto o possono ricevere danno può provvedervi, previa autorizzazione del tribunale, che provvede d'urgenza.
Nel quadro della disciplina del deflusso delle acque, qualora le sponde o gli argini che servivano di ritegno alle acque siano stati in tutto o in parte distrutti, in relazione alla costruzione di nuovi argini o ripari: deve provvedere alla spesa il proprietario del fondo in cui l'argine ha ceduto, a meno che ciò sia avvenuto per colpa di uno dei proprietari, nel qual caso le spese gravano esclusivamente su di lui, salvo in ogni caso il risarcimento dei danni. devono contribuire alla spesa in parti uguali tutti i proprietari dei fondi situati a monte del punto in cui l'argine ha ceduto. tutti i proprietari, ai quali torna utile che le sponde e gli argini siano conservati o costruiti, devono contribuire alla spesa in proporzione del vantaggio che ciascuno ritrae, a meno che la distruzione degli argini derivi da colpa di uno dei proprietari, nel qual caso le spese gravano esclusivamente su di lui, salvo in ogni caso il risarcimento dei danni. tutti i proprietari, ai quali torna utile che le sponde e gli argini siano conservati o costruiti, devono contribuire alla spesa in parti uguali.
Nel quadro della disciplina del deflusso delle acque, qualora si tratti di togliere un ingombro formatosi sulla superficie di un fondo o in un fosso, rivo, colatoio o altro alveo, per il quale le acque danneggino o minaccino di danneggiare i fondi vicini: devono contribuire alla spesa in parti uguali tutti i proprietari dei fondi situati a monte del punto in cui si è formato l'ingombro. tutti i proprietari, ai quali torna utile che l'ingombro sia rimosso, devono contribuire alla spesa in proporzione del vantaggio che ciascuno ritrae, a meno che l'ingombro nei loro corsi derivi da colpa di uno dei proprietari, nel qual caso le spese gravano esclusivamente su di lui, salvo in ogni caso il risarcimento dei danni. tutti i proprietari, ai quali torna utile che gli ingombri siano rimossi, devono contribuire alla spesa in parti uguali. deve provvedere alla spesa il proprietario del fondo in cui si è creato l'ingombro, a meno che questo si sia formato per colpa di uno dei proprietari, nel qual caso le spese gravano esclusivamente su di lui, salvo in ogni caso il risarcimento dei danni.
Qualora i proprietari di fondi vicini vogliano riunire e usare in comune le acque defluenti dal medesimo bacino di alimentazione o da bacini contigui: l'autorità giudiziaria nomina un curatore alle acque. possono costituirsi in consorzi a cui l'adesione degli interessati deve risultare da atto scritto. sono obbligati a costituirsi in consorzi. se la chieda la maggioranza dei proprietari, è obbligatoria la costituzione di consorzi.
Qualora, al fine di riunire e usare in comune le acque defluenti dal medesimo bacino di alimentazione o da bacini contigui, i proprietari di fondi vicini siano addivenuti alla costituzione di un consorzio: il consorzio può essere sciolto in qualsiasi momento. il consorzio non può essere sciolto se non su conforme delibera di una maggioranza eccedente i tre quarti, o quando, potendosi la divisione effettuare senza grave danno, essa è domandata da uno degli interessati. il consorzio non può essere sciolto se non con atto autoritativo della pubblica amministrazione. il consorzio può essere sciolto solo ad esaurimento delle risorse idriche disponibili al momento della costituzione.
Qualora l'autorità amministrativa costituisca d'ufficio un consorzio al fine di riunire e usare in comune le acque defluenti dal medesimo bacino di alimentazione o da bacini contigui: il consorzio, per le cui forme di costituzione e di funzionamento si osservano le norme per i consorzi di bonifica, è persona giuridica pubblica. il consorzio è associazione non riconosciuta di proprietari privati. il consorzio, per le cui forme di costituzione e di funzionamento, si osservano le norme per i consorzi di miglioramento fondiario, è persona giuridica privata, che tuttavia può assumere il carattere di persona giuridica pubblica quando, per la vasta estensione territoriale o per la particolare importanza della funzione ai fini dell'incremento della produzione, sia riconosciuto d'interesse nazionale con provvedimento dell'autorità amministrativa. il consorzio è persona giuridica pubblica se riunisce più di tre partecipanti, diversamente è persona giuridica privata.
A norma del codice civile tra i modi di acquisto della proprietà vi è: l'immissione. l'enfiteusi ultraventennale. la ricognizione. l'usucapione.
A norma del codice civile tra i modi di acquisto della proprietà vi è: l'enfiteusi ultraventennale. l'occupazione. l'immissione. la ricognizione.
A norma del codice civile tra i modi di acquisto della proprietà vi è: l'enfiteusi ultraventennale. l'immissione. la ricognizione. la commistione.
A norma del codice civile tra i modi di acquisto della proprietà vi è: la specificazione. l'enfiteusi ultraventennale. l'evizione. la ricognizione.
A norma del codice civile tra i modi di acquisto della proprietà vi è: la ricognizione. l'immissione. l'invenzione. l'enfiteusi ultraventennale.
A norma del codice civile tra i modi di acquisto della proprietà vi è: l'accessione. l'immissione. l'enfiteusi ultraventennale. la ricognizione.
Le cose mobili che non sono di proprietà di alcuno si acquistano a titolo originario: con l'occupazione. con l'accessione. col possesso di buona fede, protrattosi per oltre un ventennio, e un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. con la specificazione.
Le cose mobili che non sono proprietà di alcuno si acquistano: con la specificazione. con l'occupazione. con la commistione. con l'accessione.
Con riguardo alla proprietà di sciami d'api: dal momento in cui essi sconfinano nel fondo altrui, appartengono a chi se ne sia impossessato, se non sono reclamati entro venti giorni da quando il proprietario ha avuto conoscenza del luogo ove si trovano. il proprietario ha diritto d'inseguirli sul fondo altrui, ma è tenuto ad indennità per il danno cagionato al fondo; se non li ha inseguiti entro due giorni o ha cessato per due giorni d'inseguirli, può prenderli e ritenerli il proprietario del fondo. nel momento in cui essi sconfinano nel fondo altrui, ha incondizionato diritto di prenderli e ritenerli il proprietario di questo. il proprietario ha diritto d'inseguirli sul fondo altrui in ogni tempo, ma è tenuto ad indennità per il danno cagionato al fondo.
Con riguardo allo sconfinamento di animali mansuefatti: appartengono al proprietario del fondo in cui siano sconfinati, purché non vi siano stati attirati con arte o frode. appartengono a chi se ne sia impossessato, se non sono reclamati entro venti giorni da quando il proprietario ha avuto conoscenza del luogo ove si trovano. il proprietario ha diritto d'inseguirli sul fondo altrui e reclamarli in ogni tempo, ma è tenuto ad indennità per il danno cagionato al fondo. il proprietario ha diritto d'inseguirli sul fondo altrui, senza obbligo di indennità per danni; se non li ha inseguiti entro due giorni o ha cessato per due giorni d'inseguirli, può prenderli e ritenerli il proprietario del fondo.
Con riguardo alla migrazione di colombi, e salve le diverse disposizioni di legge sui colombi viaggiatori: appartengono a chi se ne sia impossessato, se non sono reclamati entro venti giorni da quando il proprietario ha avuto conoscenza del luogo ove si trovano. il proprietario ha diritto d'inseguirli nella colombaia altrui, e reclamarli in ogni tempo, ma è tenuto ad indennità per il danno cagionato. quando passano ad altra colombaia, si acquistano dal proprietario di questa, purché non vi siano stati attirati con arte o frode. il proprietario ha diritto d'inseguirli nella colombaia altrui, senza obbligo di indennità per danni; se non li ha inseguiti entro due giorni o ha cessato per due giorni d'inseguirli, può prenderli e ritenerli il proprietario della conigliera o peschiera di arrivo.
Con riguardo alla migrazione di conigli e pesci: il proprietario ha diritto d'inseguirli nella conigliera o peschiera altrui, e reclamarli in ogni tempo, ma è tenuto ad indennità per il danno cagionato. appartengono a chi se ne sia impossessato, se non sono reclamati entro venti giorni da quando il proprietario ha avuto conoscenza del luogo ove si trovano. il proprietario ha diritto d'inseguirli nella conigliera o peschiera altrui, senza obbligo di indennità per danni; se non li ha inseguiti entro due giorni o ha cessato per due giorni d'inseguirli, può prenderli e ritenerli il proprietario della conigliera o peschiera di arrivo. quando passano ad altra conigliera o peschiera, si acquistano dal proprietario di queste, purché non vi siano stati attirati con arte o frode.
Tizio, rinvenendo casualmente sulla pubblica strada un orologio d'oro di grande valore di cui non conosce il proprietario, a norma del codice civile, deve: consegnarlo senza ritardo al questore del luogo in cui l'ha trovato, indicando le circostanze del ritrovamento. custodirlo per almeno tre anni con la diligenza del buon padre di famiglia rendendone nota la custodia presso di sé con adeguati mezzi di pubblicità. consegnarlo senza ritardo al sindaco del luogo in cui l'ha trovato, indicando le circostanze del ritrovamento. custodirlo per almeno cinque anni con la diligenza del buon padre di famiglia rendendone nota la custodia presso di sé per mezzo di pubblicazione nell'albo pretorio del comune in cui è avvenuto il ritrovamento.
A norma del codice civile, chi trova una cosa mobile di cui non conosce il proprietario deve: custodirla per almeno tre anni con la diligenza del buon padre di famiglia rendendone nota la custodia presso di sé con adeguati mezzi di pubblicità. consegnarla senza ritardo al sindaco del luogo in cui l'ha trovata, indicando le circostanze del ritrovamento. consegnarla senza ritardo al questore del luogo in cui l'ha trovata, indicando le circostanze del ritrovamento. custodirla per almeno cinque anni con la diligenza del buon padre di famiglia rendendone nota la custodia presso di sé per mezzo di pubblicazione nell'albo pretorio del comune in cui è avvenuto il ritrovamento.
Chi trova una cosa mobile: deve in ogni caso consegnarla senza ritardo al sindaco del luogo in cui l'ha ritrovata, senza dare spiegazioni. deve in ogni caso consegnarla senza ritardo al sindaco del luogo in cui l'ha ritrovata, indicando le circostanze del ritrovamento. se ne può appropriare se nessuna la reclama entro un anno dal ritrovamento. deve restituirla al proprietario, se lo conosce.
Nel caso di cosa mobile ritrovata che sia consegnata al sindaco nel luogo del ritrovamento: il sindaco dà notizia della consegna con avviso affisso sul luogo del ritrovamento. il sindaco valuta l'opportunità di acquisizione al patrimonio comunale, e in caso contrario, la pone all'asta con incameramento del ricavato alle casse comunali. il sindaco dispone ricerche del proprietario a mezzo della polizia municipale. il sindaco rende nota la consegna con pubblicazione nell'albo pretorio, da farsi per due domeniche successive e da restare affissa per tre giorni ogni volta.
Nel caso di cosa mobile ritrovata che sia stata consegnata al sindaco del luogo di rinvenimento e da questi pubblicato nell'albo pretorio: trascorso un anno senza che si presenti il proprietario, la cosa oppure il suo prezzo, se le circostanze ne hanno richiesto la vendita, appartiene a colui che l'ha trovata, che soggiace alle spese occorse. trascorso un anno senza che si presenti il proprietario, la cosa è venduta all'asta, ed il ricavato è tenuto dal comune a disposizione del proprietario, percependone il comune i frutti, ed essendo sollevato dalle spese ove il proprietario si presenti. trascorso un anno senza che si presenti il proprietario, la cosa è venduta all'asta, il comune a proprie spese tiene il ricavato a disposizione del ritrovatore, ma ne percepisce i frutti. trascorso un anno senza che si presenti il proprietario, la cosa è venduta all'asta, il comune tiene il ricavato a disposizione del ritrovatore, ma ne percepisce il comune i frutti ed è sollevato dalle spese ove il ritrovatore si presenti a ritirare il ricavato.
Nel caso di restituzione da parte di chi trova una cosa mobile al proprietario: il ritrovatore ha diritto a una detrazione fiscale, nella dichiarazione dei redditi dell'anno successivo, pari all'otto per mille del valore della cosa. il proprietario deve pagare a titolo di premio al ritrovatore, se questi lo richiede, il decimo della somma o del prezzo della cosa ritrovata, a meno che tale somma o prezzo non eccedano i cinque euro e sedici centesimi, nel qual caso il premio per il sovrappiù è solo del ventesimo. il proprietario deve pagare a titolo di premio al ritrovatore, se questi lo richiede, un quinto della somma o del prezzo della cosa ritrovata, a meno che non si tratti di cose d'interesse storico-artistico, nel qual caso è corrisposto il valore integrale della cosa, secondo una stima compiuta da una commissione di periti nominata dall'autorità giudiziaria. il proprietario deve pagare a titolo di premio al ritrovatore, indipendentemente dalla richiesta di costui, il decimo della somma o del prezzo della cosa ritrovata, a meno che somma o prezzo non eccedano le diecimila lire, nel qual caso il premio per il sovrappiù è solo del ventesimo.
Fermo restando l'obbligo, per chi trova una cosa mobile, di restituirla al proprietario: analogo obbligo è previsto nei confronti del possessore e del detentore, a meno che si tratti di cose d'interesse storico-artistico, nel qual caso la restituzione avviene a favore dello stato. analogo obbligo è previsto nei confronti del possessore e del detentore. analogo obbligo è previsto nei confronti del possessore e del detentore, ma il diritto al premio, commisurato al valore della somma o del prezzo, è raddoppiato. analogo obbligo non è previsto nei confronti del possessore e del detentore.
Quando le costruzioni sono state fatte da un terzo, con i suoi materiali, su fondo altrui: il terzo ne acquista la proprietà, previo pagamento di un indennizzo. il proprietario del fondo ne acquista la proprietà, previo pagamento al terzo di un indennizzo equitativamente stabilito dal giudice. il proprietario del fondo ha diritto di ritenerle o di obbligare colui che le ha fatte a levarle. il proprietario del fondo può esclusivamente obbligare il terzo a ripristinare la situazione preesistente.
Quando le piantagioni sono state fatte da un terzo, con i suoi materiali, su fondo altrui: il proprietario del fondo ne acquista la proprietà, previo pagamento al terzo di un indennizzo equitativamente stabilito dal giudice. il proprietario del fondo ha diritto di ritenerle o di obbligare colui che le ha fatte a levarle. il proprietario del fondo può esclusivamente obbligare il terzo a ripristinare la situazione preesistente. il terzo ne acquista la proprietà, previo pagamento di un indennizzo.
Quando le piantagioni sono state fatte da un terzo in buona fede, con i suoi materiali, su fondo altrui: il terzo ne acquista la proprietà, previo pagamento di un indennizzo. il proprietario del fondo ha esclusivamente il diritto di ritenerle. il proprietario del fondo ne acquista la proprietà, previo pagamento al terzo di un indennizzo equitativamente stabilito dal giudice. il proprietario del fondo può esclusivamente obbligare il terzo a ripristinare la situazione preesistente.
Entro quale termine il proprietario del fondo nel quale il terzo ha realizzato un'opera, con i suoi materiali, può domandarne la rimozione? Entro tre mesi dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione. Entro sei mesi dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione. Entro un anno dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia dell'incorporazione. Può sempre domandarne la rimozione.
Quando le costruzioni sono state fatte su un fondo, da un terzo con materiali altrui: il proprietario dei materiali non può mai rivendicarli. il proprietario dei materiali può in ogni caso rivendicarli. il proprietario dei materiali può rivendicarli, esclusivamente previo provvedimento autorizzatorio del giudice. il proprietario dei materiali può rivendicarli, previa separazione a spese del terzo, se la separazione può ottenersi senza grave danno delle opere e del fondo.
Quando le piantagioni sono state fatte su un fondo, da un terzo con materiali altrui: il proprietario dei materiali può rivendicarli, previa separazione a spese del terzo, se la separazione può ottenersi senza grave danno delle opere e del fondo. il proprietario dei materiali non può mai rivendicarli. il proprietario dei materiali può in ogni caso rivendicarli. il proprietario dei materiali può rivendicarli, esclusivamente previo provvedimento autorizzatorio del giudice.
Quando delle opere sono state fatte su un fondo, da un terzo con materiali altrui: il proprietario dei materiali può rivendicarli, previa separazione a spese del terzo, se la separazione può ottenersi senza grave danno delle opere e del fondo. il proprietario dei materiali non può mai rivendicarli. il proprietario dei materiali può in ogni caso rivendicarli. il proprietario dei materiali può rivendicarli, esclusivamente previo provvedimento autorizzatorio del giudice.
Se Tizio appalta a Caio la costruzione di un'opera sul proprio fondo, consentendo l'impiego di materiali sottratti a Sempronio, e quest'ultimo non rivendichi i materiali: Tizio e Caio sono tenuti in solido al pagamento di un'indennità nei confronti di Sempronio, oltre al risarcimento del danno. Tizio e Caio sono tenuti in solido al pagamento di un'indennità nei confronti di Sempronio, ma il primo nei limiti del residuo prezzo dell'appalto. Sempronio può chiedere il deposito di un'indennità a carico di Tizio e di Caio, o, in mancanza, può agire per il risarcimento contro Tizio e Caio. Sempronio perde ogni diritto.
Qualora venga in buona fede realizzata una costruzione che occupi una porzione del fondo attiguo, in mancanza di tempestiva opposizione del proprietario di questo, e l'autorità giudiziaria abbia attribuito la proprietà dell'edificio e della porzione di suolo al costruttore, costui è tenuto: all'integrale risarcimento del danno a favore del proprietario del suolo. a pagare al proprietario del suolo un'indennità equitativamente stabilita dal giudice. a pagare al proprietario del suolo, il doppio del valore della superficie occupata, oltre il risarcimento del danno. al risarcimento del danno a favore del proprietario del suolo, commisurato alla semisomma del valore del suolo occupato e del reddito dominicale rivalutato.
Se nella costruzione di un edificio si occupa in buona fede una porzione del fondo attiguo, e il proprietario di questo non fa opposizione entro tre mesi dal giorno in cui ebbe inizio la costruzione: l'edificio e il suolo occupato appartengono di diritto al demanio pubblico. l'autorità giudiziaria, tenuto conto delle circostanze, può attribuire la proprietà dell'edificio e del suolo occupato al costruttore. il costruttore, proprietario dell'edificio, acquista di diritto, per il solo fatto della costruzione, anche la proprietà del suolo occupato. il costruttore acquista di diritto, per il solo fatto della costruzione, la proprietà superficiaria della parte di edificio che occupa la porzione del fondo attiguo.
Quando più cose appartenenti a diversi proprietari sono unite o mescolate in guisa tale da formare un sol tutto, ma sono separabili senza notevole deterioramento: la proprietà diventa comune in proporzione del valore delle cose spettanti a ciascuno. ciascuno conserva la proprietà della cosa sua e ha diritto di ottenerne la separazione. ciascuno conserva la proprietà della cosa sua ma non ha diritto ad ottenere la separazione. la proprietà diventa comune in parti uguali.
Quando più cose appartenenti a diversi proprietari sono unite o mescolate in guisa tale da formare un sol tutto e non sono separabili senza notevole deterioramento: ciascuno conserva la proprietà della cosa sua e ha diritto di ottenerne la separazione solo a seguito di un provvedimento del giudice. la proprietà diventa comune in parti uguali. la proprietà diventa comune in proporzione del valore delle cose spettanti a ciascuno. ciascuno conserva la proprietà della cosa sua.
Quando una cosa appartenente ad un proprietario è, senza il suo consenso, unita o mescolata, in guisa tale da formare un sol tutto, con altra di valore notevolmente inferiore rispetto alla prima, appartenente a diverso proprietario, ed esse non sono separabili senza notevole deterioramento: il proprietario della cosa principale acquista la proprietà del tutto, senza obbligo di pagare all'altro alcunché. il proprietario della cosa principale acquista la proprietà del tutto, ma ha l'obbligo di pagare all'altro la somma minore tra l'aumento di valore apportato alla cosa principale e il valore della cosa accessoria che vi è unita o mescolata. ciascuno conserva la proprietà della cosa sua e ha diritto di ottenerne la separazione solo a seguito di un provvedimento del giudice. il proprietario della cosa principale acquista la proprietà del tutto, ma ha l'obbligo di pagare all'altro il valore della cosa che vi è unita o mescolata.
Quando una cosa appartenente ad un proprietario è, con il suo consenso, unita o mescolata, in guisa tale da formare un sol tutto, con altra di valore notevolmente inferiore rispetto alla prima, appartenente a diverso proprietario, ed esse non sono separabili senza notevole deterioramento: il proprietario della cosa principale acquista la proprietà del tutto, senza obbligo di pagare all'altro alcunché. il proprietario della cosa principale acquista la proprietà del tutto, ma ha l'obbligo di pagare all'altro il valore della cosa che vi è unita o mescolata. la proprietà diventa comune in parti uguali. ciascuno conserva la proprietà della cosa sua e ha diritto di ottenerne la separazione solo a seguito di un provvedimento del giudice.
Se taluno ha adoperato una materia che non gli apparteneva per formare una nuova cosa ed il valore della materia sorpassa notevolmente quello della mano d'opera: il proprietario della materia ne acquista la proprietà pagando all'altro un indennizzo equitativamente determinato dal giudice. il proprietario della materia ne acquista la proprietà, senza obbligo di pagare all'altro alcunché. la proprietà diventa comune in proporzione del valore, rispettivamente, della materia e della mano d'opera. il proprietario della materia ne acquista la proprietà pagando all'altro il prezzo della mano d'opera.
Se taluno ha adoperato una materia che non gli apparteneva per formare una nuova cosa ed il valore della materia non sorpassa notevolmente quello della mano d'opera: colui che ha prestato la mano d'opera ne acquista la proprietà pagando al proprietario il prezzo della materia. la proprietà diventa comune in proporzione del valore, rispettivamente, della materia e della mano d'opera. colui che ha prestato la mano d'opera ne acquista la proprietà, senza obbligo di pagare all'altro alcunché. colui che ha prestato la mano d'opera ne acquista la proprietà pagando al proprietario della materia un indennizzo equitativamente determinato dal giudice.
Salvo quanto è disposto da leggi speciali, le unioni di terra e gli incrementi, che si formano successivamente e impercettibilmente nei fondi posti lungo le rive dei fiumi, a chi appartengono? Al proprietario del fondo. Al demanio. Al patrimonio indisponibile dello Stato. Al patrimonio indisponibile del comune ove si trova il fondo.
I terreni abbandonati dalle acque correnti dei fiumi e dei torrenti, che insensibilmente si ritirano da una delle rive, portandosi sull'altra: vengono acquisiti alla proprietà del confinante con il terreno abbandonato dal corso d'acqua. appartengono al demanio pubblico, senza che il confinante della riva opposta possa reclamare il terreno perduto. appartengono al confinante della riva opposta. si crea una comunione forzosa tra il confinante con il terreno abbandonato dal corso d'acqua, ed il confinante della riva opposta.
A chi appartengono i terreni abbandonati dagli stagni appartenenti al demanio pubblico? Al proprietario del fondo confinante. Al patrimonio indisponibile del comune ove si trova lo stagno. Al demanio. Al patrimonio indisponibile dello Stato.
A chi appartengono i terreni abbandonati dalle lagune appartenenti al demanio pubblico? Al proprietario del fondo confinante. Al patrimonio indisponibile del comune ove si trova la laguna. Al demanio. Al patrimonio indisponibile dello Stato.
A chi appartengono i terreni abbandonati dai laghi appartenenti al demanio pubblico? Al demanio. Al patrimonio indisponibile del comune ove si trova il lago. Al patrimonio indisponibile dello Stato. Al proprietario del fondo confinante.
Il diritto del proprietario di uno stagno o di un lago si estende: al terreno che l'acqua ricopra nei casi di piena straordinaria. al terreno coperto dall'acqua al livello massimo nel periodo di piena. al terreno coperto dall'acqua quando essa è all'altezza dello sbocco dello stagno o del lago, ma non anche al terreno lungo la riva che l'acqua ricopre nei casi di piena straordinaria. al terreno coperto dall'acqua al livello minimo nel periodo di siccità.
Se un torrente stacca, per forza istantanea, una parte considerevole e riconoscibile di un fondo contiguo al suo corso e lo trasporta verso un fondo inferiore o verso l'opposta riva, la parte staccata: rimane di proprietà del proprietario del fondo da cui la parte si è staccata. Costui può chiedere di ripristinare, a proprie spese, la situazione esistente anteriormente all'intervenuta avulsione. appartiene alla proprietà comune del proprietario del fondo da cui la parte si è staccata e del proprietario del fondo a cui si è unita. diventa di proprietà del proprietario del fondo al quale la parte si è unita. Costui, però, deve pagare un'indennità all'altro proprietario nei limiti del maggior valore recato al fondo dall'avulsione. diventa di proprietà del proprietario del fondo al quale la parte si è unita, senza che costui debba pagare alcunché.
Se un fiume stacca, per forza istantanea, una parte considerevole e riconoscibile di un fondo contiguo al suo corso e lo trasporta verso un fondo inferiore o verso l'opposta riva, la parte staccata: diventa di proprietà del proprietario del fondo al quale la parte si è unita. Costui, però, deve pagare un'indennità all'altro proprietario nei limiti del maggior valore recato al fondo dall'avulsione. diventa di proprietà del proprietario del fondo al quale la parte si è unita, senza che costui debba pagare alcunché. appartiene alla proprietà comune del proprietario del fondo da cui la parte si è staccata e del proprietario del fondo a cui si è unita. rimane di proprietà del proprietario del fondo da cui la parte si è staccata. Costui può chiedere di ripristinare, a proprie spese, la situazione esistente anteriormente all'intervenuta avulsione.
Le unioni di terra che si formano nel letto dei fiumi a chi appartengono? Al proprietario del fondo limitrofo, il quale, però, deve pagare un'indennità al comune. Al patrimonio indisponibile del comune ove si trovano. Al demanio pubblico. Al patrimonio indisponibile dello Stato.
Le isole che si formano nel letto dei fiumi a chi appartengono? Al proprietario del fondo limitrofo, il quale, però, deve pagare un'indennità al comune. Al patrimonio indisponibile del comune ove si trovano. Al demanio pubblico. Al patrimonio indisponibile dello Stato.
Se un fiume si forma un nuovo letto, abbandonando l'antico, il terreno abbandonato: rimane assoggettato al regime proprio del patrimonio indisponibile dello Stato. rimane assoggettato al patrimonio indisponibile del comune ove si trova. diventa di proprietà comune dei proprietari dei fondi confinanti con le due rive. rimane assoggettato al regime proprio del demanio pubblico.
Se un torrente si forma un nuovo letto, abbandonando l'antico, il terreno abbandonato: rimane assoggettato al patrimonio indisponibile del comune ove si trova. rimane assoggettato al regime proprio del demanio pubblico. rimane assoggettato al regime proprio del patrimonio indisponibile dello Stato. diventa di proprietà comune dei proprietari dei fondi confinanti con le due rive.
Qualora, dopo la domanda di rivendica, il possessore convenuto in causa cessi, per fatto proprio, di possedere o detenere la cosa: è tenuto unicamente a corrispondere il valore al proprietario. non è tenuto ad alcuna attività, essendo l'attore in rivendica tenuto a recuperare direttamente la cosa dal nuovo possessore, e a corrispondergli un'indennità commisurata alla somma eventualmente da questo corrisposta al precedente possessore. il convenuto è tenuto a corrisponderne il valore al proprietario, solo se abbia ceduto il possesso della cosa unicamente allo scopo di sottrarsi all'obbligo di restituzione. è obbligato a ricuperarla per l'attore a proprie spese, o, in mancanza, a corrispondergliene il valore, oltre a risarcirgli il danno, ma, in tal caso, se il proprietario consegua direttamente la cosa dal nuovo possessore, è tenuto a restituire al precedente possessore la somma ricevuta in luogo di essa.
L'azione di rivendicazione della proprietà si prescrive? Sì, in venti anni. Sì, in dieci anni. Sì, in cinque anni. No.
Con l'azione di rivendicazione il proprietario può: rivendicare la cosa contro chiunque la possiede o detiene, purché, dopo la domanda, il possesso o la detenzione non siano cessati. rivendicare la cosa esclusivamente contro chiunque affermi l'esistenza di un proprio diritto di godimento sulla cosa medesima. rivendicare la cosa contro chiunque la possiede o detiene. rivendicare la cosa contro chi la possiede, ma non contro chi la detiene.
Con l'azione negatoria il proprietario, oltre a far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa: può chiedere che si ordini la cessazione di eventuali turbative e molestie, oltre la condanna al risarcimento del danno. può chiedere il risarcimento del danno, se vi siano state turbative e molestie. può solo chiedere, a sua scelta, la pubblicazione della sentenza che dichiara l'inesistenza di diritti altrui, o la condanna al risarcimento del danno. può solo chiedere la condanna al risarcimento del danno.
Con l'azione negatoria il proprietario può: chiedere la reintegrazione del possesso contro colui che lo ha violentemente od occultamente spogliato del possesso stesso. agire per far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, quando ha motivo di temerne pregiudizio. agire per rivendicare la cosa da chiunque la possiede o detiene. agire per far riconoscere in giudizio l'esistenza di una servitù contro chi ne contesta l'esercizio.
Vi è incertezza circa il confine tra il fondo di Tizio e quello di Caio. In mancanza di altri elementi, il giudice come determinerà il confine? Attenendosi al criterio della produttività dei fondi ed assegnando la zona incerta al proprietario del fondo più produttivo. Attenendosi alla priorità nella presentazione della domanda giudiziale. Attenendosi al confine delineato dalle mappe catastali. Assegnando la zona incerta in comune a entrambi.
Quali mezzi di prova sono ammessi nell'azione di regolamento di confini? Ogni mezzo di prova è ammesso. È ammessa solo la prova documentale. Sono ammesse solo le risultanze delle mappe catastali. Sono ammesse solo la confessione e il giuramento decisorio.
A norma del codice civile, quando si può esercitare l'azione di regolamento di confini? Quando il confine tra due fondi è certo, ma mancano i relativi termini. Quando il confine tra due fondi è incerto. Quando occorre regolamentare una servitù di passaggio tra due fondi confinanti. Quando occorre stabilire chi tra i proprietari di due fondi confinanti ha diritto di costruire per primo ai fini del computo delle distanze.
A norma del codice civile, quando si può esercitare l'azione per apposizione di termini? Quando i termini tra fondi contigui mancano o sono diventati irriconoscibili. Quando il confine tra due fondi è incerto. Quando sono venuti meno termini già esistenti. Quando occorre procedere al frazionamento catastale di una proprietà.
Se i termini fra due fondi mancano, a spese di chi vengono apposti? A spese del comune. A spese di chi ne chiede l'apposizione. A spese comuni dei due proprietari. A spese dei due proprietari in misura proporzionale alla superficie del rispettivo fondo.
Può il titolare di un diritto reale di abitazione su un appartamento costituire sul sovrastante terrazzo annesso all'appartamento un diritto reale di superficie? Sì, se il relativo atto costitutivo di superficie venga notificato al proprietario dell'immobile e questi non si opponga nei due mesi dalla notifica. Sì, salvo risarcimento del danno così causato al proprietario. Sì, sempre. No, mai.
Può il titolare di un diritto reale di uso su un immobile costituire su di esso un diritto di superficie? No, mai. Sì, salvo risarcimento del danno così causato al proprietario. Sì, sempre. Sì, se il relativo atto costitutivo di superficie venga notificato al proprietario dell'immobile e questi non si opponga nei due mesi dalla notifica.
Può l'usufruttuario di un fondo agricolo costituire su di esso un diritto di superficie? No, mai. Sì, sempre. Sì, salvo risarcimento del danno così causato al proprietario. Sì, se il relativo atto costitutivo di superficie venga notificato al proprietario del fondo e questi non si opponga nei due mesi dalla notifica.
Il diritto di fare e mantenere, per un tempo determinato, una costruzione al di sopra del suolo altrui è: un diritto di uso. un diritto di comodato. un diritto di enfiteusi. un diritto di superficie.
Il proprietario che abbia fatto una costruzione al di sopra del suolo può alienare la proprietà della costruzione separatamente dalla proprietà del suolo? Sì. No. Sì, ma solo per un tempo determinato. No, salvo che la costruzione consista in un'opera di pubblica utilità ed acquirente sia la pubblica amministrazione.
Il proprietario può costituire il diritto di fare e mantenere al disopra del suolo una costruzione a favore di altri, che ne acquista la proprietà? Sì. No. Sì, ma solo se la costruzione consiste in un'opera di pubblica utilità. No, salvo che a favore della pubblica amministrazione.
Secondo il codice civile può il proprietario di un fondo agricolo costituire su di esso un diritto di superficie a tempo indeterminato? Sì. Sì, ma a condizione che sia stata già rilasciata la concessione edilizia. Sì, ma a condizione che ottenga la preventiva autorizzazione del competente Ispettorato provinciale dell'agricoltura. No.
Il diritto di superficie non può essere costituito: per realizzare piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo. per costruire in sopraelevazione ad una costruzione già esistente. per mantenere una costruzione sopra il suolo, a favore di altri. per fare e mantenere una costruzione al di sotto del suolo.
Può costituirsi un diritto di superficie a tempo indeterminato? Sì, sempre. Sì, solo se trattasi di diritto di fare e mantenere una costruzione al disotto del suolo. Sì, solo se trattasi di diritto di fare e mantenere una costruzione al disopra del suolo. No, mai.
A norma del codice civile, è possibile alienare la proprietà di una costruzione già esistente, separatamente dalla proprietà del suolo? Sì. No. Sì, ma solo se la costruzione è al di sopra del suolo. Sì, ma solo se la costruzione è al di sotto del suolo.
A norma del codice civile, se la costituzione del diritto di superficie è stata fatta per un tempo determinato, allo scadere del termine il diritto di superficie: si rinnova automaticamente per un decennio, se non è stata data disdetta dal proprietario del suolo al superficiario almeno un anno prima della scadenza del termine. si estingue e il proprietario del suolo diventa proprietario della costruzione, a condizione che versi al superficiario un'indennità pari alla minor somma tra lo speso e il migliorato. si estingue e il proprietario del suolo diventa proprietario della costruzione. si estingue ed il superficiario diventa proprietario del suolo.
Se il proprietario di un suolo costituisce a favore di altri il diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo una costruzione per un tempo determinato, allo scadere del termine chi diventa proprietario della costruzione in assenza di pattuizioni specifiche? Il titolare del diritto di superficie, salvo che l'autorità giudiziaria, tenuto conto delle circostanze, non attribuisca la proprietà della costruzione al proprietario del suolo. Il proprietario del suolo. Il titolare del diritto di superficie. In parti uguali il proprietario del suolo ed il titolare del diritto di superficie.
Può costituirsi un diritto di superficie a tempo determinato? Sì, solo per un periodo di tempo non inferiore a dieci anni. Sì, solo per un periodo di tempo non inferiore a venti anni. No, mai. Sì, sempre.
In caso di costituzione di un diritto di superficie su un suolo per un tempo determinato, allo scadere del termine a chi spetterà la costruzione su di esso realizzata? Al proprietario del suolo. Al superficiario previo pagamento del valore del suolo occupato dalla costruzione. Al proprietario del suolo, previo rimborso al superficiario delle spese di costruzione anche in mancanza di espressa pattuizione. Al superficiario.
Se il proprietario di un suolo costituisce a favore di altri il diritto di fare e mantenere al di sotto del suolo una costruzione per un tempo determinato, allo scadere del termine chi diventa proprietario della costruzione in assenza di pattuizioni specifiche? Il titolare del diritto di superficie. Il titolare del diritto di superficie, salvo che l'autorità giudiziaria, tenuto conto delle circostanze, non attribuisca la proprietà della costruzione al proprietario del suolo. In parti uguali il proprietario del suolo e il titolare del diritto di superficie. Il proprietario del suolo.
Il diritto di superficie, come diritto di fare una costruzione su suolo altrui, è soggetto a prescrizione? Sì, per effetto di costruzione realizzata dal proprietario senza opposizione del superficiario e indipendentemente dal tempo trascorso. No. Sì, per effetto del non uso protratto per venti anni. Sì, per effetto del non uso protratto per dieci anni.
L'estinzione del diritto di superficie per scadenza del termine importa: l'estinzione dei soli diritti reali di garanzia imposti dal superficiario. l'estinzione dei soli diritti reali di godimento imposti dal superficiario. l'estinzione dei soli diritti personali di godimento imposti dal superficiario. l'estinzione dei diritti reali imposti dal superficiario.
In caso di estinzione del diritto di superficie per scadenza del termine, cosa accade dei contratti di locazione che hanno per oggetto la costruzione, in base al codice civile? Se constano da atto pubblico o scrittura di data certa continuano per la durata stabilita, ma non oltre cinque anni dalla estinzione del diritto di superficie. Si risolvono immediatamente. Non durano se non per l'anno in corso alla scadenza del termine del diritto di superficie. Mantengono validità per tutta la durata prevista originariamente nel contratto.
Il perimento della costruzione comporta l'estinzione automatica del diritto di superficie? Sì, purché il proprietario versi un'indennità al superficiario. No, salvo patto contrario. No, mai. Sì, sempre.
Il proprietario può costituire il diritto di fare al disotto del suolo una costruzione a favore di altri, che ne acquista la proprietà? Sì, ma solo se la costruzione consiste in un'opera di pubblica utilità. No, salvo che a favore della pubblica amministrazione. Sì. No.
Il proprietario può concedere il diritto di mantenere una costruzione al di sotto del suolo? Sì, a meno che si tratti di una miniera. No, a meno che si tratti di una miniera. No, mai. Sì.
Il proprietario che abbia fatto una costruzione al di sotto del suolo può alienare la proprietà della costruzione separatamente dalla proprietà del suolo? No. Sì. Sì, ma solo per un tempo determinato. No, salvo che la costruzione consista in un'opera di pubblica utilità ed acquirente sia la pubblica amministrazione.
Il diritto di fare e mantenere, per un tempo determinato, una costruzione al di sotto del suolo altrui è: un diritto di uso. un diritto di superficie. un diritto di enfiteusi. un diritto di comodato.
Secondo il codice civile, è possibile vendere la proprietà della piantagione separatamente dalla proprietà del suolo? No. Sì, a meno che si tratti di piante di alto fusto. Sì, ma solo con atto scritto. Sì, in ogni caso.
Si può costituire la proprietà di piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo? No, mai. Sì, con l'autorizzazione del giudice. No, a meno che non trattasi di alberi d'alto fusto. Sì, sempre.
Tizio, proprietario del fondo Corneliano, intende trasferire, per un tempo determinato, a favore di Caio, la proprietà della piantagione ivi esistente, riservandosi la proprietà del suolo. È possibile stipulare un simile contratto? Sì, sempre. Sì, solo se trattasi di piantagione di alto fusto. No. Sì, se si limita la proprietà della piantagione a un periodo non superiore a venti anni.
Relativamente alle piantagioni sul suolo: non ne può essere trasferita la proprietà congiuntamente alla proprietà del suolo. possono essere separate dal suolo, a richiesta del proprietario dei materiali impiegati dal proprietario del suolo per realizzarle. può esserne trasferita la proprietà separatamente dalla proprietà del suolo. non possono mai essere separate, né trasferite, separatamente dalla proprietà del suolo.
Nel caso di costituzione di una enfiteusi temporanea la durata non può essere inferiore a: venti anni. trenta anni. dieci anni. quindici anni.
Secondo il codice civile, esiste un limite minimo di durata dell'enfiteusi temporanea? No, salvo che in caso di costituzione mediante atto di donazione. Sì. No, salvo che nel caso di costituzione mediante contratto di rendita vitalizia. No.
Secondo il codice civile, esiste un limite massimo di durata nel caso di costituzione di enfiteusi temporanea? No. Sì. Sì, ma solo nel caso di enfiteusi urbane. Sì, ma solo nel caso di enfiteusi di fondi rustici.
Secondo il codice civile, l'enfiteusi può essere perpetua? Sì. No. No, salvo che per i fondi rustici. No, salvo che sia costituita per testamento.
Può costituirsi una enfiteusi a tempo determinato? Sì, ma per una durata non superiore ai venti anni. No. No, salvo che l'enfiteuta sia una persona giuridica. Sì, ma per una durata non inferiore ai venti anni.
Può costituirsi un'enfiteusi di durata inferiore ai venti anni? No, mai. Sì, solo relativamente all'enfiteusi agricola. Sì, in ogni caso. Sì, solo relativamente all'enfiteusi urbana.
Il diritto dell'enfiteuta si estende alle accessioni? No, salvo che l'enfiteusi sia perpetua. Sì. No. Sì, salvo che l'enfiteusi sia stata costituita per una durata inferiore ai trenta anni.
Nel corso dell'enfiteusi su un fondo agricolo a chi spettano i frutti naturali al momento della loro separazione? Al concedente e all'enfiteuta in parti uguali tra loro. Al concedente e all'enfiteuta in proporzione del valore dei rispettivi diritti. All'enfiteuta. Al concedente.
Nel caso di ritrovamento di un tesoro nel sottosuolo di un fondo enfiteutico: esso appartiene per metà all'enfiteuta e per metà al concedente. esso appartiene per metà all'enfiteuta e per metà al concedente, a meno che non sia stato scoperto, per solo effetto del caso, da un terzo, venendo in tal caso attribuita allo scopritore la quota spettante all'enfiteuta. esso appartiene all'enfiteuta. esso appartiene al concedente.
In caso di costituzione di enfiteusi a chi spettano i frutti del fondo? Al concedente se l'enfiteuta è in mora nel pagamento del canone. Al concedente. Al concedente e all'enfiteuta in parti uguali tra loro. All'enfiteuta.
Il diritto dell'enfiteuta: si estende alle accessioni ma non alle pertinenze. si estende alle accessioni e alle pertinenze, se non è diversamente disposto. si estende alle pertinenze, mentre le accessioni sono riservate al concedente. non si estende alle accessioni e alle pertinenze, che sono acquisite a favore del concedente.
Può l'enfiteuta di un fondo pretendere la remissione o riduzione del canone in caso di insolita sterilità del fondo? Sì, purché trattasi di evento eccezionale e di entità tale da compromettere la maggior parte del raccolto. Sì, purché la sterilità del fondo non sia a lui imputabile. No, mai. Sì, sempre.
Può l'enfiteuta pretendere la remissione o riduzione del canone in caso di insolita perdita dei frutti del fondo? Sì, solo se trattasi di frutti naturali. Sì, solo se la perdita dei frutti non sia a lui imputabile. No, mai. Sì, sempre.
Può il canone periodico a carico dell'enfiteuta di un fondo consistere in una somma di danaro? No, il canone periodico a carico dell'enfiteuta può consistere solo in una quantità fissa di prodotti naturali. Il canone periodico a carico dell'enfiteuta può consistere solo in una quantità di prodotti naturali variabile in relazione all'annata agraria. Il canone periodico a carico dell'enfiteuta può consistere in una quantità di prodotti naturali fissa o variabile, ma non in una somma di danaro. Sì, il canone periodico a carico dell'enfiteuta può consistere in una somma di danaro.
Salvo che il titolo disponga altrimenti, nel caso di più coenfiteuti, l'obbligo del pagamento del canone, finché dura la comunione: grava su ciascun coenfiteuta in proporzione alla sua quota e senza vincolo di solidarietà. grava in parti uguali sui coenfiteuti, indipendentemente dalla quota di titolarità di ciascuno e senza vincolo di solidarietà. grava su ciascun coenfiteuta in proporzione alla sua quota se inferiore ad un terzo dell'intero e per la totalità se la sua quota è pari o superiore ad un terzo dell'intero. grava solidalmente su tutti i coenfiteuti.
Nell'ipotesi di morte dell'enfiteuta, nel caso in cui segua la divisione e il fondo venga goduto separatamente dagli eredi, come risponde ciascuno degli eredi dell'obbligo del pagamento del canone? Per disposizione normativa inderogabile, nel caso in cui segua la divisione, il canone continua a gravare solidalmente su tutti gli eredi dell'enfiteuta, anche se il fondo venga goduto separatamente. Per disposizione normativa inderogabile, nel caso in cui segua la divisione e il fondo venga goduto separatamente dagli eredi dell'enfiteuta, ciascuno risponde del canone proporzionalmente al valore della sua porzione. Salvo che il titolo costitutivo disponga altrimenti, nel caso in cui segua la divisione e il fondo venga goduto separatamente dagli eredi dell'enfiteuta, ciascuno risponde del canone proporzionalmente al valore della sua porzione. Salvo che il titolo costitutivo disponga altrimenti, nel caso in cui segua la divisione, il canone continua a gravare solidalmente su tutti gli eredi dell'enfiteuta, anche se il fondo venga goduto separatamente.
Nel caso in cui si proceda alla divisione della coenfiteusi, e il fondo venga goduto separatamente dagli enfiteuti, l'obbligo del pagamento del canone: grava su ciascuno degli enfiteuti, proporzionalmente al valore della sua porzione, salvo che il titolo non disponga altrimenti. grava su ciascuno degli enfiteuti, proporzionalmente al valore della sua porzione. si trasforma in obbligazione solidale o parziaria a seconda se l'enfiteusi sia perpetua o temporanea. continua a gravare solidalmente su tutti gli enfiteuti.
In caso di perimento totale del fondo enfiteutico che sia stato assicurato anche nell'interesse del concedente, la relativa indennità come sarà ripartita tra il concedente e l'enfiteuta? In rapporto alle rispettive età. In proporzione del valore dei rispettivi diritti. In rapporto alla durata dell'enfiteusi e rispetto al tempo in cui avvenne l'acquisto in proprietà del concedente. In parti uguali.
In caso di perimento di una parte notevole del fondo concesso in enfiteusi, per cui il canone risulti sproporzionato al valore della parte residua, l'enfiteuta può rinunziare al suo diritto restituendo il fondo al concedente? No, mai. No, salvo che si tratti di fondo rustico situato in comune classificato montano dalla legge. Sì, purché la rinunzia sia effettuata entro un anno dall'avvenuto perimento. Sì, in ogni tempo.
In caso di perimento di una parte notevole del fondo per cui il canone risulti sproporzionato al valore della parte residua, l'enfiteuta può ottenere una riduzione del canone? Sì, purché la domanda di riduzione sia preventivamente approvata dalla sezione speciale agraria del tribunale competente. No, mai. Sì, purché la domanda di riduzione sia presentata entro un anno dall'avvenuto perimento. Sì, in ogni tempo.
Il perimento totale del fondo enfiteutico comporta l'estinzione dell'enfiteusi? Sì. No, mai. No, salvo patto contrario. No, salvo prescrizione ventennale.
L'enfiteuta può chiedere la riduzione del canone? Solo se è perita una parte notevole del fondo, e il canone risulti sproporzionato al valore della parte residua. No, mai. Solo nell'ipotesi di insolita sterilità del fondo. Solo nell'ipotesi di totale perdita dei frutti.
Le imposte e gli altri pesi che gravano sul fondo dato in enfiteusi possono essere posti a carico del concedente? Tale obbligo può essere posto a carico del concedente senza alcun limite. Sì, ma tale obbligo non può eccedere l'ammontare del canone. No, tale obbligo non può essere posto a carico del concedente. Tale obbligo può essere posto a carico del concedente, ma non può eccedere la ventesima parte del valore del fondo.
Nell'atto costitutivo del diritto di enfiteusi si può vietare all'enfiteuta di disporre per atto tra vivi in tutto o in parte del suo diritto? Sì, ma solo se l'enfiteusi è stata costituita per una durata inferiore ai venti anni. Sì, ma per un tempo non maggiore di venti anni. Sì, senza alcun limite di tempo. No.
Possono le parti prevedere espressamente nell'atto costitutivo dell'enfiteusi perpetua il divieto per l'enfiteuta di disporre del proprio diritto, in tutto o in parte, per atto tra vivi? Sì, anche per tutta la durata dell'enfiteusi. No. Sì, anche per tutta la durata dell'enfiteusi, salvo che il canone venga stabilito in una quantità fissa di prodotti naturali. Sì, purché per un tempo non maggiore di venti anni.
L'enfiteuta, salvo che il titolo stabilisca diversamente, può disporre del proprio diritto? Sì, ma solo per atto di ultima volontà. Sì, ma solo con il consenso del concedente. Sì, sia per atto tra vivi che per atto di ultima volontà. No, mai.
Tizio ha concesso in enfiteusi il fondo Tuscolano a Caio senza nulla pattuire in ordine alla facoltà di disposizione del diritto dell'enfiteuta. In questo caso, l'enfiteuta può disporre del proprio diritto per atto tra vivi? No, salvo che si tratti di enfiteusi a tempo. No. No, salvo che si tratti di enfiteusi perpetua. Sì.
In caso di alienazione del diritto di enfiteusi, il nuovo enfiteuta è obbligato: al pagamento dei canoni non soddisfatti, solidalmente col precedente enfiteuta. al pagamento delle imposte scadute, senza diritto di rivalsa sul precedente enfiteuta. al pagamento delle imposte scadute, solidalmente col precedente enfiteuta. a liberare il fondo dai pesi che lo gravano, con diritto di rivalsa sul precedente enfiteuta.
In caso di alienazione del diritto del concedente, l'acquirente non può pretendere l'adempimento degli obblighi dell'enfiteuta prima che: all'enfiteuta sia stata notificata l'alienazione. l'enfiteuta abbia provveduto a pagare al venditore i canoni scaduti. l'enfiteuta abbia provveduto a liberare il fondo dai pesi che lo gravano. l'enfiteuta abbia provveduto al pagamento delle imposte scadute relative al fondo.
In caso di alienazione del diritto di enfiteusi, il precedente enfiteuta non è liberato dei suoi obblighi, prima che: il nuovo enfiteuta abbia provveduto al pagamento delle imposte scadute relative al fondo. sia stato notificato l'atto di acquisto al concedente. abbia provveduto al pagamento dei canoni scaduti. il nuovo enfiteuta abbia provveduto a liberare il fondo dai pesi che lo gravano.
È ammessa la subenfiteusi? No. Sì, ma solo se espressamente consentito nell'atto costitutivo di enfiteusi. Sì. Sì, ma solo nei primi tre anni dalla costituzione dell'enfiteusi.
Le spese dell'atto di ricognizione del proprio diritto richiesto dal concedente nei confronti di chi si trova nel possesso del fondo enfiteutico: si ripartiscono in quote eguali fra il concedente ed il possessore del fondo enfiteutico. si ripartiscono per un terzo a carico del possessore, e per la restante parte a carico del concedente. sono a carico del concedente. sono a totale carico del possessore del fondo enfiteutico.
Il concedente può richiedere la ricognizione del proprio diritto da chi si trova nel possesso del fondo enfiteutico: novanta giorni prima del compimento del ventennio. sei mesi prima del compimento del ventennio. un anno prima del compimento del ventennio. trenta giorni prima del compimento del ventennio.
Per l'atto di ricognizione del proprio diritto richiesto dal concedente nei confronti di chi si trova nel possesso del fondo enfiteutico: è dovuta un'indennità nella misura concordata con il possessore o, in difetto di accordo, determinata dalla camera arbitrale presso la C.C.I.A. provinciale. non è dovuta alcuna prestazione. è dovuta un'indennità da parte del possessore del fondo enfiteutico. è dovuta un'indennità determinata secondo gli usi.
Il diritto dell'enfiteuta si prescrive: per effetto del non uso protratto per venticinque anni. per effetto del non uso protratto per venti anni. per effetto del non uso protratto per dieci anni. per effetto del non uso protratto per quindici anni.
Se più sono i concedenti, l'affrancazione dell'enfiteusi: può effettuarsi per l'intero, purché vi acconsentano un numero di concedenti le cui quote assommino ai due terzi dell'estensione del fondo. deve effettuarsi per l'intero. può effettuarsi per l'intero, purché vi acconsentano un numero di concedenti le cui quote assommino alla metà dell'estensione del fondo. può effettuarsi per la quota che spetta a ciascun concedente.
Nel caso in cui venga promossa l'affrancazione, e più siano gli enfiteuti, l'enfiteuta affrancante per la totalità: subentra nei diritti del concedente verso gli altri enfiteuti, restando fissato il canone nella misura ultima corrisposta. subentra nei diritti del concedente verso gli altri enfiteuti, col diritto di percepire il canone in misura pari ai due terzi dell'ultimo corrisposto. subentra nei diritti del concedente verso gli altri enfiteuti, col diritto di percepire il canone in misura pari alla metà dell'ultimo corrisposto. subentra nei diritti del concedente verso gli altri enfiteuti, fatta salva, a favore di questi, una riduzione proporzionale del canone.
Se gli enfiteuti sono più, la affrancazione: può essere promossa anche da uno solo di essi, ma per la totalità del fondo. deve essere promossa da tutti gli enfiteuti, per la totalità del fondo. deve essere promossa da tutti gli enfiteuti, ma per una porzione che superi la metà dell'estensione del fondo. da tutti gli enfiteuti, ma per una porzione che superi i due terzi dell'estensione del fondo.
Le modalità dell'affrancazione del fondo enfiteutico, sono stabilite: con decreto prefettizio, per i contratti stipulati nella provincia di riferimento. con provvedimento dei presidenti delle camere di commercio, per i contratti stipulati nella provincia di riferimento. da leggi speciali. con decreto ministeriale.
La domanda di devoluzione del fondo enfiteutico non preclude all'enfiteuta: il diritto di affrancare, sempre che ricorrano le condizioni previste dall'art. 971 codice civile. il diritto di affrancare, purché dimostri di avere regolarmente pagato il canone. il diritto di affrancare, purché dimostri di avere integralmente riparato i deterioramenti rilevati dal concedente. il diritto di affrancare, purché dimostri di avere adempiuto all'obbligo di migliorare il fondo.
La domanda di devoluzione del fondo enfiteutico non preclude all'enfiteuta: il diritto di affrancare, purché dimostri di avere integralmente corrisposto al concedente i canoni scaduti. il diritto di affrancare, purché dimostri di avere corrisposto al concedente almeno la metà dei canoni scaduti. il diritto di affrancare, purché dimostri di avere corrisposto al concedente almeno un terzo dei canoni scaduti. il diritto di affrancare, sempre che ricorrano le condizioni previste dall'art. 971 codice civile.
Il concedente può chiedere la devoluzione del fondo enfiteutico, tra l'altro: se l'enfiteuta non adempie all'obbligo di migliorare il fondo. se l'enfiteuta non impiega operai salariati. se l'enfiteuta impiega operai retribuiti in misura inferiore ai limiti stabiliti con provvedimento dei presidenti delle camere di commercio, per le assunzioni effettuate nella provincia di riferimento. se l'enfiteuta impiega operai immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno.
Nel caso di mora nel pagamento del canone da parte dell'enfiteuta, la devoluzione del fondo enfiteutico al concedente non ha luogo: se l'enfiteuta ha effettuato il pagamento dei canoni maturati prima che gli sia stato notificato un atto di messa in mora del concedente, con fissazione di termine per il pagamento dei canoni scaduti. se l'enfiteuta ha effettuato il pagamento dei canoni maturati prima che gli sia stato notificato l'atto introduttivo dell'azione giudiziale promossa dal concedente per conseguire la devoluzione. se l'enfiteuta ha effettuato il pagamento dei canoni maturati prima che gli sia stato notificato un atto di messa in mora del concedente, contenente l'espressa indicazione che in difetto del pagamento dei canoni scaduti sarà richiesta la devoluzione. se l'enfiteuta ha effettuato il pagamento dei canoni maturati prima che sia intervenuta nel giudizio sentenza, ancorché di primo grado, che abbia accolto la domanda.
Il concedente può chiedere la devoluzione del fondo enfiteutico, tra l'altro: se l'enfiteuta non impiega operai salariati. se l'enfiteuta deteriora il fondo. se l'enfiteuta impiega operai retribuiti in misura inferiore ai limiti stabiliti con provvedimento dei presidenti delle camere di commercio, per le assunzioni effettuate nella provincia di riferimento. se l'enfiteuta impiega operai immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno.
Il concedente può chiedere la devoluzione del fondo enfiteutico, tra l'altro: se l'enfiteuta è in mora nel pagamento di un semestre del canone. se l'enfiteuta è in mora nel pagamento di un trimestre del canone. se l'enfiteuta è in mora nel pagamento di due annualità del canone. se l'enfiteuta è in mora nel pagamento di una annualità del canone.
La dichiarazione del concedente di valersi della clausola risolutiva espressa: non impedisce l'esercizio del diritto di affrancazione. non impedisce l'esercizio del diritto di affrancazione, purché l'enfiteuta ne faccia richiesta prima di ricevere la dichiarazione del concedente. preclude l'esercizio del diritto di affrancazione, a meno che la dichiarazione del concedente non abbia preceduto la domanda dell'enfiteuta. preclude l'esercizio del diritto di affrancazione.
In relazione al giudizio di devoluzione del fondo enfiteutico, intrapreso dal concedente, i creditori dell'enfiteuta possono: intervenire nel giudizio di devoluzione per conservare le loro ragioni, se il giudice autorizza l'intervento su richiesta dell'enfiteuta. intervenire nel giudizio di devoluzione per conservare le loro ragioni, solamente se l'enfiteuta li autorizzi ad avvalersi del diritto di affrancazione a lui spettante. intervenire nel giudizio di devoluzione per conservare le loro ragioni, se il concedente e l'enfiteuta lo consentano. offrire il risarcimento dei danni per l'inadempimento dell'enfiteuta ai propri obblighi, e dare cauzione per l'avvenire.
I creditori, che hanno iscritto ipoteca contro l'enfiteuta anteriormente alla trascrizione della domanda di devoluzione e ai quali questa non è stata notificata in tempo utile per poter intervenire: possono esercitare il diritto di affrancazione, dandone comunicazione all'enfiteuta e al concedente prima che questi proponga la domanda di devoluzione. perdono il diritto di affrancazione. conservano il diritto di affrancazione anche dopo avvenuta la devoluzione. possono esercitare il diritto di affrancazione, sino a che sia avvenuta la devoluzione.
Nel giudizio di devoluzione del fondo enfiteutico, i creditori dell'enfiteuta possono intervenire per conservare le loro ragioni: se il giudice autorizza l'intervento su richiesta dell'enfiteuta. valendosi all'uopo anche del diritto di affrancazione che spetti all'enfiteuta. solamente se l'enfiteuta li autorizzi ad avvalersi del diritto di affrancazione a lui spettante. se il concedente e l'enfiteuta lo consentano.
Nel giudizio di devoluzione del fondo enfiteutico, promosso dal concedente, i creditori dell'enfiteuta possono offrire il risarcimento dei danni per l'inadempimento dell'enfiteuta ai propri obblighi e dare cauzione per l'avvenire? Sì, sempre Sì previa offerta di provvedere direttamente all'eliminazione dei deterioramenti rilevati dal concedente. No. Sì, se l'enfiteuta lo consenta.
Alla cessazione dell'enfiteusi, se le addizioni fatte dall'enfiteuta non possono separarsi senza nocumento, gli spetta: il rimborso nella misura dell'aumento di valore conseguito dal fondo, sempre che vi sia stato miglioramento. il rimborso corrispondente al valore dell'addizione al momento della cessazione. il rimborso corrispondente a quanto speso dall'enfiteuta al momento dell'addizione. il rimborso corrispondente al valore dell'addizione al momento della cessazione, purché l'enfiteuta sia in regola con il pagamento dei canoni.
Quando cessa l'enfiteusi, le addizioni fatte dall'enfiteuta che possono essere tolte senza nocumento del fondo, possono essere ritenute dal concedente? Sì, pagando all'enfiteuta il valore al tempo della riconsegna. Sì, senza pagare all'enfiteuta alcunché. Sì, pagando all'enfiteuta un'indennità che, in caso di disaccordo, è equitativamente determinata dal giudice. Sì, pagando all'enfiteuta un'indennità pari nella misura dell'aumento di valore conseguito dal fondo per effetto delle addizioni stesse.
Alla cessazione dell'enfiteusi, all'enfiteuta compete la ritenzione del fondo fino a quando non è soddisfatto il suo credito: per il rimborso delle addizioni, se in giudizio è stata fornita qualche prova della loro sussistenza in genere. per il rimborso dei miglioramenti e delle addizioni, se l'enfiteuta è in regola con il pagamento dei canoni. per il rimborso dei miglioramenti, se in giudizio è stata fornita qualche prova della loro sussistenza in genere. per il rimborso dei miglioramenti e delle addizioni.
Quando cessa l'enfiteusi, per i miglioramenti apportati dall'enfiteuta: il concedente è tenuto al rimborso di tutto quanto speso dall'enfiteuta. il concedente non è tenuto al pagamento di alcunché. il concedente è tenuto al pagamento di un'indennità che, in caso di disaccordo, è equitativamente determinata dal giudice. il concedente è tenuto al rimborso nella misura dell'aumento di valore conseguito dal fondo per effetto dei miglioramenti stessi, quali sono accertati al tempo della riconsegna.
A norma del codice civile, può l'enfiteuta concludere locazioni? Sì, l'enfiteuta può concludere locazioni. No, l'enfiteuta non può concedere in locazione il fondo enfiteutico se non a coltivatore diretto, imprenditore agricolo a titolo principale o società cooperativa agricola. No, l'enfiteuta non può concludere locazioni. Sì, l'enfiteuta può concludere locazioni per una durata massima di quindici anni.
Le disposizioni contenute nel titolo IV "dell'enfiteusi" del Libro Terzo del codice civile: si applicano anche alle enfiteusi costituite dalle persone giuridiche, salvo che sia disposto diversamente dalle leggi speciali. si applicano anche alle enfiteusi costituite dalle associazioni non riconosciute. si applicano anche alle enfiteusi costituite dalle società in nome collettivo. si applicano anche alle enfiteusi costituite dalle società semplici.
Il diritto di usufrutto su immobili si può acquistare per usucapione? No, in nessun caso. Sì. Sì, ma solo da parte di chi è già nudo proprietario. No, salvo che trattasi di fondi rustici.
Vi è un limite per la durata dell'usufrutto costituito dal proprietario in favore di un'associazione riconosciuta? No, non vi è alcun limite. Sì, la durata della vita dell'ultimo socio. Sì, la durata della vita del rappresentante che sottoscrive il contratto. Sì, trenta anni.
Vi è un limite per la durata dell'usufrutto costituito dal proprietario in favore di una società a responsabilità limitata? Sì, trenta anni. Sì, la vita del nudo proprietario. No, non vi è alcun limite. La durata della vita del più giovane dei soci.
Vi è un limite per la durata dell'usufrutto costituito dal proprietario in favore di una persona fisica? No, non vi è alcun limite. Sì, la durata della vita dell'usufruttuario. Sì, la durata della vita del nudo proprietario. Sì, trenta anni.
Vi è un limite per la durata dell'usufrutto costituito dal proprietario in favore di una società per azioni? Sì, trenta anni. Sì, la durata della vita del nudo proprietario. No, non vi è alcun limite. Sì, la durata della vita del più giovane azionista.
Vi è un limite per la durata dell'usufrutto costituito dal proprietario in favore di società in accomandita per azioni? Sì, trenta anni. No, non vi è alcun limite. Sì, la durata della vita del nudo proprietario. Sì, la durata della vita del più giovane degli accomandatari.
La società per azioni Delta può vendere un capannone artigianale riservandosene l'usufrutto per venti anni? Sì, ma solo se la nuda proprietà del capannone venga trasferita nell'ambito della cessione dell'intera azienda della quale il capannone è parte. Sì. No, a meno che l'acquirente sia un'altra società. No.
Vi è un limite per la durata dell'usufrutto costituito dal proprietario in favore di una fondazione? No, non vi è alcun limite. Sì, la durata della vita del nudo proprietario. Sì, trenta anni. Sì, la durata della vita del socio fondatore.
La durata dell'usufrutto a favore di una persona fisica può eccedere la vita dell'usufruttuario? Sì, ma non oltre i trenta anni dalla morte dell'usufruttuario. No. Sì, ma non oltre il quinquennio dalla morte dell'usufruttuario. Sì.
L'usufrutto costituito a favore di una persona giuridica può durare più di trenta anni? Sì, purché si tratti di usufrutto su immobili da destinarsi al conseguimento dei fini statutari della persona giuridica. Sì, purché sia costituito a favore di una persona giuridica che persegue fini di assistenza e di beneficenza. No. Sì.
L'usufruttuario può cedere il proprio diritto? No. Sì, se ciò non è vietato dal titolo costitutivo. Sì, anche se ciò è vietato dal titolo costitutivo, ma per un periodo non eccedente la vita del cessionario. Sì, ma solo per un periodo non eccedente i dieci anni.
L'usufrutto nascente da atto fra vivi può essere ceduto? Sì, se ciò non è vietato dal titolo costitutivo. Sì, ma solo con l'espresso consenso del nudo proprietario. Sì, ma solo a titolo gratuito. No, mai.
Caio, usufruttuario del fondo Tuscolano, può cedere a titolo gratuito l'usufrutto a Sempronio? Sì, salvo che il titolo costitutivo dell'usufrutto lo vieti. No, mai. Sì, ma solo col consenso del proprietario. No, salvo che il titolo costitutivo dell'usufrutto lo consenta espressamente.
L'usufruttuario ha il diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto: con riserva di verificare lo stato della cosa entro il termine di sei mesi dal conseguimento del possesso. con riserva di verificare lo stato della cosa entro il termine di tre mesi dal conseguimento del possesso. nello stato in cui si trova. con riserva di verificare lo stato della cosa entro il termine di trenta giorni dal conseguimento del possesso.
L'usufruttuario ha il diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto: previa effettuazione dell'inventario a sue spese, dandone preventivo avviso al proprietario. previa effettuazione dell'inventario a sue spese, anche senza informarne il proprietario. previa effettuazione dell'inventario e se il titolo non statuisce sulla ripartizione delle relative spese, questa si fa per quote eguali. senza necessità di effettuare l'inventario.
Qualora l'usufruttuario sia dispensato dal fare l'inventario, deve ugualmente provvedervi: a spese del proprietario che ne faccia richiesta. se il proprietario ne faccia richiesta con ripartizione delle spese occorrenti per un terzo a carico dell'usufruttuario e per la restante quota a carico del proprietario. a proprie spese, se il proprietario ne faccia richiesta. se il proprietario ne faccia richiesta con ripartizione a metà delle spese occorrenti.
L'usufruttuario ha il diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto: previa prestazione di idonea garanzia, fatti salvi i casi di dispensa previsti dalla legge. previa prestazione di garanzia, nella misura pretesa dal proprietario. previa costituzione in cauzione di titoli del debito pubblico nei modi stabiliti per i depositi giudiziari. senza necessità di alcuna garanzia.
L'usufruttuario ha il diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto: previa accensione di ipoteca, salvo che nei riguardi di genitori per i beni appartenenti ai minori. previa prestazione di idonea garanzia, salvo che nei riguardi di parenti entro il terzo grado. previa prestazione di idonea garanzia, fatta eccezione per i genitori che hanno l'usufrutto legale sui beni dei loro figli minori. previa prestazione di idonea garanzia, anche da parte dei genitori qualora si tratti di bene appartenente ai figli minori.
L'usufruttuario ha il diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto: previa prestazione di garanzia, nel solo caso di vendita della cosa con riserva di usufrutto. previa prestazione di idonea garanzia, salvo che nei riguardi del venditore nella vendita con riserva di usufrutto, a meno che questi non ceda l'usufrutto, dovendo in tal caso prestarla. previa prestazione di idonea garanzia, salvo che nei riguardi del venditore nella vendita con riserva di usufrutto, a meno che questi non ceda l'usufrutto, e alla garanzia è tenuto in tal caso il cessionario. previa prestazione di idonea garanzia, salvo che nei riguardi del venditore nella vendita con riserva di usufrutto, a meno che questi non ceda l'usufrutto, e alla garanzia sono solidalmente tenuti in tal caso il cedente ed il cessionario.
L'usufruttuario ha il diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto: previa prestazione di garanzia nel solo caso di donazione della cosa con riserva di usufrutto. previa prestazione di idonea garanzia, salvo che nei riguardi del venditore nella vendita con riserva di usufrutto, a meno che questi non ceda l'usufrutto, dovendo in tal caso prestarla. previa prestazione di idonea garanzia, salvo che nei riguardi del donante nella donazione con riserva di usufrutto, a meno che questi non ceda l'usufrutto, essendo in tal caso tenuto alla garanzia il cessionario. previa prestazione di idonea garanzia, nel solo caso in cui l'usufrutto abbia ad oggetto cose consumabili.
L'usufruttuario ha il diritto di conseguire il possesso della cosa di cui ha l'usufrutto, purché: abbia fatto l'inventario ed abbia dato idonea garanzia. anche prima di avere fatto l'inventario, abbia dato idonea garanzia. anche prima di avere fatto l'inventario, abbia dato garanzia mediante costituzione di pegno o ipoteca. anche prima di avere fatto l'inventario, abbia dato garanzia mediante polizza fideiussoria.
In caso di costituzione di usufrutto su di un fondo, qualora il proprietario, dopo l'inizio dell'usufrutto e con il consenso dell'usufruttuario, abbia fatto una costruzione nel fondo, l'usufruttuario: è tenuto a corrispondere gli interessi sulle somme impiegate. è tenuto a corrispondere, in relazione alle somme impiegate, la quota capitale corrispondente al valore dell'usufrutto in rapporto all'età di esso usufruttuario. non è tenuto alla corresponsione di alcuna somma. è tenuto a corrispondere gli interessi sulla minor somma tra la spesa per la costruzione e il maggior valore conseguito dal fondo.
In caso di costituzione di usufrutto su di un fondo, qualora il proprietario, dopo l'inizio dell'usufrutto e con il consenso dell'usufruttuario, abbia realizzato delle piantagioni sul fondo, l'usufruttuario: non è tenuto alla corresponsione di alcuna somma. è tenuto a corrispondere gli interessi sulla minor somma tra la spesa per la piantagione e il maggior valore conseguito dal fondo. è tenuto a corrispondere, in relazione alle somme impiegate, la quota capitale corrispondente al valore dell'usufrutto in rapporto all'età di esso usufruttuario. è tenuto a corrispondere gli interessi sulle somme impiegate.
In caso di costituzione di usufrutto su di un fondo, qualora il proprietario, dopo l'inizio dell'usufrutto, abbia realizzato una costruzione nel fondo per disposizione della pubblica autorità, l'usufruttuario: è tenuto a corrispondere gli interessi sulla minor somma tra la spesa per la costruzione e il maggior valore conseguito dal fondo. è tenuto a corrispondere gli interessi sulle somme impiegate. è tenuto a corrispondere, in relazione alle somme impiegate, la quota capitale corrispondente al valore dell'usufrutto in rapporto all'età di esso usufruttuario. non è tenuto alla corresponsione di alcuna somma.
In caso di costituzione di usufrutto su di un fondo, qualora il proprietario, dopo l'inizio dell'usufrutto, abbia realizzato una piantagione sul fondo per disposizione della pubblica autorità, l'usufruttuario: è tenuto a corrispondere in relazione alle somme impiegate, la quota capitale corrispondente al valore dell'usufrutto in rapporto all'età di esso usufruttuario. è tenuto a corrispondere gli interessi sulla minor somma tra la spesa per la piantagione e il maggior valore conseguito dal fondo. non è tenuto alla corresponsione di alcuna somma. è tenuto a corrispondere gli interessi sulle somme impiegate.
In presenza di un diritto di usufrutto, a chi spettano i frutti naturali? Al nudo proprietario e all'usufruttuario in parti uguali tra loro. All'usufruttuario nei limiti dei bisogni suoi e della sua famiglia. All'usufruttuario per la durata del suo diritto. Al nudo proprietario.
In presenza di un diritto di usufrutto, a chi spettano i frutti civili? All'usufruttuario per la durata del suo diritto. Al nudo proprietario ed all'usufruttuario in parti uguali tra loro. All'usufruttuario nei limiti dei bisogni suoi e della sua famiglia. Al nudo proprietario.
Se il proprietario e l'usufruttuario si succedono nel godimento di un fondo entro l'anno agrario, a chi spettano i frutti? Al proprietario e all'usufruttuario in proporzione delle spese da ciascuno di essi sostenute e indipendentemente dalla durata del rispettivo diritto nel periodo interessato. All'usufruttuario e al proprietario in proporzione alla durata del rispettivo diritto nel periodo interessato. Al solo usufruttuario, salvo rimborso al proprietario delle spese da lui sostenute. Al solo proprietario, salvo rimborso all'usufruttuario delle spese da lui sostenute.
L'usufruttuario ha diritto a un'indennità per i miglioramenti apportati alla cosa oggetto di usufrutto? Sì, solo se i miglioramenti sussistano al momento della restituzione della cosa, anche se non autorizzati dal proprietario. Sì, solo se i miglioramenti furono espressamente autorizzati dal proprietario e sussistano al momento della restituzione della cosa. No, mai. Sì, solo se i miglioramenti furono autorizzati dal proprietario, ancorché non sussistano più al momento della restituzione della cosa.
In caso di miglioramenti apportati dall'usufruttuario alla cosa oggetto di usufrutto, l'indennità ad esso spettante corrisponde: alla minor somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti. alla maggior somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti. in ogni caso al valore dei miglioramenti. in ogni caso all'importo della spesa.
Nel caso che il proprietario preferisca ritenere le addizioni eseguite dall'usufruttuario, l'indennità a quest'ultimo spettante corrisponde: alla maggior somma tra l'importo della spesa e il valore delle addizioni al tempo della riconsegna. sempre e solo al valore delle addizioni al tempo della riconsegna. alla minor somma tra l'importo della spesa e il valore delle addizioni al tempo della riconsegna. sempre e solo all'importo della spesa.
In caso di addizioni apportate alla cosa dall'usufruttuario, che costituiscano miglioramento di essa e non possano essere separate senza nocumento della cosa stessa, l'indennità spettante all'usufruttuario corrisponde: in ogni caso al valore delle addizioni. alla minor somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti apportati dalle addizioni. alla minor somma tra l'importo della spesa e il valore delle addizioni al tempo della riconsegna. in ogni caso all'importo della spesa.
Alla cessazione dell'usufrutto, qualora le addizioni eseguite dall'usufruttuario sulla cosa oggetto di usufrutto possano essere tolte senza nocumento della cosa, può l'usufruttuario toglierle? No, mai. Sì, in ogni caso. No, salvo che trattasi di addizioni che hanno alterato la destinazione economica della cosa. Sì, salvo che il proprietario preferisca ritenere le addizioni.
L'usufruttuario può eseguire addizioni sulla cosa oggetto di usufrutto? Sì, anche se alterano la destinazione economica della cosa, purché si obblighi alla riduzione in pristino al momento della cessazione dell'usufrutto. Sì, purché non alterino la destinazione economica della cosa. Sì, sempre. No, mai.
In un terreno già destinato a cava al momento della costituzione dell'usufrutto, può l'usufruttuario, senza il consenso del proprietario, aprire delle nuove cave? Sì, ma previa autorizzazione delle competenti autorità. No, mai. Sì, sempre. Sì, ma indennizzando il proprietario dei danni che saranno accertati al termine dell'usufrutto.
Nell'ipotesi di usufrutto, gli alberi fruttiferi che periscono per accidente, a chi appartengono? Al proprietario. All'usufruttuario, il quale, però, è tenuto al pagamento di un'indennità al proprietario pari alla metà della somma ricavata dalla vendita dei frutti. All'usufruttuario, senza alcun obbligo. All'usufruttuario, il quale, però, ha l'obbligo di sostituirli con altri.
Nell'ipotesi di usufrutto, gli alberi fruttiferi che si spezzano per accidente, a chi appartengono? Al proprietario. All'usufruttuario, il quale, però, è tenuto al pagamento di un'indennità al proprietario pari alla metà della somma ricavata dalla vendita dei frutti. All'usufruttuario, senza alcun obbligo. All'usufruttuario, il quale, però, ha l'obbligo di sostituirli con altri.
L'usufruttuario può prendere nei boschi compresi nell'usufrutto: il legnatico di cui abbisogni, solamente se lo utilizzi per le riparazioni che sono a suo carico. i pali occorrenti per le vigne, senza osservare la pratica costante della regione. i pali occorrenti per le vigne, osservando sempre la pratica costante della regione. il legnatico di cui abbisogni, qualunque uso intenda farne, purché ciò risulti conforme alla pratica costante della regione.
L'usufruttuario può prendere dei pali nei boschi compresi nell'usufrutto? Sì, in mancanza di usi contrari. Sì, senza alcun limite. Sì, qualora occorrano per le vigne e per le altre coltivazioni che ne abbisognano, osservando sempre la pratica costante della regione. No, salvo che lo utilizzi per le riparazioni che sono a suo carico.
L'usufruttuario che intenda servirsi dei piantoni dei semenzai: deve osservare le prescrizioni dell'ispettorato agrario provinciale per la rimessa dei virgulti. può farlo liberamente, solo se li utilizzi per le riparazioni che sono a suo carico. deve osservare, tra l'altro, la pratica costante della regione per la rimessa dei virgulti. può farlo liberamente.
L'usufruttuario che intenda servirsi dei piantoni dei semenzai: deve osservare le prescrizioni dell'ispettorato agrario provinciale per il tempo e il modo della estrazione. deve osservare, tra l'altro, la pratica costante della regione per il tempo e il modo della estrazione. può farlo liberamente. può farlo liberamente, solo se li utilizzi per le riparazioni che sono a suo carico.
Nell'ipotesi in cui l'usufrutto sia stabilito sopra un gregge, l'usufruttuario è tenuto a surrogare gli animali periti per causa a lui non imputabile? No, l'usufruttuario è obbligato verso il proprietario solo a rendere conto delle pelli e del loro valore. No, l'usufruttuario è obbligato solo al pagamento di un'indennità verso il proprietario che, in caso di disaccordo, è equitativamente determinata dal giudice. No, non è configurabile a suo carico alcun obbligo. Sì, fino alla concorrente quantità dei nati, dopo che il gregge ha cominciato ad essere mancante del numero primitivo.
Nell'ipotesi in cui l'usufrutto sia stabilito sopra un gregge, l'usufruttuario è tenuto a surrogare gli animali periti, per causa a lui imputabile? No, mai. No, l'usufruttuario è obbligato solo al pagamento di un'indennità verso il proprietario che, in caso di disaccordo, è equitativamente determinata dal giudice. Sì, fino alla concorrente quantità dei nati, dopo che il gregge ha cominciato ad essere mancante del numero primitivo. No, l'usufruttuario è obbligato verso il proprietario solo a rendere conto delle pelli o del loro valore.
Nell'ipotesi in cui l'usufrutto sia stabilito sopra una mandria, l'usufruttuario è tenuto a surrogare gli animali periti, per causa a lui imputabile? No, mai. No, l'usufruttuario è obbligato solo al pagamento di un'indennità verso il proprietario che, in caso di disaccordo, è equitativamente determinata dal giudice. Sì, fino alla concorrente quantità dei nati, dopo che la mandria ha cominciato ad essere mancante del numero primitivo. No, l'usufruttuario è obbligato verso il proprietario solo a rendere conto delle pelli o del loro valore.
Nell'ipotesi in cui l'usufrutto sia stabilito sopra una mandria, l'usufruttuario è tenuto a surrogare gli animali periti per causa a lui non imputabile? No, non è configurabile a suo carico alcun obbligo. No, l'usufruttuario è obbligato solo al pagamento di un'indennità verso il proprietario che, in caso di disaccordo, è equitativamente determinata dal giudice. Sì, fino alla concorrente quantità dei nati, dopo che la mandria ha cominciato ad essere mancante del numero primitivo. No, l'usufruttuario è obbligato verso il proprietario solo a rendere conto delle pelli e del loro valore.
L'usufrutto può comprendere cose consumabili? Sì, ma solo se trattasi di usufrutto legale. Sì. No. Sì, ma solo se si tratta di denaro.
Se l'usufrutto comprende cose consumabili e ne è stata convenuta la stima, quale obbligo ha l'usufruttuario alla scadenza del suo diritto? Deve, a sua scelta, pagarne il valore secondo la stima o restituirne altre in eguale qualità e quantità. Deve pagarne il valore secondo la stima. Non ha alcun obbligo. Deve in ogni caso restituirne altre in eguale qualità e quantità.
L'usufrutto può comprendere cose deteriorabili? Sì, ma solo se trattasi di usufrutto legale. Sì. No. Sì, ma le cose devono essere riportate in pristino stato alla fine dell'usufrutto.
Nel caso di usufrutto comprendente cose deteriorabili, al momento dell'estinzione, quale obbligo grava sull'usufruttuario che se ne sia servito secondo l'uso al quale le cose sono destinate? L'usufruttuario è tenuto a restituire le cose nello stato in cui si trovano ed a versare al proprietario un'indennità per il deterioramento. L'usufruttuario è, a scelta del proprietario, tenuto a restituire le cose nello stato in cui si trovano oppure a versare al proprietario una somma pari al valore di mercato delle cose al momento della costituzione dell'usufrutto. L'usufruttuario è soltanto tenuto a restituire le cose nello stato in cui si trovano. L'usufruttuario è, a sua scelta, tenuto a restituire le cose nello stato in cui si trovano, versando al proprietario un'indennità per il deterioramento, oppure a versare al proprietario una somma pari al valore di mercato delle cose al momento dell'estinzione dell'usufrutto.
Alla fine dell'usufrutto, l'usufruttuario di cose deteriorabili che se ne sia servito secondo l'uso al quale sono destinate, è tenuto: soltanto a restituirle nello stato in cui si trovano. a restituirne altre in eguale qualità e quantità. a restituirle nello stato in cui si trovano e a pagare un conguaglio per il deterioramento che hanno subito. a pagarne il valore.
Se l'usufrutto comprende impianti che hanno una destinazione produttiva, relativamente alle parti che si logorano: l'usufruttuario è tenuto, a spese del proprietario, a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento. l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, ma ha diritto al rimborso da parte del proprietario di una quota pari alla metà di quanto speso per le riparazioni. l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, ma se ciò comporta spese che eccedono le ordinarie riparazioni, il proprietario, al termine dell'usufrutto, è tenuto a corrispondergli una congrua indennità. l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, senza aver diritto ad alcuna indennità, anche se si tratta di spese che eccedono le ordinarie riparazioni.
Se l'usufrutto comprende macchinari che hanno una destinazione produttiva, relativamente alle parti che si logorano: l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, ma ha diritto al rimborso, da parte del proprietario, di una quota pari alla metà di quanto speso per le riparazioni. l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, senza aver diritto ad alcuna indennità, anche se si tratta di spese che eccedono le ordinarie riparazioni. l'usufruttuario è tenuto, a spese del proprietario, a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento. l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, ma se ciò comporta spese che eccedono le ordinarie riparazioni, il proprietario, al termine dell'usufrutto, è tenuto a corrispondergli una congrua indennità.
Se l'usufrutto comprende opifici che hanno una destinazione produttiva, relativamente alle parti che si logorano: l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, senza aver diritto ad alcuna indennità, anche se si tratta di spese che eccedono le ordinarie riparazioni. l'usufruttuario è tenuto, a spese del proprietario, a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento. l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, ma se ciò comporta spese che eccedono le ordinarie riparazioni, il proprietario, al termine dell'usufrutto, è tenuto a corrispondergli una congrua indennità. l'usufruttuario è tenuto a ripararle e a sostituirle, in modo da assicurarne il regolare funzionamento, ma ha diritto al rimborso, da parte del proprietario, di una quota pari alla metà di quanto speso per le riparazioni.
Al termine dell'usufrutto, le scorte vive di un fondo devono essere restituite: in eguale quantità, anche se di qualità diversa da quella originaria. nella quantità residuata all'utilizzo dell'usufruttuario. a meno che non si tratti di cose consumabili. in eguale quantità e qualità.
Nell'usufrutto, l'eccedenza delle scorte morte di un fondo al momento della restituzione deve essere regolata in danaro? Sì, secondo il loro valore al termine dell'usufrutto. No, deve essere regolata in natura, anche con l'attribuzione all'usufruttuario di scorte di qualità diversa ma di egual valore. Sì, ed il proprietario è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, ad indennizzare l'usufruttuario della correlativa diminuzione patrimoniale. No, perché avvantaggia il proprietario del fondo, escluso qualsiasi indennizzo all'usufruttuario.
Al termine dell'usufrutto, le scorte morte di un fondo devono essere restituite in eguale quantità e qualità? No. Sì, fatta eccezione però per le cose consumabili. Sì, sempre. Sì, ma solo nella quantità residuata all'utilizzo dell'usufruttuario.
Nell'usufrutto, l'eccedenza delle scorte vive di un fondo al momento della restituzione: deve essere regolata in natura, anche con l'attribuzione di scorte di qualità diversa. deve essere regolata in danaro, secondo il loro valore al termine dell'usufrutto. deve essere regolata in natura, con l'attribuzione di scorte dello stesso genere. avvantaggia il proprietario del fondo, escluso qualsiasi indennizzo all'usufruttuario.
Nell'usufrutto, la deficienza delle scorte morte di un fondo al momento della restituzione: deve essere regolata in danaro, secondo il loro valore al termine dell'usufrutto. avvantaggia il proprietario del fondo, escluso qualsiasi indennizzo all'usufruttuario. deve essere regolata in natura, anche con l'attribuzione all'usufruttuario di scorte di qualità diversa. deve essere regolata in natura, con l'attribuzione di scorte dello stesso genere.
Nell'usufrutto, la deficienza delle scorte vive di un fondo al momento della restituzione: deve essere regolata in danaro, secondo il loro valore al termine dell'usufrutto. avvantaggia l'usufruttuario, escluso qualsiasi indennizzo al proprietario del fondo. deve essere regolata in natura, anche con l'attribuzione di scorte di qualità diversa. deve essere regolata in natura, con l'attribuzione di scorte dello stesso genere.
A norma del codice civile la locazione stipulata per soddisfare esigenze abitative di natura transitoria (a scopo di villeggiatura), che non consti da atto pubblico o scrittura privata di data certa, conclusa, relativamente a un villino, dal titolare di un usufrutto vitalizio e in corso al tempo della cessazione dell'usufrutto continua, per la durata stabilita, anche dopo la morte dell'usufruttuario? Sì, ma non oltre cinque anni dalla cessazione dell'usufrutto. Sì, ma non oltre un anno dalla cessazione dell'usufrutto. Sì, qualunque sia la durata stabilita. No.
La locazione di un villino, stipulata per soddisfare esigenze abitative di natura transitoria (villeggiatura), conclusa dal titolare di un usufrutto vitalizio mediante atto pubblico o scrittura privata di data certa anteriore alla sua morte, a norma del codice civile continua: per tutta la durata stabilita, qualunque essa sia. per la durata stabilita, ma non oltre nove anni dalla cessazione dell'usufrutto. per la durata stabilita, ma non oltre il quinquennio dalla cessazione dell'usufrutto. per l'anno in corso, indipendentemente dalla durata stabilita.
Tizio costituisce diritto di usufrutto per la durata di venti anni a favore di Caio relativamente a un villino di sua proprietà. Trascorsi dieci anni dalla costituzione di usufrutto Caio concede in locazione detto villino per esigenze abitative di natura transitoria (villeggiatura) a favore di Sempronio per la durata di nove anni con atto pubblico o scrittura privata di data certa. Se dopo un anno dalla stipula del contratto di locazione Caio muore, a norma del codice civile la locazione: continua fino alla sua naturale scadenza. non può durare oltre il quinquennio dalla cessazione dell'usufrutto. non dura, in ogni caso, se non per l'anno in corso alla data di cessazione dell'usufrutto. si risolve di diritto al momento della morte dell'usufruttuario.
Tizio costituisce un usufrutto ventennale su un villino di sua proprietà a favore di Caio. Trascorsi quattordici anni dalla costituzione dell'usufrutto, Caio concede in locazione detto villino, per esigenze abitative di carattere transitorio (villeggiatura), a favore di Sempronio, per la durata di nove anni, mediante scrittura privata registrata il giorno successivo. Scaduto il termine di durata dell'usufrutto, a norma del codice civile la locazione: continua ma non oltre il quinquennio dalla cessazione dell'usufrutto. continua per l'intera sua durata. non dura se non per l'anno in corso al tempo in cui cessa l'usufrutto. si risolve nel momento di cessazione dell'usufrutto, con diritto del proprietario all'immediato rilascio dell'immobile.
Per la riscossione di somme che rappresentano un capitale gravato d'usufrutto, la cui costituzione sia stata notificata al debitore, a norma del codice civile è necessario: il concorso del titolare del credito e dell'usufruttuario. l'intervento del solo titolare del credito. l'intervento del solo usufruttuario. l'intervento indifferentemente del titolare del credito o dell'usufruttuario.
Al termine dell'usufrutto, la restituzione delle cose oggetto di tale diritto costituisce un obbligo dell'usufruttuario? Sì, salvo che l'usufrutto abbia ad oggetto cose consumabili. No, salvo il caso di usufrutto di durata infranovennale. No, salvo il caso di usufrutto costituito a titolo gratuito. Sì, salvo che l'usufrutto abbia ad oggetto cose di modico valore.
A norma del codice civile l'usufruttuario, prima di conseguire il possesso dei beni, deve tra l'altro: fare a sue spese l'inventario dei beni, a meno che si tratti di beni non consumabili né deteriorabili. fare a sue spese l'inventario dei beni, previo avviso al proprietario, a meno che non sia stato da ciò dispensato. fare a sue spese l'inventario dei beni, previo avviso al proprietario, e ciò anche se ne sia stato dispensato. fare a sue spese l'inventario dei beni, previo avviso al proprietario, ad eccezione dei casi di vendita o donazione con riserva di usufrutto.
Qualora il venditore con riserva di usufrutto ceda successivamente l'usufrutto a un terzo, il cessionario è tenuto a prestare garanzia a favore del nudo proprietario? Sì. Sì, salvo che l'usufrutto abbia ad oggetto beni immobili. No, salvo che l'usufrutto abbia ad oggetto cose consumabili. No, in nessun caso.
Qualora il donante con riserva di usufrutto ceda successivamente l'usufrutto a un terzo, il cessionario è tenuto a prestare idonea garanzia al nudo proprietario? Sì. No, salvo che l'usufrutto abbia ad oggetto cose consumabili. Sì, salvo che l'usufrutto abbia ad oggetto beni immobili. No, in nessun caso.
I genitori che hanno l'usufrutto legale sui beni dei figli minori devono prestare idonea garanzia? Sì. Sì, salvo che ne siano stati espressamente dispensati dal giudice tutelare. Sì, salvo che si tratti di beni acquistati dai minori a titolo gratuito. No.
Se l'atto costitutivo di usufrutto a titolo oneroso nulla dispone, l'usufruttuario può conseguire il possesso dei beni oggetto dell'usufrutto prima di averne fatto a sue spese l'inventario e di avere dato idonea garanzia? Sì, salvo che l'usufrutto comprenda cose consumabili o deteriorabili. Sì, salvo che l'usufruttuario sia una persona giuridica. Sì. No.
Qualora l'usufrutto sia costituito per atto tra vivi a favore di una società per azioni, può la società usufruttuaria essere dispensata dal fare l'inventario dei beni oggetto dell'usufrutto? Sì. Sì, ma solo se il capitale sociale è pari o superiore al valore dei beni oggetto dell'usufrutto. Sì, ma solo se trattasi di cose non consumabili. No.
Qualora l'usufrutto sia costituito per atto tra vivi a favore di una società cooperativa a responsabilità limitata, può la società usufruttuaria essere dispensata dal fare l'inventario dei beni oggetto dell'usufrutto? Sì. Sì, ma solo se trattasi di cose non consumabili. No. Sì, ma solo se il capitale sociale è pari o superiore al valore dei beni oggetto dell'usufrutto.
Qualora l'usufrutto sia costituito per atto tra vivi a favore di una associazione riconosciuta, può l'usufruttuaria essere dispensata dal fare l'inventario dei beni oggetto dell'usufrutto? Sì. Sì, ma solo se il patrimonio dell'associazione è pari o superiore al valore dei beni oggetto dell'usufrutto. Sì, ma solo se trattasi di cose non consumabili. No.
A norma del codice civile l'usufruttuario, prima di conseguire il possesso dei beni, deve tra l'altro: dare idonea garanzia, salvo che si tratti di genitori che hanno l'usufrutto legale sui beni dei loro figli minori o di venditore o donante con riserva d'usufrutto. dare in ogni caso idonea garanzia. dare idonea garanzia nel solo caso in cui l'usufrutto abbia per oggetto beni immobili. dare idonea garanzia, a meno che si tratti di beni non consumabili né deteriorabili.
Qualora l'usufrutto sia costituito per atto tra vivi a favore di una fondazione, può l'usufruttuaria essere dispensata dal fare l'inventario dei beni oggetto dell'usufrutto? Sì. Sì, ma solo se il patrimonio della fondazione è pari o superiore al valore dei beni oggetto dell'usufrutto. Sì, ma solo se trattasi di cose non consumabili. No.
Il titolare di un usufrutto costituito per atto fra vivi deve fare l'inventario dei beni? Sì, a meno che non ne venga dispensato. No, mai. Sì, ma solo su espressa richiesta del nudo proprietario. Sì, ma solo se gli viene imposto dal giudice.
Qualora l'usufrutto sia costituito per atto tra vivi a favore di una società in accomandita per azioni, può la società usufruttuaria essere dispensata dal fare l'inventario dei beni oggetto dell'usufrutto? Sì. No. Sì, ma solo se trattasi di cose non consumabili. Sì, ma solo se il capitale sociale è pari o superiore al valore dei beni oggetto dell'usufrutto.
Qualora l'usufrutto sia costituito per atto tra vivi a favore di una società a responsabilità limitata, può la società usufruttuaria essere dispensata dal fare l'inventario dei beni oggetto dell'usufrutto? No. Sì. Sì, ma solo se il capitale sociale è pari o superiore al valore dei beni oggetto dell'usufrutto. Sì, ma solo se trattasi di cose non consumabili.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto: le derrate restano nella disponibilità del proprietario, che ne decide liberamente la destinazione. le derrate sono vendute e il loro prezzo è collocato a interesse. le derrate sono vendute e il loro prezzo è assegnato al proprietario. le derrate sono vendute e il loro prezzo è assegnato all'usufruttuario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia a cui è tenuto: gli immobili sono messi sotto amministrazione, salva la facoltà all'usufruttuario di farsi assegnare per propria abitazione una casa compresa nell'usufrutto. gli immobili sono locati, qualora l'usufruttuario rinunci a farsi assegnare per propria abitazione una casa compresa nell'usufrutto. gli immobili sono locati, qualora l'usufruttuario vi acconsenta. gli immobili vengono concessi in uso all'usufruttuario, dietro versamento di un canone ridotto qualora egli eserciti la facoltà di farsi assegnare per propria abitazione una casa compresa nell'usufrutto.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e gli immobili sono locati, le pigioni e i fitti: appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e nell'usufrutto sono compresi beni mobili i quali si deteriorano con l'uso, qualora il proprietario chieda che detti beni siano venduti: l'usufruttuario può nondimeno domandare che gli siano lasciati i mobili necessari per il proprio uso. l'usufruttuario può nondimeno domandare che gli siano lasciati i mobili necessari per il proprio uso se il proprietario vi acconsenta. l'usufruttuario può nondimeno domandare che gli siano lasciati i mobili necessari per il proprio uso e, in caso di rifiuto del proprietario, l'assegnazione dei beni è decisa da un collegio di tre arbitri designati dall'autorità giudiziaria. l'usufruttuario può nondimeno domandare che gli siano lasciati i mobili necessari per il proprio uso e, in caso di rifiuto del proprietario, l'assegnazione dei beni è decisa da un terzo designato dall'autorità giudiziaria.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto: le derrate sono vendute e il loro prezzo è affidato in custodia a una terza persona designata dall'autorità giudiziaria. le derrate sono vendute e il loro prezzo è affidato in custodia a una terza persona designata dall'usufruttuario, con obbligo di rendiconto. le derrate sono vendute e il loro prezzo è affidato in custodia a una terza persona designata dal proprietario, con obbligo di rendiconto. le derrate sono vendute e il loro prezzo è collocato a interesse.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto: il danaro è investito in titoli di stato con scadenza trimestrale, rinnovati sino alla prestazione della garanzia. il danaro è collocato in un conto di deposito postale infruttifero. il danaro è collocato a interesse. il danaro è investito in titoli di stato con scadenza semestrale, rinnovati sino alla prestazione della garanzia.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto: le derrate sono vendute e il loro prezzo è affidato in custodia a una terza persona, scelta dalle parti, la cui designazione, in caso di dissenso, è fatta dall'autorità giudiziaria. le derrate sono vendute e il loro prezzo è collocato a interesse. le derrate sono vendute e il loro prezzo è affidato in custodia a un notaio, scelto dalle parti, la cui designazione, in caso di dissenso, è fatta dal Consiglio del collegio notarile nel cui distretto risiede il proprietario. le derrate sono vendute e il loro prezzo è affidato in custodia a una terza persona, designata dall'autorità giudiziaria.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto: i titoli al portatore possono essere depositati presso un istituto di credito designato in ogni caso dall'autorità giudiziaria. i titoli al portatore possono essere depositati presso una terza persona scelta dalle parti o presso un istituto di credito, la cui designazione, in caso di dissenso, è fatta dall'autorità giudiziaria. i titoli al portatore possono essere depositati presso un istituto di credito designato dal proprietario. i titoli al portatore possono essere depositati presso un istituto di credito designato dall'usufruttuario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto: i titoli al portatore si convertono in danaro collocato in un conto di deposito presso la Cassa depositi e prestiti. i titoli al portatore si convertono in danaro assegnato ad un amministratore nominato dall'Autorità Giudiziaria. i titoli al portatore si convertono in titoli nominativi a favore del proprietario con il vincolo dell'usufrutto, ovvero si depositano presso una terza persona scelta dalle parti o presso un istituto di credito. i titoli al portatore possono essere depositati presso un notaio, scelto dalle parti, o designato, in caso di dissenso, dal Consiglio del collegio notarile nel cui distretto risiede il proprietario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e gli immobili sono messi sotto amministrazione, le pigioni e i fitti: appartengono all'usufruttuario. appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e i titoli al portatore si depositano presso una terza persona nominata dall'autorità giudiziaria in caso di dissenso fra le parti, le rendite: appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario. appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto: le derrate sono vendute e il loro prezzo è depositato presso un istituto di credito designato dall'autorità giudiziaria. le derrate sono vendute e il loro prezzo è collocato a interesse. le derrate sono vendute e il loro prezzo è depositato presso un istituto di credito designato dal proprietario. le derrate sono vendute e il loro prezzo è depositato presso un istituto di credito designato dall'usufruttuario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e il danaro è collocato a interesse, gli interessi: appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e i titoli al portatore si convertono in nominativi a favore del proprietario con il vincolo dell'usufrutto, le rendite: appartengono all'usufruttuario. appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto, l'amministrazione degli immobili: è affidata, congiuntamente, al proprietario, e all'usufruttuario. è affidata, con il consenso dell'usufruttuario, al proprietario o ad un terzo scelto, di comune accordo o, in mancanza, dall'autorità giudiziaria. è affidata al proprietario, anche se l'usufruttuario non vi acconsenta. è affidata, in ogni caso, ad un amministratore giudiziario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e i titoli al portatore si depositano presso una terza persona scelta dalle parti, le rendite: appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario. appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e i titoli al portatore si depositano presso un istituto di credito scelto dalle parti, le rendite: appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario. appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e i titoli al portatore si depositano presso un istituto di credito scelto dall'autorità giudiziaria in caso di dissenso fra le parti, le rendite: appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario. appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia a cui è tenuto: gli immobili sono locati, salva la facoltà all'usufruttuario di farsi assegnare per propria abitazione una casa compresa nell'usufrutto. gli immobili sono locati, qualora l'usufruttuario rinunci a farsi assegnare per propria abitazione una casa compresa nell'usufrutto. gli immobili sono locati, qualora l'usufruttuario vi acconsenta. gli immobili vengono concessi in uso all'usufruttuario, dietro versamento di un canone ridotto qualora egli eserciti la facoltà di farsi assegnare per propria abitazione una casa compresa nell'usufrutto.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e le derrate sono vendute, gli interessi maturati dal collocamento del prezzo ricavato dalla vendita: appartengono all'usufruttuario. appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e i beni costituiti in usufrutto sono amministrati con le modalità previste dall'art.1003 comma primo codice civile, gli interessi dei capitali, le rendite, le pigioni e i fitti: appartengono all'usufruttuario per un terzo, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per due terzi, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario per la metà, con l'assegnazione della restante quota al proprietario. appartengono all'usufruttuario.
Se l'usufruttuario non presta la garanzia cui è tenuto e nell'usufrutto sono compresi beni mobili i quali si deteriorano con l'uso: il proprietario può chiedere che siano venduti e il loro prezzo sia collocato a interesse. il proprietario può chiedere che siano venduti e il loro prezzo sia consegnato all'usufruttuario. il proprietario può chiedere che siano venduti e il loro prezzo sia consegnato ad esso proprietario. il proprietario ne conserva la disponibilità decidendone liberamente la destinazione.
A norma del codice civile quali spese sono a carico dell'usufruttuario? Solo ed esclusivamente le riparazioni straordinarie. Solo ed esclusivamente le spese ed oneri relativi all'amministrazione e manutenzione ordinaria della cosa. Le spese e, in genere, gli oneri relativi alla custodia, amministrazione e manutenzione ordinaria della cosa, nonché le riparazioni straordinarie rese necessarie dall'inadempimento degli obblighi di ordinaria manutenzione. Tutte le spese ed oneri di qualsiasi natura.
In materia di usufrutto, a carico di chi sono le spese relative alla manutenzione ordinaria della cosa? A carico esclusivo dell'usufruttuario. A carico dell'usufruttuario per due terzi e del proprietario per un terzo. A carico esclusivo del proprietario. A carico del proprietario e dell'usufruttuario in parti eguali.
In materia di usufrutto, a carico di chi sono le riparazioni straordinarie della cosa, escluse quelle rese necessarie dall'inadempimento degli obblighi di manutenzione ordinaria? A carico esclusivo dell'usufruttuario. A carico del proprietario e dell'usufruttuario in parti eguali. A carico dell'usufruttuario per un terzo e del proprietario per due terzi. A carico del proprietario, ma l'usufruttuario deve a questi corrispondere, durante l'usufrutto, l'interesse delle somme spese per tali riparazioni.
Se il proprietario, senza giusto motivo, rifiuta di eseguire quelle riparazioni straordinarie che la legge pone a suo carico e che non derivano da inadempimento degli obblighi di manutenzione ordinarie: l'usufruttuario non ha facoltà di farle eseguire a proprie spese. l'usufruttuario ha la facoltà di farle eseguire a proprie spese. l'usufruttuario ha l'obbligo di farle eseguire a proprie spese. l'usufruttuario ha facoltà di farle eseguire a proprie spese purché il diritto di usufrutto sia stato costituito a titolo oneroso.
Se il proprietario, senza giusto motivo, ritarda l'esecuzione delle riparazioni straordinarie che la legge pone a suo carico e che non derivano da inadempimento degli obblighi di manutenzione ordinaria: l'usufruttuario ha la facoltà di farle eseguire a proprie spese. l'usufruttuario ha l'obbligo di farle eseguire a proprie spese. l'usufruttuario ha facoltà di farle eseguire a proprie spese purché il diritto di usufrutto sia stato costituito a titolo oneroso. l'usufruttuario non ha facoltà di farle eseguire a proprie spese.
Nel caso in cui, per vetustà o caso fortuito, rovini soltanto in parte l'edificio che formava accessorio necessario del fondo soggetto a usufrutto, a garanzia del rimborso delle spese sostenute per le riparazioni poste a carico del proprietario, che questi abbia rifiutato di eseguire: l'usufruttuario ha diritto di ritenere l'immobile riparato. l'usufruttuario ha diritto di richiedere la costituzione di ipoteca sull'immobile riparato. l'usufruttuario ha diritto di richiedere la vendita dell'immobile, soddisfacendosi sul prezzo ricavato sino alla concorrenza delle spese anticipate. l'usufruttuario ha diritto di richiedere la costituzione di ipoteca sull'intero fondo.
Nel caso in cui, per vetustà o caso fortuito, rovini soltanto in parte l'edificio che formava accessorio necessario del fondo soggetto a usufrutto, le spese sostenute dall'usufruttuario per le riparazioni a carico del proprietario, che questi abbia rifiutato di eseguire: devono essere rimborsate alla fine dell'usufrutto per la metà dell'importo anticipato, con gli interessi maturati. devono essere rimborsate alla fine dell'usufrutto per i due terzi dell'importo anticipato, senza interesse. devono essere rimborsate alla fine dell'usufrutto, con gli interessi maturati. devono essere rimborsate alla fine dell'usufrutto senza interesse.
Nel caso in cui, per vetustà o caso fortuito, rovini soltanto in parte l'edificio che formava accessorio necessario del fondo soggetto a usufrutto: l'usufruttuario deve corrispondere al proprietario l'interesse delle somme spese per le riparazioni straordinarie, se le abbia preventivamente approvate. l'usufruttuario deve corrispondere al proprietario l'interesse delle somme spese per le riparazioni straordinarie, se tali spese siano state preventivamente approvate da un terzo scelto d'accordo con il proprietario. l'usufruttuario deve corrispondere al proprietario l'interesse delle somme spese per le riparazioni straordinarie, se tali spese siano state preventivamente approvate da un terzo designato dall'autorità giudiziaria. l'usufruttuario deve corrispondere al proprietario l'interesse delle somme spese per le riparazioni straordinarie.
Per l'anno in corso al principio e alla fine dell'usufrutto, i pesi che gravano sul reddito: si ripartiscono tra il proprietario e l'usufruttuario in proporzione della durata del rispettivo diritto. si ripartiscono a metà tra il proprietario e l'usufruttuario. sono, per un terzo del loro importo, a carico del proprietario, e per la restante quota a carico dell'usufruttuario. sono a carico del proprietario i pesi maturati per l'anno in corso al principio dell'usufrutto, e a carico dell'usufruttuario quelli maturati per l'anno in corso alla fine dell'usufrutto.
Per l'anno in corso al principio e alla fine dell'usufrutto, le rendite fondiarie: sono a carico del proprietario le rendite dovute per l'anno in corso al principio dell'usufrutto, e a carico dell'usufruttuario quelle dovute per l'anno in corso alla fine dell'usufrutto. si ripartiscono tra il proprietario e l'usufruttuario in proporzione della durata del rispettivo diritto. si ripartiscono a metà tra il proprietario e l'usufruttuario. sono, per un terzo del loro importo, a carico del proprietario, e per la restante quota a carico dell'usufruttuario.
Per l'anno in corso al principio e alla fine dell'usufrutto, i canoni gravanti sul bene: sono, per un terzo del loro importo, a carico del proprietario, e per la restante quota a carico dell'usufruttuario. si ripartiscono a metà tra il proprietario e l'usufruttuario. sono a carico del proprietario i canoni dovuti per l'anno in corso al principio dell'usufrutto, e a carico dell'usufruttuario quelli dovuti per l'anno in corso alla fine dell'usufrutto. si ripartiscono tra il proprietario e l'usufruttuario in proporzione della durata del rispettivo diritto.
Per l'anno in corso al principio e alla fine dell'usufrutto, le imposte: sono a carico del proprietario le imposte dovute per l'anno in corso al principio dell'usufrutto, e a carico dell'usufruttuario quelle dovute per l'anno in corso alla fine dell'usufrutto. sono, per un terzo del loro importo, a carico del proprietario, e per la restante quota a carico dell'usufruttuario. si ripartiscono tra il proprietario e l'usufruttuario in proporzione della durata del rispettivo diritto. si ripartiscono a metà tra il proprietario e l'usufruttuario.
L'usufruttuario è tenuto, per la durata del suo diritto: al pagamento di tutti i pesi che gravano sul reddito, per un terzo del loro importo. al pagamento di tutti i pesi che gravano sul reddito, per i due terzi del loro importo. al pagamento di tutti i pesi che gravano sul reddito, per la metà del loro importo. al pagamento di tutti i pesi che gravano sul reddito.
L'usufruttuario è tenuto, per la durata del suo diritto: al pagamento delle rendite fondiarie, incluse quelle scadute anteriormente alla costituzione dell'usufrutto per un terzo del loro importo. al pagamento delle rendite fondiarie, incluse quelle scadute anteriormente alla costituzione dell'usufrutto. al pagamento delle rendite fondiarie annuali. al pagamento delle rendite fondiarie, incluse quelle scadute anteriormente alla costituzione dell'usufrutto per la metà del loro importo.
L'usufruttuario è tenuto, per la durata del suo diritto: al pagamento dei canoni annuali, inclusi quelli scaduti anteriormente alla costituzione dell'usufrutto per un terzo del loro importo. al pagamento dei canoni annuali. al pagamento dei canoni annuali, inclusi quelli scaduti anteriormente alla costituzione dell'usufrutto. al pagamento dei canoni annuali, inclusi quelli scaduti anteriormente alla costituzione dell'usufrutto per la metà del loro importo.
L'usufruttuario è tenuto, per la durata del suo diritto: al pagamento delle imposte, incluse quelle scadute anteriormente alla costituzione dell'usufrutto. al pagamento delle imposte, incluse quelle scadute anteriormente alla costituzione dell'usufrutto per la metà del loro importo. al pagamento delle imposte, incluse quelle scadute anteriormente alla costituzione dell'usufrutto per un terzo del loro importo. al pagamento delle imposte.
Nell'ipotesi di usufrutto, salvo diverse disposizioni di legge, chi è tenuto al pagamento dei carichi imposti sulla proprietà? Il proprietario, ma l'usufruttuario gli deve corrispondere l'interesse sulla somma pagata. Il proprietario, senza alcun diritto a rimborso di interessi sulla somma versata. Il proprietario e l'usufruttuario in ragione di metà per ciascuno della quota da pagare. L'usufruttuario, ma il proprietario gli deve corrispondere l'interesse sulla somma pagata.
Tizio, usufruttuario di un'eredità gravata da debiti, è obbligato a pagare gli interessi dei debiti medesimi? No. No, salvo che si tratti di usufrutto vitalizio. Sì, ma solo se, trattandosi di successione testamentaria, il testatore lo abbia a ciò espressamente obbligato. Sì.
Tizio, usufruttuario di un'eredità, fornisce la somma occorrente per il pagamento (che si renda necessario durante l'usufrutto) del capitale di un debito gravante l'eredità stessa. Tale somma: deve essere rimborsata all'usufruttuario, senza interessi, alla fine dell'usufrutto. non deve essere rimborsata all'usufruttuario, al quale spettano, alla fine dell'usufrutto, solo gli interessi sulla somma versata. deve essere rimborsata all'usufruttuario, entro un anno dal pagamento e maggiorata degli interessi legali. non deve essere rimborsata all'usufruttuario, salvo che questi sia minore.
Se l'usufruttuario di una eredità o di una quota di eredità anticipa il pagamento del capitale dei debiti che si renda necessario durante l'usufrutto: ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza dei due terzi della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza della metà della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza di un terzo della somma a lui dovuta.
Se l'usufruttuario anticipa il pagamento dei carichi imposti sulla proprietà nel corso dell'usufrutto: ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza dei due terzi della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza della metà della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza di un terzo della somma a lui dovuta.
Se l'usufruttuario di una eredità o di una quota di eredità anticipa il pagamento del capitale dei legati che si renda necessario durante l'usufrutto: ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza della metà della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza dei due terzi della somma a lui dovuta. ha diritto di ritenzione sui beni che sono in suo possesso fino alla concorrenza di un terzo della somma a lui dovuta.
Se durante l'usufrutto un terzo offende le ragioni del proprietario, comunicando all'usufruttuario la propria titolarità sulla nuda proprietà: l'usufruttuario può, a sua scelta, farne denunzia al proprietario o agire esercitando direttamente le azioni a tutela delle ragioni del proprietario. l'usufruttuario è tenuto a farne denunzia al proprietario. l'usufruttuario può agire esercitando direttamente le azioni a tutela delle ragioni del proprietario. l'usufruttuario non è tenuto a farne denunzia al proprietario.
Se durante l'usufrutto un terzo commette usurpazione sul fondo e l'usufruttuario omette di farne denunzia: non è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario. è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario. è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario, qualora non abbia esercitato direttamente le azioni a difesa del possesso. è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario, qualora abbia esercitato direttamente le azioni a difesa del possesso con esito sfavorevole.
Se durante l'usufrutto un terzo offende le ragioni del proprietario e l'usufruttuario omette di fargliene denunzia: è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario, qualora abbia esercitato direttamente le azioni a tutela delle ragioni del proprietario con esito sfavorevole. non è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario. è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario, qualora non abbia esercitato direttamente le azioni a tutela delle ragioni del proprietario. è responsabile dei danni che eventualmente siano derivati al proprietario.
L'usufruttuario che intende far riconoscere l'esistenza delle servitù a favore del fondo: non deve chiamare in giudizio il proprietario. deve chiamare in giudizio il proprietario, salvo che rilasci idonea garanzia per il pagamento dei danni conseguenti all'esito sfavorevole dell'azione giudiziaria. deve chiamare in giudizio il proprietario, salvo che rinunci anticipatamente alla prosecuzione dell'usufrutto in caso di esito sfavorevole dell'azione giudiziaria. deve chiamare in giudizio il proprietario.
L'usufruttuario che intende far riconoscere l'inesistenza delle servitù che si pretende di esercitare sul fondo: non deve chiamare in giudizio il proprietario. deve chiamare in giudizio il proprietario, salvo che rinunci anticipatamente alla prosecuzione dell'usufrutto in caso di esito sfavorevole dell'azione giudiziaria. deve chiamare in giudizio il proprietario. deve chiamare in giudizio il proprietario, salvo che rilasci idonea garanzia per il pagamento dei danni conseguenti all'esito sfavorevole dell'azione giudiziaria.
Le spese delle liti che riguardano tanto la proprietà quanto l'usufrutto: sono sopportate per un terzo del loro importo dal proprietario, e dall'usufruttuario per la restante quota. sono sopportate dal proprietario e dall'usufruttuario in quote eguali. sono sopportate dal proprietario e dall'usufruttuario in proporzione del rispettivo interesse. sono sopportate per due terzi del loro importo dal proprietario, e dall'usufruttuario per la restante quota.
Tizio, titolare del diritto di usufrutto vita natural durante sul fondo Corneliano, non esercita tale diritto per oltre un ventennio. Il suo diritto: si estingue per prescrizione. si estingue per confusione. si estingue per decadenza. continua fino alla morte di Tizio.
Nel caso di non uso protratto per venti anni, il diritto di usufrutto: si estingue per prescrizione. si estingue per confusione. si estingue per decadenza. continua per la durata stabilita.
Quale conseguenza, tra le altre, la legge riconnette all'abuso che l'usufruttuario faccia del suo diritto deteriorando i beni che ne sono oggetto? La cessazione dell'usufrutto, ma solo se era stata esplicitamente prevista nel suo titolo costitutivo. La cessazione dell'usufrutto. La cessazione dell'usufrutto, ma solo se il valore delle cose deteriorate supera della metà il valore complessivo delle cose stesse. La conversione dell'usufrutto in comodato.
Quale conseguenza, tra le altre, la legge riconnette all'abuso che l'usufruttuario faccia del suo diritto alienando i beni che ne sono oggetto? La nullità dell'alienazione. La devoluzione al nudo proprietario delle somme percepite per la vendita. Il trasferimento del diritto di usufrutto sulle somme ricavate dalla vendita. La cessazione dell'usufrutto.
Se la cosa soggetta a usufrutto perisce parzialmente, l'usufrutto si conserva? No, ma il nudo proprietario deve corrispondere una rendita sostitutiva all'usufruttuario. No. Sì, sopra ciò che rimane. No, ma l'usufruttuario ha diritto a ottenere dal nudo proprietario un indennizzo in denaro.
Con sentenza passata in giudicato, Caio è stato riconosciuto responsabile a titolo di colpa del perimento dell'immobile Alfa, gravato dall'usufrutto trentennale a favore di Tizio. In questo caso: l'usufrutto si trasferisce sull'indennità dovuta da Caio. a Tizio spetta un terzo dell'indennità dovuta da Caio. l'usufrutto si estingue definitivamente e a Tizio non spetta alcun diritto sull'indennità dovuta da Caio. a Tizio spetta l'usufrutto su un bene di Caio che abbia uguale valore.
Con sentenza passata in giudicato, Caio è stato riconosciuto responsabile a titolo di dolo del perimento dell'immobile Alfa, gravato dall'usufrutto trentennale a favore di Tizio. In questo caso: a Tizio spetta l'usufrutto su un bene di Caio che abbia uguale valore. a Tizio spetta un terzo dell'indennità dovuta da Caio. l'usufrutto si estingue definitivamente e a Tizio non spetta alcun diritto sull'indennità dovuta da Caio. l'usufrutto a favore di Tizio si trasferisce sull'indennità dovuta da Caio.
Se l'usufrutto è stabilito sopra un fondo, del quale fa parte un edificio, e questo viene per qualsiasi modo a perire, l'usufruttuario: ha diritto di godere solo dei materiali e non dell'area. non ha diritto di godere né dell'area né dei materiali. ha diritto di godere solo dell'area e non dei materiali. ha diritto di godere dell'area e dei materiali.
Se l'usufrutto è stabilito soltanto sopra un edificio e questo viene in qualsiasi modo a perire, il proprietario se intende costruire un altro edificio: ha il diritto di occupare l'area e di valersi dei materiali pagando all'usufruttuario, per un quinquennio dal perimento dell'edificio, gli interessi sulla somma corrispondente al solo valore dei materiali. ha il diritto di occupare l'area e di valersi dei materiali pagando all'usufruttuario, durante l'usufrutto, gli interessi sulla somma corrispondente al valore dell'area e dei materiali. ha il diritto di occupare l'area e di valersi dei materiali senza nulla corrispondere all'usufruttuario. può occupare l'area e valersi dei materiali solo previo espresso consenso scritto dell'usufruttuario.
Se è perito un edificio che era stato assicurato contro tale evento dall'usufruttuario ed il nudo proprietario intende ricostruirlo con la somma conseguita come indennità, l'usufruttuario può opporsi? Sì, solo se la somma da impiegare nella ricostruzione sia superiore all'indennità conseguita. Sì, solo se la somma da impiegare nella ricostruzione sia inferiore all'indennità conseguita. No. No, salvo che l'indennità percepita sia inferiore al quinto del valore dell'edificio da ricostruirsi.
In caso di perimento di un edificio gravato da usufrutto, se l'usufruttuario aveva provveduto all'assicurazione dell'edificio stesso ed il proprietario non intende ricostruirlo, l'usufrutto: si estingue e l'usufruttuario percepisce la metà dell'indennità dovuta dall'assicuratore. si trasferisce sull'indennità dovuta dall'assicuratore. si estingue e l'usufruttuario percepisce l'intera indennità dovuta dall'assicuratore. continua sull'area e sui materiali senza alcun diritto per l'usufruttuario sull'indennità dovuta dall'assicuratore.
Se è perito un edificio assicurato dall'usufruttuario contro tale evento ed il nudo proprietario lo ricostruisce impiegando una somma maggiore di quella conseguita come indennità, l'usufrutto: si trasferisce sul nuovo edificio ed è limitato in proporzione dell'ammontare della somma conseguita come indennità. si trasferisce sul nuovo edificio senza alcuna limitazione. si trasferisce sul nuovo edificio, ma l'usufruttuario deve corrispondere al nudo proprietario gli interessi sulla maggior somma impiegata. si estingue e l'usufruttuario ha diritto ad una somma pari alla capitalizzazione del suo diritto rapportato alla somma versata dall'assicuratore.
Se la cosa soggetta all'usufrutto è espropriata per pubblico interesse: l'usufrutto si estingue e all'usufruttuario viene attribuita in proprietà una somma di denaro pari alla capitalizzazione dell'usufrutto stesso. l'usufrutto continua a gravare sulla cosa espropriata. l'usufrutto si estingue senza che all'usufruttuario venga riconosciuto alcun diritto. l'usufrutto si trasferisce sulla relativa indennità.
Tizio, titolare del diritto reale di uso su una cosa fruttifera, può raccogliere i frutti della stessa? No, salvo che sia stato espressamente autorizzato dal proprietario della cosa. Sì, ma solo per quanto occorre ai bisogni suoi e della sua famiglia. Sì, senza limiti. No.
Chi ha il diritto di abitazione di una casa: può abitarla limitatamente ai propri bisogni ed a quelli della propria famiglia, ma, in tale ultimo caso, deve pagare al concedente una congrua indennità. può abitarla limitatamente ai propri bisogni ed a quelli della propria famiglia. può abitarla limitatamente ai propri bisogni. può abitarla limitatamente ai propri bisogni e, con il consenso del concedente, anche a quelli della propria famiglia.
Ai fini dell'esercizio del diritto di abitazione, nell'ambito della famiglia contemplata dal codice civile si comprendono anche i figli nati dopo che è cominciato il diritto? Sì, purché nel tempo in cui il diritto è sorto il titolare avesse contratto matrimonio. No. No, salvo che il titolo costitutivo del diritto lo preveda espressamente. Sì.
Ai fini dell'esercizio del diritto di abitazione, nell'ambito della famiglia contemplata dal codice civile si comprendono anche i figli adottivi la cui adozione sia avvenuta dopo che il diritto era già sorto? Sì. No. Sì, purché nel tempo in cui il diritto è sorto il titolare avesse contratto matrimonio. No, salvo che il titolo costitutivo lo preveda espressamente.
Ai fini dell'esercizio del diritto d'uso, nell'ambito della famiglia contemplata dal codice civile si comprendono anche i figli adottivi la cui adozione sia avvenuta dopo che il diritto era già sorto? Sì. No. Sì, purché nel tempo in cui il diritto è sorto il titolare avesse contratto matrimonio. No, salvo che il titolo costitutivo del diritto lo preveda espressamente.
Ai fini dell'esercizio del diritto d'uso, nell'ambito della famiglia contemplata dal codice civile si comprendono anche i figli nati dopo che è cominciato il diritto? Sì. No. Sì, purché nel tempo in cui il diritto è sorto il titolare avesse contratto matrimonio. No, salvo che il titolo costitutivo del diritto lo preveda espressamente.
Ai fini dell'esercizio del diritto d'uso, nell'ambito della famiglia contemplata dal codice civile si comprendono anche i figli naturali riconosciuti il cui riconoscimento sia avvenuto dopo che il diritto era già sorto? Sì, purché nel tempo in cui il diritto è sorto il titolare avesse contratto matrimonio. No. No, salvo che il titolo costitutivo lo preveda espressamente. Sì.
Ai fini dell'esercizio del diritto di abitazione, nell'ambito della famiglia contemplata dal codice civile si comprendono anche le persone che convivono con il titolare del diritto per prestargli i loro servizi? Sì, purché siano parenti fino al sesto grado del titolare. Sì. No. No, salvo che il titolo costitutivo del diritto lo preveda espressamente.
Chi ha l'uso di un fondo e raccoglie una parte dei frutti: contribuisce al pagamento dei tributi per i due terzi del loro importo. contribuisce al pagamento dei tributi per un terzo del loro importo. contribuisce al pagamento dei tributi in proporzione di ciò che gode. contribuisce al pagamento dei tributi per la metà del loro importo.
Chi ha l'uso di un fondo e ne raccoglie tutti i frutti è tenuto, tra l'altro: alle spese di coltura. alle spese di coltura per la metà del loro importo. alle spese di coltura per i due terzi del loro importo. alle spese di coltura per un terzo del loro importo.
Chi ha il diritto di abitazione e occupa tutta la casa è tenuto, tra l'altro: alle riparazioni ordinarie. alle riparazioni ordinarie per la metà del loro importo. alle riparazioni straordinarie. alle riparazioni ordinarie per i due terzi del loro importo.
Chi ha l'uso di un fondo e ne raccoglie tutti i frutti è tenuto, tra l'altro: al pagamento dei tributi per un terzo del loro importo. al pagamento dei tributi come l'usufruttuario. al pagamento dei tributi per i due terzi del loro importo. al pagamento dei tributi per la metà del loro importo.
Chi ha il diritto di abitazione e occupa tutta la casa è tenuto, tra l'altro: al pagamento dei tributi come l'usufruttuario. al pagamento dei tributi per i due terzi del loro importo. al pagamento dei tributi per la metà del loro importo. al pagamento dei tributi per un terzo del loro importo.
Chi ha il diritto di abitazione e occupa una parte della casa: contribuisce alle riparazioni ordinarie per i due terzi del loro importo. contribuisce alle riparazioni ordinarie in proporzione di ciò che gode. contribuisce alle riparazioni ordinarie per la metà del loro importo. contribuisce alle riparazioni ordinarie per un terzo del loro importo.
Chi ha il diritto di abitazione e occupa una parte della casa: contribuisce al pagamento dei tributi in proporzione di ciò che gode. contribuisce al pagamento dei tributi per i due terzi del loro importo. contribuisce al pagamento dei tributi per la metà del loro importo. contribuisce al pagamento dei tributi per un terzo del loro importo.
Chi ha l'uso di un fondo e raccoglie una parte dei frutti: contribuisce alle spese di coltura in proporzione di ciò che gode. contribuisce alle spese di coltura per un terzo del loro importo. contribuisce alle spese di coltura per i due terzi del loro importo. contribuisce alle spese di coltura per la metà del loro importo.
Le disposizioni relative all'usufrutto si applicano: alle servitù prediali, in quanto compatibili. all'enfiteusi, in quanto compatibili. all'abitazione, in quanto compatibili. alla superficie, in quanto compatibili.
Le disposizioni relative all'usufrutto si applicano: alla superficie, in quanto compatibili. alle servitù prediali, in quanto compatibili. all'uso, in quanto compatibili. all'enfiteusi, in quanto compatibili.
È possibile costituire a titolo gratuito servitù a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. No, mai. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione. Sì.
È possibile costituire a titolo gratuito servitù di acquedotto a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? Sì. No, mai. No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione.
È possibile costituire servitù a favore di un fabbricato e a carico di un fondo rustico? No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. No, mai. Sì. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione.
Nella servitù prediale di non sopraelevare, è previsto dalla legge che i fondi siano tra loro confinanti? No. Sì, ma solo se costituita a titolo gratuito. Sì, sempre. Sì, solo se costituita a titolo oneroso.
Nella servitù prediale di presa d'acqua, è previsto dalla legge che i fondi siano tra loro confinanti? Sì, sempre. Sì, ma solo se costituita a titolo oneroso. Sì, ma solo se costituita a titolo gratuito. No.
Nella servitù prediale di acquedotto, è previsto dalla legge che i fondi siano tra loro confinanti? Sì, ma solo se costituita a titolo gratuito. No. Sì, sempre. Sì, ma solo se costituita a titolo oneroso.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù di passaggio fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi.
È possibile costituire a titolo oneroso servitù a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. Sì. No, mai. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione.
È ammessa la costituzione a titolo oneroso di servitù fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. Sì. No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro.
È possibile costituire a titolo gratuito servitù di passaggio a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, mai. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione. Sì. No, salvo che si tratti di fabbricato rurale.
È possibile costituire a titolo oneroso servitù di passaggio a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. No, mai. Sì. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione.
È possibile costituire servitù di passaggio a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, mai. No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. Sì. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione.
È possibile costituire a titolo gratuito servitù di veduta a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. Sì. No, mai. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione.
È possibile costituire servitù di veduta a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, mai. No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione. Sì. No, salvo che si tratti di fabbricato rurale.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù di acquedotto fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì. Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No.
È ammessa la costituzione di servitù di acquedotto fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. Sì. No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro.
È ammessa la costituzione di servitù di passaggio fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo in vista della futura alienazione di uno dei fondi. No. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. Sì.
È possibile costituire a titolo oneroso servitù di veduta a favore di un fabbricato ed a carico di un fondo rustico? No, salvo che il fabbricato sia in corso di costruzione. No, salvo che si tratti di fabbricato rurale. No, mai. Sì.
In tema di servitù prediali, il requisito dell'utilità può essere inerente ai proprietari dei fondi e non ai fondi stessi? Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso. No. Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito. Sì.
In tema di servitù prediali di acquedotto, il requisito dell'utilità può essere inerente ai proprietari dei fondi e non ai fondi stessi? No. Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito. Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso. Sì.
A norma del codice civile, l'utilità di una servitù può essere inerente alla destinazione industriale del fondo? Sì, ma solamente setrattasi di servitùvolontarie. Sì, ma solamente se trattasi di servitù coattiva. No, mai. Sì.
In tema di servitù prediali di presa d'acqua, il requisito dell'utilità può essere inerente ai proprietari dei fondi e non ai fondi stessi? No. Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito. Sì. Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso.
In tema di servitù prediali di non sopraelevare, il requisito dell'utilità può essere inerente ai proprietari dei fondi e non ai fondi stessi? Sì. Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito. Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso. No.
In tema di servitù prediali degli avanzi d'acqua, il requisito dell'utilità può essere inerente ai proprietari dei fondi e non ai fondi stessi? No. Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito. Sì. Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso.
In tema di servitù prediali degli scoli d'acqua, il requisito dell'utilità può essere inerente ai proprietari dei fondi e non ai fondi stessi? Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso. Sì. No. Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito.
In tema di servitù prediali di veduta, il requisito dell'utilità può essere inerente ai proprietari dei fondi e non ai fondi stessi? No. Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito. Sì. Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso.
A norma del codice civile, l'utilità della servitù può consistere nella maggiore amenità del fondo dominante? Sì, ma solo per le servitù di non sopraelevare. Sì, ma solo per le servitù di veduta. Sì. No, mai.
A norma del codice civile, l'utilità della servitù può consistere nella maggiore comodità del fondo dominante? Sì, ma solo per le servitù di passaggio. Sì, ma solo per le servitù di presa d'acqua. Sì. No, mai.
In tema di servitù prediali di passaggio, il requisito dell'utilità può essere inerente ai proprietari dei fondi e non ai fondi stessi? Sì. No. Sì, ma solo se costituite a titolo gratuito. Sì, ma solo se costituite a titolo oneroso.
È possibile costituire servitù per assicurare ad un immobile urbano una futura maggiore comodità? No, salvo che si tratti di servitù costituita a titolo gratuito. No, mai. Sì. No, salvo che si tratti di servitù relativa ad immobili contigui.
È possibile costituire servitù per assicurare ad un fondo rustico una futura maggiore comodità? No, salvo che si tratti di servitù costituita a titolo gratuito. Sì. No, mai. No, salvo che si tratti di servitù relativa a fondi contigui.
A norma del codice civile, è ammessa la costituzione di una servitù a carico di un edificio da costruire? Sì, ma la costituzione non ha effetto se non da quando hanno inizio i lavori di costruzione. Sì, ma la costituzione non ha effetto se non dal giorno in cui l'edificio è costruito. No, mai. Sì, e la costituzione della servitù ha effetto immediato.
A norma del codice civile, è ammessa la costituzione di una servitù a favore o a carico di un fondo da acquistare? Sì, e la costituzione della servitù ha effetto immediato. No, salvo che sia costituita a titolo gratuito. No, mai. Sì, ma la costituzione non ha effetto se non dal giorno in cui il fondo è acquistato.
È ammessa la costituzione di una servitù a favore di un fondo da acquistare? Sì, ma solo per testamento. Sì. No, mai. Sì, ma solo per destinazione del padre di famiglia.
È ammessa la costituzione di una servitù a favore di un edificio da costruire? Sì. No, mai. Sì, ma solo in caso di servitù coattiva. Sì, ma solo per testamento.
È ammessa la costituzione di una servitù per assicurare a un fondo un vantaggio futuro? Sì, ma solo per le servitù di passaggio. Sì. No, mai. Sì, ma solo per le servitù coattive.
Il proprietario del fondo servente è tenuto a compiere atti per rendere possibile l'esercizio della servitù da parte del titolare? No, salvo che la legge o il titolo disponga altrimenti. Sì, sempre. Sì, purché le spese relative non siano eccessivamente gravose. No, mai.
Le servitù coattive possono essere costituite per contratto? Sì. No, ad eccezione delle servitù di passaggio. No. No, ad eccezione delle servitù di acquedotto.
A norma del codice civile, in caso di servitù coattiva, il proprietario del fondo servente può opporsi all'esercizio della servitù prima del pagamento dell'indennità dovuta? No, salvo che si tratti di servitù di passaggio. Sì, salvo che si tratti di servitù di appoggio e infissione di chiusa. Sì, sempre. No, mai.
È prevista un'indennità a favore del proprietario del fondo servente in caso di costituzione per sentenza di una servitù coattiva? No, mai. Sì. Sì, ma solo per le servitù di passaggio. Sì, ma solo per le servitù di elettrodotto.
Come si costituisce una servitù coattiva? Solamente con sentenza del giudice. Per contratto o, in mancanza, con sentenza o con atto dell'autorità amministrativa nei casi specialmente determinati dalla legge. Solamente con atto dell'autorità amministrativa. Solamente per contratto.
L'obbligo di dare passaggio alle acque, quale contenuto della servitù di acquedotto, riguarda: i proprietari dei fondi, delle case, e dei cortili. i proprietari delle case coloniche con aie ad esse attinenti. i proprietari dei fondi. i proprietari delle case, dei cortili e dei giardini.
Il proprietario del fondo soggetto alla servitù di acquedotto, per l'ipotesi in cui consenta il passaggio delle acque nei propri acquedotti già esistenti: ha diritto a un'indennità commisurata all'acqua introdotta, al valore dell'acquedotto, alle opere che si rendono necessarie, alle maggiori spese di manutenzione. ha diritto a un'indennità commisurata alla superficie del fondo servente. ha diritto a un'indennità commisurata alla superficie del fondo dominante. non ha diritto ad indennità, ma al risarcimento, ove il maggior afflusso delle acque provochi maggiore usura agli acquedotti.
Ai fini dell'esercizio della servitù di acquedotto, chi ha diritto di condurre acque per il fondo altrui: può pretendere che il proprietario del fondo servente costruisca un nuovo acquedotto. deve costruire il necessario acquedotto. può pretendere che il proprietario del fondo servente sospenda l'uso dell'acquedotto già esistente per far fluire periodicamente le acque del fondo dominante. deve servirsi di acquedotti già esistenti.
Il proprietario del fondo soggetto alla servitù di acquedotto può impedire la costruzione del nuovo acquedotto da parte di chi ha diritto a condurre le acque: con l'abbandono liberatorio del fondo. impegnandosi a edificare l'intero fondo nel termine assegnato dal giudice. se si accolli l'onere di costruire lui stesso il nuovo acquedotto. consentendo il passaggio delle acque nei propri acquedotti già esistenti.
Chi vuol condurre l'acqua per il fondo altrui, può attraversare gli acquedotti preesistenti: purché esegua le opere necessarie a impedire ogni danno o alterazione degli acquedotti stessi. purché versi un'indennità commisurata all'acqua introdotta, al valore dell'acquedotto, alle opere che si rendono necessarie, alle maggiori spese di manutenzione. purché sottoscriva un atto d'obbligo a risarcire eventuali danni. purché dichiari di voler esercitare tale facoltà un anno prima della costituzione della servitù.
Chi vuol condurre l'acqua per il fondo altrui, può attraversare gli acquedotti preesistenti: solo se essi appartengono al proprietario del fondo servente. al disopra o al disotto, appartengano essi al proprietario del fondo o ad altri. solo al disotto, appartengano essi al proprietario del fondo o ad altri. al disopra, se essi appartengono al proprietario; al disotto, se ad altri.
Riguardo alla servitù di acquedotto, la condotta delle acque: può attraversare strade pubbliche o corsi d'acqua pubblici, a condizione, rispettivamente, di idonee misure a tutela della viabilità e di evitare la mescolanza delle acque. può attraversare strade pubbliche o corsi d'acqua pubblici, a condizione dell'osservanza delle relative leggi e regolamenti. può attraversare strade pubbliche, purché al di sotto, ma non corsi d'acqua pubblici. non può assolutamente attraversare strade pubbliche o corsi d'acqua pubblici.
Chi vuol far passare le acque sul fondo altrui, deve dimostrare, fra l'altro: che l'acqua è sufficiente all'uso al quale si vuol destinare, nonché ad analogo uso cui voglia destinarla il proprietario del fondo servente che ne faccia richiesta. che lo sbocco delle acque è idoneo ad evitare il ristagno nel fondo servente anche nei periodi di pioggia. che l'acqua è sufficiente all'uso al quale si vuol destinare. che il pendio è tale da determinare il ristagno solo nei periodi di pioggia.
Chi vuol far passare le acque sul fondo altrui, deve dimostrare, fra l'altro: che il passaggio richiesto è il più conveniente e il meno pregiudizievole al fondo servente, avuto riguardo alle condizioni dei fondi vicini, al pendio e alle altre condizioni per la condotta, per il corso e lo sbocco delle acque. che l'acqua è sufficiente all'uso al quale è necessaria nonché ad analogo uso cui voglia destinarla il proprietario del fondo servente che ne faccia richiesta. che il passaggio richiesto è il più conveniente e il meno pregiudizievole al fondo servente, avuto riguardo unicamente al pendio, che comunque deve essere tale da tale da determinare il ristagno solo nei periodi di pioggia. che lo sbocco delle acque è idoneo ad evitare il ristagno nel fondo servente anche nei periodi di pioggia.
Chi vuol far passare le acque sul fondo altrui, deve dimostrare, fra l'altro: che lo sbocco delle acque è idoneo ad evitare il ristagno nel fondo servente anche nei periodi di pioggia. che può disporre dell'acqua solo per limitate ore del giorno. che può disporre dell'acqua durante il tempo per cui chiede il passaggio. che il pendio è tale da determinare il ristagno solo nei periodi di pioggia.
Chi vuol far passare le acque sul fondo altrui, è tenuto al pagamento: del doppio del valore dei terreni da occupare oltre al risarcimento dei danni che il fondo servente dovesse subire per la costruzione dell'acquedotto. del valore dei terreni da occupare e dell'indennità per i danni subiti dal fondo servente per la costruzione dell'acquedotto. della metà del valore dei terreni da occupare oltre al risarcimento dei danni che il fondo servente dovesse subire per la costruzione dell'acquedotto. di un'indennità solo nel caso che il fondo servente resti frazionato in più di due parti.
Chi vuol far passare le acque sul fondo altrui, per un periodo non superiore a nove anni, è tenuto al pagamento: della metà del valore dei terreni da occupare e della metà dell'indennità per i danni subiti dal fondo servente per la costruzione dell'acquedotto, con obbligo di ripristino alla scadenza del termine. di un terzo del valore dei terreni da occupare oltre al risarcimento dei danni che il fondo servente dovesse subire per la costruzione dell'acquedotto. di un'indennità solo nel caso che il fondo servente resti irreversibilmente frazionato in più di due parti. della metà del valore dei terreni da occupare e della metà dell'indennità per i danni subiti dal fondo servente per la costruzione dell'acquedotto, a meno che non si obblighi ripristino prima alla scadenza del termine, nel qual caso non è dovuto alcun pagamento.
Chi possiede un acquedotto nel fondo altrui, non può aumentare la quantità d'acqua immessa: se l'acquedotto non ne è capace, o ne può venir danno al fondo servente, a meno che il possessore dell'acquedotto non provveda alle necessarie opere, cui può liberamente provvedere, anche nell'opposizione del proprietario del fondo dominante. se l'acquedotto non ne è capace, o ne può venir danno al fondo servente. a meno che non se ne sia riservata la facoltà prima di imprendere la costruzione dell'acquedotto, versando cauzione per eventuali danni. a meno che non avvisi il proprietario del fondo servente con adeguato anticipo.
Il proprietario del fondo servente può far determinare stabilmente il letto dell'acquedotto, mediante l'apposizione di capisaldi o soglie da riportarsi a punti fissi: purché tale facoltà venga esercitata al tempo della concessione dell'acquedotto. essendo possibile esercitare tale facoltà sia al tempo della concessione dell'acquedotto, che successivamente. essendo possibile esercitare tale facoltà dopo un anno dalla concessione dell'acquedotto. solo ove sorgano contestazioni.
Se un corso d'acqua impedisca ai proprietari l'accesso ai fondi contigui, o anche la continuazione dell'irrigazione o dello scolo delle acque: coloro che si servono di quel corso d'acqua sono obbligati, in proporzione del beneficio che ne ritraggono, alla realizzazione e manutenzione di ponti e relativi accessi. i proprietari stessi hanno l'onere di costituire un consorzio per la realizzazione e manutenzione di ponti e relativi accessi, restando esenti da ogni obbligo coloro che si servono di quel corso d'acqua. i proprietari stessi hanno l'onere di costituire un consorzio insieme a coloro che si servono di quel corso d'acqua, al fine della realizzazione e manutenzione di ponti e relativi accessi. i proprietari stessi hanno l'onere di costituire un consorzio insieme a coloro che si servono di quel corso d'acqua, al fine della realizzazione e manutenzione di ponti e relativi accessi, mentre le botti sotterranee, i ponti-canali, e le altre opere, sono ad esclusivo carico dei primi.
La servitù di scarico coattivo comporta che il proprietario sia tenuto a dare passaggio delle acque per i suoi fondi, al fine di scaricare acque sovrabbondanti che il vicino non consente di ricevere sul suo fondo: lo scarico è ammesso solo per le acque impure non altrimenti smaltibili nel fondo di chi le produce. lo scarico può comprendere anche acque impure, purché siano adottate le precauzioni atte a evitare qualsiasi pregiudizio o molestia. lo scarico non può comprendere anche acque impure. lo scarico può comprendere anche acque impure, relativamente alle quali eventuali precauzioni atte a evitare pregiudizi o molestie, restano a carico del proprietario del fondo servente.
La costituzione di una servitù di acquedotto, che crea l'obbligo per il proprietario di dare passaggio per i suoi fondi alle acque, riguarda: soltanto le acque sovrabbondanti che il vicino non consenta di ricevere sul suo fondo. acque di ogni specie, che si vogliano condurre, da parte di chi ha diritto di utilizzarle per i bisogni della vita o per usi agrari o industriali, comprese le acque sovrabbondanti che il vicino non consenta di ricevere sul suo fondo. acque di ogni specie, che si vogliano condurre, da parte di chi ha diritto di utilizzarle per i bisogni della vita o per usi agrari o industriali, escluse le acque sovrabbondanti che il vicino non consenta di ricevere sul suo fondo. soltanto le acque impure.
Il diritto del proprietario che intenda bonificare o prosciugare le sue terre con fognature o colmate, di condurre le acque di scolo attraverso i fondi di altri proprietari, che separano le sue terre da un corso d'acqua o da qualunque altro colatoio: non è configurabile ove il prosciugamento risulti in contrasto con gli interessi di coloro che utilizzano le acque provenienti dal fondo paludoso, e gli opposti interessi non si possano conciliare con opportune opere che importino una spesa proporzionata allo scopo. è esercitabile a condizione del pagamento di un'indennità, e con il minor danno possibile, per i proprietari dei fondi attraversati. non è configurabile ove il prosciugamento risulti in contrasto con gli interessi di coloro che utilizzano le acque provenienti dal fondo paludoso. non è esercitabile ove le acque di scolo possano danneggiare coloro che utilizzano le acque provenienti dal fondo paludoso.
I proprietari dei fondi attraversati da fogne o da fossi eseguiti da altri al fine del prosciugamento o della bonifica di fondi, hanno facoltà di servirsene al fine di risanare i propri fondi: a condizione che essi sopportino le spese occorrenti per modificare le opere già eseguite, e inoltre sollevino il primo bonificante delle spese già fatte, restando tuttavia a carico di questo le spese richieste per il mantenimento delle opere, che restano di sua esclusiva proprietà. a condizione che non ne derivi danno ai fondi già risanati e che essi sopportino le spese occorrenti per modificare le opere già eseguite, e inoltre sopportino una parte proporzionale delle spese già fatte, e di quelle richieste per il mantenimento delle opere, le quali divengono comuni. a condizione che non ne derivi danno ai fondi già risanati e che essi sopportino le spese occorrenti per modificare le opere già eseguite e quelle richieste per il mantenimento delle opere, restando ad esclusivo carico del primo bonificante le spese già fatte. a condizione che essi sopportino le spese occorrenti per modificare le opere già eseguite, e inoltre sopportino una parte proporzionale delle spese già fatte, e di quelle richieste per il mantenimento delle opere, le quali tuttavia restano di proprietà del primo bonificante.
L'obbligo di dare passaggio alle acque di scolo, per il compimento di opere di bonifica da altri intraprese sui propri fondi a mezzo di fognature e colmate, riguarda: i proprietari dei fondi, delle case, e dei cortili. i proprietari delle case, dei cortili e dei giardini. i proprietari dei fondi. i proprietari delle case coloniche con aie ad esse attinenti.
Il diritto di derivare acque dai fiumi, torrenti, rivi, canali, laghi o serbatoi, comporta: la facoltà, in caso di necessità, di appoggiare o infiggere una chiusa alle sponde, con l'obbligo di pagare l'indennità e di fare e mantenere le opere atte ad assicurare i fondi da ogni danno. la facoltà di pretendere dal proprietario del fondo contiguo al corso d'acqua l'appoggio o l'infissione di chiusa alle sponde. la facoltà, in caso di necessità, di appoggiare o infiggere una chiusa alle sponde, con diritto di riscatto delle opere a favore del proprietario del fondo contiguo al corso d'acqua. la facoltà di appoggiare o infiggere una chiusa alle sponde, con l'obbligo, alternativamente, di pagare un'indennità, o di fare e mantenere le opere atte ad assicurare i fondi da ogni danno.
Il diritto di derivare acque dai fiumi, torrenti, rivi, canali, laghi o serbatoi, comporta la facoltà, in caso di necessità, di appoggiare o infiggere una chiusa alle sponde: a condizione che a carico degli utenti superiori non siano configurabili pregiudizi per lo stagnamento ed il rigurgito delle acque per le derivazioni effettuate dagli utenti inferiori. a condizione che a carico degli utenti inferiori non siano configurabili pregiudizi per la diversione delle acque effettuata dagli utenti superiori. a condizione che tra gli utenti superiori e gli inferiori si evitino vicendevoli pregiudizi derivanti dallo stagnamento, dal rigurgito o dalla diversione delle acque. a condizione che non sussistano altre derivazioni a monte o a valle, tali da determinare fenomeni di stagnamento, rigurgito o diversione delle acque.
La derivazione di acqua ad una casa o alle sue dipendenze, a carico del proprietario del fondo vicino, qualora sia oggetto di una sentenza o di una convenzione, per l'ipotesi che manchi l'acqua per l'alimentazione: può essere modificata, su istanza del solo proprietario del fondo servente, qualora si verifichi un mutamento delle condizioni originarie. può essere modificata, su istanza del solo proprietario della casa, qualora si verifichi la necessità di una maggiore quantità di acqua, purché destinata all'alimentazione della famiglia. può essere modificata, su istanza del solo proprietario della casa, qualora si verifichi la necessità di una maggiore quantità di acqua, purché destinata all'alimentazione degli animali, ma solo nell'ipotesi di incrementi naturali. può essere soppressa, su istanza dell'una o dell'altra parte, qualora si verifichi un mutamento delle condizioni originarie.
L'obbligo di somministrazione di acqua ad una casa o alle sue dipendenze, a carico del proprietario del fondo vicino, presuppone: che prima di intraprendere i lavori di deduzione dell'acqua di sopravanzo, si sostengano comunque le spese per le opere di presa e di derivazione, si paghi il valore dei terreni da occupare oltre ad un'indennità per danni, e con scadenze periodiche semestrali si corrisponda il valore dell'acqua procurata. che una volta iniziati i lavori di deduzione dell'acqua di sopravanzo, si sostengano le spese per le opere di presa e di derivazione. che prima di intraprendere i lavori di deduzione dell'acqua di sopravanzo, sia pagato il valore dell'acqua per un'annualità, si sostengano comunque le spese per le opere di presa e di derivazione, e si paghi il valore dei terreni da occupare oltre ad un'indennità per danni. che prima di intraprendere i lavori di deduzione dell'acqua di sopravanzo, sia pagato il valore dell'acqua per dieci anni, e si paghi la metà del valore dei terreni da occupare, oltre ad un'indennità per danni.
L'obbligo di somministrazione di acqua ad un edificio, a carico del proprietario del fondo vicino, si configura: secondo un'equa ripartizione, commisurata alle rispettive necessità dei proprietari, relativamente all'alimentazione degli uomini escluso ogni altro uso domestico. secondo un'equa ripartizione, commisurata alle rispettive necessità dei proprietari, relativamente all'alimentazione degli uomini e degli animali e per gli altri usi domestici. relativamente alla sola acqua di sopravanzo, nella misura indispensabile all'alimentazione degli uomini e degli animali e per gli altri usi domestici, sempre che non sia possibile procurarla senza eccessivo dispendio. relativamente alla sola acqua di sopravanzo, nella misura indispensabile alla sola alimentazione degli uomini, escluso ogni altro uso domestico, sempre che non sia possibile procurarla senza eccessivo dispendio.
La derivazione di acqua a scopi irrigui a favore di un fondo, a carico del proprietario del fondo vicino: è ammissibile nel solo caso in cui delle acque si dispone in forza di concessione amministrativa. è ammissibile quando le acque del vicino consentono una parziale somministrazione, dopo soddisfatto ogni bisogno domestico, agricolo, industriale. è ammissibile quando le acque del vicino consentono una parziale somministrazione, dopo soddisfatti i soli bisogni domestici, con esclusione delle necessità relative all'agricoltura, all'industria e all'allevamento. è ammissibile quando le acque del vicino consentono una parziale somministrazione, dopo soddisfatti i bisogni domestici e dell'allevamento degli animali, con esclusione delle necessità relative all'agricoltura e all'industria.
In una costituenda servitù di passaggio per accedere alla via pubblica, il percorso sul fondo servente può stabilirsi mediante sottopassaggio? Sì, in ogni caso. Sì, avuto riguardo esclusivamente al vantaggio del fondo dominante. Sì, qualora sia preferibile, avuto riguardo al vantaggio del fondo dominante ed al pregiudizio del fondo servente. Sì, avuto riguardo esclusivamente al minor pregiudizio del fondo servente.
Secondo quali criteri deve determinarsi il percorso di una costituenda servitù di passaggio? Esclusivamente secondo il criterio del minor aggravio per il fondo da asservire. Secondo i criteri alternativi della maggiore brevità dell'accesso alla via pubblica o del minor aggravio per il fondo da asservire. Secondo il criterio della maggiore brevità dell'accesso alla via pubblica e del minor aggravio per il fondo da asservire. Esclusivamente secondo il criterio della maggiore brevità dell'accesso alla via pubblica.
Il proprietario, il cui fondo è circondato da fondi altrui e che non ha accesso sulla via pubblica, né può procurarselo senza eccessivo dispendio o disagio, ha diritto di ottenere il passaggio sul fondo vicino per la coltivazione del proprio fondo? Sì, in ogni caso. Sì, sempre che il fondo servente non sia costituito da case, cortili, giardini ed aie ad esse attinenti, e dietro pagamento al proprietario del fondo servente un'indennità proporzionata al danno cagionato dal passaggio. Sì, ma solo con il consenso del proprietario del fondo servente. No, mai.
Nell'ipotesi in cui un soggetto abbia una servitù di passaggio su un fondo altrui, può chiedere un ampliamento del tracciato esistente, al fine di consentire il transito dei veicoli, anche a trazione meccanica? No, mai. Sì, ma solo con il consenso del proprietario del fondo servente. Sì, sempre che il proprietario del fondo dominante non abbia un'uscita diretta sulla via pubblica, utilizzabile per i veicoli, o non possa procurarsela altrimenti senza eccessivo dispendio o disagio e che l'ampliamento serva per la coltivazione o per l'uso più conveniente del fondo dominante. Sì, in ogni caso, sempre che il proprietario del fondo dominante non abbia un'uscita diretta sulla via pubblica, utilizzabile per i veicoli o non possa procurarsela altrimenti senza eccessivo dispendio o disagio.
Il proprietario, il cui fondo è circondato da fondi altrui e che non ha accesso sulla via pubblica, né può procurarselo senza eccessivo dispendio o disagio, ha diritto di ottenere il passaggio sul fondo vicino per il conveniente uso del proprio fondo? Sì, sempre che il fondo servente non sia costituito da case, cortili, giardini ed aie ad esse attinenti e dietro pagamento al proprietario del fondo servente un'indennità proporzionata al danno cagionato dal passaggio. Sì, ma solo con il consenso del proprietario del fondo servente. No, mai. Sì, in ogni caso, pagando al proprietario del fondo servente un'indennità proporzionata al danno cagionato dal passaggio.
Nell'ipotesi in cui il proprietario di un fondo abbia un accesso alla via pubblica, ma questo sia inadatto o insufficiente ai bisogni del fondo e non possa essere ampliato, può ottenere una servitù coattiva di passaggio su di un fondo vicino? Sì, in ogni caso, pagando una congrua indennità al proprietario del fondo servente. Sì, ma soltanto nell'ipotesi in cui l'autorità giudiziaria riconosca che l'accesso preesistente non può essere ampliato. No, mai. Sì, se l'autorità giudiziaria riconosce che la domanda risponde alle esigenze dell'agricoltura o dell'industria e dietro pagamento al proprietario del fondo servente un'indennità proporzionata al danno cagionato dal passaggio.
La costituzione di una servitù di passaggio coattivo a favore di un fondo intercluso, comporta l'obbligo di un'indennità: proporzionata al valore del fondo servente. proporzionata al valore del fondo dominante. proporzionata al danno cagionato dal passaggio. proporzionata al minore tra i valori del fondo dominante e del fondo servente.
Tizio vende a Caio parte del fondo Tuscolano di sua proprietà. A seguito della vendita la parte di fondo trasferita in proprietà a Caio è divenuta interclusa. In tal caso Caio ha diritto di ottenere da Tizio il passaggio? Sì, senza alcuna indennità. Sì, corrispondendogli prima d'iniziare il passaggio una indennità proporzionata al danno cagionato dal passaggio. No, salvo che si tratti esclusivamente di passaggio pedonale. No.
Tizio vende a Caio parte del fondo Tuscolano di sua proprietà. A seguito della vendita la parte di fondo rimasta in proprietà di Tizio è divenuta interclusa. In tal caso Tizio ha diritto di ottenere da Caio il passaggio? No. Sì, senza alcuna indennità. Sì, corrispondendogli una indennità proporzionata al danno cagionato dal passaggio. No, salvo che si tratti esclusivamente di servitù di passaggio pedonale.
Tizio e Caio, comproprietari in parti uguali del fondo Tuscolano, procedono alla divisione del fondo stesso. A seguito della divisione la parte di fondo assegnata in proprietà esclusiva a Tizio è divenuta interclusa. In tal caso Tizio ha diritto di ottenere da Caio il passaggio? No. Sì, senza alcuna indennità. Sì, corrispondendogli, prima d'iniziare il passaggio, una indennità proporzionata al danno cagionato dal passaggio. No, salvo che si tratti esclusivamente di servitù di passaggio pedonale.
Nell'ipotesi in cui si sia ottenuta una servitù coattiva di passaggio su di un fondo altrui, qualora cessi l'interclusione del fondo dominante e, conseguentemente, la necessità del passaggio: la servitù di passaggio può essere soppressa in qualunque tempo soltanto ad istanza del proprietario del fondo dominante. la servitù di passaggio può essere soppressa in qualunque tempo ad istanza del proprietario del fondo dominante o del proprietario del fondo servente. la servitù di passaggio può essere soppressa in qualunque tempo soltanto ad istanza del proprietario del fondo servente. la servitù di passaggio si estingue automaticamente con il venir meno della interclusione del fondo dominante.
Tizio, comproprietario di un fondo, ha concesso, senza il consenso dell'altro comproprietario, una servitù di passaggio in favore del limitrofo fondo di proprietà di Caio. Può lo stesso Tizio porre impedimento all'esercizio del diritto concesso solo da lui? Sì, entro cinque anni dalla concessione della servitù. No. Sì, sempre. No, salvo che siano trascorsi almeno dieci anni dalla concessione della servitù.
A norma del codice civile, la servitù concessa soltanto da alcuni dei comproprietari del fondo indiviso: è validamente ed immediatamente costituita solo se i comproprietari che l'hanno concessa rappresentino almeno due terzi del valore del fondo servente. è validamente ed immediatamente costituita solo se i comproprietari che l'hanno concessa rappresentino la maggioranza del valore del fondo servente. non è costituita se non quando gli altri comproprietari l'hanno anch'essi concessa unitamente o separatamente. è validamente ed immediatamente costituita.
Tizio, comproprietario di un fondo, ha concesso, senza il consenso dell'altro comproprietario, una servitù di passaggio in favore del limitrofo fondo di proprietà di Caio. Possono gli eredi di Tizio porre impedimento all'esercizio del diritto concesso solo da quest'ultimo? No. Sì, sempre. Sì, entro cinque anni dalla morte di Tizio ed anche se non siano stati autorizzati da Tizio con espressa disposizione testamentaria. No, salvo che siano stati autorizzati da Tizio con espressa disposizione testamentaria.
A norma del codice civile, il nudo proprietario può, senza il consenso dell'usufruttuario, imporre servitù sul fondo? Sì, ma solo se trattasi di servitù a carico di fabbricati urbani. No. Sì, ove non pregiudichino il diritto di usufrutto. Sì, senza limitazioni.
Filano e Martino sono rispettivamente nudo proprietario e usufruttuario del fondo Corneliano sul quale è prevista la costruzione di un edificio. Può Filano imporre al fondo Corneliano la servitù di non sopraelevare al di là del secondo piano? Il nudo proprietario può imporre la servitù di non sopraelevare solo quando questa non pregiudica il diritto di usufrutto. Il nudo proprietario può liberamente imporre la servitù di non sopraelevare, anche se pregiudica il diritto di usufrutto. Il nudo proprietario può liberamente imporre qualsiasi tipo di servitù. Il nudo proprietario non può imporre alcuna servitù, anche se non pregiudica il diritto di usufrutto.
Una servitù si definisce apparente quando: esistano opere visibili e permanenti destinate al suo esercizio. il titolo costitutivo sia nullo. per il suo esercizio sia necessaria un'attività del proprietario del fondo servente. per il suo esercizio sia necessaria l'opera dell'uomo.
Quali tra le seguenti servitù possono essere acquistate per usucapione? Le servitù non apparenti. Le servitù apparenti. Le servitù personali. Le servitù di non sopraelevare.
Quale tra le seguenti servitù non può essere acquistata per usucapione? Una servitù apparente. Una servitù apparente, ma solo se il fondo dominante abbia destinazione agricola. Una servitù non apparente. Una servitù non apparente, ma solo se il valore del fondo servente sia inferiore al valore del fondo dominante.
La destinazione del padre di famiglia, quale modo di acquisto della servitù, si verifica: quando consta, esclusivamente da prove documentali, che due fondi, attualmente divisi, sono stati posseduti dallo stesso proprietario, e che lo stato dal quale risulta la servitù è attribuibile ad altri. quando consta, esclusivamente da prove documentali, che due fondi, attualmente divisi, sono stati posseduti dallo stesso proprietario, e che questi ha posto o lasciato le cose nello stato dal quale risulta la servitù. quando consta, mediante qualunque genere di prova, che due fondi, attualmente divisi, sono stati posseduti dallo stesso proprietario, e che questi ha posto o lasciato le cose nello stato dal quale risulta la servitù. quando consta, mediante qualunque genere di prova, che due fondi sono stati divisi con atto tra vivi dallo stesso proprietario, purché il medesimo abbia dettato le condizioni per la determinazione dello stato dal quale risulta la servitù, con la specifica clausola che l'esercizio delle facoltà ad essa inerenti sia esercitato secondo la diligenza del buon padre di famiglia.
Il fondo servente può essere chiuso dal suo proprietario? Sì, senza alcuna limitazione. Sì, salvo che si tratti di servitù di passaggio pedonale. No, in nessun caso. Sì, ma il proprietario del fondo servente deve lasciarne libero e comodo l'ingresso a chi ha un diritto di servitù che renda necessario il passaggio per il fondo stesso.
Nell'ipotesi di servitù prediale, qualora vi sia un dubbio circa le modalità di esercizio o l'estensione della medesima e questo non possa risolversi in base al titolo costitutivo o in base al possesso, come deve intendersi costituita la servitù? La servitù deve intendersi costituita in guisa da soddisfare il bisogno del fondo dominante con il minor aggravio del fondo servente. La servitù deve intendersi costituita in guisa da soddisfare il bisogno del fondo dominante restando irrilevante l'eventuale aggravio del fondo servente. La servitù deve intendersi costituita in guisa da soddisfare il bisogno del fondo servente. La servitù deve intendersi costituita in guisa da soddisfare il bisogno del fondo dominante con il massimo aggravio del fondo servente.
Nelle questioni di possesso delle servitù: si ha riguardo alla pratica del quinquennio antecedente, e se si tratta di servitù discontinue, si ha riguardo alla pratica prevalente nell'ultimoquinquennio. si ha riguardo alla pratica dell'anno antecedente, e se si tratta di servitù discontinue, si ha riguardo alla pratica prevalente dell'ultimo quinquennio. si ha riguardo alla pratica dell'anno antecedente, e se si tratta di servitù esercitate a intervalli maggiori di un anno, si ha riguardo alla pratica dell'ultimo godimento. si ha riguardo alla pratica del quinquennio antecedente, e se si tratta di servitù esercitate a intervalli maggiori di un anno, si ha riguardo alla pratica prevalente dell'ultimo quinquennio.
Può il proprietario del fondo dominante fare innovazioni che rendano più gravosa la condizione del fondo servente? Sì, purché la modifica venga realizzata a sue spese. No. Sì, senza alcuna preventiva autorizzazione, se la modifica risponde a una esigenza produttiva. Sì.
In tema di servitù prediale, se l'originario esercizio della servitù impedisce di fare miglioramenti nel fondo servente, il proprietario di quest'ultimo: può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio dei suoi diritti, ma questi può rifiutarlo. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio dei suoi diritti e questi non può rifiutarlo. non può trasferire l'esercizio della servitù in luogo diverso da quello nel quale è stata stabilita originariamente. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo che sia notevolmente più comodo e che diminuisca l'aggravio per il fondo servente, ma il proprietario del fondo dominante può, in ogni caso, rifiutarlo.
In tema di servitù prediale, se l'originario esercizio della servitù impedisce di fare riparazioni nel fondo servente, il proprietario di quest'ultimo: non può trasferire l'esercizio della servitù in luogo diverso da quello nel quale è stata stabilita originariamente. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio dei suoi diritti e questi non può rifiutarlo. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo che sia notevolmente più comodo e che diminuisca l'aggravio per il fondo servente, ma il proprietario del fondo dominante può, in ogni caso, rifiutarlo. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio dei suoi diritti, ma questi può rifiutarlo.
In tema di servitù prediale, se l'originario esercizio della servitù impedisce di fare lavori nel fondo servente, il proprietario di quest'ultimo: può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio dei suoi diritti, ma questi può rifiutarlo. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio dei suoi diritti e questi non può rifiutarlo. non può trasferire l'esercizio della servitù in luogo diverso da quello nel quale è stata stabilita originariamente. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo che sia notevolmente più comodo e che diminuisca l'aggravio per il fondo servente, ma il proprietario del fondo dominante può, in ogni caso, rifiutarlo.
In tema di servitù prediale, se l'originario esercizio della servitù è divenuto più gravoso per il fondo servente, il proprietario di quest'ultimo: non può trasferire l'esercizio della servitù in luogo diverso da quello nel quale è stata stabilita originariamente. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo che sia notevolmente più comodo e che diminuisca l'aggravio per il fondo servente, ma il proprietario del fondo dominante può, in ogni caso, rifiutarlo. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio dei suoi diritti e questi non può rifiutarlo. può offrire al proprietario dell'altro fondo un luogo ugualmente comodo per l'esercizio dei suoi diritti, ma questi può rifiutarlo.
Nel contratto costitutivo di una servitù di acquedotto è possibile convenire a carico del proprietario del fondo servente le spese di manutenzione delle condutture mediante le quali deve esercitarsi la servitù? Sì. Sì, a condizione che il fondo servente abbia un valore superiore a quello del fondo dominante. No. No, salvo che proprietaria del fondo dominante sia la pubblica amministrazione.
Nel contratto costitutivo di una servitù di presa d'acqua è possibile convenire a carico del proprietario del fondo servente le spese di manutenzione delle condutture mediante le quali deve esercitarsi la servitù? Sì. No. No, salvo che proprietaria del fondo dominante sia una cooperativa sociale. Sì, a condizione che il fondo servente abbia un valore superiore a quello del fondo dominante.
Nel contratto costitutivo di una servitù di passaggio è possibile convenire a carico del proprietario del fondo servente le spese di manutenzione della strada su cui deve esercitarsi la servitù? Sì, a condizione che il fondo servente abbia un valore superiore a quello del fondo dominante. Sì. No. No, salvo che proprietaria del fondo dominante sia la pubblica amministrazione.
Nel contratto di costituzione di servitù di passaggio, è possibile pattuire che le spese per realizzare la strada su cui esercitare la servitù siano a carico del proprietario del fondo servente? Sì, ma solo se il proprietario del fondo dominante assume a proprio carico le spese di manutenzione ordinaria della strada. No. Sì, purché risulti escluso l'uso della strada da parte di qualsiasi terzo. Sì.
Quando il proprietario del fondo servente è tenuto in forza del titolo o della legge alle spese necessarie per l'uso o la conservazione della servitù, può liberarsene? No. No, tranne il caso in cui la servitù sia stata costituita per destinazione del padre di famiglia. Sì, rinunziando alla proprietà del fondo servente a favore del proprietario del fondo dominante. Sì, solo se è divenuto proprietario in forza di acquisto a titolo oneroso.
Tizio, proprietario di un fondo gravato da servitù di passaggio a favore del limitrofo fondo di Caio, è tenuto, in forza di contratto alle spese per la conservazione della servitù. Le spese per tale servitù sono divenute gravose per la natura franosa del terreno. Tizio: può chiedere a Caio il pagamento della metà delle spese necessarie per la conservazione. deve essere indennizzato per le maggiori spese. può liberarsi delle spese rinunziando alla proprietà del fondo servente a favore di Caio. deve continuare a provvedere alle spese per la conservazione della servitù senza alcuna possibilità di liberarsene.
Tizio, proprietario di un fondo gravato da servitù di passaggio a favore del fondo di Caio, dona ai suoi due figli Filano e Martino il fondo frazionato in due parti uguali. Cosa accade se la servitù ricade sulla sola parte di Martino? La parte di Filano è liberata. Il proprietario del fondo dominante può scegliere su quale delle due parti esercitare la servitù. La servitù si estende anche alla parte di Filano. Filano deve versare a Martino un'indennità pari alla metà del valore della parte interessata dalla servitù.
Nell'ipotesi di servitù, quando il fondo dominante si frazioni in porzioni separate, il diritto di servitù: spetta per intero a ciascuna di dette porzioni, anche se ciò rende più gravosa la condizione del fondo servente. si estingue. spetta in comune ai proprietari delle porzioni separate. spetta per intero a ciascuna di dette porzioni, senza che però si renda più gravosa la condizione del fondo servente.
Il proprietario del fondo dominante acquista la proprietà del fondo servente. In questo caso la servitù si estingue? No, salvo che i due fondi siano rustici. Sì. No, salvo che risulti diversamente dal titolo costitutivo della servitù. Sì, ma solo se si tratta di servitù non apparente.
Tizio, Caio e Sempronio sono comproprietari di un fondo a favore del quale era stata costituita, dal precedente proprietario, una servitù di passaggio sul limitrofo fondo Tuscolano. Tale servitù viene, però, esercitata soltanto da Tizio mentre Caio e Sempronio non la esercitano, rispettivamente, da oltre vent'anni il primo e da oltre dieci anni il secondo. In tal caso l'uso della servitù da parte del solo Tizio: impedisce l'estinzione della servitù per prescrizione solo nei confronti di Tizio e non anche nei confronti di Caio e Sempronio. impedisce l'estinzione della servitù per prescrizione nei confronti di Tizio e di Sempronio ma non anche nei confronti di Caio. non impedisce che la servitù si estingua per prescrizione riguardo a Tizio, Caio e Sempronio. impedisce l'estinzione della stessa riguardo a Tizio, Caio e Sempronio.
Da quale giorno decorre il termine di prescrizione di una servitù per il cui esercizio non è necessario il fatto dell'uomo? Dal giorno in cui si è verificato un fatto che ne ha impedito l'esercizio. Dal giorno in cui si è cessato di esercitarla, senza che peraltro l'esercizio ne sia impedito. Dal giorno in cui il proprietario del fondo servente ne ha contestato l'esistenza. Dal giorno in cui il proprietario del fondo dominante è deceduto o è divenuto incapace.
Nelle servitù che si esercitano a intervalli, da quando decorre il termine di prescrizione? Dal giorno in cui si è cessato di esercitarla. Dal giorno in cui la servitù si sarebbe potuta esercitare e non ne fu ripreso l'esercizio. Dal giorno in cui si è verificato un fatto che ne ha impedito l'esercizio. Dal giorno in cui è iniziato l'ultimo intervallo.
Se il fondo dominante appartiene a più persone in comune, l'uso della servitù fatto da una sola di esse: comporta l'estinzione per prescrizione della servitù solo nei confronti di quei comproprietari che non l'hanno usata per almeno dieci anni. impedisce riguardo a tutti l'estinzione della servitù per prescrizione. non impedisce che riguardo a tutti la servitù si estingua per prescrizione. comporta l'estinzione per prescrizione della servitù solo nei confronti di quei comproprietari che non l'hanno usata per almeno venti anni.
Tizio, Caio e Sempronio sono comproprietari del fondo Tuscolano a vantaggio del quale è stata costituita una servitù di passaggio sul limitrofo fondo Corneliano. La servitù non è mai stata esercitata. Se a vantaggio del solo Caio si è verificata una causa di interruzione della prescrizione, essa giova anche agli altri comproprietari? No. Sì. No, a meno che la prescrizione sia stata interrotta dal riconoscimento del diritto da parte di colui contro il quale il diritto può essere fatto valere. Sì, ma solo se la prescrizione è stata interrotta dalla notificazione dell'atto con il quale si inizia un giudizio conservativo.
Tizio, Caio e Sempronio sono comproprietari del fondo Tuscolano a vantaggio del quale è stata costituita una servitù di passaggio sul limitrofo fondo Corneliano. La servitù non è mai stata esercitata. Se a vantaggio del solo Caio si è verificata una causa di sospensione della prescrizione, essa giova anche agli altri comproprietari? No. No, a meno che la causa di sospensione sia la sussistenza di un rapporto di coniugio. Sì. Sì, ma solo se la comproprietà deriva da successione a causa di morte.
Agli effetti dell'estinzione della servitù per non uso ventennale, si computa anche il tempo per il quale la servitù non fu esercitata dai precedenti titolari? No, a meno che dai precedenti proprietari non sia stata esercitata per almeno cinque anni. Sì, ma solo se della servitù non è fatta menzione nel titolo d'acquisto dell'attuale proprietario. Sì. No.
L'impossibilità di fatto di esercitare la servitù, ne comporta l'estinzione? No, se non è decorso il termine di prescrizione. Sì. No, a meno che non lo richieda il titolare del fondo servente. Sì, ma solo se l'impossibilità di esercizio si identifichi in fatti imputabili al proprietario del fondo servente.
Tizio è proprietario del fondo Tuscolano a vantaggio del quale esiste servitù volontaria di presa d'acqua per gli usi agricoli sul vicino fondo Corneliano. Se Tizio, successivamente, realizza sul fondo Tuscolano un pozzo dal quale può attingere acqua in misura sufficiente alle esigenze agrarie del suo fondo, può continuare ad attingere acqua anche dal fondo Corneliano? No, salvo che corrisponda al proprietario del fondo servente il doppio del corrispettivo pattuito. Sì. Sì, ma solo se nel titolo costitutivo della servitù sia stata prevista tale eventualità. No.
Tizio è proprietario del fondo Tuscolano a vantaggio del quale esiste, in virtù di un titolo, servitù di passaggio sul vicino fondo Corneliano. Se, successivamente, l'apertura di una nuova pubblica strada gli consente un più agevole accesso al proprio fondo, può continuare a passare anche sul fondo Corneliano? Sì, ma solo se nel titolo costitutivo della servitù sia stata prevista tale eventualità. Sì. No. No, salvo che corrisponda al proprietario del fondo servente il doppio del corrispettivo pattuito.
Cosa accade qualora la servitù venga esercitata in modo da trarne un'utilità minore di quella indicata dal titolo? La servitù si conserva per intero. Si ha un'estinzione parziale della servitù. Inizia a decorrere il termine di prescrizione dal momento del minor utilizzo. La servitù si estingue.
Qualora la servitù venga esercitata in tempo diverso da quello determinato dal titolo: non è impedita l'estinzione per prescrizione. la prescrizione è comunque interrotta ad ogni atto di esercizio. il termine di prescrizione viene sospeso per lo stretto periodo di esercizio. il termine di prescrizione viene sospeso fino al primo atto di esercizio al tempo debito.
Le servitù volontarie costituite dall'enfiteuta a carico del fondo enfiteutico: non cessano in nessun caso di estinzione dell'enfiteusi. cessano quando l'enfiteusi si estingue per decorso del termine, per prescrizione o per devoluzione. cessano esclusivamente nel caso di estinzione dell'enfiteusi per prescrizione. cessano esclusivamente nel caso di estinzione dell'enfiteusi per devoluzione.
Può l'usufruttuario costituire servitù a favore del fondo di cui ha l'usufrutto? Sì, ma solo se si tratti di servitù a favore di fabbricato urbano. No. Sì, ma la servitù si estingue al cessare dell'usufrutto. Sì, e la servitù non cessa con l'estinguersi dell'usufrutto.
Può l'enfiteuta costituire servitù a favore del fondo enfiteutico? Sì, ma la servitù si estingue al cessare dell'enfiteusi. No. Sì, ma solo se si tratti di servitù a favore di fabbricato urbano. Sì, e la servitù non cessa con l'estinguersi dell'enfiteusi.
Il titolare della servitù può farne riconoscere in giudizio l'esistenza contro chi ne contesta l'esercizio: e fermo restando che nella stessa sede può chiedere di far cessare eventuali impedimenti e turbative, oltre al risarcimento del danno, l'eventuale rimessione in pristino, può essere chiesta solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza che ha deciso sulla confessoria servitutis. e fermo restando che nella stessa sede può chiedere di far cessare eventuali impedimenti e turbative, l'eventuale rimessione in pristino, ed il risarcimento del danno, possono essere chiesti solo dopo il passaggio in giudicato della sentenza che ha deciso sulla confessoria servitutis. non può, nella stessa sede, far cessare eventuali impedimenti e turbative, potendo soltanto, a tal fine, agire separatamente, in via possessoria. e può, nella stessa sede, far cessare eventuali impedimenti e turbative e chiedere la rimessione delle cose in pristino, oltre al risarcimento dei danni.
Il diritto alla presa d'acqua continua: può essere esercitato solo ad intervalli periodici. deve essere esercitato ad ogni istante. può essere esercitato ad ogni istante. deve essere esercitato ad intervalli periodici risultanti dal titolo o dal possesso.
Nelle servitù in cui è convenuta ed espressa una costante quantità d'acqua, la quantità deve esprimersi in relazione al modulo: il modulo è l'unità di misura dell'acqua corrente. il modulo è il documento tecnico allegato al titolo della servitù, che può formarsi, solo nell'accordo delle parti, al momento della costituzione della servitù, o successivamente, durante l'esercizio. il modulo è il documento tecnico allegato al titolo della servitù, che può formarsi, oltre che nell'accordo delle parti, al momento della costituzione della servitù, successivamente, dal giudice, ad iniziativa della parte interessata. il modulo è il documento tecnico allegato al titolo della servitù, cui può supplire il possesso, con le modalità quantitative in cui la servitù è esercitata nel tempo.
Nelle servitù in cui è convenuta ed espressa una costante quantità d'acqua, la quantità deve esprimersi in relazione al modulo intendendosi per tale: un corpo d'acqua che scorre nella costante quantità di cento litri al minuto secondo e si divide in decimi, centesimi e millesimi. un corpo d'acqua che scorre nella costante quantità di cento litri al minuto e si divide in decilitri, centilitri e millilitri. il documento tecnico allegato al titolo della servitù, che può formarsi, solo nell'accordo delle parti, al momento della costituzione della servitù, o successivamente, durante l'esercizio. il documento tecnico allegato al titolo della servitù, che può formarsi, oltre che nell'accordo delle parti, al momento della costituzione della servitù, successivamente, dal giudice, ad iniziativa della parte interessata.
Nell'ipotesi in cui, per la derivazione di una data e costante quantità di acqua corrente, sia stata determinata la forma della bocca e dell'edificio derivatore: le parti possono chiederne la modificazione, ma solo per ragioni diverse dall'eccedenza o dalla deficienza di acqua. le parti non possono mai chiederne la modificazione per eccedenza o deficienza di acqua. le parti non possono chiederne la modificazione per eccedenza o deficienza di acqua, salvo che l'eccedenza o la deficienza provenga da variazioni seguite nel canale dispensatore o nel corso delle acque in esso correnti. le parti non possono chiederne la modificazione per eccedenza o deficienza di acqua, salvo che l'eccedenza o la deficienza sia stata cagionata dai lavori di ristrutturazione del castellum aquae.
Nell'ipotesi in cui, per la derivazione di una data e costante quantità di acqua corrente, non sia stata determinata la forma della bocca, ma la bocca stessa e l'edificio derivatore siano stati posseduti per cinque anni: le parti possono chiederne la modificazione, ma solo per ragioni diverse dall'eccedenza o dalla deficienza di acqua. le parti non possono mai chiederne la modificazione per eccedenza o deficienza di acqua. le parti non possono chiederne la modificazione per eccedenza o deficienza di acqua, neppure dopo tale tempo, salvo nel caso di variazione seguita nel canale dispensatore o nel corso delle acque. le parti non possono chiederne la modificazione per eccedenza o deficienza di acqua, salvo che l'eccedenza o la deficienza sia stata cagionata dai lavori di ristrutturazione del castellum aquae.
Nella servitù di derivazione di acqua, quando la quantità di acqua non è stata determinata, ma la derivazione è stata fatta per un determinato scopo: fermo restando che s'intende concessa la quantità necessaria allo scopo, chi vi ha interesse può in ogni tempo far stabilire la forma della derivazione, secondo le proprie insindacabili indicazioni. fermo restando che s'intende concessa la quantità necessaria allo scopo, le parti possono chiederne la modificazione, ma solo per ragioni diverse dall'eccedenza o dalla deficienza di acqua. fermo restando che s'intende concessa la quantità necessaria allo scopo, chi vi ha interesse può in ogni tempo far stabilire la forma della derivazione in modo che ne venga assicurato l'uso necessario e impedito l'eccesso. fermo restando che s'intende concessa la quantità media del primo anno di esercizio, chi vi ha interesse può in ogni tempo far stabilire la forma della derivazione, secondo le proprie insindacabili indicazioni.
Nella servitù di derivazione di acqua, quando la quantità di acqua non è stata determinata, ma la derivazione è stata fatta per un determinato scopo: s'intende concessa la quantità media del primo anno di esercizio. la servitù non può essere esercitata. s'intende concessa la quantità necessaria per lo scopo medesimo. s'intende concessa la quantità media del primo anno di esercizio, purché sia stata stabilita almeno la forma della bocca e dell'edificio derivatore.
Riguardo alla regolamentazione dell'esercizio della servitù di presa d'acqua: quando non dispone il titolo o non è possibile riferirsi al possesso, si osservano gli usi locali, e in mancanza le disposizioni degli artt. 1085, 1086, 1087 c.c.. si osservano gli usi locali, e solo in mancanza di essi si segue quanto dispone il titolo, purché non in contrasto con gli artt. 1081, 1082, 1083 c.c.. quando non dispone il titolo o non è possibile riferirsi al possesso, si osservano gli usi locali, purché non in contrasto con gli artt. 1081, 1082, 1083 c.c.. occorre in primo luogo riferirsi al possesso, se conforme agli usi locali, a preferenza del titolo, e in mancanza alle disposizioni degli artt. 1081, 1082, 1083 c.c..
L'esercizio della servitù di presa d'acqua: si esercita per l'acqua estiva dall'equinozio di primavera a quello di autunno; per l'acqua iemale dall'equinozio di autunno a quello di primavera. si esercita per l'acqua estiva dal solstizio d'inverno a quello d'estate; per l'acqua iemale dal solstizio di estate a quello d'inverno. si esercita per l'acqua estiva dall'equinozio di autunno a quello di primavera; per l'acqua iemale dall'equinozio di primavera a quello di autunno. si esercita per l'acqua estiva dal solstizio di estate a quello d'inverno; per l'acqua iemale dal solstizio d'inverno a quello d'estate.
Riguardo all'esercizio della servitù di presa d'acqua, nelle distribuzioni per ruota: il tempo che impiega l'acqua per giungere alla bocca di derivazione appartiene all'utente di cui inizia il turno, ma la coda dell'acqua si consuma a suo carico. il tempo che impiega l'acqua per giungere alla bocca di derivazione appartiene all'utente di cui inizia il turno, la coda dell'acqua a quello successivo, e così via. il tempo che impiega l'acqua per giungere alla bocca di derivazione dell'utente si consuma a suo carico, e la coda dell'acqua appartiene a quello cui cessa il turno. il tempo che impiega l'acqua per giungere alla bocca di derivazione si consuma in proporzione a carico di tutti gli utenti, mentre la coda dell'acqua appartiene a quello di cui inizia il turno.
Nei canali soggetti a distribuzioni per ruota, le acque sorgenti o sfuggite, ma contenute nell'alveo del canale: sono trattenute o derivate dall'utente che si accolli le opere e le spese della loro captazione. non possono trattenersi o derivarsi da un utente che al tempo del suo turno. sono captate con il concorso delle spese di tutti gli utenti e ripartite tra tutti in proporzione dei turni. non possono trattenersi o derivarsi da alcuno.
Nei canali soggetti a distribuzioni per ruota: gli utenti possono variare o permutare tra loro il turno, purché tale cambiamento non rechi danno agli altri. è preclusa ogni variazione di turni tra gli utenti. gli utenti possono variare o permutare tra loro il turno, con esclusione della presa d'acqua estiva. gli utenti possono variare o permutare tra loro il turno, ma solo mediante scambi a due, e nell'accordo di tutti gli altri.
Chi ha diritto di servirsi dell'acqua come forza motrice: può impedirne o rallentarne il corso, purché non si tratti di canali con acque sorgenti o sfuggite. non può, senza espressa disposizione del titolo, impedirne o rallentarne il corso, procurandone il ribocco o ristagno. può, indipendentemente dal titolo, impedirne o rallentarne il corso, purché non ne procuri il ribocco o ristagno. può, indipendentemente dal titolo, impedirne o rallentarne il corso, purché non procuri il ribocco o ristagno delle acque sorgenti o sfuggite.
Nella servitù di presa o di condotta d'acqua, quando il titolo non dispone altrimenti, riguardo alla manutenzione del canale: il proprietario del fondo servente può direttamente provvedere allo spurgo e alla manutenzione delle sponde con rivalsa per le spese sul proprietario del fondo dominante. il proprietario del fondo dominante può direttamente provvedere allo spurgo e alla manutenzione delle sponde con rivalsa per le spese sul proprietario del fondo servente. il proprietario del fondo servente può domandare che sia convenientemente spurgato e le sue sponde tenute in stato di buona manutenzione a spese del proprietario del fondo dominante. il proprietario del fondo dominante può domandare che sia convenientemente spurgato e le sue sponde tenute in stato di buona manutenzione a spese del proprietario del fondo servente.
Se il titolo non dispone diversamente, il concedente dell'acqua di una fonte o di un canale, è tenuto verso gli utenti ai seguenti obblighi: eseguire le opere ordinarie per la derivazione e condotta dell'acqua fino al punto in cui ne fa consegna, mantenere in buono stato gli edifici, conservare l'alveo e le sponde della fonte o del canale, praticare i consueti spurghi e usare la dovuta diligenza, affinché la derivazione e la regolare condotta dell'acqua siano in tempi debiti effettuate, mentre le opere straordinarie restano a carico degli utenti. eseguire le opere ordinarie e straordinarie per la derivazione e condotta dell'acqua fino al punto in cui ne fa consegna, mantenere in buono stato gli edifici, conservare l'alveo e le sponde della fonte o del canale, praticare i consueti spurghi e usare la dovuta diligenza, affinché la derivazione e la regolare condotta dell'acqua siano in tempi debiti effettuate. eseguire le sole opere straordinarie per la derivazione e condotta dell'acqua fino al punto in cui ne fa consegna, restando quelle ordinarie a carico degli utenti. conservare l'alveo e le sponde della fonte o del canale, praticare i consueti spurghi e usare la diligenza del buon padre di famiglia, affinché la derivazione dell'acqua sia in tempi debiti effettuata, mentre la regolare condotta resta a cura degli utenti.
Nella servitù di presa o di condotta d'acqua, in caso di deficienza dell'acqua: il concedente è tenuto ad una proporzionale diminuzione del corrispettivo per la deficienza dell'acqua solo ove ciò verifichi per causa naturale. il concedente non è tenuto ad alcuna diminuzione del corrispettivo. il concedente è tenuto ad una proporzionale diminuzione del corrispettivo per la deficienza dell'acqua verificatasi per causa naturale o per fatto altrui, e si fa luogo alle dovute indennità in conseguenza delle modificazioni o limitazioni di turni che siano state imposte dall'autorità giudiziaria. il concedente ha facoltà di trattenere l'acqua disponibile, corrispondendo agli utenti un valore doppio al corrispettivo cui costoro sono tenuti in base al titolo.
Nella servitù di presa o di condotta d'acqua, in caso di deficienza dell'acqua: è sospeso ogni uso, e quella disponibile viene accantonata. la deficienza è sopportata secondo un'equa distribuzione tra tutti gli utenti, escluso chi ha diritto di prenderla e di usarla nel tempo in cui la deficienza si verifica, che non subisce limitazioni. l'autorità giudiziaria, con provvedimento in camera di consiglio, sentiti gli uffici tecnici competenti, può modificare o limitare i turni di utilizzazione e dare le altre disposizioni necessarie in relazione alla quantità di acqua disponibile, agli usi, e alle colture cui l'acqua è destinata. la deficienza è sopportata da chi ha diritto di prendere l'acqua e di usarla nel turno anteriore a quello in cui la deficienza si verifica, poiché la relativa acqua viene assegnata dall'autorità giudiziaria, con provvedimento in camera di consiglio, sentiti gli uffici tecnici competenti, in favore di chi abbia ragioni di necessità.
Nella servitù di presa o di condotta d'acqua, la deficienza dell'acqua è sopportata: da chi ha diritto di prenderla e di usarla nel turno anteriore a quello in cui la deficienza si verifica, poiché la relativa acqua viene assegnata dall'autorità giudiziaria, con provvedimento in camera di consiglio, sentiti gli uffici tecnici competenti, in favore di chi abbia ragioni di necessità. da chi ha diritto di prenderla e di usarla nel tempo in cui la deficienza si verifica, mentre tra diversi utenti, la subiscono quelli che hanno titolo o possesso più recente, e tra utenti in parità di condizione, dall'ultimo utente. sempre dall'ultimo utente. secondo un'equa distribuzione tra tutti gli utenti, escluso chi ha diritto di prenderla e di usarla nel tempo in cui la deficienza si verifica, che non subisce limitazioni.
Se la servitù dà diritto di derivare acqua da un fondo e per fatti indipendenti dalla volontà del proprietario si verifica una diminuzione dell'acqua tale che essa non possa bastare alle esigenze del fondo servente: il proprietario di questo può chiedere una riduzione della servitù, avuto riguardo ai bisogni di ciascun fondo, ed in tal caso è dovuta una congrua indennità al proprietario del fondo dominante. il proprietario del fondo dominante può chiedere una riduzione della servitù, avuto riguardo ai bisogni di ciascun fondo, ed in tal caso è dovuta una congrua indennità al proprietario del fondo servente. la servitù si riduce automaticamente della quantità necessaria al proprietario di questo, per ottenere la quota abitualmente usata. il proprietario di questo può chiedere una riduzione della servitù, avuto riguardo ai bisogni di ciascun fondo, ed in tal caso è dovuta una penale al proprietario del fondo dominante, commisurata al doppio del corrispettivo convenuto nel titolo.
Gli scoli o acque colaticce possono costituire oggetto di servitù: a favore del fondo che li riceve, all'effetto di impedire il loro ristagno. a favore del fondo che li riceve, all'effetto di impedire la loro diversione. a favore del fondo da cui defluiscono, all'effetto di impedire la loro diversione. purché la servitù sia costituita a condizione che il fondo servente possa avvalersi di una presa d'acqua dal fondo dominante.
Nella servitù attiva degli scoli, il termine per l'usucapione comincia a decorrere: dal giorno in cui il proprietario del fondo dominante ha fatto sul fondo servente opere visibili e permanenti destinate a raccogliere e condurre detti scoli a vantaggio del proprio fondo. dal giorno in cui il proprietario del fondo dominante ha fatto sul proprio fondo opere visibili e permanenti destinate a raccogliere e condurre detti scoli a proprio vantaggio. dal giorno in cui il proprietario del fondo dominante ha cominciato ad esercitarla, indipendentemente dall'esistenza sul fondo servente di opere visibili e permanenti destinate a raccogliere e condurre detti scoli. dal giorno in cui il proprietario del fondo dominante ha cominciato ad esercitarla, indipendentemente dall'esistenza sul fondo dominante di opere visibili e permanenti destinate a raccogliere e condurre detti scoli.
Nella servitù attiva degli scoli, il termine per l'usucapione comincia a decorrere dal giorno in cui il proprietario del fondo dominante ha compiuto opere visibili e permanenti sul fondo servente: delle opere compiute il proprietario del fondo dominante deve dare prova rigorosa, esclusa la prova testimoniale e per presunzioni. la prova del compimento delle opere compete al proprietario del fondo dominante, che può avvalersi di testimonianze e presunzioni, restando fermo che ove esista un cavo destinato a raccogliere e condurre gli scoli, il regolare spurgo e la manutenzione delle sponde fa presumere che il cavo è opera del proprietario del fondo servente. la prova del compimento delle opere compete al proprietario del fondo dominante, che può assolvervi solo dimostrando di aver costruito sul fondo servente un cavo destinato a raccogliere e condurre gli scoli, e di aver provveduto alla costruzione e manutenzione delle opere su di esso esistenti. se sul fondo servente è aperto un cavo destinato a raccogliere e condurre gli scoli, il regolare spurgo e la manutenzione delle sponde fa presumere che il cavo è opera del proprietario del fondo dominante, purché non vi sia titolo, segno, prova in contrario.
Ove il fondo sia gravato dalla servitù degli scoli: il proprietario può comunque usare liberamente dell'acqua a vantaggio del suo fondo, ma non cambiare le coltivazioni, o abbandonarne in tutto o in parte l'irrigazione. il proprietario deve corrispondentemente limitare l'uso dell'acqua a vantaggio del suo fondo, cambiandone, ove necessario, le coltivazioni, e abbandonandone in tutto o in parte l'irrigazione. il proprietario può usare liberamente dell'acqua solo ad usi domestici, ma deve, se necessario, cambiare le coltivazioni, o abbandonarne in tutto o in parte l'irrigazione. il proprietario può comunque usare liberamente dell'acqua a vantaggio del suo fondo, cambiare le coltivazioni, abbandonarne in tutto o in parte l'irrigazione.
Quando l'acqua, oggetto di servitù degli scoli, è concessa, riservata, o posseduta per un determinato uso, con obbligo di restituzione al concedente o ad altri di ciò che sopravanza: l'uso può essere variato a condizione del versamento di un'indennità corrispondente al doppio del valore dell'acqua la cui restituzione è dovuta. l'avente diritto può comunque usare liberamente dell'acqua a vantaggio del suo fondo, cambiare le coltivazioni, abbandonarne in tutto o in parte l'irrigazione. tale uso non può in nessun caso variarsi a danno del fondo a cui la restituzione è dovuta. tale uso non può in nessun caso variarsi a danno del fondo a cui la restituzione è dovuta, a meno che l'avente diritto non decida di cambiare le coltivazioni, con necessità di incrementarne l'irrigazione.
Quando per l'acqua è previsto un obbligo di restituzione degli scoli o degli avanzi: il proprietario del fondo vincolato alla restituzione può deviarne una parte solo nei periodi di piena. il proprietario del fondo vincolato alla restituzione può deviarne una parte, purché, in termini quantitativi, gli scoli o gli avanzi discendano nella loro totalità a favore del fondo dominante. il proprietario del fondo vincolato alla restituzione non può deviarne una parte, a meno che non possa addurre di avervi introdotto una maggiore quantità di acqua viva o un diverso corpo. il proprietario del fondo vincolato alla restituzione non può deviarne una parte, adducendo di avervi introdotto una maggiore quantità di acqua viva o un diverso corpo, ma deve lasciarli discendere nella totalità a favore del fondo dominante.
Quando per l'acqua è previsto un obbligo di restituzione degli scoli o degli avanzi: il proprietario del fondo vincolato alla restituzione può sempre liberarsi da tale servitù mediante la concessione al fondo dominante di un corpo d'acqua viva, del cui uso deve assicurare l'esclusiva, ad eccezione di una quota, determinata dall'autorità giudiziaria, tenuto conto delle proprie necessità domestiche. il proprietario del fondo vincolato alla restituzione può sempre liberarsi da tale servitù, deviando una parte dell'acqua, purché non adduca di avervi introdotto una maggiore quantità di acqua viva o un diverso corpo. il proprietario del fondo vincolato alla restituzione può sempre liberarsi da tale servitù mediante la concessione e l'assicurazione al fondo dominante di un corpo d'acqua viva, la cui quantità è determinata dall'autorità giudiziaria, tenuto conto di tutte le circostanze. il proprietario del fondo vincolato alla restituzione non può mai liberarsi da tale servitù, neppure mediante la concessione e l'assicurazione al fondo dominante di un corpo d'acqua viva.
Tizio, Caio e Sempronio hanno ricevuto in donazione dal padre Mevio, in ragione di un terzo ciascuno, il fondo Tuscolano. Poiché il titolo non dispone diversamente, la proprietà del predetto fondo è regolata: dalle norme che disciplinano la comunione. dalle norme che disciplinano l'associazione in partecipazione. dalle norme che disciplinano la società in nome collettivo. dalle norme che disciplinano la società semplice.
Se in una compravendita due persone acquistano in comune un fondo senza determinazione di quote: la compravendita è nulla per indeterminatezza dell'oggetto. occorre richiedere al giudice che determini le quote. le quote si presumono eguali. il fondo diventa indivisibile.
In assenza di apposite pattuizioni, in quale modo i partecipanti alla comunione concorrono nei vantaggi e nei pesi della stessa? In parti uguali, ancorché le quote siano diverse. In proporzione delle rispettive quote per quanto riguarda i vantaggi e in parti uguali per quanto riguarda i pesi. In proporzione delle rispettive quote. In proporzione delle rispettive quote per quanto riguarda i pesi e in parti uguali per quanto riguarda i vantaggi.
Il singolo partecipante alla comunione può servirsi della cosa comune? No. Sì, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. No, salvo che il titolo o gli usi dispongano diversamente. Sì, anche se ne alteri la destinazione purché non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto.
Quando la proprietà di un immobile spetta in comune a più persone, se il titolo o la legge non dispone diversamente, ciascun partecipante può servirsi della cosa comune: purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. anche modificandone la destinazione ma a condizione che non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. senza alcuna limitazione anche impedendo agli altri comproprietari di farne parimenti uso secondo il loro diritto. senza limitazioni, purché l'uso non ne diminuisca il valore di oltre un terzo.
Tizio e Caio hanno acquistato in parti uguali da Sempronio la piena proprietà del fondo Corneliano. Può Caio vendere ad un terzo la sua quota? No. Sì, ma solo con il consenso di Tizio. Sì. No, salvo che all'originario venditore Sempronio.
Tizio, Caio e Sempronio sono comproprietari del fondo Tuscolano. Tizio vuole cedere a Sempronio la sua quota. Caio può validamente opporsi? Sì, a meno che non si tratti di cessione a titolo gratuito. No. Sì, però a Caio è dovuto un indennizzo. Sì.
Tizio e Caio hanno acquistato in parti uguali da Sempronio la piena proprietà del fondo Corneliano. Può Caio donare al figlio Mevio la sua quota? No, salvo che siano trascorsi almeno dieci anni dalla data dell'atto di acquisto. Sì, ma solo con il consenso di Tizio. Sì. No.
Tizio e Caio hanno comprato da Sempronio in parti uguali una villa al mare stabilendo nell'atto di acquisto che l'uso della stessa sarebbe spettato a ciascuno di essi a mesi alterni. Può Caio affittare a terzi la villa suddetta per uno dei mesi di sua spettanza? Sì. No. Sì, ma solo con il consenso di Tizio. No, salvo che al venditore Sempronio e in tal caso anche contro la volontà di Tizio.
Tizio, Caio, Sempronio e Filano hanno comprato in comune ed in parti eguali la villa Corneliana. Caio, celibe, può trasferire a Martino la sua quota di comproprietà? No. Sì. No, salvo che il trasferimento avvenga a titolo gratuito. Sì, purché risulti il consenso della maggioranza dei partecipanti alla comunione.
Tizio, Mevio, Caio e Sempronio hanno comprato in comune ed in parti uguali il fondo Tuscolano. Tizio, celibe, può cedere a Martino il godimento del fondo nei limiti della sua quota? No, salvo che il godimento venga ceduto a titolo gratuito. Sì. Sì, purché risulti il consenso della maggioranza dei partecipanti alla comunione. No.
Tizio, Caio e Sempronio sono comproprietari di un appartamento per averlo comprato da Mevio. In mancanza di specifici patti sulla disponibilità delle quote, può Tizio cedere la sua quota a Sempronio anche contro la volontà di Caio? No. No, salvo che si tratti di cessione a titolo gratuito. Sì. Sì, però a Caio è dovuto un equo indennizzo.
Il partecipante alla comunione che rinunzi al suo diritto si libera dall'obbligo di contribuire alle spese necessarie per la conservazione della cosa comune? Sì, purché non le abbia anche tacitamente approvate. Sì, anche qualora le abbia precedentemente approvate. No. Sì, purché non le abbia espressamente approvate.
Il partecipante alla comunione che rinunzi al suo diritto si libera dall'obbligo di contribuire alle spese necessarie per il godimento della cosa comune? Sì, purché non le abbia espressamente approvate. Sì, purché non le abbia anche tacitamente approvate. Sì, anche qualora le abbia precedentemente approvate. No.
Il cessionario del partecipante alla comunione è tenuto a pagare i contributi alle spese necessarie per la conservazione e per il godimento della cosa comune dovuti dal cedente e non versati? Sì, ma solo per la parte che eccede la metà del valore del bene. Sì, in solido con il cedente. No. Sì, per la quota di metà, essendo l'altra metà a carico del cedente e senza vincolo di solidarietà.
Il partecipante alla comunione che rinunzi al suo diritto si libera dall'obbligo di contribuire alle spese deliberate a maggioranza dei partecipanti secondo le norme di legge? Sì, anche qualora le abbia precedentemente approvate. Sì, purché non le abbia anche tacitamente approvate. No. Sì, purché non le abbia espressamente approvate.
Quando il diritto di proprietà spetta in comune a più persone, se il titolo o la legge non dispone diversamente, le deliberazioni inerenti agli atti di ordinaria amministrazione sono obbligatorie per i dissenzienti se sono state adottate dai partecipanti alla comunione: con la maggioranza di almeno due terzi dei comunisti, a prescindere dal valore delle loro quote. con la maggioranza calcolata secondo il valore delle loro quote, a condizione che di essa faccia parte almeno un terzo dei comunisti. con la maggioranza calcolata secondo il valore delle loro quote. con la maggioranza calcolata per capi e non secondo il valore delle quote.
Può l'amministratore del condominio di un edificio agire in giudizio in rappresentanza dei partecipanti al condominio? Sì, ma con il consenso di tutti i condomini. Sì, nei limiti delle attribuzioni stabilite dalla legge o dei maggiori poteri conferitigli dal regolamento di condominio o dall'assemblea. No, mai. Sì, sempre.
Può l'amministratore del condominio di un edificio agire in giudizio contro i condomini? Sì, nei limiti delle attribuzioni stabilite dalla legge o dei maggiori poteri conferitigli dal regolamento di condominio o dall'assemblea. Sì, purché rappresenti almeno un terzo dei condomini. Sì, sempre. No, poiché può agire in giudizio esclusivamente nei confronti dei terzi.
Può l'amministratore del condominio di un edificio agire in giudizio contro terzi? Sì, nei limiti delle attribuzioni stabilite dalla legge o dei maggiori poteri conferitigli dal regolamento di condominio o dall'assemblea. Sì, purché rappresenti almeno un terzo dei condomini. No, poiché può agire in giudizio esclusivamente nei confronti dei condomini. Sì, sempre.
Può l'amministratore del condominio di un edificio essere convenuto in giudizio in rappresentanza dei partecipanti al condominio? Sì, ma con il consenso di tutti i condomini. No, mai. Sì, qualora si tratti di azioni concernenti le parti comuni dell'edificio. Sì, sempre.
Se l'esito della lite è stato favorevole al condominio, il condomino dissenziente che ne abbia tratto vantaggio: è tenuto a concorrere nelle spese del giudizio che non sia stato possibile ripetere dalla parte soccombente. non deve concorrere nelle spese che non sia stato possibile ripetere dalla parte soccombente. deve concorrere nelle spese che non sia stato possibile ripetere dalla parte soccombente per la metà dell'importo. deve concorrere nelle spese che non sia stato possibile ripetere dalla parte soccombente nei limiti dell'arricchimento.
Qualora l'assemblea dei condomini abbia deliberato di promuovere una lite, il dissenso del singolo condomino deve essere notificato all'amministratore nel termine di: trenta giorni, decorrente da quello in cui il condomino ha avuto notizia della deliberazione. tre mesi, dal giorno in cui l'amministratore gli ha comunicato l'esito della lite. sei mesi, dal giorno in cui il condomino ha avuto notizia della deliberazione. dieci giorni, dal giorno in cui l'amministratore gli ha comunicato l'esito della lite.
Qualora l'assemblea dei condomini abbia deliberato di resistere ad una domanda proposta da terzi, il dissenso del singolo condomino deve essere notificato all'amministratore nel termine di: trenta giorni, decorrente da quello in cui il condomino ha avuto notizia della deliberazione. sei mesi, dal giorno in cui il condomino ha avuto notizia della deliberazione. dieci giorni, del giorno in cui l'amministratore gli ha comunicato l'esito della lite. tre mesi, dal giorno in cui l'amministratore gli ha comunicato l'esito della lite.
Qualora l'assemblea dei condomini abbia deliberato di resistere ad una domanda proposta da terzi, il condomino dissenziente può: separare la propria responsabilità in ordine alle conseguenze della lite per il caso di soccombenza comunicando formalmente il proprio dissenso sull'iniziativa ai condomini che hanno espresso voto favorevole. separare la propria responsabilità in ordine alle conseguenze della lite per il caso di soccombenza, con atto notificato all'amministratore. formulare, con atto notificato ai singoli condomini, riserva di approvazione della delibera, per il caso in cui la lite sortisca esito positivo. separare la propria responsabilità in ordine alle conseguenze della lite per il caso di soccombenza comunicando, con atto notificato ai singoli condomini, il proprio dissenso sull'iniziativa.
Nel caso in cui l'assemblea dei condomini abbia deliberato di promuovere una lite che sortisca esito sfavorevole, il condomino dissenziente: non è tenuto alle spese condominiali fino a compensazione del proprio credito, comunque entro il termine di un anno. non è tenuto alle spese condominiali fino a soddisfazione del proprio diritto, per il termine massimo di sei mesi. ha diritto di rivalsa verso il condominio per ciò che abbia dovuto pagare alla parte vittoriosa. ha diritto a ripetere la propria quota dai soli condomini che hanno espresso voto favorevole.
Qualora l'assemblea dei condomini abbia deliberato di promuovere una lite, il condomino dissenziente può: formulare, con atto notificato ai singoli condomini, riserva di approvazione della delibera, per il caso in cui la lite sortisca esito positivo. separare la propria responsabilità in ordine alle conseguenze della lite per il caso di soccombenza, con atto notificato all'amministratore. separare la propria responsabilità in ordine alle conseguenze della lite per il caso di soccombenza comunicando formalmente il proprio dissenso sull'iniziativa ai condomini che hanno espresso voto favorevole. separare la propria responsabilità in ordine alle conseguenze della lite per il caso di soccombenza comunicando formalmente il proprio dissenso sull'iniziativa ai singoli condomini.
Il risarcimento del danno per il ritardo nell'adempimento dell'obbligazione deve comprendere: solo la perdita subita dal creditore, in quanto ne sia conseguenza immediata e diretta. la perdita subita dal creditore e il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta. la perdita subita dal creditore e il mancato guadagno, anche se non ne siano conseguenza immediata e diretta. solo il mancato guadagno del creditore, anche se non ne sia conseguenza immediata e diretta.
Il risarcimento del danno per l'inadempimento dell'obbligazione deve comprendere: la perdita subita dal creditore e il mancato guadagno, anche se non ne siano conseguenza immediata e diretta. solo la perdita subita dal creditore, in quanto ne sia conseguenza immediata e diretta. null'altro che il mancato guadagno del creditore, anche se non ne sia conseguenza immediata e diretta. la perdita subita dal creditore e il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di denaro sono dovuti gli interessi legali dal giorno della mora? Sì, se erano dovuti precedentemente. No. Sì, se il creditore prova di aver sofferto un danno. Sì, anche se non erano dovuti precedentemente e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di denaro, se prima della mora erano dovuti interessi in misura superiore a quella legale, in quale misura sono dovuti gli interessi moratori? Nella stessa misura. In misura legale. In misura legale, se il creditore non prova di aver sofferto un maggior danno. In misura legale, se la somma dovuta è determinata in una moneta non avente corso legale nello Stato.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, in caso di costituzione in mora del debitore sono dovuti gli interessi legali dal giorno della mora in mancanza di una qualsiasi pattuizione in materia di interessi? Sì, ma solo se il creditore prova di aver sofferto un danno apprezzabile. Sì, anche se non erano dovuti precedentemente e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno. No, in nessun caso. Sì, ma solo se erano dovuti precedentemente e se il creditore prova di aver sofferto un danno.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, in caso di costituzione in mora del debitore, se prima della mora erano dovuti interessi in misura superiore a quella legale in che misura sono dovuti gli interessi moratori in assenza di una specifica pattuizione? Nella misura stabilita con valutazione equitativa dal presidente del tribunale del luogo di residenza del creditore. Nella stessa misura degli interessi dovuti prima della mora. Nella misura stabilita con valutazione equitativa dal presidente del tribunale del luogo di residenza del debitore. Nella misura legale.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, in caso di costituzione in mora del debitore, se prima della mora non erano dovuti interessi sono dovuti gli interessi moratori in assenza di una specifica pattuizione? Sì, nella misura legale ma solo se il creditore prova di aver sofferto un danno. Sì, nella misura stabilita dal giudice con valutazione equitativa ma solo se il creditore prova di aver sofferto un danno. Sì, nella misura legale e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno. No, in nessun caso.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, se è stata convenuta la misura degli interessi moratori è dovuto, in caso di costituzione in mora del debitore, l'ulteriore risarcimento al creditore che dimostra di aver subito un danno maggiore? Sì, in ogni caso. Sì, salvo che il debitore sia un incapace. No. Sì, salvo che il debitore provi la malafede del creditore.
Se l'inadempimento o il ritardo non dipende da dolo del debitore, il risarcimento: non è dovuto. è limitato al danno che poteva prevedersi nel tempo in cui è sorta l'obbligazione. è comunque dovuto, senza alcuna limitazione. è limitato alla liquidazione del danno che il debitore riconosce.
Se il danno per il ritardo nell'adempimento non può essere provato nel suo preciso ammontare: è liquidato dal giudice con valutazione equitativa. non è dovuto alcun risarcimento. è liquidato dal giudice nell'ammontare richiesto dal creditore. è liquidato dal giudice nell'ammontare offerto dal debitore.
Se il danno per l'inadempimento non può essere provato nel suo preciso ammontare: è liquidato dal giudice con valutazione equitativa. è liquidato dal giudice nell'ammontare offerto dal debitore. è liquidato dal giudice nell'ammontare richiesto dal creditore. non è dovuto alcun risarcimento.
A norma del codice civile il contratto è: l'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale. l'accordo di non più di due parti per costituire tra loro un rapporto giuridico patrimoniale. l'accordo di più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico anche non patrimoniale. l'accordo di due o più parti per costituire o estinguere tra loro un rapporto giuridico non patrimoniale.
La permuta è: un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto.
L'apertura di credito bancario è: un contratto. una dichiarazione di scienza. un contratto necessariamente plurilaterale. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Le parti possono concludere contratti atipici? Sì, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l'ordinamento giuridico. Sì, sempre. No, salvo che abbiano un oggetto determinato o determinabile. No, salvo che si tratti di atti per la cui validità è richiesta la forma scritta.
Le parti possono liberamente determinare il contenuto del contratto? Sì, nei limiti imposti dalla legge. No, salvo patto contrario. No. No, salvo che si tratti di atti per la cui validità è richiesta la forma scritta.
Per gli atti unilaterali tra vivi aventi contenuto patrimoniale si osservano: salvo diverse disposizioni di legge, le norme che regolano i contratti, in quanto compatibili. sempre le norme che regolano i contratti. le norme richiamate nell'atto. gli usi locali.
Le norme che regolano i contratti si osservano anche per gli atti unilaterali tra vivi? Sì, in ogni caso. Sì, in quanto compatibili, ma solo per gli atti unilaterali tra vivi aventi contenuto patrimoniale. No, mai. Sì, in quanto compatibili, ma solo per gli atti unilaterali tra vivi aventi contenuto non patrimoniale.
Salvo diverse disposizioni di legge, le norme che regolano i contratti si osservano: in quanto compatibili, per gli atti unilaterali tra vivi aventi contenuto patrimoniale. in quanto compatibili, per gli atti unilaterali tra vivi non aventi contenuto patrimoniale. in ogni caso per tutti gli atti unilaterali tra vivi aventi o non contenuto patrimoniale. in ogni caso per qualunque atto tra vivi.
A norma del codice civile, i requisiti del contratto, oltre alla causa ed alla forma, quando è prescritta dalla legge sotto pena di nullità, sono: l'oggetto e il corrispettivo. il motivo e il corrispettivo. l'accordo delle parti e l'oggetto. l'accordo delle parti e il corrispettivo.
A norma del codice civile, è requisito del contratto, fra gli altri: l'intento delle parti, solo quando manifestato espressamente. il motivo, quando è determinante per la conclusione del contratto. la causa. la forma, anche se non prescritta a pena di nullità.
A norma del codice civile, è requisito del contratto, fra gli altri: la forma scritta. la forma, quando è prescritta dalla legge sotto pena di nullità. la forma, quando sia richiesta dagli usi. la forma, che le parti abbiano dichiarato determinante.
L'accettazione della proposta contrattuale deve giungere al proponente: entro quindici giorni dalla conoscenza della proposta. prima che il proponente abbia intrapreso l'esecuzione del contratto. nel termine da lui stabilito o in quello ordinariamente necessario secondo la natura dell'affare o secondo gli usi. senza indugio.
Ai fini della conclusione del contratto il proponente può ritenere efficace l'accettazione tardiva? Sì, sempre. No, mai. Sì, purché ne dia immediatamente avviso all'altra parte. Solo quando questa sia stata data in forma scritta.
Qualora il proponente richieda per l'accettazione una forma determinata ai fini della conclusione del contratto, l'accettazione: ha effetto anche se data in forma diversa, ma assimilabile a quella indicata. ha sempre effetto, anche se data in forma diversa. ha effetto se comunque atta a raggiungere lo scopo. non ha effetto se è data in forma diversa.
In quale momento può considerarsi concluso un contratto? Nel momento in cui la proposta è giunta all'indirizzo del destinatario. Nel momento in cui la proposta è stata accettata. Nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte. Nel momento in cui la proposta è pervenuta a conoscenza del destinatario.
Secondo la regola generale del codice civile, il contratto è concluso nel momento in cui: la proposta è accettata. si comunica la proposta all'altra parte. il proponente ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte. l'accettazione della proposta è trasmessa al proponente.
In quale momento si conclude la vendita di beni mobili, stipulata tra persone distanti? Quando il contratto viene sottoposto a registrazione. Nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte. Nel momento in cui avviene la consegna dei beni venduti. Quando viene pagato il prezzo.
Una accettazione non conforme alla proposta contrattuale: è priva di alcun effetto. ha effetto se il proponente non la respinge immediatamente. è inefficace solo se la non conformità sia totale. equivale a nuova proposta.
In quale momento si conclude la vendita di beni immobili, stipulata tra persone distanti? Nel momento in cui l'acquirente viene immesso nel possesso. Nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte. Quando viene pagato il prezzo. Quando il contratto viene sottoposto a registrazione.
Qualora, su richiesta del proponente o per la natura dell'affare o secondo gli usi, la prestazione debba eseguirsi senza una preventiva risposta, il contratto è concluso: decorsi tre giorni liberi da quello in cui è stata fatta la proposta. nel tempo e nel luogo in cui viene fatta la proposta. nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione. nel tempo e nel luogo in cui il destinatario ha avuto notizia della proposta.
Qualora, nei casi previsti dal codice civile, il contratto è da considerarsi concluso nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione: l'accettante deve dare prontamente avviso al proponente dell'iniziata esecuzione e, in mancanza, è tenuto al risarcimento del danno. l'accettante è in ogni caso tenuto al risarcimento del danno che derivi al proponente dalla iniziata esecuzione. il proponente può chiedere la risoluzione del contratto ove non sia stato avvisato dell'iniziata esecuzione. il proponente può sempre chiedere la risoluzione del contratto.
È revocabile l'accettazione di una proposta contrattuale? Sì, solo in presenza di una giusta causa. Sì, purché la revoca giunga a conoscenza del proponente prima dell'accettazione. No, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze lo consentano. No, salvo diversa convenzione tra le parti.
È revocabile la proposta contrattuale? No, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze lo consentano. Sì, finché il contratto non sia concluso. Sì, solo in presenza di una giusta causa. Sì, ma solo dopo che sia trascorso il termine ordinariamente necessario, secondo la natura dell'affare o gli usi, perché pervenga al proponente l'accettazione della controparte.
Tizio ha inviato una lettera a Caio contenente l'accettazione di una proposta contrattuale. Può revocare tale accettazione? Sì, anche dopo che il proponente sia venuto a conoscenza dell'accettazione. Sì, purché la revoca giunga a conoscenza del proponente prima dell'accettazione. Sì, purché la revoca giunga a conoscenza del proponente entro due giorni da quando questi ha ricevuto l'accettazione. No, in nessun caso.
Se l'accettante ha intrapreso in buona fede l'esecuzione del contratto prima di avere notizia della revoca della proposta: la revoca ha effetto solo se il proponente faccia offerta reale delle spese e delle perdite subite dall'accettante per l'iniziata esecuzione. la revoca può avere effetto solo se l'accettante abbia immediatamente sospeso l'esecuzione. il proponente è tenuto a indennizzarlo delle spese e delle perdite subite per l'iniziata esecuzione del contratto. il contratto si conclude egualmente.
L'accettazione della proposta contrattuale può essere revocata: sempre, senza limiti di tempo. se la revoca giunge a conoscenza del proponente prima dell'accettazione. se la revoca è comunicata al proponente entro cinque giorni dall'accettazione. mai.
Nell'ipotesi di proposta irrevocabile, se il proponente, che si è obbligato a mantenerla ferma per un certo tempo, muore prima che sia scaduto il termine fissato per la proposta stessa, questa: resta efficace, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze escludano tale efficacia. resta efficace solo quando è fatta da un imprenditore nell'esercizio della sua impresa. diviene inefficace ope legis. resta efficace in ogni caso.
In caso di proposta contrattuale irrevocabile, la morte del proponente toglie efficacia alla proposta? No, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze escludano tale efficacia. Sì, se il proponente è un imprenditore. Sì. No.
In caso di proposta contrattuale irrevocabile, un'eventuale revoca della proposta è: nulla. annullabile. efficace, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze escludano tale efficacia. senza effetto.
Nell'ipotesi di proposta irrevocabile, se il proponente, che si è obbligato a mantenerla ferma per un certo tempo, diviene incapace prima che sia scaduto il termine fissato nella proposta stessa, questa: resta efficace, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze escludano tale efficacia. diviene inefficace ope legis. resta efficace in ogni caso. resta efficace solo quando è fatta da un imprenditore nell'esercizio della sua impresa.
In caso di proposta contrattuale irrevocabile, la sopravvenuta incapacità del proponente toglie efficacia alla proposta? No. Sì. Sì, se il proponente è un imprenditore. No, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze escludano tale efficacia.
La proposta fatta da un imprenditore nell'esercizio della sua impresa perde efficacia in caso di sua morte prima della conclusione del contratto? No, salvo che si tratti di piccoli imprenditori o che diversamente risulti dalla natura dell'affare o da altre circostanze. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che si tratti di piccoli imprenditori. No, in nessun caso.
Tizio, imprenditore commerciale, nell'esercizio della sua impresa ha proposto a Caio la conclusione di un contratto. Prima della conclusione del contratto, Tizio diviene incapace. In tal caso la sua proposta perde efficacia? No, salvo che si tratti di piccolo imprenditore o che diversamente risulti dalla natura dell'affare o da altre circostanze. Sì, in ogni caso. Sì, a meno che Tizio abbia specificato che la proposta era irrevocabile. No, in nessun caso.
Tizio, imprenditore commerciale, nell'esercizio della sua impresa ha proposto a Caio la conclusione di un contratto. Prima della conclusione del contratto, Tizio muore. In tal caso la sua proposta perde efficacia? Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. No, salvo che si tratti di piccolo imprenditore o che diversamente risulti dalla natura dell'affare o da altre circostanze. Sì, a meno che Tizio abbia specificato che la proposta era irrevocabile.
Nei contratti in cui nessuna delle parti sia imprenditore, le clausole ambigue s'interpretano: secondo ciò che si pratica generalmente nel luogo in cui il contratto è stato concluso. nel senso più favorevole per l'obbligato, in ogni caso. esclusivamente secondo buona fede. nel senso più gravoso per l'obbligato, in ogni caso.
In tema di interpretazione dei contratti, le espressioni che possono avere più sensi devono, nel dubbio, essere intese: nel senso meno favorevole al contraente obbligato. nel senso meno conveniente agli interessi comuni dei contraenti. nel senso più conveniente alla natura e all'oggetto del contratto. nel senso più favorevole al contraente obbligato.
Come si interpretano, in caso di dubbio, le clausole inserite in moduli o formulari predisposti da uno dei contraenti? Cercando di stabilire quale sia stata la comune intenzione delle parti. Secondo gli usi vigenti nel settore imprenditoriale del predisponente. A favore dell'altro contraente. A favore del contraente che le ha predisposte.
Come si interpretano, in caso di dubbio, le clausole inserite nelle condizioni generali di contratto predisposte da uno dei contraenti? A favore dell'altro contraente. A favore del contraente che le ha predisposte. Secondo buona fede. Non limitandosi al senso letterale delle parole, ma indagando su quale sia stata la comune intenzione delle parti.
Le clausole contrattuali inserite in un formulario predisposto da uno dei contraenti si interpretano, nel dubbio: secondo equità. a favore del contraente che non ha predisposto il formulario. secondo il tenore letterale. a favore del contraente che ha predisposto il formulario.
Quando, applicate le regole ermeneutiche dettate dal codice civile, il contratto a titolo oneroso rimanga oscuro, esso deve essere inteso: nel senso meno conveniente agli interessi comuni dei contraenti. nel senso più gravoso per l'obbligato. nel senso meno gravoso per l'obbligato. nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti.
Il contratto produce effetti rispetto ai terzi: in ogni caso. solo se concluso con un rappresentante legale. solo se concluso con un rappresentante volontario. solo nei casi previsti dalla legge.
In quale dei seguenti casi il contratto può essere sciolto? Per volontà di una qualunque delle parti. Per mutuo consenso. In nessun caso. Per volontà della parte non obbligata.
Salvo patto contrario, in un contratto ad esecuzione continuata, il recesso unilaterale è ammesso: sempre, purché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione. anche dopo che il contratto abbia avuto parziale esecuzione, con effetto pure per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione. mai. anche dopo che il contratto abbia avuto un principio di esecuzione, ma il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione.
Fino a quando è esercitabile la facoltà di recedere unilateralmente dal contratto? Finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione. Fino al momento della conclusione del contratto. Fino alla domanda di risoluzione per il caso di inadempimento. Fino al momento dell'adempimento del contratto.
Nei contratti a esecuzione periodica o continuata, la facoltà di recedere unilateralmente dal contratto può essere esercitata anche successivamente alla esecuzione del contratto? Sì, ma il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione. Sì, e il recesso ha effetto anche per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione. No. No, salvo patto contrario.
Qualora sia stipulata in un contratto la prestazione di un corrispettivo per il recesso, questo, salvo patto contrario, ha effetto: quando la prestazione è eseguita. anche quando la prestazione non è ancora eseguita. dal momento in cui il contraente dichiara di volere recedere, indipendentemente dal pagamento del corrispettivo. anche quando il corrispettivo è versato solo in parte.
Quando il diritto di usufrutto spetta in comune a più persone, se il titolo o la legge non dispone diversamente, le deliberazioni relative ad atti di ordinaria amministrazione a carico degli usufruttuari sono obbligatorie per i dissenzienti se adottate con la maggioranza: dei partecipanti alla comunione, calcolata secondo il valore delle loro quote. dei partecipanti alla comunione, calcolata per capi e non secondo il valore delle quote. dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote, a condizione che di essa faccia parte almeno un terzo dei comunisti. di almeno due terzi dei comunisti, a prescindere dal valore delle loro quote.
L'amministrazione della cosa comune può essere delegata a un estraneo alla comunione, determinandone i poteri e gli obblighi, con il voto favorevole: di tanti partecipanti alla comunione che rappresentino almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. di tutti i partecipanti alla comunione. della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata in relazione al numero dei partecipanti. della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle loro quote.
Nella comunione ordinaria per la nomina dell'amministratore occorre: la deliberazione della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione. il consenso di tutti i partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti alla comunione, calcolata secondo il valore delle loro quote. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune.
Nella comunione ordinaria, per formare il regolamento per l'ordinaria amministrazione e per il miglior godimento della cosa comune occorre: il consenso unanime di tutti i partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti alla comunione, calcolata secondo il valore delle loro quote. la deliberazione della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione.
Tizio, Filano, Martino e Sempronio sono comproprietari di una villetta dagli stessi acquistata con atto di compravendita. È possibile, in questa ipotesi, delegare ad un estraneo l'amministrazione della cosa comune? Sì, determinando i poteri e gli obblighi dell'amministratore. No, mai. No, salvo che per l'ordinaria amministrazione. No, salvo che per il compimento di singoli atti di straordinaria amministrazione che siano necessari per la conservazione della cosa.
L'amministrazione della cosa comune può essere delegata a uno dei partecipanti alla comunione, determinandone i poteri e gli obblighi, con il voto favorevole: della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle loro quote. della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata in relazione al numero dei partecipanti. di tanti partecipanti alla comunione che rappresentino almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. di tutti gli altri partecipanti alla comunione.
L'amministrazione della cosa comune può essere delegata a più partecipanti alla comunione, determinandone i poteri e gli obblighi, con il voto favorevole: di tutti i partecipanti alla comunione. della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata in relazione al numero dei partecipanti. di tanti partecipanti alla comunione che rappresentino almeno i quattro quinti del valore complessivo della cosa comune. della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle loro quote.
Il regolamento della comunione può essere impugnato giudizialmente: dai partecipanti dissenzienti entro trenta giorni dalla deliberazione che lo ha approvato, e dagli assenti entro trenta giorni da quando è stata loro comunicata la deliberazione. da tutti gli interessati, entro quaranta giorni dalla data della deliberazione. dai partecipanti dissenzienti entro quaranta giorni dalla deliberazione che lo ha approvato, e dagli assenti entro quaranta giorni da quando è stata loro comunicata la deliberazione; per gli eredi di questi, ove il de cuius non abbia provveduto a tempestiva impugnazione, entro quaranta giorni dall'apertura della successione. dai partecipanti dissenzienti entro quaranta giorni dalla deliberazione che lo ha approvato, e dagli assenti entro venti giorni da quando è stata loro comunicata la deliberazione; gli eredi di questi, sempre che il de cuius abbia provveduto a tempestiva impugnazione, hanno l'onere di riassumere il giudizio entro quaranta giorni dall'apertura della successione.
Il regolamento della comunione può essere impugnato giudizialmente: da qualunque partecipante alla comunione. dai partecipanti assenti e dissenzienti. dai soli partecipanti assenti. da qualunque interessato.
Per gli atti di costituzione di diritti reali di godimento sul fondo comune occorre il consenso: della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote. della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. di tutti i partecipanti alla comunione. della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione.
Per gli atti di alienazione della cosa comune occorre il consenso: della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote. della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione. di tutti i partecipanti alla comunione.
Nella comunione ordinaria, l'ipoteca può essere consentita con deliberazione della maggioranza dei partecipanti che rappresenti due terzi del valore complessivo della cosa comune? Sì, qualora abbia lo scopo di garantire la restituzione delle somme mutuate per la ricostruzione o per il miglioramento della cosa comune. Sì, qualora abbia lo scopo di garantire la restituzione delle somme mutuate per resistere in giudizio a pretese di terzi. No, mai. Sì, sempre.
Per compiere gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione, che non risultino pregiudizievoli all'interesse di alcuno dei partecipanti alla comunione, a norma del codice civile occorre: il consenso di tutti i partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno due terzi del valore complessivo della cosa comune. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote, purché comprenda il consenso di coloro ai quali l'atto non arreca utilità.
Per le locazioni della cosa comune di durata superiore a nove anni occorre il consenso: di tutti i partecipanti alla comunione. della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione. della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote. della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune.
Per la concessione di ipoteca sulla cosa comune a garanzia della restituzione delle somme mutuate per la ricostruzione o per il miglioramento della cosa stessa occorre: la deliberazione della maggioranza dei partecipanti che rappresenti almeno la metà più uno del valore complessivo della cosa comune. il consenso di tutti i partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti indipendentemente dal valore delle loro quote. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti che rappresenti almeno due terzi del valore complessivo della cosa comune.
Per disporre le innovazioni dirette a rendere più comodo o redditizio il godimento della cosa comune, e che non pregiudichino il godimento di alcuno dei partecipanti e non importino una spesa eccessivamente gravosa, a norma del codice civile occorre: la deliberazione della maggioranza dei partecipanti che rappresenti almeno due terzi del valore complessivo della cosa comune. il consenso di tutti i partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote, purché comprenda il consenso di coloro che non traggono utilità dall'innovazione.
Per disporre le innovazioni dirette al miglioramento della cosa comune che non pregiudichino il godimento di alcuno dei partecipanti e non importino una spesa eccessivamente gravosa, a norma del codice civile occorre: la deliberazione della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti calcolata secondo il valore delle quote, purché comprenda il consenso di coloro che non traggono utilità dall'innovazione. il consenso di tutti i partecipanti alla comunione. la deliberazione della maggioranza dei partecipanti che rappresenti almeno due terzi del valore complessivo della cosa comune.
Con riguardo agli atti di amministrazione della comunione, ciascuno dei componenti la minoranza dissenziente può impugnare giudizialmente le deliberazioni relative agli atti di ordinaria amministrazione: quando importino una spesa eccessivamente gravosa. purché pregiudicanti il godimento di alcuno dei partecipanti sulla cosa comune. purché risultino, in generale, pregiudizievoli all'interesse di alcuno dei partecipanti. purché gravemente pregiudizievoli alla cosa comune.
Con riguardo agli atti di amministrazione della comunione, ciascuno dei componenti la minoranza dissenziente può impugnare giudizialmente le deliberazioni della maggioranza: quando i partecipanti non siano stati informati dell'oggetto della deliberazione. quando, trattandosi di atti di ordinaria amministrazione, le deliberazioni importino una spesa eccessivamente gravosa. per ragioni attinenti alla opportunità e convenienza della gestione della cosa comune. quando risultino, in generale, pregiudizievoli all'interesse di alcuno dei partecipanti.
Il partecipante alla comunione che, in caso di trascuranza degli altri partecipanti o dell'amministratore ha sostenuto spese per la cosa comune, ha diritto al rimborso? Sì, ma solo nei limiti dell'aumento di valore della cosa comune. Sì, qualora si tratti di spese necessarie per la conservazione della cosa comune. No, mai. Sì, in ogni caso.
Il patto di rimanere in comunione per un tempo maggiore di dieci anni è valido? Sì, per la durata convenuta. Sì, ma il termine si riduce a dieci anni. No, è nullo. Sì, ma non ha effetto per gli aventi causa dei partecipanti.
Il patto di rimanere in comunione per dieci anni: è valido e ha effetto anche per gli aventi causa dai partecipanti. è nullo. è valido solo entro il limite di cinque anni e ha effetto solo tra le parti. è valido solo se gravi circostanze lo giustifichino e quando la comunione ha ad oggetto cose che, se divise, cesserebbero di servire all'uso a cui sono destinate.
Il patto di rimanere in comunione è valido? Sì, per un tempo non inferiore a dieci anni. No, mai. Sì, per un tempo non superiore ai dieci anni. Sì, per un tempo non superiore ai cinque anni.
Quando lo scioglimento della comunione non può essere mai chiesto? In nessun caso. Quando si tratta di cose che, se divise, continuerebbero a servire all'uso cui sono destinate. Quando si tratta di cose che, se divise, cesserebbero di servire all'uso a cui sono destinate. Quando si tratta di cose che, se divise, diminuirebbero di valore.
Quali creditori dei comunisti devono essere chiamati ad intervenire alla divisione di beni immobili perché essa abbia effetto nei loro confronti? Tutti i creditori dei condividenti. Solo i creditori iscritti. Nessuno dei creditori. Solo i creditori chirografari non iscritti.
Come ha luogo la divisione di una cosa che può essere comodamente divisa, di cui sono proprietari in comune più persone? In denaro, in parti corrispondenti alle quote dei partecipanti. In natura, in parti corrispondenti alle quote dei partecipanti. In natura o in denaro, a seconda del caso, in parti corrispondenti alle quote dei partecipanti. In natura, in parti uguali tra tutti i partecipanti.
Nel caso in cui le obbligazioni solidali contratte dai partecipanti alla comunione per la cosa comune scadano entro l'anno dalla domanda di divisione, ciascuno dei comproprietari: può chiedere di essere sostituito, nella misura della propria quota, dagli altri comproprietari. può rinunciare al termine, con effetto nei riguardi dei restanti condebitori. può esigere che siano estinte. può chiedere al creditore di differire la scadenza oltre il termine originario, senza effetto nei riguardi dei restanti condebitori.
Il partecipante alla comunione che ha pagato il debito solidale, e non ha ottenuto rimborso: concorre nella divisione per una pari quota rispetto agli altri condividenti, con diritto di rivalersi per la differenza nei riguardi di uno dei partecipanti alla comunione, da lui scelto. ha diritto di rivalersi per la differenza, detratta la sua quota, nei riguardi di tutti i condividenti nei limiti delle rispettive quote. ha diritto di rivalersi per l'importo dell'intero debito, detratta la sua quota, nei riguardi di uno dei partecipanti alla comunione, da lui scelto. concorre nella divisione per una maggiore quota corrispondente al suo diritto verso gli altri condividenti.
Se la divisione della cosa comune ha luogo in natura, la somma per estinguere le obbligazioni solidali contratte per la cosa comune si ricava: procedendo alla vendita di una congrua frazione della cosa, salvo diverso accordo tra tutti i condividenti. procedendo alla vendita dei frutti e se necessario della cosa comune, con attribuzione della differenza al condividente dissenziente all'assunzione dell'obbligazione. procedendo alla vendita di una frazione della cosa comune, individuata dal creditore. procedendo alla vendita dell'intero, con proporzionale attribuzione della differenza tra i condividenti che ne facciano richiesta.
Nel caso in cui venga richiesta da uno o più partecipanti alla comunione l'estinzione delle obbligazioni contratte per la cosa comune che siano scadute o scadano entro l'anno dalla domanda di divisione, la somma per estinguere le obbligazioni: viene anticipata per l'intero importo da uno solo dei partecipanti alla comunione, scelto dal creditore. viene anticipata in quote eguali, da tutti i partecipanti alla comunione. si ricava dalla vendita dei frutti della cosa comune, salvo conguaglio della differenza versato in quote eguali da tutti i partecipanti alla comunione. si preleva dal prezzo di vendita della cosa comune.
Nel caso in cui le obbligazioni solidali contratte dai partecipanti alla comunione per la cosa comune siano scadute alla data della domanda di divisione, ciascuno dei comproprietari: può chiedere che la scadenza sia prorogata, con effetto nei riguardi di tutti i comproprietari. può esigere che siano estinte. può chiedere che siano sostituite da nuove obbligazioni aventi oggetto o titolo diverso da quelli originari. può chiedere di essere sostituito, nella misura della propria quota, dagli altri comproprietari.
Alla divisione delle cose comuni si applicano: le norme sulle obbligazioni solidali, in quanto applicabili. le norme che disciplinano i modi di estinzione delle obbligazioni, in quanto applicabili. le norme sulla divisione dell'eredità, in quanto non siano in contrasto con quelle che la disciplinano espressamente. le norme sulle obbligazioni divisibili e indivisibili, in quanto applicabili.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: i cortili. tutti i locali del piano terreno escluso l'alloggio del portiere. tutti i locali del piano cantinato escluso il locale per il riscaldamento centrale. le aree pertinenziali alle proprietà esclusive se sono divise dalle aree condominiali a mezzo di un muro che non abbia un'altezza superiore ai tre metri.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: i balconi e gli altri sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di affacciarsi lateralmente. in genere tutte le parti dell'edificio necessarie all'uso comune. tutti i locali del piano cantinato escluso il locale per il riscaldamento centrale. tutti i locali del piano terreno escluso l'alloggio del portiere.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: tutti i locali del piano terreno escluso il locale per il riscaldamento centrale. i portici. i balconi e gli altri sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di affacciarsi solo obliquamente. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. gli acquedotti che servono all'uso e al godimento comune. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. gli ascensori che servono all'uso e al godimento comune. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. i pozzi che servono all'uso e al godimento comune. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: i locali per il riscaldamento centrale. tutti i locali del piano terreno escluso l'alloggio del portiere. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. i balconi pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: i locali per gli stenditoi. tutti i locali del piano terreno escluso l'alloggio del portiere. i balconi pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di affacciarsi e di guardare obliquamente. tutti i locali del piano cantinato escluso il locale per il riscaldamento centrale.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. le cisterne che servono all'uso e al godimento comune. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: tutti i locali del piano terreno esclusi i vestiboli e gli anditi. i balconi pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di affacciarsi e guardare lateralmente. tutti i locali del piano cantinato escluso il locale per il riscaldamento centrale. i locali per la portineria e per l'alloggio del portiere.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: i balconi pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di affacciarsi lateralmente. tutti i locali del piano terreno escluso l'alloggio del portiere. tutti i locali del piano cantinato escluso il locale per il riscaldamento centrale. i locali per la lavanderia.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente. le fognature e i canali di scarico che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli impianti ai locali di proprietà esclusive. l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per il riscaldamento centrale. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente. gli impianti per il condizionamento dell'aria che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini.
Quale fra i seguenti beni sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo? Tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. I balconi e gli altri sporti pertinenziali alle proprietà esclusive che permettono di guardare e di affacciarsi solo di fronte. Tutti i locali del piano terreno esclusi i vestiboli e gli anditi. Le fondazioni.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente. l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. gli impianti per il raffreddamento dell'aria che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per il riscaldamento centrale.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: gli anditi. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. tutti i locali del piano terreno esclusi i vestiboli. i balconi pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare e di affacciarsi solo lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente. gli impianti per la depurazione dell'acqua che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per il riscaldamento centrale.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per il riscaldamento centrale. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente. gli impianti per il riscaldamento che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini. l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: gli impianti per l'energia elettrica che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente. l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. gli impianti per il gas che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente. gli impianti per l'acqua che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: gli sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare solo lateralmente. gli impianti per la purificazione dell'aria che servono all'uso e al godimento comune, fino al punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini. l'alloggio dell'amministratore del condominio e le relative pertinenze. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per il riscaldamento centrale.
Quale fra i seguenti beni è oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo? Il suolo su cui sorge l'edificio. L'alloggio dell'amministratore del condominio. Ogni locale del piano cantinato escluso il locale per la lavanderia. Ogni sporto pertinenziale alle proprietà esclusive che permetta di guardare solo lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: tutti i locali del piano terreno esclusi i vestiboli e gli anditi. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. i muri maestri. i balconi pertinenziali alle proprietà esclusive che permettono di affacciarsi solo di fronte.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: tutti i locali del piano terreno esclusi i vestiboli. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. i tetti e i lastrici solari. i balconi pertinenziali alle proprietà esclusive che non permettono di affacciarsi lateralmente.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: tutti i locali del piano terreno esclusi gli anditi. le scale. i balconi e gli altri sporti pertinenziali alle proprietà esclusive che non permettono di guardare lateralmente. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: i balconi pertinenziali alle proprietà esclusive che permettono di guardare e di affacciarsi solo obliquamente. tutti i locali del piano terreno esclusi gli anditi e i vestiboli. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia. i portoni d'ingresso.
Sono oggetto di proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio in condominio, se il contrario non risulta dal titolo: i balconi e gli altri sporti pertinenziali alle proprietà esclusive se permettono di guardare e di affacciarsi solo di fronte. i vestiboli. tutti i locali del piano terreno escluso l'alloggio del portiere. tutti i locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia.
In materia di condominio degli edifici, qualora il titolo non disponga altrimenti, a che cosa è proporzionato il diritto di ciascun condomino sulle parti comuni dell'edificio? Al valore del piano o porzione di piano che gli appartiene. Alla maggiore o minore necessità di utilizzazione delle parti comuni al fine del godimento del piano o porzione di piano che gli appartiene. Esclusivamente alla superficie del piano o porzione di piano che gli appartiene. Esclusivamente alla cubatura del piano o porzione di piano che gli appartiene.
A norma del codice civile, le parti comuni dell'edificio sono soggette a divisione? No, mai. Sì, in ogni caso, purché la divisione venga richiesta dalla maggioranza dei condomini. No, a meno che la divisione possa farsi senza rendere più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino. Sì, in ogni caso.
Nel condominio degli edifici quali tra le seguenti innovazioni al fabbricato sono vietate a norma del codice civile? Le innovazioni dirette al maggior rendimento delle cose comuni. Le innovazioni dirette al miglioramento o all'uso più comodo delle cose comuni per un solo condomino. Tutte le innovazioni. Le innovazioni che alterino il decoro architettonico dell'edificio o che rendano talune parti comuni dell'edificio inservibili all'uso o al godimento anche di un solo condomino.
Nel condominio degli edifici quali fra le seguenti innovazioni al fabbricato sono vietate a norma del codice civile? Le innovazioni che possano recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato. Tutte le innovazioni. Le innovazioni dirette al miglioramento o all'uso più comodo delle cose comuni per un solo condomino. Le innovazioni dirette al maggior rendimento delle cose comuni.
A norma del codice civile, qualora l'innovazione delle cose comuni di un edificio condominiale abbia carattere voluttuario rispetto alle particolari condizioni e all'importanza dell'edificio, e consista in opere, impianti o manufatti suscettibili di utilizzazione separata, i condomini che non intendono trarne vantaggio: sono esonerati da qualsiasi contributo nella spesa. sono comunque tenuti al contributo nella spesa. sono tenuti al contributo nella spesa in misura di un terzo di quanto dovuto dai restanti condomini. sono tenuti al contributo nella spesa in misura di un decimo, ma i loro eredi o aventi causa non potranno partecipare ai vantaggi dell'innovazione.
A norma del codice civile, qualora l'innovazione delle cose comuni di un edificio condominiale importi una spesa molto gravosa e consista in opere, impianti o manufatti suscettibili di utilizzazione separata, i condomini che non intendono trarne vantaggio: sono esonerati da qualsiasi contributo nella spesa. sono comunque tenuti al contributo nella spesa. sono tenuti al contributo nella spesa in misura di un terzo di quanto dovuto dai restanti condomini. sono tenuti al contributo nella spesa in misura di un decimo, ma i loro eredi o aventi causa non potranno partecipare ai vantaggi dell'innovazione.
In un condominio, quali opere può eseguire ciascun condomino nel piano o porzione di piano di sua proprietà? Le opere che non rechino danno ai proprietari delle abitazioni limitrofe. Qualsiasi tipo di opera. Quelle opere che non rechino danno alle parti comuni dell'edificio. Le opere ritenute opportune, purché esse siano approvate dalla maggioranza dei condomini.
A norma del codice civile, nell'ipotesi di condominio di un edificio, le spese necessarie per la prestazione dei servizi nell'interesse comune dei condomini: sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, ed è nulla ogni diversa convenzione. sono sostenute dai condomini per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano, e per l'altra metà in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo. sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, salva diversa convenzione. sono sostenute dai condomini in misura uguale fra loro, indipendentemente dal valore della proprietà di ciascuno.
A norma del codice civile, nell'ipotesi di condominio di un edificio, le spese necessarie per le innovazioni che non siano gravose né voluttuarie, deliberate dalla maggioranza dei condomini e destinate a servire i condomini in misura diversa: sono sostenute dai condomini in misura uguale fra loro, indipendentemente dal valore della proprietà di ciascuno e dall'uso che ciascuno può farne. sono ripartite fra i condomini in proporzione dell'uso che ciascuno può farne. sono ripartite fra i condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno. sono sostenute dai condomini per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano e per l'altra metà in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo.
A norma del codice civile, nell'ipotesi di condominio di un edificio, le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell'edificio destinate a servire i condomini in misura diversa: sono sostenute dai condomini in misura uguale fra loro, indipendentemente dal valore della proprietà di ciascuno e dall'uso che ciascuno può farne. sono ripartite fra i condomini in proporzione dell'uso che ciascuno può farne. sono ripartite fra i condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno. sono sostenute dai condomini per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano, e per l'altra metà in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo.
A norma del codice civile, nell'ipotesi di condominio di un edificio, le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell'edificio che non siano destinate a servire i condomini in misura diversa: sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, salva diversa convenzione. sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, ed è nulla ogni diversa convenzione. sono sostenute dai condomini in misura uguale fra loro, indipendentemente dal valore della proprietà di ciascuno. sono sostenute dai condomini per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano, e per l'altra metà in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo.
A norma del codice civile, qualora un edificio condominiale abbia più scale, cortili, lastrici solari, opere o impianti destinati a servire una parte dell'intero fabbricato, le spese relative alla loro manutenzione sono a carico: dei condomini proprietari di piani o porzioni di piani che rappresentino almeno un quinto del valore dell'edificio. del gruppo di condomini che ne trae utilità. in ogni caso di tutti i condomini. di tutti i condomini ad esclusione di quelli che ne traggono utilità.
A norma del codice civile, nell'ipotesi di condominio di un edificio, le spese necessarie per le innovazioni che non siano gravose né voluttuarie, deliberate dalla maggioranza dei condomini e destinate a servire i condomini in misura uguale: sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, salva diversa convenzione. sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, ed è nulla ogni diversa convenzione. sono sostenute dai condomini per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano, e per l'altra metà in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo. sono sostenute dai condomini in misura uguale fra loro, indipendentemente dal valore della proprietà di ciascuno.
Nel condominio degli edifici, come è ripartita la spesa per la manutenzione delle scale? La spesa è ripartita in misura uguale tra i proprietari dei diversi piani a cui servono le scale. La spesa è ripartita tra i proprietari dei diversi piani a cui servono le scale, per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano e per l'altra metà in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo. La spesa è ripartita tra i proprietari dei diversi piani a cui servono le scale, per un terzo in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano e per i restanti due terzi in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo. La spesa è ripartita tra i proprietari dei diversi piani a cui servono le scale, per due terzi in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano e per il restante terzo in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo.
Nel condominio degli edifici, da chi sono ricostruite le scale danneggiate? Dai proprietari dei diversi piani a cui servono. Da tutti i proprietari del condominio, indistintamente. Dagli inquilini e dai proprietari dei diversi piani a cui servono. Dall'amministratore del condominio, ripartendone le spese in misura uguale fra i condomini.
Nel condominio degli edifici, da chi sono mantenute le scale? Dall'amministratore del condominio, ripartendone le spese in misura uguale fra i condomini. Dagli inquilini e dai proprietari dei diversi piani a cui servono. Dai proprietari dei diversi piani a cui servono. Da tutti i proprietari del condominio, indistintamente.
Nel condominio degli edifici, come è ripartita la spesa per la ricostruzione delle scale? La spesa è ripartita tra i proprietari dei diversi piani a cui servono le scale, per due terzi in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano e per il restante terzo in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo. La spesa è ripartita tra i proprietari dei diversi piani a cui servono le scale, per un terzo in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano e per i restanti due terzi in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo. La spesa è ripartita tra i proprietari dei diversi piani a cui servono le scale, per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano e per l'altra metà in misura proporzionale all'altezza di ciascun piano dal suolo. La spesa è ripartita in misura uguale tra i proprietari dei diversi piani a cui servono le scale.
In un edificio condominiale Tizio e Caio sono proprietari di due piani l'uno all'altro sovrastanti. A norma del codice civile, chi deve sostenere le spese per la manutenzione e ricostruzione dei soffitti, delle volte e dei solai che si trovano fra un piano e l'altro? Il proprietario del piano sottostante per un terzo e quello del piano sovrastante per due terzi, restando a carico del proprietario del piano inferiore la copertura del pavimento ed a carico del proprietario del piano superiore l'intonaco, la tinta e la decorazione del soffitto. Tutti i condomini dell'edificio in parti uguali fra loro. I proprietari dei due piani l'uno all'altro sovrastanti in parti uguali fra loro, restando a carico del proprietario del piano superiore la copertura del pavimento e a carico del proprietario del piano inferiore l'intonaco, la tinta e la decorazione del soffitto. Il proprietario del piano sovrastante per un terzo e quello del piano sottostante per due terzi, restando a carico del proprietario del piano superiore la copertura del pavimento e la decorazione del soffitto ed a carico del proprietario del piano inferiore l'intonaco del soffitto.
A norma del codice civile, come vanno ripartite le spese di ricostruzione del lastrico solare di uso esclusivo di alcuni condomini? Per un terzo a carico di quelli che ne hanno l'uso esclusivo e per gli altri due terzi a carico di tutti i condomini dell'edificio o della parte di questo a cui il lastrico solare serve, in proporzione del valore del piano o della porzione di piano di ciascuno. Per l'intero a carico di tutti i condomini dell'edificio in proporzione del valore del piano o della porzione di piano di ciascuno. Per l'intero a carico di quelli che ne hanno l'uso esclusivo. Per l'intero tra tutti i condomini in parti uguali tra loro.
A norma del codice civile, come vanno ripartite le spese delle riparazioni del lastrico solare di uso esclusivo di alcuni condomini? Per un terzo a carico di quelli che ne hanno l'uso esclusivo e per gli altri due terzi a carico di tutti i condomini dell'edificio o della parte di questo a cui il lastrico solare serve, in proporzione del valore del piano o della porzione di piano di ciascuno. In parti uguali tra tutti i condomini. Per l'intero a carico di tutti i condomini dell'edificio in proporzione del valore del piano o della porzione di piano di ciascuno. Per l'intero a carico di quelli che ne hanno l'uso esclusivo.
A norma del codice civile, il proprietario esclusivo del lastrico solare di un edificio può elevare nuovi piani o nuove fabbriche? Sì, salvo che risulti altrimenti dal titolo o che le condizioni statiche dell'edificio non consentano tale sopraelevazione. Sì, soltanto a seguito dell'autorizzazione dell'assemblea di condominio. No, mai. Sì, salvo che risulti altrimenti dal titolo, anche a prescindere dalla valutazione delle condizioni statiche dell'edificio.
A norma del codice civile, in caso di sopraelevazione ad opera del proprietario dell'ultimo piano di un edificio, i condomini possono opporsi a tale sopraelevazione? Sì, ma solo se questa pregiudica la funzionalità dell'edificio. Sì, se questa pregiudica l'aspetto architettonico dell'edificio ovvero diminuisce notevolmente l'aria o la luce dei piani sottostanti e compromette le condizioni statiche dell'edificio. Non possono in alcun modo opporsi alla sopraelevazione. Sì, ma solo se questa diminuisce, anche in modo limitato, l'aria o la luce dei piani sottostanti.
A norma del codice civile, in caso di sopraelevazione ad opera del proprietario esclusivo del lastrico solare di un edificio, i condomini possono opporsi a tale sopraelevazione? Non possono in alcun modo opporsi alla sopraelevazione. Sì, se questa pregiudica l'aspetto architettonico dell'edificio ovvero diminuisce notevolmente l'aria o la luce dei piani sottostanti e compromette le condizioni statiche dell'edificio. Sì, ma solo se questa pregiudica la funzionalità dell'edificio. Sì, ma solo se questa diminuisce, anche in modo limitato, l'aria o la luce dei piani sottostanti.
A norma del codice civile, il proprietario dell'ultimo piano di un edificio che elevi nuovi piani o nuove fabbriche: è tenuto a corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani, ivi compreso quello da edificare, e detratto l'importo della quota a lui spettante. è tenuto a corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei condomini. è tenuto a corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani o dei condomini, sulla base di quanto deliberato dall'assemblea. è tenuto a corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani, senza considerare quello da edificare, ed aggiungendo l'importo della quota a lui spettante.
A norma del codice civile, il proprietario dell'ultimo piano di un edificio può elevare nuovi piani o nuove fabbriche? Sì, soltanto a seguito dell'autorizzazione dell'assemblea di condominio. No, mai. Sì, salvo che risulti altrimenti dal titolo o che le condizioni statiche dell'edificio non consentano tale sopraelevazione. Sì, salvo che risulti altrimenti dal titolo, anche a prescindere dalla valutazione delle condizioni statiche dell'edificio.
A norma del codice civile, il proprietario esclusivo del lastrico solare di un edificio che elevi nuovi piani o nuove fabbriche: è tenuto a corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani, senza considerare quello da edificare, ed aggiungendo l'importo della quota a lui spettante. è tenuto a corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani, ivi compreso quello da edificare, e detratto l'importo della quota a lui spettante. è tenuto a corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei condomini. è tenuto a corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al valore attuale dell'area da occuparsi con la nuova fabbrica, diviso per il numero dei piani o dei condomini, sulla base di quanto deliberato dall'assemblea.
Nel caso di perimento accidentale dell'intero edificio condominiale, può ciascuno dei condomini richiedere la vendita all'asta del suolo e dei materiali? Sì, salvo che sia stato diversamente convenuto. No, salvo che sia stato diversamente convenuto. No, anche se sia stato diversamente convenuto. Sì, anche se sia stato diversamente convenuto.
Nel caso di perimento accidentale di un edificio condominiale per una parte che rappresenti i tre quarti del suo valore, può ciascuno dei condomini richiedere la vendita all'asta del suolo e dei materiali? Sì, salvo che sia stato diversamente convenuto. Sì, anche se sia stato diversamente convenuto. No, salvo che sia stato diversamente convenuto. No, anche se sia stato diversamente convenuto.
In materia di condominio negli edifici, ciascuno dei condomini, salvo che sia diversamente convenuto, può richiedere la vendita all'asta del suolo e dei materiali nel caso di perimento accidentale: dell'intero edificio o di una parte che rappresenti tre quarti del suo valore. dell'intero edificio o di una parte che rappresenti la metà del suo valore. dell'intero edificio e non anche nel caso in cui ne perisca una parte di qualunque valore essa sia. dell'intero edificio o di una parte che rappresenti la metà del suo valore e che riguardi la proprietà esclusiva di almeno la metà più uno dei condomini.
A norma del codice civile, può essere revocato, dall'assemblea, l'amministratore del condominio di un edificio? Sì, esclusivamente dopo che sia trascorso il termine minimo di sei mesi dal conferimento dell'incarico. Sì, ma soltanto con il consenso di almeno un terzo dei partecipanti al condominio. Sì, in ogni tempo. Sì, ma soltanto con il consenso di tutti i condomini.
A norma del codice civile, quanto dura in carica l'amministratore del condominio di un edificio? Un anno. A tempo indeterminato, salvo la revoca da parte dell'assemblea del condominio. Due anni. Sei mesi.
Nel condominio di un edificio, qualora i condomini siano più di quattro e l'assemblea non provveda alla nomina di un amministratore: la nomina è fatta dall'autorità giudiziaria su ricorso di uno o più condomini. la nomina è fatta dall'autorità giudiziaria, solo se ciò è previsto dal regolamento di condominio. la nomina è fatta dall'autorità giudiziaria su ricorso di almeno tre condomini. ciascun condomino svolge, a turno, la funzione di amministratore del condominio.
Nel condominio di un edificio, quando sussiste il dovere di nominare un amministratore? Quando i condomini sono più di dieci. Quando i condomini sono più di cinque. Quando i condomini sono più di quattro. Sempre.
A norma del codice civile, l'amministratore del condominio di un edificio deve riscuotere i contributi ed erogare le spese occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell'edificio? Sì. Sì, ma solo ove incaricato in tal senso dall'assemblea dei condomini. Dipende esclusivamente da quanto stabilito nel regolamento di condominio. No, in quanto i condomini sono tenuti direttamente, in proporzione al valore della loro quota, a riscuotere i contributi e ad erogare le spese occorrenti per la manutenzione ordinaria delle parti comuni dell'edificio.
A norma del codice civile, l'amministratore del condominio di un edificio deve curare l'osservanza del regolamento di condominio? Sì, ma solo ove incaricato in tal senso dall'assemblea dei condomini. Sì. No, poiché i condomini sono tenuti a curarla loro stessi. Dipende esclusivamente da quanto stabilito nel regolamento stesso.
A norma del codice civile, l'amministratore del condominio di un edificio deve compiere gli atti conservativi dei diritti inerenti alle parti comuni dell'edificio? Sì. Non è tenuto. Sì, ma solo ove incaricato in tal senso dall'assemblea dei condomini. Sì, ma solo nel caso in cui ciò sia stabilito dal regolamento di condominio.
A norma del codice civile, l'amministratore del condominio di un edificio deve disciplinare l'uso delle cose comuni, in modo che ne sia assicurato il miglior godimento a tutti i condomini? Sì, ma solo nel caso in cui ciò sia stabilito dal regolamento di condominio. Sì. Non è tenuto. Sì, ma solo ove incaricato in tal senso dall'assemblea dei condomini.
A norma del codice civile, l'amministratore del condominio di un edificio deve eseguire le deliberazioni dell'assemblea dei condomini? No, poiché i condomini sono tenuti ad eseguirle autonomamente. Sì. Sì, ma solo ove incaricato in tal senso dall'assemblea dei condomini. Sì, ma solo in caso di inadempienza dei condomini.
A norma del codice civile, l'amministratore del condominio di un edificio deve rendere il conto della sua gestione: alla fine di ciascun semestre. alla fine di ciascun anno ovvero di ogni semestre. alla fine di ciascun anno. esclusivamente alla fine del suo mandato.
I provvedimenti presi dall'amministratore del condominio degli edifici, nell'ambito dei suoi poteri: non sono obbligatori per i condomini. sono obbligatori per i condomini. sono obbligatori per i condomini se convalidati dalla maggioranza dei partecipanti al condominio. sono obbligatori per i condomini se convalidati dalla maggioranza degli intervenuti all'assemblea condominiale.
Contro i provvedimenti presi dall'amministratore del condominio degli edifici: è ammesso ricorso all'assemblea, senza pregiudizio del ricorso all'autorità giudiziaria, qualora le deliberazioni siano contrarie alla legge o al regolamento di condominio. non è ammesso alcun tipo di ricorso. si deve necessariamente adire l'autorità giudiziaria. è ammesso ricorso all'assemblea da parte di almeno un terzo dei condomini.
Nel condominio degli edifici, il condomino che ha fatto spese per le cose comuni senza autorizzazione dell'amministratore o dell'assemblea: ha diritto al rimborso di metà delle spese fatte, anche se le spese fatte non siano urgenti. non ha diritto al rimborso, salvo che si tratti di spese urgenti. ha diritto all'intero rimborso, anche se le spese fatte non siano urgenti. ha diritto al rimborso anche delle spese non urgenti, salvo che si tratti di spese relative a parti comuni di cui egli abbia l'uso esclusivo.
Nel condominio degli edifici, il condomino che per le cose comuni ha fatto spese non urgenti senza autorizzazione dell'amministratore o dell'assemblea: ha diritto al rimborso, salvo che si tratti di spese relative a parti comuni di cui egli abbia l'uso esclusivo. non ha diritto al rimborso. ha in ogni caso diritto all'intero rimborso. ha in ogni caso diritto al rimborso di metà delle spese fatte.
Nel condominio degli edifici, chi provvede all'approvazione del preventivo delle spese occorrenti durante l'anno e alla relativa ripartizione tra i condomini? L'amministratore del condominio e, in subordine, l'assemblea dei condomini. L'assemblea dei condomini. L'amministratore del condominio. L'assemblea dei condomini o l'amministratore del condominio, indifferentemente.
Nel condominio degli edifici, chi provvede alle opere di manutenzione straordinaria? L'amministratore del condominio e, in subordine, l'assemblea dei condomini. L'amministratore del condominio. L'assemblea dei condomini o l'amministratore, indifferentemente. L'assemblea dei condomini.
Può l'amministratore di un condominio ordinare lavori di manutenzione straordinaria? Sì, sempre. No, mai. Sì, ma con il consenso della maggioranza dei condomini. No, salvo che rivestano carattere di urgenza, ma in questo caso deve riferirne nella prima assemblea.
Quando l'assemblea condominiale sia stata regolarmente costituita, con quali maggioranze devono essere prese le deliberazioni che hanno per oggetto le innovazioni dirette al miglioramento architettonico dell'edificio? Con un numero di voti che rappresenti la totalità dei partecipanti al condominio. Con un numero di voti che rappresenti la maggioranza dei partecipanti al condominio e i due terzi del valore dell'edificio. Con un numero di voti pari alla maggioranza dei partecipanti al condominio indipendentemente dal valore dell'edificio che gli stessi rappresentano. Con un numero di voti che rappresenti la maggioranza dei partecipanti al condominio oltre al voto favorevole dell'amministratore.
I condomini dell'edificio di Via del Corso n. 54, in Roma, si riuniscono nel cinema Capranichetta, per revocare l'amministratore del condominio. A norma del codice civile: non possono deliberare tale revoca in quanto sono riuniti fuori dai locali dell'edificio condominiale. possono deliberare tale revoca con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell'edificio, purché l'assemblea sia regolarmente costituita. possono deliberare tale revoca solamente con verbale ricevuto da notaio. non possono deliberare tale revoca prima della chiusura dell'esercizio in corso.
Nel condominio degli edifici, le deliberazioni prese a norma di legge dall'assemblea, sono obbligatorie: per tutti i condomini. soltanto per i condomini che hanno partecipato all'assemblea. soltanto per i condomini che hanno costituito la maggioranza. per i condomini che intendono aderirvi.
Il ricorso contro le deliberazioni contrarie alla legge, prese dall'assemblea dei condomini, deve essere proposto dai condomini dissenzienti o assenti: senza particolari termini di decadenza, a seguito della deliberazione. sotto pena di decadenza, entro trenta giorni, che decorrono dalla data della deliberazione per i dissenzienti e dalla data di comunicazione per gli assenti. sotto pena di decadenza, entro sessanta giorni, che decorrono per tutti dalla data della deliberazione. sotto pena di decadenza, entro quindici giorni, che decorrono dalla data della deliberazione per i dissenzienti e dalla data di comunicazione per gli assenti.
Il ricorso proposto all'autorità giudiziaria contro le deliberazioni contrarie alla legge, prese dall'assemblea del condominio di un edificio: non sospende l'esecuzione del provvedimento, salvo che la sospensione sia ordinata dall'autorità stessa. sospende immediatamente l'esecuzione del provvedimento. sospende l'esecuzione del provvedimento nei casi previsti dalla legge. sospende l'esecuzione del provvedimento esclusivamente per il ricorrente.
Il ricorso contro le deliberazioni contrarie al regolamento di condominio, prese dall'assemblea dei condomini, deve essere proposto dai condomini dissenzienti o assenti: sotto pena di decadenza, entro trenta giorni, che decorrono dalla data della deliberazione per i dissenzienti e dalla data di comunicazione per gli assenti. sotto pena di decadenza, entro sessanta giorni, che decorrono per tutti dalla data della deliberazione. sotto pena di decadenza, entro quindici giorni, che decorrono dalla data della deliberazione per i dissenzienti e dalla data di comunicazione per gli assenti. senza particolari termini di decadenza, a seguito della deliberazione.
Il ricorso proposto all'autorità giudiziaria contro le deliberazioni contrarie al regolamento di condominio prese dall'assemblea: sospende l'esecuzione del provvedimento esclusivamente per il ricorrente. sospende immediatamente l'esecuzione del provvedimento. sospende l'esecuzione del provvedimento nei casi previsti dal regolamento di condominio. non sospende l'esecuzione del provvedimento, salvo che la sospensione sia ordinata dall'autorità stessa.
Contro le deliberazioni contrarie alla legge prese dall'assemblea del condominio di un edificio, ogni condomino dissenziente: deve richiedere all'amministratore del condominio la convocazione di una nuova assemblea. può fare ricorso all'autorità giudiziaria esclusivamente insieme ad altri condomini che rappresentino almeno un terzo del valore dell'edificio. può fare ricorso all'autorità giudiziaria. si deve prima rivolgere all'amministratore del condominio, al fine di poter ricorrere all'autorità giudiziaria.
Contro le deliberazioni contrarie al regolamento di condominio prese dall'assemblea, ogni condomino dissenziente: si deve prima rivolgere all'amministratore del condominio, al fine di poter ricorrere all'autorità giudiziaria. deve richiedere all'amministratore del condominio la convocazione di una nuova assemblea. può fare ricorso all'autorità giudiziaria esclusivamente insieme ad altri condomini che rappresentino almeno un terzo del valore dell'edificio. può fare ricorso all'autorità giudiziaria.
Quando la formazione del regolamento di condominio negli edifici è obbligatoria secondo il codice civile, chi può prenderne l'iniziativa? Almeno dieci condomini. Ciascun condomino. Almeno tre condomini. La maggioranza dei condomini.
Qualora in un edificio il numero dei condomini sia superiore a dieci, a chi spetta l'iniziativa per la formazione del regolamento di condominio? All'amministratore del condominio, se non condomino. Alla maggioranza dei condomini che rappresenti almeno un terzo del valore dell'edificio. A ciascun condomino. Alla maggioranza dei condomini che rappresenti almeno la metà del valore dell'edificio.
Per quanto non è espressamente previsto dal Capo II "sul condominio degli edifici" del Titolo VII del Libro Terzo del codice civile: si osservano le norme sulla comunione in generale. si applicano le norme sulle obbligazioni in generale. si applica la disciplina sulle associazioni in partecipazione. si applica la disciplina delle obbligazioni solidali.
A norma del codice civile, è possibile possedere la cosa per mezzo di altra persona che ne abbia la detenzione? No. Sì, solo se la detenzione è anteriore al possesso. Sì. Sì, solo se il detentore è in buona fede.
Si può esercitare il possesso sulla cosa: direttamente o per mezzo di familiari conviventi anche non aventi la detenzione della cosa. non direttamente, ma solo per mezzo di altra persona che ha la detenzione della cosa. direttamente o per mezzo di altra persona che ha la detenzione della cosa. solo direttamente.
In colui che esercita il potere di fatto sulla cosa, il possesso: si presume solo quando il potere di fatto sulla cosa è fondato su un titolo avente forma scritta. non si presume e la relativa prova grava sul possessore. si presume quando non si prova che ha cominciato a esercitare il potere di fatto sulla cosa semplicemente come detenzione. si presume solo se ha cominciato ad avere la detenzione ed il titolo è mutato per causa proveniente da un terzo.
Tizio, conduttore di un immobile concessogli in locazione dal proprietario Caio, vi ha effettuato, senza il consenso di quest'ultimo, lavori di trasformazione riservati dal contratto di locazione al proprietario, ma senza volere disconoscere il possesso di Caio. In tal modo, Tizio ha mutato la sua detenzione in possesso? No. Sì, ma solo se la locazione ha durata superiore a nove anni. No, salvo che la locazione abbia per oggetto un immobile destinato ad uso abitativo. Sì.
Se alcuno ha iniziato ad avere la detenzione, può acquistare il possesso? No, finché il titolo non venga ad essere mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il possessore. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. Sì, solo se il possesso trovi titolo in un espresso riconoscimento del proprietario.
Il possessore attuale che ha posseduto in tempo più remoto: si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio solo se la cosa oggetto del possesso sia un bene immobile nel quale il possessore ha dimorato abitualmente per tutto il periodo. si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio solo se abbia un titolo a fondamento del suo possesso. non si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio, dovendo lo stesso possessore fornire sempre la prova di tale possesso. si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio.
Il possessore attuale che abbia un titolo a fondamento del suo possesso: si presume che abbia posseduto anche anteriormente, a far tempo dalla data del titolo, solo se si tratti di un acquisto a causa di morte e sia provato il possesso in capo al defunto. non si presume che abbia posseduto anche anteriormente, a far tempo dalla data del titolo, salvo che si tratti di un acquisto per atto tra vivi a titolo oneroso. si presume che abbia posseduto anche anteriormente, a far tempo dalla data del titolo. si presume che abbia posseduto anche anteriormente alla data del titolo.
Il possesso attuale fa presumere il possesso anteriore? No, mai. No, salvo che il possessore abbia un titolo a fondamento del suo possesso ed in questo caso si presume che egli abbia posseduto dalla data del titolo. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo relativamente alle universalità di mobili.
Gli atti compiuti con l'altrui tolleranza possono servire di fondamento all'acquisto del possesso? Sì, sempre. Sì, purché compiuti in buona fede. No. Sì, purché non si tratti di atti emulativi.
Rispetto ai beni appartenenti al pubblico demanio è concessa l'azione di spoglio al privato che li possieda? Sì, nei confronti della pubblica amministrazione e purché il possesso duri da almeno cinque anni. Sì, ma solo nei confronti della pubblica amministrazione. Sì, ma solo nei rapporti tra privati. No.
Rispetto ai beni appartenenti al pubblico demanio è concessa al privato l'azione di manutenzione? No, salvo che nei confronti della pubblica amministrazione e se trattasi di esercizio di facoltà che possono formare oggetto di concessione da parte della stessa. Sì, anche nei confronti della pubblica amministrazione. Sì, nei rapporti fra privati e se trattasi di esercizio di facoltà le quali possono formare oggetto di concessione da parte della pubblica amministrazione. No, in nessun caso.
Tizio vende un appartamento a Caio immettendolo contestualmente nel possesso. Caio, al fine di godere degli effetti del possesso: può unire al proprio possesso quello del suo autore solo se per entrambi trattasi di possesso di buona fede. può unire al proprio possesso quello del suo autore. può unire al proprio possesso quello del suo autore solo se era stato precedentemente detentore dell'immobile e nei limiti temporali della detenzione. non può unire al proprio possesso quello del suo autore.
Caio, successore di Tizio in forza di una disposizione di ultima volontà a titolo particolare, per godere degli effetti del possesso del de cuius in ordine al bene legato: può unire al proprio possesso quello del suo autore. può unire al proprio possesso quello del suo autore solo se prova che entrambi sono stati possessori di buona fede. può unire al proprio possesso quello del suo autore solo se era già precedentemente detentore dell'immobile legato e nei limiti temporali della detenzione. può unire al proprio possesso quello del suo autore salvo che il possesso di quest'ultimo durasse da meno di dieci anni.
Il successore a titolo particolare può unire al proprio possesso quello del suo autore per goderne gli effetti? No, salvo che fosse precedentemente detentore e nei limiti temporali della detenzione. Sì. Sì, salvo che il suo autore abbia posseduto per meno di dieci anni. No.
Il possesso già esercitato dal defunto continua: nell'erede con effetto dall'apertura della successione. nell'erede a far tempo dal giorno dell'accettazione dell'eredità. nell'erede legittimo a far tempo dall'accettazione dell'eredità e nell'erede testamentario a far tempo dal momento in cui il testamento diviene eseguibile. nel solo erede legittimo a far tempo dall'accettazione dell'eredità.
La buona fede nel possesso: è presunta solo in presenza di un titolo idoneo a trasferire il diritto di proprietà e deve persistere per dieci anni dall'acquisto. non è mai presunta. è presunta e basta che vi sia stata al tempo dell'acquisto. non è mai presunta, salvo che il proprietario del bene posseduto abbia riconosciuto la buona fede del possessore in un atto scritto avente data certa.
È possessore di buona fede: solo chi è stato immesso nel possesso del bene volontariamente dal proprietario. chi possiede ignorando di ledere l'altrui diritto. solo chi possiede in base ad un titolo valido ed idoneo a trasferire il diritto di proprietà. solo chi compie atti con l'altrui tolleranza.
Il possessore di buona fede, fino alla restituzione della cosa, risponde verso il rivendicante: dei frutti percepiti sia prima che dopo la domanda giudiziale. dei frutti che avrebbe potuto percepire prima della domanda giudiziale usando la diligenza del buon padre di famiglia. dei frutti percepiti fino al giorno della domanda giudiziale. dei frutti percepiti dopo la domanda giudiziale e di quelli che avrebbe potuto percepire dopo tale data, usando la diligenza di un buon padre di famiglia.
A norma del codice civile, il possessore che è tenuto a restituire i frutti indebitamente percepiti: ha diritto al rimborso di tutte le spese vive, anche se queste eccedono il valore dei frutti. ha diritto ad un'equa indennità. ha diritto al rimborso delle spese per la produzione ed il raccolto, nei limiti del valore dei frutti. non ha diritto ad alcun rimborso.
In che misura si deve corrispondere l'indennità dovuta al possessore di mala fede per i miglioramenti recati alla cosa? Nella misura dell'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti. Nella misura della minor somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore. Nella misura determinata equitativamente dal giudice. Nella misura dell'importo della spesa sostenuta per i miglioramenti.
Se il possessore è tenuto alla restituzione dei frutti, gli spetta il rimborso delle spese fatte per le riparazioni ordinarie? No. Sì, senza limiti di tempo. Sì, ma solo se è in buona fede. Sì, limitatamente al tempo per il quale la restituzione è dovuta.
In che misura si deve corrispondere al possessore di buona fede l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa? Nella misura della minor somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore. Nella misura dell'importo della spesa effettuata per i miglioramenti. Nella misura dell'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti. Nella misura determinata equitativamente dal giudice.
Il possessore tenuto alla restituzione della cosa ha diritto a indennità per i miglioramenti recati alla stessa? Sì, purché sia in buona fede. No, mai. Sì, purché i miglioramenti sussistano al tempo della restituzione. Sì, in ogni caso.
Il possessore tenuto alla restituzione della cosa ha diritto al rimborso delle spese fatte per le riparazioni straordinarie? No, mai. Sì, anche se possessore di mala fede. Sì, ma solo se possessore di buona fede. Sì, ma solo se le spese hanno migliorato la cosa.
L'autorità giudiziaria, avuto riguardo alle circostanze, può disporre che il pagamento delle indennità per le riparazioni, i miglioramenti e le addizioni, regolate dall'art.1150 codice civile, a favore del possessore: sia fatto ratealmente, ordinando, in questo caso, le opportune garanzie. venga eseguito in due soluzioni, previo rilascio di una polizza fideiussoria per l'importo delle indennità dovute. venga eseguito in un'unica soluzione, entro tre mesi dalla notifica della decisione che regola il pagamento delle indennità. venga eseguito in un'unica soluzione, entro sei mesi dalla notifica della decisione che regola il pagamento delle indennità.
Il possessore di buona fede può ritenere la cosa finché non gli siano corrisposte le indennità dovute, per riparazioni e miglioramenti, purché: le indennità non siano particolarmente gravose. queste siano state domandate nel corso del giudizio di rivendicazione e sia stata fornita una prova generica della sussistenza delle riparazioni e dei miglioramenti. le riparazioni ed i miglioramenti non siano stati particolarmente onerosi. le riparazioni ed i miglioramenti risultino evidenti e la spesa affrontata sia stata particolarmente onerosa.
Il possessore di buona fede può ritenere la cosa finché non gli siano corrisposte le indennità dovute, qualora l'autorità giudiziaria abbia disposto che il pagamento dell'indennità venga fatto ratealmente: anche nel caso in cui siano prestate le garanzie ordinate dall'autorità giudiziaria, finché il proprietario non abbia pagato un terzo dell'importo delle indennità richieste. anche nel caso in cui non siano prestate le garanzie ordinate dall'autorità giudiziaria, qualora il proprietario abbia comunque depositato polizza fideiussoria. anche nel caso in cui siano prestate le garanzie ordinate dall'autorità giudiziaria, finché il proprietario non abbia pagato la metà dell'importo delle indennità richieste. finché non siano prestate le garanzie ordinate dalla stessa autorità giudiziaria.
Colui al quale sono alienati beni mobili da parte di chi non ne è proprietario: ne acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. non ne acquista la proprietà, anche se sia in buona fede al momento dell'immissione nel possesso e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. ne acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede al momento della consegna e tale rimanga per tre anni, anche in mancanza di un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. ne acquista la proprietà mediante il possesso, anche se sia in mala fede al momento della consegna, purché sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà.
A norma del codice civile, a colui che ha acquistato il possesso di un bene mobile, conoscendo la illegittima provenienza della cosa: giova l'erronea credenza che il suo autore o un precedente possessore ne sia divenuto proprietario. giova la credenza di esserne, comunque, divenuto proprietario. non giova l'erronea credenza che il suo autore o un precedente possessore ne sia divenuto proprietario. giova la credenza di esserne, comunque, divenuto possessore.
Se taluno con successivi contratti aliena a più persone un bene mobile, non iscritto in pubblici registri, quale tra esse ne acquista la proprietà? Quella che ne ha acquistato, anche se in mala fede, il possesso. Quella che ne ha acquistato in buona fede il possesso. Quella che ha il titolo di data anteriore. Quella che ha pagato il corrispettivo più alto.
Le disposizioni che regolano il possesso di buona fede di beni mobili non si applicano: alle pertinenze delle cose mobili. agli insiemi di cose che appartengono alla stessa persona e hanno una destinazione differenziata. alle pertinenze delle cose mobili purché non destinate ad ornamento. alla universalità di mobili e ai beni mobili iscritti in pubblici registri.
Gli effetti del possesso di buona fede dei titoli di credito sono regolati: dalle disposizioni che regolano il contratto di conto corrente. dalle disposizioni generali sui titoli di credito contenute nel codice civile, fatte salve le disposizioni delle leggi speciali sulla cambiale e sull'assegno. dalle disposizioni che regolano i contratti bancari. dalle disposizioni che regolano il mandato di credito.
La proprietà di beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano: in virtù del possesso continuato per cinque anni, purché acquistati in buona fede. in virtù del possesso continuato per dieci anni. in virtù del possesso continuato per venti anni. in virtù del possesso, anche non continuato, per quindici anni.
Con il decorso di quanti anni colui che acquista in buona fede, da chi non è proprietario, un immobile in forza di un titolo che sia idoneo a trasferire la proprietà, e che sia stato debitamente trascritto, ne compie l'usucapione in suo favore? Di dieci anni dalla data della trascrizione. Di dieci anni dalla data dell'atto di acquisto. Di tre anni dalla data della trascrizione. Di almeno venti anni dalla data dell'atto di acquisto.
Con il decorso di quanti anni colui che acquista in buona fede, da chi non è proprietario, una servitù prediale in forza di un titolo che sia idoneo a costituire tale diritto, e che sia stato debitamente trascritto, ne compie l'usucapione in suo favore? Di almeno venti anni dalla data dell'atto di acquisto. Di dieci anni dalla data della trascrizione. Di tre anni dalla data della trascrizione. Di dieci anni dalla data dell'atto di acquisto.
Con il decorso di quanti anni colui che acquista in buona fede, da chi non è proprietario, l'usufrutto di un immobile in forza di un titolo che sia idoneo a trasferire tale diritto, e che sia stato debitamente trascritto, ne compie l'usucapione in proprio favore? Di tre anni dalla data della trascrizione. Di dieci anni dalla data della trascrizione. Di dieci anni dalla data dell'atto di acquisto. Di almeno venti anni dalla data dell'atto di acquisto.
Con il decorso di quanti anni colui che acquista in buona fede, da chi non è proprietario, il diritto di superficie su di un immobile in forza di un titolo che sia idoneo a trasferire tale diritto, e che sia stato debitamente trascritto, ne compie l'usucapione in proprio favore? Di almeno venti anni dalla data dell'atto di acquisto. Di tre anni dalla data della trascrizione. Di dieci anni dalla data dell'atto d'acquisto. Di dieci anni dalla data della trascrizione.
Tizio, in buona fede, ha acquistato da Caio in forza di un titolo idoneo al trasferimento della proprietà che è stato debitamente trascritto, un fondo rustico situato in un comune classificato montano dalla legge. Detto fondo, però, non apparteneva a Caio ma al di lui fratello Sempronio. Con il decorso di quanto tempo Tizio potrà compiere l'usucapione in proprio favore? Di quindici anni dalla data dell'atto. Di cinque anni dalla data della trascrizione. Di tre anni dalla data dell'atto. Di dieci anni dalla data della trascrizione.
Quanti anni di possesso continuato necessitano per l'acquisto della proprietà dei fondi rustici con annessi fabbricati situati in comuni classificati montani dalla legge? Venti anni. Quindici anni. Dieci anni. Cinque anni.
Si può acquistare per usucapione la proprietà di fondi rustici con annessi fabbricati situati in comuni classificati montani dalla legge? Sì, in virtù del possesso continuato per un periodo non minore di venti anni. No, mai. Sì, anche in mala fede, in virtù di un titolo idoneo a trasferire la proprietà debitamente trascritto e del decorso di cinque anni dalla data di trascrizione. Sì, in virtù del possesso continuato per un periodo non minore di quindici anni.
Tizio, in buona fede, ha acquistato da Caio in forza di un titolo idoneo un'universalità di mobili che, in realtà, non apparteneva a Caio, ma al di lui fratello Sempronio. Tizio ne compirà l'usucapione in proprio favore in virtù del possesso continuato: per almeno cinque anni. per almeno venti anni. per almeno tre anni. per almeno dieci anni.
Tizio acquista da Caio un'universalità di mobili pur essendo a conoscenza che essa non appartiene a Caio ma al di lui fratello Sempronio. Tizio ne compirà l'usucapione in proprio favore in virtù del possesso continuato: per almeno venti anni. per almeno tre anni. per almeno dieci anni. per almeno cinque anni.
In mancanza di titolo idoneo, con il decorso di quanti anni si compie l'usucapione dei beni mobili qualora il possesso sia stato acquistato in buona fede? Di tre anni. Di dieci anni. Di venti anni. Di cinque anni.
Con il decorso di quanti anni si compie l'usucapione dei beni mobili non iscritti in pubblici registri, se il possessore è di mala fede? Di dieci anni. Di tre anni. Di venti anni. Di quindici anni.
Tizio, in buona fede, ha acquistato da Caio, che non ne era proprietario, un'autovettura mediante un titolo idoneo a trasferire la proprietà e che è stato debitamente trascritto. Con il decorso di quanti anni si compirà l'usucapione in favore dello stesso Tizio? Di almeno tre anni dalla data della trascrizione. Di almeno dieci anni dalla data della trascrizione. Di almeno due anni dalla data della trascrizione. Di almeno cinque anni dalla data della trascrizione.
Con il decorso di quanti anni si compie l'usucapione di un bene mobile iscritto in pubblici registri qualora il titolo dell'acquisto, effettuato in buona fede, non sia idoneo a trasferire la proprietà? Di quindici anni. Di venti anni. Di dieci anni. Di tre anni.
Con il decorso di quanti anni si compie l'usucapione di un bene mobile iscritto in pubblici registri qualora il titolo dell'acquisto, effettuato in buona fede, non sia stato trascritto? Di venti anni. Di dieci anni. Di tre anni. Di quindici anni.
Il possesso acquistato in modo clandestino giova per l'usucapione? No, se non dal momento in cui la clandestinità è cessata. Sì, dal momento in cui è acquistato. No, mai. Sì, decorso un anno dal momento in cui la clandestinità è cessata.
Il possesso acquistato in modo violento giova per l'usucapione? No, se non dal momento in cui la violenza è cessata. Sì, dal momento in cui è acquistato. No, mai. Sì, decorso un anno dal momento in cui la violenza è cessata.
Chi ha il possesso corrispondente all'esercizio del diritto di superficie su di un suolo altrui, può usucapire la proprietà del suolo stesso? No, anche se il titolo del suo possesso è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario. Sì, in ogni caso. No, se il titolo del suo possesso non è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario. Sì, purché il possesso corrispondente all'esercizio del diritto di superficie si protragga da almeno dieci anni e il titolo del possesso è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario.
Chi ha il possesso corrispondente all'esercizio del diritto di usufrutto su di un immobile altrui, può usucapire la proprietà dell'immobile stesso? Sì, purché il possesso corrispondente all'esercizio del diritto di usufrutto si protragga da almeno dieci anni ed il titolo del possesso è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario. No, se il titolo del suo possesso non è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario. Sì, in ogni caso. No, anche se il titolo del suo possesso è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario.
Chi ha il possesso corrispondente all'esercizio del diritto di servitù prediale su di un terreno, può usucapire la proprietà del terreno stesso? No, se il titolo del suo possesso non è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario. No, anche se il titolo del suo possesso è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario. Sì, in ogni caso. Sì, purché il possesso corrispondente all'esercizio del diritto di servitù prediale si protragga da almeno dieci anni ed il titolo del possesso è mutato per causa proveniente da un terzo o in forza di opposizione da lui fatta contro il diritto del proprietario.
Le disposizioni generali relative al computo dei termini, in materia di prescrizione, in quanto applicabili, si estendono: alle azioni a difesa del possesso. all'azione di rivendicazione della proprietà. alle azioni a difesa della servitù. all'usucapione.
Le disposizioni generali relative alle cause di sospensione e d'interruzione della prescrizione, in quanto applicabili, si estendono: all'azione di rivendicazione della proprietà. alle azioni a difesa della servitù. all'usucapione. alle azioni a difesa del possesso.
Le disposizioni generali sulla prescrizione, in quanto applicabili, si estendono: alle azioni a difesa del possesso. all'azione di rivendicazione della proprietà. all'usucapione. alle azioni a difesa della servitù.
L'usucapione ventennale, riguardo al possessore di un immobile o di un diritto reale sopra un immobile, non è impedita: dalle cause di sospensione della prescrizione per la condizione del titolare, previste dall'art. 2942 codice civile. dalle cause di sospensione della prescrizione per rapporto tra le parti, previste dall'art. 2941 codice civile. contro i minori non emancipati, mentre è impedita contro gli interdetti per infermità di mente. in tempo di guerra contro i militari e gli equiparati, mentre è impedita contro gli interdetti per infermità di mente e contro i minori non emancipati.
Nella prescrizione per non uso dei diritti reali sui beni posseduti da un terzo, non è opponibile a quest'ultimo: l'impedimento derivante da condizione. che il non uso derivi dalla privazione del possesso attuata in modo clandestino anche dopo che la clandestinità sia cessata. una delle cause di sospensione per rapporto tra le parti, previste dall'art. 2941 codice civile. che il non uso derivi dalla privazione del possesso attuata in modo violento, anche dopo che la violenza sia cessata.
Nella prescrizione per non uso dei diritti reali sui beni posseduti da un terzo, non è opponibile a quest'ultimo: che il non uso derivi dalla privazione del possesso attuata in modo clandestino anche dopo che la clandestinità sia cessata. una delle cause di sospensione per rapporto tra le parti, previste dall'art. 2941 codice civile. che il non uso derivi dalla privazione del possesso attuata in modo violento, anche dopo che la violenza sia cessata. l'impedimento derivante da termine.
Nell'usucapione ventennale, riguardo al possessore di un immobile, non ha luogo: solo l'impedimento derivante da termine. l'impedimento derivante da condizione o da termine. solo l'impedimento derivante da condizione. solo l'impedimento derivante da condizione sospensiva.
Nella prescrizione per non uso dei diritti reali sui beni posseduti da un terzo, non è opponibile a quest'ultimo: una delle cause di sospensione per condizione del titolare, previste dall'art. 2942 codice civile. una delle cause di sospensione per rapporto tra le parti, previste dall'art. 2941 codice civile. che il non uso derivi dalla privazione del possesso attuata in modo violento, anche dopo che la violenza sia cessata. che il non uso derivi dalla privazione del possesso attuata in modo clandestino anche dopo che la clandestinità sia cessata.
Tizio ha posseduto per quattro anni un terreno di proprietà di Caio. Per i successivi tredici mesi Tizio è stato privato del possesso del fondo e non ha proposto alcuna azione diretta a recuperare il possesso. In tal caso l'usucapione: non è interrotta. è interrotta solo se il possesso da parte di Tizio era stato conseguito in modo violento. è interrotta solo se il possesso da parte di Tizio era stato conseguito in modo clandestino. è interrotta.
L'usucapione è interrotta: quando il possessore è stato privato del possesso anche per un solo giorno. quando il possessore è stato privato del possesso per oltre un anno. quando il possessore è stato privato del possesso almeno due volte nel corso di un anno. quando il possessore diviene incapace.
L'azione di reintegrazione è concessa anche a chi ha la detenzione della cosa? Sì, tranne il caso che abbia la detenzione per ragioni di servizio o di ospitalità. Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, nel solo caso che abbia la detenzione per ragioni di servizio o di ospitalità.
L'azione di reintegrazione si può esperire anche contro chi è nel possesso in virtù di un acquisto a titolo particolare? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo se l'acquisto è stato fatto a titolo gratuito. Sì, se l'acquisto è stato fatto con la conoscenza dell'avvenuto spoglio.
Quale tra questi soggetti non può esercitare l'azione di manutenzione del possesso? Chi è stato molestato nel possesso di un'universalità di mobili. Chi è stato molestato nel possesso di un bene mobile. Chi è stato molestato nel possesso di un immobile. Chi è stato molestato nel possesso di un diritto reale sopra un immobile.
Quale azione può esercitare il titolare di una servitù a tutela del suo possesso? L'azione di manutenzione. L'azione di ripetizione. L'azione negatoria. L'azione di rivendicazione.
A quale tra questi soggetti non spetta l'azione di denunzia di nuova opera? Al titolare di un diritto di pegno. Al proprietario. Al titolare di un diritto di servitù. Al possessore.
A quale tra questi soggetti non spetta l'azione di denunzia di nuova opera? All'usufruttuario. Al possessore. Al creditore ipotecario. Al proprietario.
A quale tra questi soggetti non spetta l'azione di denunzia di danno temuto? Al titolare di un diritto di pegno. Al proprietario. Al possessore. Al titolare di un diritto di servitù.
A quale tra questi soggetti non spetta l'azione di denunzia di danno temuto? Al titolare di un diritto di superficie. Al possessore. Al creditore ipotecario. Al proprietario.
Fonti delle obbligazioni sono: i contratti, i fatti illeciti e ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico. solo i contratti. i contratti, i fatti leciti e gli atti unilaterali. solo i fatti illeciti.
La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione: può anche essere insuscettibile di valutazione economica, ma deve in ogni caso corrispondere ad un interesse patrimoniale del creditore. deve essere suscettibile di valutazione economica e deve sempre corrispondere ad un interesse patrimoniale del creditore. deve essere suscettibile di valutazione economica e deve corrispondere a un interesse, anche non patrimoniale, del creditore. può anche essere insuscettibile di valutazione economica e può non corrispondere ad alcun interesse del creditore.
La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere: un bene giuridico e corrispondere ad un interesse economico del creditore. suscettibile di valutazione economica e deve corrispondere a un interesse, anche non patrimoniale, del creditore. pecuniaria, e deve sempre corrispondere ad un interesse patrimoniale del creditore. determinata o rimessa all'equo apprezzamento del giudice.
Il debitore e il creditore devono comportarsi: secondo le regole della correttezza. con la diligenza del buon padre di famiglia. secondo gli usi negoziali. in modo da favorire il realizzarsi dello scopo dell'obbligazione.
Nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio di un'attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo: all'attività lavorativa del richiedente la prestazione. alla natura dell'attività esercitata. ai mezzi impiegati. al risultato.
Nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio di un'attività professionale, il debitore: deve prestare cose di qualità non inferiore alla media. deve usare la diligenza richiesta dalla natura dell'attività esercitata. deve usare la diligenza media. deve usare la massima diligenza.
Nell'adempiere l'obbligazione il debitore: deve usare la diligenza del buon padre di famiglia. deve contemperare il vantaggio del creditore con il minor aggravio per esso debitore. non deve ostacolare le attività del creditore messe in atto per ottenere l'adempimento. non deve tener conto del proprio interesse.
L'obbligazione di consegnare una cosa determinata include anche l'obbligo di custodirla fino alla consegna? Sì, ma solo se espressamente pattuito. Sì, sempre. No, mai. No, salvo che sia prestata garanzia reale.
Quando l'obbligazione ha per oggetto la prestazione di cose determinate soltanto nel genere, il debitore è adempiente se: presta cose di qualità non inferiore alla media. presta cose che siano comunque idonee all'uso cui sono destinate. presta cose della migliore qualità. presta cose di qualità non inferiori a quelle previste dagli usi di commercio.
Quando l'obbligazione ha per oggetto la prestazione di cose determinate soltanto nel genere, di quale qualità devono essere le cose che il debitore deve prestare? Della migliore qualità. Di qualità superiore alla media. Di qualsiasi qualità, purché egli dimostri di aver usato la diligenza del buon padre di famiglia. Di qualità non inferiore alla media.
Chi è tenuto a dare una garanzia, senza che ne siano determinati i modi e la forma: può prestare a sua scelta una idonea garanzia reale o personale, ovvero altra sufficiente cautela. deve necessariamente concordarne la scelta con il creditore. deve necessariamente prestare una garanzia reale. deve necessariamente prestare una garanzia personale.
Nel caso di adempimento di una obbligazione da parte di un terzo, il creditore: può in ogni caso rifiutare l'adempimento del terzo. può rifiutare l'adempimento del terzo se ha interesse all'esecuzione personale da parte del debitore o se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione. deve rifiutare l'adempimento del terzo se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione. può rifiutare l'adempimento del terzo solo previo consenso del debitore.
Il creditore può rifiutare l'adempimento offertogli dal terzo: se il debitore non garantisce che il terzo adempia. se si tratti di obbligazione di fare. se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione oppure se ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione. se reputa che il terzo non sia in grado di adempiere.
In tema di adempimento delle obbligazioni, l'esecuzione della prestazione: non può mai essere effettuata da un terzo contro la volontà del creditore. può essere effettuata da un terzo anche contro la volontà del creditore, se questi non ha interesse all'esecuzione personale del debitore. non può essere effettuata da un terzo contro la volontà del debitore ancorché il creditore l'accetti. deve essere sempre effettuata personalmente dal debitore.
In quale delle seguenti ipotesi il creditore può rifiutare l'adempimento dell'obbligazione offertogli dal terzo? Se ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione. Soltanto se la prestazione è indivisibile. Soltanto se il debitore è stato costituito in mora. Soltanto se si tratta dell'adempimento di un'obbligazione di dare.
L'obbligazione può essere adempiuta da un terzo? Sì, anche contro la volontà del creditore, se questi non ha interesse a ricevere personalmente la prestazione dal debitore. No, salvo che sia espressamente pattuito l'adempimento del terzo. Sì, anche contro la volontà del creditore, se è prestata idonea garanzia da parte del terzo. Sì, ma solo se il creditore vi acconsente.
In quale delle seguenti ipotesi il creditore può rifiutare l'adempimento dell'obbligazione offertogli dal terzo? Soltanto se il debitore è stato costituito in mora. Soltanto se la prestazione è indivisibile. Soltanto se si tratta dell'adempimento di un'obbligazione di dare. Se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione.
Può il creditore rifiutare l'adempimento offertogli da un terzo? Sì, se il terzo non offre idonee garanzie. No, ma solo nel caso sia a conoscenza dello stato di insolvenza del debitore. Sì, se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione oppure se ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione. No, mai.
Può il creditore rifiutare un adempimento parziale? Sì, ma solo se l'adempimento gli venga offerto da un terzo. Sì, ma solo se la prestazione è indivisibile. Sì, anche se la prestazione è divisibile, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente. Sì, ma solo se il titolo costitutivo dell'obbligazione lo consente.
Se la prestazione è divisibile il creditore può rifiutare un adempimento parziale? Sì, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente. Sì, salvo che la prestazione abbia ad oggetto una somma di denaro. No, mai. Sì, salvo che il debitore dia cauzione a garanzia dell'adempimento.
Se la prestazione è divisibile, il creditore può rifiutare un adempimento parziale? Sì, in ogni caso. Sì, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente. No, salvo che sia consentito espressamente dal titolo costitutivo dell'obbligazione. No, in nessun caso.
Se il luogo nel quale la prestazione deve essere eseguita non è determinato dalla convenzione o dagli usi e non può desumersi dalla natura della prestazione o da altre circostanze, dove deve essere adempiuta l'obbligazione avente ad oggetto una somma di denaro? Al domicilio che il debitore aveva nel momento in cui è sorta l'obbligazione. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza. Nel luogo in cui è sorta l'obbligazione.
Se il luogo nel quale la prestazione deve essere eseguita non è determinato dalla convenzione o dagli usi e non può desumersi dalla natura della prestazione o da altre circostanze, l'obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata dove deve essere adempiuta? Nel luogo in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Nel luogo in cui è sorta l'obbligazione. Al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza.
Se il luogo nel quale la prestazione deve essere eseguita non è determinato dalla convenzione o dagli usi e non può desumersi dalla natura della prestazione o da altre circostanze, dove deve essere adempiuta l'obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata? Al domicilio del debitore. Al domicilio che il creditore aveva al tempo in cui è sorta l'obbligazione. Nel luogo dove si trovava quando l'obbligazione è sorta. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza.
Se il luogo nel quale la prestazione deve essere eseguita non è determinato dalla convenzione o dagli usi e non può desumersi dalla natura della prestazione o da altre circostanze, l'obbligazione avente per oggetto una somma di denaro deve essere adempiuta: al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza; tuttavia se tale domicilio è diverso da quello che il creditore aveva quando è sorta l'obbligazione e ciò rende più gravoso l'adempimento, il debitore, previa dichiarazione al creditore, ha il diritto di eseguire il pagamento al proprio domicilio. al domicilio del creditore o a quello del debitore, a scelta di quest'ultimo. nel luogo in cui è sorta l'obbligazione. in ogni caso al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza.
L'obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata, se il luogo dell'adempimento non è determinato, deve essere adempiuta nel luogo: in cui ha sede l'impresa del creditore. in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta. determinato secondo gli usi. in cui il creditore ha il suo domicilio.
Se il luogo nel quale la prestazione deve essere eseguita non è determinato dalla convenzione o dagli usi e non può desumersi dalla natura della prestazione o da altre circostanze, dove deve essere adempiuta l'obbligazione avente ad oggetto un facere infungibile? Nel luogo in cui è sorta l'obbligazione, se diverso dal domicilio abituale del debitore. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Al domicilio che il creditore aveva quando è sorta l'obbligazione. Al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza.
Per l'adempimento di un'obbligazione, se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita e tuttavia in virtù degli usi sia necessario un termine, questo, in mancanza di accordo delle parti: è stabilito dal giudice. è stabilito dal presidente della camera di commercio del luogo in cui la prestazione deve essere eseguita. si intende rimesso alla volontà del debitore. si intende rimesso alla volontà del creditore.
Se il termine per l'adempimento è rimesso alla volontà del creditore, può esser fissato dal giudice un termine su istanza del debitore che intende liberarsi? No, salvo che il debitore si sia espressamente riservata tale possibilità. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. No, salvo che si tratti di obbligazione pecuniaria.
Se il termine per l'adempimento è rimesso alla volontà del debitore, può il creditore adire il giudice perché lo stabilisca secondo le circostanze? No, salvo che si tratti di obbligazioni pecuniarie. Sì, in ogni caso. No, salvo che il creditore si sia espressamente riservata tale possibilità. No, in nessun caso.
Per l'adempimento di un'obbligazione, se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita e tuttavia per il luogo dell'esecuzione sia necessario un termine, questo, in mancanza di accordo delle parti: si intende rimesso alla volontà del creditore. è stabilito dal giudice. è stabilito dal presidente della camera di commercio del luogo in cui la prestazione deve essere eseguita. si intende rimesso alla volontà del debitore.
Per l'adempimento di un'obbligazione, se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita e tuttavia per il modo dell'esecuzione sia necessario un termine, questo, in mancanza di accordo delle parti: è stabilito dal presidente della camera di commercio del luogo in cui la prestazione deve essere eseguita. si intende rimesso alla volontà del creditore. si intende rimesso alla volontà del debitore. è stabilito dal giudice.
Per l'adempimento di un'obbligazione, se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita e tuttavia per la natura della prestazione stessa sia necessario un termine, questo, in mancanza di accordo delle parti: è stabilito dal giudice. è stabilito dal presidente della camera di commercio del luogo in cui la prestazione deve essere eseguita. si intende rimesso alla volontà del creditore. si intende rimesso alla volontà del debitore.
In quale caso il creditore può esigere immediatamente la prestazione? Quando il creditore ha notizia dell'insorgenza di circostanze che possono rendere più gravoso l'adempimento. Quando risponde meglio all'interesse del debitore. Quando il termine è rimesso alla sua volontà. Quando non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita.
Se per l'adempimento dell'obbligazione è necessaria la fissazione di un termine, questo, in mancanza di accordo tra le parti: è stabilito dal giudice. è stabilito da un terzo nominato dal creditore. è stabilito dal solo creditore. è stabilito dal solo debitore.
In mancanza di diversa convenzione tra le parti, il termine fissato per l'adempimento dell'obbligazione: si presume a favore del creditore. si presume a favore del debitore. si presume a favore di entrambe le parti. si considera come non apposto.
Il termine fissato per l'adempimento, nel silenzio del titolo costitutivo dell'obbligazione, si presume: a favore del debitore. a favore del creditore. a favore del debitore, ma soltanto nelle obbligazioni pecuniarie. a favore di entrambe le parti.
In mancanza di specifica convenzione tra le parti, il termine fissato per l'adempimento si presume: a favore del creditore, se l'obbligazione deve essere eseguita al suo domicilio. a favore del creditore. a favore del debitore. a favore di entrambe le parti.
Il creditore può esigere la prestazione prima della scadenza del termine? Sì, se stabilito esclusivamente a suo favore. No, anche se stabilito esclusivamente a suo favore. Sì, ma solo se il debito risultava da scritture contabili obbligatorie del debitore. No, in nessun caso.
In pendenza del termine fissato per l'adempimento, il creditore: può esigere la prestazione prima della scadenza solo se il termine sia stato stabilito esclusivamente a suo favore; tuttavia, quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere immediatamente la prestazione se il debitore è divenuto insolvente o ha diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva date o non ha dato le garanzie promesse. può esigere in ogni caso la prestazione prima della scadenza, ma solo se si tratti di una obbligazione avente ad oggetto il pagamento di una somma di denaro; tuttavia se il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere la prestazione, se il debitore non versa in dolo o colpa grave. può esigere la prestazione prima della scadenza solo se il termine sia stabilito a favore di entrambi. può esigere in ogni caso la prestazione prima della scadenza del termine ma solo se vi sono debitori in solido.
Il debitore che ha pagato prima della scadenza del termine per l'adempimento può ripetere nei limiti della perdita subita ciò di cui il creditore si è arricchito per effetto del pagamento anticipato? No, in nessun caso. Sì, ma solo se il creditore ignorava l'esistenza del termine. Sì, ma solo se il debitore ignorava l'esistenza del termine. Sì, in ogni caso.
Se il termine è stabilito esclusivamente a favore del creditore, questi può esigere la prestazione anche prima della scadenza? Sì, solo nelle obbligazioni pecuniarie. Sì, solo se ha notizia dell'insorgenza di circostanze che possano rendere più gravoso l'adempimento. No, mai. Sì, sempre.
Il debitore può ripetere ciò che ha pagato anticipatamente nell'ignoranza dell'esistenza del termine? Sì, solo nelle obbligazioni pecuniarie. No. Sì, solo se dimostra che l'ignoranza del termine non è dovuta ad un suo errore. Sì.
Il creditore può esigere la prestazione prima della scadenza del termine stabilito a favore del debitore? Sì, ma solo nel caso in cui il creditore sia dichiarato fallito. No, in nessun caso. Sì, se il debitore è divenuto insolvente o ha diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva date o non ha dato le garanzie che aveva promesse. Sì, in ogni caso.
Se il debitore è divenuto insolvente, il creditore può esigere immediatamente la prestazione? Sì, anche se il termine è stabilito a favore del debitore. Sì, solo se il termine è stabilito a favore del creditore. Sì, solo se il termine è stabilito a favore di entrambe le parti. No, mai.
Il termine per l'adempimento delle obbligazioni è computato: secondo gli usi pubblicati nelle raccolte ufficiali degli enti o degli organi competenti, se non diversamente pattuito tra le parti. secondo il calendario comune. a giorni o a mesi, secondo gli usi locali a giorni, in mancanza di altre indicazioni.
Nel computo dei termini per l'adempimento delle obbligazioni: non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e l'inadempimento si verifica con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale. si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e l'inadempimento si verifica con lo spirare del giorno finale. non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e l'inadempimento si verifica con lo spirare delle ore 14,00 del giorno finale. non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e l'inadempimento si verifica alle ore 24,00 del giorno precedente quello finale.
Nel computo dei termini per l'adempimento delle obbligazioni, se il termine scade in giorno festivo: è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo, nel caso si tratti di obbligazione pecuniaria; è anticipato di diritto al giorno precedente non festivo, in tutti gli altri casi. è anticipato di diritto al giorno precedente non festivo. è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo. è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo, soltanto se le parti lo abbiano espressamente convenuto.
Ai fini del termine fissato per l'adempimento delle obbligazioni: si escludono i giorni festivi ricompresi nel termine. si esclude il giorno nel quale il termine scade. non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine. si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine.
Nel computo del termine fissato per l'adempimento delle obbligazioni: non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e il termine scade con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale. si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e il termine scade con lo spirare del giorno finale. non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e il termine scade con lo spirare delle ore 14,00 del giorno finale. non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e il termine scade alle ore 24,00 del giorno precedente quello finale.
Il termine fissato per l'adempimento delle obbligazioni è computato: solo secondo il calendario comune, senza possibilità di deroga. secondo il calendario comune, salva una diversa pattuizione. secondo gli usi, salva diversa pattuizione. secondo gli usi.
Il termine fissato per l'adempimento delle obbligazioni si compie: secondo gli usi. con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale. con lo scoccare dell'ultima ora del giorno finale. secondo il calendario comune.
Il termine per l'adempimento delle obbligazioni fissato a mesi si compie: allo spirare dell'ultimo giorno del mese di scadenza. nel mese di scadenza e allo spirare del giorno precedente al giorno del mese iniziale. nel mese di scadenza e allo spirare del giorno successivo al giorno del mese iniziale. nel mese di scadenza e nel giorno di questo corrispondente al giorno del mese iniziale.
Se il termine per l'adempimento delle obbligazioni si compie in giorno festivo: questo giorno si computa o non si computa, a seconda degli usi certificati dalla camera di commercio del luogo dove l'obbligazione deve essere adempiuta. è anticipato di diritto al giorno precedente non festivo. è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo, soltanto se le parti lo abbiano espressamente convenuto. è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo.
Il pagamento fatto a chi non era legittimato a riceverlo libera il debitore? No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che il creditore espressamente rifiuti entro un congruo termine di profittarne. Sì, solo se il creditore lo ratifica o se ne ha approfittato.
Il pagamento fatto al rappresentante del creditore libera il debitore? No, salvo che il rappresentante sia munito in ogni caso di procura conferita con atto pubblico. Sì, ma solo se il creditore entro un congruo termine ratifica il pagamento fatto al rappresentante. Sì. No, in nessun caso.
Se il creditore ha approfittato del pagamento fatto a chi non era legittimato a riceverlo, il debitore è liberato? Sì, ma solo se il credito risultava da scritture contabili obbligatorie del creditore. No, salvo che il creditore ratifichi espressamente il pagamento. No. Sì.
Il pagamento fatto a chi non era, né appariva, in base a circostanze univoche, legittimato a riceverlo: non libera il debitore in nessun caso. libera in ogni caso il debitore dall'obbligo di corrispondere gli interessi moratori. libera il debitore solo se quest'ultimo provi di essere stato in buona fede. libera il debitore, se il creditore lo ratifica o ne ha approfittato.
Il pagamento fatto a persona indicata dal creditore libera il debitore? Sì. Sì, solo se si tratta di un rappresentante del creditore. No. Sì, solo se il creditore lo ratifica o se ne ha approfittato.
Tizio, debitore di Caio, esegue il pagamento nei confronti di Sempronio, non legittimato a riceverlo. Caio dichiara a Tizio di non voler ratificare il pagamento né di volerne approfittare. In quale momento Tizio può considerarsi liberato? Mai, in nessun caso. Nel momento in cui il pagamento non è ratificato. Nel momento in cui Tizio comunica a Caio il pagamento fatto a Sempronio. Nel momento in cui Sempronio rilascia quietanza.
In quale dei seguenti casi il pagamento fatto a persona diversa dal creditore libera il debitore? Se fatto ad un creditore del creditore ancorché non privilegiato. Se fatto alla persona indicata dal creditore. Se fatto al creditore apparente ancorché in mala fede. Se fatto ad un creditore privilegiato del creditore.
Il creditore apparente a chi deve restituire quanto ha ricevuto in pagamento? Al debitore che ha eseguito il pagamento. Al vero creditore. All'autorità giudiziaria. A sua scelta al vero creditore o al debitore che ha eseguito il pagamento.
Il creditore apparente che ha ricevuto il pagamento da chi era in buona fede è tenuto alla restituzione verso il vero creditore? Sì, secondo le regole stabilite per la ripetizione dell'indebito. Sì, secondo le regole stabilite per il mandato con rappresentanza. Sì, secondo le regole stabilite per la gestione di affari altrui. Sì, secondo le regole stabilite per il mandato senza rappresentanza.
Nel caso in cui il debitore esegua in buona fede il pagamento a chi appare legittimato a riceverlo in base a circostanze univoche, il vero creditore da chi può esigere quanto gli spetta? Dal creditore apparente che ha ricevuto il pagamento. A sua scelta dal creditore apparente che ha ricevuto il pagamento o dal debitore che lo ha eseguito. Dal debitore che ha eseguito il pagamento. Dal creditore apparente se ha agito in malafede.
Il creditore apparente in base a circostanze univoche che ha ricevuto il pagamento da chi era in buona fede è tenuto alla restituzione verso il vero creditore? Sì, secondo le regole stabilite per l'arricchimento senza causa. Sì, secondo le regole della gestione di affari altrui. Sì, secondo le regole del mandato senza rappresentanza. Sì, secondo le regole stabilite per la ripetizione dell'indebito.
È liberato il debitore che esegue il pagamento a chi appare legittimato in base a circostanze univoche? Sì, se prova di essere stato in buona fede. Sì, se il creditore è incapace. Sì, se il creditore lo ratifica o se ne ha approfittato. Sì, se prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio del creditore.
Il pagamento eseguito a chi appare legittimato a riceverlo in base a circostanze univoche libera il debitore? No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che il vero creditore provi che il debitore era in mala fede. Sì, se il debitore prova di essere stato in buona fede.
Il pagamento fatto al creditore incapace libera il debitore: se il creditore incapace dichiara di volerne approfittare. in nessun caso. se il creditore incapace rilascia quietanza liberatoria. se il debitore prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell'incapace.
Quando il pagamento fatto al creditore incapace libera il debitore? Quando il debitore prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio del creditore incapace. Mai. Quando il creditore dichiara di volerne approfittare. Quando il creditore non possiede più la cosa ricevuta.
Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo libera il debitore? No, in nessun caso. Sì, salvo che l'incapace provi che il debitore era in mala fede. Sì, solo se il debitore prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell'incapace. Sì, solo se il debitore prova che il rappresentante legale dell'incapace era a conoscenza del pagamento.
Il debitore che ha eseguito la prestazione dovuta può impugnare il pagamento a causa della propria incapacità? No, mai. Sì, sempre. Sì, solo se il suo rappresentante legale prova di non essere stato a conoscenza del pagamento. Sì, solo se il suo rappresentante legale prova che ciò che fu pagato non è stato rivolto a vantaggio del creditore.
Tizietto, quindicenne, all'insaputa dei suoi genitori Mevio e Mevia esegue la prestazione da lui dovuta al creditore Caio. Possono Mevio e Mevia impugnare a causa dell'incapacità di Tizietto il pagamento eseguito da quest'ultimo? Sì, in ogni caso. Sì, ma a condizione che abbiano ottenuto dal giudice tutelare l'autorizzazione a promuovere il giudizio. No, in nessun caso. Sì, ma a condizione che abbiano ottenuto dal tribunale l'autorizzazione a promuovere il giudizio.
All'insaputa del suo tutore Sempronio, Tizio, interdetto, esegue la prestazione da lui dovuta al creditore Caio. Può Sempronio impugnare a causa dell'incapacità di Tizio il pagamento eseguito da quest'ultimo? No, in nessun caso. Sì, ma a condizione che Sempronio abbia ottenuto dal giudice tutelare l'autorizzazione a promuovere il giudizio. Sì, ma a condizione che Sempronio abbia ottenuto dal tribunale l'autorizzazione a promuovere il giudizio. Sì, in ogni caso.
All'insaputa del suo tutore Sempronio, Tizio, minore sottoposto a tutela, esegue la prestazione da lui dovuta al creditore Caio. Può Sempronio impugnare a causa dell'incapacità di Tizio il pagamento eseguito da quest'ultimo? No, in nessun caso. Sì, ma a condizione che Sempronio abbia ottenuto dal giudice tutelare l'autorizzazione a promuovere il giudizio. Sì, ma a condizione che Sempronio abbia ottenuto dal tribunale l'autorizzazione a promuovere il giudizio. Sì, in ogni caso.
Il pagamento eseguito da un incapace è: valido ed efficace. annullabile, ma il debitore non può impugnare il pagamento a causa della propria incapacità. nullo. inesistente.
Il creditore può impugnare il pagamento eseguito dal debitore con cose di cui quest'ultimo non poteva disporre? Sì, se era in buona fede, salvo il diritto al risarcimento del danno. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, solo se il debitore era in mala fede.
Il debitore può impugnare il pagamento eseguito con cose di cui non poteva disporre? Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. No, salvo che offra di eseguire la prestazione dovuta con cose di cui può disporre. No, salvo che sia stato in buona fede.
Tra più debiti della medesima specie verso la stessa persona, tutti scaduti ed ugualmente garantiti, ma diversamente onerosi per il debitore e non ugualmente antichi, in mancanza di una dichiarazione del debitore il pagamento a quale debito deve essere imputato? Al debito meno antico. Al debito più oneroso per il debitore. Al debito più antico. Al debito meno oneroso per il debitore.
In mancanza di specifica dichiarazione, fra più debiti ugualmente garantiti, a quale deve essere imputato il pagamento? Al più oneroso per il debitore. A uno qualsiasi scelto dal creditore. A quello più antico. A uno qualsiasi scelto dal debitore.
A norma del codice civile, nel caso di pluralità di debiti della medesima specie verso un solo creditore, chi può dichiarare, al momento del pagamento, quale debito si deve intendere soddisfatto? Il debitore. Il creditore. Nessuno. Il presidente del tribunale del luogo di residenza del creditore.
In mancanza di specifica dichiarazione, fra più debiti scaduti a quale deve essere imputato il pagamento? A quello che ha maturato più interessi. A quello meno garantito. A quello più antico. Al più oneroso per il debitore.
Nel caso di pluralità di debiti della medesima specie di un solo debitore verso un solo creditore, a chi spetta l'imputazione del pagamento fatto dal debitore? Al presidente del tribunale del luogo di residenza del creditore. Al debitore. Con priorità al creditore. Al presidente del tribunale del luogo di residenza del debitore.
Tra più debiti della medesima specie verso la stessa persona, tutti scaduti, ugualmente garantiti e ugualmente onerosi per il debitore ma non ugualmente antichi, il pagamento a quale debito deve essere imputato in mancanza di una dichiarazione del debitore, a norma del codice civile? Al debito meno antico. Al debito più antico. Proporzionalmente ai vari debiti. Al debito indicato dal presidente del tribunale del luogo di residenza del debitore.
Nel caso di pluralità di debiti della medesima specie il debitore può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare? Sì. No, mai. Sì, ma solo se ha comunicato per iscritto al creditore l'intenzione di procedere all'imputazione. Sì, ma solo previo consenso scritto del creditore.
A norma del codice civile chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare? Sì, solo con il consenso del creditore. Sì, in ogni caso. Sì, solo se era stata espressamente convenuta la facoltà di scelta per il debitore. No, in nessun caso.
Tra più debiti scaduti della medesima specie verso la stessa persona, diversamente garantiti e diversamente onerosi per il debitore, in mancanza di una dichiarazione del debitore il pagamento a quale debito deve essere imputato? Al debito meno oneroso per il debitore. Al debito più garantito. Al debito più oneroso per il debitore. Al debito meno garantito.
Il pagamento eseguito dal debitore in conto di capitale e di interessi deve essere imputato: indifferentemente all'uno o agli altri. per metà al capitale e per metà agli interessi. prima al capitale. prima agli interessi.
Può il debitore imputare il pagamento al capitale, piuttosto che agli interessi e alle spese? Sì, con il consenso del creditore. Sì, anche senza il consenso del creditore. Sì, anche senza il consenso del creditore, solo agli interessi ma non alle spese. No, mai.
Il pagamento fatto dal debitore deve, di regola, essere imputato prima al capitale oppure agli interessi e alle spese? Prima al capitale. A scelta del debitore. Prima agli interessi e alle spese. Per due terzi al capitale e per un terzo agli interessi e alle spese.
A norma del codice civile, il debitore può imputare il pagamento al capitale, piuttosto che agli interessi e alle spese? No, salvo il consenso del creditore. No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo con l'autorizzazione del presidente del tribunale del luogo in cui il pagamento deve essere eseguito.
Il pagamento fatto in conto di capitale e d'interessi deve essere imputato prima al capitale o prima agli interessi? Prima agli interessi. A scelta del debitore. Per due terzi al capitale e per un terzo agli interessi. Prima al capitale.
Colui che, avendo più debiti verso la stessa persona, accetta una quietanza nella quale il creditore ha dichiarato di imputare il pagamento a uno di essi, può pretendere un'imputazione diversa? Sì, ma solo se vi è stata violenza da parte del creditore. Sì, se vi è stato dolo o sorpresa da parte del creditore. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
Il dolo da parte del creditore consente di pretendere un'imputazione diversa a chi, avendo più debiti verso la stessa persona, ha accettato una quietanza nella quale il creditore ha dichiarato di imputare il pagamento a uno di essi? Sì, ma solo se si tratta di debiti di valore. No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se si tratta di debiti di valuta.
In quale dei seguenti casi può pretendere un'imputazione diversa chi, avendo più debiti verso la stessa persona, accetta una quietanza nella quale il creditore ha dichiarato di imputare il pagamento a uno di essi? Nel caso in cui vi è stata sorpresa da parte del creditore. Nel caso in cui il creditore non è stato autorizzato dal presidente del tribunale del luogo di residenza del debitore. Nel caso in cui il creditore non si era espressamente riservata la facoltà di imputazione. Nel caso in cui i debiti sono di pari importo.
In quale dei seguenti casi può pretendere un'imputazione diversa chi, avendo più debiti verso la stessa persona, accetta una quietanza nella quale il creditore ha dichiarato di imputare il pagamento a uno di essi? Nel caso in cui il creditore non è stato autorizzato dal presidente del tribunale del luogo di residenza del debitore. Nel caso in cui vi è stato dolo da parte del creditore. Nel caso in cui il creditore non si era espressamente riservata la facoltà di imputazione. Nel caso in cui i debiti sono di pari importo.
Chi deve sostenere le spese necessarie per effettuare il pagamento? Il debitore. Il creditore. Debitore e creditore in parti uguali. Il debitore, solo se vi è stata messa in mora.
In tema di adempimento delle obbligazioni in generale, a carico di chi sono le spese del pagamento? A carico del debitore. A carico del creditore. A carico del debitore e del creditore in parti uguali. Per due terzi a carico del debitore e per un terzo a carico del creditore.
Nel caso in cui il debitore esegua una prestazione diversa da quella dovuta e il creditore consenta, l'obbligazione quando si estingue? Quando il creditore presta il suo consenso. Quando la diversa prestazione è eseguita. Quando il creditore rilascia quietanza. Quando è trascorso almeno un anno dall'esecuzione della prestazione diversa.
Il debitore può liberarsi eseguendo una prestazione diversa da quella dovuta? No, mai. Sì, con il consenso del creditore. Sì, anche senza il consenso del creditore, se la prestazione è di valore uguale o maggiore di quella dovuta. Sì, sempre.
Il debitore può liberarsi eseguendo una prestazione diversa da quella dovuta? No, salvo che il creditore consenta. No, mai. Sì, sempre. No, salvo che la prestazione diversa abbia maggior valore di quella dovuta.
Tizio, debitore di Caio di una somma di denaro, con il consenso di quest'ultimo, in luogo della prestazione dovuta esegue il trasferimento della proprietà di un bene mobile, liberandosi dall'obbligazione. Quando può considerarsi estinta l'obbligazione? Quando Tizio esegue la prestazione diversa. Nel momento in cui Caio presta il consenso all'esecuzione della prestazione diversa. Nel momento in cui Tizio offre a Caio l'esecuzione della prestazione diversa. Nel momento in cui Tizio presta a Caio la garanzia per l'evizione del bene trasferito.
Se il debitore, con il consenso del creditore, esegue una prestazione diversa da quella dovuta, l'obbligazione si estingue? Sì. Sì, ma solo se la prestazione dovuta consiste nel trasferimento della proprietà o di altro diritto reale. Sì, ma solo se la prestazione diversa consiste nel trasferimento della proprietà o di altro diritto reale. No.
Il debitore Caio in luogo della prestazione pecuniaria dovuta al creditore Mevio esegue, con il consenso di quest'ultimo, una prestazione diversa consistente nel trasferimento della proprietà di una cosa. Mevio subisce l'evizione della cosa trasferitagli; decide allora di esigere la prestazione originaria e il risarcimento del danno. In questo caso rivivono le garanzie prestate dai terzi relativamente alla prestazione originaria? Sì, sempre. Sì, salvo che i terzi si siano espressamente opposti con raccomandata inviata al creditore entro trenta giorni dall'esecuzione della prestazione diversa. No, mai. Sì, salvo che la riviviscenza delle garanzie sia stata espressamente esclusa dalle parti.
Il debitore Caio in luogo della prestazione dovuta al creditore Mevio esegue, con il consenso di quest'ultimo, una prestazione diversa consistente nel trasferimento della proprietà di una cosa. Se la cosa trasferita risulta affetta da vizi che la rendono inidonea all'uso a cui è destinata e Mevio non intende avvalersi delle norme della vendita sulla garanzia per i vizi, egli può esigere: solo la prestazione originaria. solo il risarcimento del danno. a sua scelta la prestazione originaria o il risarcimento del danno. la prestazione originaria e il risarcimento del danno.
Il debitore Caio in luogo della prestazione dovuta al creditore Mevio esegue, con il consenso di quest'ultimo, una prestazione diversa consistente nel trasferimento della proprietà di una cosa. Se Mevio subisce l'evizione della cosa e non intende avvalersi delle norme della vendita sulla garanzia per l'evizione, egli può esigere: la prestazione originaria e il risarcimento del danno. solo la prestazione originaria. solo il risarcimento del danno. a sua scelta la prestazione originaria o il risarcimento del danno.
Il debitore è tenuto alla garanzia per i vizi della cosa secondo le norme della vendita se in luogo della prestazione dovuta esegue, con il consenso del creditore, una prestazione diversa consistente nel trasferimento della proprietà o di un altro diritto? Sì, salvo che il debitore preferisca offrire l'esecuzione della prestazione originaria e il risarcimento del danno. No, salvo che la garanzia sia stata espressamente pattuita. Sì, salvo che il creditore preferisca esigere la prestazione originaria e il risarcimento del danno. No, in nessun caso.
Il debitore è tenuto alla garanzia per evizione secondo le norme della vendita se in luogo della prestazione dovuta esegue, con il consenso del creditore, una prestazione diversa consistente nel trasferimento della proprietà o di un altro diritto? Sì, salvo che il creditore preferisca esigere la prestazione originaria e il risarcimento del danno. Sì, salvo che il debitore preferisca offrire l'esecuzione della prestazione originaria e il risarcimento del danno. No, in nessun caso. No, salvo che la garanzia sia stata espressamente pattuita.
Il debitore può liberarsi senza il consenso del creditore eseguendo una prestazione diversa? No. Sì. Sì, ma solo se la prestazione diversa è di uguale valore. Sì, ma solo se la prestazione diversa è di maggiore valore.
Tizio ha l'obbligo di trasferire a Caio la proprietà di un bene mobile. Con il consenso di Caio, in luogo dell'adempimento, gli cede un credito. Quando può considerarsi estinta l'obbligazione? Trascorsi dieci giorni dal momento in cui Caio ha prestato il suo consenso. Nel momento in cui Caio presta il suo consenso. Con la cessione del credito, se non risulta una diversa volontà delle parti. Con la riscossione del credito, se non risulta una diversa volontà delle parti.
A norma del codice civile, se non risulta una diversa volontà delle parti, quando si estingue l'obbligazione nel caso in cui in luogo dell'esecuzione della prestazione originaria è ceduto un credito? Con il rilascio della quietanza da parte del creditore cessionario al debitore ceduto. Con la riscossione del credito. Al momento della cessione del credito. Con il rilascio della quietanza da parte del cedente al debitore ceduto.
A norma del codice civile quando si estingue l'obbligazione nel caso in cui in luogo dell'esecuzione della prestazione originaria è ceduto un credito? Con la riscossione del credito, se non risulta una diversa volontà delle parti. Con la cessione del credito, se non risulta una diversa volontà delle parti. Inderogabilmente con la cessione del credito. Inderogabilmente con la riscossione del credito.
Il rilascio di una quietanza per il capitale fa presumere il pagamento degli interessi? Sì. No. No, se non sono state pagate le spese. No, salvo che si tratti di interessi moratori.
A norma del codice civile il rilascio di una quietanza per il capitale fa presumere il pagamento degli interessi? Sì, sempre. Sì, solo se del rilascio della quietanza è stata fatta annotazione sul titolo. No, mai. Sì, solo se si tratta di debiti di modico importo.
Il creditore che riceve il pagamento deve rilasciare quietanza? Sì, ma solo se il debitore è un incapace. Sì, a richiesta e a spese del debitore. No, mai. Sì, ma solo se trattasi di credito garantito ipotecariamente.
A carico di chi sono le spese per il rilascio della quietanza da parte del creditore che riceve il pagamento? A carico del creditore. A carico del debitore che l'abbia richiesta. Per un terzo a carico del creditore e per due terzi a carico del debitore. In parti uguali a carico del debitore e del creditore.
A norma del codice civile il debitore che ha eseguito il pagamento ha diritto al rilascio della quietanza da parte del creditore? No. Sì, ma solo se il debitore è un incapace. Sì, ma solo se il pagamento è di importo superiore a cinquecento euro. Sì.
Il creditore che ha ricevuto il pagamento deve consentire la liberazione dei beni dalle garanzie reali date per il credito? Sì. Sì, ma solo se le garanzie sono state prestate dal debitore. Sì, ma solo se le garanzie sono state prestate da terzi. Sì, ma solo se era stato espressamente previsto nel titolo.
Il creditore che riceve il pagamento da un terzo può surrogarlo nei propri diritti verso il debitore? No, salvo patto contrario tra creditore e debitore. No, salvo che il terzo che paga sia un incapace. Sì. No.
Può il creditore, ricevendo il pagamento da un terzo, surrogarlo nei propri diritti? Sì, se la surrogazione è espressa e contemporanea al pagamento. No, mai. Sì, solo con il consenso del debitore originario. Sì, se la surrogazione è fatta entro trenta giorni dal pagamento.
Il creditore ricevendo il pagamento da un terzo, può surrogarlo nei propri diritti. La surrogazione: può essere fatta in qualsiasi modo ed anche successivamente al pagamento. deve essere fatta in modo espresso e contemporaneamente al pagamento. si verifica immediatamente ope legis. si presume, in difetto di prova contraria.
Quando il creditore, ricevendo il pagamento da un terzo, lo surroga nei propri diritti verso il debitore, il codice civile prevede espressamente che il creditore risponda della solvenza del debitore stesso? No. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che il creditore sia un incapace. Sì, salvo patto contrario.
Deve essere fatta contemporaneamente al pagamento la surrogazione nei propri diritti verso il debitore da parte del creditore che riceva il pagamento da un terzo? No. Sì, salvo che si tratti di debito di modico importo. Sì, sempre. Sì, salvo che si tratti di debiti derivanti da contratti di mutuo fondiario.
Quando il creditore, ricevendo il pagamento da un terzo, lo surroga nei propri diritti, a norma del codice civile la surrogazione deve essere fatta: in modo espresso ed entro un anno dal pagamento. in qualunque modo, ma dopo il pagamento e finché il debitore non abbia manifestato la sua opposizione. in modo espresso e contemporaneamente al pagamento. in modo espresso e non prima che siano trascorsi almeno tre mesi dalla notifica al debitore del pagamento del terzo.
Il debitore che prende a mutuo una somma di denaro al fine di pagare un debito, può surrogare il mutuante nei diritti del creditore? No, mai. Sì, salvo che il debito sia garantito. Sì, anche senza il consenso del creditore. Sì, solo con il consenso del creditore.
Quale delle seguenti condizioni deve tra l'altro concorrere perché abbia effetto la surrogazione del mutuante nei diritti del creditore per volontà del debitore che abbia preso a mutuo una somma di danaro al fine di pagare il debito? Che il mutuo e la quietanza risultino da atto avente data certa. Che il pagamento del debito risulti da quietanza di data successiva al mutuo di almeno sei mesi. Che nella quietanza sia espressamente contenuto il consenso del creditore alla surrogazione. Che nella quietanza si menzioni espressamente la volontà del mutuante di essere surrogato nei diritti del creditore.
Quale delle seguenti condizioni deve tra l'altro concorrere perché abbia effetto la surrogazione del mutuante nei diritti del creditore per volontà del debitore che abbia preso a mutuo una somma di danaro al fine di pagare il debito? Che nella quietanza sia espressamente contenuto il consenso del creditore alla surrogazione. Che nell'atto di mutuo sia indicata espressamente la specifica destinazione della somma mutuata. Che nella quietanza si menzioni espressamente la volontà del mutuante di essere surrogato nei diritti del creditore. Che il pagamento del debito risulti da quietanza di data successiva al mutuo di almeno sei mesi.
A norma del codice civile, il debitore, che prende a mutuo una cosa fungibile al fine di pagare il debito, può surrogare il mutuante nei diritti del creditore, anche senza il consenso di questo? Sì. No. No, salvo che il mutuante sia un incapace. No, salvo che il mutuante sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria.
A norma del codice civile, il debitore, che prende a mutuo una cosa fungibile al fine di pagare il debito, può surrogare il mutuante nei diritti del creditore? Sì, anche senza il consenso del creditore. Sì, ma solo con il consenso del creditore. No, mai. No, salvo che la possibilità di surrogazione per volontà del debitore sia stata prevista espressamente nel titolo del debito.
Quale delle seguenti condizioni deve tra l'altro concorrere perché abbia effetto la surrogazione del mutuante nei diritti del creditore per volontà del debitore che abbia preso a mutuo una somma di danaro al fine di pagare il debito? Che nella quietanza si menzioni la dichiarazione del debitore circa la provenienza della somma impiegata nel pagamento. Che il pagamento del debito risulti da quietanza di data successiva al mutuo di almeno sei mesi. Che nella quietanza si menzioni espressamente la volontà del mutuante di essere surrogato nei diritti del creditore. Che nella quietanza sia espressamente contenuto il consenso del creditore alla surrogazione.
A norma del codice civile, il debitore, che prende a mutuo una somma di danaro al fine di pagare il debito, può surrogare il mutuante nei diritti del creditore? Sì, anche senza il consenso del creditore. Sì, ma solo con il consenso del creditore. No, salvo che la possibilità di surrogazione per volontà del debitore sia stata prevista espressamente nel titolo del debito. No, mai.
Quale delle seguenti condizioni deve tra l'altro concorrere perché abbia effetto la surrogazione del mutuante nei diritti del creditore per volontà del debitore che abbia preso a mutuo una cosa fungibile al fine di pagare il debito? Che il mutuo e la quietanza risultino da atto avente data certa. Che il pagamento del debito risulti da quietanza di data successiva al mutuo di almeno sei mesi. Che nella quietanza sia espressamente contenuto il consenso del creditore alla surrogazione. Che nella quietanza si menzioni espressamente la volontà del mutuante di essere surrogato nei diritti del creditore.
Se il debitore ha preso a mutuo una cosa fungibile al fine di pagare il debito, il creditore può rifiutarsi di inserire nella quietanza su richiesta del debitore la dichiarazione di quest'ultimo circa la provenienza della cosa impiegata? No. Sì. Sì, salvo che per i debiti di modico importo. Sì, salvo che il debitore sia un incapace.
A norma del codice civile, il debitore, che prende a mutuo una somma di danaro al fine di pagare il debito, può surrogare il mutuante nei diritti del creditore, anche senza il consenso di questo? Sì. No. No, salvo che il mutuante sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria. No, salvo che il mutuante sia un incapace.
Se il debitore ha preso a mutuo una somma di danaro al fine di pagare il debito, il creditore può rifiutarsi di inserire nella quietanza su richiesta del debitore la dichiarazione di quest'ultimo circa la provenienza della somma impiegata? Sì, salvo che per i debiti di modico importo. Sì, salvo che il debitore sia un incapace. Sì. No.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi ha luogo di diritto la surrogazione nei diritti del creditore? A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. A vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione del suo pegno. A vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. A vantaggio del legatario di beni mobili che paga con danaro proprio tutti i debiti ereditari.
L'erede con beneficio di inventario che paga con denaro proprio i debiti ereditari è surrogato nei diritti dei creditori? Sì, di diritto. Sì, salvo opposizione dei creditori. Sì, con il consenso dei creditori. Sì, solo se i debiti ereditari superano il valore dei beni a lui pervenuti.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi ha luogo di diritto la surrogazione nei diritti del creditore? A vantaggio del legatario di beni mobili che paga con danaro proprio tutti i debiti ereditari. A vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi. A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. A vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi ha luogo di diritto la surrogazione nei diritti del creditore? A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. A vantaggio dell'acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. A vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. A vantaggio del legatario di beni mobili che paga con danaro proprio tutti i debiti ereditari.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi ha luogo di diritto la surrogazione nei diritti del creditore? A vantaggio del legatario di beni mobili che paga con danaro proprio tutti i debiti ereditari. A vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. A vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito, aveva interesse di soddisfarlo. A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi ha luogo di diritto la surrogazione nei diritti del creditore? A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. A vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. A vantaggio del legatario di beni mobili che paga con danaro proprio tutti i debiti ereditari. A vantaggio dell'erede con beneficio d'inventario, che paga con danaro proprio i debiti ereditari.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi ha luogo di diritto la surrogazione nei diritti del creditore? A vantaggio del legatario di beni mobili che paga con danaro proprio tutti i debiti ereditari. A vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. A vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione delle sue ipoteche.
La surrogazione nei propri diritti da parte del creditore, che ha ricevuto il pagamento da un terzo, ha effetto anche contro il terzo datore d'ipoteca? Sì, anche se la surrogazione non sia annotata in margine all'iscrizione dell'ipoteca. No, salvo che il debitore abbia prestato il suo consenso espresso alla surrogazione. Sì, purché la surrogazione sia annotata in margine all'iscrizione dell'ipoteca. No.
La surrogazione volontaria nei diritti del creditore ha effetto nei confronti dei terzi che hanno prestato garanzia per il debitore? No, salvo che si tratti di garanzie reali. Sì, solo nel caso di fideiussione. Sì. No.
La surrogazione del mutuante nei diritti del creditore per volontà del debitore, che prende a mutuo una somma di danaro al fine di pagare il debito, ha effetto anche contro il terzo datore d'ipoteca? Sì, purché la surrogazione sia annotata in margine all'iscrizione dell'ipoteca. No, salvo che il creditore abbia prestato il suo consenso espresso alla surrogazione. No. Sì, anche se la surrogazione non sia annotata in margine all'iscrizione dell'ipoteca.
La surrogazione del mutuante nei diritti del creditore per volontà del debitore, che prende a mutuo una cosa fungibile al fine di pagare il debito, ha effetto anche contro il terzo datore d'ipoteca? No, salvo che non sia stata notificata al terzo datore di ipoteca. Sì, purché la surrogazione sia annotata in margine all'iscrizione dell'ipoteca. No, salvo che il creditore abbia prestato il suo consenso espresso alla surrogazione. No.
La surrogazione del mutuante nei diritti del creditore per volontà del debitore, che prende a mutuo una cosa fungibile al fine di pagare il debito, ha effetto anche contro i terzi che hanno prestato garanzia personale per il debitore? No. Sì, salvo che il creditore si opponga alla surrogazione entro tre mesi dalla notifica della stessa. Sì. No, salvo che il creditore abbia prestato il suo consenso espresso alla surrogazione.
La surrogazione del mutuante nei diritti del creditore per volontà del debitore, che prende a mutuo una somma di danaro al fine di pagare il debito, ha effetto anche contro i terzi che hanno prestato garanzia personale per il debitore? No. No, salvo che il creditore abbia prestato il suo consenso espresso alla surrogazione. Sì. Sì, salvo che il creditore si opponga alla surrogazione entro tre mesi dalla notifica della stessa.
La surrogazione nei propri diritti da parte del creditore, che ha ricevuto il pagamento da un terzo, ha effetto anche contro i terzi che hanno prestato garanzia personale per il debitore? No. Sì, salvo che il debitore si opponga alla surrogazione entro tre mesi dalla notifica della stessa. Sì. No, salvo che il debitore abbia prestato il suo consenso espresso alla surrogazione.
Se il pagamento con surrogazione è parziale, il terzo surrogato e il creditore: concorrono nei confronti del debitore in proporzione di quanto è loro dovuto, salvo patto contrario. concorrono nei confronti del debitore sempre in proporzione di quanto è loro dovuto. concorrono nei confronti del debitore sempre in parti uguali. concorrono nei confronti del debitore nella misura determinata, in caso di dissenso, da un terzo arbitratore.
È in mora il creditore che non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione? Sì, se non vi è un motivo legittimo. No, salvo che si tratti di obbligazione avente ad oggetto un obbligo di fare infungibile. No, salvo che si tratti di obbligazione sottoposta a condizione sospensiva. No, salvo che si tratti di obbligazione sottoposta a termine.
È in mora il creditore quando non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione? Sì, anche se vi è un motivo legittimo. No, mai. Sì, esclusivamente se il debitore è un incapace. Sì, se non vi è un motivo legittimo.
Il creditore è in mora: quando non provvede a una intimazione di adempiere fatta per iscritto almeno quindici giorni prima della scadenza del termine per l'adempimento. quando scaduto il termine per l'adempimento non prova che il mancato pagamento è determinato da impossibilità della prestazione dovuta a causa imputabile al debitore. quando, senza motivo legittimo, non riceve il pagamento offertogli nei modi indicati dalla legge o non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione. quando scade il termine per l'adempimento stipulato in favore del debitore.
Se il creditore in mora accetta l'offerta formale della prestazione da quando è tenuto a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta? Dal quindicesimo giorno dall'offerta. Dal giorno dell'offerta. Dal giorno indicato nell'accettazione dell'offerta. Dal giorno dell'accettazione dell'offerta.
Quando il creditore è in mora: è a suo carico l'impossibilità della prestazione sopravvenuta per causa non imputabile al debitore. sono dovuti gli interessi ed i frutti percepiti dal debitore dopo la costituzione in mora soltanto se domandati giudizialmente. non sono più dovuti i frutti della cosa già percepiti da parte del debitore. è tenuto a risarcire i danni della sua mora, ma il debitore deve soltanto sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta.
Quando il creditore è in mora è tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora e a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta? Sì. No. È tenuto solo a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta. È tenuto solo a risarcire i danni derivati dalla sua mora.
Da quando si verificano gli effetti della mora del creditore nel caso in cui quest'ultimo accetti l'offerta formale della prestazione? Dal giorno dell'offerta. Dal quindicesimo giorno dall'offerta. Dal giorno dell'accettazione dell'offerta. Dal giorno indicato nell'accettazione dell'offerta.
Quando il creditore è in mora sono dovuti dal debitore i frutti della cosa? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo quelli che siano stati percepiti dal debitore stesso. Sì, ma solo quelli che non siano stati percepiti dal debitore stesso. No, in nessun caso.
Se il creditore in mora accetta l'offerta formale della prestazione da quando è tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora? Dal giorno dell'offerta. Dal quindicesimo giorno dall'offerta. Dal giorno dell'accettazione dell'offerta. Dal giorno indicato nell'accettazione dell'offerta.
Durante la mora del creditore su chi incombe il rischio della sopravvenuta impossibilità della prestazione per causa non imputabile al debitore? Sul debitore e sul creditore in parti uguali. Sul creditore se versa in colpa grave. Solo sul debitore. Solo sul creditore.
Durante la mora del creditore sono dovuti gli interessi? No. No, salvi gli interessi superiori alla misura legale. Sì, solo nella misura legale. Sì.
Nei contratti con prestazioni corrispettive quando il creditore è in mora a carico di chi è l'impossibilità sopravvenuta della prestazione? In ogni caso a carico del creditore. A carico del creditore se l'impossibilità della prestazione derivi da causa non imputabile al debitore. In ogni caso a carico del debitore. A carico del creditore nel solo caso in cui l'impossibilità della prestazione derivi da causa a lui imputabile.
Quando il creditore è in mora chi è tenuto a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta? Il debitore. Il creditore e il debitore in parti uguali fra loro. Il creditore quelle per la custodia e il debitore quelle per la conservazione della cosa dovuta. Il creditore.
Quando si verificano gli effetti della costituzione in mora del creditore, se l'obbligazione ha per oggetto danaro, titoli di credito, ovvero cose mobili da consegnare al domicilio del creditore? Dal giorno in cui viene eseguito il deposito, anche in mancanza di accettazione del creditore. Dal giorno dell'offerta reale, se questa è successivamente dichiarata valida con sentenza passata in giudicato o se è accettata dal creditore. Dal giorno in cui il creditore manifesta il rifiuto di accettare l'offerta o non si presenta per ricevere le cose offertegli. Dal giorno in cui il debitore ha effettivamente eseguito la sua prestazione.
Al fine della messa in mora del creditore affinché l'offerta formale della prestazione sia valida è tra l'altro necessario: che l'offerta comprenda almeno la metà della somma o delle cose dovute, e un terzo dei frutti o degli interessi e delle spese liquide. che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del solo debitore. che l'offerta sia fatta personalmente dal debitore contestualmente all'esibizione dell'autorizzazione del tribunale del luogo di residenza del creditore. che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del creditore.
Al fine della messa in mora del creditore affinché l'offerta formale della prestazione sia valida è tra l'altro necessario: che l'offerta comprenda almeno la metà della somma o delle cose dovute, e un terzo dei frutti o degli interessi e delle spese liquide, con riserva di un supplemento, se è necessario. che l'offerta comprenda la totalità della somma o delle cose dovute, dei frutti o degli interessi e delle spese liquide, e una somma per le spese non liquide, con riserva di un supplemento, se è necessario. che siano trascorsi almeno trenta giorni dal verificarsi della condizione dalla quale dipende l'obbligazione. che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del solo debitore.
Al fine della messa in mora del creditore affinché l'offerta formale della prestazione sia valida è tra l'altro necessario: che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del solo debitore. che l'offerta comprenda almeno la metà della somma o delle cose dovute, e un terzo dei frutti o degli interessi e delle spese liquide. che l'offerta sia fatta al creditore capace di ricevere o a chi ha la facoltà di ricevere per lui. che l'offerta sia fatta personalmente dal debitore contestualmente all'esibizione dell'autorizzazione del tribunale del luogo di residenza del creditore.
Ai fini della messa in mora del creditore è valida l'offerta fatta prima della scadenza del termine? Sì, se stipulato in favore del creditore. No, se stipulato in favore del creditore. No, se stipulato a favore del debitore. No, in nessun caso.
Al fine della messa in mora del creditore affinché l'offerta formale della prestazione sia valida è tra l'altro necessario: che l'offerta sia fatta da persona che può validamente adempiere. che siano trascorsi almeno trenta giorni dal verificarsi della condizione dalla quale dipende l'obbligazione. che l'offerta comprenda almeno la metà della somma o delle cose dovute, e un terzo dei frutti o degli interessi e delle spese liquide. che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del solo debitore.
Ai fini della messa in mora del creditore è valida l'offerta di un pagamento parziale? No. Sì, se l'obbligazione è divisibile. Sì, se l'obbligazione è solidale. Sì, se il pagamento è effettuato da un terzo.
Ai fini della costituzione in mora del creditore è valida l'offerta fatta prima che si sia verificata la condizione dalla quale dipende l'obbligazione? Sì, se sono stati posti in essere atti conservativi. No. Sì, se si tratta di condizione sospensiva. Sì.
Al fine della messa in mora del creditore il debitore può subordinare l'offerta formale della prestazione al consenso del creditore necessario per liberare i beni dalle garanzie reali o da altri vincoli che comunque ne limitino la disponibilità? Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, ma solo se si tratta di pignoramento. Sì, ma solo se si tratta di ipoteca concessa da un terzo.
Al fine della messa in mora del creditore il debitore può subordinare l'offerta formale della prestazione al consenso del creditore necessario per liberare i beni dalle garanzie reali? Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, ma solo se si tratta di garanzie reali prestate da terzi. Sì, ma solo se si tratta di garanzie reali prestate dallo stesso debitore.
Al fine della messa in mora del creditore affinché sia valida l'offerta formale della prestazione avente ad oggetto denaro è tra l'altro necessario: che l'offerta sia fatta personalmente dal debitore contestualmente all'esibizione dell'autorizzazione del tribunale del luogo di residenza del creditore. che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del solo debitore. che l'offerta comprenda almeno la metà della somma dovuta, e un terzo degli interessi e delle spese liquide. che l'offerta sia fatta da un ufficiale pubblico a ciò autorizzato.
Al fine della messa in mora del creditore affinché l'offerta formale della prestazione sia valida è tra l'altro necessario: che comprenda almeno la metà della somma o delle cose dovute, e un terzo dei frutti o degli interessi e delle spese liquide. che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del solo debitore. che l'offerta sia fatta alla persona del creditore o nel suo domicilio. che l'offerta sia fatta personalmente dal debitore contestualmente all'esibizione dell'autorizzazione del tribunale del luogo di residenza del creditore.
Al fine della messa in mora del creditore affinché l'offerta formale della prestazione sia valida è tra l'altro necessario: che si sia verificata la condizione dalla quale dipende l'obbligazione. che l'offerta comprenda almeno la metà della somma o delle cose dovute, e un terzo dei frutti o degli interessi e delle spese liquide. che l'offerta sia fatta personalmente dal debitore contestualmente all'esibizione dell'autorizzazione del tribunale del luogo di residenza del creditore. che il termine sia scaduto, se stipulato in favore del solo debitore.
Ai fini della messa in mora del creditore l'offerta della prestazione deve essere reale, quando: l'obbligazione ha ad oggetto un bene immobile. l'obbligazione ha ad oggetto un "facere". l'obbligazione ha ad oggetto cose mobili da consegnare in luogo diverso dal domicilio del creditore. l'obbligazione ha ad oggetto titoli di credito.
Al fine della messa in mora del creditore se l'obbligazione ha per oggetto cose mobili da consegnare in luogo diverso dal domicilio del creditore, l'offerta della prestazione deve essere: per intimazione. reale o per intimazione a scelta del debitore. reale. reale o per intimazione a scelta dell'ufficiale pubblico per il cui tramite si esegue.
Al fine della messa in mora del creditore se l'obbligazione ha per oggetto danaro l'offerta della prestazione deve essere: reale o per intimazione a scelta del debitore. reale o per intimazione a scelta dell'ufficiale pubblico per il cui tramite si esegue. per intimazione. reale.
Al fine della messa in mora del creditore, in che consiste l'offerta per intimazione della prestazione se l'obbligazione ha per oggetto cose mobili da consegnare in luogo diverso dal domicilio del creditore? Nell'intimazione al creditore di riceverle, fatta personalmente dal debitore alla presenza di due testimoni idonei. Nell'intimazione al creditore di riceverle, fatta mediante atto a lui notificato nelle forme prescritte per gli atti di citazione. Nella loro esibizione al creditore da parte del debitore. Nella loro esibizione al creditore da parte del notaio a ciò designato dal giudice del luogo di residenza del debitore.
Al fine della messa in mora del creditore se l'obbligazione ha per oggetto cose mobili da consegnare al domicilio del creditore, l'offerta della prestazione deve essere: reale o per intimazione a scelta dell'ufficiale pubblico per il cui tramite si esegue. reale. per intimazione. reale o per intimazione a scelta del debitore.
Al fine della messa in mora del creditore se l'obbligazione ha per oggetto titoli di credito l'offerta della prestazione deve essere: per intimazione. reale. reale o per intimazione a scelta dell'ufficiale pubblico per il cui tramite si esegue. reale o per intimazione a scelta del debitore.
Ai fini della costituzione in mora del creditore, in quali casi l'offerta della prestazione deve essere reale? In tutti i casi in cui il debitore non intenda procedere all'offerta mediante intimazione. Se l'obbligazione ha per oggetto cose mobili da consegnare in luogo diverso dal domicilio del creditore. Se l'obbligazione ha per oggetto denaro. Se l'obbligazione ha per oggetto la consegna di beni immobili.
Ai fini della costituzione in mora del creditore, in quali casi l'offerta della prestazione deve essere reale? In tutti i casi in cui il debitore non intenda procedere all'offerta mediante intimazione. Se l'obbligazione ha per oggetto cose mobili da consegnare al domicilio del creditore. Se l'obbligazione ha per oggetto cose mobili da consegnare in luogo diverso dal domicilio del creditore. Se l'obbligazione ha per oggetto la consegna di beni immobili.
Ai fini della messa in mora del creditore se l'obbligazione ha per oggetto la consegna di cose mobili in luogo diverso dal domicilio del creditore: l'offerta consiste nell'intimazione al creditore di riceverle, fatta mediante atto a lui notificato nelle forme prescritte per gli atti di citazione. l'offerta consiste nell'intimazione al creditore di compiere gli atti che sono da parte sua necessari per renderla possibile. l'offerta deve essere reale. l'offerta deve essere formale.
Ai fini della costituzione in mora del creditore, in quali casi l'offerta della prestazione deve essere reale? Se l'obbligazione ha per oggetto titoli di credito. Se l'obbligazione ha per oggetto cose mobili da consegnare in luogo diverso dal domicilio del creditore. In tutti i casi in cui il debitore non intenda procedere all'offerta mediante intimazione. Se l'obbligazione ha per oggetto la consegna di beni immobili.
In tema di mora del creditore, se quest'ultimo rifiuta di accettare l'offerta reale della prestazione avente ad oggetto cose non deteriorabili che possono essere conservate e custodite con spese non eccessive, il debitore: è immediatamente liberato dalla sua obbligazione. può a sua scelta eseguire il deposito delle cose dovute, o procedere alla loro vendita e depositarne il prezzo. può eseguire il deposito delle cose dovute. può procedere alla vendita delle cose dovute e depositarne il prezzo.
In tema di mora del creditore se quest'ultimo non si presenta per ricevere le cose offertegli mediante intimazione, quando si tratti di cose non deteriorabili e che possono essere conservate e custodite con spese non eccessive, il debitore: è immediatamente liberato dalla sua obbligazione. può procedere alla vendita delle cose dovute e depositarne il prezzo. può eseguire il deposito delle cose dovute. può a sua scelta eseguire il deposito delle cose dovute, o procedere alla loro vendita e depositarne il prezzo.
In tema di mora del creditore, quando è liberato il debitore dalla sua obbligazione se il creditore non si presenta per ricevere le cose offertegli mediante intimazione e si tratta di cose non deteriorabili e che possono essere conservate e custodite con spese non eccessive? Eseguito il deposito delle cose dovute, quando questo è accettato dal creditore o è dichiarato valido con sentenza passata in giudicato. Non appena eseguito il deposito delle cose dovute. Decorso il termine specificamente previsto all'atto del deposito delle cose dovute. Eseguito il deposito delle cose dovute, quando questo è convalidato dall'ufficiale pubblico che ha proceduto all'intimazione.
In tema di mora del creditore, il debitore, senza il consenso del creditore, può ritirare il deposito eseguito? No, anche prima che sia stato accettato dal creditore o prima che sia stato riconosciuto valido con sentenza passata in giudicato. Sì, previa autorizzazione del giudice. Sì, ma solo se si tratta di cose deperibili o di dispendiosa custodia. No, se questo è stato accettato dal creditore o è dichiarato valido con sentenza passata in giudicato.
Ai fini della costituzione in mora del creditore in quale momento il debitore può eseguire il deposito di una somma di denaro dovuta? Quando il creditore rifiuta di accettare l'offerta reale. Quando vi è stata l'autorizzazione da parte del giudice. Quando vi è stata la nomina da parte del giudice di un sequestratario. Quando il creditore non si presenta per ricevere, presso il suo domicilio, il denaro offertogli mediante intimazione.
In tema di mora del creditore, il debitore che abbia validamente eseguito il deposito di quanto dovuto, può ritirarlo senza il consenso del creditore? Sì, ma solo entro il termine specificamente previsto all'atto del deposito. Sì, ma solo fino a quando il deposito non sia accettato dal creditore o non sia dichiarato valido con sentenza passata in giudicato. Sì, sempre. No, mai.
In tema di mora del creditore, quando è liberato il debitore dalla sua obbligazione se il creditore rifiuta di accettare l'offerta reale delle cose dovutegli e queste non sono deteriorabili e possono essere conservate e custodite senza spese eccessive? Eseguito il deposito, quando questo è convalidato dall'ufficiale pubblico che ha proceduto all'intimazione. Decorso il termine specificamente previsto all'atto del deposito. Non appena eseguito il deposito. Eseguito il deposito, quando questo è accettato dal creditore o è dichiarato valido con sentenza passata in giudicato.
Nella disciplina dettata per la costituzione in mora del creditore che abbia rifiutato l'offerta reale della prestazione dovuta, in quale momento il debitore è liberato dalla sua obbligazione avente per oggetto titoli di credito? Nel momento in cui ha eseguito il deposito, quando questo è accettato dal creditore o è dichiarato valido con sentenza passata in giudicato. Nel momento in cui il creditore ha rifiutato l'offerta. Nel momento in cui ha eseguito il deposito, anche se questo non è accettato dal creditore o non è ancora passata in giudicato la sentenza che ne dichiara la validità. Nel momento in cui ha fatto l'offerta, anche se questa non è accettata dal creditore o non è ancora passata in giudicato la sentenza che ne dichiara la validità.
In tema di mora del creditore, se quest'ultimo rifiuta di accettare l'offerta reale della prestazione o non si presenta per ricevere le cose offertegli mediante intimazione, il debitore può farsi autorizzare dal giudice a venderle nei modi stabiliti per le cose pignorate e a depositarne il prezzo? Sì, ma solo se trattasi di debitore incapace. Sì, sempre. Sì, se le cose non possono essere conservate o sono deteriorabili, oppure se le spese della loro custodia sono eccessive. No, mai.
In tema di mora del creditore, se quest'ultimo rifiuta di accettare l'offerta reale della prestazione o non si presenta per ricevere le cose offertegli mediante intimazione e si tratta di cose deteriorabili, il debitore: è immediatamente liberato dalla sua obbligazione. può farsi autorizzare dal giudice a venderle nei modi stabiliti per le cose pignorate e a depositarne il prezzo. può eseguirne il deposito a spese del creditore. può venderle dopo averne dato espressa comunicazione al creditore e depositarne il prezzo.
In tema di mora del creditore, se quest'ultimo rifiuta di accettare l'offerta reale o non si presenta per ricevere le cose offertegli mediante intimazione e si tratta di cose che non possono essere conservate, il debitore: può venderle dopo averne dato espressa comunicazione al creditore e depositarne il prezzo. può farsi autorizzare dal giudice a venderle nei modi stabiliti per le cose pignorate e a depositarne il prezzo. è immediatamente liberato dalla sua obbligazione. può consegnarle alla autorità di pubblica sicurezza che provvederà alla loro vendita e al deposito del prezzo.
In tema di mora del creditore, se quest'ultimo rifiuta di accettare l'offerta reale o non si presenta per ricevere le cose offertegli mediante intimazione e le spese della loro custodia sono eccessive, il debitore: può consegnarle alla autorità di pubblica sicurezza che provvederà alla loro vendita e al deposito del prezzo. può farsi autorizzare dal giudice a venderle nei modi stabiliti per le cose pignorate e a depositarne il prezzo. è immediatamente liberato dalla sua obbligazione. può venderle dopo averne dato espressa comunicazione al creditore e depositarne il prezzo.
Secondo il codice civile, per la costituzione in mora del creditore, ai fini della validità del deposito di una somma di denaro cosa deve necessariamente risultare dal processo verbale redatto dal pubblico ufficiale? La natura delle cose offerte, il rifiuto di riceverle da parte del creditore o la sua mancata comparizione e, infine, il fatto del deposito. La natura delle cose offerte, il rifiuto di riceverle da parte del creditore o la sua mancata comparizione. Il solo fatto del deposito. La specificazione dell'oggetto e le dichiarazioni del creditore.
Per la costituzione in mora del creditore, ai fini della validità del deposito è necessario che il debitore abbia consegnata la cosa con gli interessi e i frutti dovuti fino al giorno dell'offerta? No, è sufficiente che si sia impegnato ad eseguire la consegna entro tre giorni. No, è sufficiente che il debitore abbia consegnato la cosa senza gli interessi e i frutti dovuti fino al giorno dell'offerta. Sì, e la consegna va fatta nel luogo indicato dalla legge o, in mancanza, dal giudice. No, è necessario che il debitore abbia consegnato la cosa con gli interessi e i frutti dovuti fino al giorno del deposito.
In tema di mora del creditore, affinché sia valido il deposito delle cose dovute da parte del debitore, è necessario che sia redatto dal pubblico ufficiale un processo verbale da cui risulti tra l'altro: la presenza di quattro testimoni. il rifiuto di riceverle da parte del creditore o la sua mancata comparizione. la paternità delle persone intervenute. la presenza di un perito estimatore o la notifica allo stesso dell'invito a comparire.
In tema di mora del creditore, affinché sia valido il deposito delle cose dovute da parte del debitore, è necessario che sia redatto dal pubblico ufficiale un processo verbale da cui risulti tra l'altro: il fatto del deposito. la paternità delle persone intervenute. la presenza di un perito estimatore. la presenza di quattro testimoni.
In tema di mora del creditore, affinché sia valido il deposito delle cose dovute da parte del debitore è necessario che sia redatto dal pubblico ufficiale un processo verbale da cui risulti tra l'altro: la natura delle cose offerte. la presenza di quattro testimoni. la paternità delle persone intervenute. la presenza di un perito di parte.
In tema di mora del creditore, se, dopo il passaggio in giudicato della sentenza che dichiara valido il deposito della cosa dovuta, il creditore consente che il debitore lo ritiri: egli non può rivolgersi contro i condebitori o i fideiussori. egli può parimenti rivolgersi contro i condebitori o i fideiussori. egli può rivolgersi contro i fideiussori ma non contro i condebitori. egli può rivolgersi contro i condebitori ma non contro i fideiussori.
In tema di mora del creditore, se, dopo l'accettazione del deposito della cosa dovuta, il creditore consente che il debitore lo ritiri: egli può ancora valersi dei privilegi, del pegno o delle ipoteche che garantivano il credito. egli può valersi del pegno o delle ipoteche che garantivano il credito, ma non più dei privilegi. egli può valersi dei privilegi, ma non più del pegno o delle ipoteche che garantivano il credito. egli non può più valersi dei privilegi, del pegno o delle ipoteche che garantivano il credito.
In tema di mora del creditore, se, dopo l'accettazione del deposito della cosa dovuta, il creditore consente che il debitore lo ritiri: egli non può più rivolgersi contro i condebitori, ma lo può contro i fideiussori. egli non può più rivolgersi contro i condebitori e i fideiussori. egli può tuttavia rivolgersi contro i condebitori e i fideiussori. egli può rivolgersi contro i condebitori, ma non contro i fideiussori.
In tema di mora del creditore, se il debitore ritira il deposito della cosa dovuta prima che sia stato riconosciuto valido con sentenza passata in giudicato: il deposito non perde effetto, salvo che il creditore dichiari di non avervi più interesse. il deposito non produce effetto. il deposito conserva il suo effetto. il deposito conserva effetto fino a che la sentenza non sia stata notificata al soccombente.
In tema di mora del creditore, il deposito della cosa dovuta da parte del debitore non produce effetto: se il debitore notifica al creditore la volontà di ritirarlo. se il debitore dichiara di volerlo ritirare. se il debitore lo ritira prima che sia accettato dal creditore. se il creditore dichiara per iscritto di non volerlo accettare anche dopo il ritiro da parte del debitore.
In tema di mora del creditore, se il debitore ritira il deposito della cosa dovuta, prima che sia accettato dal creditore: il deposito non produce effetto. questi conserva la facoltà di accettarlo fino a che il debitore non lo informi per iscritto dell'avvenuto ritiro. il creditore conserva la facoltà di accettarlo purché ne informi per iscritto il debitore. il deposito non perde effetto, salvo che il creditore manifesti la volontà di non più accettarlo.
In tema di mora del creditore, se, dopo il passaggio in giudicato della sentenza che dichiara valido il deposito della cosa dovuta, il creditore consente che il debitore lo ritiri: egli può valersi del pegno o delle ipoteche che garantivano il credito, ma non più dei privilegi. egli non può più valersi dei privilegi, del pegno o delle ipoteche che garantivano il credito. egli può ancora valersi dei privilegi, del pegno o delle ipoteche che garantivano il credito. egli può valersi dei privilegi, ma non più del pegno o delle ipoteche che garantivano il credito.
Ai fini della costituzione in mora del creditore, il debitore può offrire la sua prestazione di consegnare nelle forme d'uso anziché in quelle prescritte dal codice civile? Sì, ma gli effetti della mora si verificano dal giorno in cui il creditore rifiuta di accettare l'offerta o non si presenta per ricevere le cose offertegli mediante intimazione. No. Sì, ma gli effetti della mora si verificano dal giorno in cui egli esegue il deposito a norma del codice civile, se questo è accettato o è dichiarato valido con sentenza passata in giudicato. Sì, ma gli effetti della mora si verificano dal giorno dell'offerta, se questa è successivamente dichiarata valida con sentenza passata in giudicato o se è accettata dal creditore.
In tema di mora del creditore, quando l'offerta reale della prestazione e il deposito della cosa dovuta sono validi, le spese occorse sono a carico: del debitore. del creditore. del creditore e del debitore in parti uguali fra loro. del debitore, salvo che sia stato diversamente pattuito.
Secondo la disciplina della mora del creditore dettata dal codice civile, se l'offerta consiste nell'intimazione al creditore di prenderne possesso, l'obbligazione ha per oggetto: la consegna di cose mobili presso il domicilio del creditore. la consegna di titoli di credito. la consegna di una somma di denaro. la consegna di un bene immobile.
Secondo la disciplina della mora del creditore dettata dal codice civile, se deve essere consegnato un immobile, l'offerta consiste: nella comunicazione al creditore dell'avvenuta consegna dell'immobile a un custode indicato dal debitore. nell'affidamento dell'immobile per un periodo determinato ad un notaio, che ne fa avviso al creditore. nell'intimazione al creditore di prenderne possesso. nell'avviso al creditore che l'immobile è affidato ad un ufficiale giudiziario che è pronto ad effettuarne la consegna.
Secondo la disciplina della mora del creditore dettata dal codice civile, se deve essere consegnato un immobile, dopo l'offerta mediante intimazione al creditore il debitore che abbia ottenuto dal giudice la nomina di un sequestratario è liberato: dal momento dell'intimazione. dal momento della nomina del sequestratario da parte del giudice. solo quando il creditore abbia accettato la cosa consegnata al sequestratario. dal momento in cui ha consegnato al sequestratario la cosa dovuta.
Secondo la disciplina della mora del creditore dettata dal codice civile, se deve essere consegnato un immobile, dopo l'offerta mediante intimazione al creditore il debitore: può ottenere dal giudice la nomina di un sequestratario. può effettuare la consegna ad un ufficiale giudiziario, che ne dà avviso al creditore. può affidare l'immobile ad un notaio che ne curi la consegna al creditore. può ottenerne la custodia giudiziale.
Se la prestazione consiste in un fare e, l'intimazione non è fatta nelle forme d'uso, in che modo è costituito in mora il creditore? Non è necessaria la costituzione in mora. Mediante l'intimazione di ricevere la prestazione o di compiere gli atti che sono da parte sua necessari per renderla possibile. Mediante offerta reale. Mediante richiesta informale fatta per iscritto.
Se la prestazione consiste in un fare, ai fini della costituzione in mora del creditore, l'intimazione ad esso di ricevere la prestazione o di compiere gli atti che sono da parte sua necessari per renderla possibile può essere fatta: con ricorso al giudice dell'esecuzione. nelle forme d'uso. nelle stesse forme previste per le obbligazioni pecuniarie. mediante deposito presso un notaio di un atto contenente l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo in cui il debitore intende eseguire la prestazione.
Se la prestazione consiste in un fare, il creditore è costituito in mora: mediante l'intimazione di ricevere la prestazione o di compiere gli atti che sono da parte sua necessari per renderla possibile. mediante l'offerta a mezzo di un ufficiale pubblico a ciò autorizzato di un equivalente in danaro. mediante la comunicazione scritta della scadenza del termine per l'adempimento al cancelliere del tribunale del luogo di residenza del creditore. mediante il deposito presso un istituto di credito di una somma di danaro pari ai due terzi del valore della prestazione.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta, è tenuto al risarcimento del danno: solo se non prova che l'inadempimento non è stato grave o il ritardo è stato di lieve entità. solo se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. solo se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione da qualunque causa derivante. in ogni caso.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno? Sì, anche se prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. No, salvo che il creditore provi che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato dal dolo del debitore. No, in nessun caso. Sì, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile.
Il debitore può evitare di risarcire il danno per l'inadempimento o il ritardo nell'esecuzione della prestazione dovuta? Sì, se prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. Sì, se prova di avere usato la diligenza del buon padre di famiglia. Sì, se prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato dal fatto del terzo incaricato dell'adempimento. Sì, se prova di essersi comportato secondo le regole della correttezza.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è: tenuto al risarcimento del danno, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. liberato in ogni caso da ogni obbligazione nei confronti del creditore. tenuto al risarcimento del danno, anche se prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. liberato da ogni obbligazione nei confronti del creditore, salvo che questi sia un incapace.
Il debitore che esegue in ritardo la prestazione dovuta è: tenuto al risarcimento del danno solo se il creditore prova che il ritardo non è stato determinato da causa di forza maggiore. tenuto al risarcimento del danno, anche se prova che il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. tenuto al risarcimento del danno solo se il creditore è un incapace. tenuto al risarcimento del danno, se non prova che il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile.
Dopo la scadenza del termine di adempimento di un'obbligazione è necessaria la costituzione in mora del debitore? No, mai. Sì, in ogni caso. No, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del debitore. No, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del creditore.
Il debitore è costituito in mora mediante una intimazione o richiesta fatta per iscritto? Sì, ma solo decorsi otto giorni dall'intimazione o dalla richiesta. Sì. Sì, solo se è redatta da un pubblico ufficiale. Sì, solo se è contenuta in un atto di citazione.
In quale di questi casi non è necessaria la costituzione in mora del debitore? Quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non volere eseguire l'obbligazione. Quando il debito deriva da una scrittura privata avente data certa. Quando è scaduto il termine per l'adempimento, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del debitore. Quando l'esistenza del debito può essere provata mediante atto pubblico.
Non è necessaria la costituzione in mora del debitore quando: il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler eseguire l'obbligazione. quando il debito deriva da un contratto redatto in forma scritta. il debitore ha dichiarato anche verbalmente di non voler eseguire l'obbligazione. è scaduto il termine, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del debitore.
Se il debito deriva da un fatto illecito è necessaria la costituzione in mora del debitore? No. Sì. Sì, se si è cagionato un danno nello svolgimento di un'attività pericolosa. Sì, se si tratta di responsabilità dei genitori per il danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati.
Possono essere costituiti in mora gli eredi del debitore, qualora il termine di adempimento scada dopo la morte del debitore stesso? Sì, mediante intimazione o richiesta fatta per iscritto e, decorsi otto giorni dalla intimazione o dalla richiesta. Sì, mediante intimazione o richiesta anche verbale. No. Sì, mediante intimazione o richiesta fatta per iscritto.
Il debitore è costituito in mora mediante: solo mediante richiesta fatta con scrittura privata autenticata. richiesta fatta in qualunque forma. intimazione o richiesta fatta per iscritto. solo mediante intimazione fatta con atto a lui notificato nelle forme prescritte per gli atti di citazione.
Può essere considerato in mora il debitore che tempestivamente ha fatto offerta della prestazione dovuta? Sì, a meno che abbia fatto un'offerta reale. No, mai. No, salvo che il creditore abbia rifiutato l'offerta per un motivo legittimo. Sì, in ogni caso.
Il debitore che è in mora è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile? Sì, se il creditore non prova che l'oggetto della prestazione non sarebbe perito presso di lui. No, se non prova che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
Il debitore in mora è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile? Sì. No, se non prova che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore. Sì, se la prestazione divenuta impossibile ha per oggetto una cosa determinata. Sì, se la prestazione divenuta impossibile ha per oggetto un obbligo di fare.
Il debitore di un'obbligazione derivante da contratto, formalmente costituito in mora nei modi previsti dalla legge, è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile? Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, solo se prova che l'oggetto della prestazione poteva essere conservato a condizioni eccessivamente onerose. No, se non prova che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore.
In qualunque modo sia perita o smarrita una cosa illecitamente sottratta, la perdita di essa: libera chi l'ha sottratta dall'obbligo di restituirne il valore. obbliga chi l'ha sottratta, nei soli limiti dell'iniziale arricchimento, a indennizzare l'altra parte della correlativa diminuzione patrimoniale. non libera chi l'ha sottratta dall'obbligo di restituirne il valore. obbliga chi l'ha sottratta a restituirne il doppio del valore.
In caso di inadempimento di un'obbligazione negativa è necessaria la costituzione in mora del debitore? Sì, se è scaduto il termine. Sì, se il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler eseguire l'obbligazione. Sì, se il debito deriva da fatto illecito. No.
Le disposizioni sulla mora del debitore si applicano alle obbligazioni di non fare? No. Sì, salvo che il debitore sia un incapace. Sì. Sì, salvo che dal titolo risulti una contraria volontà delle parti.
Il risarcimento del danno per l'inadempimento dell'obbligazione o per il ritardo ha per oggetto: la perdita subita dal creditore e il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta. solo la perdita subita dal creditore, in quanto ne sia conseguenza immediata e diretta. solo il mancato guadagno, in quanto ne sia conseguenza immediata e diretta. la perdita subita dal creditore e il maggior danno, se provato.
In caso di inadempimento dell'obbligazione se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno, il risarcimento dovuto dal debitore: è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate. è escluso. è computato nella sua interezza. è diminuito alla metà dell'ammontare del danno.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza? Sì, ma il risarcimento di tali danni è diminuito dal giudice con valutazione equitativa. Sì. No. Sì, ma il risarcimento è ridotto alla metà dell'ammontare di tali danni.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno? No, salvo che si tratti di creditore incapace. No, in nessuna misura. Sì, ma il risarcimento è ridotto in ogni caso alla metà dell'ammontare del danno. Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate.
Il debitore inadempiente è tenuto al risarcimento dei danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza? Sì se l'inadempimento o il ritardo dipende da dolo del debitore. Sì, se l'inadempimento o il ritardo dipende da colpa del debitore. Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate. No.
Salva una diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, è tenuto a rispondere per i danni causati da costoro? Sì, ma solo se derivano da fatto doloso dell'ausiliare. No, in nessun caso. Sì, ma solo se derivano da fatto colposo dell'ausiliare. Sì, tanto nel caso in cui derivino da fatto doloso, quanto nel caso derivino da fatto colposo dell'ausiliare.
Il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi risponde anche dei fatti colposi di costoro? Sì, salva diversa volontà delle parti. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. No, salva diversa volontà delle parti.
Il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi risponde anche dei fatti dolosi di costoro? Sì, salva diversa volontà delle parti. No, salva diversa volontà delle parti. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
Salva diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, risponde anche dei fatti dolosi o colposi di costoro? Sì, ma il risarcimento è limitato alla perdita subita dal creditore. Sì. No, se l'inadempimento non dipende anche dal dolo del debitore. Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa o l'intensità del dolo dei terzi.
Il patto preventivo di esonero o di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore o dei suoi ausiliari costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico è: annullabile. nullo. valido. efficace.
Il patto che esclude o limita preventivamente la responsabilità del debitore per dolo o colpa grave è: valido. nullo. annullabile. valido solo nelle obbligazioni pecuniarie.
Il patto che esclude o limita preventivamente la responsabilità del debitore per dolo o colpa grave è: efficace. valido. nullo. annullabile.
Il patto che esclude preventivamente in caso di inadempimento la responsabilità del debitore per dolo: è nullo. è annullabile in ogni caso. è valido in ogni caso. è valido se il debitore è un incapace, annullabile negli altri casi.
Il patto che esclude preventivamente in caso di inadempimento la responsabilità del debitore per colpa grave: è valido se il debitore è un incapace, annullabile negli altri casi. è nullo. è annullabile in ogni caso. è valido in ogni caso.
Il patto che limita preventivamente in caso di inadempimento la responsabilità del debitore per dolo: è nullo. è annullabile in ogni caso. è valido in ogni caso. è valido se il debitore è un incapace, annullabile negli altri casi.
Il patto preventivo di esonero da responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico: è nullo. è annullabile in ogni caso. è valido in ogni caso. è valido se il debitore è un incapace, annullabile negli altri casi.
Il patto preventivo di esonero da responsabilità per i casi in cui il fatto degli ausiliari del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico: è nullo. è annullabile in ogni caso. è valido in ogni caso. è valido se il debitore è un incapace, annullabile negli altri casi.
Il patto preventivo di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto degli ausiliari del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico: è valido in ogni caso. è valido se il debitore è un incapace, annullabile negli altri casi. è nullo. è annullabile in ogni caso.
Il patto preventivo di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico: è annullabile in ogni caso. è valido in ogni caso. è valido se il debitore è un incapace, annullabile negli altri casi. è nullo.
È valido il patto preventivo di limitazione di responsabilità per colpa lieve per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? No. Sì, salvo che il creditore sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria. Sì. Sì, salvo che il creditore sia un incapace.
È valido il patto preventivo di esonero da responsabilità per colpa lieve per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? Sì, salvo che il creditore sia un incapace. No. Sì. Sì, salvo che il creditore sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria.
Il patto che limita preventivamente in caso di inadempimento la responsabilità del debitore per colpa grave: è nullo. è annullabile in ogni caso. è valido se il debitore è un incapace, annullabile negli altri casi. è valido in ogni caso.
Si estingue l'obbligazione quando le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso e la volontà di estinguere l'obbligazione precedente risulta in modo non equivoco? No, salvo che l'obbligazione originaria derivi da una donazione o da una convenzione matrimoniale. No. Sì, se la nuova obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro. Sì.
Se le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso, l'obbligazione precedente si estingue? Sì, se la volontà di estinguerla risulta in modo non equivoco. Sì, ma in caso di inadempimento il debitore è tenuto a risarcire un danno maggiore. No, se la sostituzione non risulta da atto scritto. Sì, ma in caso di inadempimento il debitore è tenuto a risarcire solo il mancato guadagno.
In quali delle seguenti ipotesi si produce la novazione oggettiva della obbligazione? Quando viene rilasciato un nuovo documento da cui risulta l'obbligazione. Quando viene modificato un termine apposto all'obbligazione. Quando all'obbligazione originaria viene sostituita una nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso. Quando viene modificata una condizione apposta alla obbligazione.
Si estingue l'obbligazione quando le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione con titolo diverso e la volontà di estinguere l'obbligazione precedente risulta in modo non equivoco? Sì. No. No, salvo che l'obbligazione originaria abbia ad oggetto una somma di danaro. Sì, se la nuova obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro.
L'obbligazione si estingue quando le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione e la volontà di estinguere l'obbligazione precedente risulta in modo non equivoco? No, in nessun caso. Sì, se la nuova obbligazione ha oggetto o titolo diverso. No, salvo che la nuova obbligazione abbia lo stesso oggetto. No, salvo che la nuova obbligazione abbia lo stesso titolo.
Si estingue l'obbligazione quando le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione con oggetto diverso e la volontà di estinguere l'obbligazione precedente risulta in modo non equivoco? Sì, se la nuova obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro. No. Sì. No, salvo che l'obbligazione originaria abbia ad oggetto una somma di danaro.
L'eliminazione di un termine comporta novazione? Sì. Sì, se si tratta di termine iniziale. Sì, se si tratta di termine finale. No.
Il rilascio di un documento produce, per espressa disposizione normativa, novazione dell'obbligazione? No. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una prestazione di fare. Sì. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro.
La rinnovazione di un documento produce, per espressa disposizione normativa, novazione dell'obbligazione? Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro. No. Sì. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una prestazione di fare.
Le modificazioni accessorie dell'obbligazione producono novazione? Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una prestazione di fare. No. Sì. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro.
L'obbligazione si estingue ed è sostituita da una nuova obbligazione quando le parti appongono un termine all'obbligazione originaria e la volontà di estinguere l'obbligazione precedente non risulta in modo non equivoco? No. Sì. Sì, salvo che il termine apposto sia a favore del creditore. Sì, salvo che il termine apposto sia a favore del debitore.
L'obbligazione si estingue ed è sostituita da una nuova obbligazione quando le parti eliminano un termine apposto all'obbligazione originaria e la volontà di estinguere l'obbligazione precedente non risulta espressamente? Sì. No. Sì, salvo che il termine eliminato fosse stato stabilito a favore del creditore. Sì, salvo che il termine eliminato fosse stato stabilito a favore del debitore.
Quando le parti rinnovano un documento relativo all'obbligazione, quest'ultima si estingue ed è sostituita da una nuova obbligazione? No. Sì, salvo che l'effetto dell'estinzione dell'obbligazione originaria non sia stato espressamente escluso dalle parti con clausola inserita nel documento da rinnovare. Sì. Sì, salvo che l'effetto dell'estinzione dell'obbligazione originaria non sia stato espressamente escluso dalle parti con clausola inserita nel nuovo documento.
L'apposizione di un termine produce, per espressa disposizione normativa, novazione dell'obbligazione? Sì. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro. No. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una prestazione di fare.
Quando viene rilasciato un documento relativamente a un'obbligazione, quest'ultima si estingue ed è sostituita da una nuova obbligazione? Sì, salvo che l'effetto dell'estinzione dell'obbligazione originaria non sia stato espressamente escluso dalle parti nel titolo dell'obbligazione stessa. No. Sì, salvo che l'effetto dell'estinzione dell'obbligazione originaria non sia stato espressamente escluso dalle parti con clausola inserita nel documento rilasciato. Sì.
L'eliminazione di un termine produce, per espressa disposizione normativa, novazione dell'obbligazione? No. Sì. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una prestazione di fare.
In caso di novazione oggettiva dell'obbligazione, si estingue il pegno costituito dal debitore a garanzia del credito originario? Sì, se le parti non convengono espressamente di mantenerlo per il nuovo credito. Sì, in ogni caso ed è nulla ogni pattuizione delle parti di mantenerlo per il nuovo credito. No, ed è nulla ogni pattuizione delle parti di estinguerlo. No, se le parti non convengono espressamente di estinguerlo.
In caso di novazione oggettiva dell'obbligazione, si estinguono le ipoteche del credito originario costituite su beni del debitore? Sì, se le parti non convengono espressamente di mantenerle per il nuovo credito. Sì, in ogni caso ed è nulla ogni pattuizione delle parti di mantenerle per il nuovo credito. No, ed è nulla ogni pattuizione delle parti di estinguerle. No, se le parti non convengono espressamente di estinguerle.
In caso di novazione dell'obbligazione per mutamento dell'oggetto, si estinguono i privilegi del credito originario costituiti su beni del debitore? No, ed è nulla ogni pattuizione delle parti di estinguerli. No, se le parti non convengono espressamente di estinguerli. Sì, in ogni caso ed è nulla ogni pattuizione delle parti di mantenerli per il nuovo credito. Sì, se le parti non convengono espressamente di mantenerli per il nuovo credito.
In caso di novazione oggettiva dell'obbligazione che sorte ha l'ipoteca relativa al credito originario? Si trasferisce automaticamente sul nuovo credito, salvo diversa volontà del creditore. Si trasferisce automaticamente sul nuovo credito, salva diversa volontà del debitore. Si estingue, se le parti non convengono espressamente di mantenerla per il nuovo credito. Si trasferisce automaticamente sul nuovo credito, salva diversa convenzione tra le parti.
In caso di novazione oggettiva dell'obbligazione che sorte ha il pegno del credito originario? Si trasferisce automaticamente sul nuovo credito, salva diversa convenzione tra le parti. Si trasferisce automaticamente sul nuovo credito, salva diversa volontà del debitore. Si trasferisce automaticamente sul nuovo credito, salva diversa volontà del creditore. Si estingue, se le parti non convengono espressamente di mantenerlo per il nuovo credito.
Se la novazione oggettiva si effettua tra il creditore e uno dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, quale tra i seguenti pegni a garanzia del credito anteriore può essere riservato dal creditore e dal debitore? Il pegno sui beni di terzi. Il pegno sui beni del debitore che fa la novazione. Il pegno sui beni dei debitori che non fanno la novazione. Il pegno sui beni di tutti i debitori.
In caso di novazione dell'obbligazione per mutamento dell'oggetto effettuata tra il creditore e uno solo dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, il creditore e il debitore possono convenire il mantenimento dei privilegi del credito anteriore? Sì, ma i privilegi del credito anteriore possono essere riservati soltanto sui beni dei debitori che non fanno la novazione. Sì, ma i privilegi del credito anteriore possono essere riservati soltanto sui beni del debitore che fa la novazione. Sì, e possono essere riservati i privilegi sui beni di tutti i debitori. No, ed ogni pattuizione di mantenimento dei privilegi del credito anteriore è nulla.
In caso di novazione oggettiva dell'obbligazione effettuata tra il creditore e uno solo dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, il creditore e il debitore possono convenire il mantenimento delle ipoteche del credito anteriore? Sì, ma le ipoteche del credito anteriore possono essere riservate soltanto sui beni dei debitori che non fanno la novazione. No, ed ogni pattuizione di mantenimento delle ipoteche del credito anteriore è nulla. Sì, ma le ipoteche del credito anteriore possono essere riservate soltanto sui beni del debitore che fa la novazione. Sì, e possono essere riservate le ipoteche sui beni di tutti i debitori.
In caso di novazione oggettiva dell'obbligazione effettuata tra il creditore e uno dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, il creditore e il debitore possono convenire il mantenimento del pegno del credito anteriore? Sì, ma il pegno del credito anteriore può essere riservato soltanto sui beni dei debitori che non fanno la novazione. Sì, ma il pegno del credito anteriore può essere riservato soltanto sui beni del debitore che fa la novazione. Sì, e può essere riservato il pegno sui beni di tutti i debitori. No, ed ogni pattuizione di mantenimento del pegno del credito anteriore è nulla.
Se la novazione oggettiva si effettua tra il creditore e uno dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, quali tra le seguenti ipoteche del credito anteriore possono essere riservate dal creditore e dal debitore? Le ipoteche sui beni dei debitori che non fanno la novazione. Le ipoteche sui beni di terzi. Le ipoteche sui beni del debitore che fa la novazione. Le ipoteche sui beni di tutti i debitori.
Se la novazione dell'obbligazione per mutamento dell'oggetto si effettua tra il creditore e uno dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, il creditore e il debitore possono convenire il mantenimento dei privilegi sui beni degli altri debitori? Sì, in ogni caso. Sì, salvo che la possibilità di tale mantenimento sia stata espressamente esclusa nel titolo originario. Sì, ma solo se l'obbligazione originaria era un'obbligazione di dare. No.
Se la novazione oggettiva si effettua tra il creditore e uno dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, il creditore e il debitore possono convenire il mantenimento delle ipoteche sui beni degli altri debitori? Sì, salvo che la possibilità di tale mantenimento sia stata espressamente esclusa nel titolo originario. Sì, ma solo se l'obbligazione originaria era un'obbligazione di dare. No. Sì, in ogni caso.
Se la novazione oggettiva si effettua tra il creditore e uno dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, il creditore e il debitore possono convenire il mantenimento del pegno sui beni degli altri debitori? Sì, ma solo se l'obbligazione originaria era un'obbligazione di dare. Sì, salvo che la possibilità di tale mantenimento sia stata espressamente esclusa nel titolo originario. No. Sì, in ogni caso.
Se la novazione dell'obbligazione per mutamento dell'oggetto si effettua tra il creditore e uno dei debitori in solido con effetto liberatorio per tutti, quali tra i seguenti privilegi del credito anteriore possono essere riservati dal creditore e dal debitore? I privilegi sui beni di terzi. I privilegi sui beni di tutti i debitori. I privilegi sui beni dei debitori che non fanno la novazione. I privilegi sui beni del debitore che fa la novazione.
È valida la novazione oggettiva qualora l'obbligazione originaria derivi da un titolo annullabile? Sì, se il debitore ha assunto validamente il nuovo debito conoscendo il vizio del titolo originario. Sì, se il debitore ha assunto il nuovo debito ignorando il vizio del titolo originario. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
Qualora l'obbligazione originaria derivi da un titolo annullabile, la novazione oggettiva: è valida se il debitore ha assunto validamente il nuovo debito conoscendo il vizio del titolo originario. è nulla se il debitore ha assunto il nuovo debito conoscendo il vizio del titolo originario. è valida in ogni caso. è nulla in ogni caso.
Se non esisteva l'obbligazione originaria, la novazione oggettiva: è efficace ma risolubile. è efficace ma rescindibile. è valida ed efficace. è senza effetto.
In quale dei seguenti casi la novazione oggettiva è senza effetto? Se l'obbligazione originaria era un'obbligazione di fare e la nuova obbligazione è un'obbligazione di dare. Se l'obbligazione originaria era un'obbligazione di dare e la nuova obbligazione è un'obbligazione di fare. Se l'obbligazione originaria era un'obbligazione alternativa. Se non esisteva l'obbligazione originaria.
Se l'obbligazione originaria deriva da un titolo annullabile la novazione è: nulla, se il debitore ha assunto il nuovo debito conoscendo il vizio del titolo originario. annullabile, se il debitore ha assunto il nuovo debito conoscendo il vizio del titolo originario. valida se il debitore ha assunto validamente il nuovo debito conoscendo il vizio del titolo originario. senza effetto, se il debitore ha assunto il nuovo debito conoscendo il vizio del titolo originario.
Quando la dichiarazione del creditore di rimettere il debito è comunicata al debitore, si estingue l'obbligazione? Sì, in ogni caso. No, salvo che il debitore dichiari in un congruo termine di volerne profittare. Sì, salvo che il debitore dichiari in un congruo termine di non volerne profittare. No, in nessun caso.
La dichiarazione del creditore di rimettere il debito, estingue l'obbligazione? Sì, se ha data certa. Sì, se fatta per iscritto. Sì, solo nelle obbligazioni pecuniarie. Sì, se è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare.
Per non fare estinguere l'obbligazione, il debitore al quale sia stata comunicata la dichiarazione del creditore di rimettere il debito può dichiarare di non volerne profittare? Sì, in un congruo termine. Sì, per tutta la durata della vita del creditore. No, mai. Sì, per tutta la durata della sua vita.
La dichiarazione del creditore di rimettere il debito estingue la obbligazione: soltanto quando il debitore dichiara per iscritto di accettare la remissione. dal momento in cui è emessa. quando è comunicata al debitore e questi ha dichiarato di volerne profittare. quando è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare.
Tizio, creditore di Caio, ha dichiarato per iscritto di rimettere il debito e ha comunicato tale dichiarazione al debitore. L'obbligazione in tal caso si estingue? Sì, salvo che il debitore dichiari in un congruo termine di non volerne profittare. No, in nessun caso. No, salvo che il debitore dichiari in un congruo termine di volerne profittare. Sì, in ogni caso.
La dichiarazione del creditore di rimettere il debito, estingue l'obbligazione: solo quando è operata contrattualmente in forma pubblica ed in presenza dei testimoni. solo quando è successiva alla scadenza del termine fissato per l'adempimento. quando è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare. solo se è accettata espressamente dal debitore.
In caso di dichiarazione del creditore di rimettere il debito, quando si estingue l'obbligazione? Quando l'accettazione del debitore è notificata al creditore, salvo che questi la respinga con atto notificato in un congruo termine. Quando la dichiarazione è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare. Quando il debitore dichiari di volerne profittare. Non appena la dichiarazione è emessa.
La restituzione volontaria del titolo originale del credito fatta dal creditore al debitore: non costituisce in alcun caso prova della liberazione. costituisce prova della liberazione dall'obbligazione. non costituisce prova della liberazione, salvo che il debitore sia un incapace. non costituisce prova della liberazione, salvo che il creditore sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria.
In caso di obbligazione in solido, la restituzione volontaria del titolo originale del credito fatta dal creditore a uno dei debitori costituisce prova della liberazione dal debito? No, in nessun caso. Sì, anche rispetto ai condebitori in solido. Sì, ma solo rispetto al debitore a cui è stato restituito il titolo originale del credito e non anche rispetto ai condebitori in solido. Sì, ma solo rispetto ai condebitori in solido e non rispetto al debitore a cui è stato restituito il titolo originale del credito.
In caso di obbligazione in solido, la restituzione volontaria del titolo originale del credito fatta dal creditore a uno dei debitori: costituisce prova della liberazione solo rispetto al debitore a cui è stato restituito il titolo originale del credito, e non anche rispetto ai condebitori in solido. costituisce prova della liberazione anche rispetto ai condebitori in solido. non costituisce prova della liberazione. costituisce prova della liberazione solo rispetto ai condebitori in solido e non rispetto al debitore a cui è stato restituito il titolo originale del credito.
Se il titolo del credito è in forma pubblica, la consegna volontaria, fatta dal creditore al debitore, della copia spedita in forma esecutiva fa presumere la liberazione del debitore? No, e non è ammessa la prova contraria. Sì, salva la prova contraria. Sì, e non è ammessa la prova contraria. No, salva la prova contraria.
La rinunzia da parte del creditore alle garanzie dell'obbligazione fa presumere la remissione del debito? No. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che trattasi di garanzie reali. Sì, salvo che trattasi di garanzie personali.
La rinunzia da parte del creditore alle garanzie dell'obbligazione fa presumere la remissione del debito? No. Sì, e non è ammessa prova contraria. Sì, se si tratta di garanzie reali. Sì, ma è ammessa la prova contraria.
Tizio è creditore di Caio di una somma e, a garanzia dell'adempimento, è stata iscritta ipoteca su di un immobile del debitore. La rinunzia da parte di Tizio alla garanzia ipotecaria prima dell'adempimento fa presumere la remissione del debito? Sì, a meno che all'atto della rinunzia Tizio si sia espressamente riservata la facoltà di esigere ugualmente il credito. No. Sì. Sì, salvo che il credito sia assistito da altre garanzie reali.
La rinunzia da parte del creditore alle garanzie dell'obbligazione prestate da terzi fa presumere la remissione del debito? Sì, salvo che il creditore sia un incapace. No. Sì. Sì, salvo che il creditore sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria.
Tizio è creditore di Caio di una somma e, a garanzia dell'adempimento, ha ricevuto in pegno un bene mobile. La rinunzia da parte di Tizio a tale garanzia prima dell'adempimento fa presumere la remissione del debito? Sì. No. Sì, a meno che all'atto della rinunzia al pegno Tizio si sia espressamente riservata la facoltà di esigere ugualmente il credito. No, salvo che il credito sia assistito da altre garanzie.
Tizio è creditore di Caio di una somma e, a garanzia dell'adempimento, è stata iscritta ipoteca su un immobile di un terzo. La rinunzia da parte di Tizio alla garanzia ipotecaria prima dell'adempimento fa presumere la remissione del debito? Sì. No, salvo che il credito sia assistito da altre garanzie reali. No. Sì, a meno che all'atto della rinunzia Tizio si sia espressamente riservata la facoltà di esigere ugualmente il credito.
La rinunzia da parte del creditore alle garanzie dell'obbligazione fa presumere la remissione del debito? Sì. No. Sì, ma solo nel caso in cui trattasi di garanzie prestate dal debitore. Sì, ma solo nel caso in cui trattasi di garanzie prestate da terzi.
Tizio è creditore di Caio di una somma e, per l'adempimento del debito, Sempronio ha prestato fideiussione. La remissione del debito accordata da Tizio nei confronti di Caio libera il fideiussore Sempronio? No. No, salvo che la dichiarazione di liberazione del fideiussore sia inserita espressamente nella remissione del debito. Sì, purché il fideiussore abbia espressamente inserito nella fideiussione la clausola che ne preveda la liberazione nel caso di remissione accordata al debitore principale. Sì.
I fideiussori che hanno consentito la liberazione del cofideiussore cui sia stata accordata la remissione: rimangono obbligati solo per la parte del fideiussore liberato. rimangono liberati anch'essi. rimangono liberati per la parte del fideiussore che abbia accettato la remissione. rimangono obbligati per l'intero.
La remissione del debito accordata al debitore principale, libera anche il fideiussore? Sì, ma solo se la liberazione era stata espressamente pattuita. No, ma il fideiussore è surrogato in tutti i diritti spettanti al creditore. Sì, sempre. No, mai.
La remissione accordata al debitore principale libera i fideiussori? No, salvo che i fideiussori abbiano espressamente inserito nella fideiussione la clausola che ne preveda la liberazione in caso di remissione accordata al debitore principale. No, salvo che la dichiarazione di liberare i fideiussori sia espressamente inserita nella dichiarazione di remissione del debito. No. Sì.
La remissione del debito accordata ad uno dei fideiussori: libera tutti gli altri. non libera gli altri che per la parte del fideiussore liberato. non libera gli altri dall'intero debito. non è efficace.
Il creditore che ha rinunziato, verso corrispettivo, alla garanzia prestata da un terzo: può a sua scelta imputare quanto ha ricevuto al debito principale, a beneficio di coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento dell'obbligazione, o effettuarne fino al pagamento dell'intero debito il deposito presso un istituto di credito autorizzato. deve a scelta del debitore imputare quanto ha ricevuto al debito principale, a beneficio di coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento dell'obbligazione, o effettuarne fino al pagamento dell'intero debito il deposito presso un istituto di credito autorizzato. deve imputare al debito principale quanto ha ricevuto, a beneficio del debitore e di coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento dell'obbligazione. deve versare quanto ha ricevuto a coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento dell'obbligazione principale, proporzionalmente alle garanzie prestate da ciascuno.
Il creditore che ha rinunziato, verso corrispettivo, alla garanzia prestata da un terzo: deve imputare a scelta del debitore al debito principale o agli interessi quanto ha ricevuto, a beneficio di coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento dell'obbligazione. deve imputare agli interessi quanto ha ricevuto, a beneficio di coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento dell'obbligazione. deve imputare al debito principale quanto ha ricevuto, a beneficio del debitore e di coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento dell'obbligazione. può imputare a sua scelta al debito principale o agli interessi quanto ha ricevuto, a beneficio di coloro che hanno prestato garanzia per l'adempimento dell'obbligazione.
Quando due persone sono obbligate l'una verso l'altra: i due debiti si compensano solo quando almeno uno sia liquido ed esigibile. i due debiti si estinguono per le quantità corrispondenti, secondo le norme dettate dal codice civile. i due debiti si compensano solo dopo che entrambi siano scaduti. i due debiti si estinguono secondo gli usi.
La prescrizione impedisce la compensazione legale? Sì, salvo che si tratti di debiti non pagabili nello stesso luogo. No, se non era compiuta quando si è verificata la coesistenza dei due debiti. No, in nessun caso. Sì, salvo che si tratti di debiti pagabili nello stesso luogo.
In quale momento la compensazione legale fra due debiti liquidi ed esigibili produce effetto estintivo? Dal giorno della coesistenza dei due debiti. Dal giorno in cui i due debiti sono divenuti esigibili, salvo che sia concessa gratuitamente dilazione da parte di uno dei creditori. Dal giorno in cui viene opposta in giudizio. Dal giorno in cui viene dichiarata dal giudice.
La prescrizione impedisce la compensazione legale fra due debiti? No, se non era compiuta quando si è verificata la coesistenza dei due debiti. Sì, se entrambi i debiti hanno per oggetto una somma di denaro. Sì, ma deve essere accertata in giudizio. Sì, se entrambi i debiti sono liquidi ed esigibili.
La compensazione legale può essere rilevata d'ufficio dal giudice? Sì. Sì, salvo che per i debiti non pagabili nello stesso luogo. Sì, salvo che per i debiti di importo uguale. No.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto la restituzione di cose non fungibili depositate. Tra due debiti che hanno per oggetto una quantità di cose fungibili dello stesso genere e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti di cui uno abbia per oggetto la restituzione di cose depositate e l'altro abbia per oggetto la restituzione di cose date in comodato, purché si tratti di cose di genere diverso. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili.
Tizio è debitore nei confronti di Caio della restituzione di un frigorifero del valore di cinquecento euro ricevuto da quest'ultimo in deposito gratuito. A sua volta Caio è debitore nei confronti di Tizio della restituzione di una bicicletta del valore di cinquecento euro ricevuta dallo stesso Tizio in comodato. Scaduti entrambi i termini di adempimento, Caio agisce in giudizio contro Tizio per la restituzione del frigorifero. Si verifica la compensazione tra i due debiti? Sì, purché sia fatta risultare da Tizio con dichiarazione unilaterale contenuta in atto pubblico o in scrittura privata autenticata. No. Sì, purché sia rilevata d'ufficio dal giudice. Sì, purché sia eccepita da Tizio.
Tizio è debitore nei confronti di Caio della restituzione di una scrivania del valore di cinquecento euro ricevuta da quest'ultimo in deposito. A sua volta Caio è debitore nei confronti di Tizio della restituzione di una bicicletta del valore di cinquecento euro ricevuta dallo stesso Tizio in comodato. Scaduti entrambi i termini di adempimento, Caio agisce in giudizio contro Tizio per la restituzione della scrivania. Si verifica la compensazione tra i due debiti? Sì, purché sia eccepita da Tizio. Sì, purché sia fatta risultare da Tizio con dichiarazione unilaterale contenuta in atto pubblico o in scrittura privata autenticata. No. Sì, purché trattasi di deposito gratuito.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto la restituzione di cose ricevute in comodato. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti derivanti da due titoli diversi ma della medesima natura, anche se non sono debiti ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto una prestazione di fare. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto una prestazione di fare. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro o una quantità di cose fungibili dello stesso genere e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti di cui uno abbia per oggetto una somma di danaro e l'altro abbia per oggetto una quantità di cose non fungibili, e che siano entrambi ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili.
Tizio è debitore nei confronti del suocero Caio della corresponsione di un assegno alimentare dell'importo di cinquecento euro. A sua volta Caio è debitore nei confronti del genero Tizio della restituzione di una scrivania del valore di cinquecento euro ricevuta dallo stesso Tizio in deposito. Scaduti entrambi i termini di adempimento, Caio agisce in giudizio contro Tizio per l'adempimento dell'obbligazione alimentare. Si verifica la compensazione tra i due debiti? Sì, purché trattasi di deposito oneroso. No. Sì, purché sia eccepita da Tizio. Sì, purché sia fatta risultare da Tizio con dichiarazione unilaterale contenuta in atto pubblico o in scrittura privata autenticata.
Può verificarsi la compensazione legale tra due debiti esigibili che hanno per oggetto una somma di denaro, di cui uno solo è liquido? No. Sì, se è concessa dilazione gratuita dal creditore. Sì, se l'altro è di facile e pronta liquidazione. Sì, dal giorno della loro coesistenza.
Tizio è debitore nei confronti del suocero Caio della corresponsione di un assegno alimentare dell'importo di cinquecento euro. A sua volta Caio è debitore nei confronti del genero Tizio della restituzione di un frigorifero del valore di cinquecento euro ricevuto dallo stesso Tizio in comodato. Scaduti entrambi i termini di adempimento, Caio agisce in giudizio contro Tizio per l'adempimento dell'obbligazione alimentare. Si verifica la compensazione tra i due debiti? Sì, purché sia fatta risultare da Tizio con dichiarazione unilaterale contenuta in atto pubblico o in scrittura privata autenticata. No. Sì, purché sia rilevata d'ufficio dal giudice. Sì, purché sia eccepita da Tizio.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti di cui uno abbia per oggetto la restituzione di cose depositate e l'altro abbia per oggetto la restituzione di cose date in comodato, purché si tratti di cose di genere diverso. Tra due debiti che hanno per oggetto la restituzione di cose non fungibili depositate. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili.
Tizio è debitore nei confronti del suocero Caio della corresponsione di un assegno alimentare dell'importo di cinquecento euro. A sua volta Caio è debitore nei confronti del genero Tizio della restituzione di una bicicletta del valore di cinquecento euro ricevuta dallo stesso Tizio in deposito gratuito. Scaduti entrambi i termini di adempimento, Caio agisce in giudizio contro Tizio per l'adempimento dell'obbligazione alimentare. Si verifica la compensazione tra i due debiti? Sì, purché sia fatta risultare da Tizio con dichiarazione unilaterale contenuta in atto pubblico o in scrittura privata autenticata. Sì, purché sia eccepita da Tizio. No. Sì, purché sia rilevata d'ufficio dal giudice.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti di cui uno abbia per oggetto la restituzione di cose depositate e l'altro abbia per oggetto la restituzione di cose date in comodato, purché si tratti di cose di genere diverso. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto la restituzione di cose non fungibili delle quali i rispettivi proprietari siano stati ingiustamente spogliati.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto una quantità di cose fungibili dello stesso genere e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto la restituzione di cose non fungibili delle quali i rispettivi proprietari siano stati ingiustamente spogliati. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti di cui uno abbia per oggetto la restituzione di cose depositate e l'altro abbia per oggetto la restituzione di cose date in comodato, purché si tratti di cose di genere diverso.
La compensazione legale si verifica: tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo. tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro o una quantità di cose non fungibili, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili. tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro o una quantità di cose fungibili dello stesso genere e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto una quantità di cose fungibili dello stesso genere e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto la restituzione di cose ricevute in comodato. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto una quantità di cose fungibili dello stesso genere e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti derivanti da due titoli diversi ma della medesima natura, anche se non sono debiti ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro di pari importo e che sono pagabili nello stesso luogo, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto una prestazione di fare.
In quale delle seguenti ipotesi si verifica la compensazione legale? Tra due debiti che hanno per oggetto una somma di danaro e che sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti di cui uno abbia per oggetto una somma di danaro e l'altro abbia per oggetto una quantità di cose non fungibili, anche se non sono ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti di cui uno abbia per oggetto una somma di danaro e l'altro abbia ad oggetto una quantità di cose non fungibili, e che siano entrambi ugualmente liquidi ed esigibili. Tra due debiti che hanno per oggetto una prestazione di fare.
Può verificarsi la compensazione giudiziale fra due debiti aventi per oggetto una somma di denaro, ugualmente liquidi, ma di cui uno solo è esigibile? No. Sì, se è concessa dilazione gratuita da parte del creditore. Sì, se l'altro è di facile e prossima esigibilità. Sì, ma solo per la parte del debito che il giudice riconosce esistente.
La dilazione concessa gratuitamente dal creditore: sospende la compensazione per tutta la sua durata. è impugnabile dagli aventi causa del creditore in opposizione alla compensazione. non è di ostacolo alla compensazione. impedisce la compensazione.
La dilazione concessa gratuitamente dal creditore: impedisce la compensazione salvo che sia diversamente previsto nell'atto di dilazione. non è di ostacolo alla compensazione. impedisce la compensazione. non è di ostacolo alla compensazione se previsto nell'atto di dilazione.
Può verificarsi la compensazione legale in caso di credito dichiarato impignorabile? Sì, solo se il credito deriva da contratto. No. Sì. Sì, salvo che si tratti di crediti alimentari.
Caio deve a Tizio diecimila euro ricevuti a titolo di mutuo senza interessi. A sua volta Tizio deve a Caio diecimila euro quale prezzo di una compravendita. Prima della scadenza di entrambi i termini di adempimento, il mutuatario Caio rinunzia per iscritto ad opporre in compensazione il proprio credito. Divenuti esigibili entrambi i crediti Tizio agisce in giudizio contro Caio per la restituzione della somma data a mutuo. In questo caso si verifica la compensazione tra i due debiti? Sì, purché sia eccepita da Caio. No. Sì, purché sia fatta risultare da Caio con dichiarazione unilaterale contenuta in atto pubblico o in scrittura privata autenticata. Sì, purché sia rilevata d'ufficio dal giudice.
Il codice civile vieta al fideiussore di opporre in compensazione il debito che il creditore ha verso il debitore principale? Sì, salvo che il credito garantito dal fideiussore non ecceda la somma di duecentocinquanta euro. Sì, salvo che il debitore principale sia un incapace. Sì. No.
Il codice civile vieta al terzo che ha costituito un'ipoteca di opporre in compensazione il debito che il creditore ha verso il debitore? No. Sì, salvo che il debitore sia un incapace. No, salvo che il credito garantito dall'ipoteca ecceda la somma di duecentocinquanta euro. Sì, in ogni caso.
Il codice civile vieta al terzo che ha costituito un pegno di opporre in compensazione il debito che il creditore ha verso il debitore? Sì, in ogni caso. No. Sì, salvo che il debitore sia un incapace. No, salvo che il credito garantito dal pegno ecceda la somma di duecentocinquanta euro.
Il codice civile attribuisce al terzo che ha costituito un pegno a garanzia di un debito altrui la facoltà di opporre in compensazione il debito che il creditore pignoratizio ha verso il debitore? Sì. No, in nessun caso. No, salvo che il debitore sia un incapace. Sì, ma solo se il credito garantito dal pegno non ecceda la somma di duecentocinquanta euro.
Il codice civile attribuisce al terzo che ha costituito un'ipoteca a garanzia di un debito altrui la facoltà di opporre in compensazione il debito che il creditore ipotecario ha verso il debitore? Sì, ma solo se l'ipoteca sia stata iscritta per una somma di importo almeno doppio rispetto a quello del debito garantito. Sì. No, in nessun caso. No, salvo che il debitore sia un incapace.
Il fideiussore può opporre in compensazione il debito che il creditore ha verso il debitore principale? Sì, ma solo se l'importo del debito del creditore verso il debitore principale non ecceda la metà dell'importo del debito garantito dal fideiussore. No. No, salvo che il debitore principale sia un incapace. Sì.
Il codice civile attribuisce ai terzi garanti di un debito altrui la facoltà di opporre in compensazione il debito che il creditore ha verso il debitore? No, in nessun caso. Sì. Sì, ma solo se l'importo del debito del creditore verso il debitore non ecceda la metà dell'importo del debito garantito. No, salvo che il debitore sia un incapace.
Il debitore, che non ha accettato la cessione che il creditore ha fatto delle sue ragioni a un terzo e a cui la cessione stessa sia stata notificata, può opporre in compensazione al cessionario i crediti che avrebbe potuto opporre in compensazione al cedente? Sì, ma solo se trattasi di crediti sorti anteriormente alla notificazione. No, sia che trattasi di crediti sorti anteriormente che posteriormente alla notificazione. Sì, ma solo se trattasi di crediti sorti posteriormente alla notificazione. Sì, sia che trattasi di crediti sorti anteriormente che posteriormente alla notificazione.
Tizio deve a Caio cinquemila euro a titolo di mutuo. A sua volta Caio deve a Tizio cinquemila euro quale prezzo di una compravendita. Successivamente Caio cede a Sempronio il credito vantato nei confronti di Tizio. La cessione non viene accettata da Tizio né gli viene notificata. Divenuti esigibili entrambi i crediti, Tizio può opporre a Sempronio in compensazione il credito verso Caio? Sì. No. No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nella cessione del credito. Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nella cessione del credito.
Caio cede a Sempronio il credito di cinquemila euro vantato nei confronti di Tizio. La cessione non viene accettata da Tizio, ma gli viene notificata. Successivamente Tizio concede a mutuo a Caio cinquemila euro. Divenuti esigibili entrambi i crediti, Tizio può opporre a Sempronio in compensazione il credito verso Caio? No. Sì. Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nel contratto di mutuo. No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nel contratto di mutuo.
Caio cede a Sempronio il credito di cinquemila euro vantato nei confronti di Tizio. Tizio accetta puramente e semplicemente la cessione e, successivamente alla medesima, dà a mutuo a Caio cinquemila euro. Divenuti esigibili entrambi i crediti Tizio può opporre a Sempronio in compensazione il credito verso Caio? Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nell'atto di cessione. No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nel contratto di mutuo. No. Sì.
La cessione del credito non accettata dal debitore ma a questo notificata impedisce la compensazione del credito ceduto con un credito vantato dal debitore verso il cedente e sorto posteriormente alla notificazione? No. Sì, salvo che il cessionario sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria. Sì. No, salvo che il cedente sia un incapace.
La cessione del credito non accettata dal debitore ma a questo notificata impedisce la compensazione del credito ceduto con un credito vantato dal debitore verso il cedente e sorto anteriormente alla notificazione? Sì, salvo che il cessionario sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria. Sì. Sì, salvo che il debitore sia un incapace. No.
La cessione del credito non accettata dal debitore, ma a questo notificata, consente al debitore ceduto di opporre al cessionario la compensazione che avrebbe potuto opporre al cedente? No, in nessun caso. Sì, salvo che per i crediti sorti posteriormente alla cessione. No, salvo che il cedente sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria. Sì, salvo che per i crediti sorti posteriormente alla notificazione.
La cessione del credito non accettata dal debitore, ma a questo notificata, consente la compensazione del credito ceduto con un credito vantato dal debitore verso il cedente e sorto posteriormente alla notificazione? No, salvo che il cedente espressamente attribuisca tale facoltà al debitore con dichiarazione unilaterale autenticata e comunicata al cessionario entro tre giorni dalla cessione. No. Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nell'atto di cessione. Sì.
Il debitore, che non ha accettato la cessione che il creditore ha fatto delle sue ragioni a un terzo e a cui la cessione stessa non sia stata notificata, può opporre al cessionario la compensazione che avrebbe potuto opporre al cedente? Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nell'atto di cessione del credito. No. No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nell'atto di cessione del credito. Sì.
Caio cede a Sempronio il credito di cinquemila euro vantato nei confronti di Tizio. La cessione non viene accettata da Tizio né gli viene notificata. Successivamente Tizio concede a mutuo a Caio cinquemila euro. Divenuti esigibili entrambi i crediti, Tizio può opporre a Sempronio in compensazione il credito verso Caio? Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nell'atto di cessione. No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nell'atto di cessione. No. Sì.
Il debitore, se ha accettato puramente e semplicemente la cessione che il creditore ha fatto delle sue ragioni a un terzo, può opporre al cessionario la compensazione che avrebbe potuto opporre al cedente? No, salvo che per i crediti sorti anteriormente alla cessione. No. Sì. Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nell'atto di cessione del credito.
Il debitore, se ha accettato puramente e semplicemente la cessione che il creditore ha fatta delle sue ragioni a un terzo, può opporre al cessionario la compensazione che avrebbe potuto opporre al cedente? No. Sì, purché il debito da opporre in compensazione sia sorto anteriormente all'accettazione della cessione. Sì. Sì, salvo che il cessionario sia un incapace.
Tizio deve a Caio cinquemila euro a titolo di mutuo. A sua volta Caio deve a Tizio cinquemila euro quale prezzo di una compravendita. Successivamente Caio cede a Sempronio il credito vantato nei confronti di Tizio. La cessione non viene accettata da Tizio, ma gli viene notificata. Divenuti esigibili entrambi i crediti, Tizio può opporre a Sempronio in compensazione il credito verso Caio? Sì. No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nella cessione del credito notificata a Tizio. Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nella cessione del credito notificata a Tizio. No.
La cessione del credito non accettata dal debitore ma a questo notificata consente la compensazione del credito ceduto con un credito vantato dal debitore verso il cedente e sorto anteriormente alla notificazione? No. Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nell'atto di cessione del credito. Sì. No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nell'atto di cessione del credito.
Tizio deve a Caio cinquemila euro a titolo di mutuo. A sua volta Caio deve a Tizio cinquemila euro quale prezzo di una compravendita. Successivamente Caio cede a Sempronio il credito vantato nei confronti di Tizio che accetta puramente e semplicemente la cessione. Divenuti esigibili entrambi i crediti, Tizio può opporre in compensazione a Sempronio il credito verso Caio? No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nel contratto di mutuo. No. Sì. Sì, salvo che tale facoltà sia stata espressamente esclusa nell'atto di cessione.
Fra più debiti compensabili, tutti scaduti, la compensazione ha luogo con il debito: più antico. meno garantito. prescritto. di maggiore importo.
Fra più debiti compensabili ugualmente onerosi, in mancanza di dichiarazione delle parti, la compensazione ha luogo: con il debito più garantito. con il debito più antico. con il debito non ancora scaduto. con il debito prescritto.
Fra più debiti compensabili, scaduti e ugualmente garantiti, la compensazione ha luogo con il debito: più oneroso per il debitore. più antico. prescritto. di maggiore importo.
Fra più debiti compensabili, la compensazione ha luogo con il debito: di maggiore importo. di minore importo. prescritto. scaduto.
La compensazione tra due debiti può verificarsi in pregiudizio dei terzi che hanno acquistato diritti di usufrutto su uno dei crediti? No. Sì. Sì, salvo che trattasi dell'usufrutto legale a favore dei genitori esercenti la potestà sui figli minori. No, salvo che trattasi dell'usufrutto legale a favore dei genitori esercenti la potestà sui figli minori.
La compensazione si verifica in pregiudizio dei terzi che hanno acquistato diritti di pegno su uno dei crediti? No, ma solo se i terzi si oppongono in un congruo termine. Sì, ma solo se il pegno non risultava da atto pubblico. Sì, sempre. No, mai.
La compensazione tra due debiti si verifica in pregiudizio dei terzi che hanno acquistato diritti di pegno su uno dei crediti? No, salvo che il terzo titolare del diritto di pegno sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria. Sì, salvo che il terzo titolare del diritto di pegno sia un'impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria. No. Sì.
In caso di estinzione dell'obbligazione in virtù di compensazione sono pregiudicati i terzi che hanno acquistato diritti di usufrutto sul credito? No, mai. Sì, ma solo se l'usufrutto era a tempo determinato. Sì, sempre. No, ma solo se i terzi si oppongono in un congruo termine.
Chi, ignorando per giusti motivi l'esistenza di un suo credito, ha pagato un debito mentre poteva invocare la compensazione può valersi, in pregiudizio dei terzi, dei privilegi a favore del suo credito? Sì. Sì, salvo che i terzi ignorassero l'esistenza del suo debito. No. No, salvo che i terzi ignorassero l'esistenza del suo debito.
Chi, ignorando l'esistenza di un suo credito, ha pagato un debito mentre poteva invocare la compensazione può valersi, in pregiudizio dei terzi, dei privilegi a favore del suo credito? Sì, salvo che i terzi ignorassero l'esistenza del suo debito. No, salvo che abbia ignorato l'esistenza del suo credito per giusti motivi. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso.
Chi, ignorando l'esistenza di un suo credito, ha pagato un debito mentre poteva invocare la compensazione può valersi, in pregiudizio dei terzi, delle garanzie a favore del suo credito? No, salvo che abbia ignorato l'esistenza del suo credito per giusti motivi. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, salvo che i terzi ignorassero l'esistenza del suo debito.
Chi, ignorando per giusti motivi l'esistenza di un suo credito, ha pagato un debito mentre poteva invocare la compensazione può valersi, in pregiudizio dei terzi, delle garanzie a favore del suo credito? Sì. Sì, salvo che i terzi ignorassero l'esistenza del suo debito. No, salvo che i terzi ignorassero l'esistenza del suo debito. No.
Chi ha pagato un debito mentre poteva invocare la compensazione può valersi, in pregiudizio dei terzi, delle garanzie a favore del suo credito? Sì, in ogni caso. No, salvo che abbia ignorato per giusti motivi l'esistenza del suo credito. No, anche se ha ignorato per giusti motivi l'esistenza del suo credito. Sì, salvo che i terzi ignorassero l'esistenza del suo debito.
Chi ha pagato un debito mentre poteva invocare la compensazione può valersi, in pregiudizio dei terzi, dei privilegi a favore del suo credito? No, salvo che abbia ignorato per giusti motivi l'esistenza del suo credito. Sì, salvo che i terzi ignorassero l'esistenza del suo debito. Sì, in ogni caso. No, anche se ha ignorato per giusti motivi l'esistenza del suo credito.
La compensazione volontaria di debiti tra le stesse persone può avvenire: anche se non ricorrono i presupposti previsti per la compensazione legale. soltanto se entrambi i debiti hanno ad oggetto una somma di denaro. soltanto se entrambi i debiti sono liquidi ed esigibili. soltanto se entrambi i debiti hanno ad oggetto cose fungibili dello stesso genere.
Quale ipotesi di estinzione dell'obbligazione diversa dall'adempimento si configura quando la qualità di creditore e di debitore si riuniscono nella medesima persona? Confusione. Compensazione. Remissione del debito. Novazione.
L'estinzione dell'obbligazione per confusione si verifica quando: le qualità di creditore e di debitore si riuniscono nella stessa persona. il debitore paga il suo debito. il creditore rinuncia al suo credito. il creditore cede il suo credito a un terzo.
In caso di estinzione dell'obbligazione per confusione: i terzi che hanno prestato garanzia per il debitore sono liberati. i terzi che hanno prestato garanzia per il debitore non sono liberati. solo i terzi che hanno prestato garanzia reale sono liberati. solo i terzi che hanno prestato garanzie personali sono liberati.
Quando le qualità di creditore e di debitore si riuniscono nella stessa persona l'obbligazione si estingue per: novazione soggettiva. compensazione. novazione oggettiva. confusione.
Quando la qualità di creditore e di debitore si riuniscono nella medesima persona, l'obbligazione si estingue? Sì. No. Sì, ma solo nel caso di obbligazione di fare. No, salvo il caso di obbligazione di non fare.
Quando l'obbligazione si estingue per confusione i terzi che hanno prestato garanzia per il debitore sono liberati? No, salvo che si tratti di obbligazione alimentare. No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di obbligazione pecuniaria.
Quando l'obbligazione si estingue per confusione i terzi che hanno prestato garanzia per il debitore restano obbligati? Sì. Sì, ma solo se si tratti di obbligazione pecuniaria. No. No, salvo che si tratti di obbligazione alimentare.
Quando l'obbligazione si estingue per confusione, i terzi che hanno prestato garanzia per il debitore: sono liberati. restano obbligati per cinque anni dal momento dell'estinzione dell'obbligazione principale. non sono liberati. sono liberati nel solo caso di obbligazione pecuniaria.
Quando la qualità di creditore e di debitore si riuniscono nella medesima persona, l'obbligazione si estingue? Sì. No. Sì, ma solo nel caso di obbligazione pecuniaria. No, salvo il caso di obbligazione di consegnare una cosa determinata solo nel genere.
In caso di estinzione dell'obbligazione in virtù di confusione sono pregiudicati i terzi che hanno acquistato diritti di usufrutto sul credito? Sì, sempre. No, mai. Sì, ma solo se i terzi non si oppongono in un congruo termine. Sì, ma solo se l'usufrutto era a tempo determinato.
In caso di estinzione dell'obbligazione in virtù di confusione sono pregiudicati i terzi che hanno acquistato diritti di pegno sul credito? Sì, sempre. Sì, ma solo se i terzi non si oppongono in un congruo termine. Sì, ma solo se il pegno non risultava da atto pubblico. No, mai.
Se nella medesima persona si riuniscono le qualità di fideiussore e di debitore principale, la fideiussione: non resta in vita, anche se il creditore vi abbia interesse, salvo il solo caso di obbligazione di fare. resta in vita, purché il creditore vi abbia interesse. resta in vita, anche se il creditore non vi abbia interesse, salvo che si tratti di obbligazione di fare o di obbligazione pecuniaria. non resta in vita, anche se il creditore vi abbia interesse, salvo che si tratti di obbligazione pecuniaria.
Se nella medesima persona si riuniscono le qualità di fideiussore e di debitore principale, la fideiussione resta in vita? No, anche se il creditore vi abbia interesse, salvo che si tratti di credito pecuniario. Sì, purché il creditore vi abbia interesse. Sì, anche se il creditore non vi abbia interesse. No, anche se il creditore vi abbia interesse, salvo che si tratti di obbligazione di dare.
Se nella medesima persona si riuniscono le qualità di fideiussore e di debitore principale: la fideiussione resta in vita in ogni caso. la fideiussione si estingue. la fideiussione resta in vita purché il creditore vi abbia interesse. la fideiussione si estingue solo se il debitore ne era a conoscenza.
L'obbligazione si estingue se la prestazione è temporaneamente impossibile? Sì, se l'impossibilità perdura fino a quando, in relazione al titolo della obbligazione o alla natura dell'oggetto, il debitore non può essere ritenuto obbligato ad eseguire la prestazione ovvero il creditore non ha più interesse a conseguirla. No, ma il debitore è responsabile per il ritardo nell'adempimento. No, salvo che la temporanea impossibilità dipenda da causa non imputabile al debitore. Sì, se l'impossibilità perdura fino a quando, in relazione alla natura della prestazione ovvero al modo o al luogo dell'esecuzione non sia dichiarata, con provvedimento del giudice, la liberazione del debitore.
Se l'impossibilità della prestazione, per causa a lui non imputabile, è solo temporanea, il debitore: se essa perdura oltre un termine determinato dalla natura della prestazione o dagli usi, è liberato dalla obbligazione. è responsabile del ritardo nell'adempimento della obbligazione solo se il ritardo si protrae oltre un termine determinato dalla natura della prestazione o dagli usi. finché essa perdura, non è responsabile del ritardo nell'adempimento della obbligazione. è sempre responsabile del ritardo nell'adempimento della obbligazione.
Il debitore può essere ritenuto responsabile del ritardo nell'adempimento finché perdura l'impossibilità temporanea della prestazione? Sì, se non prova che l'impossibilità dipende da causa imputabile al creditore. No. Sì, dopo la costituzione in mora. Sì.
L'obbligazione si estingue quando: per una causa anche se imputabile al debitore la prestazione diventa impossibile. per una causa anche se imputabile al debitore la prestazione diventa difficile. per una causa non imputabile al debitore la prestazione diventa impossibile. per una causa non imputabile al debitore la prestazione diventa difficile.
In quale caso l'impossibilità sopravvenuta della prestazione costituisce un modo di estinzione dell'obbligazione? Mai. Soltanto se la prestazione diventa impossibile per una causa imputabile indifferentemente ad uno dei soggetti del rapporto obbligatorio. Quando la prestazione diventa impossibile per una causa non imputabile al debitore. In ogni caso.
Se la prestazione diventa impossibile per causa non imputabile al debitore la obbligazione si estingue? Sì. Sì, solo dopo la costituzione in mora del debitore. Sì, salvo che il debito derivi da fatto illecito. Sì, con il consenso del creditore.
La prestazione che ha per oggetto una cosa determinata si considera divenuta impossibile: quando la cosa è smarrita e siano decorsi almeno due anni dallo smarrimento. anche quando la cosa è smarrita senza che possa esserne provato il perimento. se la cosa è perita per causa imputabile al debitore. solo se possa essere provato il perimento della cosa.
Se la prestazione, per causa non imputabile al debitore, è divenuta impossibile solo in parte: il debitore è liberato. il debitore non è liberato fino al momento in cui il creditore dichiari di avere interesse a conseguire la prestazione. il debitore è liberato dopo la costituzione in mora. il debitore si libera dall'obbligazione eseguendo la prestazione per la parte che è rimasta possibile.
Se la prestazione ha per oggetto una cosa determinata e questa abbia subito un deterioramento, per causa a lui non imputabile, il debitore: si libera dell'obbligazione eseguendo la prestazione per la parte che è rimasta possibile. è liberato dalla obbligazione. il debitore è liberato dalla obbligazione solo quando il creditore dichiari di non avere più interesse alla prestazione. il debitore è tenuto alle spese e ai danni per il ripristino della cosa.
Se la prestazione ha per oggetto una cosa determinata, e dal suo perimento totale residua alcunché, il debitore: il debitore è liberato dalla obbligazione solo quando il creditore dichiari di non avere più interesse alla prestazione. si libera dall'obbligazione eseguendo la prestazione per equivalente. si libera dall'obbligazione eseguendo la prestazione per la parte che è rimasta possibile. è liberato dalla obbligazione.
Se la prestazione che ha per oggetto una cosa determinata è divenuta impossibile, in tutto o in parte, il creditore: subentra nei diritti spettanti al debitore in dipendenza del fatto che ha causato l'impossibilità. ha diritto ad un equo indennizzo nei confronti del terzo che, per dolo o colpa grave, abbia cagionato il perimento ovvero lo smarrimento della cosa. ha diritto ad un equo indennizzo nei confronti del terzo che abbia cagionato l'impossibilità della prestazione medesima. non subentra nei diritti spettanti al debitore in dipendenza del fatto che ha cagionato l'impossibilità della prestazione medesima.
Il creditore può trasferire a titolo oneroso o gratuito il suo credito: anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale. con l'autorizzazione del giudice, ove manchi il consenso del debitore. solo con il consenso del debitore. anche senza il consenso del debitore, purché si tratti di credito pecuniario.
Il creditore ed il debitore possono escludere la cedibilità di un credito non avente carattere strettamente personale ed il cui trasferimento non sia vietato dalla legge? Sì, salvo che per la cessione a titolo oneroso. Sì. No. No, salvo che per la cessione a titolo oneroso.
Il creditore può, senza il consenso del debitore, trasferire il suo credito che abbia carattere strettamente personale? No, salvo che a titolo gratuito. No, salvo che a titolo oneroso. No. Sì.
Se il creditore ed il debitore non lo hanno escluso ed il trasferimento non sia vietato dalla legge, il creditore può trasferire il credito non avente carattere strettamente personale? Sì, sia a titolo oneroso che a titolo gratuito ed anche senza il consenso del debitore. No, mai. No, salvo che il trasferimento avvenga a titolo oneroso e con il consenso del debitore. Sì, ma solo a titolo gratuito e con il consenso del debitore.
Il creditore può cedere a titolo gratuito un credito avente carattere strettamente personale? Sì. Sì, se la cessione è notificata al debitore. No. No, solo a titolo oneroso.
È valida la cessione del credito senza il consenso del debitore? No, salvo che la cessione sia a titolo gratuito. No, salvo che la cessione sia notificata al debitore. No, salvo che la cessione sia a titolo oneroso. Sì, purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge.
Se il creditore ed il debitore non hanno escluso la cedibilità del credito, il creditore può trasferire il suo credito: a titolo oneroso o gratuito, purché con il consenso del debitore, anche se il credito abbia carattere strettamente personale e il trasferimento sia vietato dalla legge. a titolo oneroso o gratuito, anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge. solo a titolo gratuito, purché con il consenso del debitore ed il trasferimento non sia vietato dalla legge, anche se il credito abbia carattere strettamente personale. solo a titolo oneroso, purché con il consenso del debitore ed il trasferimento non sia vietato dalla legge, anche se il credito abbia carattere strettamente personale.
Il creditore può trasferire a titolo oneroso o gratuito il suo credito: anche senza il consenso del debitore, purché si tratti di credito pecuniario. con l'autorizzazione del giudice, ove manchi il consenso del debitore. anche senza il consenso del debitore, purché il trasferimento non sia vietato dalla legge. solo con il consenso del debitore.
Il creditore può trasferire a titolo oneroso il suo credito, se non ne sia stata dalle parti esclusa la cedibilità? No, salvo che si tratti di credito incorporato in un titolo all'ordine o al portatore. No, salvo che si tratti di credito di natura personale e previo consenso del debitore ceduto. Sì, solo con il preventivo consenso del debitore, purché il credito non abbia natura personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge. Sì, anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge.
Il creditore può trasferire a titolo gratuito il suo credito, se non sia stata dalle parti esclusa la cedibilità? Sì, anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge. Sì, solo con il preventivo consenso del debitore, purché il credito non abbia natura personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge. No, salvo che si tratti di credito incorporato in un titolo all'ordine o al portatore. No, salvo che si tratti di credito di natura personale e previo consenso del debitore ceduto.
È possibile pattuire la incedibilità del credito? Sì, ma solo se il credito è incorporato in un titolo all'ordine o al portatore ed il patto è stato annotato sul titolo stesso. Sì, ma il patto non è opponibile al cessionario, se non si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione. No, e un tale patto non è opponibile al cessionario nemmeno se si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione. No, salvo che il credito abbia carattere strettamente personale.
Nell'ipotesi di cessione di una parte del credito, il cedente è tenuto a consegnare al cessionario una copia autentica dei documenti probatori del credito? No. Sì. No, salvo che si tratti di cessione a titolo oneroso. Sì, ma solo se si tratti di cessione a titolo gratuito.
Il cedente del credito deve consegnare al cessionario i documenti probatori del credito in suo possesso? Sì. No, salvo che si tratti di cessione a titolo oneroso. Sì, ma può consegnare anche una copia autentica. No, salvo che si tratti di cessione a titolo gratuito.
In caso di cessione parziale del credito, il cedente è tenuto a dare al cessionario: i documenti probatori del credito solo se si tratti di cessione a titolo oneroso. una copia autentica dei documenti probatori del credito. i documenti probatori del credito solo se si tratti di cessione a titolo gratuito. in ogni caso i documenti probatori del credito.
Nel caso di cessione del credito, il cedente deve consegnare al cessionario i documenti probatori del credito che sono in suo possesso? Sì. No, salvo che si tratti di cessione a titolo oneroso. No, salvo che si tratti di cessione a titolo gratuito. No.
In quale delle seguenti ipotesi di cessione del credito il cedente non è tenuto a consegnare al cessionario i documenti probatori del credito ma soltanto una copia autentica degli stessi? Nel caso di cessione dell'intero credito a titolo gratuito. Nel caso di cessione dell'intero credito a titolo gratuito o a titolo oneroso. Nel caso di cessione di una parte del credito. Nel caso di cessione dell'intero credito in luogo dell'adempimento di una precedente obbligazione.
Il cedente del credito deve consegnare al cessionario: i documenti probatori del credito che sono in suo possesso. in ogni caso i documenti probatori del credito ed è comunque obbligato a procurarne l'acquisto qualora siano in possesso di terzi. i documenti probatori del credito solo se si tratti di cessione a titolo oneroso. i documenti probatori del credito solo se si tratti di cessione a titolo gratuito.
Per effetto della cessione, con quali accessori il credito è trasferito al cessionario: con i privilegi, con le garanzie personali e reali e con gli altri accessori. solo con i privilegi. solo con le garanzie reali. solo con i privilegi e le garanzie reali.
Quando la cessione del credito ha effetto nei confronti del debitore ceduto? Quando il cedente ha assunto la garanzia della solvenza del debitore. Nel momento in cui il cessionario acquista la titolarità del credito. Quando il debitore l'ha accettata o gli è stata notificata. Quando il cedente ha assunto la garanzia dell'esistenza del credito al momento della cessione.
A norma del codice civile, la cessione del credito ha effetto nei confronti del debitore ceduto, tra l'altro: quando questi ne ha comunque conoscenza, indipendentemente dal fatto che il cessionario possa provarlo. quando gli è stata notificata. solo quando questi ha prestato il suo consenso contestualmente alla cessione. solo quando risulta da atto scritto avente data certa.
A norma del codice civile, la cessione del credito ha effetto nei confronti del debitore ceduto, tra l'altro: solo quando risulta da atto scritto avente data certa. quando questi l'ha accettata. quando questi ne ha comunque conoscenza, indipendentemente dal fatto che il cessionario possa provarlo. solo quando questi ha prestato il suo consenso contestualmente alla cessione.
Se il medesimo credito ha formato oggetto di più cessioni da parte del creditore a persone diverse, quale fra le cessioni prevale a norma del codice civile? Quella notificata per prima al debitore o quella che è stata prima accettata dal debitore con atto di data certa, ancorché essa sia di data posteriore. Quella per la quale è stato pagato il corrispettivo maggiore. Quella di data anteriore, ancorché notificata od accettata dal debitore successivamente ad altra di data posteriore. Quella effettuata a favore di un soggetto già creditore del cedente o, in mancanza, quella di data anteriore.
Quando la cessione del credito è a titolo oneroso, il cedente è tenuto a garantire: l'esistenza del credito solo se questo non sia garantito. la solvenza del debitore ceduto. l'esistenza del credito solo se questo sia di valore superiore ai venticinquemila euro. l'esistenza del credito al tempo della cessione.
Salvo patto contrario, se la cessione è a titolo oneroso, il cedente è tenuto a garantire l'esistenza del credito al momento della cessione? Sì, salvo che il credito sia di valore inferiore a venticinquemila euro. No, se la cessione ha ad oggetto un credito di valore inferiore a cinquantamila euro. Sì. No.
A norma del codice civile, se la cessione del credito è a titolo gratuito il cedente è tenuto a garantire: sia l'esistenza del credito al tempo della cessione che la solvenza del debitore ceduto. l'esistenza del credito al tempo della cessione, ma solo nei casi e nei limiti in cui la legge pone a carico del donante la garanzia per l'evizione. l'esistenza del credito al tempo della cessione, in ogni caso e senza alcun limite. solo la solvenza del debitore ceduto.
Il cedente del credito che abbia assunto la garanzia della solvenza del debitore: risponde nei limiti di quanto ha ricevuto. risponde illimitatamente. risponde nei limiti dell'arricchimento. risponde solo se il debitore sia assoggettato a procedure concorsuali.
Quando il cedente del credito ha garantito la solvenza del debitore, la garanzia cessa: se il cessionario cede a sua volta il credito. se la mancanza di realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso. se la mancanza di realizzazione del credito è dipesa dalla sottoposizione del debitore a procedure concorsuali. se il debitore costituisce a favore del cessionario altra idonea garanzia.
A norma del codice civile, quando la cessione è a titolo oneroso, il cedente risponde della solvenza del debitore? Sì, nei limiti di quanto ha ricevuto. No, quanto sia a titolo gratuito. No, salvo che ne abbia assunto la garanzia. Sì.
Nell'ipotesi di delegazione di debito, il creditore che ha accettato l'obbligazione del terzo senza liberazione del debitore originario: non può rivolgersi al delegante se prima non ha escusso il patrimonio del delegato. non può rivolgersi al delegante se prima non ha richiesto l'adempimento al delegato. deve comunque rivolgersi prima al delegante. può comunque rivolgersi al delegante per l'adempimento anche prima di avere richiesto l'adempimento al delegato.
Quando il debitore assegna al creditore un nuovo debitore che si obbliga verso il creditore: il debitore originario non è liberato dalla sua obbligazione anche se il creditore vi acconsenta. il debitore originario non è liberato dalla sua obbligazione senza una dichiarazione espressa del creditore. il debitore originario è liberato dalla sua obbligazione salvo che il creditore si opponga. il debitore originario è comunque liberato dalla sua obbligazione.
Tizio, debitore di Caio, gli assegna un nuovo debitore, Sempronio, il quale si obbliga verso Caio. Tizio è liberato dalla sua obbligazione? No, salvo che Caio dichiari espressamente di liberarlo. Sì, anche senza dichiarazione espressa di Caio di liberarlo. No, salvo che Sempronio dichiari espressamente di liberarlo. Sì, salva opposizione di Caio entro tre mesi.
Tizio, debitore di Caio, gli assegna un nuovo debitore, il quale si obbliga verso Caio che dichiara espressamente di liberare Tizio. La fattispecie integra: un mutuo. un accollo. una delegazione. un'espromissione.
Tizio, debitore di Caio, delega Sempronio ad eseguire il pagamento. Sempronio, debitore di Tizio è obbligato ad accettare l'incarico? Sì. Sì, se Caio ha aderito alla delega. No, salvo usi diversi. No, salvo che sia sopraggiunta la morte o l'incapacità di Tizio.
Se il debitore ha delegato un terzo per eseguire il pagamento: il terzo deve accettare l'incarico se il delegatario ha espresso il suo consenso. il terzo deve accettare l'incarico se è debitore del delegante. il terzo, ancorché sia debitore del delegante, non è tenuto ad accettare l'incarico, salvo usi diversi. il terzo deve accettare l'incarico ancorché non sia debitore del delegante.
Se il debitore ha delegato un terzo per eseguire il pagamento: il terzo può obbligarsi verso il creditore solo se il delegante l'abbia espressamente autorizzato. il terzo può obbligarsi verso il creditore salvo che il delegante l'abbia vietato. il terzo non può mai obbligarsi verso il creditore. il terzo deve obbligarsi verso il creditore prima di pagare.
Nella delegazione di debito, in assenza di una specifica pattuizione, il delegante può revocare la delegazione? Sì, in ogni momento e se il delegato ha già assunto l'obbligazione questa perde efficacia. Sì, fino a quando il delegato non abbia assunto l'obbligazione in confronto del delegatario. No, mai. Sì, ma solo con il consenso del creditore delegatario.
Nella delegazione di pagamento, in assenza di una specifica pattuizione, il delegante può revocare la delegazione? No, mai. Sì, in ogni momento e se il delegato ha già pagato può ripetere la prestazione dal creditore delegatario. Sì, fino a quando il delegato non abbia eseguito il pagamento a favore del delegatario. Sì, ma solo con il consenso del creditore delegatario.
Nella delegazione di pagamento, se il delegante muore o diviene incapace prima della esecuzione del pagamento da parte del delegato a favore del delegatario: la delegazione non perde efficacia solo se era fatta dall'imprenditore nell'esercizio della sua impresa. il delegato può eseguire il pagamento. la delegazione si estingue e il delegato non può più eseguire il pagamento. il delegato può eseguire il pagamento solo se gli eredi del delegante vi consentano espressamente.
Nella delegazione di debito, se il delegante muore o diviene incapace prima dell'assunzione dell'obbligazione da parte del delegato in confronto del delegatario: il delegato può assumere l'obbligazione solo se gli eredi del delegante vi consentano espressamente. la delegazione non perde efficacia solo se era fatta dall'imprenditore nell'esercizio della sua impresa. il delegato può assumere l'obbligazione. la delegazione si estingue e il delegato non può più assumere l'obbligazione.
Nella delegazione di debito, il delegato può assumere l'obbligazione ad eseguire il pagamento a favore del delegatario: anche dopo la morte o la sopravvenuta incapacità del delegante. solo se gli eredi del delegante espressamente vi consentano. anche dopo la morte o la sopravvenuta incapacità del delegatario. solo se la delegazione era fatta dall'imprenditore nell'esercizio dell'impresa.
Il delegato può opporre al delegatario: le eccezioni relative ai suoi rapporti con questo. solo le eccezioni personali. qualsiasi eccezione. l'eccezione di prescrizione.
Se le parti non hanno diversamente pattuito, il delegato non può opporre al delegatario, benché questi ne fosse a conoscenza: le eccezioni relative al rapporto fra delegante e delegatario. eccezioni personali. in ogni caso le eccezioni che avrebbe potuto opporre al delegante. le eccezioni che avrebbe potuto opporre al delegante, salvo che sia nullo il rapporto tra delegante e delegatario.
Quando un terzo, senza delegazione del debitore, ne assume il debito verso il creditore, il debitore originario è liberato dalla sua obbligazione? No, mai. Sì, ma solo se il creditore non si è espressamente opposto. Sì, sempre. No, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo.
Il terzo espromittente può opporre al creditore la compensazione che avrebbe potuto opporre il debitore originario? No. Sì, solo se si sia verificata prima dell'espromissione. Sì, in ogni caso. Sì, solo se si sia verificata dopo l'espromissione.
Le eccezioni relative ai rapporti tra terzo espromittente e debitore originario espromesso possono essere opposte dal terzo al creditore? Sì, se il creditore ne era a conoscenza. No, se non si è convenuto diversamente. No, mai. Sì, in ogni caso.
Nella espromissione, il terzo che, senza delegazione del debitore, ne assume verso il creditore il debito: è in ogni caso obbligato in solido col debitore originario. risponde anche per il pregresso inadempimento del debitore, salvo patto contrario. è obbligato in solido col debitore originario, se il creditore non dichiara espressamente di liberare quest'ultimo. non è obbligato in solido col debitore originario.
Se nell'accollo non vi è liberazione del debitore originario: il creditore non può escutere il debitore originario prima di aver escusso il terzo. il creditore perde il suo credito verso il debitore originario se non prova di avere escusso invano il terzo. questi rimane obbligato in solido col terzo. questi rimane obbligato col terzo, ma non in solido.
Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, l'adesione del creditore libera il debitore originario? Sì, solo se ciò costituisce condizione espressa della stipulazione o se il creditore lo dichiari espressamente. Sì, salvo che il creditore dichiari espressamente di non volerlo liberare. Sì, in ogni caso. No, mai.
Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, il creditore: può esigere che il debito, anche se a termine, sia immediatamente pagato. può aderire alla convenzione, ma questa può sempre essere risolta dalle parti. può aderire alla convenzione, rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore. può opporsi alla convenzione, rendendola inefficace nei suoi confronti.
Nell'accollo il terzo è obbligato verso il creditore che ha aderito alla stipulazione con il debitore originario: nei limiti in cui ha assunto il debito. illimitatamente. anche per danni e spese. solo per capitale e interessi.
Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, gli effetti della stipulazione a favore del creditore possono essere revocati? No, mai. Sì, soltanto fino a quando il terzo abbia iniziato l'esecuzione della prestazione, indipendentemente dall'adesione del creditore. Sì, soltanto fino a quando il creditore non abbia aderito. Sì, soltanto fino a quando il terzo abbia iniziato l'esecuzione della prestazione, salva l'opposizione del creditore che abbia aderito.
Nell'ipotesi di delegazione di debito con liberazione del debitore originario, se il delegato diviene insolvente successivamente all'assunzione del debito in confronto del creditore, quest'ultimo può agire contro il debitore originario? No, salvo che ne abbia fatto espressa riserva. No, mai. Sì, ma solo previa escussione del delegato. Sì, in ogni caso.
Il creditore che, in seguito a delegazione di debito, ha liberato il debitore originario: ha azione contro di lui solo se il delegato sia dichiarato fallito. non ha azione contro di lui se il delegato diviene insolvente, salvo che ne abbia fatto espressa riserva. ha azione contro di lui anche se il delegato diviene insolvente ed anche se non ne abbia fatto espressa riserva. non ha azione contro di lui se il delegato diviene insolvente, ed è nullo ogni patto contrario.
Nella delegazione di debito, qualora il delegato divenga insolvente, il creditore che ha liberato il debitore originario ha azione contro di lui? No, ed è nullo ogni patto contrario. Sì. No, salvo che ne abbia fatto espressa riserva. Sì, solo dopo la dichiarazione di fallimento del delegato.
Secondo il codice civile, nel caso di accollo di debito con liberazione del debitore originario da parte del creditore, le garanzie prestate da terzi: si estinguono, se colui che le ha prestate non consente espressamente a mantenerle. permangono, salvo che colui che le ha prestate si opponga espressamente. permangono in ogni caso. si estinguono, salvo che il creditore si opponga.
Nel caso di espromissione con liberazione del debitore originario da parte del creditore, le garanzie prestate da terzi: si estinguono, se colui che le ha prestate non consente espressamente a mantenerle. permangono, salvo che colui che le ha prestate si opponga espressamente. permangono. si estinguono, salvo che il creditore si opponga.
Nel caso di delegazione di debito con liberazione del debitore originario da parte del creditore, le garanzie prestate da terzi: si estinguono, salvo che il creditore si opponga. permangono, salvo che colui che le ha prestate si opponga espressamente. si estinguono, se colui che le ha prestate non consente espressamente a mantenerle. permangono.
In caso di accollo, se l'obbligazione assunta dal nuovo debitore verso il creditore è dichiarata nulla o annullata ed il creditore aveva liberato il debitore originario: l'obbligazione del debitore originario rivive solo se questi vi consenta. l'obbligazione del debitore originario rivive ma il creditore non può valersi delle garanzie prestate da terzi. l'obbligazione del debitore originario rivive ed il creditore può valersi anche delle garanzie prestate da terzi. l'obbligazione del debitore originario non rivive.
Se l'obbligazione assunta dal delegato verso il delegatario, che aveva liberato il debitore originario, è dichiarata nulla o annullata e pertanto la obbligazione del debitore originario rivive, il delegatario può ancora valersi delle garanzie prestate da terzi che assistevano il credito? Sì, salvo il solo caso di fideiussione. Sì, purché lo consenta il debitore. Sì. No.
Se l'obbligazione assunta dall'accollante verso l'accollatario, che aveva liberato il debitore originario, è dichiarata nulla o annullata e pertanto la obbligazione del debitore originario rivive, l'accollatario può ancora valersi delle garanzie prestate da terzi che assistevano il credito? Sì, purché lo consenta il debitore. Sì. No. Sì, salvo il solo caso di fideiussione.
In caso di delegazione, se l'obbligazione assunta dal nuovo debitore verso il creditore è dichiarata nulla o annullata e il creditore aveva liberato il debitore originario: l'obbligazione del debitore originario rivive e il creditore può valersi anche delle garanzie prestate da terzi. l'obbligazione del debitore originario rivive solo se questi vi consenta. l'obbligazione del debitore originario rivive ma il creditore non può valersi delle garanzie prestate da terzi. l'obbligazione del debitore originario non rivive.
In caso di espromissione, se l'obbligazione assunta dal nuovo debitore verso il creditore è dichiarata nulla o annullata e il creditore aveva liberato il debitore originario: l'obbligazione del debitore originario non rivive. l'obbligazione del debitore originario rivive solo se questi vi consenta. l'obbligazione del debitore originario rivive ma il creditore non può valersi delle garanzie prestate da terzi. l'obbligazione del debitore originario rivive e il creditore può valersi anche delle garanzie prestate da terzi.
Se l'obbligazione assunta dal terzo espromittente verso il creditore, che aveva liberato il debitore originario, è dichiarata nulla o annullata e pertanto la obbligazione del debitore originario rivive, il creditore può ancora valersi delle garanzie prestate da terzi che assistevano il credito? No. Sì, salvo il solo caso di fideiussione. Sì. Sì, purché lo consenta il debitore.
I debiti pecuniari si estinguono: anche con moneta non avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore al corso dei cambi di tale momento. anche con moneta estera, salvo che sia espressamente escluso dal titolo. con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale. anche mediante dazione in pagamento.
Nelle obbligazioni pecuniarie se la somma dovuta è determinata in una moneta non avente corso legale nello Stato, il debitore: ha facoltà di pagare in moneta legale, al corso del cambio nel giorno della scadenza e nel luogo stabilito per il pagamento. ha facoltà di pagare in moneta legale solo se previsto dal titolo ovvero dagli usi. può pagare solo in quella moneta. può pagare in moneta legale, al corso del cambio del giorno e del luogo in cui l'obbligazione è sorta.
A norma del codice civile, il credito pecuniario vantato da Tizio nei confronti di Caio per prestazioni professionali, una volta divenuto liquido ed esigibile, produce interessi: soltanto qualora il debitore sia stato costituito in mora o quando vi sia stata una domanda giudiziale. soltanto quando ciò è stato convenuto dalle parti nel titolo costitutivo dell'obbligazione. di pieno diritto, salvo che il titolo stabilisca diversamente. nella misura legale, ma solo quando ciò sia stato convenuto per iscritto.
I crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro: producono interessi di pieno diritto, salvo che la legge o il titolo stabiliscano diversamente. producono interessi solo se l'obbligazione deriva da atto illecito. producono interessi solo se questi siano stati convenuti espressamente. producono interessi di pieno diritto soltanto se vantati dall'Erario.
In mancanza di usi e patti contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi? Sì, dal giorno della domanda giudiziale. Sì, dalla costituzione in mora del creditore. No. Sì, dalla costituzione in mora del debitore.
A norma del codice civile, in mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti, se dovuti almeno per sei mesi, possono produrre interessi: senza necessità di domanda giudiziale o convenzione specifica. solo dalla domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza. solo per effetto di convenzione anteriore alla loro scadenza. solo se il debito riguarda rapporti tra imprenditori per contratti inerenti l'esercizio dell'impresa.
È valida la pattuizione fatta per iscritto di interessi superiori alla misura legale? Sì, se si tratta di interessi dovuti per almeno sei mesi. No. Sì. No, se non dalla costituzione in mora del debitore.
A quale saggio si computano gli interessi convenzionali delle obbligazioni pecuniarie, se le parti non ne hanno determinato la misura? Al saggio degli interessi bancari vigenti nel tempo e nel luogo in cui è sorta l'obbligazione. Al saggio del tasso ufficiale di sconto vigente al tempo in cui è sorta l'obbligazione. Al saggio degli interessi legali. Al saggio pari al rendimento dei B.O.T. dell'asta immediatamente precedente al tempo in cui è sorta l'obbligazione.
Caio è debitore di una obbligazione alternativa nei confronti di Sempronio. Caio adempie l'obbligazione: solo se esegue per almeno due terzi la prestazione più gravosa e per un terzo la prestazione meno gravosa. solo se esegue la prestazione prescelta dal creditore. se esegue una delle due prestazioni dedotte in obbligazione. se esegue parte di una prestazione e parte dell'altra.
Il debitore di una obbligazione alternativa è liberato quando: comunica al creditore la dichiarazione di scelta di una delle prestazioni. esegue parte dell'una e parte dell'altra prestazione. esegue una delle due prestazioni dedotte in obbligazione. riceve dal creditore la comunicazione della dichiarazione di scelta di una delle prestazioni.
Se da un contratto deriva a carico di una delle parti un'obbligazione alternativa, a chi spetta in assenza di una diversa pattuizione la facoltà di scegliere tra le prestazioni dedotte in obbligazione? Al creditore. A un arbitratore. Al giudice. Al debitore.
Nelle obbligazioni alternative la scelta diventa irrevocabile: con l'esecuzione di una delle due prestazioni ovvero con la dichiarazione di scelta. se fatta dal terzo cui le parti l'abbiano attribuita, anche se non ne abbiano ricevuto comunicazione. solo con l'esecuzione di una delle due prestazioni. solo con la dichiarazione di scelta.
Nelle obbligazioni alternative la scelta spetta: sempre al creditore. al debitore, se non è stata attribuita al creditore o a un terzo. al creditore, se non è stata attribuita al debitore o a un terzo. sempre al debitore.
Nelle obbligazioni alternative se la facoltà di scelta spetta al creditore e questi non l'esercita nel termine stabilito o in quello fissatogli dal debitore: la scelta passa al debitore. l'obbligazione si estingue. la scelta rimane al creditore, se il debitore a sua volta non vi provveda in pari termine. il creditore perde le garanzie del suo credito.
Nelle obbligazioni alternative se la scelta è rimessa a un terzo e questi non la fa nel termine assegnatogli: essa passa al debitore. essa è fatta dal giudice. essa passa al creditore. l'obbligazione si estingue ove il creditore e il debitore rimangano inerti per un uguale termine.
Se in un contratto da cui deriva a carico di una delle parti un'obbligazione alternativa si attribuisce al creditore la facoltà di scelta tra le prestazioni dedotte in obbligazione, quale conseguenza deriva dal mancato esercizio della facoltà nel termine stabilito? La scelta viene fatta da un arbitro nominato dal presidente del tribunale su istanza del debitore. La facoltà di scelta spetta sempre al creditore che però risponde dei danni per il ritardo. La scelta passa al debitore. La scelta viene fatta dal giudice.
Se in un contratto da cui deriva a carico di una delle parti un'obbligazione alternativa si attribuisce la facoltà di scelta tra le prestazioni dedotte in obbligazione ad un terzo, quale conseguenza deriva dal mancato esercizio della facoltà nel termine stabilito? La scelta è fatta dal creditore. La scelta è fatta dal giudice. La scelta è fatta dal debitore. La scelta viene fatta da altro soggetto nominato dal presidente del tribunale su istanza di uno dei contraenti.
L'obbligazione alternativa si considera semplice: se una delle due prestazioni non poteva formare oggetto di obbligazione, o se è divenuta impossibile per causa non imputabile ad alcuna delle parti. se solo una delle due prestazioni non poteva formare oggetto di obbligazione, o non aveva contenuto patrimoniale. se non è assistita da garanzia reale. se non è rappresentata da un titolo di credito.
Nelle obbligazioni alternative, quando la scelta spetta al debitore, se una delle due prestazioni diviene impossibile per colpa del creditore, il debitore: può chiedere un equo indennizzo, nei limiti dell'ingiustificato arricchimento del creditore, per non aver potuto eseguire l'altra prestazione. è liberato dall'obbligazione, qualora non preferisca eseguire l'altra prestazione e chiedere il risarcimento del danno. non è liberato dall'obbligazione. è sempre liberato dall'obbligazione.
Quando la scelta spetta al creditore, il debitore è liberato dall'obbligazione alternativa: se una delle due prestazioni diviene impossibile anche senza colpa del creditore, il quale peraltro in tal caso può chiedere il risarcimento del danno per non aver potuto esigere l'altra prestazione. se una delle due prestazioni diviene comunque impossibile. se una delle due prestazioni diviene impossibile per colpa del creditore, salvo che questi preferisca esigere l'altra prestazione e risarcire il danno. solo se entrambe le prestazioni diventano impossibili.
Quando la scelta spetta al debitore, l'obbligazione alternativa: diviene semplice, se una delle due prestazioni diventa impossibile solo per causa a lui imputabile. diviene semplice, solo se una delle due prestazioni diventa impossibile per causa a lui non imputabile. diviene semplice, se una delle due prestazioni diventa impossibile anche per causa a lui imputabile. diviene semplice, se una delle due prestazioni diventa impossibile e il creditore manifesta per iscritto la volontà di conseguire l'obbligazione.
Nelle obbligazioni alternative, qualora entrambe le prestazioni siano divenute impossibili e il debitore debba rispondere riguardo a una di esse: egli deve pagare l'equivalente di quella che è divenuta impossibile per l'ultima, se la scelta spettava a lui. egli deve pagare l'equivalente di quella che è divenuta impossibile per prima, se la scelta spettava al creditore. egli ne risponde per equivalente. l'obbligazione è estinta, ma il debitore deve risarcire il danno per la prestazione di cui debba rispondere.
L'obbligazione è in solido quando: essa ha un unico oggetto, e l'adempimento possa essere chiesto per intero da ciascuno dei creditori. tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione e l'adempimento conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori. essa ha un unico oggetto, e la costituzione in mora da parte di uno dei creditori giova anche agli altri. più creditori hanno diritto alla medesima prestazione, anche se nessuno di essi possa chiedere l'adempimento dell'intera prestazione e l'adempimento conseguito da uno di essi non libera il debitore verso tutti i creditori.
L'obbligazione è in solido quando tra più creditori: ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione e l'adempimento conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori. ciascuno ha diritto di chiedere, per la propria parte, l'adempimento di un'unica prestazione divisibile. ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento di prestazioni aventi il medesimo contenuto, in guisa che l'adempimento conseguito da uno di essi non libera il debitore dall'adempimento delle altre prestazioni verso gli altri creditori. ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento di prestazioni tra di loro diverse, ma tuttavia l'adempimento di una sola di esse libera il debitore dall'eseguire le altre prestazioni verso gli altri creditori.
L'obbligazione è in solido quando più debitori: sono obbligati tutti per la medesima prestazione, in modo che ciascuno può essere costretto all'adempimento per la totalità e l'adempimento da parte di uno libera gli altri. sono tutti obbligati, l'uno separatamente dall'altro, a prestazioni aventi ciascuna il medesimo contenuto, in guisa che l'adempimento di una delle prestazioni non libera gli altri debitori dall'eseguire le altre prestazioni. sono, ciascuno per la propria parte, obbligati a dare esecuzione ad un'unica prestazione divisibile. sono tutti obbligati per prestazioni tra di loro diverse, ma tuttavia l'adempimento da parte di uno libera gli altri debitori dall'eseguire le altre prestazioni.
L'obbligazione è in solido quando: più debitori sono obbligati tutti per la medesima prestazione, anche se nessuno di essi possa essere costretto all'adempimento per la totalità e l'adempimento da parte di uno libera solo questo. più debitori sono obbligati tutti per la medesima prestazione, in modo che ciascuno può essere costretto all'adempimento per la totalità e l'adempimento da parte di uno libera gli altri. essa ha un unico oggetto, e l'adempimento possa essere esecutivamente richiesto per intero a ciascuno dei debitori, previa costituzione in mora di tutti i condebitori. essa ha un unico oggetto, ma l'adempimento da parte di uno dei debitori non libera gli altri.
Nell'obbligazione solidale, l'adempimento di un condebitore libera tutti gli altri? No, salvo che l'obbligazione sia stata contratta nell'interesse esclusivo del condebitore adempiente. No. Sì, se gli altri condebitori sono insolventi. Sì.
Se il debitore comune sia tenuto con modalità diverse di fronte ai singoli creditori: la solidarietà è esclusa. la solidarietà sussiste solo se espressamente prevista. la solidarietà non è esclusa. la solidarietà sussiste, ma il credito può essere ripartito in misura diversa fra i concreditori.
Se i singoli debitori sono tenuti ciascuno con modalità diverse: la solidarietà sussiste solo se espressamente prevista. la solidarietà non è esclusa. la solidarietà è esclusa. la solidarietà non è esclusa, ma l'obbligazione può essere ripartita in misura diversa fra i condebitori.
Quando per la medesima prestazione sono obbligati più debitori, questi sono tenuti in solido? No, mai. Sì, se dalla legge o dal titolo non risulta diversamente. Sì, sempre. No, a meno che il titolo preveda la solidarietà.
I condebitori sono tenuti in solido: se dalla legge o dal titolo non risulta diversamente. solo se lo preveda la legge. quando lo prevede la legge, anche se il titolo lo escluda. solo se lo preveda il titolo.
L'obbligazione si divide tra gli eredi di uno dei condebitori in solido? Sì, salvo patto contrario, in proporzione delle rispettive quote. Sì, in parti eguali tra di loro indipendentemente dalle rispettive quote ereditarie. No, nonostante qualsiasi patto contrario. No, salvo patto contrario.
L'obbligazione si divide tra gli eredi di uno dei condebitori in solido: in proporzione delle rispettive quote, salvo patto contrario. solo se lo preveda il titolo. in parti uguali. sempre in proporzione delle rispettive quote.
L'obbligazione si divide tra gli eredi di uno dei creditori in solido: solo se lo preveda il titolo. in proporzione delle rispettive quote, salvo patto contrario. in parti uguali. sempre in proporzione delle rispettive quote.
L'obbligazione si divide tra gli eredi di uno dei creditori in solido? Sì, salvo patto contrario, in proporzione delle rispettive quote. No, nonostante qualsiasi patto contrario. Sì, in parti uguali tra loro indipendentemente dalle rispettive quote ereditarie. No, salvo patto contrario.
Salvo patto contrario, gli eredi di un debitore in solido sono obbligati solidalmente con i debitori originari? Sì, ciascuno per l'intero. Sì, in proporzione delle rispettive quote. No. No, salvo che i debitori originari siano insolventi.
Il debitore ha la scelta di pagare all'uno o all'altro dei creditori in solido? No, deve pagare al primo che si presenta per il pagamento. Sì, quando non è stato prevenuto da uno di essi con domanda giudiziale. Sì, in ogni caso. No, deve pagare al creditore che sia titolare della maggiore quota di credito e nel caso di quote di pari importo al primo che si presenta per il pagamento.
Uno dei debitori in solido: può opporre al creditore le eccezioni personali agli altri debitori. può opporre al creditore qualsiasi eccezione, anche se estranea all'obbligazione solidale. può chiedere che l'obbligazione sia adempiuta verso il creditore per quote diverse fra i condebitori. non può opporre al creditore le eccezioni personali agli altri debitori.
A uno dei creditori in solido il debitore: può opporre solo le eccezioni personali agli altri creditori. può opporre qualsiasi eccezione, anche se estranee all'obbligazione. non può opporre l'eccezione di prescrizione. non può opporre le eccezioni personali agli altri creditori.
Uno dei debitori in solido: non può opporre al creditore le eccezioni personali agli altri debitori. può opporre al creditore le eccezioni personali agli altri debitori. può opporre al creditore qualsiasi eccezione, anche se estranea all'obbligazione solidale. non può opporre l'eccezione di prescrizione.
Nei rapporti interni l'obbligazione in solido si divide tra i diversi debitori? No, salvo dichiarazione in tal senso fatta in modo espresso e contemporaneamente al pagamento. Sì, sempre. Sì, salvo che sia stata contratta nell'interesse esclusivo di alcuno di essi. No, mai.
Quando l'obbligazione in solido si divide fra i diversi debitori, le parti di ciascuno: sono determinate da un terzo arbitratore. si presumono uguali, se non risulta diversamente. sono commisurate all'interesse di ciascuno. sono sempre uguali.
Quando l'obbligazione in solido si divide fra i diversi creditori, le parti di ciascuno: sono commisurate all'interesse di ciascuno. sono determinate da un terzo arbitratore. sono sempre uguali. si presumono uguali, se non risulta diversamente.
Nei rapporti interni l'obbligazione in solido si divide tra i diversi creditori? Sì, salvo che sia stata contratta nell'interesse esclusivo di alcuno di essi. Sì, sempre. No, mai. No, salvo dichiarazione in tal senso fatta in modo espresso e contemporaneamente al pagamento.
Il debitore in solido che ha pagato l'intero debito: non ha azione di regresso verso gli altri condebitori. può ripetere dai condebitori soltanto la parte di ciascuno. può ripetere l'intero da uno di essi. può ripetere l'intero solo dai condebitori nel cui interesse esclusivo sia stata assunta l'obbligazione.
Quando il debitore in solido che ha pagato l'intero debito esercita l'azione di regresso verso gli altri condebitori ed uno di questi è insolvente: la perdita grava sul debitore che ha pagato. la perdita si ripartisce per contributo tra gli altri condebitori, compreso quello che ha fatto il pagamento. la perdita si ripartisce per contributo tra gli altri condebitori, escluso quello che ha fatto il pagamento. il debitore che ha pagato non può esercitare l'azione di regresso verso i condebitori solventi prima di avere escusso quello insolvente.
Il debitore in solido che ha pagato l'intero debito può esercitare l'azione di regresso nei confronti degli altri condebitori? Sì, per la parte spettante a ciascuno di essi. Sì, per l'intero. No, salvo che l'obbligazione sia stata assunta nell'interesse esclusivo degli altri condebitori. No, salvo che gli altri condebitori siano insolventi.
La novazione convenuta tra uno dei creditori in solido ed il debitore ha effetto verso gli altri creditori? Sì, ma solo per la parte del creditore che ha convenuto la novazione. No. Sì, ma solo per la parte degli altri creditori. Sì.
Nel caso di obbligazione solidale tra più creditori, la remissione fatta da uno di essi: libera il debitore verso gli altri creditori solo per la parte spettante al creditore che ha fatto la remissione. libera il debitore verso gli altri creditori per l'intero credito. non libera il debitore verso gli altri creditori nemmeno per la parte spettante al creditore che ha fatto la remissione. non libera il debitore verso gli altri creditori salvo che si tratti di obbligazione pecuniaria.
La remissione del debito fatta da uno dei creditori in solido libera il debitore verso gli altri creditori? Sì, per l'intero debito. Sì, ma solo per la parte spettante a colui che ha fatto la remissione. No. No, salvo che la parte spettante a colui che ha fatto la remissione superi la metà del debito.
Tizio, Caio e Sempronio sono creditori solidali nei confronti del debitore Mevio. La remissione del debito fatta solo da Tizio libera il debitore anche verso gli altri creditori? No, salvo che la parte spettante al creditore che ha fatto la remissione superi la metà dell'intero credito. No. Sì, ma solo per la parte spettante al creditore che ha fatto la remissione. Sì, per l'intero debito.
Nel caso di obbligazione solidale tra più debitori, la remissione a favore di uno di essi: libera anche gli altri debitori ed è in ogni caso vietato al creditore riservare il suo diritto verso questi ultimi. non libera mai gli altri debitori. libera anche gli altri debitori, salvo che il creditore abbia riservato il suo diritto verso gli altri debitori, nel qual caso il creditore non può esigere il credito da questi, se non detratta la parte del debitore a favore del quale ha consentito la remissione. libera anche gli altri debitori, salvo che il creditore abbia riservato il suo diritto verso gli altri debitori, nel qual caso il creditore può esigere da questi l'intero credito compresa la parte del debitore a favore del quale ha consentito la remissione.
A uno dei creditori in solido il debitore: può opporre in compensazione ciò che gli è dovuto da un altro dei creditori, ma solo per la parte di questo. può opporre in compensazione ciò che gli è dovuto da un altro dei creditori, anche se ecceda la parte di questo. non può opporre in compensazione ciò che gli è dovuto da un altro dei creditori. può opporre in compensazione solo propri crediti fondati sul medesimo rapporto.
Ciascuno dei debitori in solido può opporre in compensazione il credito di un condebitore: solo fino a concorrenza della parte di esso debitore. solo fino alla concorrenza della parte di quest'ultimo. per l'intero. nella misura consentita dal debitore del condebitore.
Il credito di un condebitore in solido può essere opposto in compensazione: solo dal debitore in solido che sia stato escusso per primo dal creditore. da ciascuno dei debitori in solido solo fino alla concorrenza della propria parte. da ciascuno dei debitori in solido solo fino alla concorrenza della parte del condebitore. da ciascuno dei debitori in solido anche oltre la parte del condebitore.
Se nella medesima persona si riuniscono le qualità di debitore e di creditore in solido: l'obbligazione non si estingue neppure per la parte di questo. l'obbligazione si estingue per intero. l'obbligazione si prescrive entro un anno da quell'evento. l'obbligazione si estingue per la parte di questo.
Se nella medesima persona si riuniscono le qualità di creditore e di debitore in solido: l'obbligazione degli altri debitori si estingue per intero. l'obbligazione degli altri debitori si estingue per la parte di quel condebitore. l'obbligazione degli altri debitori non si estingue neppure per la parte di quel condebitore. l'obbligazione degli altri debitori si prescrive entro un anno da quell'evento.
La transazione fatta dal creditore con uno dei debitori in solido: non produce effetto nei confronti degli altri, se questi non dichiarano di volerne profittare. è inefficace se non vi aderiscono gli altri debitori. produce effetto nei confronti degli altri. non produce mai effetto nei confronti degli altri.
Se è intervenuta tra uno dei creditori in solido e il debitore, la transazione: ha effetto nei confronti degli altri creditori. è invalida, se non accettata dagli altri creditori. non ha effetto nei confronti degli altri creditori, se questi non dichiarano di volerne profittare. è inefficace.
La sentenza pronunziata tra il debitore e uno dei creditori in solido: può essere fatta valere contro il debitore dagli altri creditori, senza che il debitore possa opporre a costoro eccezioni personali. può essere fatta valere contro il debitore dagli altri creditori, ma il debitore può proporre opposizione di terzo. non può essere fatta valere contro il debitore dagli altri creditori. può essere fatta valere contro il debitore dagli altri creditori, salve le eccezioni personali che questi può opporre a ciascuno di essi.
La sentenza pronunziata tra il debitore e uno dei creditori in solido: può essere fatta valere contro il debitore dagli altri creditori, senza che il debitore possa opporre a costoro ragioni personali. non ha effetto contro gli altri creditori. ha effetto contro gli altri creditori. può essere fatta valere contro il debitore dagli altri creditori, ma il debitore può proporre opposizione di terzo.
La sentenza pronunziata tra il creditore e uno dei debitori in solido: non può essere opposta al creditore dagli altri condebitori. può essere opposta al creditore dagli altri condebitori, salvo che sia fondata sopra ragioni personali al condebitore. può sempre essere opposta al creditore dagli altri condebitori. può essere opposta al creditore dagli altri condebitori, solo se sia fondata sopra ragioni personali al condebitore.
La sentenza pronunziata tra il creditore e uno dei debitori in solido: può essere opposta al creditore dagli altri condebitori solo se sia fondata sopra ragioni personali al condebitore. non può essere opposta al creditore dagli altri condebitori. ha effetto contro gli altri creditori. non ha effetto contro gli altri debitori.
Se l'adempimento dell'obbligazione è divenuto impossibile per causa imputabile a uno o più condebitori: gli altri condebitori non sono liberati dall'obbligazione solidale di corrispondere il valore della prestazione dovuta. gli altri condebitori sono liberati. gli altri condebitori sono liberati, ma il creditore può chiedere il risarcimento del danno al condebitore o a ciascuno dei condebitori inadempienti. gli altri condebitori sono liberati, salvo che il creditore abbia riservato il suo diritto verso gli altri.
Nell'ipotesi di solidarietà passiva, la costituzione in mora di uno dei debitori in solido ha effetto nei confronti: di tutti gli altri debitori in solido. del solo debitore costituito in mora, salva l'interruzione della prescrizione anche nei confronti degli altri debitori. dei soli debitori che abbiano dichiarato per iscritto di non volere eseguire l'obbligazione. del solo debitore costituito in mora limitatamente alla sua parte o quota di debito.
Nell'ipotesi di solidarietà attiva, la costituzione in mora del debitore da parte di uno dei creditori in solido: giova solo ai creditori nel cui interesse esclusivo sia stata contratta l'obbligazione. non giova agli altri creditori. giova agli altri creditori. non determina l'interruzione della prescrizione nei confronti degli altri creditori.
Nel caso di obbligazione solidale tra più debitori, il riconoscimento del debito fatto da uno di essi: ha effetto riguardo agli altri debitori. non ha effetto riguardo agli altri debitori. non ha effetto riguardo agli altri debitori, salvo che si tratti di obbligazione pecuniaria. ha effetto riguardo agli altri debitori solo se si tratta di obbligazione di non fare.
Nel caso di obbligazione solidale tra più creditori, il riconoscimento del debito fatto dal debitore nei confronti di uno dei creditori: giova agli altri creditori nel solo caso di obbligazione pecuniaria. non giova agli altri creditori salvo che si tratti di obbligazione di fare. non giova agli altri creditori. giova agli altri creditori.
Nel caso di obbligazione solidale tra più debitori, gli atti con i quali il creditore interrompe la prescrizione contro uno dei debitori in solido: hanno effetto riguardo agli altri debitori. non hanno effetto riguardo agli altri debitori. hanno effetto riguardo agli altri debitori nel solo caso di obbligazione pecuniaria. non hanno effetto riguardo agli altri debitori salvo che si tratti di obbligazione di fare.
Gli atti con i quali il creditore interrompe la prescrizione contro uno dei debitori in solido, hanno effetto riguardo agli altri debitori? No, salvo diversa convenzione tra i condebitori. Sì. No. No, tuttavia il debitore che sia stato costretto a pagare ha regresso contro i condebitori liberati in conseguenza della prescrizione.
Nel caso di obbligazione solidale tra più creditori, la sospensione della prescrizione nei rapporti di uno di essi ha effetto riguardo agli altri creditori? No. Sì, ma solo se si tratta di obbligazione di fare. Sì. Sì, ma solo se si tratta di obbligazione pecuniaria.
Nel caso di obbligazione solidale tra più debitori, la sospensione della prescrizione nei rapporti di uno di essi ha effetto riguardo agli altri debitori? Sì. Sì, ma solo se si tratta di obbligazione di fare. No. Sì, ma solo se si tratta di obbligazione pecuniaria.
Nel caso di obbligazione solidale tra più creditori, gli atti con i quali uno dei creditori interrompe la prescrizione contro il comune debitore: non hanno effetto riguardo agli altri creditori. non hanno effetto riguardo agli altri creditori salvo che si tratti di obbligazione di fare. hanno effetto riguardo agli altri creditori nel solo caso di obbligazione pecuniaria. hanno effetto riguardo agli altri creditori.
La rinuncia alla prescrizione fatta da uno dei debitori in solido: ha effetto riguardo agli altri purché sia stata loro notificata a mezzo di ufficiale giudiziario. ha sempre effetto riguardo agli altri. non ha effetto riguardo agli altri, e il condebitore che ha rinunciato non ha regresso verso gli altri debitori liberati in conseguenza della prescrizione. non ha effetto riguardo agli altri, ma il condebitore che ha rinunciato ha regresso verso gli altri debitori liberati in conseguenza della prescrizione.
La sospensione della prescrizione nei rapporti di uno dei debitori o di uno dei creditori in solido: non ha effetto riguardo agli altri debitori o creditori. ha effetto riguardo agli altri debitori, ma non riguardo agli altri creditori. ha effetto riguardo agli altri creditori, ma non riguardo agli altri debitori. ha effetto riguardo agli altri creditori o debitori.
Gli atti con i quali il creditore interrompe la prescrizione contro uno dei debitori in solido, oppure uno dei creditori in solido interrompe la prescrizione contro il comune debitore: hanno effetto riguardo agli altri debitori, ma non riguardo agli altri creditori. hanno effetto riguardo agli altri debitori o agli altri creditori. hanno effetto riguardo agli altri creditori, ma non riguardo agli altri debitori. non hanno effetto riguardo agli altri debitori o agli altri creditori.
Gli atti con i quali uno dei creditori in solido interrompe la prescrizione contro il debitore comune hanno effetto riguardo agli altri creditori? Sì. No. No, salvo che l'obbligazione sia stata assunta nell'esclusivo interesse del debitore. No, salvo diversa convenzione tra le parti.
La sospensione della prescrizione nei rapporti di uno dei debitori in solido, ha effetto riguardo agli altri? Sì, salvo diversa convenzione tra i condebitori. Sì, salvo che l'obbligazione sia stata assunta nell'esclusivo interesse del debitore. No, tuttavia il debitore che sia stato costretto a pagare ha regresso contro i condebitori liberati in conseguenza della prescrizione. Sì.
Nel caso di obbligazione solidale tra più debitori, la rinunzia alla prescrizione fatta da uno di essi ha effetto riguardo agli altri debitori? No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di obbligazione pecuniaria. Sì, ma solo se si tratta di obbligazione di fare.
La sospensione della prescrizione nei rapporti di uno dei creditori in solido, ha effetto riguardo agli altri? Sì, salvo che l'obbligazione sia stata assunta nell'esclusivo interesse del creditore. Sì, salvo diversa convenzione tra i creditori solidali. No. Sì.
Nel caso di obbligazione solidale tra più creditori, la rinunzia alla prescrizione fatta dal debitore in confronto di uno solo di essi, giova agli altri creditori? No, salvo che si tratti di obbligazione pecuniaria. Sì, ma solo se si tratta di obbligazione di fare. Sì. No.
Rinunzia alla solidarietà il creditore che: rilascia a uno dei debitori quietanza per la parte di lui senza alcuna riserva. rilascia a uno dei debitori quietanza per la parte di lui, anche se con riserva. rilascia a uno dei debitori quietanza per la parte di lui, senza farsi rilasciare dal debitore dichiarazione di riconoscimento della solidarietà. riceve da uno dei debitori il pagamento della parte di lui, senza farsi rilasciare da questi dichiarazione di riconoscimento della solidarietà.
Rinunzia alla solidarietà il creditore che: ha agito giudizialmente contro più di uno dei debitori per la parte di ciascuno di loro. ha agito giudizialmente contro uno dei debitori per l'intero. ha agito giudizialmente contro uno dei debitori per la parte di lui. ha agito giudizialmente contro uno dei debitori per la parte di lui, se questi ha aderito alla domanda.
Rinunzia alla solidarietà il creditore che: ha agito giudizialmente contro uno dei debitori per la parte di lui. ha agito giudizialmente contro uno dei debitori per l'intero. ha agito giudizialmente contro più di uno dei debitori per la parte di ciascuno di loro. ha agito giudizialmente contro uno dei debitori per la parte di lui, se è stata pronunciata una sentenza di condanna.
Il creditore che rinunzia alla solidarietà a favore di uno dei debitori: non può vedersi opporre dagli altri l'eccezione di prescrizione. conserva l'azione in solido contro gli altri. non conserva l'azione in solido contro gli altri. non può vedersi opporre dagli altri eccezioni personali.
Il creditore che rilascia a uno dei debitori solidali quietanza per la parte di lui: non rinunzia alla solidarietà. non rinunzia alla solidarietà se ha ottenuto dal debitore dichiarazione di riconoscimento della stessa. rinunzia alla solidarietà se ha rilasciato la quietanza senza alcuna riserva. rinunzia in ogni caso alla solidarietà.
Il creditore che riceve, separatamente e senza riserva, la parte dei frutti o degli interessi che è a carico di uno dei debitori: conserva contro di lui l'azione in solido per frutti e interessi. perde contro di lui l'azione in solido per i frutti o per gli interessi scaduti, ma la conserva per quelli futuri. conserva contro di lui l'azione per frutti e interessi scaduti, ma la perde per quelli futuri. perde contro di lui l'azione in solido per frutti e interessi, se non ne faccia richiesta agli altri debitori entro sei mesi.
Il creditore che riceve la parte dei frutti o degli interessi scaduti che è a carico di uno dei debitori, perde contro di lui l'azione in solido: anche se li abbia ricevuti con riserva. se non si sia fatto rilasciare dal debitore dichiarazione di riconoscimento della solidarietà. se li abbia ricevuti separatamente e senza riserva. se li abbia ricevuti senza il consenso degli altri debitori.
Nel caso di rinunzia del creditore alla solidarietà verso alcuno dei debitori, se uno degli altri è insolvente: la liberazione dalla solidarietà diventa inefficace. la sua parte di debito è ripartita per contributo fra gli altri condebitori, escluso quello che era stato liberato dalla solidarietà. la sua parte di debito è ripartita per contributo tra tutti i condebitori, compreso quello che era stato liberato dalla solidarietà. l'obbligazione dell'insolvente si estingue.
Se più sono i debitori di una prestazione divisibile e l'obbligazione non è solidale: ciascuno dei debitori non è tenuto a pagare il debito che per la sua parte. nessuno dei debitori può pagare la sua parte di debito separatamente. ciascuno dei debitori è tenuto a pagare il debito per intero. nessuno dei debitori può pagare la sua parte di debito ad un creditore senza il consenso degli altri.
Se più sono i creditori di una prestazione divisibile e l'obbligazione non è solidale: nessuno dei creditori può domandare il soddisfacimento della sua parte di credito separatamente. ciascuno dei creditori non può domandare il soddisfacimento del credito che per la sua parte. ciascuno dei creditori può domandare il soddisfacimento del credito per la sua parte se gli altri vi consentano. ciascuno dei creditori può domandare il soddisfacimento del credito per l'intero.
Quando la prestazione ha per oggetto una cosa o un fatto che non è suscettibile di divisione per sua natura o per il modo in cui è stato considerato dalle parti contraenti, l'obbligazione è: solidale. indivisibile. parziaria. divisibile.
L'indivisibilità dell'obbligazione: opera anche nei confronti degli eredi del debitore. non opera nei confronti degli eredi del debitore. opera solo nei confronti degli eredi del debitore. opera nei confronti dei soli eredi legittimi del debitore.
L'indivisibilità dell'obbligazione: opera solo nei confronti degli eredi del creditore. opera anche nei confronti degli eredi del creditore. non opera nei confronti degli eredi del creditore. opera nei confronti dei soli eredi legittimi del creditore.
L'esecuzione dell'intera prestazione indivisibile può essere chiesta: da ciascuno dei creditori. da ciascuno dei creditori, salva diversa convenzione fra di essi. da uno solo dei creditori, che deve prestare cauzione agli altri. solo da tutti i creditori.
Se l'obbligazione è indivisibile, ciascuno dei creditori può esigere l'esecuzione dell'intera prestazione? Sì. Sì, ma deve dare cauzione agli altri creditori. No. No, salva diversa convenzione tra i creditori.
Se uno dei creditori ha fatto remissione del debito: il debitore non è liberato verso gli altri creditori solo se l'obbligazione è indivisibile. il debitore è liberato verso gli altri creditori solo se l'obbligazione è divisibile e il creditore non abbia fatto espressamente riserva per gli altri. il debitore è liberato anche verso gli altri creditori. il debitore non è liberato verso gli altri creditori.
Se uno dei creditori ha consentito a ricevere un'altra prestazione in luogo di quella dovuta: il debitore non è liberato verso gli altri creditori. il debitore è liberato verso gli altri creditori solo se l'obbligazione è divisibile e il creditore non abbia fatto espressamente riserva per gli altri. il debitore è liberato anche verso gli altri creditori. il debitore non è liberato verso gli altri creditori solo se l'obbligazione è indivisibile.
Il deposito in albergo è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Il trasporto è: un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza.
La proposta contrattuale fatta dall'imprenditore nell'esercizio della sua impresa perde efficacia se l'imprenditore muore prima della conclusione del contratto? No, salvo che si tratti di piccoli imprenditori o che diversamente risulti dalla natura dell'affare o da altre circostanze. Sì. Sì, salva diversa volontà degli eredi. Sì, salvo che l'impresa sia continuata dagli eredi.
La proposta fatta da un imprenditore agricolo nell'esercizio della sua impresa perde efficacia in caso di sua morte prima della conclusione del contratto? No, in nessun caso. Sì, salvo che si tratti di piccoli imprenditori. No, salvo che si tratti di piccoli imprenditori o che diversamente risulti dalla natura dell'affare o da altre circostanze. Sì, in ogni caso.
L'accettazione contrattuale, fatta dall'imprenditore nell'esercizio della sua impresa, perde efficacia se l'imprenditore muore prima della conclusione del contratto? Sì, salvo che l'esercizio dell'impresa sia continuato dagli eredi. No, salvo che si tratti di piccolo imprenditore o che diversamente risulti dalla natura dell'affare o da altre circostanze. Sì, salvo diversa volontà degli eredi. Sì.
Quando le parti di un contratto convengono che una di esse rimanga vincolata alla propria dichiarazione e l'altra abbia facoltà di accettarla o meno, la dichiarazione della prima: si considera quale proposta irrevocabile per gli effetti previsti dal codice civile. può essere revocata salvo che la natura dell'affare o altre circostanze lo impediscano. conserva effetto solo se consentito dagli usi. si considera proposta irrevocabile solo se sia sopravvenuta la morte o l'incapacità del proponente.
In caso di patto di opzione, se per l'accettazione non è stato fissato un termine, questo: può essere stabilito dal giudice. può essere stabilito successivamente dal solo proponente. si presume in trenta giorni dalla comunicazione della proposta. si presume in trenta giorni dalla ricezione della proposta.
Se ad un contratto possono aderire altre parti e non sono determinate le modalità dell'adesione, questa deve essere diretta: ad almeno due dei contraenti originari. all'organo che sia stato costituito per l'attuazione del contratto o, in mancanza di esso, a tutti i contraenti originari. all'organo che sia stato costituito per l'attuazione del contratto e a tutti i contraenti originari. ad almeno uno dei contraenti originari.
La proposta diretta a concludere un contratto da cui derivino obbligazioni solo per il proponente è: irrevocabile appena giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata. revocabile, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze non lo consentano. revocabile, salva diversa volontà delle parti. revocabile, solo in presenza di una giusta causa.
La proposta diretta a concludere un contratto da cui derivino obbligazioni solo per il proponente è irrevocabile: appena l'altra parte ha intrapreso l'esecuzione del contratto. appena emessa. appena trasmessa all'altra parte. appena giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata.
Il destinatario di una proposta da cui derivino obbligazioni solo per il proponente: può rifiutare la proposta solo se si tratti di obbligazioni pecuniarie. non può rifiutare la proposta. può rifiutare la proposta nel termine richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi. può in ogni tempo rifiutare la proposta.
Gli atti unilaterali tra vivi producono effetti: dal momento in cui sono stati emessi. dal momento in cui pervengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati. dal momento in cui vengono trasmessi al destinatario. dal momento in cui sono accettati dal destinatario.
Gli atti unilaterali tra vivi diretti a persona determinata producono effetto dal momento: in cui sono formati. in cui pervengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati. in cui sono sottoposti a registrazione. in cui sono formati, se a titolo oneroso, e nel momento in cui pervengono a conoscenza del destinatario, se a titolo gratuito.
In quale momento producono effetto gli atti unilaterali? Dal momento in cui pervengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati. Dal momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione del destinatario. Trascorso il termine ordinariamente necessario, secondo la natura dell'affare o gli usi. Dal momento in cui la proposta è stata accettata dal destinatario.
La proposta di contratto, l'accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona si reputano conosciute: quando il destinatario ne abbia dato riscontro in qualsiasi forma. nel momento in cui giungono alla residenza, al domicilio o alla dimora del destinatario. nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia. nel momento in cui comunque il destinatario ne abbia avuto notizia.
In tema di contratto, la proposta, l'accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta ad una determinata persona si reputano da questa conosciute: nel momento in cui sono state trasmesse al destinatario. nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia. nel momento in cui sono state formulate. nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, anche se questi prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia.
La revoca dell'offerta al pubblico, se è fatta nella stessa forma dell'offerta o in forma equipollente, è: inefficace, salvo che risulti diversamente dalle circostanze o dagli usi. efficace decorsi trenta giorni dalla pubblicazione. efficace solo nei confronti dei soggetti che ne hanno avuto conoscenza. efficace anche in confronto di chi non ne ha avuto notizia.
La revoca dell'offerta al pubblico è efficace anche nei confronti di chi non ne ha avuto notizia: se resa nota mediante pubbliche affissioni. solo se la revocabilità è stata prevista nell'offerta stessa. solo se è fatta per atto pubblico. se è fatta nella stessa forma dell'offerta o in forma equipollente.
L'offerta al pubblico vale come proposta? Sì, purché sia fatta per iscritto. No, salvo che risulti diversamente dagli usi mercantili. Sì, quando contiene gli estremi essenziali del contratto alla cui conclusione è diretta e salvo che risulti diversamente dalle circostanze o dagli usi. Sì, sempre.
L'offerta al pubblico, quando contiene gli estremi essenziali del contratto alla cui conclusione è diretta, vale: sempre come proposta. come proposta, salvo che risulti diversamente dalle circostanze o dagli usi. come proposta, solo se fatta per iscritto. come proposta, solo se è irrevocabile.
L'offerta al pubblico, quando contiene gli estremi essenziali del contratto alla cui conclusione è diretta, vale: come proposta, solo se fatta per iscritto. come proposta solo se consentito dagli usi. sempre come proposta. come proposta, salvo che risulti diversamente dalle circostanze o dagli usi.
Salvo che risulti diversamente dalle circostanze o dagli usi, l'offerta al pubblico può valere come proposta contrattuale? No, salvo che risulti diversamente dagli usi. Sì, solo se fatta per iscritto. Sì, quando contiene gli estremi essenziali del contratto alla cui conclusione è diretta. Sì, solo se è irrevocabile.
È efficace la revoca dell'offerta al pubblico fatta nella stessa forma dell'offerta o in forma equipollente? Sì, ma solo in confronto di chi ne è venuto a conoscenza. No, in nessun caso. Sì, anche in confronto di chi non ne ha avuto notizia. Sì, ma solo in confronto di coloro ai quali è comunicata.
Le parti, nello svolgimento delle trattative contrattuali, devono: comportarsi secondo buona fede. usare la diligenza del buon padre di famiglia. usare la diligenza richiesta dalla natura dell'affare o dagli usi. osservare gli usi locali.
Le parti, nella formazione del contratto, devono: osservare gli usi locali. usare la diligenza richiesta dalla natura dell'affare o dagli usi. comportarsi secondo buona fede. usare la diligenza del buon padre di famiglia.
La parte che, conoscendo o dovendo conoscere l'esistenza di una causa d'invalidità del contratto, non ne ha dato notizia all'altra parte: è tenuta a risarcire qualsiasi danno da questa risentito. convalida il contratto. è tenuta a risarcire il danno da questa risentito per avere confidato, senza sua colpa, nella validità del contratto. non può più farla valere.
La parte che, conoscendo o dovendo conoscere l'esistenza di una causa d'invalidità del contratto, non ne ha dato notizia all'altra parte: non è tenuta ad indennizzare il pregiudizio da questa subìto se contesti per iscritto, entro sette giorni della scoperta, che l'altra parte ha confidato nella validità del contratto senza la diligenza del buon padre di famiglia. è tenuta a risarcire il danno da questa risentito per avere confidato, senza sua colpa, nella validità del contratto. non è tenuta a risarcire il danno da questa risentito per avere confidato, anche se senza sua colpa, nella validità del contratto. è tenuta all'equo indennizzo del pregiudizio da questa subìto per avere confidato, anche se per colpa, nella validità del contratto.
Le clausole imposte dalla legge: sono di diritto inserite nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti. sono di diritto inserite nel contratto, salvo che siano difformi da clausole apposte dalle parti. si intendono inserite nel contratto, se non risulta che non sono state volute dalle parti. si intendono inserite nel contratto, se non risulta che almeno una delle parti non le ha volute.
Le clausole e i prezzi di beni o di servizi, imposti dalla legge, sono inseriti nel contratto di diritto? No, salvo diversa convenzione tra le parti. Sì, solo in assenza di specifica previsione delle parti. Sì, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti. No, se non risulta che non sono stati voluti dalle parti.
Le clausole d'uso: si intendono inserite nel contratto, anche se risulta che non sono state volute dalle parti. sono di diritto inserite nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti. si intendono inserite nel contratto, se non risulta che non sono state volute dalle parti. sono di diritto inserite nel contratto, salvo che trattasi di contratto concluso mediante la sottoscrizione di moduli o formulari.
Si intendono inserite in un contratto le clausole d'uso? Sì, se non risulta che non sono state volute dalle parti. Sì, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti. No. No, se non risulta che le parti le hanno espressamente previste.
Quando le clausole d'uso si intendono inserite nel contratto? Quando risulta che non sono state volute dalle parti. Quando non risulta che sono state volute dalle parti. Quando non risulta che non sono state volute dalle parti. Quando risulta che sono state volute dalle parti.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che stabiliscono a favore di colui che le ha predisposte facoltà di recedere dal contratto per avere effetto nei confronti del c.d. contraente aderente devono essere specificamente approvate per iscritto? Sì in ogni caso. No. Solo nel caso in cui non sia stata stipulata alcuna prestazione per l'eventuale recesso. Solo nel caso in cui il c.d. contraente aderente lo richieda espressamente.
Le clausole vessatorie devono essere specificamente approvate: per iscritto. anche solo oralmente. necessariamente per atto pubblico. necessariamente per scrittura privata autenticata.
Le condizioni generali di contratto predisposte da uno dei contraenti, hanno efficacia nei confronti dell'altro? No. Sì, se al momento della conclusione del contratto questi le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. Sì. No, salvo che siano state predisposte per iscritto.
L'efficacia delle condizioni generali di contratto nei confronti del contraente che non le ha predisposte è subordinata alla: necessaria conoscenza effettiva di esse prima della conclusione del contratto. circostanza che al momento della conclusione del contratto questi le abbia conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. esplicita accettazione scritta di ciascuna di esse prima o anche solo al momento della conclusione del contratto. necessaria lettura orale di esse da parte del contraente che le ha predisposte o di un suo incaricato al momento della conclusione del contratto.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che stabiliscono a favore di colui che le ha predisposte limitazione di responsabilità per avere effetto devono essere specificamente approvate per iscritto dal c.d. contraente aderente? Solo nel caso in cui si tratti di limitazione di responsabilità per dolo. No. Solo nel caso in cui il c.d. contraente aderente sia di nazionalità diversa rispetto all'altro contraente. Sì in ogni caso.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che sanciscono a carico dell'altro contraente restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti coi terzi, per avere effetto devono essere specificamente approvate per iscritto? Sì in ogni caso. No. Solo se le suddette restrizioni non sono contenute entro convenienti limiti temporali. Solo se le suddette restrizioni riguardano la cedibilità dei crediti del c.d. contraente aderente.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti di adesione) le condizioni che stabiliscono a favore di colui che le ha predisposte facoltà di sospendere l'esecuzione del contratto per avere effetto nei confronti del c.d. contraente aderente devono essere specificamente approvate per iscritto? No. Solo nel caso in cui il c.d. contraente aderente lo richieda espressamente. Solo nel caso in cui per l'esercizio della suddetta facoltà non siano previste particolari formalità a tutela del c.d. contraente aderente. Sì, in ogni caso.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che sanciscono a carico dell'altro contraente decadenze, per avere effetto: non richiedono alcuna specifica approvazione. devono essere specificamente approvate per iscritto. è sufficiente che siano specificamente approvate oralmente. devono essere specificamente approvate per iscritto solo se il termine di decadenza è particolarmente breve.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che sanciscono a carico dell'altro contraente limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni devono essere specificamente approvate per iscritto per avere effetto nei confronti del c.d. contraente aderente? Sì, in ogni caso. Solo se si tratta di limitazioni alla facoltà di apporre eccezioni di rescissione del contratto. No. Solo se si tratta di limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni di nullità e annullabilità del contratto.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che sanciscono a carico dell'altro contraente la proroga tacita del contratto per avere effetto devono essere specificamente approvate per iscritto? No. Solo se è previsto che il contratto può essere tacitamente prorogato per più di una volta. Sì in ogni caso. Solo se si tratta di proroga tacita di durata superiore a due anni.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che sanciscono a carico dell'altro contraente clausole compromissorie per avere effetto devono essere specificamente approvate per iscritto? Solo se le clausole compromissorie autorizzino gli arbitri a pronunciare secondo equità. No. Sì, in ogni caso. Solo se non è stabilito il numero degli arbitri.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che sanciscono a carico dell'altro contraente deroghe alla competenza dell'autorità giudiziaria per avere effetto devono essere specificamente approvate per iscritto? Solo se si tratta di deroghe alla competenza per materia. Sì, in ogni caso. Solo se si tratta di deroghe alla competenza per valore. No.
Le condizioni generali di contratto che stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilità, hanno effetto nei confronti dell'altro contraente? Sì, se al momento della conclusione del contratto questi le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. No. No, se non sono specificamente approvate per iscritto. Sì.
Nei contratti nei quali uno dei contraenti predispone nei confronti dell'altro le condizioni generali di contratto (c.d. contratti per adesione) le condizioni che sanciscono a carico dell'altro contraente la rinnovazione tacita del contratto per avere effetto devono essere specificamente approvate per iscritto? Sì in ogni caso. Solo se per il nuovo contratto sono previste condizioni più onerose per il c.d. contraente aderente. Solo se per il nuovo contratto è prevista una durata maggiore rispetto al contratto precedente. No.
Nei contratti conclusi mediante la sottoscrizione di moduli o formulari le clausole aggiunte al modulo o al formulario prevalgono su quelle prestampate qualora siano incompatibili con esse? Solo se più favorevoli al c.d. contraente aderente. Solo a condizione che le clausole del modulo o del formulario siano state cancellate. Solo se sono state specificamente sottoscritte una per una. Sì anche se le clausole del modulo o del formulario non sono state cancellate.
La società "Alfa trasporti società a responsabilità limitata" intende concludere con Caio un contratto di trasporto mediante la sottoscrizione di uno dei moduli predisposti a cura dell'organo amministrativo della società per disciplinare in maniera uniforme i rapporti contrattuali di quel tipo; prima della sottoscrizione viene aggiunta a penna sul modulo una clausola su richiesta di Caio. La clausola aggiunta a penna: in ogni caso si ha per non apposta. non ha effetto qualora sia incompatibile con le clausole del modulo, anche se queste ultime sono state cancellate. non ha effetto qualora sia incompatibile con le clausole del modulo e queste ultime non siano state cancellate. prevale su quelle del modulo qualora sia incompatibile con esse, anche se queste ultime non sono state cancellate.
La società "Alfa turismo società a responsabilità limitata" intende concedere in locazione a Caio un appartamento in una località montana mediante la sottoscrizione di uno dei formulari predisposti a cura dell'organo amministrativo della società per disciplinare in maniera uniforme i rapporti contrattuali di quel tipo; prima della sottoscrizione viene aggiunta a penna sul formulario una clausola su richiesta di Caio. La clausola aggiunta a penna: in ogni caso si ha per non apposta. prevale su quelle del formulario qualora sia incompatibile con esse, anche se queste ultime non sono state cancellate. non ha effetto qualora sia incompatibile con le clausole del formulario e queste ultime non siano state cancellate. non ha effetto qualora sia incompatibile con le clausole del formulario, anche se queste ultime sono state cancellate.
La causa di un contratto è illecita quando: è contraria a norme imperative, all'ordine pubblico o al buon costume. non soddisfa interessi meritevoli di tutela secondo l'ordinamento giuridico. non è determinata o determinabile. è contraria alla buona fede.
Il contratto è in frode alla legge quando: è redatto per scrittura privata, anziché nella prescritta forma pubblica. costituisce il mezzo per eludere l'applicazione di una norma imperativa. costituisce il mezzo per eludere l'applicazione di una qualunque norma, anche non imperativa. reca pregiudizio alle ragioni dei creditori di uno dei contraenti.
A norma del codice civile, quando il contratto costituisce il mezzo per eludere l'applicazione di una norma imperativa, si reputa: illecito il motivo anche se non comune a tutti i contraenti. illecito l'oggetto. illecita la causa. illecito il motivo se comune a tutti i contraenti.
La causa di un contratto che costituisce il mezzo per eludere una norma imperativa si reputa: impossibile. illecita. indeterminata. contraria al buon costume.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di cessione dei beni ai creditori: determina la nullità del contratto. non ha rilevanza. determina la rescindibilità del contratto. determina l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di affitto d'azienda: non ha rilevanza. determina l'annullabilità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di riporto: determina la nullità del contratto. non ha rilevanza. determina la rescindibilità del contratto. determina l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di deposito: non ha rilevanza. determina l'annullabilità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di agenzia: determina l'annullabilità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. non ha rilevanza. determina la nullità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di conto corrente: determina la nullità del contratto. determina l'annullabilità del contratto. non ha rilevanza. determina la rescindibilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di affitto di fondi rustici: non ha rilevanza. determina l'annullabilità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto.
Quando le parti si sono determinate a concludere un contratto esclusivamente per un motivo illecito comune ad entrambe, il contratto è: illecito, solo se redatto per iscritto. annullabile. inefficace tra le parti, ma produttivo di effetti nei confronti dei terzi di buona fede. nullo.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di trasporto: determina l'annullabilità del contratto. determina la nullità del contratto. non ha rilevanza. determina la rescindibilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di vendita a rate con riserva della proprietà: determina la rescindibilità del contratto. non ha rilevanza. determina la nullità del contratto. determina l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di somministrazione: determina l'annullabilità del contratto. determina la nullità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. non ha rilevanza.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di transazione: non ha rilevanza. determina l'annullabilità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto.
Secondo il codice civile, la illiceità del motivo che ha esclusivamente determinato le parti a concludere il contratto ed è comune ad antrambe, determina: in ogni caso la nullità del contratto. l'annullabilità, salvo diversa disposizione di legge. in ogni caso l'annullabilità del contratto. la validità, salvo il caso di contratto con obbligazioni a carico del solo proponente.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di anticresi: determina l'annullabilità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto. non ha rilevanza.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di comodato: determina la rescindibilità del contratto. non ha rilevanza. determina l'annullabilità del contratto. determina la nullità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di mutuo: non ha rilevanza. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto. determina l'annullabilità del contratto.
Il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di vendita: non ha rilevanza. determina l'annullabilità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto.
Il motivo illecito è idoneo a determinare la illiceità del contratto quando: è esclusivamente del proponente. è esclusivamente dell'accettante. le parti si sono determinate a concluderlo esclusivamente per quel motivo, comune ad entrambe. è comune ad entrambe le parti e riconoscibile dai terzi.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di locazione: determina la rescindibilità del contratto. non ha rilevanza. determina la nullità del contratto. determina l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di appalto: determina la rescindibilità del contratto. non ha rilevanza. determina la nullità del contratto. determina l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di mandato: non ha rilevanza. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto. determina l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di apertura di credito: non ha rilevanza. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto. determina l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di vendita con patto di riscatto: determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto. non ha rilevanza. determina l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, il motivo illecito che ha determinato una soltanto delle parti in modo esclusivo alla conclusione di un contratto di permuta: non ha rilevanza. determina l'annullabilità del contratto. determina la rescindibilità del contratto. determina la nullità del contratto.
Secondo il codice civile, la impossibilità dell'oggetto di un contratto non soggetto a termine o condizione sospensiva determina: in ogni caso la nullità del contratto. l'annullabilità del contratto, salvo diversa disposizione di legge. in ogni caso l'annullabilità del contratto. la rescindibilità del contratto.
Secondo il codice civile, la illiceità dell'oggetto del contratto, ne determina: in ogni caso la nullità. l'annullabilità, salvo diversa disposizione di legge. in ogni caso l'annullabilità. in ogni caso la rescindibilità.
Il contratto è nullo quando l'oggetto è: contrario alla buona fede. contrario alla legge. impossibile, illecito, indeterminato o indeterminabile. in frode alla legge.
Il contratto sottoposto a termine, se la prestazione inizialmente impossibile diviene possibile prima della scadenza del termine: è nullo. è invalido, salvo che sia stata già adempiuta la prestazione a carico dell'altra parte. è nullo, se non risulta espressamente una diversa volontà delle parti. è valido.
Il contratto sottoposto a condizione sospensiva, se la prestazione inizialmente impossibile diviene possibile prima dell'avveramento della condizione: è valido. è nullo. è invalido, salvo che sia stata già adempiuta la prestazione a carico dell'altra parte. è nullo, se non risulta espressamente una diversa volontà delle parti.
Il contratto sottoposto a condizione sospensiva è valido se la prestazione inizialmente impossibile diviene possibile? Sì, se diviene possibile anche dopo l'avveramento della condizione. Sì, se diviene possibile prima dell'avveramento della condizione. No, salvo diversa volontà delle parti. No.
Il contratto sottoposto a termine è valido se la prestazione inizialmente impossibile diviene possibile? No. Sì, se diviene possibile prima della scadenza del termine. No, salva diversa volontà delle parti. Sì, se diviene possibile anche dopo la scadenza del termine.
Le prestazioni di cose future possono essere dedotte in contratto: mai. nei soli contratti di donazione. sempre, salvi i particolari divieti della legge. sempre.
Può essere dedotta in un contratto la prestazione di cose future? No. Sì, salvi i particolari divieti della legge. No, salvo si tratti di donazione di beni futuri. Sì, solo quando le cose sono venute ad esistenza.
Se manca la determinazione della prestazione dedotta in contratto, che le parti abbiano rimessa al mero arbitrio di un terzo, e le parti non si accordano per sostituirlo: le parti possono chiedere al giudice la sostituzione del terzo. il contratto è nullo. il contratto diventa inefficace. ciascuna delle parti può chiedere la risoluzione del contratto.
Se la determinazione della prestazione dedotta in contratto è deferita a un terzo questo deve: procedere con equo apprezzamento se non risulta che le parti vollero rimettersi al suo mero arbitrio. sempre effettuarla con equo apprezzamento. effettuarla tenendo conto della natura dell'affare o secondo gli usi. procedere con la diligenza del buon padre di famiglia.
Se la determinazione della prestazione dedotta in contratto è deferita a un terzo e non risulta che le parti vollero rimettersi al suo mero arbitrio: possono chiederla al giudice solo ove il terzo non la effettui. il terzo deve effettuarla tenendo conto della natura dell'affare o secondo gli usi. possono sempre ottenerla dal giudice. il terzo deve procedere con equo apprezzamento.
Allorché le parti abbiano deferito a un terzo la determinazione della prestazione dedotta in contratto e manchi la determinazione del terzo: esse devono indicare un altro soggetto o, in difetto, ciascuna può chiedere la nomina al giudice. il contratto diventa inefficace se le parti non indicano un altro soggetto. la determinazione è fatta dal giudice. ciascuna delle parti può chiedere la risoluzione del contratto.
Se manca la determinazione della prestazione dedotta in contratto, che le parti abbiano rimessa al mero arbitrio di un terzo: il contratto è nullo se le parti non si accordano per sostituire il terzo. le parti possono chiedere al giudice la sostituzione del terzo. il contratto diventa annullabile. ciascuna delle parti può chiedere la rescissione del contratto.
La determinazione dell'oggetto del contratto può essere rimessa al mero arbitrio del terzo? Sì. No, in tal caso la determinazione è automaticamente rimessa all'equo apprezzamento del terzo. No. No, in tal caso la determinazione è automaticamente rimessa al giudice.
La determinazione della prestazione dedotta in contratto, rimessa dalle parti ad un terzo, se è manifestamente iniqua o erronea: è rimessa ad altro soggetto indicato dalle parti o, in difetto, nominato dal giudice. è fatta dal giudice. consente a ciascuna delle parti di chiedere la rescissione del contratto. rende il contratto nullo.
La determinazione della prestazione dedotta in contratto, rimessa dalle parti al mero arbitrio di un terzo: non è mai impugnabile. non si può impugnare se non provando la sua mala fede. è impugnabile solo per violazione di norme inderogabili di legge. se manifestamente iniqua o erronea, rende il contratto inefficace.
Ove manchi la determinazione della prestazione dedotta in contratto, rimessa dalle parti ad un terzo: il contratto diventa annullabile. essa è rimessa ad altro soggetto indicato dalle parti o, in difetto, dal giudice. la determinazione è fatta dal giudice. ciascuna delle parti può chiedere la risoluzione del contratto.
Allorché le parti abbiano deferito la determinazione della prestazione dedotta in contratto a un terzo, e la determinazione è manifestamente iniqua o erronea: il contratto diventa inefficace se le parti non indicano un altro soggetto. ciascuna delle parti può chiedere la risoluzione del contratto. la determinazione è fatta dal giudice. esse devono indicare un altro soggetto o, in difetto, ciascuna può chiedere la nomina al giudice.
Se la determinazione della prestazione dedotta in contratto, è deferita dalle parti a un terzo, nel determinare la prestazione il terzo: deve tener conto anche delle condizioni generali della produzione a cui il contratto eventualmente abbia riferimento. deve procedere secondo gli usi. deve procedere con la diligenza del buon padre di famiglia. non è tenuto a considerare le condizioni generali della produzione.
In quale forma deve essere redatto l'atto di rinunzia al diritto di usufrutto su un bene immobile? Solo per atto pubblico. Solo per atto pubblico ricevuto alla presenza di testimoni. In qualunque forma. In forma scritta, a pena di nullità.
Salve le disposizioni relative alle rendite dello Stato, gli atti che costituiscono rendite perpetue o vitalizie devono essere redatti per iscritto? Sì, a pena di nullità. Sì, salvo diversa convenzione tra le parti. No, solo gli atti che costituiscono rendite perpetue. No, solo gli atti che costituiscono rendite vitalizie.
Deve essere redatto per iscritto il contratto di società con il quale si conferisce il godimento di un diritto di usufrutto su un bene immobile per un tempo eccedente i nove anni? Sì, solo se si tratta di una società per azioni. Sì, a pena di nullità. Sì, solo se si tratta di una società di capitali. No, salvo diversa convenzione tra le parti.
La redazione per atto pubblico di un atto di divisione di un bene immobile, è prevista a pena di nullità? Sì, trattandosi dell'unica forma di redazione ammessa dalla legge. No, l'atto può essere redatto in qualunque forma. No, salvo che si tratti di divisione testamentaria. No.
L'atto di divisione di un diritto reale immobiliare redatto per scrittura privata non autenticata è: annullabile. valido. nullo. valido, ma inefficace.
Quali dei seguenti atti devono farsi per atto pubblico o per scrittura privata a pena di nullità? I contratti di locazione di beni mobili per una durata di anni nove. I contratti che trasferiscono la proprietà di una autovettura. I contratti che trasferiscono la proprietà di beni mobili di antiquariato. Gli atti di rinunzia al diritto di superficie.
L'atto di trasferimento di un diritto di usufrutto su un bene immobile redatto per scrittura privata non autenticata è: valido. nullo. annullabile. valido, ma inefficace.
L'atto di costituzione di un diritto di abitazione redatto per scrittura privata non autenticata è: valido. valido, ma inefficace. nullo. annullabile.
Il contratto di affrancazione di un fondo enfiteutico redatto per scrittura privata non autenticata è: valido, ma inefficace. valido. nullo. annullabile.
Tizio vuole cedere a Caio un capitale di cinquecentomila euro ottenendo come controprestazione il diritto alla corresponsione vitalizia di duemilacinquecento euro al mese; qual è la forma minima richiesta per la validità di tale contratto? È necessaria e sufficiente la forma scritta. È necessaria e sufficiente la scrittura privata autenticata. Non vi è alcun onere di forma. È necessario l'atto pubblico.
È valido il contratto di costituzione della comunione su un diritto di superficie se redatto per scrittura privata? Sì, ma solo se il diritto di superficie è costituito a tempo determinato. No, deve essere redatto per atto pubblico. Sì, ma solo se autenticata. Sì.
In quale forma può essere redatto l'atto di trasferimento di un diritto di superficie costituito per una durata non eccedente i nove anni? In qualunque forma. Solo per atto pubblico ricevuto alla presenza di testimoni. Per atto pubblico o per scrittura privata. Solo per atto pubblico.
È nullo l'atto di divisione ereditaria, avente ad oggetto beni immobili, stipulato per scrittura privata non autenticata? No, salvo che vi partecipino condividenti tenuti alla collazione dei beni immobili ricevuti in donazione. Sì. Sì, salvo che si tratti di divisione di modico valore. No.
Quali dei seguenti atti devono farsi per atto pubblico o per scrittura privata, a pena di nullità? I contratti che costituiscono le servitù prediali. I contratti di locazione di beni mobili per una durata di anni nove. I contratti che trasferiscono la proprietà di beni mobili di antiquariato. I contratti che trasferiscono la proprietà di una autovettura.
Tizio vuole cedere a Caio un capitale di cinquecentomila euro ottenendo come controprestazione il diritto in perpetuo alla corresponsione mensile di duemilacinquecento euro; qual è la forma minima richiesta per la validità di tale contratto? È necessaria e sufficiente la scrittura privata autenticata. È necessaria e sufficiente la forma scritta. Non vi è alcun onere di forma. È necessario l'atto pubblico.
A norma del codice civile, quale di questi contratti non esige la forma scritta a pena di nullità? Affrancazione di fondo enfiteutico. Locazione di beni immobili per una durata superiore a nove anni. Locazione di beni immobili per una durata inferiore a nove anni. Anticresi.
Quali dei seguenti atti devono farsi per atto pubblico o per scrittura privata a pena di nullità? I contratti di locazione di beni mobili per una durata di anni nove. I contratti che trasferiscono la proprietà di beni mobili di antiquariato. I contratti che modificano le servitù prediali. I contratti che trasferiscono la proprietà di una autovettura.
Quali dei seguenti atti devono farsi per atto pubblico o per scrittura privata a pena di nullità? I contratti di transazione relativi a beni mobili di antiquariato. I contratti che trasferiscono la proprietà di una autovettura. I contratti che costituiscono il diritto di abitazione. I contratti di locazione di beni mobili per una durata di anni nove.
Quali dei seguenti atti devono farsi per atto pubblico o per scrittura privata a pena di nullità? I contratti di transazione relativi a beni mobili di antiquariato. I contratti di locazione di beni mobili per una durata di anni nove. I contratti che trasferiscono la proprietà di una autovettura. I contratti che costituiscono il diritto di superficie.
Fatte salve le disposizioni relative alle rendite dello Stato, per la costituzione a titolo oneroso e per atto tra vivi di una rendita perpetua, la forma scritta, sotto pena di nullità: è necessaria sia che si tratti di rendita fondiaria che di rendita semplice. non è mai necessaria. è necessaria solo quando si tratti di rendita semplice. è necessaria solo quando si tratti di rendita fondiaria.
Il contratto preliminare che modifica una servitù costituita su un fondo rustico, deve essere redatto per iscritto? Sì, ma esclusivamente in forma di atto pubblico. Sì, a pena di nullità. No, se la servitù non è stata costituita per iscritto. No.
A norma del codice civile, è valido il contratto preliminare di locazione di un bene immobile di durata non superiore a nove anni, se non è redatto per iscritto? No, è annullabile. Sì, ma è inefficace. Sì. No, è nullo.
Il contratto preliminare di associazione con il quale si conferisce il godimento di un diritto reale immobiliare per un tempo indeterminato deve essere fatto, a pena di nullità: solo per scrittura privata autenticata. solo per atto pubblico ricevuto alla presenza di testimoni. per atto pubblico o per scrittura privata. solo per atto pubblico.
Il contratto preliminare che non riveste la stessa forma prescritta dalla legge per il contratto definitivo è: annullabile. nullo. rescindibile. valido.
Il contratto preliminare è nullo se: non è fatto in forma scritta. non è fatto nella stessa forma che la legge prescrive per il contratto definitivo. è stipulato solo verbalmente. non contiene la indicazione del termine entro il quale deve concludersi il contratto definitivo.
Se le parti hanno convenuto per iscritto di adottare una determinata forma per la futura conclusione di un contratto, si presume che la forma sia stata voluta: per la prova del contratto. per la efficacia del contratto. per la efficacia del contratto rispetto ai terzi. per la validità del contratto.
Se Tizio e Caio hanno convenuto per iscritto che la futura compravendita di un autoveicolo venga tra loro stipulata per atto pubblico, si presume che tale forma convenzionale sia stata voluta ai fini: della opponibilità del contratto. della efficacia del contratto. della validità del contratto. della prova del contratto.
Se le parti hanno convenuto per iscritto di adottare una determinata forma per la futura conclusione di un contratto, si presume che questa sia stata voluta ai fini: della opponibilità del contratto. della validità del contratto. della efficacia del contratto. della prova del contratto.
Le parti possono subordinare l'efficacia del contratto o di un singolo patto a un avvenimento: futuro e incerto. futuro, ma necessariamente certo. incerto anche se non futuro. passato e conosciuto dalla parti.
Le parti possono subordinare la risoluzione del contratto o di un singolo patto a un avvenimento: incerto anche se non futuro. passato e conosciuto dalla parti. futuro e incerto. futuro, ma necessariamente certo.
Secondo la previsione contenuta nel codice civile, l'avvenimento dedotto in condizione nel contratto deve essere: incerto anche se non futuro. futuro e incerto. passato e conosciuto dalle parti. futuro, ma necessariamente certo.
Il contratto al quale è apposta una condizione risolutiva contraria al buon costume è: nullo. annullabile. valido, ma inefficace. valido fino all'avveramento della condizione.
La condizione, sospensiva o risolutiva, contraria a norme imperative, all'ordine pubblico o al buon costume, apposta ad un contratto, lo rende: nullo, in ogni caso. nullo se è sospensiva, mentre se è risolutiva si ha come non apposta. risolubile. annullabile.
La condizione sospensiva contraria al buon costume: si considera come non apposta. rende annullabile il contratto. rende nullo il contratto. rende inefficace il contratto.
È valido il contratto al quale è stata apposta una condizione sospensiva illecita? Sì, fino al verificarsi della condizione. No. Sì, ma la condizione si ha come non apposta. Sì, ma la condizione è inefficace.
È valido il contratto al quale è stata apposta una condizione risolutiva impossibile? Sì, ma il contratto è inefficace. No, è nullo. No, è annullabile. Sì, ma la condizione si ha come non apposta.
È valido il contratto al quale è stata apposta una condizione sospensiva impossibile? Sì, ma il contratto è inefficace. No, è annullabile. No, è nullo. Sì, la condizione si ha come non apposta.
Il contratto al quale è apposta una condizione sospensiva contraria a norme imperative è: nullo. valido ma la condizione si ha come non apposta. annullabile su richiesta della parte che aveva interesse contrario all'avveramento. rescindibile.
Il contratto al quale è apposta una condizione risolutiva contraria a norme imperative è: nullo. annullabile su richiesta della parte che aveva interesse contrario all'avveramento. rescindibile. valido ma la condizione si ha come non apposta.
Il contratto al quale è apposta una condizione sospensiva contraria all'ordine pubblico è: nullo. valido ma la condizione si ha come non apposta. annullabile su richiesta della parte che aveva interesse contrario all'avveramento. rescindibile.
Il contratto al quale è apposta una condizione risolutiva contraria all'ordine pubblico è: annullabile su richiesta della parte che aveva interesse contrario all'avveramento della condizione. rescindibile. valido ma la condizione si ha come non apposta. nullo.
Il contratto al quale è apposta una condizione sospensiva contraria al buon costume è: annullabile su richiesta della parte che aveva interesse contrario all'avveramento. nullo. rescindibile. valido ma la condizione si ha come non apposta.
Il contratto al quale è apposta una condizione risolutiva contraria al buon costume è: nullo. annullabile su richiesta della parte che aveva interesse contrario all'avveramento. rescindibile. valido ma la condizione si ha come non apposta.
La condizione sospensiva impossibile apposta ad un contratto: si ha come non apposta. non comporta la nullità del contratto, ma rende inopponibili i suoi effetti nei confronti dei terzi. rende nullo il contratto. rende il contratto annullabile su richiesta della parte che aveva interesse contrario al suo avveramento.
La condizione risolutiva impossibile apposta ad un contratto: si considera non apposta. rende annullabile il contratto. rende inefficace il contratto. rende nullo il contratto.
La condizione sospensiva è meramente potestativa e rende nulla l'alienazione del diritto quando quest'ultima dipende dalla mera volontà: dell'acquirente. dell'alienante. di un terzo. di un mediatore.
L'assunzione di un obbligo subordinata ad una condizione sospensiva che la faccia dipendere dalla mera volontà del debitore è: valida, ma inefficace. annullabile. valida se è fissato un termine. nulla.
È valida l'alienazione di un diritto subordinata a una condizione sospensiva che la faccia dipendere dalla mera volontà dell'alienante? No, è nulla. No, è annullabile. Sì, ma è inefficace. Sì, ma la condizione si ha come non apposta.
L'acquirente di un diritto sotto condizione risolutiva, in pendenza di questa: può esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi. non può esercitarlo né l'altro contraente può compiere atti conservativi. non può esercitarlo e non può compiere atti conservativi. non può esercitarlo, ma può compiere soltanto atti conservativi.
L'acquirente di un diritto condizionato può esercitare il diritto stesso in pendenza della condizione? Sì, se si tratta di condizione risolutiva. No, salvo diversa convenzione tra le parti. Sì, se si tratta di condizione sospensiva. No.
In pendenza della condizione sospensiva l'acquirente di un diritto può compiere atti conservativi? No, solo atti dispositivi. Sì. No, può compierli solo in pendenza della condizione risolutiva. Sì, ma gli effetti di ogni atto sono subordinati alla stessa condizione.
In pendenza della condizione sospensiva l'acquirente di un diritto può: compiere atti di esercizio del diritto. chiedere alla controparte idonee garanzie. compiere atti conservativi. compiere solo atti compatibili con la sospensione dell'acquisto.
L'acquirente di un bene in forza di contratto subordinato a condizione risolutiva: non può disporne. può disporne solo mortis causa. può disporne, ma gli effetti di ogni atto di disposizione sono subordinati alla stessa condizione. può disporne inter vivos solo in caso di necessità.
Chi ha un diritto subordinato a condizione sospensiva può disporne in pendenza di questa? Sì, ma gli effetti di ogni atto di disposizione sono subordinati alla stessa condizione. Sì, ma esclusivamente se il diritto ha ad oggetto beni immobili. No. Sì, e gli effetti non sono subordinati alla stessa condizione.
Chi ha un diritto subordinato a condizione sospensiva può disporne in pendenza di questa? Sì, e gli effetti degli atti di disposizione non sono subordinati alla stessa condizione. No, salvo che l'atto di disposizione sia a titolo gratuito. No, e ogni atto di disposizione è nullo. Sì, ma gli effetti di ogni atto di disposizione sono subordinati alla stessa condizione.
Chi ha un diritto subordinato a condizione risolutiva può disporne in pendenza di questa? No, salvo che l'atto di disposizione sia a titolo gratuito. Sì, ma gli effetti di ogni atto di disposizione sono subordinati alla stessa condizione. Sì, e gli effetti degli atti di disposizione non sono subordinati alla stessa condizione. No, e ogni atto di disposizione è nullo.
Colui che ha alienato un diritto sotto condizione sospensiva deve, in pendenza della condizione: comportarsi secondo buona fede per conservare integre le ragioni dell'altra parte. comportarsi con la diligenza del buon padre di famiglia, astenendosi dal compiere atti dispositivi del suo diritto. astenersi solo dal compiere qualunque atto dispositivo del suo diritto. astenersi da qualunque atto dispositivo del suo diritto solo se in condizione sia dedotto un evento il cui verificarsi dipenda dalla volontà di un terzo.
Colui che ha acquistato un diritto sotto condizione risolutiva deve, in pendenza della condizione: astenersi da qualunque atto dispositivo del suo diritto. astenersi da qualunque atto dispositivo del suo diritto solo se in condizione sia dedotto un evento il cui verificarsi dipenda dalla volontà di un terzo. comportarsi secondo buona fede per conservare integre le ragioni dell'altra parte. comportarsi con la diligenza del buon padre di famiglia, astenendosi dal compiere atti dispositivi del suo diritto.
Tizio ha venduto a Caio un fondo con contratto sottoposto a condizione sospensiva. Qualora la condizione sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario al suo avveramento: la condizione non si considera avverata. la condizione si considera avverata. la condizione si considera avverata, salvo che il venditore sia un coltivatore diretto o un imprenditore agricolo a titolo principale. la condizione non si considera avverata, ma la parte cui il mancato avveramento sia imputabile sarà tenuta ad una indennità determinata secondo equità dal giudice.
La condizione, qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario al suo avveramento: si considera avverata. rende nullo il contratto. si considera come non apposta. rende nullo il contratto se è sospensiva.
La condizione si considera avverata qualora sia mancata: per causa imputabile ad un terzo designato dalle parti. per causa imputabile ad un terzo. per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario all'avveramento di essa. per causa imputabile alla parte che aveva interesse all'avveramento di essa.
Salvo patto contrario, l'avveramento della condizione risolutiva apposta ad un contratto ad esecuzione periodica: determina la nullità del contratto. non ha effetto rispetto alle prestazioni già eseguite. ha effetto anche rispetto alle prestazioni già eseguite. determina l'obbligo di restituzione delle prestazioni già eseguite.
Salvo patto contrario, l'avveramento della condizione apposta ad un contratto ad esecuzione continuata, ha effetto riguardo alle prestazioni già eseguite? Sì, sempre. No, se la condizione è risolutiva. Sì, se la condizione è risolutiva. No, se la condizione è sospensiva.
Gli effetti dell'avveramento della condizione sospensiva retroagiscono al tempo in cui è stato concluso il contratto? No, salvo diversa volontà delle parti. No, e non è ammesso patto contrario. Sì, salvo che, per volontà delle parti o per la natura del rapporto, gli effetti del contratto debbano essere riportati ad un momento diverso. Sì, e non è ammesso patto contrario.
La validità degli atti di amministrazione compiuti dalla parte a cui, in pendenza della condizione, spettava l'esercizio del diritto: è pregiudicata dall'avveramento della condizione. deve essere espressamente confermata dopo l'avveramento della condizione. viene meno se la condizione non si verifica. non è pregiudicata dall'avveramento della condizione.
Per determinare la comune intenzione delle parti ai fini della interpretazione del contratto, si deve: valutare il loro comportamento, ma solo se anteriore o coevo alla conclusione del contratto. valutare il loro comportamento complessivo anche posteriore alla conclusione del contratto. individuare le finalità oggettive da esse perseguite con il contratto. valutare il comportamento da esse tenuto solo successivamente alla conclusione del contratto.
Nell'interpretare il contratto si deve: indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti e non limitarsi al senso letterale delle parole. indagare il senso letterale delle parole, senza tener conto della comune intenzione delle parti. indagare quale sia stato l'intento di ciascuna delle parti. individuare la finalità oggettiva perseguita dalle parti.
Nell'interpretare il contratto: si deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti, valutando il loro comportamento complessivo anche posteriore alla conclusione del contratto, e non limitarsi al senso letterale delle parole. si può indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti attraverso la valutazione del loro comportamento al momento del contratto, essendo in ogni caso irrilevante il comportamento posteriore alla conclusione del contratto. ci si deve attenere al senso letterale delle parole ed è irrilevante ogni indagine su quale sia stata la comune intenzione delle parti. ci si deve attenere al senso letterale delle parole, salvo che le parti abbiano espressamente previsto nel contratto un diverso criterio di interpretazione.
Le singole clausole del contratto si interpretano: le une per mezzo delle altre, attribuendo a ciascuna il senso che risulta dal complesso dell'atto. tenendo conto delle altre clausole soltanto se ad esse si rinvia espressamente. singolarmente, senza tener conto delle altre. le une per mezzo delle altre, tenendo conto esclusivamente di quelle che risultano specificamente approvate.
Il contratto, per quanto generali siano le espressioni in esso usate: non comprende gli oggetti connessi o presupposti rispetto a quelli sui quali si è formato il consenso. non comprende che gli oggetti sui quali le parti si sono proposte di contrattare. non può essere interpretato per analogia. non può essere interpretato estensivamente.
Quando in un contratto si è espresso un caso per spiegare un patto, si presumono esclusi, ai fini dell'interpretazione, i casi non espressi? Sì, sempre. No, quando ai casi non espressi, secondo ragione, può estendersi lo stesso patto. No, mai. No, quando ai casi non espressi, secondo l'intenzione del solo obbligato, può estendersi lo stesso patto.
Il contratto deve essere interpretato: sempre nel senso meno gravoso per l'obbligato. secondo gli usi locali secondo buona fede. sempre nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti.
Nel dubbio le clausole di un contratto devono essere interpretate nel senso: in cui possono avere qualche effetto, solo se trattasi di contratti a titolo gratuito. necessariamente letterale. in cui possono avere qualche effetto. necessariamente letterale salvo il caso dei contratti a titolo gratuito per i quali le clausole devono essere interpretate nel senso in cui possono avere qualche effetto.
Nei contratti in cui una delle parti è un imprenditore, le clausole ambigue si interpretano: tenendo conto del parere espresso dalla camera di commercio del luogo in cui è la sede dell'impresa, su richiesta di ciascuna delle parti. secondo ciò che si pratica generalmente nel luogo in cui è la sede dell'impresa. secondo gli usi. secondo gli indirizzi della produzione propria della categoria cui appartiene l'impresa.
Fonti di integrazione del contratto nella fase di esecuzione sono: la legge o, in mancanza, gli usi e l'equità. l'equità o, in mancanza i regolamenti e gli usi. la legge, con esclusione di usi ed equità. l'equità o, in mancanza, gli usi se richiamati dalle leggi e pubblicati nelle raccolte ufficiali degli enti e degli organi a ciò autorizzati.
Il contratto obbliga le parti solo a quanto è nel medesimo espresso? No, obbliga le parti anche a tutte le conseguenze che ne derivano secondo la legge o, in mancanza, secondo gli usi e l'equità. No, obbliga le parti anche alle conseguenze che ne derivano secondo l'equità o, in mancanza, secondo le leggi e gli usi se da esse richiamati. Sì, obbliga le parti solo a quanto è nel medesimo espressamente convenuto, con esclusione di ogni integrazione. No, obbliga le parti anche alle conseguenze che ne derivano secondo la legge, ma non secondo gli usi o l'equità.
Il contratto deve essere eseguito: sempre nel senso meno gravoso per l'obbligato. secondo la diligenza media propria dell'attività che forma oggetto del contratto stesso. sempre nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti. secondo buona fede.
Il contratto deve essere eseguito: sempre nel senso meno gravoso per l'obbligato. secondo buona fede. sempre nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti. secondo gli usi locali.
Nei contratti con effetti reali, i diritti si trasmettono e si acquistano: per effetto della consegna del bene. per effetto del consenso legittimamente manifestato dalle parti. per effetto del consenso legittimamente manifestato dalle parti, ma solo se il contratto ha per oggetto diritti di credito. per effetto del consenso legittimamente manifestato dalle parti, ma solo se il contratto ha per oggetto diritti reali.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, la proprietà si trasmette: per effetto della consegna della cosa. per effetto del consenso delle parti legittimamente manifestato. per effetto della disponibilità della cosa presso l'alienante. per effetto della individuazione della cosa.
Nei contratti aventi ad oggetto il trasferimento della proprietà di una determinata massa di cose, la proprietà si trasmette per effetto: del consenso delle parti legittimamente manifestato, ancorché le cose non siano state numerate, pesate o misurate. della specificazione. dell'individuazione. della consegna.
Nei contratti aventi ad oggetto il trasferimento di una determinata massa di cose, il diritto si trasmette: per effetto della consegna delle cose. per effetto del semplice consenso legittimamente manifestato dalle parti, ancorché le cose non siano state numerate, pesate o misurate. per effetto della pesatura delle cose. per effetto della numerazione delle cose.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento di cose determinate solo nel genere, che devono essere trasportate da un luogo a un altro, l'individuazione avviene: solo quando è fatta dalle parti. anche mediante la consegna al vettore o allo spedizioniere. solo quando è fatta nei modi stabiliti dalle parti. solo mediante la consegna al vettore o allo spedizioniere.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento di cose determinate solo nel genere, la proprietà si trasmette: per effetto del solo consenso legittimamente manifestato dalle parti. per effetto della individuazione fatta dall'acquirente unilateralmente. per effetto dell'individuazione fatta dall'alienante anche se non si tratta di cose che devono essere trasportate da un luogo all'altro. per effetto della individuazione fatta d'accordo tra le parti o nei modi da esse stabiliti.
Il divieto di alienare stabilito per contratto è valido ed ha effetto: solo tra le parti, sempre che sia contenuto in convenienti limiti di tempo e risponda ad un apprezzabile interesse di una delle parti stesse. solo tra le parti, anche se non risponde ad un apprezzabile interesse di una delle parti stesse. in ogni caso e solo tra le parti. solo tra le parti, anche se non è contenuto entro convenienti limiti di tempo.
Il divieto di alienare stabilito per contratto, contenuto entro convenienti limiti di tempo e che risponde ad un apprezzabile interesse di una delle parti, ha effetto: tra le parti e, qualora sia relativo a beni immobili e risulti trascritto nei registri immobiliari, anche nei confronti dei terzi. in ogni caso sia tra le parti sia nei confronti dei terzi. solo tra le parti. tra le parti e, qualora sia relativo a beni mobili, anche nei confronti dei terzi.
È valido il divieto di alienare per un tempo indeterminato se stabilito per contratto? Sì, se risponde a un apprezzabile interesse di una delle parti. No. Sì, ma il patto non è opponibile ai terzi di buona fede. Sì, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze escludano tale validità.
Tizio concede a Caio con scrittura privata, non autenticata ma regolarmente registrata il giorno successivo, un immobile da destinare ad abitazione. Dopo una settimana, con un contratto verbale registrato lo stesso giorno, Tizio concede in locazione a Sempronio il medesimo immobile consegnandoglielo contestualmente. In tal caso il godimento dell'immobile spetterà: a Sempronio, che lo ha conseguito per primo. a Caio, che ha stipulato il contratto per primo. a Caio, il cui contratto è stato registrato per primo. al contraente che non disponga di un'altra abitazione.
Salve le norme relative agli effetti della trascrizione, se, con successivi contratti, una persona concede a diversi contraenti un diritto personale di godimento relativo alla stessa cosa e nessuno dei contraenti ha conseguito il godimento, è preferito, per la spettanza del godimento: quello che sia tenuto alla controprestazione più onerosa. quello che ha stipulato per ultimo il contratto con titolo avente data certa. quello che ha il titolo di data certa anteriore. quello che per primo ha chiesto, con atto di data certa, di acquisire il godimento della cosa.
Salve le norme relative agli effetti della trascrizione, se, con successivi contratti, una persona concede a diversi contraenti un diritto personale di godimento relativo alla stessa cosa, il godimento spetta: a chi ha stipulato per ultimo il contratto con titolo avente data certa. a chi lo ha conseguito per primo. a chi lo ha conseguito per primo, purché sia anche il primo contraente con titolo avente data certa. a chi ha stipulato per primo il contratto con titolo avente data certa.
In quale misura è responsabile colui che ha promesso l'obbligazione di un terzo, qualora il terzo rifiuti di obbligarsi? è tenuto a risarcire il danno per la perdita subita e il mancato guadagno all'altro contraente. è tenuto a risarcire il danno per la perdita subita all'altro contraente. è tenuto a indennizzare l'altro contraente. non è responsabile verso l'altro contraente.
Tizio ha promesso contrattualmente a Caio che il terzo Sempronio si obbligherà nei suoi confronti ad eseguire una certa prestazione. Nel caso in cui Sempronio rifiuti di obbligarsi, Tizio: deve agire nei confronti di Sempronio per ottenere l'adempimento coattivo a favore di Caio. può a sua scelta agire nei confronti di Sempronio per ottenere l'adempimento coattivo, o indennizzare l'altro contraente Caio. deve indennizzare l'altro contraente Caio. è legalmente surrogato nel diritto di Caio di pretendere da Sempronio l'adempimento coattivo.
Chi ha avuto contrattualmente in promessa il fatto di un terzo e questi non compia il fatto promesso, può: ottenere l'esecuzione coattiva del fatto del terzo, solo se è provata la sua buona fede. ottenere l'esecuzione coattiva del fatto del terzo solo se è provata la mala fede del terzo. ottenere in ogni caso l'esecuzione coattiva del fatto del terzo. ottenere l'indennizzo dall'altro contraente.
In che misura è responsabile colui che ha promesso il fatto di un terzo, qualora il terzo rifiuti di obbligarsi? È tenuto a risarcire il danno per la perdita subita e per il mancato guadagno all'altro contraente. Non è responsabile verso l'altro contraente. È tenuto a risarcire il danno per la perdita subita all'altro contraente. È tenuto a indennizzare l'altro contraente.
Tizio ha promesso contrattualmente a Caio il fatto che il terzo Sempronio eseguirà una certa prestazione. Nel caso in cui Sempronio non compia il fatto promesso, Tizio: può a sua scelta agire nei confronti di Sempronio per ottenere l'adempimento coattivo, o indennizzare l'altro contraente Caio. deve indennizzare l'altro contraente Caio. è legalmente surrogato nel diritto di Caio di pretendere da Sempronio l'adempimento coattivo. deve agire nei confronti di Sempronio per ottenere l'adempimento coattivo a favore di Caio.
La penale per il caso di inadempimento o di ritardo nell'adempimento del contratto, è dovuta: solo se si prova il danno. per intero, e non può esserne richiesta la riduzione giudiziale. indipendentemente dalla prova del danno. indipendentemente dalla prova del danno solo se si prova l'arricchimento della parte inadempiente.
La clausola penale con cui si conviene che, in caso di inadempimento o di ritardo nell'adempimento, uno dei contraenti è tenuto ad una determinata prestazione: limita in ogni caso il risarcimento alla prestazione promessa. limita il risarcimento alla prestazione promessa, se non è stata convenuta la risarcibilità del danno ulteriore. consente in ogni caso il risarcimento di tutti i danni subiti. limita il risarcimento alla prestazione promessa che sarà dovuta subordinatamente alla prova del danno.
Salvo diversa convenzione, la clausola penale stipulata tra le parti di un contratto, in caso di inadempimento ha l'effetto: di limitare il risarcimento alla prestazione promessa. di limitare la proponibilità delle eccezioni di annullabilità del contratto. di definire il corrispettivo del recesso. di risolvere il contratto di diritto.
Il creditore può domandare insieme la prestazione principale e la penale stabilita? No, salvo che sia stata convenuta la risarcibilità del danno ulteriore. No. Sì, se la penale è stata stipulata per il semplice ritardo. Sì, se la penale è stata stipulata per l'inadempimento.
Tizio si è obbligato a trasferire a Caio il fondo Tuscolano entro un mese per un certo prezzo e, a carico della parte inadempiente, è stata pattuita una penale. Se Caio, che ha versato il corrispettivo pattuito, non ha ottenuto nel termine convenuto l'adempimento da parte di Tizio, può chiedere insieme la prestazione principale ed il pagamento della penale? No, salvo che la penale non superi il quinto del valore della prestazione inadempiuta. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. No, a meno che la penale sia stata stipulata per il semplice ritardo.
Il creditore può domandare insieme la prestazione principale e la penale quando questa sia stata convenuta con apposita clausola? No, salvo che la penale sia stata stipulata per il semplice ritardo. Sì, sempre. No, salvo che la penale non superi il cinque per cento del valore della prestazione. No, mai.
Può aversi equa riduzione della penale da parte del giudice se l'ammontare della stessa è manifestamente eccessivo? Sì, avuto sempre riguardo all'interesse che il creditore aveva all'adempimento. No, se l'obbligazione principale non è stata parzialmente eseguita. Sì, avuto riguardo alle condizioni economiche delle parti al momento in cui è sorta l'obbligazione. No, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente.
La penale può essere ridotta dal giudice: in nessun caso. se l'obbligazione principale è stata eseguita in parte ovvero se l'ammontare della penale è manifestamente eccessivo, avuto sempre riguardo all'interesse che il creditore aveva all'adempimento. se il suo ammontare è manifestamente e obiettivamente eccessivo, anche senza alcun riguardo all'interesse che il creditore aveva all'adempimento. in ogni caso e sulla base dell'interesse che il creditore aveva all'adempimento.
Qual è la definizione di caparra confirmatoria? Una somma di denaro con funzione limitativa del risarcimento del danno in caso di inadempimento. Una somma di denaro con funzione limitativa del risarcimento del danno in caso di ritardo nell'adempimento. Il corrispettivo del recesso. Una somma di denaro o una quantità di altre cose fungibili data da una parte all'altra al momento della conclusione del contratto, che, in caso di adempimento, deve essere restituita o imputata alla prestazione dovuta.
Secondo la disciplina della caparra confirmatoria, se la parte che ha dato la caparra è inadempiente: l'altra parte non può domandare la risoluzione del contratto. l'altra parte non può domandare l'esecuzione del contratto. l'altra parte può recedere dal contratto, ma deve restituire il doppio della caparra ricevuta. l'altra parte può recedere dal contratto, ritenendo la caparra.
Secondo la disciplina della caparra confirmatoria, se inadempiente è la parte che ha ricevuto la caparra: l'altra parte può recedere dal contratto, ma perde la caparra data. l'altra parte può recedere dal contratto ed esigere il doppio della caparra. l'altra parte non può domandare l'esecuzione del contratto. l'altra parte non può domandare la risoluzione del contratto.
Se al momento della conclusione di un contratto è stata data una somma di denaro a titolo di caparra confirmatoria, la parte non inadempiente può domandare l'esecuzione del contratto? Sì, solo se la parte non inadempiente ha ricevuto la caparra. Sì, e il risarcimento del danno è limitato alla somma data o al doppio di quella ricevuta. Sì, e il risarcimento del danno è regolato dalle norme generali. Sì, solo se la parte non inadempiente ha dato la caparra.
Se al momento della conclusione di un contratto è stata data una somma di denaro a titolo di caparra confirmatoria, la parte non inadempiente può domandare la risoluzione del contratto? Sì, e il risarcimento del danno è limitato alla somma data o al doppio di quella ricevuta. Sì, solo se la parte non inadempiente ha dato la caparra. Sì, solo se la parte non inadempiente ha ricevuto la caparra. Sì, e il risarcimento del danno è regolato dalle norme generali.
Tizio, proprietario del fondo Corneliano, conclude con Caio un contratto preliminare di vendita avente ad oggetto il fondo suddetto; Caio consegna a titolo di caparra la somma di venticinquemila euro a Tizio a favore del quale viene espressamente pattuito il diritto di recedere dal contratto fino al momento del contratto definitivo. Qualora Tizio receda, egli deve restituire a Caio: la somma ricevuta a titolo di caparra aumentata di un terzo a titolo di corrispettivo del recesso. la somma ricevuta a titolo di caparra aumentata di un sesto a titolo di corrispettivo del recesso. il doppio della caparra ricevuta. la somma ricevuta a titolo di caparra.
Tizio, proprietario del fondo Corneliano, conclude con Caio un contratto preliminare di vendita avente ad oggetto il fondo suddetto; Tizio riceve a titolo di caparra la somma di venticinquemila euro da Caio a favore del quale viene espressamente pattuito il diritto di recedere dal contratto fino al momento del contratto definitivo. Qualora Caio receda, egli: ha diritto alla restituzione di metà della caparra data. perde la caparra data. perde la caparra data e, a titolo di corrispettivo del recesso, deve versare una somma di denaro pari ad un terzo della caparra. perde la caparra data e, a titolo di corrispettivo del recesso, deve versare inoltre una somma di denaro pari alla caparra stessa.
Tizio, proprietario del fondo Corneliano, conclude con Caio un contratto preliminare di vendita avente ad oggetto il fondo suddetto e Tizio riceve a titolo di caparra la somma di venticinquemila euro da Caio. A favore di entrambe le parti viene pattuito il diritto di recedere dal contratto fino al momento del contratto definitivo. Qualora Tizio receda, egli deve restituire a Caio: la somma ricevuta a titolo di caparra aumentata di un terzo a titolo di corrispettivo del recesso. la somma ricevuta a titolo di caparra aumentata di un sesto a titolo di corrispettivo del recesso. la somma ricevuta a titolo di caparra. il doppio della caparra ricevuta.
Se in un contratto è stata stipulata una caparra penitenziale, a quale prestazione è tenuto il recedente che ha dato la caparra? A dare il doppio della caparra. A nessuna prestazione. Al risarcimento del danno ulteriore. A corrispondere un equo indennizzo.
Qual è la funzione della caparra penitenziale? Di limitazione del risarcimento del danno per il ritardo nell'adempimento. Di corrispettivo del recesso. Di risolvere il contratto di diritto. Di limitazione del risarcimento del danno per l'inadempimento.
Tizio, proprietario del fondo Corneliano, conclude con Caio un contratto preliminare di vendita avente ad oggetto il fondo suddetto e Tizio riceve a titolo di caparra la somma di venticinquemila euro da Caio. A favore di entrambe le parti viene pattuito il diritto di recedere dal contratto fino al momento del contratto definitivo. Qualora Caio receda, egli: perde la caparra data e, a titolo di corrispettivo del recesso, deve versare una somma di denaro pari ad un terzo della caparra. perde la caparra data. perde la caparra data e, a titolo di corrispettivo del recesso, deve versare, inoltre, una somma di denaro pari alla caparra data. ha diritto alla restituzione di metà della caparra data.
Il potere di rappresentanza: è solo quello conferito dalla legge. è solo quello conferito dall'interessato. è conferito dalla legge ovvero dall'interessato. è sempre conferito mediante atto scritto.
Il contratto concluso dal rappresentante in nome e nell'interesse del rappresentato, nei limiti delle facoltà conferitegli: non produce mai direttamente effetto nei confronti del rappresentato. produce direttamente effetto nei confronti del rappresentato, solo se espressamente pattuito con il terzo contraente. produce direttamente effetto nei confronti del rappresentato, solo se trattasi di un effetto favorevole. produce direttamente effetto nei confronti del rappresentato.
Quando la rappresentanza è conferita dall'interessato, per la validità del contratto concluso dal rappresentante: è necessario che il contratto non sia vietato al rappresentato. non rileva che il contratto sia vietato al rappresentato. è necessario che il contratto non sia vietato al rappresentato, salvo che l'altro contraente sia un soggetto sottoposto a potestà, tutela o curatela. non rileva che il contratto sia vietato al rappresentato, salvo che per i contratti a titolo gratuito.
Quando la rappresentanza è conferita dall'interessato, per la validità del contratto concluso dal rappresentante, che non sia vietato al rappresentato: basta che il rappresentato abbia la capacità di intendere e di volere. basta che il rappresentante abbia la capacità di intendere e di volere, avuto riguardo alla natura e al contenuto del contratto, sempre che sia legalmente capace il rappresentato. basta che il rappresentante abbia la capacità di intendere e di volere, avuto riguardo alla natura e al contenuto del contratto, anche se non sia legalmente capace il rappresentato. non è necessario che il rappresentante abbia la capacità di intendere e di volere.
Il contratto concluso dal rappresentante in nome e nell'interesse del rappresentato è annullabile per vizi della volontà: solo se è viziata la volontà del rappresentato, anche quando il vizio non riguarda elementi predeterminati da questo. se è viziata la volontà del rappresentante, a meno che il vizio riguardi elementi predeterminati dal rappresentato nel qual caso il contratto è annullabile solo se era viziata la volontà di quest'ultimo. solo se è viziata la volontà del rappresentante, anche quando il vizio riguarda elementi predeterminati dal rappresentato. solo se sono viziate sia la volontà del rappresentante che quella del rappresentato, anche quando il vizio non riguarda elementi predeterminati da quest'ultimo.
In tema di rappresentanza volontaria, nei casi in cui è rilevante lo stato di buona o mala fede, di scienza o di ignoranza di determinate circostanze, si ha riguardo alla persona del: rappresentante, anche se si tratti di elementi predeterminati dal rappresentato. rappresentante, salvo che si tratti di elementi predeterminati dal rappresentato. rappresentato, sempre che il rappresentante sia capace di intendere e di volere. rappresentato in ogni caso.
Il rappresentato che è in mala fede può giovarsi dello stato di ignoranza o di buona fede del rappresentante? No, salvo che questi sia incapace. In nessun caso. Sì, solo se questo non si opponga. Sì.
La procura per comprare un immobile non ha effetto: se non è conferita almeno verbalmente. se non è conferita almeno per atto pubblico ricevuto alla presenza dei testimoni. se non è conferita almeno per iscritto. se non è conferita almeno per atto pubblico.
La procura per costituire una società in accomandita per azioni deve essere conferita: per atto pubblico. verbalmente. per scrittura privata autenticata. con una qualsiasi forma scritta.
La procura non ha effetto: se non è conferita con le forme prescritte per il contratto che il rappresentante deve concludere. se è conferita verbalmente. se non è conferita per scrittura privata autenticata. se non è conferita per atto pubblico.
La procura non ha effetto: se il rappresentante non ha la capacità di concludere il contratto che ne forma oggetto. se non è conferita almeno per iscritto. se non è conferita per atto pubblico. se non è conferita con le forme prescritte per il contratto che il rappresentante deve concludere.
Il terzo che contratta col rappresentante: può esigere che il rappresentante giustifichi i suoi poteri solo quando vi sono fondati indizi della inesistenza di questi ultimi. non può mai esigere che il rappresentante giustifichi i suoi poteri. può sempre esigere che il rappresentante giustifichi i suoi poteri e, se la rappresentanza risulta da un atto scritto, che gliene dia una copia da lui firmata. può esigere che il rappresentante giustifichi i suoi poteri solo quando il contratto ha per oggetto beni immobili.
Il contratto concluso dal rappresentante in conflitto di interessi col rappresentato può essere annullato: su domanda del rappresentato solo se il contratto concluso è di rilevante valore tenuto conto delle condizioni economiche di questo. solo su domanda del rappresentante. solo su domanda del terzo se il conflitto era conosciuto o riconoscibile da questo. su domanda del rappresentato se il conflitto era conosciuto o riconoscibile dal terzo.
Il contratto concluso dal rappresentante in conflitto di interessi col rappresentato è: annullabile. nullo. valido, ma inefficace. inefficace.
Tizio, al quale Caio ha conferito procura a vendere il fondo Tuscolano di sua proprietà, vuole acquistare lui stesso detto bene. Il contratto di vendita al quale intervenga solo Tizio nella duplice veste di acquirente e di procuratore del venditore Caio: è valido in ogni caso. è annullabile, a meno che Caio abbia specificatamente autorizzato Tizio ovvero il contenuto del contratto sia determinato in modo da escludere la possibilità di conflitto di interessi. è annullabile, anche se Caio abbia specificatamente autorizzato Tizio ovvero il contenuto del contratto sia determinato in modo da escludere la possibilità di conflitto di interessi. è nullo.
Il contratto che il rappresentante conclude con sé stesso, in proprio, è annullabile: a meno che il contenuto del contratto sia determinato in modo da escludere la possibilità di conflitto di interessi. solo ad istanza del terzo contraente. ad istanza del rappresentato o del rappresentante. solo ad istanza del rappresentante.
Il contratto che il rappresentante conclude con sé stesso, in proprio o come rappresentante di un'altra parte, è annullabile: solo ad istanza del terzo contraente. solo ad istanza del rappresentante. a meno che il rappresentato lo abbia autorizzato specificamente. ad istanza del rappresentato o del rappresentante.
La conclusione del contratto con sé stesso è impugnabile: solo dal rappresentato. solo dal rappresentante. sia dal rappresentato che dal rappresentante. solo per difetto di capacità del rappresentato o del rappresentante.
Il contratto concluso dal rappresentante con se stesso, in proprio o come rappresentante di un'altra parte: è in ogni caso valido ed efficace. è annullabile su azione proposta dal rappresentato, a meno che questi abbia autorizzato specificatamente il rappresentante, ovvero il contenuto del contratto sia determinato in modo da escludere la possibilità di conflitto di interessi. è nullo. è annullabile solo su azione proposta dal terzo contraente.
Le modificazioni della procura speciale non sono opponibili ai terzi: se non sono portate a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro generale delle procure tenuto presso il Ministero della giustizia, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità. se non sono portate a loro conoscenza con mezzi idonei, a meno che si provi che i terzi le conoscevano al momento della conclusione del contratto. se non sono portate a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro delle procure tenuto presso il tribunale del luogo in cui risiede la persona che ha conferito la procura, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità. se non sono portate a loro conoscenza mediante pubblicazione sul foglio degli annunzi legali della provincia in cui risiede il procuratore, con esclusione di qualsiasi altro mezzo di pubblicità.
Le cause di estinzione del potere di rappresentanza conferito dall'interessato, diverse dalla revoca o modificazione della procura: sono opponibili anche ai terzi in buona fede. non sono opponibili ai terzi che le hanno senza colpa ignorate. non sono mai opponibili. sono sempre opponibili da qualunque interessato.
La revoca della procura non è opponibile ai terzi: se non è portata a loro conoscenza con mezzi idonei, a meno che si provi che i terzi la conoscevano al momento della conclusione del contratto. se non è portata a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro generale delle procure tenuto presso il Ministero della giustizia, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità. se non è portata a loro conoscenza mediante pubblicazione sul foglio degli annunzi legali della provincia in cui risiede il procuratore, con esclusione di qualsiasi altro mezzo di pubblicità. se non è portata a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro delle procure tenuto presso il tribunale del luogo in cui risiede la persona che ha conferito la procura, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità.
Le modificazioni della procura non sono opponibili ai terzi: se non sono portate a loro conoscenza con mezzi idonei, a meno che si provi che i terzi le conoscevano al momento della conclusione del contratto. se non sono portate a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro generale delle procure tenuto presso il Ministero della giustizia, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità. se non sono portate a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro delle procure tenuto presso il tribunale del luogo in cui risiede la persona che ha conferito la procura, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità. se non sono portate a loro conoscenza mediante pubblicazione sul foglio degli annunzi legali della provincia in cui risiede il procuratore, con esclusione di qualsiasi altro mezzo di pubblicità.
La revoca della procura generale non è opponibile ai terzi: se non è portata a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro generale delle procure tenuto presso il Ministero della giustizia, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità. se non è portata a loro conoscenza mediante pubblicazione sul foglio degli annunzi legali della provincia in cui risiede il procuratore, con esclusione di qualsiasi altro mezzo di pubblicità. se non è portata a loro conoscenza con mezzi idonei, a meno che si provi che i terzi la conoscevano al momento della conclusione del contratto. se non è portata a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro delle procure tenuto presso il tribunale del luogo in cui risiede la persona che ha conferito la procura, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità.
Le modificazioni della procura generale non sono opponibili ai terzi: se non sono portate a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro delle procure tenuto presso il tribunale del luogo in cui risiede la persona che ha conferito la procura, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità. se non sono portate a loro conoscenza mediante pubblicazione sul foglio degli annunzi legali della provincia in cui risiede il procuratore, con esclusione di qualsiasi altro mezzo di pubblicità. se non sono portate a loro conoscenza con mezzi idonei, a meno che si provi che i terzi le conoscevano al momento della conclusione del contratto. se non sono portate a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro generale delle procure tenuto presso il Ministero della giustizia, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità.
La revoca della procura speciale non è opponibile ai terzi: se non è portata a loro conoscenza mediante pubblicazione sul foglio degli annunzi legali della provincia in cui risiede il procuratore, con esclusione di qualsiasi altro mezzo di pubblicità. se non è portata a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro generale delle procure tenuto presso il Ministero della giustizia, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità. se non è portata a loro conoscenza con mezzi idonei, a meno che si provi che i terzi la conoscevano al momento della conclusione del contratto. se non è portata a loro conoscenza mediante l'annotazione nel registro delle procure tenuto presso il tribunale del luogo in cui risiede la persona che ha conferito la procura, con esclusione di qualsiasi altra forma di pubblicità.
Sono opponibili ai terzi le modificazioni della procura che non siano state portate a loro conoscenza con mezzi idonei? Sì, in ogni caso. No, se non si prova che i terzi le conoscevano al momento della conclusione del contratto. No, se non si prova che i terzi successivamente alla conclusione del contratto, ma entro un anno dalla stessa, ne sono venuti a conoscenza. Sì, salvo che i terzi siano soggetti sottoposti a potestà, tutela o curatela.
È opponibile ai terzi la revoca della procura che non sia stata portata a loro conoscenza con mezzi idonei? Sì, in ogni caso. No, se non si prova che i terzi la conoscevano al momento della conclusione del contratto. No, se non si prova che i terzi successivamente alla conclusione del contratto, ma entro un anno dalla stessa, ne sono venuti a conoscenza. Sì, salvo che i terzi siano soggetti sottoposti a potestà, tutela o curatela.
In caso di rappresentanza conferita dall'interessato, il rappresentante è tenuto a restituire il documento dal quale risultano i suoi poteri, quando questi sono cessati? Sì, solo se la cessazione dei poteri deriva dalla scadenza del termine espressamente previsto. No, salvo che l'obbligo della restituzione sia stato espressamente previsto nel documento della rappresentanza. Sì. No.
Colui che ha contrattato come rappresentante eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli è responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per aver confidato senza sua colpa nella validità del contratto? Sì. No, salvo che il rappresentato sia un incapace. No, in nessun caso. No, salvo che il terzo sia un incapace.
Colui che ha contrattato eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli: non è responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato nella validità del contratto, salvo che il soggetto nel cui nome è stato concluso il contratto sia incapace. è responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella validità del contratto. è in ogni caso responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato nella validità del contratto. non è responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato nella validità del contratto, salvo che il terzo sia incapace.
Colui che ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri: è responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella validità del contratto. non è responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato nella validità del contratto, salvo che il soggetto nel cui nome è stato concluso il contratto sia incapace. è in ogni caso responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato nella validità del contratto. non è responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato nella validità del contratto, salvo che il terzo sia incapace.
Colui che ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri è responsabile del danno che il terzo contraente ha sofferto per aver confidato senza sua colpa nella validità del contratto? No, salvo che il terzo sia un incapace. No, in nessun caso. No, salvo che sia incapace il soggetto nel cui nome è stato concluso il contratto. Sì.
Tizio ha ricevuto da Caio, proprietario del fondo Tuscolano, procura speciale per affittare detto fondo. Tizio conclude un contratto con cui concede in affitto a Sempronio non solo detto fondo ma anche quello limitrofo, sempre di proprietà di Caio, spendendone il nome. Da chi potrà essere effettuata la ratifica? Da Caio, ma tale facoltà non si trasmette agli eredi. Congiuntamente da Tizio e da Caio, e la facoltà di ratifica non si trasmette ai loro eredi. Da Caio, ma solo se Sempronio presta il suo consenso. Da Caio e tale facoltà si trasmette ai suoi eredi.
Il terzo che ha contrattato con un rappresentante senza poteri può: invitare l'interessato a pronunciarsi sulla ratifica assegnandogli un termine, scaduto il quale, nel silenzio, la ratifica s'intende negata. dichiarare per iscritto di voler profittare del contratto, precludendo all'interessato l'esercizio della facoltà di ratifica. invitare l'interessato a pronunciarsi sulla ratifica assegnandogli un termine, scaduto il quale, nel silenzio, la ratifica s'intende accordata. dare inizio all'esecuzione del contratto, e, se l'interessato non vi si oppone, la ratifica s'intende accordata.
Tizio ha concluso un contratto con cui ha concesso a Sempronio in locazione un terreno di proprietà di Caio affermando di essere procuratore speciale del proprietario. Tizio, però, ha agito senza aver mai ricevuto alcuna procura da Caio; in tal caso il contratto potrà essere ratificato: da Caio, ma tale facoltà non si trasmette ai suoi eredi. congiuntamente da Tizio e da Caio e tale facoltà non si trasmette ai loro eredi. da Caio, ma solo se Sempronio presta il suo consenso. da Caio e tale facoltà si trasmette ai suoi eredi.
La facoltà di ratifica da parte dell'interessato di un contratto concluso da rappresentante privo di potere: può essere trasmessa agli eredi solo per testamento. non si trasmette agli eredi se il rappresentante era incapace al momento del contratto. si trasmette agli eredi. è intrasmissibile.
Il contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri può essere ratificato dall'interessato? No, salvo che trattasi di contratto che deve farsi per iscritto a pena di nullità. No. Sì. No, salvo che trattasi di contratto di durata.
Il terzo contraente e colui che ha contrattato come rappresentante eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli: non possono sciogliere il contratto. possono d'accordo in ogni tempo sciogliere il contratto. possono sciogliere il contratto solo con il consenso dell'interessato. possono d'accordo sciogliere il contratto prima della ratifica da parte dell'interessato.
Il terzo che ha contrattato con un rappresentante che ha ecceduto dai limiti delle facoltà conferitegli può: dichiarare per iscritto di voler profittare del contratto, precludendo all'interessato l'esercizio della facoltà di ratifica. invitare l'interessato a pronunciarsi sulla ratifica assegnandogli un termine, scaduto il quale, nel silenzio, la ratifica s'intende negata. invitare l'interessato a pronunciarsi sulla ratifica assegnandogli un termine, scaduto il quale, nel silenzio, la ratifica s'intende accordata. dare inizio all'esecuzione del contratto, e, se l'interessato non vi si oppone, la ratifica s'intende accordata.
Il contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli può essere ratificato dall'interessato? No. No, salvo che trattasi di contratto che deve farsi per iscritto a pena di nullità. Sì. No, salvo che trattasi di contratto di durata.
La ratifica del contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri ha effetto: retroattivo, ma sono salvi i diritti dei terzi. retroattivo e non sono salvi i diritti dei terzi. dal momento in cui è stata posta in essere. dal momento in cui è stata portata a conoscenza del terzo contraente.
Il terzo contraente e colui che ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri: possono d'accordo sciogliere il contratto prima della ratifica da parte dell'interessato. possono d'accordo in ogni tempo sciogliere il contratto. possono sciogliere il contratto solo con il consenso dell'interessato. non possono sciogliere il contratto.
Il contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli può essere ratificato: dall'interessato e la facoltà di ratifica si trasmette agli eredi. dall'interessato e la facoltà di ratifica non si trasmette agli eredi. congiuntamente da colui che ha agito eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli e dall'interessato, e la facoltà di ratifica non si trasmette ai loro eredi. solo da colui che ha contrattato eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli e la facoltà di ratifica si trasmette agli eredi.
Il contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri può essere ratificato: solo da colui che ha contrattato senza averne i poteri e la facoltà di ratifica si trasmette agli eredi. dall'interessato e la facoltà di ratifica non si trasmette agli eredi. dall'interessato e la facoltà di ratifica si trasmette agli eredi. congiuntamente da colui che ha contrattato senza averne i poteri e dall'interessato, e la facoltà di ratifica non si trasmette ai loro eredi.
La ratifica del contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli ha effetto: retroattivo, ma sono salvi i diritti dei terzi. retroattivo e non sono salvi i diritti dei terzi. dal momento in cui è stata posta in essere. dal momento in cui è stata portata a conoscenza del terzo contraente.
Nel momento della conclusione del contratto una parte può riservarsi la facoltà: di nominare entro un determinato termine la persona che deve subentrare nel contratto, ma soltanto se questo sia con obbligazioni del solo proponente. di nominare successivamente la persona che deve acquistare i diritti e assumere gli obblighi nascenti dal contratto stesso. di nominare, prima che sia iniziata l'esecuzione del contratto, la persona che deve acquistare i diritti o assumere gli obblighi nascenti dal contratto stesso. di nominare entro un determinato termine la persona che deve subentrare nel contratto.
Il codice civile prevede la possibilità che nel momento della conclusione del contratto una parte si riservi la facoltà di nominare successivamente la persona che deve acquistare i diritti e assumere gli obblighi nascenti dal contratto stesso? Sì, per i contratti di permuta e di assicurazione, ma non per gli altri contratti. Sì. Sì, per i contratti con obbligazioni del solo proponente, ma non per gli altri contratti. No.
Se nel contratto per persona da nominare non è stato stabilito un termine diverso, la dichiarazione di nomina della persona che deve acquistare i diritti e assumere gli obblighi nascenti dal contratto: deve essere comunicata all'altra parte nel termine di dieci anni dalla stipulazione del contratto. deve essere comunicata esclusivamente alla persona nominata nel termine di tre giorni dalla stipulazione del contratto. deve essere comunicata all'altra parte nel termine di tre giorni dalla stipulazione del contratto. deve essere comunicata all'altra parte in ogni caso nel termine stabilito dagli usi del luogo in cui il contratto è stato concluso.
Nel contratto per persona da nominare, la dichiarazione di nomina deve essere comunicata all'altra parte nel termine di: tre giorni dalla stipulazione del contratto, inderogabilmente. tre giorni dalla stipulazione del contratto, se le parti non hanno stabilito un termine diverso. quindici giorni dalla stipulazione del contratto, inderogabilmente. trenta giorni dalla stipulazione del contratto, se le parti non hanno stabilito un termine diverso.
Nel contratto per persona da nominare, la dichiarazione di nomina da comunicare all'altra parte, non ha effetto: se non è accompagnata dall'accettazione della persona nominata o se non esiste una procura anteriore al contratto. se non è fatta per iscritto qualunque sia la forma del contratto. se non è redatta per iscritto e non è notificata all'altro contraente. se non è emessa direttamente dalla persona nominata.
Nel contratto per persona da nominare, la dichiarazione di nomina non accompagnata dalla accettazione del terzo può produrre effetti? Sì. No, salvo che esista una procura anteriore al contratto. No. Sì, se la dichiarazione è fatta per atto pubblico.
Nel contratto per persona da nominare, salva diversa convenzione tra le parti, è previsto dalla legge un termine per la comunicazione di nomina? Sì, dieci giorni. Sì, cinque giorni. No. Sì, tre giorni.
Nel contratto per persona da nominare è valida una dichiarazione di nomina fatta oralmente? Sì, salvo che il contratto sia stato stipulato per atto pubblico. Sì, anche se il contratto è redatto per iscritto. No, deve sempre essere fatta per atto scritto. Sì, se il contratto è verbale.
Nel contratto per persona da nominare, quale forma deve rivestire la procura conferita per la dichiarazione di nomina? La stessa forma che le parti hanno usata per il contratto, qualora sia prescritta dalla legge a pena di nullità. La stessa forma che le parti hanno usata per il contratto, anche se non prescritta dalla legge. La forma scritta. L'atto pubblico.
Nel contratto per persona da nominare, la dichiarazione di nomina e la procura o l'accettazione della persona nominata non hanno effetto: se non sono fatte per scrittura privata autenticata. se non rivestono la stessa forma che le parti hanno usata per il contratto, anche se non prescritta dalla legge. se non sono fatte per atto pubblico. se non sono fatte per iscritto.
Nel contratto per persona da nominare l'accettazione della persona nominata non ha effetto: se non riveste la stessa forma che le parti hanno usata per il contratto, anche se non prescritta dalla legge. se non riveste la forma scritta. se non riveste la forma dell'atto pubblico. se non riveste la stessa forma che le parti hanno usata per il contratto, qualora sia prescritta dalla legge a pena di nullità.
Nel contratto per persona da nominare, la dichiarazione di nomina non ha effetto: se non riveste la stessa forma che le parti hanno usato per il contratto, qualora questa sia prevista dalla legge a pena di nullità. se non riveste la stessa forma che le parti hanno usata per il contratto, anche se non prescritta dalla legge. se non riveste la forma dell'atto pubblico. se non riveste la forma scritta.
Se per il contratto per persona da nominare è richiesta a determinati effetti una forma di pubblicità: deve, all'effetto di determinare il trasferimento di diritti reali, effettuarsi la dichiarazione di nomina per atto pubblico. la sola dichiarazione di nomina deve a qualsiasi altro effetto essere resa pubblica nella stessa forma adottata per il contratto. per la dichiarazione di nomina deve essere usata la stessa forma che le parti hanno impiegato per il contratto, qualora questa sia prescritta dalla legge a pena di nullità. deve agli stessi effetti essere resa pubblica anche la dichiarazione di nomina, con l'indicazione dell'atto di procura o dell'accettazione della persona nominata.
Nel contratto per persona da nominare, quando la dichiarazione di nomina è stata validamente fatta, la persona nominata acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dal contratto con effetto dal momento in cui: la dichiarazione di nomina, accompagnata dall'accettazione della persona nominata, è comunicata all'altra parte. la persona nominata accetta. questo fu stipulato. la dichiarazione di nomina è comunicata all'altra parte.
Tizio, con contratto per persona da nominare, ha acquistato da Caio un bene mobile. Successivamente, nel termine stabilito, è stata fatta validamente la dichiarazione di nomina in favore di Sempronio. Quest'ultimo acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dal contratto con effetto dal momento in cui: Sempronio accetta. la dichiarazione di nomina, anche se non accompagnata dall'accettazione di Sempronio, è comunicata a Caio. il contratto per persona da nominare fu stipulato. la dichiarazione di nomina, accompagnata dall'accettazione di Sempronio, è comunicata al venditore Caio.
Nel contratto per persona da nominare, la valida dichiarazione di nomina ha effetti retroattivi? No, ha effetto dal momento dell'accettazione del terzo. No, ha effetto dal momento in cui viene fatta. Sì. Sì, salvo che non sia stata fatta nel termine stabilito dalla legge o dalle parti.
Quando la dichiarazione di nomina è stata validamente fatta, la persona nominata: subentra nel contratto dal momento della dichiarazione di nomina. non può più rifiutare gli effetti del contratto. acquista i diritti derivanti dal contratto dal momento in cui accetta la nomina. acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dal contratto con effetto dal momento in cui questo fu stipulato.
Nel contratto per persona da nominare, se la dichiarazione di nomina non è fatta validamente nel termine stabilito dalla legge o dalle parti, il contratto: è inefficace. produce i suoi effetti tra i contraenti originari. è annullabile qualora non venga successivamente convalidato o ratificato dall'interessato. è nullo.
Nel contratto per persona da nominare, se manca o è invalida la dichiarazione di nomina: il contratto produce i suoi effetti tra i contraenti. il contratto è inefficace totalmente. il contratto si risolve di diritto. il contratto si risolve e la parte che si era riservata la facoltà di nomina deve risarcire il danno all'altra parte.
In un contratto a prestazioni corrispettive, una parte può sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto? Sì, se l'altra parte ha eseguito esattamente la prestazione dovuta e non ha ancora intimato per iscritto di adempiere. Sì, se le prestazioni non sono ancora state eseguite e purché l'altra parte vi consenta. No, salvo che almeno una delle prestazioni sia stata eseguita e l'altra parte consenta alla cessione. No, salvo che l'altra parte abbia eseguito la prestazione dovuta e non si opponga entro un congruo termine alla cessione.
Una parte può sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con prestazioni corrispettive, se queste non sono state ancora eseguite? Sì, purché la cessione sia notificata all'altra parte ancorché questa si opponga. No, salvo che nessuna delle prestazioni abbia per oggetto una somma di danaro e l'altra parte non si opponga entro un congruo termine. No, salvo che almeno una delle prestazioni abbia per oggetto una somma di danaro e l'altra parte non si opponga entro un congruo termine. Sì, purché l'altra parte vi consenta.
Ciascuna parte può sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti da un contratto con prestazioni corrispettive: se queste non sono state ancora eseguite, anche se l'altra parte non vi consenta. se almeno una delle prestazioni non sia stata ancora eseguita, e l'altra parte non si opponga entro un congruo termine. se queste non sono state ancora eseguite, purché l'altra parte vi consenta. anche se queste sono state già eseguite, purché l'altra parte vi consenta.
Ai fini dell'efficacia della cessione del contratto è necessario il consenso o l'accettazione del contraente ceduto? Sì, solo nei contratti per i quali è prevista la forma scritta. Sì, solo nei contratti con prestazioni corrispettive. No. Sì.
Se tutti gli elementi del contratto ceduto risultano da un documento nel quale è inserita la clausola "all'ordine" o altra equivalente: la girata del documento produce la sostituzione del giratario nella posizione del girante. la girata del documento produce la sostituzione del giratario, che lo firmi per accettazione, nella posizione del girante. la girata del documento, fatta con sottoscrizione autenticata, vale come cessione del contratto. la girata del documento determina la cessione del contratto solo se la clausola è stata specificamente approvata per iscritto.
In un contratto con prestazioni corrispettive, se una parte ha consentito preventivamente che l'altra sostituisca a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto, da quale momento tra i seguenti la sostituzione è efficace nei suoi confronti? Dal momento in cui il cessionario ha conoscenza dell'accettazione del cedente. Dal momento in cui il cessionario adempie le obbligazioni assunte o in cui dà avviso al cedente dell'impossibilità di eseguirle. Dal momento in cui la sostituzione è stata notificata al contraente ceduto. Dal momento in cui il cedente ha conoscenza dell'accettazione del cessionario.
In un contratto con prestazioni corrispettive, se una parte ha consentito preventivamente che l'altra sostituisca a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto, da quale momento la sostituzione è efficace nei confronti del contraente ceduto? Dal momento in cui il cessionario adempie le obbligazioni assunte o in cui dà avviso al cedente dell'impossibilità di eseguirle. Dal momento in cui il cessionario ha conoscenza dell'accettazione del cedente. Dal momento in cui il cedente ha conoscenza dell'accettazione del cessionario. Dal momento in cui la sostituzione è stata notificata al contraente ceduto o in cui esso l'ha accettata.
In un contratto con prestazioni corrispettive, se una parte ha consentito preventivamente che l'altra sostituisca a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto, da quale momento tra i seguenti la sostituzione è efficace nei suoi confronti? Dal momento in cui il contraente ceduto ha accettato la sostituzione. Dal momento in cui il cessionario adempie le obbligazioni assunte. Dal momento in cui il cedente viene a conoscenza dell'accettazione del cessionario. Dal momento in cui il cessionario viene a conoscenza dell'accettazione del cedente.
Se una parte ha consentito preventivamente che l'altra sostituisca a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto: la sostituzione è efficace nei suoi confronti dal momento in cui le è stata notificata o in cui essa l'ha accettata. la sostituzione è efficace nei suoi confronti dal momento in cui il cessionario adempie le obbligazioni assunte. la sostituzione è efficace nei suoi confronti dal momento in cui il cessionario ha notizia dell'accettazione del cedente. la sostituzione non è efficace nei suoi confronti fino a che il cedente non abbia conoscenza dell'accettazione del cessionario.
Nella cessione del contratto il contraente ceduto, in caso di inadempimento del cessionario, può agire nei confronti del cedente? Sì, in ogni caso. No, mai. No, salvo che abbia dichiarato di non liberare il cedente. Sì, se tutti gli elementi del contratto risultano da un atto scritto.
Nell'ipotesi di cessione di un contratto a prestazioni corrispettive, salvo che il contraente ceduto abbia dichiarato di non liberare il cedente, da quale momento il cedente è liberato dalle sue obbligazioni verso il contraente ceduto? Dal momento in cui il cessionario viene a conoscenza dell'accettazione, da parte del cedente, della proposta di cessione. Dal momento in cui la sostituzione diviene efficace nei confronti del contraente ceduto. Dal momento in cui il cedente viene a conoscenza dell'accettazione, da parte del cessionario, della proposta di cessione. Dal momento in cui il cessionario adempie le obbligazioni assunte.
Nell'ipotesi di cessione di un contratto a prestazioni corrispettive, salvo che il contraente ceduto abbia dichiarato di non liberare il cedente, da quale momento il cedente è liberato dalle sue obbligazioni verso il contraente ceduto? Dal momento in cui la sostituzione viene notificata al contraente ceduto o in cui questo l'ha accettata. Dal momento in cui il cessionario adempie le obbligazioni assunte o in cui dà avviso al cedente dell'impossibilità di eseguirle. Dal momento in cui il cessionario viene a conoscenza dell'accettazione, da parte del cedente, della proposta di cessione. Dal momento in cui il cedente viene a conoscenza dell'accettazione, da parte del cessionario, della proposta di cessione.
Il cedente di un contratto a prestazioni corrispettive è liberato dalle sue obbligazioni verso il contraente ceduto: dal momento in cui il cessionario adempie le obbligazioni assunte. dal momento in cui il cedente viene a conoscenza dell'accettazione, da parte del cessionario, della proposta di cessione. dal momento in cui la sostituzione diviene efficace nei confronti di questo. dal momento in cui il cessionario viene a conoscenza dell'accettazione, da parte del cedente, della proposta di cessione.
Nell'ipotesi di cessione del contratto il contraente ceduto può opporre al cessionario le eccezioni derivanti dal contratto oggetto della cessione? Sì, salvo che il contratto ceduto sia con prestazioni corrispettive. No. Sì. No, salvo che ne abbia fatto espressa riserva al momento in cui ha consentito alla sostituzione.
Nell'ipotesi di cessione del contratto, il contraente ceduto può opporre al cessionario le eccezioni fondate su altri rapporti col cedente? Sì, salvo che ne abbia fatto espressa rinunzia al momento in cui ha consentito alla cessione. No, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, ed è nullo ogni patto contrario. No, salvo che ne abbia fatto espressa riserva al momento in cui ha consentito alla sostituzione.
Nella cessione del contratto il cedente è tenuto a garantire l'adempimento delle obbligazioni del contraente ceduto? No, se non assume tale garanzia. Sì, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, se tale garanzia non è espressamente esclusa. No, ed è nullo ogni patto contrario.
Nella cessione del contratto il cedente è tenuto a garantire: la validità del contratto ceduto. l'adempimento del contratto ceduto, se gli usi non dispongono diversamente. l'avvenuta registrazione del contratto ceduto. le qualità personali del contraente ceduto.
Nella cessione del contratto il cedente è tenuto a garantire, nei confronti del cessionario, l'adempimento del contraente ceduto? No, mai. No, salvo che ne abbia espressamente assunto la garanzia. Sì. Sì, salvo che ne abbia fatto espressa riserva al momento in cui il ceduto ha consentito alla sostituzione del cessionario.
Nella cessione del contratto il cedente è tenuto a garantire la validità del contratto ceduto? Sì, salvo che il contratto ceduto sia con prestazioni corrispettive. No. No, salvo che sia stato espressamente convenuto. Sì.
Nella cessione del contratto, il cedente è tenuto a garantire la validità del contratto? No, salvo patto contrario. No, se la cessione è avvenuta in forma scritta. No, se vi è stato il consenso del ceduto alla sostituzione del cedente con il cessionario. Sì.
La stipulazione di un contratto a favore di terzo è valida qualora: lo stipulante vi abbia interesse. vi abbiano interesse sia il terzo che lo stipulante. la legge non lo vieti. il terzo vi abbia interesse.
Nel contratto a favore di terzo, salvo patto contrario, il terzo acquista il diritto contro il promittente: per effetto della registrazione del contratto. per effetto della stipulazione del contratto. per effetto della conoscenza da parte dello stipulante dell'accettazione del terzo. per effetto della notificazione del contratto al terzo.
Nel contratto a favore di terzo in caso di revoca della stipulazione o di rifiuto del terzo di profittarne: la prestazione rimane a beneficio dello stipulante, salvo che risulti diversamente dalla volontà delle parti o dalla natura del contratto. la prestazione rimane a beneficio dello stipulante e non è ammesso patto contrario. il contratto si risolve di diritto. il contratto si scioglie.
Nel contratto a favore di un terzo la stipulazione può essere: revocata o modificata dallo stipulante, finché il terzo non abbia dichiarato, anche nei confronti del promittente, di volerne profittare. revocata o modificata dallo stipulante, finché il terzo non ne abbia profittato. revocata o modificata dal promittente, finché il terzo non ne abbia profittato. solo modificata, ma non revocata dallo stipulante o dal promittente, finché il terzo non abbia notificato la sua accettazione.
Nel contratto a favore del terzo, se la prestazione deve essere fatta al terzo dopo la morte dello stipulante, questi può revocare il beneficio: solo con un negozio unilaterale tra vivi e se il terzo sia nel frattempo deceduto. anche con una disposizione testamentaria e quantunque il terzo abbia dichiarato di volerne profittare, salvo che, in quest'ultimo caso, lo stipulante abbia rinunciato per iscritto al potere di revoca. solo con una disposizione testamentaria e se il terzo sia premorto allo stipulante. anche con una disposizione testamentaria, purché il terzo non abbia già dichiarato di volerne profittare.
Nel contratto a favore di terzo, se il terzo premuore allo stipulante: la prestazione deve essere eseguita a favore degli eredi del terzo, purché il beneficio non sia stato revocato o lo stipulante non abbia disposto diversamente. la prestazione deve essere eseguita a favore degli eredi del terzo, ancorché il beneficio sia stato revocato. la prestazione deve essere eseguita a favore degli eredi del terzo, purché lo stipulante abbia rinunciato per iscritto al potere di revoca. la prestazione deve essere eseguita a favore degli eredi del terzo, ancorché lo stipulante abbia disposto diversamente.
Nel contratto a favore di terzo, se la prestazione deve essere fatta al terzo dopo la morte dello stipulante, è valida la revoca del beneficio fatta con una disposizione testamentaria? Sì, quantunque il terzo abbia dichiarato di volerne profittare, salvo che, in quest'ultimo caso, lo stipulante abbia rinunciato per iscritto al potere di revoca. Sì, salvo che il terzo abbia dichiarato di volerne profittare. Sì, solo se contenuta in un testamento pubblico. Sì, anche se lo stipulante ha rinunciato per iscritto al potere di revoca.
Nel contratto a favore di terzo il promittente può opporre al terzo: le eccezioni fondate sul contratto dal quale il terzo deriva il suo diritto, ma non quelle fondate su altri rapporti tra promittente e stipulante. anche le eccezioni fondate su altri rapporti, diversi dal contratto dal quale il terzo deriva il suo diritto, tra promittente e stipulante. solo le eccezioni personali. le eccezioni fondate su qualsiasi rapporto fra promittente e stipulante, anche se il terzo ne sia estraneo.
Tizio, volendo donare un appartamento alla sua amica Caia, simula una vendita a favore di questa. Il contratto di vendita viene redatto per atto pubblico, ma l'accordo simulatorio viene fatto risultare da semplice atto scritto. Nel nostro caso, la donazione dissimulata: è efficace tra le parti ma è suscettibile di annullamento, a istanza di Tizio, in quanto l'accordo simulatorio non è stato redatto per atto pubblico. è pienamente efficace tra le parti ed è sempre opponibile ai terzi. è inefficace anche tra le parti in quanto l'accordo simulatorio non è stato redatto per atto pubblico. è pienamente efficace tra le parti.
Il contratto simulato produce effetti tra le parti? No. Sì, salvo che sia illecito. Sì, purché ne sussistano i requisiti di sostanza e di forma. Sì.
Il contratto simulato: non produce effetto tra le parti. produce effetto sia tra le parti che nei confronti di terzi. produce effetti solo tra le parti, ma non nei confronti di terzi. produce effetto solo tra le parti e nei confronti dei terzi che abbiano acquistato diritti dal simulato acquirente, anteriormente alla trascrizione della domanda di simulazione.
Gli atti unilaterali destinati a persona determinata, che siano simulati per accordo tra il dichiarante e il destinatario: non producono effetto fra costoro. producono effetto solo fra costoro, ma non nei confronti dei terzi. producono effetto solo nei confronti del soggetto in buona fede. producono effetto sia fra costoro che nei confronti dei terzi.
Tizio, volendo donare a Caia un fondo, per non comprometterla ne simula la vendita. Tra Tizio e Caia il contratto di donazione avrà effetto? Sì, purché la vendita sia conclusa con scrittura privata autenticata. Sì, purché la vendita sia conclusa con scrittura privata ancorché non autenticata. Sì, in qualunque forma sia stata conclusa la vendita. Sì, solo se il contratto di vendita sia stipulato per atto pubblico.
Nella simulazione, se le parti hanno voluto concludere un contratto diverso da quello apparente: il contratto dissimulato ha effetto solo nei confronti della parte in buona fede. il contratto dissimulato ha effetto tra esse, ma la parte in buona fede può chiederne la risoluzione. ha effetto tra esse il contratto dissimulato, purché ne sussistano i requisiti di sostanza e di forma. il contratto dissimulato è inefficace.
Tizio, con contratto simulato, vende a Caio il fondo Tuscolano, nuocendo al proprio creditore Sempronio. Caio, a sua volta, vende il fondo Tuscolano a Mevio che è ignaro di aver acquistato da un proprietario solo apparente. Nel nostro caso, il creditore Sempronio: potrà agire direttamente sul fondo Tuscolano in quanto questo non è mai uscito dal patrimonio di Tizio. potrà sempre opporre la simulazione a Mevio purché il suo credito sia anteriore alla vendita. potrà opporre la simulazione a Mevio solo se la trascrizione della domanda di simulazione precede la trascrizione della vendita del fondo Tuscolano da Caio a Mevio. non potrà mai opporre la simulazione a Mevio.
Fatti salvi gli effetti della trascrizione della domanda di simulazione, la simulazione può essere opposta dai creditori del simulato alienante ai terzi che in buona fede hanno acquistato diritti dal titolare apparente? Sì. No. No, salvo che il loro diritto sia anteriore all'atto simulato. Sì, se hanno compiuto atti di esecuzione sui beni che furono oggetto del contratto simulato.
Salvi gli effetti della trascrizione della domanda di simulazione, la simulazione non può essere opposta ai terzi che in buona fede hanno acquistato diritti dal titolare apparente: dagli aventi causa o dai creditori del simulato alienante, ma può esserlo dalle parti contraenti. né dalle parti contraenti, né dagli aventi causa o dai creditori del simulato alienante. dagli aventi causa o dai creditori del simulato alienante, salvo che il loro diritto sia anteriore all'atto simulato. dalle parti contraenti, ma può esserlo dagli aventi causa o dai creditori del simulato alienante.
I terzi possono far valere la simulazione nei confronti delle parti di un contratto simulato? No, salvo che il contratto simulato sia illecito. No. Sì, quando la simulazione pregiudica i loro diritti. No, salvo che il loro diritto sia sorto anteriormente all'atto simulato.
Tizio, con vendita simulata, aliena il fondo Tuscolano a Caio. Quest'ultimo, profittando dell'apparenza che lo rende proprietario di quel bene, lo vende a Sempronio che è in buona fede. Nel nostro caso, Tizio: potrà sempre opporre la simulazione. potrà sempre opporre la simulazione a Sempronio purché l'accordo simulatorio risulti da atto scritto. non potrà in nessun caso opporre la simulazione a Sempronio. potrà opporre la simulazione solo se la trascrizione della domanda di simulazione è avvenuta prima della trascrizione dell'acquisto di Sempronio.
I terzi possono far valere la simulazione in confronto delle parti: in ogni caso. quando il loro diritto sia sorto anteriormente all'atto simulato. quando essa pregiudica i loro diritti. solo se sono in buona fede.
Tizio simula la vendita di un prezioso vaso cinese a favore di Caio, al solo scopo di sottrarre il bene all'esecuzione dei propri creditori. Successivamente, Caio dona, mediante atto pubblico, il vaso a Sempronio. L'acquisto di Sempronio è valido? Sì, purché sia in buona fede. Sì, purché il vaso sia stato consegnato. No. Sì, ma è rescindibile.
I creditori del simulato alienante possono far valere: i loro diritti e azioni nei confronti di entrambe le parti del contratto simulato. la responsabilità per danni sia del simulato alienante che del simulato acquirente. la simulazione solo se il loro diritto sia anteriore al contratto simulato. la simulazione che pregiudica i loro diritti.
La simulazione non può essere opposta dai contraenti: ai terzi di buona fede. ai creditori del titolare apparente che in buona fede hanno compiuto atti di esecuzione sui beni che furono oggetto del contratto simulato. agli aventi causa del titolare apparente che in buona fede hanno acquistato il possesso dei beni che furono oggetto del contratto simulato. ai terzi, anche se in mala fede.
Tizio, con vendita simulata, trasferisce a Caio il fondo Tuscolano. Sempronio creditore di Caio procede al pignoramento del fondo Tuscolano. Può Tizio far valere la simulazione nei confronti di Sempronio? No, se Sempronio era in buona fede. Sì, purché il credito di Sempronio sia sorto successivamente alla vendita simulata. No. Sì, in ogni caso.
La prova per testimoni della simulazione, se la domanda è proposta da creditori o da terzi: non è ammissibile quando sia diretta a far valere l'annullabilità del contratto. è ammissibile senza limiti. è ammissibile solo quando sia diretta a far valere la nullità del contratto per contrasto con norme imperative. è ammissibile senza limiti solo qualora sia diretta a far valere l'illiceità del contratto dissimulato.
La prova per testimoni della simulazione, qualora sia diretta a far valere l'illiceità del contratto dissimulato: è ammissibile senza limiti solo se è proposta dalle parti. è ammissibile senza limiti solo se proposta da creditori o da terzi. se il valore del contratto non supera cinquantamila euro. è ammissibile senza limiti anche se è proposta dalle parti e non solo se è proposta da creditori o da terzi.
Secondo il codice civile, la illiceità della causa del contratto, ne determina: in ogni caso l'annullabilità. in ogni caso la rescindibilità. in ogni caso la nullità. l'annullabilità, salvo diversa disposizione di legge.
Secondo il codice civile la contrarietà del contratto a norme imperative ne determina: la nullità, salvo che la legge disponga diversamente. l'annullabilità, salvo che la legge disponga diversamente. in ogni caso l'annullabilità. la rescindibilità, salvo che la legge disponga diversamente.
Secondo il codice civile, la mancanza dell'accordo nel contratto, ne determina: in ogni caso la rescindibilità. l'annullabilità, salvo che nei contratti per adesione. in ogni caso la nullità. in ogni caso l'annullabilità.
Secondo il codice civile, la mancanza dell'oggetto del contratto, ne determina: l'annullabilità, salvo diversa disposizione di legge. in ogni caso la rescindibilità. in ogni caso la nullità. in ogni caso l'annullabilità.
Nel contratto l'indeterminabilità dell'oggetto produce: in ogni caso la nullità del contratto. l'annullabilità del contratto, salvo diversa disposizione di legge. la rescindibilità del contratto. in ogni caso l'annullabilità del contratto.
Secondo il codice civile, l'illiceità del motivo comune ad entrambe le parti del contratto ne determina: in ogni caso la nullità. in ogni caso l'annullabilità. l'annullabilità, salvo diversa disposizione di legge. in ogni caso la rescindibilità.
Secondo il codice civile, l'illiceità della causa del contratto ne determina: in ogni caso la risoluzione. in ogni caso la nullità. in ogni caso la rescissione. l'invalidità relativa, salva la convalidazione.
La nullità parziale di un contratto importa la nullità dell'intero contratto: solo se trattasi di nullità per illiceità della causa. se risulta che i contratti lo avrebbero ugualmente concluso, ma a condizioni diverse, senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità. solo se essa deriva dalla mancanza nell'oggetto dei requisiti determinati dalla legge. se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità.
La nullità di singole clausole di un contratto importa la nullità dell'intero contratto se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità. se risulta che i contraenti lo avrebbero ugualmente concluso, ma a condizioni diverse, senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità. solo se trattasi di nullità per illiceità della causa. solo se essa deriva dalla mancanza nell'oggetto dei requisiti determinati dalla legge.
Nei contratti con più di due parti, in cui le prestazioni di ciascuna sono dirette al conseguimento di uno scopo comune, la nullità che colpisce il vincolo di una sola delle parti importa nullità del contratto? Sì, anche se la partecipazione di essa non debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. No, salvo che si tratti di contratto a favore di terzi. No, anche se la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. No, salvo che la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale.
Nei contratti con più di due parti, in cui le prestazioni di ciascuna sono dirette al conseguimento di uno scopo comune, la nullità che colpisce il vincolo di una sola delle parti: non importa nullità del contratto, salvo che la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. importa nullità del contratto, anche se la partecipazione di essa non debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. non importa nullità del contratto, anche se la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. importa nullità del contratto nel solo caso di contratto a favore di terzi.
Nei contratti con più di due parti, in cui le prestazioni di ciascuna sono dirette al conseguimento di uno scopo comune, la nullità che colpisce il vincolo di una sola delle parti importa nullità del contratto? No, salvo che la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. Sì, solo se tale parte è una persona giuridica. Sì, anche se la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi non essenziale. No, mai.
Salvo diverse disposizioni di legge, la nullità di un contratto: può essere fatta valere solo dal contraente a favore del quale essa è stabilita e non può essere rilevata d'ufficio dal giudice. può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse con esclusione dei contraenti e non può essere rilevata d'ufficio dal giudice. può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse e può essere rilevata d'ufficio dal giudice. può essere fatta valere solo dai contraenti congiuntamente e può essere rilevata d'ufficio dal giudice.
Qual è il termine di prescrizione dell'azione di nullità? Cinque anni. Dieci anni. È imprescrittibile. Un anno.
Il contratto nullo può essere oggetto di convalida? No, in nessun caso. Sì, solo da parte del contraente al quale spetta l'azione di nullità. Sì, purché tutte le parti lo vogliano. No, a meno che la legge non disponga diversamente.
Chi è legittimato a chiedere la convalida del contratto nullo? Nessuno, salvo che la legge disponga diversamente. Il contraente al quale spetta l'azione di nullità. Il contraente al quale spettava l'azione di nullità che, conoscendo il motivo di nullità ha dato volontariamente esecuzione al contratto. Chiunque vi abbia interesse.
Il contratto nullo può produrre gli effetti di un contratto diverso, del quale contenga i requisiti di sostanza e di forma? No, in nessun caso. Sì, qualora, avuto riguardo allo scopo perseguito dalle parti, debba ritenersi che esse lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la nullità. Sì, purché i contraenti l'abbiano previsto nel contratto stesso. No, salvo che uno dei contraenti sia deceduto.
Il contratto nullo può produrre gli effetti di un contratto diverso, del quale contenga i requisiti di sostanza e di forma: solo se uno dei contraenti sia deceduto. qualora, avuto riguardo allo scopo perseguito dalle parti, debba ritenersi che esse lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la nullità. purché la parte interessata faccia valere tali effetti entro l'anno dalla sua stipulazione. solo se i contraenti lo hanno previsto nel contratto stesso.
Il contratto nullo può produrre gli effetti di un contratto diverso, del quale contenga i requisiti di sostanza e di forma? Sì. No. Sì, qualora, avuto riguardo allo scopo perseguito dalle parti, debba ritenersi che esse lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la nullità. No, se la legge non dispone diversamente.
Il contratto concluso dal minore è: annullabile. efficace tra le parti. nullo. valido, ma inefficace.
È valido il contratto concluso dal minore che abbia con raggiri occultato la sua minore età? No, è annullabile. Sì, ma è impugnabile. Sì. Sì, ma è inefficace.
Perché l'errore sia causa di invalidità del contratto è necessario che sia: essenziale o riconoscibile dall'altro contraente. essenziale e riconoscibile dall'altro contraente. comune ad entrambe le parti anche se non essenziale. imputabile ad una sola delle parti.
È annullabile un contratto per errore di diritto? No, essendo soggetto solo a rettifica. No. Sì, se l'errore è riconoscibile dal contraente. Sì, se l'errore è riconoscibile dall'altro contraente ed è stata la ragione unica o principale del contratto.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi l'errore è essenziale ai fini dell'annullabilità del contratto? Quando cade sulla forma del contratto. Quando trattasi di errore di calcolo che non si concreta in errore sulla quantità. Quando cade sull'identità della persona dell'altro contraente, ancorché non sia stata determinante del consenso. Quando, trattandosi di errore di diritto, è stato la ragione unica o principale del contratto.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi l'errore è essenziale ai fini dell'annullabilità del contratto? Quando cade sulla forma del contratto. Quando cade sulle qualità della persona dell'altro contraente, ancorché non siano state determinanti del consenso. Quando trattasi di errore di calcolo che non si concreta in errore sulla quantità. Quando cade sulla natura del contratto.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi l'errore è essenziale ai fini dell'annullabilità del contratto? Quando cade sull'identità della persona dell'altro contraente, sempre che sia stata determinante del consenso. Quando trattasi di errore di diritto, ancorché non sia stato la ragione unica o principale del contratto. Quando cade sulla forma del contratto. Quando trattasi di errore di calcolo che non si concreta in errore sulla quantità.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi l'errore è essenziale ai fini dell'annullabilità del contratto? Quando cade sulla forma del contratto. Quando trattasi di errore di diritto, ancorché non sia stato la ragione unica o principale del contratto. Quando trattasi di errore di calcolo che non si concreta in errore sulla quantità. Quando cade su una qualità dell'oggetto della prestazione che, secondo il comune apprezzamento o in relazione alle circostanze, deve ritenersi determinante del consenso.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi l'errore è essenziale ai fini dell'annullabilità del contratto? Quando cade sull'identità dell'oggetto della prestazione. Quando cade sulla forma del contratto. Quando cade sull'identità della persona dell'altro contraente, ancorché non sia stata determinante del consenso. Quando trattasi di errore di calcolo che non si concreta in errore sulla quantità.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi l'errore è essenziale ai fini dell'annullabilità del contratto? Quando cade sull'oggetto del contratto. Quando cade sulla forma del contratto. Quando cade sulle qualità della persona dell'altro contraente, ancorché non siano state determinanti del consenso. Quando trattasi di errore di calcolo che non si concreta in errore sulla quantità.
A norma del codice civile in quale dei seguenti casi l'errore è essenziale ai fini dell'annullabilità del contratto? Quando cade sulle qualità della persona dell'altro contraente, sempre che siano state determinanti del consenso. Quando trattasi di errore di calcolo che non si concreta in errore sulla quantità. Quando cade sulla forma del contratto. Quando trattasi di errore di diritto, ancorché non sia stato la ragione unica o principale del contratto.
È annullabile il contratto viziato da errore che cade sulla identità dell'altro contraente? No, salvo che l'altro contraente abbia, con raggiri, dato causa all'errore. Sì, se è riconoscibile dall'altro contraente e l'identità è stata determinante del consenso. Sì, se l'identità è stata determinante del consenso, ancorché l'errore non sia riconoscibile dall'altro contraente. No.
È annullabile il contratto viziato da errore che cade sull'oggetto del contratto? Sì, se l'errore è stato determinante del consenso. Sì, se l'errore era riconoscibile dall'altro contraente. Sì, se è stato la ragione unica o principale del contratto. Sì, se era riconoscibile da entrambi i contraenti.
L'errore di calcolo dà luogo: sempre a rettifica del contratto. sempre a nullità del contratto. non ad annullamento del contratto, ma solo a rettifica tranne che, concretandosi in errore sulla quantità, sia stato determinante del consenso. sempre ad annullamento del contratto.
L'errore si considera riconoscibile quando, in relazione al contenuto, alle circostanze del contratto ovvero alla qualità dei contraenti: è stato determinante del consenso. una persona in buona fede avrebbe potuto rilevarlo. è stato la ragione unica o principale del contratto. una persona di normale diligenza avrebbe potuto rilevarlo.
La parte in errore non può domandare l'annullamento del contratto: se dall'errore non sia derivato apprezzabile pregiudizio. se, prima che ad essa possa derivarne pregiudizio, l'altra offre di eseguirlo in modo conforme al contenuto e alle modalità del contratto che quella intendeva concludere. se essendone derivato pregiudizio, l'altra offra il risarcimento del danno. se l'altra offre di rettificare l'errore.
La violenza può essere causa di annullamento del contratto anche se esercitata da un terzo? No, salvo che il terzo sia parente entro il secondo grado del contraente che trae vantaggio dal contratto. No. Sì. Sì, ma solo se il terzo riceve un vantaggio anche se indiretto.
La violenza esercitata da un terzo è causa di annullamento del contratto? Sì, se tratta di un ascendente o discendente del contraente. Sì. Sì, se si tratta del coniuge del contraente. Sì, se si tratta del coniuge o di un ascendente o discendente del contraente.
La violenza, quale vizio del consenso del contratto, deve: essere tale da non consentire resistenza da parte di persona sensata, senza avere riguardo all'età, al sesso e alla condizione della stessa. essere diretta solo contro la persona fisica. essere di tal natura da far temere un pregiudizio imminente ed irreparabile, non altrimenti evitabile. essere di tal natura da far impressione sopra una persona sensata e da farle temere di esporre sé o i suoi beni a un male ingiusto e notevole, avuto riguardo all'età, al sesso e alla condizione delle persone.
La violenza è causa di annullamento del contratto: anche quando il male minacciato riguarda la persona o i beni del coniuge del contraente o di un discendente o ascendente di lui. solo quando il male minacciato riguarda la persona e i beni del contraente. esclusivamente secondo la prudente valutazione delle circostanze e delle qualità delle parti da parte del giudice. anche quando il male minacciato riguarda la persona o i beni di conviventi, a qualsiasi titolo, con il contraente.
Il solo timore riverenziale è causa di annullamento del contratto? Sì. Sì, quando l'altro contraente poteva riconoscere l'esistenza del timore riverenziale. No, salvo che l'altro contraente se ne sia avvantaggiato. No.
Il timore riverenziale può essere causa di annullamento del contratto? Sì, se è riconoscibile dall'altro contraente. No. Sì. Sì, se è stato determinante del consenso.
La minaccia di far valere un diritto può essere causa di annullamento del contratto? Sì, se è stata determinante del consenso. No, salvo che sia diretta a conseguire vantaggi ingiusti. No. Sì.
La minaccia di far valere un diritto può essere causa di annullamento del contratto solo quando: è tale da ingenerare un timore riverenziale. è diretta a conseguire vantaggi ingiusti. è tale da far impressione sopra una persona sensata e da farle temere di esporre sé o i suoi beni ad un male ingiusto e notevole. è tale che senza di essa l'altra parte non avrebbe contrattato.
In tema di annullamento del contratto per dolo, quando i raggiri sono stati usati da un terzo, il contratto è: annullabile anche se il contraente a cui erano noti non ne ha tratto vantaggio. annullabile se i raggiri erano noti al contraente che ne ha tratto vantaggio. annullabile anche se i raggiri non erano noti al contraente che ne ha tratto vantaggio. sempre annullabile.
Il dolo è causa di annullamento del contratto quando i raggiri usati da uno dei contraenti, sono stati tali che: senza di essi, il contratto sarebbe stato comunque concluso, ma a condizioni diverse. abbiano indotto in errore l'altro contraente. in relazione al contenuto ed alle circostanze del contratto ed alla qualità dell'altro contraente, una persona di normale diligenza avrebbe dovuto rilevarli. senza di essi, l'altra parte non avrebbe contrattato.
Quando i raggiri non sono stati tali da determinare il consenso, il dolo è causa di annullamento del contratto? Sì, se sono stati usati da un terzo. Sì, se senza di essi sarebbe stato concluso a condizioni diverse. Sì, in ogni caso. No, benché senza di essi sarebbe stato concluso a condizioni diverse.
Da chi può essere fatta valere l'annullabilità di un contratto per incapacità di un contraente perché condannato in stato di interdizione legale? Solo da entrambe le parti congiuntamente. Solo dalla parte non incapace. Da chiunque vi abbia interesse. Solo dalla parte che abbia subito un danno patrimoniale.
Tizio, in stato di interdizione legale per aver subito una condanna penale, conclude un contratto con Caio per la vendita di un immobile. In tal caso da chi potrà essere fatta valere l'annullabilità del contratto? Solo da Tizio. Da chiunque vi abbia interesse. Solo da Caio. Solo dal tutore di Tizio.
A norma del codice civile, da chi può essere domandato l'annullamento del contratto quando l'annullabilità non dipenda da incapacità del condannato in stato di interdizione legale? Da chiunque vi abbia interesse e può anche essere dichiarata d'ufficio dal giudice. Da una qualunque delle parti contraenti. Solo dalla parte nel cui interesse l'annullamento è stabilito dalla legge. Necessariamente da tutti i contraenti congiuntamente.
L'annullabilità può essere opposta dalla parte convenuta per l'esecuzione del contratto anche se è prescritta l'azione per farla valere? No, a meno che l'annullabilità dipenda da vizio del consenso. Sì. Sì, ma solo se l'adempimento sia stato richiesto oltre un anno dal momento in cui si è verificata la prescrizione dell'azione di annullamento. No.
Quando l'annullabilità del contratto non dipende da incapacità legale o vizio del consenso, il termine di prescrizione dell'azione di annullamento decorre: dal giorno in cui risulta la malafede dell'altro contraente. dal giorno della registrazione del contratto. dal giorno della conclusione del contratto. dal giorno della redazione del compromesso.
L'annullabilità può essere opposta dalla parte convenuta per l'esecuzione del contratto? Sì, se l'annullabilità dipende da vizio del consenso. Sì, se l'annullabilità dipende dall'incapacità legale di contrattare di una delle parti. Sì, anche se è prescritta l'azione di annullamento. Sì, solo se non è decorso il termine di prescrizione dell'azione di annullamento.
Qual è il termine di prescrizione dell'azione di annullamento? Un anno. Dieci anni. Cinque anni. Tre anni.
Tizio, diciassettenne non emancipato, ha concluso da solo un contratto preliminare con Caio per la vendita di un immobile. Entro quale termine si prescrive l'azione di annullamento del contratto? In un anno a far tempo dal giorno in cui il minore ha raggiunto la maggiore età. In un anno a far tempo dal giorno della conclusione del contratto. In cinque anni a far tempo dal giorno della conclusione del contratto. In cinque anni a far tempo dal giorno in cui il minore ha raggiunto la maggiore età.
Quando l'annullabilità del contratto dipende dalla minore età di uno dei contraenti, il termine di prescrizione dell'azione di annullamento decorre: dal giorno in cui risulta la malafede dell'altro contraente. dal giorno in cui il minore ha raggiunto la maggiore età. dal giorno della trascrizione della domanda di annullamento. dal giorno della conclusione del contratto.
Tizio è stato convenuto in giudizio da Caio per l'esecuzione di un contratto fra gli stessi stipulato. Il consenso di Tizio era stato carpito da Caio con dolo, ma l'azione di annullamento del contratto si è prescritta. Può Tizio opporsi all'esecuzione eccependo l'annullabilità del contratto? Sì. No. Sì, ma solo se l'azione per l'esecuzione è stata iniziata entro un anno dal verificarsi della prescrizione dell'azione di annullamento. Sì, ma solo se l'azione per l'esecuzione è stata iniziata entro tre anni dal verificarsi della prescrizione dell'azione di annullamento.
Entro quale termine si prescrive l'azione di annullamento di un contratto quando l'annullabilità dipende dalla minore età di uno dei contraenti? In cinque anni dal giorno in cui il minore ha raggiunto la maggiore età. In un anno dal giorno in cui il minore ha raggiunto la maggiore età. In cinque anni dal giorno della conclusione del contratto. In un anno dal giorno della conclusione del contratto.
Entro quale termine si prescrive l'azione di annullamento di un contratto quando l'annullabilità dipende dallo stato di inabilitazione di uno dei contraenti? In cinque anni dal giorno della conclusione del contratto. In cinque anni dal giorno in cui è cessato lo stato di inabilitazione. In un anno dal giorno in cui è cessato lo stato di inabilitazione. In un anno dal giorno della conclusione del contratto.
Entro quale termine si prescrive l'azione di annullamento di un contratto quando l'annullabilità dipende da dolo? In un anno dal giorno in cui è stato scoperto il dolo. In un anno dal giorno della conclusione del contratto. In cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo. In cinque anni dal giorno della conclusione del contratto.
Entro quale termine si prescrive l'azione di annullamento di un contratto quando l'annullabilità dipende da errore? In cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto l'errore. In cinque anni dal giorno della conclusione del contratto. In un anno dal giorno della conclusione del contratto. In un anno dal giorno in cui è stato scoperto l'errore.
Entro quale termine si prescrive l'azione di annullamento di un contratto quando l'annullabilità dipende da violenza? In cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza. In cinque anni dal giorno della conclusione del contratto. In un anno dal giorno in cui è cessata la violenza. In un anno dal giorno della conclusione del contratto.
L'azione di annullamento del contratto per errore si prescrive in cinque anni ed il termine decorre: dal giorno in cui è stato scoperto l'errore. dal momento in cui l'errore è riconoscibile. dalla conclusione del contratto. dal giorno in cui è stata comunicata all'altro contraente la scoperta dell'errore.
Se un contratto è annullato per incapacità di uno dei contraenti, questi è tenuto a restituire all'altro contraente la prestazione ricevuta? No, nemmeno nei limiti in cui la prestazione ricevuta è stata rivolta a suo vantaggio. Sì, per intero, ma solo se l'altro contraente, all'epoca della conclusione del contratto, non conosceva l'incapacità. No, se non nei limiti in cui la prestazione ricevuta è stata rivolta a suo vantaggio. Sì, in ogni caso e per intero.
In caso di annullamento del contratto per incapacità di una delle parti, è ammessa la ripetizione della prestazione ricevuta dall'incapace? No, salvo che si tratti di incapacità naturale. Sì, nei limiti in cui è stata rivolta a suo vantaggio. No, salvo che si tratti di incapacità legale. Sì.
A norma del codice civile, da chi può essere convalidato un contratto annullabile per cause diverse dall'incapacità del condannato in stato di interdizione legale? Necessariamente da tutti i contraenti congiuntamente. Da uno qualunque dei contraenti. Dal contraente al quale spetta l'azione di annullamento. Da chiunque vi abbia interesse.
Da chi può essere convalidato il contratto annullabile? Da chiunque vi abbia interesse. Da nessuno, se la legge non dispone diversamente. Da chi è in condizione di concludere validamente il contratto. Dal contraente al quale spetta l'azione di annullamento.
Come va effettuata la convalida di un contratto annullabile? Mediante dichiarazione notificata alla controparte. Mediante dichiarazione anche orale che faccia riferimento al contratto. Mediante un atto che contenga la menzione del contratto e del motivo di annullabilità, e la dichiarazione che s'intende convalidarlo. Mediante dichiarazione fatta per atto pubblico.
Tizio ha venduto a Caio una partita di merce assumendo l'obbligo di consegnarla entro un mese presso il domicilio di questi. Tizio, pur essendo a conoscenza della circostanza che il contratto era annullabile perché il consenso alla vendita gli era stato carpito con dolo da Caio, effettua la consegna della merce nel termine pattuito. In tal caso il contratto deve intendersi convalidato? No. Sì, a condizione che Caio accetti di pagare il doppio del corrispettivo pattuito. No, salvo che la convalida risulti da atto scritto. Sì.
Il contratto annullabile può essere convalidato mediante un atto dal contraente al quale spetta l'azione di annullamento? No. Sì, purché tale atto contenga la menzione del contratto e del motivo di annullabilità e la dichiarazione che si intende convalidarlo. Sì, purché sia un atto pubblico. Sì, purché da tale atto risulti in modo non equivoco la volontà di sostituire al contratto originario un nuovo contratto.
Il contratto annullabile è convalidato se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione essendo in condizione di concludere validamente il contratto e conoscendo il motivo di annullabilità? Sì. No, salvo che la causa di annullabilità dipenda da errore di diritto. No. Sì, salvo che per la validità del contratto annullabile sia prescritta dalla legge la forma scritta.
Salvi gli effetti della trascrizione della relativa domanda, l'annullamento del contratto non pregiudica i diritti acquistati a titolo oneroso dai terzi di buona fede: anche se la domanda di annullamento sia stata trascritta. se dipenda da incapacità legale. solo se non dipenda da incapacità legale. solo se dipenda da errore, violenza o dolo.
L'annullamento del contratto che non dipenda da incapacità legale: pregiudica i diritti acquistati a titolo oneroso dai terzi di mala fede, anche se la domanda di annullamento sia stata trascritta. non pregiudica i diritti acquistati a titolo oneroso dai terzi di buona fede, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di annullamento. pregiudica i diritti acquistati a titolo oneroso dai terzi di buona fede, indipendentemente dagli effetti della trascrizione della domanda di annullamento. non pregiudica i diritti acquistati a titolo oneroso o gratuito dai terzi, col solo limite degli effetti della trascrizione della domanda di annullamento.
Nei contratti con più di due parti, in cui le prestazioni di ciascuno sono dirette al conseguimento di uno scopo comune, l'annullabilità che riguarda il vincolo di una sola di esse importa l'annullamento del contratto? Sì, anche se la partecipazione della parte il cui vincolo sia annullabile debba, secondo le circostanze, considerarsi non essenziale. No, salvo che la partecipazione della parte il cui vincolo sia annullabile debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. Sì, se l'annullabilità dipenda da violenza. No, mai.
Tizio, Caio e Sempronio hanno stipulato un contratto nel quale le prestazioni di ciascuno di loro sono dirette al conseguimento di uno scopo comune. L'annullamento del vincolo del solo Sempronio: non importa annullamento del contratto, salvo che la partecipazione di Sempronio debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. importa l'annullamento del contratto. importa la nullità del contratto. importa annullamento del contratto solo se l'annullamento che riguarda il vincolo di Sempronio dipenda da incapacità legale.
Il giudice, nel pronunciare, su domanda della parte che si è obbligata, la rescissione di un contratto concluso in stato di pericolo: deve sempre assegnare un indennizzo all'altra parte per l'opera prestata. può, secondo le circostanze, assegnare un equo compenso all'altra parte per l'opera prestata. può subordinarla alla riconduzione del contratto ad equità secondo condizioni da esso determinate. può tener conto solo in casi eccezionali dell'opera prestata dall'altra parte.
Il contratto con cui una parte ha assunto obbligazioni a condizioni inique, per la necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, può essere rescisso? No. Sì, su domanda della parte che si è obbligata a condizioni inique, ancorché la controparte non fosse a conoscenza dello stato di necessità. Sì, su domanda della parte che si è obbligata a condizioni inique, sempre che la controparte fosse stata a conoscenza dello stato di necessità. Sì, su domanda di chiunque.
In quale delle seguenti ipotesi il contratto può essere rescisso? Qualora una parte abbia assunto obbligazioni a condizioni inique, per la necessità, nota alla controparte, di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona. Qualora nei contratti con prestazioni corrispettive uno dei contraenti non adempia. Qualora il consenso di uno dei contraenti sia stato dato per errore essenziale e riconoscibile dall'altro contraente. Qualora il consenso di uno dei contraenti sia stato estorto con violenza o carpito con dolo.
Il contratto con cui una parte ha assunto obbligazioni a condizioni inique, per la necessità, nota alla controparte, di salvare sé o altri dal pericolo attuale di danno grave alla persona: può essere risolto su domanda della parte che si è obbligata. può essere rescisso su domanda della parte che si è obbligata. è risolto di diritto. può essere annullato su domanda della parte che si è obbligata.
Se vi è sproporzione tra la prestazione di una parte e quella dell'altra, e la sproporzione è dipesa dallo stato di bisogno di una parte, del quale l'altra ha approfittato per trarne vantaggio, la parte danneggiata può chiedere: la nullità del contratto. la rescissione del contratto. la risoluzione del contratto. l'annullamento del contratto.
Tizio, approfittando dello stato di bisogno di Caio per trarne vantaggio, ha acquistato da quest'ultimo un appartamento del valore di centocinquantamila euro per il prezzo, pattuito a corpo, di sessantamila euro. Caio può: domandare l'annullamento del contratto per errore essenziale sull'oggetto. domandare la rescissione del contratto per lesione. domandare l'annullamento del contratto per dolo. far dichiarare la nullità del contratto.
Tizio, approfittando dello stato di bisogno di Caio, ha acquistato da quest'ultimo un appartamento del valore di centocinquantamila euro al prezzo di sessantamila euro. Successivamente, e senza che sia stata intentata alcuna azione giudiziaria, Caio e Tizio si accordano e quest'ultimo paga l'integrazione del prezzo fino al valore dell'immobile. In tal caso Caio potrà domandare la rescissione del contratto per lesione? Sì, salvo che si sia trattato di contratto aleatorio. Sì, ma solo se nel contratto era espressamente prevista la rescindibilità. Sì. No.
A norma del codice civile possono essere rescissi per causa di lesione i contratti aleatori? Sì, ma solo se si tratti di contratti aleatori per volontà delle parti. Sì, ma solo se si tratti di contratti aleatori per loro natura. Sì. No.
L'azione generale di rescissione per lesione non è ammissibile: se la parte che la chiede non offre cauzione pari alla metà del valore della lesione lamentata. se il danno non lede un interesse economicamente rilevante della parte che assume di essere danneggiata. se la lesione non eccede la metà del valore che la prestazione eseguita o promessa dalla parte danneggiata aveva al tempo del contratto. se la lesione non eccede la metà del valore che la prestazione della parte danneggiata ha al tempo della domanda.
La rescindibilità può essere opposta dalla parte convenuta per l'esecuzione del contratto? Sì, anche se è prescritta l'azione per farla valere. No. No, salvo che la legge disponga diversamente. Sì, fino a quando non è prescritta l'azione per farla valere.
Salvo che il fatto costituisca reato, qual è il termine di prescrizione dell'azione di rescissione del contratto? Dieci anni. Cinque anni. Un anno. Tre anni.
Il contraente convenuto per l'esecuzione di un contratto rescindibile, può eccepire la rescissione quando la relativa azione sia prescritta? No, salvo che l'azione per l'esecuzione del contratto rescindibile sia stata iniziata entro un anno dopo la scadenza del termine di prescrizione dell'azione di rescissione. Sì, a condizione che si dichiari disposto ad adempiere alla minore prestazione che il giudice stabilirà secondo il proprio prudente apprezzamento. No. Sì.
Il contraente contro il quale è domandata la rescissione di un contratto, può evitarla? Sì, ma solo nei contratti aleatori ed offrendo una modificazione del contratto che riduca almeno di un sesto l'ammontare della prestazione che deve ricevere. Sì, offrendo una modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità. No. No, salvo che sia stato espressamente previsto dalle parti nel contratto.
Il contraente contro il quale è domandata la rescissione: non può evitarla. può evitarla offrendo una modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità. può evitarla ottenendo dall'altro contraente la convalida del contratto rescindibile. può evitarla ottenendo dall'altro contraente la ratifica del contratto rescindibile.
Il contratto rescindibile può essere convalidato? No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo entro un anno dalla sua conclusione. No, a meno che, avuto riguardo allo scopo perseguito dalle parti, debba ritenersi che esse lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la causa di rescindibilità.
A norma del codice civile, il contratto rescindibile: non può essere convalidato. può essere convalidato. può essere convalidato se si tratta di contratto concluso in stato di pericolo. non può essere convalidato salvo che si tratti di contratto ad esecuzione continuata o periodica.
È ammessa la convalida del contratto rescindibile? No. Sì, mediante un atto che contenga la menzione del contratto e del motivo di rescindibilità, e la dichiarazione che si intende convalidarlo. Sì, se chi la esegue è in condizione di concludere validamente il contratto. No, se la legge non dispone diversamente.
La rescissione del contratto avente ad oggetto beni immobili pregiudica i diritti acquistati dai terzi? No, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di rescissione. No, purché i terzi siano aventi causa a titolo oneroso e non a titolo gratuito. Sì, salvo che il contratto rescisso sia una divisione. Sì, ma solo se la domanda di rescissione sia trascritta nei cinque anni dalla data della trascrizione dell'atto di acquisto dei terzi.
La rescissione del contratto pregiudica i diritti acquistati dai terzi? Sì, salvo che il contratto rescisso sia una divisione. Sì, sempre. No, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di rescissione. No, purché i terzi siano aventi causa a titolo oneroso e non a titolo gratuito.
Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l'altro può: a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, ma, se chiede l'adempimento, non può chiedere il risarcimento del danno. a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno. a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, ma, se chiede la risoluzione del contratto, non può chiedere il risarcimento del danno. a sua scelta chiedere l'adempimento o il risarcimento del danno, ma non può chiedere la risoluzione del contratto.
Proposta domanda di risoluzione del contratto per inadempimento, l'inadempiente può ancora adempiere la propria obbligazione? Non può più adempierla dalla data della domanda. Sì. Sì, fino a quando l'altra parte non abbia dichiarato di non avere più interesse alla prestazione. Sì, fino a quando non sia stata pronunziata sentenza esecutiva.
La risoluzione del contratto per inadempimento può essere domandata anche quando il giudizio è stato promosso per ottenere l'adempimento? Sì. No. Sì, ma solo se il richiedente dimostri che è venuto meno l'interesse all'adempimento. Solo per gravi motivi.
La parte che ha promosso il giudizio per ottenere l'adempimento di un contratto con prestazioni corrispettive, può chiedere la risoluzione del contratto? Sì. No. No, a meno che l'inadempimento non abbia scarsa importanza avuto riguardo all'interesse della parte non inadempiente. Sì, ma solo se sia stata prevista, per l'inadempimento, la clausola risolutiva espressa.
Il contraente che ha domandato la risoluzione per inadempimento di un contratto con prestazioni corrispettive può chiedere successivamente l'adempimento? No. No, salvo che l'inadempimento abbia scarsa importanza avuto riguardo all'interesse della parte non inadempiente. Sì. Sì, salvo che sia stata prevista, per il caso d'inadempimento, la clausola risolutiva espressa.
Quando è stata domandata la risoluzione del contratto per inadempimento, può ancora chiedersi l'adempimento della obbligazione? Sì. Sì, fino a quando non sia stata pronunziata sentenza esecutiva. No. Solo per gravi motivi.
Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l'altro: può a sua scelta recedere dal contratto o chiedere il risarcimento del danno. può a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno. può chiedere l'adempimento del contratto escluso il risarcimento del danno. può recedere dal contratto, ma non può chiederne l'adempimento.
In un contratto con prestazioni corrispettive, alla parte inadempiente l'altra parte ha intimato per iscritto di adempiere in un congruo termine con dichiarazione che, decorso inutilmente detto termine, il contratto si intenderà senz'altro risoluto. Decorso il termine senza che il contratto sia stato adempiuto, quest'ultimo si intende: risoluto solo qualora la risoluzione sia stata espressamente convenuta nel contratto. risoluto di diritto se l'inadempimento della parte ha scarsa importanza, avuto riguardo all'interesse dell'altra. risoluto di diritto solo se l'inadempimento della parte ha scarsa importanza avuto riguardo alle circostanze o alla natura del contratto. risoluto di diritto.
Il contratto non si può risolvere per inadempimento se: la parte che chiede la risoluzione non faccia contestuale offerta della propria prestazione. l'inadempimento di una delle parti è dovuto a colpa lieve. l'inadempimento di una delle parti è obiettivamente lieve. l'inadempimento di una della parti ha scarsa importanza, avuto riguardo all'interesse dell'altra.
Se l'inadempimento di una delle parti ha scarsa importanza, avuto riguardo all'interesse dell'altra, il contratto: si può risolvere, salvo che trattasi di contratto a favore di terzi. non si può risolvere. non si può risolvere se trattasi di contratto con prestazioni periodiche a tempo indeterminato e si può risolvere negli altri casi. si può risolvere in ogni caso.
La clausola risolutiva espressa consiste: nella pattuizione fra i contraenti che il contratto si risolva nel caso di inadempimento di obbligazioni di non scarsa importanza. nella pattuizione fra i contraenti che il contratto si risolva nel caso di inadempimento anche di obbligazioni di modesto valore economico. nella espressa convenzione fra i contraenti che il contratto si risolva nel caso che una determinata obbligazione non sia adempiuta secondo le modalità stabilite. nella pattuizione fra i contraenti che il contratto si risolva di diritto in caso di inadempimento di qualsiasi obbligazione.
Quando sia stata pattuita la clausola risolutiva espressa, la risoluzione: si verifica di diritto quando la parte interessata dichiara all'altra che intende valersi della clausola. può essere sospesa o negata dal giudice per gravi motivi. si verifica solo su istanza della parte interessata. si verifica solo in caso di lieve inadempimento.
I contraenti possono convenire espressamente che il contratto si risolva nel caso in cui una determinata obbligazione non sia adempiuta secondo le modalità stabilite? No, salvo che sia stabilito un termine essenziale e l'inadempimento riguardi proprio il tempo dell'esecuzione della prestazione. Sì, ma solo se si tratti di contratto a esecuzione continuata. No, in nessun caso. Sì.
La risoluzione del contratto per inadempimento: ha effetto retroattivo fra le parti salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite. non ha effetto retroattivo fra le parti anche se la retroattività sia stata espressamente convenuta. ha effetto retroattivo fra le parti salvo il caso di contratti con effetti reali. non ha effetto retroattivo fra le parti salvo che la retroattività sia stata espressamente convenuta.
La risoluzione di un contratto per inadempimento pregiudica i diritti acquistati dai terzi? No, salvo che l'acquisto dei terzi sia avvenuto a titolo oneroso. No, anche se la risoluzione sia stata espressamente pattuita, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di risoluzione. Sì, purché la risoluzione sia stata espressamente pattuita. Sì, in ogni caso.
La risoluzione del contratto per inadempimento, anche se è stata espressamente pattuita: non pregiudica mai i diritti dei terzi. pregiudica i diritti dei terzi solo se l'acquisto di costoro sia avvenuto a titolo oneroso. non pregiudica i diritti acquistati dai terzi, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di risoluzione. pregiudica i diritti acquistati dai terzi solo se la domanda di risoluzione è stata trascritta.
La risoluzione del contratto per inadempimento ha, tra le parti, effetto retroattivo? No, in ogni caso. No, salvo che per i contratti che hanno avuto un principio di esecuzione. Sì, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite. Sì, in ogni caso.
Nei contratti plurilaterali, l'inadempimento di una delle parti: importa la risoluzione del contratto rispetto alle altre, salvo che sia diversamente stabilito nel contratto stesso. non importa mai la risoluzione del contratto rispetto alle altre. importa sempre la risoluzione del contratto rispetto alle altre. non importa la risoluzione del contratto rispetto alle altre, salvo che la prestazione mancata debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale.
Nel contratto con più di due parti, in cui le prestazioni di ciascuna sono dirette al conseguimento di uno scopo comune, l'inadempimento di una delle parti importa la risoluzione del contratto? No, salvo che la prestazione mancata debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. Sì, in ogni caso. No, in ogni caso. Sì, se il contratto abbia ad oggetto prestazioni periodiche.
Nei contratti con prestazioni corrispettive, ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione: se l'altro abbia dichiarato di non poter adempiere la propria, o di poterla adempiere in termini diversi da quelli stabiliti dalle parti o risultanti dalla natura del contratto. se in base a circostanze oggettive possa ragionevolmente ritenersi che l'altro non adempirà la propria. se l'altro abbia rifiutato di adempiere la propria o l'abbia offerta in termini diversi da quelli stabiliti o risultanti dalla natura del contratto. se l'altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria, salvo che termini diversi per l'adempimento siano stati stabiliti dalle parti o risultino dalla natura del contratto.
Può un contraente sospendere l'esecuzione della prestazione da lui dovuta se le condizioni patrimoniali dell'altro sono divenute tali da porre in evidente pericolo il conseguimento della controprestazione? Sì, salvo che sia prestata idonea garanzia. No, salvo che la controprestazione abbia ad oggetto una somma di danaro. Sì, anche se venga prestata idonea garanzia. No.
Ciascun contraente può sospendere l'esecuzione della prestazione da lui dovuta: se l'altro versi in stato di insolvenza, salvo che sia prestata idonea garanzia. se le condizioni patrimoniali dell'altro sono divenute tali da porre in evidente pericolo il conseguimento della controprestazione, salvo che sia prestata idonea garanzia. solo quando la controprestazione abbia per oggetto una somma di denaro. se l'altro contraente si trovi nell'impossibilità di effettuare la controprestazione, anche se sia prestata garanzia.
Ha effetto la clausola contenuta in un contratto con cui si stabilisce che una delle parti non può opporre l'eccezione di annullabilità al fine di evitare la prestazione dovuta? Sì, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche. No. Sì. No, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche.
Ha effetto la clausola contenuta in un contratto con cui si stabilisce che una delle parti non può opporre l'eccezione di rescissione al fine di evitare la prestazione dovuta? No. No, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche. Sì. Sì, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche.
Ha effetto la clausola contenuta in un contratto con cui si stabilisce che una delle parti non può opporre l'eccezione di rescissione al fine di ritardare la prestazione dovuta? No. Sì. No, se non è specificamente approvata per iscritto. Sì, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche.
Ha effetto la clausola contenuta in un contratto con cui si stabilisce che una delle parti non può opporre l'eccezione di nullità al fine di ritardare la prestazione dovuta? No. Sì. No, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche. Sì, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche.
Ha effetto la clausola di un contratto con la quale si stabilisce che una delle parti non può opporre l'eccezione di nullità del contratto al fine di evitare la prestazione dovuta? No. Sì, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche. Sì. No, se non è specificamente approvata per iscritto.
Ha effetto la clausola contenuta in un contratto con cui si stabilisce che una delle parti non può opporre l'eccezione di annullabilità al fine di ritardare la prestazione dovuta? Sì, salvo che per i contratti a prestazioni continuate o periodiche. No. No, se non è specificamente approvata per iscritto. Sì.
La clausola con cui si stabilisce che una delle parti non può opporre eccezioni al fine di evitare o ritardare la prestazione dovuta: non ha effetto per i contratti a prestazioni periodiche o continuate. ha effetto limitatamente alle eccezioni di nullità. ha effetto solo per i contratti a prestazioni periodiche o continuate. non ha effetto per le eccezioni di nullità, di annullabilità e di rescissione del contratto.
Nei casi in cui la clausola limitativa della proponibilità di eccezioni è efficace, il giudice: il giudice, se ricorrono gravi motivi, può ammettere le eccezioni. può sempre sospendere la condanna imponendo cauzione. se riconosce che concorrono gravi motivi, può tuttavia sospendere la condanna, imponendo, se del caso, una cauzione. non può mai sospendere la condanna.
Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta, può domandare la controprestazione? No, se è stata già domandata la risoluzione. No, e deve restituire quella che abbia già ricevuta secondo le norme relative alla ripetizione dell'indebito. Sì, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno. Sì, ma l'altra parte ha diritto a una riduzione della prestazione dovuta.
Nei contratti con prestazioni corrispettive non aventi effetti traslativi o costitutivi, la parte che sia liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione da essa dovuta: non deve, in ogni caso, restituire all'altra parte la prestazione che abbia già ricevuta. deve restituire all'altra parte la prestazione ricevuta solo se essa sia di rilevante entità avuto riguardo alle condizioni economiche della parte che l'ha eseguita. non deve restituire all'altra parte la prestazione ricevuta, salvo che la prestazione divenuta impossibile sia di modico valore avuto riguardo alle condizioni economiche della parte liberata. non può chiedere la controprestazione e deve restituire all'altra parte la prestazione che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell'indebito.
Se in un contratto con prestazioni corrispettive non avente effetti traslativi o costitutivi nessuna delle due parti ha eseguito la propria prestazione, la parte che viene liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione da essa dovuta può chiedere all'altra la controprestazione? No, salvo che la controprestazione sia di modico valore. No. Sì. Sì, solo se la prestazione divenuta impossibile sia di modico valore.
Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione: non può chiedere la controprestazione ma deve restituire quella che abbia già ricevuta, salvo che sia di modico valore. non può chiedere la controprestazione, e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell'indebito. può chiedere la controprestazione, ma solo se la prestazione divenuta impossibile sia di modico valore. non è tenuta a restituire quella che abbia già ricevuta, se questa sia di modico valore.
Se in un contratto con prestazioni corrispettive non avente effetti traslativi o costitutivi nessuna delle due parti ha eseguito la propria prestazione, la parte che viene liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione da essa dovuta: non può chiedere all'altra parte la controprestazione. può chiedere all'altra parte la controprestazione. può chiedere all'altra parte la controprestazione solo se la prestazione divenuta impossibile sia di modico valore. non può chiedere all'altra parte la controprestazione, salvo che questa sia di modico valore.
Nei contratti con prestazioni corrispettive non aventi effetti traslativi o costitutivi, la parte che sia liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione da essa dovuta deve restituire la prestazione già ricevuta dall'altra parte? No, salvo che la prestazione divenuta impossibile sia di modico valore avuto riguardo alle condizioni economiche della parte liberata. Sì, secondo le norme relative alla ripetizione dell'indebito. No. No, salvo che la prestazione ricevuta sia di rilevante entità avuto riguardo alle condizioni economiche della parte che l'ha eseguita.
Quando la prestazione di una parte è divenuta solo parzialmente impossibile: l'altra parte ha diritto a una corrispondente riduzione della prestazione da essa dovuta, e può anche recedere dal contratto qualora non abbia un interesse apprezzabile all'adempimento parziale. l'altra parte deve adempiere la propria, ma ha diritto al risarcimento del danno. l'altra parte può solamente chiedere la riduzione ad equità delle condizioni del contratto. l'altra parte può sempre recedere dal contratto.
In un contratto che trasferisce la proprietà di una cosa determinata, il perimento della cosa per causa imputabile all'alienante libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione? Sì, ma solo se l'acquirente è una persona giuridica alla quale la cosa non sia stata ancora consegnata. No, in nessun caso. Sì. No, ma l'acquirente ha diritto ad un indennizzo determinato secondo il prudente apprezzamento del giudice.
Tizio ha venduto a Caio la proprietà di un bene immobile e l'effetto traslativo è stato differito fino alla scadenza di un termine fissato nel contratto di vendita. In pendenza di tale termine l'immobile perisce interamente per causa non imputabile a Tizio. In tal caso Caio è liberato dall'obbligo di eseguire la controprestazione? Sì, salvo che il bene gli sia stato consegnato e ciò consti dal contratto di vendita. No, salvo che il bene gli sia stato consegnato. Sì, in ogni caso. No, ancorché il bene non gli sia stato consegnato.
Tizio ha venduto a Caio la proprietà di un bene immobile ed il trasferimento è stato sottoposto a condizione sospensiva. Prima del verificarsi della condizione l'immobile perisce interamente per causa non imputabile a Tizio. In tal caso Caio è liberato dall'obbligo di eseguire la controprestazione? Sì, purché la liberazione dell'acquirente sia stata espressamente prevista nel contratto. Sì. No. No, ancorché il bene non gli sia stato consegnato.
Nei contratti che trasferiscono la proprietà di una cosa determinata, il perimento della cosa per una causa non imputabile all'alienante, libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione? Sì, anche se la cosa gli è stata consegnata. No, ancorché la cosa non gli sia stata consegnata. Sì, se la cosa non gli è stata consegnata. No, se la cosa gli è stata consegnata.
Nei contratti che trasferiscono la proprietà di una cosa determinata ovvero costituiscono o trasferiscono diritti reali: il perimento della cosa per una causa non imputabile all'alienante non libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione, ancorché la cosa non gli sia stata consegnata. il perimento della cosa per colpa lieve dell'alienante non libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione. il perimento della cosa per una causa non imputabile all'alienante libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione. il perimento della cosa per una causa non imputabile all'alienante non libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione, salvo che questa non sia di modico valore.
Nei contratti che trasferiscono la proprietà di una cosa determinata, il perimento della cosa per causa non imputabile all'alienante: libera l'acquirente, se il trasferimento era sottoposto a condizione risolutiva. non libera mai l'acquirente. libera in ogni caso l'acquirente, se il trasferimento era sottoposto a condizione sospensiva e l'impossibilità è sopravvenuta prima che si verifichi la condizione. non libera l'acquirente se il trasferimento era sottoposto a condizione sospensiva.
Nei contratti che trasferiscono la proprietà di una cosa determinata solo nel genere, il perimento della cosa per una causa non imputabile all'alienante, libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione? No, ancorché la cosa non sia stata consegnata o individuata. No, se la cosa è stata consegnata dall'alienante o se la cosa è stata individuata. Sì, se la cosa è stata consegnata o individuata. Sì.
Nei contratti che trasferiscono la proprietà di una cosa determinata, il perimento della cosa per una causa non imputabile all'alienante, libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione? Sì, salvo che la cosa sia stata consegnata all'acquirente. Sì, salvo che l'alienante avesse l'obbligo di custodire il bene quale depositario. No, ancorché la cosa non sia stata consegnata all'acquirente. No, salvo che la cosa sia stata consegnata all'acquirente.
In un contratto che trasferisce la proprietà di una cosa determinata, il perimento della cosa per causa non imputabile all'alienante libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione? Sì, se la cosa non gli sia stata ancora consegnata. No, salvo che la cosa sia un bene mobile registrato. No, ancorché la cosa non gli sia stata consegnata. Sì.
Nei contratti con più di due parti, in cui le prestazioni di ciascuna sono dirette al conseguimento di uno scopo comune, l'impossibilità della prestazione di una delle parti: non importa scioglimento del contratto rispetto alle altre, anche se la prestazione mancata debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale. dà facoltà alle altre di chiedere la riduzione ad equità delle condizioni del contratto. importa scioglimento del contratto rispetto alle altre, anche se la prestazione mancata possa non considerarsi essenziale. non importa scioglimento del contratto rispetto alle altre, salvo che la prestazione mancata debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale.
La parte contro la quale è domandata la risoluzione per eccessiva onerosità: può evitarla solo dimostrando che la onerosità dipende da cause imputabili all'altra parte. può evitarla offrendo di modificare equamente le condizioni del contratto. non può evitarla offrendo di modificare le condizioni del contratto. può opporre all'altra parte solo eccezioni personali.
La risoluzione del contratto per eccessiva onerosità non può essere domandata: salvo che la eccessiva onerosità derivi da circostanze imputabili al richiedente. se la sopravvenuta onerosità rientra nell'alea normale del contratto. se la onerosità riguarda, anche se in misura diversa, le prestazioni di ciascuna delle parti. se la sopravvenuta onerosità dipenda da causa non imputabile all'obbligato.
Nei contratti a esecuzione differita, se la prestazione di una delle parti è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili: la parte che deve tale prestazione può domandare la riduzione ad equità delle condizioni del contratto. la parte che deve tale prestazione può domandare la risoluzione del contratto. la parte che deve tale prestazione non può domandare la risoluzione del contratto, ma ha diritto al risarcimento del danno. la parte che deve tale prestazione può domandare la rescissione del contratto anche se l'altra offra di modificare equamente le condizioni del contratto.
Nei contratti a esecuzione continuata o periodica, se la prestazione di una delle parti è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili: la parte che deve tale prestazione può domandare la risoluzione del contratto. la parte che deve tale prestazione può domandare la riduzione ad equità delle condizioni del contratto. la parte che deve tale prestazione non può domandare la risoluzione del contratto, ma ha diritto al risarcimento del danno. la parte che deve tale prestazione può domandare la rescissione del contratto anche se l'altra offra di modificare equamente le condizioni del contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di imporre al consumatore, in caso di inadempimento, il pagamento di una somma di denaro, a titolo di clausola penale, di importo manifestamente eccessivo: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e determinano la nullità del contratto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie fino a prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di imporre al consumatore, in caso di inadempimento, il pagamento di una somma di denaro, a titolo di risarcimento, di importo manifestamente eccessivo: sono nulle e determinano la nullità del contratto. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di trattenere una somma di denaro versata dal consumatore se quest'ultimo recede dal contratto, senza prevedere il diritto del consumatore di esigere dal professionista il doppio della somma corrisposta se è quest'ultimo a recedere dal contratto: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. sono nulle se la prestazione del professionista corrisponde al soddisfacimento di un bisogno primario del consumatore. si presumono vessatorie fino a prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di imporre al consumatore, in caso di inadempimento, il pagamento di una somma di denaro, a titolo di risarcimento, di importo manifestamente eccessivo: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. non si considerano mai vessatorie.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di stabilire un termine eccessivamente anticipato rispetto alla scadenza del contratto per comunicare la disdetta al fine di evitare la tacita proroga del contratto stesso: sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di trattenere una somma di denaro versata dal consumatore se quest'ultimo non conclude il contratto, senza prevedere il diritto del consumatore di esigere dal professionista il doppio della somma corrisposta se è quest'ultimo a non concludere il contratto: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. non si considerano vessatorie, se la caparra versata dal consumatore è di lieve entità. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di imporre al consumatore, in caso di ritardo nell'adempimento, il pagamento di una somma di denaro a titolo di clausola penale di importo manifestamente eccessivo: si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e determinano la nullità del contratto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di imporre al consumatore, in caso di ritardo nell'adempimento, il pagamento di una somma di denaro, a titolo di risarcimento, di importo manifestamente eccessivo: sono valide nei limiti stabiliti dal consumatore nell'esercizio del suo potere "riequilibratore". non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di riconoscere al solo professionista e non anche al consumatore la facoltà di recedere dal contratto: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di prevedere un impegno definitivo del consumatore mentre l'esecuzione della prestazione del professionista è subordinata ad una condizione il cui adempimento dipende unicamente dalla sua volontà: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. sono nulle e determinano la nullità del contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di recedere da contratti a tempo indeterminato senza un ragionevole preavviso, tranne nel caso di giusta causa: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria salvo particolari eccezioni. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di limitare la responsabilità del professionista per i danni alla persona del consumatore derivanti da un'omissione del professionista: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono valide solo quando siano circoscritte alla responsabilità per colpa lieve. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di stabilire un termine eccessivamente anticipato rispetto alla scadenza del contratto per comunicare la disdetta al fine di evitare la rinnovazione del contratto stesso: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie sino a prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di prevedere l'estensione dell'adesione del consumatore a clausole che non ha avuto la possibilità di conoscere prima della conclusione del contratto: sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie fino a prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di modificare unilateralmente le clausole del contratto, senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso: sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria, salvo particolari eccezioni. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di modificare unilateralmente le caratteristiche del prodotto da fornire, senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso: si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie fino a prova contraria, salvo particolari eccezioni. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di trattenere anche solo in parte la somma versata dal consumatore a titolo di corrispettivo per prestazioni non ancora adempiute, quando sia il professionista a recedere dal contratto: sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di riservare al professionista il potere di accertare la conformità del servizio prestato a quello previsto nel contratto: sono nulle e viziano l'intero contratto. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie fino a prova contraria.
Quale è la definizione di "consumatore" data dal codice civile in relazione al contratto tra professionista e consumatore? Il consumatore è la persona fisica o giuridica che agisce per scopi o interessi di natura personale. Il consumatore è la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Il consumatore è la persona fisica che agisce senza scopo di lucro. Il consumatore è la persona fisica o giuridica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale eventualmente svolta.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere la responsabilità del professionista in caso di morte del consumatore risultante da un fatto del professionista: si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano mai vessatorie. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di limitare la responsabilità del professionista in caso di morte del consumatore risultante da un fatto del professionista: si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano mai vessatorie. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere la responsabilità del professionista per i danni alla persona del consumatore derivanti da un fatto del professionista: non si considerano mai vessatorie. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di limitare la responsabilità del professionista per i danni alla persona del consumatore derivanti da un fatto del professionista: si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. sono valide solo quando siano circoscritte alla responsabilità per colpa lieve.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere la responsabilità del professionista in caso di morte del consumatore risultante da un'omissione del professionista: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. non si considerano mai vessatorie.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere le azioni del consumatore nei confronti del professionista in caso di inadempimento parziale da parte del professionista: non si considerano mai vessatorie. si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere la responsabilità del professionista per i danni alla persona del consumatore derivanti da un'omissione del professionista: si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano mai vessatorie. si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di limitare l'opponibilità da parte del consumatore della compensazione di un debito nei confronti del professionista con un credito vantato nei confronti di quest'ultimo: sono valide solo se il credito del consumatore è di lieve entità. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere le azioni del consumatore nei confronti del professionista in caso di inadempimento totale da parte del professionista: non si considerano mai vessatorie. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di modificare unilateralmente le caratteristiche del servizio da fornire, senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso: sono nulle e viziano l'intero contratto. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si considerano vessatorie fino a prova contraria, salvo particolari eccezioni. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere le azioni del consumatore nei confronti del professionista in caso di adempimento inesatto da parte del professionista: non si considerano mai vessatorie. si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere i diritti del consumatore nei confronti del professionista in caso di inadempimento totale da parte del professionista: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie soltanto se riguardano diritti costituzionalmente garantiti. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie fino a prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere i diritti del consumatore nei confronti del professionista in caso di inadempimento parziale da parte del professionista: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie soltanto se riguardano diritti costituzionalmente garantiti. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere i diritti del consumatore nei confronti del professionista in caso di adempimento inesatto da parte del professionista: si presumono vessatorie solo se riguardano diritti costituzionalmente garantiti. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate, alla quale è unita la nota di pegno: e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono trasferibili soltanto congiuntamente. e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono intrasferibili. e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono trasferibili soltanto separatamente. e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono trasferibili sia congiuntamente sia separatamente.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate, alla quale è unita la nota di pegno: e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono intrasferibili. e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono trasferibili soltanto separatamente, anche mediante girata autenticata da un pubblico ufficiale. e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono trasferibili sia congiuntamente sia separatamente, ma non mediante girata. e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono trasferibili sia congiuntamente sia separatamente, mediante girata.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno, il possessore della sola fede di deposito: ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, quando sono decorsi tre mesi dalla data del deposito, ma non ha diritto d'ispezionare le merci depositate. non ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, se non osserva le condizioni indicate dal codice civile, e non ha diritto d'ispezionare le merci depositate. non ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, se non osserva le condizioni indicate dal codice di procedura civile, ma non ha diritto di ispezionare le merci depositate. non ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, se non osserva le condizioni indicate dal codice civile, ma ha diritto d'ispezionare le merci depositate.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, il possessore della fede di deposito unita alla nota di pegno: ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, ma non ha diritto di richiedere che, a sue spese, le cose depositate siano divise in più partite. ha diritto alla riconsegna delle cose depositate ed ha altresì diritto di richiedere che, a sue spese, le cose depositate siano divise in più partite, ma non ha diritto di chiedere che per ogni partita gli sia rilasciata una fede di deposito distinta con la nota di pegno in sostituzione del titolo complessivo. ha diritto di richiedere che, a spese dei magazzini generali, le cose depositate siano divise in più partite, ma non ha diritto di chiedere che per ogni partita gli sia rilasciata una fede di deposito distinta con la nota di pegno in sostituzione del titolo complessivo, né ha diritto alla riconsegna delle cose depositate. ha diritto alla riconsegna delle cose depositate ed ha altresì diritto di richiedere che, a sue spese, le cose depositate siano divise in più partite, e che per ogni partita gli sia rilasciata una fede di deposito distinta con la nota di pegno in sostituzione del titolo complessivo.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno, il possessore della sola nota di pegno: ha diritto di pegno sulle cose depositate. ha diritto di pegno sulle cose depositate quando è scaduto il termine del deposito. ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, quando sono decorsi tre mesi dalla data del deposito. non ha diritto di pegno sulle cose depositate.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno, il possessore della sola fede di deposito: non ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, se non osserva le condizioni indicate dal codice civile. ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, senza alcun limite e non è tenuto ad osservare alcuna condizione. ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, quando sono decorsi tre mesi dalla data del deposito. non ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, se non osserva le condizioni indicate dal codice di procedura civile.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, il possessore della fede di deposito unita alla nota di pegno: ha diritto di richiedere che, a spese dei magazzini generali, le cose depositate siano divise in più partite, ma non ha diritto alla riconsegna delle cose depositate. ha diritto alla riconsegna delle cose depositate ed ha altresì diritto di richiedere che, a sue spese, le cose depositate siano divise in più partite. ha diritto alla riconsegna delle cose depositate, ma non ha diritto di richiedere che, a sue spese, le cose depositate siano divise in più partite. ha diritto di richiedere che, a sue spese, le cose depositate siano divise in più partite, ma non ha diritto alla riconsegna delle cose depositate.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora sia rilasciata la nota di pegno, la prima girata della sola nota di pegno deve indicare l'ammontare del credito e degli interessi nonché la scadenza: e la girata corredata delle dette indicazioni deve essere trascritta sul registro a matrice, da conservarsi presso i magazzini, e deve essere controfirmata dal giratario. e la girata corredata delle dette indicazioni deve essere trascritta sul registro a matrice, da conservarsi presso i magazzini, ma non deve essere controfirmata dal giratario. e la girata corredata delle dette indicazioni deve essere trascritta sulla fede di deposito e controfirmata dal giratario. e la girata corredata delle dette indicazioni deve essere trascritta sulla fede di deposito, ma non deve essere controfirmata dal giratario.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora sia rilasciata la nota di pegno, la prima girata della nota di pegno deve indicare l'ammontare del credito e degli interessi nonché la scadenza: e la girata della nota di pegno che non indica l'ammontare del credito vincola, a favore del possessore di buona fede, tutto il valore delle cose depositate. e la girata della nota di pegno che non indica l'ammontare del credito è nulla. e la girata della nota di pegno che non indica l'ammontare del credito vincola, a favore del possessore sia di buona fede, sia di mala fede, tutto il valore delle cose depositate. e la girata della nota di pegno che non indica l'ammontare del credito vincola, a favore del possessore sia di buona fede, sia di mala fede, la metà del valore delle cose depositate.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora sia rilasciata la nota di pegno, la prima girata della sola nota di pegno deve indicare l'ammontare del credito ed essa, in mancanza di detta indicazione, vincola, a favore del possessore di buona fede, tutto il valore delle cose depositate: rimane tuttavia salva al titolare della fede di deposito, che abbia pagato una somma non dovuta, l'azione di rivalsa esclusivamente nei confronti del possessore di mala fede della nota di pegno, ma non del diretto contraente. rimane tuttavia salva al titolare della fede di deposito, che abbia pagato una somma non dovuta, l'azione di rivalsa esclusivamente nei confronti del diretto contraente, ma non del possessore di mala fede della nota di pegno. rimane tuttavia salva al titolare della fede di deposito, che abbia pagato una somma non dovuta, l'azione di rivalsa nei confronti del diretto contraente e del possessore di mala fede della nota di pegno. rimane tuttavia salva al titolare della fede di deposito, che abbia pagato una somma non dovuta, l'azione di rivalsa nei confronti del diretto contraente e del possessore sia di buona fede sia di mala fede della nota di pegno.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora sia rilasciata la nota di pegno, la prima girata della sola nota di pegno, tra l'altro, deve indicare: l'ammontare del credito e degli interessi nonché la scadenza. la scadenza e non anche l'ammontare del credito e degli interessi. i motivi del deposito. l'ammontare del credito e degli interessi, ma non la scadenza.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno, il possessore della sola fede di deposito: può liberamente ritirare le cose depositate anche prima della scadenza del debito per cui furono costituite in pegno e non è tenuto ad effettuare alcun deposito. può liberamente ritirare le cose depositate quando è decorso il termine di tre mesi dal deposito e non è tenuto ad effettuare alcun deposito di somma. può ritirare le cose depositate anche prima della scadenza del debito per cui furono costituite in pegno, depositando presso i magazzini generali la somma dovuta alla scadenza al creditore pignoratizio. può ritirare le cose depositate esclusivamente dopo la scadenza del debito per cui furono costituite in pegno, depositando presso i magazzini generali la somma dovuta alla scadenza al creditore pignoratizio.
La riassicurazione è: un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un contratto. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
La fideiussione è efficace: solo dopo che vi sia stata approvazione espressa da parte del debitore. salvo espressa opposizione del debitore. solo quando il debitore l'abbia preventivamente autorizzata. anche se il debitore non ne ha conoscenza.
È fideiussore colui che obbligandosi personalmente verso il creditore: consegna un immobile a garanzia del debito altrui. fa credito ad un terzo. cede un credito a garanzia del debito altrui. garantisce l'adempimento di una obbligazione altrui.
La fideiussione prestata nell'ignoranza del debitore principale è: annullabile. efficace. nulla. inesistente.
È fideiussore colui che garantisce l'adempimento di un'obbligazione altrui: costituendo a favore del creditore garanzie reali su tutti i suoi beni immobili. costituendo a favore del creditore garanzia reale su un bene immobile. obbligandosi personalmente verso il creditore. obbligandosi personalmente verso il debitore.
La fideiussione può essere prestata per una obbligazione sottoposta a condizione? No. Sì. Sì, solo se la condizione è sospensiva. Sì, con la previsione dell'importo massimo garantito.
La fideiussione può essere prestata per un'obbligazione condizionale? Sì, salvo che l'obbligazione sia garantita anche con ipoteca di primo grado. Sì. No. No, salvo che l'obbligazione sia garantita anche con ipoteca di primo grado.
La fideiussione può essere prestata a garanzia di un'obbligazione futura? Sì. No, salvo che il creditore vi acconsenta espressamente. No. Sì, ma con la previsione dell'importo massimo garantito.
A norma del codice civile, può essere prestata fideiussione per un'obbligazione condizionale? Sì, ma solo quando si tratti di obbligazione sottoposta a condizione sospensiva. Sì, ma solo quando si tratti di obbligazione sottoposta a condizione risolutiva. Sì. No.
La fideiussione può essere prestata anche per un'obbligazione futura? Sì, solo se non è previsto l'importo massimo garantito. Sì, con la previsione dell'importo massimo garantito. No, anche se è previsto l'importo massimo garantito. Sì, anche se non è previsto l'importo massimo garantito.
La fideiussione può essere prestata per un'obbligazione condizionale? Sì, salvo che l'obbligazione sia garantita anche con il pegno di un bene mobile. No. Sì. No, salvo che l'obbligazione sia garantita anche con il pegno di un bene mobile.
A norma del codice civile, può essere prestata fideiussione per un'obbligazione futura? Sì, ma solo quando si tratti di fideiussione a garanzia di tutte le obbligazioni presenti e future del debitore nei confronti di un determinato creditore. No, mai. Sì, anche senza la previsione dell'importo massimo garantito. Sì, purché con la previsione dell'importo massimo garantito.
È valida la fideiussione prestata per un'obbligazione invalida? No, salvo che sia prestata per un'obbligazione assunta da un incapace. Sì. Sì, ma solo se prestata in forma scritta. No.
È valida la fideiussione prestata a garanzia di un'obbligazione principale non valida? No, salvo che sia prestata per l'obbligazione assunta da un incapace. Sì, sempre. Sì, salvo si provi che il creditore conosceva l'invalidità dell'obbligazione principale. No, mai.
La fideiussione può essere prestata: solo per il debitore principale. per il debitore principale e, solo quando si tratti di obbligazioni future, anche per il suo fideiussore. così per il debitore principale, come per il suo fideiussore. per il debitore principale e, solo quando si tratti di obbligazioni condizionali, anche per il suo fideiussore.
Nella società in accomandita semplice un socio accomandatario può esercitare per conto proprio o altrui un'attività concorrente con quella della società? Sì, ma solo con il consenso dei soci amministratori. Sì, purché non sia amministratore. Sì, ma solo con il consenso degli altri soci. No, mai.
Il socio di una società in nome collettivo può esercitare un'attività concorrente con quella della società? Solo col consenso degli altri soci che può anche presumersi se l'esercizio dell'attività concorrente preesisteva al contratto sociale e gli altri soci ne erano a conoscenza. Solo con il consenso espresso e scritto degli altri soci. Mai. Solo con il consenso espresso o tacito degli altri soci e sempre che non sia anche amministratore della società.
Nella società in nome collettivo il socio può esercitare per conto proprio o altrui attività concorrente con quella della società? No, mai. Sì, purché non sia amministratore. Sì, ma solo con il consenso degli altri soci. Sì, ma solo con il consenso dei soci amministratori.
Se si verifica una perdita del capitale sociale di una società in nome collettivo, può farsi luogo a ripartizioni di utili? No, salvo che sia diversamente stabilito nell'atto costitutivo della società. Sì, con il consenso degli amministratori. No, fino a che il capitale sociale non sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente. Sì, con il consenso di tutti i soci.
In tema di società in accomandita semplice, qualora si verifichi una perdita del capitale sociale, può farsi luogo alla ripartizione degli utili tra i soci? Sì, ma solo se la perdita non supera il terzo del capitale sociale. No, fino a che il capitale non sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente. No, salvo che vi sia il consenso della maggioranza dei creditori sociali. Sì, ma solo dopo l'approvazione del rendiconto.
Il socio di una società in nome collettivo, richiesto del pagamento di debiti sociali, può opporre il beneficio della preventiva escussione del patrimonio sociale? Sì, anche se la società è in liquidazione. Sì, ma soltanto se è anche amministratore della società. No. Sì, salvo che la società sia in liquidazione.
I creditori sociali di una società in nome collettivo possono pretendere il pagamento dai singoli soci? Sì, ma solo dopo l'escussione del patrimonio sociale, anche se la società è in liquidazione. No, mai. Sì, ma solo se la società non è in liquidazione. Sì, ma solo dai soci che hanno l'amministrazione.
Il creditore particolare del socio di una società in nome collettivo, può chiedere la liquidazione della quota del suo debitore? No, prima che siano trascorsi tre mesi dalla liquidazione della società. No, finché dura la società. Sì, in ogni tempo, se gli altri beni del debitore sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti. Sì, fino alla liquidazione della società, se gli altri beni del debitore sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti.
Nella società in nome collettivo regolarmente iscritta, il creditore particolare del socio può chiedere la liquidazione della quota del socio debitore, finché dura la società? Sì, ma solo se il suo credito è pari o superiore alla metà del valore della quota del socio. Sì, senza alcuna limitazione. Sì, ma solo se gli altri beni del debitore sono insufficienti a soddisfare il suo credito. No.
La società in nome collettivo "CAIO S.n.c." ha deliberato in data 1° febbraio la riduzione del capitale mediante rimborso ai soci delle quote pagate. La deliberazione è stata iscritta nel registro delle imprese in data 1° marzo dello stesso anno. Alla data del 15 maggio successivo può essere eseguita la deliberazione? Sì, ma solo previa prestazione di un'idonea garanzia. Sì, ma solo se nessun creditore sociale ha fatto opposizione. No. Sì, in ogni caso.
In caso di deliberazione di proroga della durata di una società in nome collettivo, il creditore particolare del socio: non può fare opposizione. può fare opposizione alla proroga sino a quando non venga liquidata la quota del socio suo debitore. può fare opposizione alla proroga entro tre mesi dall'iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese. può fare opposizione alla proroga solo se il suo credito è superiore al valore nominale della quota del socio suo debitore.
A norma del codice civile in quale delle seguenti ipotesi la società in nome collettivo che abbia per oggetto un'attività commerciale si scioglie? Per la dichiarazione di fallimento. Per la morte della maggioranza dei soci. Per la sopravvenuta mancanza della pluralità dei soci, anche se ricostituita nel termine di sei mesi. Per il cambiamento dell'oggetto sociale.
La società in nome collettivo si scioglie: per la volontà della maggioranza dei soci. quando viene a mancare la pluralità di soci, se nel termine di tre mesi questa non è ricostituita. per provvedimento dell'autorità giudiziaria nei casi stabiliti dalla legge. per la volontà di tutti i soci.
In quale momento i liquidatori di una società in nome collettivo sono liberati dalla responsabilità nei confronti dei soci? Dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese. Decorsi tre mesi dalla cancellazione della società dal registro delle imprese. Con l'approvazione del bilancio. Dopo compiuta la liquidazione.
Dopo la cancellazione di una società in nome collettivo dal registro delle imprese le scritture contabili e i documenti che non spettano ai singoli soci: devono essere conservati per dieci anni presso la persona designata dalla maggioranza. devono essere conservati per dieci anni presso il socio più giovane di età. devono essere conservati per dieci anni presso la cancelleria commerciale del tribunale nella cui circoscrizione la società aveva la sua ultima sede. non devono essere conservati.
Le scritture contabili e i documenti che non spettano ai singoli soci di una società in accomandita semplice, dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese: devono essere depositati esclusivamente presso il liquidatore e conservati per dieci anni. devono essere depositati presso la persona designata dalla maggioranza e conservati per dieci anni. devono essere depositati e conservati per dieci anni presso l'ufficio del registro delle imprese. non devono essere conservati.
Quando si domanda la trascrizione di un acquisto a causa di morte e per la stessa successione è stato già trascritto altro acquisto in base allo stesso titolo, quali documenti si devono presentare? Occorre presentare la dichiarazione di accettazione e copia dei documenti che sono stati prodotti in relazione alla trascrizione anteriormente eseguita. Occorre presentare solo la dichiarazione di accettazione dell'eredità e la prova di aver invitato il conservatore del diverso registro immobiliare, nel quale la precedente trascrizione è avvenuta, ad inviare copia della predetta precedente trascrizione. Basta presentare l'atto di accettazione se si tratta di acquisto a titolo di erede ed indicare la trascrizione anteriormente eseguita, se si tratta dello stesso ufficio, ovvero presentare il certificato della trascrizione medesima, se si tratta di ufficio diverso. Basta presentare l'atto di accettazione dell'eredità e dichiarare quali sono gli altri successori.
Quali documenti devono essere presentati per la trascrizione di acquisti a causa di morte, qualora l'acquisto si colleghi alla rinunzia di uno dei chiamati? Chi domanda la trascrizione deve presentare il documento comprovante la predetta rinunzia, facendone menzione nella nota. Chi domanda la trascrizione deve solo indicare la data in cui la predetta rinunzia è avvenuta. Chi domanda la trascrizione deve attestare la verità della predetta rinunzia. Chi domanda la trascrizione deve presentare un atto dal quale risulti la notorietà della predetta rinunzia, facendone menzione nella nota.
Qualora alcuna delle cause di impedimento di alcuno dei chiamati a succedere si sia constatata dopo la trascrizione dell'acquisto a causa di morte: la causa di impedimento si annota in margine alla trascrizione stessa, purché risulti da regolare documento. essa non ha rilevanza ai fini della regolarità della trascrizione già avvenuta. la causa di impedimento si annota in margine alla trascrizione in base alla notizia data da chi domanda la trascrizione. la causa di impedimento si annota in margine della trascrizione stessa solo se essa risulta da atto pubblico.
Quali documenti devono essere presentati per la trascrizione di acquisti a causa di morte, qualora l'acquisto si colleghi alla morte di uno dei chiamati? Chi domanda la trascrizione deve solo indicare la data in cui è avvenuta la predetta morte. Chi domanda la trascrizione deve presentare un documento comprovante la predetta morte, facendone menzione nella nota. Chi domanda la trascrizione deve attestare la verità della predetta morte. Chi domanda la trascrizione deve presentare un atto dal quale risulti la notorietà della predetta morte, facendone menzione nella nota.
Quali documenti devono essere presentati per la trascrizione di acquisti a causa di morte, qualora l'acquisto si colleghi a cause diverse dalla morte o dalla rinuncia, che impediscono ad alcuno dei chiamati di succedere? Chi domanda la trascrizione non è tenuto a presentare alcun documento, ma è responsabile dei danni quando le sue dichiarazioni non corrispondono a verità. Chi domanda la trascrizione deve presentare un documento che provi la verità del fatto che impedisce al chiamato di succedere. Chi domanda la trascrizione deve indicare le persone le quali possono attestare la verità del fatto che impedisce al chiamato di succedere. Chi domanda la trascrizione deve prestare cauzione per i danni che eventualmente potessero derivare a terzi dall'eventuale falsità delle sue dichiarazioni.
La trascrizione di un contratto di vendita di beni immobili deve essere effettuata: presso l'ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione è residente la parte venditrice. presso l'ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione è residente la parte acquirente. presso l'ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione ha sede il notaio rogante. presso l'ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione sono situati i beni.
Tizio ha venduto a Caio con un unico atto un terreno in Roma ed un appartamento in Milano; dove deve essere trascritto l'atto di compravendita? A sua scelta presso la conservatoria dei registri immobiliari di Roma o di Milano. Presso la conservatoria dei registri immobiliari di Como. Presso le conservatorie dei registri immobiliari di Roma e Milano. Presso la conservatoria dei registri immobiliari del luogo ove si trovano i beni di maggior valore.
Tizio, nato a Roma, acquista un immobile in comune di Milano da Caio, nato a Venezia. L'atto è ricevuto da un notaio di Grosseto. Dove sarà trascritto l'atto? A Milano. A Venezia. A Grosseto. A Roma.
In quale luogo deve eseguirsi la trascrizione di un acquisto immobiliare? Presso ciascun ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione sono situati i beni. Presso l'ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione ha sede il notaio rogante. Presso l'ufficio dei registri immobiliari ubicato ove ha sede il tribunale nella cui circoscrizione sono situati i beni. Presso l'ufficio dei registri immobiliari del capoluogo della provincia nella cui circoscrizione sono situati i beni.
In quale ufficio dei registri immobiliari deve essere trascritto l'acquisto di un legato avente ad oggetto il diritto di abitazione? In quello nella cui circoscrizione si è aperta la successione. In quello nella cui circoscrizione ha sede l'ufficio competente a ricevere la dichiarazione di successione. In quello nella cui circoscrizione è ubicato il bene immobile. In quello nella cui circoscrizione ha la residenza il legatario.
Tizio residente a Milano ed ivi domiciliato acquista un appartamento in Napoli da Caio residente a Firenze, ed avendo urgenza di trascrivere l'atto immediatamente presso la più vicina conservatoria, elegge domicilio speciale in Roma. Dove deve essere fatta la trascrizione? La trascrizione potrà essere fatta presso l'ufficio dei registri immobiliari di Roma, luogo del domicilio speciale eletto. La trascrizione deve essere fatta presso l'ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione è situato il bene, cioè quello di Napoli. La trascrizione deve essere fatta presso l'ufficio dei registri immobiliari nella cui circoscrizione risiede il venditore, cioè quello di Firenze. La trascrizione può essere fatta presso qualunque conservatoria.
Il conservatore dei registri immobiliari deve, tra l'altro: inserire, con numerazione progressiva mensile, nella raccolta delle note costituenti il registro particolare delle trascrizioni, il doppio originale della nota con la sola indicazione del giorno della consegna. inserire, con numerazione progressiva semestrale, nella raccolta delle note costituenti il registro particolare delle trascrizioni, il doppio originale della nota con la sola indicazione della persona che l'ha consegnato. inserire, con numerazione progressiva, nella raccolta delle note costituenti il registro particolare delle trascrizioni, il doppio originale della nota con la sola indicazione del numero d'ordine assegnatole nel registro generale. inserire, con numerazione progressiva annuale, nella raccolta delle note costituenti il registro particolare delle trascrizioni, uno degli originali della nota, indicandovi il giorno della consegna del titolo e il numero d'ordine assegnato nel registro generale.
A chi devono essere fatte le notificazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore? Al rappresentante degli obbligazionisti il cui nome è annotato in margine all'iscrizione. All'ufficio dei registri immobiliari. In ogni caso ad un curatore speciale nominato dall'autorità giudiziaria. Al rappresentante di ciascuno di essi il cui nome risulti annotato sulle obbligazioni.
Se si tratta di obbligazioni al portatore le citazioni e le notificazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori devono essere fatte: al rappresentante degli obbligazionisti il cui nome è annotato in margine all'iscrizione. al conservatore delle ipoteche. in ogni caso ad un curatore speciale nominato dall'autorità giudiziaria. al rappresentante degli obbligazionisti il cui nome è annotato sulle obbligazioni.
In quali casi le citazioni e notificazioni previste per le azioni contro i creditori devono farsi nei confronti di chi ha preso l'iscrizione per obbligazioni all'ordine? Se la iscrizione di ipoteca è presa per obbligazioni risultanti da titoli all'ordine, e salvo che dai registri risulti l'annotazione a favore di un possessore successivo. Se la iscrizione di ipoteca è presa per obbligazioni risultanti da titoli all'ordine, e salvo che dai registri risultino annotate altre ipoteche. Se la iscrizione di ipoteca è presa per obbligazioni risultanti da titoli all'ordine, e salvo che dai registri risulti l'annotazione a favore di un possessore precedente. Se la iscrizione di ipoteca è presa per obbligazioni risultanti da titoli all'ordine, e solo se non risulti l'annotazione a favore di altri possessori.
Se la iscrizione di ipoteca è presa per obbligazioni risultanti da titoli all'ordine, le citazioni e notificazioni previste per le azioni contro i creditori devono farsi: nei confronti di chi ha preso l'iscrizione anche se dai registri risulti l'annotazione a favore di un possessore successivo. in ogni caso nei confronti di chi ha preso l'iscrizione. nei confronti di chi ha preso l'iscrizione, a norma degli artt. 2831 e 2839 c.c., salvo che dai registri risulti l'annotazione a favore di un possessore successivo. nei confronti di chi ha preso l'iscrizione, salvo che dai registri risulti l'annotazione a favore di un possessore precedente.
A chi devono essere fatte le citazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore? Al rappresentante degli obbligazionisti il cui nome è annotato in margine all'iscrizione. All'ufficio dei registri immobiliari. In ogni caso ad un curatore speciale nominato dall'autorità giudiziaria. Al rappresentante di ciascuno di essi il cui nome risulti annotato sulle obbligazioni.
Se manca per qualsiasi causa il rappresentante degli obbligazionisti o il nome di lui non è stato annotato in margine all'iscrizione dell'ipoteca, a chi sono fatte le citazioni e le notificazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore? Sono fatte al rappresentante che gli obbligazionisti sono chiamati a nominare entro trenta giorni dall'invito. Sono fatte al rappresentante che il conservatore delle ipoteche nomina per gli obbligazionisti. Sono fatte al conservatore delle ipoteche. Sono fatte nei confronti di un curatore da nominarsi dall'autorità giudiziaria.
Le citazioni e le notificazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore, devono essere pubblicate? Sì, devono essere pubblicate per estratto in un giornale quotidiano designato dall'autorità giudiziaria. Sì, devono essere pubblicate per estratto nel Bollettino della camera di commercio. No, devono solo essere iscritte nell'ufficio dei registri immobiliari. Sì, devono essere pubblicate per estratto sul Bollettino ufficiale delle società.
Le spese d'iscrizione dell'ipoteca sono a carico del debitore? Sì, se non vi è patto contrario, ma devono essere anticipate dal richiedente. Sì e non vi si può derogare. Sì, sempre, e devono essere dal medesimo anticipate. No, sono a carico del richiedente.
È possibile pattuire che le spese d'iscrizione dell'ipoteca non siano a carico del debitore? Sì, solo se l'iscrizione è presa per obbligazioni risultanti da titoli all'ordine. No. Sì. Sì, ma comunque dette spese devono essere dal medesimo anticipate.
L'iscrizione ipotecaria su beni immobili conserva il suo effetto: per venticinque anni dal sorgere del credito garantito. a tempo indeterminato. per tutta la durata del credito garantito qualunque essa sia. per venti anni dalla sua data.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere l'opponibilità da parte del consumatore della compensazione di un debito nei confronti del professionista con un credito vantato nei confronti di quest'ultimo: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. non si considerano mai vessatorie.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di limitare la responsabilità del professionista in caso di morte del consumatore risultante da un'omissione del professionista: si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano mai vessatorie.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di sancire a carico del consumatore modificazioni dell'onere della prova: si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di stabilire come sede del foro competente sulle controversie località diverse da quella di residenza o domicilio elettivo del consumatore: si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di aumentare il prezzo del servizio senza che il consumatore possa recedere se il prezzo finale è eccessivamente elevato rispetto a quello originariamente convenuto: si presumono vessatorie fino a prova contraria, salvo particolari eccezioni. sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di sancire a carico del consumatore restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti con i terzi: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di stabilire che il prezzo dei beni sia determinato al momento della consegna: sono nulle se tra il momento della conclusione del contratto e quello della consegna intercorrono più di trenta giorni. si presumono vessatorie fino a prova contraria, salvo particolari eccezioni. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di sancire a carico del consumatore inversioni dell'onere della prova: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
Quale definizione di "professionista" dà il codice civile in relazione al contratto tra professionista e consumatore? Il professionista è la persona fisica o giuridica, pubblica o privata, che, nel quadro della sua attività imprenditoriale o professionale, utilizza il contratto in argomento. Il professionista è la persona fisica che utilizza il contratto in argomento per favorire la rapida diffusione di beni e servizi. Il professionista è la persona fisica o giuridica che utilizza il contratto in argomento per lo svolgimento della sua attività imprenditoriale. Il professionista è colui che utilizza il contratto in argomento nel quadro della sua attività professionale o imprenditoriale.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di sancire a carico del consumatore limitazioni all'allegazione di prove: si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. non si considerano mai vessatorie, qualora riguardino prove documentali.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di sancire, a carico del consumatore, deroghe alla competenza dell'autorità giudiziaria: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di sancire a carico del consumatore limitazioni della facoltà di opporre eccezioni: si presumono vessatorie fino a prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di sancire a carico del consumatore decadenze: sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di escludere l'opponibilità dell'eccezione di inadempimento da parte del consumatore: sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di limitare l'opponibilità dell'eccezione di inadempimento da parte del consumatore: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto, o per effetto di consentire al professionista di sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto: non si presumono mai vessatorie. si presumono vessatorie fino a prova contraria, anche nel caso di preventivo consenso del consumatore, qualora risulti diminuita la tutela dei diritti di quest'ultimo. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di subordinare al rispetto di particolari formalità l'adempimento delle obbligazioni derivanti dai contratti stipulati, in nome del professionista, da mandatari: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di limitare la responsabilità del professionista rispetto alle obbligazioni derivanti dai contratti stipulati in suo nome dai mandatari: si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. sono nulle e viziano l'intero contratto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di conferire al professionista il diritto esclusivo di interpretare una clausola qualsiasi del contratto: sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di stabilire che il prezzo dei servizi sia determinato al momento della prestazione: non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie fino a prova contraria, salvo particolari eccezioni.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di consentire al professionista di aumentare il prezzo del bene senza che il consumatore possa recedere se il prezzo finale è eccessivamente elevato rispetto a quello originariamente convenuto: si presumono vessatorie fino a prova contraria, salvo particolari eccezioni. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. sono nulle e viziano l'intero contratto. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole che hanno per oggetto o per effetto di riservare al professionista il potere di accertare la conformità del bene venduto a quello previsto nel contratto: si presumono vessatorie fino a prova contraria. sono nulle e viziano l'intero contratto. si presumono vessatorie senza alcuna possibilità di fornire prova contraria. non si considerano vessatorie purché siano stipulate per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole eventualmente proposte al consumatore per iscritto devono sempre essere redatte: in modo da rendere palesi le finalità che il professionista si propone. in stampatello. in modo chiaro e comprensibile. in modo che almeno le clausole essenziali siano facilmente comprensibili.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore in caso di dubbio sul senso di una clausola, salvo i casi di azione inibitoria proposta dagli organismi a ciò legittimati: prevale l'interpretazione più favorevole al professionista. la stessa va interpretata avendo riguardo esclusivamente al senso letterale delle parole usate. prevale l'interpretazione più favorevole al consumatore. la stessa va interpretata avendo esclusivamente riguardo a ciò che si pratica nel luogo ove risiede o ha sede il professionista.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole considerate vessatorie: sono efficaci se non impugnate entro otto giorni dalla stipula del contratto. sono efficaci se il consumatore non le impugna. sono inefficaci mentre il contratto rimane efficace per il resto. sono inefficaci e la loro inefficacia si estende al contratto nel suo complesso.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore l'eventuale inefficacia delle clausole contrattuali: opera a vantaggio della parte che la fa valere in giudizio. opera soltanto a vantaggio del consumatore e non può essere rilevata d'ufficio dal giudice. opera solo a vantaggio del professionista. opera soltanto a vantaggio del consumatore e può essere rilevata d'ufficio dal giudice.
A norma del codice civile, in materia di contratto tra professionista e consumatore, le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura possono convenire in giudizio il professionista o l'associazione di professionisti che utilizzano condizioni generali di contratto e richiedere al giudice competente che inibisca l'uso di condizioni di cui sia accertata l'abusività? No: la legittimazione attiva per l'azione inibitoria compete solo al consumatore oppure alle associazioni rappresentative dei consumatori. No: la legittimazione attiva per l'azione inibitoria compete solo alle associazioni rappresentative dei consumatori e dei professionisti. Sì. No: la legittimazione attiva per l'azione inibitoria compete solo al consumatore.
A norma del codice civile, in materia di contratto tra professionista e consumatore, le associazioni rappresentative dei consumatori possono convenire in giudizio il professionista o l'associazione di professionisti che utilizzano condizioni generali di contratto e richiedere al giudice competente che inibisca l'uso di condizioni di cui sia accertata l'abusività? No. Sì. No: la legittimazione attiva per l'azione inibitoria compete solo al consumatore. No: la legittimazione attiva per l'azione inibitoria compete solo al consumatore oppure alle associazioni rappresentative dei professionisti.
A norma del codice civile, in materia di contratto tra professionista e consumatore, le associazioni rappresentative dei professionisti possono convenire in giudizio il professionista o l'associazione di professionisti che utilizzano condizioni generali di contratto e richiedere al giudice competente che inibisca l'uso di condizioni di cui sia accertata l'abusività? No. Sì. No: la legittimazione attiva per l'azione inibitoria compete solo al consumatore. No: la legittimazione attiva per l'azione inibitoria compete solo al consumatore oppure alle associazioni rappresentative dei consumatori.
A norma del codice civile, nel contratto tra professionista e consumatore le clausole o gli elementi di clausola che siano stati oggetto di trattativa individuale si considerano: non vessatorie. non vessatorie solo se risulta da atto scritto che nella trattativa entrambe le parti si sono comportate secondo buona fede. non vessatorie fino a prova contraria. non vessatorie solo se risulta da atto scritto che questa è stata la volontà manifestata dal consumatore.
A norma del codice civile, quando il contratto tra professionista e consumatore è concluso mediante la sottoscrizione di moduli o formulari, su chi incombe l'onere di provare che le clausole o gli elementi di clausola predisposti unilateralmente dal professionista sono stati oggetto di specifica trattativa con il consumatore? Sulla parte che vi abbia interesse. Sul consumatore. Su nessuno in quanto le clausole e gli elementi di clausola in argomento si presumono vessatori. Sul professionista.
La vendita è: il contratto con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni continuative di cose. il contratto con il quale una parte si obbliga a far godere all'altra una cosa mobile verso un determinato corrispettivo. il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose da un contraente all'altro. il contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa verso il corrispettivo di un prezzo.
Gli amministratori dei beni delle province: non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura, salvo che li acquistino all'asta pubblica. possono essere compratori rispetto ai beni affidati alla loro cura, soltanto qualora il prezzo sia stato determinato dal giudice. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura, salvo che si tratti di cose aventi un prezzo di borsa o di mercato.
L'acquisto di un bene, effettuato da colui che per legge amministra il bene medesimo, è: annullabile. nullo. valido, se fatto per interposta persona. valido, se fatto all'asta pubblica.
L'acquisto di un bene fatto per interposta persona da colui che per atto della pubblica autorità amministra detto bene è: annullabile. valido, ma inefficace. nullo. valido, se fatto all'asta pubblica.
L'acquisto effettuato da un pubblico ufficiale all'asta pubblica di un bene venduto per suo ministero è: valido, se fatto per interposta persona. nullo. valido, ma inefficace. annullabile.
Gli amministratori dei beni dei comuni: non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura, salvo che li acquistino all'asta pubblica. possono essere compratori rispetto ai beni affidati alla loro cura, soltanto qualora il prezzo sia stato determinato dal giudice. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura, salvo che si tratti di cose aventi un prezzo di borsa o di mercato.
Gli amministratori dei beni degli enti pubblici: non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura, salvo che si tratti di cose aventi un prezzo di borsa o di mercato. possono essere compratori rispetto ai beni affidati alla loro cura, soltanto qualora il prezzo sia stato determinato dal giudice. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura, salvo che li acquistino all'asta pubblica. non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura.
L'acquisto, effettuato da parte dell'amministratore di beni dei comuni, delle province o di enti pubblici, di beni affidati alla sua cura è: risolubile. valido, ma inefficace. annullabile. nullo.
Gli ufficiali pubblici: possono essere compratori rispetto ai beni che sono venduti per loro ministero soltanto qualora il prezzo sia stato determinato da un consulente tecnico d'ufficio. non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni che sono venduti per loro ministero. non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni che sono venduti per loro ministero, salvo che l'asta pubblica sia andata deserta. non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni che sono venduti per loro ministero, salvo che si tratti di cose aventi un prezzo di borsa o di mercato.
Coloro che per legge amministrano beni altrui: non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni medesimi. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni medesimi, salvo che l'asta pubblica sia andata deserta. possono essere compratori rispetto ai beni medesimi soltanto qualora il prezzo sia stato determinato da un consulente tecnico d'ufficio. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni medesimi, salvo che si tratti di cose aventi un prezzo di borsa o di mercato.
Coloro che per atto della pubblica autorità amministrano beni altrui: non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni medesimi. possono essere compratori rispetto ai beni medesimi soltanto qualora il prezzo sia stato determinato da un consulente tecnico d'ufficio. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni medesimi, salvo che si tratti di cose aventi un prezzo di borsa o di mercato. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni medesimi, salvo che l'asta pubblica sia andata deserta.
L'acquisto, effettuato da parte dell'amministratore di beni dello Stato, di beni affidati alla sua cura è: nullo. valido, ma inefficace. annullabile. risolubile.
Gli amministratori dei beni dello Stato: non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura, salvo che si tratti di cose aventi un prezzo di borsa o di mercato. non possono essere compratori, né direttamente né per interposta persona, rispetto ai beni affidati alla loro cura, salvo che li acquistino all'asta pubblica. possono essere compratori rispetto ai beni affidati alla loro cura, soltanto qualora il prezzo sia stato determinato dal giudice. non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, né direttamente né per interposta persona rispetto ai beni affidati alla loro cura.
Nella vendita che ha per oggetto alberi, la proprietà si acquista: quando gli alberi sono tagliati. non appena il contratto viene registrato. con la stipula del contratto. non appena il prezzo viene pagato.
Nella vendita che ha per oggetto una cosa futura, diversa dagli alberi o dai frutti di un fondo, l'acquisto della proprietà si verifica: non appena il contratto viene registrato. non appena la cosa viene ad esistenza. con la stipula del contratto. non appena il prezzo viene pagato.
Nella vendita che ha per oggetto i frutti di un fondo, la proprietà si acquista: non appena il contratto viene registrato. quando i frutti sono separati. non appena il prezzo viene pagato. con la stipula del contratto.
A norma del codice civile, qualora le parti non abbiano voluto concludere un contratto aleatorio, la vendita che ha per oggetto una cosa futura che non venga ad esistenza, è: annullabile. nulla. rescindibile. risolubile.
Nella vendita che ha per oggetto una cosa futura, diversa dagli alberi o dai frutti di un fondo, l'acquisto della proprietà si verifica: al momento della conclusione del contratto. non appena la cosa è stata individuata. non appena la cosa viene ad esistenza. non appena la cosa viene consegnata.
Salvo che si tratti di contratto aleatorio, nella vendita di cosa futura, se la cosa non viene ad esistenza il contratto è: annullabile. nullo. rescindibile. risolto di diritto.
Possono le parti di un contratto di vendita, avente ad oggetto beni il cui prezzo non sia imposto da specifiche norme, affidare la determinazione del prezzo ad un terzo eletto nello stesso contratto? No. Sì, a condizione che il terzo non sia coniuge, parente o affine di una o di entrambe le parti e che non si tratti di vendita di beni immobili. Sì. Sì, purché la vendita non abbia ad oggetto beni futuri.
Possono le parti di un contratto di vendita, avente ad oggetto beni il cui prezzo non sia imposto da specifiche norme, affidare la determinazione del prezzo a un terzo da eleggere posteriormente al contratto stesso? No, salvo che si tratti di vendita di cose aventi un prezzo di borsa o di mercato. No. Sì, purché non si tratti di vendita di beni immobili. Sì.
A norma del codice civile, qualora nel contratto di vendita le parti abbiano affidato la determinazione del prezzo a un terzo, eletto nel contratto, e il terzo non voglia o non possa accettare l'incarico se le parti non si accordano per la sua sostituzione, la nomina, su richiesta di una delle parti, è fatta dal: presidente della Corte di appello del luogo in cui deve essere eseguito il contratto. presidente della camera di commercio del luogo in cui è stato concluso il contratto. presidente della Corte di appello del luogo in cui è stato concluso il contratto. presidente del tribunale del luogo in cui è stato concluso il contratto.
A norma del codice civile, qualora il contratto di vendita abbia ad oggetto cose che il venditore vende abitualmente e le parti non abbiano determinato il prezzo, né convenuto il modo di determinarlo, né esso sia stabilito per atto della pubblica autorità, ovvero si tratti di cose non aventi un prezzo di borsa o di mercato e le parti abbiano inteso riferirsi al giusto prezzo: il prezzo è determinato da un terzo nominato, su richiesta di una delle parti, dal presidente della Corte di appello del luogo in cui deve essere eseguito il contratto. il contratto è nullo. si presume che le parti abbiano voluto riferirsi al prezzo normalmente praticato dal venditore. il contratto è risolubile.
A norma del codice civile, le spese del contratto di vendita e le altre accessorie sono a carico del compratore? Sì, sempre. Sì, purché tra le parti non sia stato pattuito diversamente. No, mai. Sì, ma solo se così sia stato pattuito tra le parti.
A norma del codice civile, le spese del contratto di vendita e le altre accessorie sono a carico del venditore? No, salvo che così sia stato pattuito dalle parti. Sì, sempre. No, mai. Sì, purché non si tratti di vendita di beni immobili.
A norma del codice civile, le spese del contratto di vendita e le altre accessorie sono a carico del compratore? Sì, se non è stato pattuito diversamente. No, mai. Sì, sempre. No, se non è stato pattuito diversamente.
A norma del codice civile, non costituisce obbligazione principale del venditore: quella di richiedere la trascrizione del contratto di vendita al competente conservatore dei registri immobiliari, mediante presentazione della relativa nota. quella di far acquistare al compratore la proprietà della cosa o il diritto, se l'acquisto non è effetto immediato del contratto. quella di garantire il compratore dall'evizione e dai vizi della cosa. quella di consegnare la cosa al compratore.
A norma del codice civile, non costituisce obbligazione principale del venditore: quella di consegnare la cosa al compratore. quella di pagare le spese del contratto di vendita. quella di fare acquistare la proprietà della cosa o il diritto, se l'acquisto non è effetto immediato del contratto. quella di garantire il compratore dall'evizione e dai vizi della cosa.
A norma del codice civile, il venditore deve consegnare la cosa nello stato in cui si trovava al momento: in cui si procede alla consegna. della vendita. della trascrizione del contratto. della registrazione del contratto.
A norma del codice civile, il venditore, tra l'altro, deve consegnare i titoli e i documenti relativi: alla proprietà e non anche quelli relativi all'uso della cosa venduta. alla proprietà e all'uso della cosa venduta. alla proprietà e all'uso della cosa venduta, soltanto qualora ciò sia stato espressamente convenuto dalle parti. alla proprietà e all'uso della cosa venduta, esclusivamente qualora si tratti di bene immobile.
Nella compravendita il venditore è tenuto a consegnare la cosa insieme agli accessori e alle pertinenze dal giorno della vendita? No, mai. Sì, salvo diversa volontà delle parti. Sì, anche se vi sia una diversa volontà delle parti. No, salvo che si tratti di beni immobili.
Nella compravendita, salva diversa volontà delle parti, se vi sono accessori, pertinenze e frutti, la cosa deve essere consegnata: con gli accessori, le pertinenze e i frutti dal giorno della vendita. con gli accessori e le pertinenze, ma senza frutti. con i frutti dal giorno della vendita, ma senza gli accessori e le pertinenze. con gli accessori, ma senza le pertinenze e senza frutti.
A norma del codice civile, se la vendita ha per oggetto una cosa altrui, venduta come tale, in quale dei seguenti momenti il compratore ne acquista la proprietà? Nel momento in cui il venditore acquista la proprietà dal titolare della cosa. Nel momento in cui il prezzo viene pagato, purché sia avvenuta la consegna. Nel momento stesso in cui viene stipulato il contratto di vendita, se si tratta di beni mobili, e quando il contratto di vendita viene trascritto, se si tratta di beni immobili, purché - in ogni caso - il titolare della cosa ne sia a conoscenza. Nel momento stesso in cui viene stipulato il contratto di vendita sia che si tratti di beni mobili che di beni immobili, purché il titolare della cosa ne venga, anche successivamente, a conoscenza.
Tizio a titolo di permuta ha trasferito a Caio, come proprio, un terreno di proprietà di Sempronio. Caio, che, successivamente alla conclusione del contratto, viene a conoscenza che il terreno non è di Tizio, può chiedere la risoluzione del contratto? No, mai. Sì, quantunque Tizio abbia nel frattempo acquistato la proprietà. Sì, purché non sia trascorso più di un anno dal contratto. Sì, purché frattanto Tizio non gli abbia fatto acquistare la proprietà del terreno.
Il compratore può chiedere la risoluzione del contratto se, quando l'ha concluso, ignorava che la cosa non era di proprietà del venditore? No, ma ha diritto al risarcimento dei danni. Sì, in ogni caso. Sì, purché frattanto il venditore non gliene abbia fatto acquistare la proprietà. No, ma ha diritto ad un equo indennizzo.
Ove il compratore chieda la risoluzione del contratto di vendita per aver ignorato, al momento della conclusione, che la cosa non era di proprietà del venditore, il quale, frattanto, non gliene abbia fatto acquistare la proprietà: il venditore non è tenuto a rimborsare al compratore le spese necessarie fatte per la cosa. il venditore è tenuto, tra l'altro, a rimborsare al compratore le spese necessarie fatte per la cosa, ma non quelle utili. il venditore è tenuto, tra l'altro, a rimborsare al compratore le spese necessarie e utili fatte per la cosa. il venditore è tenuto, tra l'altro, a rimborsare al compratore le spese necessarie e utili fatte per la cosa, soltanto se era in mala fede.
Ove il compratore chieda la risoluzione del contratto di compravendita per aver ignorato, al momento della conclusione, che la cosa non era di proprietà del venditore, il quale, frattanto, non gliene abbia fatto acquistare la proprietà,: il venditore è tenuto, tra l'altro, a rimborsare al compratore esclusivamente le spese necessarie e utili fatte per la cosa, soltanto qualora fosse in mala fede. il venditore è tenuto, tra l'altro, a rimborsare al compratore le spese voluttuarie fatte per la cosa anche se era in buona fede. il venditore è tenuto, tra l'altro, a rimborsare al compratore le spese voluttuarie fatte per la cosa, se era in mala fede. il venditore non è mai tenuto a rimborsare al compratore le spese voluttuarie fatte per la cosa.
A norma del codice civile, qualora il compratore acquisti un bene che egli riteneva di proprietà del venditore e che invece risulta essere solo in parte di proprietà altrui, quando deve ritenersi, secondo le circostanze, che egli avrebbe acquistato la cosa anche senza quella parte di cui non è divenuto proprietario: può chiedere, alternativamente, la risoluzione del contratto o il risarcimento del danno. può ottenere una riduzione del prezzo, ma non il risarcimento del danno. può solo ottenere una riduzione del prezzo, oltre al risarcimento del danno. può chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno.
A norma del codice civile, qualora il compratore acquisti un bene che egli riteneva di proprietà del venditore e che invece risulta essere solo in parte di proprietà altrui: egli può chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno, quando deve ritenersi, secondo le circostanze, che non avrebbe acquistato la cosa senza quella parte di cui non è divenuto proprietario. egli non può in nessuno caso chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno potendo ottenere esclusivamente una riduzione del prezzo. egli può chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno in ogni caso, anche quando deve ritenersi, secondo le circostanze, che avrebbe acquistato la cosa senza quella parte di cui non è divenuto proprietario. egli non può in nessuno caso chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno e neppure può ottenere una riduzione del prezzo.
In caso di compravendita con pagamento del prezzo dilazionato, in assenza di specifiche pattuizioni, qualora il compratore abbia ragione di temere che la cosa oggetto di vendita o una parte di essa possa essere rivendicata da terzi ed il pericolo non gli fosse stato noto al tempo della vendita, egli: può far valere la nullità del contratto entro trenta giorni dalla scoperta del pericolo della rivendica da parte del terzo. può domandare la rescissione del contratto. può sospendere il pagamento del prezzo, salvo che il venditore presti idonea garanzia. non può in nessun caso sospendere il pagamento del prezzo.
Il compratore, quando ha ragione di temere che la cosa o una parte di essa possa essere rivendicata da terzi, può sospendere il pagamento del prezzo? Sì, ma solo se il pericolo non gli era noto al tempo della vendita, ancorché il venditore presti idonea garanzia. Sì, anche se il pericolo gli era noto al tempo della vendita ed il venditore presti idonea garanzia. Sì, se il venditore non presti idonea garanzia, quantunque il pericolo gli fosse noto al tempo della vendita. Sì, ma solo se il pericolo non gli era noto al tempo della vendita e il venditore non presti idonea garanzia.
Se la cosa venduta risulta gravata da vincoli derivanti da pignoramento dichiarati dal venditore e dal compratore stesso conosciuti, il compratore può sospendere il pagamento del prezzo ancora dovuto? Sì, salvo che il pignoramento derivi da un credito d'importo inferiore a metà del valore della cosa venduta. No. Sì. No, salvo che il pignoramento derivi da un credito d'importo superiore al valore della cosa venduta.
A norma del codice civile, il compratore di un bene immobile che abbia convenuto con il venditore il pagamento dilazionato del prezzo, qualora prima della scadenza di una delle rate del prezzo venga a conoscenza che il bene venduto risulta gravato da ipoteca, non dichiarata dal venditore e che egli, al momento dell'acquisto, ignorava: può chiedere che il venditore presti garanzia, soltanto qualora l'ipoteca sia stata trascritta nei sei mesi precedenti la stipula del contratto di compravendita. può chiedere la rescissione del contratto, se l'ipoteca è stata trascritta nei sei mesi precedenti la stipula del contratto. può sospendere il pagamento del prezzo. può chiedere che il venditore presti garanzia, ma non può sospendere il pagamento del prezzo.
A norma del codice civile, il compratore di un bene immobile che abbia convenuto con il venditore il pagamento dilazionato del prezzo, qualora prima della scadenza di una delle rate del prezzo venga a conoscenza che il bene venduto risulta gravato da vincoli derivanti da pignoramento, non dichiarati dal venditore e che egli, al momento dell'acquisto, ignorava: può chiedere l'annullamento del contratto per vizio del consenso, nel termine di sei mesi dalla conoscenza della trascrizione del pignoramento. può sospendere il pagamento del prezzo. può chiedere che il venditore presti idonea garanzia, ma non può sospendere il pagamento del prezzo. può chiedere la rescissione del contratto.
A norma del codice civile, il compratore di un bene immobile che abbia convenuto con il venditore il pagamento dilazionato del prezzo, qualora prima della scadenza di una delle rate del prezzo venga a conoscenza che il bene venduto risulta gravato da garanzie reali, non dichiarate dal venditore e che egli, al momento dell'acquisto, ignorava: può chiedere che il conservatore dei registri immobiliari presti garanzia, ma non può sospendere il pagamento del prezzo. può chiedere che il venditore presti idonea garanzia ma non può in nessun caso sospendere il pagamento del prezzo. può chiedere la rescissione del contratto. può sospendere il pagamento del prezzo.
A norma del codice civile, il compratore di un bene immobile, se la cosa acquistata risulta gravata da garanzie reali che erano a lui note: non può chiedere la risoluzione del contratto, e il venditore è tenuto verso di lui solo per il caso di evizione. può chiedere in ogni tempo la risoluzione del contratto. può chiedere la risoluzione del contratto entro tre mesi dalla trascrizione. può chiedere la risoluzione del contratto soltanto se le garanzie assistono un credito di valore superiore a quello dell'immobile.
A norma del codice civile, il compratore di un bene immobile che abbia convenuto con il venditore il pagamento dilazionato del prezzo, qualora prima della scadenza di una delle rate del prezzo venga a conoscenza che il bene venduto risulta gravato da vincoli derivanti da sequestro, non dichiarati dal venditore e che egli, al momento dell'acquisto, ignorava: può sospendere il pagamento del prezzo. può chiedere l'annullamento del contratto nel termine di trenta giorni dalla scoperta dei vincoli che gravano sul bene. può chiedere che il venditore presti garanzia, ma non può sospendere il pagamento del prezzo. può chiedere la rescissione del contratto.
Se la cosa venduta risulta gravata da garanzie reali non dichiarate dal venditore e dal compratore stesso ignorate, il compratore può sospendere il pagamento del prezzo ancora dovuto? No, salvo che le garanzie reali garantiscano un credito d'importo non inferiore a metà del valore della cosa venduta. No. Sì, solo se le garanzie reali siano d'importo non inferiore al valore della cosa venduta. Sì.
Se la cosa venduta risulta gravata da vincoli derivanti da pignoramento non dichiarati dal venditore e dal compratore stesso ignorati, il compratore può sospendere il pagamento del prezzo ancora dovuto? Sì. No. Sì, solo se il pignoramento derivi da un credito d'importo non inferiore al valore della cosa venduta. No, salvo che il pignoramento derivi da un credito d'importo non inferiore a metà del valore della cosa venduta.
Se la cosa venduta risulta gravata da vincoli derivanti da sequestro dichiarati dal venditore e dal compratore stesso conosciuti, il compratore può sospendere il pagamento del prezzo ancora dovuto? No, salvo che il sequestro sia disposto a cautela di un credito d'importo superiore al valore della cosa venduta. Sì. No. Sì, salvo che il sequestro sia disposto a cautela di un credito d'importo inferiore a metà del valore della cosa venduta.
Se la cosa venduta risulta gravata da garanzie reali dichiarate dal venditore e dal compratore stesso conosciute, il compratore può sospendere il pagamento del prezzo ancora dovuto? No. Sì, salvo che le garanzie reali riguardino un credito d'importo inferiore a metà del valore della cosa venduta. Sì. No, salvo che le garanzie reali riguardino un credito d'importo superiore al valore della cosa venduta.
A norma del codice civile, qualora il compratore di un bene immobile venga a conoscenza che il bene venduto risulta gravato da vincoli derivanti da sequestro, non dichiarati dal venditore e che egli, al momento dell'acquisto, ignorava: può far fissare dal giudice un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è risolto con obbligo del venditore di risarcire il danno. può far fissare dal notaio un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è risolto con obbligo del venditore di risarcire il danno. può far fissare dal notaio che ha stipulato il contratto un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è revocato con obbligo del venditore di risarcire il danno. può far fissare dal giudice un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è annullato con obbligo del venditore di risarcire il danno, se abbia agito con frode.
Se la cosa venduta risulta gravata da garanzie reali la cui esistenza era nota al compratore, questi può chiedere la risoluzione del contratto? No. Sì. No, salvo che la cosa venduta debba ancora essere consegnata. Sì, salvo che la cosa venduta debba ancora essere consegnata.
Se la cosa venduta risulta gravata da vincoli derivanti da pignoramento la cui esistenza era nota al compratore, questi può chiedere la risoluzione del contratto? No. Sì, salvo che la cosa venduta debba ancora essere consegnata. Sì. No, salvo che la cosa venduta debba ancora essere consegnata.
Se la cosa venduta risulta gravata da vincoli derivanti da sequestro la cui esistenza era nota al compratore, questi può chiedere la risoluzione del contratto? No. Sì, salvo che la cosa venduta debba ancora essere consegnata. No, salvo che la cosa venduta debba ancora essere consegnata. Sì.
Se la cosa venduta risulta gravata da vincoli derivanti da sequestro non dichiarati dal venditore e dal compratore stesso ignorati, il compratore può sospendere il pagamento del prezzo ancora dovuto? Sì. Sì, solo se il sequestro sia disposto a cautela di un credito d'importo non inferiore al valore della cosa venduta. No. No, salvo che il sequestro sia disposto a cautela di un credito d'importo non inferiore a metà del valore della cosa venduta.
A norma del codice civile, qualora il compratore acquisti un bene immobile gravato da ipoteca a lui nota al momento dell'acquisto: non può chiedere la risoluzione del contratto, e il venditore non è tenuto verso di lui per il caso di evizione. può chiedere l'annullamento del contratto. può chiedere la risoluzione del contratto. non può chiedere la risoluzione del contratto, e il venditore è tenuto verso di lui solo per il caso di evizione.
A norma del codice civile, qualora il compratore di un bene immobile venga a conoscenza che il bene venduto risulta gravato da ipoteca, non dichiarata dal venditore e che egli, al momento dell'acquisto, ignorava: può far fissare dal giudice un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è risoluto, con obbligo del venditore di risarcire il danno. può far fissare dal giudice un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è annullato, purché l'iscrizione dell'ipoteca risulti di data non anteriore a tre anni dalla stipula del contratto di compravendita. può far fissare dal giudice un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è annullato, purché l'iscrizione dell'ipoteca risulti di data non anteriore a tre anni dalla trascrizione del contratto di compravendita. può far fissare dal giudice un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è dichiarato nullo, purché l'iscrizione dell'ipoteca risulti di data non anteriore a tre anni dalla trascrizione del contratto di compravendita.
A norma del codice civile, qualora il compratore di un bene immobile venga a conoscenza che il bene venduto risulta gravato da garanzie reali, non dichiarate dal venditore e che egli, al momento dell'acquisto, ignorava: può far fissare dal giudice un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è risolto con obbligo del venditore di risarcire il danno. può far fissare dal notaio che ha stipulato il contratto un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è revocato con obbligo del venditore di risarcire il danno. può far fissare dal notaio che ha stipulato il contratto un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è risolto con obbligo del venditore di risarcire il danno. può far fissare dal giudice un termine, alla scadenza del quale, se il bene non è liberato, il contratto è annullato, con obbligo del venditore di risarcire il danno, se abbia agito con frode.
A norma del codice civile, qualora il bene immobile oggetto di un contratto di compravendita sia gravato da ipoteca, nota al compratore, questi: non può chiedere la risoluzione del contratto, salvo che proponga la relativa azione entro il termine di trenta giorni dalla trascrizione del contratto. non può chiedere la risoluzione del contratto, salvo che proponga la relativa azione entro il termine di trenta giorni dalla stipulazione del contratto. può chiedere la risoluzione del contratto, sempre che l'ipoteca sia stata iscritta per un valore superiore a quello del bene compravenduto. non può chiedere la risoluzione del contratto, e il venditore è tenuto verso di lui solo per il caso di evizione.
A norma del codice civile, qualora il bene immobile oggetto di un contratto di compravendita sia gravato da vincoli derivanti da pignoramento, noti al compratore, questi: non può chiedere la risoluzione del contratto, e il venditore è tenuto verso di lui solo per il caso di evizione. può chiedere la risoluzione del contratto, sempre che il pignoramento sia stato trascritto nei trenta giorni antecedenti la stipula del contratto di compravendita. non può chiedere la risoluzione del contratto, salvo che proponga la relativa azione entro il termine di trenta giorni dalla trascrizione del contratto. non può chiedere la risoluzione del contratto, salvo che proponga la relativa azione entro il termine di trenta giorni dalla stipulazione del contratto.
A norma del codice civile, qualora il bene immobile oggetto di un contratto di compravendita sia gravato da garanzie reali, note al compratore, questi: può chiedere la risoluzione del contratto. non può chiedere la risoluzione del contratto, e il venditore è tenuto verso di lui solo per il caso di evizione. non può chiedere la risoluzione del contratto, salvo che proponga la relativa azione entro il termine di trenta giorni dalla trascrizione del contratto. non può chiedere la risoluzione del contratto, salvo che proponga la relativa azione entro il termine di trenta giorni dalla stipulazione del contratto.
Qualora il compratore subisca l'evizione totale della cosa acquistata per effetto di diritti che un terzo ha fatti valere su di essa, a norma del codice civile il venditore, tra l'altro: è tenuto a procurare al compratore una cosa di valore almeno pari di quella evitta, e deve inoltre corrispondergli il valore dei frutti che questi sia tenuto a restituire a colui dal quale è evitto. è tenuto a riacquistare la cosa evitta, trasferendone la proprietà al compratore entro il termine di sei mesi dall'evizione. è tenuto a risarcire il compratore del danno e deve inoltre corrispondergli il valore dei frutti che questi sia tenuto a restituire a colui dal quale è evitto. è tenuto a risarcire il compratore del danno, ma non deve corrispondergli il valore dei frutti che questi sia tenuto a restituire a colui dal quale è evitto.
Qualora il compratore subisca l'evizione totale della cosa acquistata per effetto di diritti che un terzo ha fatti valere su di essa, a norma del codice civile il venditore, è tenuto, tra l'altro: a risarcire il compratore del danno e deve inoltre corrispondere al medesimo le spese che questi abbia fatte per la denunzia della lite e quelle che abbia dovuto rimborsare all'attore. a risarcire il compratore del danno e deve inoltre corrispondere al medesimo le spese che questi abbia fatte per la denunzia della lite, ma non quelle che abbia dovuto rimborsare all'attore. a risarcire il compratore del danno nei limiti di quello emergente e deve inoltre corrispondere al medesimo le spese che questi abbia dovuto rimborsare al terzo, ma non quelle che abbia fatte per la denunzia della lite. a risarcire il compratore del danno, ad esclusione del lucro cessante ma non deve corrispondere al medesimo le spese che questi abbia fatte per la denunzia della lite e quelle che abbia dovuto rimborsare all'attore.
Qualora il compratore subisca l'evizione totale della cosa acquistata per effetto di diritti che un terzo ha fatti valere su di essa, a norma del codice civile il venditore, tra l'altro: è tenuto a procurare al compratore una cosa di valore almeno pari di quella evitta, anche se di genere diverso. è tenuto a risarcire il compratore del danno. è tenuto a riacquistare la cosa evitta, trasferendone la proprietà al compratore entro il termine di trenta giorni dall'evizione. è tenuto a riacquistare la cosa evitta, trasferendone la proprietà al compratore entro il termine di sei mesi dall'evizione.
Il compratore che abbia spontaneamente riconosciuto il diritto vantato dal terzo sulla cosa venduta: non perde mai il diritto alla garanzia. perde in ogni caso il diritto alla garanzia. perde il diritto alla garanzia, anche se prova che non esistevano ragioni sufficienti per impedire l'evizione, salvo che dimostri di non avere potuto informare il venditore, in quanto questi si era reso irreperibile. perde il diritto alla garanzia, se non prova che non esistevano ragioni sufficienti per impedire l'evizione.
Qualora il compratore sia convenuto in giudizio da un terzo, il quale pretende di avere diritti sulla cosa venduta, qualora non chiami in causa il venditore e sia condannato con sentenza passata in giudicato: perde comunque il diritto alla garanzia, salvo che provi che ignorava quale fosse il domicilio del venditore. perde il diritto alla garanzia, se il venditore prova che esistevano ragioni sufficienti per far respingere la domanda. perde il diritto alla garanzia, anche se il venditore non prova che esistevano ragioni sufficienti per far respingere la domanda. non perde mai il diritto alla garanzia.
Tizio ha acquistato da Caio un appartamento a Pescara e successivamente, per evitare di subire l'evizione di detto appartamento da parte di Sempronio, che vanta legittimamente dei diritti su di esso, gli paga la somma di venticinquemila euro. Caio: può liberarsi da tutte le conseguenze della garanzia per l'evizione con il rimborso della somma pagata, degli interessi e di tutte le spese. deve pagare a Tizio la metà della somma pagata oltre al risarcimento del danno. deve rimborsare a Tizio la somma pagata. può liberarsi da tutte le conseguenze della garanzia per l'evizione con il rimborso della metà della somma pagata.
Il patto contenuto in un contratto di compravendita con il quale viene esclusa la garanzia per evizione anche per fatto proprio del venditore è: valido ed efficace. valido ma inefficace. nullo. annullabile.
Tra le obbligazioni del venditore vi è quella di garantire il compratore dall'evizione della cosa. In quale modo i contraenti possono modificare gli effetti di detta garanzia? Possono solo aumentarli. Possono solo pattuire che il venditore non sia soggetto ad alcuna garanzia. Possono solo diminuirli. Possono sia aumentarli che diminuirli, o pattuire che il venditore non sia soggetto ad alcuna garanzia.
È valida la clausola con la quale le parti di un contratto di vendita escludono la garanzia per evizione derivante da un fatto proprio del venditore? Sì, sempre. No, mai. No, salvo che si tratti di vendita di beni mobili. No, salvo che si tratti di vendita di beni immobili.
Qualora le parti di una compravendita abbiano escluso la garanzia per evizione, se si verifica l'evizione per causa diversa dal fatto proprio del venditore, il compratore: non può pretendere dal venditore alcunché. può pretendere dal venditore soltanto la restituzione del prezzo pagato e il rimborso delle spese. può pretendere dal venditore soltanto la restituzione del prezzo. può pretendere dal venditore la restituzione del prezzo, il rimborso delle spese e il risarcimento del danno.
Il compratore di un fondo che risulti gravato da una preesistente servitù non apparente che ne diminuisce il libero godimento e che non è stata dichiarata nel contratto di compravendita, della quale egli non abbia avuto conoscenza: può domandare la risoluzione del contratto oppure una riduzione del prezzo. può domandare esclusivamente la riduzione del prezzo. può domandare esclusivamente la risoluzione del contratto. può chiedere che il contratto sia annullato.
Il patto, inserito in una compravendita, che limiti la responsabilità del venditore per i vizi della cosa che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata, ha effetto qualora il venditore stesso abbia in mala fede taciuto al compratore i suddetti vizi? Sì, salvo che il venditore abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi. Sì. No. No, salvo che sia stata espressamente prevista l'efficacia della clausola anche per i casi di dolo e colpa grave.
Il patto con cui si esclude o si limita la garanzia per i vizi della cosa venduta che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata: è nullo. ha effetto, purché il venditore non abbia taciuto in mala fede al compratore i vizi della cosa. ha effetto anche se il venditore abbia taciuto in mala fede al compratore i vizi della cosa. è valido soltanto se la vendita ha ad oggetto beni mobili ed anche se il venditore abbia taciuto in mala fede al compratore i vizi della cosa.
Il patto, inserito in una compravendita, che escluda la responsabilità del venditore per i vizi della cosa che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata, ha effetto qualora il venditore stesso abbia in mala fede taciuto al compratore i suddetti vizi? Sì. No. No, salvo che sia stata espressamente prevista l'efficacia della clausola anche per i casi di dolo e colpa grave. Sì, salvo che il venditore abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi.
Il patto con cui si esclude o si limita la garanzia per i vizi della cosa venduta che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata, non ha effetto: se il venditore ha in mala fede taciuto al compratore i vizi della cosa. se i vizi non erano facilmente riconoscibili nel momento in cui il contratto fu concluso. se i vizi erano riconoscibili nel momento in cui il contratto fu concluso. se i vizi preesistevano alla conclusione del contratto.
Il patto, inserito in una compravendita, che limiti la responsabilità del venditore per i vizi della cosa che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore, ha effetto qualora il venditore stesso abbia in mala fede taciuto al compratore i suddetti vizi? No, salvo che sia stata espressamente prevista l'efficacia della clausola anche per i casi di dolo e colpa grave. Sì. No. Sì, salvo che il venditore abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi.
Il patto con cui si esclude o si limita la garanzia per i vizi della cosa venduta che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore: ha effetto, purché il venditore non abbia taciuto in mala fede al compratore i vizi della cosa. ha effetto anche se il venditore abbia taciuto in mala fede al compratore i vizi della cosa. è nullo. è valido soltanto se la vendita ha ad oggetto beni mobili ed anche se il venditore abbia taciuto in mala fede al compratore i vizi della cosa.
Il venditore è tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune: esclusivamente dai vizi che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata. esclusivamente dai vizi che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. da qualunque vizio, ancorché non renda la cosa inidonea all'uso cui è destinata e non ne diminuisca in modo apprezzabile il valore. sia dai vizi che la rendano inidonea all'uso cui è destinata, sia da quelli che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore.
Il patto, inserito in un contratto di permuta, che limiti la responsabilità di una parte per i vizi della cosa, ha effetto qualora quella parte abbia in mala fede taciuto all'altra i suddetti vizi? No. Sì. No, salvo che sia stata espressamente prevista l'efficacia della clausola anche per i casi di dolo e colpa grave. No, salvo che abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi.
Il patto, inserito in una compravendita, che escluda la responsabilità del venditore per i vizi della cosa, ha effetto qualora il venditore stesso abbia in mala fede taciuto al compratore i suddetti vizi? No. Sì, salvo che il venditore abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi. No, salvo che sia stata espressamente prevista l'efficacia della clausola anche per i casi di dolo e colpa grave. Sì.
Il patto con cui si esclude o si limita la garanzia per i vizi della cosa venduta che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore, non ha effetto: se i vizi erano riconoscibili nel momento in cui il contratto fu concluso. se i vizi preesistevano alla conclusione del contratto. se i vizi non erano facilmente riconoscibili nel momento in cui il contratto fu concluso. se il venditore ha in mala fede taciuto al compratore i vizi della cosa.
A norma del codice civile, nel contratto di compravendita, la garanzia per i vizi della cosa venduta che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata: non è dovuta se i vizi non erano facilmente riconoscibili. non è dovuta se il compratore conosceva i vizi della cosa al momento del contratto. non è dovuta se il compratore non conosceva i vizi della cosa. è dovuta anche se il compratore conosceva i vizi della cosa.
Qualora i vizi della cosa oggetto del contratto di compravendita, che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata, siano facilmente riconoscibili: il venditore non è mai tenuto alla garanzia per i vizi della cosa venduta, neppure se egli abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi, salvo che si tratti di beni immobili. il venditore è sempre tenuto alla garanzia per i vizi della cosa venduta. il venditore non è tenuto alla garanzia per i vizi della cosa venduta, salvo che egli abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi. il venditore non è mai tenuto alla garanzia per i vizi della cosa venduta, neppure se egli abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi.
A norma del codice civile, nel contratto di compravendita, la garanzia per i vizi della cosa venduta che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore: non è dovuta se il compratore non conosceva i vizi della cosa. è dovuta anche se il compratore conosceva i vizi della cosa. non è dovuta se il compratore conosceva i vizi della cosa al momento del contratto. non è dovuta se i vizi non erano facilmente riconoscibili.
Qualora i vizi della cosa oggetto del contratto di compravendita, che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore, siano facilmente riconoscibili: il venditore è sempre tenuto alla garanzia per i vizi della cosa venduta. il venditore non è tenuto alla garanzia per i vizi della cosa venduta, salvo che egli abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi. il venditore non è mai tenuto alla garanzia per i vizi della cosa venduta, neppure se egli abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi. il venditore non è mai tenuto alla garanzia per i vizi della cosa venduta, neppure se egli abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi, salvo che si tratti di beni immobili.
A norma del codice civile, il compratore, se la cosa consegnata è perita in conseguenza dei vizi: ha diritto alla risoluzione del contratto di compravendita, sia se la cosa è perita per sua colpa, sia se è perita in conseguenza dei vizi della stessa. ha diritto alla risoluzione del contratto di compravendita, ma, se la cosa è perita per sua colpa, non può domandare che la riduzione del prezzo. può domandare esclusivamente la riduzione del prezzo, senza che assuma rilevanza la causa del perimento. può domandare esclusivamente il risarcimento dei danni, indipendentemente dalla causa del perimento.
A norma del codice civile, il compratore, se la cosa consegnata è perita in conseguenza dei vizi della stessa: ha diritto alla rescissione del contratto di compravendita. può domandare esclusivamente il risarcimento dei danni. ha diritto alla risoluzione del contratto di compravendita. può domandare esclusivamente la riduzione del prezzo.
A norma del codice civile, qualora il compratore, il quale abbia acquistato una cosa che risulti gravata da un vizio che la rende inidonea all'uso cui è destinata, chieda, con domanda giudiziale, la risoluzione del contratto: la scelta è revocabile nei trenta giorni successivi alla proposizione della domanda di risoluzione. il giudice può, a sua scelta, dichiarare risolto il contratto, ovvero ridurre il prezzo. la scelta è revocabile ed egli può chiedere la riduzione del prezzo. la scelta è irrevocabile ed egli non può più chiedere la riduzione del prezzo.
A norma del codice civile, il compratore, se la cosa consegnata è perita in conseguenza dei vizi della stessa: ha diritto alla risoluzione del contratto di compravendita. ha diritto all'annullamento del contratto di compravendita. può domandare esclusivamente la rescissione del contratto. può domandare che sia dichiarata la nullità del contatto.
A norma del codice civile, il compratore, qualora la cosa acquistata abbia vizi che la rendono inidonea all'uso a cui è destinata: può domandare esclusivamente il risarcimento dei danni. può domandare a sua scelta la risoluzione del contratto ovvero la riduzione del prezzo, salvo che, per determinati vizi, gli usi escludano la risoluzione. può domandare esclusivamente la risoluzione del contratto. può domandare esclusivamente la riduzione del prezzo.
A norma del codice civile, il venditore, in caso di risoluzione del contratto per vizi della cosa: deve restituire soltanto il prezzo e rimborsare al compratore i pagamenti legittimamente fatti per la vendita, ma non le spese. deve restituire il prezzo e rimborsare al compratore le spese e i pagamenti legittimamente fatti per la vendita. deve restituire soltanto il prezzo e non è tenuto a rimborsare al compratore le spese e i pagamenti legittimamente fatti per la vendita. deve restituire soltanto il prezzo e rimborsare al compratore le spese, ma non i pagamenti legittimamente fatti per la vendita.
A norma del codice civile, in caso di risoluzione del contratto di compravendita per vizi della cosa venduta, il venditore deve restituire il prezzo e rimborsare al compratore le spese e i pagamenti legittimamente fatti per la vendita, ed il compratore: non deve restituire la cosa. non deve restituire la cosa, qualora provi che non era a conoscenza dei vizi. non deve restituire la cosa, qualora provi che i vizi non erano facilmente riconoscibili. deve restituire la cosa, se questa non è perita in conseguenza dei vizi.
A norma del codice civile, in caso di risoluzione del contratto di compravendita per vizi della cosa venduta, il venditore deve restituire il prezzo e rimborsare al compratore le spese e i pagamenti legittimamente fatti per la vendita: ed è altresì tenuto in ogni caso al risarcimento del danno anche qualora provi di avere ignorato senza colpa i vizi della cosa. ed è altresì tenuto verso il compratore esclusivamente al risarcimento del danno, qualora quest'ultimo provi che il venditore ha occultato con frode i vizi della cosa. e non è mai tenuto verso il compratore al risarcimento del danno. ed è altresì tenuto verso il compratore al risarcimento del danno, se non prova di avere ignorato senza colpa i vizi della cosa.
A norma del codice civile, in caso di risoluzione del contratto di compravendita per vizi della cosa venduta, il venditore, oltre a restituire il prezzo e rimborsare al compratore le spese e i pagamenti legittimamente fatti per la vendita: non deve risarcire al compratore i danni derivati dai vizi della cosa. non deve risarcire al compratore i danni derivati dai vizi della cosa, salvo che il compratore dimostri che il venditore conosceva i vizi della cosa. non deve risarcire al compratore i danni derivati dai vizi della cosa, salvo che il compratore dimostri esclusivamente con prove scritte che il venditore conosceva i vizi della cosa. deve altresì risarcire al compratore i danni derivati da vizi della cosa.
Le parti di un contratto di compravendita possono pattuire, per la denuncia al venditore, un termine di sedici giorni dalla scoperta dei vizi della cosa? No. No, salvo che le parti risiedano in luoghi diversi al momento della conclusione del contratto. Sì, ma solo se il prezzo venga interamente pagato al momento della conclusione del contratto. Sì.
Le parti di contratto di permuta possono pattuire, per la denuncia al cedente, un termine di sedici giorni dalla scoperta dei vizi della cosa? No, salvo che le parti risiedano in luoghi diversi al momento della conclusione del contratto. Sì, solo se i beni permutati sono della stessa specie. No. Sì.
A norma del codice civile, l'azione di garanzia per i vizi della cosa venduta si prescrive in un anno dalla consegna: ma il compratore, che sia convenuto per l'esecuzione del contratto, può sempre far valere la garanzia, purché il vizio della cosa sia stato denunziato entro otto giorni dalla scoperta e prima del decorso dell'anno dalla consegna. ma il compratore, che sia convenuto per l'esecuzione del contratto, può sempre far valere la garanzia, anche se il vizio della cosa non sia stato denunziato entro otto giorni dalla scoperta e prima del decorso dell'anno dalla consegna. ma il compratore, che sia convenuto per l'esecuzione del contratto, può sempre far valere la garanzia, purché il vizio della cosa sia stato denunziato entro tre mesi dalla scoperta e prima del decorso dell'anno dalla consegna. e il compratore, che sia convenuto per l'esecuzione del contratto, non può far valere la garanzia.
A norma del codice civile, l'azione di garanzia per i vizi della cosa venduta: si prescrive in cinque anni dalla consegna. si prescrive in un anno dalla consegna. si prescrive in dieci anni dalla consegna. si prescrive in tre anni dalla consegna.
A norma del codice civile, il compratore decade dal diritto alla garanzia per i vizi della cosa, se non denunzia i vizi al venditore entro otto giorni dalla scoperta, salvo il diverso termine stabilito dalle parti o dalla legge: ma la denunzia non è necessaria esclusivamente qualora il venditore abbia occultato il vizio. ma la denunzia non è necessaria se il venditore ha riconosciuto l'esistenza del vizio o l'ha occultato. e la denunzia è sempre necessaria. ma la denunzia non è necessaria esclusivamente qualora il venditore abbia riconosciuto l'esistenza del vizio.
A norma del codice civile, il compratore decade dal diritto alla garanzia per i vizi della cosa: se non denunzia i vizi al venditore entro otto giorni dalla scoperta, salvo il diverso termine stabilito dalle parti o dalla legge. se non denunzia i vizi al venditore entro quindici giorni dalla scoperta e le parti non possono pattuire un diverso termine. se non conviene in giudizio il venditore entro quindici giorni dalla scoperta dei vizi. se non conviene in giudizio il venditore entro otto giorni dalla scoperta dei vizi, salvo il diverso termine stabilito dalle parti o dalla legge.
A norma del codice civile, quando la cosa venduta non ha le qualità essenziali per l'uso cui è destinata, il compratore: ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento, purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi. ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento, anche se il difetto di qualità non ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi. ha diritto di ottenere l'accertamento della nullità del contratto, purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi. ha diritto di ottenere la rescissione del contratto secondo le disposizioni generali sulla rescissione, purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi.
A norma del codice civile, quando la cosa venduta non ha le qualità promesse, il compratore: ha diritto di ottenere la rescissione del contratto secondo le disposizioni generali sulla rescissione, purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi. ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento, anche se il difetto di qualità non ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi. ha diritto di ottenere l'accertamento della nullità del contratto, purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi. ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per inadempimento, purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi.
La clausola contenuta in un contratto preliminare di compravendita, avente ad oggetto un appartamento, con cui si pattuisca che il prezzo dovrà essere pagato tre mesi prima del termine fissato per la stipula del contratto definitivo e al domicilio dell'acquirente: è nulla. è valida soltanto qualora sia pattuito che il venditore debba corrispondere all'acquirente gli interessi sul prezzo anticipatamente pagato. è valida. è valida soltanto qualora sia pattuito che il pagamento debba avvenire contestualmente alla consegna della cosa.
È valida la clausola contenuta nel contratto di compravendita che prevede che il prezzo debba essere pagato, senza interessi, successivamente alla consegna della cosa da parte del venditore? Sì, salvo che la cosa non produca frutti. Sì, sempre. No, a meno che si tratti di vendita di beni mobili. No, mai.
Qualora le parti del contratto di compravendita di un bene immobile non convengano quale sia il luogo del pagamento, il pagamento deve essere effettuato: al domicilio del compratore. nel luogo ove è situato l'immobile oggetto della compravendita. nel luogo in cui è concluso il contratto. nel luogo dove si esegue la consegna, o, se il prezzo non si deve pagare al momento della consegna, al domicilio del venditore.
A norma del codice civile, nella compravendita, in mancanza di particolari pattuizioni e salvi gli usi diversi, il pagamento del prezzo deve avvenire: decorso il termine di otto giorni dalla consegna della cosa. al momento della conclusione della compravendita, nel caso si tratti di beni immobili, ed al momento della consegna della cosa, nel caso si tratti di beni mobili. al momento della consegna della cosa. al momento della conclusione della compravendita, anche se la consegna della cosa è differita.
A norma del codice civile, salvo diversa pattuizione, qualora la cosa venduta e consegnata al compratore produca frutti o altri proventi: decorrono gli interessi sul prezzo, ma soltanto qualora questo sia esigibile. decorrono gli interessi sul prezzo, anche se questo non è ancora esigibile. non decorrono mai gli interessi sul prezzo. decorrono gli interessi sul prezzo, ma soltanto se ciò sia stato espressamente convenuto e sempre che il prezzo sia esigibile.
Il patto di riscatto può prevedere la restituzione di un prezzo superiore a quello stabilito per la vendita? No, ed il patto è nullo per l'eccedenza. Sì, ma il prezzo previsto nel patto non può superare il ventesimo del prezzo della vendita. Sì. No, e rende nullo l'intero contratto.
Tizio ha venduto a Caio un appartamento riservandosi il diritto di riaverne la proprietà mediante la restituzione a Caio del prezzo e delle spese necessarie e utili. L'ipotesi descritta configura: una vendita con patto di prelazione a favore del venditore. una vendita con patto di riservato dominio. una vendita con riserva di gradimento. una vendita con patto di riscatto.
In tema di riscatto convenzionale, il patto di restituire un prezzo superiore a quello stipulato per la vendita: è annullabile. è nullo per l'eccedenza. è valido anche per l'eccedenza. è valido solo se si tratta di vendita di cosa fruttifera.
Il patto che prevede l'obbligo per il venditore, che voglia esercitare il diritto di riscatto, di restituire un prezzo superiore a quello stipulato per la vendita è: annullabile. nullo per l'eccedenza. nullo e rende altresì nullo il contratto di vendita. sempre valido.
Oggetto della vendita con patto di riscatto possono essere: beni immobili, ma non beni mobili. sia beni mobili che beni immobili. beni mobili, ma non beni immobili. beni mobili registrati, ma non beni immobili e mobili non registrati.
Nella compravendita con patto di riscatto avente ad oggetto beni immobili il termine massimo per il riscatto è: dieci anni. venti anni. cinque anni. due anni.
Nella compravendita con patto di riscatto avente ad oggetto beni mobili registrati il termine massimo per il riscatto è: cinque anni. dieci anni. due anni. venti anni.
Nella compravendita con patto di riscatto avente ad oggetto beni mobili il termine massimo per il riscatto è: cinque anni. dieci anni. due anni. venti anni.
Se le parti di un contratto di compravendita con patto di riscatto stabiliscono per il riscatto un termine maggiore di quello legale: il termine si riduce a quello legale. il patto è nullo e rende nullo il contratto di compravendita. il patto è nullo e si considera non apposto. il patto è valido.
Nella compravendita con patto di riscatto il termine massimo previsto dalla legge per l'esercizio del riscatto: è prorogabile dalle parti. è prorogabile di un anno. è perentorio e non si può prorogare. è perentorio se la vendita ha per oggetto beni immobili, mentre è ordinatorio in tutti gli altri casi.
Nella vendita con patto di riscatto avente ad oggetto beni immobili, il compratore, al quale il venditore abbia comunicato la dichiarazione di riscatto ma non abbia ancora rimborsato le spese per le riparazioni necessarie e, nei limiti dell'aumento, quelle che hanno aumentato il valore della cosa: consegue definitivamente la proprietà della cosa qualora il rimborso non abbia luogo entro dieci giorni dalla comunicazione della dichiarazione di riscatto. ha diritto di ritenere la cosa venduta fino al rimborso di dette spese. non è tenuto a consegnare la cosa venduta, salvo che il venditore presti idonea garanzia. deve consegnare la cosa venduta, ma ha diritto all'ipoteca legale.
Il venditore che voglia esercitare il diritto di riscatto, oltre a comunicare al compratore la dichiarazione di riscatto e a rimborsargli il prezzo, è tenuto ad altre prestazioni? Sì, deve rimborsare le spese ed ogni pagamento legittimamente fatto per la vendita, le spese per le riparazioni necessarie e, nei limiti dell'aumento, quelle che hanno aumentato il valore della cosa. No. Sì, deve rimborsare gli interessi legali sul prezzo, ma non le spese per le riparazioni necessarie e quelle utili, né le altre spese legittimamente fatte per la vendita. Sì, deve rimborsare le spese legittimamente fatte per la vendita, ma non le spese per le riparazioni necessarie e utili.
A norma del codice civile, nella compravendita, il venditore che intenda esercitare il diritto di riscatto entro il termine fissato, deve comunicare al compratore la dichiarazione di riscatto e corrispondergli le somme liquide dovute per il rimborso del prezzo, delle spese e di ogni altro pagamento legittimamente fatto per la vendita: e, se il compratore rifiuta di ricevere il pagamento di tali rimborsi, il venditore decade dal diritto di riscatto qualora non ne faccia offerta reale entro otto giorni dalla scadenza del termine. e, se il compratore rifiuta di ricevere il pagamento del rimborso del prezzo, il venditore decade dal diritto di riscatto qualora non lo convenga in giudizio entro quindici giorni dalla scadenza del termine. e, se il compratore rifiuta di ricevere il pagamento del rimborso del prezzo, il venditore decade dal diritto di riscatto qualora non lo convenga in giudizio entro trenta giorni dalla scadenza del termine. e, se il compratore rifiuta di ricevere il pagamento del rimborso del prezzo, il venditore non decade dal diritto di riscatto, neanche qualora non ne faccia offerta reale entro otto giorni dalla scadenza del termine.
A norma del codice civile, nella compravendita con patto di riscatto, il venditore decade dal diritto di riscatto: se entro il termine fissato non comunica al compratore la dichiarazione di riscatto e non gli corrisponde le somme liquide dovute per il rimborso del prezzo, delle spese e di ogni altro pagamento legittimamente fatto per la vendita. se entro il termine fissato non comunica al compratore la dichiarazione di riscatto, e non gli corrisponde le somme liquide dovute per il rimborso del prezzo e delle spese, ma non è tenuto a corrispondere le somme per ogni altro pagamento legittimamente fatto per la vendita. se entro il termine fissato non abbia comunicato al compratore, con atto pubblico, la dichiarazione di riscatto, ed abbia offerto in forma solenne esclusivamente le somme dovute per il rimborso del prezzo. se entro il termine fissato non abbia comunicato al compratore, con atto pubblico, la dichiarazione di riscatto.
Nella vendita di beni immobili, la dichiarazione di riscatto: deve essere fatta per atto pubblico, sotto pena di nullità. può essere fatta in qualunque forma, purché sia accompagnata dall'offerta in forma solenne delle somme dovute per il rimborso del prezzo e delle spese. deve essere fatta per iscritto, sotto pena di nullità. può essere fatta in qualunque forma.
Con atto notarile regolarmente trascritto Caio ha venduto con patto di riscatto un appartamento a Tizio. Successivamente Tizio rivende lo stesso appartamento a Sempronio e notifica a Caio l'alienazione. Nei confronti di chi Caio dovrà esercitare il diritto di riscatto? Nei confronti del terzo acquirente Sempronio. Nei confronti dell'originario acquirente Tizio. Nei confronti sia di Tizio che di Sempronio. Caio non può più esercitare il diritto di riscatto.
Il venditore che abbia legittimamente esercitato il diritto di riscatto nei confronti del compratore può ottenere il rilascio della cosa anche dai successivi acquirenti? No, mai. No, salvo che il primo acquirente lo consenta. Sì, sempre. Sì, purché il patto di riscatto sia ad essi opponibile.
In tema di vendita con patto di riscatto di cose immobili il venditore che ha esercitato il diritto di riscatto è tenuto, secondo il codice civile, a mantenere una locazione stipulata dall'acquirente? No, salvo che si tratti di locazione di immobile ad uso commerciale. No. Sì, ma solo se fatta senza frode, di data certa e convenuta per un tempo non superiore a tre anni. Sì, ma solo se la locazione gli è stata notificata entro cinque giorni dalla stipulazione del contratto di locazione stesso.
È possibile vendere con patto di riscatto la quota indivisa di una cosa? Sì. Sì, ma solo se trattasi di cosa comodamente divisibile. Sì, ma solo se c'è il consenso degli altri comproprietari. No.
In caso di vendita con patto di riscatto di una parte indivisa di una cosa, il comproprietario che chiede la divisione: deve proporre la domanda solo nei confronti del compratore ma, sino al termine fissato per l'esercizio del riscatto, deve essere accantonata la somma corrispondente al valore della quota oggetto del contratto. deve proporre la domanda anche nei confronti del venditore. deve proporre la domanda soltanto nei confronti del compratore, ma il venditore ha la facoltà di compiere atti conservativi sulla quota. deve proporre la domanda soltanto nei confronti del venditore.
Tizio ha venduto con patto di riscatto e muore lasciando più eredi. Ciascun coerede, sempre che il compratore non esiga il riscatto congiunto dell'intera cosa, può esercitare il diritto di riscatto: solo sopra la quota che gli spetta. solo per l'intera cosa. sia sopra la quota che gli spetta, sia per l'intera cosa, a sua scelta. sopra la quota che gli spetta e solo previo consenso degli altri coeredi.
Se più persone hanno venduto congiuntamente, con patto di riscatto e mediante un solo contratto, una cosa indivisa, ed una di esse vuole esercitare il diritto di riscatto solo sopra la quota che le spettava, il compratore: deve in ogni caso subire il riscatto parziale. può opporsi al riscatto parziale solo quando la quota per la quale viene esercitato è inferiore alla metà. può esigere che il diritto di riscatto sia esercitato dal venditore da lui scelto. può esigere che tutti i venditori esercitino congiuntamente il diritto di riscatto dell'intera cosa.
Se più persone hanno venduto congiuntamente con patto di riscatto e mediante un solo contratto una cosa indivisa, e sempre che il compratore non esiga il riscatto congiunto dell'intera cosa, ciascun venditore può esercitare il diritto di riscatto: solo sopra la quota che gli spettava. solo sopra la quota che gli spettava e previo consenso degli altri venditori. solo per l'intera cosa. sia sopra la quota che gli spettava, sia per l'intera cosa, a sua scelta.
Tizio ha venduto con patto di riscatto e muore lasciando più eredi. Uno di questi vuole esercitare il diritto di riscatto solo sopra la quota di sua spettanza; in questo caso il compratore: può esigere che il diritto di riscatto sia esercitato dall'erede da lui scelto. deve in ogni caso subire il riscatto parziale. può opporsi al riscatto parziale solo quando la quota per la quale viene esercitato è inferiore alla metà. può esigere che tutti i coeredi esercitino congiuntamente il diritto di riscatto dell'intera cosa.
Se i comproprietari di una cosa non l'hanno venduta congiuntamente e per l'intero, ma ciascuno ha venduto la sola sua quota con patto di riscatto, possono essi separatamente esercitare il diritto di riscatto sopra la quota che loro spettava? No, mai. Sì, e il compratore non può valersi della facoltà di esigere che tutti i venditori esercitino congiuntamente il diritto di riscatto dell'intera cosa. Sì, salva la facoltà del compratore di rifiutare il riscatto parziale e di esigere che tutti i venditori esercitino il diritto di riscatto dell'intera cosa. No, salvo che gli altri venditori prestino il loro consenso.
Nella vendita con patto di riscatto, qualora il compratore abbia lasciato più eredi e la cosa venduta sia tuttora indivisa, può il venditore esercitare il diritto di riscatto separatamente contro ciascuno di essi solo per la parte che gli spetta? Sì, salvo che l'erede contro cui viene esercitato il diritto di riscatto si opponga. Sì, salvo che gli eredi contro cui non viene esercitato il diritto di riscatto si oppongano. Sì, sempre. No, deve sempre esercitare il diritto di riscatto per l'intero contro tutti gli eredi.
Nel contratto di compravendita di una cosa mobile, salvo patto o uso contrario, se la cosa venduta deve essere trasportata da un luogo all'altro, il venditore si libera dall'obbligo della consegna: nel momento in cui riceve dall'acquirente apposita dichiarazione di avvenuta consegna da parte dello spedizioniere. rimettendo la cosa allo spedizioniere o al vettore. nel momento in cui lo spedizioniere consegna la cosa. nel momento in cui deposita la cosa presso lo studio del notaio rogante.
Tizio ha venduto a Caio una macchina da scrivere. In mancanza di patto e di usi contrari in ordine alla consegna, essendo le parti a conoscenza del luogo in cui il bene si trovava al momento della vendita, dove deve avvenire la consegna medesima? Nel luogo in cui il venditore aveva la residenza al tempo della vendita. Nel luogo in cui il bene si trovava al tempo della vendita. Nel luogo dove il compratore aveva la residenza al tempo della vendita. Nel luogo dove il compratore aveva il suo domicilio al tempo della vendita.
Tizio, nell'esercizio della sua attività d'impresa, ha venduto a Caio una macchina da scrivere. In mancanza di patto e di usi contrari in ordine alla consegna, non essendo le parti a conoscenza del luogo in cui il bene si trovava al momento della vendita, dove deve avvenire la consegna medesima? Nel luogo dove il compratore aveva il suo domicilio al tempo della vendita. Nel luogo dove il compratore aveva la residenza al tempo della vendita. Nel luogo dove il venditore aveva la sede dell'impresa al tempo della vendita. Nel luogo di conclusione del contratto.
A norma del codice civile, nella vendita di cose da trasportare da un luogo a un altro, il termine per la denunzia dei vizi e dei difetti di qualità apparenti: decorre dal giorno del ricevimento per la denunzia dei vizi e dal giorno della stipula del contratto per la denunzia dei difetti di qualità. decorre dal giorno della stipula del contratto. decorre dal giorno del ricevimento per la denunzia dei difetti di qualità e dal giorno della stipula del contratto per la denunzia dei vizi. decorre dal giorno del ricevimento.
A norma del codice civile, qualora il venditore abbia garantito per un tempo determinato il buon funzionamento della cosa venduta, ed il compratore, avendo scoperto che essa presenta difetti, abbia ritualmente esperito l'azione per far valere la garanzia di buon funzionamento: il giudice, secondo le circostanze, può assegnare al venditore un termine per sostituire, ma non per riparare la cosa. il giudice può esclusivamente condannare il venditore al risarcimento dei danni. il giudice, secondo le circostanze, può assegnare al venditore un termine per riparare e non per sostituire la cosa, in modo da assicurarne il buon funzionamento. il giudice, secondo le circostanze, può assegnare al venditore un termine per sostituire o riparare la cosa in modo da assicurarne il buon funzionamento, salvo il risarcimento dei danni.
A norma del codice civile, se il venditore ha garantito per un tempo determinato il buon funzionamento della cosa venduta, il compratore, salvo patto contrario: deve denunziare al venditore il difetto di funzionamento entro quindici giorni dalla scoperta, sotto pena di decadenza, e l'azione si prescrive in sei mesi dalla scoperta. deve denunziare al venditore il difetto di funzionamento entro trenta giorni dalla stipula del contratto, sotto pena di decadenza, e l'azione si prescrive in sei mesi dalla scoperta. deve denunziare al venditore il difetto di funzionamento entro trenta giorni dalla scoperta, sotto pena di decadenza, e l'azione si prescrive in sei mesi dalla scoperta. deve denunziare al venditore il difetto di funzionamento entro trenta giorni dalla scoperta, sotto pena di decadenza, e l'azione si prescrive in un anno dalla scoperta.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, in caso di divergenza sulla qualità o condizione della cosa, il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice di procedura civile: e la parte che non ha chiesto la verifica della cosa, è tenuta a provarne rigorosamente l'identità e lo stato, anche in caso di mancata contestazione, sempre che il giudice lo ritenga necessario. e la parte che non ha chiesto la verifica della cosa, in caso di contestazione, non può provarne l'identità e lo stato. e la parte che non ha chiesto la verifica della cosa, è tenuta a provarne rigorosamente l'identità e lo stato, anche in caso di mancata contestazione. e la parte che non ha chiesto la verifica della cosa, deve, in caso di contestazione, provarne rigorosamente l'identità e lo stato.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, in caso di divergenza sulla qualità o condizione della cosa: il contratto è annullabile. il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice di procedura civile ed il giudice, su istanza della parte interessata, può, tra l'altro, ordinare la vendita della cosa stessa per conto di chi spetta, determinandone le condizioni. il venditore e il compratore possono recedere dal contratto. il contratto è rescindibile.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, in caso di divergenza sulla condizione della cosa: il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice di procedura civile ed il giudice, su istanza della parte interessata, può, tra l'altro, ordinare il sequestro della cosa stessa. il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice civile ed il giudice, su istanza della parte interessata, può, tra l'altro, ordinare la confisca della cosa stessa. il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice civile ed il giudice, su istanza di entrambe le parti, può, tra l'altro, ordinare la distruzione della cosa stessa. il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice di procedura civile ed il giudice non può mai ordinare il sequestro della cosa stessa.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, in caso di divergenza sulla qualità della cosa: il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice civile ed il giudice, su istanza della parte interessata, può, tra l'altro, ordinare la confisca della cosa stessa. il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice di procedura civile ed il giudice, su istanza della parte interessata, può, tra l'altro, ordinare il deposito della cosa stessa. il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice civile ed il giudice, su istanza di entrambe le parti, può, tra l'altro, ordinare la distruzione della cosa stessa. il venditore o il compratore possono chiederne la verifica nei modi stabiliti dal codice di procedura civile ed il giudice non può mai ordinare il deposito della cosa stessa.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, se il compratore non si presenta per ricevere la cosa acquistata, il venditore, tra l'altro: può depositarla, a proprie spese, in un qualsiasi locale di deposito. può depositarla, per conto e a spese del compratore medesimo, in un locale idoneo determinato dal tribunale del luogo in cui la consegna doveva essere fatta, e deve dare al compratore pronta notizia del deposito eseguito. può depositarla, per conto e a spese del compratore medesimo, in un locale idoneo determinato dal sindaco del luogo in cui la consegna doveva essere fatta e deve dare al compratore pronta notizia del deposito eseguito. può depositarla, a proprie spese, in un locale idoneo determinato dal presidente della camera di commercio del luogo in cui la consegna doveva essere fatta e non è tenuto a dare al compratore notizia del deposito eseguito.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, se il compratore non si presenta per ricevere la cosa acquistata, il venditore, tra l'altro: può depositarla, per conto e a spese del compratore medesimo, in un locale di pubblico deposito e deve dare al compratore pronta notizia del deposito eseguito. può depositarla, a proprie spese, in un locale di deposito. può depositarla, per conto e a spese del compratore medesimo, previa autorizzazione della competente autorità amministrativa, in un locale di pubblico deposito e deve dare al compratore pronta notizia del deposito eseguito. può depositarla, a proprie spese, in un locale di pubblico deposito e non è tenuto a dare al compratore notizia del deposito eseguito.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, ove il compratore non adempia l'obbligazione di pagare il prezzo e il venditore faccia vendere senza ritardo la cosa per conto e a spese di lui, con le modalità stabilite dal codice civile: il venditore ha diritto alla differenza tra il prezzo convenuto e il ricavo netto della vendita, oltre al risarcimento del maggior danno. il venditore non ha diritto alla differenza tra il prezzo convenuto e il ricavo netto della vendita. il venditore ha diritto alla differenza tra il prezzo convenuto e il ricavo netto della vendita, ma non ha diritto al risarcimento dell'eventuale danno. il venditore ha diritto alla differenza tra il prezzo stabilito dal tribunale e il ricavo netto della vendita, ma non ha diritto al risarcimento dell'eventuale danno.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, ove il compratore non adempia l'obbligazione di pagare il prezzo e il venditore faccia vendere senza ritardo la cosa per conto e a spese di lui: la vendita è fatta a trattativa privata a mezzo di persona designata dal sindaco del luogo in cui la vendita deve essere eseguita. la vendita è fatta a trattativa privata a mezzo di persona designata dal presidente della camera di commercio del luogo in cui la vendita deve essere eseguita. la vendita è fatta all'incanto a mezzo di persona autorizzata a tali atti o, in mancanza di essa nel luogo in cui la vendita deve essere eseguita, a mezzo di un ufficiale giudiziario. la vendita è fatta senza incanto, previa autorizzazione del sindaco del luogo in cui la vendita deve essere eseguita, il quale designa anche la persona che deve effettuarla.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, se il compratore non adempie l'obbligazione di pagare il prezzo, il venditore, tra l'altro: può far vendere senza ritardo la cosa per conto e a spese di lui. può depositarla, per conto e a spese del compratore medesimo, in un locale idoneo determinato dal sindaco del luogo in cui la consegna doveva essere fatta e deve dare al compratore pronta notizia del deposito eseguito. può far vendere senza ritardo la cosa per conto e a spese di lui, qualora sia a ciò autorizzato dal presidente della camera di commercio del luogo in cui il contratto è stato stipulato. può far vendere senza ritardo la cosa per conto e a spese di lui, qualora sia a ciò autorizzato dal sindaco del luogo in cui il contratto è stato stipulato.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili avente ad oggetto cose fungibili che hanno un prezzo corrente sempre secondo quanto stabilito dal codice civile, qualora il venditore non adempia la sua obbligazione, il compratore può fare acquistare senza ritardo le cose: e non ha diritto alla differenza tra l'ammontare della spesa occorsa per l'acquisto e il prezzo stabilito dal tribunale, ma ha diritto al risarcimento del danno. ed ha diritto alla differenza tra l'ammontare della spesa occorsa per l'acquisto e il prezzo convenuto, oltre al risarcimento del maggior danno. e non ha diritto alla differenza tra l'ammontare della spesa occorsa per l'acquisto e il prezzo convenuto, né ha diritto al risarcimento del danno. ed ha diritto alla differenza tra l'ammontare della spesa occorsa per l'acquisto e il prezzo convenuto, ma non ha diritto al risarcimento del danno.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili avente ad oggetto cose fungibili che hanno un prezzo corrente sempre secondo quanto stabilito dal codice civile, qualora il venditore non adempia la sua obbligazione: il compratore può fare acquistare senza ritardo le cose, a spese del venditore, a mezzo di una delle persone indicate dal codice civile, e dell'acquisto il compratore deve dare pronta notizia al venditore. il compratore può acquistare le cose, a proprie spese, presso uno dei rivenditori autorizzati dal tribunale, e dell'acquisto il compratore non deve dare pronta notizia al venditore. il compratore può fare acquistare senza ritardo le cose, a spese del venditore, a mezzo di una delle persone indicate dal codice civile, e dell'acquisto il compratore non deve dare pronta notizia al venditore. il compratore può fare acquistare senza ritardo le cose, a proprie spese, a mezzo di una delle persone indicate dal codice civile, e dell'acquisto il compratore non deve dare pronta notizia al venditore.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, la risoluzione ha luogo di diritto a favore del venditore: se, alla scadenza del termine stabilito per la consegna, il compratore, la cui obbligazione di pagare il prezzo non sia scaduta, non si presenta per ricevere la cosa preventivamente offerta, ovvero non l'accetta. se, entro trenta giorni dalla scadenza del termine stabilito dal giudice di pace per la consegna, il compratore, la cui obbligazione di pagare il prezzo non sia scaduta, non si presenta per ricevere la cosa preventivamente offerta, ovvero non l'accetta. se, entro trenta giorni dalla scadenza del termine stabilito per la consegna, il compratore, la cui obbligazione di pagare il prezzo non sia scaduta, non si presenta per ricevere la cosa preventivamente offerta, ovvero non l'accetta. se, entro trenta giorni dalla scadenza del termine stabilito dal tribunale per la consegna, il compratore, la cui obbligazione di pagare il prezzo non sia scaduta, non si presenta per ricevere la cosa preventivamente offerta, ovvero non l'accetta.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, la risoluzione ha luogo di diritto: a favore del contraente che, dopo la scadenza del termine stabilito, mediante atto notificato a mezzo di ufficiale giudiziario, abbia per primo notiziato l'altra parte della propria disponibilità ad adempiere. a favore del contraente che, dopo la scadenza del termine stabilito, abbia offerto all'altro, nelle forme di uso, la consegna della cosa o il pagamento del prezzo, se l'altra parte non adempie la propria obbligazione. a favore del contraente che, prima della scadenza del termine stabilito, abbia offerto all'altro, nelle forme di uso, la consegna della cosa o il pagamento del prezzo, se l'altra parte non adempie la propria obbligazione. a favore del contraente che, dopo la scadenza del termine stabilito, abbia per primo convenuto in giudizio l'altra parte.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, se la vendita ha per oggetto una cosa che ha un prezzo corrente sempre secondo quanto stabilito dal codice civile e il contratto si risolve per l'inadempimento di una delle parti: il risarcimento è costituito dalla differenza tra il prezzo convenuto e quello corrente nel luogo e nel giorno in cui si doveva fare la consegna, salva la prova di un maggior danno. il risarcimento è costituito dalla differenza tra il prezzo convenuto e quello corrente nel luogo e nel giorno in cui si doveva fare la consegna, e la parte adempiente non può provare di avere subito un maggior danno. il risarcimento è costituito dalla differenza tra il prezzo convenuto e quello fissato dal tribunale, salva la prova di un maggior danno. il risarcimento è costituito dalla differenza tra il prezzo convenuto e quello fissato dal giudice di pace, salva la prova di un maggior danno.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, se la vendita è stata fatta senza dilazione per il pagamento del prezzo, il venditore, in mancanza di pagamento: può riprendere il possesso delle cose vendute finché queste si trovano presso il compratore, purché, tra l'altro, la domanda sia proposta entro quindici giorni dalla consegna. può riprendere il possesso delle cose vendute finché queste si trovano presso il compratore, senza che sia necessario che, tra l'altro, egli proponga la domanda entro quindici giorni dalla consegna. può riprendere il possesso delle cose vendute anche se queste non si trovano più presso il compratore, purché, tra l'altro, la domanda sia proposta entro quindici giorni dalla consegna. può riprendere il possesso delle cose vendute finché queste si trovano presso il compratore, purché, tra l'altro, la domanda sia proposta entro trenta giorni dalla consegna.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, se la vendita è stata fatta senza dilazione per il pagamento del prezzo, il venditore, in mancanza di pagamento: può riprendere il possesso delle cose vendute finché queste si trovano presso il compratore, senza che sia necessario che egli proponga la domanda entro quindici giorni dalla consegna, anche se le cose non si trovino nello stato in cui erano al tempo della consegna stessa. può riprendere il possesso delle cose vendute finché queste si trovano presso il compratore, purché la domanda sia proposta entro quindici giorni dalla consegna e le cose si trovino nello stato in cui erano al tempo della consegna stessa. può riprendere il possesso delle cose vendute finché queste si trovano presso il compratore, e purché la domanda sia proposta entro trenta giorni dalla consegna, anche se le cose non si trovino nello stato in cui erano al tempo della consegna stessa. può riprendere il possesso delle cose vendute anche se queste non si trovano più presso il compratore, e purché la domanda sia proposta entro quindici giorni dalla consegna, anche se le cose non si trovino nello stato in cui erano al tempo della consegna stessa.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, è nullo ogni patto, anteriore alla comunicazione al venditore del difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, volto ad escludere, anche in modo indiretto, i diritti del consumatore. La nullità può essere fatta valere: solo dal consumatore e può essere rilevata d'ufficio dal giudice. tanto dal consumatore che dal venditore. solo dal consumatore, se il patto non è stato specificamente approvato per iscritto. solo dal consumatore ma non può essere rilevata d'ufficio dal giudice.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, è nullo ogni patto, anteriore alla comunicazione al venditore del difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, volto a limitare, anche in modo indiretto, i diritti del consumatore. La nullità può essere fatta valere: tanto dal consumatore che dal venditore. solo dal consumatore, se il patto non è stato specificamente approvato per iscritto. solo dal consumatore ma non può essere rilevata d'ufficio dal giudice. solo dal consumatore e può essere rilevata d'ufficio dal giudice.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, ogni patto, anteriore alla comunicazione al venditore del difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, volto ad escludere, anche in modo indiretto, i diritti del consumatore: è annullabile. è nullo se non risulta da atto scritto. è nullo se non risulta specificamente approvato per iscritto. è nullo.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, ogni patto, anteriore alla comunicazione al venditore del difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, volto a limitare, anche in modo indiretto, i diritti del consumatore: è annullabile. è nullo se non risulta specificamente approvato per iscritto. è nullo se non risulta da atto scritto. è nullo.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, il consumatore: può chiedere al venditore unicamente la restituzione del prezzo ed il risarcimento del danno. può chiedere, a sua scelta, al venditore di riparare il bene o di sostituirlo, senza spese in entrambi i casi, salvo che il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all'altro. può chiedere al venditore unicamente di riparare il bene. può chiedere al venditore unicamente di sostituire il bene.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, il consumatore può richiedere, a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto: se il venditore è anche il produttore del bene. se la sostituzione o la riparazione precedentemente effettuata ha arrecato notevoli inconvenienti al consumatore. se la sostituzione o la riparazione precedentemente effettuata non è di suo gradimento,. se il venditore non ha provveduto alla sostituzione o alla riparazione nel termine perentorio di otto giorni dalla consegna.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, il consumatore può richiedere, a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto: se il venditore è anche il produttore del bene. se la riparazione o la sostituzione del bene sono impossibili o eccessivamente onerose. se la riparazione o la sostituzione del bene precedentemente effettuata non è di suo gradimento. se il venditore non ha provveduto alla riparazione o sostituzione del bene entro il termine perentorio di otto giorni dalla consegna.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, il consumatore può richiedere, a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto: se il venditore è anche il produttore del bene. se il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione del bene entro il termine perentorio di otto giorni dalla consegna. se il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione del bene entro un congruo termine dalla richiesta. se la riparazione o la sostituzione del bene, precedentemente effettuata, non è di suo gradimento.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, se il consumatore ha richiesto al venditore la sostituzione del bene: la sostituzione deve essere effettuata, improrogabilmente, entro sessanta giorni dalla richiesta. la sostituzione deve essere effettuata, improrogabilmente, entro un anno dalla richiesta. la sostituzione deve essere effettuata entro un congruo termine dalla richiesta. la sostituzione deve essere effettuata, improrogabilmente, entro otto giorni dalla richiesta.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, se il consumatore ha chiesto al venditore la riparazione del bene: la riparazione deve essere effettuata entro un congruo termine dalla richiesta. la riparazione deve essere effettuata, improrogabilmente, entro otto giorni dalla richiesta. la riparazione deve essere effettuata, improrogabilmente, entro un anno dalla richiesta. la riparazione deve essere effettuata, improrogabilmente, entro sessanta giorni dalla richiesta.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, un difetto di conformità, di lieve entità, al contratto di vendita esistente al momento della consegna del bene, per il quale non è oggettivamente possibile o è eccessivamente oneroso esperire i rimedi della riparazione o della sostituzione del bene medesimo: dà diritto, in ogni caso, al consumatore alla rescissione del contratto. non dà diritto al consumatore alla risoluzione del contratto. dà diritto, in ogni caso, al consumatore alla risoluzione del contratto. dà diritto, in ogni caso, al consumatore di recedere dal contratto.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore finale, quando è responsabile nei confronti del consumatore a causa di un difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, imputabile ad un'azione di un precedente venditore della medesima catena contrattuale distributiva o di qualsiasi altro intermediario, ha diritto di regresso nei confronti del soggetto o dei soggetti responsabili facenti parte della suddetta catena distributiva: salvo patto contrario o rinuncia. solo se sul bene di consumo è apposto il nome, il marchio o altro segno distintivo del produttore. salvo uso contrario. nonostante patto contrario o rinuncia, perché nulli.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore finale, quando è responsabile nei confronti del consumatore a causa di un difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, imputabile ad un'omissione di un precedente venditore della medesima catena contrattuale distributiva o di qualsiasi altro intermediario, ha diritto di regresso nei confronti del soggetto o dei soggetti responsabili facenti parte della suddetta catena distributiva: salvo uso contrario. salvo patto contrario o rinuncia. nonostante patto contrario o rinuncia, perché nulli. solo se sul bene di consumo è apposto il nome, il marchio o altro segno distintivo del produttore.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore finale, responsabile nei confronti del consumatore a causa di un difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, imputabile ad un'azione del produttore, laddove abbia ottemperato ai rimedi esperiti dal consumatore, può agire in regresso nei confronti del soggetto responsabile per ottenere la reintegrazione di quanto prestato: entro un anno dalla esecuzione della prestazione. entro due mesi dalla esecuzione della prestazione. entro il termine stabilito dal produttore. entro il termine stabilito dal giudice.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore finale, responsabile nei confronti del consumatore a causa di un difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, imputabile ad un'omissione del produttore, laddove abbia ottemperato ai rimedi esperiti dal consumatore, può agire in regresso nei confronti del soggetto responsabile per ottenere la reintegrazione di quanto prestato: entro un anno dalla esecuzione della prestazione. entro il termine stabilito dal giudice. entro due mesi dalla esecuzione della prestazione. entro il termine stabilito dal produttore.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore finale, quando è responsabile nei confronti del consumatore a causa di un difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, imputabile ad un'omissione del produttore, ha diritto di regresso nei confronti di questo: salvo patto contrario o rinuncia. salvo uso contrario. nonostante patto contrario o rinuncia, perché nulli. solo se sul bene di consumo è apposto il nome, il marchio o altro segno distintivo del produttore.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore finale, quando è responsabile nei confronti del consumatore a causa di un difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, imputabile ad un'azione del produttore, ha diritto di regresso nei confronti di questo: salvo patto contrario o rinuncia. salvo uso contrario. solo se sul bene di consumo è apposto il nome, il marchio o altro segno distintivo del produttore. nonostante patto contrario o rinuncia, perché nulli.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, la garanzia convenzionale offerta dal produttore: a richiesta del consumatore, deve essere recapitata al suo domicilio in piego raccomandato. a richiesta del consumatore, deve essere disponibile per iscritto o su altro supporto duraturo a lui accessibile. deve essere sempre resa disponibile per iscritto anche se non richiesta dal consumatore. a richiesta del consumatore deve essere redatta in lingua italiana.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, la garanzia convenzionale offerta dal venditore: a richiesta del consumatore, deve essere redatta in lingua italiana. a richiesta del consumatore, deve essere recapitata al suo domicilio in piego raccomandato a richiesta del consumatore, deve essere disponibile per iscritto o su altro supporto duraturo a lui accessibile. deve essere sempre resa disponibile per iscritto, anche se non richiesta dal consumatore.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, il consumatore decade dal diritto alla riduzione adeguata del prezzo: se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due anni dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine da questi stabilito. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di otto giorni dalla data in cui ha scoperto il difetto.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, il consumatore decade dal diritto alla risoluzione del contratto: se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due anni dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine da questi stabilito. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di otto giorni dalla data in cui ha scoperto il difetto.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore è responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna. L'azione diretta a far valere i difetti non dolosamente occultati dal venditore si prescrive, in ogni caso: nel termine di sei mesi dalla scoperta del difetto di conformità. nel termine di un anno dalla consegna del bene. nel termine di cinque anni dalla consegna del bene. nel termine di ventisei mesi dalla consegna del bene.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna, il consumatore decade dal diritto alla riparazione del bene: se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di otto giorni dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due anni dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine da questi stabilito.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore è responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità del bene al contratto di vendita esistente al momento della consegna: quanto il difetto di conformità si manifesta entro il termine di sei mesi dalla consegna del bene. quando il difetto di conformità si manifesta entro il termine di cinque anni dalla consegna del bene, purché esso non presenti segni di usura. quando il difetto di conformità di manifesta entro il termine di dieci anni dalla consegna del bene, purché questo non presenti segni di usura. quando il difetto di conformità si manifesta entro il termine di due anni dalla consegna del bene.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, in caso di difetto di conformità del bene al contratto di vendita esitente al momento della consegna, il consumatore decade dal diritto alla sostituzione del bene: se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due anni dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine da questi stabilito. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto. se non denuncia al venditore il difetto di conformità entro il termine di otto giorni dalla data in cui ha scoperto il difetto.
A norma del codice civile, nella vendita dei beni di consumo, il venditore ha l'obbligo di consegnare al consumatore beni conformi al contratto di vendita. Il difetto di conformità che deriva dall'imperfetta installazione del bene di consumo è equiparato al difetto di conformità del bene: quando l'installazione è compresa nel contratto, anche se è stata effettuata dal consumatore o da un suo incaricato. quando l'installazione è compresa nel prezzo, anche se è stata effettuata dal consumatore o da un suo incaricato. quando per l'installazione è necessario il possesso di particolari cognizioni tecniche, anche se è stata effettuata dal consumatore o da un suo incaricato. quando l'installazione è compresa nel contratto di vendita ed è stata effettuata dal venditore o sotto la sua responsabilità.
Nella vendita di cose mobili con riserva di gradimento da parte del compratore, quando si perfeziona il contratto? Quando il gradimento viene comunicato al venditore. Se non è stato diversamente pattuito, decorsi otto giorni dalla stipulazione del contratto. Al momento della consegna delle cose presso il domicilio del compratore. Quando viene pagato il prezzo.
Secondo il codice civile, quale tra le seguenti vendite si presume fatta sotto la condizione sospensiva che la cosa venduta abbia le qualità pattuite o sia idonea all'uso a cui è destinata? La vendita a prova. La vendita con riserva di gradimento. La vendita con riserva di proprietà. La vendita su tipo di campione.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, se la vendita è fatta su campione e dalla convenzione risulta che il campione deve servire unicamente a indicare in modo approssimativo la qualità: non si può mai domandare la risoluzione del contratto, qualunque sia la difformità dal campione. si può domandare la risoluzione del contratto, soltanto se il compratore dimostra di aver subito un grave pregiudizio a causa della difformità dal campione. si può domandare la risoluzione soltanto se la difformità dal campione sia notevole. si può domandare la risoluzione in presenza di qualsiasi difformità dal campione.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili, se la vendita è fatta su campione e né dalla convenzione, né dagli usi risulta che il campione deve servire unicamente a indicare in modo approssimativo la qualità: si intende che questo deve servire esclusivamente come strumento pubblicitario e non può essere utilizzato per accertare quale debba essere la qualità della merce venduta. si intende che questo deve servire come criterio orientativo per l'indicazione della qualità della merce e non può essere utilizzato per accertare le qualità che deve possedere la merce venduta. si intende che questo deve servire come esclusivo paragone per la qualità della merce, e in tal caso soltanto la notevole difformità attribuisce al compratore il diritto alla risoluzione del contratto. si intende che questo deve servire come esclusivo paragone per la qualità della merce, e in tal caso qualsiasi difformità attribuisce al compratore il diritto alla risoluzione del contratto.
Secondo il codice civile, nella vendita a rate con riserva della proprietà, in quale momento il compratore acquista la proprietà della cosa? Al momento del pagamento della prima rata di prezzo. Al momento del pagamento dell'ultima rata di prezzo. Al momento della conclusione del contratto. Al momento della consegna della cosa.
A norma del codice civile, nella vendita a rate con riserva della proprietà il compratore acquista la proprietà della cosa: col pagamento della prima rata di prezzo. col pagamento dell'ultima rata di prezzo. con la consegna della cosa. con la consegna della cosa quando si tratta di vendita di beni mobili e con la trascrizione del contratto quando si tratta di vendita di beni immobili.
A norma del codice civile, nella vendita a rate con riserva della proprietà il compratore assume i rischi: dal momento della consegna. dal momento del pagamento dell'ultima rata di prezzo. dal momento della stipula del contratto. dal momento del pagamento della prima rata di prezzo.
Nella vendita a rate con riserva della proprietà: il compratore acquista la proprietà della cosa e assume i rischi col pagamento dell'ultima rata di prezzo. il compratore acquista la proprietà della cosa col pagamento dell'ultima rata di prezzo, ma assume i rischi dal momento della consegna. il compratore acquista la proprietà della cosa col pagamento della prima rata di prezzo, ma assume i rischi dal momento della consegna. il compratore acquista la proprietà della cosa e assume i rischi dal momento della consegna.
Da quale momento il compratore nella vendita a rate con riserva di proprietà assume i rischi per il perimento della cosa acquistata? Dal momento della stipula dell'atto di vendita. Dal momento del pagamento dell'ultima rata di prezzo. Dal momento della consegna della cosa. Dal momento dell'acquisto della proprietà della cosa.
Nella vendita a rate con riserva della proprietà, da quale momento il compratore assume i rischi? Dal momento in cui è concluso il contratto. Dal momento del pagamento dell'ultima rata di prezzo. Dal momento del pagamento della prima rata di prezzo. Dal momento della consegna.
A norma del codice civile, nella vendita a rate con riserva della proprietà il compratore: acquista la proprietà col pagamento dell'ultima rata di prezzo, ma assume i rischi dal momento della conclusione del contratto. acquista la proprietà col pagamento dell'ultima rata di prezzo, ma assume i rischi dal momento della consegna. acquista la proprietà al momento della conclusione del contratto, ma assume i rischi dopo un anno dalla consegna. acquista la proprietà col pagamento dell'ultima rata di prezzo, ed assume i rischi da tale momento.
Nella vendita a rate con riserva di proprietà di bene mobile non registrato, la riserva di proprietà è opponibile ai creditori del compratore? Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, ma solo se la riserva di proprietà risulta da atto pubblico. Sì, ma solo se la riserva di proprietà risulta da atto scritto avente data certa anteriore al pignoramento.
A norma del codice civile, nella vendita a rate con riserva della proprietà: il mancato pagamento di una sola rata, che non superi l'ottava parte del prezzo, non dà luogo alla risoluzione del contratto, nonostante patto contrario. il mancato pagamento di una sola rata, che non superi l'ottava parte del prezzo, dà luogo alla risoluzione del contratto, nonostante patto contrario. il mancato pagamento di una sola rata, che superi la metà del prezzo, non dà luogo alla risoluzione del contratto, nonostante patto contrario. il mancato pagamento di una sola rata, che non superi l'ottava parte del prezzo, non dà luogo alla risoluzione del contratto, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, nella vendita a rate con riserva della proprietà, il mancato pagamento di una sola rata, che non superi l'ottava parte del prezzo: non dà luogo alla risoluzione del contratto, ma il compratore decade dal beneficio del termine. dà luogo alla risoluzione immediata del contratto, salvo patto contrario. dà luogo alla risoluzione del contratto nonostante patto contrario. non dà luogo alla risoluzione del contratto, nonostante patto contrario, e il compratore conserva il beneficio del termine relativamente alle rate successive.
A norma del codice civile, in caso di risoluzione per inadempimento del compratore di una vendita a rate con riserva della proprietà nella quale si sia convenuto, per tale ipotesi, che le rate pagate restino acquisite al venditore a titolo di indennità, il venditore: ha diritto di trattenere le rate riscosse, purché il loro ammontare complessivo non superi la metà del prezzo. ha diritto di trattenere le rate riscosse a titolo di indennità e il giudice non può in alcun caso ridurre l'indennità convenuta. non può comunque trattenere le rate riscosse, per nullità della clausola. ha diritto di trattenere le rate riscosse a titolo di indennità, ma il giudice, secondo le circostanze, può ridurre l'indennità convenuta.
A norma del codice civile, in caso di risoluzione per inadempimento del compratore di una vendita a rate con riserva della proprietà, che non contenga alcuna pattuizione per tale ipotesi, il venditore: deve restituire le rate riscosse, salvo il diritto a un equo compenso per l'uso della cosa, oltre al risarcimento del danno. ha diritto di trattenere le rate riscosse a titolo di risarcimento del danno. ha diritto di trattenere le rate riscosse, oltre al risarcimento del danno. deve restituire le rate riscosse, salvo il diritto a un equo compenso per l'uso della cosa, ma non al risarcimento del danno.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili su documenti, il venditore si libera dall'obbligo della consegna: rimettendo al compratore il titolo rappresentativo della merce e non anche gli altri documenti stabiliti dal contratto o, in mancanza, dagli usi. rimettendo al compratore il titolo rappresentativo della merce e gli altri documenti stabiliti dal contratto o, in mancanza, dagli usi. rimettendo al compratore il titolo rappresentativo della merce e gli altri documenti stabiliti dal contratto senza che, in mancanza, sia possibile avere riguardo a ciò che stabiliscono gli usi. consegnando al compratore la merce e gli altri documenti stabiliti dal contratto o, in mancanza, dagli usi.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili su documenti, il pagamento del prezzo e degli accessori: deve eseguirsi nel momento e nel luogo in cui avviene la conclusione del contratto. deve eseguirsi nel momento e nel luogo in cui avviene la consegna dei documenti indicati dal codice civile e non è possibile una diversa pattuizione. salvo patto o usi contrari, deve eseguirsi nel momento e nel luogo in cui avviene la consegna dei documenti indicati dal codice civile. deve eseguirsi al domicilio del compratore, entro trenta giorni dalla consegna della merce
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili su documenti, il compratore: qualora il venditore gli abbia consegnato i documenti stabiliti dal codice civile, anche se questi non siano regolari, non può rifiutare il pagamento del prezzo adducendo eccezioni relative alla qualità e allo stato delle cose, a meno che queste risultino di facile dimostrazione. qualora il venditore gli abbia consegnato i documenti stabiliti dal codice civile, e questi siano regolari, può rifiutare il pagamento del prezzo adducendo eccezioni relative alla qualità e allo stato delle cose, purché denunzi i vizi entro quindici giorni dalla consegna. qualora il venditore gli abbia consegnato i documenti stabiliti dal codice civile, e questi siano regolari, non può rifiutare il pagamento del prezzo adducendo eccezioni relative alla qualità e allo stato delle cose, a meno che queste risultino già dimostrate. qualora il venditore gli abbia consegnato i documenti stabiliti dal codice civile, e questi siano regolari, non può mai rifiutare il pagamento del prezzo adducendo eccezioni relative alla qualità e allo stato delle cose, neppure se queste risultino già dimostrate.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili su documenti, se la vendita ha per oggetto cose in viaggio, sono a carico del compratore i rischi a cui si trova esposta la merce dal momento della consegna al vettore: qualora tra i documenti consegnati al compratore sia compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto, salvo che il venditore, al tempo del contratto, fosse a conoscenza della perdita o dell'avaria della merce e le abbia in mala fede taciute al compratore. qualora tra i documenti consegnati al compratore non sia compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto. qualora tra i documenti consegnati al compratore sia compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto, anche se il venditore, al tempo del contratto, era a conoscenza della perdita o dell'avaria della merce e le ha in mala fede taciute al compratore. qualora tra i documenti consegnati al compratore non sia compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto, anche se il venditore, al tempo del contratto, era a conoscenza della perdita o dell'avaria della merce e le ha in mala fede taciute al compratore.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili su documenti, se la vendita ha per oggetto cose in viaggio: sono a carico del venditore i rischi a cui si trova esposta la merce dal momento della consegna al vettore, anche qualora tra i documenti consegnati al compratore sia compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto. sono a carico del compratore i rischi a cui si trova esposta la merce dal momento della consegna al vettore, qualora tra i documenti consegnati al compratore sia compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto. sono a carico del compratore i rischi a cui si trova esposta la merce dal momento della consegna al vettore, anche qualora tra i documenti consegnati al compratore non sia compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto. sono a carico del venditore e del vettore i rischi a cui si trova esposta la merce dal momento della consegna al vettore, anche qualora tra i documenti consegnati al compratore sia compresa la polizza di assicurazione per i rischi del trasporto.
A norma del codice civile, nella vendita di cose mobili su documenti, quando il pagamento del prezzo deve avvenire a mezzo di una banca, la banca che ha confermato il credito al venditore: non può opporgli le eccezioni derivanti dall'incompletezza o irregolarità dei documenti e quelle relative al rapporto di conferma del credito. può opporgli solo le eccezioni derivanti dall'incompletezza dei documenti e non quelle derivanti dalla irregolarità dei documenti ovvero relative al rapporto di conferma del credito. può opporgli solo le eccezioni derivanti dalla irregolarità dei documenti e non quelle derivanti dall'incompletezza dei documenti ovvero relative al rapporto di conferma del credito. può opporgli solo le eccezioni derivanti dall'incompletezza o irregolarità dei documenti e quelle relative al rapporto di conferma del credito.
A norma del codice civile, nella vendita a termine di titoli azionari, fino alla consegna dei titoli in oggetto, quale dei seguenti diritti o utilità spetta al venditore? i dividendi esigibili dopo la conclusione del contratto ma non i relativi interessi. il diritto di opzione. i dividendi esigibili dopo la conclusione del contratto ed i relativi interessi. il diritto di voto.
A norma del codice civile, nella vendita a termine di titoli azionari, fino alla consegna dei titoli, quale dei seguenti diritti o utilità non spetta al compratore? I dividendi esigibili dopo la conclusione del contratto. Il diritto di voto. Il diritto di opzione. Gli interessi esigibili dopo la conclusione del contratto.
A norma del codice civile, nella vendita a termine di titoli azionari, fino al momento della consegna dei titoli, il diritto di voto spetta: al venditore. al compratore. alla prima delle parti del contratto che si presenta in assemblea. a un rappresentante comune nominato dal venditore e dal compratore.
A norma del codice civile, nella vendita a termine di titoli azionari, fino al momento della consegna dei titoli, il diritto di opzione inerente ai titoli venduti spetta: a un rappresentante comune nominato dalle parti del contratto. al compratore. al venditore. al venditore ovvero al compratore che per primo dichiari di volerlo esercitare.
A norma del codice civile, nella vendita a termine di titoli azionari, fino al momento della consegna dei titoli, in mancanza di richiesta in tempo utile da parte del compratore di esercitare il diritto di opzione, il venditore: deve chiedere al presidente del tribunale l'autorizzazione a vendere all'asta pubblica i diritti di opzione. non ha alcun obbligo. deve curare la vendita dei diritti di opzione per conto del compratore, a mezzo di un agente di cambio o di un istituto di credito. deve curare la vendita dei diritti di opzione per conto del compratore, a mezzo del presidente del collegio sindacale della società.
A norma del codice civile, nella vendita a termine di titoli azionari, fino al momento della consegna dei titoli, qualora il compratore intenda esercitare il diritto di opzione e ne faccia richiesta al venditore, questi: deve esercitarlo congiuntamente con il compratore, nelle proporzioni stabilite dall'organo amministrativo della società. deve mettere il compratore in grado di esercitarlo, oppure deve esercitarlo per conto del compratore stesso, se questi gli ha fornito i fondi necessari. deve esercitarlo per conto del compratore, anche se questi non gli ha fornito i fondi necessari. non ha alcun obbligo.
A norma del codice civile, nella vendita a termine di titoli di credito soggetti a estrazione per premi o rimborsi, mediante contratto concluso anteriormente al giorno stabilito per l'inizio dell'estrazione, durante la pendenza del termine i diritti e gli oneri derivanti dall'estrazione spettano: all'istituto di credito presso cui si trovano depositati i titoli medesimi nel giorno dell'estrazione. al venditore. al compratore e al venditore in parti uguali. al compratore.
Quando un immobile è venduto con l'indicazione della sua misura e per un prezzo stabilito in ragione di un tanto per ogni unità di misura, se la misura risulta superiore a quella indicata nel contratto, il compratore, qualora l'eccedenza oltrepassi la ventesima parte della misura dichiarata: può a sua scelta corrispondere il supplemento di prezzo o recedere dal contratto. deve necessariamente ritrasferire al venditore la superficie eccedente. deve necessariamente corrispondere il supplemento di prezzo e non può recedere dal contratto. non deve corrispondere alcun supplemento di prezzo.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, quando un determinato immobile è venduto con l'indicazione della sua misura e per un prezzo stabilito in ragione di un tanto per ogni unità di misura, se la misura effettiva dell'immobile risulta superiore a quella indicata nel contratto, il compratore: deve in ogni caso corrispondere il supplemento del prezzo senza poter recedere dal contratto. deve corrispondere il supplemento del prezzo, ma ha facoltà di recedere dal contratto qualora l'eccedenza oltrepassi la ventesima parte della misura dichiarata. può, a sua scelta, corrispondere il supplemento del prezzo o recedere dal contratto indipendentemente dalla misura dell'eccedenza. deve corrispondere il supplemento del prezzo, ma ha facoltà di recedere dal contratto qualora l'eccedenza oltrepassi il venti per cento della misura dichiarata.
Quando un immobile è venduto con l'indicazione della sua misura e per un prezzo stabilito in ragione di un tanto per ogni unità di misura, il compratore: ha diritto a una riduzione di prezzo, se la misura effettiva è inferiore a quella indicata nel contratto. non ha diritto ad alcuna riduzione di prezzo, se la misura effettiva è inferiore a quella indicata nel contratto. ha diritto a una riduzione di prezzo soltanto se la misura effettiva è inferiore di un ventesimo a quella indicata nel contratto. ha diritto di acquistare la superficie mancante o, se ciò non sia possibile, di recedere dal contratto.
Tizio vende a Caio a misura una porzione del fondo Tuscolano costituita da 1.000 metri quadrati di terreno edificabile. Il prezzo viene pattuito in centocinquanta euro al metro quadrato e il bene viene consegnato all'acquirente immediatamente. Due mesi dopo Tizio e Caio procedono alla misurazione dello stesso fondo che risulta però avere una superficie di 1.005 metri quadrati. In tale situazione, Caio: non deve pagare alcun supplemento di prezzo. deve necessariamente ritrasferire al venditore la superficie eccedente. deve necessariamente corrispondere il supplemento di prezzo. può a sua scelta corrispondere il supplemento di prezzo o recedere dal contratto.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, quando un determinato immobile è venduto con l'indicazione della sua misura e per un prezzo stabilito in ragione di un tanto per ogni unità di misura, se la misura effettiva dell'immobile è inferiore a quella indicata nel contratto, il compratore ha diritto a una riduzione del prezzo? Sì, ma solo quando la misura reale sia inferiore del venti per cento a quella indicata nel contratto. Sì, ma solo quando la misura reale sia inferiore di un ventesimo a quella indicata nel contratto. Sì, sempre. No, mai.
A norma del codice civile, la vendita di un terreno può essere conclusa: a corpo o a misura, a scelta delle parti. solo a corpo. solo a misura. solo a corpo quando si tratta di terreno non edificabile, solo a misura quando si tratta di terreno edificabile.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, nei casi in cui il prezzo è determinato in relazione al corpo dell'immobile e non alla sua misura, se la misura reale dell'immobile risulta inferiore rispetto a quella indicata nel contratto, si fa luogo a diminuzione di prezzo? No, mai. No, salvo che la misura reale sia inferiore di un ventesimo rispetto a quella indicata nel contratto. No, salvo che la misura reale sia inferiore almeno del venti per cento rispetto a quella indicata nel contratto. Sì, sempre.
Tizio vende a Caio, a corpo, il fondo Tuscolano della misura indicata in atto di 2.000 metri quadrati, effettuandone contestualmente la consegna. Due mesi dopo Tizio e Caio procedono alla misurazione dello stesso fondo che risulta però avere una superficie di 2.300 metri quadrati. In tale situazione, Caio: può solo pagare il supplemento di prezzo. non deve pagare alcun supplemento di prezzo. deve ritrasferire al venditore la superficie eccedente. può a sua scelta pagare il supplemento di prezzo o recedere dal contratto.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, nei casi in cui il prezzo è determinato in relazione al corpo dell'immobile e non alla sua misura, se la misura reale dell'immobile risulta superiore rispetto a quella indicata nel contratto, si fa luogo a supplemento di prezzo? No, mai. Sì, ma solo quando la misura reale sia superiore del venti per cento rispetto a quella indicata nel contratto e il compratore non scelga di recedere dal contratto. Sì, e il compratore non può scegliere di recedere dal contratto. No, salvo che la misura reale sia superiore di un ventesimo rispetto a quella indicata nel contratto e il compratore non scelga di recedere dal contratto.
Tizio vende a Caio, a corpo, il fondo Tuscolano della misura indicata in atto di 2.000 metri quadrati, effettuandone contestualmente la consegna. Due mesi dopo Tizio e Caio procedono alla misurazione dello stesso fondo che risulta però avere una superficie di 1.700 metri quadrati. In tale situazione, Caio: ha diritto alla diminuzione del prezzo, salvo che il venditore scelga di recedere dal contratto. ha diritto di acquistare la superficie mancante o, se ciò non sia possibile, di recedere dal contratto. non ha diritto ad alcuna diminuzione di prezzo. ha diritto alla diminuzione del prezzo.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, nella vendita a corpo di immobili, sebbene ne sia stata indicata la misura, in quale delle seguenti ipotesi si fa luogo a diminuzione di prezzo? Quando la misura reale sia inferiore di un ventesimo rispetto a quella indicata nel contratto. Quando la misura reale sia inferiore di un ventesimo rispetto a quella indicata nel contratto e il venditore non scelga di recedere dal contratto. Quando la misura reale sia comunque inferiore a quella indicata nel contratto e il venditore non scelga di recedere dal contratto. Quando la misura reale sia comunque inferiore a quella indicata nel contratto.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, nella vendita a corpo di immobili, sebbene ne sia stata indicata la misura, in quale delle seguenti ipotesi si fa luogo a supplemento di prezzo? Quando la misura reale sia comunque superiore a quella indicata nel contratto. Quando la misura reale sia superiore di un ventesimo rispetto a quella indicata nel contratto e il compratore non scelga di recedere dal contratto stesso. Quando la misura reale sia superiore almeno del venti per cento rispetto a quella indicata nel contratto. Quando la misura reale sia comunque superiore a quella indicata nel contratto e il compratore non scelga di recedere dal contratto.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, nella vendita a corpo di immobili, a cosa è tenuto il venditore nei confronti del compratore che abbia legittimamente esercitato il diritto di recesso a lui spettante quando l'eccedenza della misura reale dell'immobile rispetto a quella dichiarata superi di un ventesimo quest'ultima? A restituire il prezzo e a rimborsare le spese del contratto. Soltanto a restituire il prezzo. Soltanto a rimborsare le spese del contratto. A restituire il prezzo o a risarcire il danno, a sua scelta.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, nella vendita a misura di immobili, a cosa è tenuto il venditore nei confronti del compratore che abbia legittimamente esercitato il diritto di recesso a lui spettante quando l'eccedenza della misura reale dell'immobile rispetto a quella dichiarata superi la ventesima parte di quest'ultima? A restituire il prezzo o a risarcire il danno, a sua scelta. Soltanto a rimborsare le spese del contratto. A restituire il prezzo e a rimborsare le spese del contratto. Soltanto a restituire il prezzo.
A norma del codice civile, colui il quale vende una quota di eredità di cui è titolare, pari ad un mezzo, senza specificare gli oggetti che la compongono, è tenuto a garantire: solo la titolarità dei beni e dei diritti compresi nell'eredità in capo al defunto. solo la propria qualità di erede. solo il valore complessivo dei beni che compongono la sua quota di eredità. la propria qualità di erede ed è inoltre tenuto alla garanzia per l'evizione e per i vizi delle cose comunque comprese nell'eredità.
A norma del codice civile, chi vende un'eredità senza specificare gli oggetti che la compongono, è tenuto a garantire: solo la propria qualità di erede. solo il valore complessivo dei beni che compongono l'eredità. la propria qualità di erede ed è inoltre tenuto alla garanzia per l'evizione e per vizi delle cose comunque comprese nell'eredità. solo la titolarità dei beni e dei diritti compresi nell'eredità in capo al defunto.
A norma del codice civile, quale forma minima è richiesta a pena di nullità per la vendita di una eredità nella quale siano compresi beni immobili? L'atto pubblico con la presenza irrinunciabile dei testimoni. L'atto pubblico. L'atto scritto. La scrittura privata autenticata.
A norma del codice civile, quale è la forma minima richiesta a pena di nullità per la vendita di una eredità nella quale non siano compresi beni immobili? L'atto pubblico con la presenza irrinunciabile dei testimoni. L'atto scritto. La scrittura privata autenticata. L'atto pubblico.
A norma del codice civile, la vendita di un'eredità deve farsi per atto scritto, sotto pena di: nullità. annullabilità. rescindibilità. inammissibilità della prova in giudizio.
La vendita di eredità: deve farsi per atto pubblico sotto pena di nullità, ma le parti possono rinunciare all'assistenza dei testimoni. deve farsi per atto pubblico ed in presenza di testimoni, sotto pena di nullità. può essere fatta in qualsiasi forma, tranne che in essa siano compresi beni o diritti per il cui trasferimento sia necessaria la forma scritta. deve farsi per atto scritto, sotto pena di nullità.
Ai sensi del codice civile, quale forma minima è richiesta, a pena di nullità, per la vendita di eredità? La scrittura privata autenticata nel caso in cui l'eredità comprenda beni mobili ed immobili. L'atto pubblico con la presenza irrinunciabile dei testimoni. L'atto scritto. L'atto scritto nel solo caso in cui l'eredità comprenda beni immobili.
Ai sensi del codice civile, quale forma minima è richiesta a pena di nullità per la vendita di eredità? L'atto scritto. L'atto pubblico. La scrittura privata autenticata. L'atto pubblico con la presenza irrinunciabile dei testimoni.
Quali sono gli obblighi del venditore di eredità che abbia percepito i frutti di qualche bene ereditario? È tenuto a rimborsare il compratore, salvo patto contrario. Non è tenuto ad alcun rimborso, purché abbia agito in buona fede. Non è tenuto a rimborsare il compratore, salvo patto contrario. Non è tenuto ad alcun rimborso ed è nullo ogni patto contrario.
Quali sono gli obblighi del venditore di eredità che abbia percepito i frutti di qualche bene o riscosso qualche credito ereditario, ovvero abbia venduto qualche bene dell'eredità? Non è tenuto ad alcun rimborso, purché abbia agito in buona fede. È tenuto a rimborsare il compratore dell'eredità, salvo patto contrario. Non è tenuto a rimborsare il compratore, salvo patto contrario. Non è tenuto ad alcun rimborso ed è nullo ogni patto contrario.
Quali sono gli obblighi del venditore di eredità che abbia riscosso qualche credito ereditario? Non è tenuto ad alcun rimborso ed è nullo ogni patto contrario. Non è tenuto ad alcun rimborso, purché abbia agito in buona fede. È tenuto a rimborsare il compratore, salvo patto contrario. Non è tenuto a rimborsare il compratore, salvo patto contrario.
Quali sono gli obblighi del venditore di eredità che abbia venduto qualche bene ereditario? Non è tenuto ad alcun rimborso nei confronti del compratore dell'eredità, purché abbia agito in buona fede. Non è tenuto a rimborsare il compratore dell'eredità, salvo patto contrario. È tenuto a rimborsare il compratore dell'eredità, salvo patto contrario. Non è tenuto ad alcun rimborso nei confronti del compratore dell'eredità ed è nullo ogni patto contrario.
Il compratore di eredità deve rimborsare il venditore di quanto questi abbia pagato per debiti e pesi della stessa? Sì, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, salvo che sia convenuto diversamente. No, salvo che sia convenuto diversamente. No, mai.
In caso di vendita di eredità il compratore è obbligato in solido con il venditore a pagare i debiti ereditari? Sì, se non vi è patto contrario. No, se non vi è patto contrario. No, mai. Sì, sempre.
In caso di vendita di eredità chi risponde dei debiti ereditari, in assenza di espressa pattuizione? Solo il venditore. Il venditore e, sussidiariamente, il compratore. Solo il compratore. Il compratore e il venditore solidalmente.
Il riporto è: una dichiarazione di scienza. un contratto. un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto necessariamente plurilaterale.
Il contratto per il quale Tizio trasferisce in proprietà a Caio titoli di credito di una data specie per un determinato prezzo, e Caio si obbliga a trasferire a Tizio, alla scadenza del termine stabilito, la proprietà di altrettanti titoli della stessa specie, verso rimborso del prezzo, che può essere aumentato o diminuito nella misura convenuta, è definito: permuta. contratto estimatorio. riporto. vendita a termine di titoli di credito.
Il contratto di riporto si perfeziona: con la consegna dei titoli. con il consenso delle parti, manifestato in forma scritta. con la restituzione dei titoli. con la consegna della somma dovuta per i titoli.
Il contratto di riporto si perfeziona: con il consenso delle parti, manifestato in forma scritta. con la consegna dei titoli. con il pagamento del prezzo. con il consenso verbale delle parti.
Il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all'altro, è definito: contratto estimatorio. riporto. vendita con efficacia reale. permuta.
Il permutante che ha sofferto l'evizione ha diritto: a riavere la cosa data o, a sua scelta, al valore della cosa evitta, salvo in ogni caso il risarcimento del danno. a riavere la cosa data o, a scelta dell'altro permutante, al valore della cosa evitta, escluso in ogni caso il risarcimento del danno. al valore della cosa evitta, esclusi in ogni caso il diritto alla restituzione della cosa permutata ed il risarcimento del danno. solo al risarcimento del danno.
Il patto, inserito in un contratto di permuta, che limiti la responsabilità di una parte per i vizi della cosa che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata, ha effetto qualora quella parte abbia in mala fede taciuto all'altra i suddetti vizi? Sì. No, salvo che sia stata espressamente prevista l'efficacia della clausola anche per i casi di dolo e colpa grave. No, salvo che abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi. No.
Il patto, inserito in un contratto di permuta, che escluda la responsabilità di una parte per i vizi della cosa che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata, ha effetto qualora quella parte abbia in mala fede taciuto all'altra i suddetti vizi? Sì. No, salvo che sia stata espressamente prevista l'efficacia della clausola anche per i casi di dolo e colpa grave. No, salvo che abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi. No.
Nella permuta le parti sono tenute a consegnare le cose insieme con accessori e pertinenze dal giorno della permuta? Sì, salvo diversa volontà delle parti. No, salvo che si tratti di permuta di beni immobili. Sì, anche se vi sia una diversa volontà delle parti. No, mai.
Il patto, inserito in un contratto di permuta, che escluda la responsabilità di una parte per i vizi della cosa che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore, ha effetto qualora quella parte abbia in mala fede taciuto all'altra i suddetti vizi? No, salvo che abbia dichiarato che la cosa era esente da vizi. No, salvo che sia stata espressamente prevista l'efficacia della clausola anche per i casi di dolo e colpa grave. No. Sì.
Possono le parti di un contratto di permuta, avente ad oggetto beni il cui prezzo non sia imposto da specifiche norme, affidare la determinazione del conguaglio ad un terzo, da eleggere posteriormente al contratto stesso? No. No, salvo che si tratti di permuta di cose aventi valori corrispondenti a prezzi di borsa o di mercato. Sì. Sì, salvo che tra i beni permutati vi siano beni immobili.
Tra le obbligazioni dei permutanti vi è quella di garantire la controparte dall'evizione della cosa. I contraenti possono modificare gli effetti di detta garanzia? Possono solo diminuirli. Non possono pattuire alcuna modifica. Possono sia aumentarli che diminuirli o pattuire che i permutanti non siano soggetti ad alcuna garanzia. Possono solo aumentarli.
È valida la clausola contenuta in un contratto di permuta con il quale le parti reciprocamente escludono la garanzia per evizione derivante da un fatto proprio dei permutanti? Sì, sempre. No. Sì, se il valore della permuta non superi cinquecento euro. No, salvo che tutti i beni permutati siano immobili.
Da quali vizi il permutante è tenuto a garantire che la cosa alienata a titolo di permuta sia immune? Sia dai vizi che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata, sia da quelli che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. Da qualunque vizio ancorché non renda la cosa inidonea all'uso cui è destinata e non ne diminuisca in modo apprezzabile il valore. Solo dai vizi che ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. Solo dai vizi che la rendano inidonea all'uso a cui è destinata.
Il patto contenuto in un contratto di permuta con il quale viene esclusa la garanzia per evizione anche per fatto proprio dei permutanti è: valido ma inefficace. valido ed efficace. annullabile. nullo.
Ha effetto il patto con cui si esclude o si limita la garanzia per i vizi delle cose permutate? Sì, purché i vizi non siano stati taciuti in mala fede. Sì, sempre. No, mai. Sì, purché non si tratti di permuta di beni immobili.
A norma del codice civile, il contratto con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagarne il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito, è: una vendita con riserva di gradimento. un contratto estimatorio. una vendita a prova. un contratto di somministrazione.
Il contratto con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagarne il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito, è definito: riporto. vendita a termine. contratto estimatorio. vendita aleatoria.
Nel contratto estimatorio, colui che ha ricevuto le cose, qualora la restituzione di esse nella loro integrità sia divenuta impossibile per causa a lui non imputabile: è liberato dall'obbligo di pagarne il prezzo e risponde solo dei danni. non è liberato dall'obbligo di pagarne il prezzo. è liberato dall'obbligo di pagarne il prezzo, purché dia comunicazione del perimento all'altro contraente entro otto giorni. è liberato dall'obbligo di pagarne il prezzo e non risponde dei danni.
Nel contratto estimatorio, chi ha ricevuto le cose è liberato dall'obbligo di pagarne il prezzo, se la restituzione di esse nella loro integrità è divenuta impossibile per causa a lui non imputabile? Sì. Sì, e può recedere dal contratto. Sì, e il contratto è risolto di diritto. No.
Nel contratto estimatorio sono validi gli atti di disposizione compiuti da chi ha ricevuto le cose? Sì, ma i suoi creditori non possono sottoporle a pignoramento o a sequestro, finché non ne sia stato pagato il prezzo. Sì, e i suoi creditori possono sottoporle a pignoramento o a sequestro, ancorché non ne sia stato pagato il prezzo. No, sono nulli. No, sono annullabili.
Nel contratto estimatorio, i creditori di colui che ha ricevuto la cosa possono sottoporla a pignoramento o a sequestro? Sì, comunque ed in ogni tempo. No, in nessun caso. No, finché non ne sia stato pagato il prezzo. Sì, in ogni tempo, ma solo se il loro credito deriva da atto scritto, avente data certa anteriore alla conclusione del contratto estimatorio.
La somministrazione è: una dichiarazione di scienza. un contratto. un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto necessariamente plurilaterale.
Il contratto con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, ad eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose, è definito: lavoro autonomo. vendita a consegne ripartite. appalto. somministrazione.
La somministrazione è il contratto con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo: ad eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose. a lasciar godere all'altra una cosa mobile per un periodo di tempo stabilito. ad eseguire a favore dell'altra prestazioni periodiche e continuative di fare. a trasferire all'altra titoli di credito di una data specie, con l'obbligo per quest'ultima di restituirne altrettanti entro un termine stabilito.
A norma del codice civile, nel contratto di somministrazione, se le parti hanno stabilito soltanto il limite massimo e quello minimo per l'intera somministrazione o per le singole somministrazioni: spetta all'avente diritto alla somministrazione di stabilire il quantitativo dovuto, avuto riguardo al proprio fabbisogno, anche eccezionale. spetta a colui che deve effettuare la somministrazione di stabilire il quantitativo dovuto, avuto riguardo alla propria capacità produttiva e commerciale. spetta a colui che deve effettuare la somministrazione di stabilire, entro i limiti suddetti, il quantitativo dovuto. spetta all'avente diritto alla somministrazione di stabilire, entro i limiti suddetti, il quantitativo dovuto.
A norma del codice civile, nel contratto di somministrazione, qualora non sia stata determinata l'entità della somministrazione: si intende pattuita quella corrispondente all'eccezionale fabbisogno della parte che vi ha diritto, avuto riguardo al tempo della esecuzione del contratto. si intende pattuita quella corrispondente al normale fabbisogno della parte che vi ha diritto, avuto riguardo al tempo dell'esecuzione della prestazione. si intende pattuita quella corrispondente all'eccezionale fabbisogno della parte che vi ha diritto, avuto riguardo al tempo della conclusione del contratto. si intende pattuita quella corrispondente al normale fabbisogno della parte che vi ha diritto, avuto riguardo al tempo della conclusione del contratto.
Nella somministrazione a carattere periodico e non continuativo, il prezzo è corrisposto, salvo diversa pattuizione: al momento dell'effettuazione delle verifiche periodiche. al momento della conclusione del contratto. all'atto delle singole prestazioni ed in proporzione di ciascuna di esse. al momento dell'ultima prestazione.
A norma del codice civile, quando deve essere pagato il prezzo della somministrazione a carattere continuativo e non periodico? Al momento della conclusione del contratto. Secondo le scadenze d'uso. Al momento dell'effettuazione della verifica periodica. All'atto delle singole prestazioni.
A norma del codice civile, nel contratto di somministrazione, il termine stabilito per le singole prestazioni: si presume pattuito nell'interesse di entrambe le parti ed è nulla la clausola che attribuisce all'avente diritto alla somministrazione la facoltà di fissare la scadenza delle singole prestazioni. si presume pattuito nell'interesse dell'avente diritto alla somministrazione, il quale ha facoltà di fissare la scadenza delle singole prestazioni, senza essere tenuto a comunicarne la data al somministrante con un congruo preavviso. si presume pattuito nell'interesse di entrambe le parti e se l'avente diritto alla somministrazione ha la facoltà di fissare la scadenza delle singole prestazioni, egli deve comunicarne la data al somministrante con un congruo preavviso. si presume pattuito nell'interesse del somministrante, salvo che sia attribuita all'avente diritto alla somministrazione la facoltà di fissare la scadenza delle singole prestazioni e, in tal caso, egli non è tenuto a comunicarne la data al somministrante con un congruo preavviso.
Nel contratto di somministrazione, in caso di inadempimento di una delle parti relativo a singole prestazioni, l'altra parte può chiedere la risoluzione del contratto? Sì, anche se l'inadempimento è di lieve entità. Sì, se l'inadempimento ha una notevole importanza ed è tale da menomare la fiducia nell'esattezza dei successivi adempimenti. Sì, anche se l'inadempimento ha scarsa importanza, avuto riguardo all'interesse dell'altra parte. No, ma ha diritto al risarcimento del danno.
A norma del codice civile, nel contratto di somministrazione, se la parte che ha diritto alla somministrazione è inadempiente: e l'inadempimento è di lieve entità, il somministrante non può sospendere l'esecuzione del contratto senza dare congruo preavviso. il somministrante può sospendere l'esecuzione anche se l'inadempimento è di lieve entità, senza dare congruo preavviso. il somministrante può sospendere l'esecuzione del contratto soltanto se l'inadempimento dura da oltre trenta giorni. e l'inadempimento è di lieve entità, il somministrante può sospendere l'esecuzione della prestazione anche senza dare preavviso.
È valido il patto con cui l'avente diritto alla somministrazione si obbliga, per la durata di dieci anni, a dare la preferenza al somministrante nella stipulazione di un successivo contratto per lo stesso oggetto? No, è annullabile. Sì. Sì, ma il termine si riduce a cinque anni. No, è nullo.
Tizio, avente diritto alla somministrazione, si è obbligato per patto espresso a dare la preferenza al somministrante nella stipulazione di un successivo contratto per lo stesso oggetto per un termine di dieci anni. Il patto: è valido ed efficace per l'intera durata convenuta. è valido ed efficace per il minor termine di cinque anni al quale viene ridotto per legge. è valido per la durata convenuta, ma dopo i primi cinque anni l'obbligato può recedere. è nullo e importa la nullità del contratto di somministrazione.
Tizio, avente diritto alla somministrazione, si è obbligato a dare la preferenza al somministrante nella stipulazione di un successivo contratto per lo stesso oggetto per un termine di quindici anni. Tale patto: è annullabile. è valido, ma il termine si riduce a cinque anni. è invalido e rende nullo l'intero contratto. è valido così come formulato.
A norma del codice civile, nel contratto di somministrazione è valida la stipulazione della clausola di esclusiva a favore del somministrante? No, è valida solo a favore dell'avente diritto alla somministrazione. Sì. No, salvo che gli usi o la natura del contratto lo consentano. Sì, purché la durata dell'obbligo non ecceda il termine di un anno.
A norma del codice civile, nel contratto di somministrazione è valida la stipulazione della clausola di esclusiva a favore dell'avente diritto alla somministrazione? Sì. No, è valida solo a favore del somministrante. No, salvo che gli usi o la natura del contratto lo consentano. Sì, purché la durata dell'obbligo non ecceda il termine di cinque anni.
A norma del codice civile, qualora sia stipulato un contratto di somministrazione, se la durata della somministrazione non è stabilita: ciascuna delle parti può recedere dal contratto, senza preavviso. soltanto l'avente diritto alla somministrazione può recedere dal contratto, dando preavviso nel termine pattuito o in quello stabilito dagli usi o, in mancanza, in un termine congruo avuto riguardo alla durata della somministrazione. ciascuna delle parti può recedere dal contratto, dando preavviso nel termine pattuito o in quello stabilito dagli usi o, in mancanza, in un termine congruo avuto riguardo alla natura della somministrazione. soltanto il somministrante può recedere dal contratto, dando preavviso nel termine pattuito o in quello stabilito dagli usi o, in mancanza, in un termine congruo avuto riguardo alla durata della somministrazione.
La locazione è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Ai sensi del codice civile, la locazione è: il contratto col quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito. il contratto col quale una parte si obbliga a far godere all'altra una cosa mobile o immobile per un dato tempo, verso un determinato corrispettivo. il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile affinché la custodisca per un tempo determinato con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta. il contratto col quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose.
Il contratto con il quale una parte si obbliga a far godere all'altra una cosa mobile o immobile per un dato tempo, verso un determinato corrispettivo, è definito: locazione. appalto. somministrazione. deposito.
A norma del codice civile, costituiscono atti eccedenti l'ordinaria amministrazione: il contratto di locazione stipulato per una durata superiore a nove anni e le anticipazioni del corrispettivo della locazione per una durata superiore ad un anno. il contratto di locazione stipulato per una durata superiore a quattro anni e le anticipazioni del corrispettivo della locazione per una durata superiore a sei mesi. il contratto di locazione qualunque sia la durata per la quale è stipulato e le anticipazioni del corrispettivo della locazione, qualora questa abbia ad oggetto una cosa immobile. il contratto di locazione e le anticipazioni del corrispettivo della locazione, qualora questa abbia ad oggetto una cosa immobile di valore superiore a centomila euro.
A norma del codice civile, il contratto di locazione è atto eccedente l'ordinaria amministrazione: quando è stipulato per una durata non inferiore a quattro anni. qualunque sia la durata per la quale è stipulato, esclusivamente nei casi in cui ha ad oggetto una cosa immobile. qualunque sia la durata per la quale è stipulato, sia che abbia ad oggetto una cosa mobile, sia che abbia ad oggetto una cosa immobile. quando è stipulato per una durata superiore a nove anni.
A norma del codice civile, costituiscono atti eccedenti l'ordinaria amministrazione: le anticipazioni del corrispettivo della locazione per una durata superiore a nove anni. le anticipazioni del corrispettivo della locazione per qualunque durata. le anticipazioni del corrispettivo della locazione per una durata superiore a quattro anni. le anticipazioni del corrispettivo della locazione per una durata superiore ad un anno.
A norma del codice civile, salvo diverse norme di legge, la locazione, avente un oggetto diverso da una casa di abitazione, può stipularsi per un tempo: indeterminato. perpetuo. non eccedente i trenta anni. non eccedente i dieci anni.
A norma del codice civile, e salvo diverse norme di legge, la locazione: non può stipularsi per un tempo eccedente i trenta anni e, qualora sia stipulata per un periodo più lungo, il contratto è risolubile. non può stipularsi per un tempo eccedente i trenta anni e, qualora sia stipulata per un periodo più lungo, il contratto è nullo. non può stipularsi per un tempo eccedente i trenta anni e, qualora sia stipulata per un periodo più lungo o in perpetuo, è ridotta al termine suddetto. non può stipularsi per un tempo eccedente i trenta anni e, qualora sia stipulata per un periodo più lungo, si considera a tempo indeterminato.
A norma del codice civile, e salvo diverse norme di legge, nel caso in cui il contratto di locazione sia stipulato per un periodo superiore a trenta anni o in perpetuo: il contratto è risolubile. la durata è ridotta al termine di trenta anni. la durata è ridotta al termine di nove anni. il contratto è nullo.
Quando le parti non hanno determinato la durata della locazione, questa, se si tratta di cose mobili, si intende convenuta: per la durata prevista dagli usi locali. a tempo indeterminato. per la durata corrispondente all'unità di tempo a cui è commisurato il corrispettivo. per la durata di un anno, salvi gli usi locali.
Ai sensi del codice civile, nel contratto di locazione, il locatore, tra l'altro, deve: pagare al conduttore un'indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata senza il consenso del locatore stesso. mantenere la cosa locata in istato da servire all'uso convenuto. eseguire, durante la locazione, le riparazioni di piccola manutenzione. garantire il conduttore da ogni tipo di molestie, anche da quelle che non diminuiscono l'uso o il godimento della cosa.
Ai sensi del codice civile, nel contratto di locazione, il locatore, tra l'altro, deve: consegnare al conduttore la cosa locata in buono stato di manutenzione. garantire il conduttore da ogni tipo di molestie, anche da quelle che non diminuiscono l'uso o il godimento della cosa. pagare al conduttore un'indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata senza il consenso del locatore stesso. eseguire durante la locazione le riparazioni di piccola manutenzione.
Ai sensi del codice civile, nel contratto di locazione, il locatore, tra l'altro, deve: garantire il pacifico godimento della cosa locata. pagare al conduttore un'indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata senza il consenso del locatore stesso. eseguire durante la locazione le riparazioni di piccola manutenzione. garantire il conduttore dalle molestie di terzi che non pretendono di avere diritti sulla cosa locata.
A norma del codice civile, durante la locazione il locatore deve eseguire le riparazioni: necessarie, eccettuate quelle di piccola manutenzione che sono a carico del conduttore. di piccola manutenzione. indicate nel contratto di locazione. previste dagli usi locali.
A norma del codice civile, durante la locazione le riparazioni necessarie di piccola manutenzione sono a carico: del conduttore. del locatore. di entrambe le parti, nella proposizione prevista dagli usi locali. del conduttore, con diritto di rivalsa sul locatore.
A norma del codice civile, quando la cosa locata abbisogna di riparazioni che non sono a carico del conduttore: il locatore è tenuto ad eseguirle non appena avvisato dal conduttore. la relativa spesa passa a carico del conduttore se questi non avvisa il locatore. il conduttore le esegue, salvo rivalsa sul locatore. il conduttore è tenuto a darne avviso al locatore.
A norma del codice civile, quando la cosa abbisogna di riparazioni che non sono a carico del conduttore: il conduttore può eseguirle direttamente, anche se non si tratta di riparazioni urgenti, purché ne dia contemporaneamente avviso al locatore. il conduttore può eseguirle direttamente, anche se non si tratta di riparazioni urgenti, e non occorre che ne dia contemporaneamente avviso al locatore. se si tratta di riparazioni urgenti, il conduttore può eseguirle direttamente, salvo rimborso, purché ne dia contemporaneamente avviso al locatore. il conduttore non può mai eseguirle direttamente, salvo che sia autorizzato dal sindaco del comune in cui è ubicato l'immobile e non occorre che ne dia contemporaneamente avviso al locatore.
A norma del codice civile, qualora il conduttore subisca danni derivati da vizi della cosa locata: il locatore è tenuto a risarcirli, anche qualora provi di avere senza colpa ignorato i vizi stessi al momento della consegna. il locatore è sempre tenuto a risarcirli, ma esclusivamente in misura pari al corrispettivo ricevuto per la locazione sino al momento del verificarsi dei danni. il locatore non è mai tenuto a risarcirli. il locatore è tenuto a risarcirli, se non prova di avere senza colpa ignorato i vizi stessi al momento della consegna.
Se al momento della consegna la cosa locata è affetta da vizi né conosciuti né facilmente riconoscibili da parte del conduttore, questi: può domandare la risoluzione del contratto od una riduzione del corrispettivo, se i vizi diminuiscono in modo apprezzabile l'idoneità della cosa locata all'uso pattuito. può eliminarli a spese del locatore. può domandare esclusivamente la riduzione del corrispettivo pattuito. può domandare esclusivamente la risoluzione del contratto.
A norma del codice civile, il patto con cui si esclude la responsabilità del locatore per i vizi della cosa locata: ha effetto anche se il locatore li ha in mala fede taciuti al conduttore. non ha mai effetto e determina la nullità del contratto. non ha effetto, se il locatore li ha in mala fede taciuti al conduttore. non ha mai effetto e si considera come non apposto.
A norma del codice civile, il patto con cui si limita la responsabilità del locatore per i vizi della cosa locata: ha effetto anche se il locatore li ha in mala fede taciuti al conduttore. non ha mai effetto e si considera come non apposto. non ha effetto, se il locatore li ha in mala fede taciuti al conduttore. non ha mai effetto e determina la nullità del contratto.
A norma del codice civile, il patto con cui si esclude la responsabilità del locatore per i vizi della cosa locata: non ha effetto, se i vizi sono tali da rendere impossibile il godimento della cosa. non ha mai effetto e si considera come non apposto. non ha mai effetto e determina la nullità del contratto. ha effetto anche se i vizi sono tali da rendere impossibile il godimento della cosa.
A norma del codice civile, il patto con cui si limita la responsabilità del locatore per i vizi della cosa locata: ha effetto anche se i vizi sono tali da rendere impossibile il godimento della cosa. non ha mai effetto e determina la nullità del contratto. non ha effetto, se i vizi sono tali da rendere impossibile il godimento della cosa. non ha mai effetto e si considera come non apposto.
A norma del codice civile, qualora i vizi di parte notevole della cosa locata espongano a serio pericolo la salute del conduttore o dei suoi familiari, il conduttore: può ottenere la risoluzione del contratto, anche se i vizi gli erano noti, nonostante qualunque rinunzia. può ottenere l'annullamento del contratto, sempre che si tratti di parenti entro il quarto grado, salvo che abbia preventivamente rinunziato a far valere i vizi. può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che i vizi gli fossero noti, sempre che eserciti la relativa azione entro tre mesi dalla stipula del contratto. può ottenere la risoluzione del contratto, sempre che si tratti di parenti entro il quarto grado, salvo che i vizi gli fossero noti.
A norma del codice civile, qualora i vizi della cosa locata espongano a serio pericolo la salute dei familiari del conduttore, questi: può ottenere la risoluzione del contratto, anche se i vizi gli erano noti, nonostante qualunque rinunzia. può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che i vizi gli fossero noti, sempre che eserciti la relativa azione entro tre mesi dalla stipula del contratto. può ottenere l'annullamento del contratto, sempre che si tratti di parenti entro il quarto grado e salvo che abbia preventivamente rinunziato a far valere i vizi. può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che i vizi gli fossero noti e sempre che si tratti di parenti entro il quarto grado.
A norma del codice civile, qualora i vizi della cosa locata espongano a serio pericolo la salute dei dipendenti del conduttore, questi: può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che i vizi gli fossero noti e sempre che si tratti di dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato. può ottenere la risoluzione del contratto, anche se i vizi gli erano noti, nonostante qualunque rinunzia. può ottenere l'annullamento del contratto, sempre che si tratti di dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato e salvo che abbia preventivamente rinunziato a far valere i vizi. può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che i vizi gli fossero noti, sempre che eserciti la relativa azione entro tre mesi dalla stipula del contratto.
A norma del codice civile, qualora i vizi della cosa locata espongano a serio pericolo la salute del conduttore, questi: può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che i vizi gli fossero noti. può ottenere l'annullamento del contratto, salvo che abbia preventivamente rinunziato a far valere i vizi. può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che i vizi gli fossero noti, sempre che eserciti la relativa azione entro tre mesi dalla stipula del contratto. può ottenere la risoluzione del contratto, anche se i vizi gli erano noti, nonostante qualunque rinunzia.
A norma del codice civile, qualora i vizi di parte notevole della cosa locata espongano a serio pericolo la salute del conduttore, questi: può ottenere l'annullamento del contratto, salvo che si tratti di vizi sopravvenuti nel corso della locazione. non può mai ottenere la risoluzione del contratto. può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che si tratti di vizi della cosa sopravvenuti nel corso della locazione. può ottenere la risoluzione del contratto, anche nel caso di vizi della cosa sopravvenuti nel corso della locazione.
A norma del codice civile, qualora i vizi di parte notevole della cosa locata espongano a serio pericolo la salute dei familiari del conduttore, questi: può ottenere l'annullamento del contratto, salvo che si tratti di vizi sopravvenuti nel corso della locazione e sempre che si tratti di parenti entro il secondo grado. può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che si tratti di vizi della cosa sopravvenuti nel corso della locazione e sempre che si tratti di parenti entro il secondo grado. può ottenere la risoluzione del contratto, anche nel caso di vizi della cosa sopravvenuti nel corso della locazione. non può mai ottenere la risoluzione del contratto.
A norma del codice civile, qualora i vizi di parte notevole della cosa locata espongano a serio pericolo la salute dei dipendenti del conduttore, questi: non può mai ottenere la risoluzione del contratto. può ottenere la risoluzione del contratto, anche nel caso di vizi della cosa sopravvenuti nel corso della locazione. può ottenere la risoluzione del contratto, salvo che si tratti di vizi della cosa sopravvenuti nel corso della locazione e sempre che si tratti di dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato. può ottenere l'annullamento del contratto, salvo che si tratti di vizi sopravvenuti nel corso della locazione e sempre che si tratti di dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato.
A norma del codice civile, il locatore: non può compiere sulla cosa locata innovazioni che diminuiscano il godimento da parte del conduttore. può compiere sulla cosa locata anche innovazioni che diminuiscano il godimento da parte del conduttore. non può compiere sulla cosa locata innovazioni che diminuiscano il godimento da parte del conduttore esclusivamente qualora il contratto sia stato stipulato per un tempo eccedente i nove anni. può compiere sulla cosa locata innovazioni che diminuiscano il godimento da parte del conduttore esclusivamente qualora siano decorsi almeno quattro anni dalla stipula del contratto.
Ai sensi del codice civile, se nel corso della locazione la cosa locata abbisogna di riparazioni che non possono differirsi fino al termine del contratto, il conduttore: deve tollerare tali riparazioni, anche quando comportino privazione del godimento di parte della cosa locata. deve eseguire le riparazioni necessarie, eccettuate quelle di piccola manutenzione. deve garantire il locatore dalle molestie di terzi che pretendono di avere diritti sulla cosa locata. deve pagare al locatore un'indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata senza il consenso del locatore.
A norma del codice civile, se nel corso della locazione la cosa abbisogna di riparazioni che non possono differirsi fino al termine del contratto, il conduttore: se l'esecuzione delle riparazioni si protrae per oltre la metà della durata della locazione e, in ogni caso, per oltre sei mesi, il contratto è nullo. se l'esecuzione delle riparazioni si protrae per oltre un sesto della durata della locazione e, in ogni caso, per oltre venti giorni, ha diritto a una riduzione del corrispettivo, proporzionata all'intera durata delle riparazioni stesse e all'entità del mancato godimento. se l'esecuzione delle riparazioni si protrae per oltre la metà della durata della locazione e, in ogni caso, per oltre sei mesi, ha diritto a una riduzione del corrispettivo, proporzionata all'intera durata delle riparazioni stesse e all'entità del mancato godimento. se l'esecuzione delle riparazioni si protrae per oltre la metà della durata della locazione e, in ogni caso, per oltre sei mesi, il conduttore ha diritto al risarcimento dei danni in misura non inferiore ad un sesto del corrispettivo globale pattuito per l'intera durata della locazione.
A norma del codice civile, il locatore: non è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie che diminuiscono l'uso o il godimento della cosa, arrecate da terzi che non pretendono di avere diritti sulla cosa medesima, salva al conduttore la facoltà di agire contro di essi in nome proprio. è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie arrecate da terzi che pretendono di avere diritti sulla cosa medesima e che diminuiscono il godimento della cosa e non è tenuto a garantirlo da dette molestie qualora esse diminuiscano l'uso della medesima. è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie arrecate da terzi che non pretendono di avere diritti sulla cosa medesima e che diminuiscono l'uso della cosa e non è tenuto a garantirlo da dette molestie qualora esse diminuiscano il godimento della medesima. è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie che diminuiscono l'uso o il godimento della cosa, anche se arrecate da terzi che non pretendono di avere diritti sulla cosa medesima.
A norma del codice civile, il locatore: è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie che diminuiscono l'uso o il godimento della cosa, arrecate da terzi che pretendono di avere diritti sulla cosa medesima. è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie che diminuiscono l'uso o il godimento della cosa, anche se arrecate da terzi che non pretendono di avere diritti sulla cosa medesima. è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie arrecate da terzi che pretendono di avere diritti sulla cosa medesima e che diminuiscono l'uso della cosa e non è tenuto a garantirlo da dette molestie qualora esse diminuiscano il godimento della medesima. è tenuto a garantire il conduttore dalle molestie arrecate da terzi che pretendono di avere diritti sulla cosa medesima e che diminuiscono il godimento della cosa e non è tenuto a garantirlo da dette molestie qualora esse diminuiscano l'uso della medesima.
A norma del codice civile, se il conduttore subisce da parte di terzi che pretendono di avere diritti sulla cosa locata molestie che ne diminuiscono l'uso o il godimento: è tenuto a darne pronto avviso al locatore, sotto pena del risarcimento dei danni e, se i terzi agiscono in via giudiziale, il locatore è tenuto ad assumere la lite, qualora sia chiamato nel processo. è tenuto a darne pronto avviso al locatore, sotto pena del risarcimento dei danni, ma, se i terzi agiscono in via giudiziale, il locatore non è tenuto ad assumere la lite, qualora sia chiamato nel processo. è tenuto a darne avviso al locatore soltanto qualora ciò sia stato espressamente pattuito e, se i terzi agiscono in via giudiziale, il locatore non è tenuto ad assumere la lite, qualora sia chiamato nel processo. non è tenuto a darne pronto avviso al locatore, ma, se i terzi agiscono in via giudiziale, il locatore non è tenuto ad assumere la lite, qualora sia chiamato nel processo.
A norma del codice civile, se il conduttore subisce, da parte di terzi che pretendono di avere diritti sulla cosa, molestie che ne diminuiscono l'uso o il godimento, e qualora i terzi agiscano in via giudiziale: il locatore non è tenuto ad assumere la lite, qualora sia chiamato nel processo, e il conduttore non può mai esserne estromesso. il locatore è tenuto ad assumere la lite, qualora sia chiamato nel processo; il conduttore deve esserne estromesso con la semplice indicazione del locatore, anche se ha interesse a rimanervi. il locatore è tenuto ad assumere la lite, qualora sia chiamato nel processo; il conduttore deve esserne estromesso con la semplice indicazione del locatore, se non ha interesse a rimanervi. il contratto di locazione si risolve di diritto.
Ai sensi del codice civile, nel contratto di locazione, il conduttore, tra l'altro, deve: pagare al locatore un'indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata senza il consenso del locatore. garantire il locatore dalle molestie di terzi che pretendono di avere diritti sulla cosa locata. dare il corrispettivo nei termini convenuti. eseguire durante la locazione le riparazioni necessarie, eccettuate quelle di piccola manutenzione.
A norma del codice civile, il conduttore: è responsabile del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, da chiunque sia cagionato, sempre che la locazione abbia durata quadriennale. non è responsabile del deterioramento della cosa locata che, nel corso della locazione, sia cagionato da persone che egli ha ammesse, anche temporaneamente, all'uso della cosa. è responsabile del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, sempre che la locazione abbia durata almeno biennale. è responsabile del deterioramento della cosa locata che avvenga nel corso della locazione, anche se sia cagionato da persone che egli ha ammesse, anche temporaneamente, all'uso della cosa.
A norma del codice civile, il conduttore: è responsabile del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, da chiunque sia cagionato, sempre che la locazione abbia durata quadriennale. è responsabile del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, in tutti i casi nei quali è cagionato da suoi familiari, anche se non ammessi temporaneamente al godimento della cosa, sempre che la locazione abbia durata almeno biennale. è responsabile del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, cagionata da persone che egli ha ammesse, anche temporaneamente, al godimento della cosa, purché la locazione abbia durata superiore ad un anno. è responsabile del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, cagionata da persone che egli ha ammesse, anche temporaneamente, al godimento della cosa.
A norma del codice civile, il conduttore: è responsabile della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, cagionata da persone che egli non ha ammesse, neanche temporaneamente, all'uso della cosa, sempre che la locazione abbia durata almeno quadriennale. è responsabile della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, cagionata da persone che egli ha ammesse, anche temporaneamente, all'uso della cosa. non è responsabile della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, cagionata da persone che egli ha ammesse, anche temporaneamente, all'uso della cosa. è responsabile della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, da chiunque sia cagionata, sempre che la locazione abbia durata quadriennale.
A norma del codice civile, il conduttore: è responsabile della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, da chiunque sia cagionata. è responsabile della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, in tutti i casi nei quali è cagionata da suoi familiari, anche se non ammessi temporaneamente al godimento della cosa. è responsabile della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, cagionata da persone che egli ha ammesse, anche temporaneamente, al godimento della cosa, purché la locazione abbia durata superiore ad un anno. è responsabile della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, cagionata da persone che egli ha ammesse, anche temporaneamente, al godimento della cosa.
A norma del codice civile, il conduttore: risponde del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, derivante da incendio sempre che la locazione abbia durata quadriennale. risponde del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, anche se derivante da incendio, qualora non provi che sia avvenuto per causa a lui non imputabile. risponde del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, derivante da incendio sempre che la locazione abbia durata almeno biennale. risponde del deterioramento della cosa locata che avviene nel corso della locazione, anche se derivante da incendio ed anche qualora sia avvenuto per causa a lui non imputabile.
A norma del codice civile, il conduttore: risponde della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, anche se derivante da incendio ed anche qualora sia avvenuta per causa a lui non imputabile. risponde della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, anche se derivante da incendio, qualora non provi che sia avvenuta per causa a lui non imputabile. risponde della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, salvo che derivi da incendio ed anche qualora sia avvenuta per causa a lui non imputabile. non risponde della perdita della cosa locata che avviene nel corso della locazione, neppure qualora sia avvenuta per causa a lui imputabile, salvo che derivi da incendio.
A norma del codice civile, se la cosa locata, distrutta o deteriorata per incendio, era stata assicurata dal locatore, quando si tratta di cosa mobile stimata: il conduttore non è responsabile in confronto del locatore, anche se l'assicurazione è stata fatta per valore inferiore alla stima, se questi è indennizzato dall'assicuratore in misura pari almeno alla metà del valore della cosa, e sono salve, in ogni caso, le norme concernenti il diritto di surrogazione dell'assicuratore. e l'assicurazione è stata fatta per valore uguale alla stima, cessa ogni responsabilità del conduttore in confronto del locatore, se questi è indennizzato dall'assicuratore e sono salve, in ogni caso, le norme concernenti il diritto di surrogazione dell'assicuratore. e l'assicurazione è stata fatta per valore uguale alla stima, se il locatore è indennizzato dall'assicuratore, il conduttore è tenuto a pagare al locatore una somma pari al doppio dei premi assicurativi pagati da quest'ultimo e non si applicano le norme concernenti il diritto di surrogazione dell'assicuratore. il conduttore non è responsabile in confronto del locatore, anche se l'assicurazione è stata fatta per valore inferiore alla stima, se questi è indennizzato dall'assicuratore in misura pari almeno alla metà del valore della cosa ed entro trenta giorni dalla distruzione della cosa, salve, in ogni caso, le norme concernenti il diritto di surrogazione dell'assicuratore.
A norma del codice civile, se la cosa locata, distrutta per incendio, era stata assicurata dal locatore, quando si tratta di cosa mobile stimata: e l'assicurazione è stata fatta per valore uguale alla stima, cessa ogni responsabilità del conduttore in confronto del locatore, se questi è indennizzato dall'assicuratore. il conduttore non è responsabile in confronto del locatore, anche se l'assicurazione è stata fatta per valore inferiore alla stima, se questi è indennizzato dall'assicuratore in misura pari almeno alla metà del valore della cosa. e l'assicurazione è stata fatta per valore uguale alla stima, se il locatore è indennizzato dall'assicuratore, il conduttore è tenuto a pagare al locatore una somma pari al doppio dei premi assicurativi pagati da quest'ultimo. il conduttore non è responsabile in confronto del locatore, anche se l'assicurazione è stata fatta per valore inferiore alla stima, se questi è indennizzato dall'assicuratore in misura pari almeno alla metà del valore della cosa ed entro trenta giorni dalla distruzione della cosa.
A norma del codice civile, se la cosa locata, distrutta per incendio, era stata assicurata per conto del locatore: la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata all'ammontare dei premi pagati da colui che ha assicurato la cosa per conto del locatore, sempre che si tratti di un familiare di quest'ultimo la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'ammontare dei premi pagati da colui che ha assicurato la cosa per conto del locatore, sempre che si tratti di un familiare di quest'ultimo, e il danno effettivo. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e l'ammontare del corrispettivo versato dal conduttore dalla stipula del contratto al momento dell'incendio. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e il danno effettivo.
A norma del codice civile, se la cosa locata, deteriorata per incendio, era stata assicurata dal locatore: la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e l'ammontare del corrispettivo versato dal conduttore dalla stipula del contratto al momento dell'incendio. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e il danno effettivo. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata all'ammontare dei premi pagati dal locatore. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'ammontare dei premi pagati dal locatore e il danno effettivo.
A norma del codice civile, se la cosa locata, deteriorata per incendio, era stata assicurata per conto del locatore: la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'ammontare dei premi pagati da colui che ha assicurato la cosa per conto del locatore, sempre che si tratti di un familiare di quest'ultimo, e il danno effettivo. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e l'ammontare del corrispettivo versato dal conduttore dalla stipula del contratto al momento dell'incendio. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e il danno effettivo. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata all'ammontare dei premi pagati da colui che ha assicurato la cosa per conto del locatore, sempre che si tratti di un familiare di quest'ultimo.
A norma del codice civile, se la cosa locata, distrutta per incendio, era stata assicurata dal locatore: la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e l'ammontare del corrispettivo versato dal conduttore dalla stipula del contratto al momento dell'incendio. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e il danno effettivo. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata all'ammontare dei premi pagati dal locatore. la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'ammontare dei premi pagati dal locatore e il danno effettivo.
A norma del codice civile, il conduttore deve restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui l'ha ricevuta, in conformità della descrizione che ne sia stata fatta dalle parti: salvo il deterioramento risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto e, in mancanza della descrizione, si presume che il conduttore abbia ricevuto la cosa in pessimo stato di manutenzione. salvo il deterioramento risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto e, in mancanza della descrizione, si presume che il conduttore abbia ricevuto la cosa in buono stato di manutenzione. salvo il deterioramento risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto, ma, in mancanza della descrizione, non è responsabile del deterioramento risultante dall'uso in difformità del contratto. salvo il deterioramento risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto, ma, in mancanza della descrizione, è tenuto all'eliminazione degli eventuali danni derivanti dal deterioramento risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto.
A norma del codice civile, il conduttore: deve restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui l'ha ricevuta, soltanto qualora ne sia stata fatta descrizione, salvo il deterioramento o il consumo risultante dall'uso della cosa, anche se non in conformità del contratto. deve restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui si trova al termine della locazione e non risponde del deterioramento o del consumo risultante dall'uso della cosa, anche se non in conformità del contratto. deve restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui l'ha ricevuta, in conformità della descrizione che ne sia stata fatta dalle parti, salvo il deterioramento o il consumo risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto. deve restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui l'ha ricevuta, soltanto qualora ne sia stata fatta descrizione, e deve eliminare a proprie spese tutti gli eventuali danni derivanti dal deterioramento o dal consumo risultante dall'uso della cosa, anche se non in conformità del contratto.
A norma del codice civile, il conduttore deve restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui l'ha ricevuta, in conformità della descrizione che ne sia stata fatta dalle parti: salvo il consumo risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto e, in mancanza della descrizione, si presume che il conduttore abbia ricevuto la cosa in buono stato di manutenzione. salvo il consumo risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto, ma, in mancanza della descrizione, non è responsabile del consumo risultante dall'uso in difformità del contratto. salvo il consumo risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto, ma, in mancanza della descrizione, è tenuto all'eliminazione degli eventuali danni derivanti dal consumo risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto. salvo il consumo risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto e, in mancanza della descrizione, si presume che il conduttore abbia ricevuto la cosa in pessimo stato di manutenzione.
A norma del codice civile, il conduttore deve restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui l'ha ricevuta: e risponde del deterioramento dovuto a vetustà. e non risponde del deterioramento dovuto a vetustà. e non risponde del deterioramento dovuto a vetustà, salvo che il contratto sia stato stipulato per una durata superiore a nove anni. e non risponde del deterioramento dovuto a vetustà, salvo che il contratto sia stato stipulato per una durata non inferiore a quattro anni.
A norma del codice civile, qualora sia stato stipulato un contratto di locazione avente ad oggetto cose mobili: le cose si devono restituire nel luogo dove è stato stipulato il contratto. le cose si devono restituire nel luogo dove sono state consegnate. le cose si devono restituire nel luogo dove risiede il locatore. le cose si devono restituire nel luogo dove risiede il conduttore.
A norma del codice civile, il conduttore deve restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui l'ha ricevuta: e risponde del perimento dovuto a vetustà. e non risponde del perimento dovuto a vetustà, salvo che il contratto sia stato stipulato per una durata superiore a nove anni. e non risponde del perimento dovuto a vetustà. e non risponde del perimento dovuto a vetustà, salvo che il contratto sia stato stipulato per una durata non inferiore a quattro anni.
A norma del codice civile, salvo disposizioni particolari della legge o degli usi, il conduttore non ha diritto a indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata. Se però vi è stato il consenso del locatore questi è tenuto a pagare un'indennità: e, anche nel caso in cui il conduttore non ha diritto a indennità, il valore dei miglioramenti può compensare i deterioramenti che si sono verificati senza colpa grave del conduttore. e, soltanto nel caso in cui il conduttore ha diritto a indennità, il valore dei miglioramenti può compensare i deterioramenti che si sono verificati senza colpa lieve del conduttore. e, nel caso in cui il conduttore non ha diritto a indennità, il valore dei miglioramenti non può mai compensare i deterioramenti che si sono verificati senza colpa grave del conduttore. e, nel caso in cui il conduttore ha diritto a indennità, il valore dei miglioramenti può compensare i deterioramenti che si sono verificati con colpa grave del conduttore.
A norma del codice civile, salvo disposizioni particolari della legge o degli usi, il conduttore non ha diritto a indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata: se però vi è stato il consenso del locatore questi è tenuto a pagare un'indennità corrispondente al valore del risultato utile al tempo in cui sono stati apportati i miglioramenti. se però vi è stato il consenso del locatore questi è tenuto a pagare un'indennità corrispondente alla minor somma tra l'importo della spesa e il valore del risultato utile al tempo della riconsegna. se però vi è stato il consenso del locatore questi è tenuto a pagare un'indennità corrispondente alla minor somma tra l'importo della spesa e il valore del risultato utile al tempo in cui sono stati apportati i miglioramenti, sempre che il locatore abbia prestato il proprio consenso con atto pubblico. se però vi è stato il consenso del locatore questi è tenuto a pagare un'indennità corrispondente alla minor somma tra l'importo della spesa e il valore del risultato utile al tempo in cui sono stati apportati i miglioramenti.
A norma del codice civile, salvo disposizioni particolari della legge o degli usi, il conduttore: ha diritto a una indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata, anche se non vi è stato il consenso del locatore. non ha diritto a indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata, neppure se vi è stato il consenso del locatore. non ha diritto a indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata. Se però vi è stato il consenso del locatore questi è tenuto a pagare un'indennità, ma esclusivamente qualora abbia prestato il consenso con atto pubblico. non ha diritto a indennità per i miglioramenti apportati alla cosa locata. Se però vi è stato il consenso del locatore questi è tenuto a pagare un'indennità.
A norma del codice civile, il conduttore che ha eseguito addizioni sulla cosa locata ha diritto di toglierle alla fine della locazione, qualora ciò possa avvenire senza nocumento della cosa, salvo che il proprietario preferisca ritenere le addizioni stesse: e in tal caso questi deve pagare al conduttore un'indennità pari alla minor somma tra l'importo della spesa e il valore delle addizioni al tempo in cui sono state realizzate. e in tal caso questi deve pagare al conduttore un'indennità pari all'importo della spesa delle addizioni al tempo in cui sono state realizzate. e in tal caso questi deve pagare al conduttore un'indennità pari valore delle addizioni al tempo in cui sono state realizzate. e in tal caso questi deve pagare al conduttore un'indennità pari alla minor somma tra l'importo della spesa e il valore delle addizioni al tempo della riconsegna.
A norma del codice civile, il conduttore che ha eseguito addizioni sulla cosa locata: ha diritto di toglierle alla fine della locazione anche se ciò avvenga con gravissimo nocumento della cosa. ha diritto di toglierle alla fine della locazione anche se ciò avvenga con grave nocumento della cosa ed il proprietario, con atto pubblico, abbia manifestato l'intento di ritenere le addizioni stesse. ha diritto di toglierle alla fine della locazione qualora ciò possa avvenire senza nocumento della cosa, salvo che il proprietario preferisca ritenere le addizioni stesse. non ha mai diritto di toglierle alla fine della locazione, neppure qualora ciò possa avvenire senza nocumento della cosa.
A norma del codice civile, il conduttore che ha eseguito addizioni sulla cosa locata: ha diritto di toglierle alla fine della locazione anche se ciò avvenga con grave nocumento della cosa. non ha mai diritto di toglierle alla fine della locazione, neppure qualora ciò possa avvenire senza nocumento della cosa. ha diritto di toglierle alla fine della locazione qualora ciò possa avvenire senza nocumento della cosa. ha diritto di toglierle alla fine della locazione anche se ciò avvenga con gravissimo nocumento della cosa.
A norma del codice civile, il conduttore, salvo patto contrario: non ha facoltà di sublocare la cosa locatagli, ma può cedere il contratto senza il consenso del locatore. ha facoltà di sublocare la cosa locatagli e può cedere il contratto senza il consenso del locatore. non ha facoltà di sublocare la cosa locatagli e può cedere il contratto senza il consenso del locatore esclusivamente qualora non siano decorsi più di sei mesi dalla stipula del contratto. ha facoltà di sublocare la cosa locatagli, ma non può cedere il contratto senza il consenso del locatore.
A norma del codice civile, nel caso di locazione di cosa mobile: la sublocazione non deve essere autorizzata dal locatore. la sublocazione deve essere autorizzata dal locatore o consentita dagli usi. la sublocazione è vietata e non può essere autorizzata dal locatore. la sublocazione deve essere autorizzata dal locatore esclusivamente qualora la cosa sia di valore superiore a cinquantamila euro.
A norma del codice civile, nel caso di sublocazione: la nullità o la risoluzione del contratto di locazione hanno effetto nei confronti del subconduttore esclusivamente qualora siano, rispettivamente, accertata o pronunziata entro un anno dalla stipula del contratto di sublocazione. la nullità o la risoluzione del contratto di locazione non hanno effetto nei confronti del subconduttore. senza pregiudizio delle ragioni del subconduttore verso il sublocatore, la nullità o la risoluzione del contratto di locazione ha effetto anche nei confronti del subconduttore. la nullità o la risoluzione del contratto di locazione hanno effetto nei confronti del subconduttore esclusivamente qualora siano, rispettivamente, accertata o pronunziata entro un anno dalla stipula del contratto di locazione.
A norma del codice civile, nel caso di sublocazione: il locatore, senza pregiudizio dei suoi diritti verso il conduttore, ha azione diretta contro il subconduttore per esigere il prezzo della sublocazione, anche relativamente al prezzo di cui questi non sia più debitore al momento della domanda giudiziale. il locatore ha azione esclusivamente contro il subconduttore per esigere il prezzo della sublocazione, anche relativamente al prezzo di cui questi non sia più debitore al momento della domanda giudiziale, e per costringerlo ad adempiere tutte le altre obbligazioni derivanti dal contratto di locazione. il locatore, senza pregiudizio dei suoi diritti verso il conduttore, ha azione diretta contro il subconduttore per esigere il prezzo della sublocazione, di cui questi sia ancora debitore al momento della domanda giudiziale, e per costringerlo ad adempiere tutte le altre obbligazioni derivanti dal contratto di sublocazione. il locatore non ha azione diretta contro il subconduttore per esigere il prezzo della sublocazione, di cui questi sia ancora debitore al momento della domanda giudiziale, ma ha invece azione diretta per costringerlo ad adempiere tutte le altre obbligazioni derivanti dal contratto di sublocazione.
A norma del codice civile, nel caso di sublocazione: il locatore, senza pregiudizio dei suoi diritti verso il conduttore, ha azione diretta contro il subconduttore per esigere il prezzo della sublocazione, anche relativamente al prezzo di cui questi non sia più debitore al momento della domanda giudiziale. il locatore non ha azione diretta contro il subconduttore per esigere il prezzo della sublocazione, di cui questi sia ancora debitore al momento della domanda giudiziale. il locatore ha azione esclusivamente contro il subconduttore per esigere il prezzo della sublocazione, anche relativamente al prezzo di cui questi non sia più debitore al momento della domanda giudiziale. il locatore, senza pregiudizio dei suoi diritti verso il conduttore, ha azione diretta contro il subconduttore per esigere il prezzo della sublocazione, di cui questi sia ancora debitore al momento della domanda giudiziale.
A norma del codice civile, nel caso di sublocazione: la nullità o la risoluzione del contratto di locazione hanno effetto nei confronti del subconduttore esclusivamente qualora siano, rispettivamente, accertata o pronunziata entro un anno dalla stipula del contratto di sublocazione, e la sentenza pronunciata tra locatore e conduttore ha effetto anche nei confronti di lui esclusivamente qualora sia emessa entro detto termine. la nullità o la risoluzione del contratto di locazione non hanno effetto nei confronti del subconduttore e la sentenza pronunciata tra locatore e conduttore non ha effetto anche nei confronti di lui. la nullità o la risoluzione del contratto di locazione hanno effetto nei confronti del subconduttore esclusivamente qualora siano, rispettivamente, accertata o pronunziata entro un anno dalla stipula del contratto di locazione e la sentenza pronunciata tra locatore e conduttore ha effetto anche nei confronti di lui esclusivamente qualora sia emessa entro detto termine. senza pregiudizio delle ragioni del subconduttore verso il sublocatore, la nullità o la risoluzione del contratto di locazione ha effetto anche nei confronti del subconduttore e la sentenza pronunciata tra locatore e conduttore ha effetto anche nei confronti di lui.
A norma del codice civile, la locazione: per un tempo determinato dalle parti cessa con la disdetta comunicata nel termine determinato dagli usi. per un tempo determinato dalle parti cessa con lo spirare del termine senza che sia necessaria la disdetta. per un tempo determinato dalle parti cessa con la disdetta comunicata almeno tre mesi prima dello spirare del termine finale della locazione. per un tempo determinato dalle parti cessa con la disdetta comunicata con atto notificato a mezzo di ufficiale giudiziario almeno tre mesi prima dello spirare del termine finale della locazione.
A norma del codice civile, nella locazione le garanzie prestate da terzi: si estendono alle obbligazioni derivanti da proroghe della durata del contratto, limitatamente al termine di un anno. si estendono alle obbligazioni derivanti da proroghe della durata del contratto. non si estendono alle obbligazioni derivanti da proroghe della durata del contratto. si estendono alle obbligazioni derivanti da proroghe della durata del contratto, limitatamente al termine di sei mesi.
L'affitto è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Secondo la definizione del codice civile, è contratto di affitto: la locazione avente per oggetto il godimento di una cosa produttiva, mobile o immobile. la locazione avente per oggetto il godimento di una cosa produttiva, esclusivamente immobile. la locazione di un fondo rustico a coltivatore diretto. la locazione di una casa per abitazione.
Quando la locazione ha per oggetto il godimento di una cosa produttiva, i frutti e le altre utilità della cosa spettano: al locatore. all'affittuario, ma limitatamente ai frutti, spettando le altre utilità al locatore. all'affittuario. all'affittuario e al locatore, in parti uguali.
A norma del codice civile, salve le disposizioni di leggi speciali e gli usi che dispongano diversamente: se le parti non hanno determinato la durata dell'affitto, l'affitto ha la durata di quattro anni e le parti non possono recedere dal contratto. se le parti non hanno determinato la durata dell'affitto, il contratto è nullo. se le parti non hanno determinato la durata dell'affitto, l'affitto ha la durata di sei anni e le parti non possono recedere dal contratto. se le parti non hanno determinato la durata dell'affitto, ciascuna di esse può recedere dal contratto dando all'altra un congruo preavviso.
A norma del codice civile, quando la locazione ha per oggetto il godimento di una cosa produttiva, mobile o immobile, il locatore: è tenuto a consegnare la cosa, con i suoi accessori e le sue pertinenze, in istato da servire all'uso e alla produzione a cui è destinata, esclusivamente qualora ciò sia stato espressamente pattuito. è tenuto a consegnare la cosa, con i suoi accessori e le sue pertinenze, in istato da servire all'uso e alla produzione a cui è destinata. è tenuto a consegnare la cosa - e non anche i suoi accessori e le sue pertinenze - in istato da servire all'uso e alla produzione a cui è destinata. è tenuto a consegnare la cosa - e non anche i suoi accessori e le sue pertinenze - in istato da servire all'uso e alla produzione a cui è destinata, esclusivamente qualora ciò sia stato espressamente pattuito.
A norma del codice civile, salve le disposizioni di leggi speciali, quando la locazione ha per oggetto il godimento di una cosa produttiva, mobile o immobile, se l'affittuario non osserva le regole della buona tecnica: il locatore può chiedere la rescissione del contratto. il contratto è nullo. il locatore può chiedere l'annullamento del contratto. il locatore può chiedere la risoluzione del contratto.
A norma del codice civile, salve le disposizioni di leggi speciali, quando la locazione ha per oggetto il godimento di una cosa produttiva, mobile o immobile, se l'affittuario muta stabilmente la destinazione economica della cosa: il locatore può chiedere la risoluzione del contratto. il locatore può chiedere l'annullamento del contratto. il locatore può chiedere la rescissione del contratto. il contratto è nullo.
A norma del codice civile, salve le disposizioni di leggi speciali, quando la locazione ha per oggetto il godimento di una cosa produttiva, mobile o immobile, il locatore può chiedere la risoluzione del contratto: esclusivamente se l'affittuario non destina al servizio della cosa i mezzi necessari per la gestione di essa, ovvero non osserva le regole della buona tecnica, e non anche se muta stabilmente la destinazione economica della cosa. se l'affittuario non destina al servizio della cosa i mezzi necessari per la gestione di essa, se non osserva le regole della buona tecnica, ovvero se muta stabilmente la destinazione economica della cosa. esclusivamente se l'affittuario non destina al servizio della cosa i mezzi necessari per la gestione di essa, ovvero muta stabilmente la destinazione economica della cosa e non anche se non osserva le regole della buona tecnica. esclusivamente se muta stabilmente la destinazione economica della cosa, ovvero non osserva le regole della buona tecnica, e non anche se non destina al servizio della cosa i mezzi necessari per la gestione.
A norma del codice civile, salve le disposizioni di leggi speciali, quando la locazione ha per oggetto il godimento di una cosa produttiva, mobile o immobile, se l'affittuario non destina al servizio della cosa i mezzi necessari per la gestione di essa: il locatore può chiedere la rescissione del contratto. il contratto è nullo. il locatore può chiedere l'annullamento del contratto. il locatore può chiedere la risoluzione del contratto.
A norma del codice civile, quando la locazione ha per oggetto il godimento di una cosa produttiva, il locatore: può accertare esclusivamente per il primo anno della durata del contratto, anche con accesso in luogo, se l'affittuario osserva gli obblighi che gli incombono. può accertare in ogni tempo, anche con accesso in luogo, se l'affittuario osserva gli obblighi che gli incombono. può accertare in ogni tempo, ma non con accesso in luogo, se l'affittuario osserva gli obblighi che gli incombono. non può accertare se l'affittuario osserva gli obblighi che gli incombono.
A norma del codice civile, l'affittuario: può prendere le iniziative atte a produrre un aumento di reddito della cosa, anche se esse importino obblighi per il locatore, sempre che siano conformi all'interesse della produzione. può prendere le iniziative atte a produrre un aumento di reddito della cosa, purché esse non importino obblighi per il locatore o non gli arrechino pregiudizio, e siano conformi all'interesse della produzione. non può prendere le iniziative atte a produrre un aumento di reddito della cosa, neppure se esse non importino obblighi per il locatore o non gli arrechino pregiudizio, e siano conformi all'interesse della produzione. può prendere le iniziative atte a produrre un aumento di reddito della cosa, anche se esse importino obblighi per il locatore e non siano conformi all'interesse della produzione, sempre che siano conformi al suo interesse.
A norma del codice civile, salve le disposizioni di leggi speciali, qualora venga stipulato un contratto di affitto, il locatore: non è tenuto a eseguire a sue spese, durante l'affitto, le riparazioni straordinarie. è tenuto a eseguire a sue spese, durante l'affitto, le riparazioni sia ordinarie sia straordinarie. è tenuto a eseguire a sue spese, durante l'affitto, le riparazioni straordinarie, limitatamente però a quelle che si rendano necessarie nel corso del primo anno di durata del contratto; le altre sono a carico dell'affittuario. è tenuto a eseguire a sue spese, durante l'affitto, le riparazioni straordinarie; le altre sono a carico dell'affittuario.
A norma del codice civile, salve le disposizioni di leggi speciali, qualora venga stipulato un contratto di affitto, il locatore è tenuto a eseguire a sue spese, durante l'affitto, le riparazioni straordinarie e, se l'esecuzione delle riparazioni: determina per l'affittuario una perdita superiore al quinto del reddito annuale o, nel caso di affitto non superiore a un anno, al quinto del reddito complessivo, il contratto è nullo. determina per l'affittuario una perdita superiore al quinto del reddito annuale o, nel caso di affitto non superiore a un anno, al quinto del reddito complessivo, il contratto è annullabile. determina per l'affittuario una perdita superiore al quinto del reddito annuale o, nel caso di affitto non superiore a un anno, al quinto del reddito complessivo, l'affittuario può domandare una riduzione del fitto in ragione della diminuzione del reddito oppure, secondo le circostanze, lo scioglimento del contratto. determina per l'affittuario una perdita superiore al quinto del reddito annuale o, nel caso di affitto non superiore a un anno, al quinto del reddito complessivo, l'affittuario può domandare esclusivamente la rescissione del contratto.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di affitto, se, in conseguenza di una disposizione di legge, o di un provvedimento dell'autorità riguardanti la gestione produttiva, il rapporto contrattuale risulta notevolmente modificato in modo che le parti ne risentano rispettivamente una perdita e un vantaggio: può essere richiesto esclusivamente un aumento o una diminuzione del fitto, ovvero, secondo le circostanze, lo scioglimento del contratto, salve le diverse disposizioni della legge o del provvedimento dell'autorità. il contratto è rescindibile. il contratto è risolubile. può essere richiesto esclusivamente un aumento o una diminuzione del fitto e tale disciplina non può essere derogata da disposizioni della legge o del provvedimento dell'autorità.
A norma del codice civile, l'affittuario: può subaffittare la cosa e può cedere l'affitto, senza consenso del locatore, anche qualora il contratto non preveda che egli ha facoltà subaffittarla ovvero di cedere l'affitto. non può subaffittare la cosa qualora il contratto preveda che egli ha facoltà di cedere l'affitto, ma può cedere l'affitto qualora il contratto preveda che egli ha facoltà di subaffittarla. può subaffittare la cosa qualora il contratto preveda che egli ha facoltà di cedere l'affitto, ma non può cedere l'affitto qualora il contratto preveda che egli ha facoltà di subaffittarla. non può subaffittare la cosa e non può cedere l'affitto e le relative facoltà non possono costituire oggetto di pattuizione, a pena di nullità del contratto.
A norma del codice civile, fatte salve le disposizioni di leggi speciali, l'affittuario: non può subaffittare la cosa senza il consenso del locatore. può subaffittare la cosa senza il consenso del locatore. può subaffittare la cosa senza il consenso del locatore, ma per un termine non superiore ad un anno. può subaffittare la cosa senza il consenso del locatore e senza limiti di tempo, qualora la cosa abbia un valore inferiore a venticinquemila euro.
L'appalto è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
A norma del codice civile, l'appalto è il contratto: con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito. con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose. con il quale una persona si obbliga a compiere, verso un corrispettivo, un'opera con lavoro proprio e con vincolo di subordinazione nei confronti del committente, senza gestione a proprio rischio. con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera verso un corrispettivo in denaro.
A norma del codice civile, l'appalto è il contratto: con il quale una parte assume l'obbligo di compiere un servizio, verso corrispettivo in natura, con lavoro esclusivamente proprio e con vincolo di subordinazione nei confronti del committente. con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un servizio verso un corrispettivo in denaro. con il quale una persona si obbliga a compiere, verso un corrispettivo in denaro, un servizio, con lavoro proprio e con vincolo di subordinazione nei confronti del committente, senza gestione a proprio rischio. con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito.
A norma del codice civile, l'appalto è il contratto: con il quale una parte assume l'obbligo di far acquistare all'altra la proprietà di un bene mobile. con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in denaro. con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito. con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose.
Il contratto con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un servizio verso un corrispettivo in denaro, è definito: somministrazione. agenzia. appalto. mandato.
Tizio, proprietario di un terreno edificabile, pattuisce con Caio che questi, dietro corrispettivo, costruisca, sul medesimo terreno, una villa, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio. Tizio e Caio hanno stipulato un contratto di: appalto. lavoro autonomo. somministrazione. affitto del terreno.
A norma del codice civile, l'appaltatore: non può dare in subappalto il compimento del servizio, se non è stato autorizzato dal committente. non può dare in subappalto il compimento del servizio ed il committente non può autorizzarlo a subappaltarlo. può dare in subappalto il compimento del servizio, anche se non è stato autorizzato dal committente, sempre che si tratti di appalto di modico valore. può dare in subappalto il compimento del servizio, anche se non è stato autorizzato dal committente, qualora non abbia i mezzi necessari per adempiere.
A norma del codice civile, l'appaltatore: può dare in subappalto l'esecuzione dell'opera, anche se non è stato autorizzato dal committente, sempre che si tratti di opera di modico valore. può dare in subappalto l'esecuzione dell'opera, anche se non è stato autorizzato dal committente, qualora non abbia i mezzi necessari a realizzarla. non può dare in subappalto l'esecuzione dell'opera ed il committente non può autorizzarlo a darla in subappalto. non può dare in subappalto l'esecuzione dell'opera, se non è stato autorizzato dal committente.
A norma del codice civile, può l'appaltatore dare in subappalto l'esecuzione dell'opera o del servizio? No, se non è stato autorizzato dal committente. Sì, se ciò non è stato vietato dal committente. Sì, ma solo se ciò è conforme agli usi. No, se non esistono giusti motivi.
L'appaltatore può dare in subappalto l'esecuzione dell'opera? No, può solo cedere il contratto. Sì, e il subappalto è considerato come appalto diretto tra il committente e il nuovo appaltatore. No, salvo che sia stato autorizzato dal committente. Sì, anche senza l'autorizzazione del committente.
A norma del codice civile, qualora le parti che hanno stipulato un contratto di appalto non abbiano determinato la misura del corrispettivo, né abbiano stabilito il modo di determinarla: essa è calcolata con riferimento alle tariffe esistenti o agli usi; in mancanza, il contratto è nullo. essa è calcolata con riferimento alle tariffe esistenti o agli usi; in mancanza, è determinata dal giudice. il contratto è nullo. essa è calcolata con riferimento alle tariffe esistenti o agli usi; in mancanza, è determinata dal presidente della camera di commercio del luogo in cui il contratto è stato concluso.
Nell'appalto, la materia necessaria a compiere l'opera deve essere fornita: dal committente, se non è diversamente stabilito dalla convenzione o dagli usi. dall'appaltatore, ma solo se si tratta di appalto di opera di modico valore. dall'appaltatore, se non è diversamente stabilito dalla convenzione o dagli usi. dall'appaltatore, solo se l'opera in oggetto è prodotta abitualmente da quest'ultimo.
A norma del codice civile, l'appaltatore: non può apportare variazioni alle modalità convenute dell'opera se il committente non le ha autorizzate e non occorre provare per iscritto l'autorizzazione. può apportare variazioni alle modalità convenute dell'opera senza autorizzazione del committente, purché non determinino un aumento del corrispettivo in misura superiore al venti per cento del corrispettivo. può apportare variazioni alle modalità convenute dell'opera senza autorizzazione del committente. non può apportare variazioni alle modalità convenute dell'opera se il committente non le ha autorizzate e l'autorizzazione si deve provare per iscritto.
A norma del codice civile, l'appaltatore non può apportare variazioni alle modalità convenute dell'opera se il committente non le ha autorizzate: e anche quando le modificazioni sono state autorizzate, l'appaltatore, se il prezzo dell'intera opera è stato determinato globalmente, ha diritto a compenso per le variazioni o per le aggiunte ed è nulla ogni diversa pattuizione. e anche quando le modificazioni sono state autorizzate, l'appaltatore, se il prezzo dell'intera opera è stato determinato globalmente, non ha diritto a compenso per le variazioni o per le aggiunte ed ogni diversa pattuizione è nulla. e, quando le modificazioni sono state autorizzate, l'appaltatore ha sempre diritto a compenso per le variazioni o per le aggiunte ed ogni diversa pattuizione è nulla. e anche quando le modificazioni sono state autorizzate, l'appaltatore, se il prezzo dell'intera opera è stato determinato globalmente, non ha diritto a compenso per le variazioni o per le aggiunte, salvo diversa pattuizione.
A norma del codice civile, se per l'esecuzione dell'opera a regola d'arte è necessario apportare variazioni al progetto: se le variazioni sono di notevole entità, il committente può chiedere la rescissione del contratto di appalto per eccessiva onerosità e non è tenuto a corrispondere nessun indennizzo. se le variazioni sono di notevole entità, il committente può chiedere l'annullamento del contratto di appalto e non è tenuto a corrispondere nessun indennizzo. se le variazioni sono di notevole entità, il committente può recedere dal contratto di appalto ed è tenuto a corrispondere un equo indennizzo. se le variazioni sono di notevole entità, il contratto di appalto è risolto di diritto.
A norma del codice civile, quando è appaltata la realizzazione di un'opera, se per la sua esecuzione a regola d'arte è necessario apportare variazioni al progetto e le parti non si accordano: spetta al presidente dell'ordine degli ingegneri del luogo in cui è stato concluso il contratto di appalto di determinare le variazioni da introdurre e le correlative variazioni del prezzo. spetta al giudice di determinare le variazioni da introdurre e le correlative variazioni del prezzo. spetta al presidente della camera di commercio del luogo in cui è stato concluso il contratto di appalto di determinare le variazioni da introdurre e le correlative variazioni del prezzo. il contratto di appalto si risolve di diritto.
A norma del codice civile, se per l'esecuzione dell'opera a regola d'arte è necessario apportare variazioni al progetto: se l'importo delle variazioni supera il sesto del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore può chiedere la rescissione del contratto per eccessiva onerosità, ma non può ottenere nessuna indennità. se l'importo delle variazioni supera il quarto del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore può domandare la risoluzione del contratto, ma non può ottenere nessuna indennità. se l'importo delle variazioni supera il sesto del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore può recedere dal contratto e può ottenere, secondo le circostanze, un'equa indennità. se l'importo delle variazioni supera il sesto del prezzo complessivo convenuto il contratto è risolto di diritto.
A norma del codice civile, stipulato un contratto di appalto, nel caso in cui il committente abbia apportato al progetto variazioni di ammontare non superiore al sesto del prezzo convenuto e che non importino notevoli modificazioni della natura dell'opera o dei quantitativi nelle singole categorie di lavori previste nel contratto per l'esecuzione dell'opera medesima, l'appaltatore: ha diritto al compenso per i maggiori lavori eseguiti, anche se il prezzo dell'opera era stato determinato globalmente. ha diritto di recedere dal contratto. non ha diritto ad alcun compenso per i maggiori lavori eseguiti. ha diritto al compenso per i maggiori lavori eseguiti solo se il prezzo dell'opera non era stato determinato globalmente.
A norma del codice civile, quando, nel corso dell'opera, si accerta che la sua esecuzione non procede secondo le condizioni stabilite dal contratto di appalto e a regola d'arte, il committente: può domandare la rescissione del contratto di appalto. può fissare un congruo termine entro il quale l'appaltatore si deve conformare a tali condizioni. può recedere dal contratto di appalto. può domandare l'annullamento del contratto di appalto.
A norma del codice civile, quando, nel corso dell'opera, si accerta che la sua esecuzione non procede secondo le condizioni stabilite dal contratto di appalto e a regola d'arte, il committente può fissare un congruo termine entro il quale l'appaltatore si deve conformare a tali condizioni e, trascorso inutilmente il termine stabilito: il contratto è annullabile. il committente può recedere dal contratto, ma non ha diritto al risarcimento del danno. il contratto è risolto, ma il committente non ha diritto al risarcimento del danno. il contratto è risolto, salvo il diritto del committente al risarcimento del danno.
A norma del codice civile, l'appaltatore: è tenuto a dare pronto avviso al committente dei difetti della materia da questo fornita, se si scoprono nel corso dell'opera e possono comprometterne la regolare esecuzione. non è tenuto a dare pronto avviso al committente dei difetti della materia da questo fornita, se si scoprono nel corso dell'opera, anche se possono comprometterne la regolare esecuzione. è tenuto a dare pronto avviso al committente dei difetti della materia che non sia stata da questo fornita, se si scoprono nel corso dell'opera, anche se non possono comprometterne la regolare esecuzione. non è tenuto a dare pronto avviso al committente dei difetti della materia da questo fornita, se si scoprono nel corso dell'opera, esclusivamente qualora ciò sia stato espressamente convenuto, ed anche se i difetti non possono comprometterne la regolare esecuzione.
A norma del codice civile, stipulato un contratto di appalto, qualora per effetto di circostanze imprevedibili si siano verificati aumenti o diminuzioni nel costo della mano d'opera tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto: l'appaltatore o il committente possono, a loro scelta, chiedere una revisione del prezzo per ogni differenza rispetto al prezzo convenuto, ovvero possono domandare la rescissione del contratto. l'appaltatore o il committente possono chiedere una revisione del prezzo e la revisione può essere accordata per qualunque differenza rispetto al prezzo convenuto. l'appaltatore o il committente possono chiedere una revisione del prezzo e la revisione può essere accordata solo per quella differenza che eccede il decimo. l'appaltatore o il committente possono, a loro scelta, chiedere una revisione del prezzo per ogni differenza rispetto al prezzo convenuto, ovvero possono chiedere l'annullamento del contratto.
A norma del codice civile, stipulato un contratto di appalto, qualora per effetto di circostanze imprevedibili si siano verificati aumenti o diminuzioni nel costo dei materiali: se essi sono tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore o il committente possono chiedere una revisione del prezzo. se essi sono tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore o il committente possono chiedere l'annullamento del contratto. se essi sono tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore o il committente possono chiedere la risoluzione del contratto. se essi sono tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore o il committente possono chiedere la rescissione del contratto.
A norma del codice civile, stipulato un contratto di appalto, qualora per effetto di circostanze imprevedibili si siano verificati aumenti o diminuzioni nel costo della mano d'opera: se essi sono tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore o il committente possono chiedere una revisione del prezzo. se essi sono tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore o il committente possono chiedere l'annullamento del contratto. se essi sono tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore o il committente possono chiedere la risoluzione del contratto. se essi sono tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto, l'appaltatore o il committente possono chiedere la rescissione del contratto.
A norma del codice civile, stipulato un contratto di appalto, qualora per effetto di circostanze imprevedibili si siano verificati aumenti o diminuzioni nel costo dei materiali tali da determinare un aumento o una diminuzione superiori al decimo del prezzo complessivo convenuto: l'appaltatore o il committente possono chiedere una revisione del prezzo e la revisione può essere accordata per qualunque differenza rispetto al prezzo convenuto. l'appaltatore o il committente non possono chiedere una revisione del prezzo, ma possono domandare solo la risoluzione del contratto. l'appaltatore o il committente possono chiedere una revisione del prezzo e la revisione può essere accordata solo per quella differenza che eccede il decimo. l'appaltatore o il committente possono, a loro scelta, chiedere una revisione del prezzo per ogni differenza rispetto al prezzo convenuto, ovvero possono domandare la rescissione del contratto.
A norma del codice civile, qualora venga dato in appalto il compimento di un opera, l'opera si considera accettata: se, nonostante l'invito fattogli dall'appaltatore, il committente tralascia di procedere alla verifica senza giusti motivi, ovvero non ne comunica il risultato entro un breve termine. se, nonostante l'invito fattogli dall'appaltatore, il committente tralascia di procedere alla verifica in presenza di giusti motivi. se l'appaltatore non l'abbia invitato a procedere alla verifica ed il committente abbia tralasciato di procedervi, in presenza di giusti motivi. se, a seguito dell'invito fattogli dall'appaltatore, il committente procede alla verifica e gli comunica il risultato entro un breve termine, rifiutando di accettarla.
A norma del codice civile, qualora venga dato in appalto il compimento di un opera, la verifica dell'opera da parte del committente: deve essere fatta appena l'appaltatore lo mette in condizione di poterla eseguire. deve essere fatta entro sei mesi dall'accettazione dell'opera. deve essere fatta entro sei mesi dalla consegna dell'opera. deve essere fatta quando il committente lo ritiene opportuno.
A norma del codice civile, salvo diversa pattuizione o uso contrario, l'appaltatore ha diritto al pagamento del corrispettivo: quando l'opera è accettata dal committente. quando è stata comunicata al committente l'ultimazione dell'opera. quando l'opera è consegnata al committente, anche se da lui non accettata. quando l'opera è stata ultimata.
A norma del codice civile, nell'appalto, se il committente riceve senza riserve la consegna dell'opera, quest'ultima si considera accettata? No. Sì, ancorché non si sia proceduto alla verifica. Sì, sempre che si sia proceduto alla verifica. No, tranne che non citi in giudizio l'appaltatore entro otto giorni dalla verifica.
A norma del codice civile, nell'appalto, il committente prima della consegna ha diritto di verificare l'opera compiuta? Sì, ma solo se ciò è stato convenuto espressamente. Sì, ma solo entro otto giorni dal compimento dell'opera. Sì. Sì, ma solo entro otto giorni dalla ricezione della comunicazione del compimento dell'opera.
A norma del codice civile, nel contratto di appalto, se si tratta di opera da eseguire per partite, l'appaltatore può domandare il pagamento in proporzione dell'opera eseguita: e il pagamento non fa presumere l'accettazione della parte di opera pagata, salvo che si tratti del versamento di acconti. e il pagamento fa presumere l'accettazione della parte di opera pagata soltanto se ciò sia stato espressamente convenuto, salvo che si tratti del versamento di semplici acconti. e il pagamento fa presumere l'accettazione della parte di opera pagata, ma non produce questo effetto il versamento di semplici acconti. e il pagamento ovvero il versamento di semplici acconti fanno presumere l'accettazione dell'opera.
A norma del codice civile, nel contratto di appalto, se si tratta di opera da eseguire per partite: ciascuno dei contraenti può chiedere che la verifica avvenga per singole partite e in tal caso l'appaltatore può domandare il pagamento in proporzione dell'opera eseguita. soltanto l'appaltatore può chiedere che la verifica avvenga per singole partite e in tal caso egli può domandare il pagamento in proporzione dell'opera eseguita. ciascuno dei contraenti può chiedere che la verifica avvenga per singole partite e neppure in tal caso l'appaltatore può domandare il pagamento in proporzione dell'opera eseguita. soltanto il committente può chiedere che la verifica avvenga per singole partite e l'appaltatore non può domandare il pagamento in proporzione dell'opera eseguita.
A norma del codice civile, l'appaltatore è tenuto alla garanzia per le difformità dell'opera: e la garanzia non è dovuta se il committente ha accettato l'opera, anche se le difformità non erano da lui riconoscibili, essendo irrilevante che siano state o meno taciute dall'appaltatore. e la garanzia non è dovuta se il committente ha accettato l'opera e le difformità erano da lui conosciute o erano riconoscibili, e, in questo caso, anche se siano state in mala fede taciute dall'appaltatore. e la garanzia non è dovuta se il committente ha accettato l'opera e le difformità erano da lui conosciute o erano riconoscibili, purché, in questo caso, non siano state in mala fede taciute dall'appaltatore. e la garanzia è dovuta anche se il committente ha accettato l'opera e le difformità erano da lui conosciute o erano riconoscibili e, in questo caso, sono state in buona fede taciute dall'appaltatore.
A norma del codice civile, l'appaltatore non è tenuto alla garanzia per i vizi dell'opera: anche se il committente non ha accettato l'opera ed i vizi non erano da lui conosciuti o riconoscibili. se il committente ha accettato l'opera ed i vizi erano da lui conosciuti o erano riconoscibili, e, in questo caso, anche se siano stati in mala fede taciuti dall'appaltatore. se il committente ha accettato l'opera, anche se i vizi non erano da lui riconoscibili, essendo irrilevante che siano stati o meno taciuti dall'appaltatore. se il committente ha accettato l'opera ed i vizi erano da lui conosciuti o erano riconoscibili, purché, in questo caso, non siano stati in mala fede taciuti dall'appaltatore.
A norma del codice civile, l'appaltatore è tenuto alla garanzia per le difformità ed i vizi dell'opera, il committente deve, a pena di decadenza, denunziare all'appaltatore le difformità o i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta, ma la denunzia non è necessaria: se l'appaltatore non ha riconosciuto le difformità o i vizi. se l'appaltatore ha riconosciuto le difformità o i vizi o se li ha occultati. se l'appaltatore ha riconosciuto le difformità o i vizi, ma è invece necessaria se li ha occultati. se l'appaltatore ha occultato le difformità o i vizi, ma è invece necessaria anche se li ha riconosciuti.
A norma del codice civile, l'appaltatore è tenuto alla garanzia per le difformità ed i vizi dell'opera ed il committente deve, a pena di decadenza: denunziare all'appaltatore le difformità entro trenta giorni dall'accettazione dell'opera ed i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta. denunziare all'appaltatore le difformità o i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta. denunziare all'appaltatore le difformità entro trenta giorni dalla consegna dell'opera ed i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta. denunziare all'appaltatore le difformità o i vizi entro trenta giorni dalla consegna dell'opera.
A norma del codice civile, l'appaltatore è tenuto alla garanzia per le difformità ed i vizi dell'opera, il committente deve, a pena di decadenza, denunziare all'appaltatore le difformità o i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta, e la relativa azione contro l'appaltatore si prescrive: in un anno dal giorno della consegna dell'opera. rispettivamente in uno o due anni dal giorno della consegna dell'opera, secondo che si faccia valere la garanzia per le difformità ovvero per i vizi dell'opera. rispettivamente in uno o due anni dal giorno della consegna dell'opera, secondo che le difformità e i vizi siano o meno facilmente riconoscibili. in due anni dal giorno della consegna dell'opera.
A norma del codice civile, l'azione di garanzia contro l'appaltatore per le difformità ed i vizi dell'opera si prescrive in due anni dal giorno della consegna dell'opera, ed il committente convenuto per il pagamento: può sempre far valere la garanzia, purché le difformità o i vizi siano stati denunziati entro sessanta giorni dalla scoperta e prima che siano decorsi i due anni dalla consegna. può sempre far valere la garanzia, anche se le difformità o i vizi non siano stati denunziati entro sessanta giorni dalla scoperta, purché non siano decorsi i due anni dalla consegna. può sempre far valere la garanzia, anche se le difformità o i vizi non siano stati denunziati entro trenta giorni dalla scoperta, purché non siano decorsi tre anni dalla consegna. può sempre far valere la garanzia, anche se le difformità o i vizi non siano stati denunziati entro sessanta giorni dalla scoperta e se siano decorsi più di due anni dalla consegna.
A norma del codice civile, l'appaltatore: è tenuto alla garanzia per le difformità dell'opera, ma non per i vizi della medesima. è tenuto alla garanzia per le difformità e i vizi dell'opera. è tenuto alla garanzia per i vizi dell'opera, ma non per le difformità della medesima. è tenuto alla garanzia per le difformità e i vizi dell'opera esclusivamente qualora le parti l'abbiano espressamente pattuita.
A norma del codice civile, al committente spetta la garanzia per i difetti dell'opera e, tra l'altro: egli può chiedere esclusivamente che il prezzo sia proporzionalmente diminuito, ma non può chiedere che le difformità siano eliminate a spese dell'appaltatore, salvo il risarcimento del danno nel caso di colpa dell'appaltatore. egli può chiedere esclusivamente che le difformità siano eliminate a spese dell'appaltatore, ma non può chiedere che il prezzo sia proporzionalmente diminuito, salvo il risarcimento del danno nel caso di colpa dell'appaltatore. egli può chiedere che le difformità siano eliminate a spese dell'appaltatore, oppure che il prezzo sia proporzionalmente diminuito, salvo il risarcimento del danno nel caso di colpa dell'appaltatore. egli può chiedere cumulativamente che le difformità siano eliminate a spese dell'appaltatore, che il prezzo sia proporzionalmente diminuito e che l'appaltatore sia condannato al pagamento di un'indennità in misura pari ad un decimo del valore dell'opera.
A norma del codice civile, al committente spetta la garanzia per i difetti dell'opera e, tra l'altro: egli può chiedere esclusivamente che i vizi siano eliminati a spese dell'appaltatore, ma non può chiedere che il prezzo sia proporzionalmente diminuito, salvo il risarcimento del danno nel caso di colpa dell'appaltatore. egli può chiedere esclusivamente che il prezzo sia proporzionalmente diminuito, ma non può chiedere che i vizi siano eliminati a spese dell'appaltatore, salvo il risarcimento del danno nel caso di colpa dell'appaltatore. egli può chiedere cumulativamente che i vizi siano eliminati a spese dell'appaltatore, che il prezzo sia proporzionalmente diminuito e che l'appaltatore sia condannato al pagamento di un'indennità in misura pari ad un decimo del valore dell'opera. egli può chiedere che i vizi siano eliminati a spese dell'appaltatore, oppure che il prezzo sia proporzionalmente diminuito, salvo il risarcimento del danno nel caso di colpa dell'appaltatore.
A norma del codice civile, al committente spetta la garanzia per i difetti dell'opera e, tra l'altro, egli può chiedere che le difformità siano eliminate a spese dell'appaltatore, oppure che il prezzo sia proporzionalmente diminuito,: se però le difformità dell'opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere la rescissione del contratto. se però le difformità dell'opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere l'annullamento del contratto. se però le difformità dell'opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere la risoluzione del contratto. se però le difformità dell'opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere l'accertamento della nullità del contratto.
A norma del codice civile, al committente spetta la garanzia per i difetti dell'opera e, tra l'altro, egli può chiedere che i vizi siano eliminati a spese dell'appaltatore, oppure che il prezzo sia proporzionalmente diminuito,: se però i vizi dell'opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere la risoluzione del contratto. se però i vizi dell'opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere l'annullamento del contratto. se però i vizi dell'opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere la rescissione del contratto. se però i vizi dell'opera sono tali da renderla del tutto inadatta alla sua destinazione, il committente può chiedere l'accertamento della nullità del contratto.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata, se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto della costruzione o vizio del suolo, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta: e il diritto del committente si prescrive in un anno dalla denunzia. e il diritto del committente si prescrive in tre anni dalla denunzia. e il diritto del committente è imprescrittibile. e il diritto del committente si prescrive in cinque anni dalla denunzia.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata: se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, rovina in parte, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, rovina in parte, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, anche se non sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, rovina in parte, l'appaltatore è responsabile esclusivamente nei confronti del committente, ma non nei confronti dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, rovina in parte, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro sei mesi dalla scoperta.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata: se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, rovina in tutto, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, rovina in tutto, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, anche se non sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, rovina in tutto, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro sei mesi dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, rovina in tutto, l'appaltatore è responsabile esclusivamente nei confronti del committente, ma non nei confronti dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata: se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, rovina in parte, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, rovina in parte, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, anche se non sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, rovina in parte, l'appaltatore è responsabile esclusivamente nei confronti del committente, ma non nei confronti dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, rovina in parte, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro sei mesi dalla scoperta.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata: se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, presenta evidente pericolo di rovina, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, presenta evidente pericolo di rovina, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro sei mesi dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, presenta evidente pericolo di rovina, l'appaltatore è responsabile esclusivamente nei confronti del committente, ma non nei confronti dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, presenta evidente pericolo di rovina, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, anche se non sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata: se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, presenta evidente pericolo di rovina, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro sei mesi dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, presenta evidente pericolo di rovina, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, anche se non sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, presenta evidente pericolo di rovina, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, presenta evidente pericolo di rovina, l'appaltatore è responsabile esclusivamente nei confronti del committente, ma non nei confronti dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata: se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro sei mesi dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, anche se non sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile esclusivamente nei confronti del committente, ma non nei confronti dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata: se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, rovina in tutto, l'appaltatore è responsabile esclusivamente nei confronti del committente, ma non nei confronti dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, rovina in tutto, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro sei mesi dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, rovina in tutto, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto di costruzione, rovina in tutto, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, anche se non sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta.
A norma del codice civile, qualora sia appaltata la realizzazione di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata: se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, anche se non sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile esclusivamente nei confronti del committente, ma non nei confronti dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. se, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per vizio del suolo, presenta gravi difetti, l'appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro sei mesi dalla scoperta.
A norma del codice civile, qualora l'appaltatore abbia realizzato un edificio e, nel corso di dieci anni dal compimento, l'opera, per difetto della costruzione o vizio del suolo, presenti gravi difetti, è responsabile nei confronti del committente, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta: e l'appaltatore non può agire in regresso nei confronti dei subappaltatori. e l'appaltatore, per agire in regresso nei confronti dei subappaltatori, non è tenuto a comunicare ad essi la denunzia entro sessanta giorni dal ricevimento. e l'appaltatore, per agire in regresso nei confronti dei subappaltatori, deve, sotto pena di decadenza, comunicare ad essi la denunzia entro trenta giorni dal ricevimento, soltanto qualora ciò sia stato espressamente pattuito. e l'appaltatore, per agire in regresso nei confronti dei subappaltatori, deve, sotto pena di decadenza, comunicare ad essi la denunzia entro sessanta giorni dal ricevimento.
A norma del codice civile, concluso un contratto di appalto, il committente: può recedere dal contratto, anche se è stata iniziata la prestazione del servizio, purché tenga indenne l'appaltatore delle spese sostenute e del mancato guadagno. può recedere dal contratto, anche se è stata iniziata la prestazione del servizio, purché tenga indenne l'appaltatore delle spese sostenute, ma non è tenuto a tenerlo indenne del mancato guadagno. può recedere dal contratto entro trenta giorni dall'inizio della prestazione del servizio e non è obbligato a tenere indenne l'appaltatore delle spese sostenute e del mancato guadagno. può recedere dal contratto esclusivamente sino a quando non è stata iniziata la prestazione del servizio.
A norma del codice civile, concluso un contratto di appalto, il committente: può recedere dal contratto esclusivamente sino a quando non è stata iniziata l'esecuzione dell'opera. può recedere dal contratto, anche se è stata iniziata l'esecuzione dell'opera, purché tenga indenne l'appaltatore delle spese sostenute e dei lavori eseguiti, ma non è tenuto a tenerlo indenne del mancato guadagno. può recedere dal contratto entro trenta giorni dall'inizio dell'esecuzione dell'opera e non è obbligato a tenere indenne l'appaltatore delle spese sostenute, dei lavori eseguiti e del mancato guadagno. può recedere dal contratto, anche se è stata iniziata l'esecuzione dell'opera, purché tenga indenne l'appaltatore delle spese sostenute, dei lavori eseguiti e del mancato guadagno.
A norma del codice civile, se il contratto di appalto si scioglie perché l'esecuzione dell'opera è divenuta impossibile in conseguenza di una causa non imputabile ad alcuna delle parti: il committente deve pagare la parte dell'opera già compiuta, nei limiti in cui è per lui utile, in proporzione del prezzo pattuito per l'opera intera. il committente deve pagare esclusivamente un'indennità pari ad un ventesimo del prezzo pattuito. il committente deve pagare la parte dell'opera già compiuta, per l'intero, senza tenere conto dei limiti in cui è per lui utile, in proporzione del prezzo pattuito per l'opera intera. il committente deve corrispondere all'appaltatore esclusivamente il valore dei materiali impiegati.
A norma del codice civile, se, per causa non imputabile ad alcuna delle parti, l'opera perisce prima che il committente sia in mora a verificarla, il perimento: è a carico del committente, anche qualora l'appaltatore abbia fornito la materia. è a carico del committente e dell'appaltatore in parti eguali, anche qualora l'appaltatore abbia fornito la materia. è a carico dell'appaltatore, qualora questi abbia fornito la materia. è sempre a carico dell'appaltatore, anche qualora questi non abbia fornito la materia.
A norma del codice civile, se, per causa non imputabile ad alcuna delle parti, l'opera si deteriora prima che sia accettata dal committente: è a carico dell'appaltatore, anche se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente. se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente, il deterioramento dell'opera è a suo carico per quanto riguarda la materia da lui fornita, e per il resto è a carico dell'appaltatore. è a carico dell'appaltatore, anche se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente, sempre che il committente abbia comunicato all'appaltatore l'avvenuto deterioramento entro sessanta giorni. se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente, il deterioramento dell'opera è sempre a suo esclusivo carico e l'appaltatore è immune da responsabilità.
A norma del codice civile, se, per causa non imputabile ad alcuna delle parti, l'opera perisce prima che sia accettata dal committente, il perimento: è sempre a carico dell'appaltatore, anche qualora questi non abbia fornito la materia. è a carico dell'appaltatore, qualora questi abbia fornito la materia. è a carico del committente, anche qualora l'appaltatore abbia fornito la materia. è a carico del committente e dell'appaltatore in parti eguali, anche qualora l'appaltatore abbia fornito la materia.
A norma del codice civile, se, per causa non imputabile ad alcuna delle parti, l'opera è deteriorata prima che il committente sia in mora a verificarla, il deterioramento: è a carico del committente, anche qualora l'appaltatore abbia fornito la materia. è a carico del committente e dell'appaltatore in parti eguali, anche qualora l'appaltatore abbia fornito la materia. è a carico dell'appaltatore, qualora questi abbia fornito la materia. è sempre a carico dell'appaltatore, anche qualora questi non abbia fornito la materia.
A norma del codice civile, se, per causa non imputabile ad alcuna delle parti, l'opera perisce prima che sia accettata dal committente: è a carico dell'appaltatore, anche se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente, sempre che il committente abbia comunicato all'appaltatore l'avvenuto perimento entro sessanta giorni. se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente, il perimento dell'opera è a suo carico per quanto riguarda la materia da lui fornita, e per il resto è a carico dell'appaltatore. se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente, il perimento dell'opera è sempre a suo esclusivo carico e l'appaltatore è immune da responsabilità. è a carico dell'appaltatore, anche se la materia è stata fornita in tutto o in parte dal committente.
A norma del codice civile, se, per causa non imputabile ad alcuna delle parti, l'opera è deteriorata prima che sia accettata dal committente, il deterioramento: è a carico del committente e dell'appaltatore in parti eguali, anche qualora l'appaltatore abbia fornito la materia. è a carico dell'appaltatore, qualora questi abbia fornito la materia. è a carico del committente, anche qualora l'appaltatore abbia fornito la materia. è sempre a carico dell'appaltatore, anche qualora questi non abbia fornito la materia.
La morte dell'appaltatore è causa di scioglimento del contratto di appalto? No, ma il committente può chiedere la risoluzione del contratto. No, salvo che la considerazione della persona dell'appaltatore sia stata motivo determinante del contratto. Sì. No, ma il committente può chiedere la rescissione del contratto.
A norma del codice civile, il contratto di appalto non si scioglie per la morte dell'appaltatore, salvo che la considerazione della sua persona sia stata motivo determinante per la conclusione del contratto: e il committente non può recedere dal contratto neppure se gli eredi dell'appaltatore non danno affidamento per la buona esecuzione dell'opera. ma il committente può sempre domandare la rescissione del contratto. ma il committente può sempre recedere dal contratto, se gli eredi dell'appaltatore non danno affidamento per la buona esecuzione dell'opera. ma il committente può sempre chiedere che sia dichiarata la nullità sopravvenuta del contratto.
A norma del codice civile, nel caso di scioglimento del contratto di appalto per morte dell'appaltatore: il committente ha diritto di domandare la consegna, verso una congrua indennità, dei materiali preparati e dei piani in via di esecuzione, salve le norme che proteggono le opere dell'ingegno. il committente non ha diritto di domandare la consegna dei materiali preparati e dei piani in via di esecuzione. il committente ha diritto di domandare la consegna, verso una congrua indennità, dei materiali preparati, ma non quella dei piani in via di esecuzione. il committente ha diritto di domandare la consegna dei materiali preparati e dei piani in via di esecuzione, salve le norme che proteggono le opere dell'ingegno, senza che sia tenuto a corrispondere alcuna indennità.
A norma del codice civile, nel caso di scioglimento del contratto di appalto per morte dell'appaltatore: il committente è tenuto a pagare agli eredi il valore delle opere eseguite in ragione del prezzo pattuito, ma non è tenuto in nessun caso a rimborsare le spese sostenute per l'esecuzione del rimanente. il committente è tenuto a pagare agli eredi il valore delle opere eseguite in ragione della metà del prezzo pattuito, e a rimborsare le spese sostenute per l'esecuzione del rimanente, anche oltre i limiti in cui le opere eseguite e le spese sostenute gli sono utili. il committente è tenuto a pagare agli eredi il valore delle opere eseguite in ragione del prezzo pattuito, e a rimborsare le spese sostenute per l'esecuzione del rimanente, ma solo nei limiti in cui le opere eseguite e le spese sostenute gli sono utili. il committente è tenuto a pagare agli eredi un indennità pari ad un cinquantesimo del prezzo pattuito, ma non è tenuto in nessun caso a rimborsare le spese sostenute per l'esecuzione del rimanente.
A norma del codice civile, coloro che, alle dipendenze dell'appaltatore, hanno dato la loro attività per prestare il servizio: in nessun caso possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto. possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore al tempo del sorgere del credito e sempre che abbiano svolto la loro attività alle dipendenze dell'appaltatore, in virtù di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore nel tempo in cui essi propongono la domanda. possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, entro il limite del corrispettivo globale pattuito per la prestazione del servizio.
A norma del codice civile, coloro che, alle dipendenze dell'appaltatore, hanno dato la loro attività per eseguire l'opera: in nessun caso possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto. possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, senza alcun limite. possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore nel tempo in cui essi propongono la domanda. possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto è loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso l'appaltatore al tempo del sorgere del credito e sempre che abbiano svolto la loro attività alle dipendenze dell'appaltatore, in virtù di un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Ove un soggetto si obblighi, verso corrispettivo, a trasferire persone o cose da un luogo ad un altro, si ha un contratto di: appalto. trasporto. permuta. mandato.
A norma del codice civile, coloro che per concessione amministrativa esercitano servizi di linea per il trasporto di persone: sono obbligati ad accettare le richieste di trasporto che siano compatibili con i mezzi ordinari dell'impresa, secondo le condizioni generali stabilite o autorizzate nell'atto di concessione e rese note al pubblico. sono obbligati ad accettare le richieste di trasporto che siano compatibili con i mezzi straordinari dell'impresa. sono obbligati ad accettare tutte le richieste di trasporto, anche qualora esse non siano compatibili con i mezzi ordinari dell'impresa. non sono obbligati ad accettare le richieste di trasporto e possono discrezionalmente determinarsi sull'accettazione o meno della richiesta.
A norma del codice civile, coloro che per concessione amministrativa esercitano servizi di linea per il trasporto di cose: sono obbligati ad accettare tutte le richieste di trasporto, anche qualora esse non siano compatibili con i mezzi ordinari dell'impresa. sono obbligati ad accettare le richieste di trasporto che siano compatibili con i mezzi straordinari dell'impresa. sono obbligati ad accettare le richieste di trasporto che siano compatibili con i mezzi ordinari dell'impresa, secondo le condizioni generali stabilite o autorizzate nell'atto di concessione e rese note al pubblico. non sono obbligati ad accettare le richieste di trasporto e possono discrezionalmente determinarsi sull'accettazione o meno della richiesta.
A norma del codice civile, le clausole che limitano la responsabilità del vettore per i sinistri che colpiscono il viaggiatore: sono nulle. sono annullabili. sono valide. sono valide, ma si considerano vessatorie.
A norma del codice civile, e salve le disposizioni di leggi speciali, il vettore: risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio, se non prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio e non è ammessa la prova liberatoria. non risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio. risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio, esclusivamente qualora da essi sia derivata un'inabilità permanente del viaggiatore e non è ammessa la prova liberatoria.
A norma del codice civile, e salve le disposizioni di leggi speciali, il vettore: risponde della perdita delle cose che il viaggiatore porta con sé e non è ammessa la prova liberatoria. risponde della perdita delle cose che il viaggiatore porta con sé, esclusivamente qualora si tratti di cosa di valore non superiore a duecentocinquanta euro e non è ammessa la prova liberatoria. non risponde della perdita delle cose che il viaggiatore porta con sé. risponde della perdita delle cose che il viaggiatore porta con sé, se non prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.
A norma del codice civile, e salve le disposizioni di leggi speciali, il vettore: risponde dell'avaria delle cose che il viaggiatore porta con sé, esclusivamente qualora si tratti di cosa di valore non superiore a duecentocinquanta euro e non è ammessa la prova liberatoria. risponde dell'avaria delle cose che il viaggiatore porta con sé e non è ammessa la prova liberatoria. non risponde dell'avaria delle cose che il viaggiatore porta con sé. risponde dell'avaria delle cose che il viaggiatore porta con sé, se non prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.
Ove nel contratto di trasporto di persone siano contemplate prestazioni di più vettori, ognuno di questi è responsabile per i danni, diversi da quelli scaturenti dal ritardo o dall'interruzione del viaggio, verificatisi: nell'ambito del proprio percorso. nell'ambito dell'intero percorso. nell'ambito del proprio percorso e di quello che lo precede. nell'ambito del proprio percorso e di quello che lo segue.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, il mittente deve indicare con esattezza al vettore: il nome del destinatario e il luogo di destinazione, la natura, il peso, la quantità e il numero delle cose da trasportare e gli altri estremi necessari per eseguire il trasporto. esclusivamente il nome del destinatario. esclusivamente il nome del destinatario e il luogo di destinazione. esclusivamente il nome del destinatario e il numero delle cose da trasportare.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, se per l'esecuzione del trasporto occorrono particolari documenti: il mittente deve rimetterli al vettore all'atto in cui consegna le cose da trasportare e sono a carico del mittente i danni che derivano dall'omissione o dall'inesattezza delle indicazioni o dalla mancata consegna o irregolarità dei documenti. il mittente deve rimetterli al destinatario e sono comunque a carico del vettore i danni che derivano dall'omissione o dall'inesattezza delle indicazioni o dalla mancata consegna o irregolarità dei documenti. il mittente deve rimetterli al vettore all'atto in cui stipula il contratto e sono comunque a carico del vettore i danni che derivano dall'omissione o dall'inesattezza delle indicazioni o dalla mancata consegna o irregolarità dei documenti. il mittente deve rimetterli al vettore all'atto in cui stipula il contratto e sono comunque a carico del destinatario i danni che derivano dall'omissione o dall'inesattezza delle indicazioni o dalla mancata consegna o irregolarità dei documenti.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, su richiesta del vettore, il mittente deve rilasciare una lettera di vettura con la propria sottoscrizione, contenente le indicazioni prescritte dal codice e le condizioni convenute per il trasporto: e, su richiesta del mittente, il vettore deve rilasciare un duplicato della lettera di vettura con la propria sottoscrizione e il duplicato della lettera di vettura può essere rilasciato con la clausola «all'ordine». e, su richiesta del mittente, il vettore può rilasciare un duplicato della lettera di vettura con la propria sottoscrizione, soltanto qualora lo ritenga, ma il duplicato della lettera di vettura non può essere rilasciato con la clausola «all'ordine». e, su richiesta del mittente, il vettore deve rilasciare un duplicato della lettera di vettura con la propria sottoscrizione, ma il duplicato della lettera di vettura non può essere rilasciato con la clausola «all'ordine». e il vettore è obbligato a rilasciare un duplicato della lettera di vettura con la propria sottoscrizione, anche qualora il mittente non la richieda e, in ogni caso, il duplicato della lettera di vettura non può essere rilasciato con la clausola «all'ordine».
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, il mittente: non può in nessun caso sospendere il trasporto e chiedere la restituzione delle cose. può sospendere il trasporto e chiedere la restituzione delle cose, ovvero ordinare la consegna a un destinatario diverso da quello originariamente indicato o anche disporre diversamente, salvo l'obbligo di rimborsare le spese e di risarcire i danni derivanti dal contrordine. non può sospendere il trasporto e chiedere la restituzione delle cose e può, invece, ordinare la consegna a un destinatario diverso da quello originariamente indicato o anche disporre diversamente, salvo l'obbligo di rimborsare le spese, ma non di risarcire i danni derivanti dal contrordine. può sospendere il trasporto e chiedere la restituzione delle cose, salvo l'obbligo di rimborsare le spese, ma non di risarcire i danni derivanti dal contrordine, ma non può ordinare la consegna a un destinatario diverso da quello originariamente indicato o anche disporre diversamente.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, qualora dal vettore sia stato rilasciato al mittente un duplicato della lettera di vettura o una ricevuta di carico e il mittente intenda ordinarne la consegna a un destinatario diverso da quello originariamente indicato: il mittente non può disporre delle cose consegnate per il trasporto, se non esibisce al vettore il duplicato o la ricevuta per farvi annotare le nuove indicazioni; queste devono essere sottoscritte dal vettore. il mittente non può disporre delle cose consegnate per il trasporto, se non restituisce al vettore il duplicato o la ricevuta per farvi annotare le nuove indicazioni; queste non devono essere sottoscritte dal vettore. il mittente non può mai disporre delle cose consegnate per il trasporto, dal momento in cui esse sono state consegnate al vettore. il mittente può disporre delle cose consegnate per il trasporto, anche se non esibisce al vettore il duplicato o la ricevuta.
Nel contratto di trasporto di cose, il mittente può disporre delle cose trasportate? Sì, ma solo fino al momento in cui le cose sono passate a disposizione del destinatario. Sì, ma solo fino al momento in cui le cose sono state consegnate al vettore. Sì, in ogni momento. No, in nessun momento.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, se l'inizio o la continuazione del trasporto sono impediti o soverchiamente ritardati per causa non imputabile al vettore: questi deve chiedere immediatamente istruzioni al mittente, ma non è tenuto a provvedere alla custodia delle cose consegnategli. il contratto è annullabile. questi deve chiedere immediatamente istruzioni al mittente, provvedendo alla custodia delle cose consegnategli. il contratto è nullo.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, se l'inizio o la continuazione del trasporto sono impediti o soverchiamente ritardati per causa non imputabile al vettore, questi deve chiedere immediatamente istruzioni al mittente, provvedendo alla custodia delle cose consegnategli: se le circostanze rendono impossibile la richiesta di istruzioni al mittente o se le istruzioni non sono attuabili, il vettore può, in conformità delle disposizioni del codice civile, depositare le cose, o, se sono soggette a rapido deterioramento, può farle vendere, e deve informare prontamente il mittente del deposito o della vendita. se le circostanze rendono impossibile la richiesta di istruzioni al mittente o se le istruzioni non sono attuabili, il contratto è nullo ed il vettore non è tenuto alla custodia delle cose. se le circostanze rendono impossibile la richiesta di istruzioni al mittente o se le istruzioni non sono attuabili, il contratto è annullabile e il vettore può vendere le cose, anche se non sono soggette a rapido deterioramento, senza essere tenuto ad informare prontamente il mittente della vendita. se le circostanze rendono impossibile la richiesta di istruzioni al mittente o se le istruzioni non sono attuabili, il contratto è rescindibile e il vettore può vendere le cose, anche se non sono soggette a rapido deterioramento, senza essere tenuto ad informare prontamente il mittente della vendita.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, il vettore: deve mettere le cose trasportate a disposizione del destinatario nel luogo, nel termine e con le modalità che egli ritenga più opportune e, se la riconsegna non deve eseguirsi presso il destinatario, il mittente deve dargli prontamente avviso dell'arrivo delle cose trasportate. deve mettere le cose trasportate a disposizione del destinatario nel luogo ove è ubicata una sede secondaria ovvero una filiale dell'impresa di trasporto, dando avviso al mittente dell'arrivo delle cose trasportate. deve mettere le cose trasportate a disposizione del destinatario nel luogo, nel termine e con le modalità indicati dal contratto o, in mancanza, dagli usi e, se la riconsegna non deve eseguirsi presso il destinatario, il vettore deve dargli prontamente avviso dell'arrivo delle cose trasportate. deve mettere le cose trasportate a disposizione del destinatario in un locale di pubblico deposito ubicato nel comune di domicilio del destinatario, dando avviso a questi ed al mittente dell'avvenuto deposito.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, i diritti nascenti dal contratto di trasporto verso il vettore: spettano al destinatario dal momento della stipula del contratto tra mittente e vettore. spettano al destinatario dal momento in cui, arrivate le cose a destinazione o scaduto il termine in cui sarebbero dovute arrivare, il destinatario ne richiede la riconsegna al vettore. spettano al destinatario dal momento in cui il mittente consegna le cose al vettore. spettano al destinatario dal momento in cui il vettore inizia il trasporto delle cose.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose: il destinatario non può esercitare i diritti nascenti dal contratto se non verso pagamento al vettore di una somma pari al valore della cosa e, nel caso in cui siffatto valore sia controverso, il destinatario deve depositare la differenza contestata presso un istituto di credito. il destinatario può esercitare i diritti nascenti dal contratto, indipendentemente dal pagamento al vettore dei crediti derivanti dal trasporto. il destinatario non può esercitare i diritti nascenti dal contratto se non verso pagamento al vettore dei crediti derivanti dal trasporto e, nel caso in cui l'ammontare delle somme dovute sia controverso, il destinatario deve depositare la differenza contestata presso un istituto di credito. il destinatario non può esercitare i diritti nascenti dal contratto se non verso pagamento al vettore dei crediti derivanti dal trasporto e, nel caso in cui l'ammontare delle somme dovute sia controverso, il destinatario deve depositare la differenza contestata presso la cancelleria del giudice di pace del luogo in cui deve essere effettuata la consegna.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, se sorge controversia tra più destinatari o circa il diritto del destinatario alla riconsegna o circa l'esecuzione di questa: il vettore deve restituirle senza ritardo al mittente. il vettore, nell'osservanza delle disposizioni del codice civile, può depositarle ovvero, se sono soggette a rapido deterioramento, può farle vendere in conformità delle disposizione del codice civile per conto dell'avente diritto e deve informare prontamente il mittente del deposito o della vendita. il vettore può venderle, anche se non sono soggette a rapido deterioramento, ma non è tenuto ad informare prontamente il mittente della vendita. il vettore può venderle, anche se non sono soggette a rapido deterioramento e deve informare prontamente il mittente della vendita.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, se il destinatario ritarda a ricevere le cose trasportate: il vettore può venderle, anche se non sono soggette a rapido deterioramento e deve informare prontamente il mittente della vendita. il vettore può venderle, anche se non sono soggette a rapido deterioramento, ma non è tenuto ad informare prontamente il mittente della vendita. il vettore, nell'osservanza delle disposizioni del codice civile, può depositarle ovvero, se sono soggette a rapido deterioramento, può farle vendere in conformità delle disposizioni del codice civile per conto dell'avente diritto e deve informare prontamente il mittente del deposito o della vendita. il vettore deve restituirle senza ritardo al mittente.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, se il vettore ha rilasciato al mittente un duplicato della lettera di vettura all'ordine o la ricevuta di carico all'ordine: i diritti nascenti dal contratto verso il vettore si trasferiscono mediante girata del titolo e, in tal caso il vettore è esonerato dall'obbligo di dare avviso dell'arrivo delle cose trasportate, salvo che sia stato indicato un domiciliatario nel luogo di destinazione, e l'indicazione risulti dal duplicato della lettera di vettura o dalla ricevuta di carico. i diritti nascenti dal contratto verso il vettore si trasferiscono mediante la cessione del contratto e neppure in tal caso il vettore è esonerato dall'obbligo di dare avviso dell'arrivo delle cose trasportate. i diritti nascenti dal contratto verso il vettore sono intrasferibili. i diritti nascenti dal contratto verso il vettore si trasferiscono mediante la cessione del contratto, ma non è richiesto il consenso del vettore e questi, neppure in tal caso, è esonerato dall'obbligo di dare avviso dell'arrivo delle cose trasportate.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, il vettore che esegue la riconsegna al destinatario senza riscuotere i propri crediti o gli assegni da cui è gravata la cosa, o senza esigere il deposito della somma controversa: è responsabile verso il mittente dell'importo degli assegni dovuti al medesimo, ma può rivolgersi a quest'ultimo per il pagamento dei propri crediti. non è responsabile verso il mittente dell'importo degli assegni dovuti al medesimo e, quindi, deve rivolgersi per il pagamento dei propri crediti esclusivamente al mittente. non è responsabile verso il mittente dell'importo degli assegni dovuti al medesimo e, quindi, può rivolgersi a quest'ultimo per il pagamento dei propri crediti. è responsabile verso il mittente dell'importo degli assegni dovuti al medesimo e non può rivolgersi a quest'ultimo per il pagamento dei propri crediti, salva l'azione verso il destinatario.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, salve le disposizioni di leggi speciali, il vettore è responsabile dell'avaria delle cose consegnategli per il trasporto: dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario, ed incombe al mittente ed al destinatario provare che la perdita è dovuta a colpa grave o lieve del vettore. dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario e non è ammessa la prova liberatoria. dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario, ed incombe al mittente ed al destinatario provare che la perdita è dovuta a colpa grave del vettore. dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario, se non prova che l'avaria è derivata da caso fortuito, dalla natura o dai vizi delle cose stesse o del loro imballaggio, o dal fatto del mittente o da quello del destinatario.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, salve le disposizioni di leggi speciali, il vettore è responsabile della perdita delle cose consegnategli per il trasporto: dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario, ed incombe al mittente ed al destinatario provare che la perdita è dovuta a colpa grave o lieve del vettore. dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario e non è ammessa la prova liberatoria. dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario, ed incombe al mittente ed al destinatario provare che la perdita è dovuta a colpa grave del vettore. dal momento in cui le riceve a quello in cui le riconsegna al destinatario, se non prova che la perdita è derivata da caso fortuito, dalla natura o dai vizi delle cose stesse o del loro imballaggio, o dal fatto del mittente o da quello del destinatario.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, il vettore è responsabile della perdita e dell'avaria delle cose consegnategli per il trasporto, se non prova che l'avaria è derivata, tra l'altro, da caso fortuito: e sono valide le clausole che stabiliscono presunzioni di caso fortuito per eventi che eccezionalmente, in relazione ai mezzi e alle condizioni del trasporto, dipendono da caso fortuito, limitatamente all'avaria e non anche alla perdita delle cose. e sono valide le clausole che stabiliscono presunzioni di caso fortuito per eventi che normalmente, in relazione ai mezzi e alle condizioni del trasporto, dipendono da caso fortuito. e in nessun caso sono valide le clausole che stabiliscono presunzioni di caso fortuito per il caso della perdita delle cose, mentre sono valide senza limiti le clausole che stabiliscono presunzioni di caso fortuito in caso di avaria delle cose. e in nessun caso sono valide le clausole che stabiliscono presunzioni di caso fortuito.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, il vettore è responsabile della perdita e dell'avaria delle cose consegnategli per il trasporto, se non prova che l'avaria è derivata, tra l'altro, dalla natura delle cose e, per le cose che, data la loro particolare natura, sono soggette durante il trasporto a diminuzione nel peso o nella misura: il vettore non risponde mai delle diminuzioni, anche se oltrepassano il calo naturale. il vettore risponde solo delle diminuzioni che oltrepassano il calo naturale, a meno che il mittente o il destinatario provi che la diminuzione non è avvenuta in conseguenza della natura delle cose o che per le circostanze del caso non poteva giungere alla misura accertata. il vettore risponde solo delle diminuzioni che oltrepassano il calo naturale, a meno che il mittente o il destinatario provi che la diminuzione è avvenuta per fatto doloso del vettore. il vettore risponde anche delle diminuzioni che non oltrepassano il calo naturale.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, nei casi in cui il vettore è responsabile del danno derivante da avaria delle cose consegnategli per il trasporto, il danno: si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo dove è ubicata la sede principale dell'impresa di trasporto, al tempo della stipula del contratto. si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo e nel tempo della stipula del contratto. si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo del domicilio del mittente, al tempo della stipula del contratto. si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo e nel tempo della riconsegna.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, nei casi in cui il vettore è responsabile del danno derivante da perdita delle cose consegnategli per il trasporto, il danno: si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo e nel tempo della stipula del contratto. si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo del domicilio del mittente, al tempo della stipula del contratto. si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo dove è ubicata la sede principale dell'impresa di trasporto, al tempo della stipula del contratto. si calcola secondo il prezzo corrente delle cose trasportate nel luogo e nel tempo della riconsegna.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, il destinatario: ha diritto di fare accertare a sue spese, prima della riconsegna, l'identità e lo stato delle cose trasportate e, se la perdita o l'avaria esiste, il vettore deve rimborsargli le spese. non ha diritto di fare accertare a sue spese, prima della riconsegna, l'identità e lo stato delle cose trasportate. ha diritto di fare accertare a sue spese, prima della riconsegna, l'identità e lo stato delle cose trasportate e, anche se la perdita o l'avaria esiste, il vettore non deve rimborsargli le spese. ha diritto di fare accertare a sue spese, prima della riconsegna, l'identità e lo stato delle cose trasportate e, anche se la perdita o l'avaria esiste, il vettore ed il mittente, in parti uguali, devono rimborsargli le spese.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, il ricevimento senza riserve delle cose trasportate col pagamento di quanto è dovuto al vettore estingue le azioni derivanti dal contratto: ed impedisce la proposizione di ogni azione nei confronti del vettore. tranne il caso di dolo o colpa grave del vettore e sono salve le azioni per perdita parziale o per avaria non riconoscibili al momento della riconsegna, purché in quest'ultimo caso il danno sia denunziato appena conosciuto e non oltre otto giorni dopo il ricevimento. tranne il caso di dolo o colpa grave del vettore e sono salve le azioni per perdita parziale o per avaria non riconoscibili al momento della riconsegna, purché in quest'ultimo caso il danno sia denunziato entro e non oltre quindici giorni dopo il ricevimento. e sono salve le azioni per perdita parziale o per avaria non riconoscibili al momento della riconsegna, purché in quest'ultimo caso il danno sia denunziato non oltre otto giorni dopo la stipula del contratto di trasporto.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose: il ricevimento senza riserve delle cose trasportate col pagamento di quanto è dovuto al vettore estingue le azioni derivanti dal contratto, soltanto qualora ciò sia espressamente pattuito. il ricevimento senza riserve delle cose trasportate col pagamento di quanto è dovuto al vettore estingue le azioni derivanti dal contratto, tranne il caso di dolo o colpa grave del vettore. il ricevimento senza riserve delle cose trasportate col pagamento di quanto è dovuto al vettore non estingue le azioni derivanti dal contratto. il ricevimento senza riserve delle cose trasportate col pagamento di quanto è dovuto al vettore estingue le azioni derivanti dal contratto, anche in caso di dolo o colpa grave del vettore.
A norma del codice civile, nel trasporto di cose, se il vettore si obbliga di far proseguire le cose trasportate, oltre le proprie linee, per mezzo di vettori successivi, senza farsi rilasciare dal mittente una lettera di vettura diretta fino al luogo di destinazione: si presume che egli assuma, per il trasporto oltre le proprie linee, gli obblighi di uno spedizioniere. assume, per il trasporto oltre le proprie linee, gli stessi obblighi che gravano su di lui per il trasposto nella parte relativa alle proprie linee. egli, per il trasporto oltre le proprie linee, non assume alcun obbligo. si presume che egli assuma, per il trasporto oltre le proprie linee, gli obblighi di un appaltatore.
A norma del codice civile, nei trasporti di cose assunti cumulativamente da più vettori successivi con unico contratto, qualora durante il trasporto le cose subiscano un danno: se risulta che il fatto dannoso è avvenuto nel percorso di uno dei vettori, i vettori sono tenuti al risarcimento in parti uguali. se risulta che il fatto dannoso è avvenuto nel percorso di uno dei vettori, i vettori sono tenuti al risarcimento in parti proporzionali al fatturato di ciascuna delle imprese di trasporto delle quali sono titolari. se risulta che il fatto dannoso è avvenuto nel percorso di uno dei vettori, questi è tenuto al risarcimento integrale. se risulta che il fatto dannoso è avvenuto nel percorso di uno dei vettori, i vettori sono tenuti al risarcimento in parti proporzionali ai percorsi.
A norma del codice civile, nei trasporti di cose che sono assunti cumulativamente da più vettori successivi con unico contratto: i vettori rispondono in solido per l'esecuzione del contratto dal luogo originario di partenza fino al luogo di destinazione e il vettore chiamato a rispondere di un fatto non proprio può agire in regresso contro gli altri vettori, singolarmente o cumulativamente. ciascun vettore risponde nell'ambito del proprio percorso. i vettori rispondono in solido per l'esecuzione del contratto dal luogo originario di partenza fino al luogo di destinazione e il vettore chiamato a rispondere di un fatto non proprio non può agire in regresso contro gli altri vettori, singolarmente o cumulativamente. i vettori rispondono in solido per l'esecuzione del contratto dal luogo originario di partenza fino al luogo di destinazione e il vettore chiamato a rispondere di un fatto non proprio può agire in regresso contro gli altri vettori solo singolarmente entro trenta giorni dal verificarsi del fatto dannoso.
A norma del codice civile, nei trasporti di cose assunti cumulativamente da più vettori successivi con unico contratto, qualora durante il trasporto le cose subiscano un danno e non risulti che il fatto dannoso è avvenuto nel percorso di uno dei vettori: al risarcimento sono tenuti tutti i vettori in parti proporzionali al fatturato di ciascuna delle imprese di trasporto delle quali sono titolari, esclusi i vettori che provino che il danno non è avvenuto nel proprio percorso. al risarcimento sono tenuti tutti i vettori in parti proporzionali ai percorsi, esclusi quei vettori che provino che il danno non è avvenuto nel proprio percorso. al risarcimento sono tenuti tutti i vettori in parti uguali, esclusi quei vettori che provino che il danno non è avvenuto nel proprio percorso. al risarcimento sono tenuti tutti i vettori in parti uguali, e nessuno dei vettori è ammesso a provare che il danno non è avvenuto nel proprio percorso.
A norma del codice civile, nei trasporti di cose che sono assunti cumulativamente da più vettori successivi con unico contratto, i vettori successivi: hanno diritto di far dichiarare, nella lettera di vettura o in atto separato, lo stato delle cose da trasportare al momento in cui viene stipulato il contratto; in mancanza di dichiarazione, il mittente deve dimostrare che le hanno ricevute in buono stato e conformi alla lettera di vettura. non hanno diritto di far dichiarare, nella lettera di vettura o in atto separato, lo stato delle cose da trasportare al momento in cui sono loro consegnate. hanno diritto di far dichiarare, nella lettera di vettura o in atto separato, lo stato delle cose da trasportare al momento in cui sono loro consegnate; in mancanza di dichiarazione, sono esonerati da responsabilità per la perdita o l'avaria delle cose trasportate. hanno diritto di far dichiarare, nella lettera di vettura o in atto separato, lo stato delle cose da trasportare al momento in cui sono loro consegnate; in mancanza di dichiarazione, si presume che le abbiano ricevute in buono stato e conformi alla lettera di vettura.
A norma del codice civile, nei trasporti di cose che sono assunti cumulativamente da più vettori successivi con unico contratto: l'ultimo vettore non rappresenta i vettori precedenti per la riscossione dei rispettivi crediti che nascono dal contratto di trasporto e non è, quindi, responsabile verso i vettori precedenti per le somme loro dovute. l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti per la riscossione dei rispettivi crediti che nascono dal contratto di trasporto e, se egli omette tale riscossione, è responsabile verso i vettori precedenti per le somme loro dovute, salva l'azione contro il destinatario. l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti per la riscossione dei rispettivi crediti che nascono dal contratto di trasporto e, se egli omette tale riscossione, non è comunque responsabile verso i vettori precedenti per le somme loro dovute. l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti per la riscossione dei rispettivi crediti che nascono dal contratto di trasporto e, se egli omette tale riscossione, è responsabile verso i vettori precedenti per le somme loro dovute e non è fatta salva l'azione contro il destinatario.
A norma del codice civile, nei trasporti di cose che sono assunti cumulativamente da più vettori successivi con unico contratto: l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti per l'esercizio del privilegio sulle cose trasportate e, se egli omette l'esercizio del privilegio, è responsabile verso i vettori precedenti per le somme loro dovute, salva l'azione contro il destinatario. l'ultimo vettore non rappresenta i vettori precedenti per l'esercizio del privilegio sulle cose trasportate e non è, quindi, responsabile verso i vettori precedenti per il mancato esercizio del privilegio. l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti per l'esercizio del privilegio sulle cose trasportate e, se egli omette l'esercizio del privilegio, è responsabile verso i vettori precedenti per le somme loro dovute e non è fatta salva l'azione contro il destinatario. l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti per l'esercizio del privilegio sulle cose trasportate e, se egli omette l'esercizio del privilegio, non è comunque responsabile verso i vettori precedenti per le somme loro dovute.
A norma del codice civile, nei trasporti di cose che sono assunti cumulativamente da più vettori successivi con unico contratto: l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti esclusivamente per la riscossione dei rispettivi crediti che nascono dal contratto di trasporto e non per l'esercizio del privilegio sulle cose trasportate. l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti esclusivamente per l'esercizio del privilegio sulle cose trasportate e non per la riscossione dei rispettivi crediti che nascono dal contratto di trasporto. l'ultimo vettore non rappresenta i vettori precedenti né per la riscossione dei rispettivi crediti che nascono dal contratto di trasporto, né per l'esercizio del privilegio sulle cose trasportate. l'ultimo vettore rappresenta i vettori precedenti per la riscossione dei rispettivi crediti che nascono dal contratto di trasporto e per l'esercizio del privilegio sulle cose trasportate.
Il mandato è: un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a concedere in comodato per conto di quest'ultimo il fondo Tuscolano di proprietà dello stesso Caio; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: anticresi. appalto. associazione in partecipazione. mandato.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a prendere in locazione per conto di quest'ultimo l'appartamento in Roma del quale Mevio è usufruttuario; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: appalto. mandato. anticresi. associazione in partecipazione.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a prendere in locazione per conto di quest'ultimo l'appartamento in Roma di proprietà di Mevio; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: appalto. anticresi. associazione in partecipazione. mandato.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a locare per conto di quest'ultimo l'appartamento in Roma del quale Caio è proprietario; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: anticresi. mandato. appalto. associazione in partecipazione.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a locare per conto di quest'ultimo l'appartamento in Roma del quale Caio è usufruttuario; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: associazione in partecipazione. appalto. anticresi. mandato.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio ad acquistare con patto di riscatto per conto di quest'ultimo il fondo Tuscolano; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: associazione in partecipazione. mandato. appalto. anticresi.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a vendere con patto di riscatto per conto di quest'ultimo il fondo Tuscolano; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: appalto. associazione in partecipazione. mandato. anticresi.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a dare a mutuo a Mevio per conto dello stesso Caio la somma di diecimila euro; Tizio e Caio hanno concluso un contratto: di appalto. di mandato. estimatorio. di riporto.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a prendere in affitto per conto di quest'ultimo il fondo rustico Tuscolano; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: associazione in partecipazione. appalto. mandato. anticresi.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a concedere in affitto per conto di quest'ultimo il fondo rustico Tuscolano di proprietà dello stesso Caio; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: anticresi. mandato. appalto. agenzia.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a comprare per conto di quest'ultimo il fondo Tuscolano; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: appalto. associazione in partecipazione. mandato. anticresi.
Tizio si obbliga nei confronti di Caio a vendere per conto di quest'ultimo il fondo Tuscolano; Tizio e Caio hanno concluso un contratto di: associazione in partecipazione. appalto. anticresi. mandato.
Nel contratto di mandato, il mandatario è la parte che: assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in denaro. si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per conto dell'altra. riceve dall'altra parte una cosa mobile con l'obbligo di custodirla e di restituirla in natura. assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra parte, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una determinata zona.
Il mandato è: il contratto col quale una parte riceve dall'altra una cosa mobile con l'obbligo di custodirla e di restituirla in natura. il contratto col quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per conto dell'altra. il contratto con il quale una parte assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una determinata zona. il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in denaro.
A norma del codice civile, nel mandato senza rappresentanza il mandatario che agisce in nome proprio: acquista i diritti ed assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi, anche se questi hanno avuto conoscenza del mandato. non acquista alcun diritto od obbligo e gli atti da lui compiuti stabiliscono rapporti direttamente fra i terzi ed il mandante. acquista i diritti ed assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi, solo se questi non hanno avuto conoscenza del mandato. acquista solo i diritti, ma non assume alcun obbligo nei confronti dei terzi.
Martino, agendo in nome proprio ma per conto di Tizio di cui è mandatario, ha acquistato un bene immobile e non ha provveduto al ritrasferimento. Tizio può rivendicare il bene immobile? No. Sì, salvi i diritti acquistati dai terzi per effetto del possesso di buona fede. Sì, ma solo entro un anno dall'acquisto. Sì, sempre.
Il mandante può esercitare l'azione di rivendica della proprietà dei beni immobili acquistati per suo conto dal mandatario che ha agito in nome proprio e che non ha provveduto al ritrasferimento? Sì, ma solo se si tratta d'immobili d'interesse storico-culturale. No. Sì, sempre. Sì, ma solo entro un anno dall'acquisto.
Il mandante può rivendicare le cose mobili acquistate per suo conto dal mandatario che ha agito in nome proprio? Sì, salvi i diritti acquistati dai terzi per effetto del possesso di buona fede. No, salvo che sia stato espressamente previsto nel contratto di mandato. Sì, anche in pregiudizio dei diritti acquistati dai terzi per effetto del possesso di buona fede. No, salvo che si tratti di beni mobili di interesse storico-culturale.
Il mandatario, che agendo in nome proprio ma per conto del mandante ha acquistato beni mobili iscritti in pubblici registri, è obbligato: a donarli al mandante. a ritrasferirli al mandante. a venderli al mandante ad un prezzo fissato da un terzo arbitratore. a venderli oppure a donarli al mandante, a sua scelta.
Il mandatario, che agendo in nome proprio ma per conto del mandante ha acquistato beni immobili, è obbligato: a venderli oppure a donarli al mandante, a sua scelta. a venderli al mandante ad un prezzo fissato da un terzo arbitratore. a ritrasferirli al mandante. a donarli al mandante.
Filano, mandatario di Sempronio, ha acquistato in nome proprio, in esecuzione del mandato, la piena proprietà di un appartamento. In questo caso, i creditori del mandatario possono far valere le loro ragioni sul predetto appartamento? No, purché la trascrizione dell'atto di ritrasferimento a favore del mandante, o della domanda giudiziale di quest'ultimo diretta a conseguire il ritrasferimento, sia anteriore al pignoramento. No, mai. Sì, sempre. No, purché il mandato risulti da scrittura avente data certa anteriore al pignoramento.
Filano, mandatario di Sempronio, ha acquistato in nome proprio, in esecuzione del mandato, un credito pecuniario. In questo caso, i creditori del mandatario possono far valere le loro ragioni sul predetto credito? Sì, sempre. No, purché il mandato risulti da scrittura avente data certa anteriore al pignoramento. No, purché il mandato risulti da scrittura avente data certa anteriore al sorgere del debito del mandatario. No, mai.
Filano, mandatario di Sempronio, ha acquistato in nome proprio, in esecuzione del mandato, un'autovettura. In questo caso, i creditori del mandatario possono far valere le loro ragioni sulla predetta autovettura? No, purché la trascrizione dell'atto di ritrasferimento a favore del mandante, o della domanda giudiziale di quest'ultimo diretta a conseguire il ritrasferimento, sia anteriore al pignoramento. No, mai. Sì, sempre. No, purché il mandato risulti da scrittura avente data certa anteriore al pignoramento.
Tizio, mandatario di Filano, ha acquistato in nome proprio, in esecuzione del mandato, l'usufrutto per venti anni di un appartamento. In questo caso, i creditori del mandatario possono far valere le loro ragioni sull'usufrutto anzidetto? No, purché la trascrizione dell'atto di ritrasferimento a favore del mandante, o della domanda giudiziale di quest'ultimo diretta a conseguire il ritrasferimento, sia anteriore al pignoramento. No, purché il mandato risulti da scrittura avente data certa anteriore al pignoramento. Sì, sempre. No, mai.
Tizio, mandatario di Filano, ha acquistato in nome proprio, in esecuzione del mandato, la nuda proprietà di un appartamento. In questo caso, i creditori del mandatario possono far valere le loro ragioni sulla nuda proprietà anzidetta? No, mai. No, purché il mandato risulti da scrittura avente data certa anteriore al pignoramento. No, purché la trascrizione dell'atto di ritrasferimento a favore del mandante, o della domanda giudiziale di quest'ultimo diretta a conseguire il ritrasferimento, sia anteriore al pignoramento. Sì, sempre.
Il mandato generale: comprende tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, anche se non sono indicati espressamente. non comprende gli atti che eccedono l'ordinaria amministrazione, se non sono indicati espressamente. comprende tutti gli atti di ordinaria amministrazione e quelli di straordinaria che non siano stati espressamente esclusi. comprende tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione, tranne quelli che importano alienazione di beni immobili o diritti reali immobiliari o la costituzione di garanzie reali sugli stessi.
Il mandato comprende: non solo gli atti per i quali è stato conferito, ma anche quelli che sono necessari al loro compimento. solo gli atti per i quali è stato conferito, ma non quelli necessari al loro compimento, salvo il solo caso del mandato oneroso. solo gli atti per i quali è stato conferito, ma non quelli necessari al loro compimento, salvo il solo caso del mandato gratuito. solo gli atti per i quali è stato conferito, ma non quelli necessari al loro compimento se non espressamente indicati.
A norma del codice civile, il mandato: si presume gratuito se si tratta di mandato senza rappresentanza, si presume invece oneroso se si tratta di mandato con rappresentanza. si presume gratuito se ha per oggetto atti di ordinaria amministrazione, si presume invece oneroso se ha per oggetto atti di straordinaria amministrazione. si presume gratuito. si presume oneroso.
A norma del codice civile, il mandato si presume oneroso: ma, se le parti non hanno stabilito la misura del compenso, si presume gratuito e non è ammessa la prova contraria. e la misura del compenso, se non è stabilita dalle parti, è determinata da un terzo designato dal presidente della Corte di appello del luogo in cui è stato concluso il contratto. e la misura del compenso, se non è stabilita dalle parti, è determinata da un terzo designato dal presidente della camera di commercio del luogo in cui è stato concluso il contratto. e la misura del compenso, se non è stabilita dalle parti, è determinata in base alle tariffe professionali o agli usi; in mancanza è determinata dal giudice.
A norma del codice civile, il mandatario è tenuto a rendere note al mandante le circostanze sopravvenute che possono determinare la modificazione del mandato? No, salvo che si tratti di mandato oneroso. Sì. No, salvo che si tratti di mandato gratuito. No, salvo che si tratti di mandato ad alienare beni mobili.
A norma del codice civile, il mandatario è tenuto a rendere note al mandante: esclusivamente le circostanze sopravvenute che possono determinare la revoca del mandato. le circostanze sopravvenute che possono determinare la revoca o la modificazione del mandato. esclusivamente le circostanze sopravvenute che possono determinare la modificazione del mandato. le circostanze sopravvenute inerenti l'espletamento del mandato, anche se esse non possono determinare la revoca o la modificazione del mandato medesimo.
A norma del codice civile, il mandatario è tenuto a rendere note al mandante le circostanze sopravvenute che possono determinare la revoca del mandato? Sì. No, salvo che si tratti di mandato oneroso. No. No, salvo che si tratti di mandato gratuito.
A norma del codice civile, il mandatario è tenuto a rendere note al mandante le circostanze sopravvenute che possono determinare la revoca del mandato? No. No, salvo che si tratti di mandato ad acquistare. No, salvo che si tratti di mandato ad alienare. Sì.
A norma del codice civile, il mandatario è tenuto a rendere note al mandante le circostanze sopravvenute che possono determinare la modificazione del mandato? No, salvo che si tratti di mandato ad acquistare. Sì. No. No, salvo che si tratti di mandato ad alienare.
A norma del codice civile, il mandatario è tenuto a rendere note al mandante le circostanze sopravvenute che possono determinare la revoca o la modificazione del mandato? No, salvo che si tratti di mandato ad acquistare. No, salvo che si tratti di mandato ad alienare. Sì. No, salvo che si tratti di mandato ad alienare beni immobili di valore rilevante.
Tizio conferisce a Caio mandato con rappresentanza per l'acquisto, entro due mesi, dell'appartamento di Mevio, ad un prezzo non superiore a duecentocinquantamila euro. Prima di concludere le trattative, Mevio muore e gli eredi comunicano a Caio che il prezzo è di trecentomila euro e che l'atto di vendita potrà essere stipulato non prima di un anno. Caio deve rendere note a Tizio le predette circostanze? No, salvo che si tratti di mandato gratuito. Sì. No. No, salvo che si tratti di mandato oneroso.
A norma del codice civile, il mandatario è tenuto a rendere note al mandante le circostanze sopravvenute che possono determinare la revoca o la modificazione del mandato? No, salvo che si tratti di mandato gratuito. Sì. No, salvo che si tratti di mandato ad alienare beni mobili di rilevante valore. No, salvo che si tratti di mandato oneroso.
A norma del codice civile, l'atto che esorbita dal mandato: non resta mai a carico del mandatario, neanche se il mandante non lo ratifica. resta a carico del mandatario esclusivamente se il mandante, entro tre mesi dall'esecuzione del mandato, non disconosce l'operato del mandante con atto notificato a mezzo di ufficiale giudiziario. resta a carico del mandatario, se il mandante non lo ratifica. resta a carico del mandatario esclusivamente se il mandante, entro trenta giorni dall'esecuzione del mandato, non disconosce l'operato del mandante con atto notificato a mezzo di ufficiale giudiziario.
A norma del codice civile, l'atto che esorbita dal mandato: resta a carico del mandatario esclusivamente se si tratta di mandato a titolo gratuito, se il mandante non lo ratifica. resta a carico del mandatario anche se il mandante lo ratifica. resta a carico del mandatario, se il mandante non lo ratifica. non resta mai a carico del mandatario, neanche se il mandante non lo ratifica.
Può il mandatario discostarsi dalle istruzioni ricevute dal mandante? No, salvo che si tratti di mandato gratuito. No, mai. Sì, qualora circostanze ignote al mandante, e tali che non possano essergli comunicate in tempo, facciano ragionevolmente ritenere che lo stesso mandante avrebbe dato la sua approvazione. Sì, sempre.
Il mandatario deve comunicare al mandante l'esecuzione del mandato: entro i cinque giorni successivi alla richiesta del mandante. senza ritardo. entro i quindici giorni successivi alla messa in mora cui il mandante è obbligato. nel tempo richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi se l'oggetto del mandato è l'acquisto di beni immobili.
A norma del codice civile, il ritardo del mandante a rispondere dopo aver ricevuto la comunicazione dell'esecuzione del mandato, per un tempo superiore a quello richiesto dalla natura dell'affare o dagli usi: importa approvazione, anche se il mandatario si è discostato dalle istruzioni o ha ecceduto i limiti del mandato. importa approvazione, anche se il mandatario ha ecceduto i limiti del mandato, ma non importa approvazione se si è discostato dalle istruzioni. non importa mai approvazione. importa approvazione esclusivamente se il mandatario si è discostato dalle istruzioni, ma non importa approvazione se ha ecceduto i limiti del mandato.
A norma del codice civile, il mandatario: deve rendere al mandante il conto del suo operato e rimettergli tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato. deve rendere al mandante il conto del suo operato, ma non deve rimettergli tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato. deve rimettere al mandante tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato, ma non deve rendergli il conto del suo operato. non deve rendere al mandante il conto del suo operato, né rimettergli tutto ciò che ha ricevuto a causa del mandato.
Nel mandato, la dispensa preventiva dall'obbligo del rendiconto non ha effetto: nei casi in cui il mandatario deve rispondere per colpa lieve. nei casi in cui il mandatario deve rispondere per dolo o colpa grave. se il mandato è a titolo oneroso. se non è convenuta per iscritto.
Il mandatario deve corrispondere al mandante gli interessi legali sulle somme riscosse per conto del mandante stesso: dal giorno in cui avrebbe dovuto fargliene la consegna o la spedizione ovvero impiegarle secondo le istruzioni ricevute. dal giorno in cui le ha effettivamente riscosse, anche se il ritardo nella riscossione è a lui imputabile. dal primo giorno del mese successivo a quello in cui le ha riscosse. dal giorno della effettiva riscossione, salvo che il ritardo nella riscossione sia a lui imputabile.
In mancanza di patto contrario, il mandatario che agisce in proprio nome risponde verso il mandante dell'adempimento delle obbligazioni assunte dalle persone con le quali ha contrattato? Sì, sempre. No, tranne il caso che l'insolvenza di queste gli fosse o dovesse essergli nota all'atto della conclusione del contratto. No, mai. Sì, salvo patto contrario.
Il mandato conferito a più persone designate a operare congiuntamente: ha effetto, in ogni caso, dal momento in cui al mandante perviene l'accettazione della maggioranza dei mandatari. non ha effetto se non è accettato da tutte, salvo patto contrario. ha effetto, in ogni caso, dal momento in cui al mandante perviene l'accettazione di uno dei mandatari. non ha effetto se non è accettato da tutte ed è nullo il patto contrario.
A norma del codice civile, qualora il mandato sia conferito a più persone: se nel mandato non è dichiarato che i mandatari devono agire congiuntamente, ciascuno di essi può concludere l'affare, e il mandante che sia stato avvertito della conclusione, non è tenuto a darne notizia agli altri mandatari. se nel mandato non è dichiarato che i mandatari devono agire congiuntamente, devono concludere l'affare a maggioranza e, il mandante che sia stato avvertito della conclusione, non è tenuto a darne notizia agli altri mandatari. i mandatari devono agire congiuntamente ed è nulla ogni contraria pattuizione. se nel mandato non è dichiarato che i mandatari devono agire congiuntamente, ciascuno di essi può concludere l'affare e, in questo caso il mandante, appena avvertito della conclusione, deve darne notizia agli altri mandatari.
Se il mandante aveva autorizzato la sostituzione senza indicare la persona del sostituto: il mandatario risponde comunque dell'operato della persona sostituita. il mandatario risponde dell'operato della persona sostituita soltanto quando abbia in mala fede scelto una persona manifestamente inadeguata all'adempimento dell'incarico. il mandatario risponde dell'operato della persona sostituita soltanto quando è in colpa nella scelta. il mandatario non risponde in nessun caso dell'operato della persona sostituita.
Tizio, in trattative con Sempronio per l'acquisto, da questi, di un immobile del valore di centocinquantamila euro al prezzo di centoventicinquemila euro, dovendo recarsi all'estero, dà mandato a Caio per portare a termine la trattativa, senza autorizzarlo a farsi sostituire quale mandatario. Caio, essendo impegnato, affida l'incarico a Mevio, che, approfittando della situazione, acquista per sé l'immobile. In tal caso Caio: non risponderà a Tizio dell'operato di Mevio poiché la sostituzione è stata dettata da causa di forza maggiore. risponderà a Tizio dell'operato di Mevio. non risponderà a Tizio dell'operato di Mevio poiché la sostituzione non era stata espressamente vietata. risponderà a Tizio dell'operato di Mevio, soltanto qualora abbia in mala fede operato la scelta del sostituto.
Tizio ha in corso una trattativa per acquistare da Sempronio un immobile del valore di centocinquantamila euro al vantaggioso prezzo di centoventicinquemila euro. Dovendo recarsi all'estero, dà mandato a Caio per portare a termine la trattativa, autorizzandolo a sostituire altri a se stesso. Caio affida l'incarico a Mevio, persona di sua fiducia, il quale approfitta della situazione per acquistare lui stesso l'immobile. In tal caso Caio: non risponderà a Tizio dell'operato di Mevio, salvo che sia stato in colpa nella scelta del sostituto. risponderà a Tizio dell'operato di Mevio esclusivamente quando abbia dolosamente operato la scelta del sostituto. risponderà a Tizio dell'operato di Mevio in ogni caso. non risponderà a Tizio dell'operato di Mevio, e Tizio potrà rivalersi unicamente su quest'ultimo.
Il mandante può agire direttamente contro la persona sostituita dal mandatario? Sì. No. Sì, soltanto quando abbia autorizzato la sostituzione. Sì, soltanto quando non abbia autorizzato la sostituzione.
Il mandatario che, nell'esecuzione del mandato, sostituisca altri a se stesso, risponde dell'operato della persona sostituita? Sì, ancorché la sostituzione sia stata autorizzata o sia necessaria per la natura dell'incarico. Sì, salvo che si tratti di mandato conferito anche nell'interesse del mandatario. No, salvo che si tratti di mandato oneroso. Sì, qualora la sostituzione non sia stata autorizzata dal mandante o non sia necessaria per la natura dell'incarico.
A norma del codice civile, il mandatario deve provvedere alla custodia delle cose che gli sono state spedite per conto del mandante: e può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore esclusivamente se le cose sono giunte con ritardo e non anche se presentano segni di deterioramento; il mandatario, qualora lo ritenga, può comunque procedere alla vendita delle cose con le modalità da lui ritenute più opportune. e può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore esclusivamente se le cose presentano segni di deterioramento e non anche se sono giunte con ritardo; il mandatario, qualora lo ritenga, può comunque procedere alla vendita delle cose con le modalità da lui ritenute più opportune. e tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore, se le cose presentano segni di deterioramento o sono giunte con ritardo; se vi è urgenza, il mandatario può procedere alla vendita delle cose nell'osservanza delle disposizioni stabilite dal codice civile. ma non può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore, se le cose presentano segni di deterioramento o sono giunte con ritardo e in nessun caso può procedere alla vendita delle cose.
A norma del codice civile, il mandatario deve provvedere alla custodia delle cose che gli sono state spedite per conto del mandante: e può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore esclusivamente se le cose sono giunte con ritardo e non anche se presentano segni di deterioramento; il mandatario, qualora lo ritenga, può comunque procedere alla vendita delle cose con le modalità da lui ritenute più opportune, ma di questi fatti, come pure del mancato arrivo della merce, egli non deve dare avviso al mandante. e può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore esclusivamente se le cose presentano segni di deterioramento e non anche se sono giunte con ritardo; il mandatario, qualora lo ritenga, può comunque procedere alla vendita delle cose con le modalità da lui ritenute più opportune, ma di questi fatti, come pure del mancato arrivo della merce, egli non deve dare avviso al mandante. e tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore, se le cose presentano segni di deterioramento o sono giunte con ritardo; se vi è urgenza, il mandatario può procedere alla vendita delle cose nell'osservanza delle disposizioni stabilite dal codice civile; di questi fatti, come pure del mancato arrivo della merce, egli deve dare immediato avviso al mandante. ma non può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore, se le cose presentano segni di deterioramento o sono giunte con ritardo e in nessun caso può procedere alla vendita delle cose; di questi fatti, come pure del mancato arrivo della merce, egli non deve dare avviso al mandante.
A norma del codice civile, il mandatario: deve provvedere alla custodia delle cose che gli sono state spedite per conto del mandante, ma non può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore, se le cose presentano segni di deterioramento o sono giunte con ritardo. deve provvedere alla custodia delle cose che gli sono state spedite per conto del mandante e tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore, se le cose presentano segni di deterioramento o sono giunte con ritardo. deve provvedere alla custodia delle cose che gli sono state spedite per conto del mandante e può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore esclusivamente se le cose presentano segni di deterioramento e non anche se sono giunte con ritardo. deve provvedere alla custodia delle cose che gli sono state spedite per conto del mandante e può tutelare i diritti di quest'ultimo di fronte al vettore esclusivamente se le cose sono giunte con ritardo e non anche se presentano segni di deterioramento.
A norma del codice civile, il mandante: salvo patto contrario, è tenuto a somministrare al mandatario i mezzi necessari per l'esecuzione del mandato e per l'adempimento delle obbligazioni che a tal fine il mandatario ha contratte in proprio nome. non è tenuto a somministrare al mandatario i mezzi necessari per l'esecuzione del mandato e per l'adempimento delle obbligazioni che a tal fine il mandatario ha contratte in proprio nome. non è tenuto a somministrare al mandatario i mezzi necessari per l'esecuzione del mandato e per l'adempimento delle obbligazioni che a tal fine il mandatario ha contratte in proprio nome ed è nulla ogni clausola che contenga una diversa pattuizione. non è tenuto a somministrare al mandatario i mezzi necessari per l'esecuzione del mandato e per l'adempimento delle obbligazioni che a tal fine il mandatario ha contratte in proprio nome, salvo che il mandato abbia ad oggetto l'acquisto di beni immobili di rilevante valore.
A norma del codice civile, il mandante: deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, dal giorno in cui sono state fatte esclusivamente nel caso in cui il mandato abbia ad oggetto l'acquisto di beni di rilevante valore, senza gli interessi legali. deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, con gli interessi legali dal giorno in cui sono state fatte. non deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, con gli interessi legali dal giorno in cui sono state fatte. deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, dal giorno in cui sono state fatte, senza gli interessi legali.
A norma del codice civile, il mandante: deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, dal giorno in cui sono state fatte, senza gli interessi legali, deve pagargli il compenso che gli spetta esclusivamente qualora il mandato sia andato a buon fine, ma non deve risarcire i danni che il mandatario ha subiti a causa dell'incarico. deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, dal giorno in cui sono state fatte esclusivamente nel caso in cui il mandato abbia ad oggetto l'acquisto di beni di rilevante valore, senza gli interessi legali e deve pagargli il compenso che gli spetta esclusivamente qualora il mandato sia andato a buon fine, ma non deve risarcire i danni che il mandatario ha subiti a causa dell'incarico. deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, con gli interessi legali dal giorno in cui sono state fatte, deve pagargli il compenso che gli spetta e deve inoltre risarcire i danni che il mandatario ha subiti a causa dell'incarico. non deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, con gli interessi legali dal giorno in cui sono state fatte, ma deve pagargli il compenso che gli spetta e deve inoltre risarcire i danni che il mandatario ha subiti a causa dell'incarico.
A norma del codice civile, il mandante: non deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, con gli interessi legali dal giorno in cui sono state fatte, ma deve pagargli il compenso che gli spetta. deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, dal giorno in cui sono state fatte, senza gli interessi legali, e deve pagargli il compenso che gli spetta esclusivamente qualora il mandato sia andato a buon fine. deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, dal giorno in cui sono state fatte esclusivamente nel caso in cui il mandato abbia ad oggetto l'acquisto di beni di rilevante valore, senza gli interessi legali e deve pagargli il compenso che gli spetta esclusivamente qualora il mandato sia andato a buon fine. deve rimborsare al mandatario le anticipazioni, con gli interessi legali dal giorno in cui sono state fatte e deve pagargli il compenso che gli spetta.
A norma del codice civile, il mandatario: ha diritto di soddisfarsi sui crediti pecuniari sorti dagli affari che ha conclusi, con precedenza sul mandante, ma non sui creditori di questo. non ha diritto di soddisfarsi sui crediti pecuniari sorti dagli affari che ha conclusi, con precedenza sul mandante e sui creditori di questo. ha diritto di soddisfarsi sui crediti pecuniari sorti dagli affari che ha conclusi, con precedenza sui creditori del mandante, ma non sul mandante. ha diritto di soddisfarsi sui crediti pecuniari sorti dagli affari che ha conclusi, con precedenza sul mandante e sui creditori di questo.
A norma del codice civile, il mandato, tra l'altro: si estingue per il compimento, da parte del mandatario, dell'affare per il quale è stato conferito, ma non per la scadenza del termine. non si estingue né per la scadenza del termine, né per il compimento, da parte del mandatario, dell'affare per il quale è stato conferito. si estingue per la scadenza del termine o per il compimento, da parte del mandatario, dell'affare per il quale è stato conferito. si estingue per la scadenza del termine, ma non per il compimento, da parte del mandatario, dell'affare per il quale è stato conferito.
A norma del codice civile, il mandato, tra l'altro: si estingue per revoca da parte del mandante, ma non per rinunzia del mandatario. si estingue per revoca da parte del mandante o per rinunzia del mandatario. si estingue per rinunzia del mandatario, ma non per revoca da parte del mandante. è sempre irrevocabile da parte del mandante ed irrinunziabile da parte del mandatario.
A norma del codice civile, il mandato, tra l'altro: non si estingue per la morte, l'interdizione o l'inabilitazione del mandatario, salvo che il mandato abbia per oggetto il compimento di atti relativi all'esercizio di un'impresa. si estingue per l'interdizione e per l'inabilitazione, ma non per la morte del mandatario; il mandato che ha per oggetto il compimento di atti relativi all'esercizio di un'impresa si estingue in ogni caso, anche se l'esercizio dell'impresa è continuato. si estingue per la morte e per l'interdizione, ma non per l'inabilitazione del mandatario; tuttavia il mandato che ha per oggetto il compimento di atti relativi all'esercizio di un'impresa non si estingue, se l'esercizio dell'impresa è continuato, salvo il diritto di recesso delle parti o degli eredi. si estingue per la morte, l'interdizione o l'inabilitazione del mandatario; tuttavia il mandato che ha per oggetto il compimento di atti relativi all'esercizio di un'impresa non si estingue, se l'esercizio dell'impresa è continuato, salvo il diritto di recesso delle parti o degli eredi.
A norma del codice civile, il mandato, tra l'altro: si estingue per la morte, l'interdizione o l'inabilitazione del mandante. si estingue per la morte e per l'interdizione, ma non per l'inabilitazione del mandante. si estingue per l'interdizione e per l'inabilitazione, ma non per la morte del mandante. non si estingue per la morte, l'interdizione o l'inabilitazione del mandante.
A norma del codice civile, il mandato, tra l'altro: si estingue per l'interdizione e per l'inabilitazione, ma non per la morte del mandatario. non si estingue per la morte, l'interdizione o l'inabilitazione del mandatario. si estingue per la morte, l'interdizione o l'inabilitazione del mandatario. si estingue per la morte e per l'interdizione, ma non per l'inabilitazione del mandatario.
Se è stata pattuita l'irrevocabilità del mandato: il mandante può revocare a sua discrezione il mandato, ma è tenuto al risarcimento dei danni, se non dà un congruo preavviso. il mandante può revocare il mandato, ma risponde dei danni, salvo che ricorra una giusta causa. il mandante non può mai revocare il mandato. il mandante può revocare a sua discrezione il mandato.
A norma del codice civile, il mandato conferito anche nell'interesse del mandatario: si estingue per revoca da parte del mandante, ma il mandante è tenuto a dare un preavviso di almeno trenta giorni. non si estingue per revoca da parte del mandante, salvo che sia diversamente stabilito o ricorra una giusta causa di revoca. non si estingue per revoca da parte del mandante e la clausola che contiene una diversa pattuizione è nulla e vizia l'intero contratto. non si estingue per revoca da parte del mandante esclusivamente qualora abbia ad oggetto il compimento di atti riguardanti beni mobili registrati.
A norma del codice civile, il mandato conferito anche nell'interesse di terzi: non si estingue per revoca da parte del mandante e la clausola che contiene una diversa pattuizione è nulla e vizia l'intero contratto. non si estingue per revoca da parte del mandante, salvo che sia diversamente stabilito o ricorra una giusta causa di revoca. non si estingue per revoca da parte del mandante esclusivamente qualora abbia ad oggetto il compimento di atti riguardanti beni mobili registrati. si estingue per revoca da parte del mandante, ma il mandante è tenuto a dare un preavviso di almeno trenta giorni.
A norma del codice civile, il mandato conferito anche nell'interesse del mandatario: non si estingue per la sopravvenuta incapacità del mandante e si estingue per la morte del mandante. non si estingue per la morte e si estingue per la sopravvenuta incapacità del mandante. non si estingue per la morte o per la sopravvenuta incapacità del mandante. si estingue per la morte o per la sopravvenuta incapacità del mandante.
A norma del codice civile, il mandato conferito anche nell'interesse di terzi: non si estingue per la morte e si estingue per la sopravvenuta incapacità del mandante. non si estingue per la sopravvenuta incapacità del mandante e si estingue per la morte del mandante. non si estingue per la morte o per la sopravvenuta incapacità del mandante. si estingue per la morte o per la sopravvenuta incapacità del mandante.
Nel caso di mandato non conferito anche nell'interesse del mandatario o di terzi, la nomina di un nuovo mandatario per lo stesso affare importa: revoca del mandato. diritto per il primo mandatario di recedere dal contratto di mandato. obbligo per il primo mandatario di rendere il conto del suo operato al nuovo mandatario. obbligo per i mandatari di agire congiuntamente.
Ove non ricorra l'ipotesi di mandato conferito anche nell'interesse del mandatario, la nomina di un nuovo mandatario per lo stesso affare, importa: diritto per i mandatari di operare disgiuntamente. obbligo per i mandatari di operare congiuntamente, salvo che sia altrimenti stabilito. revoca del mandato e produce effetto dal giorno in cui è stata comunicata al mandatario. obbligo per i mandatari di operare congiuntamente in ogni caso.
La revoca del mandato oneroso conferito per un tempo determinato, fatta prima della scadenza del termine, obbliga il mandante a risarcire i danni? No, in nessun caso. Sì, salvo che ricorra una giusta causa. Sì, anche se ricorra una giusta causa. No, salvo che sia stato espressamente previsto.
A norma del codice civile, la revoca del mandato oneroso, conferito per un determinato affare: non obbliga il mandante a risarcire i danni esclusivamente qualora sia fatta prima del compimento dell'affare, ma almeno tre mesi dopo il conferimento del mandato, anche se non ricorra una giusta causa. obbliga il mandante a risarcire i danni, se è fatta prima del compimento dell'affare, salvo che ricorra una giusta causa. obbliga il mandante a risarcire i danni, se è fatta prima del compimento dell'affare, anche se ricorra una giusta causa. non obbliga il mandante a risarcire i danni, anche se è fatta prima del compimento dell'affare.
A norma del codice civile, la revoca del mandato oneroso, conferito per un tempo determinato: obbliga il mandante a risarcire i danni, se è fatta prima della scadenza del termine, salvo che ricorra una giusta causa. obbliga il mandante a risarcire i danni, se è fatta prima della scadenza del termine, anche se ricorra una giusta causa. non obbliga il mandante a risarcire i danni, anche se è fatta prima della scadenza del termine. non obbliga il mandante a risarcire i danni esclusivamente qualora sia fatta prima della scadenza del termine, ma almeno tre mesi dopo il conferimento del mandato, anche se non ricorra una giusta causa.
Se il mandato è stato conferito da più persone con un unico atto e per un affare di interesse comune, la revoca: non ha effetto qualora non sia fatta da tutti i mandanti, salvo che ricorra una giusta causa. ha effetto anche qualora sia fatta da un solo mandante, salvo l'obbligo per costui di risarcire i danni. non ha effetto qualora non sia fatta dalla maggioranza dei mandanti, salvo che ricorra una giusta causa. non ha effetto neppure nell'ipotesi che sia fatta da tutti i mandanti, salvo che nel mandato sia stato altrimenti disposto.
Affinché la revoca del mandato conferito da più persone con unico atto e per un affare d'interesse comune abbia effetto, è necessario: che ricorra una giusta causa e sia fatta dalla maggioranza dei mandanti. che ricorra una giusta causa e sia fatta da tutti i mandanti. che sia fatta dalla maggioranza dei mandanti, anche se non ricorra una giusta causa. che sia fatta da tutti i mandanti, salvo che ricorra una giusta causa.
A norma del codice civile, se il mandato è a tempo indeterminato: il mandatario può liberamente rinunziare al mandato, anche se non esiste giusta causa e non è mai tenuto a dare preavviso. il mandatario può liberamente rinunziare al mandato, anche se non esiste giusta causa, purché dia preavviso con atto notificato a mezzo di ufficiale giudiziario. il mandatario non può mai rinunziare al mandato, neppure in presenza di una giusta causa. il mandatario che rinunzia al mandato senza giusta causa è tenuto al risarcimento dei danni al mandante, qualora non abbia dato un congruo preavviso.
A norma del codice civile, il mandatario: può rinunziare al mandato, ma se rinunzia senza giusta causa deve risarcire i danni al mandante. non può mai rinunziare al mandato, neppure se sussiste una giusta causa. può liberamente rinunziare al mandato, esista o meno una giusta causa, e non è mai tenuto a risarcire i danni al mandante. può liberamente rinunziare al mandato, esista o meno una giusta causa, esclusivamente qualora esso abbia ad oggetto il compimento di atti di rilevante valore economico.
A norma del codice civile, quando il mandato si estingue per sopravvenuta incapacità del mandatario: colui che lo rappresenta o lo assiste, se ha conoscenza del mandato, deve avvertire prontamente il mandante e prendere intanto nell'interesse di questo i provvedimenti richiesti dalle circostanze. colui che lo rappresenta o lo assiste, se ha conoscenza del mandato, deve avvertire prontamente il mandante, ma non deve né può prendere intanto nell'interesse di questo i provvedimenti richiesti dalle circostanze. colui che lo rappresenta o lo assiste, anche se ha conoscenza del mandato, non può né deve avvertire il mandante. colui che lo rappresenta o lo assiste, se ha conoscenza del mandato, deve prendere nell'interesse del mandante i provvedimenti richiesti dalle circostanze, ma non deve avvertire il mandante.
A norma del codice civile, quando il mandato si estingue per morte del mandatario: i suoi eredi, se hanno conoscenza del mandato, devono avvertire prontamente il mandante, ma non devono né possono prendere intanto nell'interesse di questo i provvedimenti richiesti dalle circostanze. i suoi eredi, anche se hanno conoscenza del mandato, non possono né devono avvertire il mandante. i suoi eredi, se hanno conoscenza del mandato, devono prendere nell'interesse del mandante i provvedimenti richiesti dalle circostanze, ma non devono avvertire il mandante. i suoi eredi, se hanno conoscenza del mandato, devono avvertire prontamente il mandante e prendere intanto nell'interesse di questo i provvedimenti richiesti dalle circostanze.
Quando il mandato si estingue per morte od incapacità sopravvenuta del mandante, il mandatario deve continuare l'esecuzione del mandato che abbia già avuto inizio? Sì, comunque. Sì, se vi è pericolo nel ritardo. No. No, se il mandato è a titolo gratuito.
A norma del codice civile, gli atti che il mandatario ha compiuti prima di conoscere l'estinzione del mandato: sono validi nei confronti del mandante o dei suoi eredi. sono validi nei confronti del mandante, ma non dei suoi eredi. sono validi nei confronti degli eredi del mandante e non anche nei confronti del mandante. sono annullabili.
Il mandato conferito a più persone designate ad operare congiuntamente, si estingue: solo se la causa di estinzione concerne tutti i mandatari, salvo patto contrario. anche se la causa di estinzione concerne uno solo dei mandatari, salvo patto contrario. solo se la causa di estinzione concerne la maggioranza dei mandatari. solo se la causa di estinzione concerne tutti i mandatari.
Il contratto di commissione è un mandato che ha per oggetto l'acquisto o la vendita di beni: per conto del committente ed in nome del commissionario. in nome e per conto del commissionario. in nome e per conto del committente. per conto del commissionario ed in nome del committente.
Il contratto che ha per oggetto l'acquisto o la vendita di beni per conto di una parte e in nome dell'altra parte, è definito: agenzia. mandato generale. commissione. spedizione.
Ove nel contratto di commissione il committente non abbia disposto diversamente, il commissionario si presume autorizzato a concedere dilazioni di pagamento? Sì, a sua discrezione, ed anche in difformità degli usi del luogo in cui si compie l'operazione. Sì, ma solo previa autorizzazione del committente richiesta caso per caso. No. Sì, in conformità degli usi del luogo in cui si compie l'operazione.
Il commissionario che ha concesso una dilazione di pagamento: deve avvertire il committente, comunicando la persona del contraente ed il termine concesso. deve avvertire il committente, limitandosi a comunicare il termine concesso. deve avvertire il committente, limitandosi a comunicare la persona del contraente. non deve avvertire il committente.
Qualora il commissionario conceda dilazioni di pagamento malgrado il divieto del committente o senza che gli usi del luogo dove è compiuta l'operazione lo autorizzino a ciò, il committente può richiedere al commissionario il pagamento immediato? Sì, e può far propri i vantaggi discendenti dalla concessa dilazione. Sì, ma il commissionario ha diritto di far propri i vantaggi che derivano dalla concessa dilazione. No, mai. No, se previamente abbia optato per il recesso dal contratto.
Nel contratto di commissione, la misura della provvigione, se questa non è stabilita dalle parti e non è determinabile in base agli usi, per mancanza di questi: è determinata dal giudice, secondo equità. è determinata dal presidente della camera di commercio del luogo di conclusione del contratto. è determinata dalle parti con riferimento agli usi relativi alla mediazione. è determinata dal presidente della camera di commercio del luogo di esecuzione del contratto.
Qualora il committente revochi l'ordine di concludere l'affare non ancora concluso dal commissionario: il commissionario non ha diritto né alla provvigione, né al rimborso delle spese. il commissionario ha diritto ad una parte della provvigione che si determina tenendo conto delle spese sostenute e dell'opera prestata. il commissionario ha diritto al solo rimborso delle spese sostenute. il commissionario ha diritto alla provvigione per intero.
A norma del codice civile, se è stato pattuito che il commissionario è tenuto allo star del credere, questi nei confronti del committente: è responsabile per l'esecuzione dell'affare, ma non ha diritto ad un compenso o a una maggiore provvigione. è responsabile per l'esecuzione dell'affare, e, in tal caso, ha diritto, oltre che alla provvigione, a un compenso o a una maggiore provvigione. è responsabile anche per gli affari che hanno avuto regolare esecuzione e non ha diritto ad un compenso o a una maggiore provvigione. non è responsabile per l'esecuzione dell'affare.
A norma del codice civile, il commissionario che, in virtù di patto o di uso, è tenuto allo "star del credere": non risponde mai nei confronti del committente per l'esecuzione dell'affare. risponde nei confronti del committente per l'esecuzione dell'affare, ma solo nel limite del valore della provvigione. risponde nei confronti del committente per l'esecuzione dell'affare. non risponde nei confronti del committente per l'esecuzione dell'affare, salvo il caso di dolo o colpa grave.
La spedizione è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. un negozio giuridico unilaterale recettizio. una dichiarazione di scienza.
Il contratto di spedizione è un mandato col quale lo spedizioniere assume l'obbligo di concludere un contratto di trasporto e di compiere le operazioni accessorie: in nome proprio e per conto del mandante. in nome del mandante e per conto proprio. in nome e per conto del mandante. in nome e per conto proprio.
Il contratto con il quale una parte assume l'obbligo di concludere, in nome proprio e per conto altrui, un contratto di trasporto e di compiere le operazioni accessorie, è definito: commissione. agenzia. spedizione. mediazione.
A norma del codice civile, il mittente: finché lo spedizioniere non abbia concluso il contratto di trasporto col vettore, può revocare l'ordine di spedizione ed è tenuto esclusivamente a rimborsare lo spedizioniere delle spese sostenute, ma non a corrispondergli un equo compenso per l'attività prestata. può revocare in ogni tempo l'ordine di spedizione, anche dopo che lo spedizioniere abbia concluso il contratto di trasporto col vettore, e non è tenuto a rimborsare lo spedizioniere delle spese sostenute. finché lo spedizioniere non abbia concluso il contratto di trasporto col vettore, può revocare l'ordine di spedizione, rimborsando lo spedizioniere delle spese sostenute e corrispondendogli un equo compenso per l'attività prestata. finché lo spedizioniere non abbia concluso il contratto di trasporto col vettore, può revocare l'ordine di spedizione ed è tenuto esclusivamente a corrispondergli un equo compenso per l'attività prestata, ma non a rimborsare lo spedizioniere delle spese sostenute.
A norma del codice civile, nella scelta della via e del mezzo di trasporto della merce: lo spedizioniere è tenuto a osservare le istruzioni del committente e, in mancanza, a operare secondo il migliore interesse del medesimo. lo spedizioniere non è mai tenuto a osservare le istruzioni del committente. lo spedizioniere è tenuto a osservare le istruzioni del committente e, in mancanza, a operare secondo il proprio interesse. lo spedizioniere è tenuto a osservare le istruzioni del committente esclusivamente qualora la merce sia di valore rilevante.
A norma del codice civile, nella scelta delle modalità di trasporto della merce: lo spedizioniere è tenuto a osservare le istruzioni del committente e, in mancanza, a operare secondo il proprio interesse. lo spedizioniere è tenuto a osservare le istruzioni del committente esclusivamente qualora la merce sia di valore rilevante. lo spedizioniere è tenuto a osservare le istruzioni del committente e, in mancanza, a operare secondo il migliore interesse del medesimo. lo spedizioniere non è mai tenuto a osservare le istruzioni del committente.
Lo spedizioniere ha l'obbligo di provvedere all'assicurazione delle cose spedite? Sì, sempre. No, mai. Sì, salvo che gli sia stato diversamente ordinato e salvi gli usi contrari. No, salvo che gli sia stato diversamente ordinato e salvi gli usi contrari.
A norma del codice civile, i premi, gli abbuoni e i vantaggi di tariffa ottenuti dallo spedizioniere: devono essere accreditati al committente, salvo patto contrario. devono essere accreditati al committente ed è nullo ogni patto contrario. non possono essere accreditati al committente ed è nullo ogni patto contrario. devono essere accreditati al committente in misura pari al cinquanta per cento dell'intero ed è nullo ogni patto contrario.
A norma del codice civile, le spese anticipate e i compensi per le prestazioni accessorie eseguite dallo spedizioniere: sono liquidati sulla base dei documenti giustificativi, ed il rimborso e i compensi non possono essere preventivamente convenuti in una somma globale unitaria. sono liquidati sulla base dei documenti giustificativi, a meno che il rimborso e i compensi siano stati preventivamente convenuti in una somma globale unitaria. devono essere liquidati nella misura che occorre sia preventivamente convenuta in una somma globale unitaria ed è nullo ogni patto contrario. restano a carico dello spedizioniere.
A norma del codice civile, la misura della retribuzione dovuta allo spedizioniere per l'esecuzione dell'incarico: è determinata, in mancanza di convenzione, dal presidente della camera di commercio del luogo di conclusione del contratto, con equità. si determina, in mancanza di convenzione, secondo le tariffe professionali o, in mancanza, secondo gli usi del luogo in cui avviene la spedizione. è determinata, in mancanza di convenzione, dal presidente della camera di commercio del luogo di esecuzione del contratto, con equità. deve essere determinata nel contratto di spedizione e, in mancanza, il contratto è nullo.
A norma del codice civile, lo spedizioniere: non può mai assumere l'esecuzione del trasporto, in tutto o in parte, con mezzi propri o altrui. che con mezzi propri o altrui assume l'esecuzione del trasporto in tutto o in parte, ha gli obblighi e i diritti dell'appaltatore. che con mezzi propri o altrui assume l'esecuzione del trasporto in tutto o in parte, ha gli obblighi e i diritti dell'agente. che con mezzi propri o altrui assume l'esecuzione del trasporto in tutto o in parte, ha gli obblighi e i diritti del vettore.
Il rapporto di agenzia si costituisce mediante: un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto. una dichiarazione di scienza. un contratto necessariamente plurilaterale.
A norma del codice civile, il contratto di agenzia: deve essere provato per iscritto e ciascuna parte ha diritto di ottenere dall'altra un documento dalla stessa sottoscritto che riproduca il contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive; tale diritto è irrinunciabile. deve essere provato per iscritto e deve essere depositato presso la camera di commercio competente e ciascuna parte ha diritto di ottenere dal presidente di quest'ultima un documento che riproduca il contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive; tale diritto è rinunciabile. deve essere stipulato per iscritto, a pena di nullità, e deve essere depositato presso la camera di commercio competente e ciascuna parte ha diritto di ottenere dal presidente di quest'ultima un documento che riproduca il contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive; tale diritto è irrinunciabile. deve essere provato per iscritto e ciascuna parte ha diritto di ottenere dall'altra un documento della stessa sottoscritto che riproduca il contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive; tale diritto è rinunciabile.
A norma del codice civile, il contratto di agenzia: deve essere provato per iscritto e deve essere depositato presso la camera di commercio competente e ciascuna parte ha diritto di ottenere dal presidente di quest'ultima un documento che riproduca il contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive. deve essere stipulato per iscritto, a pena di nullità, e deve essere depositato presso la camera di commercio competente e ciascuna parte ha diritto di ottenere dal presidente di quest'ultima un documento che riproduca il contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive. deve essere stipulato per atto pubblico, a pena di nullità, e deve essere depositato presso la camera di commercio competente e ciascuna parte ha diritto di ottenere dal presidente di quest'ultima un documento che riproduca il contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive. deve essere provato per iscritto e ciascuna parte ha diritto di ottenere dall'altra un documento dalla stessa sottoscritto che riproduca il contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive.
Tizio assume stabilmente l'incarico di promuovere per conto di Caio, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata. Secondo il codice civile, Tizio e Caio hanno così stipulato un contratto di: agenzia. appalto. commissione. mediazione.
Il contratto con il quale una parte assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata, è definito dal codice civile: contratto di agenzia. contratto di commissione. contratto di mediazione. contratto di mandato generale.
Il codice civile definisce contratto di agenzia: il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro. il contratto con cui una parte assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata. il contratto col quale taluno accetta di mettere in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza. il contratto che ha per oggetto l'acquisto o la vendita di beni per conto di un soggetto ed in nome dell'incaricato.
A norma del codice civile, il contratto di agenzia: deve farsi per scrittura privata autenticata, sotto pena di nullità. deve essere provato per iscritto. deve farsi per iscritto, sotto pena di nullità. deve farsi per atto pubblico, sotto pena di nullità.
A norma del codice civile, colui che abbia dato incarico a persona di sua fiducia di promuovere, per suo conto e verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata, può, nella stessa zona, avvalersi contemporaneamente di altri agenti? Sì, in ogni caso. Sì, se tutti gli agenti nominati vi consentano. No. No, se l'agente nominato non vi consenta.
A norma del codice civile, l'agente: ha facoltà di riscuotere i crediti del preponente e può sempre concedere dilazioni senza speciale autorizzazione. non ha facoltà di riscuotere i crediti del preponente e non possono essergli attribuite né detta facoltà, né quella di concedere dilazioni. non ha facoltà di riscuotere i crediti del preponente e, se questa facoltà gli è stata attribuita, egli non può concedere dilazioni senza speciale autorizzazione. non ha facoltà di riscuotere i crediti del preponente e, se questa facoltà gli è stata attribuita, egli può concedere dilazioni senza speciale autorizzazione.
A norma del codice civile, l'agente: non ha facoltà di riscuotere i crediti del preponente e non possono essergli attribuite né detta facoltà, né quella di concedere sconti. non ha facoltà di riscuotere i crediti del preponente e, se questa facoltà gli è stata attribuita, egli non può concedere sconti senza speciale autorizzazione. non ha facoltà di riscuotere i crediti del preponente e, se questa facoltà gli è stata attribuita, egli può concedere sconti senza speciale autorizzazione. ha facoltà di riscuotere i crediti del preponente e può sempre concedere sconti senza speciale autorizzazione.
A norma del codice civile, l'agente può validamente ricevere: le dichiarazioni che riguardano l'esecuzione del contratto concluso per suo tramite e i reclami relativi alle inadempienze contrattuali. i reclami relativi alle inadempienze contrattuali del contratto concluso per suo tramite, non anche le dichiarazioni che riguardano l'esecuzione di detto contratto. esclusivamente le dichiarazioni che riguardano l'esecuzione del contratto concluso per suo tramite, non anche i reclami relativi alle inadempienze contrattuali. solo le generalità dei soggetti contattati per la conclusione di contratti, ma mai le dichiarazioni che riguardano l'esecuzione del contratto concluso per suo tramite e i reclami relativi alle inadempienze contrattuali.
A norma del codice civile, l'agente: può presentare i reclami che sono necessari per la conservazione dei diritti spettanti al preponente, ma non può chiedere i provvedimenti cautelari nell'interesse di quest'ultimo. non può né chiedere i provvedimenti cautelari nell'interesse del preponente, né presentare i reclami che sono necessari per la conservazione dei diritti spettanti a quest'ultimo. può chiedere i provvedimenti cautelari nell'interesse del preponente, ma non può presentare i reclami che sono necessari per la conservazione dei diritti spettanti a quest'ultimo. può chiedere i provvedimenti cautelari nell'interesse del preponente e presentare i reclami che sono necessari per la conservazione dei diritti spettanti a quest'ultimo.
A norma del codice civile, nel contratto di agenzia, alle parti è consentito eccezionalmente di concordare di volta in volta la concessione di un'apposita garanzia da parte dell'agente per l'adempimento del terzo: purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo e l'obbligo di garanzia assunto dall'agente non sia di ammontare più elevato della provvigione che per quell'affare l'agente medesimo avrebbe diritto a percepire. purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo e l'obbligo di garanzia assunto dall'agente non sia di ammontare più elevato delle provvigioni che l'agente ha percepito nell'ultimo triennio. purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo e l'obbligo di garanzia assunto dall'agente non sia di ammontare più elevato delle provvigioni che l'agente ha percepito nell'ultimo triennio e venga assunto mediante apposita pattuizione stipulata per atto pubblico, con l'intervento di due testimoni. purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo e l'obbligo di garanzia assunto dall'agente non sia di ammontare più elevato delle provvigioni che l'agente ha percepito nell'ultimo triennio e venga assunto mediante apposita pattuizione stipulata per scrittura privata autenticata.
A norma del codice civile, nel contratto di agenzia, alle parti è consentito eccezionalmente di concordare di volta in volta la concessione di un'apposita garanzia da parte dell'agente per l'adempimento del terzo: purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo, anche se non sia previsto per l'agente un apposito corrispettivo. purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo e sia previsto per l'agente un apposito corrispettivo. purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo, anche se non sia previsto per l'agente un apposito corrispettivo, sempre che la pattuizione venga stipulata per atto pubblico. purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo, anche se non sia previsto per l'agente un apposito corrispettivo, sempre che la pattuizione venga stipulata per scrittura privata autenticata.
A norma del codice civile, l'agente, tra l'altro: deve osservare gli obblighi che incombono al commissionario, compresi quelli di cui alla disposizione che disciplina lo ‘star del crederé. deve osservare gli obblighi che incombono al commissionario, ad eccezione di quelli di cui alla disposizione che disciplina lo ‘star del crederé, in quanto non siano esclusi dalla natura del contratto di agenzia. deve osservare gli obblighi che incombono all'appaltatore, in quanto non siano esclusi dalla natura del contratto di agenzia. deve osservare gli obblighi che incombono allo spedizioniere, in quanto non siano esclusi dalla natura del contratto di agenzia.
A norma del codice civile, nel contratto di agenzia, il patto che ponga a carico dell'agente una responsabilità per l'inadempimento del terzo: è vietato. è valido, esclusivamente se pone a carico dell'agente una responsabilità solo parziale. è valido se ha costituito oggetto di apposita trattativa. è valido se è stato stipulato per iscritto.
A norma del codice civile, nel contratto di agenzia, alle parti: è consentito eccezionalmente di concordare di volta in volta la concessione di un'apposita garanzia da parte dell'agente per l'adempimento del terzo, purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di particolare natura ed importo, individualmente determinati. è consentito eccezionalmente di concordare di volta in volta la concessione di un'apposita garanzia da parte dell'agente per l'adempimento del terzo, purché ciò avvenga, tra l'altro, in riferimento a singoli affari individualmente determinati, mediante apposita pattuizione stipulata per atto pubblico, a prescindere dal numero e dalla natura ed importo degli affari. è consentito eccezionalmente di concordare di volta in volta la concessione di un'apposita garanzia da parte dell'agente per l'adempimento del terzo, purché ciò avvenga, tra l'altro, con riferimento a singoli affari di articolare natura ed importo, individualmente determinati e mediante apposita pattuizione stipulata per atto pubblico, con l'intervento di due testimoni. non è consentito in nessun caso di concordare di volta in volta la concessione di un'apposita garanzia da parte dell'agente per l'adempimento del terzo.
A norma del codice civile, l'agente: nell'esecuzione dell'incarico deve tutelare gli interessi del preponente e agire con lealtà e buona fede; in particolare, deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute e fornire al preponente le informazioni riguardanti le condizioni del mercato con riguardo all'intero territorio nazionale, esclusivamente qualora detto obbligo sia stato espressamente previsto. nell'esecuzione dell'incarico deve tutelare gli interessi del preponente e agire con lealtà e buona fede; in particolare, deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute e fornire al preponente le informazioni riguardanti le condizioni del mercato con riguardo all'intero territorio nazionale. nell'esecuzione dell'incarico deve tutelare gli interessi del preponente e agire con lealtà e buona fede; in particolare, deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute e fornire al preponente le informazioni riguardanti le condizioni del mercato con riguardo all'intero territorio nazionale, esclusivamente qualora il contratto abbia durata non inferiore a cinque anni. nell'esecuzione dell'incarico deve tutelare gli interessi del preponente e agire con lealtà e buona fede; in particolare, deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute e fornire al preponente le informazioni riguardanti le condizioni del mercato nella zona assegnatagli.
A norma del codice civile, l'agente, nell'esecuzione dell'incarico, deve tutelare gli interessi del preponente e agire con lealtà e buona fede: in particolare, deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute e fornire al preponente le informazioni riguardanti le condizioni del mercato con riguardo all'intero territorio nazionale, esclusivamente qualora detto obbligo sia stato espressamente previsto. in particolare, deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute e fornire al preponente le informazioni riguardanti le condizioni del mercato nella zona assegnatagli; è nullo ogni patto contrario. in particolare, deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute e fornire al preponente le informazioni riguardanti le condizioni del mercato con riguardo all'intero territorio nazionale, salvo patto contrario. in particolare, deve adempiere l'incarico affidatogli in conformità delle istruzioni ricevute e fornire al preponente le informazioni riguardanti le condizioni del mercato con riguardo all'intero territorio nazionale, esclusivamente qualora il contratto abbia durata non inferiore a cinque anni, salvo patto contrario.
L'agente che non è in grado di eseguire l'incarico affidatogli e non ne dia immediato avviso al preponente: perde il diritto alle provvigioni spettantigli per gli affari che siano compiuti in ritardo. decade immediatamente ed automaticamente dall'incarico. è tenuto al risarcimento del danno. perde il diritto alle provvigioni maturate sugli affari compiuti.
A norma del codice civile, l'agente: ha diritto alla provvigione sugli affari conclusi dopo la data di scioglimento del contratto se la proposta è pervenuta al preponente o all'agente in data antecedente, indipendentemente dalla data di conclusione degli affari e dall'attività svolta dall'agente. ha diritto alla provvigione sugli affari conclusi dopo la data di scioglimento del contratto se la proposta è pervenuta al preponente o all'agente in data antecedente o gli affari sono conclusi entro un termine ragionevole dalla data di scioglimento del contratto e la conclusione è da ricondurre prevalentemente all'attività da lui svolta. ha diritto alla provvigione sugli affari conclusi dopo la data di scioglimento del contratto se la proposta è pervenuta al preponente nei tre mesi successivi alla data di scioglimento del contratto, indipendentemente dalla data di conclusione degli affari e dall'attività svolta dall'agente. non ha in nessun caso diritto alla provvigione sugli affari conclusi dopo la data di scioglimento, anche qualora la proposta sia pervenuta in data anteriore allo scioglimento del contratto.
A norma del codice civile, nei casi nei quali l'agente ha diritto alla provvigione sugli affari conclusi dopo la data di scioglimento del contratto: la provvigione è dovuta solo all'agente precedente ed è sempre vietata la ripartizione della provvigione tra gli agenti intervenuti. la provvigione è dovuta solo all'agente precedente, salvo che da specifiche circostanze risulti equo ripartire la provvigione tra gli agenti intervenuti. la provvigione è sempre dovuta in parti eguali all'agente precedente ed all'agente subentrato. la provvigione è dovuta per due terzi all'agente precedente e per un terzo all'agente che è a questi subentrato.
A norma del codice civile, la provvigione spetta all'agente: dal momento e nella misura in cui il preponente ha eseguito o avrebbe dovuto eseguire la prestazione in base al contratto concluso con il terzo, ed è nulla ogni diversa pattuizione. salvo che sia diversamente pattuito, dal momento e nella misura in cui il preponente ha eseguito o avrebbe dovuto eseguire la prestazione in base al contratto concluso con il terzo. dal momento e nella misura in cui il terzo ha eseguito la prestazione in base al contratto, ed è nulla ogni diversa pattuizione. nel momento in cui è concluso il contratto, ed è nulla ogni diversa pattuizione.
A norma del codice civile, la provvigione spetta all'agente: inderogabilmente entro trenta giorni dalla conclusione del contratto. al più tardi, inderogabilmente, entro trenta giorni dall'esecuzione della prestazione a carico del preponente. al più tardi, inderogabilmente, entro tre mesi dalla comunicazione del terzo di essere soddisfatto dell'esecuzione del contratto. al più tardi, inderogabilmente dal momento e nella misura in cui il terzo ha eseguito o avrebbe dovuto eseguire la prestazione qualora il preponente avesse eseguito la prestazione a suo carico.
A norma del codice civile, se il preponente e il terzo si accordano per non dare, in tutto o in parte, esecuzione al contratto: l'agente ha diritto, per la parte ineseguita, ad una provvigione ridotta nella misura determinata dagli usi o, in mancanza, dal giudice secondo equità. l'agente non ha diritto a nessuna provvigione. l'agente ha diritto, per la parte ineseguita, ad una provvigione ridotta nella misura determinata discrezionalmente dal preponente. l'agente ha diritto, per la parte ineseguita, ad una provvigione ridotta nella misura determinata discrezionalmente dal terzo.
A norma del codice civile, l'agente: non ha diritto al rimborso delle spese di agenzia, salvo che il contratto sia stato stipulato per una durata non inferiore a due anni. non ha diritto al rimborso delle spese di agenzia. non ha diritto al rimborso delle spese di agenzia, salvo che egli abbia assunto la qualità di imprenditore commerciale. ha sempre diritto al rimborso delle spese di agenzia.
A norma del codice civile, l'agente ha diritto alla provvigione: per tutti gli affari conclusi durante il contratto, quando l'operazione è stata conclusa per effetto del suo intervento, ma la provvigione non è dovuta per gli affari conclusi dal preponente con terzi che l'agente aveva in precedenza acquisito come clienti per affari dello stesso tipo di quelli riservati all'agente, ed è nulla ogni contraria pattuizione. per tutti gli affari conclusi durante il contratto, quando l'operazione è stata conclusa per effetto del suo intervento e la provvigione è dovuta anche per gli affari conclusi dal preponente con terzi che l'agente aveva in precedenza acquisito come clienti per affari dello stesso tipo di quelli riservati all'agente, salvo che sia diversamente pattuito. per tutti gli affari conclusi durante il contratto, quando l'operazione è stata conclusa per effetto del suo intervento e la provvigione è dovuta anche per gli affari conclusi dal preponente con terzi che l'agente aveva in precedenza acquisito come clienti per affari dello stesso tipo di quelli riservati all'agente, ed è nulla ogni diversa pattuizione. per tutti gli affari conclusi durante il contratto, anche se l'operazione non è stata conclusa per effetto del suo intervento e la provvigione è dovuta anche per gli affari conclusi dal preponente con terzi che l'agente aveva in precedenza acquisito come clienti per affari dello stesso tipo di quelli riservati all'agente, ed è nulla ogni contraria pattuizione.
A norma del codice civile, l'agente: è tenuto a restituire le provvigioni riscosse solo nella ipotesi e nella misura in cui sia certo che il contratto tra il terzo e il preponente non avrà esecuzione per cause non imputabili al preponente, salvo un eventuale patto più sfavorevole all'agente, che può essere sempre validamente stipulato. è tenuto a restituire le provvigioni riscosse solo nella ipotesi e nella misura in cui sia probabile che il contratto tra il terzo e il preponente non avrà esecuzione per cause non imputabili allo stesso agente, salvo un eventuale patto a lui più sfavorevole. è tenuto a restituire le provvigioni riscosse solo nella ipotesi e nella misura in cui sia certo che il contratto tra il terzo e il preponente non avrà esecuzione per cause non imputabili al preponente ed è nullo ogni patto più sfavorevole all'agente. è tenuto a restituire le provvigioni riscosse solo nella ipotesi e nella misura in cui sia probabile che il contratto tra il terzo e il preponente non avrà esecuzione per cause non imputabili al preponente, salvo un eventuale patto più sfavorevole all'agente, che può essere sempre validamente stipulato.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente, deve agire con lealtà e buona fede e, tra l'altro, deve mettere a disposizione dell'agente la documentazione necessaria relativa ai beni o servizi trattati e fornire all'agente le informazioni necessarie all'esecuzione del contratto: ed è nullo ogni patto contrario. ed è annullabile ogni patto contrario. ma è valido il patto contrario a detta previsione. ed è rescindibile ogni patto contrario.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente, deve agire con lealtà e buona fede e l'agente ha diritto di esigere che gli siano fornite tutte le informazioni necessarie per verificare l'importo delle provvigioni liquidate ed in particolare un estratto dei libri contabili: ed è valido il patto contrario. ed è annullabile ogni patto contrario. ed è rescindibile ogni patto contrario. ed è nullo ogni patto contrario.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente, deve agire con lealtà e buona fede e, tra l'altro, deve consegnare all'agente un estratto conto delle provvigioni dovute al più tardi l'ultimo giorno del mese successivo al trimestre nel corso del quale esse sono maturate, nel quale vanno indicati gli elementi essenziali in base ai quali stato effettuato il calcolo delle provvigioni: ed è nullo ogni patto contrario. ed è annullabile ogni patto contrario. ed è rescindibile ogni patto contrario. ed è valido il patto contrario.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente, deve agire con lealtà e buona fede e, tra l'altro, deve informare l'agente, entro un termine ragionevole, dell'accettazione o del rifiuto e della mancata esecuzione di un affare procuratogli: ed è rescindibile ogni patto contrario. ed è annullabile ogni patto contrario. ed è nullo ogni patto contrario. ma è valido il patto contrario a detta previsione.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente, deve agire con lealtà e buona fede: e l'agente ha diritto di esigere che gli siano fornite tutte le informazioni necessarie per verificare l'importo delle provvigioni liquidate ed in particolare un estratto dei libri contabili. e l'agente ha diritto di esigere che gli siano fornite tutte le informazioni necessarie per verificare l'importo delle provvigioni liquidate ed in particolare un estratto dei libri contabili, esclusivamente qualora il preponente sia in mora nel pagamento delle provvigioni. e l'agente ha diritto di esigere che gli siano fornite tutte le informazioni necessarie per verificare l'importo delle provvigioni liquidate e, in particolare, può chiedere che gli siano consegnati tutti i libri contabili, in originale. e l'agente ha diritto di esigere che gli siano fornite tutte le informazioni necessarie per verificare l'importo delle provvigioni liquidate, ma non ha diritto ad ottenere un estratto dei libri contabili.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente, deve agire con lealtà e buona fede: e, tra l'altro, consegna all'agente un estratto conto delle provvigioni dovute al più tardi l'ultimo giorno del mese successivo al trimestre nel corso del quale esse sono maturate e l'estratto conto deve indicare gli elementi essenziali in base ai quali è stato effettuato il calcolo delle provvigioni. e, tra l'altro, consegna all'agente un estratto conto delle provvigioni dovute al più tardi l'ultimo giorno del mese successivo al trimestre nel corso del quale esse sono maturate, ma non occorre che l'estratto conto indichi gli elementi essenziali in base ai quali è stato effettuato il calcolo delle provvigioni. e, tra l'altro, consegna all'agente un estratto conto delle provvigioni dovute al più tardi l'ultimo giorno del mese successivo allo scioglimento del contratto di agenzia, ma non occorre che l'estratto conto indichi gli elementi essenziali in base ai quali è stato effettuato il calcolo delle provvigioni. ma non è tenuto a consegnare all'agente alcun estratto conto delle provvigioni dovute.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente, deve agire con lealtà e buona fede: e, tra l'altro, deve informare l'agente, entro un termine ragionevole, del rifiuto e non della mancata esecuzione di un affare procuratogli, e dell'accettazione. e, tra l'altro, deve informare l'agente, entro un termine ragionevole, dell'accettazione o del rifiuto e della mancata esecuzione di un affare procuratogli. e, tra l'altro, deve informare l'agente, entro un termine ragionevole, dell'accettazione o del rifiuto, ma non della mancata esecuzione di un affare procuratogli. ma non è tenuto ad informare l'agente dell'accettazione o del rifiuto e della mancata esecuzione di un affare procuratogli.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente, deve agire con lealtà e buona fede: e, tra l'altro, deve avvertire l'agente, entro un termine ragionevole, non appena preveda che il volume delle operazioni commerciali sarà di poco inferiore a quello che l'agente avrebbe potuto eccezionalmente attendersi. e, tra l'altro, deve avvertire l'agente, entro un termine ragionevole, non appena preveda che il volume delle operazioni commerciali sarà notevolmente inferiore a quello che l'agente avrebbe potuto normalmente attendersi. ma non è tenuto ad avvertire l'agente, qualora preveda che il volume delle operazioni commerciali sarà notevolmente inferiore a quello che l'agente avrebbe potuto normalmente attendersi. e, tra l'altro, deve avvertire l'agente, entro un termine ragionevole, non appena preveda che il volume delle operazioni commerciali sarà di poco inferiore a quello che l'agente avrebbe potuto normalmente attendersi.
A norma del codice civile, il preponente, nei rapporti con l'agente: deve agire con lealtà e buona fede e deve fornire all'agente le informazioni necessarie all'esecuzione del contratto, ma non è tenuto a mettere a disposizione dell'agente la documentazione necessaria relativa ai beni o servizi trattati. deve agire con lealtà e buona fede, ma non è tenuto né a fornire all'agente le informazioni necessarie all'esecuzione del contratto, né a mettere a disposizione dell'agente la documentazione necessaria relativa ai beni o servizi trattati. deve agire con lealtà e buona fede e deve mettere a disposizione dell'agente la documentazione necessaria relativa ai beni o servizi trattati e fornire all'agente le informazioni necessarie all'esecuzione del contratto. deve agire con lealtà e buona fede e deve mettere a disposizione dell'agente la documentazione necessaria relativa ai beni o servizi trattati, ma non è tenuto a fornire all'agente le informazioni necessarie all'esecuzione del contratto.
Qualora sia iniziato il terzo anno di durata del contratto di agenzia a tempo indeterminato, ciascuna delle parti può recedere dallo stesso dandone preavviso a controparte con termine non inferiore a: tre mesi. quindici giorni. un mese. due mesi.
Se il contratto di agenzia è a tempo indeterminato, ciascuna delle parti può recedere dallo stesso dandone preavviso all'altra parte con termine non inferiore, una volta che sia iniziato il secondo anno di durata del contratto medesimo, a: tre mesi. un mese. due mesi. quindici giorni.
In un contratto di agenzia, le parti non hanno stabilito alcunché in ordine alla scadenza del termine di preavviso del recesso. In tale ipotesi, il detto termine dovrà coincidere: con il primo giorno del mese del calendario. con il giorno corrispondente a quello della stipula del contratto. con il quindicesimo giorno del mese del calendario. con l'ultimo giorno del mese del calendario.
In un contratto di agenzia a tempo indeterminato, le parti, ai fini dell'eventuale recesso, stabiliscono un termine di preavviso superiore a quello legale, ma differenziato, avendo pattuito un termine di quattro mesi per l'agente e di tre mesi per il preponente. Quest'ultimo, desiderando, dopo un anno, recedere dal contratto, entro quale termine dovrà dare il preavviso? Tre mesi. Un mese. Due mesi. Quattro mesi.
Il contratto di agenzia a tempo determinato che, dopo la scadenza del termine previsto, continui a trovare esecuzione: si trasforma in un normale rapporto di mediazione. diviene inefficace, ed il preponente non è tenuto a far propri gli affari compiuti dall'agente. si rinnova per un termine uguale a quello originariamente previsto. si trasforma in contratto a tempo indeterminato.
Se il contratto di agenzia è a tempo indeterminato, ciascuna delle parti può recedere dal contratto medesimo dandone preavviso all'altra parte entro un termine, relativamente al primo anno di durata del contratto, non inferiore a: due mesi. quindici giorni. tre mesi. un mese.
A norma del codice civile, all'atto della cessazione del rapporto di agenzia, il preponente, in presenza di determinate condizioni, è tenuto a corrispondere all'agente un'indennità, ma detta indennità non è dovuta: tra l'altro, quando l'agente recede dal contratto, a meno che il recesso sia giustificato da circostanze attribuibili al preponente o da circostanze attribuibili all'agente, quali età, infermità o malattia, per le quali non può più essergli ragionevolmente chiesta la prosecuzione dell'attività. tra l'altro, quando l'agente recede dal contratto, non rilevando in contrario la causa giustificatrice del recesso. tra l'altro, quando l'agente recede dal contratto, anche se il recesso sia dovuto a circostanze attribuibili all'agente, quali età, infermità o malattia, per le quali non può più essergli ragionevolmente chiesta la prosecuzione dell'attività, ed è invece dovuta se il recesso sia giustificato da circostanze attribuibili al preponente. tra l'altro, quando l'agente recede dal contratto, anche se il recesso sia giustificato da circostanze attribuibili al preponente.
A norma del codice civile, all'atto della cessazione del rapporto di agenzia, il preponente, in presenza di determinate condizioni, è tenuto a corrispondere all'agente un'indennità, ma detta indennità non è dovuta: tra l'altro, quando il preponente risolve il contratto per un'inadempienza imputabile all'agente, la quale, per la sua gravità, non consenta la prosecuzione anche provvisoria del rapporto. tra l'altro, quando il preponente risolve il contratto per un'inadempienza imputabile all'agente, anche se non sia di gravità tale da non consentire la prosecuzione anche provvisoria del rapporto. tra l'altro, quando il rapporto si scioglie per scadenza del termine. tra l'altro, quando il rapporto cessa per morte dell'agente.
A norma del codice civile, all'atto della cessazione del rapporto di agenzia, il preponente è tenuto a corrispondere all'agente un'indennità se ricorrono, tra le altre, le seguenti condizioni: l'agente non abbia mai dato luogo a rimostranze da parte del preponente. l'agente abbia procurato nuovi clienti al preponente o abbia sensibilmente sviluppato gli affari con i clienti esistenti e il preponente riceva ancora sostanziali vantaggi derivanti dagli affari con tali clienti. l'agente sia piccolo imprenditore commerciale. il preponente riceva eccezionali vantaggi derivanti dagli affari con i nuovi clienti procurati dall'agente che si protraggano per almeno un anno.
A norma del codice civile, all'atto della cessazione del rapporto di agenzia, il preponente, in presenza di determinate condizioni, è tenuto a corrispondere all'agente un'indennità, ma detta indennità non è dovuta: tra l'altro, quando, ai sensi di un accordo con il preponente, il rapporto di agenzia cessa per morte dell'agente. tra l'altro, quando, ai sensi di un accordo con il preponente, l'agente cede ad un terzo i diritti e gli obblighi che ha in virtù del contratto d'agenzia. tra l'altro, quando l'agente ha la qualità di piccolo imprenditore. tra l'altro, quando l'agente ha la qualità di imprenditore commerciale.
A norma del codice civile, l'agente, nei casi nei quali è titolare del diritto all'indennità per la cessazione del rapporto di agenzia, decade dal relativo diritto: se, nel termine di sei mesi dallo scioglimento del rapporto, omette di comunicare al preponente l'intenzione di far valere i propri diritti. se, nel termine di un anno dallo scioglimento del rapporto, omette di comunicare al preponente l'intenzione di far valere i propri diritti. se, nel termine di sei mesi dallo scioglimento del rapporto, omette di convenire in giudizio il preponente per ottenere il riconoscimento dei propri diritti. se, nel termine di un anno dallo scioglimento del rapporto, omette di convenire in giudizio il preponente per ottenere il riconoscimento dei propri diritti.
Nel contratto di agenzia, il patto che limita la concorrenza da parte dell'agente dopo lo scioglimento del contratto, non può eccedere la durata di: anni cinque successivi all'estinzione del contratto. anni uno successivo all'estinzione del contratto. anni due successivi all'estinzione del contratto. anni tre successivi all'estinzione del contratto.
Nel contratto di agenzia è valido il patto che limita la concorrenza da parte dell'agente dopo lo scioglimento del contratto? Sì, anche se riguarda una zona diversa da quella per la quale era stato concluso il contratto di agenzia. Sì, se fatto per iscritto. Sì, se il contratto è stato risolto dal preponente per un'inadempienza imputabile all'agente. Sì, se il contratto si è sciolto per il recesso dell'agente giustificato da circostanze attribuibili all'agente medesimo.
La mediazione è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. un negozio giuridico unilaterale recettizio. una dichiarazione di scienza.
Il codice civile definisce mediatore: colui che mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza. colui che assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro. colui che assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra parte, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata. colui che in forza di un mandato acquista o vende beni per conto del committente e in nome del commissionario.
Filano, avendo saputo che Caio e Mevio intendono rispettivamente vendere ed acquistare un negozio, li ha messi in relazione per la conclusione della compravendita, senza, peraltro, essere legato ad alcuno dei due da qualsivoglia rapporto di collaborazione, dipendenza o rappresentanza. A quale figura giuridica può essere ricondotta l'attività svolta da Filano? Commissione. Mediazione. Agenzia. Appalto.
A norma del codice civile, il soggetto che mette in relazione due o più parti per la conclusione di un affare, in mancanza di vincoli di subordinazione o di collaborazione o di rappresentanza rispetto ad esse, è definito: mediatore. mandatario generale. agente. commissionario.
A norma del codice civile, il mediatore ha diritto alla provvigione: esclusivamente dalla parte che l'ha incaricato, se l'affare è concluso per effetto del suo intervento e la misura della medesima, in mancanza di patto, di tariffe professionali o di usi, è determinata dal giudice secondo equità. da ciascuna delle parti, anche se l'affare non è concluso per effetto del suo intervento e la misura della medesima e la proporzione in cui questa deve gravare su ciascuna delle parti, in mancanza di patto, di tariffe professionali o di usi, sono determinate dal presidente della camera di commercio secondo equità. da ciascuna delle parti, anche se l'affare non è concluso per effetto del suo intervento e la misura della medesima e la proporzione in cui questa deve gravare su ciascuna delle parti, in mancanza di patto, di tariffe professionali o di usi, sono determinate dal giudice secondo equità. da ciascuna delle parti, se l'affare è concluso per effetto del suo intervento e la misura della medesima e la proporzione in cui questa deve gravare su ciascuna delle parti, in mancanza di patto, di tariffe professionali o di usi, sono determinate dal giudice secondo equità.
A norma del codice civile, se l'affare non è stato concluso, il mediatore ha diritto al rimborso delle spese nei confronti della persona per incarico della quale sono state eseguite? No, salvo patti o usi contrari. No, salvo che vi sia stata una espressa pattuizione in tal senso. Sì, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, salvo patti o usi contrari.
Salvo patti o usi contrari, il mediatore d'affari ha diritto al rimborso delle spese nei confronti delle persone per incarico delle quali sono state sostenute? Sì, anche se l'affare non è stato concluso. Sì, solo se l'affare è stato concluso. Sì, per la metà del loro ammontare. No.
A norma del codice civile, il diritto alla provvigione da parte del mediatore: non viene meno quando il contratto è rescindibile, se il mediatore non conosceva la causa di rescissione. viene sempre meno quando il contratto è rescindibile, anche se il mediatore non conosceva la causa di rescissione. non viene meno quando il contratto è rescindibile, anche se il mediatore conosceva la causa di rescissione. non viene meno quando il contratto è rescindibile, anche se il mediatore conosceva la causa di rescissione, salvo che l'azione di rescissione sia stata proposta entro tre mesi dalla conclusione del contratto.
A norma del codice civile, il diritto alla provvigione da parte del mediatore: se il contratto è sottoposto a condizione risolutiva, viene meno col verificarsi della condizione. se il contratto è sottoposto a condizione risolutiva, viene meno col verificarsi della condizione, tranne che la condizione si sia verificata oltre tre mesi dopo la conclusione del contratto. se il contratto è sottoposto a condizione risolutiva, col verificarsi della condizione viene meno per la metà. se il contratto è sottoposto a condizione risolutiva, non viene meno col verificarsi della condizione.
A norma del codice civile, il diritto alla provvigione da parte del mediatore: non viene meno quando il contratto è annullabile, anche se il mediatore conosceva la causa d'invalidità. non viene meno quando il contratto è annullabile, se il mediatore non conosceva la causa d'invalidità. non viene meno quando il contratto è annullabile, anche se il mediatore conosceva la causa d'invalidità, salvo che l'azione di annullamento sia stata proposta entro tre mesi dalla conclusione del contratto. viene sempre meno quando il contratto è annullabile, anche se il mediatore non conosceva la causa d'invalidità.
A norma del codice civile, se il contratto concluso per mezzo del mediatore è sottoposto a condizione sospensiva, il diritto alla provvigione: sorge nel momento in cui si verifica la condizione. sorge comunque nel momento in cui il contratto si perfeziona e non vi sarà in ogni caso ripetizione delle somme riscosse. sorge nel momento in cui il contratto si perfeziona, salvo patti o usi contrari. sorge comunque nel momento in cui il contratto si perfeziona, salvo ripetizione della somma qualora la condizione non si verifichi.
A norma del codice civile se l'affare è concluso per l'intervento di più mediatori: ciascuno di essi ha diritto ad una quota della provvigione. ha diritto alla provvigione solo colui che è stato richiesto per primo di prestare la sua opera. ciascuno di essi ha diritto all'intera provvigione. nessuno di essi ha diritto alla provvigione, ma solo al rimborso delle spese effettivamente sostenute.
A norma del codice civile, il mediatore: deve comunicare alle parti le circostanze a lui note, relative alla sicurezza dell'affare, che possono influire sulla conclusione di esso, ma non è tenuto a comunicare quelle relative alla valutazione dell'affare. deve comunicare alle parti le circostanze a lui note, relative alla valutazione e alla sicurezza dell'affare, che possono influire sulla conclusione di esso. non deve comunicare alle parti le circostanze a lui note, relative alla valutazione e alla sicurezza dell'affare, che possono influire sulla conclusione di esso. deve comunicare alle parti le circostanze a lui note, relative alla valutazione dell'affare, che possono influire sulla conclusione di esso, ma non è tenuto a comunicare quelle relative alla sicurezza dell'affare.
A norma del codice civile, il mediatore: risponde dell'autenticità della sottoscrizione delle scritture e dell'ultima girata dei titoli trasmessi per il suo tramite, esclusivamente in riferimento alle cambiali. risponde dell'autenticità della sottoscrizione delle scritture e dell'ultima girata dei titoli trasmessi per il suo tramite, esclusivamente in riferimento alle cambiali e sempre che detto obbligo abbia costituito oggetto di espressa e specifica pattuizione. non risponde mai dell'autenticità della sottoscrizione delle scritture e dell'ultima girata dei titoli trasmessi per il suo tramite. risponde dell'autenticità della sottoscrizione delle scritture e dell'ultima girata dei titoli trasmessi per il suo tramite.
Il mediatore professionale in affari su merci deve conservare i campioni delle merci vendute sopra campione fino a quando: il contratto non sia stato eseguito da entrambe le parti. sussista la possibilità di controversia sull'identità della merce. la merce non sia stata consegnata. non siano trascorsi quindici giorni dalla sottoscrizione del contratto.
A norma del codice civile, può il mediatore essere incaricato da una delle parti di rappresentarla negli atti relativi alla esecuzione del contratto concluso con il suo intervento? Sì. Sì, ma solo se l'altro contraente l'abbia espressamente autorizzato. Sì, ma solo se l'altro contraente non si opponga. No.
A norma del codice civile, il mediatore che non manifesta a un contraente il nome dell'altro: non risponde della esecuzione del contratto e, quando lo ha eseguito, subentra nei diritti verso il contraente non nominato. risponde della esecuzione del contratto, ma, quando lo ha eseguito, non subentra nei diritti verso il contraente non nominato. non risponde della esecuzione del contratto, ma, quando lo ha eseguito, subentra nei diritti verso il contraente non nominato. risponde della esecuzione del contratto e, quando lo ha eseguito, subentra nei diritti verso il contraente non nominato.
A norma del codice civile, quando il mediatore non manifesta a un contraente il nome dell'altro: se dopo la conclusione del contratto il contraente non nominato si manifesta all'altra parte o è nominato dal mediatore, ciascuno dei contraenti può agire direttamente contro l'altro, ferma restando la responsabilità del mediatore. anche se dopo la conclusione del contratto il contraente non nominato si manifesta all'altra parte o è nominato dal mediatore, ciascuno dei contraenti non può mai agire direttamente contro l'altro, e resta ferma la responsabilità del mediatore. se dopo la conclusione del contratto il contraente non nominato si manifesta all'altra parte o è nominato dal mediatore, ciascuno dei contraenti può agire direttamente contro l'altro e viene meno la responsabilità del mediatore. anche se dopo la conclusione del contratto il contraente non nominato si manifesta all'altra parte o è nominato dal mediatore, ciascuno dei contraenti non può mai agire direttamente contro l'altro, ma viene meno la responsabilità del mediatore.
A norma del codice civile, può il mediatore prestare fideiussione per una delle parti? Sì, ma solo se la somma garantita non supera l'importo della provvigione. No. Sì. Sì, ma solo se il debitore garantito l'abbia espressamente autorizzato.
Può il mediatore prestare fideiussione per una delle parti? Sì, ma solo se non ha manifestato ad un contraente il nome dell'altro. Sì. No. Sì, ma solo se si tratta di contratti a tempo determinato.
Il deposito è: un contratto. una dichiarazione di scienza. un contratto necessariamente plurilaterale. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Il contratto col quale una parte riceve dall'altra una cosa mobile con l'obbligo di custodirla e di restituirla in natura, è definito: deposito irregolare. deposito. comodato. sequestro convenzionale.
Quali sono gli obblighi per il depositario che sorgono dal contratto di deposito? Custodire e restituire la cosa ricevuta. Solo custodire la cosa ricevuta. Solo restituire la cosa ricevuta. Restituire altrettante cose della stessa specie e qualità della cosa ricevuta.
Il codice civile definisce il contratto di deposito: il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta. il contratto col quale una parte riceve dall'altra una cosa mobile con l'obbligo di custodirla e di restituirla in natura. il contratto che ha per oggetto l'acquisto o la vendita di beni per conto di un soggetto ed in nome dell'incaricato. il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro.
Il deposito si presume: gratuito, in ogni caso. gratuito, salvo che dalla qualità professionale del depositario o da altre circostanze si debba desumere una diversa volontà delle parti. oneroso, in ogni caso. oneroso, salvo diversa pattuizione.
Il depositario incapace è responsabile della cosa ricevuta in deposito? No, in ogni caso. Sì, nei limiti in cui può essere tenuto a rispondere per fatti illeciti. No, se l'incapacità era conosciuta dal depositante. Sì, secondo le regole generali, ove l'incapacità fosse ignota al depositante.
Nel contratto di deposito, il depositario può servirsi della cosa depositata? No, ma può darla in deposito ad altri. Sì. No, salvo il consenso del depositante. Sì, se si tratta di una cosa fruttifera.
A norma del codice civile, il depositario: deve restituire la cosa esclusivamente alla scadenza del termine che deve essere espressamente convenuto a tal fine, a pena di nullità del contratto, e non può mai richiedere che il depositante riprenda la cosa prima di detto termine. deve restituire la cosa appena il depositante la richiede, salvo che sia convenuto un termine nell'interesse del depositario, e può richiedere in qualunque tempo che il depositante riprenda la cosa, salvo che sia convenuto un termine nell'interesse del depositante. deve restituire la cosa appena il depositante la richiede, anche se sia convenuto un termine nell'interesse del depositario, e può richiedere in qualunque tempo che il depositante riprenda la cosa, anche se sia convenuto un termine nell'interesse del depositante. deve restituire la cosa appena il depositante la richiede, anche se sia convenuto un termine nell'interesse del depositario, e può richiedere in qualunque tempo che il depositante riprenda la cosa, salvo che sia convenuto un termine nell'interesse del depositante.
A norma del codice civile, qualora vi siano più depositari, il depositante ha facoltà di richiedere la cosa: a tutti i depositari. a chi la detiene. ad uno qualsiasi dei depositari. a chi la detiene, informando, al contempo, gli altri depositari.
A norma del codice civile, se la cosa è stata data in deposito anche nell'interesse di un terzo, il depositario si libera restituendo la cosa al depositante senza il consenso del terzo? No, se il terzo ha comunicato al depositante ed al depositario la sua adesione. Sì, se oltre a restituire la cosa al depositante, dia contemporanea comunicazione al terzo dell'avvenuta restituzione. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso.
A norma del codice civile, se nulla sia stato pattuito al riguardo, la restituzione della cosa depositata deve avvenire: nel luogo dove ha domicilio il depositario. nel luogo dove ha domicilio il depositante. nel luogo scelto dal depositario, ove si tratti deposito gratuito. nel luogo in cui doveva essere custodita.
A norma del codice civile, le spese per la restituzione della cosa depositata: sono a carico del depositante, in ogni caso. sono a carico del depositante, nel solo caso che si tratti di deposito gratuito. sono a carico del depositario, in ogni caso. sono a carico del depositario, nel solo caso che si tratti di deposito oneroso.
L'erede del depositario, il quale ha alienato in buona fede la cosa che ignorava essere tenuta in deposito: è obbligato soltanto a restituire il corrispettivo ricevuto. è tenuto a corrispondere al depositante un equo indennizzo. è liberato se restituisce il corrispettivo ricevuto, oltre gli interessi e l'eventuale risarcimento del danno. è tenuto a risarcire il danno al depositante.
A norma del codice civile, se il depositario è convenuto in giudizio da chi rivendica la proprietà della cosa o pretende di avere diritti su di essa: non è tenuto a denunziare la controversia al depositante e non può mai ottenere di essere estromesso dal giudizio, né può liberarsi dall'obbligo di restituire la cosa, che è tenuto a custodire sino alla conclusione del giudizio. deve, sotto pena del risarcimento del danno, denunziare la controversia al depositante, e può ottenere di essere estromesso dal giudizio indicando la persona del medesimo; in questo caso egli può anche liberarsi dall'obbligo di restituire la cosa, depositandola, nei modi stabiliti dal giudice, a spese del depositante. deve, sotto pena del risarcimento del danno, denunziare la controversia al depositante, ma non può mai ottenere di essere estromesso dal giudizio, né può liberarsi dall'obbligo di restituire la cosa, che è tenuto a custodire sino alla conclusione del giudizio. deve, sotto pena del risarcimento del danno, denunziare la controversia al depositante, e può ottenere di essere estromesso dal giudizio indicando la persona del medesimo; neppure in questo caso egli può però liberarsi dall'obbligo di restituire la cosa, che è tenuto a custodire sino alla conclusione del giudizio.
Nel deposito, ed ai fini della restituzione della cosa, il depositario può esigere che il depositante provi di esserne proprietario? Sì, nel solo caso che il deposito sia stato effettuato anche nell'interesse di un terzo. Sì, in ogni caso. No, nel solo caso di deposito oneroso. No, in nessun caso.
Ove il depositario scopra che la cosa depositata proviene da reato e conosca la persona alla quale è stata sottratta, si libera restituendo la cosa al depositante? Sì, in ogni caso, se trattasi di deposito gratuito. Sì, se siano trascorsi dieci giorni dalla denunzia del deposito alla vittima del reato senza che questi gli abbia notificato la sua opposizione alla restituzione. Sì, se, al contempo, comunichi la restituzione alla vittima del reato. No, in nessun caso.
Il depositario che scopra che la cosa depositata è di sua proprietà e che il depositante non ha alcun diritto sulla stessa, è tenuto a restituirla? No. Sì, ma nel solo caso che il depositante presti idonea cauzione. No, ma nel solo caso che abbia tempestivamente provveduto a denunziare la circostanza all'autorità di polizia. Sì, in ogni caso.
A norma del codice civile, se la detenzione della cosa è tolta al depositario in conseguenza di un fatto a lui non imputabile: egli è liberato dall'obbligazione di restituire la cosa, ma deve, sotto pena di risarcimento del danno, denunziare immediatamente al depositante il fatto per cui ha perduto la detenzione. egli non è liberato dall'obbligazione di restituire la cosa, ma deve, sotto pena di risarcimento del danno, denunziare immediatamente al depositante il fatto per cui ha perduto la detenzione qualora il fatto integri gli estremi di un reato. egli non è liberato dall'obbligazione di restituire la cosa e non è mai tenuto a denunziare al depositante il fatto per cui ha perduto la detenzione. egli è liberato dall'obbligazione di restituire la cosa e non è tenuto a denunziare al depositante il fatto per cui ha perduto la detenzione, salvo che si tratti di fatto costituente reato.
A norma del codice civile, se la detenzione della cosa è tolta al depositario in conseguenza di un fatto a lui non imputabile, egli è liberato dall'obbligazione di restituire la cosa, ma deve, sotto pena di risarcimento del danno, denunziare immediatamente al depositante il fatto per cui ha perduto la detenzione: ed il depositante non ha diritto di ricevere ciò che, in conseguenza del fatto stesso, il depositario abbia conseguito, né subentra nei diritti spettanti a quest'ultimo. ed il depositante ha diritto di ricevere ciò che, in conseguenza del fatto stesso, il depositario abbia conseguito, e subentra nei diritti spettanti a quest'ultimo. ed il depositante non ha diritto di ricevere ciò che, in conseguenza del fatto stesso, il depositario abbia conseguito, ma subentra nei diritti spettanti a quest'ultimo. ed il depositante ha diritto di ricevere ciò che, in conseguenza del fatto stesso, il depositario abbia conseguito e subentra nei diritti spettanti a quest'ultimo esclusivamente qualora detto fatto costituisca reato.
A norma del codice civile, il depositante: non è obbligato a rimborsare il depositario delle spese fatte per conservare la cosa ed a tenerlo indenne delle perdite cagionate dal deposito e sono nulli i patti contrari, ed è tenuto invece a pagargli il compenso pattuito. è obbligato a rimborsare il depositario delle spese fatte per conservare la cosa esclusivamente qualora ciò sia stato espressamente pattuito ed è altresì obbligato a tenerlo indenne delle perdite cagionate dal deposito e a pagargli il compenso pattuito. è obbligato a rimborsare il depositario delle spese fatte per conservare la cosa, a tenerlo indenne delle perdite cagionate dal deposito e a pagargli il compenso pattuito. è obbligato a rimborsare il depositario delle spese fatte per conservare la cosa ed a tenerlo indenne delle perdite cagionate dal deposito esclusivamente qualora ciò sia stato espressamente pattuito e a pagargli il compenso esclusivamente qualora il depositario sia un imprenditore commerciale.
In quale tipo di contratto di deposito il depositario, che abbia facoltà di servirsi delle cose fungibili o del danaro ricevuto, ne acquista la proprietà? Nel deposito irregolare. Nel deposito in albergo. Nel deposito nei magazzini generali. Nel deposito in generale.
A norma del codice civile, nel deposito irregolare: si osservano, in quanto applicabili, le norme relative al comodato. si osservano, in quanto applicabili, le norme relative all'appalto di servizi. si osservano, in quanto applicabili, le norme relative al mutuo. si osservano, in quanto applicabili, le norme relative alla somministrazione.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile di ogni deterioramento, distruzione o sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo e, tra le altre, sono considerate cose portate in albergo: esclusivamente le cose che sono depositate nelle apposite cassette di sicurezza che l'albergatore è obbligato a predisporre. esclusivamente le cose che sono formalmente affidate alla custodia dell'albergatore, ovvero delle quali un membro della sua famiglia o un suo ausiliario assumono espressamente la custodia. esclusivamente le cose che vengono introdotte nell'albergo con il consenso dell'albergatore e che gli sono affidate in custodia, mediante loro espressa indicazione in apposito verbale di consegna, limitatamente ad un periodo di tempo ragionevole, precedente o successivo a quello in cui il cliente dispone dell'alloggio. le cose di cui l'albergatore, un membro della sua famiglia o un suo ausiliario assumono la custodia sia nell'albergo, sia fuori dell'albergo, durante un periodo di tempo ragionevole, precedente o successivo a quello in cui il cliente dispone dell'alloggio.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo: e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia sottratto, sino ad un massimo pari alla metà del valore dichiarato in occasione della conclusione del contratto. e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia sottratto, sino ad un massimo della metà del valore effettivo della cosa. e la relativa responsabilità è sempre illimitata. e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia sottratto, sino all'equivalente di cento volte il prezzo di locazione dell'alloggio per giornata.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile di ogni deterioramento, distruzione o sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo e, tra le altre, sono considerate cose portate in albergo: esclusivamente le cose che sono depositate nelle apposite cassette di sicurezza che l'albergatore è obbligato a predisporre. esclusivamente le cose che sono formalmente affidate alla custodia dell'albergatore, ovvero delle quali un membro della sua famiglia o un suo ausiliario assumono espressamente la custodia. le cose che vi si trovano durante il tempo nel quale il cliente dispone dell'alloggio, ovvero quelle di cui l'albergatore, un membro della sua famiglia o un suo ausiliario assumono la custodia, fuori dell'albergo durante il periodo di tempo in cui il cliente dispone dell'alloggio. esclusivamente le cose che vengono introdotte nell'albergo con il consenso dell'albergatore e che gli sono formalmente affidate in custodia, mediante loro espressa indicazione in apposito verbale di consegna.
A norma del codice civile, gli albergatori: sono responsabili di ogni deterioramento, distruzione o sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo. sono responsabili della distruzione o sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo, ma non del loro deterioramento. sono responsabili della sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo, ma non del loro deterioramento, ovvero della loro distruzione. non sono responsabili del deterioramento, della distruzione o sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della distruzione delle cose portate dal cliente in albergo: e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia distrutto, sino all'equivalente di cento volte il prezzo di locazione dell'alloggio per giornata. e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia distrutto, sino ad un massimo della metà del valore effettivo della cosa. senza alcun limite. e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia distrutto, sino ad un massimo pari alla metà del valore dichiarato in occasione della conclusione del contratto.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile del deterioramento delle cose portate dal cliente in albergo: e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia deteriorato, sino all'equivalente di cento volte il prezzo di locazione dell'alloggio per giornata. senza alcun limite. e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia deteriorato, sino ad un massimo della metà del valore effettivo della cosa. e la relativa responsabilità è limitata al valore di quanto sia deteriorato, sino ad un massimo pari alla metà del valore dichiarato in occasione della conclusione del contratto.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della distruzione delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare: ed egli può rifiutarsi di riceverle esclusivamente qualora sussista il ragionevole sospetto che le cose siano di provenienza delittuosa. ed egli può rifiutarsi di riceverle qualora si tratti di oggetti pericolosi, ma non qualora, tenuto conto della importanza e delle condizioni di gestione dell'albergo, abbiano valore eccessivo o natura ingombrante. ed egli può rifiutarsi di riceverle qualora si tratti di oggetti pericolosi o che, tenuto conto della importanza e delle condizioni di gestione dell'albergo, abbiano valore eccessivo o natura ingombrante. ed egli non può in nessun caso rifiutarsi di riceverle.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile del deterioramento delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare: ed egli può rifiutarsi di riceverle qualora si tratti di oggetti pericolosi, ma non qualora, tenuto conto della importanza e delle condizioni di gestione dell'albergo, abbiano valore eccessivo o natura ingombrante. ed egli non può in nessun caso rifiutarsi di riceverle. ed egli può rifiutarsi di riceverle esclusivamente qualora sussista il ragionevole sospetto che le cose siano di provenienza delittuosa. ed egli può rifiutarsi di riceverle qualora si tratti di oggetti pericolosi o che, tenuto conto della importanza e delle condizioni di gestione dell'albergo, abbiano valore eccessivo o natura ingombrante.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare: ed egli può rifiutarsi di riceverle qualora si tratti di oggetti pericolosi o che, tenuto conto della importanza e delle condizioni di gestione dell'albergo, abbiano valore eccessivo o natura ingombrante. ed egli può rifiutarsi di riceverle qualora si tratti di oggetti pericolosi, ma non qualora, tenuto conto della importanza e delle condizioni di gestione dell'albergo, abbiano valore eccessivo o natura ingombrante. ed egli non può in nessun caso rifiutarsi di riceverle. ed egli può rifiutarsi di riceverle esclusivamente qualora sussista il ragionevole sospetto che le cose siano di provenienza delittuosa.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare: ed egli non ha l'obbligo di accettare le carte-valori, il danaro contante e gli oggetti di valore. ed egli ha l'obbligo di accettare le carte-valori, il danaro contante e gli oggetti di valore. ed egli ha l'obbligo di accettare gli oggetti di valore, ma non le carte-valori e il danaro contante. ed egli ha l'obbligo di accettare le carte-valori, ma non il danaro contante e gli oggetti di valore.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile del deterioramento delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata: quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che non aveva l'obbligo di accettare. quando il cliente disponga dell'alloggio per un tempo superiore a quindici giorni. quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare. in ogni caso, anche quando le cose non gli sono state consegnate in custodia.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della distruzione delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata: quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che non aveva l'obbligo di accettare. quando il cliente disponga dell'alloggio per un tempo superiore a quindici giorni. quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare. in ogni caso, anche quando le cose non gli sono state consegnate in custodia.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della distruzione delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare: ed egli non ha l'obbligo di accettare le carte-valori, il danaro contante e gli oggetti di valore. ed egli ha l'obbligo di accettare le carte-valori, ma non il danaro contante e gli oggetti di valore. ed egli ha l'obbligo di accettare gli oggetti di valore, ma non le carte-valori e il danaro contante. ed egli ha l'obbligo di accettare le carte-valori, il danaro contante e gli oggetti di valore.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata: quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che non aveva l'obbligo di accettare quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare. in ogni caso, anche quando le cose non gli sono state consegnate in custodia. quando il cliente disponga dell'alloggio per un tempo superiore a quindici giorni.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata: quando le cose gli sono state consegnate in custodia. in ogni caso, anche quando le cose non gli sono state consegnate in custodia. quando il cliente disponga dell'alloggio per un tempo superiore a quindici giorni. quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che non aveva l'obbligo di accettare.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile del deterioramento delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata: quando le cose gli sono state consegnate in custodia. quando il cliente disponga dell'alloggio per un tempo superiore a quindici giorni. quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che non aveva l'obbligo di accettare. in ogni caso, anche quando le cose non gli sono state consegnate in custodia.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile della distruzione delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata: quando le cose gli sono state consegnate in custodia. in ogni caso, anche quando le cose non gli sono state consegnate in custodia. quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che non aveva l'obbligo di accettare. quando il cliente disponga dell'alloggio per un tempo superiore a quindici giorni.
A norma del codice civile, l'albergatore è responsabile del deterioramento delle cose portate dal cliente in albergo e la responsabilità è illimitata quando ha rifiutato di ricevere in custodia cose che aveva l'obbligo di accettare: ed egli ha l'obbligo di accettare le carte-valori, ma non il danaro contante e gli oggetti di valore. ed egli ha l'obbligo di accettare gli oggetti di valore, ma non le carte-valori e il danaro contante. ed egli non ha l'obbligo di accettare le carte-valori, il danaro contante e gli oggetti di valore. ed egli ha l'obbligo di accettare le carte-valori, il danaro contante e gli oggetti di valore.
A norma del codice civile, l'albergatore non è responsabile della distruzione delle cose portate dal cliente in albergo: esclusivamente quando la distruzione è dovuta a forza maggiore, ovvero alla natura delle cose, ed è invece responsabile quando essa è dovuta al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita. quando la distruzione è dovuta al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, ovvero a forza maggiore, oppure alla natura della cosa. esclusivamente quando la distruzione è dovuta al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, oppure alla natura delle cose, ed è invece responsabile se essa è dovuta a forza maggiore. soltanto quando la distruzione è dovuta al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, oppure a forza maggiore, ed è invece responsabile se essa è dovuta alla natura delle cose.
A norma del codice civile, l'albergatore non è responsabile della sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo: soltanto quando la sottrazione è dovuta al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, oppure a forza maggiore, ed è invece responsabile se essa è dovuta alla natura delle cose. esclusivamente quando la sottrazione è dovuta a forza maggiore, ovvero alla natura delle cose, ed è invece responsabile quando essa è dovuta al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita. quando la sottrazione è dovuta al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, ovvero a forza maggiore, oppure alla natura della cosa. esclusivamente quando la sottrazione è dovuta al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, oppure alla natura delle cose, ed è invece responsabile se essa è dovuta a forza maggiore.
A norma del codice civile, l'albergatore non è responsabile del deterioramento delle cose portate dal cliente in albergo: esclusivamente quando il deterioramento è dovuto a forza maggiore, ovvero alla natura delle cose, ed è invece responsabile quando esso è dovuto al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita. esclusivamente quando il deterioramento è dovuto al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, oppure alla natura delle cose, ed è invece responsabile se esso è dovuto a forza maggiore. quando il deterioramento è dovuto al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, ovvero a forza maggiore, oppure alla natura della cosa. soltanto quando il deterioramento è dovuto al cliente, alle persone che l'accompagnano, che sono al suo servizio o che gli rendono visita, oppure a forza maggiore, ed è invece responsabile se esso è dovuto alla natura delle cose.
A norma del codice civile, la responsabilità dell'albergatore per il deterioramento delle cose portate dal cliente in albergo è limitata al valore di quanto sia deteriorato, sino all'equivalente di cento volte il prezzo di locazione dell'alloggio per giornata: ma egli non può invocare detto limite, quando il deterioramento è dovuto alla natura delle cose. ma egli non può invocare detto limite, quando il deterioramento è dovuto alle persone che accompagnano il cliente o che sono al servizio del medesimo. ma egli non può invocare detto limite, quando il deterioramento è dovuto a colpa sua, dei membri della sua famiglia o dei suoi ausiliari. ma egli non può invocare detto limite, quando il deterioramento è dovuto a forza maggiore.
A norma del codice civile, la responsabilità dell'albergatore per la distruzione delle cose portate dal cliente in albergo è limitata al valore di quanto sia distrutto, sino all'equivalente di cento volte il prezzo di locazione dell'alloggio per giornata: ma egli non può invocare detto limite, quando la distruzione è dovuta alla natura delle cose. ma egli non può invocare detto limite, quando la distruzione è dovuta alle persone che accompagnano il cliente o che sono al servizio del medesimo. ma egli non può invocare detto limite, quando la distruzione è dovuta a forza maggiore. ma egli non può invocare detto limite, quando la distruzione è dovuta a colpa sua, dei membri della sua famiglia o dei suoi ausiliari.
A norma del codice civile, la responsabilità dell'albergatore per la sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo è limitata al valore di quanto sia sottratto, sino all'equivalente di cento volte il prezzo di locazione dell'alloggio per giornata: ma egli non può invocare detto limite, quando la sottrazione è dovuta alle persone che accompagnano il cliente o che sono al servizio del medesimo. ma egli non può invocare detto limite, quando la sottrazione è dovuta a colpa sua, dei membri della sua famiglia o dei suoi ausiliari. ma egli non può invocare detto limite, quando la sottrazione è dovuta a forza maggiore. ma egli non può invocare detto limite, quando la sottrazione è dovuta alla natura delle cose.
A norma del codice civile, i patti tendenti ad escludere preventivamente la responsabilità dell'albergatore per il deterioramento delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono rescindibili. sono risolubili. sono annullabili. sono nulli.
A norma del codice civile, i patti tendenti ad escludere preventivamente la responsabilità dell'albergatore per il deterioramento delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono validi. sono validi, ma inefficaci. sono rescindibili. sono nulli.
A norma del codice civile, i patti tendenti ad escludere preventivamente la responsabilità dell'albergatore per la sottrazione delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono annullabili. sono risolubili. sono nulli. sono rescindibili.
A norma del codice civile, i patti tendenti a limitare preventivamente la responsabilità dell'albergatore per la sottrazione delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono risolubili. sono nulli. sono annullabili. sono rescindibili.
A norma del codice civile, i patti tendenti a limitare preventivamente la responsabilità dell'albergatore per il deterioramento delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono annullabili. sono rescindibili. sono nulli. sono risolubili.
A norma del codice civile, le dichiarazioni tendenti a limitare preventivamente la responsabilità dell'albergatore per la sottrazione delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono annullabili. sono nulle. sono risolubili. sono rescindibili.
A norma del codice civile, i patti tendenti a limitare preventivamente la responsabilità dell'albergatore per la distruzione delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono nulli. sono risolubili. sono annullabili. sono rescindibili.
A norma del codice civile, le dichiarazioni tendenti ad escludere preventivamente la responsabilità dell'albergatore per la sottrazione delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono annullabili. sono nulle. sono risolubili. sono rescindibili.
A norma del codice civile, le dichiarazioni tendenti ad escludere preventivamente la responsabilità dell'albergatore per la distruzione delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono annullabili. sono rescindibili. sono nulle. sono risolubili.
A norma del codice civile, le dichiarazioni tendenti a limitare preventivamente la responsabilità dell'albergatore per la distruzione delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono rescindibili. sono risolubili. sono annullabili. sono nulle.
A norma del codice civile, le dichiarazioni tendenti ad escludere preventivamente la responsabilità dell'albergatore per il deterioramento delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono annullabili. sono risolubili. sono rescindibili. sono nulle.
A norma del codice civile, le dichiarazioni tendenti a limitare preventivamente la responsabilità dell'albergatore per il deterioramento delle cose portate dal cliente nell'albergo: sono nulle. sono annullabili. sono risolubili. sono rescindibili.
Le norme del codice civile che disciplinano la responsabilità dell'albergatore per le cose portate in albergo: si applicano ai veicoli, alle cose lasciate negli stessi ed agli animali vivi. si applicano ai veicoli, ma non si applicano alle cose lasciate negli stessi ed agli animali vivi. si applicano ai veicoli ed alle cose lasciate negli stessi, ma non si applicano agli animali vivi. non si applicano ai veicoli, alle cose lasciate negli stessi ed agli animali vivi.
A norma del codice civile, il cliente, nel caso di deterioramento delle cose che egli ha portato in albergo, non può valersi delle norme del codice civile che disciplinano la responsabilità dell'albergatore: se, dopo aver constatato il deterioramento, denunci il fatto all'albergatore con ritardo ingiustificato, salvo che il deterioramento sia dovuto a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato il deterioramento, denunci il fatto all'albergatore con ritardo ingiustificato, anche qualora il deterioramento sia dovuto a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato il deterioramento, non denunci tempestivamente il fatto all'autorità di P.S., anche qualora il deterioramento sia dovuto a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato il deterioramento, non denunci tempestivamente il fatto all'autorità giudiziaria, anche qualora il deterioramento sia dovuto a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari.
A norma del codice civile, il cliente, nel caso di sottrazione delle cose che egli ha portato in albergo, non può valersi delle norme del codice civile che disciplinano la responsabilità dell'albergatore: se, dopo aver constatato la sottrazione, non denunci tempestivamente il fatto all'autorità di P.S., anche qualora la sottrazione sia dovuta a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato la sottrazione, non denunci tempestivamente il fatto all'autorità giudiziaria, anche qualora la sottrazione sia dovuta a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato la sottrazione, denunci il fatto all'albergatore con ritardo ingiustificato, salvo che la sottrazione sia dovuta a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato la sottrazione, denunci il fatto all'albergatore con ritardo ingiustificato, anche qualora la sottrazione sia dovuta a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari.
A norma del codice civile, il cliente, nel caso di distruzione delle cose che egli ha portato in albergo, non può valersi delle norme del codice civile che disciplinano la responsabilità dell'albergatore: se, dopo aver constatato la distruzione, non denunci tempestivamente il fatto all'autorità giudiziaria, anche qualora la distruzione sia dovuta a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato la distruzione, denunci il fatto all'albergatore con ritardo ingiustificato, salvo che la distruzione sia dovuta a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato la distruzione, denunci il fatto all'albergatore con ritardo ingiustificato, anche qualora la distruzione sia dovuta a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari. se, dopo aver constatato la distruzione, non denunci tempestivamente il fatto all'autorità di P.S., anche qualora la distruzione sia dovuta a colpa dell'albergatore, ovvero dei membri della famiglia di quest'ultimo o dei suoi ausiliari.
Le norme del codice civile che disciplinano la responsabilità dell'albergatore per le cose portate in albergo: non si applicano agli imprenditori di case di cura, stabilimenti di pubblici spettacoli, stabilimenti balneari, pensioni, trattorie. si applicano anche ai gestori di pensioni e trattorie, ma non agli imprenditori di case di cura, stabilimenti di pubblici spettacoli, stabilimenti balneari. si applicano anche agli imprenditori di case di cura, stabilimenti di pubblici spettacoli, stabilimenti balneari, pensioni, trattorie. si applicano anche ai gestori di pensioni, trattorie, stabilimenti di pubblici spettacoli e stabilimenti balneari, ma non agli imprenditori di case di cura.
Il deposito nei magazzini generali è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. un negozio giuridico unilaterale recettizio. una dichiarazione di scienza.
A norma del codice civile, i magazzini generali sono responsabili: della conservazione delle merci depositate, sempre che si provi che la perdita, il calo o l'avaria è derivata da negligenza nella custodia delle merci. della conservazione delle merci depositate, a meno che si provi che la perdita, il calo o l'avaria è derivata da caso fortuito, dalla natura delle merci ovvero da vizi di esse o dell'imballaggio. della conservazione delle merci depositate, qualunque sia la causa della perdita, del calo o dell'avaria delle merci, anche se esse siano dovute a caso fortuito ovvero alla natura delle stesse, a meno che si provi che sono derivate da vizi delle medesime o dell'imballaggio. della conservazione delle merci depositate, qualunque sia la causa della perdita, del calo o dell'avaria delle merci, anche se esse derivino da vizi delle medesime o dell'imballaggio, a meno che si provi che sono derivate da caso fortuito ovvero dalla natura delle stesse.
A norma del codice civile, il depositante, in caso di deposito nei magazzini generali: ha diritto di ispezionare le merci depositate e di ritirare i campioni d'uso. ha diritto di ispezionare le merci depositate e di ritirare i campioni d'uso, esclusivamente quando ciò sia espressamente convenuto. ha diritto di ispezionare le merci depositate, ma non ha diritto di ritirare i campioni d'uso, ed è nulla ogni contraria pattuizione. non ha diritto di ispezionare le merci depositate e di ritirare i campioni d'uso, ed è nulla ogni contraria pattuizione.
A norma del codice civile, in caso di deposito nei magazzini generali, quando, al termine del contratto, non è rinnovato il deposito: i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci, con le modalità ritenute da essi più opportune. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci, osservando le modalità stabilite dal codice civile. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono fare proprie le merci. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere all'abbandono delle merci.
A norma del codice civile, in caso di deposito nei magazzini generali, quando trattasi di deposito a tempo indeterminato, decorso un anno dalla data del deposito: i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono fare proprie le merci. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere all'abbandono delle merci. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci, con le modalità ritenute da essi più opportune. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci, osservando le modalità stabilite dal codice civile.
A norma del codice civile, in caso di deposito nei magazzini generali, quando le merci sono minacciate di deperimento: i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci, con le modalità ritenute da essi più opportune. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci, osservando le modalità stabilite dal codice civile. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere all'abbandono delle merci. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono fare proprie le merci.
A norma del codice civile, in caso di deposito nei magazzini generali, quando, al termine del contratto, le merci non sono ritirate, i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci: e fanno proprio il ricavato della vendita, nella misura stabilita dal presidente della camera di commercio del luogo ove sono ubicati i magazzini generali, i quali devono procedere al deposito giudiziale della residua parte. e il ricavato della vendita, dedotte le spese e quanto altro ad essi spetta, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto. e il ricavato della vendita, senza alcuna deduzione in favore di detti magazzini generali, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto. e fanno proprio il ricavato della vendita.
A norma del codice civile, in caso di deposito nei magazzini generali, quando, al termine del contratto, non è rinnovato il deposito, i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci: e fanno proprio il ricavato della vendita. e il ricavato della vendita, senza alcuna deduzione in favore di detti magazzini generali, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto. e fanno proprio il ricavato della vendita, nella misura stabilita dal presidente della camera di commercio del luogo ove sono ubicati i magazzini generali, i quali devono procedere al deposito giudiziale della residua parte. e il ricavato della vendita, dedotte le spese e quanto altro ad essi spetta, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto.
A norma del codice civile, in caso di deposito nei magazzini generali, quando, trattandosi di deposito a tempo indeterminato, è decorso un anno dalla data del deposito, i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci: e fanno proprio il ricavato della vendita. e il ricavato della vendita, dedotte le spese e quanto altro ad essi spetta, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto. e il ricavato della vendita, senza alcuna deduzione in favore di detti magazzini generali, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto. e fanno proprio il ricavato della vendita, nella misura stabilita dal presidente della camera di commercio del luogo ove sono ubicati i magazzini generali, i quali devono procedere al deposito giudiziale della residua parte.
A norma del codice civile, in caso di deposito nei magazzini generali, quando le merci sono minacciate di deperimento, i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci: e il ricavato della vendita, senza alcuna deduzione in favore di detti magazzini generali, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto. e il ricavato della vendita, dedotte le spese e quanto altro ad essi spetta, deve essere tenuto a disposizione degli aventi diritto. e fanno proprio il ricavato della vendita. e fanno proprio il ricavato della vendita, nella misura stabilita dal presidente della camera di commercio del luogo ove sono ubicati i magazzini generali, i quali devono procedere al deposito giudiziale della residua parte.
A norma del codice civile, in caso di deposito nei magazzini generali, quando, al termine del contratto, le merci non sono ritirate: i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono fare proprie le merci. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci, con le modalità ritenute da essi più opportune. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere alla vendita delle merci, osservando le modalità stabilite dal codice civile. i magazzini generali, previo avviso al depositante, possono procedere all'abbandono delle merci.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate che, tra l'altro, deve indicare: la data ed il luogo in cui sono state acquistate le merci depositate, anche se sono irrilevanti al fine dell'individuazione delle merci. se la merce è stata assicurata. il prezzo al quale sono state acquistate le merci depositate, anche se è irrilevante al fine dell'individuazione delle merci. i motivi del deposito.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate che, tra l'altro, deve indicare: la data ed il luogo in cui sono state acquistate le merci depositate, anche se sono irrilevanti al fine dell'individuazione delle merci. il prezzo al quale sono state acquistate le merci depositate, anche se è irrilevante al fine dell'individuazione delle merci. il luogo del deposito. i motivi del deposito.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate che, tra l'altro, deve indicare: il prezzo al quale sono state acquistate le merci depositate, anche se è irrilevante al fine dell'individuazione delle merci. i motivi del deposito. la natura e la quantità delle cose depositate e gli altri estremi atti ad individuarle. la data ed il luogo in cui sono state acquistate le merci depositate, anche se sono irrilevanti al fine dell'individuazione delle merci.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate che, tra l'altro, deve indicare: il cognome e il nome o la ditta e il domicilio del depositante. i motivi del deposito. il prezzo al quale sono state acquistate le merci depositate, anche se è irrilevante al fine dell'individuazione delle merci. la data ed il luogo in cui sono state acquistate le merci depositate, anche se sono irrilevanti al fine dell'individuazione delle merci.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate, alla quale è unita la nota di pegno e su quest'ultima, tra l'altro, occorre indicare: il prezzo al quale sono state acquistate le merci depositate, anche se è irrilevante al fine dell'individuazione delle merci. la data ed il luogo in cui sono state acquistate le merci depositate, anche se sono irrilevanti al fine dell'individuazione delle merci. i motivi del deposito. il luogo del deposito.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate, alla quale è unita la nota di pegno e su quest'ultima, tra l'altro, occorre indicare: la data ed il luogo in cui sono state acquistate le merci depositate, anche se sono irrilevanti al fine dell'individuazione delle merci. il cognome e il nome o la ditta e il domicilio del depositante. il prezzo al quale sono state acquistate le merci depositate, anche se è irrilevante al fine dell'individuazione delle merci. i motivi del deposito.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate, alla quale è unita la nota di pegno e su quest'ultima, tra l'altro, occorre indicare: i motivi del deposito. la data ed il luogo in cui sono state acquistate le merci depositate, anche se sono irrilevanti al fine dell'individuazione delle merci. il prezzo al quale sono state acquistate le merci depositate, anche se è irrilevante al fine dell'individuazione delle merci. se la merce è stata assicurata.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate, alla quale è unita la nota di pegno e su quest'ultima, tra l'altro, occorre indicare: la data ed il luogo in cui sono state acquistate le merci depositate, anche se sono irrilevanti al fine dell'individuazione delle merci. il prezzo al quale sono state acquistate le merci depositate, anche se è irrilevante al fine dell'individuazione delle merci. la natura e la quantità delle cose depositate e gli altri estremi atti ad individuarle. i motivi del deposito.
A norma del codice civile, i magazzini generali, a richiesta del depositante, devono rilasciare una fede di deposito delle merci depositate, alla quale è unita la nota di pegno: ed esclusivamente il secondo di detti documenti può essere intestato al nome sia del depositante sia di un terzo da questo designato ed è trasferibile. e detti documenti possono intestarsi al nome del depositante o di un terzo da questo designato e sono trasferibili. e nessuno di detti può essere intestato al nome di un terzo designato dal depositante e sono intrasferibili. ed esclusivamente il primo di detti documenti può essere intestato al nome sia del depositante sia di un terzo da questo designato ed è trasferibile.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno, il possessore della sola fede di deposito: sotto la responsabilità dei magazzini generali, quando si tratta di merci infungibili, può ritirare anche parte delle merci, depositando presso la cancelleria del giudice di pace territorialmente competente una somma proporzionale all'ammontare del debito garantito dalla nota di pegno e alla quantità delle merci ritirate. sotto la responsabilità dei magazzini generali, quando si tratta di merci fungibili, può liberamente ritirare anche parte delle merci, senza essere tenuto a depositare presso i magazzini generali una somma proporzionale all'ammontare del debito garantito dalla nota di pegno e alla quantità delle merci ritirate. sotto la responsabilità dei magazzini generali, quando si tratta di merci fungibili, può ritirare anche parte delle merci, depositando presso i magazzini generali una somma proporzionale all'ammontare del debito garantito dalla nota di pegno e alla quantità delle merci ritirate. quando si tratta di merci fungibili, non può in nessun caso ritirare parte delle merci.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno, il girante che ha pagato volontariamente il possessore della nota di pegno: non è surrogato nei diritti di questo, e non può procedere alla vendita delle cose depositate. è surrogato nei diritti di questo, ma non può procedere alla vendita delle cose depositate. non è surrogato nei diritti di questo, ma può procedere alla vendita delle cose depositate decorsi otto giorni dalla scadenza. è surrogato nei diritti di questo, e può procedere alla vendita delle cose depositate decorsi otto giorni dalla scadenza.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno, il possessore della sola nota di pegno che non sia stato soddisfatto alla scadenza: anche se non abbia levato il protesto a norma della legge cambiaria, può far vendere la cosa depositata in conformità delle disposizioni del codice civile, decorsi otto giorni da quello della scadenza. e che abbia levato il protesto a norma della legge cambiaria, può far vendere la cosa depositata in conformità delle disposizioni del codice civile, decorsi otto giorni da quello della scadenza. in nessun caso può far vendere la cosa depositata. anche se non abbia levato il protesto a norma della legge cambiaria, può far propria la cosa depositata.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno e quest'ultima sia trasferita mediante girata, il possessore della nota di pegno: decade dall'azione di regresso contro i giranti, esclusivamente se alla scadenza non leva il protesto e non anche se non fa istanza per la vendita delle cose depositate; nel caso in cui decade dall'azione di regresso egli conserva tuttavia l'azione contro i giranti della fede di deposito e contro il debitore e quest'azione si prescrive in tre anni. decade dall'azione di regresso contro i giranti, se alla scadenza non leva il protesto o se, entro quindici giorni dal protesto, non fa istanza per la vendita delle cose depositate; egli non conserva l'azione contro i giranti della fede di deposito e contro il debitore. non decade in nessun caso dall'azione di regresso contro i giranti. decade dall'azione di regresso contro i giranti, se alla scadenza non leva il protesto o se, entro quindici giorni dal protesto, non fa istanza per la vendita delle cose depositate; egli conserva tuttavia l'azione contro i giranti della fede di deposito e contro il debitore e quest'azione si prescrive in tre anni.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno e quest'ultima sia trasferita mediante girata: il possessore della nota di pegno non decade in nessun caso dall'azione di regresso contro i giranti. il possessore della nota di pegno non ha azione di regresso contro i giranti. il possessore della nota di pegno decade dall'azione di regresso contro i giranti, se alla scadenza non leva il protesto o se, entro quindici giorni dal protesto, non fa istanza per la vendita delle cose depositate. il possessore della nota di pegno decade dall'azione di regresso contro i giranti, esclusivamente se alla scadenza non leva il protesto e non fa istanza per la vendita delle cose depositate.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno e quest'ultima sia trasferita mediante girata: i termini per esercitare l'azione di regresso contro i giranti sono quelli stabiliti dal codice di procedura civile e decorrono dal giorno in cui è avvenuta l'ultima girata. i termini per esercitare l'azione di regresso contro i giranti sono quelli stabiliti dalla legge cambiaria e decorrono dal giorno in cui è avvenuta la vendita delle cose depositate. i termini per esercitare l'azione di regresso contro i giranti sono quelli stabiliti dal codice di procedura civile e decorrono dal giorno in cui è avvenuta la vendita delle cose depositate. i termini per esercitare l'azione di regresso contro i giranti sono quelli stabiliti dal codice di procedura civile e decorrono dal giorno in cui è stato effettuato il deposito.
A norma del codice civile, nel caso di deposito nei magazzini generali, qualora siano rilasciate la fede di deposito e la nota di pegno, il possessore della nota di pegno: può liberamente agire contro il girante, anche prima di avere proceduto alla vendita del pegno, purché si tratti di merci fungibili. non può agire contro il girante, se prima non ha proceduto alla vendita del pegno. può liberamente agire contro il girante, anche prima di avere proceduto alla vendita del pegno. non può mai agire contro il girante, neanche dopo che ha proceduto alla vendita del pegno.
Il sequestro convenzionale è: una dichiarazione di scienza. un contratto necessariamente plurilaterale. un contratto. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
A norma del codice civile, il sequestro convenzionale: è il provvedimento con il quale il giudice, quando è controversa la proprietà o il possesso di beni mobili o immobili, ovvero su istanza del creditore che ha fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito, nomina un custode per l'amministrazione dei beni, sino all'esito del giudizio di accertamento della proprietà o del possesso, ovvero sino al soddisfacimento del creditore istante. è il provvedimento con il quale il giudice, su istanza del creditore che ha fondato timore di perdere la garanzia del proprio credito, nomina un custode dei beni del debitore. è il provvedimento con il quale il giudice, quando è controversa la proprietà o il possesso di beni mobili o immobili, nomina un custode per l'amministrazione dei beni controversi, sino all'esito del giudizio di accertamento della proprietà o del possesso. è il contratto col quale due o più persone affidano a un terzo una cosa, rispetto alla quale sia nata tra esse controversia, perché la custodisca e la restituisca a quella a cui spetterà quando la controversia sarà definita.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, i diritti del sequestratario: sono determinati dal contratto; in mancanza, il contratto è annullabile. sono determinati dal contratto; in mancanza, il contratto è nullo. sono determinati dal contratto; in mancanza, si osservano le disposizioni del codice civile. sono determinati dal contratto; in mancanza, si osservano le disposizioni del codice di procedura civile.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, gli obblighi del sequestratario: sono determinati dal contratto; in mancanza, il contratto è annullabile. sono determinati dal contratto; in mancanza, si osservano le disposizioni del codice civile. sono determinati dal contratto; in mancanza, si osservano le disposizioni del codice di procedura civile. sono determinati dal contratto; in mancanza, il contratto è nullo.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, i poteri del sequestratario: sono determinati dal contratto; in mancanza, si osservano le disposizioni del codice civile. sono determinati dal contratto; in mancanza, il contratto è annullabile. sono determinati dal contratto; in mancanza, il contratto è nullo. sono determinati dal contratto; in mancanza, si osservano le disposizioni del codice di procedura civile.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, i diritti del sequestratario: sono determinati dal contratto. sono esclusivamente stabiliti dal codice civile. sono stabiliti anche dal codice di procedura civile. sono stabiliti solo dalla legge cambiaria.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, gli obblighi del sequestratario: sono determinati dal contratto. sono stabiliti solo dalla legge cambiaria. sono esclusivamente stabiliti dal codice civile. sono stabiliti anche dal codice di procedura civile.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, i poteri del sequestratario: sono inderogabilmente stabiliti dal codice di procedura civile. sono determinati dal contratto. sono inderogabilmente stabiliti dal codice civile. sono inderogabilmente stabiliti dalla legge cambiaria.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale ed il contratto nulla disponga in ordine agli obblighi, ai diritti ed ai poteri del sequestratario: questi, qualora la natura delle cose lo richieda, può amministrarle; in questo caso si applicano le norme dell'agenzia. questi, qualora la natura delle cose lo richieda, ha l'obbligo di amministrarle; in questo caso si applicano le norme della commissione. questi, qualora la natura delle cose lo richieda, può amministrarle; in questo caso si applicano le norme dell'associazione in partecipazione. questi, qualora la natura delle cose lo richieda, ha l'obbligo di amministrarle; in questo caso si applicano le norme del mandato.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale ed il contratto nulla disponga in ordine agli obblighi, ai diritti ed ai poteri del sequestratario: se vi è imminente pericolo di grave deterioramento delle cose mobili affidate al sequestratario, questi può alienarle, dandone pronta notizia agli interessati. se vi è imminente pericolo di grave deterioramento delle cose mobili affidate al sequestratario, questi può alienarle anche senza darne notizia agli interessati. se vi è imminente pericolo di grave deterioramento delle cose mobili affidate al sequestratario, questi può farle proprie e non è tenuto a darne notizia agli interessati. questi non può mai alienare le cose mobili a lui affidate, neppure se vi è imminente pericolo di grave deterioramento delle medesime.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale ed il contratto nulla disponga in ordine agli obblighi, ai diritti ed ai poteri del sequestratario, quest'ultimo: per la custodia delle cose affidategli, è soggetto alle norme del deposito. per la custodia delle cose affidategli, è soggetto alle norme della commissione. per la custodia delle cose affidategli, è soggetto alle norme dell'agenzia. per la custodia delle cose affidategli, è soggetto alle norme del mandato.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale ed il contratto nulla disponga in ordine agli obblighi, ai diritti ed ai poteri del sequestratario: se vi è imminente pericolo di perdita delle cose mobili affidate al sequestratario, questi può farle proprie e non è tenuto a darne notizia agli interessati. se vi è imminente pericolo di perdita delle cose mobili affidate al sequestratario, questi può alienarle anche senza darne notizia agli interessati. questi non può mai alienare le cose mobili a lui affidate, neppure se vi è imminente pericolo di perdita delle medesime. se vi è imminente pericolo di perdita delle cose mobili affidate al sequestratario, questi può alienarle, dandone pronta notizia agli interessati.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale: prima che la controversia sia definita, il sequestratario può essere liberato esclusivamente per accordo delle parti. prima che la controversia sia definita, il sequestratario può essere liberato senza che occorra l'accordo delle parti o giusti motivi, essendo sufficiente che egli comunichi alle parti la sua volontà di liberarsi dagli obblighi. prima che la controversia sia definita, il sequestratario non può essere liberato che per accordo delle parti o per giusti motivi. prima che la controversia sia definita, in nessun caso il sequestratario può essere liberato.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, il sequestratario: non ha diritto a compenso ed è nulla ogni contraria pattuizione, ma egli ha diritto al rimborso delle erogazioni fatte per la conservazione e per l'amministrazione della cosa. ha diritto a compenso, se non si è pattuito diversamente, ed ha diritto al rimborso delle erogazioni fatte per la conservazione e per l'amministrazione della cosa. ha diritto a compenso, se non si è pattuito diversamente, ed ha diritto al rimborso delle erogazioni fatte per la conservazione della cosa, ma non a quelle fatte per l'amministrazione della cosa. non ha diritto a compenso ed è annullabile ogni contraria pattuizione, ma egli ha diritto al rimborso delle erogazioni fatte per la conservazione e per l'amministrazione della cosa.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, il sequestratario: ha diritto a compenso ed è nulla ogni contraria pattuizione, inoltre egli ha diritto al rimborso delle spese fatte per la conservazione della cosa. non ha diritto a compenso ed è nulla ogni contraria pattuizione, ma egli ha diritto al rimborso delle spese fatte per la conservazione della cosa. non ha diritto a compenso ed è annullabile ogni contraria pattuizione, ma egli ha diritto al rimborso delle spese fatte per la conservazione della cosa. ha diritto a compenso, se non si è pattuito diversamente, ed ha diritto al rimborso delle spese fatte per la conservazione della cosa.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, il sequestratario: non ha diritto a compenso ed è nulla ogni contraria pattuizione. non ha diritto a compenso ed è annullabile ogni contraria pattuizione. ha diritto a compenso, se non si è pattuito diversamente. ha diritto a compenso ed è nulla ogni contraria pattuizione.
A norma del codice civile, qualora venga stipulato un contratto di sequestro convenzionale, il sequestratario: ha diritto a compenso, se non si è pattuito diversamente, ed ha diritto al rimborso delle spese fatte per la conservazione e per l'amministrazione della cosa. non ha diritto a compenso ed è annullabile ogni contraria pattuizione, ma egli ha diritto al rimborso delle spese fatte per la conservazione e per l'amministrazione della cosa. non ha diritto a compenso ed è nulla ogni contraria pattuizione, ma egli ha diritto al rimborso delle spese fatte per la conservazione e per l'amministrazione della cosa. ha diritto a compenso, se non si è pattuito diversamente, ed ha diritto al rimborso delle spese fatte per la conservazione della cosa, ma non a quelle fatte per l'amministrazione della cosa.
Il comodato è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Tizio e Caio concludono un contratto con il quale Tizio consegna a Caio una cosa immobile, affinché quest'ultimo se ne serva per un tempo determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta e senza dover corrispondere alcun corrispettivo per l'uso della cosa. In questo caso, le parti hanno concluso un: contratto di locazione. contratto di mandato. contratto di comodato. contratto di vendita a termine.
Il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta senza dover corrispondere alcun corrispettivo per l'uso della cosa è definito: deposito. pegno. comodato. deposito irregolare.
Il comodato: è essenzialmente gratuito. è gratuito, salvo prova contraria. si presume oneroso. si presume gratuito.
Nel contratto di comodato, quale cosa ha l'obbligo di restituire il comodatario? La stessa cosa ricevuta. Una cosa della stessa specie e qualità di quella ricevuta, a scelta del comodante. Una cosa della stessa specie e qualità di quella ricevuta, a propria scelta. Una cosa dello stesso valore di quella ricevuta.
Il comodato: è un contratto che si presume gratuito. è un contratto che si presume oneroso. è un contratto essenzialmente gratuito. è un contratto oneroso.
Tizio e Caio concludono un contratto con il quale Tizio consegna a Caio una cosa mobile, affinché quest'ultimo se ne serva per un tempo determinato con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta e senza che Caio debba corrispondere alcun corrispettivo per l'uso della cosa. In questo caso, le parti hanno concluso un: contratto estimatorio. contratto di comodato. contratto di deposito. contratto di mutuo.
Tizio e Caio concludono un contratto con il quale Tizio consegna a Caio una cosa immobile, affinché quest'ultimo se ne serva per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta e senza dover corrispondere alcun corrispettivo per l'uso della cosa. In questo caso, le parti hanno concluso un: contratto di vendita a termine. contratto di locazione. contratto di mandato. contratto di comodato.
Tizio e Caio concludono un contratto con il quale Tizio consegna a Caio una cosa mobile, affinché quest'ultimo se ne serva per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta e senza che Caio debba corrispondere alcun corrispettivo per l'uso della cosa. In questo caso, le parti hanno concluso un: contratto di mutuo. contratto estimatorio. contratto di deposito. contratto di comodato.
Nel contratto di comodato, il comodatario può concedere ad un terzo il godimento della cosa ricevuta? No, senza il consenso del comodante. Sì, se il comodato è a titolo gratuito. Sì, se gli usi o la natura del contratto lo consentono. Sì, anche senza il consenso del comodante se il contratto è a titolo oneroso.
Il comodatario può concedere ad un terzo il godimento della cosa? No, salvo che vi sia il consenso del comodante. Sì, anche se non vi sia il consenso del comodante. Sì, ma solo per le cose immobili. Sì, ma solo per le cose mobili.
Il comodatario può concedere a un terzo il godimento della cosa ricevuta? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo con il consenso del comodante. Sì, ma solo se oggetto del comodato sono beni immobili.
Il comodatario che impiega la cosa per un tempo più lungo di quello a lui consentito è responsabile della perdita avvenuta per causa a lui non imputabile? No. Sì, qualora non provi che la cosa sarebbe perita anche se l'avesse restituita a tempo debito. Sì, qualora non provi che la cosa era affetta da vizi. No, qualora il comodante non provi che la cosa non era affetta da vizi.
Nel caso in cui il comodatario impieghi la cosa per un uso diverso da quella determinata dal contratto o dalla natura della cosa ed essa perisca per causa a lui non imputabile, qual è la prova liberatoria di responsabilità alla quale il comodatario è ammesso? La prova che la cosa era idonea per l'uso al quale è stata impiegata. La prova che la cosa è perita per caso fortuito. La prova che la cosa è perita per forza maggiore. La prova che la cosa sarebbe perita anche se non l'avesse impiegata per un uso diverso.
Il comodatario che impiega la cosa per un uso diverso è responsabile della perdita avvenuta per causa a lui non imputabile? Sì, qualora non provi che la cosa era inidonea per l'uso diverso. No. No, qualora il comodante non provi che la cosa non era inidonea per l'uso che ne è stato fatto. Sì, qualora non provi che la cosa sarebbe perita anche se non l'avesse impiegata per l'uso diverso.
Il comodatario è responsabile se la cosa perisce: per un caso fortuito a cui poteva sottrarla sostituendola con la cosa propria, o se, potendo salvare una delle due cose, ha preferito la propria. per un caso di forza maggiore a cui poteva sottrarla sostituendolacon la propria ese, potendo salvare una delle due cose, ha preferito la propria. per un caso fortuito a cui poteva sottrarla sostituendola con una cosa altrui. per forza maggiore.
Il comodatario è responsabile se la cosa perisce per un caso fortuito? Sì, nel caso in cui poteva sottrarla al caso fortuito sostituendola con una altrui. Sì, in ogni caso. Sì, nel caso in cui poteva sottrarla al caso fortuito sostituendola con la propria. No, in nessun caso.
Il comodatario è responsabile se la cosa perisce per un caso fortuito? Sì, nel caso in cui, potendo salvare una delle due cose, ha preferito la propria. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, nel caso in cui, potendo salvare più cose, ha preferito quella di un terzo.
Nel caso in cui il comodatario impieghi la cosa per un tempo più lungo di quello a lui consentito ed essa perisca per causa a lui non imputabile, qual è la prova liberatoria di responsabilità alla quale il comodatario è ammesso? La prova che la cosa è perita per caso fortuito. La prova che la cosa sarebbe perita anche se l'avesse restituita a tempo debito. La prova che la cosa è perita per forza maggiore. La prova che la cosa era affetta da vizi.
In caso di perimento della cosa data in comodato, qualora la cosa sia stata stimata al tempo del contratto: il perimento è a carico del comodante, a meno che non sia avvenuto per causa a lui non imputabile. il perimento è a carico del comodatario, a meno che non sia avvenuto per causa a lui non imputabile. il perimento è carico del comodatario, anche se avvenuto per causa a lui non imputabile. il perimento è carico del comodante, anche se avvenuto per causa a lui non imputabile.
Se la cosa data in comodato è stata stimata al tempo del contratto, a carico di chi è il suo perimento? A carico del comodatario, tranne che sia avvenuto per causa a lui non imputabile. A carico del comodante, tranne che sia avvenuto per causa a lui non imputabile. A carico del comodante, anche se avvenuto per causa a lui non imputabile. A carico del comodatario, anche se avvenuto per causa a lui non imputabile.
In materia di comodato, se la cosa si deteriora per effetto dell'uso per cui è stata consegnata e senza colpa del comodatario, questi risponde del deterioramento? No. Sì, ma solo se si tratti di cosa immobile. Sì, ma solo se si tratti di cosa mobile. Sì, sempre.
Mevio, per servirsi di una casa di villeggiatura concessagli in comodato da Filano, ha sostenuto spese ordinarie non aventi carattere di necessità e di urgenza. In questo caso, in assenza di una diversa pattuizione, Mevio: ha diritto al rimborso della minor somma tra le spese sostenute e l'aumento di valore della casa. non ha diritto al rimborso delle spese sostenute. ha diritto al rimborso della metà delle spese sostenute. ha diritto all'intero rimborso delle spese sostenute.
Mevio, per la conservazione di una casa di villeggiatura concessagli in comodato da Filano, ha sostenuto spese straordinarie aventi carattere di necessità e di urgenza. In questo caso, Mevio: ha diritto al rimborso solo della metà delle spese sostenute. ha diritto al rimborso delle spese sostenute solo se si tratti di comodato a tempo determinato. ha diritto al rimborso delle spese sostenute. non ha diritto al rimborso delle spese sostenute.
Se, durante il termine convenuto, sopravviene un impreveduto e urgente bisogno al comodante, questi può esigerne la restituzione immediata? Sì. No. Sì, se era stata preventivamente convenuta. No, a meno che il comodante non restituisca il prezzo convenuto.
Se, durante il termine convenuto, sopravviene un urgente ed impreveduto bisogno al comodante, questi può esigere la restituzione immediata della cosa? Sì. No. Sì, se era stata preventivamente convenuta. Sì, con il consenso del comodatario.
Se, prima che il comodatario abbia cessato di servirsi della cosa, sopravviene un impreveduto bisogno al comodante, questi può esigerne la restituzione immediata? Sì, se era stata preventivamente convenuta. Sì. No. No, a meno che il comodante non restituisca il prezzo convenuto.
Tizio e Caio hanno tra loro concluso un contratto di comodato convenendo un termine per la restituzione della cosa da parte del comodatario Caio. Prima della scadenza del termine pattuito Caio muore. Può Tizio, in assenza di pattuizioni al riguardo, esigere dagli eredi di Caio l'immediata restituzione della cosa? Sì, nel solo caso in cui gli eredi del comodatario non abbiano accettato l'eredità con beneficio d'inventario ovvero non sia stata chiesta la separazione dei beni del defunto da quelli degli eredi. Sì. No. No, ma gli eredi del comodatario, se non hanno accettato l'eredità con il beneficio d'inventario, devono prestare idonea garanzia nei termini indicati dall'autorità giudiziaria adita dal comodante.
In caso di morte del comodatario, il comodante può esigere dagli eredi la immediata restituzione della cosa? Sì, benché sia stato convenuto un termine. Sì, solo se non era stato convenuto un termine. No, salvo che sopravvenga un urgente e impreveduto bisogno del comodante. No.
Se la cosa comodata ha vizi tali che rechino danno a chi se ne serve: il comodante non è tenuto al risarcimento in alcun caso. il comodante è tenuto al risarcimento del danno solo se il comodato è oneroso. il comodante è tenuto al risarcimento anche se, conoscendo i vizi della cosa, ne abbia avvertito il comodatario. il comodante è tenuto al risarcimento qualora, conoscendo i vizi della cosa, non ne abbia avvertito il comodatario.
Il mutuo è: un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto.
In quale momento si perfeziona il contratto di mutuo? Nel momento in cui le cose date a mutuo sono poste nella disponibilità del mutuatario. Nel momento di incontro della volontà delle parti, indipendentemente dalla consegna delle cose date a mutuo. Nel momento in cui il mutuatario ha notizia dell'accettazione del mutuante. Nel momento in cui il mutuante ha accettato la proposta del mutuatario.
Il contratto col quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità, è definito? Comodato. Mutuo. Deposito irregolare. Deposito.
Quali obblighi sorgono in capo al mutuante dal contratto di mutuo? L'obbligo di rimborsare le spese ordinarie sostenute derivanti dal contratto dal mutuatario. Nessuno. L'obbligo di pagare il compenso al mutuatario. L'obbligo di rimborsare solo le spese straordinarie sostenute dal mutuatario.
Quali obblighi sorgono per il mutuatario dal contratto di mutuo? restituire altrettante cose della stessa specie e qualità di quelle date a mutuo con l'aggiunta degli interessi, salvo, in quest'ultimo caso, diversa volontà delle parti. custodire le cose date a mutuo. custodire e restituire le cose date a mutuo. custodire e servirsi delle cose date a mutuo.
Se Tizio consegna a Caio, che ne acquista la proprietà, una determinata quantità di cose fungibili e quest'ultimo si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità, le parti hanno concluso un contratto di: mutuo. comodato. deposito regolare. anticresi.
Le cose date a mutuo: passano in proprietà del mutuatario. passano in godimento del mutuatario. passano in proprietà del mutuatario solo se le parti lo pattuiscono espressamente e per iscritto, mentre negli altri casi passano in godimento del mutuatario. passano in proprietà del mutuatario se il mutuo è oneroso, mentre passano in godimento del mutuatario se il mutuo è gratuito.
Il danaro dato a mutuo: passa in godimento del mutuatario. passa in proprietà del mutuatario. passa in proprietà del mutuatario solo se le parti lo pattuiscono espressamente e per iscritto, mentre negli altri casi passa in godimento del mutuatario. passa in proprietà del mutuatario se il mutuo è oneroso, mentre passa in godimento del mutuatario se il mutuo è gratuito.
Nel contratto di mutuo, il mutuatario acquista la proprietà delle cose date a mutuo? Sì, solo se il mutuo ha ad oggetto una quantità di denaro. Sì, con il consenso del mutuante. Sì. No.
Tizio e Mevio concludono un contratto di mutuo con il quale Tizio consegna dieci chilogrammi d'oro a Mevio il quale si obbliga a restituirli a Tizio entro sei mesi dalla conclusione del contratto. In questo caso, i dieci chilogrammi d'oro dati a mutuo: passano in godimento del mutuatario. passano in proprietà del mutuatario. passano in proprietà del mutuatario solo se le parti lo pattuiscono espressamente e per iscritto, mentre negli altri casi passa in godimento del mutuatario. passano in proprietà del mutuatario se il mutuo è oneroso, mentre passano in godimento del mutuatario se il mutuo è gratuito.
Tizio e Mevio concludono un contratto di mutuo con il quale Tizio consegna la somma di cinquemila euro a Mevio il quale si obbliga a restituirla entro il termine di sei mesi. In questo caso, il danaro mutuato: passa in proprietà del mutuatario. passa in proprietà del mutuatario se le parti lo pattuiscono espressamente e per iscritto, mentre negli altri casi passa in godimento del mutuatario. passa in godimento del mutuatario. passa in proprietà del mutuatario se il mutuo è oneroso, mentre passa in godimento del mutuatario se il mutuo è gratuito.
Le cose fungibili date a mutuo: passano in proprietà del mutuatario. passano in godimento del mutuatario. passano in proprietà del mutuatario se il mutuo è oneroso, mentre passano in godimento del mutuatario se il mutuo è gratuito. passano in proprietà del mutuatario solo se le parti lo pattuiscono espressamente e per iscritto, mentre negli altri casi passano in godimento del mutuatario.
Se nel mutuo sono convenuti interessi usurari: il contratto è risolto di diritto. la clausola è nulla e non sono dovuti interessi. la clausola è nulla e la somma degli interessi è fissata dal giudice secondo equità. il contratto è nullo per contrarietà a norme imperative.
Nel contratto di mutuo, se sono convenuti interessi usurari: la clausola è annullabile. la clausola è nulla e gli interessi sono dovuti nella misura legale. la clausola è valida, ma inefficace tra le parti. la clausola è nulla e non sono dovuti interessi.
Nel contratto di mutuo, il mutuatario deve corrispondere gli interessi al mutuante? Sì, salvo diversa volontà delle parti. No, salvo che sia prevista la restituzione rateale delle cose date a mutuo. No. Sì, solo se espressamente pattuito per iscritto.
A norma del codice civile, se in un contratto di mutuo sono convenuti interessi usurari: la clausola è nulla e gli interessi sono dovuti in misura pari al doppio degli interessi legali. il contratto è nullo. la clausola è nulla ed il mutuante avrà diritto agli interessi solo in ragione di metà rispetto a quelli legali. la clausola è nulla e non sono dovuti interessi.
Nel mutuo il termine per la restituzione si presume stipulato: a favore di entrambe le parti e, se il mutuo è a titolo gratuito, a favore del mutuatario. sempre a favore del mutuatario. a favore del mutuatario se il mutuo è a titolo oneroso e del mutuante se il mutuo è a titolo gratuito. sempre a favore del mutuante.
A norma del codice civile, se il mutuo è a titolo oneroso il termine per la restituzione si presume stipulato a favore: del mutuante. del mutuatario nel caso in cui la parte mutuante sia una società di capitali e del mutuante negli altri casi. di entrambe le parti. del mutuatario.
A norma del codice civile, se il mutuo è a titolo gratuito il termine per la restituzione si presume stipulato a favore: del mutuante in ogni caso. del mutuatario nel caso in cui sia una società di capitali e del mutuante negli altri casi. del mutuatario. di entrambe le parti.
Tizio e Caio concludono un contratto di mutuo con il quale Tizio consegna la somma di venticinquemila euro a Caio che si obbliga a restituirla, senza interessi, in unica soluzione entro due anni dalla conclusione del contratto. In questo caso, il termine per la restituzione: si presume stipulato a favore del mutuante. si presume stipulato a favore del mutuatario. si presume stipulato a favore del mutuante nel caso in cui il mutuo sia stato concluso per atto pubblico e a favore di entrambi negli altri casi. si presume stipulato a favore di entrambe le parti.
Tizio e Caio concludono un contratto di mutuo con il quale Tizio consegna la somma di venticinquemila euro a Caio che si obbliga a restituirla, con interessi, in unica soluzione entro due anni dalla conclusione del contratto. In tal caso il termine per la restituzione: si presume stipulato a favore del mutuante. si presume stipulato a favore del mutuatario nel caso in cui il mutuo sia stato concluso per atto pubblico e a favore del mutuante negli altri casi. si presume stipulato a favore di entrambe le parti. si presume stipulato a favore del mutuatario.
Nel contratto di mutuo, il termine per la restituzione fissato dalle parti si presume stipulato: a favore del mutuatario e, se il mutuo è a titolo gratuito, a favore di entrambe le parti. a favore del mutuatario in ogni caso. a favore di entrambe le parti e, se il mutuo è a titolo gratuito, a favore del mutuatario. a favore del mutuante in ogni caso.
Tizio e Caio concludono un contratto di mutuo con il quale Tizio consegna la somma di venticinquemila euro a Caio che si obbliga a restituirla, con gli interessi legali, in unica soluzione entro due anni dalla conclusione del contratto. In questo caso, il termine per la restituzione: si presume stipulato a favore di entrambe le parti. si presume stipulato a favore del mutuatario. si presume stipulato a favore del mutuante. si presume stipulato a favore del mutuatario nel solo caso in cui il mutuo sia stato concluso per atto pubblico e a favore del mutuante negli altri casi.
Qualora in un contratto di mutuo a titolo gratuito avente ad oggetto una determinata quantità di denaro non sia fissato un termine per la restituzione: si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto. il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. il contratto è nullo.
Qualora in un contratto di mutuo a titolo gratuito non sia fissato il termine per la restituzione: si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto. il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. il contratto è nullo. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto.
Nel contratto di mutuo, se le parti non hanno fissato il termine per la restituzione: il mutuante può esigere in ogni momento la restituzione. questo è desunto dagli usi o, in mancanza è stabilito dal giudice. questo è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. questo è desunto dagli usi o dalla natura dell'affare, avuto riguardo alle circostanze.
Qualora in un contratto di mutuo a titolo oneroso avente ad oggetto una determinata quantità di cose fungibili non sia fissato un termine per la restituzione: il contratto è nullo. il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto.
Qualora in un contratto di mutuo a titolo gratuito avente ad oggetto una determinata quantità di cose fungibili non sia fissato un termine per la restituzione: il contratto è nullo. il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto.
Qualora in un contratto di mutuo avente ad oggetto una determinata quantità di cose fungibili non sia fissato un termine per la restituzione: il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto. il contratto è nullo. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto.
Qualora in un contratto di mutuo avente ad oggetto una determinata quantità di denaro non sia fissato un termine per la restituzione: il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. il contratto è nullo. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto.
Qualora in un contratto di mutuo avente ad oggetto una determinata quantità di cose fungibili sia stato convenuto che il mutuatario paghi solo quando potrà: si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto. il contratto è nullo. il termine per il pagamento è fissato dal giudice. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto.
Qualora in un contratto di mutuo a titolo oneroso non sia fissato il termine per la restituzione: si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto. il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. il contratto è nullo.
Qualora in un contratto di mutuo non sia fissato il termine per la restituzione: si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto. il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. il contratto è nullo. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto.
Qualora in un contratto di mutuo oneroso è stato convenuto che il mutuatario paghi solo quando potrà: il termine per il pagamento è fissato dal giudice. il contratto è nullo. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto. il mutuatario è obbligato alla restituzione non appena il mutuante lo richieda.
Qualora in un contratto di mutuo gratuito è stato convenuto che il mutuatario paghi solo quando potrà: il mutuatario è obbligato alla restituzione non appena il mutuante lo richieda. il termine per il pagamento è fissato dal giudice. il contratto è nullo. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto.
Qualora in un contratto di mutuo è stato convenuto che il mutuatario paghi solo quando potrà: si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto. il termine per il pagamento è fissato dal giudice. il mutuatario è obbligato alla restituzione non appena il mutuante lo richieda. il contratto è nullo.
Qualora in un contratto di mutuo avente ad oggetto una determinata quantità di denaro è stato convenuto che il mutuatario paghi solo quando potrà: il termine per il pagamento è fissato dal giudice. il contratto è nullo. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorso un anno dalla conclusione del contratto. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto.
Qualora in un contratto di mutuo a titolo oneroso avente ad oggetto una determinata quantità di denaro non sia fissato un termine per la restituzione: si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione decorsi sei mesi dalla conclusione del contratto. si presume che il mutuatario sia obbligato alla restituzione a semplice richiesta del mutuante. il termine è stabilito dal giudice, avuto riguardo alle circostanze. il contratto è nullo.
Nel contratto di mutuo, se sono state mutuate cose diverse dal denaro, e la restituzione è divenuta impossibile o notevolmente difficile per causa non imputabile al debitore, questi: è tenuto a pagarne il valore, avuto riguardo al tempo e al luogo in cui la restituzione si doveva eseguire. è liberato. è liberato, ma deve restituire i frutti che abbia eventualmente percepito. è tenuto a pagarne il valore, avuto riguardo al tempo e al luogo in cui si è verificata la impossibilità o la difficoltà di restituzione.
Nel contratto di mutuo, se è stata convenuta la restituzione rateale delle cose mutuate e il mutuatario non adempie l'obbligo del pagamento anche di una sola rata: il mutuante può chiedere, secondo le circostanze, l'immediata restituzione dell'intero. il mutuante può domandare la risoluzione del contratto. il contratto si risolve di diritto. il mutuatario conserva il beneficio del termine se la rata non pagata non supera l'ottava parte della cosa mutuata, in caso contrario il contratto si risolve.
Se il mutuatario non adempie l'obbligo del pagamento degli interessi, il mutuante può chiedere la risoluzione del contratto? No, mai. No, ma può far sequestrare e vendere i beni del mutuatario affinché con il ricavato della vendita si faccia l'impiego di una somma sufficiente a garantire il pagamento dei predetti interessi. Sì. Sì, solo se il mutuatario non gli ha dato le garanzie pattuite o ha diminuito le garanzie concesse.
A norma del codice civile, se il mutuatario non adempie l'obbligo del pagamento degli interessi, il mutuante può chiedere la risoluzione del contratto? Sì. No, ma può far sequestrare e vendere i beni del mutuatario affinché con il ricavato della vendita si faccia l'impiego di una somma sufficiente a garantire il pagamento dei predetti interessi. Sì, solo se il mutuatario non abbia dato le garanzie promesse o abbia diminuito le garanzie date. No.
A norma del codice civile, se il mutuatario non adempie l'obbligo del pagamento degli interessi, il mutuante: può chiedere la risoluzione del contratto solo se gli interessi erano stati convenuti in una misura superiore a quella legale. non può chiedere la risoluzione del contratto ma soltanto che gli interessi, qualora dovuti da almeno sei mesi, producano a loro volta interessi. può chiedere la risoluzione del contratto. non può chiedere la risoluzione del contratto tranne che gli interessi fossero dovuti da oltre sei mesi.
Nel contratto di mutuo, se il mutuatario non adempie l'obbligo del pagamento degli interessi: il mutuante può chiedere la risoluzione del contratto. il contratto si risolve di diritto. al mutuante spetta il risarcimento del danno. il mutuante può chiedere la rescissione del contratto.
A norma del codice civile, se il mutuatario non adempie l'obbligo di pagamento degli interessi, il mutuante: non può chiedere la risoluzione del contratto, ma può soltanto far sequestrare e vendere i beni del mutuatario affinché con il ricavato si faccia l'impiego di una somma sufficiente a garantire il pagamento dei predetti interessi. non può in alcun caso chiedere la risoluzione del contratto. può chiedere la risoluzione del contratto. può chiedere la risoluzione del contratto solo se il mutuatario ha diminuito le garanzie date o non ha dato le garanzie promesse.
Il mutuante è responsabile del danno cagionato al mutuatario per i vizi delle cose date a prestito? No, in nessun caso. Sì, se non prova di averli ignorati senza colpa. Sì, se non prova di averli ignorati anche con colpa. No, se il mutuatario non prova che egli ne aveva conoscenza.
Nel mutuo gratuito, il mutuante è responsabile del danno cagionato al mutuatario per vizi delle cose date a prestito? Sì, se non prova di averli ignorati senza colpa. Sì, solo nel caso in cui, conoscendo i vizi, non ne abbia avvertito il mutuatario. No, in nessun caso. No, se il mutuatario non prova che egli ne aveva conoscenza.
Nella promessa di mutuo, chi ha promesso di dare a mutuo può rifiutare l'adempimento della sua obbligazione? No, salvo che siano prestate idonee garanzie. Sì, se le condizioni patrimoniali dell'altro contraente sono divenute tali da rendere notevolmente difficile la restituzione, e non gli sono offerte idonee garanzie. Sì, se sono venute a mancare le garanzie prestate. No, salvo che le condizioni patrimoniali dell'altro contraente siano divenute tali da porre in evidente pericolo il conseguimento della controprestazione.
È valida la promessa di mutuo? Sì, se fatta per iscritto. Sì, se fatta per atto pubblico. Sì. No.
Tizio ha promesso di dare a mutuo a Caio, che ha accettato, una determinata somma di denaro. In quale delle seguenti ipotesi il codice civile consente a Tizio di rifiutare l'adempimento della sua obbligazione? Se nel contratto non è stato fissato un termine per la restituzione. Se le condizioni patrimoniali di Caio sono divenute tali da rendere notevolmente difficile la restituzione e non gli sono offerte idonee garanzie. Se le condizioni patrimoniali di Caio sono divenute tali da rendere notevolmente difficile la restituzione, ancorché gli siano offerte idonee garanzie. Se le condizioni patrimoniali di Tizio sono divenute tali da rendere notevolmente difficile la dazione delle cose promesse.
Il conto corrente è: un contratto necessariamente plurilaterale. un contratto. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Il contratto col quale le parti si obbligano ad annotare in un conto i crediti derivanti da reciproche rimesse, considerandoli inesigibili e indisponibili fino alla chiusura del conto, è definito: anticipazione bancaria. conto corrente. apertura di credito bancario. sconto bancario.
Qualora il contratto di conto corrente intervenga tra imprenditori, quali sono i crediti che si intendono esclusi dal conto? Quelli estranei alle rispettive imprese. Quelli appartenenti alle rispettive imprese. Quelli derivanti da rimesse estere. Quelli in moneta straniera.
Quali sono i crediti esclusi dal conto corrente? Quelli che non sono suscettibili di compensazione. Quelli che sono suscettibili di compensazione. Quelli che derivano da obbligazioni naturali. Quelli che derivano da obbligazioni risarcitorie.
Sulle rimesse del conto corrente decorrono gli interessi? No. Sì, ma solo se stabilito nel contratto. Sì, nella misura stabilita dal contratto o dagli usi ovvero, in mancanza, in quella legale. Sì, ma solo se stabilito dagli usi.
In quale misura decorrono gli interessi sulle rimesse di conto corrente? Nella sola misura stabilita dagli usi. Nella sola misura stabilita dal contratto. Nella misura stabilita dal contratto o dagli usi ovvero, in mancanza, in quella legale. Nella sola misura legale.
I diritti di commissione sono inclusi nel conto corrente? Sì, salvo convenzione contraria. Sì, senza possibilità di convenzione contraria. No. No, a meno che non siano previsti dagli usi.
Se l'atto da cui deriva il credito incluso nel conto corrente è risoluto: la relativa partita resta sospesa fino alla chiusura del conto. la relativa partita resta inclusa nel conto. la relativa partita si elimina dal conto. la relativa partita è immediatamente esigibile.
L'inclusione di un credito nel conto corrente: esclude l'esercizio delle eccezioni relative all'atto da cui il credito deriva. non esclude l'esercizio delle eccezioni relative all'atto da cui il credito deriva. esclude l'esercizio di qualsiasi eccezione. esclude l'esercizio delle sole eccezioni personali.
L'inclusione di un credito nel conto corrente: esclude l'esercizio di qualsiasi azione. esclude l'esercizio delle sole azioni personali. non esclude l'esercizio delle azioni relative all'atto da cui il credito deriva. esclude l'esercizio delle azioni relative all'atto da cui il credito deriva.
Se l'atto da cui deriva il credito incluso nel conto corrente è rescisso: la relativa partita resta inclusa nel conto. la relativa partita è immediatamente esigibile. la relativa partita resta sospesa fino alla chiusura del conto. la relativa partita si elimina dal conto.
Se l'atto da cui deriva il credito incluso nel conto corrente è dichiarato nullo: la relativa partita è immediatamente esigibile. la relativa partita si elimina dal conto. la relativa partita resta inclusa nel conto. la relativa partita resta sospesa fino alla chiusura del conto.
Se l'atto da cui deriva il credito incluso nel conto corrente è annullato: la relativa partita resta sospesa fino alla chiusura del conto. la relativa partita resta inclusa nel conto. la relativa partita è immediatamente esigibile. la relativa partita si elimina dal conto.
Se il credito incluso nel conto corrente è assistito da una garanzia reale: il correntista ha diritto di valersi della garanzia solo se il credito non è suscettibile di compensazione. il correntista ha diritto di valersi della garanzia per il saldo esistente a suo favore alla chiusura del conto e fino alla concorrenza del credito garantito. il correntista ha diritto di valersi della garanzia per il saldo esistente a suo favore alla chiusura del conto, senza alcun limite. il correntista non ha alcun diritto di valersi della garanzia.
Se il credito incluso nel conto corrente è assistito da una garanzia personale: il correntista non ha alcun diritto di valersi della garanzia. il correntista ha diritto di valersi della garanzia per il saldo esistente a suo favore alla chiusura del conto e fino alla concorrenza del credito garantito. il correntista ha diritto di valersi della garanzia per il saldo esistente a suo favore alla chiusura del conto, senza alcun limite. il correntista ha diritto di valersi della garanzia solo se il credito non è suscettibile di compensazione.
Come può comportarsi il ricevente nel caso in cui il credito verso un terzo incluso in un conto corrente non venga soddisfatto? Può immediatamente esigere il conto. Può solo eliminare la partita dal conto. Può solo agire per la riscossione del credito. Può agire per la riscossione del credito o eliminare la partita dal conto, reintegrando nelle sue ragioni colui che ha fatto la rimessa.
Nel caso in cui il credito verso un terzo incluso in un conto corrente non venga soddisfatto, il ricevente può eliminare la partita dal conto? Sì, anche dopo avere infruttuosamente esercitato le azioni contro il debitore. Sì, ma solo dopo avere infruttuosamente esercitato le azioni contro il debitore. Sì, ma solo prima di avere esercitato le azioni contro il debitore. No, può solo agire per la riscossione.
Nel caso in cui il credito verso un terzo incluso in un conto corrente non venga soddisfatto, il ricevente può agire per la riscossione? No, può solo esigere immediatamente il conto. Sì, senza altra scelta. Sì, a meno che non scelga di eliminare la partita dal conto, reintegrando nelle sue ragioni colui che ha fatto la rimessa. No, può solo eliminare la partita dal conto.
Se il creditore di un correntista ha pignorato l'eventuale saldo del conto spettante al suo debitore: l'altro correntista può, con nuove rimesse, pregiudicare le ragioni del creditore. l'altro correntista non può, con rimesse fatte in dipendenza di diritti sorti prima del pignoramento, pregiudicare le ragioni del creditore. l'altro correntista può esigere immediatamente il conto. l'altro correntista non può, con nuove rimesse, pregiudicare le ragioni del creditore.
Se il creditore di un correntista ha sequestrato l'eventuale saldo del conto spettante al suo debitore: l'altro correntista non può, con rimesse fatte in dipendenza di diritti sorti prima del sequestro, pregiudicare le ragioni del creditore. l'altro correntista non può, con nuove rimesse, pregiudicare le ragioni del creditore. l'altro correntista può, con nuove rimesse, pregiudicare le ragioni del creditore. l'altro correntista può esigere immediatamente il conto.
Se il creditore di un correntista ha sequestrato l'eventuale saldo del conto spettante al suo debitore: il correntista presso cui è stato eseguito il sequestro deve darne notizia all'altro e ciascuno di essi può recedere dal contratto. il correntista presso cui è stato eseguito il sequestro non è obbligato a darne notizia all'altro e nessuno dei due può recedere dal contratto. solo il correntista presso cui è stato eseguito il sequestro può chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento. solo il correntista diverso da quello presso cui è stato eseguito il sequestro può chiedere l'annullamento del contratto.
Se il creditore di un correntista ha pignorato l'eventuale saldo del conto spettante al suo debitore: il correntista presso cui è stato eseguito il pignoramento deve darne notizia all'altro e ciascuno di essi può recedere dal contratto. il correntista presso cui è stato eseguito il pignoramento non è obbligato a darne notizia all'altro e nessuno dei due può recedere dal contratto. solo il correntista presso cui è stato eseguito il pignoramento può chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento. solo il correntista diverso da quello presso cui è stato eseguito il pignoramento può chiedere l'annullamento del contratto.
La chiusura del conto corrente con la liquidazione del saldo è fatta: al termine di ogni semestre, computabile dalla data del contratto, ed è nullo ogni patto contrario. alle scadenze stabilite dal contratto o, in mancanza, dagli usi. in qualsiasi momento uno dei correntisti intenda farla, anche se diversamente stabilito dal contratto o dagli usi. alle scadenze stabilite dal contratto o dagli usi e, in mancanza, al termine di ogni semestre, computabile dalla data del contratto.
L'estratto conto trasmesso da un correntista di conto corrente all'altro si intende approvato: soltanto se non è contestato nel termine pattuito. soltanto se non è contestato nel termine usuale. soltanto se non è contestato nel termine che può ritenersi congruo secondo le circostanze. se non è contestato nel termine pattuito o in quello usuale, o altrimenti nel termine che può ritenersi congruo secondo le circostanze.
Entro quale termine il correntista di conto corrente può contestare l'estratto conto trasmesso dall'altro correntista, affinché non s'intenda approvato? Soltanto nel termine che può ritenersi congruo secondo le circostanze. Soltanto nel termine usuale. Nel termine pattuito o in quello usuale, o altrimenti nel termine che può ritenersi congruo secondo le circostanze. Soltanto nel termine pattuito.
Quali ragioni non precludono il diritto di impugnare il conto corrente, nonostante la sua avvenuta approvazione? Le sole omissioni. Gli errori di scritturazione o di calcolo, le omissioni o le duplicazioni. I soli errori di scritturazione o di calcolo. Le sole duplicazioni.
Dopo l'approvazione, è ancora possibile impugnare l'estratto conto? No, in nessun caso. Sì, ma solo per scritturazioni che siano state poste in essere con frode. Sì, ma solo per errori di scritturazione o di calcolo. Sì, ma solo per errori di scritturazione o di calcolo, per omissioni o per duplicazioni.
A norma del codice civile, se il contratto di conto corrente è a tempo indeterminato, ciascuna delle parti può recedere dal contratto? Sì, a ogni chiusura del conto, dandone preavviso almeno dieci giorni prima. Sì, anche prima della chiusura del conto, senza alcun preavviso. No, in nessun caso. No, a meno che non sia stato diversamente stabilito.
A norma del codice civile, quali effetti produce lo scioglimento del contratto di conto corrente? Impedisce l'inclusione nel conto delle sole rimesse fatte in dipendenza di diritti sorti prima dello scioglimento ed il pagamento del saldo può richiedersi anche prima delle scadenze stabilite dal contratto o dagli usi. Impedisce l'inclusione dei soli crediti verso terzi, ma il pagamento del saldo non può richiedersi che alle scadenze stabilite dal contratto o dagli usi e, in mancanza, al termine di ogni semestre, computabile dalla data del contratto. Impedisce l'inclusione nel conto di nuove partite, ma il pagamento del saldo non può richiedersi che alle scadenze stabilite dal contratto o dagli usi e, in mancanza, al termine di ogni semestre, computabile dalla data del contratto. Non impedisce l'inclusione nel conto di nuove partite ed il pagamento del saldo può richiedersi anche prima delle scadenze stabilite dal contratto o dagli usi.
Il deposito bancario è: un contratto. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto necessariamente plurilaterale.
Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa: ne acquista il possesso, senza obbligo di restituzione. ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria. non ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria. ne acquista la proprietà e può restituirla anche in diversa specie monetaria.
Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa è obbligata a restituirla: alla scadenza del termine convenuto, ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi. alla scadenza del termine convenuto, ovvero a richiesta del depositante, senza osservanza di alcun periodo di preavviso, anche se stabilito. esclusivamente alla scadenza del termine convenuto. alla scadenza del termine convenuto, ovvero entro sei mesi dall'approvazione del conto.
Nei depositi di una somma di danaro presso una banca: i versamenti ed i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale s'è costituito il rapporto. i versamenti ed i prelevamenti si eseguono presso qualsiasi sede della banca. i versamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale s'è costituito il rapporto, i prelevamenti al domicilio del depositante. i versamenti si eseguono al domicilio del depositante, i prelevamenti alla sede della banca presso la quale s'è costituito il rapporto.
Se la banca rilascia un libretto di deposito al risparmio, le annotazioni: firmate dall'impiegato della banca che appare addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra banca e depositante; è nullo ogni patto contrario. firmate dall'impiegato della banca che è addetto al servizio, fanno piena prova nei rapporti tra banca e depositante; è nullo ogni patto contrario. firmate dall'impiegato della banca che appare addetto al servizio, fanno piena prova, salvo patto contrario, nei rapporti tra banca e depositante. firmate dal direttore generale della banca, fanno piena prova, salvo patto contrario, nei rapporti tra depositario e terzo.
Se la banca rilascia un libretto di deposito al risparmio, le annotazioni, perché facciano piena prova nei rapporti tra banca e depositante: devono essere firmate dall'impiegato della banca che è addetto al servizio. devono essere firmate dall'impiegato della banca che appare addetto al servizio, e dal depositante. devono essere firmate dall'impiegato della banca che appare addetto al servizio. devono essere firmate dall'impiegato della banca che è addetto al servizio, e dal depositante.
Salve le disposizioni delle leggi speciali, se il libretto di deposito a risparmio pagabile al portatore, rilasciato dalla banca, è intestato al nome di una determinata persona, la banca: che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata solo se questi è il depositante. che senza colpa adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante. che, anche con dolo o colpa grave, adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante. che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante.
Salve le disposizioni delle leggi speciali, se il libretto di deposito a risparmio pagabile al portatore, rilasciato dalla banca, è contrassegnato in modo diverso dall'intestazione al nome di una determinata persona, la banca: che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante. che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata solo se questi è il depositante. che senza colpa lieve adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante. che, anche con dolo o colpa grave, adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante.
Salve le disposizioni delle leggi speciali, se il libretto di deposito a risparmio rilasciato dalla banca è pagabile al portatore, la banca: che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata solo se questi è il depositante. che, anche con dolo o colpa grave, adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante. che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante. che senza colpa adempie la prestazione nei confronti del possessore è liberata anche se questi non è il depositante.
Nel caso di titoli depositati in amministrazione presso una banca, il patto con il quale si esonera la banca dall'osservare, nella amministrazione dei titoli, l'ordinaria diligenza: deve essere convenuto per iscritto a pena di nullità. è valido, ma deve essere provato per iscritto. è annullabile. è nullo.
Nel servizio delle cassette di sicurezza, la banca risponde verso l'utente: per la idoneità dei locali e per la custodia e l'integrità della cassetta, salvo il caso fortuito. per la idoneità e la custodia dei locali e per l'integrità della cassetta, anche in ipotesi di caso fortuito. per la idoneità e la custodia dei locali e per l'integrità della cassetta, salvo il caso fortuito. per l'idoneità, la custodia e l'integrità della cassetta, anche in ipotesi di caso fortuito.
Nel servizio bancario delle cassette di sicurezza, l'apertura della cassetta intestata a più persone è consentita: singolarmente a ciascuno degli intestatari, salvo diversa pattuizione. singolarmente a ciascuno degli intestatari. È nullo ogni patto contrario congiuntamente a tutti gli intestatari, salvo diversa pattuizione. esclusivamente all'impiegato che appare addetto al servizio, salvo diversa pattuizione.
Il contratto con il quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell'altra parte una somma di denaro a tempo indeterminato, è definito: sconto bancario. apertura di credito bancario. conto corrente bancario. anticipazione bancaria.
Secondo il codice civile, il contratto col quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell'altra parte una somma di denaro per un dato periodo di tempo, è un contratto di: conto corrente bancario. sconto bancario. apertura di credito bancario. anticipazione bancaria.
Nell'apertura di credito bancario, l'accreditato può: utilizzare in più volte il credito, secondo le forme di uso, e può, con successivi versamenti, ripristinare la sua disponibilità. È nullo ogni patto contrario. utilizzare in più volte il credito, secondo le forme d'uso, ma non può, con successivi versamenti, ripristinare la sua disponibilità, se non convenuto altrimenti. utilizzare in più volte il credito, secondo le forme di uso, e può, con successivi versamenti, ripristinare la sua disponibilità, se non è convenuto altrimenti. utilizzare in più volte il credito, secondo le forme d'uso, ma non può, con successivi versamenti, ripristinare la sua disponibilità. È nullo ogni patto contrario.
Se per un'apertura di credito bancario è prestata fideiussione da un terzo, questa si estingue prima della fine del rapporto per il solo fatto che l'accreditato cessa di essere debitore della banca? No. No, salvo che la garanzia sia divenuta insufficiente. Sì. Sì, se l'apertura di credito concessa è classificabile tra i finanziamenti a lungo termine.
Quali sono gli effetti del recesso della banca nel contratto di apertura di credito bancario? Il recesso sospende immediatamente l'utilizzazione del credito, ma la banca deve concedere un termine di almeno quindici giorni per la restituzione delle somme utilizzate e dei relativi accessori. L'utilizzazione del credito è sospesa a decorrere dal quindicesimo giorno dalla comunicazione che ne fa la banca all'accreditato, il quale deve immediatamente restituire le somme utilizzate ed i relativi accessori. Il recesso non sospende l'utilizzazione del credito, ma l'accreditato deve restituire solo gli accessori nel frattempo maturati. Il recesso sospende immediatamente l'utilizzazione del credito e l'accreditato deve immediatamente restituire le somme utilizzate ed i relativi accessori.
Nell'apertura di credito bancario, la banca può recedere dal contratto prima della scadenza? Sì, per qualsiasi motivo. No, per nessun motivo. Sì, ma solo per giusta causa. No, a meno che per sei mesi l'accreditato non esegue più versamenti e prelevamenti.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di merci, la banca: può disporre delle merci ricevute in pegno se ha rilasciato un documento nel quale le cose stesse sono individuate. Il patto contrario può essere provato con ogni mezzo. non può disporre delle merci ricevute in pegno se ha rilasciato un documento nel quale le cose stesse sono individuate. Il patto contrario può essere provato in ogni modo. può disporre delle merci ricevute in pegno se ha rilasciato un documento nel quale le merci stesse sono individuate. Il patto contrario deve essere provato per iscritto. non può disporre delle merci ricevute in pegno se ha rilasciato un documento nel quale le cose stesse sono individuate. Il patto contrario deve essere provato per iscritto.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di titoli, la banca: può disporre dei titoli ricevuti in pegno se ha rilasciato un documento nel quale i titoli stessi sono individuati. Il patto contrario deve essere provato per iscritto. non può disporre dei titoli ricevuti in pegno se ha rilasciato un documento nel quale i titoli stessi sono individuati. Il patto contrario deve essere provato per iscritto. può disporre dei titoli ricevuti in pegno se ha rilasciato un documento nel quale i titoli stessi sono individuati. Il patto contrario può essere provato con ogni mezzo. non può disporre dei titoli ricevuti in pegno se ha rilasciato un documento nel quale i titoli stessi sono individuati. Il patto contrario può essere provato in ogni modo.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di merci, la banca deve: provvedere per conto del contraente all'assicurazione delle merci date in pegno, se, per la natura, il valore o l'ubicazione di esse, l'assicurazione risponde alle cautele di uso. provvedere per conto del contraente all'assicurazione delle merci date in pegno, solo se si tratta di cose per loro natura deperibili. provvedere per conto del contraente all'assicurazione delle merci date in pegno, se, per qualsiasi ragione, l'assicurazione risponde alle cautele di uso. provvedere per conto del contraente all'assicurazione delle merci date in pegno, solo se, per la natura di esse, l'assicurazione è obbligatoria per legge.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di merci, la banca deve: provvedere per conto del contraente all'assicurazione delle merci date in pegno, se, per la natura, il valore o l'ubicazione di esse, l'assicurazione risponde alle cautele d'uso. provvedere per conto proprio all'assicurazione delle merci date in pegno, se, per la natura, il valore o l'ubicazione di esse, l'assicurazione risponde alle cautele di uso. provvedere per conto del contraente all'assicurazione delle merci date in pegno, se il contraente stesso gliene fa richiesta. provvedere in ogni caso, per conto del contraente, all'assicurazione delle merci date in pegno.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di titoli, la banca: oltre al corrispettivo dovutole, ha diritto al rimborso delle spese occorse per la custodia dei titoli, salvo che ne abbia acquistato la disponibilità. oltre al corrispettivo dovutole non ha diritto, in nessun caso, al rimborso delle spese occorse per la custodia dei titoli. oltre al corrispettivo dovutole, ha diritto al rimborso delle spese occorse per la custodia dei titoli, anche se ne ha acquistato la disponibilità. non ha diritto ad alcun corrispettivo, ma al solo rimborso delle spese occorse per la custodia dei titoli, salvo che ne abbia acquistato la disponibilità.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di merci, la banca: oltre al corrispettivo dovutole, ha diritto al rimborso delle spese occorse per la custodia delle merci, salvo che ne abbia acquistato la disponibilità. non ha diritto ad alcun corrispettivo, ma al solo rimborso delle spese occorse per la custodia delle merci, salvo che ne abbia acquistato la disponibilità. oltre al corrispettivo dovutole, ha diritto al rimborso delle spese occorse per la custodia delle merci, anche se ne ha acquistato la disponibilità. oltre al corrispettivo dovutole non ha diritto, in nessun caso, al rimborso delle spese occorse per la custodia delle merci.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di merci, il contraente: anche prima della scadenza del contratto, può ritirare in parte le merci date in pegno, previo rimborso proporzionale delle somme anticipate e delle somme dovute alla banca per le spese di custodia, salvo che il credito residuo risulti insufficientemente garantito. anche prima della scadenza del contratto, può ritirare in parte le merci date in pegno, previo rimborso proporzionale delle somme anticipate e delle somme dovute alla banca per le spese di custodia, anche se il credito residuo risulti insufficientemente garantito. anche prima della scadenza del contratto, può ritirare in parte le merci date in pegno, previo rimborso delle sole somme dovute alla banca per le spese di custodia, salvo che il credito residuo risulti insufficientemente garantito. solo dopo la scadenza del contratto, può ritirare in parte le merci date in pegno, previo rimborso proporzionale delle somme anticipate e delle somme dovute alla banca per le spese di custodia, salvo che il credito residuo risulti insufficientemente garantito.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di titoli, il contraente: anche prima della scadenza del contratto, può ritirare in parte i titoli dati in pegno, previo rimborso proporzionale delle somme anticipate e delle somme dovute alla banca per le spese di custodia, anche se il credito residuo risulti insufficientemente garantito. anche prima della scadenza del contratto, può ritirare in parte i titoli dati in pegno, previo rimborso delle sole somme dovute alla banca per le spese di custodia, salvo che il credito residuo risulti insufficientemente garantito. anche prima della scadenza del contratto, può ritirare in parte i titoli dati in pegno, previo rimborso proporzionale delle somme anticipate e delle somme dovute alla banca per le spese di custodia, salvo che il credito residuo risulti insufficientemente garantito. solo dopo la scadenza del contratto, può ritirare in parte i titoli dati in pegno, previo rimborso proporzionale delle somme anticipate e delle somme dovute alla banca per le spese di custodia, salvo che il credito residuo risulti insufficientemente garantito.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di titoli, se il debitore non ottempera alla richiesta della banca di fornire un supplemento di garanzia giustificato dal diminuito valore di almeno un decimo della garanzia: la banca non può far vendere i titoli, ma ha solo il diritto di recedere dal contratto. la banca può procedere direttamente alla vendita dei titoli a prezzo corrente di mercato. la banca può far vendere i titoli al pubblico incanto o anche a prezzo corrente di mercato, a mezzo di persona autorizzata a tali atti, salvo che le parti non abbiano convenuto forme diverse di vendita. la banca può far vendere i titoli solo al pubblico incanto, senza possibilità per le parti di convenire forme diverse di vendita.
Nell'anticipazione bancaria su pegno di merci, se il debitore non ottempera alla richiesta della banca di fornire un supplemento di garanzia giustificato dal diminuito valore di almeno un decimo della garanzia: la banca non può far vendere le merci, ma ha solo il diritto di recedere dal contratto. la banca può far vendere le merci al pubblico incanto o anche a prezzo corrente di mercato, a mezzo di persona autorizzata a tali atti, salvo che le parti non abbiano convenuto forme diverse di vendita. la banca può far vendere le merci solo al pubblico incanto, senza possibilità per le parti di convenire forme diverse di vendita. la banca può procedere direttamente alla vendita delle merci a prezzo corrente di mercato.
Nell'anticipazione bancaria garantita da pegno irregolare: sono vincolati solo merci o titoli individuati. sono vincolati depositi di denaro, merci o titoli che non siano stati individuati, ma non quelli per i quali sia stata conferita alla banca la facoltà di disporre. sono vincolati solo depositi di denaro. sono vincolati depositi di denaro, merci o titoli che non siano stati individuati o per i quali sia stata conferita alla banca la facoltà di disporre.
Nell'anticipazione bancaria garantita da pegno irregolare: la banca deve restituire solo la somma o la parte delle merci o dei titoli dati in pegno che eccedono l'ammontare dei crediti garantiti, determinando l'eccedenza in relazione al valore delle merci o dei titoli alla data del contratto di anticipazione. la banca deve restituire solo la somma o la parte delle merci o dei titoli dati in pegno che eccedono l'ammontare dei crediti garantiti, determinando l'eccedenza in relazione al valore delle merci o dei titoli al tempo della scadenza dei crediti. la banca deve restituire solo la somma di danaro, trattenendo le merci o i titoli. la banca deve restituire tutta la somma o le merci o i titoli dati in pegno, determinandone il valore al tempo della scadenza dei crediti.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, il correntista: può disporre delle somme risultanti a suo credito con un termine di preavviso di tre giorni. può disporre in ogni momento delle somme risultanti a suo credito, senza l'osservanza di alcun termine di preavviso. È nullo ogni patto contrario. non può disporre immediatamente delle somme risultanti a suo credito, salvo patto contrario. può disporre in ogni momento delle somme risultanti a suo credito, salva l'osservanza del termine di preavviso eventualmente pattuito.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, se tra la banca e il correntista esistono più rapporti, ancorché in monete differenti: i saldi attivi e passivi si compensano reciprocamente. È nullo ogni patto contrario. i saldi attivi e passivi si compensano reciprocamente, salvo patto contrario. i saldi attivi e passivi non si compensano reciprocamente, salvo patto contrario. i saldi attivi e passivi si compensano reciprocamente, solo se in eguale moneta, salvo patto contrario.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, se tra la banca e il correntista esistono più conti, ancorché in monete differenti: i saldi attivi e passivi non si compensano reciprocamente, salvo patto contrario. i saldi attivi e passivi si compensano reciprocamente. È nullo ogni patto contrario. i saldi attivi e passivi si compensano reciprocamente, salvo patto contrario. i saldi attivi e passivi si compensano reciprocamente, solo se in eguale moneta, salvo patto contrario.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, nel caso in cui il conto sia intestato a più persone, con facoltà per le medesime di compiere operazioni anche separatamente: gli intestatari sono considerati creditori o debitori in solido dei saldi del conto. gli intestatari sono considerati creditori o debitori dei saldi del conto, senza vincolo di solidarietà tra loro. ciascun intestatario è considerato creditore o debitore del versamento o del prelevamento da lui eseguito. uno solo degli intestatari, designato nel contratto, è considerato creditore o debitore dei saldi del conto.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, se l'operazione è a tempo indeterminato: ciascuna delle parti può recedere dal contratto, dandone preavviso nel termine stabilito dagli usi, o in mancanza, entro quindici giorni. ciascuna delle parti può recedere dal contratto, senza darne preavviso. il solo correntista può recedere dal contratto, dandone preavviso nel termine stabilito dagli usi, o in mancanza, entro quindici giorni. la sola banca può recedere dal contratto, dandone preavviso nel termine stabilito dagli usi, o in mancanza, entro quindici giorni.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, se una delle parti intende recedere dal contratto, deve darne preavviso? Sì, nel termine stabilito dagli usi, o in mancanza, entro quindici giorni. No. È nullo ogni patto contrario. No, a meno che non sia diversamente pattuito. Sì, nel termine di quindici giorni, senza possibilità di far ricorso agli usi.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, se l'incarico deve eseguirsi su una piazza dove non esistono filiali della banca: questa può incaricare dell'esecuzione un'altra banca o un suo corrispondente. questa deve rifiutare l'esecuzione. questa può incaricare dell'esecuzione solo un suo corrispondente, ma non un'altra banca. questa può incaricare dell'esecuzione un'altra banca, ma non un suo corrispondente.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente, la banca: risponde secondo le regole del mandato per l'esecuzione di incarichi ricevuti dal correntista o da altro cliente. risponde secondo le regole del deposito per l'esecuzione di incarichi ricevuti dal correntista o da altro cliente. non risponde per l'esecuzione di incarichi ricevuti dal correntista o da altro cliente. risponde secondo le regole del mandato per l'esecuzione di incarichi ricevuti dal solo correntista, ma non da altro cliente.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente: l'inclusione nel conto di un credito verso un terzo si presume fatta con la clausola "salvo incasso". È nullo ogni patto contrario. l'inclusione nel conto di un credito verso un terzo si presume fatta con la clausola "salvo incasso", solo se è espressamente previsto dalle parti. l'inclusione nel conto di un credito verso un terzo non è mai fatta con la clausola "salvo incasso". È nullo ogni patto contrario. se non risulta una diversa volontà delle parti, l'inclusione nel conto di un credito verso un terzo si presume fatta con la clausola "salvo incasso".
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente: non sono dovuti i diritti di commissione ed il rimborso delle spese per le operazioni che danno luogo alle rimesse, salvo convenzione contraria. sono dovuti i diritti di commissione ed il rimborso delle spese per le operazioni che danno luogo alle rimesse. Tali diritti non sono inclusi nel conto, salvo convenzione contraria. non sono dovuti i diritti di commissione ed il rimborso delle spese per le operazioni che danno luogo alle rimesse. È nullo ogni patto contrario. sono dovuti i diritti di commissione ed il rimborso delle spese per le operazioni che danno luogo alle rimesse. Tali diritti sono inclusi nel conto, salvo convenzione contraria.
Nelle operazioni bancarie regolate in conto corrente: l'approvazione del conto non preclude il diritto del correntista di impugnarlo per errori di scritturazione o di calcolo, per omissioni o duplicazioni. l'approvazione del conto non preclude il diritto del correntista di impugnarlo per i soli errori di scritturazione o di calcolo. l'approvazione del conto preclude il diritto del correntista di impugnarlo per errori di scritturazione o di calcolo, per omissioni o duplicazioni. l'approvazione del conto non preclude il diritto del correntista di impugnarlo per le sole omissioni o duplicazioni.
Lo sconto bancario è: un contratto necessariamente plurilaterale. un contratto. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Il contratto col quale la banca, previa deduzione dell'interesse, anticipa al cliente l'importo di un credito verso terzi non ancora scaduto, mediante la cessione, salvo buon fine, del credito stesso, è definito: apertura di credito bancario. anticipazione bancaria. factoring bancario. sconto bancario.
Se lo sconto bancario avviene mediante girata di assegno bancario: la banca, nel caso di mancato pagamento, ha solo diritto all'immediato recesso dal contratto. la banca, nel caso di mancato pagamento, oltre ai diritti derivanti dal titolo, ha anche diritto alla restituzione della somma anticipata. la banca, nel caso di mancato pagamento, ha solo i diritti derivanti dal titolo, ma non ha diritto alla restituzione della somma anticipata. la banca, nel caso di mancato pagamento, ha solo diritto alla restituzione della somma anticipata, ma non ha i diritti derivanti dal titolo.
Se lo sconto bancario avviene mediante girata di cambiale: la banca, nel caso di mancato pagamento, ha solo diritto alla restituzione della somma anticipata, ma non ha i diritti derivanti dal titolo. la banca, nel caso di mancato pagamento, ha solo diritto all'immediato recesso dal contratto. la banca, nel caso di mancato pagamento, oltre ai diritti derivanti dal titolo, ha anche diritto alla restituzione della somma anticipata. la banca, nel caso di mancato pagamento, ha solo i diritti derivanti dal titolo, ma non ha diritto alla restituzione della somma anticipata.
La banca che ha scontato tratte documentate: Non ha alcun privilegio. ha sulla merce lo stesso privilegio del mandatario finché il titolo rappresentativo è in suo possesso. non ha sulla merce lo stesso privilegio del mandatario finché il titolo rappresentativo è in suo possesso. ha sulla merce lo stesso privilegio del mandatario anche quando il titolo rappresentativo non è più in suo possesso.
Col contratto di rendita perpetua una parte conferisce all'altra il diritto di esigere in perpetuo la prestazione periodica di una somma di denaro o di una certa quantità di altre cose fungibili, quale corrispettivo: esclusivamente della cessione di un capitale. dell'alienazione di un immobile o della cessione di un capitale. dell'alienazione di un bene mobile o immobile. esclusivamente dell'alienazione di un immobile.
Secondo la nozione del codice civile, il contratto di rendita perpetua è quello con il quale una parte conferisce all'altra il diritto di esigere in perpetuo la prestazione periodica di una somma di denaro o di una certa quantità di altre cose fungibili, quale corrispettivo: dell'alienazione di un bene mobile o della cessione di un credito. dell'alienazione di un immobile o della cessione di un capitale. dell'alienazione di un bene mobile registrato. dell'alienazione di un bene mobile.
Secondo la nozione del codice civile, il contratto di rendita perpetua è quello con il quale una parte, come corrispettivo dell'alienazione di un immobile o della cessione di un capitale, conferisce all'altra il diritto di esigere in perpetuo la prestazione periodica: di una somma di denaro o di una certa quantità di altre cose fungibili. esclusivamente di una somma di denaro. esclusivamente di una certa quantità di cose generiche. esclusivamente di una certa quantità di cose fungibili.
Quando una rendita perpetua viene costituita come corrispettivo dell'alienazione di un immobile, a quali norme è soggetta l'alienazione? Alle norme stabilite per la locazione. Alle norme stabilite per la donazione. Alle norme stabilite per la vendita. Alle norme stabilite per il comodato.
È fondiaria la rendita costituita: mediante la cessione di un capitale. mediante l'alienazione di un bene mobile. esclusivamente mediante l'alienazione di un fondo agricolo. mediante l'alienazione di un immobile.
È semplice la rendita costituita: mediante la cessione di un solo bene mobile registrato. mediante la cessione di un capitale. mediante la cessione di più beni mobili registrati aventi tutti la stessa natura. mediante la cessione di un immobile.
Al creditore di una rendita perpetua costituita a titolo oneroso spetta la garanzia ipotecaria: nel solo caso di rendita semplice di valore superiore a cinquantamila euro. nel caso di rendita semplice. nel solo caso in cui il creditore è minorenne. in nessun caso.
Al creditore di una rendita perpetua semplice spetta: il privilegio speciale su tutti i beni del debitore. il pegno su beni mobili del debitore. l'ipoteca sopra un immobile, altrimenti il capitale è ripetibile. il privilegio generale su tutti i beni del debitore.
Le parti di un contratto di rendita perpetua possono convenire che il riscatto non possa eseguirsi prima di un certo termine? Sì, purché tale termine non ecceda i dieci anni nella rendita semplice e i trenta anni nella rendita fondiaria. No, mai. Sì, ma solo per la rendita semplice e purché tale termine non ecceda i dieci anni. Sì, ma solo per la rendita fondiaria e purché tale termine non ecceda i dieci anni.
Le parti di un contratto di rendita perpetua possono convenire che il riscatto non possa eseguirsi durante la vita del beneficiario? Sì, ma solo quando il beneficiario sia lo stesso stipulante. Sì. Sì, ma solo quando il beneficiario sia persona diversa dallo stipulante. No.
Qualora le parti di un contratto di rendita perpetua fondiaria abbiano convenuto che il debitore non possa eseguire il riscatto prima di quaranta anni, tale termine: si riduce a trenta anni. si considera non apposto. rende nullo l'intero contratto. è valido.
Qualora le parti di un contratto di rendita perpetua semplice abbiano convenuto che il debitore non possa eseguire il riscatto prima di trenta anni, tale termine: si riduce a dieci anni. si considera non apposto. rende nullo l'intero contratto. è valido.
Può essere esercitato il diritto di riscatto della rendita perpetua? No, salvo il caso che il debitore sia in mora nel pagamento di due annualità di rendita. Sì, a volontà del debitore e nonostante qualunque convenzione contraria. No, salvo il caso di insolvenza del debitore. Sì, salvo patto contrario.
La rendita perpetua è redimibile a volontà del debitore? No, mai. Sì, purché non vi sia convenzione contraria. Sì, nonostante qualunque convenzione contraria. Sì, purché ciò sia stato espressamente convenuto.
È possibile il riscatto della rendita perpetua semplice? Sì, e si effettua mediante il pagamento della somma che risulta dalla capitalizzazione della rendita annua sulla base dell'interesse legale. Sì, e si effettua mediante il pagamento della somma che risulta dalla capitalizzazione della rendita decennale sulla base dell'interesse legale. No, non è possibile il riscatto di alcuna rendita perpetua. No, è possibile il riscatto della sola rendita fondiaria.
È possibile il riscatto della rendita perpetua fondiaria? Sì, e si effettua mediante il pagamento della somma che risulta dalla capitalizzazione della rendita decennale sulla base dell'interesse legale. Sì, e si effettua mediante il pagamento della somma che risulta dalla capitalizzazione della rendita annua sulla base dell'interesse legale. No, è possibile il riscatto della sola rendita semplice. No, non è possibile il riscatto di alcuna rendita perpetua.
Può essere costretto al riscatto il debitore di una rendita perpetua se, per effetto di alienazione o di divisione, il fondo su cui è garantita la rendita è diviso fra più persone? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se si tratta di rendita costituita su fondi rustici. Sì, se è diviso fra più di tre persone. No, mai.
Quando per effetto di alienazione o di divisione il fondo su cui è garantita una rendita perpetua è diviso fra più di tre persone: il debitore perde il diritto al riscatto. il debitore non può essere costretto al riscatto. il debitore può essere costretto al riscatto. il contratto di rendita si risolve immediatamente.
Può essere costretto al riscatto il debitore di una rendita perpetua che non abbia dato al creditore le garanzie promesse, o se, venendo a mancare quelle già date, non ne sostituisce altre di uguale sicurezza? Sì, ma solo se si tratta di rendita fondiaria. Sì. Sì, ma solo se si tratta di rendita semplice. No, mai.
Può essere costretto al riscatto il debitore di una rendita perpetua che sia in mora nel pagamento? Sì, ma solo se si tratta di rendita fondiaria. Sì, sempre. Sì, se è in mora nel pagamento di due annualità di rendita. No, mai.
È possibile il riscatto della rendita perpetua nel caso d'insolvenza del debitore? No, a meno che non sia stato pattuito. No, in nessun caso. Sì, salvo che, essendo stato alienato il fondo su cui era garantita la rendita, l'acquirente se ne sia assunto il debito o si dichiari pronto ad assumerlo. Sì, anche nel caso che, essendo stato alienato il fondo su cui era garantita la rendita, l'acquirente se ne sia assunto il debito o si dichiari pronto ad assumerlo.
Il debitore della rendita perpetua o di ogni altra prestazione annua che debba o possa durare oltre i dieci anni: deve fornire a proprie spese al titolare, anche se questi non lo richiede, un nuovo documento, trascorsi nove anni dalla data del precedente. deve fornire a proprie spese al titolare, se questi lo richiede, un nuovo documento, trascorsi nove anni dalla data del precedente. deve fornire a spese comuni al titolare, se questi lo richiede, un nuovo documento, trascorsi nove anni dalla data del precedente. deve fornire a proprie spese al titolare, se questi lo richiede, un nuovo documento, trascorsi cinque anni dalla data del precedente.
In cosa consiste la ricognizione prevista a carico del debitore della rendita perpetua o di ogni altra prestazione annua che debba o possa durare oltre i dieci anni? Nella fornitura a proprie spese al titolare, anche se questi non lo richiede, di un nuovo documento, trascorsi nove anni dalla data del precedente. Nella fornitura a proprie spese al titolare, se questi lo richiede, di un nuovo documento, trascorsi nove anni dalla data del precedente. Nella fornitura a proprie spese al titolare, se questi lo richiede, di un nuovo documento, trascorsi cinque anni dalla data del precedente. Nella fornitura a spese comuni al titolare, se questi lo richiede, di un nuovo documento, trascorsi nove anni dalla data del precedente.
Le disposizioni del codice civile relative alla rendita perpetua: si applicano anche alle rendite emesse dallo Stato. non si applicano alle rendite emesse dallo Stato. non si applicano alle rendite emesse dallo Stato, ad eccezione di quelle relative alla ricognizione. non si applicano alle rendite emesse dallo Stato, ad eccezione di quelle relative al riscatto.
A norma del codice civile, la rendita vitalizia può essere costituita a titolo oneroso: mediante alienazione di un bene mobile o immobile o mediante cessione di capitale. solo mediante alienazione di bene immobile o mediante cessione di capitale. solo mediante cessione di capitale. solo mediante cessione di bene immobile.
A norma del codice civile, la rendita vitalizia può essere costituita: solo per donazione o per testamento. solo a titolo oneroso. solo per testamento. a titolo oneroso ed anche per donazione o per testamento.
La rendita vitalizia può essere costituita per testamento? Sì, ma solo a favore degli eredi legittimi. Sì. No. Sì, ma solo a favore dei legittimari.
La rendita vitalizia può essere costituita a titolo oneroso? No, solo a titolo gratuito per donazione o per testamento. Sì, esclusivamente mediante cessione di un bene immobile. Sì, mediante alienazione di un bene mobile o immobile o mediante cessione di capitale. Sì, se costituita a favore di un terzo.
La rendita vitalizia può costituirsi anche per la durata della vita di persona diversa dal beneficiario? Sì, purché la rendita non sia costituita quale corrispettivo dell'alienazione di un immobile. Sì, anche se la diversa persona la cui vita è contemplata non è legata da alcun vincolo di parentela o affinità con il beneficiario. No. Sì, purché la diversa persona la cui vita è contemplata sia legata da vincolo di parentela in linea retta con il beneficiario.
La rendita vitalizia può costituirsi per la durata della vita: del solo beneficiario. del beneficiario o di altra persona. del solo debitore. solo di persona diversa dal beneficiario e dal debitore.
La rendita vitalizia può costituirsi per la durata della vita di più persone? Sì, salvo che la rendita sia costituita a favore di un terzo. Sì, purché per la durata della vita di persone tra loro legate da vincolo di parentela in linea retta. No. Sì, anche per la durata della vita di persone tra loro non legate da alcun vincolo di parentela o affinità.
La rendita vitalizia può essere costituita per la durata della vita di una persona diversa dal beneficiario? Sì. No. No, salvo che sia stata costituita a titolo gratuito. Sì, ma solo di familiari del beneficiario.
Se la rendita vitalizia è costituita a favore di più persone, la parte spettante al creditore premorto: si accresce a favore degli altri, nonostante patto contrario. è redimibile a volontà del debitore. si trasmette agli eredi del creditore. si accresce a favore degli altri, salvo patto contrario.
Se la rendita vitalizia è costituita a favore di più persone, la parte spettante al creditore premorto: si accresce comunque a favore degli altri, nonostante qualsiasi patto contrario. non si accresce mai a favore degli altri. si accresce a favore degli altri, salvo patto contrario. si accresce a favore degli altri, solo se sia stato espressamente pattuito.
La rendita vitalizia può essere costituita a favore di più persone? No, salvo che sia costituita a titolo oneroso. No. Sì. Sì, se appartengono tutte allo stesso nucleo familiare.
Nel caso di rendita vitalizia costituita a favore di più persone, la parte spettante al creditore premorto: si accresce a favore degli altri, salvo patto contrario. si accresce a favore degli altri, nonostante qualsiasi patto contrario. non è più dovuta, salvo patto contrario. non è più dovuta, nonostante qualsiasi patto contrario.
Tizio e Caio hanno stipulato un contratto con il quale Tizio ha alienato a Caio il fondo Tuscolano e, quale corrispettivo dell'alienazione, Caio si è impegnato a corrispondere congiuntamente ai tre amici di Tizio - Primo, Secondo e Terzo - una rendita vitalizia per tutta la durata della vita di esso debitore. Nel contratto nulla è stato pattuito per l'ipotesi della morte dei vitaliziati. Dopo poco tempo Caio viene informato che Primo è morto senza discendenti, pertanto: dovrà continuare a corrispondere a Secondo e Terzo l'intera rendita. dovrà corrispondere a Secondo e Terzo solo due terzi della rendita convenuta, essendosi estinta l'obbligazione per il restante terzo. dovrà corrispondere a Secondo e Terzo solo due terzi della rendita convenuta, mentre il restante terzo dovrà essere corrisposto agli eredi di Primo. non dovrà più corrispondere alcuna rendita.
Tizio e Caio vogliono concludere un contratto con il quale Tizio alienerà a Caio il fondo Tuscolano e, quale corrispettivo dell'alienazione, Caio si impegnerà a corrispondere a Tizia, moglie di Tizio, una rendita vitalizia per tutta la durata della vita della beneficiaria. Per tale contratto sono richieste le forme stabilite per la donazione? No. Sì. Sì, salvo che si tratti di rendita di modico valore. No, salvo che Tizia intervenga nel contratto per accettare.
La rendita vitalizia costituita a titolo oneroso a favore di un terzo richiede le forme stabilite per la donazione? Sì, salvo che si tratti di rendita di modico valore. No. Sì, sempre. Sì, ma solo quando importi per il terzo una liberalità.
La rendita vitalizia costituita a favore di un terzo che importi per questo una liberalità: è soggetta alle norme stabilite per la donazione, se costituita per il bisogno alimentare del creditore. non richiede le forme stabilite per la donazione. è soggetta alle norme stabilite per la donazione. è soggetta alle norme stabilite per la donazione, salvo che sia costituita per il bisogno alimentare del creditore.
Il contratto di rendita vitalizia costituita per la durata della vita di persona che, al tempo del contratto, aveva già cessato di vivere è: annullabile. nullo. valido. risolubile.
Se la rendita vitalizia è costituita per la durata della vita di persona che, al tempo del contratto, aveva già cessato di vivere: il contratto è valido se è stato costituito per la durata della vita di persona diversa dal beneficiario. il contratto è nullo. il contratto è annullabile su istanza degli eredi. il contratto è valido, ma inefficace.
In quale delle seguenti ipotesi, il creditore di una rendita vitalizia costituita a titolo oneroso può chiedere la risoluzione del contratto? In caso di mancato pagamento di almeno due rate di rendita scadute. In caso di mancato pagamento delle rate di rendita scadute. In caso di pericolo di insolvenza del debitore. Quando il promittente non gli dà o diminuisce le garanzie pattuite.
Il creditore di una rendita vitalizia costituita a titolo oneroso può chiedere la risoluzione del contratto? No. Sì, in caso di mancato pagamento delle rate di rendita già scadute. No, salvo patto contrario. Sì, se il promittente non gli dà o diminuisce le garanzie pattuite.
In caso di mancato pagamento delle rate scadute, il creditore della rendita vitalizia può domandare la risoluzione del contratto? Sì, ma solo quando il creditore non sia lo stesso stipulante. Sì, ma solo quando il creditore sia lo stesso stipulante. Sì. No.
In caso di mancato pagamento delle rate di rendita scadute, il creditore della rendita vitalizia può: far sequestrare e vendere i beni del suo debitore affinché col ricavato della vendita si faccia l'impiego di una somma sufficiente ad assicurare il pagamento della rendita. chiedere la risoluzione del contratto. chiedere la risoluzione del contratto, ma solo quando il creditore sia lo stesso stipulante. chiedere la risoluzione del contratto, ma solo quando il creditore non sia lo stesso stipulante.
Il debitore di una rendita vitalizia può domandare la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta? Sì. Sì, ma deve rinunziare alla ripetizione delle annualità pagate. Sì, qualora offra il rimborso del capitale. No, egli è tenuto a pagare la rendita per tutto il tempo per il quale è stata costituita.
Il debitore di una rendita vitalizia può esercitare il diritto di riscatto? Sì, nonostante qualunque convenzione contraria. Sì, se rinunzia alla ripetizione delle annualità pagate. No, salvo patto contrario. Sì, se offre il rimborso del capitale.
Il debitore della rendita vitalizia può liberarsi dal pagamento della rendita stessa offrendo il rimborso del capitale e rinunziando alla ripetizione delle annualità pagate? Sì, sempre. Sì, salvo patto contrario. No, salvo patto contrario. No, mai.
La rendita vitalizia costituita mediante contratto: è dovuta al creditore in proporzione del numero degli anni vissuti da colui sulla vita del quale è costituita, senza tener conto dei mesi e dei giorni. è dovuta al creditore in una somma fissa che non tiene conto del numero dei giorni vissuti da colui sulla vita del quale è costituita. è dovuta al creditore nella misura del cinquanta per cento del numero dei giorni vissuti da colui sulla vita del quale è costituita. è dovuta al creditore in proporzione del numero dei giorni vissuti da colui sulla vita del quale è costituita.
In quale misura è dovuta al creditore la rendita vitalizia costituita mediante contratto? In proporzione del numero degli anni vissuti da colui sulla vita del quale è costituita, senza tener conto dei mesi e dei giorni. In proporzione del numero dei giorni vissuti da colui sulla vita del quale è costituita. Nella misura del cinquanta per cento del numero dei giorni vissuti da colui sulla vita del quale è costituita. In una somma fissa che non tiene conto del numero dei giorni vissuti da colui sulla vita del quale è costituita.
Si può disporre che la rendita vitalizia non sia soggetta a pignoramento o a sequestro? Sì, a qualunque titolo sia stata costituita, ma limitatamente al bisogno alimentare del creditore. Sì, sempre. No, mai. Sì, ma solo se è costituita a titolo gratuito e limitatamente al bisogno alimentare del creditore.
L'assicurazione è: un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza.
A norma del codice civile, l'assicurazione è il contratto col quale l'assicuratore,: verso pagamento di un prezzo, si obbliga a rivalere l'assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a corrispondergli una rendita vitalizia. verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l'assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana. verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l'assicurato, anche oltre i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana. verso pagamento di un premio, si obbliga soltanto a rivalere l'assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ma non a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana.
A norma del codice civile, qual è l'efficacia della proposta scritta diretta all'assicuratore? Essa rimane ferma per il termine di quindici giorni, o di trenta giorni quando occorre una visita medica. Il termine decorre dalla data della consegna o della spedizione della proposta. Essa rimane ferma per il termine di quindici giorni, o di trenta giorni quando occorre l'allegazione di certificati pubblici. Il termine decorre dalla data della consegna della proposta. Essa rimane ferma per il termine di quindici giorni, anche quando occorre una visita medica. Il termine decorre dalla data della consegna o della spedizione della proposta. Essa rimane ferma per il termine di quindici giorni, o di trenta giorni quando occorre una visita medica. Il termine decorre dalla data della spedizione della proposta.
A norma del codice civile, la proposta scritta diretta all'assicuratore: rimane ferma per il termine di quindici giorni, o di trenta giorni quando occorre l'allegazione di certificati pubblici. Il termine decorre dalla data della consegna della proposta. rimane ferma per il termine di quindici giorni, anche quando occorre una visita medica. Il termine decorre dalla data della consegna o della spedizione della proposta. rimane ferma per il termine di trenta giorni, che decorre dalla data della spedizione della proposta. rimane ferma per il termine di quindici giorni, o di trenta giorni quando occorre una visita medica. Il termine decorre dalla data della consegna o della spedizione della proposta.
A norma del codice civile, l'assicuratore è obbligato a rilasciare al contraente la polizza di assicurazione o altro documento da lui sottoscritto, nonché: a rilasciare, a richiesta e spese del contraente, duplicati o copie della polizza; ma in tal caso può esigere la presentazione o la restituzione dell'originale. a rilasciare, a richiesta e spese del contraente, duplicati o copie della polizza; ma in tal caso non può esigere la presentazione o la restituzione dell'originale. a rilasciare, a proprie spese, duplicati o copie della polizza; ma in tal caso può esigere la presentazione o la restituzione dell'originale. a rilasciare, a richiesta e spese del contraente, duplicati o copie della polizza; ma in tal caso può esigere la sola presentazione dell'originale.
A norma del codice civile, se la polizza d'assicurazione è al portatore: l'assicuratore è liberato se senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del portatore della polizza, solo se questi è assicurato. l'assicuratore non è mai liberato se adempie la prestazione nei confronti del portatore della polizza, anche se questi non è assicurato. l'assicuratore è liberato se senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del portatore della polizza, anche se questi non è assicurato. l'assicuratore è liberato se con colpa adempie la prestazione nei confronti del portatore della polizza, anche se questi non è assicurato.
A norma del codice civile, se la polizza d'assicurazione è all'ordine: l'assicuratore è liberato se con colpa adempie la prestazione nei confronti del giratario della polizza, anche se questi non è assicurato. l'assicuratore è liberato se senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del giratario della polizza, anche se questi non è assicurato. l'assicuratore è liberato se senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti del giratario della polizza, solo se questi è assicurato. l'assicuratore non è mai liberato se adempie la prestazione nei confronti del giratario della polizza, anche se questi non è assicurato.
A norma del codice civile, se il contraente stipula l'assicurazione in nome altrui senza averne il potere, il contraente stesso: non è tenuto personalmente ad osservare gli obblighi derivanti dal contratto, a meno che non sia stato espressamente stabilito. è tenuto personalmente ad osservare gli obblighi derivanti dal contratto fino al momento in cui l'assicuratore ha avuto notizia della ratifica o del rifiuto di questa. non è tenuto personalmente ad osservare gli obblighi derivanti dal contratto. è tenuto personalmente ad osservare gli obblighi derivanti dal contratto anche oltre il momento in cui l'assicuratore ha avuto notizia della ratifica o del rifiuto di questa.
A norma del codice civile, se il contraente stipula l'assicurazione in nome altrui senza averne il potere: l'interessato può ratificare il contratto anche dopo la scadenza o il verificarsi del sinistro. l'interessato può ratificare il contratto solo dopo la scadenza o il verificarsi del sinistro. l'interessato può ratificare il contratto solo prima della scadenza o del verificarsi del sinistro. l'interessato non può ratificare il contratto.
A norma del codice civile, se il contraente stipula l'assicurazione in nome altrui senza averne il potere, l'interessato può ratificare il contratto? Sì, solo prima della scadenza o del verificarsi del sinistro. Sì, solo dopo la scadenza o il verificarsi del sinistro. Sì, anche dopo la scadenza o il verificarsi del sinistro. No, in nessun momento.
A norma del codice civile, nel contratto di assicurazione per conto altrui: all'assicurato non è opponibile alcuna eccezione. all'assicurato sono opponibili le eccezioni che si possono opporre al contraente anche non in dipendenza del contratto. all'assicurato non sono opponibili le eccezioni che si possono opporre al contraente in dipendenza del contratto. all'assicurato sono opponibili le eccezioni che si possono opporre al contraente in dipendenza del contratto.
Quali obblighi deve adempiere il contraente che stipula l'assicurazione per conto di chi spetta? Nessun obbligo, salvo quelli che per loro natura non possono essere adempiuti che dall'assicurato. Nessun obbligo. Quelli derivanti dal contratto, compresi quelli che per loro natura non possono essere adempiuti che dall'assicurato. Quelli derivanti dal contratto, salvo quelli che per loro natura non possono essere adempiuti che dall'assicurato.
A norma del codice civile, quali obblighi deve adempiere il contraente che stipula l'assicurazione per conto altrui? Quelli derivanti dal contratto, compresi quelli che per loro natura non possono essere adempiuti che dall'assicurato. Nessun obbligo, salvo quelli che per loro natura non possono essere adempiuti che dall'assicurato. Nessun obbligo. Quelli derivanti dal contratto, salvo quelli che per loro natura non possono essere adempiuti che dall'assicurato.
A norma del codice civile, quali sono le conseguenze dell'annullamento del contratto di assicurazione, per dichiarazioni inesatte o per reticenze del contraente, nel caso in cui l'assicurazione riguarda più persone o più cose? Il contratto è valido per quelle persone o per quelle cose alle quali si riferisce la dichiarazione inesatta o la reticenza. Il contratto è valido per quelle persone o per quelle cose alle quali non si riferisce la dichiarazione inesatta o la reticenza. Il contratto è invalido anche per quelle persone o per quelle cose alle quali non si riferisce la dichiarazione inesatta o la reticenza. Il contratto resta sospeso per quelle persone o per quelle cose diverse da quelle alle quali non si riferisce la dichiarazione inesatta o la reticenza.
A norma del codice civile, nel contratto di assicurazione, le reticenze del contraente, relative a circostanze tali che l'assicuratore non avrebbe dato il suo consenso o non lo avrebbe dato alle medesime condizioni se avesse conosciuto il vero stato delle cose: sono causa di annullamento del contratto quando il contraente ha agito con dolo. sono giusta causa di recesso dal contratto quando il contraente ha agito con dolo o con colpa grave. sono causa di annullamento del contratto quando il contraente ha agito con dolo o con colpa grave. sono causa di risoluzione del contratto quando il contraente ha agito con dolo o con colpa grave.
A norma del codice civile, nel contratto di assicurazione, le dichiarazioni inesatte del contraente, relative a circostanze tali che l'assicuratore non avrebbe dato il suo consenso o non lo avrebbe dato alle medesime condizioni se avesse conosciuto il vero stato delle cose: sono causa di annullamento del contratto quando il contraente ha agito con dolo. sono causa di risoluzione del contratto quando il contraente ha agito con dolo o con colpa grave. sono giusta causa di recesso dal contratto quando il contraente ha agito con dolo o con colpa grave. sono causa di annullamento del contratto quando il contraente ha agito con dolo o con colpa grave.
A norma del codice civile, nel contratto di assicurazione, se il contraente ha agito senza dolo o colpa grave, le reticenze: non sono causa di annullamento del contratto, né l'assicuratore può recedere dal contratto stesso. non sono causa di annullamento del contratto, ma l'assicuratore può recedere dal contratto stesso, mediante dichiarazione da farsi all'assicurato nei tre mesi dal giorno in cui ha conosciuto la reticenza. non sono causa di annullamento del contratto, ma l'assicuratore può recedere dal contratto stesso, mediante dichiarazione da farsi all'assicurato nei tre mesi dal giorno in cui s'è verificata la reticenza. sono causa di annullamento del contratto.
A norma del codice civile, nel contratto di assicurazione, se il contraente ha agito senza dolo o colpa grave, le dichiarazioni inesatte: sono causa di annullamento del contratto. non sono causa di annullamento del contratto, né l'assicuratore può recedere dal contratto stesso. non sono causa di annullamento del contratto, ma l'assicuratore può recedere dal contratto stesso, mediante dichiarazione da farsi all'assicurato nei tre mesi dal giorno in cui ha conosciuto l'inesattezza della dichiarazione. non sono causa di annullamento del contratto, ma l'assicuratore può recedere dal contratto stesso, mediante dichiarazione da farsi all'assicurato nei tre mesi dal giorno in cui è stata resa l'inesatta dichiarazione.
A norma del codice civile, il contratto di assicurazione è nullo: se il rischio non è mai esistito o ha cessato di esistere prima della conclusione del contratto. se il rischio non è mai esistito o ha cessato di esistere dopo la conclusione del contratto. solo se il rischio ha cessato di esistere prima della conclusione del contratto. solo se il rischio non è mai esistito.
A norma del codice civile, qualora gli effetti dell'assicurazione debbano avere inizio in un momento posteriore alla conclusione del contratto e il rischio cessi nell'intervallo: il contratto si scioglie, ma l'assicuratore ha diritto al pagamento dei premi finché la cessazione del rischio non gli sia comunicato o non venga altrimenti a sua conoscenza. l'assicuratore ha diritto al solo rimborso delle spese. il contratto si scioglie e l'assicuratore non ha più diritto al pagamento dei premi fin dal momento della cessazione del rischio. il contratto è annullabile ad istanza dell'assicuratore, in mancanza della quale continua a produrre i suoi effetti.
A norma del codice civile, quali sono gli effetti della cessazione del rischio dopo la conclusione del contratto di assicurazione? Il contratto si scioglie, ma l'assicuratore ha diritto al pagamento dei premi finché la cessazione del rischio non gli sia comunicata o non venga altrimenti a sua conoscenza. Il contratto si scioglie e l'assicuratore non ha più diritto al pagamento dei premi fin dal momento della cessazione del rischio. Il contratto è annullabile ad istanza dell'assicuratore, in mancanza della quale continua a produrre i suoi effetti. Il contratto è nullo, ma l'assicuratore ha diritto al pagamento dei premi finché la cessazione del rischio non gli sia comunicato o non venga altrimenti a sua conoscenza.
A norma del codice civile, quali sono gli effetti della diminuzione del rischio nel contratto di assicurazione? L'assicuratore non può esigere che il minor premio, ma ha facoltà di recedere dal contratto entro due mesi dal giorno in cui il contraente gli ha comunicato i mutamenti che producono la diminuzione del rischio. L'assicuratore non può esigere che il minor premio, ma ha facoltà di recedere dal contratto dal giorno stesso in cui il contraente gli ha comunicato i mutamenti che producono la diminuzione del rischio. L'assicuratore può ugualmente esigere l'intero premio pattuito, ma ha facoltà di recedere dal contratto entro due mesi dal giorno in cui il contraente gli ha comunicato i mutamenti che producono la diminuzione del rischio. L'assicuratore non può esigere che il minor premio, ma ha facoltà di chiedere l'annullamento del contratto entro due mesi dal giorno in cui il contraente gli ha comunicato i mutamenti che producono la diminuzione del rischio.
A norma del codice civile, nell'ipotesi di aggravamento del rischio nel contratto di assicurazione: l'assicuratore può recedere dal contratto, dandone comunicazione per iscritto all'assicurato entro un mese dal giorno in cui si è verificato l'aggravamento. l'assicuratore può recedere dal contratto, dandone comunicazione per iscritto all'assicurato entro un mese dal giorno in cui ha ricevuto l'avviso dall'assicurato stesso o ha avuto in altro modo conoscenza dell'aggravamento del rischio. l'assicuratore può recedere dal contratto, dandone comunicazione anche verbale all'assicurato entro tre mesi dal giorno in cui ha avuto conoscenza dell'aggravamento del rischio. l'assicuratore può chiedere l'annullamento del contratto, dandone comunicazione per iscritto all'assicurato entro un mese dal giorno in cui ha ricevuto l'avviso dall'assicurato stesso o ha avuto in altro modo conoscenza dell'aggravamento del rischio.
A norma del codice civile, in ipotesi di aggravamento del rischio nell'assicurazione, se il sinistro si verifica dopo che siano trascorsi i termini per la comunicazione e per l'efficacia del recesso dell'assicuratore: l'assicuratore non risponde in alcun caso. la somma dovuta dall'assicuratore è ridotta, tenuto conto del rapporto tra il premio stabilito nel contratto e quello che sarebbe stato fissato se il maggiore rischio fosse esistito al tempo del contratto stesso. il contratto di assicurazione si risolve di diritto. l'assicuratore non risponde qualora l'aggravamento del rischio sia tale che egli non avrebbe consentito l'assicurazione se il nuovo stato di cose fosse esistito al momento del contratto.
A norma del codice civile, in ipotesi di aggravamento del rischio nell'assicurazione, se il sinistro si verifica prima che siano trascorsi i termini per la comunicazione e per l'efficacia del recesso dell'assicuratore: l'assicuratore non risponde in alcun caso. l'assicuratore non risponde qualora l'aggravamento del rischio sia tale che egli non avrebbe consentito l'assicurazione se il nuovo stato di cose fosse esistito al momento del contratto. l'assicuratore risponde anche se l'aggravamento del rischio sia tale che egli non avrebbe consentito l'assicurazione se il nuovo stato di cose fosse esistito al momento del contratto. il contratto di assicurazione si considera inefficace.
A norma del codice civile, l'assicurazione: ha effetto dalle ore ventiquattro del giorno successivo a quello della conclusione del contratto alle ore ventiquattro dell'ultimo giorno della durata stabilita nel contratto stesso. ha effetto dalle ore dodici del giorno della conclusione del contratto alle ore ventiquattro dell'ultimo giorno della durata stabilita nel contratto stesso. ha effetto dalle ore dodici del giorno successivo a quello della conclusione del contratto alle ore dodici dell'ultimo giorno della durata stabilita nel contratto stesso. ha effetto dalle ore ventiquattro del giorno della conclusione del contratto alle ore ventiquattro dell'ultimo giorno della durata stabilita nel contratto stesso.
A norma del codice civile, l'assicuratore è obbligato per i sinistri conseguenti ad atti del contraente, dell'assicurato o del beneficiario, compiuti nella tutela degli interessi comuni all'assicuratore? No, nonostante patto contrario. Sì, salvo patto contrario. Sì, nonostante patto contrario. No, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, l'assicuratore non è obbligato per i sinistri cagionati da dolo o da colpa grave del contraente: salvo patto contrario per l'ipotesi di dolo. ed è nullo ogni patto contrario per i casi di colpa grave. salvo patto contrario per i casi di colpa grave. ed è nullo ogni patto contrario per i casi di colpa lieve.
A norma del codice civile, l'assicuratore è obbligato per i sinistri conseguenti ad atti del contraente, dell'assicurato o del beneficiario, compiuti per dovere di solidarietà umana? No, salvo patto contrario. No, nonostante patto contrario. Sì, salvo patto contrario. Sì, nonostante patto contrario.
A norma del codice civile, se il contraente non paga la prima rata di premio stabilito nel contratto di assicurazione: l'assicurazione resta sospesa fino alle ore ventiquattro del giorno in cui il contraente paga quanto è da lui dovuto. il contratto è immediatamente risolto di diritto. l'assicuratore ha facoltà di chiedere l'annullamento del contratto o di procedere alla riscossione del premio. l'assicurazione resta sospesa fino alle ore ventiquattro del giorno successivo a quello in cui il contraente paga quanto è da lui dovuto.
A norma del codice civile, se il contraente non paga il premio stabilito nel contratto di assicurazione: l'assicurazione resta sospesa fino alle ore ventiquattro del giorno in cui il contraente paga quanto è da lui dovuto. il contratto è immediatamente risolto di diritto. l'assicuratore ha facoltà di chiedere l'annullamento del contratto o di procedere alla riscossione del premio. l'assicurazione resta sospesa fino alle ore ventiquattro del giorno successivo a quello in cui il contraente paga quanto è da lui dovuto.
A norma del codice civile, gli agenti autorizzati a concludere contratti di assicurazione: possono compiere gli atti concernenti le modificazioni e la risoluzione dei contratti medesimi, salvi i limiti contenuti nella procura che sia pubblicata nelle forme richieste dalla legge. possono compiere gli atti concernenti le modificazioni e la risoluzione dei contratti medesimi, anche oltre i limiti contenuti nella procura che sia pubblicata nelle forme richieste dalla legge. possono compiere gli atti concernenti le sole modificazioni dei contratti medesimi, salvi i limiti contenuti nella procura che sia pubblicata nelle forme richieste dalla legge. possono compiere gli atti concernenti la sola risoluzione dei contratti medesimi, salvi i limiti contenuti nella procura che sia pubblicata nelle forme richieste dalla legge.
A norma del codice civile, gli agenti autorizzati a concludere contratti di assicurazione: possono solo essere convenuti in giudizio, ma non promuovere azioni, in nome dell'assicuratore, per le obbligazioni dipendenti dagli atti compiuti nell'esecuzione del loro mandato, davanti all'autorità giudiziaria del luogo in cui ha sede l'agenzia presso la quale è stato concluso il contratto. possono promuovere azioni ed essere convenuti in giudizio in nome dell'assicuratore, per le obbligazioni dipendenti dagli atti compiuti nell'esecuzione del loro mandato, davanti all'autorità giudiziaria del luogo in cui ha sede l'assicuratore. possono promuovere azioni ed essere convenuti in giudizio in nome dell'assicuratore, per le obbligazioni dipendenti dagli atti compiuti nell'esecuzione del loro mandato, davanti all'autorità giudiziaria del luogo in cui ha sede l'agenzia presso la quale è stato concluso il contratto. possono solo promuovere azioni, ma non essere convenuti in giudizio in nome dell'assicuratore, per le obbligazioni dipendenti dagli atti compiuti nell'esecuzione del loro mandato, davanti all'autorità giudiziaria del luogo in cui ha sede l'agenzia presso la quale è stato concluso il contratto.
A norma del codice civile, il contratto di assicurazione, se, nel momento in cui l'assicurazione deve avere inizio, non esiste un interesse dell'assicurato al risarcimento del danno: è risolto di diritto. è inefficace. è annullabile. è nullo.
A norma del codice civile, quali sono i limiti del risarcimento dovuto dall'assicuratore all'assicurato? L'assicuratore è tenuto a risarcire, nei modi e nei limiti stabiliti dal contratto, il danno sofferto dall'assicurato in conseguenza del sinistro. Egli risponde del profitto sperato solo se si è espressamente obbligato. L'assicuratore è tenuto a risarcire, nei modi e nei limiti stabiliti dal contratto, sia il danno sofferto dall'assicurato in conseguenza del sinistro, sia il profitto sperato. L'assicuratore è tenuto a risarcire, nei modi e nei limiti stabiliti dal contratto, il danno sofferto dall'assicurato in conseguenza del sinistro. Egli risponde anche del profitto sperato, salvo espresso patto contrario. L'assicuratore è tenuto a risarcire, anche oltre i limiti stabiliti dal contratto, il danno sofferto dall'assicurato in conseguenza del sinistro. Egli risponde del profitto sperato solo se si è espressamente obbligato.
A norma del codice civile, entro quali limiti risponde l'assicuratore nel caso in cui il vizio della cosa ha aggravato il danno? Salvo patto contrario, l'assicuratore risponde del danno nella misura in cui sarebbe stato a suo carico, qualora il vizio non fosse esistito. Salvo patto contrario, l'assicuratore non risponde del danno. L'assicuratore risponde del danno nella misura in cui sarebbe stato a suo carico, qualora il vizio non fosse esistito. È nullo ogni patto contrario. Salvo patto contrario, l'assicuratore risponde interamente del danno.
A norma del codice civile, l'assicuratore risponde dei danni cagionati da vizio della cosa assicurata? L'assicuratore, salvo patto contrario, non risponde dei danni cagionati da vizio estrinseco della cosa assicurata, che non gli sia stato denunziato. L'assicuratore non risponde dei danni cagionati da vizio intrinseco della cosa assicurata, che non gli sia stato denunziato. È nullo ogni patto contrario. L'assicuratore, salvo patto contrario, non risponde dei danni cagionati da vizio intrinseco della cosa assicurata, che non gli sia stato denunziato. L'assicuratore, risponde sempre dei danni cagionati da vizio intrinseco della cosa assicurata.
A norma del codice civile, in ipotesi di assicurazione parziale, l'assicuratore: risponde dei danni in proporzione della parte del valore che la cosa aveva nel momento del sinistro. È nullo ogni patto contrario. risponde dei danni per l'intero valore che la cosa aveva nel momento del sinistro, a meno che non sia diversamente convenuto. risponde dei danni in proporzione della parte del valore che la cosa aveva nel momento del sinistro, a meno che non sia diversamente convenuto. non risponde dei danni, a meno che non sia diversamente convenuto.
A norma del codice civile, in tema di assicurazione, a quale momento bisogna fare riferimento per attribuire il valore alle cose perite o danneggiate, al fine di accertare il danno? Al tempo del sinistro. È vietato alle parti stabilire il valore delle cose al tempo della conclusione del contratto. Al tempo della conclusione del contratto. Il valore delle cose può essere tuttavia indicato in una dichiarazione anche solo verbale dell'assicurato. Soltanto al tempo della conclusione del contratto. Al tempo del sinistro. Il valore delle cose può essere tuttavia stabilito al tempo della conclusione del contratto, mediante stima accettata per iscritto dalle parti.
A norma del codice civile il danno nell'assicurazione dei prodotti del suolo si determina: in relazione al valore che i prodotti hanno al momento del sinistro. in relazione al valore che i prodotti avrebbero avuto al tempo della maturazione e non al tempo in cui ordinariamente si raccolgono. in relazione al valore che i prodotti avevano al momento della semina. in relazione al valore che i prodotti avrebbero avuto al tempo della maturazione o al tempo in cui ordinariamente si raccolgono.
A norma del codice civile, l'assicurazione per una somma che eccede il valore reale della cosa assicurata: non è valida se vi è stato dolo da parte dell'assicurato; l'assicuratore, se è in buona fede, ha diritto ai premi del periodo di assicurazione in corso. non è valida se vi è stato dolo da parte dell'assicurato; l'assicuratore non ha mai diritto ai premi del periodo di assicurazione in corso. non è valida se vi è stato dolo o colpa grave da parte dell'assicurato; l'assicuratore, se è in buona fede, ha diritto ai premi del periodo di assicurazione in corso. non è valida se vi è stato dolo da parte dell'assicurato; l'assicuratore, anche se è in mala fede, ha diritto ai premi del periodo di assicurazione in corso.
A norma del codice civile, se, nell'ipotesi di assicurazione dello stesso rischio presso diversi assicuratori, l'assicurato omette di dare avviso di tutte le assicurazioni a ciascun assicuratore: gli assicuratori, anche se l'omissione è colposa, non sono tenuti a pagare l'indennità. gli assicuratori sono tenuti a pagare l'indennità anche se l'omissione è dolosa. gli assicuratori, se l'omissione è dolosa, non sono tenuti a pagare l'indennità. il contratto può essere risolto.
A norma del codice civile, qualora la medesima assicurazione sia ripartita tra più assicuratori per quote determinate: ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'indennità assicurata soltanto in proporzione della rispettiva quota, anche se unico è il contratto sottoscritto da tutti gli assicuratori. ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'intera indennità assicurata, anche se unico è il contratto sottoscritto da tutti gli assicuratori. ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'indennità assicurata esclusivamente in proporzione della rispettiva quota, soltanto se unico è il contratto sottoscritto da tutti gli assicuratori. ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'indennità assicurata esclusivamente in proporzione della rispettiva quota, soltanto se sono stati sottoscritti più contratti da tutti gli assicuratori.
A norma del codice civile, qualora l'assicurazione di rischi relativi alle stesse cose sia ripartita tra più assicuratori per quote determinate: ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'intera indennità assicurata, anche se unico è il contratto sottoscritto da tutti gli assicuratori. ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'indennità assicurata soltanto in proporzione della rispettiva quota, purché siano stati sottoscritti più contratti da tutti gli assicuratori. ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'indennità assicurata soltanto in proporzione della rispettiva quota, purché sia unico il contratto sottoscritto da tutti gli assicuratori. ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'indennità assicurata soltanto in proporzione della rispettiva quota, anche se unico è il contratto sottoscritto da tutti gli assicuratori.
A norma del codice civile, l'assicuratore è obbligato per i danni determinati da guerra? No, ed è nullo ogni patto contrario. No, salvo patto contrario. Sì, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, l'assicuratore è obbligato per i danni determinati da insurrezione? No, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, ed è nullo ogni patto contrario. No, salvo patto contrario. Sì, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, l'assicuratore è obbligato per i danni determinati da movimenti tellurici? No, ed è nullo ogni patto contrario. No, ed è annullabile ogni patto contrario. No, salvo patto contrario. No, salvo che il contratto sia stato stipulato in territorio ad elevato rischio sismico.
A norma del codice civile, l'assicuratore è obbligato per i danni determinati da tumulti popolari? No, salvo patto contrario. Sì, ed è nullo ogni patto contrario. No, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, nell'assicurazione, è sempre necessario l'avviso del sinistro all'assicuratore, da parte dell'assicurato? No, se l'assicuratore o l'agente autorizzato alla conclusione del contratto interviene, entro tre giorni da quello in cui il sinistro s'è verificato o l'assicurato ne ha avuto conoscenza, alle operazioni di salvataggio o di constatazione del sinistro. Sì. No, se l'assicuratore o l'agente autorizzato alla conclusione del contratto interviene immediatamente alle operazioni di salvataggio o di constatazione del sinistro. Sì, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, le spese fatte dall'assicurato per evitare o diminuire il danno: sono totalmente a carico dell'assicurato. sono a carico dell'assicuratore, in proporzione del valore assicurato rispetto a quello che la cosa aveva nel tempo del contratto. sono totalmente a carico dell'assicuratore. sono a carico dell'assicuratore, in proporzione del valore assicurato rispetto a quello che la cosa aveva nel tempo del sinistro.
A norma del codice civile, l'assicuratore che interviene al salvataggio deve: se richiesto dall'assicurato, concorrere in proporzione del valore assicurato, ma non deve anticipare le spese. se richiesto dall'assicurato, anticiparne le spese o concorrere in proporzione del valore assicurato. anche senza richiesta dell'assicurato, anticiparne le spese o concorrere in proporzione del valore assicurato. se richiesto dall'assicurato, anticiparne le spese, ma non deve concorrere in proporzione del valore assicurato.
A norma del codice civile, l'assicuratore risponde dei danni materiali direttamente derivati alle cose assicurate dai mezzi adoperati dall'assicurato per evitare o diminuire i danni del sinistro? No. Sì, salvo che egli provi che tali mezzi sono stati adoperati inconsideratamente. Sì, e non può mai essere liberato dall'obbligo di risarcirli. No, salvo che l'assicurato provi che era necessario l'uso di tali mezzi.
A norma del codice civile, le spese fatte dall'assicurato per evitare o diminuire il danno sono a carico dell'assicuratore: anche se il loro ammontare, unitamente a quello del danno, supera la somma assicurata, e anche se non si è raggiunto lo scopo, salvo che l'assicuratore provi che le spese sono state fatte inconsideratamente. anche se il loro ammontare, unitamente a quello del danno, supera la somma assicurata, e anche se non si è raggiunto lo scopo, senza la possibilità per l'assicuratore di provare che le spese sono state fatte inconsideratamente. solo se il loro ammontare, unitamente a quello del danno, supera la somma assicurata, e anche se non si è raggiunto lo scopo. solo se è stato espressamente pattuito.
A norma del codice civile, qualora l'assicurato non adempie all'obbligo di salvataggio: ha comunque diritto all'indennità. perde il diritto all'indennità. se l'inadempimento è doloso, l'assicurato perde il diritto all'indennità; se l'inadempimento è colposo, l'assicuratore ha diritto di ridurre l'indennità in ragione del pregiudizio sofferto. se l'inadempimento è doloso, l'assicuratore ha diritto di ridurre l'indennità in ragione del pregiudizio sofferto; se l'inadempimento è colposo, l'assicurato perde il diritto all'indennità.
A norma del codice civile, qualora l'assicurato non adempie all'obbligo di dare avviso del sinistro all'assicuratore: se l'inadempimento è doloso, perde il diritto all'indennità; se l'inadempimento è colposo, l'assicuratore ha diritto di ridurre l'indennità in ragione del pregiudizio sofferto. ha comunque diritto all'indennità, tanto se l'inadempimento sia doloso, quanto se sia colposo. perde il diritto all'indennità, tanto se l'inadempimento sia doloso, quanto se sia colposo. se l'inadempimento è doloso, l'assicuratore ha diritto di ridurre l'indennità in ragione del pregiudizio sofferto; se l'inadempimento è colposo, l'assicurato perde il diritto all'indennità.
A norma del codice civile, se il danno è causato da un domestico dell'assicurato, l'assicuratore gode del diritto di surrogazione nei diritti dell'assicurato verso i terzi responsabili? No, anche se il danno sia stato causato con dolo o con colpa. Sì, se si tratti di domestico assunto con contratto ad ore. No, salvo il caso di dolo. No, purché si tratti di domestico assunto con contratto di lavoro subordinato di durata indeterminata.
A norma del codice civile, se il danno è causato da un parente dell'assicurato, stabilmente convivente con lui, l'assicuratore gode del diritto di surrogazione nei diritti dell'assicurato verso i terzi responsabili? No, salvo il caso di dolo. No, anche se il danno sia stato causato con dolo o con colpa. No, purché si tratti di parente entro il terzo grado. Sì, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, il diritto di surrogazione dell'assicuratore: anche in caso di dolo, non ha luogo se il danno è causato dai figli, dagli affiliati, dagli ascendenti, da altri parenti, o da affini dell'assicurato stabilmente con lui conviventi o da domestici. salvo il caso di dolo, non ha luogo se il danno è causato dai figli, dagli affiliati, dagli ascendenti, da altri parenti, o da affini dell'assicurato stabilmente con lui conviventi o da domestici. salvo il caso di dolo o colpa grave, non ha luogo se il danno è causato dai figli, dagli affiliati, dagli ascendenti, da altri parenti, o da affini dell'assicurato stabilmente con lui conviventi o da domestici. anche in caso di dolo o colpa grave, non ha luogo se il danno è causato dai figli, dagli affiliati, dagli ascendenti, da altri parenti, o da affini dell'assicurato stabilmente con lui conviventi o da domestici.
A norma del codice civile, se il danno è causato dal figlio dell'assicurato, stabilmente convivente con lui, l'assicuratore gode del diritto di surrogazione nei diritti dell'assicurato verso i terzi responsabili? No, salvo che si tratti di figlio adottivo. No, salvo il caso di dolo. No, anche se il danno sia stato causato con dolo o con colpa. No, salvo che si tratti di figlio minorenne.
A norma del codice civile, se il danno è causato dall'affiliato dell'assicurato, stabilmente convivente con lui, l'assicuratore gode del diritto di surrogazione nei diritti dell'assicurato verso i terzi responsabili? No, salvo il caso di dolo. Sì, salvo patto contrario. No, anche se il danno sia stato causato con dolo o con colpa. Sì, ed è nullo ogni patto contrario.
A norma del codice civile, se il danno è causato dall'ascendente dell'assicurato, stabilmente convivente con lui, l'assicuratore gode del diritto di surrogazione nei diritti dell'assicurato verso i terzi responsabili? Sì, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, salvo patto contrario. No, salvo il caso di dolo. No, anche se il danno sia stato causato con dolo o con colpa.
A norma del codice civile, se il danno è causato da un affine dell'assicurato, stabilmente convivente con lui, l'assicuratore gode del diritto di surrogazione nei diritti dell'assicurato verso i terzi responsabili? No, salvo il caso di dolo. No, purché si tratti di affine in linea retta. No, anche se il danno sia stato causato con dolo o con colpa. Sì, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, l'assicurato che non comunica all'assicuratore l'avvenuta alienazione delle cose assicurate e all'acquirente l'esistenza del contratto di assicurazione: non è obbligato a pagare i premi che scadono posteriormente alla data di alienazione. rimane obbligato a pagare i premi che scadono fino alla data di alienazione. rimane obbligato a pagare i premi che scadono posteriormente alla data di alienazione. rimane obbligato in solido con l'acquirente a pagare i premi che scadono posteriormente alla data di alienazione.
A norma del codice civile, in caso di alienazione delle cose assicurate, i diritti e gli obblighi dell'assicurato: passano all'acquirente, se questi, avuta notizia dell'esistenza del contratto di assicurazione, entro dieci giorni dalla scadenza del primo premio successivo all'alienazione, non dichiara all'assicuratore che non intende subentrare nel contratto. passano in ogni caso all'acquirente. passano all'acquirente, anche se questi, avuta notizia dell'esistenza del contratto di assicurazione dichiara all'assicuratore, mediante raccomandata, che non intende subentrare nel contratto. passano all'acquirente, se questi, avuta notizia dell'esistenza del contratto di assicurazione, non dichiara immediatamente all'assicuratore, anche verbalmente, che non intende subentrare nel contratto.
A norma del codice civile, l'alienazione delle cose assicurate: è causa di annullamento del contratto di assicurazione. è causa di nullità del contratto di assicurazione. non è causa di scioglimento del contratto di assicurazione. è causa di scioglimento del contratto di assicurazione.
A norma del codice civile, l'assicurazione sulla vita contratta per il caso di morte di un terzo: non è valida se questi o il suo legale rappresentante non dà il consenso alla conclusione del contratto. Il consenso deve essere provato per iscritto. è valida anche senza il consenso del terzo o del suo legale rappresentante alla conclusione del contratto. non è valida se questi o il suo legale rappresentante non dà il consenso alla conclusione del contratto. Il consenso può essere provato con ogni mezzo. non è valida se questi personalmente non dà il consenso alla conclusione del contratto. Il consenso deve essere provato per iscritto.
A norma del codice civile, nell'assicurazione sulla vita a favore di un terzo, quale funzione svolge l'attribuzione della somma assicurata fatta nel testamento a favore di una determinata persona? Essa non svolge alcuna funzione. È nullo ogni patto contrario. Essa non svolge alcuna funzione, salvo patto contrario. Essa equivale alla designazione del beneficiario dell'assicurazione fatta nel contratto di assicurazione, o con successiva dichiarazione scritta. Essa, solo se previsto nel contratto di assicurazione, equivale alla designazione del beneficiario dell'assicurazione fatta nel contratto di assicurazione, o con successiva dichiarazione scritta.
A norma del codice civile, nell'assicurazione sulla vita a favore di un terzo, la designazione del beneficiario può essere fatta: esclusivamente nel contratto di assicurazione. solo con dichiarazione scritta successiva al contratto comunicata all'assicuratore. nel contratto di assicurazione, o con successiva dichiarazione scritta comunicata all'assicuratore, o per testamento. solo con testamento.
A norma del codice civile, nell'assicurazione sulla vita a favore di un terzo, se il contraente ha rinunziato per iscritto al potere di revoca: questa non ha effetto se l'assicuratore non vi acconsente. questa non ha effetto dopo che il beneficiario ha dichiarato all'assicuratore di voler profittare del beneficio. questa non ha effetto dopo che il beneficiario ha dichiarato al contraente di voler profittare del beneficio. questa ha effetto anche dopo che il beneficiario ha dichiarato al contraente di voler profittare del beneficio.
A norma del codice civile, nell'assicurazione sulla vita a favore di un terzo, è revocabile la designazione del beneficiario? No, salvo patto contrario. Sì, solo con comunicazione scritta comunicata all'assicuratore. Sì, con dichiarazione scritta comunicata all'assicuratore, o per testamento. Sì, solo con testamento.
A norma del codice civile, nell'assicurazione sulla vita a favore di un terzo, la designazione del beneficiario, anche se irrevocabile, non ha effetto: qualora il beneficiario abbia offeso l'onore dell'assicurato. qualora il beneficiario attenti alla vita dell'assicurato, del coniuge o dei figli. qualora il beneficiario attenti alla vita dell'assicurato. qualora il beneficiario abbia offeso l'onore dei prossimi congiunti dell'assicurato.
A norma del codice civile, nell'assicurazione sulla vita a favore di un terzo, le somme dovute dall'assicuratore al contraente o al beneficiario: possono essere sottoposte alla sola azione esecutiva. possono essere sottoposte alla sola azione cautelare. non possono essere sottoposte né ad azione esecutiva, né ad azione cautelare. possono essere sottoposte sia all'azione esecutiva, sia a quella cautelare
È valida la fideiussione della fideiussione? Sì, ma solo se vi acconsente il creditore del primo rapporto fideiussorio. No, salvo patto contrario. Sì. No.
A norma del codice civile, la fideiussione: può prestarsi anche a condizioni più onerose dell'obbligazione principale. può prestarsi anche a condizioni meno onerose rispetto all'obbligazione principale. può prestarsi solo alle stesse condizioni dell'obbligazione principale. può prestarsi solo a condizioni meno onerose dell'obbligazione principale.
A norma del codice civile, la fideiussione: può eccedere ciò che è dovuto dal debitore e può essere prestata a condizioni più onerose. non può eccedere ciò che è dovuto dal debitore, né può essere prestata a condizioni più onerose. non può eccedere ciò che è dovuto dal debitore, ma può essere prestata a condizioni più onerose. può eccedere ciò che è dovuto dal debitore, ma non può essere prestata a condizioni più onerose.
A norma del codice civile, la fideiussione: può prestarsi a condizioni più onerose rispetto all'obbligazione principale. può prestarsi anche per una parte soltanto del debito. può prestarsi soltanto per l'intero debito. può eccedere ciò che è dovuto dal debitore.
A norma del codice civile, la fideiussione eccedente il debito principale: è valida anche per l'eccedenza. è invalida per intero. è valida nei limiti dell'obbligazione principale. è valida anche per l'eccedenza, ma solo quando sia stata prestata per l'obbligazione assunta da un incapace.
A norma del codice civile, la fideiussione prestata a condizioni più onerose del debito principale: è invalida completamente. è valida anche per la parte più onerosa. è valida anche per la parte più onerosa, ma solo quando sia stata prestata per l'obbligazione assunta da un incapace. è valida nei limiti dell'obbligazione principale.
È valida la fideiussione contratta a condizioni più onerose del debito principale? Sì, ma solo entro i limiti dell'obbligazione principale. No, è nulla. Sì, sempre. No, è annullabile.
La fideiussione può essere prestata per una parte soltanto del debito? Sì. Sì, solo se il creditore vi acconsente. Sì, ma si estende automaticamente a copertura di tutto il debito. No.
La fideiussione può essere prestata per una somma superiore a quella dovuta dal debitore principale? Sì, se il creditore vi acconsente. Sì, ma è valida solo nei limiti dell'obbligazione principale. Sì. No.
La fideiussione si estende a tutti gli accessori del debito principale, nonché alle spese per la denunzia al fideiussore della causa promossa contro il debitore principale e alle spese successive? No, salvo patto contrario. No, mai. Sì, sempre. Sì, salvo patto contrario.
Quando il debitore sia obbligato a dare un fideiussore e il fideiussore dato sia divenuto insolvente: deve essere dato un altro fideiussore, tranne che la fideiussione sia stata prestata dalla persona voluta dal creditore. non deve essere dato un altro fideiussore, salvo che la fideiussione sia stata prestata da persona che fin dall'origine non possedeva beni sufficienti a garantire l'obbligazione. deve essere sempre dato un altro fideiussore. non deve mai essere dato un altro fideiussore.
Il fideiussore è obbligato in solido con il debitore principale al pagamento del debito? No, mai. Sì. Sì, ma solo quando sia stata prestata da persona scelta dal creditore. No, salvo che sia stata prestata per un'obbligazione assunta da un incapace.
A norma del codice civile e salvo patto contrario, l'obbligazione del fideiussore, rispetto a quella del debitore principale, è: solidale. alternativa. parziaria. divisibile.
Quali eccezioni può opporre il fideiussore contro il creditore? Tutte quelle che spettano al debitore principale, nessuna esclusa. Tutte quelle che spettano al fideiussore contro il debitore principale, nessuna esclusa. Tutte quelle che spettano al debitore principale, salva quella derivante dall'incapacità. Tutte quelle che spettano al fideiussore contro il debitore principale, salvo quella derivante dall'incapacità.
Quali eccezioni sono opponibili dal fideiussore contro il creditore? Le eccezioni che spettano al debitore principale, salva quella derivante dall'incapacità. Tutte le eccezioni che spettano al debitore principale. Le eccezioni che spettano al debitore principale, se le parti vi hanno fatto espresso riferimento. Solo le eccezioni relative ai suoi rapporti con il debitore principale.
Se più persone hanno prestato fideiussione per un medesimo debitore e a garanzia di un medesimo debito: ciascuna di esse è obbligata solo in proporzione della propria quota ed è nullo ogni patto contrario. ciascuna di esse è obbligata per l'intero debito ed è nullo ogni patto contrario. ciascuna di esse è obbligata per l'intero debito, salvo che sia stato pattuito il beneficio della divisione. ciascuna di esse è obbligata solo in proporzione della propria quota, salvo sia stata pattuita la solidarietà delle obbligazioni fideiussorie.
Salvo che sia stato pattuito il beneficio della divisione, se più persone hanno prestato fideiussione per un medesimo debitore e a garanzia di un medesimo credito: ciascuna di esse è obbligata in proporzione della rispettiva quota. ciascuna di esse è obbligata per l'intero debito. ciascuna di esse è obbligata in proporzione della rispettiva quota, ma risponde anche delle insolvenze sopravvenute. ciascuna di esse è obbligata in proporzione della rispettiva quota, salvo che gli altri fideiussori siano liberati perché incapaci.
Se più persone hanno prestato fideiussione per un medesimo debitore, a garanzia di un medesimo debito ed è stato pattuito il beneficio della divisione, il fideiussore che sia convenuto per il pagamento dell'intero debito: può esigere che il creditore riduca l'azione alla parte da lui dovuta, ma deve indicare i beni degli altri fideiussori da sottoporre ad esecuzione. deve pagare, salvo il diritto di rivalsa nei confronti degli altri fideiussori. può esigere che il creditore riduca l'azione alla parte da lui dovuta, ma deve prestare idonea garanzia. può esigere che il creditore riduca l'azione alla parte da lui dovuta.
Il fideiussore del fideiussore assume un'obbligazione diretta nei confronti del creditore? Sì, salvo patto contrario. Sì, sempre. No, mai. No, se non nel caso in cui il debitore principale e tutti i fideiussori di questo siano insolventi, o siano liberati perché incapaci.
Il fideiussore del fideiussore è obbligato verso il creditore nel caso in cui: il solo debitore principale sia insolvente o liberato perché incapace, ancorché siano solvibili e capaci tutti i suoi fideiussori. il debitore principale e tutti i fideiussori di questo siano insolventi, o siano liberati perché incapaci. solo il debitore principale e il fideiussore per il quale ha prestato la garanzia siano insolventi o liberati perché incapaci, ancorché siano solvibili e capaci gli altri fideiussori del debitore principale. tutti i fideiussori del debitore principale siano insolventi o liberati perché incapaci, ancorché sia solvibile e capace il debitore principale.
Il fideiussore che ha pagato il debito è surrogato nei diritti che il creditore aveva contro il debitore? No. Sì, salvo che il debitore principale fosse a conoscenza della prestata fideiussione. Sì. Sì, salvo che la fideiussione sia stata prestata da persona voluta dal creditore.
Se vi sono più debitori principali obbligati in solido, il fideiussore che ha garantito per tutti: ha regresso solo contro il debitore che per primo è venuto a conoscenza del pagamento. ha regresso contro ciascuno per ripetere integralmente ciò che ha pagato. non ha regresso. ha regresso contro ciascuno ma può ripetere solo la quota di debito ad esso facente capo.
In quale delle seguenti ipotesi il fideiussore che ha pagato non ha regresso contro il debitore principale? Quando, essendo stato pattuito il beneficio della preventiva escussione, il fideiussore non se ne sia avvalso. Quando, avendo il fideiussore omesso di denunciargli il pagamento fatto, il debitore ha pagato ugualmente il debito. In nessun caso. Quando la fideiussione sia stata prestata da persona voluta dal creditore.
Se il fideiussore ha pagato senza averne dato avviso al debitore principale, questi può opporgli le eccezioni che avrebbe potuto opporre al creditore principale all'atto del pagamento? Sì. No. No, salvo quella derivante da incapacità. No, salvo quella derivante da prescrizione.
Se più persone hanno prestato fideiussione per un medesimo debitore e per un medesimo debito, il fideiussore che ha pagato: ha regresso contro gli altri fideiussori per la loro rispettiva porzione. non ha regresso contro gli altri fideiussori, ma solo verso il debitore principale. ha regresso contro ciascuno degli altri fideiussori per l'intero. ha regresso contro ciascuno degli altri fideiussori per l'intero debito dedotta solo la porzione dello stesso a lui facente capo.
Quando per fatto del creditore non può avere effetto la surrogazione del fideiussore nei privilegi del creditore: la fideiussione si estingue. la fideiussione si estingue solo se sia stata prestata da persona voluta dal creditore. la fideiussione non si estingue. la fideiussione non si estingue, ma il creditore ha l'onere della previa escussione del debitore principale.
Quando per fatto del creditore non può avere effetto la surrogazione del fideiussore nei diritti, nel pegno, nelle ipoteche e nei privilegi del creditore: la fideiussione non si estingue, ma il creditore ha l'onere della previa escussione del debitore principale. la fideiussione si estingue solo se sia stata prestata da persona voluta dal creditore. la fideiussione si estingue. la fideiussione non si estingue.
Quando per fatto del creditore non può avere effetto la surrogazione del fideiussore nei diritti del creditore: la fideiussione si estingue solo se sia stata prestata da persona voluta dal creditore. la fideiussione non si estingue, ma il creditore ha l'onere della previa escussione del debitore principale. la fideiussione si estingue. la fideiussione non si estingue.
Quando per fatto del creditore non può avere effetto la surrogazione del fideiussore nel pegno del creditore: la fideiussione non si estingue, ma il creditore ha l'onere della previa escussione del debitore principale. la fideiussione si estingue. la fideiussione non si estingue. la fideiussione si estingue solo se sia stata prestata da persona voluta dal creditore.
Quando per fatto del creditore non può avere effetto la surrogazione del fideiussore nelle ipoteche del creditore: la fideiussione si estingue solo se sia stata prestata da persona voluta dal creditore. la fideiussione non si estingue, ma il creditore ha l'onere della previa escussione del debitore principale. la fideiussione si estingue. la fideiussione non si estingue.
Nel mandato di credito, chi ha accettato l'incarico può rinunziarvi? Sì, salvo l'obbligo di risarcire il danno all'altra parte. No. Sì, salvo patto contrario. Sì.
Nel mandato di credito, l'incarico conferito può essere revocato? Sì, salvo l'obbligo di risarcire il danno all'altra parte. No, salvo che le condizioni economiche di chi lo ha conferito siano divenute tali da rendere notevolmente più difficile il soddisfacimento del credito. No, salvo che il mandato sia a tempo indeterminato. No.
L'anticresi è: un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio. un contratto.
Mediante il contratto di transazione le parti, con le reciproche concessioni, possono: modificare anche rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della pretesa e della contestazione delle parti, ma non estinguerli o crearli. modificare o estinguere anche rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della pretesa e della contestazione delle parti, ma non crearne di nuovi. creare, modificare o estinguere anche rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della pretesa e della contestazione delle parti. modificare o estinguere esclusivamente il rapporto che ha formato oggetto della pretesa e della contestazione delle parti.
Con il contratto di transazione le parti, facendosi reciproche concessioni, possono: porre fine a una lite già incominciata o prevenire una lite che può sorgere tra loro. solo porre fine ad una lite già incominciata tra loro. solo prevenire una lite che può sorgere tra loro. solo pattuire di rimettere ad un terzo la decisione della lite già incominciata o che potrebbe incominciare tra loro.
Il codice civile definisce transazione: la fase che precede la conclusione del contratto durante la quale le parti devono comportarsi secondo buona fede. il contratto con il quale il debitore incarica i suoi creditori o alcuni di essi di liquidare tutte o alcune sue attività e di ripartirne tra loro il ricavato in soddisfacimento dei loro crediti. il negozio con il quale le parti accertano retroattivamente una situazione giuridica incerta preesistente. il contratto col quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine a una lite già incominciata o prevengono una lite che può sorgere tra loro.
Tra Tizio e Caio è in corso una lite relativamente alla proprietà di una coppia di candelieri d'argento che entrambi reclamano come propri. Essi vogliono transigere la suddetta lite riconoscendosi rispettivamente la proprietà di un candeliere ciascuno; in quale forma deve essere stipulato tale contratto? È necessaria la forma scritta ai fini della validità ma non della prova del contratto. È necessaria la forma scritta ai fini della prova, ma non della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai fini sia della validità che della prova del contratto. Non vi è alcun onere di forma né per la prova, né per la validità del contratto.
Tizio e Caio pretendono entrambi di essere esclusivi proprietari di una strada poderale posta a confine delle loro rispettive proprietà. Essi vogliono transigere la suddetta lite riconoscendo che il confine tra le loro proprietà coincide con la mezzeria di detta strada poderale; in quale forma deve essere stipulato tale contratto? Non vi è alcun onere di forma. È necessaria la forma scritta ai fini della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai fini della prova ma non della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai soli fini dell'opponibilità del contratto ai terzi.
Tra Tizio e Caio è in corso una lite poiché il primo pretende di aver usucapito il diritto di usufrutto su un appartamento di proprietà del secondo. Essi vogliono transigere la suddetta lite riconoscendo che a Tizio spetta solo il diritto di abitazione sull'appartamento; in quale forma deve essere stipulato tale contratto? È necessaria la forma scritta solo ai fini della prova ma non della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai fini della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai soli fini dell'opponibilità del contratto ai terzi. Non vi è alcun onere di forma.
Tra Tizio e Caio è in corso una lite poiché il primo pretende di aver il diritto di usufrutto su un appartamento di proprietà del secondo. Essi vogliono transigere la suddetta lite concludendo il seguente accordo: Caio concede in locazione a Tizio l'appartamento per quindici anni e Tizio rinuncia al preteso diritto di abitazione. In quale forma deve essere stipulato tale contratto? Non vi è alcun onere di forma. È necessaria la forma scritta ai fini della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai soli fini della prova ma non della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai soli fini dell'opponibilità del contratto ai terzi.
Tra Tizio e Caio è in corso una lite poiché il primo pretende di esercitare una servitù di passaggio a favore del proprio fondo Tuscolano e a carico del fondo Corneliano di proprietà del secondo. Essi vogliono transigere la suddetta lite stipulando un contratto con il quale Tizio rinuncia ad ogni pretesa relativa alla servitù sul fondo Corneliano e Caio gli concede analoga servitù su altro fondo di sua proprietà. In quale forma deve essere stipulato tale contratto? Non vi è alcun onere di forma. È necessaria la forma scritta ai fini della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai soli fini della prova ma non della validità del contratto. È necessaria la forma scritta ai soli fini dell'opponibilità del contratto ai terzi.
In pendenza di un giudizio civile di falso, le parti interessate intendono stipulare una transazione relativa al detto giudizio. In questo caso la transazione non produce alcun effetto: se non è stata omologata dal giudice di pace. se non è stata omologata dal pubblico ministero. se non è stata omologata dal tribunale, sentito il pubblico ministero. se non è stata omologata dal presidente del tribunale.
Può la transazione essere annullata per errore di diritto relativo alle questioni che sono state oggetto di controversia tra le parti? Sì, salvo che si tratti di transazione relativa ad atti di straordinaria amministrazione. No. Sì. Sì, salvo che si tratti di transazione relativa ad atti di ordinaria amministrazione.
Può la transazione essere impugnata per causa di lesione? Sì, ma solo quando lo squilibrio tra le reciproche concessioni sia di apprezzabile rilevanza. Sì, salvo che la parte lesa sia un incapace. No. Sì, qualunque sia l'entità della lesione.
Tizio e Caio hanno concluso una transazione. Se la pretesa di Caio era temeraria, Tizio può chiedere l'annullamento della transazione? Sì, ma solo se Caio era consapevole della temerarietà della sua pretesa. No, mai. Sì, ma solo se Caio non era consapevole della temerarietà della sua pretesa. Sì, ancorché Caio non fosse consapevole della temerarietà della sua pretesa.
La transazione relativa ad un contratto illecito è: nulla, salvo che le parti abbiano espressamente trattato della nullità di questo. annullabile, ancorché le parti abbiano trattato dell'annullabilità di questo. annullabile, salvo che le parti abbiano espressamente trattato dell'annullabilità di questo. nulla, ancorché le parti abbiano trattato della nullità di questo.
La transazione fatta relativamente a un titolo nullo: è sempre annullabile e l'annullamento di essa può chiedersi solo dalla parte che ignorava la causa di nullità del titolo. è nulla quando è relativa ad un contratto illecito, mentre negli altri casi è annullabile e l'annullamento di essa può chiedersi solo dalla parte che ignorava la causa di nullità del titolo. è sempre nulla. è sempre annullabile e l'annullamento di essa può essere chiesto da ciascuna parte, ancorché fosse consapevole della nullità del titolo.
La transazione fatta sulla base di documenti che in seguito sono stati riconosciuti falsi: è nulla quando sia stata fatta in tutto sulla base di tali documenti, mentre è annullabile quando sia stata fatta solo in parte sulla base degli stessi. è annullabile quando sia stata fatta in tutto sulla base di tali documenti, mentre non lo è quando sia stata fatta solo in parte sulla base degli stessi. è annullabile quando sia stata fatta in tutto o in parte sulla base di tali documenti. non è né nulla né annullabile.
È annullabile la transazione fatta su lite già decisa con sentenza passata in giudicato? Sì, quando le parti o una di esse non ne avevano notizia. No, mai. Sì, ma solo quando tutte le parti non ne avevano notizia. Sì, anche quando tutte le parti ne avevano notizia.
La transazione che le parti hanno conclusa generalmente sopra tutti gli affari che potessero esservi tra loro, può impugnarsi per il fatto che posteriormente una di esse venga a conoscenza di documenti che le erano ignoti al tempo della transazione? No, mai. Sì, sempre. Sì, salvo che l'altra parte dimostri di averli anch'essa ignorati. No, salvo che questi siano stati occultati dall'altra parte.
La transazione che riguarda un affare determinato è annullabile quando con documenti posteriormente scoperti si prova che una delle parti non aveva alcun diritto? Sì, ma solo quando la parte che non aveva alcun diritto li abbia occultati. Sì. Sì, ma solo quando una delle parti li abbia occultati. No.
Può essere richiesta la risoluzione della transazione per inadempimento se il rapporto preesistente è stato estinto per novazione? Sì, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, salvo che il diritto alla risoluzione sia stato espressamente escluso. No, ed è nullo ogni patto contrario. No, salvo che il diritto alla risoluzione sia stato espressamente stipulato.
Tizio è debitore della somma di complessive cinquecentomila euro nei confronti di Sempronio, Filano, Mevio e Martino e con essi conclude un contratto con il quale li incarica di liquidare tutte le sue attività e di ripartirne tra loro il ricavato in soddisfacimento dei loro crediti. In questo caso, le parti hanno concluso un contratto: di cessione dei beni ai creditori. di mandato di credito. di transazione. estimatorio.
La cessione dei beni ai creditori è: un contratto. un contratto necessariamente plurilaterale. una dichiarazione di scienza. un negozio giuridico unilaterale recettizio.
Tizio è debitore della somma di complessive cinquecentomila euro nei confronti di Sempronio, Filano, Mevio e Martino e con essi conclude un contratto con il quale li incarica di liquidare alcune sue attività e di ripartirne tra loro il ricavato in soddisfacimento dei loro crediti. In questo caso, le parti hanno concluso un contratto: di cessione dei beni ai creditori. di mandato di credito. di transazione. estimatorio.
Il contratto col quale il debitore incarica i suoi creditori o alcuni di essi di liquidare tutte o alcune sue attività e di ripartirne tra loro il ricavato in soddisfacimento dei loro crediti, è definito: factoring. transazione. concordato preventivo. cessione dei beni ai creditori.
In quale forma deve essere fatto il contratto di cessione dei beni ai creditori? Per atto pubblico. In qualunque forma. In forma scritta, sotto pena di nullità. In forma scritta solo se tra i beni ceduti esistono beni immobili.
Quando vi sia stata promessa di pagamento: colui a favore del quale è fatta ha l'onere di provare il rapporto fondamentale solo se quest'ultimo ha dato luogo ad un'obbligazione pecuniaria. colui a favore del quale è fatta ha l'onere di provare il rapporto fondamentale solo se quest'ultimo ha dato luogo ad un'obbligazione alimentare. colui a favore del quale è fatta è dispensato dall'onere di provare il rapporto fondamentale. colui a favore del quale è fatta ha sempre l'onere di provare il rapporto fondamentale.
Quando vi sia stata ricognizione di debito: colui a favore del quale è fatta ha sempre l'onere di provare il rapporto fondamentale. colui a favore del quale è fatta ha l'onere di provare il rapporto fondamentale solo se questo ha dato luogo ad un'obbligazione pecuniaria. colui a favore del quale è fatta ha l'onere di provare il rapporto fondamentale solo se questo ha dato luogo ad un'obbligazione alimentare. colui a favore del quale è fatta è dispensato dall'onere di provare il rapporto fondamentale.
Se alla promessa al pubblico non è apposto un termine, o questo non risulta dalla natura o dallo scopo della medesima: la promessa non è valida. il vincolo del promittente cessa, qualora entro l'anno dalla promessa non gli sia stato comunicato l'avveramento della situazione o il compimento dell'azione prevista nella promessa. il promittente è vincolato a tempo indeterminato ma, trascorso un anno dalla promessa, può in qualsiasi momento rivolgersi al giudice per chiedere l'apposizione di un termine. il promittente è vincolato a tempo indeterminato.
Colui che, rivolgendosi al pubblico, promette una prestazione a favore di chi si trovi in una determinata situazione o compia una determinata azione, è vincolato dalla promessa: dopo quindici giorni da quando questa è resa pubblica. non appena questa è resa pubblica. quando, dopo che sia stata resa pubblica, il beneficiario gli comunichi l'avveramento della situazione o il compimento dell'azione prevista. quando, dopo che sia stata resa pubblica, gli venga comunicata da chiunque l'intenzione di voler beneficiare della promessa ritenendo di essere in procinto di trovarsi nella situazione prevista o avendo l'intenzione di realizzare l'azione prevista.
Colui che, rivolgendosi al pubblico, promette una prestazione a favore di chi si trovi in una determinata situazione, è vincolato dalla promessa: dopo quindici giorni da quando questa è resa pubblica. quando, dopo che sia stata resa pubblica, il beneficiario gli comunichi l'avveramento della situazione. quando, dopo che sia stata resa pubblica, gli venga comunicata da chiunque l'intenzione di voler beneficiare della promessa ritenendo di essere in procinto di trovarsi nella situazione prevista. non appena questa è resa pubblica.
Se alla promessa al pubblico non è apposto un termine, o questo non risulta dalla natura o dallo scopo della medesima, il promittente è liberato dal vincolo? solo mediante revoca della promessa. solo mediante fissazione di un termine da parte del giudice. Sì, qualora entro l'anno dalla promessa non gli sia stato comunicato l'avveramento della situazione o il compimento dell'azione prevista nella promessa. solo per giusta causa.
Colui che, rivolgendosi al pubblico, promette una prestazione a favore di chi compia una determinata azione, è vincolato dalla promessa: dopo quindici giorni da quando questa è resa pubblica. quando, dopo che sia stata resa pubblica, il beneficiario gli comunichi il compimento dell'azione prevista. quando, dopo che sia stata resa pubblica, gli venga comunicata da chiunque l'intenzione di voler beneficiare della promessa avendo l'intenzione di realizzare l'azione prevista. non appena questa è resa pubblica.
La promessa al pubblico vincola il promittente: quando è stata accettata dal destinatario. nel momento in cui giunge all'indirizzo del destinatario. quando il promittente stesso ha notizia dell'accettazione del destinatario. non appena è resa pubblica.
La promessa al pubblico può essere revocata prima della scadenza del termine apposto alla stessa, quando non si sia ancora verificata la situazione o non sia stata ancora compiuta l'azione prevista? Sì, in ogni caso purché la revoca sia resa pubblica nella stessa forma della promessa o in forma equivalente. Sì, ma solo per giusta causa e purché la revoca sia resa pubblica nella stessa forma della promessa o in forma equivalente. Sì, ma solo per giusta causa e qualunque sia la forma con cui la revoca venga resa pubblica. No, in nessun caso.
Quando è stata promessa al pubblico una prestazione unica e l'azione prevista è stata compiuta da più persone separatamente, oppure la situazione prevista è comune a più persone, la prestazione promessa spetta: a colui che per primo ha ricevuto l'approvazione del promittente purché a mezzo notificazione fatta da ufficiale giudiziario. a colui che per primo ha ricevuto l'approvazione del promittente comunicatagli in qualunque forma. a colui che per primo ne ha dato notizia al promittente. a colui che per primo ha compiuto l'azione o si è trovato nella situazione prevista.
Quando è stata promessa al pubblico una prestazione unica e l'azione prevista è stata compiuta da più persone separatamente, la prestazione promessa spetta: a colui che per primo ne ha dato notizia al promittente. a colui che per primo ha ricevuto l'approvazione del promittente purché a mezzo notificazione fatta da ufficiale giudiziario. a colui che per primo ha compiuto l'azione. a colui che per primo ha ricevuto l'approvazione del promittente comunicatagli in qualunque forma.
Quando è stata promessa al pubblico una prestazione unica e la situazione prevista è comune a più persone, la prestazione promessa spetta: a colui che per primo ha ricevuto l'approvazione del promittente comunicatagli in qualunque forma. a colui che per primo ne ha dato notizia al promittente. a colui che per primo si è trovato nella situazione prevista. a colui che per primo ha ricevuto l'approvazione del promittente purché a mezzo di notificazione fatta da ufficiale giudiziario.
A norma del codice civile, chi ha acquistato in buona fede il possesso di un titolo di credito, in conformità delle norme che ne disciplinano la circolazione, è soggetto a rivendicazione? Sì, salvo che sia un istituto che esercita il credito agrario. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che sia un incapace. No.
È soggetto a rivendicazione chi ha acquistato in buona fede il possesso di un titolo di credito, in conformità delle norme che ne disciplinano la circolazione? No. Sì, salvo che si tratti di titoli al portatore. No, se si tratta di titoli all'ordine. No, se si tratta di titoli nominativi.
A norma del codice civile, il trasferimento di un titolo di credito comprende anche i diritti accessori che sono ad esso inerenti? No, ed è nullo ogni patto contrario. No, salvo che dei diritti accessori sia stata fatta espressa menzione sul titolo di credito. Sì. No, salvo patto contrario.
A norma del codice civile, i titoli rappresentativi di merci attribuiscono al possessore: il diritto alla consegna delle merci che sono in essi specificate, il possesso delle medesime e il potere di disporne mediante trasferimento del titolo. solo il potere di disporre delle merci che sono in essi specificate, ma non il diritto alla consegna e il possesso delle medesime. solo il diritto alla consegna delle merci che sono in essi specificate, ma non il possesso delle medesime e il potere di disporne mediante trasferimento del titolo. solo il possesso delle merci che sono in essi specificate, ma non il diritto alla consegna delle medesime e il potere di disporne mediante trasferimento del titolo.
A norma del codice civile, nel caso di usufrutto di titoli di credito che producono premi o altre utilità aleatorie: all'usufruttuario spetta la proprietà di essi in proporzione alla capitalizzazione del suo diritto. all'usufruttuario si estende il godimento di essi. all'usufruttuario non spetta né la proprietà né il godimento di essi. all'usufruttuario spetta la proprietà e il godimento di essi.
A norma del codice civile, i titoli di credito al portatore possono essere convertiti dall'emittente in titoli nominativi? Sì, su richiesta e a spese del possessore. No, salvo che di tale possibilità sia fatta espressa menzione sul titolo da convertire. No, in nessun caso. Sì, anche contro la volontà del possessore.
A norma del codice civile, i titoli di credito emessi in serie possono essere riuniti dall'emittente in un titolo multiplo? Sì, su richiesta e a spese del possessore. Sì, anche contro la volontà del possessore. No, in nessun caso. No, salvo che di tale possibilità sia fatta espressa menzione sui titoli da riunire.
A norma del codice civile, i titoli di credito emessi in serie possono essere riuniti in un titolo multiplo su richiesta del possessore e a spese: del possessore. dell'emittente nel solo caso in cui il possessore ne faccia richiesta entro l'anno dalla prima emissione, del possessore negli altri casi. dell'emittente. dell'emittente e del possessore in parti uguali.
Il possessore di un titolo di credito al portatore è legittimato all'esercizio del diritto in esso menzionato: in base alla presentazione del titolo, salvo che si tratti di titoli rappresentativi di merci. in base alla presentazione del titolo. per effetto dell'intestazione contenuta nel registro dell'emittente. in base ad una serie continua di girate.
Come si attua il trasferimento di un titolo di credito al portatore? Mediante girata. Mediante girata in bianco. Con la consegna del titolo. Con il trasferimento del diritto in esso menzionato.
Salvo disposizioni di leggi speciali, è ammesso l'ammortamento dei titoli di credito al portatore sottratti al possessore? Sì, salvo che si tratti di titoli emessi in serie. Sì. No. Sì, ma solo se si tratti di titoli emessi in serie.
Salvo disposizioni di leggi speciali, è ammesso l'ammortamento dei titoli di credito al portatore smarriti dal possessore? Sì, salvo che si tratti di titoli emessi in serie. No. Sì, ma solo se si tratti di titoli emessi in serie. Sì.
Salvo disposizioni di leggi speciali, chi denuncia all'emittente lo smarrimento di un titolo di credito al portatore e gliene fornisce la prova ha diritto alla prestazione e agli accessori della medesima: solo prima che sia decorso il termine di prescrizione del titolo. solo dopo che sia decorso il termine di prescrizione del titolo. solo dopo aver ottenuto l'ammortamento del titolo di credito. anche prima che sia decorso il termine di prescrizione del titolo.
Il possessore di un titolo di credito all'ordine è legittimato all'esercizio del diritto in esso menzionato: per effetto dell'intestazione a suo favore contenuta nel registro dell'emittente. per effetto dell'intestazione a suo favore contenuta nel titolo. in base ad una serie continua di girate. in base alla presentazione del titolo.
È valida la girata che non contiene l'indicazione del giratario? Sì. Sì, se è fatta per procura. Sì, se è fatta per l'incasso. No.
È valida la girata al portatore? Sì, vale come girata in bianco. Sì, ma vale solo come girata per procura. Sì, ma il giratario non può girare di nuovo il titolo. Sì, ma il giratario deve riempire la girata o apporne una nuova.
È valida la girata parziale? No, è nulla. Sì, ma vale come girata piena. Sì, salvo che si tratti di titolo di credito nominativo. No, è annullabile.
Nei titoli di credito all'ordine è ammessa la girata condizionale? No. Sì, se la condizione è apposta per iscritto sul titolo. Sì, salvo patto contrario. Sì, ma vale solo come girata per l'incasso.
Salvo diversa disposizione di legge o clausola contraria risultante dal titolo nei titoli di credito all'ordine, il girante è obbligato per l'inadempimento della prestazione da parte dell'emittente? Sì, in caso di girata in garanzia. No. Sì. Sì, in caso di girata a titolo di pegno.
Nei titoli di credito all'ordine, se alla girata è apposta la clausola "procura per l'incasso", il giratario può a sua volta girare il titolo? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo per procura per l'incasso. No. No, salvo clausola contraria risultante dal titolo.
Nei titoli di credito all'ordine è valida la girata per procura? No, salvo che si tratti di girata a titolo di pegno. Sì. No, salvo che sia stata autenticata da un notaio. No.
Nei titoli di credito all'ordine, se alla girata è apposta una clausola che importa costituzione di pegno, il giratario può a sua volta girare il titolo? Sì, ma la girata vale solo come girata per procura. No. Sì, ma la girata vale solo come girata in garanzia. No, salvo clausola contraria risultante dal titolo.
L'acquisto di un titolo di credito all'ordine con un mezzo diverso dalla girata: produce gli effetti della cessione del credito. è inefficace. è nullo. è annullabile.
A norma del codice civile, il possessore di un titolo di credito nominativo è legittimato all'esercizio del diritto in esso menzionato: per effetto dell'intestazione a suo favore contenuta nel titolo e del possesso del documento. in base ad una serie continua di girate. per effetto dell'intestazione a suo favore contenuta nel titolo e nel registro dell'emittente. per effetto dell'intestazione a suo favore contenuta nel registro dell'emittente e della presentazione del titolo.
Il possessore di un titolo nominativo è legittimato all'esercizio del diritto in esso menzionato per effetto: di una serie continua di girate. del solo possesso. di una scrittura privata avente data certa. dell'intestazione a suo favore contenuta nel titolo e nel registro dell'emittente.
Le annotazioni del trasferimento del titolo nominativo nel registro dell'emittente e sul titolo sono fatte: a cura e sotto la responsabilità dell'emittente. a cura e sotto la responsabilità dell'acquirente. a cura e sotto la responsabilità dell'alienante. a cura e sotto la responsabilità dell'agente di cambio.
Se l'intestazione del titolo nominativo o il rilascio di un nuovo titolo è richiesto dall'acquirente, questi deve: esibire il titolo e dimostrare il suo diritto mediante atto autentico. provare la propria identità mediante certificazione di un notaio. esibire il titolo e dimostrare il suo diritto mediante scrittura privata anche non autenticata. unicamente esibire il titolo.
L'alienante che chiede all'emittente l'intestazione del titolo nominativo a favore di un'altra persona o il rilascio di un nuovo titolo ad essa intestato, deve: esibire il titolo. dimostrare l'avvenuto trasferimento mediante scrittura privata registrata, anche non autenticata. provare la capacità di disporre dell'acquirente, mediante certificazione di un notaio o di un agente di cambio. provare la propria identità e la propria capacità di disporre, mediante certificazione di un notaio o di un agente di cambio.
Il trasferimento di titoli nominativi mediante girata non ha efficacia nei confronti dell'emittente: fino a che non ne sia fatta annotazione nel registro dell'emittente. fino a che non ne sia fatta annotazione sul titolo. fino a che non sia stato notificato all'emittente. fino a che non ne sia fatta comunicazione all'ufficio del registro delle imprese del luogo in cui ha sede l'emittente e non ne sia fatta annotazione nel registro dell'emittente medesimo.
Nel caso di trasferimento mediante girata di titoli nominativi non interamente liberati, la girata stessa deve: essere datata e sottoscritta solo dal girante e contenere l'indicazione del giratario. essere datata e sottoscritta dal girante e dall'emittente e contenere l'indicazione del giratario. essere datata e sottoscritta dal girante e dal giratario e contenere l'indicazione del giratario. essere datata e sottoscritta solo dal giratario e contenere l'indicazione del girante.
Nel caso di trasferimento mediante girata di titoli nominativi interamente liberati, la girata stessa deve: essere datata e sottoscritta dal girante e dal giratario e contenere l'indicazione di entrambi. essere datata e sottoscritta dal girante e contenere l'indicazione del giratario. essere datata e sottoscritta dal giratario. essere datata e sottoscritta dal girante e dal giratario.
Nel caso di trasferimento di titoli nominativi mediante girata, quest'ultima: deve essere autenticata da un notaio o da un agente di cambio. non deve essere autenticata, ma avere data certa. non deve essere autenticata. deve essere autenticata congiuntamente da un notaio e da un agente di cambio.
Salvo diverse disposizioni di legge, un titolo di credito nominativo può circolare mediante girata? Sì, se la girata è autenticata da un notaio o da un agente di cambio. Sì, se la girata è sottoscritta anche dal giratario. No, salvo che si tratti di azioni. No, salvo che la girata sia fatta per l'incasso.
Relativamente ai titoli nominativi, i vincoli sul credito producono effetti nei confronti dell'emittente e dei terzi: se risultano da una corrispondente annotazione solo sul titolo. solo se risultano da apposita attestazione rilasciata dall'emittente. solo se risultano da una corrispondente annotazione sul titolo e nel registro dell'emittente. se risultano da una corrispondente annotazione solo nel registro dell'emittente.
Chi ha l'usufrutto del credito menzionato in un titolo nominativo ha diritto di ottenere un titolo separato da quello del proprietario? Sì. No. No, ha solo diritto di ottenere copia autentica del titolo del proprietario. Sì, ma solo se l'usufrutto è costituito per la durata della sua vita.
La costituzione in pegno di un titolo nominativo può farsi anche mediante: la consegna del titolo, girato con la clausola "in garanzia" o altra equivalente. la consegna del titolo girato con la clausola "per procura". il deposito del titolo presso l'emittente. la sola consegna del titolo.
Secondo il codice civile, l'ammortamento di un titolo nominativo pregiudica le ragioni del detentore verso chi ha ottenuto il nuovo titolo? Sì, salvo che sia espressamente stabilito dal presidente del tribunale. No. Sì. No, se della salvezza delle ragioni del detentore viene fatta espressa menzione sul nuovo titolo.
In caso di ammortamento di azioni nominative smarrite, sottratte o distrutte, durante i trenta giorni dalla data di pubblicazione del decreto di ammortamento il ricorrente: non può esercitare i diritti inerenti alle azioni, salvo espressa autorizzazione del presidente del tribunale. può esercitare i diritti inerenti alle azioni solo se ha prestato idonea cauzione. può esercitare i diritti inerenti alle azioni, salva, se del caso, la prestazione di una cauzione. non può esercitare i diritti inerenti alle azioni.
In caso di smarrimento, sottrazione o distruzione di un titolo nominativo, l'intestatario o il giratario: può chiedere al presidente del tribunale il rilascio di un titolo provvisorio nelle more della procedura di ammortamento. può chiedere all'emittente che l'estinzione del titolo venga dichiarata mediante annotazione nei suoi registri, sempre che rinunzi alla procedura di ammortamento. ha diritto ad ottenere l'immediato rilascio di un duplicato del titolo dall'emittente se rinunzia alla procedura di ammortamento. può farne denuncia all'emittente e chiedere l'ammortamento del titolo.
A norma del codice civile, colui che, senza esservi obbligato, assume scientemente la gestione di un affare altrui, è tenuto a continuarla e a condurla a termine? Sì, finché l'interessato non sia in grado di provvedervi da se stesso. No, purché la interrompa entro i primi tre giorni. Sì, ma l'obbligo non può eccedere il termine di un anno anche se l'interessato non sia in grado di provvedervi da se stesso. No, può interromperla in qualsiasi momento.
Tizio, senza esservi obbligato, provvede ad iniziare utilmente l'urgente riparazione di un fabbricato di proprietà di Caio il quale si trova all'estero e non è in grado di provvedervi. Può Tizio interrompere i lavori prima che Caio sia in grado di provvedervi da se stesso? No, salvo che i lavori siano iniziati da oltre un mese. No. Sì, può interromperli in qualsiasi momento. Sì, ma solo se il costo dei lavori effettuati superi la metà del valore dell'immobile.
Chi, senza esservi obbligato, assume scientemente la gestione di un affare altrui, è tenuto a continuarla e a condurla a termine finché l'interessato non sia in grado di provvedervi da se stesso. L'obbligo di continuare la gestione sussiste anche se l'interessato muore prima che l'affare sia terminato? No, a meno che la gestione abbia ad oggetto un bene immobile. No, a meno che l'interruzione della gestione ponga in essere una situazione di evidente pericolo per gli eredi. Sì, finché l'erede non possa provvedervi direttamente. No, l'obbligazione cessa con la morte dell'interessato.
L'obbligo di continuare la gestione di affari altrui sussiste anche se l'interessato muore prima che l'affare sia terminato? Sì, finché l'erede possa provvedere direttamente. No, l'obbligo si estingue con la morte dell'interessato. No, salva diversa volontà dell'interessato. Sì, se l'erede accetta di continuare la gestione.
Nella gestione di affari, il gestore deve avere la capacità: di agire. di contrattare. giuridica. di intendere e volere.
Il gestore è soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero da un mandato. Tuttavia il giudice può: raddoppiare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa dell'interessato. triplicare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa lieve dell'interessato. quadruplicare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa grave dell'interessato. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa.
Il gestore è soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero da un mandato. Tuttavia il giudice può: moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa. escludere il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa dell'interessato. escludere il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa grave dell'interessato. escludere il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa lieve dell'interessato.
Il gestore è soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero da un mandato. Tuttavia il giudice può: aumentare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa grave dell'interessato. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa. aumentare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa dell'interessato. aumentare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa lieve dell'interessato.
Il gestore è soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero da un mandato. Tuttavia il giudice può: moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto del suo dolo. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa lieve. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto del dolo dell'interessato.
Il gestore è soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero da un mandato. Tuttavia il giudice può: moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa grave dell'interessato. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa dell'interessato. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della colpa lieve dell'interessato. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa.
Il gestore è soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero da un mandato. Tuttavia il giudice può: moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa lieve. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto del suo dolo. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa grave.
Il gestore è soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero da: una commissione. un contratto d'agenzia. un mandato. una compravendita.
Il gestore è soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero da un mandato. Tuttavia il giudice può: aumentare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa. raddoppiare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa. escludere il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa. moderare il risarcimento dei danni ai quali il gestore sarebbe tenuto per effetto della sua colpa.
Tizio, senza esservi obbligato, provvede alla urgente riparazione di un fabbricato di grande valore di proprietà di Caio, il quale si trova all'estero e non è in grado di provvedervi. Tizio, avendo regolarmente pagato l'impresa che ha realizzato i lavori che hanno utilmente impedito la rovina del fabbricato, ha diritto di: ottenere da Caio il rimborso di tutte le spese necessarie o utili con gli interessi dal giorno in cui le spese sono state fatte. ottenere da Caio il rimborso delle sole spese necessarie con gli interessi dal giorno della richiesta. ottenere da Caio, oltre al rimborso di tutte le spese necessarie o utili, anche una somma pari a un ventesimo del valore dell'immobile. ottenere da Caio il rimborso delle sole spese necessarie e comunque senza interessi.
Tizio, senza aver ricevuto alcun incarico, fa eseguire l'urgente riparazione di un fabbricato di grande valore di proprietà di Caio, il quale si trovava all'estero per lavoro. L'impresa che ha realizzato i lavori, che hanno evitato il perimento dell'immobile, a chi dovrà rivolgersi per il pagamento, tenuto conto del fatto che Tizio, nel commissionare i lavori, ha specificato che la casa era di proprietà di Caio e di assumere le obbligazioni in nome di quest'ultimo? A Tizio. A Caio. A Caio fino a concorrenza di metà del valore dell'immobile, a Tizio per l'eventuale supero. A Tizio sino a concorrenza della metà del valore dell'immobile, a Caio per l'eventuale supero.
Nel caso in cui la gestione di affari è stata compiuta da persona che credeva di gestire un affare proprio, la ratifica dell'interessato produce gli effetti che sarebbero derivati da un mandato? Sì. No. Sì, purché precedentemente non vi sia stato il divieto dell'interessato. Sì, purché la ratifica intervenga entro quindici giorni dal compimento dell'atto.
La ratifica dell'interessato produce, relativamente alla gestione di affari, gli effetti che sarebbero derivati da: una commissione. un contratto d'agenzia. un mandato. una compravendita.
La ratifica dell'interessato produce, relativamente alla gestione di affari, gli effetti che sarebbero derivati da: una locazione. un contratto mediazione. un comodato. un mandato.
Nella gestione di affari, in quale caso la ratifica dell'interessato produce gli effetti che sarebbero derivati da un mandato? In ogni caso. Solo nel caso in cui la gestione è stata compiuta da persona che credeva di gestire un affare altrui. In nessun caso. Solo nel caso in cui la gestione è stata compiuta da persona che credeva di gestire un affare proprio.
La ratifica dell'interessato produce, relativamente alla gestione di affari, gli effetti che sarebbero derivati da un mandato: solo se la gestione è stata compiuta da persona che credeva di gestire un affare altrui. anche se la gestione è stata compiuta da persona che credeva di gestire un affare proprio. solo se la gestione è stata compiuta da persona che sapeva di gestire un affare comune a sé ed all'interessato. anche se la gestione è stata compiuta da persona che credeva di gestire un affare non ancora terminato.
In caso di indebito oggettivo, colui che ha pagato, ha diritto di ottenere i frutti e gli interessi da chi ha ricevuto il pagamento in buona fede? Sì, dal giorno del pagamento. No. No, salvo che il pagamento sia stato eseguito da un incapace. Sì, dal giorno della domanda.
Chi ha eseguito un pagamento non dovuto: ha diritto di ripetere ciò che ha pagato solo se chi ha ricevuto il pagamento era in mala fede. non ha diritto di ripetere ciò che ha pagato, salvo che sia un incapace. ha diritto di ripetere ciò che ha pagato. non ha diritto di ripetere ciò che ha pagato.
Chi ha eseguito un pagamento non dovuto: ha diritto di ripetere ciò che ha pagato solo se era in mala fede chi ha ricevuto il pagamento ed inoltre ha, in tal caso, diritto anche ai frutti ed agli interessi dal giorno della domanda. ha diritto di ripetere ciò che ha pagato solo se era in mala fede chi ha ricevuto il pagamento ed inoltre ha, in tal caso, diritto anche ai frutti ed agli interessi dal giorno del pagamento. ha diritto di ripetere ciò che ha pagato. Ha inoltre diritto ai frutti ed agli interessi dal giorno del pagamento, se chi lo ha ricevuto era in mala fede, oppure, se questi era in buona fede, dal giorno della domanda. non ha diritto di ripetere ciò che ha pagato anche se chi ha ricevuto il pagamento era in mala fede.
È ammessa la ripetizione di quanto è stato spontaneamente prestato da un incapace in esecuzione di un dovere morale? No, salvo che chi l'ha ricevuta fosse in mala fede. Sì. No. No, salvo che l'incapace versasse in errore scusabile.
È ammessa la ripetizione di quanto è stato spontaneamente prestato in esecuzione di doveri morali o sociali? No, mai. Sì, salvo che la prestazione sia stata eseguita da un incapace. No, salvo che la prestazione sia stata eseguita da un incapace. Sì, sempre.
Tizio, quindicenne, ha spontaneamente eseguito una prestazione in esecuzione di un dovere morale. In questa ipotesi la ripetizione di quanto prestato da Tizio: è ammessa, salvo che il soggetto a cui favore è stata eseguita la prestazione fosse a sua volta un incapace. è ammessa, ma solo al compimento della maggiore età da parte di Tizio e fatti salvi gli effetti della prescrizione. non è ammessa. è ammessa.
Chi ha eseguito una prestazione per uno scopo che, anche da parte sua, costituisca offesa al buon costume: non può ripetere quanto ha pagato, salvo che provi che la prestazione era stata da lui eseguita in adempimento di un dovere morale. può ripetere quanto ha pagato. può ripetere quanto ha pagato, salvo che la prestazione sia stata eseguita a favore di un incapace. non può ripetere quanto ha pagato.
Chi ha pagato un debito altrui, credendosi debitore in base ad un errore scusabile, può ripetere ciò che ha pagato? Sì, se il creditore non si è privato in buona fede delle garanzie o del titolo. Sì, ancorché il creditore si sia privato in buona fede delle garanzie o del titolo. Sì, solo se l'errore era riconoscibile dall'altro contraente. Sì, solo se l'errore era essenziale.
Chi ha pagato un debito altrui, credendosi debitore in base a un errore scusabile, può ripetere ciò che ha pagato: sempre che il creditore non si sia privato, anche in mala fede, del titolo o delle garanzie del credito. sempre che il debitore originario offra di eseguire la prestazione dovuta. anche se il creditore si sia privato in buona fede del titolo o delle garanzie del credito. sempre che il creditore non si sia privato in buona fede del titolo o delle garanzie del credito.
Chi ha pagato un debito altrui, credendosi debitore in base ad un errore scusabile, può ripetere ciò che ha pagato? Sì, solo se il creditore si sia privato in buona fede del titolo o delle garanzie del credito. No, in ogni caso. Sì, anche se il creditore si sia privato in buona fede del titolo o delle garanzie del credito. Sì, sempre che il creditore non si sia privato in buona fede del titolo o delle garanzie del credito.
Tizio ha ricevuto indebitamente e in mala fede un quadro di grande valore. Poiché egli è tenuto a restituirlo, quali conseguenze prevede il codice civile se il quadro perisce prima della restituzione? Tizio è tenuto a corrisponderne il valore, anche se il perimento sia dovuto a caso fortuito. Tizio è tenuto a corrisponderne il valore, salvo che il perimento sia dovuto a caso fortuito. Tizio non risponde del perimento, ancorché dipenda da fatto proprio, se non nei limiti del suo arricchimento. Tizio, a sua scelta, è tenuto a corrisponderne il valore oppure a restituire altro quadro con analoghe caratteristiche e di uguale valore.
Chi, avendo in buona fede ricevuto indebitamente una cosa determinata, l'ha alienata prima di conoscere l'obbligo di restituirla e ne ha già conseguito il corrispettivo, è tenuto: a restituire la cosa in natura. a corrisponderne il valore. a restituire il corrispettivo conseguito. a far subentrare colui che ha pagato l'indebito nei diritti dell'alienante.
L'incapace che ha ricevuto l'indebito: anche in mala fede, non è tenuto che nei limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo vantaggio. solo se è in buona fede, non è tenuto che nei limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo vantaggio. è tenuto anche oltre ciò che ha ricevuto. è tenuto anche oltre ciò che ha ricevuto, purché sia stato rivolto a suo vantaggio.
L'incapace che ha ricevuto l'indebito, anche in mala fede, è tenuto: anche oltre ciò che ha ricevuto. solo nei limiti di ciò che ha ricevuto. solo nei limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo vantaggio. anche oltre ciò che ha ricevuto, purché sia stato rivolto a suo vantaggio.
L'incapace che ha ricevuto l'indebito: è tenuto anche oltre i limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo svantaggio, anche se è in mala fede. è tenuto solo nei limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo svantaggio, anche se è in buona fede. è tenuto anche oltre i limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo svantaggio, solo se è in buona fede. è tenuto solo nei limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo vantaggio, anche se è in mala fede.
L'incapace che ha ricevuto l'indebito: è tenuto anche oltre i limiti di ciò che ha ricevuto, solo se è in buona fede. è tenuto solo nei limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo vantaggio, anche se è in mala fede. è tenuto solo nei limiti in cui ciò che ha ricevuto è stato rivolto a suo vantaggio, solo se è in buona fede. è tenuto anche oltre i limiti di ciò che ha ricevuto, anche se è in mala fede.
In caso di pagamento dell'indebito, colui al quale è stata restituita la cosa: è tenuto a corrispondere al possessore l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, purché sussistano al tempo della restituzione ed il possessore stesso sia in buona fede. è tenuto a corrispondere al possessore l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, purché sussistano al tempo della restituzione. non è tenuto a corrispondere al possessore l'indennità per i miglioramenti della cosa. è tenuto a corrispondere al possessore l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, anche se non sussistono al tempo della restituzione.
In caso di pagamento dell'indebito, colui al quale è stata restituita la cosa: non è tenuto a rimborsare il possessore delle spese per la produzione ed il raccolto dei frutti. è tenuto a rimborsare il possessore delle spese per la produzione ed il raccolto dei frutti. è tenuto a rimborsare il possessore delle sole spese per la produzione dei frutti. è tenuto a rimborsare il possessore delle sole spese per il raccolto dei frutti.
In caso di pagamento dell'indebito, colui al quale è stata restituita la cosa: è tenuto a rimborsare il possessore delle spese e dei miglioramenti, a norma delle disposizioni del codice civile. non è tenuto a rimborsare il possessore delle spese e dei miglioramenti. è tenuto a rimborsare il possessore delle spese ma non dei miglioramenti. è tenuto a rimborsare il possessore dei miglioramenti ma non delle spese.
In caso di pagamento dell'indebito, al possessore tenuto alla restituzione dei frutti: spetta il rimborso delle spese fatte per le riparazioni ordinarie della cosa, anche oltre il tempo per il quale la restituzione è dovuta. spetta il rimborso delle spese fatte per le riparazioni ordinarie della cosa, limitatamente al tempo per il quale la restituzione è dovuta. se di buona fede, spetta il rimborso delle spese fatte per le riparazioni ordinarie della cosa, limitatamente al tempo per il quale la restituzione è dovuta. non spetta il rimborso delle spese fatte per le riparazioni ordinarie della cosa.
In caso di pagamento dell'indebito, il possessore: di buona fede può ritenere i soli frutti della cosa finché non gli siano corrisposte le indennità dovute. anche se di mala fede può ritenere la cosa finché non gli siano corrisposte le indennità dovute. non può ritenere la cosa anche se non gli siano corrisposte le indennità dovute. di buona fede può ritenere la cosa finché non gli siano corrisposte le indennità dovute.
In caso di pagamento dell'indebito, colui al quale è stata restituita la cosa: è tenuto a corrispondere al possessore in buona fede l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, nella minor somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore. è tenuto a corrispondere al possessore in buona fede l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, nella misura dell'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti. non è tenuto a corrispondere al possessore in mala fede alcuna indennità per i miglioramenti recati alla cosa. è tenuto a corrispondere al possessore in mala fede l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, nella misura dell'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti.
In caso di pagamento dell'indebito, colui al quale è stata restituita la cosa: è tenuto a rimborsare il possessore, solo se in buona fede, delle sole spese fatte per le riparazioni ordinarie. è tenuto a rimborsare il possessore, anche se di mala fede, delle spese fatte per le riparazioni straordinarie. è tenuto a rimborsare il possessore, anche se di mala fede, delle sole spese fatte per le riparazioni ordinarie. è tenuto a rimborsare il possessore, solo se in buona fede, delle spese fatte per le riparazioni straordinarie.
In caso di pagamento dell'indebito, colui al quale è stata restituita la cosa: è tenuto a corrispondere al possessore di mala fede l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, nella minor somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore. è tenuto a corrispondere al possessore di mala fede l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, nella misura dell'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti. è tenuto a corrispondere al possessore di buona fede l'indennità per i miglioramenti recati alla cosa, anche se non sussistono più al tempo della restituzione. non è tenuto a corrispondere al possessore di mala fede alcuna indennità per i miglioramenti recati alla cosa.
Chi, senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un'altra persona è tenuto: nei limiti dell'arricchimento, a indennizzare questa persona di qualsiasi diminuzione patrimoniale. nei limiti dell'arricchimento, a indennizzare questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale. a indennizzare questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale. se di mala fede e nei limiti dell'arricchimento, a indennizzare questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale.
Chi si è arricchito a danno di un'altra persona è tenuto: se non vi è una giusta causa, a indennizzare, anche oltre i limiti dell'arricchimento, questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale. se non vi è una giusta causa, a indennizzare, nei limiti dell'arricchimento, questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale. anche se sussiste una giusta causa, a indennizzare, nei limiti dell'arricchimento, questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale. se di mala fede e se non vi è una giusta causa, a indennizzare, nei limiti dell'arricchimento, questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale.
L'azione generale di arricchimento può essere proposta nei confronti di chi: senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un'altra persona. si è arricchito senza una giusta causa ed anche senza che si sia verificato danno per alcuno. anche con giusta causa, si è arricchito ai danni di un'altra persona. in mala fede, si è arricchito ai danni di un'altra persona.
Chi, senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un'altra persona: non è tenuto ad alcunché. è tenuto, nei limiti dell'arricchimento e solo se è di mala fede, a indennizzare questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale. è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, a indennizzare questa persona della correlativa diminuzione patrimoniale. è tenuto, nei limiti dell'arricchimento, a risarcire il danno a questa persona.
Nell'azione generale di arricchimento: qualora l'arricchimento abbia per oggetto una cosa determinata, colui che l'ha ricevuta è tenuto a restituirla in natura, se sussiste al tempo della domanda. qualora l'arricchimento abbia per oggetto una cosa determinata, colui che l'ha ricevuta è tenuto a restituire il controvalore in denaro, anche se sussiste al tempo della domanda. qualora l'arricchimento abbia per oggetto una cosa determinata, colui che l'ha ricevuta è tenuto a restituirla, solo se sussiste al tempo della domanda e, in mancanza, è liberato da ogni obbligo. qualora l'arricchimento abbia per oggetto una cosa determinata, colui che l'ha ricevuta è tenuto a restituirla in natura, o a pagare il controvalore in denaro, a sua scelta.
Nell'azione generale di arricchimento, qualora l'arricchimento abbia per oggetto una cosa determinata, a cosa è tenuto colui che l'ha ricevuta? A restituirla in natura, se sussiste al tempo della domanda. A corrispondere il suo valore in denaro, anche se sussiste al tempo della domanda. A restituirla in natura, prestando cosa della stessa specie. A restituirla in natura o a pagare il valore in denaro, a sua scelta.
Chi, senza una giusta causa, si è arricchito di una cosa determinata a danno di un'altra persona, è tenuto a restituirla? Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, se sussiste al tempo della domanda. No, se l'arricchimento è avvenuto in buona fede.
L'azione generale di arricchimento non è proponibile: quando il danneggiato ha lasciato prescrivere un'altra azione per farsi indennizzare del pregiudizio subito. quando l'arricchito è in buona fede. quando il danneggiato può esercitare un'altra azione per farsi indennizzare del pregiudizio subito. quando il danneggiato è in mala fede.
È proponibile l'azione generale di arricchimento quando il danneggiato può esercitare un'altra azione per farsi indennizzare del pregiudizio subito? No. Sì, se il danneggiato è in buona fede. No, se l'arricchito è in buona fede. Sì.
Chi commette qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, è obbligato: al risarcimento del danno. ad indennizzare il danneggiato della correlativa diminuzione patrimoniale. ad indennizzare il danneggiato della correlativa diminuzione patrimoniale, limitatamente ai casi in cui abbia agito con colpa. al risarcimento del danno, limitatamente ai casi in cui abbia agito con dolo.
Chi commette un fatto che cagiona ad altri un danno ingiusto, è obbligato al risarcimento? Sì, solo se il fatto è doloso. Sì, solo se il fatto è colposo. Sì, se il fatto è doloso o colposo. No, neppure se il fatto è doloso o colposo.
È obbligato al risarcimento del danno: chi commette un fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto. solo chi commette un fatto doloso che cagiona ad altri un danno ingiusto. solo chi commette un fatto colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto. solo chi commette un fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, non è responsabile: chi cagiona il danno per legittima difesa solo di altri. chi cagiona il danno per legittima difesa di sé o di altri. chi cagiona il danno per legittima difesa solo di sé. chi cagiona il danno per legittima difesa di sé o dei prossimi congiunti.
In tema di fatti illeciti, l'autore del fatto dannoso non è responsabile: nel caso in cui ha cagionato il danno per legittima difesa. nel caso in cui aveva la capacità d'intendere e volere al momento in cui lo ha commesso. nel caso in cui lo ha compiuto in stato di necessità per salvare il proprio patrimonio. nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso, se si è posto per sua colpa in stato d'incapacità.
Qual è la misura dell'indennità dovuta al danneggiato, nell'ipotesi in cui il fatto illecito dannoso sia stato compiuto in stato di necessità? È rimessa all'equo apprezzamento del giudice. È pari alla metà del danno subito. È pari all'entità del danno subito. È pari al doppio del danno subito.
In tema di fatti illeciti, l'autore del fatto dannoso deve al danneggiato un'indennità: nel caso in cui lo ha compiuto in stato di necessità nel caso in cui ha cagionato il danno per legittima difesa. nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere e volere al momento in cui lo ha commesso. nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso, anche se si è posto per sua colpa in stato d'incapacità.
In tema di fatti illeciti, perché si verifichi lo stato di necessità è, tra l'altro, necessario: che il pericolo non sia stato volontariamente causato da chi ha compiuto il fatto dannoso, né che era altrimenti evitabile. che il pericolo sia stato volontariamente causato da chi ha compiuto il fatto dannoso, anche se era altrimenti evitabile. che il pericolo sia stato volontariamente causato da chi ha compiuto il fatto dannoso. che il pericolo sia stato involontariamente causato da chi ha compiuto il fatto dannoso, ma era altrimenti evitabile.
In tema di fatti illeciti, l'autore del fatto dannoso deve al danneggiato un'indennità: nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere e volere al momento in cui lo ha commesso. nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso, anche se si è posto per sua colpa in stato d'incapacità. nel caso in cui ha cagionato il danno per legittima difesa. nel caso in cui ha compiuto il fatto in stato di necessità.
In tema di fatti illeciti, al danneggiato è dovuta un'indennità: quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare solo se stesso dal pericolo attuale di un danno grave alla persona. quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare solo altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona. quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona. quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé ed altri dal pericolo attuale di un danno lieve alla persona.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, quando il fatto dannoso è stato compiuto in stato di necessità, al danneggiato: è dovuto il risarcimento del danno. è dovuta un'indennità pari alla metà del danno subito dal danneggiato. è dovuta un'indennità, la cui misura è rimessa all'equo apprezzamento del giudice. non è dovuto alcunché.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, quando il fatto dannoso è stato compiuto in stato di necessità, al danneggiato: è dovuta un'indennità ragguagliata al danno subito dal danneggiato. è dovuta un'indennità. non è dovuto alcunché. è dovuto il risarcimento del danno.
In tema di fatti illeciti, chi compie il fatto dannoso in stato di necessità: non è responsabile, a meno che lo stato d'incapacità derivi da sua colpa. deve al danneggiato il risarcimento del danno. deve al danneggiato un'indennità. non è responsabile.
In tema di fatti illeciti, l'autore del fatto dannoso non è imputabile: nel caso in cui ha cagionato il danno per legittima difesa. nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso, anche se si è posto per sua colpa in stato d'incapacità. nel caso in cui lo ha commesso in stato di necessità. nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso.
In tema di fatti illeciti, quali sono le rispettive conseguenze nel caso in cui il fatto dannoso sia stato compiuto per legittima difesa, in stato di necessità o in condizioni d'incapacità d'intendere o di volere? L'autore del fatto dannoso nel primo caso non è responsabile, nel secondo caso deve al danneggiato un'indennità, nel terzo caso non è imputabile. L'autore del fatto dannoso nel primo caso deve al danneggiato un'indennità, nel secondo caso non è responsabile, nel terzo caso non è imputabile. L'autore del fatto dannoso nel primo caso non è imputabile, nel secondo caso non è responsabile, nel terzo caso deve al danneggiato un'indennità. L'autore del fatto dannoso nel primo caso non è responsabile, nel secondo caso non è imputabile, nel terzo caso deve al danneggiato un'indennità.
In tema di fatti illeciti, chi non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui ha commesso il fatto dannoso: deve al danneggiato il risarcimento in misura pari alla metà del danno subito. deve al danneggiato un'indennità pari alla correlativa diminuzione patrimoniale. non è imputabile. è responsabile.
In tema di fatti illeciti, non risponde delle conseguenze del fatto dannoso: chi non aveva la capacità d'intendere e di volere al momento in cui lo ha commesso, anche se lo stato d'incapacità derivi da sua colpa. chi non aveva la capacità d'intendere e di volere al momento in cui lo ha commesso, salvo che lo stato d'incapacità derivi da sua colpa. chi non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso, a meno che lo stato d'incapacità derivi da sua colpa. chi non aveva la capacità d'intendere e di volere al momento in cui lo ha commesso, a meno che lo stato d'incapacità derivi da suo dolo.
In tema di fatti illeciti, non risponde delle conseguenze del fatto dannoso: chi non aveva la capacità d'intendere e di volere al momento in cui lo ha commesso. chi non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso. chi ha agito in stato di necessità. chi si è colposamente posto in stato d'incapacità.
In tema di fatti illeciti, in quale caso l'autore del fatto dannoso non risponde delle conseguenze del fatto stesso? Nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso. Nel caso in cui lo ha compiuto in stato di necessità. Nel caso in cui ha cagionato il danno per legittima difesa di una cosa propria. Nel caso in cui non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso, anche se si è posto per sua colpa in stato d'incapacità.
In tema di fatti illeciti, in caso di danno cagionato da persona incapace di intendere o di volere, il risarcimento: è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace. è dovuto dall'incapace e da chi è tenuto alla sorveglianza del medesimo, in parti eguali. è dovuto dall'incapace. non è dovuto.
Qualora Tizio, incapace d'intendere, cagiona ad altri un danno, il giudice: condanna in solido al risarcimento del danno sia l'incapace, sia la persona tenuta alla sorveglianza. condanna al risarcimento chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, oppure l'incapace stesso ad un'equa indennità, nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza. può condannare al risarcimento l'incapace. può condannare ad un'equa indennità chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, oppure l'incapace stesso al risarcimento del danno, nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere l'indennità da chi è tenuto alla sorveglianza.
In tema di fatti illeciti, in quali ipotesi è prevista la condanna dell'autore del danno ad un'equa indennità? Nelle ipotesi in cui il fatto dannoso sia stato compiuto in stato di necessità ed in quella in cui il danno sia stato cagionato da persona incapace di intendere o di volere ed il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza. In nessun caso. Nel caso in cui l'autore del fatto dannoso abbia agito con colpa lieve. Nell'ipotesi in cui il danno sia stato cagionato da persona incapace di intendere o di volere, anche se il danneggiato può ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza.
In tema di fatti illeciti, in quali ipotesi è prevista la condanna dell'autore del danno ad un'equa indennità? Nell'ipotesi in cui il danno sia stato cagionato per legittima difesa. Nella sola ipotesi in cui il fatto dannoso sia stato compiuto in stato di necessità. Nella sola ipotesi in cui il danno sia stato cagionato da persona incapace di intendere o di volere ed il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza. Nelle ipotesi in cui il fatto dannoso sia stato compiuto in stato di necessità ed in quella in cui il danno sia stato cagionato da persona incapace di intendere o di volere ed il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza.
In tema di fatti illeciti e di danno cagionato dall'incapace, nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza, il giudice può condannare l'autore del danno a un'equa indennità: in considerazione delle condizioni economiche del solo danneggiato. in considerazione delle condizioni economiche della sola persona tenuta alla sorveglianza. in considerazione delle condizioni economiche delle parti. in considerazione delle condizioni economiche del solo incapace.
In tema di fatti illeciti, è previsto che il giudice possa condannare l'incapace autore del fatto dannoso? No, in nessun caso, anche se il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza. Sì, può condannarlo a un'equa indennità, nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza ed in considerazione delle condizioni economiche delle parti. No, a meno che chi è tenuto alla sorveglianza non abbia agito con dolo. Sì, può condannarlo al risarcimento del danno, nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza ed in considerazione delle condizioni economiche delle parti.
In tema di fatti illeciti, nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace autore del fatto dannoso: il giudice, in considerazione delle condizioni economiche delle parti, può condannare l'autore del danno al risarcimento del danno. il giudice, a prescindere dalle condizioni economiche delle parti, può condannare l'autore del danno al risarcimento del danno. il giudice, in considerazione delle condizioni economiche delle parti, può condannare l'autore del danno a un'equa indennità. il giudice, a prescindere dalle condizioni economiche delle parti, può condannare l'autore del danno a un'equa indennità.
In tema di fatti illeciti, in caso di danno cagionato da persona incapace di intendere o di volere: il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, anche se prova di non aver potuto impedire il fatto. il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto. un'equa indennità è dovuta da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto. un'equa indennità è dovuta da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, anche se prova di non aver potuto impedire il fatto.
In tema di fatti illeciti, in caso di danno cagionato da persona incapace di intendere o di volere, chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace deve il risarcimento del danno? No, salvo che abbia agito con dolo. No. Sì, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto. Sì, anche se prova di non aver potuto impedire il fatto.
Coloro che insegnano un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro apprendisti: nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. in ogni tempo. solo se hanno agito con colpa grave. solo se hanno agito con dolo.
Colui che, insegnando un'arte, prova di non aver potuto impedire il fatto illecito dell'apprendista, che ha cagionato il danno: non è liberato dalla responsabilità. è liberato dalla responsabilità. risponde in solido con l'apprendista. è condannato al pagamento di un'indennità in favore del danneggiato.
Colui che, insegnando un mestiere, prova di non aver potuto impedire il fatto illecito dell'apprendista, che ha cagionato il danno: non è liberato dalla responsabilità. è liberato dalla responsabilità. è condannato al pagamento di un'indennità in favore del danneggiato. risponde in solido con l'apprendista.
Il precettore che prova di non aver potuto impedire il fatto illecito dell'allievo, che ha cagionato il danno: è condannato al pagamento di un'indennità in favore del danneggiato. non è liberato dalla responsabilità. risponde in solido con l'allievo. è liberato dalla responsabilità.
Il tutore che prova di non aver potuto impedire il fatto illecito della persona soggetta alla tutela, che ha cagionato il danno: non è liberato dalla responsabilità. è condannato al pagamento di un'indennità in favore del danneggiato. risponde in solido con la persona soggetta alla tutela. è liberato dalla responsabilità.
La madre che prova di non aver potuto impedire il fatto illecito del figlio minore, che ha cagionato il danno: risponde in solido con il figlio. è liberata dalla responsabilità. non è liberato dalla responsabilità. è condannata al pagamento di un'indennità in favore del danneggiato.
Il padre che prova di non aver potuto impedire il fatto illecito del figlio minore, che ha cagionato il danno: è liberato dalla responsabilità. risponde in solido con il figlio. è condannato al pagamento di un'indennità in favore del danneggiato. non è liberato dalla responsabilità.
Colui che insegna un'arte può essere liberato dalla responsabilità del danno cagionato dal fatto illecito del suo apprendista? Sì, se prova di non aver potuto impedire il fatto. Sì, se prova di averlo correttamente educato. Sì, se prova che il figlio ha agito con imprudenza. Sì, se prova che l'apprendista ha agito con colpa.
Colui che insegna un mestiere può essere liberato dalla responsabilità del danno cagionato dal fatto illecito del suo apprendista? Sì, se prova di averlo correttamente educato. Sì, se prova che il figlio ha agito con imprudenza. Sì, se prova che l'apprendista ha agito con colpa. Sì, se prova di non aver potuto impedire il fatto.
Il precettore può essere liberato dalla responsabilità del danno cagionato dal fatto illecito del suo allievo? Sì, se prova che il figlio ha agito con imprudenza. Sì, se prova che l'allievo ha agito con colpa. Sì, se prova di non aver potuto impedire il fatto. Sì, se prova di averlo correttamente educato.
Il tutore può essere liberato dalla responsabilità del danno cagionato dal fatto illecito delle persone soggette alla tutela? Sì, se prova che il figlio ha agito con imprudenza. Sì, se prova di non aver potuto impedire il fatto. Sì, se prova di averlo correttamente educato. Sì, se prova che la persona soggetta alla tutela ha agito con colpa.
Il padre è responsabile del danno cagionato dal fatto illecito del figlio? Sì, nel caso in cui il figlio sia minore, non emancipato ed abiti con lui. Sì, anche nel caso in cui il figlio sia maggiorenne. Sì, nel caso in cui il figlio sia minore e non emancipato, anche se non abita con lui. Sì, nel caso in cui il figlio sia minore ed abiti con lui, anche se emancipato.
Il padre può essere liberato dalla responsabilità del danno cagionato dal fatto illecito del figlio? Sì, se prova che il figlio ha agito con colpa. Sì, se prova di averlo correttamente educato. Sì, se prova di non aver potuto impedire il fatto. Sì, se prova che il figlio ha agito con imprudenza.
Coloro che insegnano un mestiere sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro apprendisti: solo se hanno agito con dolo. solo se hanno agito con colpa grave. in ogni tempo. nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.
I precettori sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi: solo se hanno agito con colpa grave. in ogni tempo. solo se hanno agito con dolo. nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.
Coloro che insegnano un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro apprendisti? Sì, in ogni tempo. Sì, ma solo nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. No, mai. No, a meno che gli insegnanti non abbiano agito con dolo.
Coloro che insegnano un mestiere sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro apprendisti? Sì, in ogni tempo. Sì, ma solo nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. No, mai. No, a meno che gli insegnanti non abbiano agito con dolo.
I precettori sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi? Sì, ma solo nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Sì, in ogni tempo. No, a meno che i precettori non abbiano agito con dolo. No, mai.
In tema di fatti illeciti, quali sono le condizioni perché il tutore risponda del danno cagionato dalle persone soggette alla tutela? Che le persone soggette alla tutela siano minori non emancipati. Che le persone soggette alla tutela abitino con lui. Che le persone soggette alla tutela abbiano agito con dolo. Che le persone soggette alla tutela siano minori emancipati.
In tema di fatti illeciti, quali sono le condizioni perché il padre e la madre rispondano del danno cagionato dai figli? Che i figli siano minori non emancipati, anche se non abitano con essi. Che i figli siano minori non emancipati ed abitino con essi. Che i figli siano minori emancipati ed abitino con essi. Che i figli siano minori ed abbiano agito con dolo.
Chi è responsabile del danno cagionato dal minore? Il padre, la madre ed i parenti fino al terzo grado, nel caso in cui il minore non sia emancipato ed abiti con essi. Il padre, la madre ed i fratelli, nel caso in cui il minore non sia emancipato ed abiti con essi. Il padre e la madre, nel caso in cui il minore non sia emancipato ed abiti con essi. Il padre e la madre, nel caso in cui il minore non sia emancipato, anche se non abiti con essi.
La madre è responsabile del danno cagionato dal fatto illecito del figlio? Sì, nel caso in cui il figlio sia minore, non emancipato ed abiti con lei. Sì, nel caso in cui il figlio sia minore ed abiti con lei, anche se emancipato. Sì, anche nel caso in cui il figlio sia maggiorenne. Sì, nel caso in cui il figlio sia minore e non emancipato, anche se non abita con lei.
La madre può essere liberata dalla responsabilità del danno cagionato dal fatto illecito del figlio? Sì, se prova che il figlio ha agito con colpa. Sì, se prova che il figlio ha agito con imprudenza. Sì, se prova di averlo correttamente educato. Sì, se prova di non aver potuto impedire il fatto.
Nel caso in cui il domestico, compiendo un fatto illecito, arrechi un danno, chi ne è responsabile? Il domestico, se il fatto è stato commesso nell'esercizio delle incombenze a cui egli è adibito. Il padrone, se il fatto è stato commesso nell'esercizio delle incombenze a cui il domestico è adibito. Il padrone, se il fatto è stato commesso fuori delle incombenze a cui il domestico è adibito. Il domestico, se il fatto è stato commesso con colpa grave.
Nel caso in cui il commesso, compiendo un fatto illecito, arrechi un danno, chi ne è responsabile? Il commesso, se il fatto è stato compiuto nell'esercizio delle incombenze a cui egli è adibito. Il committente, se il fatto è stato compiuto fuori delle incombenze a cui il commesso è adibito. Il committente, se il fatto è stato compiuto nell'esercizio delle incombenze a cui il commesso è adibito. Il commesso, se il fatto è stato compiuto con colpa grave.
I committenti sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro commessi? Sì, qualora si tratti di fatti illeciti commessi nell'esercizio delle incombenze a cui i commessi sono adibiti. Sì, in ogni caso. No, mai. No, salvo che il commesso abbia agito con dolo.
I padroni sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici? No, mai. No, salvo che il domestico abbia agito con dolo. Sì, qualora si tratti di fatti illeciti commessi nell'esercizio delle incombenze a cui i domestici sono adibiti. Sì, in ogni caso.
A norma del codice civile, se non prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno, è tenuto al risarcimento chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un'attività pericolosa,: per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati. per sua natura e per la natura dei mezzi adoperati. solo per sua natura. solo per la natura dei mezzi adoperati.
A norma del codice civile, è tenuto al risarcimento chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un'attività pericolosa,: se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. se non prova di non aver potuto impedire il fatto. se non prova il caso fortuito. se non prova di avere impiegato la diligenza del buon padre di famiglia.
Chiunque cagiona un danno ad altri nello svolgimento di un'attività pericolosa: è tenuto al risarcimento, se non prova di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno. è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. è tenuto al risarcimento, senza possibilità di prova liberatoria. è tenuto al risarcimento, se non prova il caso fortuito.
Chiunque cagiona un danno ad altri nello svolgimento di un'attività pericolosa è tenuto al risarcimento del danno? Sì, senza possibilità di prova liberatoria. No, a meno che non abbia agito con dolo o colpa grave. No, in nessun caso. Sì, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.
Chiunque ha cagionato un danno nello svolgimento di un'attività pericolosa è ammesso alla prova liberatoria? Sì, ma solo se ha cagionato un danno lieve. Sì. No. Sì, ma solo se ha agito con colpa grave.
In tema di fatti illeciti, ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia: salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto con la normale diligenza. salvo che provi il caso fortuito. salvo che provi di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. salvo che provi di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno.
In tema di fatti illeciti, a quale prova liberatoria è ammesso il proprietario di un animale che ha cagionato danni? Alla prova del caso fortuito. Alla prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. Alla prova di non aver potuto impedire il fatto. Alla prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno.
Caio, proprietario di un cavallo, lo concede in uso a Tizio, il quale, mentre se ne serve, lo lascia fuggire. Chi è responsabile dei danni cagionati dall'animale fuggito ed a quale prova liberatoria è ammesso l'eventuale responsabile? Sono responsabili entrambi. Non è responsabile nessuno. È responsabile Caio, salvo che provi il caso fortuito. È responsabile Tizio, salvo che provi il caso fortuito.
Caio, proprietario di un cavallo, lo concede in uso a Tizio, il quale, mentre se ne serve, lo smarrisce. Chi è responsabile dei danni cagionati dall'animale smarrito ed a quale prova liberatoria è ammesso l'eventuale responsabile? Sono responsabili entrambi. È responsabile Tizio, salvo che provi il caso fortuito. È responsabile Caio, salvo che provi il caso fortuito. Non è responsabile nessuno.
In tema di fatti illeciti, chi si serve di un animale è responsabile dei danni cagionati dall'animale stesso che è fuggito? No, mai. Sì, per il tempo che lo ha in uso e salvo che provi il caso fortuito. Sì, senza possibilità di prova liberatoria. No, salvo che abbia agito con colpa grave.
In tema di fatti illeciti, chi si serve di un animale è responsabile dei danni cagionati dall'animale stesso che è smarrito? Sì, senza possibilità di prova liberatoria. Sì, per il tempo che lo ha in uso e salvo che provi il caso fortuito. No, mai. No, salvo che abbia agito con colpa grave.
In tema di fatti illeciti, chi si serve di un animale è responsabile dei danni cagionati dall'animale stesso che ha in custodia? Sì, per il tempo che lo ha in uso e salvo che provi il caso fortuito. Sì, senza possibilità di prova liberatoria. No, mai. No, salvo che abbia agito con colpa grave.
In tema di fatti illeciti, il proprietario è responsabile dei danni cagionati dall'animale fuggito? Sì, salvo che provi il caso fortuito. No, salvo che abbia agito con colpa grave. Sì, senza possibilità di prova liberatoria. No, mai.
In tema di fatti illeciti, il proprietario è responsabile dei danni cagionati dall'animale che ha in custodia? Sì, senza possibilità di prova liberatoria. Sì, salvo che provi il caso fortuito. No, salvo che abbia agito con colpa grave. No, mai.
In tema di fatti illeciti, il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall'animale: solo se è smarrito. solo se è fuggito. sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito. solo se è sotto la sua custodia.
In tema di fatti illeciti, chi è responsabile dei danni cagionati dall'animale? Il solo proprietario. Il proprietario o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso. Il proprietario e chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso. Il proprietario e chi se ne serve anche per il tempo in cui non lo ha in uso.
In tema di fatti illeciti, il proprietario è responsabile dei danni cagionati dall'animale smarrito? No, mai. Sì, senza possibilità di prova liberatoria. No, salvo che abbia agito con colpa grave. Sì, salvo che provi il caso fortuito.
In tema di fatti illeciti, il proprietario di un edificio è responsabile dei danni cagionati dalla rovina dell'edificio: salvo che provi che la rovina non è dovuta a vizio di costruzione. salvo che provi il caso fortuito. salvo che provi di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto.
In tema di fatti illeciti, il proprietario di un edificio è responsabile dei danni cagionati dalla rovina dell'edificio: salvo che provi di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. salvo che provi il caso fortuito. salvo che provi che la rovina non è dovuta a difetto di manutenzione dell'edificio. salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto.
In tema di fatti illeciti, il proprietario di una costruzione diversa da un edificio è responsabile dei danni cagionati dalla rovina della costruzione: salvo che provi di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. salvo che provi che la rovina non è dovuta a difetto di manutenzione della costruzione. salvo che provi il caso fortuito. salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto.
In tema di fatti illeciti, il proprietario di una costruzione diversa da un edificio è responsabile dei danni cagionati dalla rovina della costruzione: salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto. salvo che provi il caso fortuito. salvo che provi che la rovina non è dovuta a vizio di costruzione. salvo che provi di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.
In tema di risarcimento del danno da circolazione di veicoli, l'usufruttuario del veicolo è responsabile in solido col conducente: se non prova di aver fatto tutto il possibile ad evitare il danno. se non prova il caso fortuito. se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà.
In tema di risarcimento del danno da circolazione di veicoli, quali soggetti sono in ogni caso responsabili dei danni derivati da vizi di costruzione o di manutenzione del veicolo? Il conducente, il proprietario, o, in sua vece, l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio del veicolo. Il solo conducente del veicolo. Il solo proprietario del veicolo. Il solo costruttore del veicolo.
In tema di risarcimento del danno da circolazione di veicoli, quali soggetti sono in ogni caso responsabili dei danni derivati da vizi di manutenzione del veicolo? Il solo conducente del veicolo. Il solo costruttore del veicolo. Il solo proprietario del veicolo. Il conducente, il proprietario, o, in sua vece, l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio del veicolo.
Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a cose dalla circolazione del veicolo: se non prova di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno. se non prova che il veicolo era in ottimo stato di manutenzione. se non prova di non aver potuto impedire il danno. se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.
In tema di risarcimento del danno da circolazione di veicoli, quali soggetti sono in ogni caso responsabili dei danni derivati da vizi di costruzione del veicolo? Il conducente, il proprietario, o, in sua vece, l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio del veicolo. Il solo costruttore del veicolo. Il solo conducente del veicolo. Il solo proprietario del veicolo.
In tema di risarcimento del danno da circolazione di veicoli, il proprietario del veicolo è responsabile in solido col conducente: se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà. se non prova il caso fortuito. se non prova di aver fatto tutto il possibile ad evitare il danno. se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.
In tema di risarcimento del danno da circolazione di veicoli, il proprietario del veicolo, o in sua vece, l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio, è responsabile in solido col conducente: se non prova il caso fortuito. se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. se non prova di aver fatto tutto il possibile ad evitare il danno. se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà.
Nel caso di scontro tra veicoli, il conducente di uno di essi, con quali soggetti è obbligato in solido al risarcimento del danno? Con il solo usufruttuario del veicolo. Con il solo acquirente con patto di riservato dominio. Con il proprietario del veicolo, o, in sua vece, con l'usufruttuario o con l'acquirente con patto di riservato dominio. Con il solo proprietario del veicolo.
Nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria: che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli. che ciascuno dei conducenti abbia concorso diversamente a produrre il danno subito dai singoli veicoli. che il danno subito da un veicolo sia stato cagionato dal conducente dell'altro. che il danno subito dal conducente di un veicolo sia stato cagionato dal conducente dell'altro.
A quale prova liberatoria è ammesso il conducente di un veicolo senza guida di rotaie, per liberarsi dall'obbligazione di risarcire il danno prodotto a cose dalla circolazione del veicolo? Alla prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. Alla prova di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno. Alla prova che il veicolo era in ottimo stato di manutenzione. Alla prova di non aver potuto impedire il danno.
A quale prova liberatoria è ammesso il conducente di un veicolo senza guida di rotaie, per liberarsi dall'obbligazione di risarcire il danno prodotto a persone dalla circolazione del veicolo? Alla prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. Alla prova di non aver potuto impedire il danno. Alla prova che il veicolo era in ottimo stato di manutenzione. Alla prova di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno.
Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone dalla circolazione del veicolo: se non prova di non aver potuto impedire il danno. se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. se non prova di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno. se non prova che il veicolo era in ottimo stato di manutenzione.
In tema di fatti illeciti imputabili a più persone, colui che ha risarcito il danno in che misura ha regresso contro ciascuna delle altre? Nella sola misura determinata dall'entità delle conseguenze che ne sono derivate. Nella sola misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa. Nella misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa e dall'entità delle conseguenze che ne sono derivate. Sempre in misura uguale.
In tema di fatti illeciti, se il fatto dannoso è imputabile a più persone: tutte sono obbligate in solido al risarcimento del danno. solo in ipotesi di danni da circolazione di veicoli sono tutte obbligate in solido al risarcimento del danno. ciascuna è obbligata senza vincolo di solidarietà con le altre. ciascuna è obbligata senza vincolo di solidarietà con le altre, a meno che le parti non abbiano previsto diversamente.
In tema di fatti illeciti, se il fatto dannoso è imputabile a più persone: tutte sono obbligate al risarcimento del danno, in modo che ciascuna può essere costretta all'adempimento per la totalità, ma l'adempimento da parte di una non libera le altre. tutte sono obbligate al risarcimento del danno, ma ciascuna non può essere costretta all'adempimento per la totalità. tutte sono obbligate al risarcimento del danno, in modo che ciascuna può essere costretta all'adempimento per la totalità e l'adempimento da parte di una libera le altre. solo una è obbligata al risarcimento del danno.
In tema di fatti illeciti, se il fatto dannoso è imputabile a più persone: si verifica un'ipotesi di obbligazione solidale. si verifica un'ipotesi di obbligazione alternativa. si verifica un'ipotesi di obbligazione facoltativa. si verifica un'ipotesi di obbligazione divisibile.
In tema di fatti illeciti imputabili a più persone, nel dubbio circa la gravità delle rispettive colpe, le singole colpe: si presumono differenti. sono equamente valutate dal giudice. si elidono a vicenda. si presumono uguali.
In tema di fatti illeciti imputabili a più persone, colui che ha risarcito il danno: ha regresso contro ciascuno degli altri, nella misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa e dall'entità delle conseguenze che ne sono derivate. ha regresso contro ciascuno degli altri, nella sola misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa. ha regresso contro ciascuno degli altri, nella sola misura determinata dall'entità delle conseguenze che ne sono derivate. ha regresso contro ciascuno degli altri, in misura uguale.
In tema di fatti illeciti imputabili a più persone, colui che ha risarcito il danno: ha regresso contro ciascuno degli altri. ha regresso contro ciascuno degli altri, solo se è stato previsto. non ha regresso contro ciascuno degli altri. non ha regresso contro ciascuno degli altri, ma il giudice può condannarli al pagamento di un'equa indennità.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, se il fatto colposo del danneggiato ha concorso a cagionare il danno: il risarcimento è diminuito secondo la sola entità delle conseguenze che sono derivate dal fatto colposo del danneggiato. nessuna rilevanza assume ai fini del risarcimento. il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del danneggiato e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate. il risarcimento è diminuito secondo la sola gravità della colpa del danneggiato.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, il giudice che cosa valuta con equo apprezzamento delle circostanze del caso? Il lucro cessante. La perdita subita dal danneggiato. La condotta dell'autore del fatto illecito. Il nesso eziologico esistente tra fatto illecito ed evento dannoso.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, come è valutato dal giudice il lucro cessante? con equo apprezzamento della sola condotta del danneggiato. con equo apprezzamento delle circostanze del caso. con equo apprezzamento dei soli danni subiti. con equità.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, il lucro cessante è valutato dal giudice: con equo apprezzamento della sola condotta dell'autore del fatto illecito. con equo apprezzamento delle circostanze del caso. con equo apprezzamento dei soli danni subiti. con equità.
In tema di fatti illeciti, il risarcimento non è dovuto: per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando la straordinaria diligenza. per i danni che hanno cagionato solo un mancato guadagno. per i danni cagionati con colpa lieve. per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza.
In tema di fatti illeciti, per quali danni non è dovuto il risarcimento? Per quelli che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza. Per quelli che hanno cagionato solo una perdita o un mancato guadagno. Per quelli che il creditore avrebbe potuto evitare usando la straordinaria diligenza. Per quelli cagionati con colpa lieve.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, quali conseguenze derivano se il fatto colposo del danneggiato ha concorso a cagionare il danno? Il risarcimento è diminuito secondo la sola gravità della colpa del danneggiato. Il risarcimento è diminuito secondo la sola entità delle conseguenze che sono derivate dal fatto colposo del danneggiato. Il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del danneggiato e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate. Nessuna conseguenza.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, se il danno non può essere provato nel suo esatto ammontare: è valutato dal giudice. è valutato da un terzo arbitratore. è liquidato dal giudice con valutazione equitativa. è valutato in base al vantaggio che al danneggiante ne è derivato.
In tema di fatti illeciti, cosa deve comprendere il risarcimento dovuto al danneggiato? Così la perdita subita come il mancato guadagno, anche se non sono conseguenza immediata e diretta. Così la perdita subita come il mancato guadagno, in quanto siano conseguenza immediata e diretta. La sola perdita subita, in quanto sia conseguenza immediata e diretta. Il solo mancato guadagno, in quanto sia conseguenza immediata e diretta.
In tema di fatti illeciti, il risarcimento dovuto al danneggiato: deve comprendere la sola perdita subita, in quanto sia conseguenza immediata e diretta. deve comprendere il solo mancato guadagno, in quanto sia conseguenza immediata e diretta. deve comprendere solo il danno morale. deve comprendere così la perdita subita come il mancato guadagno, in quanto siano conseguenza immediata e diretta.
In tema di fatti illeciti, il risarcimento dovuto al danneggiato: deve comprendere così la perdita subita come il mancato guadagno, in quanto siano conseguenza immediata e diretta. deve comprendere la sola perdita subita, in quanto sia conseguenza immediata e diretta. deve comprendere il solo mancato guadagno, in quanto sia conseguenza immediata e diretta. deve comprendere così la perdita subita come il mancato guadagno, anche se non sono conseguenza immediata e diretta.
In tema di fatti illeciti, quali requisiti devono avere la perdita subita dal danneggiato ed il mancato guadagno perché possano essere compresi nel risarcimento del danno? Ne devono essere conseguenza solo immediata. Ne devono essere conseguenza immediata e diretta. Ne devono essere conseguenza solo diretta. Ne devono essere conseguenza immediata o diretta.
In tema di fatti illeciti, il risarcimento è dovuto per i danni che il danneggiato avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza? Sì. Sì, nel caso in cui il danneggiato ha agito con colpa lieve. No, a meno che l'autore del fatto illecito non abbia agito con dolo. No.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, se il danno non può essere provato nel suo esatto ammontare, come è valutato? Da un terzo arbitratore. In base al vantaggio che al danneggiante ne è derivato. Dal giudice equitativamente. Secondo le apposite tabelle approvate.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, in quali casi il giudice può fare la liquidazione sotto forma di una rendita vitalizia? Quando il danno alle cose ha carattere permanente e tenuto conto delle condizioni delle parti e della natura del danno. Quando il danno alle persone ha carattere permanente e tenuto conto delle sole condizioni delle parti. Quando il danno alle persone ha carattere permanente e tenuto conto delle condizioni delle parti e della natura del danno. Quando il danno alle persone ha carattere permanente e tenuto conto delle condizioni delle parti o della natura del danno.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, quando il danno alle persone ha carattere permanente, di che cosa deve tenere conto il giudice per fare la liquidazione sotto forma di una rendita vitalizia? Delle condizioni delle parti e della natura del danno. Della sola età del danneggiato. Delle condizioni delle parti o della natura del danno. Delle sole condizioni delle parti.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, quando il danno alle persone ha carattere permanente, la liquidazione può essere fatta dal giudice sotto forma di una rendita vitalizia: tenuto conto delle condizioni delle parti e della natura del danno. tenuto conto delle condizioni delle parti o della natura del danno. tenuto conto delle sole condizioni delle parti. tenuto conto della sola natura del danno.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, qualora il danneggiato richieda la reintegrazione in forma specifica e questa sia in tutto o in parte possibile, il giudice può disporre che il risarcimento avvenga solo per equivalente: se la reintegrazione in forma specifica risulta eccessivamente onerosa per il debitore. in ogni caso. in nessun caso. se il debitore non vi si oppone.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, qualora il danneggiato richieda la reintegrazione in forma specifica e questa sia in tutto o in parte possibile, il giudice può disporre che il risarcimento avvenga solo per equivalente? No, se il debitore vi si oppone. No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, se la reintegrazione in forma specifica risulta eccessivamente onerosa per il debitore.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, il danneggiato può richiedere la reintegrazione in forma specifica: qualora sia solo in tutto possibile. qualora l'autore del fatto illecito dia il proprio assenso. in ogni caso. qualora sia in tutto o in parte possibile.
In tema di risarcimento del danno da fatti illeciti, il danno non patrimoniale deve essere risarcito: solo nei casi determinati dalla legge. solo in caso di danno a cose. in ogni caso. solo nel caso in cui non possa essere valutato il danno patrimoniale.
Il codice civile definisce imprenditore: chiunque eserciti un'attività economica anche occasionalmente. chi esercita un'attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro di lavoratori subordinati. chi presta il proprio lavoro intellettuale o manuale in un'impresa. chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
L'imprenditore che istituisce nel territorio dello Stato sedi secondarie con una rappresentanza stabile deve chiedere l'iscrizione all'ufficio del registro delle imprese del luogo: nel quale ha la residenza il rappresentante preposto alla sede secondaria. dove è la sede principale dell'impresa. nel quale è istituita la sede secondaria dell'impresa. dove è la sede principale dell'impresa e dove è istituita la sede secondaria.
Le società cooperative sono soggette all'iscrizione nel registro delle imprese? Sì, anche se non esercitano un'attività commerciale. Sì, solo se esercitano un'attività commerciale. No, salvo che esercitino un'attività di trasporto. No, salvo che esercitino un'attività di intermediazione nella circolazione dei beni.
Ai sensi del codice civile, per aversi preposizione institoria è necessario che l'impresa sia commerciale? No, purché l'impresa abbia almeno una sede secondaria. No, purché l'impresa abbia almeno cinque dipendenti. Sì. No, in nessun caso.
Può l'imprenditore limitare la preposizione institoria all'esercizio di un ramo particolare dell'impresa? Sì. Solo qualora si tratti di un ramo commerciale. No. Solo qualora si tratti di imprenditore non commerciale.
Se all'esercizio di un'impresa commerciale sono preposti più institori, questi possono agire disgiuntamente? No, mai. No, salvo che nella procura sia espressamente disposto. Sì, ed è nulla ogni contraria disposizione. Sì, salvo che nella procura sia diversamente disposto.
Se all'esercizio di un'impresa commerciale sono preposti più institori, questi debbono agire congiuntamente? No, salvo che nella procura sia diversamente disposto. Sì, purché la preposizione derivi dal medesimo atto. No, ed è nulla ogni disposizione contraria. Sì, salvo che nella procura sia diversamente disposto.
Tizio e Caio sono stati preposti institori per l'esercizio di un'impresa commerciale, senza che nella procura siano state precisate le modalità secondo cui gli stessi debbono agire. Può Tizio acquistare un bene mobile registrato prescindendo dal consenso di Caio? Sì. No, in nessun caso. No, salvo che Caio sia oggettivamente impedito o assente. No, salvo che Tizio abbia previamente notificato a Caio un invito a comparire per la sottoscrizione dell'atto e questi non si sia presentato.
Tizio e Caio sono stati preposti institori per l'esercizio della medesima sede secondaria, senza che nella procura siano state precisate le modalità secondo cui gli stessi debbono agire. Debbono essi agire congiuntamente? Sì, in ogni caso. Sì, salvo che per il compimento di atti non pertinenti all'esercizio della sede secondaria a cui sono preposti. Sì, ma solo qualora la preposizione sia contemporanea all'inizio dell'impresa. No.
Institore è colui che: è preposto dal titolare all'esercizio di un'impresa commerciale. è stato istituito quale rappresentante giudiziale dal tribunale. è stato nominato procuratore, dal titolare di un'impresa commerciale, per il compimento di un solo atto. volontariamente si occupa della gestione di affari altrui.
Tizio e Caio sono stati preposti institori per l'esercizio di un'impresa commerciale, senza che nella procura siano state precisate le modalità secondo cui gli stessi debbono agire. Per l'acquisto di un bene mobile registrato, è necessario il consenso di entrambi? Sì, a meno che uno dei due, avvertito dall'altro mediante raccomandata spedita almeno quindici giorni prima, non si sia opposto al compimento dell'atto. Sì, salvo che Tizio e Caio siano parenti dell'imprenditore entro il terzo grado. No. Sì, in ogni caso.
Può l'imprenditore limitare la preposizione institoria all'esercizio di una sede secondaria? Solo qualora si tratti di sede ubicata all'estero. Solo qualora si tratti di imprenditore non commerciale. No. Sì.
Può l'institore ipotecare beni immobili di proprietà del preponente? No, se non è stato a ciò espressamente autorizzato. Sì, ma solo se trattasi di beni immobili di modico valore. Sì, ma solo se trattasi di beni immobili strumentali dell'azienda. Sì.
Salve le limitazioni contenute nella procura, l'institore può: compiere tutti gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa a cui è preposto, ma non può alienare o ipotecare i beni immobili del preponente, se non è stato a ciò espressamente autorizzato dallo stesso. compiere tutti gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa a cui è preposto e può alienare, ma non ipotecare i beni immobili del preponente anche in assenza di espressa autorizzazione dello stesso. compiere tutti gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa a cui è preposto e può alienare o ipotecare i beni immobili del preponente anche in assenza di espressa autorizzazione dello stesso. compiere tutti gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa a cui è preposto e può ipotecare, ma non alienare i beni immobili del preponente anche in assenza di espressa autorizzazione dello stesso.
L'institore può alienare i beni immobili del preponente? No, se non è stato a ciò espressamente autorizzato. Sì, se l'atto è pertinente all'esercizio dell'impresa. Sì, se la procura institoria è stata iscritta presso il competente ufficio del registro delle imprese. No, salvo che sia preposto all'esercizio di una impresa non commerciale.
A norma del codice civile, può l'institore alienare i beni immobili del preponente? No, a meno che non sia stato a ciò espressamente autorizzato. Sì, in ogni caso. Sì, purché non si tratti di institore preposto soltanto ad una sede secondaria o ad un ramo particolare dell'impresa. Sì, purché si tratti di bene di modico valore.
A norma del codice civile, può l'institore ipotecare i beni immobili del preponente? Sì, purché non si tratti di institore preposto soltanto ad una sede secondaria o ad un ramo particolare dell'impresa. Sì, in ogni caso. No, a meno che non sia stato a ciò espressamente autorizzato. Sì, purché si tratti di ipoteca costituita contestualmente alla stipulazione di un mutuo a vantaggio dell'impresa.
A norma del codice civile, può l'institore essere espressamente autorizzato ad alienare beni immobili del preponente? No, in nessun caso. Sì. No, salvo che si tratti di institore preposto all'esercizio dell'impresa nel suo complesso e non di un ramo particolare. Sì, purché non si tratti di immobili iscritti tra i cespiti ammortizzabili.
Può l'institore alienare beni immobili di proprietà del preponente? Sì, ma solo se trattasi di beni immobili di modico valore. No, se non è stato a ciò espressamente autorizzato. Sì. Sì, ma solo se trattasi di beni immobili strumentali dell'azienda.
A norma del codice civile, può l'institore essere espressamente autorizzato ad ipotecare beni immobili del preponente? No, a meno che si tratti di institore preposto all'esercizio dell'impresa nel suo complesso e non di un ramo particolare. Sì. No, in nessun caso. Sì, purché si tratti di ipoteca contestuale alla stipulazione di un mutuo a beneficio dell'impresa.
L'institore è obbligato, insieme con l'imprenditore, alla tenuta delle scritture contabili? Sì. No, salvo che nella procura tale obbligo sia stato espressamente previsto. No. Sì, ma solo limitatamente alla tenuta del libro degli inventari.
A norma del codice civile, a quali obblighi è tenuto l'institore preposto all'esercizio di un'impresa commerciale? All'osservanza delle sole disposizioni concernenti la tenuta delle scritture contabili. All'osservanza delle disposizioni concernenti l'iscrizione nel registro delle imprese e la tenuta delle scritture contabili. All'osservanza delle disposizioni concernenti la compilazione della dichiarazione dei redditi dell'imprenditore. All'osservanza delle sole disposizioni concernenti l'iscrizione nel registro delle imprese.
Quale pubblicità è prevista dal codice civile per la procura institoria? L'iscrizione presso il competente ufficio del registro delle imprese. L'iscrizione presso la questura territorialmente competente. La pubblicazione nel foglio degli annunzi legali della provincia in cui ha sede l'impresa. L'iscrizione presso l'ufficio giudiziario territorialmente competente.
Quale forma deve avere la procura institoria ai fini del deposito per l'iscrizione presso il competente ufficio del registro delle imprese? Nessuna forma particolare. L'atto pubblico o la scrittura privata con sottoscrizione autenticata. Necessariamente l'atto pubblico. La scrittura privata, senza necessità di autenticazione della sottoscrizione.
Il mancato deposito, per l'iscrizione nel registro delle imprese, della procura institoria, comporta che: la procura institoria è nulla. la procura institoria è annullabile. la rappresentanza si reputa comunque generale e le limitazioni di essa non sono opponibili ai terzi neanche se si prova che questi le conoscevano al momento della conclusione del contratto. la rappresentanza si reputa generale e le limitazioni di essa non sono opponibili ai terzi se non si prova che questi le conoscevano al momento della conclusione dell'affare.
Sono opponibili ai terzi le limitazioni della rappresentanza dell'institore, nell'ipotesi in cui la procura che contiene le limitazioni stesse sia stata iscritta presso il competente ufficio del registro delle imprese? No, mai. No, se non si prova che i terzi hanno agito intenzionalmente a danno dell'imprenditore. Sì, sempre. No, se non si prova che i terzi le conoscevano al momento della conclusione dell'affare.
La procura institoria deve essere iscritta nel competente ufficio del registro delle imprese ai fini: della opponibilità ai terzi delle limitazioni al potere di rappresentanza. della validità del potere di rappresentanza. della prova del potere di rappresentanza. della efficacia del potere di rappresentanza.
Sono opponibili ai terzi le limitazioni della rappresentanza dell'institore, nel caso in cui la procura non sia stata iscritta nel competente registro delle imprese? No, se non si prova che i terzi conoscevano le limitazioni al momento della conclusione dell'affare. Sì, salvo che i terzi provino che al momento della conclusione dell'affare non conoscevano le limitazioni stesse. No, mai. Sì, comunque.
A norma del codice civile, in mancanza dell'iscrizione nel registro delle imprese, le successive limitazioni della procura institoria non sono opponibili ai terzi: se non si prova che questi le conoscevano al momento della conclusione dell'affare. se non si prova che il terzo era un imprenditore commerciale. se non sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale. se non sono state pubblicate nel foglio degli annunzi legali.
In quali casi la revoca di una procura institoria è opponibile ai terzi? Nel caso in cui la revoca sia regolarmente iscritta oppure si provi che i terzi conoscevano la revoca al momento della conclusione dell'affare. Nel caso in cui la revoca sia portata a conoscenza dei terzi mediante pubblicazione nel foglio degli annunzi legali oppure si provi che la revoca è avvenuta senza giusta causa. Nel caso in cui la revoca sia portata a conoscenza dei terzi mediante pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale oppure si provi che la revoca è avvenuta senza giusta causa. Nel caso in cui si provi che la revoca è avvenuta per una giusta causa.
In mancanza dell'iscrizione nel registro delle imprese dell'atto con il quale viene successivamente revocata la procura institoria, la revoca è opponibile ai terzi? No. Sì, ma solo qualora si provi che questi conoscevano la revoca al momento della conclusione dell'affare. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo qualora il terzo sia un imprenditore commerciale.
In mancanza di iscrizione nel registro delle imprese degli atti con i quali viene successivamente limitata la procura institoria, le limitazioni sono opponibili ai terzi? Sì, ma solo qualora si provi che questi conoscevano la limitazione al momento della conclusione dell'affare. Sì, in ogni caso. No. Sì, ma solo qualora il terzo sia un imprenditore commerciale.
Gli atti con i quali viene successivamente revocata la procura institoria devono essere depositati per l'iscrizione nel registro delle imprese? Solo qualora la procura institoria sia stata a suo tempo pubblicata. Solo qualora la revoca sia avvenuta in assenza di una giusta causa. Sì, in ogni caso. No.
Gli atti con i quali viene successivamente limitata la procura institoria devono essere depositati per l'iscrizione nel registro delle imprese? Sì, in ogni caso. Solo qualora la limitazione riguardi il compimento di atti di straordinaria amministrazione. No. Solo qualora la procura institoria sia stata a suo tempo pubblicata.
A norma del codice civile, in quale caso l'institore è personalmente obbligato nei confronti del terzo? Nel solo caso in cui abbia compiuto atti di straordinaria amministrazione in nome del preponente. Solo se il preponente è un imprenditore agricolo. Se omette di fargli conoscere che egli tratta per il preponente. Solo se il preponente è un piccolo imprenditore.
Tizio, institore dell'imprenditore commerciale Caio, ha concluso un contratto con Mevio, pertinente all'esercizio dell'impresa dello stesso Caio, omettendo di fargli conoscere che trattava per quest'ultimo. Mevio può agire per l'adempimento delle obbligazioni nascenti dal contratto in questione nei confronti: del solo imprenditore Caio. dei soli eventuali terzi garanti. sia dell'institore Tizio sia dell'imprenditore Caio. del solo institore Tizio.
Nell'ipotesi in cui l'institore abbia omesso di far conoscere al terzo che egli trattava per il preponente, il terzo può agire contro quest'ultimo: per tutti gli atti compiuti dall'institore, anche se non pertinenti all'esercizio dell'impresa. per gli atti compiuti dall'institore che siano pertinenti all'esercizio dell'impresa a cui è preposto. per i soli atti di straordinaria amministrazione compiuti dall'institore nell'esercizio dell'impresa. per i soli atti di ordinaria amministrazione compiuti dall'institore nell'esercizio dell'impresa.
A norma del codice civile, l'institore che omette di far conoscere al terzo che egli tratta per il preponente: è personalmente obbligato solo qualora il terzo non sia un imprenditore commerciale. è personalmente obbligato solo qualora il terzo sia un imprenditore commerciale. è tenuto esclusivamente al risarcimento del danno. è in ogni caso personalmente obbligato.
L'imprenditore che esercita un'attività commerciale deve obbligatoriamente tenere: esclusivamente le scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa. il libro giornale e il libro degli inventari. il libro giornale. il libro degli inventari.
Il contratto col quale un soggetto si obbliga nei confronti del committente a compiere verso un corrispettivo un'opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione è definito: mandato. contratto d'opera. agenzia. appalto.
Negli atti e nella corrispondenza delle società di persone soggette all'obbligo dell'iscrizione nel registro delle imprese, devono essere indicati l'ufficio del registro delle imprese presso il quale la società è iscritta ed il numero di iscrizione? No. Sì. Sì, ma solo se la società ha un capitale superiore a centomila euro. No, deve essere indicato solo l'ufficio del registro presso cui la società è iscritta.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società a responsabilità limitata l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, solo se la società ha un capitale superiore a cinque milioni di euro. Sì. Sì, solo se la società è in stato di liquidazione. No.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società per azioni l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, solo se la società ha un capitale superiore a cinque milioni di euro. Sì. Sì, solo se la società è in stato di liquidazione. No.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società semplice l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? No. Sì, quando la società ha un capitale superiore a centomila euro. Sì, quando la società ha un capitale superiore a diecimila euro. Sì, sempre.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società in nome collettivo l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, sempre. Sì, quando la società ha un capitale superiore a diecimila euro. Sì, quando la società ha un capitale superiore a centomila euro. No.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società in accomandita semplice l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, quando la società ha un capitale superiore a centomila euro. Sì, quando la società ha un capitale superiore a diecimila euro. Sì, sempre. No.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società in accomandita per azioni l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, sempre. No, mai. Sì, ma solo se la società è in stato di liquidazione. Sì, ma solo se risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società a responsabilità limitata l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? No, mai. Sì, ma solo se risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite. Sì, sempre. Sì, ma solo se la società è sottoposta ad amministrazione giudiziaria.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società per azioni l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, ma solo se la società è sottoposta ad amministrazione giudiziaria. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se la società ha per oggetto l'esercizio di attività finanziaria. Sì, ma solo se risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società semplice l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, ma solo se esistono perdite superiori a un terzo del capitale sociale. Sì, quando la società ha un capitale superiore a diecimila euro. Sì, quando il capitale non è interamente versato. No.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società in nome collettivo l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? No. Sì, quando il capitale non è interamente versato. Sì, quando la società ha un capitale superiore a diecimila euro. Sì, ma solo se esistono perdite superiori a un terzo del capitale sociale.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società in accomandita per azioni l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, se la società ha un capitale superiore a cinque milioni di euro. Sì, se la società è in stato di liquidazione. Sì, se la società è sottoposta ad amministrazione giudiziaria. Sì.
Negli atti e nella corrispondenza delle società a responsabilità limitata deve essere indicato: il numero dei soci, se questo è inferiore a tre. se queste hanno un unico socio. il capitale sociale, qualora non sia stato effettivamente versato. il nome dei liquidatori, se la società è in liquidazione.
Dopo lo scioglimento delle società soggette all'obbligo dell'iscrizione nel registro delle imprese, negli atti e nella corrispondenza delle stesse, deve essere espressamente indicato: che la società è in liquidazione. il termine a partire dal quale la società è stata posta in liquidazione. che la società è in liquidazione ed il nome dei liquidatori. che la società è in liquidazione ed il termine di durata della società.
Negli atti e nella corrispondenza delle società per azioni, in accomandita per azioni ed a responsabilità limitata, il capitale sociale: deve essere indicato esclusivamente se vi siano perdite superiori al terzo del suo ammontare, evidenziandone l'importo. deve essere indicato secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio. non è necessario che sia indicato. deve essere indicato esclusivamente secondo l'importo regolarmente deliberato.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società in accomandita semplice l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? Sì, quando la società ha un capitale superiore a centomila euro. No. Sì, ma solo se la società è in stato di liquidazione. Sì, quando la società ha un capitale superiore a diecimila euro.
Negli atti e nella corrispondenza delle società di persone soggette all'obbligo dell'iscrizione nel registro delle imprese, devono essere indicati: la sede della società e l'ufficio del registro delle imprese presso il quale questa è iscritta ed il numero d'iscrizione. solo la sede della società. la sede della società ed il domicilio dei soci amministratori. solo l'ufficio del registro delle imprese presso il quale questa è iscritta.
A norma del codice civile, è obbligatorio indicare negli atti e nella corrispondenza di una società in accomandita semplice l'importo del capitale sociale secondo la somma effettivamente versata e quale risulta esistente dall'ultimo bilancio? No. Sì, ma solo se esistono perdite superiori a un terzo del capitale sociale. Sì, quando il capitale non è interamente versato. Sì, quando la società ha un capitale superiore a diecimila euro.
Quale forma è necessaria per la costituzione di una società semplice con conferimento di denaro? Atto pubblico. Forma scritta. Nessuna forma particolare. Scrittura privata autenticata.
Quale forma è necessaria per la costituzione di una società semplice con conferimento di beni mobili non registrati? Atto pubblico. Nessuna forma particolare. Scrittura privata autenticata. Forma scritta.
Il contratto con il quale si costituisce una società semplice: non è soggetto a forme speciali, salve quelle richieste dalla natura dei beni conferiti. deve essere fatto per iscritto. deve essere fatto per atto pubblico o per scrittura privata autenticata. deve essere fatto per scrittura privata autenticata, ma non è soggetto all'iscrizione nel registro delle imprese.
Nella società semplice il contratto sociale: non è soggetto a forme speciali, salve quelle richieste dalla natura dei beni conferiti. è comunque soggetto alla forma scritta. è soggetto alla forma scritta se la società ha per oggetto l'esercizio di una attività commerciale. è comunque soggetto alla forma della scrittura privata autenticata.
In una società in nome collettivo, in assenza di specifica pattuizione, per ampliare l'oggetto sociale è necessario: il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso dei soci amministratori e l'approvazione di tanti soci non amministratori che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto.
In assenza di patti sociali particolari, il contratto di società semplice può essere modificato: con il consenso della maggioranza dei soci, calcolata attribuendo un voto a ciascun socio. da ciascun socio. con il consenso di tutti i soci. con il consenso di tanti soci che rappresentino più di metà del capitale sociale.
In assenza di patti sociali particolari, il contratto di società in accomandita semplice può essere modificato: con il consenso di tutti i soci. con il consenso della maggioranza dei soci, calcolata attribuendo un voto a ciascun socio. da ciascun socio. con il consenso di tanti soci che rappresentino più di metà del capitale sociale.
In una società semplice, in assenza di specifica pattuizione circa le modificazioni del contratto sociale, per il trasferimento della sede sociale è necessario: il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso della maggioranza dei soli soci amministratori.
In una società in nome collettivo, in assenza di specifica pattuizione, per il trasferimento della sede sociale è necessario: il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso dei soci amministratori e l'approvazione di tanti soci non amministratori che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto.
L'atto costitutivo di una società semplice, composta da tre soci, che non contiene clausole derogatorie al regime legale, può essere modificato? No, mai. Sì, ma solo con il consenso di tutti i soci. Sì, con il consenso della maggioranza dei soci. Sì, con il consenso di un solo socio.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, nella società in accomandita semplice, per la cessione, con effetto verso la società, della quota del socio accomandatario, è necessario il consenso: di tutti i soci accomandanti e di tanti soci accomandatari che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. di tutti i soci accomandatari e di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. di tutti i soci. dei soci che rappresentano la maggioranza del capitale.
L'atto costitutivo di una società in nome collettivo composta da tre soci, che non contiene clausole derogatorie al regime legale, può essere modificato? Sì, con il consenso della maggioranza dei soci. No, mai. Sì, con il consenso di un solo socio. Sì, ma solo con il consenso di tutti i soci.
Nelle società di persone, il contratto sociale può essere modificato: con il consenso della maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. con il consenso della maggioranza assoluta dei soci. con il consenso di tutti i soci, e non è ammesso patto contrario. con il consenso di tutti i soci, se non è convenuto diversamente.
In una società in accomandita semplice, in assenza di specifica pattuizione, per ampliare l'oggetto sociale è necessario: il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso di tutti i soci. il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili.
In una società semplice, in assenza di specifica pattuizione, per ampliare l'oggetto sociale è necessario: il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso dei soci amministratori e l'approvazione della maggioranza dei soci non amministratori determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili.
Il contratto di società semplice può essere modificato: soltanto con il consenso di tutti i soci, se non è convenuto diversamente. soltanto con il consenso di tutti i soci, nonostante diversa pattuizione. con il consenso della maggioranza dei soci calcolata per capi, se non è convenuto diversamente. con il consenso della maggioranza dei soci calcolata secondo la partecipazione agli utili, se non è convenuto diversamente.
In una società semplice, in assenza di specifica pattuizione, per modificare il contratto sociale è necessario: il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso dei soci amministratori e l'approvazione della maggioranza dei soci non amministratori determinata secondo la parte attribuita a ciascuno di essi negli utili.
In una società in accomandita semplice, in assenza di specifica pattuizione, per modificare la ragione sociale è necessario: il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il loro numero qualunque sia il valore delle rispettive quote. il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili.
In una società in nome collettivo, in assenza di specifica pattuizione, per modificare la ragione sociale è necessario: il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso dei soci amministratori e l'approvazione di tanti soci non amministratori che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto.
In una società in accomandita semplice, in assenza di specifica pattuizione, per il trasferimento della sede sociale è necessario: il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto.
In una società semplice, in assenza di specifica pattuizione, per modificare l'oggetto sociale è necessario: il consenso di tutti i soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo il numero dei soci qualunque sia il valore della loro quota. il consenso di almeno un amministratore e l'approvazione di tanti soci che rappresentino la maggioranza del capitale sociale.
In una società semplice, qualora il contratto sociale non determini i conferimenti: il contratto sociale è nullo. si presume che i soci siano obbligati a conferire, in parti eguali fra loro, quanto è necessario per il conseguimento dell'oggetto sociale. è necessario, entro tre mesi dalla stipulazione del contratto sociale, convocare tutti i soci a mezzo lettera raccomandata per integrare il contratto sociale. spetta al socio di maggioranza determinare i conferimenti di tutti i soci.
Se, in sede di costituzione di una società semplice, non sono determinati i conferimenti: il contratto è valido ma i soci sono tenuti ad eseguire solo conferimenti in natura. il contratto è valido e si presume che i soci siano obbligati a conferire, in parti uguali tra loro, quanto è necessario per il conseguimento dell'oggetto sociale. il contratto è nullo. il contratto è valido ma i soci sono tenuti ad eseguire solo prestazioni d'opera.
Nelle società di persone, se i conferimenti non sono determinati nel contratto: sono fissati dal giudice secondo equità. si presumono proporzionali alle parti spettanti ai soci nei guadagni. si presume che i soci siano obbligati a conferire, in parti uguali fra loro, quanto è necessario per il conseguimento dell'oggetto sociale. si presumono proporzionali alle parti spettanti ai soci nelle perdite.
Il rischio delle cose conferite in godimento in società semplice è a carico: della società. di tutti i soci. dei soci diversi dal socio conferente. del socio che le ha conferite.
Da quali norme è regolata la garanzia dovuta dal socio per le cose conferite in proprietà alla società semplice? Dalle norme sul comodato. Dalle norme sulla donazione. Dalle norme sulla vendita. Dalle norme sulla locazione.
Il rischio delle cose conferite in godimento in società in nome collettivo è a carico: del socio che le ha conferite. dei soci diversi dal socio conferente. di tutti i soci. della società.
Da quali norme è regolata la garanzia dovuta dal socio per le cose conferite in godimento alla società semplice? Dalle norme sul comodato. Dalle norme sulla locazione. Dalle norme sulla vendita. Dalle norme sulla donazione.
Da quali norme è regolata la garanzia dovuta dal socio per le cose conferite in godimento alla società in nome collettivo? Dalle norme sulla vendita. Dalle norme sulla locazione. Dalle norme sul comodato. Dalle norme sulla donazione.
Da quali norme è regolata la garanzia dovuta dal socio per le cose conferite in proprietà alla società in nome collettivo? Dalle norme sulla donazione. Dalle norme sulla vendita. Dalle norme sulla locazione. Dalle norme sul comodato.
Nelle società di persone, il socio può eseguire il conferimento di un credito? Sì, ma in tal caso risponde dell'insolvenza del debitore nei limiti di legge. No, se non è convenuto diversamente. No, salvo che si tratti di credito garantito da ipoteca. No.
Il socio che ha conferito un credito in una società semplice: risponde dell'esistenza del credito e dell'insolvenza del debitore nei limiti previsti per il caso di assunzione convenzionale della garanzia nella cessione a titolo oneroso del credito. risponde della insolvenza del debitore, ma non dell'esistenza del credito. non risponde mai della insolvenza del debitore. risponde, senza limiti, della insolvenza del debitore.
La società semplice "La Margherita" di cui Tizio, Caio e Sempronio sono gli unici soci, ha nel proprio patrimonio sociale una villetta. Tizio vorrebbe servirsene per trascorrere le vacanze estive con la famiglia; perché questo possa legittimamente avvenire è necessario: l'autorizzazione del tribunale. il consenso dei creditori sociali. il consenso degli altri soci. l'autorizzazione del tribunale e la mancanza di opposizione dei creditori sociali.
Il socio di una società in nome collettivo può servirsi delle cose appartenenti al patrimonio sociale per fini estranei a quelli della società? Sì, purché non alteri la destinazione dei beni e non impedisca agli altri soci di farne uso. Sì, ma soltanto con il consenso degli altri soci. No, in nessun caso. Sì, senza alcuna limitazione.
Se l'amministrazione di una società semplice spetta disgiuntamente a più soci, ed uno di essi voglia compiere una determinata operazione, chi ha diritto di opporvisi? Gli altri soci amministratori, purché congiuntamente. Ciascuno degli altri soci. Gli altri soci, congiuntamente. Ciascuno degli altri soci amministratori.
Chi decide in una società in nome collettivo con amministrazione disgiuntiva, in cui la ripartizione degli utili non è proporzionale ai conferimenti, sull'opposizione proposta da un socio amministratore, nei confronti dell'operazione che un altro socio amministratore stava per compiere? La maggioranza dei soci determinata per quote di conferimento. La maggioranza dei soci determinata per capi. La maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. I soci all'unanimità.
Nelle società in nome collettivo, in assenza di diversa pattuizione, a chi spetta l'amministrazione della società? A ciascun socio, disgiuntamente dagli altri, previa autorizzazione della maggioranza dei soci. A ciascun socio disgiuntamente dagli altri soci per l'ordinaria amministrazione; a tutti i soci congiuntamente tra loro per la straordinaria amministrazione. A ciascun socio disgiuntamente dagli altri soci. A tutti i soci congiuntamente tra loro.
Nella società semplice, in assenza di diversa pattuizione, a chi spetta l'amministrazione della società? A tutti i soci congiuntamente tra loro. A ciascun socio, disgiuntamente dagli altri, previa autorizzazione della maggioranza dei soci. A ciascun socio disgiuntamente dagli altri soci. A ciascun socio disgiuntamente dagli altri soci per l'ordinaria amministrazione; a tutti i soci congiuntamente tra loro per la straordinaria amministrazione.
Nella società semplice, a chi spetta l'amministrazione della società, in mancanza di apposita pattuizione? Alla maggioranza dei soci, calcolata per capi. A ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri. A tutti i soci congiuntamente. Alla maggioranza dei soci, calcolata per quote di partecipazione.
In una società semplice composta da cinque soci, con l'amministrazione affidata a tre soci disgiuntamente tra loro, a chi è riconosciuto il diritto di opporsi all'operazione che un amministratore voglia compiere, prima che sia compiuta? A ciascuno degli altri soci amministratori. Ai soli soci non amministratori disgiuntamente. A ciascuno degli altri soci. Ai soli soci non amministratori congiuntamente.
Nella società in nome collettivo, a chi spetta l'amministrazione della società, in mancanza di apposita pattuizione? A tutti i soci congiuntamente. Alla maggioranza dei soci, calcolata per quote di partecipazione. Alla maggioranza dei soci, calcolata per capi. A ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri.
In quale dei seguenti tipi di società, salvo diversa disposizione dei patti sociali, l'amministrazione spetta a tutti i soci? Società in accomandita per azioni. Società in nome collettivo. Società di persone alla quale partecipi una o più società di capitali. Società in accomandita semplice.
Nella società semplice, se non è stabilito diversamente, l'amministrazione spetta: alla maggioranza dei soci stabilita secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. alla maggioranza dei soci determinata in base al numero dei soci. a tutti i soci congiuntamente. a ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri.
In una società semplice in cui l'amministrazione spetta disgiuntamente a più soci, ciascun socio amministratore ha diritto di opporsi all'operazione che altro amministratore voglia compiere? No. Sì, purché prima che l'operazione sia compiuta. Sì, anche dopo che l'operazione sia compiuta ed in tale caso l'atto compiuto è inopponibile alla società. Sì, anche dopo che l'operazione sia compiuta ed in tale caso l'atto compiuto è annullabile.
Salvo diversa pattuizione, nella società semplice chi può validamente compiere le operazioni sociali? Ciascun socio disgiuntamente. La maggioranza assoluta dei soci. La maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. Tutti i soci congiuntamente.
Nelle società in nome collettivo, se l'amministrazione spetta disgiuntamente a più soci, chi decide validamente sulle opposizioni fatte da un socio amministratore alle operazioni che un altro socio voglia compiere? Il tribunale. La maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. Tutti i soci congiuntamente. La maggioranza assoluta dei soci.
Tizio, Caio e Sempronio sono gli unici soci della società semplice "La Margherita"; nel contratto sociale non è stata prevista alcuna pattuizione circa l'amministrazione della società; in questo caso essa spetta: congiuntamente a tutti i soci. a ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri per l'ordinaria amministrazione e congiuntamente per la straordinaria amministrazione. a ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri. al socio che detiene la partecipazione maggiore agli utili e, in caso di parità di partecipazioni, a tutti i soci che le detengono, congiuntamente tra loro.
In una società in nome collettivo composta da cinque soci, con l'amministrazione affidata a tre soci disgiuntamente tra loro, a chi è riconosciuto il diritto di opporsi all'operazione che un amministratore voglia compiere, prima che sia compiuta? A tutti gli altri soci solo congiuntamente. A tutti gli altri soci amministratori solo congiuntamente. A ciascuno degli altri soci amministratori. A ciascuno degli altri soci.
Nella società semplice, se è convenuto che l'amministrazione spetti congiuntamente a più soci, per il compimento delle operazioni sociali è necessario: il consenso di tutti i soci amministratori. il consenso della maggioranza dei soci amministratori, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso della maggioranza assoluta dei soci amministratori. il consenso di almeno due soci amministratori.
In una società semplice, in cui la ripartizione degli utili non è proporzionale ai conferimenti, è stato convenuto che per l'amministrazione sia necessario il consenso della maggioranza; come si calcola quest'ultima? Per capi. In base al lavoro prestato in società. In base alla parte attribuita a ciascuno negli utili. In base ai conferimenti effettuati.
Se in una società in nome collettivo l'amministrazione è affidata congiuntamente a più soci, per il compimento delle operazioni sociali non urgenti è necessario il consenso: della sola maggioranza dei soci amministratori. di tutti i soci amministratori e non amministratori. di uno solo dei soci amministratori. di tutti i soci amministratori.
Tizio, Caio e Sempronio sono gli unici soci della società semplice "La Margherita"; nel contratto sociale si è convenuto che per l'amministrazione è necessario il consenso della maggioranza; questa, tenuto conto che Sempronio è socio d'opera, si determina: secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. secondo il numero dei soci. secondo la parte di capitale conferita ad esclusione del socio d'opera. secondo il numero dei soci fondatori.
Nelle società in nome collettivo, se l'amministrazione spetta congiuntamente a più soci, i singoli amministratori possono compiere da soli le operazioni sociali? Sì, se osservano la diligenza del mandatario. No, salvo che vi sia urgenza di evitare un danno alla società. Sì, ma sono obbligati al rendiconto dopo il compimento di ogni operazione. No, mai.
Se in una società semplice l'amministrazione è affidata congiuntamente a più soci, per il compimento delle operazioni sociali non urgenti è necessario il consenso: di uno solo dei soci amministratori. di tutti i soci amministratori. di tutti i soci amministratori e non amministratori. della sola maggioranza dei soci amministratori.
In una società in nome collettivo in cui la ripartizione degli utili non è proporzionale ai conferimenti, è stato convenuto che per l'amministrazione sia necessario il consenso della maggioranza; come si calcola quest'ultima? In base alla parte attribuita a ciascuno negli utili. In base ai conferimenti effettuati. Per capi. In base al lavoro prestato in società.
Nella società semplice, la revoca dell'amministratore nominato con il contratto sociale: non ha effetto se non ricorre una giusta causa. ha effetto anche senza giusta causa. ha effetto solo se fatta giudizialmente, purché chiesta da tutti i soci non amministratori. ha effetto solo se fatta all'unanimità da tutti gli altri soci, anche se non ricorre una giusta causa.
Nelle società di persone, è ammessa la revoca dell'amministratore nominato con il contratto sociale? Sì, in caso di dissenso con gli altri soci. No, se non ricorre una giusta causa. Sì, secondo le norme sul mandato. Sì, in caso di grave negligenza.
I diritti e gli obblighi degli amministratori di società di persone nei confronti della società stessa sono regolati a norma del codice civile: dalle norme sulla delegazione. dalle norme sul mandato. dalle norme sull'associazione in partecipazione. dalle norme sulla mediazione.
Nelle società di persone, la responsabilità degli amministratori verso la società si estende anche ai fatti colposi? Sì, ma solo se il fatto costituisce reato. Sì. No. Sì, se l'amministrazione è disgiuntiva.
Salvo patto contrario, quando il socio di una società di persone ha diritto di percepire la sua parte di utili? Alla fine di ogni trimestre solare. Dopo l'approvazione del rendiconto. Al momento della liquidazione della società. Dopo l'approvazione del rendiconto, ma in ogni caso non prima di tre anni dalla costituzione della società.
Se l'atto costitutivo di una società semplice ha previsto conferimenti disuguali a carico dei soci, ma non ha determinato la partecipazione ai guadagni e alle perdite, questa ai sensi del codice civile: si presume inversamente proporzionale ai conferimenti. si presume uguale tra i soci. è fissata dal giudice secondo equità. si presume direttamente proporzionale ai conferimenti.
Nelle società di persone, le parti spettanti ai soci nei guadagni e nelle perdite: si presumono uguali. sono fissate dal giudice secondo equità. si presumono proporzionali ai conferimenti. si presumono ripartite secondo quanto è necessario per il conseguimento dell'oggetto sociale.
In una società semplice, se non sono stabilite le parti spettanti ai soci nei guadagni e nelle perdite: esse si presumono proporzionali ai conferimenti. esse sono stabilite dal giudice secondo equità. esse si presumono uguali indipendentemente dal valore dei conferimenti. esse sono determinate da un terzo arbitratore.
Se in una società semplice, in cui tutti i soci abbiano conferito danaro, il contratto sociale determina soltanto la parte di ciascun socio nei guadagni e non anche i criteri per la partecipazione alle perdite, quest'ultima: è fissata dall'autorità giudiziaria secondo equità. si presume che debba determinarsi nella stessa misura della partecipazione di ciascun socio nei guadagni, indipendentemente dal valore dei conferimenti. si presume in ogni caso in parti uguali tra i soci. si presume proporzionale ai conferimenti, indipendentemente dalla misura della partecipazione di ciascun socio nei guadagni.
Se i patti sociali di una società in nome collettivo prevedono soltanto i criteri per la ripartizione degli utili e non quelli per la ripartizione delle perdite, si presume che queste vadano ripartite fra i soci: nella misura fissata dal giudice secondo equità. in misura inversamente proporzionale a quella determinata per la ripartizione degli utili. nella stessa misura determinata per la ripartizione degli utili. in ogni caso in egual misura fra i soci.
In una società semplice, qualora la parte nei guadagni e nelle perdite spettante al socio che ha conferito la propria opera non sia stata determinata nel contratto, essa: si presume pari ad un terzo della metà dei guadagni e delle perdite complessive. è fissata in misura pari alla metà dei guadagni e delle perdite complessivi. è rimessa alla valutazione discrezionale del socio che ha conferito la propria opera. è fissata dal giudice secondo equità.
Tizio ha conferito la propria opera nella società semplice "La Margherita". Nel contratto sociale è stato determinato il valore dei conferimenti degli altri soci, ma non è stata determinata la parte spettante a Tizio nei guadagni e nelle perdite. In tal caso: essa è fissata dal giudice secondo equità. essa si presume uguale a quella del socio cui spetta la partecipazione minore. essa è fissata dagli amministratori. essa è fissata dal liquidatore all'epoca dello scioglimento.
Nelle società di persone, il patto con il quale uno o più soci sono esclusi da ogni partecipazione agli utili o alle perdite: è valido. è opponibile ai creditori sociali. è nullo. è opponibile ai creditori particolari del socio.
Nelle società di persone, il patto con il quale uno o più soci sono esclusi da ogni partecipazione alle perdite è: valido. annullabile. valido ma inefficace. nullo.
Nelle società di persone, il patto con il quale uno o più soci sono esclusi da ogni partecipazione agli utili o alle perdite è: valido, ma inefficace. nullo. valido, qualora il socio o i soci esclusi abbiano conferito esclusivamente la propria opera. annullabile.
Nelle società di persone, il patto con il quale uno o più soci sono esclusi da ogni partecipazione agli utili è: valido. annullabile. valido ma inefficace. nullo.
Il patto che esclude uno dei tre soci di una società in nome collettivo da ogni partecipazione alle perdite della società: è nullo. è nullo soltanto se riguarda il socio prestatore d'opera. non è ammissibile e comporta in ogni caso la nullità dell'intero contratto sociale. è sempre ammissibile.
Il patto che esclude uno dei tre soci di una società in accomandita semplice da ogni partecipazione alle perdite della società: è nullo. è sempre ammissibile. è nullo soltanto se riguarda il socio prestatore d'opera. non è ammissibile e comporta in ogni caso la nullità dell'intero contratto sociale.
Il patto che esclude uno dei tre soci di una società semplice da ogni partecipazione alle perdite della società: è sempre ammissibile. non è ammissibile e comporta in ogni caso la nullità dell'intero contratto sociale. è nullo soltanto se riguarda il socio prestatore d'opera. è nullo.
In mancanza di qualsiasi disposizione del contratto sociale in materia di amministrazione e rappresentanza, quest'ultima nella società semplice spetta: ad un soggetto estraneo alla società, nominato dal giudice. alla maggioranza dei soci. a ciascun socio disgiuntamente. a tutti i soci congiuntamente.
In mancanza di apposita disposizione del contratto sociale, a chi spetta la rappresentanza in una società semplice composta da cinque soci di cui solo due amministratori? Ai due soci amministratori congiuntamente. A ciascun socio. A ciascun socio amministratore disgiuntamente. A tutti i soci congiuntamente.
In mancanza di diversa disposizione del contratto sociale, la rappresentanza in una società semplice con più amministratori spetta: a ciascun socio amministratore. a tutti i soci amministratori con firma congiunta. ad almeno due soci amministratori con firma congiunta. a ciascuno dei soci anche non amministratore.
Nelle società di persone, a chi spetta la rappresentanza della società? A ciascun socio amministratore, salva diversa convenzione tra le parti. A ciascun socio amministratore e non è ammesso patto contrario. A ciascun socio. Alla maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili.
A chi spetta la rappresentanza in giudizio di una società in nome collettivo? Ai soci che ne hanno la rappresentanza legale. A ciascun socio. Ai soci d'opera. Alla maggioranza dei soci che ne hanno la rappresentanza legale.
I creditori di una società semplice possono far valere i loro diritti sul patrimonio sociale. Chi risponde inoltre per le obbligazioni sociali nel caso in cui il contratto non contenga clausole derogatorie alle norme di legge? Tutti i soci, malgrado qualsiasi patto contrario. I soci che hanno agito in nome e per conto della società e, salvo patto contrario, gli altri soci. Solo i soci che hanno agito in nome e per conto della società. Solo il patrimonio sociale.
Tizio, Caio e Sempronio sono gli unici soci della società semplice "La Margherita". Tizio e Caio hanno validamente contratto un'obbligazione sociale agendo in nome e per conto della società. In assenza di patto contrario Sempronio: risponde personalmente e solidalmente con Tizio e Caio per l'obbligazione sociale. risponde personalmente e solidalmente per l'obbligazione sociale salvo che nel termine di un mese dall'operazione ne abbia chiesto il rendiconto agli altri soci. non risponde per l'obbligazione sociale non avendo agito in nome e per conto della società. non risponde per l'obbligazione sociale salvo che gli altri soci abbiano speso espressamente anche il suo nome.
Nella società semplice, i creditori della società possono far valere i loro diritti: soltanto sul patrimonio sociale. soltanto nei confronti dei soci che non hanno agito in nome e per conto della società. sul patrimonio sociale, nei confronti dei soci che hanno agito in nome e per conto della società e, salvo patto contrario, nei confronti degli altri soci. soltanto sul patrimonio dei soci che hanno agito in nome e per conto della società.
Tizio, Caio e Sempronio in sede di costituzione della società semplice "La Margherita" vogliono inserire nel contratto sociale un patto che limiti la responsabilità di Caio per le obbligazioni sociali assunte dagli altri soci in nome e per conto della società. È consentito tale patto? Sì, ma tale limitazione non può essere convenuta per un periodo superiore a cinque anni dalla costituzione della società. Sì, ma la limitazione deve essere contenuta entro convenienti limiti di tempo. No. Sì.
Tizio, Caio e Sempronio in sede di costituzione della società semplice "La Margherita" vogliono inserire nel contratto sociale un patto che escluda la solidarietà di Caio per le obbligazioni sociali assunte dagli altri soci in nome e per conto della società. È consentito tale patto? Sì, ma l'esclusione deve essere contenuta entro convenienti limiti di tempo. No. Sì. Sì, ma l'esclusione non può essere convenuta per un periodo superiore a cinque anni dalla costituzione della società.
Chi risponde, nei confronti dei terzi, per le obbligazioni sociali di una società semplice, il cui contratto sociale contenga un patto di limitazione della responsabilità per i soci che non hanno agito in nome e per conto della società, qualora tale patto sia stato portato a conoscenza dei terzi con mezzi idonei? Solo i soci che hanno agito in nome e per conto della società. Tutti i soci. Solo il patrimonio sociale. Il patrimonio sociale e i soci che hanno agito in nome e per conto della società.
Chi può essere escluso da ogni responsabilità per le obbligazioni di una società semplice, con apposito patto portato a conoscenza dei terzi con mezzi idonei? I soci che hanno costituito la società. I soci che non hanno agito in nome e per conto della società. Tutti i soci. I soci che hanno agito in nome e per conto della società.
Il socio di una società in nome collettivo richiesto del pagamento di debiti sociali: può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale, soltanto qualora non sia anche amministratore della società. può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale. può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale soltanto se provi di non essere proprietario di beni immobili. deve soddisfare i debiti stessi, senza possibilità di chiedere la preventiva escussione del patrimonio sociale.
Il socio di una società semplice, richiesto del pagamento di debiti sociali, può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale? Sì, salvo che la società sia in liquidazione. Sì, indicando i beni sui quali il creditore possa agevolmente soddisfarsi. No. No, salvo che sia deliberato lo scioglimento della società.
Il socio di una società in nome collettivo richiesto del pagamento di debiti sociali può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale? Sì, in ogni caso. Sì, solo se la società è in liquidazione. Sì, salvo che la società sia in liquidazione. No, in nessun caso.
Il socio di società semplice richiesto del pagamento dei debiti sociali: può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale, indicando i beni sui quali il creditore possa agevolmente soddisfarsi. può opporre al creditore la necessità di una preventiva iscrizione di ipoteca sui beni sociali o personali. può domandare la preventiva escussione degli altri soci della società. può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale solo se questo comprende beni immobili.
Il socio di una società in nome collettivo in liquidazione richiesto del pagamento di debiti sociali: può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale, soltanto qualora non sia anche amministratore della società. deve soddisfare i debiti stessi, senza possibilità di chiedere la preventiva escussione del patrimonio sociale. può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale soltanto se provi di non essere proprietario di beni immobili. può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale.
Sempronio, creditore di una somma di denaro nei confronti della società semplice "La Margherita" in liquidazione, richiede il pagamento del debito sociale al socio Tizio. In questo caso: Tizio non è comunque tenuto al pagamento, essendo la società in liquidazione. Tizio può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale, indicando i beni sui quali Sempronio possa agevolmente soddisfarsi. Tizio è tenuto al pagamento solo nei limiti degli utili maturati e non percepiti e non può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale. Tizio non può domandare la preventiva escussione del patrimonio sociale, essendo la società in liquidazione.
A norma del codice civile, colui che entra a fare parte di una società semplice già costituita risponde con gli altri soci per le obbligazioni sociali anteriori all'acquisto della qualità di socio? Sì. Sì, ma limitatamente al proprio conferimento. No. No, salvo che venga meno la pluralità dei soci.
Colui che entra a fare parte, in qualità di socio accomandatario, di una società in accomandita semplice già costituita, risponde con gli altri soci per le obbligazioni sociali anteriori all'acquisto della qualità di socio? Sì, ma solo limitatamente al proprio conferimento. Sì, illimitatamente, ma previa escussione degli altri soci. No. Sì, illimitatamente.
A norma del codice civile, per quali obbligazioni sociali risponde chi entra a far parte di una società semplice già costituita? Solo per le obbligazioni sociali sorte posteriormente all'acquisto della qualità di socio. Solo per le obbligazioni sociali sorte anteriormente all'acquisto della qualità di socio. Per tutte le obbligazioni sociali, sia anteriori che posteriori all'acquisto della qualità di socio. Per nessuna delle obbligazioni sociali.
Per quali obbligazioni sociali risponde nei confronti dei terzi chi entra a far parte di una società in nome collettivo iscritta nel registro delle imprese? Per tutte le obbligazioni sociali, sia anteriori che posteriori all'acquisto della qualità di socio. Solo per le obbligazioni sociali sorte posteriormente all'acquisto della qualità di socio. Solo per le obbligazioni sociali sorte anteriormente all'acquisto della qualità di socio. Per nessuna delle obbligazioni sociali.
Per quali obbligazioni sociali risponde nei confronti dei terzi chi entra a far parte in qualità di socio accomandatario di una società in accomandita semplice iscritta nel registro delle imprese? Per nessuna delle obbligazioni sociali. Per tutte le obbligazioni sociali, sia anteriori che posteriori all'acquisto della qualità di socio. Solo per le obbligazioni sociali sorte anteriormente all'acquisto della qualità di socio. Solo per le obbligazioni sociali sorte posteriormente all'acquisto della qualità di socio.
Chi acquista una quota di partecipazione al capitale di una società in nome collettivo risponde nei confronti dei terzi: per tutte le obbligazioni sociali nascenti da operazioni sia precedenti che successive all'acquisto. per le obbligazioni sociali nascenti da operazioni successive all'acquisto e per quelle precedenti solo se nascenti da operazioni sociali poste in essere direttamente dal socio cui è subentrato e risultanti dai libri contabili obbligatori. per le obbligazioni sociali nascenti dalle operazioni successive al suo acquisto e da quelle in corso al momento dell'acquisto medesimo. soltanto per le obbligazioni sociali nascenti da operazioni successive al suo acquisto.
Il socio che entra a far parte di una società in nome collettivo già costituita, risponde con gli altri soci per le obbligazioni sociali anteriori all'acquisto della qualità di socio? No. Sì. Sì, se è espressamente convenuto nel contratto. Sì, solo in caso di scioglimento della società.
Colui che entra a fare parte di una società in nome collettivo già costituita risponde con gli altri soci per le obbligazioni sociali: subordinatamente alla preventiva escussione degli altri soci. senza distinzione tra quelle sorte anteriormente o successivamente all'acquisto della qualità di socio. limitatamente al proprio conferimento. solo per quelle successive all'acquisto della qualità di socio.
Tizio, che ha comprato una quota della società semplice "La Margherita" già costituita da oltre cinque anni, viene chiamato a rispondere con gli altri soci per una obbligazione sociale anteriore all'acquisto della sua qualità di socio. In assenza di specifiche pattuizioni al riguardo, Tizio: risponde con gli altri soci per tale obbligazione. non risponde con gli altri soci per tale obbligazione. risponde con gli altri soci per tale obbligazione, salvo che provi di non esserne stato a conoscenza al momento dell'acquisto della sua qualità di socio. non risponde con gli altri soci per tale obbligazione, salvo che gli altri soci provino che ne era a conoscenza al momento dell'acquisto della sua qualità di socio.
Il creditore particolare del socio di una società semplice può chiedere la liquidazione della quota del suo debitore? Sì, fino allo scioglimento della società, se gli altri beni del debitore sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti. Sì, entro tre mesi dallo scioglimento della società, se gli altri beni del debitore sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti. Sì, in ogni tempo, se gli altri beni del debitore sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti. No, finché dura la società.
Il creditore particolare del socio di una società semplice: può chiedere la liquidazione della quota del suo debitore soltanto se gli altri beni del medesimo sono insufficienti a soddisfare i suoi crediti. può chiedere la liquidazione della quota del suo debitore solo in caso di proroga tacita della società. non può chiedere mai la liquidazione della quota del suo debitore finché dura la società. può chiedere la liquidazione della quota del suo debitore anche se gli altri beni del medesimo sono sufficienti a soddisfare i suoi crediti.
Tizio è debitore di una somma di denaro nei confronti della società semplice "La Margherita" ed è invece creditore di una somma di denaro nei confronti di Sempronio socio della stessa società semplice "La Margherita". In questa ipotesi la compensazione è ammessa? No, salvo che Tizio provi di non essere stato a conoscenza, al momento del sorgere del suo credito, della qualità di socio di Sempronio. No. Sì. Sì, se trattasi di debito e credito di ugual valore.
A norma del codice civile in quale delle seguenti ipotesi la società in nome collettivo si scioglie? Per la morte della maggioranza dei soci. Per la sopravvenuta mancanza della pluralità dei soci,anche se questa è ricostituita immediatamente. Per la sopravvenuta mancanza della pluralità dei soci, se nel termine di sei mesi questa non è ricostituita. Per il cambiamento dell'oggetto sociale.
A norma del codice civile il termine per la ricostituzione della pluralità dei soci in una società in nome collettivo è: quello imposto dal presidente del tribunale del luogo ove ha sede la società, su ricorso del socio superstite. un anno. tre mesi. sei mesi.
A norma del codice civile il termine per la ricostituzione della pluralità dei soci in una società semplice è: sei mesi. tre mesi. un anno. quello imposto dal presidente del tribunale del luogo ove ha sede la società, su ricorso del socio superstite.
A norma del codice civile la società semplice si scioglie: per riduzione del capitale sociale sotto il limite di legge. per la dichiarazione di fallimento. quando viene a mancare la pluralità dei soci, se nel termine di sei mesi questa non è ricostituita. per provvedimento dell'autorità governativa nei casi stabiliti dalla legge.
A norma del codice civile in quale delle seguenti ipotesi la società in nome collettivo si scioglie? Per la sopravvenuta impossibilità di conseguire l'oggetto sociale. Per la sopravvenuta mancanza della pluralità dei soci, anche se questa è ricostituita immediatamente. Per la morte della maggioranza dei soci. Per il cambiamento dell'oggetto sociale.
A norma del codice civile in quale delle seguenti ipotesi la società semplice si scioglie? Per la sopravvenuta mancanza della pluralità dei soci, anche se questa è ricostituita immediatamente. Per il decorso del termine, sempre che i soci non continuino a compiere le operazioni sociali. Per la mancata produzione di utili. Per la morte della maggioranza dei soci.
Se i soci di una società semplice continuano a compiere le operazioni sociali decorso il tempo per cui la società fu contratta, quest'ultima: è tacitamente prorogata per un periodo pari alla durata originaria. è sciolta in ogni caso. è tacitamente prorogata a tempo indeterminato. è tacitamente prorogata per un anno.
Decorso il termine per cui fu contratta una società in nome collettivo, se i soci continuano a compiere le operazioni sociali: la società è tacitamente prorogata a tempo indeterminato. la società è prorogata tacitamente per il periodo di ulteriori tre mesi. la società si scioglie e i soci rispondono personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi. la società si scioglie e i soci rispondono nei limiti delle rispettive responsabilità e in proporzione della parte di ciascuno nelle perdite per gli affari intrapresi.
Avvenuto lo scioglimento della società in nome collettivo i soci amministratori conservano il potere di amministrare? Sì, per tutti gli affari purché l'amministrazione sia stata attribuita congiuntamente. Sì, ma solo limitatamente agli affari urgenti fino a che siano presi i provvedimenti necessari per la liquidazione. Sì, per tutti gli affari fino a che siano presi i provvedimenti necessari per la liquidazione. No.
Avvenuto lo scioglimento di una società in nome collettivo, i soci amministratori: conservano il potere di amministrare limitatamente agli affari urgenti fino a che siano presi i provvedimenti necessari per la liquidazione. conservano tutti i loro poteri. decadono automaticamente dalla loro carica e perdono la qualifica di legali rappresentanti della società stessa. devono, nel termine perentorio di trenta giorni convocare i soci per le deliberazioni relative alla liquidazione.
Il potere di amministrare una società semplice dopo lo scioglimento e fino a che siano presi i provvedimenti necessari per la liquidazione spetta: a un amministratore nominato dall'autorità giudiziaria su ricorso di uno o più soci. a tutti i soci congiuntamente solo per gli affari urgenti. ai soci amministratori per tutti gli atti che rientrano nell'oggetto sociale. ai soci amministratori solo per gli affari urgenti.
Avvenuto lo scioglimento della società semplice, fino a quando i soci amministratori conservano il potere di amministrare limitatamente agli affari urgenti? Fino ad un anno dallo scioglimento. Fino a che siano presi i provvedimenti necessari per la liquidazione. Fino a cinque anni dallo scioglimento. Fino alla scadenza del loro mandato originariamente prevista.
Avvenuto lo scioglimento della società semplice i soci amministratori conservano il potere di amministrare? Sì, ma solo limitatamente agli affari urgenti, fino a che siano presi i provvedimenti necessari per la liquidazione. Sì, per tutti gli affari, fino a che siano presi i provvedimenti necessari per la liquidazione. No. Sì, per tutti gli affari purché l'amministrazione sia stata attribuita congiuntamente.
In assenza di disposizione specifica del contratto sociale sulle modalità di liquidazione della società semplice e in caso di disaccordo tra i soci sia sulle modalità di liquidazione che sulla nomina dei liquidatori, questi ultimi sono nominati: dal presidente del tribunale. dal comitato dei creditori. dal prefetto. dal presidente della camera di commercio.
In una società semplice, se il contratto non prevede il modo di liquidare il patrimonio sociale dopo lo scioglimento della società e i soci non sono d'accordo nel determinarlo, la liquidazione è fatta: da uno o più liquidatori, nominati con il consenso di tutti i soci, o in caso di disaccordo dal presidente del tribunale. da uno o più liquidatori nominati dal giudice del registro delle imprese su istanza della maggioranza dei soci. da uno o più liquidatori nominati dalla maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. dai soci amministratori con gli stessi poteri loro spettanti per l'amministrazione della società.
In mancanza di specifiche pattuizioni del contratto sociale, i liquidatori di una società semplice possono essere revocati: per volontà della maggioranza assoluta dei soci o, qualora ricorra una giusta causa, anche per volontà di uno solo di essi. per volontà di tutti i soci e in ogni caso dal tribunale per giusta causa su domanda di uno o più soci. per volontà della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. per volontà dei due terzi dei soci e in ogni caso dal tribunale per giusta causa su domanda di tutti i soci amministratori.
In mancanza di specifiche pattuizioni del contratto sociale, i liquidatori di una società in nome collettivo possono essere revocati: per volontà della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. per volontà della maggioranza assoluta dei soci o qualora ricorra una giusta causa anche per volontà di uno solo di essi. per volontà di tutti i soci e in ogni caso dal tribunale per giusta causa su domanda di uno o più soci. per volontà dei due terzi dei soci.
In una società in nome collettivo, se il contratto non prevede il modo di liquidare il patrimonio sociale dopo lo scioglimento della società e i soci non sono d'accordo nel determinarlo, la liquidazione è fatta: dai soci amministratori con gli stessi poteri loro spettanti per l'amministrazione della società. da uno o più liquidatori nominati dalla maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. da uno o più liquidatori, nominati con il consenso di tutti i soci, o, in caso di disaccordo, dal presidente del tribunale. da uno o più liquidatori nominati dal giudice del registro delle imprese su istanza della maggioranza dei soci.
Da chi deve essere redatto l'inventario dal quale risulti lo stato attivo e passivo del patrimonio di una società di persone in liquidazione? Dai soli liquidatori. Dai liquidatori insieme con gli amministratori. Da tutti i soci. Dai soli amministratori.
Da chi deve essere sottoscritto l'inventario dal quale risulti lo stato attivo e passivo del patrimonio di una società di persone in liquidazione? Dai soli amministratori. Dagli amministratori e dai liquidatori. Dai soli liquidatori. Da tutti i soci.
I liquidatori di una società semplice possono vendere anche in blocco i beni sociali? No, salvo che siano stati a ciò espressamente autorizzati dalla maggioranza dei soci. No, salvo che siano stati a ciò espressamente autorizzati dal giudice del registro delle imprese. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, ancorché i soci abbiano disposto diversamente.
In una società semplice posta in liquidazione, ai liquidatori spetta la rappresentanza anche in giudizio? No. Sì. Sì, ma solo se espressamente autorizzati nell'atto di nomina. Sì, ma solo la rappresentanza processuale passiva.
I liquidatori di una società in nome collettivo possono vendere in blocco i beni sociali? No, salvo che siano stati a ciò espressamente autorizzati dal giudice del registro delle imprese. Sì, ancorché i soci abbiano disposto diversamente. No, salvo che siano stati a ciò espressamente autorizzati dalla maggioranza dei soci. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente.
I liquidatori di una società semplice possono fare transazioni e compromessi? Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, ancorché i soci abbiano disposto diversamente. No, salvo che siano stati a ciò espressamente autorizzati dal giudice del registro delle imprese. No, salvo che siano stati a ciò espressamente autorizzati dalla maggioranza dei soci.
I liquidatori di una società di persone possono fare transazioni? Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, ma con autorizzazione del giudice.
I liquidatori di una società di persone possono vendere in blocco i beni sociali? Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, ma con autorizzazione del giudice.
I liquidatori di una società in nome collettivo possono vendere in blocco i beni sociali? Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, ma con autorizzazione giudiziaria.
I liquidatori di una società in accomandita semplice possono vendere in blocco i beni sociali? No, mai. Sì, ma con autorizzazione giudiziaria. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, in ogni caso.
I liquidatori di una società in accomandita semplice possono fare compromessi in arbitri? Sì, ma con autorizzazione giudiziaria. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, in ogni caso. No, mai.
I liquidatori di una società semplice possono fare transazioni? Sì, ma con autorizzazione giudiziaria. Sì, in ogni caso. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. No, mai.
I liquidatori di una società in accomandita semplice possono fare transazioni? Sì, ma con autorizzazione giudiziaria. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, in ogni caso. No, mai.
I liquidatori di una società in nome collettivo possono fare compromessi? Sì, in ogni caso. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. No, mai. Sì, ma con autorizzazione giudiziaria.
I liquidatori di una società in nome collettivo possono fare transazioni? Sì, ma con autorizzazione giudiziaria. Sì, in ogni caso. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. No, mai.
I liquidatori di una società semplice possono fare compromessi? No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, ma con autorizzazione giudiziaria.
I liquidatori di una società in nome collettivo possono fare transazioni e compromessi? Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, ancorché i soci abbiano disposto diversamente. No, salvo che siano stati a ciò espressamente autorizzati dal giudice del registro delle imprese. No, salvo che siano stati a ciò espressamente autorizzati dalla maggioranza dei soci.
I liquidatori di una società semplice possono vendere in blocco i beni sociali? Sì, se i soci non hanno disposto diversamente. Sì, ma con autorizzazione giudiziaria. Sì, in ogni caso. No, mai.
I liquidatori di una società semplice possono intraprendere nuove operazioni? Sì, se sono stati a ciò autorizzati dalla maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. No, salvo che sia stata loro conferita dagli amministratori procura speciale per il compimento delle nuove operazioni. No, e se contravvengono a tale divieto essi rispondono personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi. Sì, se i soci non hanno disposto diversamente.
I liquidatori di una società in nome collettivo possono intraprendere nuove operazioni? Sì, se sono stati a ciò autorizzati dalla maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. No, e se contravvengono a tale divieto, essi rispondono personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi. Sì, salvo che i soci non abbiano disposto diversamente. No, salvo che nel primo semestre dalla messa in liquidazione e per le operazioni compiute in detto periodo essi non rispondono personalmente e solidalmente.
I liquidatori di una società in accomandita semplice possono intraprendere nuove operazioni? Sì, ma solo nel caso in cui la maggioranza dei soci abbia manifestato il proprio consenso. No, e se contravvengono a tale divieto rispondono personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi. No, e se contravvengono a tale divieto gli atti compiuti sono invalidi. Sì, ma solo nel caso in cui le nuove operazioni rientrino nell'oggetto sociale.
I liquidatori di una società semplice possono intraprendere nuove operazioni? Sì, ma solo nel caso in cui la maggioranza dei soci abbia manifestato il proprio consenso. No, e se contravvengono a tale divieto rispondono personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi. No, e se contravvengono a tale divieto gli atti compiuti sono invalidi. Sì, ma solo nel caso in cui le nuove operazioni rientrino nell'oggetto sociale.
Se i liquidatori di una società semplice contravvengono al divieto di intraprendere nuove operazioni: sono tenuti al risarcimento del danno e le nuove operazioni sono nulle. sono tenuti al risarcimento del danno e le nuove operazioni sono revocate di diritto. sono tenuti al risarcimento del danno e le nuove operazioni sono annullabili. rispondono solidalmente e personalmente per gli affari intrapresi.
I liquidatori di una società in nome collettivo possono intraprendere nuove operazioni? No, e se contravvengono a tale divieto rispondono personalmente e solidalmente per gli affari intrapresi. Sì, ma solo nel caso in cui le nuove operazioni rientrino nell'oggetto sociale. No, e se contravvengono a tale divieto gli atti compiuti sono invalidi. Sì, ma solo nel caso in cui la maggioranza dei soci abbia manifestato il proprio consenso.
Se in una società semplice sono stati conferiti beni in godimento e gli stessi sono periti o deteriorati per causa imputabile agli amministratori, i soci conferenti: hanno diritto al risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale, salva l'azione contro gli amministratori. hanno diritto al risarcimento del danno esclusivamente a carico del patrimonio personale degli amministratori. non hanno diritto al risarcimento del danno. hanno diritto al risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale esclusivamente per i beni immobili.
A seguito dello scioglimento di una società in nome collettivo i soci che hanno conferito nella stessa beni in godimento hanno diritto di riprenderli nello stato in cui si trovano. Qual è la conseguenza che il codice civile riconnette all'ipotesi in cui i beni medesimi siano periti per causa imputabile agli amministratori? Esclusivamente l'azione contro gli amministratori. Il risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale, salva l'azione contro gli amministratori. Il risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale, esclusa ogni azione contro gli amministratori. Un rimborso in denaro dalla società secondo la valutazione effettuata dagli amministratori.
In caso di scioglimento di una società semplice, i soci che hanno conferito beni in godimento: hanno diritto di riprenderli nello stato in cui si trovano. perdono ogni diritto alla loro restituzione. hanno diritto di riprendere solo quelli immobili. perdono ogni diritto alla loro restituzione eccezion fatta per quelli di valore superiore al capitale sociale.
A seguito dello scioglimento di una società semplice i soci che hanno conferito nella stessa beni in godimento hanno diritto di riprenderli nello stato in cui si trovano. Qual è la conseguenza che il codice civile riconnette all'ipotesi in cui i beni medesimi siano periti per causa imputabile agli amministratori? Un rimborso in denaro dalla società secondo la valutazione effettuata dagli amministratori. Esclusivamente l'azione contro gli amministratori. Il risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale, salva l'azione contro gli amministratori. Il risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale, esclusa ogni azione contro gli amministratori.
A seguito dello scioglimento di una società in accomandita semplice i soci che hanno conferito nella stessa beni in godimento hanno diritto di riprenderli nello stato in cui si trovano. Qual è la conseguenza che il codice civile riconnette all'ipotesi in cui i beni medesimi siano periti per causa imputabile agli amministratori? Il risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale, salva l'azione contro gli amministratori. Esclusivamente l'azione contro gli amministratori. Un rimborso in denaro dalla società secondo la valutazione effettuata dagli amministratori. Il risarcimento del danno a carico del patrimonio sociale, ma nessuna azione contro gli amministratori.
Al momento dello scioglimento della società semplice, i soci che hanno conferito beni in godimento che non siano nel frattempo periti o deteriorati hanno diritto di: riprendere i beni nello stato in cui si trovano. riprendere i beni nello stato in cui si trovano e di riscuotere un equo compenso dagli altri soci. ottenere solo l'equivalente in denaro secondo il valore dei beni al momento del conferimento. ottenere solo l'equivalente in denaro secondo il valore dei beni al momento dello scioglimento.
L'attivo che residua, estinti i debiti sociali, dopo il rimborso dei conferimenti, viene ripartito tra i soci di una società semplice: in parti uguali tra i soci. in proporzione alla parte di ciascuno nei guadagni. in proporzione ai conferimenti. in proporzione alla parte di ciascuno nelle perdite.
In una società semplice, salvo contraria disposizione del contratto sociale, l'acquisto della qualità di socio da parte degli eredi di un socio può avvenire: con il consenso dei soci e degli eredi del socio defunto che rappresentino comunque la maggioranza del capitale sociale. con il consenso dei soci superstiti indipendentemente dalla volontà degli eredi del socio defunto. con il consenso di tutti i soci superstiti sempreché gli eredi del socio defunto vi acconsentano. con il consenso dei soci superstiti che rappresentino la maggioranza del patrimonio sociale al netto della quota già spettante al socio defunto.
Tizio, socio di una società semplice, muore lasciando unica erede la moglie Tizia la quale non vuole entrare a far parte della compagine sociale. Poiché nulla dispone il contratto sociale, gli altri soci: devono vendere, a rischio e per conto dell'erede, la quota del socio defunto per il valore risultante dalla situazione patrimoniale della società al momento dell'apertura della successione. devono liquidare la quota all'erede a meno che preferiscano sciogliere la società. devono in ogni caso sciogliere la società. devono liquidare la quota all'erede a meno che preferiscano continuare la società con un rappresentante dell'erede nominato dal presidente del tribunale del luogo ove si è aperta la successione.
In caso di morte di uno dei soci di una società semplice, salvo contraria disposizione del contratto sociale, quali alternative sono concesse ai soci superstiti, rispetto all'obbligo di liquidare la quota agli eredi? Continuare la società con gli eredi anche senza il loro consenso. Sciogliere la società ovvero continuarla con gli eredi se questi vi acconsentano. Solo sciogliere la società. Solo continuare la società con gli eredi se questi vi acconsentano.
Tizio, socio accomandatario di una società in accomandita semplice, muore lasciando unica erede la moglie Tizia la quale non intende entrare a far parte della compagine sociale. Poiché nulla dispone il contratto sociale, gli altri soci: devono liquidare la quota all'erede a meno che preferiscano continuare la società con un rappresentante dell'erede nominato dal presidente del tribunale del luogo ove si è aperta la successione. devono liquidare la quota all'erede a meno che preferiscano sciogliere la società. devono vendere, a rischio e per conto dell'erede, la quota del socio defunto per il valore risultante dalla situazione patrimoniale della società al momento dell'apertura della successione. devono in ogni caso sciogliere la società.
Salva contraria disposizione del contratto sociale, in caso di morte di uno dei soci di una società semplice: gli altri soci devono sciogliere la società entro tre mesi. gli altri soci devono sciogliere la società. gli altri soci devono liquidare la quota agli eredi, anche se questi non vi acconsentono. gli altri soci devono liquidare la quota agli eredi, a meno che preferiscano sciogliere la società ovvero continuarla con gli eredi e questi vi acconsentano.
Salvo contraria disposizione del contratto sociale, nel caso di morte di uno dei soci di una società in nome collettivo, gli altri soci devono sciogliere la società? Sì, entro trenta giorni. Sì, se si tratta di un socio amministratore che ha la rappresentanza della società. Sì, se la società si compone di due soci. No.
In una società semplice, salvo contraria disposizione del contratto sociale, in caso di morte di uno dei soci: i soci superstiti devono continuare la società con gli eredi trasformandola in società in accomandita semplice. i soci superstiti devono liquidare la quota agli eredi, a meno che preferiscano sciogliere la società, ovvero continuarla con gli eredi stessi e questi vi acconsentano. i soci superstiti devono procedere allo scioglimento della società senza possibilità di continuarla. i soci superstiti devono continuare la società con gli eredi a meno che questi ultimi chiedano lo scioglimento della società.
Salvo contraria disposizione del contratto sociale, in caso di morte di uno dei soci accomandatari di una società in accomandita semplice, gli altri soci, qualora non preferiscano sciogliere la società ovvero continuarla con gli eredi che vi acconsentano, devono: presentare istanza al presidente del tribunale competente affinché nomini un nuovo socio in sostituzione di quello defunto. modificare l'oggetto sociale. liquidare la quota agli eredi. trasformare la società in società in nome collettivo.
Salvo contraria disposizione del contratto sociale, in caso di morte di uno dei soci di una società in nome collettivo, i soci superstiti, qualora non preferiscano sciogliere la società ovvero continuarla con gli eredi che vi acconsentono, devono: liquidare la quota agli eredi. presentare istanza al presidente del tribunale competente affinché nomini un nuovo socio in sostituzione del socio defunto. trasformare la società in società di capitali. modificare l'oggetto sociale.
Tizio, socio di una società in nome collettivo, muore lasciando unica erede la moglie Tizia la quale non vuole entrare a far parte della compagine sociale. Poiché nulla dispone il contratto sociale, a norma del codice civile, gli altri soci: devono vendere, a rischio e per conto dell'erede, la quota del socio defunto per il valore risultante dalla situazione patrimoniale della società al momento dell'apertura della successione. devono liquidare la quota all'erede a meno che preferiscano sciogliere la società. devono liquidare la quota all'erede a meno che preferiscano continuare la società con un rappresentante dell'erede nominato dal presidente del tribunale del luogo ove si è aperta la successione. devono in ogni caso sciogliere la società.
In caso di morte di uno dei soci di una società in nome collettivo, salvo contraria disposizione del contratto sociale, quali alternative sono concesse ai soci superstiti, rispetto all'obbligo di liquidare la quota agli eredi? Continuare la società con gli eredi anche senza il loro consenso. Sciogliere la società ovvero continuarla con gli eredi se questi vi acconsentano. Solo sciogliere la società. Solo continuare la società con gli eredi se questi vi acconsentano.
In caso di morte di un socio di società in nome collettivo, ove i patti sociali nulla statuiscano in proposito, gli altri soci: sono obbligati a continuare la società con gli eredi del socio defunto se questi lo pretendono. possono continuare la società con gli eredi del socio defunto se questi vi acconsentano. sono in ogni caso obbligati a continuare la società con gli eredi del socio defunto i quali non possono comunque accettare l'eredità con il beneficio dell'inventario. possono, tra l'altro, continuare la società con gli eredi del socio defunto indipendentemente dal consenso di questi ultimi.
In caso di morte di un socio di società semplice, ove i patti sociali nulla statuiscano in proposito, gli altri soci: possono continuare la società con gli eredi del socio defunto se questi vi acconsentano. sono obbligati a continuare la società con gli eredi del socio defunto se questi lo pretendono. sono in ogni caso obbligati a continuare la società con gli eredi del socio defunto i quali non possono comunque accettare l'eredità con il beneficio dell'inventario. possono, tra l'altro, continuare la società con gli eredi del socio defunto indipendentemente dal consenso di questi ultimi.
In caso di morte di uno dei soci accomandatari di una società in accomandita semplice, ove i patti sociali nulla statuiscano in proposito, gli altri soci: sono obbligati a continuare la società con gli eredi del socio defunto se questi lo pretendono. possono continuare la società con gli eredi del socio defunto se questi vi acconsentano. sono in ogni caso obbligati a continuare la società con gli eredi del socio defunto i quali non possono comunque accettare l'eredità con il beneficio dell'inventario. possono, tra l'altro, continuare la società con gli eredi del socio defunto indipendentemente dal consenso di questi ultimi.
In caso di morte di uno dei soci accomandatari di una società in accomandita semplice, salvo contraria disposizione del contratto sociale, quali alternative sono concesse ai soci superstiti, rispetto all'obbligo di liquidare la quota agli eredi? Sciogliere la società ovvero continuarla con gli eredi se questi vi acconsentano. Solo sciogliere la società. Continuare la società con gli eredi anche senza il loro consenso. Solo continuare la società con gli eredi se questi vi acconsentano.
Salvo contraria disposizione del contratto sociale, in caso di morte di uno dei soci di una società semplice, gli altri, qualora non preferiscano sciogliere la società ovvero continuarla con gli eredi che vi acconsentano, devono: modificare l'oggetto sociale. presentare istanza al presidente del tribunale affinché nomini un nuovo socio in sostituzione del socio defunto. liquidare la quota agli eredi. trasformare la società in società di capitali.
In una società in nome collettivo, salvo contraria disposizione del contratto sociale, in caso di morte di uno dei soci: i soci superstiti devono liquidare la quota agli eredi, a meno che preferiscano sciogliere la società, ovvero continuarla con gli eredi stessi e questi vi acconsentano. i soci superstiti devono continuare la società con gli eredi trasformandola in società di capitali. i soci superstiti devono procedere allo scioglimento della società senza possibilità di continuarla. i soci superstiti devono continuare la società con gli eredi a meno che questi ultimi chiedano lo scioglimento della società.
Salva contraria disposizione del contratto sociale, in caso di morte di un socio, la società semplice si scioglie automaticamente? Sì. No. Sì, ma solo se gli eredi del socio defunto sono incapaci. Sì, ma nel solo caso in cui la società sia contratta a tempo indeterminato.
In assenza di particolari disposizioni del contratto sociale, in quale caso il socio può recedere dalla società semplice, se non sussiste una giusta causa? Quando la società è contratta a tempo determinato, ma si compone di più di cinque soci. Quando la società è contratta per il compimento di un unico affare. Quando la società modifica la propria ragione sociale. Quando la società è contratta a tempo indeterminato o per tutta la vita di uno dei soci.
Il socio che intende recedere dalla società semplice contratta a tempo indeterminato, in assenza di diversa disposizione del contratto sociale, deve comunicare il recesso agli altri soci con un preavviso di: almeno un mese. almeno tre mesi. almeno sei mesi. almeno un anno.
Il socio di una società semplice contratta a tempo indeterminato, può recedere dalla società stessa? Sì, ma solo per giusta causa e previo consenso di tutti i soci. No, salvo il caso di trasferimento all'estero della sede sociale. Sì, comunicandolo agli altri soci con un preavviso di almeno tre mesi. No, salvo il caso di cambiamento del tipo di società.
Il socio di una società semplice contratta per tutta la vita di uno dei soci, può recedere dalla società stessa? Sì, comunicandolo agli altri soci con un preavviso di almeno tre mesi. No, salvo il caso di cambiamento del tipo di società. Sì, ma solo per giusta causa e previo consenso di tutti i soci. No, salvo il caso di trasferimento all'estero della sede sociale.
Nella società semplice è ammesso il recesso per giusta causa del socio? No, salvo i casi previsti nel contratto sociale. Sì. Sì, solo se la società è contratta per tutta la vita di uno dei soci. Sì, solo se la società è contratta a tempo indeterminato.
A norma del codice civile, in quale dei seguenti casi può avere luogo l'esclusione di un socio da una società di persone? Per la dichiarazione di fallimento del proprio coniuge, se in regime di comunione legale dei beni. Per il trasferimento della propria residenza in luogo diverso da quello della sede della società. Per gravi inadempienze delle obbligazioni che derivano dalla legge o dal contratto sociale. Per la sua condanna ad una pena che non comporta l'interdizione dai pubblici uffici.
Se un socio conferisce in una società in nome collettivo il godimento di un bene, in assenza di diversa pattuizione, cosa avviene nel caso in cui il bene perisca? Deve essere nominato un arbitro che decida se il socio debba essere escluso o se lo stesso debba conferire un altro bene. Il socio può essere escluso se il perimento della cosa non sia imputabile agli amministratori. Il socio deve, entro sei mesi, conferire un altro bene. Il socio deve versare l'equivalente in denaro del bene perito.
Se un socio conferisce in una società semplice il godimento di un bene, in assenza di diversa pattuizione, cosa avviene nel caso in cui il bene perisca? Il socio deve versare l'equivalente in denaro del bene perito. Il socio può essere escluso se il perimento della cosa non sia imputabile agli amministratori. Il socio deve, entro sei mesi, conferire un altro bene. Deve essere nominato un arbitro che decida se il socio debba essere escluso o se lo stesso debba conferire un altro bene.
A norma del codice civile, in quale dei seguenti casi può avere luogo l'esclusione da una società di persone del socio che si è obbligato con il conferimento a trasferire la proprietà di una cosa? Solo se la cosa è perita per causa imputabile al socio. Se il valore della cosa risulta inferiore di oltre un quinto a quello pattuito. Se la cosa è perita dopo che la proprietà sia acquistata alla società. Se la cosa è perita prima che la proprietà sia acquistata alla società.
A norma del codice civile, in quale dei seguenti casi può avere luogo l'esclusione da una società di persone del socio che ha conferito la propria opera? Per la sua sopravvenuta inidoneità a svolgere l'opera conferita. Per la sua condanna ad una pena che non comporta l'interdizione dai pubblici uffici. Per il trasferimento della propria residenza in luogo diverso da quello della sede della società. Per qualsiasi modifica dell'oggetto sociale.
A norma del codice civile, in quale dei seguenti casi può avere luogo l'esclusione di un socio da una società di persone? Per la dichiarazione di fallimento del suo coniuge se in regime di comunione legale dei beni. Per la sua interdizione o inabilitazione. Per la sua condanna ad una pena che non comporta l'interdizione dai pubblici uffici. Per il trasferimento della propria residenza in luogo diverso da quello della sede della società.
A norma del codice civile, in quale dei seguenti casi può avere luogo l'esclusione di un socio da una società di persone? Per il trasferimento della propria residenza in luogo diverso da quello della sede della società. Per la sua condanna ad una pena che non comporta l'interdizione dai pubblici uffici. Per la dichiarazione di fallimento del suo coniuge se in regime di comunione legale dei beni. Per la sua condanna ad una pena che comporta l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici.
L'esclusione di un socio da una società di persone composta da più di due soci, nei casi previsti dalla legge, deve essere deliberata: dalla maggioranza dei soci, non computandosi nel numero di questi il socio da escludere. dalla maggioranza dei soci, computandosi nel numero di questi il socio da escludere. all'unanimità da tutti i soci, computandosi tra questi il socio da escludere. all'unanimità da tutti i soci, non computandosi tra questi il socio da escludere.
In una società semplice composta di due soli soci l'esclusione di uno di essi: è pronunciata dal tribunale su domanda dell'altro socio. è pronunciata dalla corte d'appello su domanda dell'altro socio. è dichiarata dall'altro socio qualunque sia la sua partecipazione al patrimonio sociale. è dichiarata dall'altro socio, se questi detiene la maggioranza del patrimonio sociale.
In una società in accomandita semplice composta da due soli soci l'esclusione di uno di essi per gravi inadempienze delle obbligazioni derivanti dal contratto sociale: è pronunciata dal tribunale su domanda dell'altro socio. è pronunciata dal presidente del tribunale su domanda dell'altro socio. è dichiarata dall'altro socio qualunque sia la sua partecipazione al capitale sociale. è dichiarata dall'altro socio, se questi detiene la maggioranza del capitale sociale.
In una società in nome collettivo composta da due soci l'esclusione di uno di essi: è pronunciata dal tribunale su domanda dell'altro socio. è dichiarata dall'altro socio con decisione soggetta all'omologazione del tribunale. è dichiarata dall'altro socio, se questi detiene la maggioranza del capitale sociale. è dichiarata dall'altro socio previo parere favorevole del pubblico ministero.
Nelle società in nome collettivo, l'esclusione del socio per gravi inadempienze deve essere deliberata: dalla maggioranza assoluta dei soci. dalla maggioranza dei soci, non computandosi nel numero di questi il socio da escludere. col consenso di tutti i soci. dalla maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili.
L'esclusione di un socio da una società di persone composta da due soci deve essere: pronunciata dal tribunale. pronunciata dal presidente del tribunale. dichiarata dall'altro socio. dichiarata dall'altro socio e omologata dal tribunale.
Il socio di una società semplice è escluso di diritto: sia nel caso in cui sia dichiarato fallito, sia nel caso in cui nei suoi confronti un creditore particolare abbia ottenuto la liquidazione della quota. solo nel caso in cui sia dichiarato interdetto o inabilitato. solo nel caso in cui sia dichiarato fallito. sia nel caso in cui sia condannato ad una pena che importa l'interdizione dai pubblici uffici, sia nel caso in cui sia dichiarato interdetto o inabilitato.
Nelle società di persone, il socio che è stato dichiarato fallito: può essere escluso dalla società. è escluso di diritto dalla società. può essere escluso dalla società, per la sopravvenuta inidoneità a svolgere l'opera conferita. è escluso di diritto dalla società, qualora ne abbia la rappresentanza legale.
È escluso di diritto da una società semplice il socio dichiarato fallito? No, salvo che l'esclusione non sia espressamente prevista dal contratto sociale. No. No, salvo che la maggioranza dei soci manifesti il proprio consenso all'esclusione. Sì.
A norma del codice civile, in una società di persone, nei casi in cui il rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un socio, questi o i suoi eredi hanno diritto: ad una parte dei beni costituenti il patrimonio sociale in percentuale pari alla partecipazione al capitale sociale. ad una somma di denaro pari al valore del conferimento iniziale. ad una somma di denaro che rappresenti il valore della quota in base all'ultimo bilancio di esercizio. ad una somma di denaro che rappresenti il valore della quota in base alla situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si verifica lo scioglimento.
Entro quale termine deve essere liquidata agli eredi la quota del socio defunto di una società in nome collettivo? entro sei mesi dalla morte. entro tre mesi dalla morte. prima dello scioglimento della società. entro tre mesi dallo scioglimento della società.
Nel caso di morte di uno dei soci di una società in nome collettivo, gli eredi sono responsabili verso i terzi per le obbligazioni sociali? No, salvo che il socio defunto fosse amministratore con rappresentanza della società. Sì, per le obbligazioni contratte fino al giorno in cui si è verificata la morte. Sì, se la morte è stata portata a conoscenza dei terzi con mezzi idonei. Sì, avuto riguardo alla situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si è verificata la morte.
Il patto intervenuto tra i soci di una società in nome collettivo per limitare la responsabilità per le obbligazioni sociali ad alcuni di essi: è efficace solo tra i soci. è efficace anche nei confronti dei terzi, purché portato a conoscenza degli stessi con mezzi idonei. è assolutamente inefficace. è comunque efficace anche nei confronti dei terzi.
È derogabile la norma che dispone che in una società in nome collettivo tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali? No, mai. Sì, e tale patto ha effetto anche nei confronti dei terzi purché pubblicato nel registro delle imprese. Sì, ma tale patto non ha effetto nei confronti dei terzi. Sì, e tale patto ha comunque effetto anche nei confronti dei terzi.
In una società in nome collettivo, il patto, modificativo del contratto sociale, con il quale si esclude la responsabilità solidale e illimitata di un socio: è causa di scioglimento della società. ha effetto anche nei confronti dei terzi. non ha effetto nei confronti dei terzi. è nullo.
In una società in nome collettivo, il patto che esclude la responsabilità solidale e illimitata di un socio: è annullabile. non ha effetto nei confronti dei terzi. è nullo. ha effetto anche nei confronti dei terzi.
È valido il patto con il quale si dispone che in una società in nome collettivo non tutti i soci rispondano solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali? No, è nullo. No, è annullabile. Sì, ma non ha effetto nei confronti dei terzi. Sì, ma ha effetto solo nei confronti dei terzi.
La società in nome collettivo può conservare nella ragione sociale il nome del socio defunto? Sì, ma solo se gli eredi del socio defunto vi consentano. Sì, ma solo se gli eredi del socio defunto assumono la qualità di soci. Sì, sempre. No, mai.
Quali elementi deve necessariamente contenere la ragione sociale di una società in nome collettivo? Il nome di uno o più soci e l'indicazione del rapporto sociale. Il nome di tutti i soci e l'indicazione del rapporto sociale. Solo il nome di uno o più soci. Solo l'indicazione del rapporto sociale.
Nella società in nome collettivo la ragione sociale deve essere costituita: dal nome di uno o più soci con l'indicazione del rapporto sociale. da un nome anche di fantasia purché contenga l'indicazione del rapporto sociale. necessariamente dal nome di tutti i soci. esclusivamente dal nome dei soci che hanno l'amministrazione e la rappresentanza della società.
La società in nome collettivo può conservare nella ragione sociale il nome del socio receduto? Sì, anche se questi non vi acconsente. No, salvo che il recesso sia avvenuto per giusta causa e il socio receduto vi acconsenta. No. Sì, se questi vi acconsente.
Salvo diversa disposizione del contratto sociale, in caso di morte di uno dei soci di una società in nome collettivo, qualora i soci superstiti intendano continuarla con l'erede minore di età che sia soggetto alla potestà dei genitori e che abbia accettato l'eredità a norma di legge, i genitori stessi possono acconsentirvi in nome e per conto del minore? Sì, previa autorizzazione del tribunale ordinario su parere del giudice tutelare. Sì, previa autorizzazione del tribunale per i minorenni su parere del giudice tutelare. No, in nessun caso. Sì, senza necessità di alcuna autorizzazione.
Tizio, Caio e Sempronio vogliono costituire una società in nome collettivo avente ad oggetto il commercio di beni immobili. Perché la società possa essere iscritta nel registro delle imprese l'atto costitutivo deve risultare: da scrittura privata non autenticata ma registrata. da atto pubblico o da scrittura privata autenticata. unicamente da atto pubblico con l'obbligatoria assistenza dei testimoni. da scrittura privata non autenticata ma registrata e trascritta nei registri immobiliari.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in accomandita semplice con conferimento di beni immobili ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Solo atto pubblico. Nessuna forma particolare. Scrittura privata non autenticata. Atto pubblico o scrittura privata autenticata.
Se la costituzione di una società in nome collettivo è avvenuta per atto pubblico quali sono i soggetti obbligati ad eseguire il deposito dell'atto costitutivo per l'iscrizione nel registro delle imprese? Il notaio stipulante. Gli amministratori. I soci e il notaio stipulante. Gli amministratori e il notaio stipulante.
Alla pubblicazione dell'atto costitutivo di una società in nome collettivo nel registro delle imprese sono obbligati: gli amministratori e anche il notaio se la stipulazione è avvenuta per atto pubblico. soltanto i soci. soltanto i soci e il notaio. soltanto gli amministratori ed in nessun caso il notaio.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in nome collettivo con conferimento di denaro ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Nessuna forma particolare. Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Solo atto pubblico. Scrittura privata non autenticata.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in nome collettivo con conferimento di beni mobili ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Solo atto pubblico. Scrittura privata non autenticata. Nessuna forma particolare.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in nome collettivo con conferimento di beni mobili registrati ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Nessuna forma particolare. Solo atto pubblico. Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Scrittura privata non autenticata.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in nome collettivo con conferimento di beni immobili ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Solo atto pubblico. Scrittura privata non autenticata. Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Nessuna forma particolare.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in accomandita semplice con conferimento di crediti ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Nessuna forma particolare. Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Solo atto pubblico. Scrittura privata non autenticata.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in accomandita semplice con conferimento di beni mobili registrati ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Scrittura privata non autenticata. Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Nessuna forma particolare. Solo atto pubblico.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in accomandita semplice con conferimento di beni mobili ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Solo atto pubblico. Scrittura privata non autenticata. Nessuna forma particolare.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in accomandita semplice con conferimento di denaro ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Solo atto pubblico. Scrittura privata non autenticata. Nessuna forma particolare.
Quale forma deve avere l'atto costitutivo di una società in nome collettivo con conferimento di crediti ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese? Nessuna forma particolare. Solo atto pubblico. Scrittura privata non autenticata. Atto pubblico o scrittura privata autenticata.
Fino a quando la società in nome collettivo non è iscritta nel registro delle imprese, sono opponibili ai terzi i patti che limitano i poteri di rappresentanza? Sì, salvo che i terzi provino di non averne avuto, senza loro colpa, conoscenza. Sì, anche se i terzi provino di non averne avuto, senza loro colpa, conoscenza. No, a meno che si provi che i terzi ne erano a conoscenza. No, anche se si provi che i terzi ne erano a conoscenza.
Fino a quando la società in nome collettivo non è iscritta nel registro delle imprese, sono opponibili ai terzi i patti che attribuiscono la rappresentanza ad alcuni soltanto dei soci? No, anche se si provi che i terzi ne erano a conoscenza. Sì, anche se i terzi provino di non averne avuto, senza loro colpa, conoscenza. No, a meno che si provi che i terzi ne erano a conoscenza. Sì, salvo che i terzi provino di non averne avuto, senza loro colpa, conoscenza.
Fino a quando la società in nome collettivo non è iscritta nel registro delle imprese, i rapporti tra la società e i terzi, ferma restando la responsabilità illimitata e solidale di tutti i soci, sono regolati dalle disposizioni relative: alla società semplice. all'associazione in partecipazione. alla società in accomandita semplice. alla società a responsabilità limitata.
Le limitazioni del potere di rappresentanza in una società in nome collettivo: sono opponibili ai terzi solo se iscritte nel registro delle imprese. non sono opponibili ai terzi se non sono iscritte nel registro delle imprese o se non si prova che i terzi ne hanno avuto conoscenza. non sono mai opponibili ai terzi anche se pubblicate salvo che si provi che i terzi abbiano agito intenzionalmente a danno della società. sono sempre opponibili ai terzi.
Una società in nome collettivo può operare tramite sedi secondarie? Sì, se istituite in Italia. No, salvo che siano iscritte nel registro delle imprese. Sì. No.
Le quote di partecipazione dei soci di una società in accomandita semplice possono essere rappresentate da azioni? Sì. No. Sì, ma solo le quote dei soci accomandanti. Sì, ma solo le quote dei soci accomandatari.
Come rispondono i soci di una società in accomandita semplice per le obbligazioni sociali? Tutti i soci rispondono solidalmente ed illimitatamente. I soci accomandanti rispondono solidalmente ed illimitatamente, mentre i soci accomandatari rispondono limitatamente alla quota conferita. Tutti i soci rispondono limitatamente alla quota conferita. I soci accomandatari rispondono solidalmente ed illimitatamente, mentre i soci accomandanti rispondono limitatamente alla quota conferita.
Tizio, socio accomandante della società "La Margherita di Caio società in accomandita semplice", vuole comprendere il proprio nome nella ragione sociale. Quali conseguenze ne discendono? Tizio continua a rispondere limitatamente alla quota conferita se gli è stata concessa procura speciale per singoli affari. La società si scioglie sempreché nel termine dei sei mesi il suo nome non venga sostituito con quello di un socio accomandatario. Tizio continua a rispondere limitatamente alla quota conferita, se l'atto costitutivo lo consente espressamente. Tizio risponde di fronte ai terzi illimitatamente e solidalmente con i soci accomandatari per le obbligazioni sociali.
Tizio e Caio soci accomandatari e Sempronio socio accomandante intendono modificare la ragione sociale della "Alfa società in accomandita semplice di Tizio e Caio", di cui sono unici soci. Possono indicare nella ragione sociale il nome del solo Tizio? Sì, perché nella ragione sociale è sufficiente il nome di almeno uno dei soci accomandatari. Sì, ma in questo caso Caio non potrà più compiere atti di amministrazione, né trattare e concludere affari in nome della società se non in forza di procura speciale. Sì, ma in questo caso Caio perde la qualifica di socio accomandatario ed assume la qualifica di socio accomandante. No, perché la ragione sociale deve essere costituita dai nomi di tutti i soci accomandatari.
Il socio accomandante che consente che il proprio nome sia compreso nella ragione sociale: diventa un socio accomandatario. risponde di fronte ai terzi illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali. risponde illimitatamente e solidalmente solo nei rapporti interni. risponde nei limiti della quota conferita, purché non compia atti di amministrazione.
In una società in accomandita semplice, nella ragione sociale può essere compreso il nome di un socio accomandante? Sì, purché il nome del socio accomandante sia preceduto dalle parole "socio accomandante", e ciò non pregiudica la sua qualità di socio a responsabilità limitata. No. Sì, ma l'accomandante risponde di fronte ai terzi illimitatamente e solidalmente con i soci accomandatari per le obbligazioni sociali. Sì, e ciò non pregiudica la sua qualità di socio a responsabilità limitata.
Nella società in accomandita semplice la ragione sociale deve essere costituita: necessariamente dal nome di tutti i soci accomandatari. da un nome anche di fantasia purché contenga l'indicazione di società in accomandita semplice. esclusivamente dal nome dei soci accomandatari che hanno l'amministrazione e la rappresentanza della società. dal nome di almeno uno dei soci accomandatari, con l'indicazione di società in accomandita semplice.
Nell'atto costitutivo di una società in accomandita semplice la ragione sociale deve contenere: il nome di tutti i soci accomandatari e di almeno uno dei soci accomandanti. il nome di tutti i soci accomandatari. il nome di almeno uno dei soci accomandatari. il nome di almeno uno dei soci accomandatari e di almeno uno dei soci accomandanti.
La società "GAMMA S.a.s. di Tizio e Mevio & C." è composta da Tizio e Caio soci accomandatari e da Mevio socio accomandante. Come rispondono detti soci di fronte ai terzi per le obbligazioni sociali? Mevio limitatamente alla quota conferita, Tizio e Caio illimitatamente e solidalmente. Tizio e Caio limitatamente alla quota conferita, Mevio illimitatamente. Tutti limitatamente alla quota conferita. Tutti illimitatamente e solidalmente.
La società "GAMMA S.a.s. di Tizio & C." è composta da Tizio e Caio soci accomandatari e da Mevio socio accomandante. Dopo il recesso di Tizio, la società può conservare nella ragione sociale il nome del socio receduto? Sì, se Tizio vi consente. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, ma solo con il consenso dei creditori sociali.
La società "GAMMA S.a.s. di Tizio & C." è composta da Tizio e Caio soci accomandatari e da Mevio socio accomandante. A seguito della morte di Tizio, la società può conservare nella ragione sociale il nome del socio defunto? Sì, se gli eredi di Tizio vi consentono. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, ma solo con il consenso dei creditori sociali.
Nella ragione sociale di una società in accomandita semplice può figurare il nome di un socio accomandante? No, salvo che gli sia conferita l'amministrazione della società. No. Sì, e in tal caso risponde di fronte ai terzi illimitatamente e solidalmente con i soci accomandatari per le obbligazioni sociali. Sì, e in tal caso acquista la qualità di socio accomandatario.
Tizio, Caio e Mevio costituiscono una società in accomandita semplice nella quale Tizio e Caio sono soci accomandatari e Mevio socio accomandante. La ragione sociale della società deve necessariamente contenere: il nome di almeno uno dei due soci accomandatari. il nome del socio accomandante. il nome di tutti i soci. il nome di entrambi i soci accomandatari.
La società in accomandita semplice può conservare nella ragione sociale il nome del socio accomandatario defunto? Sì, sempre. Sì, ma solo se gli eredi del socio defunto vi consentano. No, mai. Sì, ma solo se gli eredi del socio defunto assumono la qualità di soci.
In una società in accomandita semplice, se non è diversamente stabilito l'amministrazione spetta: congiuntamente a tutti i soci accomandatari. congiuntamente ai soci accomandatari, con l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. ai soci accomandatari che decidono a maggioranza determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili, ma ciascun socio accomandante può opporsi all'operazione che si vuole compiere prima che sia compiuta. disgiuntamente a ciascun socio accomandatario.
In una società in accomandita semplice, in assenza di specifica pattuizione circa le modificazioni del contratto sociale, per il trasferimento della sede sociale è necessario: il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. il consenso dei soli soci accomandatari. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascuno di essi negli utili. il consenso di tutti i soci.
Qual è il regime della responsabilità di un socio accomandante per le obbligazioni di una società in accomandita semplice fino a che questa non sia iscritta nel registro delle imprese? Il socio accomandante: risponde sempre limitatamente alla sua quota. risponde limitatamente alla sua quota salvo che abbia partecipato alle operazioni sociali. risponde illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali solo di fronte ai terzi. risponde illimitatamente e solidalmente per le obbligazioni sociali assunte in tale periodo.
Per le obbligazioni sociali nascenti da operazioni poste in essere prima dell'iscrizione di una società in accomandita semplice nel registro delle imprese, i soci accomandanti: rispondono limitatamente alla quota conferita anche se hanno partecipato alle operazioni sociali. rispondono limitatamente alla loro quota, salvo che abbiano partecipato alle operazioni sociali. rispondono solidalmente e illimitatamente, anche se non hanno partecipato alle operazioni sociali. non rispondono neanche con la quota conferita.
Chi può amministrare una società in accomandita semplice? Soltanto i soci accomandanti. I soci accomandatari e i soci accomandanti che abbiano consentito che il loro nome sia compreso nella ragione sociale. Soltanto i soci accomandatari. I soci accomandatari e i soci accomandanti che abbiano partecipato alle obbligazioni sociali.
Nella società in accomandita semplice i soci accomandatari hanno i diritti e gli obblighi: dei soci amministratori della cooperativa a responsabilità limitata. dei soci amministratori della società per azioni. dei soci della società in nome collettivo. degli amministratori della società a responsabilità limitata.
A norma del codice civile, a chi può essere conferita l'amministrazione della società in accomandita semplice? Sia a soci accomandatari che a soci accomandanti. A soci accomandatari. Solo a terzi. A soci accomandanti.
In una società in accomandita semplice per la nomina degli amministratori, salvo diversa disposizione dei patti sociali, è necessario: il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili. il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. il consenso della maggioranza del capitale sottoscritto dai soci. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, nella società in accomandita semplice per la nomina degli amministratori occorre: il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. il consenso dei soli soci accomandatari. il consenso dei soci accomandanti e l'approvazione di tanti soci accomandatari che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. il consenso di tutti i soci.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, nella società in accomandita semplice per la revoca degli amministratori nominati non con il contratto sociale ma con atto separato occorre: il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. il consenso dei soli soci accomandatari. il consenso di tutti i soci. il consenso dei soci accomandanti e l'approvazione di tanti soci accomandatari che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, l'amministratore di una società in accomandita semplice nominato con atto separato, è revocabile: con il consenso di tutti i soci. secondo le norme sul mandato. con il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. con il consenso dei soci che rappresentano la maggioranza del capitale.
Salva diversa disposizione dell'atto costitutivo, la nomina degli amministratori di una società in accomandita semplice deve avvenire: con il consenso dei soci accomandatari e l'approvazione di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. con il consenso dei soci che rappresentino la maggioranza del capitale. con il consenso di tutti i soci. con il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili.
Il socio accomandante di una società in accomandita semplice che, in assenza di procura speciale, compie in nome della società atti di amministrazione: non assume alcuna responsabilità per le obbligazioni sociali ma è escluso di diritto. assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi per tutte le obbligazioni sociali e può essere escluso dalla società. risponde in proprio esclusivamente delle obbligazioni da lui assunte per conto della società. perde il diritto alla ripartizione degli utili.
Tizio, socio accomandante della "ALFA S.a.s. di Caio e c.", munito di apposita procura speciale conferitagli da Caio, socio accomandatario e amministratore, vende un bene di proprietà della società. A norma del codice civile: l'atto è valido e Tizio non assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi. l'atto è inefficace nei confronti della società e Tizio assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi. l'atto è valido e Tizio assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi. l'atto è inefficace nei confronti della società e Tizio non assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi.
Tizio, socio accomandante della "ALFA S.a.s. di Caio e c.", conclude un affare in nome della società senza alcuna procura conferitagli dall'unico socio accomandatario amministratore. A norma del codice civile: Tizio assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi per le sole obbligazioni derivanti dall'affare concluso e può essere escluso dalla società. Tizio assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi per tutte le obbligazioni sociali e può essere escluso dalla società. Tizio assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi per tutte le obbligazioni sociali e non può essere escluso dalla società. Tizio non assume responsabilità illimitata e solidale verso i terzi per tutte le obbligazioni sociali e deve essere escluso dalla società.
Tizio, socio accomandante della società "La Margherita S.a.s. di Caio" intende cedere la propria quota. Salvo diversa disposizione nell'atto costitutivo, perché la quota possa essere ceduta con effetto verso la società è necessario: il consenso di tutti i soci. il consenso dei soli soci accomandatari qualunque sia il valore della loro quota. il consenso dei soci che rappresentano la maggioranza del capitale sociale. il consenso dei soli soci accomandanti qualunque sia il valore della loro quota.
A norma del codice civile, la quota di partecipazione del socio accomandante è trasmissibile per causa di morte? Sì. No. Sì, ma solo se vi acconsentano tutti i soci accomandatari. No, salvo che sia espressamente previsto nell'atto costitutivo.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, nella società in accomandita semplice, per la cessione, con effetto verso la società, della quota del socio accomandante, è necessario il consenso: dei soci che rappresentano la maggioranza del capitale. di tutti i soci. di tutti i soci accomandanti e di tanti soci accomandatari che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto. di tutti i soci accomandatari e di tanti soci accomandanti che rappresentino la maggioranza del capitale da essi sottoscritto.
La quota di partecipazione del socio accomandante di una società in accomandita semplice è trasmissibile per causa di morte? Solo con il consenso dei soci che rappresentano la maggioranza delle quote di capitale sociale. No. Solo con il consenso di tutti i soci. Sì.
Salva diversa disposizione dell'atto costitutivo, può essere ceduta la quota di partecipazione del socio accomandante di una società in accomandita semplice? Sì, con il consenso di tutti i soci accomandatari. Sì, con il consenso dei soci che rappresentano la maggioranza del capitale. Sì, con il consenso di tutti i soci. Sì, ma la cessione non produce effetto verso la società.
La quota di partecipazione del socio accomandante di una società in accomandita semplice è trasmissibile per causa di morte? Sì, con il consenso di tutti i soci. Sì. Sì, con il consenso di tutti i soci accomandatari. No, salva diversa disposizione dell'atto costitutivo.
Salvo diversi patti sociali, perché abbia effetto verso la società il trasferimento della quota di un socio accomandante per donazione in linea retta, occorre: il consenso di tutti i soci accomandanti. il consenso di tanti soci, sia accomandanti che accomandatari, che rappresentino la maggioranza del capitale sociale. il consenso di tutti i soci, sia accomandanti che accomandatari. il consenso di tutti i soci amministratori.
La società in accomandita semplice si scioglie: per la volontà di tutti i soci accomandatari. per la volontà della maggioranza dei soci. quando rimangono soltanto soci accomandanti, sempreché nel termine di sei mesi non sia stato sostituito il socio che è venuto meno. per provvedimento dell'autorità giudiziaria, nei casi stabiliti dalla legge.
La società in accomandita semplice si scioglie quando rimangono soltanto soci accomandanti o soci accomandatari, sempreché non sia stato sostituito il socio che è venuto meno nel termine: di tre mesi. di un anno. di sei mesi. imposto dal presidente del tribunale del luogo ove ha sede la società, su ricorso del socio o dei soci superstiti.
In una società in accomandita semplice, avente per oggetto l'esercizio di un'attività commerciale, sono rimasti solo soci accomandanti e nel termine dei sei mesi, previsto dalla legge, non è stato sostituito il socio accomandatario venuto meno. In quest'ipotesi: il tribunale, sentiti in camera di consiglio tutti i soci accomandanti, nomina tra questi un socio accomandatario. la società si scioglie. la società prosegue secondo le disposizioni della società semplice. la società non si scioglie e viene retta secondo le disposizioni della società in accomandita per azioni.
Nel caso in cui in una società in accomandita semplice siano venuti a mancare tutti gli accomandatari, l'amministratore provvisorio nominato dagli accomandanti per il compimento degli atti di ordinaria amministrazione: assume la qualità di socio accomandatario per la sussistenza della società. non assume la qualità di socio accomandatario. assume la qualità di socio accomandatario con responsabilità illimitata per i soli atti posti in essere quale amministratore provvisorio. assume la qualità di socio accomandatario con responsabilità illimitata per le sole operazioni sociali anteriori alla sua nomina.
A norma del codice civile, in quale delle seguenti ipotesi la società in accomandita semplice si scioglie? Quando rimangono soltanto soci accomandanti, sempreché nel termine di sei mesi non sia stato sostituito il socio che è venuto meno. In caso di morte della maggioranza dei soci. Per il cambiamento dell'oggetto sociale. Decorsi dieci anni dalla costituzione.
A norma del codice civile, in quale delle seguenti ipotesi la società in accomandita semplice si scioglie? Decorsi dieci anni dalla costituzione. In caso di morte della maggioranza dei soci. Quando rimangono soltanto soci accomandatari, sempreché nel termine di sei mesi non sia stato sostituito il socio che è venuto meno. Per il cambiamento dell'oggetto sociale.
Se in una società in accomandita semplice composta da un socio accomandatario e più soci accomandanti, viene a mancare l'unico socio accomandatario, a chi spetta l'amministrazione della società nel periodo, non superiore a sei mesi, necessario per la sostituzione del socio che è venuto meno? A tutti i soci accomandanti congiuntamente fra loro, con poteri limitati al compimento dei soli atti di ordinaria amministrazione. A tutti i soci accomandanti congiuntamente fra loro, con poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione. Ad un amministratore provvisorio nominato dai soci accomandanti con poteri limitati al compimento dei soli atti di ordinaria amministrazione. Ad un amministratore provvisorio nominato dai soci accomandanti con poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione.
In una società in accomandita semplice, avente per oggetto l'esercizio di un'attività commerciale, sono rimasti solo soci accomandatari e nel termine dei sei mesi, previsto dalla legge, non è stato sostituito il socio accomandante venuto meno. In quest'ipotesi: la società si scioglie. il tribunale, sentiti in camera di consiglio tutti i soci accomandatari, nomina tra questi un socio accomandante. la società non si scioglie e viene retta secondo le disposizioni della società in accomandita per azioni. la società prosegue secondo le disposizioni della società semplice.
I creditori di una società in accomandita semplice rimasti insoddisfatti nella liquidazione della società possono far valere i loro crediti: solo nei confronti dei liquidatori, se il mancato pagamento è dipeso da colpa dei liquidatori, altrimenti nei confronti dei soci accomandatari. oltre che nei confronti dei soci accomandatari, anche nei confronti degli accomandanti, limitatamente alla quota di liquidazione e se il mancato pagamento è dipeso da colpa dei liquidatori, anche nei confronti di questi. nei confronti dei soci accomandatari illimitatamente e solidamente, nei confronti dei soci accomandanti nei limiti della quota conferita. solo nei confronti dei soci accomandatari.
L'unico azionista di una società per azioni, in caso d'insolvenza della società: risponde illimitatamente per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui risultava essere unico azionista, se alla sottoscrizione dell'atto unilaterale costitutivo non è stato versato presso una banca l'intero ammontare dei conferimenti in denaro. risponde illimitatamente per tutte le obbligazioni sociali. non risponde comunque per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui risultava essere unico azionista, ma deve, senza indugio, sciogliere e mettere in liquidazione la società. non risponde comunque per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui risultava essere unico azionista.
Il venir meno della pluralità dei soci in una società per azioni comporta, in caso di insolvenza della società: lo scioglimento della società se la pluralità dei soci non viene ricostituita nei sei mesi successivi. la responsabilità illimitata dell'unico socio per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui risultava essere unico azionista, se al venir meno della pluralità dei soci non sono stati effettuati entro novanta giorni i conferimenti ancora dovuti. lo scioglimento immediato della società. la responsabilità illimitata dell'unico socio per tutte le obbligazioni sociali anche anteriori al venir meno della pluralità dei soci.
In caso di insolvenza della società per azioni, per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui le azioni sono appartenute ad un solo socio: questi risponde nei limiti del conferimento. questi risponde illimitatamente se in caso di costituzione con atto unilaterale non è stato versato presso una banca l'intero ammontare dei conferimenti in denaro. questi risponde illimitatamente e solidalmente con gli amministratori che hanno la rappresentanza della società. questi risponde illimitatamente, salvo che provi che i creditori sociali erano a conoscenza che le azioni appartenevano ad un unico azionista.
La responsabilità illimitata dell'unico azionista di una società per azioni sussiste: a prescindere dalla insolvenza della società, per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui le azioni risultano essere appartenute all'unico socio. in caso di insolvenza della società, per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui le azioni risultano essere appartenute all'unico socio, se in caso di costituzione per atto unilaterale non è stato versato presso una banca l'intero ammontare dei conferimenti in denaro o se, venuta meno la pluralità dei soci, i versamenti ancora dovuti non sono stati effettuati entro novanta giorni. in caso di insolvenza della società per tutte le obbligazioni della società in qualunque momento esse siano sorte. a prescindere dalla insolvenza della società, per tutte le obbligazioni della società in qualunque momento esse siano sorte.
La denominazione sociale di una società per azioni deve necessariamente contenere: l'indicazione di società per azioni. il nome di almeno uno dei soci fondatori e l'indicazione di società per azioni. il nome di coloro che hanno l'amministrazione e la rappresentanza della società. il nome di almeno uno dei soci.
Nella società per azioni la denominazione deve contenere: il nome di uno degli amministratori. l'indicazione di società per azioni. il capitale della società. il nome di uno dei soci.
A norma del codice civile, la società per azioni deve costituirsi con un capitale: non inferiore a diecimila euro. non inferiore a cinque milioni di euro. non inferiore a centoventimila euro. non inferiore a quarantanovemila euro.
La società in accomandita per azioni deve costituirsi con un capitale non inferiore a: cinquantamila euro. centoventimila euro. diecimila euro. cinquecento euro.
L'ammontare minimo del capitale di una società per azioni è di: cinquantamila euro. centoventimila euro. diecimila euro. cinquecento euro.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: le caratteristiche e le modalità di emissione e circolazione delle azioni. le norme secondo le quali le perdite devono essere ripartite. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante. le formalità per la convocazione dell'assemblea.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: le norme secondo le quali le perdite devono essere ripartite. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante. i benefici eventualmente accordati ai promotori o ai soci fondatori. le formalità per la convocazione dell'assemblea.
Il collegio sindacale è organo obbligatorio: nelle società in accomandita semplice. nelle società in nome collettivo. nelle società per azioni, soltanto se il capitale supera i cinque milioni di euro. nelle società per azioni.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante. le norme secondo le quali le perdite devono essere ripartite. l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio. le norme secondo le quali gli utili devono essere ripartiti.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante. il numero e l'eventuale valore nominale delle azioni. le formalità per la convocazione dell'assemblea.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: l'attività che costituisce l'oggetto sociale. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante. il numero dei liquidatori e i loro poteri. l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio. il numero dei componenti il collegio sindacale. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante. il numero dei liquidatori.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio. la durata della società, ovvero, se la società è costituita a tempo indeterminato, il periodo di tempo decorso il quale il socio potrà recedere. il numero di iscrizione della società nel registro delle imprese. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante. il numero di iscrizione della società nel registro delle imprese. l'importo globale, almeno approssimativo, dei ricavi del primo esercizio. l'importo globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione poste a carico della società.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: i criteri di nomina dei liquidatori e i loro poteri. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante. l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio. il sistema di amministrazione adottato, il numero degli amministratori e i loro poteri, indicando quali tra essi hanno la rappresentanza della società.
L'importo globale, almeno approssimativo, delle spese per la costituzione poste a carico della società deve essere indicato nell'atto costitutivo: di ogni società di qualunque tipo essa sia. solo delle società per azioni. delle società di capitali e delle società cooperative. solo delle società di persone.
La procura per costituire una società per azioni deve essere conferita: per atto pubblico. con una qualsiasi forma scritta. verbalmente. per scrittura privata autenticata.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio. il numero di codice fiscale della società. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale esuberante. la denominazione della società.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: il numero di codice fiscale della società. l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale esuberante. il comune ove sono poste la sede della società e le eventuali sedi secondarie.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: l'ammontare del capitale sottoscritto e di quello versato. l'importo globale almeno approssimativo dei ricavi del primo esercizio. il numero di iscrizione della società nel registro delle imprese. l'attribuzione agli amministratori della facoltà di ridurre il capitale sociale esuberante.
L'atto costitutivo della società per azioni, secondo il codice civile, deve fra l'altro indicare: solo il cognome ed il nome o la denominazione, il luogo e la data di nascita o di costituzione, il domicilio o la sede e la cittadinanza per ciascun socio. il cognome ed il nome o la denominazione, il luogo e la data di nascita o di costituzione, il domicilio o la sede, la cittadinanza dei soci e degli eventuali promotori, nonché il numero delle azioni assegnate a ciascuno di essi. solo il cognome ed il nome o la denominazione, il luogo e la data di nascita o di costituzione, il domicilio o la sede, la cittadinanza e il codice fiscale per ciascun socio. solo il cognome ed il nome o la denominazione e la data di nascita o di costituzione per ciascun socio.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo della società per azioni deve fra l'altro indicare: il sistema di amministrazione adottato, il numero degli amministratori e i loro poteri, indicando quali tra essi hanno la rappresentanza della società. il numero e il nome di coloro che hanno l'amministrazione e la rappresentanza della società. il numero, il cognome ed il nome, la data ed il luogo di nascita degli amministratori e i loro poteri, indicando quali tra essi hanno la rappresentanza della società. il numero, il cognome ed il nome, la data ed il luogo di nascita dei componenti il collegio sindacale.
La società per azioni deve essere costituita: con una qualsiasi forma scritta. per atto pubblico. per scrittura privata autenticata. con una qualsiasi forma.
Per procedere alla costituzione, con atto unilaterale, di una società per azioni con conferimenti esclusivamente in denaro, è necessario che il capitale sociale: sia sottoscritto e versato per intero presso una banca. sia sottoscritto per intero e versato per un terzo presso una banca. sia sottoscritto per intero e versato per un terzo nelle casse sociali. sia sottoscritto per almeno un terzo.
Una delle condizioni per procedere alla costituzione di una società per azioni è: che siano versati presso l'istituto di emissione almeno i tre decimi del valore nominale delle azioni sottoscritte, ancorché liberate mediante conferimento in natura. che siano versati presso l'istituto di emissione almeno i tre decimi dei conferimenti in denaro. che sussistano le autorizzazioni e le altre condizioni richieste dalle leggi speciali per la costituzione della società, in relazione al suo particolare oggetto. che siano versati presso un istituto di credito almeno i tre decimi dei conferimenti in denaro e dei crediti.
Una delle condizioni per procedere alla costituzione di una società in accomandita per azioni è: che sussistano le autorizzazioni e le altre condizioni richieste dalle leggi speciali per la costituzione della società, in relazione al suo particolare oggetto. che siano versati presso l'istituto di emissione almeno i tre decimi del valore nominale delle azioni sottoscritte, ancorché liberate mediante conferimento in natura. che siano versati presso l'istituto di emissione almeno i tre decimi dei conferimenti in denaro. che siano versati presso un istituto di credito almeno i tre decimi dei conferimenti in denaro e dei crediti.
Una delle condizioni per procedere alla costituzione di una società a responsabilità limitata con pluralità di soci è: che siano versati presso un istituto di credito almeno i tre decimi dei conferimenti in denaro e dei crediti. che sussistano le autorizzazioni e le altre condizioni richieste dalle leggi speciali per la costituzione della società, in relazione al suo particolare oggetto. che siano versati presso l'istituto di emissione almeno i tre decimi del valore nominale delle quote di capitale sottoscritte, ancorché liberate mediante conferimento in natura. che siano versati presso l'istituto di emissione almeno i tre decimi dei conferimenti in denaro.
Per procedere alla costituzione della società per azioni è necessario: che siano versati presso un istituto di credito almeno i due decimi dei conferimenti in denaro. che siano versati i crediti conferiti. che sia sottoscritto per intero il capitale sociale. che siano sottoscritti almeno i tre decimi del capitale sociale.
Per procedere alla costituzione con contratto di una società per azioni con capitale di centoventimila euro con conferimenti esclusivamente in denaro, è necessario fra l'altro: che sia versata presso un istituto di credito almeno la metà del capitale sociale. che sia sottoscritto per intero il capitale sociale. che sia versato per intero il capitale sociale presso un istituto di credito. che sia versato per intero il capitale sociale nelle casse sociali.
Per procedere alla costituzione con contratto di una società in accomandita per azioni con conferimenti esclusivamente in denaro, è necessario che il capitale sociale: sia sottoscritto per almeno il venticinque per cento. sia sottoscritto e versato per intero presso una banca. sia sottoscritto per intero e versato per almeno il venticinque per cento presso una banca. sia sottoscritto per intero e versato per il venticinque per cento nelle casse sociali.
Per procedere alla costituzione con contratto di una società per azioni con conferimenti esclusivamente in denaro è necessario che il capitale: sia sottoscritto per intero e versato per il venticinque per cento nelle casse sociali. sia sottoscritto per almeno il venticinque per cento. sia sottoscritto per intero e versato per almeno il venticinque per cento presso un istituto di credito. sia sottoscritto e versato per intero presso un istituto di credito.
Il versamento del venticinque per cento dei conferimenti in denaro, costituisce, nelle società per azioni costituite con contratto: una condizione per l'inizio dell'attività sociale. una condizione per la iscrizione della società nel registro delle imprese. una condizione per la concessione delle autorizzazioni governative, ove richieste. una condizione necessaria per la costituzione della società.
Il notaio che ha ricevuto l'atto costitutivo di una società per azioni entro venti giorni dal ricevimento dell'atto ha l'obbligo di: provvedere a richiedere il codice fiscale della società. depositarlo presso l'ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede della società. provvedere al ritiro dei tre decimi dei conferimenti in danaro versati presso un istituto di credito prima della costituzione. inviarne una copia all'ufficio distrettuale delle imposte dirette competente.
Il notaio che ha ricevuto l'atto costitutivo di una società in accomandita per azioni entro venti giorni dal ricevimento dell'atto ha l'obbligo di: inviarne una copia all'ufficio distrettuale delle imposte dirette competente. provvedere a richiedere il codice fiscale della società. depositarlo presso l'ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede della società. provvedere al ritiro dei tre decimi dei conferimenti in danaro versati presso un istituto di credito prima della costituzione.
Se entro novanta giorni dalla stipulazione dell'atto costitutivo della società per azioni non ha avuto luogo la sua iscrizione nel registro delle imprese: le somme devono essere trattenute a titolo di cauzione. le somme versate devono essere consegnate agli amministratori. le somme versate vengono trattenute dall'istituto di credito a garanzia di eventuali creditori sociali. le somme versate devono essere restituite ai sottoscrittori e l'atto costitutivo perde efficacia.
Nel sistema del codice civile, la società cooperativa acquista la personalità giuridica: al momento della pubblicazione sul Bollettino ufficiale delle società cooperative. al momento dell'iscrizione nel registro delle imprese. al momento dell'emissione del decreto di omologazione da parte del tribunale. al momento dell'iscrizione nel registro prefettizio.
Quali dei seguenti soggetti sono responsabili verso i terzi per le operazioni compiute in nome di una società per azioni prima dell'iscrizione nel registro delle imprese? tutti gli amministratori, anche quelli che non hanno agito, illimitatamente e solidalmente. coloro che hanno agito, illimitatamente e solidalmente. tutti i soci, anche se non hanno agito, illimitatamente e solidalmente. coloro che hanno agito, ciascuno nei limiti della propria quota di partecipazione.
Nel sistema del codice civile, la società in accomandita per azioni acquista la personalità giuridica: al momento della pubblicazione sul foglio annunzi legali. al momento dell'emissione del decreto di omologazione da parte del tribunale. al momento dell'iscrizione nel registro delle imprese. al momento dell'iscrizione nel registro prefettizio.
Nel sistema del codice civile, la società a responsabilità limitata acquista la personalità giuridica: al momento dell'emissione del decreto di omologazione da parte del tribunale. al momento dell'iscrizione nel registro delle imprese. al momento dell'iscrizione nel registro prefettizio. al momento della pubblicazione sul foglio annunzi legali.
Nel sistema del codice civile, la società per azioni acquista la personalità giuridica: al momento della pubblicazione sul foglio annunzi legali. al momento dell'emissione del decreto di omologazione da parte del tribunale. al momento dell'iscrizione nel registro prefettizio. al momento dell'iscrizione nel registro delle imprese.
Secondo il codice civile, la società per azioni acquista la personalità giuridica: con l'accettazione di carica da parte degli amministratori. con l'iscrizione nel registro delle imprese. con la stipula dell'atto costitutivo. con il rilascio della partita I.V.A..
La emissione delle azioni di una società per azioni prima dell'iscrizione della società stessa nel registro delle imprese: è ammessa, ma è inefficace fino alla iscrizione. è ammessa, se sono stati regolarmente versati presso un istituto di credito i tre decimi dei conferimenti in denaro. è annullabile. è vietata.
La società cooperativa acquista personalità giuridica: con l'iscrizione nel registro prefettizio. con l'iscrizione nello schedario generale della cooperazione. con l'iscrizione nel registro delle imprese. con la registrazione dell'atto pubblico.
Il dispositivo della sentenza che dichiara la nullità della società per azioni deve essere iscritto nel registro delle imprese: a cura degli amministratori o dei liquidatori. soci. a cura degli amministratori o dei o dei soci. a cura dei liquidatori a cura di uno dei soci.
Avvenuta la iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere pronunciata in caso di: mancanza nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante i conferimenti. incapacità anche di uno solo dei soci fondatori. mancanza nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante la sede della società. sottoscrizione parziale del capitale sociale.
Avvenuta la iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere pronunciata in caso di: mancanza, nell'atto costitutivo o nello statuto, di ogni indicazione riguardante la sede della società. mancata stipulazione dell'atto costitutivo nella forma di atto pubblico. incapacità anche di uno solo dei soci fondatori. sottoscrizione parziale del capitale sociale.
Avvenuta la iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere pronunciata in caso di: incapacità anche di uno solo dei soci fondatori. illiceità dell'oggetto sociale. mancanza, nell'atto costitutivo o nello statuto, di ogni indicazione riguardante la sede della società. sottoscrizione parziale del capitale sociale.
Avvenuta la iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere pronunciata in caso di: mancanza, nell'atto costitutivo, di ogni indicazione riguardante la sede della società. mancanza nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante la denominazione della società. incapacità anche di uno solo dei soci fondatori. sottoscrizione parziale del capitale sociale.
La sentenza che dichiara la nullità della società per azioni nomina i liquidatori? Sì, in ogni caso. No, mai. Sì, ma solo se così prevede lo statuto. Sì, ma solo se la nullità dipende da illiceità dell'oggetto sociale.
Avvenuta la iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere pronunciata in caso di: mancanza nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante l'ammontare del capitale sociale. di sottoscrizione parziale del capitale sociale. mancanza, nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante la sede della società. di incapacità anche di uno solo dei soci fondatori.
Dopo l'iscrizione nel registro delle imprese può essere dichiarata la nullità di una società per azioni non costituita per atto pubblico? Sì. No, se è stata costituita per scrittura privata autenticata. Sì, entro trenta giorni dall'iscrizione. Sì, entro un anno dall'iscrizione.
Il contratto preliminare per la costituzione di una società in accomandita per azioni stipulato per scrittura privata autenticata è: nullo. annullabile. irregolare. valido, ma inefficace.
La nullità di una società per azioni dopo l'iscrizione nel registro delle imprese: non può essere dichiarata a meno che non lo richieda la maggioranza degli azionisti. non può essere dichiarata passati tre mesi dalla data dell'iscrizione della società nel registro delle imprese. non può mai essere sanata. non può essere dichiarata quando la causa di essa è stata eliminata e di tale eliminazione è stata data pubblicità con iscrizione nel registro delle imprese.
Dopo l'iscrizione nel registro delle imprese in quale dei seguenti casi può essere pronunciata la nullità di una società in accomandita per azioni? Mancanza nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante l'ammontare del capitale sociale. Mancata indicazione della sede della società. Incapacità di alcuni soci fondatori. Mancata indicazione della durata della società.
Dopo l'iscrizione nel registro delle imprese in quale dei seguenti casi può essere pronunciata la nullità di una società a responsabilità limitata? Mancanza nell'atto costitutivo o nello statuto di ogni indicazione riguardante l'ammontare del capitale sociale. Mancata indicazione della sede della società. Incapacità di alcuni soci fondatori. Mancata indicazione della durata della società.
La nullità di una società in accomandita per azioni dopo l'iscrizione nel registro delle imprese: non può essere dichiarata quando la causa di essa è stata eliminata e di tale elimimazione è stata data pubblicità con iscrizione nel registro delle imprese. non può essere dichiarata passati tre mesi dalla data della iscrizione della società nel registro delle imprese. non può mai essere sanata. non può essere dichiarata a meno che non lo richieda un componente del collegio sindacale.
La nullità di una società a responsabilità limitata dopo l'iscrizione nel registro delle imprese: non può essere dichiarata quando la causa di essa è stata eliminata e di tale eliminazione è stata data pubblicità con iscrizione nel registro delle imprese. non può essere dichiarata passati tre mesi dalla data della iscrizione della società nel registro delle imprese. non può mai essere sanata. non può essere dichiarata, a meno che non lo richieda un socio amministratore.
Secondo il codice civile, dopo l'iscrizione nel registro delle imprese in quale dei seguenti casi può essere pronunciata la nullità di una società in accomandita per azioni? Mancanza nell'atto costitutivo di qualsiasi indicazione riguardante i conferimenti. Mancata indicazione, nell'atto costitutivo, dell'importo globale delle spese per la costituzione poste a carico della società. Mancata indicazione, nell'atto costitutivo, degli amministratori ai quali spetta la rappresentanza. Mancata indicazione, nell'atto costitutivo, del numero dei componenti il collegio sindacale.
Secondo il codice civile dopo l'iscrizione nel registro delle imprese in quale dei seguenti casi può essere pronunciata la nullità di una società a responsabilità limitata? Mancata indicazione, nell'atto costitutivo, del numero dei componenti il collegio sindacale. Mancata indicazione, nell'atto costitutivo, degli amministratori ai quali spetta la rappresentanza. Mancanza nell'atto costitutivo di qualsiasi indicazione riguardante i conferimenti. Mancata indicazione, nell'atto costitutivo, dell'importo globale delle spese per la costituzione poste a carico della società.
Dopo l'iscrizione nel registro delle imprese in quale dei seguenti casi può essere pronunciata la nullità di una società per azioni? Mancata indicazione, nell'atto costitutivo, della durata della società. Incapacità di alcuni soci fondatori. Mancanza nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante l'ammontare del capitale sociale. Mancata indicazione, nell'atto costitutivo, della sede della società.
Avvenuta la iscrizione nel registro delle imprese, la nullità della società può essere pronunciata in caso di: sottoscrizione parziale del capitale sociale. mancanza, nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante la sede della società. mancanza nell'atto costitutivo di ogni indicazione riguardante l'oggetto sociale. incapacità anche di uno solo dei soci fondatori.
Nel caso di costituzione della società per azioni a mezzo di pubblica sottoscrizione, l'atto pubblico o la scrittura privata autenticata redatti per la sottoscrizione delle azioni devono indicare, fra l'altro: il domicilio o la sede del sottoscrittore. la data e il luogo di nascita o di costituzione del sottoscrittore. l'eventuale partecipazione che i promotori si riservano agli utili. il termine entro il quale deve essere stipulato l'atto costitutivo della società.
A norma del codice civile, il programma per la costituzione di una società per azioni mediante pubblica sottoscrizione deve indicare fra l'altro: l'oggetto e il capitale. l'utile minimo annuale garantito, che non deve essere inferiore alla misura del saggio d'interesse legale. le modalità di devoluzione del patrimonio sociale in caso di scioglimento anticipato della società esclusivamente a favore di altra società avente analogo oggetto sociale e parimenti costituita per pubblica sottoscrizione. le generalità dei sindaci.
Tizio si rivolge al notaio Rossi per sottoscrivere numero cento azioni della Aldina società per azioni da costituirsi mediante pubblica sottoscrizione. Tale sottoscrizione di azioni deve risultare: da scrittura privata anche se non autenticata. da atto pubblico o da scrittura privata autenticata. da atto pubblico con l'obbligatorio intervento dei promotori. necessariamente da atto pubblico.
A norma del codice civile, il programma per la costituzione di una società per azioni mediante pubblica sottoscrizione deve indicare fra l'altro: le modalità di devoluzione del patrimonio sociale in caso di scioglimento anticipato della società esclusivamente a favore di altra società avente analogo oggetto sociale e parimenti costituita per pubblica sottoscrizione. le principali disposizioni dell'atto costitutivo e dello statuto. le generalità dei sindaci. l'utile minimo annuale garantito, che non deve essere inferiore alla misura del saggio d'interesse legale.
A norma del codice civile, il programma per la costituzione di una società per azioni mediante pubblica sottoscrizione deve indicare fra l'altro: le modalità di devoluzione del patrimonio sociale in caso di scioglimento anticipato della società esclusivamente a favore di altra società avente analogo oggetto sociale e parimenti costituita per pubblica sottoscrizione. l'eventuale partecipazione che i promotori si riservano agli utili. le generalità dei sindaci. l'utile minimo annuale garantito, che non deve essere inferiore alla misura del saggio d'interesse legale.
A norma del codice civile, il programma per la costituzione di una società per azioni mediante pubblica sottoscrizione deve indicare fra l'altro: le modalità di devoluzione del patrimonio sociale in caso di scioglimento anticipato della società esclusivamente a favore di altra società avente analogo oggetto sociale e parimenti costituita per pubblica sottoscrizione. il termine entro il quale deve essere stipulato l'atto costitutivo. l'utile minimo annuale garantito, che non deve essere inferiore alla misura del saggio d'interesse legale. le generalità dei sindaci.
A norma del codice civile, il programma per la costituzione mediante pubblica sottoscrizione di una società per azioni, con le firme autenticate dei promotori, prima di essere reso pubblico, deve essere depositato: presso la sede della società. nella cancelleria del tribunale del luogo di residenza di almeno uno dei promotori. presso un notaio. nel registro delle imprese del luogo dove la società ha la sede legale.
Nel caso di costituzione della società per azioni a mezzo di pubblica sottoscrizione, sono responsabili verso i terzi per le obbligazioni assunte per costituire la società: i promotori. i promotori e la società. i promotori e coloro per conto dei quali essi hanno agito. i promotori e i soci fondatori.
I promotori sono responsabili per l'integrale sottoscrizione del capitale sociale e per i versamenti richiesti per la costituzione di una società per azioni? Sì, solidalmente, verso i terzi. Sì, solidalmente, verso la società e verso i terzi. Sì, solidalmente, verso la società. No, salvo diversa convenzione risultante dal programma.
I promotori possono riservarsi nell'atto costitutivo di una società per azioni una partecipazione agli utili superiore complessivamente a un decimo degli utili netti risultanti dal bilancio? Sì, solo a tempo determinato. Sì, se rivestono anche la qualità di soci. Sì, per un periodo massimo di dieci anni. No.
I soci fondatori di una società per azioni, possono riservarsi nell'atto costitutivo una partecipazione agli utili superiore complessivamente a un decimo degli utili netti risultanti dal bilancio? No. Sì, solo a tempo determinato. Sì, per un periodo massimo di cinque anni. Sì, per un periodo massimo di dieci anni.
I patti che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società, hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nelle società per azioni: non sono rinnovabili. devono essere stipulati per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, a pena di nullità. non possono avere durata superiore a cinque anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non possono avere durata superiore a due anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore.
I patti che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società, hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nelle società per azioni o nelle società che le controllano: sono invalidi. non possono avere durata superiore a tre anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non possono avere durata superiore a cinque anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. devono essere stipulati per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, a pena di nullità.
In tema di società per azioni, i patti stipulati per scrittura privata che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società, pongono limiti al trasferimento delle relative azioni: non possono avere durata superiore a due anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non possono avere durata superiore a tre anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non possono avere durata superiore a cinque anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. sono invalidi.
In tema di società per azioni, i patti che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società, pongono limiti al trasferimento delle partecipazioni in società che le controllano: non possono avere durata superiore a tre anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non possono avere durata superiore a cinque anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non possono avere durata superiore a due anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. devono essere stipulati per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, a pena di nullità.
In tema di società per azioni, i patti che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società, pongono limiti al trasferimento delle relative azioni: non possono avere durata superiore a due anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non possono avere durata superiore a tre anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. devono essere stipulati per atto pubblico, a pena di nullità. non possono avere durata superiore a cinque anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore.
In tema di società per azioni, i patti stipulati per scrittura privata autenticata che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società, pongono limiti al trasferimento delle partecipazioni in società che le controllano: non possono avere durata inferiore a due anni e si intendono stipulati per questa durata se le parti hanno previsto un termine minore. non possono avere durata superiore a cinque anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non possono avere durata superiore a tre anni e si intendono stipulati per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. sono invalidi.
Il patto stipulato per scrittura privata avente per oggetto l'esercizio del diritto di voto in una società per azioni, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo di questa: non può avere durata superiore a cinque anni e si intende stipulato per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. non è rinnovabile alla scadenza. non può avere durata superiore a tre anni e si intende stipulato per questa durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore. è invalido.
I patti che, al fine di stabilizzare il governo della società, hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nelle società per azioni, sono rinnovabili alla scadenza? Sì, ma solo per una durata inferiore a tre anni. No. Sì, ma solo per una volta. Sì.
I patti che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari della società, hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nelle società per azioni, sono rinnovabili alla scadenza? Sì. No. Sì, ma solo se redatti per atto pubblico. No, salvo quelli inizialmente stipulati per una durata inferiore a tre anni.
I patti che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società per azioni, pongono limiti al trasferimento delle relative azioni, sono rinnovabili alla scadenza? Sì. No. Sì, ma solo se redatti per atto pubblico. No, salvo quelli inizialmente stipulati per una durata inferiore a tre anni.
I patti che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari della società per azioni, hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nelle società che le controllano, sono rinnovabili alla scadenza? Sì, ma solo se redatti per atto pubblico. No, salvo quelli inizialmente stipulati per una durata inferiore a tre anni. No. Sì.
I patti che, al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società per azioni, pongono limiti al trasferimento delle partecipazioni in società che le controllano, sono rinnovabili alla scadenza? Sì. No. Sì, ma solo per una volta. No, salvo quelli inizialmente stipulati per una durata inferiore a tre anni.
Nelle società per azioni che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio i patti parasociali devono essere: depositati presso l'ufficio del registro delle imprese. depositati presso un notaio. comunicati alla società e dichiarati in apertura di ogni assemblea. comunicati ai soci con lettera raccomandata.
Nelle società per azioni che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, i patti che al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto devono essere: comunicati ai soci con lettera raccomandata. depositati presso l'ufficio del registro delle imprese. comunicati alla società e dichiarati in apertura di ogni assemblea. depositati presso un notaio.
Nelle società per azioni che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, i patti che al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società pongono limiti al trasferimento delle relative azioni devono essere: depositati presso un notaio. comunicati alla società e dichiarati in apertura di ogni assemblea. comunicati ai soci con lettera raccomandata. depositati presso l'ufficio del registro delle imprese.
Nelle società per azioni che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, i patti che al fine di stabilizzare gli assetti proprietari o il governo della società pongono limiti al trasferimento delle partecipazioni in società che la controllano devono essere: depositati presso l'ufficio del registro delle imprese. comunicati alla società e dichiarati in apertura di ogni assemblea. comunicati ai soci con lettera raccomandata. depositati presso un notaio.
Salva diversa previsione dell'atto costitutivo, nella società per azioni, sono ammessi i conferimenti: in denaro, di beni in natura e di crediti. in denaro e in prestazioni di opera o di servizi. in denaro e di crediti. in denaro.
La perizia giurata di stima per conferire in una società per azioni deve essere presentata: da chi conferisce beni in natura e crediti. da chi conferisce prestazioni d'opera. da chi conferisce somme di denaro. da chi conferisce prestazioni di servizi.
In sede di aumento del capitale, chi conferisce crediti verso terzi in una società in accomandita per azioni deve presentare relazione giurata di stima? No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. Sì, sempre. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. No, mai.
In sede di costituzione, chi conferisce crediti verso terzi in una società in accomandita per azioni deve presentare relazione giurata di stima? No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. Sì, sempre. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. No, mai.
In sede di costituzione, chi conferisce beni in natura in una società in accomandita per azioni deve presentare relazione giurata di stima? Sì, sempre. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. No, mai.
In sede di aumento di capitale, chi conferisce beni in natura in una società in accomandita per azioni deve presentare relazione giurata di stima? Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la perizia non debba essere presentata. Sì, sempre. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. No, mai.
In sede di costituzione di una società in accomandita per azioni, la perizia giurata di stima è necessaria se il conferimento ha per oggetto: prestazioni di opere. beni in natura e crediti. prestazione di servizi. somme di denaro.
In sede di costituzione, chi conferisce beni in natura in una società per azioni deve presentare relazione giurata di stima? Sì, sempre. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. No, mai.
In sede di costituzione, chi conferisce crediti verso terzi in una società per azioni deve presentare relazione giurata di stima? Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. Sì, sempre. No, mai. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento.
L'acquisto da parte di una società per azioni di beni dei promotori, dei fondatori, dei soci o degli amministratori, entro un biennio dalla iscrizione della società nel registro delle imprese: può avvenire liberamente, qualunque sia il corrispettivo. può avvenire liberamente, se il corrispettivo è inferiore ad 1/10 del capitale sociale. può avvenire solo con una preventiva autorizzazione dell'assemblea ordinaria, qualunque sia il corrispettivo. non può avvenire mai, qualunque sia il corrispettivo.
L'acquisto da parte di una società per azioni di beni dei promotori, dei fondatori, dei soci o degli amministratori, entro un biennio dalla iscrizione della società nel registro delle imprese: può avvenire liberamente qualunque sia il corrispettivo. può avvenire solo con una preventiva autorizzazione dell'assemblea ordinaria qualunque sia il corrispettivo. non può avvenire liberamente se il corrispettivo è pari oppure superiore ad 1/10 del capitale sociale. non può avvenire mai qualunque sia il corrispettivo.
Il socio di una società per azioni in mora con il pagamento delle quote è ammesso ad esercitare il diritto di voto? No. Sì, solo nell'assemblea straordinaria. Sì, solo nell'assemblea ordinaria. Sì, salva diversa pattuizione contenuta nell'atto costitutivo.
Se il socio di una società per azioni non esegue il pagamento delle quote dovute: gli amministratori decorsi quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, se non ritengono utile promuovere azione per l'esecuzione del conferimento, offrono le azioni agli altri soci. gli amministratori, decorsi quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, devono far vendere le azioni a suo rischio e per suo conto, a mezzo di un agente di cambio o di un istituto di credito. gli amministratori devono, senza indugio, dichiarare decaduto il socio, trattenendo le somme riscosse, salvo il risarcimento dei maggiori danni. gli amministratori, decorsi quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida sul foglio annunzi legali, devono far vendere le azioni a suo rischio e per suo conto, a mezzo di un agente di cambio o di un istituto di credito.
Se il socio di una società per azioni non esegue il pagamento delle quote dovute: non può esercitare il diritto di voto, ma solo nell'assemblea straordinaria. non può esercitare il diritto di voto, ma solo nell'assemblea ordinaria. può esercitare comunque il diritto di voto. non può esercitare il diritto di voto.
Se il socio di una società in accomandita per azioni non esegue il pagamento delle quote dovute, gli amministratori: possono dichiararlo decaduto dopo quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale. possono dichiararlo decaduto dopo quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale e un infruttuoso tentativo di vendita di uno qualunque dei suoi beni, escluso il risarcimento dei maggiori danni. decorsi quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, se non ritengono utile promuovere azione per l'esecuzione del conferimento, offrono le azioni agli altri soci. possono dichiararlo decaduto dopo quindici giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale e un infruttuoso tentativo di vendita di uno qualunque dei suoi beni, salvo sempre il risarcimento dei maggiori danni.
Oltre l'obbligo dei conferimenti, l'atto costitutivo di una società per azioni può stabilire l'obbligo dei soci di eseguire prestazioni accessorie non consistenti in denaro? No. Sì, determinandone il contenuto, la durata, le modalità e il compenso, e stabilendo particolari sanzioni per il caso di inadempimento. Sì, solo se a titolo gratuito. Sì, ma non possono essere previste sanzioni per il caso di inadempimento da parte del socio.
In una società per azioni, le azioni alle quali è connesso l'obbligo di prestazioni accessorie: sono nominative e non trasferibili senza il consenso degli amministratori. sono nominative e non trasferibili senza il consenso del collegio sindacale. sono nominative e non trasferibili senza il consenso di tutti i soci. sono nominative e trasferibili liberamente.
L'atto costitutivo di una società per azioni non può prevedere azioni con prestazioni accessorie consistenti in: prestazioni di cose infungibili. prestazioni d'opera intellettuale. prestazioni in denaro. prestazioni di forniture di materie prime.
Nella società per azioni il valore dei conferimenti può essere complessivamente inferiore all'ammontare del capitale sociale? Sì, in ogni caso. Sì, se la differenza è costituita dal valore di conferimenti in crediti verso terzi. Sì, se la differenza è costituita dal valore di conferimenti in natura. No, in nessun caso.
Nella società in accomandita per azioni il valore dei conferimenti può essere complessivamente inferiore all'ammontare del capitale sociale? No, in nessun caso. Sì, se la differenza è costituita dal valore di conferimenti in natura. Sì, se la differenza è costituita dal valore di conferimenti in crediti verso terzi. Sì, in ogni caso.
A ciascun socio della società per azioni è assegnato un numero di azioni: proporzionale alla parte del capitale sociale sottoscritta e per un valore non superiore a quello del suo conferimento, salvo diversa previsione dell'atto costitutivo. proporzionale alla parte del capitale sociale sottoscritta e per un valore pari a quello del suo conferimento, anche se l'atto costitutivo preveda diversamente. per un valore pari a quello del suo conferimento, anche se non proporzionale alla parte del capitale sociale sottoscritta. uguale a quello assegnato agli altri soci.
Nella società per azioni la partecipazione sociale è rappresentata: da azioni. da obbligazioni o da azioni, a scelta del socio. da obbligazioni. da obbligazioni convertibili.
Nel caso di comproprietà di un'azione di una società per azioni i comproprietari: possono esercitare i diritti disgiuntamente, salvo opposizione da parte della società. devono esercitare i diritti personalmente e congiuntamente. devono necessariamente esercitarne i diritti a mezzo di un rappresentante comune. non possono esercitare i diritti finché permane lo stato di comunione.
In caso di comproprietà di un'azione di una società per azioni, da chi vengono esercitati i diritti dei comproprietari? Da tutti i comproprietari. Dal comproprietario più anziano. Da un rappresentante comune. Da non più di due comproprietari.
In caso di comproprietà di una quota di una società in accomandita per azioni, da chi vengono esercitati i diritti dei comproprietari? Da un rappresentante comune. Dal comproprietario più anziano. Da tutti i comproprietari. Da non più di due comproprietari.
Nel caso di comproprietà di una azione di società per azioni, a chi spetta esercitare i diritti dei comproprietari? Alla maggioranza dei comproprietari. A un rappresentante comune. Congiuntamente ai comproprietari stessi. A ciascuno dei comproprietari.
Un'azione emessa da una società per azioni può essere oggetto di comproprietà? No, mai. Sì, ma solo se la comproprietà deriva da successione a causa di morte. Sì. Sì, ma solo se si tratta di azione interamente liberata.
In caso di assegnazione straordinaria di utili ai prestatori di lavoro dipendenti di una società per azioni mediante emissione di azioni a favore dei dipendenti stessi, deve essere aumentato il capitale sociale? No, salvo che l'ammontare delle azioni di nuova emissione superi la metà del capitale sociale. No, salvo che il valore nominale delle azioni di nuova emissione ecceda il valore nominale complessivo delle altre azioni. Sì, in misura corrispondente. No, se si tratta di azioni di risparmio.
A norma del codice civile, lo statuto della società per azioni può prevedere la creazione di azioni senza diritto di voto, con diritto di voto limitato a particolari argomenti, o con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizioni non meramente potestative? Sì, ma il valore di tali azioni non può complessivamente superare la metà del capitale sociale. No. Sì, ma queste non possono superare il quarto del capitale sociale. Sì, salvo che la limitazione concerna il diritto di voto nell'assemblea straordinaria.
A norma del codice civile, una società per azioni può emettere azioni a voto plurimo? No, a meno che si tratti di azioni da liberare mediante conferimenti in natura. Sì, ma per un ammontare non superiore a metà del capitale sociale. Sì, senza alcun limite. No, mai.
A norma del codice civile, in una società per azioni possono essere create categorie di azioni a voto plurimo? Sì, ma il loro ammontare complessivo non può eccedere il quarto del capitale sociale. No. Sì, solo con l'atto costitutivo. Sì, con l'atto costitutivo o con successive modificazioni di questo.
Nel caso di sequestro delle azioni di una società per azioni, a chi spetta il diritto di voto nelle assemblee? Al custode in caso di assemblea ordinaria, e al socio in caso di assemblea straordinaria. Al socio. Al socio in caso di assemblea ordinaria, e al custode in caso di assemblea straordinaria. Al custode.
Nel caso di sequestro delle azioni di una società in accomandita per azioni, a chi spetta il diritto di voto nelle assemblee? Al custode in caso di assemblea ordinaria, e al socio in caso di assemblea straordinaria. Al custode. Al socio. Al socio in caso di assemblea ordinaria, e al custode in caso di assemblea straordinaria.
Nel caso di aumento di capitale di una società per azioni con passaggio di riserve a capitale, il pegno esistente sulle azioni: si estende alle azioni di nuova emissione. non si estende alle azioni di nuova emissione. si estende alle azioni di nuova emissione, salvo che l'assemblea decida diversamente. non si estende alle azioni di nuova emissione, salvo che l'assemblea decida diversamente.
Nel caso di aumento di capitale di una società per azioni con passaggio di riserve a capitale, l'usufrutto costituito sulle azioni: non si estende alle azioni di nuova emissione, salvo che l'assemblea decida diversamente. si estende alle azioni di nuova emissione. non si estende alle azioni di nuova emissione. si estende alle azioni di nuova emissione, salvo che l'assemblea decida diversamente.
Nel caso di aumento di capitale di una società per azioni con passaggio di riserve a capitale, il sequestro disposto sulle azioni: si estende alle azioni di nuova emissione. non si estende alle azioni di nuova emissione. si estende alle azioni di nuova emissione, salvo che l'assemblea decida diversamente. non si estende alle azioni di nuova emissione, salvo che l'assemblea decida diversamente.
A norma del codice civile, nel caso di usufrutto sulle azioni, salvo convenzione contraria, il diritto di voto: spetta all'usufruttuario. spetta al nudo proprietario. spetta congiuntamente all'usufruttuario e al nudo proprietario. è sospeso per tutta la durata dell'usufrutto.
In mancanza di un'apposita convenzione, nel caso di pegno sulle azioni di una società per azioni, a chi spetta il diritto di voto nelle assemblee? Al creditore pignoratizio, in caso di assemblea ordinaria, ed al socio pignorato, in caso di assemblea straordinaria. Al socio pignorato. Al socio pignorato, in caso di assemblea ordinaria, ed al creditore pignoratizio, in caso di assemblea straordinaria. Al creditore pignoratizio.
In mancanza di apposita convenzione, nel caso di pegno sulle azioni di una società in accomandita per azioni, a chi spetta il diritto di voto nelle assemblee? Al creditore pignoratizio. Al socio pignorato. Al socio pignorato, in caso di assemblea ordinaria, ed al creditore pignoratizio, in caso di assemblea straordinaria. Al creditore pignoratizio, in caso di assemblea ordinaria, ed al socio pignorato, in caso di assemblea straordinaria.
In mancanza di apposita convenzione, nel caso di usufrutto sulle azioni di una società in accomandita per azioni, a chi spetta il diritto di voto nelle assemblee? Al socio nudo proprietario. All'usufruttuario, in caso di assemblea ordinaria, ed al socio nudo proprietario, in caso di assemblea straordinaria. Al socio nudo proprietario, in caso di assemblea ordinaria, ed all'usufruttuario, in caso di assemblea straordinaria. All'usufruttuario.
In assenza di convenzione contraria, nel caso di usufrutto di azioni di una società per azioni a chi spettano il diritto di voto e, se le azioni lo attribuiscono, il diritto di opzione? All'usufruttuario. Il diritto di voto al socio e il diritto di opzione all'usufruttuario. Al socio. Il diritto di voto all'usufruttuario e il diritto di opzione al socio.
In mancanza di apposita convenzione, nel caso di usufrutto sulle azioni di una società per azioni, a chi spetta il diritto di voto nelle assemblee? Al socio nudo proprietario. All'usufruttuario. Al socio nudo proprietario, in caso di assemblea ordinaria, ed all'usufruttuario, in caso di assemblea straordinaria. All'usufruttuario, in caso di assemblea ordinaria, ed al socio nudo proprietario, in caso di assemblea straordinaria.
Le azioni di godimento attribuite ai possessori delle azioni rimborsate concorrono alla ripartizione degli utili? Sì, ma solo degli utili che residuano dopo il pagamento alle azioni non rimborsate di un dividendo pari all'interesse legale, salvo diversa disposizione dello statuto. No, mai. Sì, concorrono alla ripartizione di tutti gli utili, senza limitazioni. No, salvo che lo statuto lo preveda espressamente.
Salvo diversa disposizione dello statuto, le azioni di godimento attribuite ai possessori delle azioni rimborsate danno diritto di voto in assemblea? Sì, ma solo nelle deliberazioni dell'assemblea straordinaria. No. Sì, ma solo nelle deliberazioni dell'assemblea ordinaria. Sì, sempre.
In una società per azioni, le azioni di godimento attribuite ai possessori delle azioni rimborsate danno diritto di voto? No, salvo diversa disposizione dello statuto. Sì, solo nell'assemblea ordinaria. Sì, solo nell'assemblea straordinaria. Sì.
In caso di liquidazione di una società per azioni, le azioni di godimento concorrono nella ripartizione del patrimonio sociale? Sì, per la parte che residua dopo il rimborso delle altre azioni al loro valore nominale. Sì, in parte proporzionale del patrimonio netto risultante dalla liquidazione. Sì, per la parte che residua dopo il pagamento alle azioni non rimborsate di un dividendo pari all'interesse legale. No, salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo.
Le azioni di godimento attribuite ai possessori delle azioni rimborsate, ove lo statuto nulla disponga in proposito, danno diritto di voto? Sì. Sì, ma solo nell'assemblea ordinaria. Sì, ma solo nell'assemblea straordinaria. No.
Le azioni di godimento attribuite ai possessori delle azioni rimborsate concorrono nella ripartizione del patrimonio sociale residuo, in caso di liquidazione della società per azioni? No, salvo che l'atto costitutivo lo preveda espressamente. Sì, ma solo dopo il rimborso delle altre azioni al loro valore nominale. No, mai. Sì, concorrono nella ripartizione di tutto il patrimonio residuo senza limitazione.
A norma del codice civile, i titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: il nome di tutti gli amministratori della società. il numero di partita I.V.A. della società. il loro valore nominale o, se si tratta di azioni senza valore nominale, il numero complessivo delle azioni emesse. l'oggetto della società.
I titoli azionari devono, tra l'altro, obbligatoriamente indicare: il loro valore nominale o, se si tratta di azioni senza valore nominale, il numero complessivo delle azioni emesse, nonché l'ammontare del capitale sociale. la composizione dell'organo amministrativo. l'oggetto sociale. le norme secondo le quali gli utili devono essere ripartiti.
A norma del codice civile, in sede di emissione delle azioni è valida la sottoscrizione di uno degli amministratori apposta sul titolo mediante riproduzione meccanica della firma? No, mai. Sì, ma solo nel caso che l'amministratore abbia dichiarato nell'atto costitutivo della società di non poter sottoscrivere e l'atto stesso sia stato ricevuto alla presenza di due testimoni. Sì. Sì, purché sia autenticata.
Da chi devono essere sottoscritti i titoli azionari di una società per azioni? Dal notaio che ha rogato l'atto costitutivo della società. Dal presidente del collegio sindacale. Da uno degli amministratori. Da tutti gli amministratori.
I titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: la denominazione della società. l'oggetto della società. il numero di partita IVA della società. il nome di tutti gli amministratori della società.
A norma del codice civile, i titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: il numero di partita I.V.A. della società. l'oggetto della società. il nome di tutti gli amministratori della società. i diritti e gli obblighi particolari ad esse inerenti.
A norma del codice civile, i titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: il nome di tutti gli amministratori della società. l'oggetto della società. l'ammontare del capitale sociale. il numero di partita I.V.A. della società.
A norma del codice civile, i titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: il nome di tutti gli amministratori della società. l'ufficio del registro delle imprese dove la società è iscritta. l'oggetto della società. il numero di partita I.V.A. della società.
A norma del codice civile, i titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: l'oggetto della società. il numero di partita I.V.A. della società. il nome di tutti gli amministratori della società. la data dell'iscrizione dell'atto costitutivo della società nel registro delle imprese.
A norma del codice civile, i titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: l'oggetto della società. la data dell'atto costitutivo della società. il nome di tutti gli amministratori della società. il numero di partita I.V.A. della società.
A norma del codice civile, i titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: il nome di tutti gli amministratori della società. l'oggetto della società. il numero di partita I.V.A. della società. la sede della società.
A norma del codice civile, i titoli azionari di una società per azioni devono indicare tra l'altro: il nome di tutti gli amministratori della società. l'ammontare dei versamenti parziali sulle azioni non interamente liberate. l'oggetto della società. il numero di partita I.V.A. della società.
Nel caso di mancata emissione dei titoli azionari, salvo diversa previsione, il trasferimento delle azioni ha effetto nei confronti della società: dal momento in cui gli altri soci esprimono il loro gradimento. dal momento dell'iscrizione nel libro soci. dal momento in cui viene comunicato agli amministratori con lettera raccomandata. dal momento in cui gli amministratori ne danno comunicazione in assemblea.
Nel caso di azioni nominative, lo statuto della società per azioni può vietarne il trasferimento? Sì, ma soltanto per un periodo non superiore a cinque anni dalla costituzione della società o dal momento in cui il divieto viene introdotto. Sì, ma soltanto per un periodo non superiore a due anni dalla costituzione della società o dal momento in cui il divieto viene introdotto. No. Sì, senza alcun limite.
Nel caso di mancata emissione dei titoli azionari, lo statuto della società per azioni può vietare il trasferimento delle azioni? No. Sì, ma soltanto per un periodo non superiore a cinque anni dalla costituzione della società o dal momento in cui il divieto viene introdotto. Sì, senza alcun limite. Sì, ma soltanto per un periodo non superiore a due anni dalla costituzione della società o dal momento in cui il divieto viene introdotto.
A norma del codice civile, dai titoli azionari devono risultare, fra l'altro: le limitazioni al trasferimento delle azioni. l'oggetto della società. il nominativo degli amministratori della società. il numero di partita I.V.A. della società.
In caso di trasferimento di azioni non liberate di una società per azioni, coloro che hanno effettuato il trasferimento: sono solidalmente obbligati con gli acquirenti per l'ammontare dei versamenti ancora dovuti, nei limiti degli utili distribuibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. sono esonerati da ogni responsabilità qualora abbiano effettuato il trasferimento ad una società controllata. sono solidalmente obbligati con gli acquirenti per l'ammontare dei versamenti ancora dovuti, per il periodo di tre anni dall'annotazione del trasferimento nel libro soci. sono esonerati da ogni responsabilità qualora il valore nominale delle azioni cedute non ecceda la decima parte del capitale sociale.
A norma del codice civile, le azioni non liberate possono essere trasferite? Sì, ma chi le trasferisce è obbligato, per tre anni dall'annotazione del trasferimento nel libro soci, solidalmente con gli acquirenti per l'ammontare dei versamenti ancora dovuti. Sì, ma solo con il consenso di tutti i soci. No, e devono restare depositate presso la società. Sì, ma solo con il consenso degli amministratori.
Salve le eccezioni di legge, il valore nominale delle azioni proprie che una società per azioni può acquistare non può eccedere: la quinta parte del capitale sociale. la decima parte del capitale sociale. la sesta parte del capitale sociale. la ventesima parte del capitale sociale.
È consentito ad una società per azioni l'acquisto delle proprie azioni? No, se non per tramite di società fiduciaria o per interposta persona. Sì, solo per effetto di successione universale o di fusione. Sì, solo se a titolo gratuito, sempre che si tratti di azioni interamente liberate. No, se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato.
La società per azioni può acquistare azioni proprie in occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un proprio credito? Sì, sempre che si tratti di azioni interamente liberate. No, se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. Sì, ancorché si tratti di azioni non interamente liberate. Sì, ancorché il valore nominale delle azioni acquistate ecceda la decima parte del capitale sociale, tenendosi conto a tal fine anche delle azioni possedute da società controllate.
La società per azioni può acquistare azioni proprie per effetto di successione universale? Sì. Sì, sempre che si tratti di azioni interamente liberate. Sì, purché il valore nominale delle azioni acquistate non ecceda la decima parte del capitale sociale. No, se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato.
La società per azioni può acquistare azioni proprie a titolo gratuito? Sì, ancorché si tratti di azioni non interamente liberate. No, se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. Sì, ancorché il valore nominale delle azioni acquistate ecceda la decima parte del capitale sociale, tenendosi conto a tal fine anche delle azioni possedute da società controllate. Sì, sempre che si tratti di azioni interamente liberate.
Nel caso in cui la società per azioni, in caso di aumento di capitale sociale, sottoscriva azioni proprie, in violazione del divieto previsto dal codice civile, esse si intendono sottoscritte: dagli amministratori, ancorché dimostrino di essere esenti da colpa. da tutti i soci. dai promotori e dai soci fondatori. dagli amministratori, salvo che dimostrino di essere esenti da colpa.
La società per azioni può in ogni caso fornire garanzie per la sottoscrizione delle proprie azioni? No, se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità. Sì, sempre che si tratti di azioni interamente liberate. Sì, ancorché si tratti di azioni non interamente liberate. No.
La società per azioni può in ogni caso accordare prestiti per la sottoscrizione delle proprie azioni? Sì, sempre che si tratti di azioni interamente liberate. No, se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità. No. Sì, ancorché si tratti di azioni non interamente liberate.
La società per azioni può in ogni caso fornire garanzie per l'acquisto delle proprie azioni? Sì, ancorché si tratti di azioni non interamente liberate. No. No, se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità. Sì, sempre che si tratti di azioni interamente liberate.
La società per azioni può in ogni caso accordare prestiti per l'acquisto delle proprie azioni? No, se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità. No. Sì, sempre che si tratti di azioni interamente liberate. Sì, ancorché si tratti di azioni non interamente liberate.
Le società che sono sotto influenza dominante di un'altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali con essa, sono considerate: incorporate. controllate. collegate. associate.
Sono considerate società controllate: le società sulle quali un'altra società esercita una influenza notevole. le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nel collegio sindacale. le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria. le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nel consiglio di amministrazione.
Sono considerate società controllate: le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nel consiglio di amministrazione. le società sulle quali un'altra società esercita un'influenza notevole. le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nel collegio sindacale. le società in cui un'altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria.
Quando nell'assemblea ordinaria di una società può essere esercitato almeno un quinto dei voti da altra società ovvero un decimo dei voti se la società ha azioni quotate in borsa, le società si considerano: fuse. collegate. incorporate. controllate.
Sono considerate società collegate: le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria. le società in cui un'altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria. le società che sono sotto influenza dominante di un'altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali con essa. le società sulle quali un'altra società esercita una influenza notevole.
La società controllata può acquistare azioni della società controllante? No, salvo che l'acquisto avvenga a titolo gratuito, ancorché si tratti di azioni non interamente liberate. Sì, se l'acquisto è fatto per il tramite di società fiduciaria. No, se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. Sì, se sono acquistate azioni non interamente liberate.
La società controllata può acquistare azioni della società controllante qualora il valore nominale delle azioni acquistate ecceda la decima parte del capitale sociale della società controllante? Sì, soltanto se sono acquistate azioni interamente liberate. No, ancorché l'acquisto sia fatto nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. Sì, solo se l'acquisto è fatto nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. Sì, se è costituita presso la società controllata una riserva indisponibile pari all'importo delle azioni della società controllante iscritto all'attivo del bilancio.
La società controllata da altra società può esercitare il diritto di voto nelle assemblee di questa? No, se non previa autorizzazione dell'assemblea della società controllante, la quale deve stabilire le relative modalità. Sì, soltanto nell'assemblea ordinaria. Sì, soltanto nell'assemblea ordinaria e per un massimo di un quinto dei voti ovvero di un decimo se la società ha azioni quotate in borsa. No.
La società controllata può sottoscrivere azioni della società controllante? No, se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. No, se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità. Sì, purché il valore nominale delle azioni sottoscritte non ecceda la decima parte del capitale sociale. No.
È consentito alle società per azioni aumentare il capitale sociale mediante sottoscrizione reciproca di azioni? Sì, soltanto per tramite di società fiduciaria. Sì, soltanto per tramite di società fiduciaria e per interposta persona. No, neppure per tramite di società fiduciaria o per interposta persona. No, salvo che l'aumento di capitale sia contenuto entro il limite di un terzo del capitale sociale stesso.
Ad una società per azioni, è consentita l'assunzione di partecipazioni in altre imprese? No, se per la misura e per l'oggetto della partecipazione ne risulta sostanzialmente modificato l'oggetto sociale determinato nello statuto. Sì, se prevista anche genericamente nello statuto. No, se la misura della partecipazione in altre imprese è superiore ad un decimo del capitale sociale. No, se la misura della partecipazione è superiore ad un quinto del capitale sociale o ad un decimo se la società è quotata in borsa.
Se lo statuto non dispone diversamente l'assemblea della società per azioni deve essere convocata: in una qualunque parte del territorio dello Stato italiano. nel territorio del comune nel quale la società ha la propria sede. nel territorio della provincia nella quale la società ha la propria sede. in una qualunque parte del territorio dell'Unione europea.
Se lo statuto di una società per azioni non dispone diversamente, secondo il codice civile l'assemblea è convocata: nel territorio della provincia nella quale la società ha la propria sede. in una qualunque parte del territorio dell'Unione europea. nel territorio del comune nel quale la società ha la propria sede. in una qualunque parte del territorio dello Stato italiano.
Se lo statuto non dispone diversamente l'assemblea della società in accomandita per azioni deve essere convocata: nel territorio del comune nel quale la società ha la propria sede. in una qualunque parte del territorio dell'Unione europea. in una qualunque parte del territorio dello Stato italiano. nel territorio della provincia nella quale la società ha la propria sede.
Secondo il codice civile, fra le competenze della assemblea ordinaria della società per azioni, priva di consiglio di sorveglianza, è compresa: la modifica dell'oggetto sociale. la delibera di riduzione del capitale esuberante. la determinazione del compenso dei sindaci, se non è stabilito nello statuto. la delibera di fusione e scissione.
Fra le competenze dell'assemblea ordinaria della società per azioni, priva del consiglio di sorveglianza, è compresa: la delibera relativa ad oggetti attinenti alla gestione della società sottoposti al suo esame dagli amministratori. la nomina del soggetto cui è demandato il controllo contabile, quando previsto la delibera di scioglimento della società. la delibera di aumento del capitale sociale, se tale facoltà è stata ad essa delegata dall'assemblea straordinaria.
Secondo il codice civile, fra le competenze della assemblea ordinaria della società per azioni, priva del consiglio di sorveglianza, è compresa: la delibera di aumento del capitale sociale, se tale facoltà è stata ad essa delegata dall'assemblea straordinaria. la determinazione del compenso degli amministratori, se non è stabilito dallo statuto. la delibera relativa ad oggetti attinenti alla gestione della società sottoposti al suo esame dagli amministratori. la delibera di scioglimento della società.
Secondo il codice civile, fra le competenze della assemblea ordinaria della società per azioni, priva del consiglio di sorveglianza, è compresa: la delibera di aumento del capitale sociale, se tale facoltà è stata ad essa delegata dall'assemblea straordinaria. la delibera concernente la responsabilità degli amministratori. la delibera relativa ad oggetti attinenti alla gestione della società sottoposti al suo esame dagli amministratori. la delibera di scioglimento della società.
L'assemblea ordinaria della società per azioni, secondo il codice civile, deve essere convocata: almeno una volta all'anno. almeno una volta al mese. almeno una volta ogni sei mesi. almeno due volte all'anno.
Secondo il codice civile, fra le competenze della assemblea ordinaria della società per azioni, priva del consiglio di sorveglianza, è compresa: la nomina degli amministratori. la delibera relativa ad oggetti attinenti alla gestione della società sottoposti al suo esame dagli amministratori. la delibera di scioglimento della società. la delibera di aumento del capitale sociale, se tale facoltà è stata ad essa delegata dall'assemblea straordinaria.
Secondo il codice civile, fra le competenze della assemblea ordinaria della società per azioni, priva di consiglio di sorveglianza, è compresa: l'approvazione del bilancio. la delibera di trasformazione in società di persone. la remunerazione degli amministratori, quando sia previsto dallo statuto. la modifica della denominazione sociale.
Secondo il codice civile, fra le competenze della assemblea ordinaria della società per azioni, priva di consiglio di sorveglianza, è compresa: la revoca degli amministratori. la modifica della denominazione sociale. la remunerazione degli amministratori, quando sia previsto dallo statuto. la delibera di trasformazione in società di persone.
Secondo il codice civile, fra le competenze della assemblea ordinaria della società per azioni, priva di consiglio di sorveglianza, è compresa: la delibera di trasformazione in società di persone. la modifica della denominazione sociale. la remunerazione degli amministratori, quando sia previsto dallo statuto. la nomina del presidente del collegio sindacale.
Secondo il codice civile tra le competenze dell'assemblea ordinaria della società per azioni con consiglio di sorveglianza, è compresa: la delibera, se previsto dallo statuto, in ordine ai piani strategici, industriali e finanziari della società predisposti dal consiglio di gestione. la delibera sulla distribuzione degli utili. l'esercizio dell'azione di responsabilità nei confronti dei componenti del consiglio di gestione, l'approvazione del bilancio d'esercizio.
Secondo il codice civile tra le competenze dell'assemblea ordinaria della società per azioni con consiglio di sorveglianza, è compresa: l'approvazione del bilancio d'esercizio. l'esercizio dell'azione di responsabilità nei confronti dei componenti del consiglio di gestione, la nomina del revisore. la delibera, se previsto dallo statuto, in ordine ai piani strategici, industriali e finanziari della società predisposti dal consiglio di gestione.
Secondo il codice civile tra le competenze dell'assemblea ordinaria della società per azioni con consiglio di sorveglianza, è compresa: la delibera, se previsto dallo statuto, in ordine ai piani strategici, industriali e finanziari della società predisposti dal consiglio di gestione. l'approvazione del bilancio d'esercizio. la delibera sulla responsabilità dei consiglieri di sorveglianza. l'esercizio dell'azione di responsabilità nei confronti dei componenti del consiglio di gestione,
A norma del codice civile, su quali dei seguenti argomenti è competente a deliberare l'assemblea straordinaria di una società cooperativa? Sulle modificazioni dell'atto costitutivo, sulla nomina e sui poteri dei liquidatori. Sull'approvazione del bilancio. Sulla nomina degli amministratori, dei sindaci e del presidente del collegio sindacale. Sul compenso degli amministratori e dei sindaci e sugli oggetti attinenti alla gestione della società riservati alla competenza dell'assemblea.
A norma del codice civile, su quali dei seguenti argomenti lo statuto di una società per azioni può attribuire la competenza a deliberare all'organo amministrativo o al consiglio di sorveglianza o al consiglio di gestione? Sulla riduzione del capitale esuberante. Sulla riduzione di capitale in caso di recesso del socio. Sulla distribuzione degli utili. Sull'approvazione del bilancio.
A norma del codice civile, su quali dei seguenti argomenti è competente a deliberare l'assemblea straordinaria di una società per azioni? Sul compenso degli amministratori e dei sindaci e sugli oggetti attinenti alla gestione della società riservati alla competenza dell'assemblea Sulla nomina degli amministratori, dei sindaci e del presidente del collegio sindacale. Sull'approvazione del bilancio. Sulle modificazioni dello statuto, sulla nomina, sulla sostituzione e sui poteri dei liquidatori.
A norma del codice civile, sono di competenza dell'assemblea straordinaria di una società cooperativa a mutualità prevalente le deliberazioni che hanno quale oggetto: le modificazioni dell'atto costitutivo, la nomina e i poteri dei liquidatori. il compenso degli amministratori e dei sindaci e gli oggetti attinenti alla gestione della società riservati alla competenza dell'assemblea. l'approvazione del bilancio. la nomina degli amministratori, dei sindaci e del presidente del collegio sindacale.
Da chi può essere convocata l'assemblea straordinaria di una società per azioni? Dagli amministratori e da tanti soci che rappresentino almeno il decimo del capitale sociale. Dagli amministratori e da tanti soci che rappresentino almeno il quinto del capitale sociale. Dagli amministratori o dal consiglio di gestione. Dagli amministratori e da tanti soci che rappresentino più di un terzo del capitale sociale.
L'assemblea ordinaria della società per azioni è regolarmente costituita, in prima convocazione: con l'intervento di tanti soci che rappresentino almeno un terzo del capitale sociale. con l'intervento di tanti soci che rappresentino almeno la metà del capitale sociale. con l'intervento di tanti soci che rappresentino più della metà del capitale sociale. con l'intervento di tanti soci che rappresentino più di un terzo del capitale sociale.
Salva diversa disposizione dello statuto, l'assemblea straordinaria di una società per azioni che non fa ricorso al mercato del capitale di rischio, in prima convocazione, delibera validamente: con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino almeno due terzi del capitale sociale. con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino più di un terzo del capitale sociale. con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino più della metà del capitale sociale. con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino almeno la metà del capitale sociale.
A norma del codice civile, salva diversa disposizione dello statuto, l'assemblea ordinaria di una società per azioni, in prima convocazione, delibera validamente: a maggioranza assoluta. con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino almeno la metà del capitale sociale. con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino più della metà del capitale sociale. con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino più del terzo del capitale sociale.
L'assemblea ordinaria della società per azioni, in seconda convocazione, è regolarmente costituita: qualunque sia la parte di capitale rappresentata dai soci partecipanti. quando i soci partecipanti rappresentino almeno un terzo del capitale sociale. quando i soci partecipanti rappresentino almeno la metà del capitale sociale. quando i soci partecipanti rappresentino almeno i due terzi del capitale sociale.
Nelle assemblee di una società per azioni, l'assistenza del segretario è sempre necessaria? No, salvo che per le deliberazioni concernenti l'approvazione del bilancio ancorché il verbale sia redatto da un notaio. No, non è necessaria quando il presidente vi rinuncia espressamente. Sì, salvo che nell'assemblea straordinaria ancorché il verbale sia redatto da un notaio. No, non è necessaria quando il verbale dell'assemblea è redatto da un notaio.
In mancanza di indicazioni nello statuto, l'assemblea della società per azioni è presieduta: dalla persona più anziana di età fra i presenti. dalla persona eletta con il voto della maggioranza dei presenti. dalla persona designata dagli amministratori. dalla persona designata dal notaio che redige il verbale.
I soci di una società per azioni possono farsi rappresentare nell'assemblea? No, salvo che sia previsto dallo statuto. Sì, salvo disposizione contraria dello statuto. Sì, ma solo se la delega è conferita agli amministratori della società. No, in nessun caso.
I soci accomandanti di una società in accomandita per azioni possono farsi rappresentare nell'assemblea? Sì, ma solo se la delega è conferita agli amministratori della società. No, salvo che sia previsto dallo statuto. Sì, salvo disposizione contraria dello statuto. No, in nessun caso.
La persona delegata dal socio a partecipare all'assemblea di una società per azioni può a sua volta farsi sostituire nell'espletamento dell'incarico? No, mai. Sì, ma solo da chi sia espressamente indicato nella delega. Sì, in ogni caso. Sì, purché il delegante abbia previsto genericamente la facoltà di sostituzione.
Nelle società per azioni che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, la rappresentanza può essere conferita per più di un'assemblea? No, salvo che la delega sia conferita agli amministratori. No, salvo che si tratti di procura generale o di procura conferita da una società, associazione, fondazione o altro ente collettivo od istituzione ad un proprio dipendente. No, salvo che sia previsto dallo statuto. No, in nessun caso.
Nella società in accomandita per azioni, il socio che ha, per conto proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della società: ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse e, nel solo caso in cui intervenga in assemblea tramite un rappresentante, può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse e può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse, ma non può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. non ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse.
La deliberazione assembleare di una società cooperativa a mutualità prevalente, presa con il voto determinante di soci che abbiano un interesse in conflitto con quello della società, qualora possa recare danno alla società, è: annullabile. inesistente. inefficace. nulla.
Nella società per azioni, il socio che ha, per conto proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della società: non ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse e può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse, ma non può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse e, nel solo caso in cui intervenga in assemblea tramite un rappresentante, può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima.
Nella società cooperativa a mutualità prevalente, il socio che ha, per conto proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della società: ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse e può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse, ma non può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. non ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse e, nel solo caso in cui intervenga in assemblea tramite un rappresentante, può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima.
Nella società cooperativa che non sia a mutualità prevalente, il socio che ha, per conto proprio o di terzi, un interesse in conflitto con quello della società: ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse e, nel solo caso in cui intervenga in assemblea tramite un rappresentante, può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse, ma non può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima. non ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse. ha diritto di partecipare all'assemblea nella quale è all'ordine del giorno la deliberazione in cui egli ha interesse e può esercitare il diritto di voto nella deliberazione medesima.
La deliberazione assembleare di una società per azioni, presa con il voto determinante di soci che abbiano un interesse in conflitto con quello della società, qualora possa recare danno alla società, è: annullabile. nulla. inesistente. inefficace.
La deliberazione assembleare di una società cooperativa che non sia a mutualità prevalente, presa con il voto determinante di soci che abbiano un interesse in conflitto con quello della società, qualora possa recare danno alla società, è: impugnabile. inesistente. nulla. inefficace.
La deliberazione assembleare di una società in accomandita per azioni, presa con il voto determinante di soci che abbiano un interesse in conflitto con quello della società, qualora possa recare danno alla società, è: nulla. annullabile. inesistente. inefficace.
Secondo il codice civile, il verbale delle deliberazioni dell'assemblea straordinaria di una società per azioni deve essere redatto dal notaio? Sì, ma solo se riguarda modifiche dello statuto. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se l'atto costitutivo non prevede diversamente. No, mai.
Il verbale dell'assemblea che delibera di trasformare una società per azioni in una società in accomandita semplice: deve essere redatto da un notaio solo se comporta riduzione del capitale sociale. deve comunque essere redatto da un notaio. è sufficiente che sia trascritto nel libro verbali assemblee. può essere redatto in qualsiasi forma, ma è necessario che le sottoscrizioni siano autenticate o accertate giudizialmente per il deposito presso il registro delle imprese.
Da chi deve essere redatto il verbale dell'assemblea straordinaria di una società in accomandita per azioni? Da un notaio. Dal segretario o da un notaio. Dal segretario. Dal presidente e dal segretario.
Da chi deve essere redatto il verbale dell'assemblea straordinaria di una società per azioni? Dal segretario. Da un notaio. Dal presidente e dal segretario. Dal segretario o da un notaio.
Se in una società per azioni esistono diverse categorie di azioni, le deliberazioni dell'assemblea che pregiudicano i diritti di una di esse devono essere approvate: con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino più del terzo del capitale sociale, a meno che l'atto costitutivo richieda una maggioranza più elevata. a maggioranza assoluta, salvo che l'atto costitutivo richieda una maggioranza più elevata. anche dall'assemblea speciale dei soci della categoria interessata. in ogni caso, con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino più della metà del capitale sociale.
Il verbale dell'assemblea speciale di una società per azioni deve essere redatto: dal presidente e dal segretario. dal segretario. da un notaio. dal segretario o da un notaio.
In una società per azioni, se esistono diverse categorie di azioni, le deliberazioni dell'assemblea, che pregiudicano i diritti di una di esse: sono nulle per illiceità dell'oggetto. devono essere adottate a maggioranza assoluta, salvo che l'atto costitutivo richieda una maggioranza più elevata. devono essere adottate all'unanimità. devono essere approvate anche dall'assemblea speciale dei soci della categoria interessata.
In una società per azioni che non faccia ricorso al mercato del capitale di rischio, le deliberazioni che non sono prese in conformità della legge o dello statuto, possono essere impugnate dai soci assenti, dissenzienti od astenuti? Sì, se si tratta della deliberazione di approvazione del bilancio. No, in nessun caso. Sì, quando possiedono tante azioni aventi diritto di voto con riferimento alla deliberazione che rappresentino, anche congiuntamente, il cinque per cento del capitale sociale. Sì, in ogni caso.
L'impugnazione di una deliberazione assembleare di una società per azioni va proposta al tribunale del luogo: di costituzione della società. in cui ha sede la società. in cui si è svolta l'assemblea. di residenza del socio impugnante.
Il socio che propone l'impugnazione di una deliberazione assembleare di una società per azioni può ottenere la sospensione dell'esecuzione della deliberazione stessa? Sì, purché vi consenta la maggioranza degli amministratori e dei sindaci in carica. No, in nessun caso. Sì, la ottiene automaticamente per effetto della stessa impugnazione non occorrendo alcuna ulteriore specifica richiesta. Sì, su specifica richiesta, con decreto motivato del giudice designato per la trattazione della causa, sentiti gli amministratori e i sindaci della società, e valutato comparativamente il pregiudizio che subirebbe il ricorrente dall'esecuzione e quello che subirebbe la società dalla sospensione dell'esecuzione della deliberazione.
Il socio che propone l'impugnazione di una deliberazione di una società a responsabilità limitata può ottenere la sospensione dell'esecuzione della deliberazione stessa? No, in nessun caso. Sì, su specifica richiesta, con decreto motivato del giudice designato per la trattazione della causa, sentiti gli amministratori e i sindaci della società, e valutato comparativamente il pregiudizio che subirebbe il ricorrente dall'esecuzione e quello che subirebbe la società dalla sospensione dell'esecuzione della deliberazione. Sì, purché vi consenta la maggioranza degli amministratori in carica. Sì, la ottiene automaticamente per effetto della stessa impugnazione non occorrendo alcuna ulteriore specifica richiesta.
L'impugnazione di una deliberazione assembleare di una società a responsabilità limitata deve essere proposta davanti al tribunale del luogo: di costituzione della società. in cui ha sede la società. in cui si è svolta l'assemblea. di residenza del socio opponente.
L'impugnazione di una deliberazione assembleare di una società cooperativa a mutualità prevalente deve essere proposta davanti al tribunale del luogo: di costituzione della società. in cui ha sede la società. in cui si è svolta l'assemblea. di residenza del socio opponente.
L'impugnazione di una deliberazione assembleare di una società cooperativa che non sia a mutualità prevalente deve essere proposta davanti al tribunale del luogo: in cui ha sede la società. di costituzione della società. in cui si è svolta l'assemblea. di residenza del socio opponente.
Il socio che impugna una deliberazione assembleare di una società per azioni che non faccia ricorso al mercato del capitale di rischio, deve: aver notificato alla società previa diffida a revocare la delibera impugnata. dimostrarsi possessore al tempo dell'impugnazione del cinque per cento del capitale sociale. aver avvisato i sindaci con raccomandata con avviso di ricevimento delle irregolarità riscontrate. dimostrarsi possessore al tempo dell'impugnazione dell'uno per mille del capitale sociale.
Il socio che impugna una deliberazione assembleare di una società in accomandita per azioni che non faccia ricorso al mercato del capitale di rischio, deve: aver avvisato i sindaci con raccomandata con avviso di ricevimento delle irregolarità riscontrate. dimostrarsi possessore al tempo dell'impugnazione del cinque per cento del capitale sociale. dimostrarsi possessore al tempo dell'impugnazione dell'uno per mille del capitale sociale. aver notificato alla società previa diffida a revocare la delibera impugnata.
In una società per azioni, la deliberazione nulla per impossibilità dell'oggetto adottata dall'assemblea: non può essere sostituita, salvo che gli amministratori, sotto la propria responsabilità, vi abbiano dato volontariamente esecuzione conoscendo il motivo di nullità. può essere sostituita con altra presa in conformità della legge e dello statuto, prima che ne venga pronunciata la nullità. può essere sostituita in ogni tempo. non può essere sostituita.
In caso di mancata convocazione dell'assemblea, la deliberazione di una società per azioni è sempre nulla? No, se l'avviso proviene da un componente dell'organo di amministrazione o di controllo ed è idoneo a consentire a coloro che hanno diritto d'intervenire di essere preventivamente avvertiti della convocazione e della data dell'assemblea. Sì, in ogni caso. Sì, se il vizio di convocazione non ha recato danno ai soci. Sì, se vi è il parere favorevole degli amministratori.
Entro quale termine può essere impugnata la delibera di una società per azioni in caso di mancata convocazione dell'assemblea? Entro tre anni dalla sua iscrizione o deposito nel registro delle imprese, se la deliberazione vi è soggetta, o dalla trascrizione nel libro delle adunanze dell'assemblea, se la deliberazione non è soggetta né ad iscrizione né a deposito. Entro cinque anni dalla sua iscrizione o deposito nel registro delle imprese, se la deliberazione vi è soggetta, o dalla trascrizione nel libro delle adunanze dell'assemblea, se la deliberazione non è soggetta né ad iscrizione né a deposito. Senza limiti di tempo. Entro cinque anni dalla sua notificazione ai soci astenutisi, assenti o dissenzienti.
L'amministrazione della società per azioni può essere affidata a persone diverse dai soci? Solo quando la società è costituita da persone giuridiche. Solo se l'atto costitutivo lo prevede. Sì, in ogni caso. Solo quando l'organo di amministrazione è collegiale.
Può provvedere alla nomina di amministratori delegati il consiglio di amministrazione di una società per azioni il cui statuto nulla preveda al riguardo? No, anche se l'assemblea lo consente. Sì. Sì, purché la nomina sia approvata dal collegio sindacale. Sì, ma solo se l'assemblea lo consente.
Chi fra i seguenti soggetti non può essere nominato amministratore di una società per azioni? Un condannato a una pena che importa l'interdizione anche temporanea dai pubblici uffici o l'incapacità a esercitare uffici direttivi. Un amministratore di una società controllata anche non concorrente. Un amministratore di un'altra società anche non concorrente. Un non socio.
Se lo statuto non dispone in proposito, gli amministratori della società per azioni sono rieleggibili? Sì. Sì, ma solo se il periodo complessivo di permanenza in carica non supera i tre anni. Sì, ma solo se sono anche soci. No.
In una società per azioni la nomina degli amministratori può essere fatta per un periodo di tempo: anche indeterminato. non superiore a cinque anni. non superiore a tre esercizi. non superiore a quattro anni.
A norma del codice civile, la nomina degli amministratori della società per azioni può essere fatta dall'assemblea a tempo indeterminato? Sì, ma solo se la deliberazione è approvata all'unanimità dei soci. Sì, ma solo se la deliberazione è approvata dal collegio sindacale. No, mai. Sì, ma solo se lo statuto lo consente.
Le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dallo statuto o da una decisione degli organi competenti di una società per azioni sono opponibili ai terzi? No, anche dopo la pubblicazione, salvo che la società provi che i terzi ne erano a conoscenza. No, anche se pubblicate, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della società. Sì, solo ai terzi di buona fede. Sì, solo se pubblicate.
Le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dallo statuto o da una decisione degli organi competenti di una società in accomandita per azioni sono opponibili ai terzi? Sì, solo ai terzi di buona fede. No, anche dopo la pubblicazione, salvo che la società provi che i terzi ne erano a conoscenza. No, anche se pubblicate, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della società. Sì, solo se pubblicate.
In una società per azioni la cessazione degli amministratori per scadenza del termine ha effetto: dal momento in cui il consiglio di amministrazione è stato ricostituito. dal momento in cui la cessazione degli amministratori dall'ufficio è stata iscritta nel registro delle imprese. dal momento in cui la cessazione degli amministratori dall'ufficio è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. dal momento in cui la cessazione dall'ufficio è stata comunicata al presidente del collegio sindacale.
In una società per azioni che abbia adottato il sistema dualistico dal momento in cui il consiglio di gestione è stato ricostituito. dal momento in cui la cessazione dei componenti del consiglio di gestione dall'ufficio è stata iscritta nel registro delle imprese. dal momento in cui la cessazione dall'ufficio è stata comunicata al presidente del consiglio di sorveglianza. dal momento in cui la cessazione dei componenti del consiglio di gestione dall'ufficio è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.
La rinunzia all'ufficio da parte di uno degli amministratori di società per azioni ha effetto immediato? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se rimane in carica la maggioranza del consiglio di amministrazione. Sì, ma solo se ricorre una giusta causa. No, mai.
Se in una società per azioni viene a cessare per decadenza l'intero organo di amministrazione, gli atti di ordinaria amministrazione necessari fino alla sostituzione degli amministratori da chi sono posti in essere? Dall'amministratore giudiziario nominato dal tribunale su richiesta del collegio sindacale. Dal collegio sindacale. Dagli amministratori stessi dimissionari. Dagli amministratori stessi previo parere favorevole del collegio sindacale.
Se nel corso dell'esercizio vengono a mancare uno o più amministratori di una società per azioni, ma non la maggioranza degli stessi, il codice civile prevede che la loro sostituzione sia deliberata: dal collegio sindacale o, se si tratta di società quotata in borsa, dalla società di revisione. esclusivamente dalla assemblea dei soci. dagli altri amministratori, con l'approvazione del collegio sindacale. dagli altri amministratori, previa autorizzazione del presidente del tribunale.
Per la validità delle deliberazioni del consiglio di gestione di una società per azioni a sistema dualistico è necessaria la presenza: di almeno un terzo dei componenti in carica, quando l'atto costitutivo non richiede un maggior numero di presenti. di almeno due terzi dei componenti in carica, quando l'atto costitutivo non richiede un maggior numero di presenti. di tutti i componenti in carica. della maggioranza dei componenti in carica, quando lo statuto non richiede un maggior numero di presenti.
Per la validità delle deliberazioni del consiglio di amministrazione di una società per azioni è necessaria la presenza: della maggioranza degli amministratori in carica, quando lo statuto non richiede un maggior numero di presenti. di tutti gli amministratori in carica. di almeno un terzo degli amministratori in carica, quando l'atto costitutivo non richiede un maggior numero di presenti. di almeno due terzi degli amministratori in carica, quando l'atto costitutivo non richiede un maggior numero di presenti.
Nell'ambito del consiglio di amministrazione di una società per azioni, il voto può essere dato per rappresentanza? Sì, purché la delega sia rilasciata ad altro amministratore. No, mai. Sì, purché la delega sia rilasciata per iscritto e preveda gli argomenti all'ordine del giorno. Sì, purché non sia delegata una banca.
Salvo diversa disposizione dello statuto, le deliberazioni del consiglio di amministrazione di una società per azioni sono prese: a maggioranza assoluta dei presenti. a maggioranza assoluta. all'unanimità. con il voto favorevole di almeno due terzi degli amministratori presenti.
Salvo diversa disposizione dello statuto, le deliberazioni del consiglio di gestione di una società per azioni a sistema dualistico sono prese: all'unanimità. a maggioranza assoluta dei presenti. a maggioranza assoluta. con il voto favorevole di almeno due terzi degli amministratori presenti.
I compensi spettanti ai membri del comitato esecutivo di una società per azioni possono essere costituiti: soltanto da denaro e dalla partecipazione agli utili. soltanto da denaro. soltanto dalla partecipazione agli utili. anche da partecipazioni agli utili o dall'attribuzione del diritto di sottoscrivere a prezzo determinato azioni di futura emissione.
In una società per azioni, la rimunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche è stabilita: dal consiglio di amministrazione, sentito il parere del collegio sindacale. dal collegio sindacale. dal comitato esecutivo. non è ammessa una retribuzione particolare per tali amministratori.
In una società in accomandita per azioni, la rimunerazione degli amministratori investiti di particolari cariche è stabilita: dal comitato esecutivo. non è ammessa una retribuzione particolare per tali amministratori. dal collegio sindacale. dal consiglio di amministrazione, sentito il parere del collegio sindacale.
I compensi spettanti ai membri del consiglio di amministrazione di una società per azioni: sono sempre determinati allo scadere della carica in conseguenza del risultato conseguito. sono stabiliti all'atto della nomina o dall'assemblea. vengono decisi dal comitato esecutivo. sono decisi dal collegio sindacale.
I compensi spettanti ai membri del comitato esecutivo di una società per azioni: vengono decisi dal consiglio di amministrazione. sono stabiliti all'atto della nomina o dall'assemblea. sono decisi dal collegio sindacale. sono sempre determinati allo scadere della carica in conseguenza del risultato conseguito.
In una società per azioni, i compensi spettanti ai membri del consiglio di amministrazione possono essere costituiti da partecipazione agli utili? Sì. No. Soltanto in misura inferiore alla metà del compenso complessivo. Purché l'amministratore sia anche socio.
I compensi spettanti ai membri del comitato esecutivo, in una società per azioni, possono essere costituiti da partecipazione agli utili? Soltanto in misura inferiore alla metà del compenso complessivo. Purché l'amministratore sia anche socio. Sì. No.
I compensi spettanti ai membri del consiglio di amministrazione di una società per azioni possono essere costituiti: soltanto dalla partecipazione agli utili. soltanto da denaro e dalla partecipazione agli utili. anche da partecipazioni agli utili o dall'attribuzione del diritto di sottoscrivere a prezzo determinato azioni di futura emissione. soltanto da denaro.
Gli amministratori di società per azioni possono assumere la qualità di direttore generale di società per azioni concorrente? No, mai. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Soltanto per un periodo di tre anni dall'assunzione della carica. Sì, sempre.
Se un amministratore di società per azioni viola il divieto di assumere la qualità di direttore generale in una società concorrente: deve corrispondere un indennizzo alla società. può essere revocato dall'ufficio e risponde dei danni. decade automaticamente dalla carica di amministratore. è tenuto a riferirne alla prima assemblea, che non può mai revocarlo.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può assumere la qualità di amministratore di una società per azioni che svolga un'attività non concorrente? Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
Tizio amministratore unico della Alfa, società in accomandita per azioni che ha come oggetto la produzione di scarpe, può assumere la qualità di amministratore unico della Beta, società per azioni che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società cooperativa può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto un'attività non concorrente? Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita per azioni che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita semplice che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita per azioni che svolga un'attività non concorrente? Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società cooperativa a mutualità prevalente può assumere la qualità di socio di una società in nome collettivo che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. Sì.
L'amministratore unico di una società cooperativa a mutualità non prevalente può assumere la qualità di socio di una società in nome collettivo che svolga un'attività non concorrente? Sì. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita per azioni che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. Sì.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita per azioni che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
L'amministratore unico di una società cooperativa può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita semplice che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita semplice che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso. Sì.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può assumere la qualità di socio di una società in nome collettivo che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso. Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può assumere la qualità di socio accomandante di un'altra società in accomandita per azioni che svolga un'attività non concorrente? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può assumere la qualità di socio accomandatario di un'altra società in accomandita per azioni che svolga un'attività non concorrente? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto un'attività non concorrente? Sì. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni che ha come oggetto la produzione di scarpe, può assumere la qualità di amministratore unico della Beta, società per azioni che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
Tizio amministratore unico della Alfa, società in nome collettivo che ha come oggetto la produzione di scarpe, può assumere la qualità di amministratore unico della Beta, società per azioni che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. Sì.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni che ha come oggetto la produzione di scarpe, può assumere la qualità di amministratore unico della Beta, società per azioni che esercita un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì. No, in nessun caso.
Tizio amministratore unico della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto la produzione di scarpe, può assumere la qualità di amministratore unico della Beta, società per azioni che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società per azioni può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita per azioni che svolga un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto la produzione di paste alimentari? Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. No, mai. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea.
Tizio amministratore unico della Alfa, società cooperativa a mutualità prevalente che ha come oggetto la produzione di scarpe, può assumere la qualità di amministratore unico della Beta, società per azioni che esercita un'attività concorrente? Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
Tizio amministratore unico della Alfa, società cooperativa a mutualità non prevalente che ha come oggetto la produzione di scarpe, può assumere la qualità di amministratore unico della Beta, società per azioni che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
L'amministratore unico di una società a responsabilità limitata può assumere la qualità di socio di una società in nome collettivo che eserciti un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso.
L'amministratore unico di una società per azioni può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita per azioni che svolga un'attività concorrente? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita semplice che svolga la medesima attività? Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società cooperativa può essere titolare di un'impresa individuale che esercita un'attività concorrente? Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita per azioni che eserciti un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita per azioni che svolga la medesima attività? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio di una società in nome collettivo che eserciti un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in ogni caso. Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita semplice che eserciti un'attività concorrente? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita semplice che svolga la medesima attività? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio di una società in nome collettivo che eserciti un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in ogni caso.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita per azioni che eserciti un'attività concorrente? Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita per azioni che svolga la medesima attività? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì, in ogni caso.
L'amministratore unico di una società a responsabilità limitata può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita semplice che eserciti un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società a responsabilità limitata può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita semplice che svolga la medesima attività? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società per azioni può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società per azioni può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita per azioni che svolga un'attività concorrente? Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società per azioni può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita per azioni che svolga la medesima attività? Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società per azioni può assumere la qualità di amministratore di una società cooperativa a mutualità prevalente che svolga un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società per azioni può assumere la qualità di amministratore di una società cooperativa a mutualità non prevalente che svolga un'attività concorrente? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso.
L'amministratore unico di una società per azioni può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società per azioni può assumere la qualità di socio accomandatario di una società in accomandita per azioni che svolga un'attività concorrente? Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società per azioni può assumere la qualità di socio di una società in nome collettivo che svolga un'attività non concorrente? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì.
L'amministratore unico di una società cooperativa può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita semplice che svolga un'attività non concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società a responsabilità limitata può assumere la qualità di socio di una società per azioni che svolga la medesima attività? Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può essere titolare di un'impresa individuale che esercita un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può assumere la qualità di socio accomandatario di un'altra società in accomandita per azioni che eserciti una attività concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può assumere la qualità di socio accomandante di un'altra società in accomandita per azioni che eserciti un'attività concorrente? Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in ogni caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società in accomandita per azioni può assumere la qualità di socio accomandante di una società in accomandita semplice che svolga la medesima attività? Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
L'amministratore unico di una società cooperativa può essere titolare di un'impresa individuale che esercita un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, in ogni caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita semplice che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio della Beta, società in nome collettivo che ha come oggetto sociale la produzione di cioccolatini? Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. Sì, sempre. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita semplice che ha come oggetto sociale la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandatario della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di giocattoli? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. No, mai. Sì, sempre.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di marmellate? Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandatario della Beta, società in accomandita semplice che ha come oggetto sociale la produzione di computers? Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, sempre. No, mai. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea.
Tizio amministratore della Alfa, società per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandatario della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di cioccolatini? No, mai. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandatario della Beta, società in accomandita semplice che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandatario della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di paste alimentari? Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore unico della Alfa, società in accomandita per azioni, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandatario della Beta, società in accomandita per azioni, che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì, sempre.
Tizio amministratore unico della Alfa, società in accomandita per azioni, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandante della Beta, società in accomandita per azioni, che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì.
Tizio amministratore unico della Alfa, società in accomandita per azioni, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandante della Beta, società in accomandita semplice, che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? Sì. No. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
Tizio amministratore unico della Alfa, società cooperativa, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandante della Beta, società in accomandita per azioni che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio della Beta, società in nome collettivo che ha come oggetto sociale la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. No, mai. Sì, sempre.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto la produzione di paste alimentari? Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto la produzione di paste alimentari? No, mai. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea.
Tizio amministratore della Alfa, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere titolare di un'impresa individuale avente a oggetto la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandatario della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di paste alimentari? Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di paste alimentari? Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandatario della Beta, società in accomandita semplice che ha come oggetto sociale la produzione di cioccolatini? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita semplice che ha come oggetto sociale la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita per azioni che ha come oggetto sociale la produzione di profumi? Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di vetri, può essere socio accomandatario della Beta, società in accomandita semplice che ha come oggetto sociale la produzione di cioccolatini? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio accomandante della Beta, società in accomandita semplice che ha come oggetto sociale la produzione di paste alimentari? Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai.
Tizio amministratore della Alfa, società cooperativa a che ha come oggetto sociale la produzione di scarpe, può essere socio della Beta, società in nome collettivo che ha come oggetto l'imbottigliamento di acque minerali? Sì, soltanto se autorizzato dall'assemblea. No, mai. Sì, sempre. Sì, soltanto se autorizzato dal presidente del tribunale.
Tizio amministratore unico della Alfa, società in accomandita per azioni, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di titolare di un'impresa individuale avente a oggetto la medesima attività svolta dalla società e stabilimento di produzione nello stesso luogo? Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di titolare di un'impresa individuale avente a oggetto la medesima attività svolta dalla società e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì. No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
Tizio amministratore unico della Alfa, società cooperativa, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandatario della Beta, società in accomandita per azioni che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì, sempre. No, mai.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandante della Beta, società in accomandita per azioni che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, in nessun caso. Sì.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandatario della Beta, società in accomandita per azioni che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì. No, in nessun caso.
Tizio amministratore unico della Alfa, società a responsabilità limitata, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandante della Beta, società in accomandita semplice che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. Sì. No, salvo autorizzazione dell'assemblea.
Tizio amministratore unico della Alfa, società cooperativa, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandante della Beta, società in accomandita semplice che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, mai. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì.
Tizio amministratore unico della Alfa, società in accomandita per azioni che ha come oggetto la produzione di scarpe, può assumere la qualità di amministratore unico della Beta, società per azioni che esercita un'attività concorrente? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. No, in nessun caso. Sì.
Tizio amministratore unico della Alfa, società cooperativa, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di titolare di un'impresa individuale avente a oggetto la medesima attività svolta dalla società e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, in nessun caso. No, salvo autorizzazione dell'assemblea. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale. Sì.
Tizio amministratore unico della Alfa, società per azioni, che ha stabilimento di produzione in Milano e come oggetto sociale la produzione di scarpe, può assumere la qualità di socio accomandante della Beta, società in accomandita semplice che ha il medesimo oggetto sociale e stabilimento di produzione nello stesso luogo? No, salvo autorizzazione dell'assemblea. Sì. No, mai. No, salvo autorizzazione del presidente del tribunale.
L'amministratore delegato di una società per azioni che, in una determinata operazione della società, ha un interesse per conto proprio deve: astenersi dal partecipare alle deliberazioni riguardanti l'operazione stessa. darne notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale ed astenersi altresì dal compiere l'operazione, investendone l'organo collegiale. compiere l'operazione e riferirne alla prima assemblea. darne notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale, senza obbligo di astenersi dal compiere l'operazione.
L'amministratore delegato di una società per azioni che, in una determinata operazione della società, ha un interesse per conto di terzi deve: darne notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale, senza obbligo di astenersi dal compiere l'operazione. compiere l'operazione e riferirne al terzo ed alla prima assemblea. darne notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale ed astenersi altresì dal compiere l'operazione, investendone l'organo collegiale. astenersi dal partecipare alle deliberazioni riguardanti l'operazione stessa.
Nel caso in cui un amministratore di una società per azioni abbia, in una determinata operazione della società, un interesse per conto proprio o di terzi, la deliberazione assunta dal consiglio di amministrazione deve: essere approvata dal collegio sindacale. menzionare l'interesse dell'amministratore, senza motivare le ragioni e la convenienza per la società dell'operazione. essere comunicata all'assemblea. adeguatamente motivare le ragioni e la convenienza per la società dell'operazione.
Se l'amministratore di una società per azioni, in presenza di un qualsiasi interesse per conto proprio o di terzi in un'operazione della società, non ne dà notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale, la deliberazione assunta dal consiglio di amministrazione è: inesistente. impugnabile dagli amministratori e dal collegio sindacale, qualora possa recare danno alla società, entro novanta giorni dalla sua data. nulla. impugnabile entro sei mesi dalla sua data da chiunque vi abbia interesse.
La deliberazione del consiglio di amministrazione di una società per azioni, in consapevole presenza di un interesse per conto proprio o di terzi di un amministratore in un'operazione, che non motivi adeguatamente le ragioni e la convenienza per la società dell'operazione, è: impugnabile, qualora possa recare danno alla società, entro novanta giorni dalla sua data. inesistente. impugnabile entro centottanta giorni dalla sua data da chiunque vi abbia interesse. valida.
L'amministratore di una società per azioni che utilizza a vantaggio proprio o di terzi dati, notizie o opportunità di affari appresi nell'esercizio del suo incarico: deve riferirne alla prima assemblea. decade dalla carica. risponde dei danni che siano derivati alla società. deve dividere i vantaggi con gli altri componenti del consiglio di amministrazione.
L'amministratore di una società per azioni che, in una determinata operazione della società, ha un interesse per conto proprio deve: dare notizia di tale interesse agli altri amministratori e al collegio sindacale, precisandone la natura, i termini, l'origine e la portata. astenersi dal partecipare alle deliberazioni riguardanti l'operazione stessa, senza obbligo di darne notizia agli altri amministratori ed al collegio sindacale. compiere l'operazione e poi riferirne alla prima assemblea. dimettersi dalla carica di amministratore.
L'amministratore di una società per azioni che, in una determinata operazione della società, ha un interesse per conto di terzi, deve: dare notizia di tale interesse agli altri amministratori e al collegio sindacale, precisandone la natura, i termini, l'origine e la portata. astenersi dal partecipare alle deliberazione riguardanti l'operazione stessa, senza obbligo di darne notizia agli altri amministratori ed al collegio sindacale. compiere l'operazione e poi riferirne alla prima assemblea. dimettersi dalla carica di amministratore.
La deliberazione del consiglio di amministrazione di una società per azioni presa con il voto determinante di un amministratore, che aveva interesse per conto proprio o di terzi in una determinata operazione della società, qualora possa recare danno alla società, è: impugnabile entro sei mesi dalla sua data da chiunque vi abbia interesse. revocabile ad istanza di tutti gli altri amministratori. inesistente. impugnabile, entro novanta giorni dalla sua data, dagli amministratori e dal collegio sindacale.
In una società per azioni l'amministratore che, avendo in un'operazione sociale un interesse per conto proprio o di terzi, non ne dia notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale: risponde dei danni che siano derivati alla società dalla sua azione od omissione. decade automaticamente. viene dichiarato decaduto dal consiglio di amministrazione. viene dichiarato decaduto dal collegio sindacale.
Gli amministratori non delegati di una società per azioni, qualora siano a conoscenza di fatti pregiudizievoli per la società commessi dagli amministratori delegati, sono con questi solidalmente responsabili se: non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose. la società sia priva di collegio sindacale. le conseguenze dannose siano di rilevante entità. ricoprivano al momento del fatto la carica, anche se manchi un nesso causale con la loro condotta.
In una società per azioni, la responsabilità verso la società per gli atti o le omissioni dannosi degli amministratori non si estende a quello tra essi che, immune da colpa: abbia fatto annotare anche successivamente, purché prima dell'esercizio dell'azione di responsabilità sociale, il suo dissenso. abbia fatto annotare senza ritardo il suo dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio, dandone immediata notizia per iscritto al presidente del collegio sindacale. si è astenuto nella riunione del consiglio di amministrazione. ne abbia dato immediata notizia per iscritto al presidente del collegio sindacale.
Gli amministratori di una società per azioni devono adempiere i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto: con la diligenza del buon banchiere. indipendentemente dalle loro specifiche competenze. con la diligenza del buon padre di famiglia. con la diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle loro specifiche competenze.
Se gli amministratori di una società per azioni non adempiono i doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto: devono riferirne alla prima assemblea di approvazione del bilancio. sono solidalmente responsabili verso la società dei danni derivanti dall'inosservanza di tali doveri. decadono automaticamente dalla carica. sono responsabili soltanto verso i soci dei danni cagionati.
L'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori di una società per azioni è promossa: in seguito a deliberazione dell'assemblea, salvo che la società sia in liquidazione. soltanto dai nuovi amministratori nominati dall'assemblea. in seguito a deliberazione dell'assemblea, anche se la società è in liquidazione. in seguito a parere favorevole del collegio sindacale.
L'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori o i liquidatori di una società per azioni è promossa, quando la società è in liquidazione: non contro il liquidatore, ma soltanto contro i precedenti amministratori. in seguito a deliberazione dell'assemblea. in seguito a parere favorevole del collegio sindacale. solo contro il liquidatore
La deliberazione concernente la responsabilità degli amministratori di una società per azioni può essere presa in occasione della discussione del bilancio, ancorché non sia indicata nell'elenco delle materie da trattare: soltanto per fatti gravi. quando si tratta di fatti di competenza dell'esercizio cui si riferisce il bilancio. in ogni caso. soltanto per i fatti di competenza degli ultimi tre esercizi.
La deliberazione dell'azione di responsabilità contro gli amministratori di una società per azioni, presa con il voto favorevole di almeno un quinto del capitale sociale: importa la revoca dall'ufficio degli amministratori contro cui è proposta. li priva del compenso della carica per tutto il corso del giudizio di responsabilità. li obbliga a presentare immediatamente le loro dimissioni in assemblea. inibisce loro il compimento degli atti di straordinaria amministrazione.
L'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori di una società per azioni può essere esercitata: entro i primi cinque anni dal compimento del fatto dannoso. entro cinque anni dalla cessazione dell'amministratore dalla carica. entro un anno dall'approvazione del bilancio dell'esercizio cui i fatti si riferiscono. entro dieci anni dalla cessazione dell'amministratore dalla carica.
Nelle società per azioni che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, l'azione sociale di responsabilità può essere esercitata dai soci? Soltanto se non sono anche amministratori. No, mai. Sì, purché rappresentino almeno un quinto del capitale sociale o la diversa misura prevista nello statuto, comunque non superiore al terzo. Sì, anche dal singolo socio, titolare di una sola azione del valore nominale di un euro.
Nelle società per azioni, gli amministratori sono responsabili verso i creditori sociali: soltanto quando non paghino i debiti pecuniari vantati dai creditori. per l'inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazione dell'integrità del patrimonio sociale. unicamente quando redigano un bilancio falso. mai, essendo gli amministratori responsabili soltanto verso la società.
Nelle società per azioni, la rinunzia all'azione di responsabilità sociale da parte della società impedisce l'esercizio dell'azione da parte dei creditori sociali per i danni loro cagionati dagli amministratori? Sì, ma la società resta obbligata a pagare un indennizzo ai creditori. Sì. No. Sì, unicamente se la rinuncia avviene previo rimborso del maltolto alla società da parte degli amministratori.
In caso di fallimento di una società per azioni, l'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori è esercitata: dal curatore del fallimento. dai nuovi amministratori. dal collegio sindacale. dai soci.
In caso di fallimento di una società per azioni, l'azione di responsabilità contro gli amministratori spettante ai creditori sociali è esercitata: dal curatore del fallimento. dai nuovi amministratori. dal collegio sindacale. dai creditori stessi.
In caso di liquidazione coatta amministrativa di una società per azioni, l'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori è esercitata: dal commissario liquidatore. dal curatore del fallimento. dal collegio sindacale. dai soci.
In caso di liquidazione coatta amministrativa di una società per azioni, l'azione di responsabilità contro gli amministratori spettante ai creditori sociali è esercitata: dai creditori stessi. dal commissario liquidatore. dal collegio sindacale. dal curatore del fallimento.
In caso di fallimento di una società in accomandita per azioni, l'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori è esercitata: dai nuovi amministratori. dal collegio sindacale. dal curatore del fallimento. dai soci.
In caso di fallimento di una società in accomandita per azioni, l'azione di responsabilità contro gli amministratori spettante ai creditori sociali è esercitata: dai nuovi amministratori. dal collegio sindacale. dal curatore del fallimento. dai creditori stessi.
In caso di liquidazione coatta amministrativa di una società in accomandita per azioni, l'azione sociale di responsabilità contro gli amministratori è esercitata: dai soci. dal commissario liquidatore. dal collegio sindacale. dal curatore del fallimento.
In caso di liquidazione coatta amministrativa di una società in accomandita per azioni, l'azione di responsabilità contro gli amministratori spettante ai creditori sociali è esercitata: dal commissario liquidatore. dal curatore del fallimento. dal collegio sindacale. dai creditori stessi.
In una società per azioni, il socio può chiedere il risarcimento del danno a lui cagionato dagli amministratori della società? Sì, ma soltanto se il danno dipende da un bilancio falso. Sì, se è stato direttamente danneggiato da atti colposi o dolosi degli amministratori. No, perché tale azione è sempre assorbita da quella sociale di responsabilità. Sì, ma soltanto se il socio era in buona fede.
In una società per azioni, il terzo può chiedere il risarcimento del danno a lui cagionato dagli amministratori della società? Sì, se è stato direttamente danneggiato da atti colposi o dolosi degli amministratori. No, perché tale azione è sempre assorbita da quella sociale di responsabilità. Sì, soltanto se l'amministratore ha agito con dolo. Sì, ma soltanto se il terzo era in buona fede.
In una società per azioni, il socio può chiedere il risarcimento del danno a lui cagionato dagli amministratori della società? Sì, ma soltanto se il socio era in buona fede. Sì, se è stato direttamente danneggiato da atti colposi o dolosi degli amministratori. No, perché tale azione è sempre assorbita da quella sociale di responsabilità. Sì, ma soltanto se l'amministratore ha agito con dolo.
In una società per azioni, il terzo può chiedere il risarcimento del danno a lui cagionato dagli amministratori della società? Sì, ma soltanto se il terzo era in buona fede. Sì, se è stato direttamente danneggiato da atti colposi o dolosi degli amministratori. No, perché tale azione è sempre assorbita da quella sociale di responsabilità. Sì, ma soltanto se il danno dipende da un bilancio falso.
Le disposizioni che regolano la responsabilità degli amministratori di società per azioni si applicano anche ai direttori generali? Sì, ma soltanto se abbiano agito con dolo. Sì, se nominati dall'assemblea o per disposizione dello statuto, in relazione ai compiti loro affidati, salve le azioni esercitabili in base al rapporto di lavoro con la società. Sì, soltanto se nominati dall'assemblea, in relazione ai compiti loro affidati, salve le azioni esercitabili in base al rapporto di lavoro con la società. No, perché sono esercitabili soltanto le azioni derivanti dal rapporto di lavoro con la società.
Le disposizioni che regolano la responsabilità degli amministratori di società per azioni si applicano anche ai direttori generali? Sì, ma soltanto se abbiano agito con dolo. No, perché sono esercitabili soltanto le azioni derivanti dal rapporto di lavoro con la società. Sì, se nominati dall'assemblea o per disposizione dello statuto, in relazione ai compiti loro affidati, salve le azioni esercitabili in base al rapporto di lavoro con la società. Sì, soltanto se nominati per disposizione dello statuto, in relazione ai compiti loro affidati, salve le azioni esercitabili in base al rapporto di lavoro con la società.
A norma del codice civile, di quanti membri si compone il collegio sindacale di una società per azioni? Di tre o cinque membri effettivi e due supplenti. Di tre membri effettivi e un supplente. Di tre o cinque membri effettivi ed altrettanti supplenti. Di cinque membri effettivi e tre supplenti.
Il presidente del collegio sindacale di una società per azioni è nominato: dal comitato esecutivo. dall'assemblea. dagli altri sindaci. dal consiglio di amministrazione.
Il presidente del collegio sindacale di una società per azioni è nominato: dall'assemblea. dalla CONSOB. dal consiglio di amministrazione. dagli altri sindaci.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. L'interdizione. Essere parente di quinto grado degli amministratori.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? L'inabilitazione. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere parente di quinto grado degli amministratori. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere coniuge di un amministratore della società. Essere parente di quinto grado degli amministratori.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere parente di quinto grado degli amministratori. Essere amministratore di una società controllata. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere amministratore della società controllante. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere parente di quinto grado degli amministratori. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere parente entro il quarto grado di un amministratore della società controllante. Essere parente di quinto grado degli amministratori. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, lo statuto di una società per azioni può prevedere altre cause di ineleggibilità dei sindaci, oltre a quelle previste dalla legge? Sì. No, mai. Soltanto per i sindaci effettivi, ma non per i sindaci supplenti. Soltanto per i sindaci supplenti, ma non per i sindaci effettivi.
A norma del codice civile, lo statuto di una società per azioni può prevedere limiti al cumulo degli incarichi dei sindaci? Sì. No, mai. Soltanto per i sindaci effettivi, ma non per i sindaci supplenti. Soltanto per i sindaci supplenti, ma non per i sindaci effettivi.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società in accomandita per azioni? Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente. L'interdizione. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere parente di quinto grado degli amministratori.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società in accomandita per azioni? L'inabilitazione. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere parente di quinto grado degli amministratori. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere coniuge di un amministratore della società. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere affine in quinto grado degli amministratori. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere affine in quinto grado degli amministratori. Essere amministratore di una società controllata. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere amministratore della società controllante. Essere affine in quinto grado degli amministratori.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere parente entro il quarto grado di un amministratore della società controllante. Essere affine in quinto grado degli amministratori. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società.
A norma del codice civile, lo statuto di una società per azioni può prevedere altre cause di decadenza dei sindaci, oltre a quelle previste dalla legge? No, mai. Soltanto per i sindaci supplenti, ma non per i sindaci effettivi. Sì. Soltanto per i sindaci effettivi, ma non per i sindaci supplenti.
A norma del codice civile, lo statuto di una società per azioni può prevedere criteri per il cumulo degli incarichi dei sindaci? Sì. No, mai. Soltanto per i sindaci effettivi, ma non per i sindaci supplenti. Soltanto per i sindaci supplenti, ma non per i sindaci effettivi.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere parente degli amministratori entro il quarto grado. Essere stato condannato ad una pena che non importa interdizione, neanche temporanea, dai pubblici uffici od incapacità ad esercitare uffici direttivi. Essere parente degli amministratori entro il sesto grado. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere affine degli amministratori entro il sesto grado. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente. Essere stato condannato ad una pena che non importa interdizione, neanche temporanea, dai pubblici uffici od incapacità ad esercitare uffici direttivi. Essere affine degli amministratori entro il quarto grado.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere legato alla società da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d'opera retribuita. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere stato condannato ad una pena che non importa interdizione, neanche temporanea, dai pubblici uffici od incapacità ad esercitare uffici direttivi. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere stato condannato ad una pena che non importa interdizione, neanche temporanea, dai pubblici uffici od incapacità ad esercitare uffici direttivi. Essere legato ad una società controllata da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d'opera retribuita. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere fallito. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente. Essere stato condannato ad una pena che non importa interdizione, neanche temporanea, dai pubblici uffici od incapacità ad esercitare uffici direttivi. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere stato condannato ad una pena che importa l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società. Essere parente di quinto grado degli amministratori. Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente.
A norma del codice civile, quale tra le seguenti costituisce causa di ineleggibilità alla carica di sindaco di una società per azioni? Essere azionista, anche di minoranza, di una società per azioni concorrente. Essere parente di quinto grado degli amministratori. Essere stato condannato ad una pena che importa l'incapacità ad esercitare uffici direttivi. Avere assunto un incarico professionale occasionale per uno degli amministratori della società.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni restano in carica: per tre esercizi. per un esercizio sociale. a tempo indeterminato. per due anni.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni restano in carica: per un esercizio sociale. per quattro anni. per tre esercizi. a tempo indeterminato.
Salvo diversa disposizione di legge, da chi sono nominati i sindaci di una società per azioni? Dall'assemblea straordinaria. Dal giudice. Dal consiglio di amministrazione. Dall'assemblea ordinaria.
A norma del codice civile, i sindaci nominati dall'assemblea di una società per azioni possono essere revocati? No. Sì, ma solo con sentenza emessa dal tribunale a seguito di deliberazione dell'organo amministrativo, sentito l'interessato. Sì, ma solo per giusta causa, con deliberazione dell'assemblea approvata con decreto dal tribunale. Sì, ma solo per giusta causa, decorso almeno un anno dalla nomina.
A norma del codice civile, in caso di rinuncia alla carica di sindaco del presidente del collegio sindacale, la presidenza è assunta, fino alla prossima assemblea: da un sindaco supplente. dal sindaco più esperto. dal sindaco che rivesta la carica da più tempo. dal sindaco più anziano.
A norma del codice civile, in caso di rinuncia alla carica di sindaco del presidente del collegio sindacale, la presidenza è assunta, fino alla prossima assemblea: dal sindaco più anziano. da un sindaco estratto a sorte. dal sindaco che rivesta la carica da più tempo. da un sindaco supplente.
La retribuzione annuale dei sindaci di una società per azioni, se non è stabilita nello statuto, deve essere determinata: dal tribunale del luogo competente secondo la sede della società. dagli amministratori della società. dall'assemblea all'atto della nomina, per l'intero periodo di durata del loro ufficio. dall'assemblea annualmente.
A norma del codice civile, fra i doveri del collegio sindacale di una società per azioni è sempre compreso quello di: promuovere l'azione di responsabilità sociale contro gli amministratori. convocare l'assemblea, in ogni caso di inadempimento, anche lieve, del consiglio di amministrazione. vigilare sull'osservanza della legge e dello statuto. esercitare il controllo contabile.
A norma del codice civile, fra i doveri del collegio sindacale di una società per azioni è sempre compreso quello di: vigilare sul rispetto dei principi di corretta amministrazione. promuovere l'azione di responsabilità sociale contro gli amministratori. convocare l'assemblea in ogni caso di inadempimento, anche lieve, del consiglio di amministrazione. esercitare il controllo contabile.
A norma del codice civile, fra i doveri del collegio sindacale di una società per azioni è sempre compreso quello di: vigilare sull'osservanza della legge e dello statuto. promuovere l'azione di responsabilità civile contro gli amministratori. esercitare il controllo contabile. convocare l'assemblea, in ogni caso di inadempimento, anche lieve, del consiglio di amministrazione.
A norma del codice civile, fra i doveri del collegio sindacale di una società per azioni è sempre compreso quello di: esercitare il controllo contabile. convocare l'assemblea in ogni caso di inadempimento, anche lieve, del consiglio di amministrazione. vigilare sul rispetto dei principi di corretta amministrazione. promuovere l'azione di responsabilità civile contro gli amministratori.
A norma del codice civile, quando possono i sindaci di una società per azioni procedere, anche individualmente, ad atti di ispezione e di controllo? Nel primo trimestre di ciascun esercizio sociale. Quando la società è in liquidazione. In qualsiasi momento. Nel primo anno di esercizio della carica.
A norma del codice civile, il collegio sindacale può chiedere agli amministratori notizie sull'andamento delle operazioni sociali con riguardo alle società controllate? No, ma può chiedere notizie sulle società controllanti. Soltanto nel primo trimestre di ciascun esercizio sociale. Sì, sempre. No, mai.
A norma del codice civile, da dove devono risultare gli accertamenti eseguiti dal collegio sindacale di una società per azioni sull'attività degli amministratori? Dal libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione. Dal libro delle adunanze e delle deliberazioni dell'assemblea. Dal libro dei soci. Dal libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale.
A norma del codice civile, quando possono i sindaci di una società per azioni procedere, anche individualmente, ad atti di ispezione e di controllo? Nel primo semestre di ciascun esercizio sociale. In qualsiasi momento. Nel primo anno di esercizio della carica. Quando la società è in liquidazione.
A norma del codice civile, il collegio sindacale può chiedere agli amministratori notizie sull'andamento delle operazioni sociali con riguardo alle società controllate? Sì, sempre. No, ma può chiedere notizie sulle società controllanti. No, mai. Soltanto nel primo semestre di ciascun esercizio sociale.
A norma del codice civile, da dove devono risultare gli accertamenti eseguiti dal collegio sindacale di una società per azioni sull'attività degli amministratori? Dai libri contabili. Dal libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale. Dal libro delle adunanze e delle deliberazioni dell'assemblea. Dal libro dei soci.
A norma del codice civile, il collegio sindacale di una società per azioni deve riunirsi: almeno ogni centottanta giorni. almeno ogni novanta giorni. ogni primo mercoledì del mese. soltanto quando il presidente del collegio sindacale lo ritenga opportuno.
A norma del codice civile, le riunioni del collegio sindacale di una società per azioni possono svolgersi anche con mezzi di telecomunicazione? Sì, ma soltanto se alla riunione non partecipano i sindaci supplenti. No, è sempre vietato. Sì, ma soltanto con il mezzo del telefono. Sì, se lo statuto lo consente, indicandone le modalità.
A norma del codice civile, il sindaco di una società per azioni che non partecipa alle riunioni del collegio sindacale decade dall'ufficio? Sì, anche se l'assenza derivi da un giustificato motivo. Sì, ma soltanto se sia assente almeno per due riunioni consecutive. No, la partecipazione alle riunioni non rientra fra i doveri del sindaco. Sì, se non partecipa senza giustificato motivo, durante un esercizio sociale, a due riunioni del collegio.
A norma del codice civile, il collegio sindacale di una società per azioni delibera: a maggioranza assoluta dei presenti. a maggioranza assoluta dei presenti, ma il voto del presidente vale sempre doppio. a maggioranza relativa dei presenti. all'unanimità.
A norma del codice civile, il sindaco di una società per azioni che sia dissenziente rispetto alle decisioni assunte dal collegio sindacale: ha diritto di fare iscrivere a verbale i motivi del proprio dissenso. decade dalla carica. può essere revocato dall'assemblea anche senza giusta causa. non ha diritto di fare iscrivere a verbale i motivi del proprio dissenso, essendo le decisioni segrete.
A norma del codice civile, il collegio sindacale di una società per azioni deve riunirsi: soltanto quando il presidente del collegio sindacale lo ritenga opportuno. almeno ogni novanta giorni. almeno ogni anno. ogni primo mercoledì del mese.
A norma del codice civile, le riunioni del collegio sindacale di una società per azioni possono svolgersi anche con mezzi di telecomunicazione? Sì, se lo statuto lo consente, indicandone le modalità. No, è sempre vietato. Sì, ma soltanto se alla riunione non partecipano i sindaci supplenti. Sì, ma soltanto in videoconferenza.
A norma del codice civile, il sindaco di una società per azioni che non partecipa alle riunioni del collegio sindacale decade dall'ufficio? Sì, ma soltanto se sia assente almeno per due riunioni consecutive. Sì, anche se l'assenza derivi da un giustificato motivo. Sì, se non partecipa senza giustificato motivo, durante un esercizio sociale, a due riunioni del collegio. Sì, in ogni caso.
A norma del codice civile, il collegio sindacale di una società per azioni delibera: a maggioranza relativa dei presenti. all'unanimità. a maggioranza dei componenti. a maggioranza assoluta dei presenti.
A norma del codice civile, il sindaco di una società per azioni che sia dissenziente rispetto alle decisioni assunte dal collegio sindacale: decade dalla carica. non ha diritto di fare iscrivere a verbale i motivi del proprio dissenso. può essere revocato dall'assemblea anche senza giusta causa. ha diritto di fare iscrivere a verbale i motivi del proprio dissenso.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni hanno l'obbligo di assistere alle adunanze del consiglio di amministrazione? No, ma ne hanno la facoltà. Sì, ma soltanto se ne sono richiesti dal presidente del consiglio di amministrazione. No, alle riunioni del consiglio di amministrazione possono partecipare soltanto gli amministratori. Sì, e se non assistono, senza giustificato motivo, a due adunanze consecutive durante un esercizio sociale decadono dall'ufficio.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni hanno l'obbligo di assistere alle adunanze del comitato esecutivo? Sì, e se non assistono, senza giustificato motivo, a due adunanze consecutive durante un esercizio sociale decadono dall'ufficio. No, ma ne hanno la facoltà. No, alle riunioni del comitato esecutivo possono partecipare soltanto gli amministratori. Sì, ma soltanto se ne sono richiesti dal presidente del consiglio di amministrazione.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni hanno l'obbligo di assistere alle assemblee? Sì, e se non assistono, senza giustificato motivo, alle assemblee decadono dall'ufficio. No, ma ne hanno la facoltà. Sì, ma soltanto se ne sono richiesti dal presidente dell'assemblea. No, alle riunioni delle assemblee possono partecipare soltanto i soci.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni hanno l'obbligo di assistere alle adunanze del consiglio di amministrazione? No, ma ne hanno la facoltà. Sì, ma soltanto se ne sono richiesti dalla maggioranza del consiglio di amministrazione. Sì, e se non assistono, senza giustificato motivo, a due adunanze consecutive durante un esercizio sociale decadono dall'ufficio. No, alle riunioni del consiglio di amministrazione possono partecipare soltanto gli amministratori.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni hanno l'obbligo di assistere alle adunanze del comitato esecutivo? No, ma ne hanno la facoltà. Sì, ma soltanto se ne sono richiesti dalla maggioranza del comitato esecutivo. No, alle riunioni del comitato esecutivo possono partecipare soltanto gli amministratori. Sì, e se non assistono, senza giustificato motivo, a due adunanze consecutive durante un esercizio sociale decadono dall'ufficio.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni hanno l'obbligo di assistere alle assemblee? Sì, e se non assistono, senza giustificato motivo, alle assemblee decadono dall'ufficio. No, ma ne hanno la facoltà. Sì, ma soltanto se ne sono richiesti dal presidente del consiglio di amministrazione. No, alle riunioni delle assemblee possono partecipare soltanto i soci.
A norma del codice civile, in caso di omissione o di ingiustificato ritardo nella convocazione dell'assemblea da parte degli amministratori di una società per azioni, chi ha l'obbligo di convocarla? Il socio di maggioranza. Il comitato esecutivo. Il collegio sindacale. Il giudice.
A norma del codice civile, in caso di omissione o di ingiustificato ritardo nella convocazione dell'assemblea da parte degli amministratori di una società per azioni, chi ha l'obbligo di convocarla? Il presidente del tribunale. Il socio di maggioranza. Il comitato esecutivo. Il collegio sindacale.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni devono adempiere i loro doveri: con la diligenza media del buon padre di famiglia. con la professionalità e la diligenza richieste dalla natura dell'incarico. soltanto se sono stati nominati nell'atto costitutivo. secondo le regole fissate dai soci al momento della nomina.
A norma del codice civile, quando i sindaci di una società per azioni sono responsabili solidalmente con gli amministratori per i fatti e le omissioni di questi? Sempre. Quando il danno non si sarebbe prodotto, se essi avessero vigilato in conformità degli obblighi della loro carica. Quando siano parenti entro il quarto grado degli amministratori inadempienti. Mai, perché la responsabilità grava sempre soltanto sugli amministratori che hanno agito.
A norma del codice civile, i sindaci di una società per azioni devono adempiere i loro doveri: soltanto se sono stati nominati nell'atto costitutivo. con la diligenza media del buon padre di famiglia. secondo le regole fissate dall'assemblea dei soci. con la professionalità e la diligenza richieste dalla natura dell'incarico.
A norma del codice civile, quando i sindaci di una società per azioni sono responsabili solidalmente con gli amministratori per i fatti e le omissioni di questi? Quando il danno non si sarebbe prodotto, se essi avessero vigilato in conformità degli obblighi della loro carica. Mai, perché la responsabilità grava sempre soltanto sugli amministratori che hanno agito. Sempre. Quando sono affini entro il quinto grado degli amministratori inadempienti.
A norma del codice civile, se un socio di società per azioni denuncia al tribunale gravi irregolarità nella gestione commesse dagli amministratori in violazione dei loro doveri che possono arrecare danno alla società o a una o più società controllate, nei casi più gravi il tribunale può: revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci, nominando un amministratore giudiziario. revocare soltanto gli amministratori, ma non i sindaci. nominare un amministratore giudiziario, senza revocare gli amministratori. disporre lo scioglimento della società.
A norma del codice civile, se un socio di società per azioni denuncia al tribunale gravi irregolarità nella gestione commesse dagli amministratori in violazione dei loro doveri che possono arrecare danno alla società o a una o più società controllate, nei casi più gravi il tribunale può: disporre lo scioglimento della società. revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci, nominando un amministratore giudiziario. revocare soltanto i sindaci, ma non gli amministratori. nominare un amministratore giudiziario, senza revocare gli amministratori.
In una società per azioni che abbia adottato il sistema dualistico, i componenti del consiglio di gestione possono essere nominati consiglieri di sorveglianza? No, in nessun caso. Sì, previa delibera dell'assemblea straordinaria. Sì, previa delibera dell'assemblea ordinaria. Sì, previa autorizzazione del tribunale.
In una società per azioni che abbia adottato il sistema dualistico, i componenti del consiglio di gestione non possono essere in numero inferiore a: tre. due. tre, di cui almeno due debbono essere soci. cinque.
In una società per azioni che abbia adottato il sistema dualistico, i componenti del consiglio di gestione possono essere non soci? Sì, previa delibera dell'assemblea straordinaria. Sì. Sì, previa delibera del consiglio di sorveglianza. No, in nessun caso.
Se nel corso dell'esercizio, in una società per azioni che abbia adottato il sistema dualistico, vengono a mancare uno o più componenti del consiglio di gestione, il codice civile prevede che la loro sostituzione sia deliberata: dai componenti del consiglio di gestione superstiti, purché sia rimasta in carica la maggioranza degli stessi. dal collegio sindacale. dal consiglio di sorveglianza che provvede senza indugio. dall'assemblea ordinaria.
A norma del codice civile, chi conferisce l'incarico del controllo contabile al revisore o alla società di revisione di una società per azioni, durante la vita della società? L'assemblea, sentito il collegio sindacale. Il collegio sindacale, sentita l'assemblea. Il consiglio di amministrazione, sentito il collegio sindacale. Il comitato esecutivo, sentito il collegio sindacale.
A norma del codice civile, chi conferisce l'incarico del controllo contabile al revisore o alla società di revisione di una società per azioni, durante la vita della società? Il comitato esecutivo, sentito il collegio sindacale. L'assemblea, sentito il collegio sindacale. Il consiglio di amministrazione, sentita l'assemblea. Il collegio sindacale, sentita l'assemblea.
A norma del codice civile, il collegio sindacale e i soggetti incaricati del controllo contabile di una società per azioni: si scambiano tempestivamente le informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi compiti. sono entrambi obbligati a partecipare alle assemblee dei soci. hanno l'obbligo di svolgere riunioni congiunte almeno ogni novanta giorni. si scambiano ogni due anni le informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi compiti.
A norma del codice civile, il collegio sindacale e i soggetti incaricati del controllo contabile di una società per azioni: hanno l'obbligo di svolgere riunioni congiunte almeno ogni sei mesi. si scambiano tempestivamente le informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi compiti. si scambiano ogni due anni le informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi compiti. sono entrambi obbligati a partecipare alle assemblee dei soci.
A quale dei seguenti tipi di società è consentita l'emissione di obbligazioni? Società in accomandita semplice. Società a responsabilità limitata. Società per azioni. Società in nome collettivo.
A quale dei seguenti tipi di società è consentita l'emissione di obbligazioni? Società in accomandita per azioni. Società in accomandita semplice. Società a responsabilità limitata. Società in nome collettivo.
La società per azioni che ha emesso obbligazioni non convertibili può ridurre il capitale per perdite? Sì, purché le obbligazioni vengano garantite da ipoteca su immobili anche di terzi. No, in nessun caso. Sì, se la riduzione del capitale è obbligatoria, ma in tal caso non possono distribuirsi utili sinché l'ammontare del capitale sociale e delle riserve disponibili non eguagli la metà dell'ammontare delle obbligazioni in circolazione. Sì, purché vengano prestate garanzie in titoli nominativi emessi o garantiti dallo Stato, aventi scadenza non anteriore a quella delle obbligazioni e che devono rimanere depositati presso un istituto di credito per la parte necessaria a garantire il pagamento degli interessi.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del numero di iscrizione alla camera di commercio. dei nomi dei membri del collegio sindacale. dell'oggetto della società. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: dei nomi dei membri del collegio sindacale. del numero di iscrizione alla camera di commercio. della denominazione della società. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del numero di iscrizione alla camera di commercio. dei nomi dei membri del collegio sindacale. della denominazione della società. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: dei nomi dei membri del collegio sindacale. dell'oggetto della società. del numero di iscrizione alla camera di commercio. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. dei nomi dei membri del collegio sindacale. del numero di iscrizione alla camera di commercio. della sede della società.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: dei nomi dei membri del collegio sindacale. del numero di iscrizione alla camera di commercio. della sede della società. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del capitale sociale e delle riserve esistenti al momento dell'emissione. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. dei nomi dei membri del collegio sindacale. del numero di iscrizione alla camera di commercio.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del numero di iscrizione alla camera di commercio. dei nomi dei membri del collegio sindacale. del capitale sociale e delle riserve esistenti al momento dell'emissione. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del numero di iscrizione alla camera di commercio. della data della deliberazione di emissione e della sua iscrizione nel registro delle imprese. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. dei nomi dei membri del collegio sindacale.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: della data della deliberazione di emissione e della sua iscrizione nel registro delle imprese. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. dei nomi dei membri del collegio sindacale. del numero di iscrizione alla camera di commercio.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: dei nomi dei membri del collegio sindacale. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. dell'ammontare complessivo dell'emissione. del numero di iscrizione alla camera di commercio.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. dei nomi dei membri del collegio sindacale. dell'ammontare complessivo dell'emissione. del numero di iscrizione alla camera di commercio.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del numero di iscrizione alla camera di commercio. dei nomi dei membri del collegio sindacale. del valore nominale di ciascuna obbligazione. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: dei nomi dei membri del collegio sindacale. del rendimento. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. del numero di iscrizione alla camera di commercio.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del rendimento. del numero di iscrizione alla camera di commercio. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. dei nomi dei membri del collegio sindacale.
Le obbligazioni emesse da una società in accomandita per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del modo di rimborso. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. dei nomi dei membri del collegio sindacale. del numero di iscrizione alla camera di commercio.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. del modo di rimborso. dei nomi dei membri del collegio sindacale. del numero di iscrizione alla camera di commercio.
Le obbligazioni emesse da una società per azioni devono fra l'altro contenere l'indicazione: del numero di iscrizione alla camera di commercio. dei nomi degli amministratori che hanno la rappresentanza della società. del valore nominale di ciascuna obbligazione. dei nomi dei membri del collegio sindacale.
Fino a quando non siano scaduti i termini fissati per la conversione delle obbligazioni convertibili emesse, la società per azioni può deliberare la riduzione volontaria del capitale? No, salvo che nel bilancio della società venga accantonato un fondo destinato alla distribuzione di una integrazione in favore degli obbligazionisti che convertano i loro titoli in azioni. Sì, ma solo se la riduzione del capitale è deliberata contestualmente alla modifica dell'oggetto sociale. Sì, in ogni caso. No, salvo che ai possessori di obbligazioni convertibili sia stata data la facoltà di esercitare il diritto di conversione con le modalità ed entro i termini previsti dalla legge.
Fino a quando non siano scaduti i termini fissati per la conversione delle obbligazioni convertibili emesse, la società per azioni può deliberare la modificazione delle disposizioni dello statuto concernenti la ripartizione degli utili? No, salvo che ai possessori di obbligazioni convertibili sia stata data la facoltà di esercitare il diritto di conversione con le modalità ed entro i termini previsti dalla legge. Sì, ma solo se l'ammontare del prestito obbligazionario è inferiore al capitale versato ed esistente secondo l'ultimo bilancio approvato. No, in ogni caso. Sì, in ogni caso.
Fino a quando non siano scaduti i termini fissati per la conversione delle obbligazioni convertibili emesse, la società in accomandita per azioni può deliberare la modificazione delle disposizioni dello statuto concernenti la ripartizione degli utili? No, in ogni caso. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se l'ammontare del prestito obbligazionario è inferiore al capitale versato ed esistente secondo l'ultimo bilancio approvato. No, salvo che ai possessori di obbligazioni convertibili sia stata data la facoltà di esercitare il diritto di conversione con le modalità ed entro i termini previsti dalla legge.
Fino a quando non siano scaduti i termini fissati per la conversione delle obbligazioni convertibili emesse, la società in accomandita per azioni può deliberare la riduzione volontaria del capitale? Sì, in ogni caso. No, salvo che nel bilancio della società venga accantonato un fondo destinato alla distribuzione di una integrazione in favore degli obbligazionisti che convertano i loro titoli in azioni. Sì, ma solo se la riduzione del capitale è deliberata contestualmente alla modifica dell'oggetto sociale. No, salvo che ai possessori di obbligazioni convertibili sia stata data la facoltà di esercitare il diritto di conversione con le modalità ed entro i termini previsti dalla legge.
Una società per azioni può deliberare l'emissione di obbligazioni convertibili in azioni se il capitale sociale non sia stato interamente versato? Sì. Sì, purché l'emissione non superi i cinque milioni di euro. No. Sì, se l'emissione è garantita da ipoteca su immobili sociali o da titoli nominativi emessi o garantiti dallo stato ovvero da crediti di annualità o sovvenzioni statali o di enti pubblici.
La società per azioni Alfa ha capitale sociale di centocinquantamila euro, versato per centomila euro; l'assemblea straordinaria può deliberare l'emissione di obbligazioni convertibili in azioni per centomila euro? Sì. Sì, se la delibera è assunta all'unanimità. Sì, se l'emissione è garantita da ipoteca su immobili sociali o da titoli nominativi emessi o garantiti dallo stato ovvero da crediti di annualità o sovvenzioni statali o di enti pubblici. No.
La deliberazione di emissione di obbligazioni convertibili, assunta dal consiglio di amministrazione di una società per azioni in forza di espressa previsione dello statuto, a che forma e a che formalità è soggetta? Alla delibera consiliare verbalizzata da un notaio e iscritta nel registro delle imprese. Alla dichiarazione del presidente del consiglio di amministrazione con firma autenticata da un notaio e trascritta nel registro delle imprese. Alla delibera verbalizzata da un notaio non soggetta ad omologazione né alla iscrizione nel registro delle imprese. Alla delibera consiliare non verbalizzata da un notaio ma trascritta nei libri sociali e nel registro delle imprese.
Lo statuto di una società per azioni può attribuire agli amministratori la facoltà di emettere obbligazioni convertibili? Sì, senza limiti di ammontare né temporali. Sì, fino ad un ammontare determinato e per il periodo massimo di cinque anni dalla data di iscrizione della società nel registro delle imprese. Sì, fino ad un ammontare determinato senza limiti temporali, purché siano decorsi dodici mesi dall'omologazione dell'atto costitutivo. No, mai.
A norma del codice civile, la società in accomandita per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee. il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio.
A norma del codice civile, la società per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro dei soci. il libro delle cauzioni degli amministratori.
A norma del codice civile, la società in accomandita per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro dei soci. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio.
A norma del codice civile, la società per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee.
A norma del codice civile, la società in accomandita per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro delle obbligazioni. il libro delle cauzioni degli amministratori.
A norma del codice civile, la società per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio.
A norma del codice civile, la società in accomandita per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee degli obbligazionisti, se sono state emesse obbligazioni.
A norma del codice civile, la società per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle adunanze e delle deliberazioni del comitato esecutivo, se questo esiste. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio.
A norma del codice civile, la società per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle obbligazioni. il libro delle cauzioni degli amministratori.
A norma del codice civile, la società in accomandita per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio.
A norma del codice civile, la società per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio.
A norma del codice civile, la società in accomandita per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle adunanze e delle deliberazioni del comitato esecutivo, se questo esiste. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio.
A norma del codice civile, la società in accomandita per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione.
A norma del codice civile, la società per azioni deve tenere, fra gli altri: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee degli obbligazionisti, se sono state emesse obbligazioni.
La riserva legale, nella società in accomandita per azioni, è: l'ammontare minimo del capitale sociale. l'ammontare delle perdite sociali, equivalente ad un terzo del capitale, superato il quale gli amministratori devono convocare l'assemblea dei soci. una riserva del bilancio, formata accantonando una somma pari almeno alla ventesima parte degli utili netti annuali. una riserva del bilancio, formata per effetto di una legge speciale di rivalutazione monetaria.
La riserva legale, nella società per azioni, è: l'ammontare delle perdite sociali, equivalente ad un terzo del capitale, superato il quale gli amministratori devono convocare l'assemblea dei soci. una riserva del bilancio, formata accantonando una somma pari almeno alla ventesima parte degli utili netti annuali. l'ammontare minimo del capitale sociale. una riserva del bilancio, formata per effetto di una legge speciale di rivalutazione monetaria.
La riserva legale, nella società a responsabilità limitata, è: una riserva del bilancio, formata per effetto di una legge speciale di rivalutazione monetaria. l'ammontare delle perdite sociali, equivalente ad un terzo del capitale, superato il quale gli amministratori devono convocare l'assemblea dei soci. una riserva del bilancio, formata accantonando una somma pari almeno alla ventesima parte degli utili netti annuali. l'ammontare minimo del capitale sociale.
Nel caso in cui una società in accomandita per azioni abbia deliberato un aumento di capitale sociale mediante emissioni di azioni ad un prezzo superiore al valore nominale, le somme percepite dalla società a tal titolo: possono essere distribuite in qualsiasi momento e senza alcuna condizione. possono essere distribuite solo se la riserva legale ha già raggiunto il quinto del capitale sociale. non possono mai essere distribuite. possono essere distribuite sino ad un massimo di 1/5 del capitale sociale.
Il sovrapprezzo delle azioni consiste: nel maggior valore conseguito dalle azioni per effetto della produzione di utili di bilancio. nelle somme percepite dalla società per l'emissione di azioni ad un prezzo superiore al loro valore nominale. nel maggior valore delle azioni per effetto di un aumento del capitale sociale mediante utilizzo di fondi di rivalutazione monetaria. nelle somme versate dalla società ai soci in caso di riduzione del capitale per perdite.
Le somme percepite da una società per azioni per l'emissione di azioni ad un prezzo superiore al loro valore nominale: possono essere distribuite in qualsiasi momento anche se la riserva legale non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale. possono essere totalmente distribuite solo se la riserva legale abbia già raggiunto il quinto del capitale sociale. possono essere distribuite sino ad un massimo di un quinto del capitale sociale. non possono mai essere distribuite.
Nelle società il cui bilancio è assoggettato per legge al controllo da parte di società di revisione iscritte all'albo speciale, la distribuzione di acconti sui dividendi, prevista dallo statuto, deve essere deliberata: dall'assemblea ordinaria dei soci prima della certificazione e dell'approvazione del bilancio dell'esercizio precedente. dall'assemblea straordinaria dei soci, prima della certificazione e dell'approvazione del bilancio dell'esercizio precedente. dal collegio sindacale, dopo la certificazione e l'approvazione del bilancio dell'esercizio precedente. dagli amministratori, dopo il rilascio, da parte della società di revisione, di un giudizio positivo sul bilancio dell'esercizio precedente e la sua approvazione.
A norma del codice civile, hanno diritto di recedere dalla società per azioni che ha deliberato la modifica dell'oggetto sociale, quando consente un cambiamento significativo dell'attività della società: i soci dissenzienti, purché la società non sia quotata in borsa. i soci dissenzienti, salvo che il recesso sia escluso per patto espresso. i soci dissenzienti, purché rappresentino più di un quinto del capitale sociale. i soci che non hanno concorso alla deliberazione.
Il socio di una società per azioni ha diritto di recedere dalla società nel caso in cui sia dissenziente da una deliberazione dell'assemblea riguardante: la riduzione del capitale sociale per esuberanza. la modifica della clausola dell'oggetto sociale, quando consente un cambiamento significativo dell'attività della società. l'aumento del capitale sociale. la nomina degli amministratori.
Il socio di una società per azioni ha diritto di recedere dalla società nel caso in cui sia dissenziente da una deliberazione dell'assemblea riguardante: la riduzione del capitale sociale per esuberanza. la trasformazione della società. il trasferimento della sede sociale nell'ambito del territorio nazionale. la nomina degli amministratori.
A norma del codice civile, hanno diritto di recedere dalla società per azioni che ha deliberato il trasferimento della sede sociale all'estero: i soci dissenzienti, purché rappresentino più di un quinto del capitale sociale. i soci che non hanno concorso alla deliberazione. i soci dissenzienti, salvo che il recesso sia escluso per patto espresso. i soci dissenzienti, purché la società non sia quotata in borsa.
A norma del codice civile, hanno diritto di recedere dalla società per azioni che ha deliberato il cambiamento del tipo della società: i soci dissenzienti, salvo che il recesso sia escluso per patto espresso. i soci dissenzienti, purché rappresentino più di un quinto del capitale sociale. i soci dissenzienti, purché la società non sia quotata in borsa. i soci che non hanno concorso alla deliberazione.
Il socio di una società per azioni ha diritto di recedere dalla società nel caso in cui sia dissenziente da una deliberazione dell'assemblea riguardante: la nomina degli amministratori. la riduzione del capitale sociale per esuberanza. il trasferimento della sede sociale all'estero. lo scioglimento anticipato della società.
Il socio intervenuto all'assemblea di una società per azioni, che ha assunto una deliberazione comportante diritto di recesso per i dissenzienti, qualora voglia recedere dalla società, deve comunicare la propria dichiarazione di recesso: non oltre quindici giorni dalla iscrizione nel registro delle imprese della delibera che legittima il recesso. non oltre tre giorni dalla data dell'iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese. non oltre quindici giorni dalla chiusura dell'assemblea. non oltre tre giorni dalla data dell'iscrizione della deliberazione nel libro delle assemblee.
Il socio non intervenuto all'assemblea di una società per azioni, che ha assunto una deliberazione comportante diritto di recesso per i dissenzienti, qualora voglia recedere dalla società, deve comunicare la propria dichiarazione di recesso: non oltre quindici giorni dalla data dell'iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese. non oltre quindici giorni dalla chiusura dell'assemblea. non oltre tre giorni dalla chiusura dell'assemblea. non oltre tre giorni dalla data dell'iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese.
Il socio di una società per azioni non quotata in borsa, che abbia legittimamente esercitato il recesso, ha diritto di ottenere: la liquidazione delle azioni secondo il valore determinato dagli amministratori, tenuto conto della consistenza patrimoniale della società, delle sue prospettive reddituali, e dell'eventuale valore di mercato delle azioni. il rimborso delle proprie azioni secondo il prezzo medio dell'ultimo semestre. il rimborso di quanto pagato in sede di acquisto delle azioni. il rimborso di una somma di denaro a titolo di indennizzo, da valutarsi da parte del collegio sindacale.
In sede di aumento del capitale sociale di una società in accomandita per azioni, i sottoscrittori di azioni di nuova emissione da liberarsi in denaro, all'atto della sottoscrizione: devono versare alla società almeno il venticinque per cento del valore nominale delle azioni sottoscritte, oltre all'intero soprapprezzo se previsto. non devono versare alcunché, ma devono prestare idonea garanzia alla società. devono versare obbligatoriamente l'intero valore nominale delle azioni sottoscritte, oltre all'intero soprapprezzo se previsto. non devono versare alcunché né prestare garanzia.
In sede di aumento del capitale sociale di una società per azioni, i sottoscrittori di azioni di nuova emissione da liberarsi in denaro e senza soprapprezzo, all'atto della sottoscrizione: devono versare obbligatoriamente l'intero valore nominale delle azioni sottoscritte. non devono versare alcunché, ma devono prestare idonea garanzia alla società. devono versare alla società almeno il venticinque per cento del valore nominale delle azioni sottoscritte. non devono versare alcunché, né prestare garanzia.
In sede di aumento del capitale sociale di una società per azioni, i sottoscrittori di azioni di nuova emissione da liberarsi in denaro, all'atto della sottoscrizione: non devono versare alcunché, ma devono prestare idonea garanzia alla società. devono versare alla società almeno il venticinque per cento del valore nominale delle azioni sottoscritte, oltre all'intero soprapprezzo se previsto. devono versare obbligatoriamente l'intero valore nominale delle azioni sottoscritte oltre all'intero soprapprezzo se previsto. non devono versare alcunché, né prestare garanzia.
A norma del codice civile, dalla deliberazione di aumento del capitale sociale di una società per azioni deve tra l'altro risultare: il termine entro il quale l'aumento stesso deve essere sottoscritto. il termine entro il quale l'aumento deve essere integralmente versato. il termine entro il quale gli amministratori devono controllare le valutazioni dei beni conferiti in natura in dipendenza dell'aumento. solo il termine entro il quale deve essere esercitata l'opzione da parte dei soci.
A norma del codice civile, dalla deliberazione di aumento del capitale sociale di una società in accomandita per azioni deve tra l'altro risultare: il termine entro il quale l'aumento stesso deve essere sottoscritto. il termine entro il quale l'aumento deve essere integralmente versato. solo il termine entro il quale deve essere esercitata l'opzione da parte dei soci. il termine entro il quale gli amministratori devono controllare le valutazioni dei beni conferiti in natura in dipendenza dell'aumento.
Se la deliberazione di aumento del capitale di una società per azioni prevede il sovrapprezzo, questo, a norma del codice civile, deve essere: versato per almeno i tre decimi del suo ammontare all'atto della sottoscrizione. versato per l'intero suo ammontare solo successivamente alla sottoscrizione, qualora gli amministratori lo richiedano. versato per almeno i tre decimi del suo ammontare solo successivamente alla sottoscrizione, qualora gli amministratori lo richiedano. integralmente versato all'atto della sottoscrizione.
Se la deliberazione di aumento del capitale di una società in accomandita per azioni prevede il sovrapprezzo, questo, a norma del codice civile, deve essere: integralmente versato all'atto della sottoscrizione. versato per l'intero suo ammontare solo successivamente alla sottoscrizione, qualora gli amministratori lo richiedano. versato per almeno i tre decimi del suo ammontare all'atto della sottoscrizione. versato per almeno i tre decimi del suo ammontare solo successivamente alla sottoscrizione, qualora gli amministratori lo richiedano.
In sede di aumento del capitale sociale di una società in accomandita per azioni, i sottoscrittori di azioni di nuova emissione da liberarsi in denaro e senza soprapprezzo, all'atto della sottoscrizione: devono versare almeno il venticinque per cento del valore nominale delle azioni sottoscritte. non devono versare alcunché, ma devono prestare idonea garanzia alla società. devono versare obbligatoriamente l'intero valore nominale delle azioni sottoscritte. non devono versare alcunché, né prestare garanzia.
In sede di aumento di capitale, chi conferisce beni in natura in una società per azioni deve presentare relazione giurata di stima? Sì, sempre. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. No, mai.
In sede di aumento di capitale, chi conferisce crediti verso terzi in una società per azioni deve presentare relazione giurata di stima? No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. No, mai. Sì, sempre.
Che cosa deve presentare il socio di una società per azioni, che intervenga in una assemblea che deve deliberare un aumento di capitale, quando intende conferire un credito per liberare le azioni che vuole sottoscrivere? La relazione giurata di un esperto designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società. Non deve presentare nulla. Una dichiarazione di sussistenza di credito autenticata dal notaio. Il titolo del credito.
In caso di aumento del capitale sociale di una società per azioni che ha già emesso obbligazioni convertibili e obbligazioni non convertibili, a chi spetta il diritto di opzione? Ai soci ed ai possessori delle sole obbligazioni convertibili. Ai soli soci. Ai soci ed ai possessori delle obbligazioni, sia convertibili che non convertibili. Ai soci ed ai possessori delle sole obbligazioni non convertibili.
In mancanza di diversa disposizione statutaria, l'assemblea di una società per azioni, che delibera un aumento di capitale sociale, può escludere il diritto di opzione quando l'interesse della società lo esige? Sì, senza alcun quorum specifico. Sì, con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino oltre la metà del capitale sociale, anche se la deliberazione è presa in assemblea di convocazione successiva alla prima. Sì, ma solo con deliberazione assunta da tutti i soci all'unanimità. No, mai.
Gli amministratori di una società per azioni quotata sui mercati regolamentati, nel caso di azioni di nuova emissione rimaste inoptate, devono: offrire nei mercati regolamentati i diritti di opzione non esercitati per almeno cinque riunioni entro il mese successivo alla scadenza del termine per l'esercizio del diritto di opzione da parte dei soci. pubblicare una seconda offerta sul B.U.S.A.R.L. con l'invito ad esercitare il diritto di opzione entro quindici giorni. attribuirle ai soci che ne abbiano fatto richiesta contestualmente all'esercizio del diritto di opzione. convocare l'assemblea straordinaria per la conseguente riduzione del capitale.
Nel caso di delibera di aumento di capitale sociale di una società per azioni, da eseguire mediante conferimento in natura, spetta il diritto di opzione per le azioni di nuova emissione? No, mai. Sì, ma solo in caso di conferimento di azienda. Sì, sempre. Sì, ma solo se i soci sono anche dipendenti della società.
In mancanza di diversa disposizione statutaria, l'assemblea di una società in accomandita per azioni, che delibera un aumento di capitale sociale, può escludere il diritto di opzione quando l'interesse della società lo esige? Sì, senza alcun quorum specifico. Sì, con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino oltre la metà del capitale sociale, anche se la deliberazione è presa in assemblea di convocazione successiva alla prima. No, mai. Sì, ma solo con deliberazione assunta da tutti i soci all'unanimità.
Nel caso di delibera di aumento di capitale sociale di una società in accomandita per azioni, da eseguire mediante conferimento in natura, spetta il diritto di opzione per le azioni di nuova emissione? No, mai. Sì, ma solo in favore dei soci che siano anche dipendenti della società. Sì, sempre. Sì, ma solo in caso di conferimento di azienda.
L'aumento del capitale sociale di una società in accomandita per azioni può avere luogo: imputando a capitale la parte disponibile delle riserve e dei fondi speciali iscritti in bilancio. imputando a capitale le perdite degli esercizi precedenti. imputando a capitale le perdite dell'esercizio in corso. imputando a capitale l'intera riserva legale.
L'aumento del capitale sociale di una società per azioni può avere luogo: imputando a capitale le perdite degli esercizi precedenti. imputando a capitale la parte disponibile delle riserve e dei fondi speciali iscritti in bilancio. imputando a capitale l'intera riserva legale. imputando a capitale le perdite dell'esercizio in corso.
Da quando decorre il termine entro il quale, per espressa previsione dello statuto di una società per azioni, gli amministratori possono aumentare il capitale sociale? Dal momento del versamento dei 3/10. Dalla data dell'iscrizione della società nel registro delle imprese. Dalla data dell'atto costitutivo. Dalla data dell'omologazione.
Quale è e da quando decorre il termine massimo entro il quale, per espressa previsione dello statuto di una società per azioni, gli amministratori possono aumentare il capitale sociale? Cinque anni dalla data dell'iscrizione della società nel registro delle imprese. Un anno dalla data dell'atto costitutivo. Cinque anni dalla data dell'omologazione. Un anno dal momento del versamento dei 3/10.
Può essere prevista, nello statuto di una società per azioni, la facoltà degli amministratori di aumentare il capitale sociale? Sì, fino ad un ammontare determinato e senza limiti temporali. Sì, senza limiti temporali e con facoltà per l'organo amministrativo di stabilirne l'ammontare. Sì, fino ad un ammontare determinato e per il periodo massimo di cinque anni dalla data dell'iscrizione della società nel registro delle imprese. No, mai.
Da quando decorre il termine entro il quale, per espressa previsione dello statuto di una società in accomandita per azioni, gli amministratori possono aumentare il capitale sociale? Dalla data dell'omologazione. Dalla data dell'iscrizione della società nel registro delle imprese. Dalla data dell'atto costitutivo. Dal momento del versamento dei 3/10.
Può essere prevista, nello statuto di una società in accomandita per azioni, la facoltà degli amministratori di aumentare il capitale sociale? Sì, fino ad un ammontare determinato e per il periodo massimo di cinque anni dalla data di iscrizione della società nel registro delle imprese. Sì, senza limiti temporali e con facoltà per l'organo amministrativo di stabilirne l'ammontare. No, mai. Sì, fino ad un ammontare determinato e senza limiti temporali.
L'atto costitutivo di una società a responsabilità limitata può attribuire agli amministratori la facoltà di ridurre il capitale? Sì, sempre. Sì, ma soltanto fino a un ammontare determinato e per il periodo massimo di un anno dalla data dell'iscrizione della società nel registro delle imprese. No, mai. Sì, ma soltanto fino a un ammontare determinato e per il periodo massimo di cinque anni dalla data dell'iscrizione della società nel registro delle imprese.
È consentito in sede di costituzione di una società per azioni attribuire agli amministratori la facoltà di aumentare in una o più volte il capitale sociale? Sì, fino ad un ammontare determinato e per il periodo massimo di cinque anni dalla data della iscrizione della società nel registro delle imprese. Sì, mediante emissione esclusivamente di azioni privilegiate e per un periodo massimo di un anno dalla data di iscrizione della società nel registro delle imprese. Sì, anche per un ammontare indeterminato, mediante emissione esclusivamente di azioni ordinarie e per un periodo massimo di cinque anni dalla data di iscrizione della società nel registro delle imprese. No, salvo che per le società quotate in borsa senza alcun limite di ammontare e di tempo.
Qual è e da quando decorre il termine massimo entro il quale, per espressa previsione dello statuto di una società in accomandita per azioni, gli amministratori possono aumentare il capitale sociale? Cinque anni dalla data dell'omologazione. Cinque anni dalla data dell'iscrizione della società nel registro delle imprese. Un anno dalla data dell'atto costitutivo. Un anno dal momento del versamento dei 3/10.
Quando in una società in accomandita per azioni con capitale sociale superiore al minimo legale risulti una perdita superiore ad 1/3 del capitale stesso, ma che non comporti la riduzione al di sotto del minimo, gli amministratori devono: far predisporre una perizia da sottoporre all'assemblea che approva il successivo bilancio. convocare senza indugio l'assemblea per gli opportuni provvedimenti. convocare l'assemblea straordinaria per ridurre necessariamente il capitale sociale. chiedere al tribunale di emettere un decreto di riduzione del capitale sociale.
Quando in una società per azioni con capitale sociale superiore al minimo legale risulti una perdita superiore ad 1/3 del capitale stesso, ma che non ne comporti riduzione al di sotto del minimo legale, gli amministratori devono: convocare senza indugio l'assemblea per gli opportuni provvedimenti. chiedere al tribunale di emettere un decreto di riduzione del capitale sociale. convocare l'assemblea straordinaria per ridurre necessariamente il capitale sociale. far predisporre una perizia da sottoporre all'assemblea che approva il successivo bilancio.
In quale tra i seguenti casi il codice civile prevede che gli amministratori di una società per azioni devono senza indugio convocare l'assemblea? Quando ne è fatta domanda da tanti soci che rappresentino almeno il ventesimo del capitale sociale. Quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite. Quando risulta che il capitale è esuberante per il conseguimento dell'oggetto sociale. Quando, entro i primi tre esercizi sociali, la riserva legale non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale.
In quale tra i seguenti casi il codice civile prevede che gli amministratori di una società in accomandita per azioni devono senza indugio convocare l'assemblea? Quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite. Quando risulta che il capitale è esuberante per il conseguimento dell'oggetto sociale. Quando ne è fatta domanda da tanti soci che rappresentino almeno il ventesimo del capitale sociale. Quando, entro i primi tre esercizi sociali, la riserva legale non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale.
Quando risulta che il capitale di una società per azioni è diminuito di oltre un terzo per perdite, senza per questo ridursi al di sotto del minimo legale, gli amministratori devono: richiedere senza indugio al tribunale la nomina dei liquidatori. astenersi dall'intraprendere nuove operazioni. richiedere al tribunale la nomina di un amministratore giudiziario. convocare senza indugio l'assemblea per gli opportuni provvedimenti.
Nel caso in cui una società per azioni abbia conseguito perdite in misura superiore ad 1/3 del capitale sociale, che non ne comportino la diminuzione al di sotto del limite legale, gli amministratori, che hanno senza indugio convocato l'assemblea per gli opportuni provvedimenti, devono altresì: trasmettere preventivamente la situazione patrimoniale al tribunale. far redigere una perizia asseverata da sottoporre al collegio sindacale, indi all'assemblea. sottoporre all'assemblea una relazione sulla situazione patrimoniale della società con le osservazioni del collegio sindacale, previo deposito in copia nella sede sociale durante gli otto giorni che precedono l'assemblea. apporre una stampigliatura sulle azioni, portante la riduzione del valore nominale dei titoli.
Se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al di sotto del minimo stabilito di centoventimila euro, gli amministratori di una società in accomandita per azioni devono senzaindugio: intraprendere nuove operazioni. convocare l'assemblea dei soci. convocare il collegio sindacale, ma non l'assemblea dei soci. provvedere al pagamento di tutti i creditori sociali a misura che si presentano, anche per debiti non ancora scaduti.
Se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al di sotto del minimo stabilito di centoventimila euro, gli amministratori di una società per azioni devono senza indugio: convocare il collegio sindacale, ma non l'assemblea dei soci. provvedere al pagamento di tutti i creditori sociali a misura che si presentano, anche per debiti non ancora scaduti. intraprendere nuove operazioni. convocare l'assemblea dei soci.
Se il capitale di una società per azioni, per la perdita di oltre un terzo, si riduce al di sotto del minimo legale, gli amministratori devono senza indugio: chiedere al presidente del tribunale lo scioglimento della società. nominare uno o più liquidatori. convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale e il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo, o la trasformazione della società. esclusivamente darne comunicazione al collegio sindacale.
Qualora sia convenuto, in un contratto relativo al finanziamento di uno specifico affare di una società per azioni, che al rimborso, totale o parziale, del finanziamento medesimo, siano destinati i proventi dell'affare, o parte di essi (sempre che siano osservate tutte le condizioni di legge): sui proventi di tale affare non sono ammesse azioni da parte dei creditori sociali. i proventi di tale affare sono esenti da imposte dirette. i creditori sociali, se vogliono sottoporre ad esecuzione i proventi di tale affare, devono previamente escutere gli altri beni sociali. l'azione esecutiva sui proventi di tale affare è ammessa solo in favore dei creditori che hanno privilegio generale sui mobili della società.
Qualora i creditori sociali facciano opposizione alla deliberazione di una società per azioni concernente la costituzione di un patrimonio destinato in via esclusiva ad uno specifico affare: il tribunale può disporre che la deliberazione sia eseguita previa prestazione, da parte della società, di idonea garanzia. il tribunale può disporre che la deliberazione sia eseguita previo parere favorevole della CONSOB. la deliberazione non può essere eseguita finché non sia definito il giudizio sull'opposizione. la deliberazione è provvisoriamente esecutiva.
I patrimoni di una società per azioni destinati in via esclusiva ad uno specifico affare comportano che: i creditori della società non possono far valere alcun diritto sul patrimonio stesso, né, salvo che per la parte spettante alla società, sui frutti o proventi da esso derivanti. i proventi di tale affare sono obbligatoriamente destinati a riserva per tutta la durata dell'affare. i creditori della società hanno un diritto di prelazione su tale patrimonio anche in relazione ai crediti estranei allo scopo cui è destinato il medesimo. i proventi di tale affare sono esenti da imposte dirette.
La costituzione di patrimoni di una società per azioni destinati in via esclusiva ad uno specifico affare, è deliberata, salva diversa disposizione dello statuto: dal consiglio di amministrazione all'unanimità, sentito il collegio sindacale. dal consiglio di amministrazione a maggioranza assoluta dei suoi componenti. dall'assemblea ordinaria. dall'assemblea straordinaria.
Nella società in accomandita per azioni le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate: da obbligazioni o da azioni, a scelta del socio. da azioni. da obbligazioni. da obbligazioni convertibili.
Nella società in accomandita per azioni le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate: da azioni. da obbligazioni. da obbligazioni convertibili. da obbligazioni per i soci accomandanti, e da azioni per i soci accomandatari.
La denominazione della società in accomandita per azioni è costituita: dal nome di almeno uno dei soci accomandatari con l'indicazione di società in accomandita per azioni. dal nome di almeno uno dei soci accomandanti con l'indicazione di società in accomandita per azioni. dal nome di almeno uno dei soci accomandatari e di almeno uno dei soci accomandanti con l'indicazione di società in accomandita per azioni. dal nome di almeno due dei soci accomandatari con l'indicazione di società in accomandita per azioni.
La denominazione sociale di una società in accomandita per azioni deve essere comunque costituita: dal nome di almeno uno dei soci. dal nome di tutti i soci accomandatari che hanno l'amministrazione e la rappresentanza della società. dal nome di almeno uno dei soci accomandatari con l'indicazione di società in accomandita per azioni. dal nome di almeno uno dei soci fondatori.
La denominazione della società in accomandita per azioni è costituita: dal nome di tutti i soci accomandatari e di almeno uno dei soci accomandanti. dal nome di almeno uno dei soci accomandanti, con l'indicazione di società in accomandita per azioni. dal nome di almeno uno dei soci accomandatari, con l'indicazione di società in accomandita per azioni. dal nome di tutti i soci accomandatari, con l'indicazione della sigla S.a.p.A..
Nella denominazione della società in accomandita per azioni, il nome di almeno uno dei soci accomandatari: deve risultare solo se la società ha capitale non interamente versato. deve in ogni caso risultare. deve risultare solo se la società ha per oggetto l'esercizio di una attività commerciale. deve risultare solo se la società non ha per oggetto l'esercizio di una attività commerciale.
Gli amministratori di una società in accomandita per azioni: non sono soggetti agli stessi obblighi degli amministratori della società per azioni. devono prestare cauzione salvo che nell'atto costitutivo ne siano esonerati. devono prestare cauzione in azioni nominative della società o in titoli nominativi emessi o garantiti dallo Stato in misura non inferiore alla cinquantesima parte del capitale sociale. sono soggetti agli obblighi degli amministratori della società per azioni.
L'atto costitutivo della società in accomandita per azioni deve indicare, fra l'altro: i soci che non hanno l'amministrazione e la rappresentanza della società. i soci accomandatari. le prestazioni a cui sono obbligati i soci d'opera. solo i soci accomandanti.
A norma del codice civile, nella società in accomandita per azioni gli amministratori possono essere revocati? Sì, ma solo per giusta causa. Sì, con la maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria della società per azioni. No, mai. Sì, con la maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea ordinaria della società per azioni.
A norma del codice civile, nella società in accomandita per azioni gli amministratori possono essere revocati? No, mai. Sì, con delibera assunta con la maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria della società per azioni. Sì, con delibera assunta con la maggioranza prescritta per le deliberazioni dell'assemblea straordinaria delle società per azioni preventivamente autorizzata dall'autorità giudiziaria. Sì, ma solo con il consenso di tutti i soci.
In una società in accomandita per azioni la cessazione dall'ufficio di tutti gli amministratori comporta: lo scioglimento della società se nel termine di centottanta giorni il collegio sindacale non ha provveduto a convocare l'assemblea per la loro sostituzione. lo scioglimento della società se nel termine di quindici giorni non si è provveduto ad iscrivere la cessazione degli amministratori nel registro delle imprese. lo scioglimento della società se nel termine di centottanta giorni non si è provveduto alla loro sostituzione e i sostituti non hanno accettato la carica. lo scioglimento della società se nel termine di centottanta giorni i soci accomandanti non hanno provveduto a convocare l'assemblea per la loro sostituzione.
Le modificazioni dell'atto costitutivo di una società in accomandita per azioni devono essere approvate: dall'assemblea con le maggioranze prescritte per l'assemblea straordinaria delle società per azioni ed, inoltre, da tutti i soci accomandatari. dai soli soci accomandanti in assemblea con le maggioranze prescritte per l'assemblea straordinaria delle società per azioni. dalla maggioranza degli accomandatari calcolata secondo la partecipazione al capitale. dalla maggioranza degli accomandatari calcolata per capi.
Le modificazioni dell'atto costitutivo della società in accomandita per azioni, a norma del codice civile, devono essere approvate: da tutti i soci. dall'assemblea con le maggioranze prescritte per l'assemblea straordinaria della società per azioni, e devono inoltre essere approvate da tutti i soci accomandatari. dall'assemblea con le maggioranze prescritte per l'assemblea straordinaria della società per azioni, senza necessità di approvazione da parte dei soci accomandatari. dal consiglio di amministrazione, con deliberazione approvata dal collegio sindacale.
In una società in accomandita per azioni la responsabilità degli amministratori verso i terzi per le obbligazioni sociali è regolata: dalla normativa riguardante i liquidatori di una società a responsabilità limitata. dalla normativa riguardante i soci di una società in nome collettivo. dalla normativa riguardante gli amministratori di una società a responsabilità limitata. dalla normativa riguardante gli amministratori di una società per azioni.
La denominazione sociale di una società a responsabilità limitata deve necessariamente contenere: il nome di coloro che hanno l'amministrazione e la rappresentanza della società. il nome di almeno uno dei soci. l'indicazione di società a responsabilità limitata. il nome di almeno uno dei soci fondatori e l'indicazione di società a responsabilità limitata.
La società a responsabilità limitata deve costituirsi con un capitale non inferiore a: trentamila euro. non è richiesto un capitale minimo. diecimila euro. ventimila euro.
L'ammontare minimo del capitale di una società a responsabilità limitata è di: diecimila euro. cinquantamila euro. centomila euro. mille euro.
A norma del codice civile, qual è l'ammontare minimo del capitale di una società a responsabilità limitata? Ventimila euro. Centocinquantamila euro. Diecimila euro. Centomila euro.
La procura per costituire una società a responsabilità limitata deve essere conferita: per atto pubblico. verbalmente. per scrittura privata autenticata. con una qualsiasi forma scritta.
La società a responsabilità limitata può essere costituita con atto unilaterale? Sì, ma solo se il socio fondatore è una persona giuridica. Sì, ma solo se il socio fondatore è una persona fisica. Sì. No.
La società a responsabilità limitata deve essere costituita per atto pubblico? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se sono conferiti beni immobili. Sì, ma solo se è costituita da più di un socio. No.
In quale momento la società a responsabilità limitata acquista la personalità giuridica? Con la pubblicazione dell'atto costitutivo e dello statuto nel Bollettino ufficiale delle società per azioni e a responsabilità limitata. Con l'iscrizione nel registro delle imprese. Con l'omologazione del tribunale. Con la costituzione per atto pubblico.
In caso di società a responsabilità limitata costituita con atto unilaterale, chi è responsabile per le operazioni compiute in nome della società prima della sua iscrizione? Coloro che hanno agito in nome della società in via principale ed il socio fondatore in via sussidiaria. Solo coloro che hanno agito in nome e per conto della società. Solo il socio fondatore. Coloro che hanno agito in nome della società e il socio fondatore in via solidale.
La società a responsabilità limitata deve costituirsi: per scrittura privata autenticata. per scrittura privata non autenticata. per atto pubblico alla presenza dei testimoni. per atto pubblico.
Per procedere alla costituzione di una società a responsabilità limitata con atto unilaterale è necessario tra l'altro: che sia sottoscritto per intero il capitale sociale e che il conferimento in danaro sia interamente versato presso una banca. che sia sottoscritto per intero il capitale sociale e che siano versati presso un istituto di credito almeno i tre decimi del conferimento in danaro. che siano sottoscritti almeno i tre decimi del capitale sociale e che siano versati presso un istituto di credito i corrispondenti conferimenti in danaro. che sia sottoscritto per intero il capitale sociale e che il conferimento in danaro sia interamente versato presso la Banca d'Italia.
Chi conferisce crediti verso terzi in una società a responsabilità limitata deve presentare relazione giurata di stima? Sì, sempre. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. No, mai.
In sede di costituzione, chi conferisce crediti verso terzi in una società a responsabilità limitata deve presentare relazione giurata di stima? Sì, sempre. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. No, mai. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata.
In sede di costituzione, chi conferisce beni in natura in una società a responsabilità limitata deve presentare relazione giurata di stima? Sì, sempre. No, mai. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata.
Chi conferisce beni in natura in una società a responsabilità limitata deve presentare relazione giurata di stima? Sì, salvo che lo statuto espressamente preveda che la relazione non debba essere presentata. No, a meno che tale relazione venga richiesta dagli amministratori nel termine di sei mesi dal conferimento. No, mai. Sì, sempre.
In sede di costituzione di una società a responsabilità limitata, la perizia giurata di stima è necessaria quando il conferimento ha per oggetto: somme di denaro. prestazioni d'opera. prestazioni di servizi. beni in natura e crediti.
L'acquisto da parte di una società a responsabilità limitata di beni dei soci fondatori, dei soci e degli amministratori, entro un biennio dalla iscrizione della società nel registro delle imprese: può avvenire liberamente, se il corrispettivo è inferiore ad 1/10 del capitale sociale. può avvenire liberamente, qualunque sia il corrispettivo. può avvenire solo con una preventiva autorizzazione dell'assemblea ordinaria, qualunque sia il corrispettivo. non può avvenire mai, qualunque sia il corrispettivo.
Che cosa deve presentare il socio di una società a responsabilità limitata, che intervenga in una assemblea che deve deliberare un aumento di capitale, quando intende conferire un credito per liberare le quote che vuole sottoscrivere? La relazione giurata di un esperto o di una società di revisione iscritti nel registro dei revisori contabili, o di una società di revisione iscritta nell'albo speciale. Non deve presentare nulla. Il titolo del credito. Una dichiarazione di sussistenza di credito autenticata dal notaio.
Che cosa deve presentare il socio di una società a responsabilità limitata, che intervenga in una assemblea che deve deliberare un aumento di capitale, quando intende conferire beni in natura per liberare le quote che vuole sottoscrivere? La relazione giurata di un esperto o di una società di revisione iscritti nel registro dei revisori contabili, o di una società di revisione iscritta nell'albo speciale. Non deve presentare nulla. Una relazione redatta da un perito di parte. Una perizia giurata nel solo caso in cui conferisca immobili.
Se il socio di una società a responsabilità limitata non esegue il pagamento della quota dovuta nel termine prescritto: non può in nessun caso essere escluso dalla società. deve recedere dalla società. può a determinate condizioni essere escluso dalla società. può essere privato del diritto di voto su decisione unanime degli amministratori.
Tizio, socio di una società a responsabilità limitata, è stato diffidato dagli amministratori ad eseguire nel termine di trenta giorni il pagamento della quota sottoscritta e non ancora versata. Decorso inutilmente detto termine, gli amministratori: possono vendere, a rischio e pericolo del socio moroso, la sua quota per il valore risultante dall'ultimo bilancio approvato. devono chiedere al presidente del tribunale la nomina di un amministratore giudiziario della quota. possono sciogliere la società. devono acquistare essi stessi la quota del socio moroso.
Il socio di una società a responsabilità limitata in mora nei versamenti, può esercitare il diritto di voto? No. Sì, se ha versato almeno i cinque decimi della quota sottoscritta. Sì. Sì, se ha versato almeno i tre decimi della quota sottoscritta.
Tizio, socio di una società a responsabilità limitata, è stato diffidato dagli amministratori ad eseguire nel termine di trenta giorni il pagamento della quota sottoscritta e non ancora versata. Decorso inutilmente detto termine, gli amministratori hanno tentato di vendere la sua quota ma la vendita non ha avuto luogo per mancanza di compratori. A questo punto gli amministratori: possono escludere il socio moroso, trattenendo le somme riscosse. possono sciogliere la società. devono acquistare essi stessi la quota del socio moroso. devono chiedere al presidente del tribunale la nomina di un amministratore giudiziario della quota.
In caso di comproprietà di una quota di una società a responsabilità limitata, da chi vengono esercitati i diritti dei comproprietari? Da tutti i comproprietari. Da un rappresentante comune. Da non più di due comproprietari. Dal comproprietario più anziano.
In una società a responsabilità limitata, le quote di partecipazione possono essere rappresentate da azioni? No, mai. Sì, purché la società abbia un capitale superiore a centomila euro. Sì, sempre. Sì, purché lo preveda l'atto costitutivo.
Salvo contraria disposizione dell'atto costitutivo, le quote di una società a responsabilità limitata sono trasferibili? Sì, ma solo per successione a causa di morte. Sì, ma solo per atto tra vivi. No. Sì, sia per successione a causa di morte che per atto tra vivi.
Salvo contraria disposizione dell'atto costitutivo, le quote di una società a responsabilità limitata sono trasferibili con effetto tra le parti? Sì, ma solo con il consenso degli amministratori. Sì. Sì, ma solo con il consenso dell'assemblea ordinaria. No, in nessun caso.
Se l'atto costitutivo o lo statuto non prevedono nulla in proposito, le quote di una società a responsabilità limitata sono liberamente trasferibili? Sì, ma solo se il trasferimento avviene per successione a causa di morte. Sì, ma solo se il trasferimento avviene per atto tra vivi. No. Sì.
Qualora l'atto costitutivo o lo statuto nulla dispongano al riguardo, le quote di una società a responsabilità limitata sono trasferibili? Sì, ma solo per atto tra vivi e per un ammontare inferiore al cinquanta per cento del capitale sociale. Sì, solo per successione a causa di morte. No, mai. Sì, tanto per atto tra vivi che per successione a causa di morte.
Da quale momento il trasferimento per atto tra vivi della quota di una società a responsabilità limitata ha effetto nei confronti della società? Dalla data dell'iscrizione dell'atto di trasferimento nel registro delle imprese. Dalla data di iscrizione dell'atto di trasferimento nel registro ditte della camera di commercio. Dalla data dell'iscrizione nel libro dei soci. Dalla data dell'atto di trasferimento.
Da quale momento il trasferimento per successione a causa di morte della quota di una società a responsabilità limitata ha effetto nei confronti della società? Dalla data della morte. Dalla data dell'iscrizione nel libro soci. Dalla data dell'iscrizione del trasferimento nel registro delle imprese. Dalla data di presentazione della denuncia di successione all'ufficio del registro.
In quale momento ha effetto, nei confronti della società, il trasferimento delle quote di una società a responsabilità limitata? Nel momento in cui il trasferimento viene notificato alla società. Dal momento dell'iscrizione nel libro dei soci. Dal momento in cui viene sottoscritto l'atto di cessione. Nel momento in cui gli amministratori ne vengono, in qualunque modo, a conoscenza.
Tizio ha sottoscritto una quota della "Alfa S.r.l." del valore nominale di diecimila euro, ma ha versato alla società solo la somma di cinquemila euro; successivamente vende la sua quota a Caio e il trasferimento viene iscritto nel libro dei soci. Gli amministratori della società possono chiedere a Tizio i versamenti ancora dovuti? Sì, solo se la solidarietà sia stata convenuta tra le parti nell'atto di cessione. No, anche nel caso che la preventiva richiesta fatta a Caio sia rimasta infruttuosa. Sì, solo qualora la preventiva richiesta fatta a Caio sia rimasta infruttuosa e comunque entro il termine di tre anni dal trasferimento. Sì, anche senza averne fatto prima richiesta a Caio e comunque entro il termine di cinque anni dal trasferimento.
Nel caso di cessione di una quota di società a responsabilità limitata, chi è responsabile verso la società per i versamenti ancora dovuti in relazione a detta quota? L'acquirente; ma l'alienante è obbligato solidalmente con lui per il periodo di tre anni dal trasferimento ed il pagamento non può essere domandato all'alienante se non quando la richiesta al socio moroso è rimasta infruttuosa. Solo l'alienante. Solo l'acquirente senza alcuna solidarietà con l'alienante. Alienante e acquirente in solido, senza limiti di tempo.
Può una società a responsabilità limitata accettare in garanzia le proprie quote? Solo nei limiti degli utili distribuibili. In nessun caso. Solo nei limiti delle riserve disponibili. In ogni caso.
Può una società a responsabilità limitata acquistare le proprie quote? Solo nei limiti delle riserve disponibili. In ogni caso. Solo nei limiti degli utili distribuibili. In nessun caso.
Una società a responsabilità limitata può acquistare le proprie quote? Sì, ma solo se l'acquisto è stato autorizzato dall'assemblea, la quale deve stabilire le modalità dell'acquisto che, in ogni caso, non può eccedere il dieci per cento del capitale. No. Sì, ma solo nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. Sì, ma solo se è previsto dall'atto costitutivo.
Una società a responsabilità limitata può prestare fideiussione a favore di un socio per garantire il debito che tale socio ha contratto per acquistare le quote della società? Sì, ma solo se la prestazione di garanzia è prevista dallo statuto. Sì, ma solo previa autorizzazione dell'assemblea nell'ambito della quale non abbia votato il socio che deve essere garantito. Sì, in ogni caso. No.
La società a responsabilità limitata: può acquistare o ricevere in pegno le proprie quote. non può acquistare, né ricevere in pegno le proprie quote. può ricevere in pegno le proprie quote, ma non acquistarle. può acquistare le proprie quote, ma non riceverle in pegno.
Una società a responsabilità limitata può prestare una fideiussione a favore di chi intende acquistare le proprie quote? No, la società a responsabilità limitata non può fornire garanzie per l'acquisto delle proprie quote. Sì, previo parere favorevole del collegio sindacale. Sì. Sì, previa autorizzazione dell'assemblea ordinaria.
Una società a responsabilità limitata può concedere un mutuo perché il mutuatario possa acquistare le proprie quote? Sì, previa autorizzazione dell'assemblea ordinaria. Sì, purché vi sia il consenso dell'alienante. No, in nessun caso la società a responsabilità limitata può accordare prestiti per l'acquisto delle proprie quote. Sì, senza alcuna autorizzazione.
La società a responsabilità limitata può accettare in garanzia le proprie quote? No, in nessun caso. Sì, con autorizzazione dell'assemblea ordinaria. Sì, con autorizzazione dell'assemblea straordinaria. Sì, senza alcuna autorizzazione.
La società a responsabilità limitata può acquistare le proprie quote? Sì, con autorizzazione dell'assemblea ordinaria e nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dall'ultimo bilancio regolarmente approvato. Sì, con autorizzazione dell'assemblea straordinaria. No, in nessun caso. Sì, senza alcuna autorizzazione.
In una società a responsabilità limitata l'amministrazione della società può essere affidata a non soci? Sì, se l'atto costitutivo lo prevede. Sì, se l'atto costitutivo prevede il consiglio di amministrazione. No, in nessun caso. Sì, se la società ha un capitale sociale superiore a centoventimila euro.
Nella società a responsabilità limitata, quando l'amministrazione è affidata a più persone, queste costituiscono il consiglio di amministrazione? Sì, salvo che l'atto costitutivo preveda che l'amministrazione sia ad esse affidata disgiuntamente oppure congiuntamente. Sì, in ogni caso. No, salvo che per l'approvazione del sistema di controllo interno. Sì, se la società ha un capitale sociale non inferiore a centoventimila euro.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, l'amministrazione della società a responsabilità limitata, a norma del codice civile deve essere affidata: necessariamente ad un solo socio. necessariamente a più soci. a uno o più soci. a uno o più estranei.
Salva diversa disposizione dell'atto costitutivo, a chi può essere affidata l'amministrazione di una società a responsabilità limitata? Solo a non soci. Solo a uno o più soci. Solo a uno o più soci che siano iscritti da oltre tre mesi nel libro dei soci e abbiano una partecipazione non inferiore al due per cento del capitale sociale. Anche a non soci.
L'amministrazione della società a responsabilità limitata può essere affidata a persone diverse dai soci: solo quando l'organo di amministrazione è collegiale. solo quando la società è costituita da persone giuridiche. solo se l'atto costitutivo lo prevede. in ogni caso.
Le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dall'atto costitutivo o dall'atto di nomina di una società a responsabilità limitata sono opponibili ai terzi? No, anche dopo la pubblicazione, salvo che la società provi che i terzi ne erano a conoscenza. No, anche se pubblicate, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della società. Sì, solo ai terzi di buona fede. Sì, solo se pubblicate.
Il socio di una società a responsabilità limitata ha diritto di avere dagli amministratori notizia dello svolgimento degli affari sociali e può consultare i libri sociali? Sì, ma solo previa autorizzazione del collegio sindacale. Sì, se non partecipa all'amministrazione. Sì, sempre. No, mai.
In quale dei seguenti casi è obbligatoria nella società a responsabilità limitata la nomina del collegio sindacale? Se per almeno un esercizio il numero dei dipendenti occupati in media risulta superiore alle cinquanta unità. In ogni caso. Se il capitale non è inferiore a centoventimila euro. Se il capitale non è inferiore a cinquantamila euro.
A norma del codice civile, la società a responsabilità limitata deve tenere, fra l'altro: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro delle decisioni degli amministratori. il libro delle cauzioni degli amministratori.
A norma del codice civile, la società a responsabilità limitata deve tenere, fra l'altro: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio. il libro dei soci. il libro delle cauzioni degli amministratori.
A norma del codice civile, la società a responsabilità limitata deve tenere, fra l'altro: il libro delle determinazioni dell'amministratore unico. il libro delle decisioni dei soci. il libro delle cauzioni degli amministratori. il libro delle partecipazioni in altre società aventi oggetto affine al proprio.
Secondo il codice civile, l'atto costitutivo può prevedere che le decisioni dei soci della società a responsabilità limitata siano adottate mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto, quando: in caso di fusione e scissione. abbiano ad oggetto la decisione di compiere operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell'oggetto sociale determinato nell'atto costitutivo. lo richiedano uno o più amministratori o un numero di soci che rappresentano almeno un terzo del capitale sociale. abbiano ad oggetto l'approvazione del bilancio e la distribuzione degli utili.
Secondo il codice civile, le decisioni dei soci della società a responsabilità limitata possono essere adottate mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto, quando: abbiano ad oggetto la nomina, se previsto nell'atto costitutivo, degli amministratori. in caso di fusione e scissione. lo richiedano uno o più amministratori o un numero di soci che rappresentano almeno un terzo del capitale sociale. abbiano ad oggetto la decisione di compiere operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell'oggetto sociale determinato nell'atto costitutivo.
Secondo il codice civile, l'atto costitutivo può prevedere che le decisioni dei soci della società a responsabilità limitata siano adottate mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto, quando: in caso di fusione e scissione. abbiano ad oggetto la decisione di compiere operazioni che comportano una sostanziale modificazione dell'oggetto sociale determinato nell'atto costitutivo. abbiano ad oggetto la nomina, nei casi previsti dalla legge, dei sindaci e del presidente del collegio sindacale. lo richiedano uno o più amministratori o un numero di soci che rappresentano almeno un terzo del capitale sociale.
Le modificazioni dell'oggetto sociale della società a responsabilità limitata sono deliberate: dall'assemblea. dai soci a maggioranza, anche non riuniti in assemblea. dai soci all'unanimità, anche non riuniti in assemblea. dal consiglio di amministrazione.
Se l'atto costitutivo non dispone diversamente l'assemblea della società a responsabilità limitata si riunisce: nella sede sociale. in una qualunque parte del territorio dell'Unione europea. in una qualunque parte del territorio dello Stato italiano. nel territorio del comune nel quale la società ha la propria sede.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, dove può riunirsi l'assemblea di una società a responsabilità limitata? Nel territorio del comune nel quale la società ha la propria sede. Nella sede sociale. In una qualunque parte del territorio dell'Unione europea. In una qualunque parte del territorio dello Stato italiano.
Secondo il codice civile, l'assemblea della società a responsabilità limitata delibera con il voto favorevole dei soci che rappresentano almeno la metà del capitale sociale, quando: la delibera ha ad oggetto la nomina dei sindaci. la delibera ha ad oggetto questioni attinenti alla gestione della società riservate alla sua competenza dall'atto costitutivo. la delibera ha ad oggetto la nomina degli amministratori. la delibera ha ad oggetto il trasferimento della sede all'estero.
Salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo, l'assemblea di una società a responsabilità limitata deve essere convocata dagli amministratori con: avviso pubblicato mediante affissione presso la sede sociale. raccomandata spedita ai soci almeno otto giorni prima dell'adunanza, nel domicilio risultante dal libro dei soci. raccomandata spedita ai soci almeno quindici giorni prima della adunanza, nel domicilio risultante dal libro dei soci. avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale almeno quindici giorni prima dell'adunanza.
Nella società a responsabilità limitata le decisioni dei soci assunte con la partecipazione di soci che hanno un interesse in conflitto con quello della società, sono impugnabili? Si in ogni caso, qualora siano state assunte con la partecipazione determinante dei soci in conflitto d'interessi. Sì, qualora il conflitto d'interessi sia stato denunciato in assemblea. Sì, qualora possano recare danno alla società e siano state assunte con la partecipazione determinante dei soci in conflitto d'interessi. Sì, qualora il conflitto d'interessi riguardi i soci amministratori.
La deliberazione assembleare di una società a responsabilità limitata, presa con il voto determinante di soci che abbiano un interesse in conflitto con quello della società, qualora possa recare danno alla società, è: inesistente. nulla. inefficace. annullabile.
Quando risulta che il capitale sociale di una società a responsabilità limitata è diminuito di oltre un terzo per perdite, senza per questo ridursi al di sotto del minimo legale, gli amministratori devono: convocare l'assemblea straordinaria per ridurre necessariamente il capitale sociale. far predisporre una perizia da sottoporre all'assemblea che approva il successivo bilancio. convocare senza indugio l'assemblea per gli opportuni provvedimenti. chiedere al tribunale di emettere un decreto di riduzione del capitale sociale.
In quale tra i seguenti casi il codice civile prevede che gli amministratori di una società a responsabilità limitata devono senza indugio convocare l'assemblea? Quando, entro i primi tre esercizi sociali, la riserva legale non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale. Quando risulta che il capitale è esuberante per il conseguimento dell'oggetto sociale. Quando ne è fatta domanda da tanti soci che rappresentino almeno il ventesimo del capitale sociale. Quando risulta che il capitale è diminuito di oltre un terzo in conseguenza di perdite.
Se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al di sotto del minimo stabilito di diecimila euro, gli amministratori di una società a responsabilità limitata devono senza indugio: convocare il collegio sindacale, ma non l'assemblea dei soci. provvedere al pagamento di tutti i creditori sociali a misura che si presentano, anche per debiti non ancora scaduti. convocare l'assemblea dei soci. intraprendere nuove operazioni.
Se in una società a responsabilità limitata con capitale di cinquantamila euro quest'ultimo si riduce per perdite al di sotto del minimo legale, gli amministratori devono senza indugio: chiedere al presidente del tribunale lo scioglimento della società. convocare l'assemblea per deliberare la riduzione del capitale e il contemporaneo aumento del medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo, o la trasformazione della società. esclusivamente darne comunicazione al collegio sindacale. nominare uno o più liquidatori.
In quale dei seguenti tipi di società il venir meno della pluralità di soci per oltre sei mesi non determina, a norma del codice civile, lo scioglimento della società? Nella società in nome collettivo. Nella società a responsabilità limitata. Nella società in accomandita semplice. Nella società semplice.
Tra le cause di scioglimento della società per azioni espressamente previste dal codice civile è compresa: la mancata ripartizione degli utili protratta per oltre tre esercizi. la rinuncia all'ufficio da parte del collegio sindacale. la continuata inattività dell'assemblea. la rinuncia all'ufficio da parte dell'organo amministrativo.
Gli amministratori di una società in accomandita per azioni, quando si è verificato un fatto che determina lo scioglimento della società: conservano il potere di gestire la società, ai soli fini della conservazione dell'integrità e del valore del patrimonio sociale, fino al momento della consegna ai liquidatori ex art. 2487 bis c.c.. devono, nel termine di trenta giorni, convocare l'assemblea, perché deliberi la revoca dello stato di liquidazione. devono, nel termine di trenta giorni, chiedere la cancellazione della società dal registro delle imprese. devono, nel termine di trenta giorni, predisporre il bilancio finale di liquidazione.
Quali conseguenze comporta per gli amministratori di una società per azioni il fatto che, verificatosi un evento che determina lo scioglimento della società, essi compiano od omettano atti in violazione del dovere di gestire la società ai soli fini della conservazione dell'integrità e del valore del patrimonio sociale? La responsabilità personale e solidaleper i danni alla società, ai soci, ai creditori sociale ed ai terzi. L'obbligo di convocare senza indugio l'assemblea per la ratifica. Il solo obbligo di comunicazione immediata al collegio sindacale. Nessuna.
Gli amministratori di una società per azioni, quando si è verificato un fatto che determina lo scioglimento della società: conservano il potere di gestire la società, ai soli fini della conservazione dell'integrità e del valore del patrimonio sociale, fino al momento della consegna ai liquidatori ex art. 2487 bis c.c.. devono, nel termine di trenta giorni, convocare l'assemblea, perché deliberi la revoca dello stato di liquidazione. devono, nel termine di trenta giorni, predisporre il bilancio finale di liquidazione. devono, nel termine di trenta giorni, chiedere la cancellazione della società dal registro delle imprese.
Gli amministratori di una società a responsabilità limitata, quando si è verificato un fatto che determina lo scioglimento della società: conservano il potere di gestire la società, ai soli fini della conservazione dell'integrità e del valore del patrimonio sociale, fino al momento della consegna ai liquidatori ex art. 2487 bis c.c.. devono, nel termine di trenta giorni, convocare l'assemblea, perché deliberi la revoca dello stato di liquidazione. devono, nel termine di trenta giorni, chiedere la cancellazione della società dal registro delle imprese. devono, nel termine di trenta giorni, predisporre il bilancio finale di liquidazione.
A chi spetta la nomina dei liquidatori di una società per azioni? Al presidente del tribunale del luogo nel quale la società ha sede, adito ai sensi dell'art. 700 e ss. c.p.c. dai soci, dagli amministratori o dai sindaci. Agli amministratori, salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo. All'assemblea, salvo che l'atto costitutivo o lo statuto dispongano in materia. Inderogabilmente all'assemblea.
A chi spetta la nomina dei liquidatori di una società a responsabilità limitata? Agli amministratori, salvo diversa disposizione dell'atto costitutivo. All'assemblea, salvo che l'atto costitutivo o lo statuto dispongano in materia. Al presidente del tribunale del luogo nel quale la società ha sede, adito ai sensi dell'art. 700 e ss. c.p.c. dai soci, dagli amministratori o dai sindaci. Inderogabilmente all'assemblea.
I libri sociali di una società per azioni a liquidazione ultimata e compiuto il deposito delle somme non riscosse dai soci: devono essere conservati per dieci anni presso la persona designata dalla maggioranza. devono essere depositati e conservati per dieci anni presso l'ufficio del registro delle imprese. devono essere conservati per dieci anni dai liquidatori o da uno di loro che abbia sottoscritto il bilancio finale di liquidazione. possono essere distrutti immediatamente.
La deliberazione di trasformazione di una società in accomandita semplice in società per azioni deve risultare: da atto pubblico. da scrittura privata autenticata. da scrittura privata. da atto pubblico, salvo che la trasformazione sia decisa entro due anni dalla costituzione.
La deliberazione di trasformazione di una società in accomandita semplice in società a responsabilità limitata deve risultare: da atto pubblico, salvo che la trasformazione sia decisa entro due anni dalla costituzione. da atto pubblico. da scrittura privata. da scrittura privata autenticata.
La deliberazione di trasformazione di una società in nome collettivo in società a responsabilità limitata deve risultare: da atto pubblico, salvo che la trasformazione sia decisa entro due anni dalla costituzione. da scrittura privata autenticata. da atto pubblico. da scrittura privata.
La deliberazione di trasformazione di una società in nome collettivo in società in accomandita per azioni deve risultare: da atto pubblico, salvo che la trasformazione sia decisa entro due anni dalla costituzione. da atto pubblico. da scrittura privata autenticata. da scrittura privata.
La deliberazione di trasformazione di una società in accomandita semplice in società in accomandita per azioni deve risultare: da atto pubblico. da scrittura privata autenticata. da atto pubblico, salvo che la trasformazione sia decisa entro due anni dalla costituzione. da scrittura privata.
La deliberazione di trasformazione di una società in nome collettivo in società per azioni deve risultare: da atto pubblico. da scrittura privata. da scrittura privata autenticata. da atto pubblico, salvo che la trasformazione sia decisa entro due anni dalla costituzione.
Una comunione d'azienda può trasformarsi in società per azioni? Sì, con deliberazione assunta all'unanimità. Sì, previa autorizzazione dell'Autorità governativa. Sì, se l'azienda occupa più di duecento dipendenti. No, in nessun caso.
Una fondazione può trasformarsi in società per azioni? Sì, se l'atto di fondazione lo prevede. Sì, se la trasformazione è disposta dall'autorità governativa, su proposta dell'organo competente. Sì, con deliberazione assunta all'unanimità dall'organo amministrativo. No, in nessun caso.
Gli accomandatari di una società in accomandita semplice, di cui è stata deliberata la trasformazione in società per azioni, sono liberati dalla responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali sorte prima degli adempimenti pubblicitari richiesti: per effetto della deliberazione, a condizione che la delibera venga portata a conoscenza dei creditori sociali senza indugio. per effetto della iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese e degli ulteriori adempimenti pubblicitari richiesti, a condizione che risulti, o si presuma ai sensi di legge, il consenso alla trasformazione da parte dei creditori sociali. per effetto della iscrizione nel registro delle imprese della deliberazione, a condizione che i creditori sociali non abbiano fatto opposizione alla trasformazione nei tre mesi successivi al deposito stesso. solo con l'estinzione delle obbligazioni.
I soci di una società in nome collettivo, di cui è stata deliberata la trasformazione in società per azioni, sono liberati dalla responsabilità illimitata per le obbligazioni sociali sorte prima degli adempimenti pubblicitari richiesti: solo con l'estinzione delle obbligazioni. per effetto della deliberazione, a condizione che la delibera venga portata a conoscenza dei creditori sociali senza indugio. per effetto della iscrizione nel registro delle imprese della deliberazione, a condizione che i creditori sociali non abbiano fatto opposizione alla trasformazione nei tre mesi successivi al deposito stesso. per effetto della iscrizione della deliberazione nel registro delle imprese e degli ulteriori adempimenti pubblicitari richiesti, a condizione che risulti, o si presuma ai sensi di legge, il consenso alla trasformazione da parte dei creditori sociali.
Una società per azioni può trasformarsi in comunione d'azienda? No, in nessun caso. Sì, con deliberazione assunta dall'assemblea straordinaria a maggioranza semplice. Sì, con deliberazione assunta con il voto favorevole dei due terzi degli aventi diritto. Sì, con deliberazione assunta all'unanimità.
Nel caso di trasformazione di una società in nome collettivo in società per azioni, il socio che non ha concorso alla decisione può? Far risultare mediante apposita iscrizione nel registro delle imprese il suo dissenso. Recedere dalla società. Chiedere una seconda deliberazione dei soci. Pretendere il risarcimento dei danni derivanti dalla trasformazione.
È necessario che la deliberazione di trasformazione di una società in nome collettivo in società per azioni sia accompagnata da una relazione di stima dei valori attuali dell'attivo e del passivo? Sì, in ogni caso. Solo se il capitale sociale della società in nome collettivo sia inferiore a centomila euro. Solo se la società in nome collettivo sia proprietaria di immobili. Solo qualora la delibera preveda anche l'aumento del capitale sociale da attuare mediante conferimento di beni in natura o di crediti.
Salvo diversa disposizione del contratto sociale, la deliberazione di trasformazione di una società in nome collettivo in società a responsabilità limitata richiede: il consenso della maggioranza dei soci, determinata in misura proporzionale ai conferimenti. il consenso di tutti i soci all'unanimità. il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascuno negli utili. il consenso della maggioranza dei due terzi dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascuno negli utili.
È consentita la fusione ad una società a responsabilità limitata in liquidazione? Sì, purché venga eseguita mediante la costituzione di una società nuova. Sì, in ogni caso. Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo. No, mai.
È consentita la fusione ad una società in nome collettivo in liquidazione? Sì, purché le società partecipanti alla fusione siano tutte società di persone. No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo.
È consentita la fusione ad una società in accomandita semplice in liquidazione? Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo. No, mai. Sì, purché le società partecipanti alla fusione siano tutte società di persone. Sì, in ogni caso.
È consentita la fusione ad una società in accomandita per azioni in liquidazione? No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo. Sì, salvo che la società abbia in corso un prestito obbligazionario.
È consentita la fusione ad una società per azioni in liquidazione? Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo. No, mai. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che la società abbia in corso un prestito obbligazionario.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. la data dalla quale le azioni assegnate dalla società incorporante partecipano agli utili. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Il progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, indicare: le modalità di assegnazione delle azioni della società incorporante. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la data dalla quale le azioni assegnate dalla società incorporante partecipano agli utili. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in un'altra società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. la data dalla quale le azioni assegnate dalla società incorporante partecipano agli utili. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il rapporto di cambio delle quote.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve fra l'altro risultare: il rapporto di cambio delle azioni. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il rapporto di cambio delle azioni. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in un'altra società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il rapporto di cambio delle azioni.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in un'altra società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il rapporto di cambio delle quote. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Il progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, indicare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. le modalità di assegnazione delle azioni della società incorporante. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. la data dalla quale le azioni assegnate dalla società incorporante partecipano agli utili. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Il progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, indicare: le modalità di assegnazione delle quote della società incorporante. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Il progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in un'altra società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, indicare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. le modalità di assegnazione delle azioni della società incorporante. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in un'altra società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: l'atto costitutivo della società incorporante, con le eventuali modificazioni derivanti dalla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la data dalla quale le quote assegnate dalla società incorporante partecipano agli utili. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in un'altra società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. l'atto costitutivo della società incorporante, con le eventuali modificazioni derivanti dalla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in un'altra società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. la data dalla quale le quote assegnate dalla società incorporante partecipano agli utili.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la data a decorrere dalla quale le operazioni della società incorporanda sono imputate al bilancio della società incorporante.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la data a decorrere dalla quale le operazioni della società incorporanda sono imputate al bilancio della società incorporante. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la data a decorrere dalla quale le operazioni della società incorporanda sono imputate al bilancio della società incorporante.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la data a decorrere dalla quale le operazioni della società incorporanda sono imputate al bilancio della società incorporante. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in un'altra società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la data a decorrere dalla quale le operazioni della società incorporanda sono imputate al bilancio della società incorporante. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in un'altra società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la data a decorrere dalla quale le operazioni della società incorporanda sono imputate al bilancio della società incorporante. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione di società per azioni deve, fra l'altro, in ogni caso risultare: i nomi degli amministratori delle società partecipanti alla fusione. la sede delle società partecipanti alla fusione. i nomi dei soci delle società partecipanti alla fusione. la durata di tutte le società partecipanti alla fusione.
Il progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, indicare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. le modalità di assegnazione delle azioni della società incorporante. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Il progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in un'altra società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, indicare: le modalità di assegnazione delle quote della società incorporante. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in un'altra società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la denominazione delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda, in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il tipo delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il tipo delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il tipo delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il tipo delle società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in un'altra società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il tipo delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in un'altra società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il tipo delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. la denominazione delle società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. la denominazione delle società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. la denominazione delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il rapporto di cambio delle quote. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in un'altra società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. la denominazione delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. l'atto costitutivo della società incorporante, con le eventuali modificazioni derivanti dalla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. la sede delle società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la sede delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la sede delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la sede delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in un'altra società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la sede delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in un'altra società a responsabilità limitata che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la sede delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: l'atto costitutivo della società incorporante, con le eventuali modificazioni derivanti dalla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società a responsabilità limitata in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. l'atto costitutivo della società incorporante, con le eventuali modificazioni derivanti dalla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: l'atto costitutivo della società incorporante, con le eventuali modificazioni derivanti dalla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione.
Dal progetto di fusione per l'incorporazione di una società per azioni in una società in accomandita per azioni che non possiede interamente il capitale dell'incorporanda in ogni caso deve, fra l'altro, risultare: la denominazione delle società partecipanti alla fusione. la durata di entrambe le società partecipanti alla fusione. il nominativo dei dieci maggiori soci delle società partecipanti alla fusione. il termine per il perfezionamento dell'atto di fusione.
La deliberazione di fusione di società deve essere depositata per l'iscrizione nel registro delle imprese insieme, tra l'altro: alla copia delle ultime tre dichiarazioni dei redditi delle società partecipanti alla fusione. al progetto di fusione. alla dichiarazione di consenso dei creditori sociali. ai bilanci degli ultimi cinque esercizi.
Quali tra i creditori anteriori al deposito del progetto di fusione possono fare opposizione alla fusione per incorporazione? Solo i creditori della società incorporanda. Solo i creditori della società incorporante. Tutti i creditori delle società che vi partecipano, anteriori all'iscrizione del progetto di fusione nel registro delle imprese. Solo i creditori della società incorporanda che sia una società in nome collettivo o una società in accomandita semplice.
Qualora una società per azioni abbia emesso obbligazioni convertibili in azioni, può deliberare la fusione con altra società per azioni? Sì, senza alcun adempimento preliminare. Sì, ma agli obbligazionisti deve essere data facoltà di esercitare il diritto di conversione con le modalità ed entro i termini previsti dalla legge. Sì, previa autorizzazione del tribunale, il quale deve verificare che siano costituite idonee garanzie a favore degli obbligazionisti. No, mai, sino a che le obbligazioni non siano interamente rimborsate.
L'atto di fusione deve essere fatto nella forma di atto pubblico? Solo quando tutte le società partecipanti alla fusione siano società per azioni, in accomandita per azioni od a responsabilità limitata. Tutte le volte che le società estinte per effetto della fusione siano proprietarie di beni immobili. Sì, sempre. Solo se la fusione dà luogo alla costituzione di una società nuova che sia una società per azioni, in accomandita per azioni od a responsabilità limitata.
L'atto di fusione deve essere depositato, a cura del notaio o degli amministratori, nell'ufficio del registro delle imprese: del luogo ove è posta la sede della società incorporante o risultante dalla fusione, del luogo ove avevano sede le società estinte e altresì del luogo ove sono posti gli immobili delle società estinte. solo del luogo ove è posta la sede della società incorporante o risultante dalla fusione. dei luoghi ove è posta la sede delle società partecipanti alla fusione, di quella che ne risulta o della società incorporante. solo del luogo ove avevano la sede le società estinte.
Nel caso di fusione per incorporazione, la società incorporante assume i diritti e gli obblighi della società incorporata? Non assume i diritti di credito nei confronti di quei debitori cui non sia stato notificato l'atto di fusione. Sì, sempre. Non assume le obbligazioni nei confronti dei creditori che hanno fatto opposizione. Non assume le obbligazioni delle società incorporate che siano società in nome collettivo o società in accomandita semplice.
È consentita la partecipazione alla scissione ad una società in accomandita semplice in liquidazione? Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo. No, mai. Sì, purché le società partecipanti alla scissione siano tutte società di persone. Sì, in ogni caso.
È consentita la partecipazione alla scissione ad una società in accomandita per azioni in liquidazione? Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo. No, mai. Sì, salvo che la società abbia in corso un prestito obbligazionario. Sì, in ogni caso.
È consentita la partecipazione alla scissione ad una società in nome collettivo in liquidazione? Sì, purché le società partecipanti alla scissione siano tutte società di persone. Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo. No, mai. Sì, in ogni caso.
È consentita la partecipazione alla scissione ad una società a responsabilità limitata in liquidazione? No, mai. Sì, purché si esegua mediante trasferimento dell'intero suo patrimonio a più società preesistenti. Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo. Sì, in ogni caso.
È consentita la partecipazione alla scissione ad una società per azioni in liquidazione? No, mai. Sì, salvo che la società abbia in corso un prestito obbligazionario. Sì, in ogni caso. Sì, purché non abbia iniziato la distribuzione dell'attivo.
Nelle società cooperative possono le quote di partecipazione essere rappresentate da azioni? No. Sì, purché si tratti di società cooperativa il cui bilancio sia assoggettato per legge alla certificazione da parte di società di revisione. Sì, purché il capitale sociale non sia inferiore a centomila euro. Sì.
La procura per costituire una società cooperativa deve essere conferita: per atto pubblico. con una qualsiasi forma scritta. per scrittura privata autenticata. verbalmente.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese. la residenza dei soci. il comune dove è posta la sede della società. il numero di partita I.V.A. della società.
A norma del codice civile, la società cooperativa deve costituirsi per: scrittura privata. scrittura privata autenticata. atto pubblico. atto pubblico o scrittura privata autenticata.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: il numero di partita I.V.A. della società. il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese. il domicilio dei soci. la residenza dei soci.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: il numero di partita I.V.A. della società. la residenza dei soci. il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese. la cittadinanza dei soci.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: la residenza dei soci. la denominazione della società. il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese. il numero di partita I.V.A. della società.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: il numero di partita I.V.A. della società. la residenza dei soci. le eventuali sedi secondarie della società. il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: la residenza dei soci. il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese. il numero di partita I.V.A. della società. l'oggetto sociale.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese. il numero di partita I.V.A. della società. la quota di capitale sottoscritta da ciascun socio. la residenza dei soci.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: la residenza dei soci. il numero degli amministratori. il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese. il numero di partita I.V.A. della società.
L'atto costitutivo della società cooperativa deve, fra l'altro, indicare: solo il cognome e il nome dei componenti del collegio dei probiviri. solo il numero, il cognome ed il nome, la data e il luogo di nascita dei componenti del collegio sindacale. il numero degli amministratori e i loro poteri, indicando quali tra essi hanno la rappresentanza sociale. solo il numero degli amministratori.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società cooperativa deve, tra l'altro, indicare: il numero di iscrizione della società presso il registro delle imprese. il numero di partita I.V.A. della società. il numero dei componenti il collegio sindacale. la residenza dei soci.
Nella società cooperativa, può il capitale sociale non essere determinato in un ammontare prestabilito? No, a meno che si tratti di cooperativa sociale. No, in nessun caso. No, a meno che l'atto costitutivo preveda espressamente tale possibilità. Sì.
A norma del codice civile, la variazione del numero dei soci di società cooperativa: importa necessariamente modificazione dell'atto costitutivo. importa modificazione dell'atto costituivo solo se si tratta di soci persone giuridiche. non importa modificazione dell'atto costitutivo. importa modificazione dell'atto costitutivo solo se si tratta di soci fondatori.
A norma del codice civile, la variazione del numero dei soci di società cooperativa: non importa modificazione dell'atto costitutivo. importa modificazione dell'atto costitutivo solo se si tratta di soci cooperatori. importa necessariamente modificazione dell'atto costitutivo. importa modificazione dell'atto costituivo solo se si tratta di soci sovventori.
In una società cooperativa può variare il numero dei soci? Sì, ma solo previa autorizzazione dell'autorità governativa competente. Sì, ma la variazione importa modificazione dell'atto costitutivo. No. Sì, e la variazione non importa modificazione dell'atto costitutivo.
Le quote di una società cooperativa possono essere liberamente cedute con effetto verso la società medesima? No, se la cessione non è autorizzata dagli amministratori. No, mai. Sì, ed il trasferimento ha effetto di fronte alla società dal momento dell'iscrizione nel libro soci. Sì, ma solo a seguito del mancato esercizio del diritto di prelazione da parte dei soci.
Eccettuato il caso di azioni o di quote alle quali sia connesso l'obbligo di prestazioni accessorie, nel silenzio dell'atto costitutivo o dello statuto, in che tipo di società le azioni o le quote non possono essere cedute con effetto verso la società stessa se la cessione non è autorizzata dagli amministratori? Nella società a responsabilità limitata. Nella società cooperativa. Nella società per azioni. Nella società in accomandita per azioni.
Se il socio di una società cooperativa non esegue in tutto o in parte il pagamento delle quote o delle azioni sottoscritte: può, previa intimazione da parte degli amministratori, essere escluso dalla società. può essere privato del diritto di voto su decisione unanime degli amministratori. non può in nessun caso essere escluso dalla società. deve recedere dalla società.
A norma del codice civile, in caso di morte del socio di una società cooperativa, la società continua con gli eredi del socio defunto? Sì, anche in assenza di un'apposita pattuizione nell'atto costitutivo. Sì, salvo che gli eredi preferiscano richiedere la liquidazione della quota o il rimborso delle azioni del socio defunto, non potendosi nell'atto costitutivo disporre diversamente. No, salvo che il subingresso sia autorizzato dagli amministratori, anche in assenza di una apposita pattuizione nell'atto costitutivo. No, salvo che l'atto costitutivo disponga la continuazione della società con gli eredi, provvisti dei necessari requisiti.
Il creditore particolare di un socio di una società cooperativa può agire esecutivamente sulla quota o sulle azioni del socio debitore finché dura la società? Sì, ma solo previa autorizzazione della maggioranza dei soci. No. Sì. No, può solo chiedere direttamente la liquidazione della quota.
Nell'assemblea straordinaria di una società cooperativa hanno diritto di voto: coloro che risultino iscritti nel libro dei soci almeno cinque giorni prima di quello fissato per l'assemblea. coloro che risultino iscritti nel libro dei soci il giorno fissato per l'assemblea, indipendentemente dall'epoca dell'iscrizione. coloro che risultino iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci. coloro che risultino iscritti da almeno un anno nel libro dei soci.
Nell'assemblea ordinaria di una società cooperativa hanno diritto di voto: coloro che risultino iscritti da almeno novanta giorni nel libro dei soci. coloro che risultino iscritti nel libro dei soci il giorno fissato per l'assemblea, indipendentemente dall'epoca dell'iscrizione. coloro che risultino iscritti da almeno un anno nel libro dei soci. coloro che risultino iscritti nel libro dei soci almeno cinque giorni prima di quello fissato per l'assemblea.
L'assemblea separata della società cooperativa deve essere convocata: in una qualunque parte del territorio dello Stato italiano. nel luogo stabilito dall'atto costitutivo. nel territorio della provincia nella quale la società ha la propria sede. nel territorio della regione nel quale la società ha la propria sede.
Tra quali soggetti va scelta la maggioranza degli amministratori di una società cooperativa? Tra persone fisiche che abbiano compiuto almeno i ventuno anni di età. Tra i soci cooperatori ovvero tra le persone indicate dai soci cooperatori persone giuridiche. Tra gli iscritti agli albi professionali individuati da apposito decreto ministeriale. Tra coloro che hanno svolto attività di amministratore di persone giuridiche per almeno cinque anni.
Le società cooperative sono soggette al fallimento? Sì, nel solo caso in cui non abbiano depositato i bilanci degli ultimi due anni. No, mai. Sì, se svolgono un'attività commerciale, salve le disposizioni delle leggi speciali. Sì, sempre.
Con il contratto di associazione in partecipazione l'associante attribuisce all'associato: una partecipazione agli utili di una propria attività che deve necessariamente costituire un'impresa non commerciale. una partecipazione agli utili di una propria attività che deve necessariamente costituire un'impresa commerciale. una partecipazione agli utili della sua impresa o di uno o più affari verso il corrispettivo di un determinato apporto. una partecipazione agli utili di una propria attività che deve necessariamente costituire un'impresa.
Quale forma è prescritta dal codice civile per la stipulazione del contratto di associazione in partecipazione? In ogni caso la forma scritta per fini di prova. In ogni caso l'atto pubblico. In ogni caso la forma scritta a pena di nullità. Nessuna, salvo quella eventualmente richiesta dal tipo di apporto dell'associato.
Tizio e Caio intendono stipulare un contratto mediante il quale il primo acquisisce una partecipazione agli utili nell'impresa del secondo in ragione della percentuale del cinquanta per cento verso il trasferimento, a titolo di apporto, della proprietà di un appartamento. Quale forma è prescritta, a norma del codice civile, per la conclusione del contratto? La forma scritta, a pena di nullità. La forma scritta, per soli fini probatori. Nessuna forma vincolante. L'atto pubblico, a pena di nullità.
Nell'associazione in partecipazione l'associante può attribuire partecipazioni per la stessa impresa o per lo stesso affare ad altre persone senza il consenso dei precedenti associati? No, salvo che l'associato sia una persona incapace di agire. No, salvo patto contrario. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo qualora l'associante sia una società.
Tizio ha stipulato con Caio un contratto di associazione in partecipazione, in forza del quale ha acquisito la partecipazione in ragione del venti per cento agli utili prodotti dall'impresa di quest'ultimo. A Caio si prospetta ora l'opportunità di ripetere l'operazione con Sempronio, alle medesime condizioni. Può egli, a quest'ultimo fine, prescindere dal consenso di Tizio? Sì, purché Tizio abbia eseguito un apporto di valore non superiore a quello che andrà ad eseguire Sempronio. No, in nessun caso. Sì. No, salvo che Tizio e Caio abbiano pattuito tale possibilità nel contratto tra loro stipulato.
Quali diritti attribuisce la legge all'associato in partecipazione in relazione alla gestione dell'impresa o dell'affare dell'associante per cui gli è stata attribuita la partecipazione agli utili? Nessun diritto. Il diritto di concorrere nella gestione, limitatamente al compimento di tutti gli atti di straordinaria amministrazione. Il diritto al rendiconto dell'affare compiuto, o a quello annuale della gestione se questa si protrae per più di un anno. Il diritto di veto in ordine al compimento di qualsiasi atto di straordinaria amministrazione.
Salvo patto contrario, nel contratto di associazione in partecipazione in quale misura l'associato partecipa alle perdite relative all'impresa o all'affare dell'associante per il quale gli è stata attribuita la partecipazione agli utili? Nella stessa misura in cui partecipa agli utili, anche oltre i limiti del valore dell'apporto dato. Illimitatamente. Nella stessa misura dell'associante. Nella stessa misura in cui partecipa agli utili, ma nei limiti del valore dell'apporto dato.
È ammissibile, a norma del codice civile, un contratto mediante il quale un contraente, verso il corrispettivo di un determinato apporto, attribuisce la partecipazione agli utili di una sua impresa senza partecipazione alle perdite? No. Sì. Sì, ma solo se colui che attribuisce la partecipazione sia una persona fisica. Sì, ma solo se colui che riceve la partecipazione sia una persona fisica.
È ammissibile, a norma del codice civile, un contratto mediante il quale un contraente attribuisce all'altro la partecipazione agli utili e alle perdite della sua impresa, senza il corrispettivo di un determinato apporto? Sì, ma solo qualora colui che attribuisce la partecipazione sia una persona fisica. Sì. No. Sì, ma solo qualora colui che riceve la partecipazione sia una persona fisica.
Secondo la definizione del codice civile l'azienda è: il nome che distingue l'attività dell'imprenditore. il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa. l'attività dell'imprenditore. l'emblema che distingue l'attività dell'imprenditore.
A norma del codice civile, per le imprese soggette a registrazione, salva l'osservanza delle forme stabilite dalla legge per il trasferimento dei singoli beni che compongono l'azienda o per la particolare natura del contratto, i contratti aventi per oggetto il trasferimento della proprietà o il godimento dell'azienda: devono essere provati per iscritto solo quando il valore della azienda sia pari o superiore a centomila euro. devono essere provati per iscritto. possono essere provati con ogni mezzo. devono essere provati per iscritto solo quando il valore dell'azienda sia pari o superiore a diecimila euro.
Nel caso di affitto di azienda commerciale, il locatore deve astenersi dall'iniziare una nuova impresa che per l'oggetto, l'ubicazione o altre circostanze sia idonea a sviare la clientela dell'azienda: per tutta la vita del locatore. per la durata dell'affitto. solo se espressamente pattuito nel contratto di affitto e per il periodo ivi stabilito. per il periodo di cinque anni dalla data del contratto di affitto.
Nel contratto di alienazione di un'azienda commerciale entro quali limiti temporali deve essere contenuta l'eventuale clausola di divieto della concorrenza nei confronti del permutante? Il divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante, anche per la durata della sua vita, può essere pattuito nella vendita di azienda, ma non nella permuta; il contratto di permuta che contenga un divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante dell'azienda è nullo. La durata del divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante può essere commisurata alla sua vita; se nel patto non è stabilita la durata, il divieto vale per il periodo di dieci anni dal trasferimento. Il divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante non può eccedere la durata di cinque anni dal trasferimento; se nel patto è indicata una durata maggiore, il divieto si ha come non apposto. Il divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante non può eccedere la durata di cinque anni dal trasferimento; se nel patto è indicata una durata maggiore, il divieto vale per il periodo di cinque anni dal trasferimento.
In quali limiti temporali vale il divieto di concorrenza nei confronti del concedente e a favore dell'affittuario di un'azienda commerciale? Il divieto di concorrenza vale nei confronti del locatore per la durata dell'affitto. Il divieto di concorrenza vale nei confronti del locatore per il periodo di cinque anni a decorrere dalla scadenza dell'affitto. Il divieto di concorrenza vale nei confronti del locatore per il periodo di cinque anni dalla data del contratto di affitto. Il divieto di concorrenza non vale nei confronti del locatore.
Tizio ha concesso in affitto a Caio la propria azienda commerciale per la durata di dieci anni. Decorsi sei anni dalla conclusione del contratto, si prospetta per Tizio l'opportunità di intraprendere una nuova attività avente il medesimo oggetto ed ubicata nella medesima via dell'azienda affittata. Per intraprendere tale attività senza rendersi inadempiente deve Tizio ottenere il consenso di Caio, considerato che nel contratto di affitto nulla è stato previsto al riguardo? Sì, in ogni caso. No, ma a condizione che nell'esercizio della nuova impresa Tizio si avvalga di un institore. No, in ogni caso. No, ma a condizione che nell'esercizio della nuova impresa Tizio non si avvalga di più di quindici dipendenti.
In quali limiti temporali vale il divieto di concorrenza nei confronti del nudo proprietario e a favore dell'usufruttuario di un'azienda commerciale? Il divieto di concorrenza vale nei confronti del nudo proprietario per la durata dell'usufrutto. Il divieto di concorrenza vale nei confronti del nudo proprietario per il periodo di cinque anni dalla data della costituzione dell'usufrutto. Il divieto di concorrenza non vale nei confronti del nudo proprietario. Il divieto di concorrenza vale nei confronti del nudo proprietario per il periodo di cinque anni a decorrere dall'estinzione dell'usufrutto.
Nel contratto di vendita di un'azienda commerciale entro quali limiti temporali deve essere contenuta l'eventuale clausola di divieto della concorrenza nei confronti dell'alienante? Il divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante non può eccedere la durata di cinque anni dal trasferimento; se nel patto è indicata una durata maggiore, il divieto vale per il periodo di cinque anni dal trasferimento. Il divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante non può eccedere la durata di cinque anni dal trasferimento; se nel patto è indicata una durata maggiore, il divieto si ha come non apposto. È nullo il contratto di cessione di azienda che contenga un divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante. La durata del divieto di concorrenza nei confronti dell'alienante può essere commisurata alla sua vita; se nel patto non è stabilita la durata, il divieto vale per il periodo di dieci anni dal trasferimento.
Tizio, imprenditore commerciale, ha venduto a Caio la propria azienda. Successivamente si prospetta allo stesso Tizio la possibilità di intraprendere una nuova impresa avente il medesimo oggetto, situata nella medesima via dell'azienda ceduta a Caio. Può Tizio intraprendere questa nuova attività senza il consenso di Caio? Sì, salvo che Caio abbia già adempiuto integralmente alle obbligazioni che gli derivavano dal contratto di vendita dell'azienda. No, salvo che siano trascorsi almeno cinque anni dall'alienazione dell'azienda a Caio. Sì, in ogni caso. No, mai.
A norma del codice civile, chi aliena un'azienda commerciale: deve astenersi, per tutta la durata della propria vita, dall'iniziare qualsiasi nuova impresa. deve astenersi, per il periodo di cinque anni dal trasferimento, dall'iniziare una nuova impresa che per l'oggetto, l'ubicazione o altre circostanze sia idonea a sviare la clientela dell'azienda ceduta. deve astenersi, per tutta la durata della propria vita, dall'iniziare una nuova impresa che per l'oggetto, l'ubicazione o altre circostanze sia idonea a sviare la clientela dell'azienda ceduta. deve astenersi, per il periodo di cinque anni dal trasferimento, dall'iniziare qualsiasi nuova impresa.
Nel caso di usufrutto di azienda commerciale, il proprietario deve astenersi dall'iniziare una nuova impresa che per l'oggetto, l'ubicazione o altre circostanze sia idonea a sviare la clientela dell'azienda: per la durata dell'usufrutto, solo se l'atto di costituzione del diritto di usufrutto stesso sia a titolo oneroso. per il periodo di cinque anni, solo se l'atto di costituzione del diritto di usufrutto sia a titolo oneroso. per il periodo di cinque anni. per la durata dell'usufrutto.
È valido il patto di astenersi dalla concorrenza per oltre cinque anni, da parte dell'alienante un'azienda commerciale? Sì, purché si tratti di alienazione a titolo oneroso. Solo se non contiene condizioni sospensive. No Sì, purché non impedisca ogni attività professionale dell'alienante.
Tizio ha venduto a Caio la propria azienda commerciale, obbligandosi, per tutta la propria vita, ad astenersi dall'esercizio di qualsiasi attività di impresa commerciale. Decorsi nove anni dal trasferimento, Tizio desidera costituire con il fratello Sempronio una società in nome collettivo avente per oggetto l'esercizio di un'attività commerciale. Deve, per evitare di rendersi inadempiente, ottenere il consenso da parte di Caio? Sì, nel caso che la costituenda società sia contratta per tutta la vita di Tizio. Sì, nel caso che Tizio partecipi personalmente alla gestione della società che intende costituire. No. Sì, in ogni caso.
L'affittuario di un'azienda subentra nei contratti che abbiano carattere personale stipulati per l'esercizio di un'azienda, qualora nulla sia pattuito al riguardo? Sì. Sì, ma il terzo contraente può recedere dal contratto entro tre mesi dalla notizia del contratto di affitto. No, salvo che abbiano durata inferiore a quella dell'affitto. No.
L'acquirente dell'azienda subentra in tutti i contratti stipulati per l'sercizio dell'azienda stessa? Se nulla è pattuito al riguardo, l'acquirente dell'azienda non subentra in alcuno dei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa, salvo che il terzo contraente lo richieda espressamente entro tre mesi dalla notizia del trasferimento. Se non è pattuito diversamente, l'acquirente dell'azienda subentra nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale. Se nulla è pattuito al riguardo, l'acquirente dell'azienda subentra in tutti i contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa, anche se abbiano carattere personale. Se nulla è pattuito al riguardo, l'acquirente dell'azienda non subentra in alcuno dei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa.
L'usufruttuario di un'azienda subentra nei contratti che abbiano carattere personale stipulati per l'esercizio dell'azienda, qualora nulla sia pattuito al riguardo? Sì. No, salvo che abbiano durata inferiore a quella dell'usufrutto. No. Sì, salvo che il terzo contraente receda dal contratto entro tre mesi dalla notizia della costituzione del diritto di usufrutto.
L'acquirente di un'azienda subentra nei contratti che abbiano carattere personale stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa, qualora nulla sia pattuito al riguardo? No. No, salvo che abbiano durata inferiore a cinque anni. Sì. Sì, salvo che il terzo contraente receda dal contratto entro tre mesi dalla notizia del trasferimento.
A norma del codice civile, in caso di cessione di azienda, se non è diversamente pattuito, l'acquirente dell'azienda subentra nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale. Entro quale termine può il terzo contraente recedere dal contratto in presenza di giusta causa? Entro cinque anni dalla notizia del trasferimento. Entro tre mesi dal giorno in cui è stato stipulato il contratto di cessione di azienda. Entro cinque anni dal giorno in cui è stato stipulato il contratto di cessione di azienda. Entro tre mesi dalla notizia del trasferimento se sussiste una giusta causa.
Tizio ha venduto a Caio la propria azienda commerciale pattuendo espressamente nel contratto che, unitamente all'azienda, si intendono trasferiti tutti i contratti in corso di esecuzione che non abbiano carattere personale; tra questi, vi è un contratto di somministrazione avente ad oggetto la fornitura periodica di beni di lusso. Il somministrante Sempronio vuole recedere dal contratto in questione. A quali condizioni può farlo? A condizione che sussista una giusta causa ed il recesso avvenga entro tre mesi dalla notizia del trasferimento. A condizione che il recesso avvenga entro tre mesi dalla stipulazione del contratto di cessione dell'azienda, indipendentemente dall'esistenza di una giusta causa. A condizione che il recesso avvenga entro tre mesi dalla notizia del trasferimento, indipendentemente dall'esistenza di una giusta causa. A condizione che sussista una giusta causa ed il recesso avvenga entro tre mesi dalla stipulazione del contratto di cessione dell'azienda.
L'acquirente di azienda commerciale subentra nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa? Sì, solo se la cessione di azienda sia avvenuta a titolo oneroso. Sì, in ogni caso e per tutti i contratti. Sì, se i contratti non abbiano carattere personale e non sia diversamente pattuito. Sì, solo se la successione nei contratti sia stata espressamente pattuita.
In quale dei seguenti casi l'acquirente d'azienda subentra nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale? Nel solo caso in cui si tratti di azienda agricola. Nel solo caso di cessione a titolo oneroso. Nel solo caso in cui si tratti di azienda commerciale. In ogni caso, salvo che sia pattuito diversamente.
In tema di cessione di azienda, in quale dei seguenti casi il terzo contraente può recedere dal contratto già stipulato con l'alienante dell'azienda stessa? Quando si tratti di azienda non commerciale. Quando si tratti di azienda commerciale. Nel caso in cui sussista una giusta causa, salvo in questo caso la responsabilità dell'alienante. Nel caso in cui l'acquirente non presti idonea garanzia reale.
A norma del codice civile, l'acquirente dell'azienda: subentra nei soli contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa che abbiano carattere personale ed è nullo ogni patto contrario. subentra nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale, se non è pattuito diversamente. non subentra in nessun caso nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa ed è nullo ogni patto contrario. subentra in tutti i contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa anche se abbiano carattere personale, se non è pattuito diversamente.
Tizio intende costituire a titolo oneroso sulla propria azienda commerciale usufrutto, per la durata di dieci anni, a favore di Caio. L'usufruttuario dell'azienda subentra per la durata dell'usufrutto in tutti i contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa? Se nulla è pattuito al riguardo, l'usufruttuario dell'azienda non subentra in alcuno dei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa. Se nulla è pattuito al riguardo, l'usufruttuario dell'azienda subentra in tutti i contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa, anche se abbiano carattere personale. Se nulla è pattuito al riguardo, l'usufruttuario dell'azienda non subentra in alcuno dei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa, salvo che il terzo contraente lo richieda espressamente entro tre mesi dalla notizia della costituzione dell'usufrutto. Se nulla è pattuito al riguardo, l'usufruttuario dell'azienda subentra nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale.
Tizio intende affittare, per la durata di sei anni, l'azienda commerciale di proprietà di Caio. L'affittuario dell'azienda subentra per la durata dell'affitto in tutti i contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa? Se non è pattuito diversamente, l'affittuario dell'azienda subentra nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale. Se nulla è pattuito al riguardo, l'affittuario dell'azienda non subentra in alcuno dei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa. Se nulla è pattuito al riguardo, l'affittuario dell'azienda subentra in tutti i contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa, anche se abbiano carattere personale. Se nulla è pattuito al riguardo, l'affittuario dell'azienda non subentra in alcuno dei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa, salvo che il terzo contraente lo richieda espressamente entro tre mesi dalla notizia del contratto di affitto.
Tizio ha venduto a Caio la propria azienda commerciale, avente per oggetto l'attività di vendita al dettaglio di capi di abbigliamento, nulla pattuendo in ordine alla successione nei contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda stessa. Tizio, prima della cessione, aveva stipulato un contratto di somministrazione con una società di distribuzione, avente ad oggetto la fornitura stagionale di un determinato quantitativo di beni. Subentra Caio in tale contratto di somministrazione? No, in ogni caso. Sì. No, salvo che Caio comunichi alla società somministrante la volontà di subentrare entro tre mesi dalla data di stipulazione del contratto di cessione d'azienda. No, salvo che il contratto di somministrazione sia stato stipulato dal venditore Tizio da oltre tre mesi.
Nel trasferimento di un'azienda commerciale, risponde dei debiti inerenti all'esercizio della stessa anteriori al trasferimento anche l'acquirente: se i debiti risultano da atto avente data certa anteriore alla cessione. se la cessione non è stata notificata ai creditori o questi si sono opposti entro tre mesi dall'avvenuta notificazione. se la cessione non è stata notificata ai creditori e non risulta che questi vi abbiano consentito. se i debiti risultano dai libri contabili obbligatori.
In caso di cessione di azienda, l'alienante è liberato dai debiti inerenti all'esercizio dell'azienda ceduta anteriori al trasferimento: se non vi sia stata opposizione da parte dei creditori entro tre mesi dall'iscrizione della cessione nel registro delle imprese. se risulta che i creditori vi hanno consentito. se si tratta di cessione di azienda non commerciale. se la cessione sia stata notificata ai creditori e questi non si siano opposti entro tre mesi.
In quale dei seguenti casi l'acquirente di un'azienda risponde dei debiti inerenti all'esercizio dell'azienda ceduta anteriori al trasferimento? Quando si tratta di azienda agricola e i debiti risultano da atto avente data certa anteriore alla cessione. Quando si tratta di azienda commerciale, indipendentemente dal fatto che i debiti risultino da atto avente data certa o dalle scritture contabili obbligatorie. Quando si tratta di azienda commerciale e i debiti risultano dai libri contabili obbligatori. Quando si tratta di azienda commerciale e i debiti risultano da atto avente data certa anteriore alla cessione.
In caso di cessione di azienda, a chi può essere chiesto, da parte dei creditori, l'adempimento dei debiti inerenti all'esercizio dell'azienda sorti anteriormente al trasferimento? In ogni caso all'alienante e, qualora si tratti di debiti risultanti dai libri contabili obbligatori e l'azienda sia commerciale, anche all'acquirente. In ogni caso all'alienante e, qualora si tratti di debiti risultanti da atti aventi data certa anteriore al trasferimento, anche all'acquirente. In ogni caso al solo alienante. In ogni caso al solo acquirente.
In caso di cessione della azienda, l'alienante è liberato dai debiti inerenti l'esercizio della stessa, anteriori al trasferimento: in ogni caso. solo per i debiti non assistiti da alcuna garanzia. solo per i debiti assistiti da garanzia reale. solo se risulta che i creditori vi hanno consentito.
Per quali debiti l'alienante di un'azienda continua a rispondere anche in seguito all'avvenuta cessione, nel caso in cui non risulti che i creditori hanno consentito alla sua liberazione? Per tutti i debiti inerenti all'esercizio dell'azienda sorti anteriormente all'iscrizione nel registro delle imprese dell'atto di cessione. Per tutti i debiti inerenti all'esercizio dell'impresa in cui il creditore sia un'azienda di credito. Per tutti i debiti inerenti all'esercizio dell'azienda sorti anteriormente al trasferimento. Per tutti i debiti inerenti all'esercizio dell'azienda per i quali non sia intervenuta una notificazione al creditore.
Quale obbligo grava sull'usufruttuario di azienda in relazione alla ditta che la contraddistingue? Egli deve alienare la ditta a terzi prima di iniziare l'esercizio dell'azienda. Egli deve esercitare l'azienda sotto tale ditta. Egli deve in ogni caso astenersi dall'utilizzare tale ditta per l'esercizio da parte sua dell'azienda. Egli deve esercitare l'azienda sotto tale ditta solo previa integrazione di quest'ultima con il proprio nome.
Nel caso di costituzione di usufrutto su un'azienda commerciale può l'usufruttuario gestire l'azienda sotto una ditta diversa da quella del concedente l'usufrutto? L'usufruttuario dell'azienda deve esercitarla sotto la ditta che la contraddistingue. L'usufruttuario dell'azienda deve esercitarla sotto una ditta nuova che non crei confusione con quella utilizzata dal proprietario. L'usufruttuario dell'azienda deve esercitarla sotto una ditta nuova, salvo che abbia il medesimo cognome del proprietario. L'usufruttuario dell'azienda può a sua discrezione esercitarla sotto la stessa ditta o sotto una ditta nuova, ed il proprietario non può opporsi.
A norma del codice civile, l'usufruttuario dell'azienda, oltre che esercitare l'azienda sotto la ditta che la contraddistingue, deve fra l'altro: gestire l'azienda senza modificarne la destinazione e presentare ogni mese il rendiconto della propria gestione al nudo proprietario. gestire l'azienda senza modificarne la destinazione e in modo da conservare l'efficienza dell'organizzazione e degli impianti e le normali dotazioni di scorte. gestire l'azienda senza modificarne la destinazione ed astenersi dal compiere qualsiasi atto di alienazione delle scorte senza aver prima prestato idonea cauzione al nudo proprietario. gestire l'azienda secondo le istruzioni impartite di volta in volta dal nudo proprietario.
L'usufruttuario, se non adempie all'obbligo di gestire l'azienda senza modificarne la destinazione o se cessa arbitrariamente dalla gestione dell'azienda: compie un abuso che può comportare la cessazione del diritto di usufrutto. compie un abuso che lo espone, come unica conseguenza, al risarcimento dei danni nei confronti del nudo proprietario. compie un abuso che lo obbliga a consegnare l'azienda ad un custode nominato dall'autorità giudiziaria sempre che non preferisca, a sua scelta, risarcire i danni al nudo proprietario. compie un abuso che lo obbliga all'immediata restituzione dell'azienda al nudo proprietario sempre che non preferisca, a sua scelta, risarcirgli i danni.
Nel caso di affitto di un'azienda commerciale è tenuto l'affittuario a gestire l'azienda sotto la ditta del concedente? L'affittuario dell'azienda deve esercitarla sotto una ditta nuova, salvo che abbia il medesimo cognome del locatore. L'affittuario dell'azienda può a sua discrezione esercitarla sotto la stessa ditta o sotto una ditta nuova, ed il locatore non può opporsi. L'affittuario dell'azienda deve esercitarla sotto la ditta che la contraddistingue. L'affittuario dell'azienda deve esercitarla sotto una ditta nuova che non crei confusione con quella precedente.
L'affittuario, se non adempie all'obbligo di gestire l'azienda senza modificarne la destinazione o se cessa arbitrariamente dalla gestione dell'azienda: compie un abuso che lo obbliga a consegnare l'azienda ad un custode nominato dall'autorità giudiziaria sempre che non preferisca, a sua scelta, risarcire i danni al locatore. compie un abuso che può comportare la cessazione del proprio diritto di godimento sull'azienda. compie un abuso che lo espone, come unica conseguenza, all'obbligo di risarcire i danni al locatore. compie un abuso che lo obbliga all'immediata restituzione dell'azienda al locatore sempre che non preferisca, a sua scelta, risarcirgli i danni.
Tizio, imprenditore individuale, intende iscrivere la propria ditta nel registro delle imprese. Qual è il contenuto minimo che la ditta deve avere a norma del codice civile? Il prenome ed il cognome dell'imprenditore. Il cognome o la sigla dell'imprenditore. Il cognome dell'imprenditore ed il riferimento al tipo di attività. Il prenome ed il cognome dell'imprenditore ed il riferimento al tipo di attività.
È ammessa la trasmissione di un'azienda commerciale in eredità senza il trasferimento della ditta? No, in quanto nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta si trasmette al successore ed è nulla ogni diversa disposizione testamentaria. Sì, se la ditta contiene il cognome del testatore; no negli altri casi. Sì, in quanto nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta si trasmette al successore, salvo diversa disposizione testamentaria. La disposizione è superflua, in quanto l'esclusione del trasferimento della ditta al successore per causa di morte è imposta dalla legge.
Nella successione a titolo particolare dell'azienda per causa di morte a chi si trasmette la ditta? Al successore dell'azienda, salvo diversa disposizione testamentaria. Al successore dell'azienda, purché il testatore l'abbia espressamente ricompresa nell'oggetto del legato. Ai successori a titolo universale nel solo caso in cui siano legittimari. Ai successori a titolo universale in ogni caso.
La ditta può essere trasferita separatamente dall'azienda? Sì, se nel precedente trasferimento di azienda per atto tra vivi l'alienante l'abbia espressamente ricompresa nell'oggetto del trasferimento. No, salvo che sia costituita da un segno figurativo o da una denominazione di fantasia. No. Sì, sempre.
Tizio intraprende un'attività commerciale di vendita al minuto di prodotti di erboristeria sotto la ditta "Le erbe di Tizio". Dopo dieci anni vuole cedere a Caio l'azienda. Occorre il consenso di Tizio affinché la ditta passi al cessionario? Sì. No, salvo che il cessionario sia un imprenditore commerciale. No. Sì, salvo che il trasferimento avvenga per donazione.
Può la ditta essere trasferita per atto tra vivi separatamente dall'azienda? Sì, purché l'acquirente sia imprenditore commerciale. No. No, salvo che il trasferimento della ditta avvenga per donazione. Sì, purché l'acquirente sia imprenditore non commerciale.
È ammessa la permuta di una ditta con un'altra? La ditta può essere trasferita separatamente dall'azienda per causa di morte, ma non per atto tra vivi. La ditta può essere trasferita separatamente dall'azienda a titolo di permuta qualora la controprestazione sia rappresentata da altra ditta relativa ad azienda commerciale esercitata per la medesima attività. La ditta non può essere trasferita separatamente dall'azienda. La ditta non può essere trasferita separatamente dall'azienda, salvo che a favore del coniuge o di parenti in linea retta.
È ammessa la trasmissione in eredità di un'azienda da parte del titolare senza la ditta e la trasmissione della ditta a favore di un soggetto diverso dall'erede? La ditta non può essere trasferita separatamente dall'azienda. La ditta non può essere trasferita separatamente dall'azienda, salvo che a favore del coniuge o di parenti in linea retta. La ditta può essere trasferita separatamente dall'azienda per causa di morte. La ditta può essere trasferita separatamente dall'azienda qualora contenga la sigla dell'imprenditore anziché il suo cognome.
È ammessa la vendita di un'azienda commerciale senza la ditta e la vendita di quest'ultima separatamente dall'azienda? La ditta non può essere trasferita separatamente dall'azienda, salvo che contenga la sigla dell'imprenditore anziché il suo cognome. No, la ditta non può essere trasferita separatamente dall'azienda. La ditta può essere trasferita separatamente dall'azienda. La ditta può essere trasferita separatamente dall'azienda quando l'azienda è esercitata dal suo proprietario.
È ammessa la trasmissione in eredità di un'azienda commerciale unitamente alla ditta? Nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta non si trasmette al successore, salvo che sia un discendente o il coniuge ed è nulla ogni diversa disposizione testamentaria. Nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta si trasmette al successore, ed è nulla ogni diversa disposizione testamentaria. Nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta non si trasmette al successore salvo che sia un partecipe dell'impresa familiare, ed è nulla ogni diversa disposizione testamentaria. Nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta si trasmette al successore, salvo diversa disposizione testamentaria.
Nel caso di trasferimento di un'azienda commerciale può l'alienante non trasferire la ditta? L'acquirente dell'azienda per atto tra vivi deve in ogni caso esercitarla sotto una ditta nuova che non crei confusione con quella utilizzata dal venditore, ed ogni patto contrario è nullo. Nel trasferimento dell'azienda per atto tra vivi la ditta non passa all'acquirente senza il consenso dell'alienante. L'acquirente dell'azienda per atto tra vivi deve esercitarla sotto la ditta che la contraddistingue, ed ogni patto contrario è nullo. Nel trasferimento dell'azienda per atto tra vivi la ditta non passa all'acquirente, salvo che si tratti di trasferimento a favore del coniuge o di parente in linea retta dell'alienante, ed ogni patto contrario è nullo.
Nel caso di trasmissione per testamento di un'azienda commerciale senza alcuna menzione della ditta, il trasferimento di questa segue il trasferimento dell'azienda? Nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta si trasmette al successore ed è nulla ogni diversa disposizione testamentaria. Nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta non si trasmette al successore ed è nulla ogni diversa disposizione testamentaria. Nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta si trasmette al successore salvo che contenga il cognome del defunto, ed è nulla ogni diversa disposizione testamentaria. Nella successione nell'azienda per causa di morte la ditta si trasmette al successore, salvo diversa disposizione testamentaria.
Nel trasferimento di un'azienda commerciale è anche necessario l'accordo delle parti per il trasferimento della ditta? Nel trasferimento dell'azienda per atto tra vivi la ditta passa all'acquirente con il consenso dell'alienante. L'acquirente dell'azienda per atto tra vivi deve in ogni caso esercitarla sotto una ditta nuova che non crei confusione con quella utilizzata dal venditore, ed ogni patto contrario è nullo. L'acquirente dell'azienda per atto tra vivi deve esercitarla sotto la ditta che la contraddistingue, ed ogni patto contrario è nullo. Nel trasferimento dell'azienda per atto tra vivi la ditta non passa all'acquirente salvo che si tratti di trasferimento a favore del coniuge o di parente in linea retta dell'alienante.
Nel trasferimento dell'azienda per atto tra vivi la ditta passa all'acquirente? No, senza il consenso dell'alienante. No, ed è nullo ogni patto contrario. Sì, anche senza il consenso dell'alienante. Sì, se è costituita da una denominazione di fantasia.
Secondo il codice civile, chi ha fatto uso di un marchio non registrato ha la facoltà di continuare ad usarne nonostante la registrazione da altri ottenuta? Sì, ma solo per i prodotti per i quali non se ne è valso anteriormente. Sì, senza alcun limite. Sì, ma solo nei limiti in cui anteriormente se ne è valso. No, nemmeno nei limiti in cui anteriormente se ne è valso.
Il diritto all'uso esclusivo del marchio registrato costituito da un segno figurativo, da una denominazione di fantasia o da una ditta derivata in caso di trasferimento dell'azienda: si presume trasferito insieme con l'azienda. non è trasferibile in alcun caso. si presume che non formi oggetto del trasferimento. deve formare oggetto di una specifica pattuizione ed è nullo il patto contrario.
Il marchio registrato può essere trasferito separatamente dall'azienda o da un ramo particolare di questa? Sì, purché in ogni caso dal trasferimento non derivi inganno in quei caratteri dei prodotti o servizi che sono essenziali nell'apprezzamento del pubblico. Sì, ma solo per la totalità dei prodotti o servizi per i quali è stato registrato. Sì, purché il trasferimento avvenga tra imprenditori individuali. No, mai.
I diritti di utilizzazione dell'opera dell'ingegno: non sono trasferibili. sono trasferibili solo per causa di morte. sono trasferibili solo per atto tra vivi. sono trasferibili sia per atto tra vivi che per causa di morte.
L'autore ha diritto di ritirare l'opera dal commercio? Sì, soltanto qualora concorrano gravi ragioni di natura economica. Sì, soltanto qualora concorrano gravi ragioni morali. No, mai. Sì, sempre.
Il diritto dell'autore di ritirare l'opera dal commercio: è trasmissibile sia per atto tra vivi che per causa di morte. è trasmissibile solo per atto tra vivi. è intrasmissibile. è trasmissibile solo per causa di morte.
Per il patto che limita la concorrenza: è richiesta la forma scritta ai fini della validità solo quando il patto stesso eccede la durata di un anno. non è richiesta alcuna forma particolare nemmeno ai fini della prova. è richiesta la forma scritta ai fini della validità. è richiesta la forma scritta ai fini della prova.
Se la durata del patto che limita la concorrenza non è determinata: il patto è valido ed è rimessa al prudente apprezzamento del giudice la determinazione della sua durata. il patto è valido per la durata di un quinquennio. il patto non è valido. il patto è valido per la durata di un triennio.
Il patto che limita la concorrenza: è sempre valido. non è mai valido. è valido se circoscritto a una determinata zona o a una determinata attività senza limiti di tempo. è valido se circoscritto a una determinata zona o a una determinata attività e non può eccedere la durata di cinque anni.
A norma del codice civile, il contratto con il quale più imprenditori istituiscono un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese, è denominato: contratto di consorzio. contratto di associazione in partecipazione. contratto di fondazione. contratto di somministrazione.
Con il contratto di consorzio più imprenditori: assumono reciprocamente obbligazioni per limitare, senza istituire un'organizzazione comune, la concorrenza tra le imprese stesse. assumono reciprocamente obbligazioni, senza istituire un'organizzazione comune. istituiscono un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. istituiscono un'organizzazione comune per dirimere ogni tipo di controversia che dovesse insorgere tra i medesimi.
Il contratto di consorzio è quello mediante il quale: più persone conferiscono beni o servizi per l'esercizio in comune di un'attività economica allo scopo di dividerne gli utili. più imprenditori istituiscono un'organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. due o più lavoratori autonomi esercenti la medesima professione intellettuale per l'esercizio della quale è necessaria l'iscrizione in apposito albo istituiscono un'organizzazione comune al fine di limitare il rischio derivante dall'esercizio dell'attività professionale. più soggetti non imprenditori conferiscono beni o servizi per l'esercizio in comune di un'attività al fine di fornire beni o servizi od occasioni di lavoro direttamente ai membri dell'organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio senza attività esterna deve tra l'altro indicare: gli obblighi assunti e i contributi dovuti dai consorziati. l'attività svolta da ciascun imprenditore consorziato. il numero di iscrizione nel registro delle imprese di ciascun imprenditore consorziato. la denominazione del consorzio.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio senza attività esterna deve tra l'altro indicare: la denominazione del consorzio. l'attività svolta da ciascun imprenditore consorziato. il numero di iscrizione nel registro delle imprese di ciascun imprenditore consorziato. l'oggetto del consorzio.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio senza attività esterna deve tra l'altro indicare: il numero di iscrizione nel registro delle imprese di ciascun imprenditore consorziato. l'attività svolta da ciascun imprenditore consorziato. le attribuzioni e i poteri degli organi consortili anche in ordine alla rappresentanza in giudizio. la denominazione del consorzio.
Quale forma è prescritta dal codice civile per il contratto di consorzio tra imprenditori? L'atto pubblico ai soli fini di ottenere l'iscrizione nel registro delle imprese. L'atto pubblico sotto pena di nullità. La forma scritta sotto pena di nullità. Nessuna forma particolare.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio senza attività esterna deve tra l'altro indicare: l'attività svolta da ciascun imprenditore consorziato. il numero di iscrizione nel registro delle imprese di ciascun imprenditore consorziato. i casi di recesso e di esclusione. la denominazione del consorzio.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio senza attività esterna deve tra l'altro indicare: le sanzioni per l'inadempimento degli obblighi dei consorziati. l'attività svolta da ciascun imprenditore consorziato. la denominazione del consorzio. il numero di iscrizione nel registro delle imprese di ciascun imprenditore consorziato.
Per il contratto di consorzio tra imprenditori: è richiesta la forma scritta a pena di nullità. è richiesta la forma scritta a pena di nullità nel solo caso in cui il contratto abbia durata superiore a dieci anni. è richiesta la forma scritta ai soli fini della prova. non è richiesta alcuna forma particolare.
Per il contratto di consorzio: è richiesta la forma scritta ai soli fini della prova. è richiesta la forma scritta a pena di nullità. è richiesta la forma scritta a pena di nullità nel solo caso in cui il contratto preveda l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi. non è richiesta alcuna forma particolare.
A norma del codice civile, quale forma è richiesta, a pena di nullità, per il contratto di consorzio fra imprenditori? L'atto pubblico con la presenza dei testimoni. La forma scritta. La scrittura privata autenticata. Nessuna.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio senza attività esterna deve tra l'altro indicare: la denominazione del consorzio. l'attività svolta da ciascun imprenditore consorziato. il numero di iscrizione nel registro delle imprese di ciascun imprenditore consorziato. le condizioni di ammissione di nuovi consorziati.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio senza attività esterna deve tra l'altro indicare: la denominazione del consorzio. l'attività svolta da ciascun imprenditore consorziato. il numero di iscrizione nel registro delle imprese di ciascun imprenditore consorziato. la sede dell'ufficio eventualmente costituito.
Il contratto di consorzio tra imprenditori, in mancanza di determinazione della durata: è valido a tempo indeterminato. è valido per dieci anni. è nullo. è valido purché i consorziati ne facciano fissare la durata al competente tribunale.
Il contratto di consorzio tra imprenditori per il quale non sia stata determinata la durata è: valido per dieci anni. valido a tempo indeterminato. annullabile. nullo.
In mancanza di determinazione della durata del contratto di consorzio tra imprenditori questo è: valido per dieci anni. valido, ma il giudice delegato alla sorveglianza sulla tenuta del registro delle imprese deve integrarne il contenuto con un proprio provvedimento che ne fissi la durata entro trenta giorni dall'istanza di deposito. affetto da nullità, ma può essere sanato con una dichiarazione integrativa resa da uno dei consorziati nella stessa forma in cui è stato stipulato il contratto. affetto da nullità insanabile.
Se il contratto di consorzio tra imprenditori non dispone diversamente, le deliberazioni relative all'attuazione dell'oggetto del consorzio sono prese: col voto favorevole di tanti consorziati che rappresentino la maggioranza del fondo consortile. col voto favorevole della maggioranza dei consorziati che rappresenti la maggioranza del fondo consortile. all'unanimità. col voto favorevole della maggioranza dei consorziati.
In mancanza di diversa disposizione del contratto di consorzio tra imprenditori, per le deliberazioni relative all'attuazione dell'oggetto è necessario il voto favorevole: dei due terzi dei consorziati. della maggioranza dei consorziati. dei due terzi dei consorziati e dei rappresentanti legali del consorzio. di tutti i consorziati.
Gli imprenditori Tizio, Caio e Sempronio hanno costituito per atto pubblico un consorzio senza attività esterna. Gli stessi intendono ora modificare l'oggetto del consorzio. Quale forma devono osservare per tale modificazione? La forma dell'atto pubblico sotto pena di nullità. La forma scritta sotto pena di nullità. La forma scritta ai soli fini dell'iscrizione dell'atto nel registro delle imprese. La forma dell'atto pubblico ai soli fini dell'iscrizione dell'atto nel registro delle imprese.
Se non è diversamente convenuto, in quale modo può essere modificato, a norma del codice civile, il contratto di consorzio tra imprenditori? Con il consenso della maggioranza dei consorziati e per iscritto sotto pena di nullità. Con il consenso di tutti i consorziati e per iscritto sotto pena di nullità. Con il consenso di tutti i consorziati e per atto pubblico sotto pena di nullità. Con il consenso della maggioranza dei consorziati e per atto pubblico sotto pena di nullità.
A norma del codice civile, quale forma è richiesta, a pena di nullità, per le modificazioni del contratto di consorzio fra imprenditori? L'atto pubblico. La scrittura privata autenticata. Nessuna. La forma scritta.
Qualora il contratto di consorzio nulla disponga al riguardo è possibile modificare il contenuto (ad esempio: modificare la denominazione consortile) senza il consenso di tutti gli imprenditori Tizio, Caio e Sempronio consorziati? Sì, purché Tizio e Caio rappresentino la maggioranza del fondo consortile. No. Sì, purché Sempronio sia stato convocato per la necessaria deliberazione a mezzo di lettera raccomandata. Sì, in ogni caso.
Per le modificazioni del contratto di consorzio tra imprenditori: è richiesta la forma scritta a pena di nullità nel solo caso in cui la modificazione consista in una proroga della durata del contratto per un tempo superiore a dieci anni. non è richiesta alcuna forma particolare. è richiesta la forma scritta a pena di nullità. è richiesta la forma scritta ai soli fini della prova.
Per le modificazioni del contratto di consorzio tra imprenditori: non è richiesta alcuna forma particolare. è richiesta la forma scritta a pena di nullità. è richiesta la forma scritta a pena di nullità nel solo caso in cui la modificazione riguardi l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi. è richiesta la forma scritta ai soli fini della prova.
Se non è stato diversamente convenuto, il contratto di consorzio fra imprenditori può essere modificato: con il solo consenso della maggioranza dei consorziati. con il solo consenso dei rappresentanti legali del consorzio. con il consenso di uno solo dei consorziati. esclusivamente con il consenso di tutti i consorziati.
Se non è diversamente convenuto, il contratto di consorzio tra imprenditori: può essere modificato soltanto con il consenso di tutti i consorziati. può essere modificato con il consenso della maggioranza dei consorziati calcolata non per capi, ma per quote di partecipazione al fondo consortile. può essere modificato con il consenso della maggioranza dei consorziati calcolata per capi e non per quote di partecipazione al fondo consortile. non può mai essere modificato.
La responsabilità verso i consorziati di coloro che sono preposti al consorzio tra imprenditori è regolata dalle norme: sul mandato. sulla mediazione. sulla fideiussione. sulla delegazione.
A norma del codice civile, da quali norme è regolata la responsabilità verso i consorziati di coloro che sono preposti al consorzio tra imprenditori? Dalle norme sul contratto d'opera intellettuale. Dalle norme sul contratto di lavoro subordinato. Dalle norme sull'associazione in partecipazione. Dalle norme sul mandato.
Nei casi di esclusione dal consorzio tra imprenditori del singolo consorziato, la quota di partecipazione del consorziato escluso: deve essere liquidata secondo il valore risultante dall'ultima situazione patrimoniale del consorzio. deve essere liquidata secondo il suo valore nominale. si estingue senza che si verifichi alcun accrescimento a vantaggio degli altri consorziati e senza che sorga alcun diritto alla liquidazione. si accresce proporzionalmente a quelle degli altri.
Nei casi di recesso dal consorzio tra imprenditori da parte del singolo consorziato, la quota di partecipazione del consorziato receduto: si accresce proporzionalmente a quelle degli altri. deve essere liquidata secondo il suo valore nominale. deve essere liquidata secondo il valore risultante dall'ultima situazione patrimoniale del consorzio. si estingue senza che si verifichi alcun accrescimento a vantaggio degli altri consorziati e senza che sorga alcun diritto alla liquidazione.
In caso di trasferimento dell'azienda per atto tra vivi da parte di uno dei consorziati, gli altri, entro un mese dalla notizia dell'avvenuto trasferimento, possono deliberare l'esclusione dell'acquirente dal consorzio: se sussiste una giusta causa. se l'acquirente non è cittadino italiano. se l'acquirente è un piccolo imprenditore. se l'acquirente non è parente o coniuge dell'originario consorziato.
Tizio, aderente ad un consorzio tra imprenditori, muore lasciando unico erede legittimo Caio. Gli altri consorziati possono deliberare l'esclusione di Caio dal consorzio? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo previa autorizzazione del tribunale del luogo dell'aperta successione. No, salvo patto contrario contenuto nel contratto di consorzio. Sì, ma solo se sussiste una giusta causa.
Tizio, aderente al consorzio Kappa, ha venduto la sua azienda a Caio. Gli altri consorziati possono deliberare l'esclusione di Caio dal consorzio? Sì, solo se sussiste una giusta causa salvo patto contrario contenuto nel consorzio. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo previa autorizzazione del presidente del tribunale. No.
Tizio, aderente ad un consorzio fra imprenditori, ha venduto a Caio la propria azienda. In questo caso, Caio subentra nel contratto di consorzio? Sì, ma solo previa deliberazione di accettazione da parte degli altri consorziati. Sì, ma solo se il subentro nel contratto di consorzio sia stato espressamente previsto nel contratto di vendita dell'azienda. Sì, salvo patto contrario. No.
In caso di morte di un consorziato con attribuzione dell'azienda ad un legatario, il contratto di consorzio a suo tempo stipulato dal de cuius: si scioglie limitatamente alla partecipazione dell'imprenditore defunto. continua in capo al legatario, salvo patto contrario contenuto nel contratto di consorzio. continua in capo all'erede. resta sospeso per un anno a partire dalla data di apertura della successione.
L'erede del consorziato, avendo acquistato per successione l'azienda, subentra nel contratto di consorzio? No, in nessun caso. No, a meno che non sia diversamente disposto mediante testamento. Sì, salvo patto contrario contenuto nel contratto di consorzio. No, a meno che non sia diversamente disposto nel contratto di consorzio.
Il compratore dell'azienda di uno dei consorziati subentra nel contratto di consorzio? Sì, senza possibilità di patto contrario. No, salvo patto contrario. No, senza possibilità di patto contrario. Sì, salvo patto contrario.
La società conferitaria dell'azienda di uno dei consorziati subentra nel contratto di consorzio? Sì, senza possibilità di patto contrario. Sì, salvo patto contrario. No, salvo patto contrario. No, senza possibilità di patto contrario.
Il donatario dell'azienda di uno dei consorziati subentra nel contratto di consorzio? No, salvo patto contrario. No, senza possibilità di patto contrario. Sì, salvo patto contrario. Sì, senza possibilità di patto contrario.
È possibile pattuire nel contratto di consorzio che l'acquirente dell'azienda di uno dei consorziati non subentri nel contratto? Sì. No. Sì, ma solo se l'esclusione della successione sia di volta in volta autorizzata dal legale rappresentante del consorzio. Sì, ma solo se l'acquisto dell'azienda è avvenuto a titolo oneroso.
In materia di consorzi fra imprenditori, l'acquirente dell'azienda di uno dei consorziati subentra nel contratto di consorzio: salvo patto contrario e solo qualora il trasferimento sia avvenuto a titolo oneroso. salvo patto contrario ed indipendentemente dal titolo del trasferimento. salvo patto contrario e solo qualora il trasferimento sia avvenuto a titolo gratuito. indipendentemente dal titolo del trasferimento e senza possibilità di patto contrario.
Tizio, aderente ad un consorzio tra imprenditori, muore. In questo caso, Caio, unico erede testamentario, subentra nel contratto di consorzio? Sì, salvo patto contrario contenuto nel contratto di consorzio. Sì, ma solo se il subentro nel contratto di consorzio sia stato espressamente previsto nel testamento. Sì, ma solo previa deliberazione di accettazione da parte degli altri consorziati. No.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio tra imprenditori si scioglie, fra l'altro: per volontà unanime dei consorziati. per morte anche di uno solo dei consorziati. per impossibilità di funzionamento dell'assemblea per due sedute anche non consecutive. per impossibilità di funzionamento dell'assemblea per almeno due sedute consecutive.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio tra imprenditori si scioglie, fra l'altro: per l'impossibilità di conseguire l'oggetto. per impossibilità di funzionamento dell'assemblea per almeno due sedute consecutive. per impossibilità di funzionamento dell'assemblea per due sedute anche non consecutive. per morte anche di uno solo dei consorziati.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio tra imprenditori si scioglie, fra l'altro: per il decorso del tempo stabilito per la sua durata. per impossibilità di funzionamento dell'assemblea per due sedute anche non consecutive. per morte anche di uno solo dei consorziati. per impossibilità di funzionamento dell'assemblea per almeno due sedute consecutive.
A norma del codice civile, il contratto di consorzio tra imprenditori si scioglie, fra l'altro: per impossibilità di funzionamento dell'assemblea per due sedute anche non consecutive. per il conseguimento dell'oggetto. per morte anche di uno solo dei consorziati. per impossibilità di funzionamento dell'assemblea per almeno due sedute consecutive.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati. la persona a cui viene attribuita la presidenza del consorzio. il domicilio o la residenza dei consorziati. il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio.
A norma del codice civile, se il contratto di consorzio tra imprenditori prevede l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi: un estratto del contratto deve essere depositato per l'iscrizione presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove l'ufficio ha sede. l'intero contratto deve essere depositato presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove l'ufficio ha sede previa omologazione da parte del tribunale. l'intero contratto deve essere depositato presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove il consorzio ha sede previa omologazione da parte del tribunale. un estratto del contratto deve essere depositato per l'iscrizione presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove hanno sede tutte le imprese consorziate.
A norma del codice civile, se il contratto di consorzio tra imprenditori prevede l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi, un estratto del contratto deve essere: depositato per la trascrizione presso la conservatoria dei registri immobiliari del luogo dove l'ufficio ha sede. depositato per l'iscrizione presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove l'ufficio ha sede. depositato per la trascrizione presso la conservatoria dei registri immobiliari del luogo dove il consorzio ha sede. depositato per l'iscrizione presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove hanno sede tutte le imprese consorziate.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio. il domicilio o la residenza dei consorziati. il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati. le persone a cui viene attribuita la rappresentanza del consorzio ed i rispettivi poteri.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: il domicilio o la residenza dei consorziati. il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio. il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati. le persone a cui viene attribuita la direzione del consorzio ed i rispettivi poteri.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: la durata del consorzio. il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio. il domicilio o la residenza dei consorziati. il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: la sede dell'ufficio destinato a svolgere l'attività con i terzi. il domicilio o la residenza dei consorziati. il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati. il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati. il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio. il domicilio o la residenza dei consorziati. il cognome e il nome dei consorziati.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: il domicilio o la residenza dei consorziati. il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio. il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati. la denominazione del consorzio.
Se il contratto di consorzio prevede l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi, deve depositarsi per l'iscrizione, entro trenta giorni dalla stipulazione, presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove ha sede l'ufficio: un certificato notarile che attesti il cognome e il nome di ciascuno dei consorziati. una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. un estratto del contratto. una copia integrale del contratto.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: l'oggetto del consorzio. il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio. il domicilio o la residenza dei consorziati. il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati.
Se il contratto di consorzio tra imprenditori prevede l'istituzione di un ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi, un estratto del contratto deve, a cura degli amministratori, entro trenta giorni dalla stipulazione, essere depositato per l'iscrizione: presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove è stato stipulato il contratto di consorzio. presso l'ufficio addetto alla tenuta del foglio degli annunzi legali del luogo dove è stato stipulato il contratto di consorzio. presso l'ufficio del registro prefettizio del luogo dove l'ufficio del consorzio ha sede. presso l'ufficio del registro delle imprese del luogo dove l'ufficio del consorzio ha sede.
Il consorzio Alfa costituito fra imprese aventi tutte sede in Roma, ha istituito in Milano l'unico ufficio destinato a svolgere un'attività con i terzi. Gli amministratori, a norma del codice civile, devono depositare un estratto del contratto: per l'iscrizione presso l'ufficio del registro delle imprese in Roma. per l'iscrizione presso l'ufficio del registro delle imprese in Milano. per la trascrizione presso la conservatoria dei registri immobiliari in Milano. per la trascrizione presso la conservatoria dei registri immobiliari di Roma.
In tema di consorzio con attività esterna, l'estratto del contratto da depositarsi per l'iscrizione a norma del codice civile ed a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese deve tra l'altro necessariamente indicare: il modo di formazione del fondo consortile e le norme relative alla liquidazione. il domicilio o la residenza dei consorziati. il nome ed il cognome di ciascuno dei sindaci del consorzio. il numero di iscrizione presso il registro delle imprese di ciascuno degli imprenditori consorziati.
A norma del codice civile, i consorzi possono essere convenuti in giudizio: in persona di coloro ai quali il contratto attribuisce la direzione, anche se la rappresentanza è attribuita ad altre persone. in persona di ciascun consorziato. in persona di coloro ai quali il contratto attribuisce la direzione, salvo che la rappresentanza sia attribuita ad altre persone. in persona di ciascun sindaco.
A norma del codice civile, i consorzi possono essere convenuti in giudizio: in persona di coloro ai quali il contratto attribuisce la presidenza, anche se la rappresentanza è attribuita ad altre persone. in persona di ciascun consorziato. in persona di coloro ai quali il contratto attribuisce la presidenza, salvo che la rappresentanza sia attribuita ad altre persone. in persona di ciascun sindaco.
I consorzi possono essere convenuti in giudizio in persona di: qualunque consorziato. coloro ai quali il contratto attribuisce la presidenza o la direzione, anche se la rappresentanza è attribuita ad altre persone. coloro ai quali il contratto attribuisce la presidenza o la direzione nel solo caso in cui ad essi sia attribuita anche la rappresentanza. coloro ai quali il contratto attribuisce la rappresentanza.
In tema di consorzio tra imprenditori con attività esterna, possono i consorziati, per la durata del consorzio, chiedere la divisione del fondo consortile? Sì, ma solo dopo trent'anni dall'ingresso nel consorzio. Sì, salvo patto contrario contenuto nel contratto di consorzio. No. Sì, in ogni caso.
In tema di consorzio tra imprenditori con attività esterna, possono i creditori particolari dei consorziati, per la durata del consorzio, far valere i loro diritti sul fondo consortile? Sì, in ogni caso. No. Sì, ma solo limitatamente ai beni mobili. Sì, ma solo previa escussione del patrimonio del consorziato.
Per le obbligazioni assunte esclusivamente in nome e per conto del consorzio tra imprenditori dalle persone che ne hanno la rappresentanza: i terzi possono fare valere i loro diritti esclusivamente sul fondo consortile. i terzi possono fare valere i loro diritti sul fondo consortile e sussidiariamente sul patrimonio di ciascuno dei consorziati per una somma multipla della sua quota. i terzi possono fare valere i loro diritti anche sui beni di coloro che hanno agito, previa escussione del fondo consortile. i terzi possono fare valere i loro diritti indifferentemente sul fondo consortile e sui beni di coloro che hanno agito.
Per le obbligazioni assunte in nome e per conto del consorzio con attività esterna dalle persone che ne hanno la rappresentanza, i terzi possono fare valere i loro diritti: sia sul fondo consortile, sia sul patrimonio di chi ha agito in nome del consorzio. esclusivamente sul fondo consortile. sia sul fondo consortile, sia sul patrimonio di ciascuno dei consorziati. sia sul fondo consortile, sia sul patrimonio di ciascuno degli amministratori.
A norma del codice civile, quale tra i seguenti elementi deve essere indicato negli atti dei consorzi tra imprenditori con attività esterna? L'ammontare del fondo consortile. Il nome di ciascuna delle persone che hanno la direzione del consorzio. L'ufficio del registro delle imprese presso il quale il consorzio è iscritto. L'oggetto del consorzio.
A norma del codice civile, quale tra i seguenti elementi deve essere indicato negli atti dei consorzi tra imprenditori con attività esterna? L'oggetto del consorzio. La sede del consorzio. L'ammontare del fondo consortile. Il nome di ciascuna delle persone che hanno la direzione del consorzio.
Nei consorzi tra imprenditori con attività esterna, la situazione patrimoniale redatta dopo la chiusura dell'esercizio annuale deve essere depositata presso l'ufficio del registro delle imprese? Sì. No, in nessun caso. No, salvo che il fondo consortile superi l'importo di centomila euro. No, salvo che dalla situazione patrimoniale risultino delle perdite.
In tema di consorzio tra imprenditori con attività esterna, quali norme devono essere osservate nella redazione della situazione patrimoniale da depositarsi presso l'ufficio del registro delle imprese? Le norme relative al bilancio di esercizio delle associazioni. Le norme relative al bilancio di esercizio delle fondazioni. Le norme relative al bilancio di esercizio delle società di persone. Le norme relative al bilancio di esercizio delle società per azioni.
In tema di consorzio tra imprenditori con attività esterna, le persone che ne hanno la direzione devono redigere una situazione patrimoniale successivamente alla chiusura dell'esercizio annuale? No. Sì. Sì, ma solo qualora la durata del consorzio risulti prorogata rispetto al termine inizialmente fissato nel contratto. Sì, ma solo qualora il consorzio si trovi in perdita.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società consortile a responsabilità limitata può stabilire l'obbligo dei soci di versare contributi in denaro? Sì, purché si tratti di soci persone giuridiche. Sì. Sì, purché per un importo complessivo che non superi l'ammontare del capitale sociale. No, in nessun caso.
È possibile che una società semplice assuma come oggetto sociale gli scopi indicati dal codice civile per i consorzi tra imprenditori? Sì. Sì, purché soci della società semplice siano esclusivamente delle società di capitale. No, in nessun caso. Sì, purché abbia un capitale sociale non inferiore a centomila euro.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società consortile per azioni può stabilire l'obbligo dei soci di versare contributi in denaro? Sì, purché si tratti di soci persone giuridiche. Sì. Sì, purché l'importo complessivo dei contributi non superi l'ammontare del capitale sociale. No, in nessun caso.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società consortile in nome collettivo può stabilire l'obbligo dei soci di versare contributi in denaro? Sì, purché l'importo complessivo dei contributi non superi l'ammontare del capitale sociale. No, in nessun caso. Sì. Sì, purché si tratti di soci persone giuridiche.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società consortile in accomandita per azioni può stabilire l'obbligo dei soci di versare contributi in denaro? No, in nessun caso. Sì. Sì, purché si tratti di soci accomandatari. Sì, purché l'importo complessivo dei contributi non superi l'ammontare del capitale sociale.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo di una società consortile in accomandita semplice può stabilire l'obbligo dei soci di versare contributi in denaro? Sì. Sì, purché si tratti di soci persone giuridiche. No, in nessun caso. Sì, purché l'importo complessivo dei contributi non superi l'ammontare del capitale sociale.
Quali di questi atti si devono rendere pubblici con il mezzo della trascrizione? I contratti di anticresi. I contratti di compensazione dei frutti con gli interessi. I contratti di cessione di credito. I contratti di comodato ultranovennale.
A norma del codice civile, si devono rendere pubbliche col mezzo della trascrizione le sentenze relative a beni immobili da cui risulta la cessione di fitti non ancora scaduti? Sì, sempre. Sì, ma solo se la cessione è stata disposta per un termine maggiore di tre anni. No, mai. No, salvo che si tratti di fitti relativi a immobili destinati ad uso diverso dall'abitazione.
A norma del codice civile, si devono rendere pubbliche col mezzo della trascrizione le sentenze relative a beni immobili da cui risulti la cessione di pigioni non ancora scadute? Sì, ma solo se la cessione è stata disposta per un termine maggiore di tre anni. No, salvo che per le pigioni d'immobili destinati ad uso diverso dall'abitazione. Sì, sempre. No, mai.
A norma del codice civile, si devono rendere pubbliche col mezzo della trascrizione le sentenze relative a beni immobili da cui risulta liberazione da fitti non ancora scaduti? No, mai. Sì, ma solo se la liberazione è stata disposta per un termine maggiore di tre anni. No, salvo che per i fitti relativi ad immobili destinati ad uso diverso dall'abitazione. Sì, sempre.
A norma del codice civile, si devono rendere pubbliche col mezzo della trascrizione le sentenze relative a beni immobili da cui risulta la liberazione da pigioni non ancora scadute? No, salvo che per le pigioni d'immobili destinati ad uso diverso da abitazione. Sì, ma solo se la liberazione è stata disposta per un termine maggiore di tre anni. Sì, sempre. No, mai.
Si devono rendere pubblici col mezzo della trascrizione i contratti di locazione di beni immobili? Sì, ma solo se i contratti hanno durata superiore ai nove anni. Sì, ma solo se i contratti hanno durata superiore ai cinque anni e gli immobili hanno uso diverso da quello abitativo. Sì, sempre. No, in nessun caso.
A norma del codice civile, si devono rendere pubblici col mezzo della trascrizione gli atti relativi a beni immobili da cui risulta la liberazione da pigioni non ancora scadute? No, mai. Sì, ma solo se la liberazione è stata fatta per un termine maggiore di tre anni. Sì, sempre. No, salvo che per le pigioni d'immobili destinati ad uso diverso da abitazione.
A norma del codice civile, si devono rendere pubblici col mezzo della trascrizione gli atti relativi a beni immobili da cui risulta la liberazione da fitti non ancora scaduti? Sì, sempre. Sì, ma solo se la liberazione è stata fatta per un termine maggiore di tre anni. No, mai. No, salvo che per i fitti relativi ad immobili destinati ad abitazione.
A norma del codice civile, si devono rendere pubblici col mezzo della trascrizione gli atti relativi a beni immobili da cui risulti la cessione di pigioni non ancora scadute? Sì, solo se la cessione è stata fatta per un termine maggiore di tre anni. Sì, sempre. No, salvo che per le pigioni d'immobili ad uso diverso dall'abitazione. No, mai.
A norma del codice civile, si devono rendere pubblici col mezzo della trascrizione gli atti relativi a beni immobili da cui risulta la cessione di fitti non ancora scaduti? Sì, ma solo se la cessione è stata fatta per un termine maggiore di tre anni. Sì, sempre. No, mai. No, salvo che per i fitti relativi a immobili destinati ad uso diverso dall'abitazione.
Quali tra i seguenti contratti devono essere resi pubblici con il mezzo della trascrizione nei pubblici registri immobiliari? Tutti i contratti che trasferiscono la proprietà di autoveicoli. Tutti i contratti di anticresi. Tutti i contratti di locazione di beni immobili con durata pari a nove anni. Tutti i contratti di mutuo.
Il contratto di locazione di immobili è soggetto a trascrizione? Mai. Sempre. Quando ha durata ultranovennale. Quando ha durata ultranovennale, ma solo se ha per oggetto fondi rustici.
Il contratto che modifica il diritto di usufrutto è soggetto a trascrizione nei registri immobiliari? Sì, sempre. Sì, ma solo quando l'usufrutto ha durata ultranovennale. No, mai. Sì, quando ha per oggetto beni immobili.
Il contratto che trasferisce il diritto di usufrutto è soggetto a trascrizione nei registri immobiliari? No, mai. Sì, quando ha per oggetto beni immobili. Sì, ma solo quando ha termine finale diverso dalla morte dell'usufruttuario. Sì, sempre.
Il contratto con il quale si costituisce il diritto di usufrutto è soggetto a trascrizione nei registri immobiliari? Sì ma solo quando ha durata ultranovennale ed ha per oggetto beni immobili. Sì, sempre. Sì, ma solo quando ha per oggetto beni immobili. No, mai.
È soggetto a trascrizione nei registri immobiliari il contratto di comodato? Sì, ma solo se ha durata superiore a nove anni. Sì, ma solo se ha per oggetto beni immobili. No, mai. Sì, ma solo se ha per oggetto beni immobili e ha una durata superiore a nove anni.
Tizio, dovendosi trasferire a Milano per lavoro, intende costituire a favore di Caio, un diritto di abitazione sul proprio appartamento di Roma, sito in Piazza Cavour n. 5. Il contratto sarà soggetto a trascrizione? Sì, ma solo se la durata del diritto di abitazione eccede i nove anni o è a tempo indeterminato. No. Sì. Sì, ma solo se la durata del diritto di abitazione eccede i nove anni.
I contratti di locazione sono soggetti a trascrizione nei registri immobiliari? Sì, se hanno per oggetto beni immobili e durata superiore a nove anni. Sì, ma solo quando hanno per oggetto immobili e qualunque sia la durata. No, mai. Sì, sempre.
I contratti di anticresi sono soggetti a trascrizione? Sì, ma solo se il contratto ha durata superiore a nove anni. Sì, ma solo se il contratto è a tempo indeterminato. Sì. No.
A quale forma di pubblicità sono soggette le sentenze di affrancazione del fondo enfiteutico? Al deposito presso l'ispettorato provinciale agrario. All'annotazione nei registri immobiliari. A nessuna forma di pubblicità. Alla trascrizione nei registri immobiliari.
A quale forma di pubblicità sono soggetti gli atti di affrancazione del fondo enfiteutico? All'annotazione nei registri immobiliari. Alla trascrizione nei registri immobiliari. Al deposito nella cancelleria della sezione speciale agraria del tribunale. A nessuna forma di pubblicità.
Si deve rendere pubblico col mezzo della trascrizione nei registri immobiliari il contratto di vendita di un'azienda che comporti il trasferimento della proprietà di un immobile destinato all'esercizio dell'impresa? No, mai. Sì, ma solo se si tratta di impresa commerciale. Sì, ma solo se si tratta di impresa agricola. Sì, sempre.
Tizio ha acquistato da Caio il 10 maggio 1991 un immobile ed il relativo contratto è stato trascritto il 20 maggio 1991. Anche Sempronio ha acquistato da Caio il medesimo immobile il 19 maggio 1991 e il suo contratto è stato trascritto il giorno stesso. Quale tra i due acquisti prevale sull'altro? L'acquisto di Tizio su quello di Sempronio, ma solo se il contratto con il quale Tizio ha acquistato ha la forma dell'atto pubblico. L'acquisto di Tizio prevale su quello di Sempronio. L'acquisto di Sempronio su quello di Tizio. L'acquisto di Sempronio prevale su quello di Tizio, ma solo se il contratto con il quale Sempronio ha acquistato ha la forma dell'atto pubblico.
Lo stesso immobile viene venduto da Tizio prima a Caio e poi a Mevio che non è a conoscenza della vendita in favore di Caio; l'atto di acquisto di Mevio viene trascritto per primo. In questo caso: l'acquisto di Caio ha comunque effetto nei confronti di Mevio che risulterà evitto. l'acquisto di Caio non ha effetto nei confronti di Mevio. l'acquisto di Caio è nullo. l'acquisto di Mevio è nullo.
Il contratto preliminare di compravendita immobiliare è soggetto a trascrizione nei registri immobiliari? Sì, ma solo se risulta da atto pubblico o da scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. Sì, ma solo dopo che è scaduto il termine per l'adempimento. No. No, salvo che il titolo non escluda l'esecuzione in forma specifica dell'obbligo di concludere il contratto.
Quali dei seguenti atti si devono trascrivere? Le divisioni che hanno per oggetto beni immobili. I contratti di comodato di beni immobili che hanno durata superiore a tre anni. I contratti di locazione di durata superiore a tre anni. Le divisioni ancorché abbiano ad oggetto solo beni mobili non registrati.
La costituzione del fondo patrimoniale da parte di un terzo deve essere trascritta nei pubblici registri immobiliari? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se contenuta in un atto tra vivi e anche se non ha per oggetto beni immobili. Sì, se ha per oggetto beni immobili. No, in nessun caso.
Chi, secondo il codice civile, deve eseguire la trascrizione del vincolo derivante dal fondo patrimoniale, avente ad oggetto beni immobili, costituito per testamento? L'ufficio del registro contemporaneamente alla trascrizione della denuncia di successione. Il conservatore dei registri immobiliari, d'ufficio, contemporaneamente alla trascrizione dell'acquisto a causa di morte. Le parti interessate. Nessuno, perché non è un atto trascrivibile.
La costituzione del fondo patrimoniale deve essere trascritta nei registri immobiliari? Sì, sempre. Sì, ma solo se è effettuata da uno dei coniugi e ha per oggetto beni immobili. Sì, da chiunque effettuata, ma solo se ha per oggetto beni immobili. Sì, ma solo se è effettuata da un terzo e ha per oggetto beni immobili.
La trascrizione del vincolo derivante dal fondo patrimoniale costituito per testamento e avente per oggetto beni immobili: deve essere eseguita d'ufficio dal conservatore contemporaneamente alla trascrizione dell'acquisto a causa di morte. si può eseguire solo sulla base di una dichiarazione di entrambi i coniugi contenuta in un atto pubblico ovvero in una scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. non è prevista. si può eseguire solo sulla base di una dichiarazione dei coniugi e, se vi sono figli minori, previa autorizzazione concessa dal giudice, con provvedimento emesso in camera di consiglio.
Sulla base di quale titolo si esegue la trascrizione dell'accettazione espressa dell'eredità? Dichiarazione del chiamato all'eredità contenuta in un atto pubblico ovvero in una scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. Certificato di accettazione di eredità rilasciato dal cancelliere del tribunale competente secondo il luogo nel quale si è aperta la successione. Dichiarazione verbale del chiamato. Dichiarazione scritta, anche non autenticata, del chiamato all'eredità.
Come si opera la trascrizione dell'acquisto di un legato avente ad oggetto diritti reali immobiliari? Sulla base di un decreto emesso dalla autorità giudiziaria. Sulla base di un estratto autentico del testamento. Sulla base di una dichiarazione dell'erede e del legatario contenuta in un atto pubblico ovvero in una scrittura privata con sottoscrizione autenticata e accertata giudizialmente. Sulla base di una dichiarazione dell'erede contenuta in un atto pubblico ovvero in una scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente.
Si può richiedere la trascrizione dell'accettazione tacita di eredità? Sì, ma solo se l'atto che importi accettazione tacita risulti da atto pubblico che abbia ad oggetto il trasferimento della proprietà o di diritti reali. Sì, qualora l'atto che importi accettazione tacita risulti da scrittura privata registrata, ancorché non autenticata. Sì, qualora l'atto che importi accettazione tacita risulti da sentenza, atto pubblico o scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. No.
In base a quale titolo si esegue la trascrizione dell'acquisto del legato? Una dichiarazione resa dall'erede ed autenticata dal notaio. Un estratto autentico del testamento. Una dichiarazione resa dal legatario ed autenticata dal notaio. La dichiarazione di successione.
La trascrizione dell'accettazione di un'eredità che importi acquisto del diritto di proprietà su beni immobili può essere effettuata in base alla dichiarazione del chiamato all'eredità contenuta in una scrittura privata? Sì, se la sottoscrizione è accertata giudizialmente o è autenticata. Sì, nel solo caso in cui la sottoscrizione sia autenticata da un notaio che abbia sede nel luogo in cui si è aperta la successione. No. Sì, anche se la sottoscrizione non è autenticata o non è accertata giudizialmente.
È soggetto a trascrizione nei registri immobiliari l'acquisto di un legato avente ad oggetto il diritto di uso sopra beni immobili? Sì. Sì, salvo che si tratti di legato avente ad oggetto il diritto di uso sopra un fondo rustico. No, salvo che si tratti di legato avente ad oggetto il diritto di uso sopra un fondo rustico. No.
Se il chiamato ad una eredità da cui derivi l'acquisto della proprietà di un immobile ha compiuto un atto che importi accettazione tacita dell'eredità, si può richiedere la trascrizione dell'accettazione sulla base di quell'atto? Sì, qualora l'atto che importa accettazione risulti da sentenza, da atto pubblico o da scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. No. Sì, ma solo se l'atto che importa accettazione risulti da atto pubblico. Sì, ma solo sulla base di un ordine del giudice al conservatore dei registri immobiliari.
Come si opera la trascrizione dell'accettazione espressa di eredità che importi l'acquisto di diritti reali immobiliari? In base a una copia autentica della dichiarazione di successione. In base alla dichiarazione del chiamato all'eredità contenuta in un atto pubblico ovvero in una scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. In base a un decreto emesso dall'autorità giudiziaria competente. In base a un estratto autentico del testamento.
In quale dei seguenti casi la cessione dei beni ai creditori deve essere resa pubblica col mezzo della trascrizione: in ogni caso, qualunque sia la natura dei beni che ne sono oggetto. solo qualora comprenda beni mobili. qualora comprenda beni immobili. solo nel caso in cui il valore dei beni ceduti ecceda la somma di cinquemila euro.
Tizio cede tutti i suoi beni, fra cui immobili, ai propri creditori incaricandoli di liquidare le sue attività per il soddisfacimento dei loro crediti. Caio, prima dell'atto di cessione, aveva comprato da Tizio uno degli immobili ricompresi in tale cessione. In questo caso la trascrizione dell'acquisto a favore di Caio: impedisce la trascrizione della cessione dei beni ai creditori se eseguita prima e la rende nulla se eseguita dopo. non ha effetto rispetto ai creditori solo se eseguita dopo che la cessione dei beni è stata trascritta. ha effetto rispetto ai creditori anche se eseguita dopo la trascrizione della cessione dei beni ai creditori. non ha effetto rispetto ai creditori anche se eseguita prima della trascrizione della cessione dei beni.
Tizio cede alcuni dei suoi beni, fra cui immobili, ai propri creditori, incaricandoli di liquidare tali attività per il soddisfacimento dei loro crediti. Deve essere trascritto tale atto? No, salvo che gli immobili rappresentino la maggior parte delle attività cedute. Sì, purché dall'atto risulti l'immissione nel possesso a favore dei creditori. No. Sì.
Tizio cede tutti i suoi beni, fra cui immobili, ai propri creditori, incaricandoli di liquidare tali attività per il soddisfacimento dei loro crediti. Deve essere trascritto tale atto? Sì. No, salvo che tra i creditori vi sia un incapace. Sì, purché dall'atto risulti espressamente l'immissione nel possesso dei creditori. No.
Quali di questi effetti produce la trascrizione della cessione dei beni ai creditori qualora comprenda beni immobili? Le trascrizioni o le iscrizioni di diritti acquistati verso il debitore non hanno effetto rispetto ai creditori, se eseguite dopo che la cessione è stata trascritta. Le iscrizioni di diritti acquistati verso il debitore non hanno effetto rispetto ai creditori, se eseguite dopo che la cessione è stata trascritta, mentre sono in ogni caso opponibili le trascrizioni in qualunque tempo eseguite. Le trascrizioni e le iscrizioni di diritti acquistati verso il debitore, anche se eseguite dopo che la cessione è stata trascritta, hanno effetto in ogni caso rispetto ai creditori. Le trascrizioni di diritti acquistati verso il debitore non hanno effetto rispetto ai creditori, se eseguite dopo che la cessione è stata trascritta, mentre sono in ogni caso opponibili le iscrizioni in qualunque tempo eseguite.
L'ipoteca legale a favore dell'alienante, iscritta contemporaneamente alla trascrizione del titolo di acquisto, prevale sulle iscrizioni eseguite anteriormente contro l'acquirente? Sì, ma solo se le iscrizioni contro l'acquirente siano state effettuate meno di trenta giorni prima dell'iscrizione dell'ipoteca legale. No. Sì. Sì, ma solo se l'iscrizione dell'ipoteca legale è confermata da coloro a cui favore furono eseguite le iscrizioni anteriori.
A norma del codice civile, nei casi in cui un atto di acquisto è soggetto a trascrizione, le successive iscrizioni a carico dell'acquirente: non producono effetto se non sono approvate dal tribunale nella cui circoscrizione ha sede la competente conservatoria dei registri immobiliari. producono effetto, ma solo se preventivamente autorizzate dal presidente del tribunale nella cui circoscrizione ha sede la competente conservatoria dei registri immobiliari. non producono effetto se non è stato trascritto l'atto anteriore di acquisto. producono in ogni caso effetto immediato.
L'ipoteca legale a favore dell'alienante, iscritta contemporaneamente alla trascrizione del titolo di acquisto, prevale sulle trascrizioni eseguite anteriormente contro l'acquirente? No. Sì. Sì, ma solo se le trascrizioni contro l'acquirente siano state effettuate meno di trenta giorni prima dell'iscrizione dell'ipoteca legale. Sì, ma solo se l'iscrizione è confermata da coloro a cui favore furono effettuate le trascrizioni eseguite anteriormente.
L'ipoteca legale a favore del condividente, iscritta contemporaneamente alla trascrizione della divisione, prevale sulle iscrizioni eseguite anteriormente contro il condividente tenuto al conguaglio? Sì, ma solo se le iscrizioni contro il condividente tenuto al conguaglio siano state eseguite meno di trenta giorni prima dell'iscrizione dell'ipoteca legale. Sì, ma solo se l'iscrizione dell'ipoteca legale è confermata da coloro a cui favore furono eseguite le iscrizioni anteriori. Sì. No.
L'ipoteca legale a favore del condividente, iscritta contemporaneamente alla trascrizione della divisione, prevale sulle trascrizioni eseguite anteriormente contro il condividente tenuto al conguaglio? No. Sì. Sì, ma solo se l'iscrizione dell'ipoteca legale è stata confermata da coloro a cui favore furono eseguite le trascrizioni anteriori. Sì, ma solo se le trascrizioni contro il condividente tenuto al conguaglio siano state eseguite meno di trenta giorni prima dell'iscrizione dell'ipoteca legale.
L'ipoteca legale a favore del condividente prevale sulle iscrizioni eseguite anteriormente contro il condividente tenuto al conguaglio? Sì, ma solo se il condividente tenuto al conguaglio presta il proprio consenso. Sì, ma solo se iscritta contemporaneamente alla trascrizione della divisione. No, mai. Sì, ma solo se l'iscrizione precedente è dichiarata inefficace.
A norma del codice civile, nei casi in cui un atto di acquisto è soggetto a trascrizione, le successive trascrizioni a carico dell'acquirente: producono effetto immediato se ciò è previsto espressamente nell'atto di acquisto. producono effetto, ma solo se autorizzate dal presidente del tribunale nella cui circoscrizione ha sede la competente conservatoria dei registri immobiliari entro trenta giorni dalla data di stipula dell'atto. non producono effetto se non è stato trascritto l'atto anteriore di acquisto. producono effetto se sono approvate dal tribunale nella cui circoscrizione ha sede la competente conservatoria dei registri immobiliari.
Nei casi in cui un atto di acquisto è soggetto a trascrizione fino a quando detta trascrizione non viene effettuata: le successive iscrizioni o trascrizioni a carico dell'acquirente non producono effetto. le successive trascrizioni a carico dell'acquirente sono valide ed efficaci, le iscrizioni sono nulle. le successive iscrizioni o trascrizioni a carico dell'acquirente sono nulle. le successive iscrizioni o trascrizioni a carico dell'acquirente sono ugualmente valide ed efficaci.
L'ipoteca legale a favore dell'alienante prevale sulle iscrizioni eseguite anteriormente contro l'acquirente? No, mai. Sì, ma solo se iscritta contemporaneamente alla trascrizione del titolo di acquisto. Sì, ma solo se l'iscrizione precedente è dichiarata inefficace. Sì, ma solo se l'acquirente presta il proprio consenso.
Si devono trascrivere le sentenze da cui risulta estinto per prescrizione il diritto di uso sopra beni immobili? Sì. No, tuttavia l'autorità giudiziaria può consentire la trascrizione se richiesta, tenuto conto della qualità delle parti e di ogni altra circostanza. No. Sì, purché si tratti di diritto di uso costituito a favore di persone giuridiche.
Si devono trascrivere le sentenze da cui risultano estinte per prescrizione servitù prediali? Sì, purché si tratti di servitù coattive. No, tuttavia l'autorità giudiziaria può consentire la trascrizione se richiesta, tenuto conto della qualità delle parti e di ogni altra circostanza. No. Sì.
Si devono trascrivere le sentenze da cui risulta estinto per prescrizione il diritto dell'enfiteuta? Sì. No. Sì, purché l'enfiteusi sia stata costituita per una durata superiore ai cinquanta anni. No, tuttavia l'autorità giudiziaria può consentire la trascrizione se richiesta, tenuto conto della qualità delle parti e di ogni altra circostanza.
Si devono trascrivere le sentenze da cui risulta estinto per prescrizione il diritto di superficie? Sì. No. No, tuttavia l'autorità giudiziaria può consentire la trascrizione se richiesta, tenuto conto della qualità delle parti e di ogni altra circostanza. Sì, purché il diritto di superficie sia stato costituito a tempo indeterminato.
Si devono trascrivere le sentenze da cui risulta estinto per prescrizione il diritto di usufrutto su beni immobili? Sì. No, tuttavia l'autorità giudiziaria può consentire la trascrizione se espressamente richiesta, tenuto conto della qualità delle parti e di ogni altra circostanza. Sì, purché si tratti di usufrutto costituito per una durata superiore ai trent'anni. No.
Si devono trascrivere le sentenze da cui risulti acquistato per usucapione il diritto di proprietà di un bene immobile? Sì, sempre. No, mai. No, salvo che la trascrizione sia ordinata nella sentenza. Sì, ma solo nel caso in cui l'acquisto sia avvenuto in forza di usucapione decennale.
Si devono trascrivere le sentenze da cui risulta estinto per prescrizione il diritto di usufrutto su beni immobili? No. Sì, purché si tratti di usufrutto costituito a favore di una persona giuridica. Sì. No, salvo che si tratti di usufrutto stabilito dalla legge.
Le domande dirette a ottenere l'esecuzione in forma specifica dell'obbligo a contrarre, qualora si riferiscano alla proprietà di beni immobili: si devono trascrivere affinché la sentenza che accoglie la domanda possa essere trascritta. non possono essere trascritte. si devono trascrivere affinché la trascrizione della sentenza che accoglie la domanda prevalga sulle trascrizioni e iscrizioni eseguite contro il convenuto dopo la trascrizione della domanda. si devono trascrivere affinché possa instaurarsi il procedimento giudiziale.
Quando la domanda di riduzione delle disposizioni testamentarie per lesione di legittima è stata trascritta dopo dieci anni dall'apertura della successione, la sentenza che l'accoglie: non pregiudica i terzi che hanno acquistato a titolo oneroso diritti in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. non pregiudica mai i terzi che hanno acquistato diritti in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. pregiudica sempre i terzi anche se hanno acquistato diritti in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. non pregiudica i terzi di buona fede che hanno a qualunque titolo acquistato diritti in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda.
La domanda diretta all'accertamento della simulazione deve essere trascritta? Sì, ma solo se trattasi di simulazione assoluta. Sì, sempre. Sì, ma solo se relativa ad atti soggetti a trascrizione. No, mai.
Se la trascrizione della domanda di riduzione per lesione di legittima di una disposizione testamentaria avente ad oggetto la proprietà di un bene immobile è eseguita dopo dieci anni dall'apertura della successione: la sentenza che accoglie la domanda non pregiudica i terzi che hanno acquistato a titolo gratuito o oneroso diritti in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. la sentenza che accoglie la domanda non pregiudica i terzi che hanno acquistato a titolo oneroso diritti in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. la domanda è improcedibile. la sentenza che accoglie la domanda non pregiudica i diritti acquistati dai terzi in base a un atto trascritto o iscritto dopo l'apertura della successione, ancorché successivamente alla trascrizione della domanda.
Se la trascrizione della domanda di riduzione per lesione di legittima di una donazione della proprietà di un bene immobile è eseguita dopo dieci anni dall'apertura della successione: la sentenza che accoglie la domanda non pregiudica i terzi che hanno acquistato a titolo gratuito o oneroso diritti in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. la domanda è improcedibile. la sentenza che accoglie la domanda non pregiudica i diritti acquistati dai terzi in base a un atto trascritto o iscritto dopo l'apertura della successione, ancorché successivamente alla trascrizione della domanda. la sentenza che accoglie la domanda non pregiudica i terzi che hanno acquistato a titolo oneroso diritti in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda.
Tizio compra il fondo Tuscolano da Caio, possessore del fondo stesso. Dopo un mese dalla trascrizione dell'atto di compravendita, viene trascritta contro Caio domanda giudiziale atta a interrompere il corso dell'usucapione del fondo Tuscolano. L'interruzione ha effetto riguardo a Tizio? Sì, ma dalla data della trascrizione della domanda giudiziale. No. Sì, dalla data della proposizione della domanda giudiziale. Sì, ma dalla data della trascrizione dell'atto di compravendita.
Tizio compra il fondo Tuscolano da Caio. Dopo un anno dalla trascrizione dell'atto di compravendita, viene pronunziata contro Caio sentenza di accoglimento della domanda di rivendicazione della proprietà del fondo Tuscolano da parte di Mevio. La sentenza ha effetto contro Tizio? Sì, se la domanda diretta a rivendicare la proprietà del fondo Tuscolano era stata trascritta anteriormente alla trascrizione dell'atto di compravendita. No, ancorché l'atto di compravendita sia stato trascritto successivamente alla trascrizione della domanda giudiziale. Sì, ancorché l'atto di compravendita sia stato trascritto anteriormente alla trascrizione della domanda giudiziale. No, salvo che nella sentenza sia stata espressamente disposta l'efficacia anche nei confronti di coloro che hanno acquistato diritti dal convenuto.
Tizio compra da Caio l'appartamento Alfa con patto di riscatto. Dopo quaranta giorni dalla scadenza del termine per l'esercizio del riscatto, Tizio vende il detto appartamento a Mevio, con atto trascritto il giorno successivo. Trascorsi altri sei giorni viene eseguita la trascrizione della dichiarazione di riscatto fatta da Caio un giorno prima della scadenza del termine. Restano salvi i diritti acquistati da Mevio? No. Sì. Sì, salvo che Caio sia un incapace. No, salvo che tale salvezza fosse stata espressamente prevista nella vendita a Mevio.
La trascrizione delle domande dirette a rivendicare la proprietà o altri diritti reali di godimento su beni immobili, se si riferiscono ad un atto trascritto o iscritto: deve essere annotata a margine della trascrizione o iscrizione dell'atto cui le domande si riferiscono. deve essere resa nota con la pubblicazione nel foglio degli annunci legali della provincia. deve essere notificata alle parti dell'atto trascritto o iscritto cui le domande si riferiscono. sospende l'efficacia della trascrizione o iscrizione dell'atto cui le domande si riferiscono.
La trascrizione delle domande dirette all'accertamento del diritto di proprietà o di altri diritti reali di godimento, se si riferiscono ad un atto trascritto o iscritto: sospende l'efficacia della trascrizione o iscrizione dell'atto cui le domande si riferiscono. deve essere notificata alle parti dell'atto trascritto o iscritto cui le domande si riferiscono. deve essere annotata a margine della trascrizione o iscrizione dell'atto cui le domande si riferiscono. deve essere resa nota con la pubblicazione nel foglio degli annunci legali della provincia.
La trascrizione della domanda di devoluzione del fondo enfiteutico: deve essere resa nota con la pubblicazione nel foglio degli annunci legali della provincia. sospende l'efficacia della trascrizione dell'atto costitutivo del diritto dell'enfiteuta. deve essere annotata a margine della trascrizione dell'atto costitutivo del diritto dell'enfiteuta. deve essere notificata alle persone che hanno acquistato diritti nei confronti dell'enfiteuta.
La trascrizione delle domande e delle dichiarazioni di riscatto nella vendita di beni immobili: deve essere annotata a margine della trascrizione dell'atto di vendita dei beni immobili cui le domande si riferiscono. deve essere resa nota con la pubblicazione nel foglio degli annunci legali della provincia. deve essere notificata alle persone che hanno acquistato diritti nei confronti dell'acquirente dei beni immobili. sospende l'efficacia della trascrizione dell'atto di vendita dei predetti beni immobili.
La trascrizione delle domande di scioglimento della comunione fra coniugi avente per oggetto beni immobili: deve essere annotata a margine della trascrizione dell'atto che ha costituito la suddetta comunione. deve essere resa nota con la pubblicazione nel foglio degli annunci legali della provincia. deve essere notificata alle persone che hanno acquistato diritti sui predetti beni immobili. sospende l'efficacia della trascrizione dell'atto costitutivo della comunione.
La trascrizione degli atti e delle domande che interrompono il corso dell'usucapione di beni immobili: deve essere annotata a margine della trascrizione dell'atto in forza del quale l'immobile è stato acquistato da chi non era proprietario. deve essere resa nota con la pubblicazione nel foglio degli annunci legali della provincia. deve essere notificata alle persone che hanno acquistato diritti sui predetti beni immobili. sospende l'efficacia della trascrizione dell'atto in forza del quale l'immobile è stato acquistato.
A quale formalità da effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari è soggetta la dichiarazione di nullità di un atto trascritto? Ad annotazione in margine alla trascrizione dell'atto. Ad autonoma trascrizione. Non è soggetta ad alcuna formalità. Alla cancellazione della trascrizione dell'atto.
A quale formalità da effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari è soggetta la dichiarazione di nullità di un atto iscritto? Alla cancellazione dell'iscrizione dell'atto. Ad autonoma iscrizione. Non è soggetta ad alcuna formalità. Ad annotazione in margine all'iscrizione dell'atto.
A quale formalità da effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari è soggetto l'annullamento di un atto trascritto? Alla cancellazione della trascrizione dell'atto. Ad annotazione in margine alla trascrizione dell'atto. Ad autonoma trascrizione. Non è soggetto ad alcuna formalità.
Se la sentenza di devoluzione del fondo enfiteutico non è stata annotata in margine alla trascrizione della relativa domanda, si possono eseguire successive iscrizioni a carico di colui che ha ottenuto la devoluzione? Sì, ma le iscrizioni già compiute producono effetto eseguita l'annotazione. No, in nessun caso. No, se non c'è il consenso dell'enfiteuta. Sì, ma le iscrizioni verranno eseguite con riserva.
A quale formalità da effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari è soggetta la risoluzione di un atto trascritto? Alla cancellazione della trascrizione dell'atto. Ad annotazione in margine alla trascrizione dell'atto. Non è soggetta ad alcuna formalità. Ad autonoma trascrizione.
Qualora un atto trascritto sia annullato e l'annullamento non sia stato annotato in margine alla trascrizione, si possono eseguire successive trascrizioni a carico di colui che ha ottenuto l'annullamento? No, se non vi è il consenso di colui a favore del quale era stata eseguita la trascrizione dell'atto annullato. Sì, ma le trascrizioni dovranno essere eseguite con riserva. No, in nessun caso. Sì, ma le successive trascrizioni producono effetto eseguita l'annotazione.
Se la sentenza di devoluzione del fondo enfiteutico non è stata annotata in margine alla trascrizione della relativa domanda, si possono eseguire successive trascrizioni a carico di colui che ha ottenuto la devoluzione? No, se non vi è il consenso dell'enfiteuta. No, in nessun caso. Sì, ma le trascrizioni già compiute hanno effetto dopo l'esecuzione dell'annotazione. Sì, ma le trascrizioni dovranno essere eseguite con riserva.
Qualora un atto trascritto sia soggetto a condizione risolutiva e l'avveramento della condizione non sia stato annotato in margine alla trascrizione, si possono eseguire successive trascrizioni a carico di colui a favore del quale si è avverata la condizione? Sì, ma le trascrizioni già compiute hanno il loro effetto dopo che sia stata eseguita l'annotazione. No, in nessun caso. Sì, ma le trascrizioni dovranno essere eseguite con riserva. No, se non vi è il consenso di colui a favore del quale era stata eseguita la trascrizione dell'atto sottoposto a condizione.
Qualora un atto trascritto sia rescisso e la rescissione non sia stata annotata in margine alla trascrizione, si possono eseguire successive trascrizioni a carico di colui che ha ottenuto la rescissione? No, in nessun caso. Sì, ma le successive trascrizioni hanno il loro effetto, secondo l'ordine rispettivo, solo dopo l'esecuzione dell'annotazione. Sì, ma le trascrizioni dovranno essere eseguite con riserva. No, se non vi è il consenso di colui a favore del quale era stata eseguita la trascrizione dell'atto rescisso.
Qualora un atto iscritto sia annullato e l'annullamento non sia stato annotato in margine all'iscrizione, si possono eseguire successive iscrizioni a carico di colui che ha ottenuto l'annullamento? Sì, ma le iscrizioni dovranno essere eseguite con riserva. No, in nessun caso. No, se non vi è il consenso di colui a favore del quale era stata eseguita l'iscrizione dell'atto annullato. Sì, ma le successive iscrizioni hanno il loro effetto, secondo l'ordine rispettivo, eseguita l'annotazione.
A quale formalità da effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari è soggetta la revocazione di un atto trascritto? Alla cancellazione della trascrizione dell'atto. Ad annotazione in margine alla trascrizione dell'atto. Ad autonoma trascrizione. Non è soggetta ad alcuna formalità.
Qualora un atto trascritto sia risoluto e la risoluzione non sia stata annotata in margine alla trascrizione, si possono eseguire successive trascrizioni a carico di colui che ha ottenuto la risoluzione? No, in nessun caso. Sì, ma le successive trascrizioni hanno effetto solo dopo l'esecuzione dell'annotazione. Sì, ma le trascrizioni dovranno essere eseguite con riserva. No, se non vi è il consenso di colui a favore del quale era stata eseguita la trascrizione dell'atto risolto.
A quale formalità da effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari è soggetta la rescissione di un atto trascritto? Ad annotazione in margine alla trascrizione dell'atto. Ad autonoma trascrizione. Non è soggetta ad alcun formalità. Alla cancellazione della trascrizione dell'atto.
Qualora un atto trascritto sia revocato e la revocazione non sia stata annotata in margine alla trascrizione, si possono eseguire successive trascrizioni a carico di colui che ha ottenuto la revocazione? No, se non vi è il consenso di colui a favore del quale era stata eseguita la trascrizione dell'atto revocato. Sì, ma le trascrizioni già eseguite producono effetto dopo l'esecuzione dell'annotazione. Sì, ma le trascrizioni dovranno essere eseguite con riserva. No, in nessun caso.
A quale formalità da effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari è soggetto l'avveramento della condizione risolutiva apposta ad un atto trascritto? Ad annotazione in margine alla trascrizione dell'atto. Ad autonoma trascrizione. Non è soggetto ad alcuna formalità. Alla cancellazione della trascrizione dell'atto.
A quale forma di pubblicità sono soggette le sentenze di devoluzione del fondo enfiteutico? All'annotazione nei registri immobiliari in margine della trascrizione della relativa domanda. Al deposito presso l'ispettorato provinciale agrario. Alla trascrizione nei registri immobiliari. A nessuna forma di pubblicità.
Qualora un atto iscritto sia dichiarato nullo e la dichiarazione di nullità non sia stata annotata in margine all'iscrizione, si possono eseguire successive iscrizioni a carico di colui che ha ottenuto la dichiarazione di nullità? Sì, ma le iscrizioni dovranno essere eseguite con riserva. Sì, ma le successive iscrizioni producono effetto dopo che sia stata eseguita l'annotazione. No, in nessun caso. No, se non vi è il consenso di colui a favore del quale era stata eseguita l'iscrizione dell'atto nullo.
Qualora un atto trascritto sia dichiarato nullo e la dichiarazione di nullità non sia stata annotata in margine alla trascrizione, si possono eseguire successive trascrizioni a carico di colui che ha ottenuto la dichiarazione di nullità? Sì, ma le successive trascrizioni producono effetto dopo che sia stata eseguita l'annotazione. No, in nessun caso. Sì, ma le trascrizioni dovranno essere eseguite con riserva. No, se non vi è il consenso di colui a favore del quale era stata eseguita la trascrizione dell'atto nullo.
Con quali modalità si esegue l'annotazione di una trascrizione di atti o domande che fanno riferimento ad atti trascritti o iscritti? L'annotazione ha per oggetto gli elementi essenziali dell'atto o della domanda dichiarati dal soggetto interessato. L'annotazione ha per oggetto gli elementi di identificazione e la causa dell'atto o della domanda la cui trascrizione deve essere annotata. L'annotazione si esegue su iniziativa del conservatore del registro immobiliare che ha eseguito la trascrizione da annotare. L'annotazione si esegue secondo le norme che regolano la trascrizione in quanto applicabili.
A norma del codice civile in forza di quali titoli si può effettuare la trascrizione? In forza di sentenza, di atto pubblico o di scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. Solo in forza di atto pubblico o di sentenza. Solo in forza di atto pubblico. Solo in forza di sentenza.
In forza di quale dei seguenti titoli può essere eseguita la trascrizione? Documento, in qualsiasi forma redatto, comprovante l'accadimento di un fatto idoneo a produrre effetti giuridici. Scrittura privata con sottoscrizione accertata giudizialmente. Scrittura privata con sottoscrizione olografa, ancorché non autenticata o accertata giudizialmente. Contratto concluso, anche oralmente, tra soggetti capaci di agire.
La parte che domanda la trascrizione di una scrittura privata con sottoscrizione autenticata, il cui originale si trovi depositato negli atti di un notaio da lui custoditi, deve presentarne al conservatore dei registri immobiliari: una copia autenticata dal notaio. una copia autenticata da un notaio o da altro pubblico ufficiale. un estratto certificato conforme da un notaio. l'originale.
La parte che domanda la trascrizione di una scrittura privata con sottoscrizione autenticata, il cui originale non si trovi depositato in un pubblico archivio o negli atti di un notaio, deve presentare al conservatore dei registri immobiliari: l'originale. una copia autenticata da un notaio o da un altro pubblico ufficiale. un estratto certificato conforme da un notaio. una copia autenticata dal notaio che ha autenticato le sottoscrizioni.
La parte che domanda la trascrizione di una scrittura privata con sottoscrizione autenticata, il cui originale si trovi depositato in un pubblico archivio, deve presentarne al conservatore dei registri immobiliari: una copia autenticata da un notaio o da altro pubblico ufficiale. una copia autenticata dall'archivista. un estratto certificato conforme da un notaio. l'originale.
Per la trascrizione di una domanda giudiziale occorre presentare al conservatore dei registri immobiliari: un estratto certificato conforme dall'attore. l'originale. copia autentica del documento che la contiene, munito della relazione di notifica alla controparte. un estratto certificato conforme dall'attore e dal convenuto.
Quando una scrittura privata, in unico originale, con sottoscrizione autenticata, si trova depositata negli atti di un notaio, la parte che ne domanda la trascrizione deve presentare al conservatore dei registri immobiliari: l'originale della scrittura privata. una copia autenticata dal notaio presso il quale è depositata la scrittura privata. una semplice copia fotostatica. una copia autenticata da un notaio qualsiasi.
Una società in accomandita semplice può acquistare beni immobili? Sì, ma solo previa autorizzazione giudiziale. No. Sì. Sì, ma solo se trattasi di immobili strumentali.
Una società in nome collettivo può acquistare beni immobili? Sì. Sì, ma solo se si tratta di immobili strumentali. No. Sì, ma solo previa autorizzazione giudiziale.
Se l'acquisto di un diritto reale immobiliare è sottoposto a termine iniziale, se ne può effettuare la trascrizione prima che sia scaduto tale termine? Sì, purché dal titolo risulti l'espresso consenso delle parti alla trascrizione. Sì, purché nella nota di trascrizione si faccia menzione del termine iniziale. Sì, purché il termine iniziale scada entro dieci anni dalla data dell'atto. No, mai.
Per la trascrizione di un atto tra vivi, nella nota devono essere, fra l'altro, indicati: la natura del bene a cui si riferisce il titolo, con l'indicazione del comune in cui si trova il bene nonché dei dati di identificazione catastale. le generalità dei proprietari dei beni confinanti con quello oggetto della nota. il prezzo se si tratta di atto a titolo oneroso, il valore se si tratta di atto a titolo gratuito. gli estremi del titolo di provenienza.
Un'associazione non riconosciuta di volontariato ha acquistato l'immobile da destinare a propria sede; cosa si deve indicare, tra l'altro, nella nota di trascrizione per potere eseguire la formalità a favore dell'associazione? La denominazione, la sede ed il numero di codice fiscale dell'associazione e le generalità delle persone che rappresentano l'associazione secondo l'atto costitutivo. Le generalità di tutti gli associati. La durata dell'associazione e l'ammontare del fondo comune. La data di costituzione dell'associazione.
Se l'acquisto di un diritto reale immobiliare è sottoposto a condizione sospensiva, se ne può effettuare la trascrizione prima che la condizione stessa si sia verificata? Sì, ma solo se la condizione ha carattere potestativo. Sì, purché dal titolo risulti l'espresso consenso delle parti alla trascrizione. Sì, purché nella nota di trascrizione si faccia menzione della condizione. No, mai.
Una società semplice può acquistare beni immobili? Sì. Sì, ma solo se si tratta di fondi agricoli. Sì, ma solo previa autorizzazione giudiziale. No.
Quali tra gli elementi sotto indicati deve contenere la nota di trascrizione di un atto tra vivi? Il numero di codice fiscale delle parti. Il numero di iscrizione delle parti alla camera di commercio. Il domicilio o la residenza dei soggetti diversi dalle persone giuridiche, dalle società e dalle associazioni non riconosciute. La partita IVA delle parti.
Chi domanda la trascrizione di un acquisto a causa di morte che segue in base a un testamento, può presentare un estratto autentico del testamento in luogo di una copia dello stesso? No. Sì, purché si tratti di un testamento pubblico. No, salvo che si tratti di un testamento pubblico passato agli atti tra vivi con verbale di un archivista. Sì.
Chi domanda la trascrizione di un acquisto a causa di morte deve presentare il certificato di morte dell'autore della successione? Sì, salvo che l'erede o il legatario sia una persona giuridica. Sì. No, se la data di morte è indicata nella nota di trascrizione. No.
Quando si domanda la trascrizione di un acquisto a causa di morte e per la stessa successione è stato già trascritto altro acquisto in base allo stesso testamento, quali documenti si devono presentare? Se chi ha trascritto anteriormente ha presentato un estratto del testamento, alla domanda di nuova trascrizione deve essere allegato, qualora occorra, un altro estratto o la copia dell'intero testamento. Si deve presentare in ogni caso la copia autentica del testamento in base al quale viene richiesta la trascrizione. Si deve presentare in ogni caso un estratto del testamento o la copia dell'intero testamento. Si deve presentare in ogni caso soltanto un estratto del testamento e il certificato di morte del suo autore.
Il conservatore dei registri immobiliari deve, tra l'altro, custodire negli archivi: in appositi volumi i titoli consegnatigli per la trascrizione soltanto se sono rappresentati da atti pubblici o da sentenze. in appositi volumi i titoli che gli sono consegnati. la corrispondenza intrattenuta relativamente a ciascuna trascrizione eseguita. le richieste di certificati relativi ad ogni trascrizione eseguita.
Il conservatore dei registri immobiliari, dopo aver eseguito la trascrizione: deve restituire al richiedente uno degli originali della nota di trascrizione con la sola attestazione di aver ricevuto il titolo e gli altri documenti necessari per la trascrizione. deve restituire al richiedente uno degli originali della nota di trascrizione con la sola indicazione del numero d'ordine del registro generale sotto il quale è stata registrata la nota stessa. deve restituire al richiedente uno degli originali della nota di trascrizione nella quale deve certificare l'eseguita trascrizione con le indicazioni relative al giorno di ricevimento del titolo consegnato per la trascrizione e del numero d'ordine assegnato alla nota nel registro generale. deve restituire al richiedente uno degli originali della nota con la sola indicazione del numero sotto il quale il titolo consegnato per la trascrizione è stato registrato nel registro particolare delle trascrizioni.
Quali effetti derivano dal fatto che nella nota per la trascrizione di un atto tra vivi o di un testamento il richiedente sia incorso in omissione o inesattezza di alcune delle indicazioni che nelle predette note devono essere contenute? L'omissione o l'inesattezza produce l'invalidità della trascrizione. Nessun effetto che invalidi la trascrizione, eccetto che l'omissione o l'inesattezza induca incertezza sulle persone, sul bene o sul rapporto giuridico a cui si riferisce l'atto o, rispettivamente, la sentenza o la domanda. Nessun effetto che invalidi la trascrizione se l'omissione o l'inesattezza siano corrette dal richiedente entro sessanta giorni dall'eseguita trascrizione. Nessun effetto che invalidi la trascrizione se l'omissione o l'inesattezza siano corrette dal richiedente in contraddittorio del soggetto che contesti l'efficacia della trascrizione stessa.
La trascrizione di un titolo presso il competente ufficio dei registri immobiliari giova: esclusivamente a chi la ha domandata. alle parti che hanno sottoscritto il titolo se si tratta di atto pubblico o di scrittura privata autenticata, e all'attore se si tratta di sentenza, ma non ai terzi ancorché vi abbiano interesse. alle parti che hanno sottoscritto il titolo se si tratta di atto pubblico o di scrittura privata autenticata, e all'attore e al convenuto se si tratta di sentenza, ma non ai terzi ancorché vi abbiano interesse. a tutti coloro che vi hanno interesse.
I rappresentanti e coloro che hanno prestato assistenza ai minori, agli interdetti e a qualsiasi altro incapace esercitando il loro ufficio rispetto ad atti, sentenze o domande giudiziali, soggetti a trascrizione, possono opporre ai loro rappresentati o amministrati la mancanza della trascrizione, che essi avevano l'obbligo di eseguire? Essi e i loro eredi possono opporre la suddetta mancanza, ma rispondono dei danni che la mancanza della trascrizione ha prodotto. Essi e i loro eredi possono opporre la suddetta mancanza soltanto se provano che non richiesero la trascrizione per colpa lieve. Né essi né i loro eredi possono opporre la suddetta mancanza. Essi e i loro eredi possono opporre la suddetta mancanza.
Quali effetti derivano dall'omissione della trascrizione di atti, sentenze o domande giudiziali riguardanti persone incapaci? La mancanza di trascrizione può essere opposta ai minori, agli interdetti e a qualsiasi altro incapace, nell'interesse dei quali può essere eccepita la conoscenza dell'atto, sentenza o domanda giudiziale. La mancanza di trascrizione può essere opposta ai minori, agli interdetti e a qualsiasi altro incapace, salvo ai medesimi il regresso contro i tutori, gli amministratori o i curatori che avevano l'obbligo della trascrizione. La mancanza di trascrizione non può essere opposta ai minori, agli interdetti e a qualsiasi altro incapace e nessun diritto al risarcimento del danno può essere fatto valere. La mancanza della trascrizione non può essere opposta ai minori, agli interdetti e a qualsiasi altro incapace, salvo il diritto del terzo al risarcimento del danno nei confronti dei tutori, amministratori o curatori che avevano l'obbligo della trascrizione.
Chi deve curare che venga eseguita la trascrizione degli atti, delle sentenze o delle domande giudiziali soggetti a trascrizione e riguardanti le persone incapaci? Esclusivamente i rappresentanti o coloro che hanno prestato assistenza alle persone incapaci, previa autorizzazione del giudice tutelare. I rappresentanti e coloro che hanno prestato assistenza alle predette persone esercitando il loro ufficio rispetto agli atti, domande giudiziali o sentenze da trascrivere. I pubblici ufficiali che hanno ricevuto o compiuto gli atti destinati alla trascrizione, salvo che vi sia opposizione da parte del rappresentante o di chi assiste la persona incapace. In ogni caso i pubblici ufficiali che hanno ricevuto o compiuto gli atti destinati alla trascrizione.
Quale formalità deve effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari in caso di avveramento della condizione sospensiva apposta ad un atto trascritto, quando il verificarsi della condizione sospensiva risulta da sentenza o da dichiarazione, anche unilaterale, della parte in danno della quale la condizione sospensiva si è verificata? La cancellazione dell'indicazione della condizione. La ripetizione della trascrizione dell'atto. Nessuna formalità. La cancellazione della trascrizione dell'atto e la contestuale ripetizione della trascrizione stessa.
Quale formalità deve effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari qualora sia scaduto il termine iniziale apposto ad un atto trascritto, quando la scadenza del termine risulta da sentenza o da dichiarazione, anche unilaterale, della parte in danno della quale il termine iniziale è scaduto? La ripetizione della trascrizione dell'atto. La cancellazione dell'indicazione del termine. Nessuna formalità. La cancellazione della trascrizione dell'atto e la contestuale ripetizione della stessa trascrizione.
Quale formalità deve effettuarsi presso il competente ufficio dei registri immobiliari qualora la condizione risolutiva apposta ad un atto trascritto sia mancata e la mancanza della condizione risulti da sentenza o da dichiarazione, anche unilaterale, della parte in danno della quale la condizione risolutiva è mancata? Nessuna formalità. La cancellazione dell'indicazione della condizione. La ripetizione della trascrizione dell'atto. La cancellazione della trascrizione dell'atto e la contestuale ripetizione della trascrizione stessa.
Può essere trascritto un atto pubblico ricevuto nello Stato per il quale non sia stata ancora pagata l'imposta di registro a cui è soggetto? Sì. Sì, ma solo previa autorizzazione del competente ufficio del registro. No. No, salvo che trattasi di un atto a titolo gratuito.
Se vi sono più soggetti interessati alla trascrizione eseguita da un terzo, in qual modo il debito relativo alla spesa si ripartisce fra i predetti interessati? Tutti i soggetti interessati sono tenuti in solido a rimborsare della spesa chi ha eseguito la trascrizione e chi paga ha il diritto di regresso verso gli altri per quote proporzionali al loro interesse. Ciascuno è tenuto a rimborsare la persona che ha richiesto la trascrizione della parte di spesa corrispondente alla quota per cui è interessato. La spesa della trascrizione deve essere rimborsata da tutti gli interessati in parti uguali a chi l'ha sostenuta. Tutti i soggetti interessati sono tenuti in solido a rimborsare della spesa chi ha richiesto la trascrizione e chi paga ha il diritto di regresso verso gli altri per quote uguali.
Chi deve anticipare le spese della trascrizione degli atti, delle sentenze o delle domande giudiziali? In solido l'interessato e chi domanda la trascrizione, se questi è persona diversa dall'interessato. Chi la domanda, salvo il diritto al rimborso verso l'interessato. Chi la domanda senza alcun diritto a rimborso verso l'interessato. L'interessato, anche se non provvede direttamente alla domanda di trascrizione.
Il notaio o altro pubblico ufficiale che ha ricevuto o autenticato il contratto avente come contenuto la modifica, sottoposta a condizione sospensiva, di un diritto reale immobiliare, entro quale termine deve curare che venga eseguita la trascrizione? Nel più breve tempo possibile, facendo menzione nella nota di trascrizione della condizione se non ancora verificatasi. Mai. Entro trenta giorni dal verificarsi della condizione. Nel più breve tempo possibile ma solo dopo il verificarsi della condizione.
In quale momento il notaio che ha ricevuto il contratto con cui si costituisce il diritto di fare e mantenere una costruzione su suolo altrui deve trascriverlo? Quando le parti gli comunicano l'ultimazione della costruzione. Nel più breve tempo possibile. All'inizio della costruzione previo verbale di constatazione. Quando, effettuata la costruzione, si acquista la proprietà di quest'ultima.
Il notaio o altro pubblico ufficiale che ha ricevuto o autenticato un atto avente a oggetto il trasferimento di beni immobili sottoposto a condizione sospensiva, entro quale termine deve curare che venga eseguita la trascrizione? Nel più breve tempo possibile, ma solo dopo che si sia verificata la condizione. Entro trenta giorni dal verificarsi della condizione. Nel più breve tempo possibile, facendo menzione nella nota di trascrizione della condizione se non ancora verificatasi. Mai.
Il notaio o altro pubblico ufficiale che ha ricevuto o autenticato l'atto che contiene la rinuncia a un diritto reale su immobile sottoposta a condizione sospensiva, entro quale termine deve curare che venga eseguita la trascrizione? Nel più breve tempo possibile e facendo menzione nella nota di trascrizione della condizione, se non ancora verificatasi. Nel più breve tempo possibile ma solo dopo che si sia verificata la condizione. Mai. Entro trenta giorni dal verificarsi della condizione.
Il notaio o altro pubblico ufficiale che ha ricevuto o autenticato l'atto che contiene la rinuncia a un diritto reale su immobili sottoposta a termine iniziale, entro quale termine deve curare che venga eseguita la trascrizione? Nel più breve tempo possibile facendo menzione del termine nella nota di trascrizione, se non scaduto. Nel più breve tempo possibile dopo che sia divenuta efficace. Mai. Entro trenta giorni dallo scadere del termine.
Secondo il codice civile entro quale termine il notaio o altro pubblico ufficiale, che ha ricevuto o autenticato l'atto soggetto a trascrizione, ha l'obbligo di curare che questa venga eseguita? Entro venti giorni. Entro trenta giorni. Entro quarantacinque giorni. Nel più breve tempo possibile.
Il notaio o altro pubblico ufficiale, che ha ricevuto o autenticato l'atto soggetto a trascrizione, ha l'obbligo di curare che questa venga eseguita: nel più breve tempo possibile. entro venti giorni dall'atto. non prima che siano trascorsi trenta giorni dall'atto. entro un anno dall'atto.
A chi faccia richiesta di copia di una iscrizione, il conservatore dei registri immobiliari: ha facoltà ma non obbligo di rilasciarla. non può rilasciarla se non si tratta della persona che ha domandato l'iscrizione o di un suo delegato. deve rilasciarla. non deve rilasciarla senza preventiva autorizzazione della parte che ha consentito all'iscrizione o dei suoi aventi causa.
A chi faccia richiesta di copia di una trascrizione, il conservatore dei registri immobiliari: può rilasciarla se relativa ad atto pubblico, ma non se relativa a scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. non può rilasciarla se non si tratta della persona che ha domandato la trascrizione o di un suo delegato. deve rilasciarla. non deve rilasciarla senza preventiva autorizzazione di una delle parti dell'atto o dei suoi aventi causa.
Qualora sia presentata per la trascrizione nei registri immobiliari della competente conservatoria la copia autentica di un valido atto di compravendita di un appartamento e la copia dell'atto non sia in carattere intelligibile, il conservatore: può ricusare di riceverla. ha l'obbligo di rifiutare la trascrizione. ha l'obbligo di eseguire la trascrizione con riserva. assegna un termine per la regolarizzazione del titolo, trascrivendo, nel frattempo, con riserva.
Qualora sia presentata per la trascrizione nei registri immobiliari della competente conservatoria la copia autentica di un atto di compravendita ed il conservatore rifiuti la trascrizione, le parti: devono fare stendere verbale del rifiuto dal notaio che ha ricevuto l'atto, senza possibilità di rivolgersi ad altri notai. possono far stendere immediatamente verbale del rifiuto da un notaio o da un ufficiale giudiziario assistito da due testimoni. devono attivare la competente commissione presso il consiglio dell'ordine dei notai per instaurare il contraddittorio innanzi all'intendente di finanza. possono solo rivolgersi entro tre giorni all'autorità giudiziaria.
Qualora il conservatore dei registri immobiliari ritardi di ricevere la consegna del titolo presentato per la trascrizione e di eseguire la trascrizione richiesta, le parti: devono fare stendere verbale del ritardo dal notaio che ha ricevuto l'atto, senza possibilità di rivolgersi ad altri pubblici ufficiali. possono rivolgersi al cancelliere del tribunale competente per territorio perché accerti i motivi del ritardo. devono fare stendere verbale del ritardo dal cancelliere del tribunale competente, assistito da due testimoni, di cui almeno uno risulti preposto al servizio dell'ispezione del registro generale d'ordine. possono far stendere immediatamente verbale del ritardo da un notaio o da un ufficiale giudiziario assistito da due testimoni.
Nel caso di diversità tra i risultati dei registri immobiliari e quelli delle copie o dei certificati rilasciati dal conservatore dei registri stessi: prevale ciò che risulta dalla copia o dal certificato. prevale ciò che risulta dai registri. perde ogni efficacia la trascrizione o iscrizione. prevale ciò che giova a chi ha fatto richiesta della copia o del certificato.
Fuori dalle ore, determinate dalla legge, nelle quali l'ufficio è aperto al pubblico il conservatore dei registri immobiliari: non può ricevere alcuna domanda di trascrizione; deve ricevere le domande di iscrizione. non può ricevere alcuna domanda di trascrizione o di iscrizione. deve ricevere le domande di trascrizione o di iscrizione. può ricevere le domande di trascrizione; deve ricevere le domande di iscrizione.
Appena avvenuta l'accettazione del titolo e della nota: il conservatore dei registri immobiliari ne deve dare ricevuta con addebito della spesa. il conservatore dei registri immobiliari ne deve dare ricevuta esclusivamente al soggetto interessato alla trascrizione, iscrizione o annotazione. il conservatore dei registri immobiliari ne deve dare ricevuta indicando il giorno in cui la richiesta trascrizione, iscrizione o annotazione sarà eseguita. il conservatore dei registri immobiliari ne deve dare ricevuta in carta libera all'esibitore, senza spesa, indicando il numero di presentazione.
Il registro generale, che il conservatore dei registri immobiliari tiene, deve, tra l'altro, indicare: i titoli presentati con la nota, l'oggetto della richiesta e le persone riguardo alle quali la trascrizione, l'iscrizione o l'annotazione si deve eseguire. i titoli presentati con la nota insieme con l'indicazione del rapporto esistente fra chi li esibisce e le persone interessate alla trascrizione, annotazione o iscrizione. il contenuto per estratto dei titoli presentati con la nota e l'indicazione del rapporto esistente fra l'esibitore dei titoli e le persone interessate. il contenuto per riassunto dei titoli presentati con la nota e l'indicazione della procura in forza della quale l'esibitore dei titoli agisce per conto delle persone interessate.
Il conservatore dei registri immobiliari è obbligato a tenere, fra gli altri, un registro generale: in cui giornalmente deve annotare, senza obbligo di seguire un ordine particolare, ogni titolo che gli è rimesso perché sia trascritto, iscritto o annotato. in cui mensilmente deve annotare, senza obbligo di seguire un particolare ordine, ogni titolo che gli è rimesso perché sia trascritto, iscritto o annotato. in cui settimanalmente deve annotare, senza obbligo di seguire un particolare ordine, ogni titolo che gli è rimesso perché sia trascritto, iscritto o annotato. in cui giornalmente deve annotare, secondo l'ordine di presentazione, ogni titolo che gli è rimesso perché sia trascritto, iscritto o annotato.
Oltre al registro generale, il conservatore dei registri immobiliari deve tenere: i registri per le trascrizioni, per le iscrizioni e per le annotazioni nonché gli altri registri che sono ordinati dalla legge. soltanto il registro delle trascrizioni. soltanto il registro delle annotazioni. soltanto il registro delle iscrizioni.
Il registro generale d'ordine, tenuto dal conservatore dei registri immobiliari, alla fine di ciascun giorno: deve essere chiuso con la sottoscrizione della persona che ha eseguito le annotazioni. deve essere chiuso con l'indicazione soltanto del numero dei titoli annotati. deve essere chiuso solo con la sottoscrizione del conservatore. deve essere chiuso con l'indicazione del numero dei titoli annotati e firmato dal conservatore.
Le cancellature di parole eseguite sul registro generale d'ordine: comportano per chi le ha eseguite solo l'obbligo di approvarle con sottoscrizione apposta in calce a ciascun foglio. devono essere approvate dal conservatore in fine di ciascun foglio con la sua firma. devono essere approvate dal conservatore in fine di ciascun foglio con la sua firma e con l'indicazione del numero delle parole cancellate. comportano per chi le ha eseguite l'obbligo di indicare in calce a ciascun foglio le parole cancellate.
Il registro generale d'ordine, tenuto dal conservatore dei registri immobiliari: deve essere scritto dalle persone addette le quali devono sottoscrivere ogni scritturazione. può essere scritto anche lasciando spazi in bianco e con interlinee a condizione che il conservatore giustifichi i predetti spazi e interlinee. può essere scritto anche con spazi in bianco e interlinee. deve essere scritto di seguito, senza spazi in bianco o interlinee e senza aggiunte.
Il registro generale d'ordine, tenuto dal conservatore dei registri immobiliari: deve essere vidimato in ogni foglio dal sindaco del comune nel cui territorio è stabilito l'ufficio, indicando nel relativo processo verbale il numero dei fogli e il giorno in cui sono stati vidimati. deve essere vidimato in ogni foglio dal presidente o da un giudice del tribunale nella cui circoscrizione è stabilito l'ufficio, indicando nel relativo processo verbale il numero dei fogli e il giorno in cui sono stati vidimati. deve essere vidimato in ogni foglio dal presidente della Corte d'appello nella cui circoscrizione è stabilito l'ufficio, indicando nel processo verbale il numero dei fogli e il giorno in cui sono stati vidimati. deve essere vidimato in ogni foglio dal prefetto della provincia nel cui territorio è stabilito l'ufficio, indicando nel relativo processo verbale il numero dei fogli e il giorno in cui sono stati vidimati.
I registri tenuti dal conservatore dei registri immobiliari: non possono essere rimossi dall'ufficio del conservatore, tranne che per ordine del sindaco del comune nel cui territorio è stabilito l'ufficio, con le cautele indicate dallo stesso sindaco. non possono essere rimossi dall'ufficio del conservatore, fuorché per ordine di una corte d'appello, qualora ne sia riconosciuta la necessità, e mediante le cautele determinate dalla stessa corte. non possono essere rimossi dall'ufficio del conservatore, tranne che per ordine di un tribunale, qualora sussista una riconosciuta necessità. non possono essere rimossi dall'ufficio del conservatore, tranne che per ordine del prefetto della provincia in cui è stabilito l'ufficio, con le cautele indicate dallo stesso prefetto.
Quando riguardano gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, fra gli altri, al fine di opporli ai terzi: le transazioni relative a contratti di comodato. le transazioni relative a contratti di noleggio. le transazioni relative a contratti di locazione. le transazioni relative ai diritti di proprietà, di comunione, di usufrutto e di uso.
Quando riguardano gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: i contratti che trasferiscono la proprietà o costituiscono la comunione. i contratti di locazione. i contratti di noleggio. i contratti di comodato.
Quando riguardano le navi e i galleggianti iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: i contratti di comodato. i contratti che trasferiscono la proprietà o costituiscono la comunione. i contratti di noleggio. i contratti di locazione.
Quando riguardano le navi e i galleggianti iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: i contratti che costituiscono o modificano diritti di usufrutto o di uso o che trasferiscono il diritto di usufrutto. i contratti di locazione. i contratti di noleggio. i contratti di comodato.
Quando riguardano gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: i contratti che costituiscono o modificano diritti di usufrutto o di uso o che trasferiscono il diritto di usufrutto. i contratti di locazione. i contratti di noleggio. i contratti di comodato.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: i contratti di locazione. i contratti di noleggio con autista. i contratti di comodato. i contratti che costituiscono o modificano diritti di usufrutto o di uso o che trasferiscono il diritto di usufrutto.
Quando riguardano le navi e i galleggianti iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre formalità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: le transazioni relative ai contratti di locazione. le transazioni relative ai contratti di noleggio. i provvedimenti con i quali nel giudizio di espropriazione si trasferiscono la proprietà, l'usufrutto o il diritto di uso. le transazioni relative ai contratti di comodato.
Quando riguardano le navi e i galleggianti iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre formalità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: le transazioni relative a contratti di noleggio. le transazioni relative a contratti di comodato. gli atti tra vivi di rinuncia ai diritti di proprietà, di comunione, di usufrutto e di uso. le transazioni relative a contratti di locazione.
Quando riguardano gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: gli atti tra vivi di rinuncia ai diritti di proprietà, di comunione, di usufrutto e di uso. le transazioni relative a contratti di locazione. le transazioni relative a contratti di noleggio. le transazioni relative a contratti di comodato.
Quando riguardano le navi e i galleggianti iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre formalità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: le transazioni relative a contratti di noleggio. le transazioni relative a diritti di proprietà, di comunione, di usufrutto e di uso. le transazioni relative a contratti di locazione. le transazioni relative a contratti di comodato.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: le transazioni relative ai diritti di proprietà, di comunione, di usufrutto e di uso. le transazioni relative a contratti di noleggio con autista. le transazioni relative a contratti di locazione. le transazioni relative a contratti di comodato.
Quando riguardano gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre formalità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: i provvedimenti con i quali nel giudizio di espropriazione si trasferiscono la proprietà, l'usufrutto o il diritto di uso. le transazioni relative ai contratti di locazione. le transazione relative ai contratti di noleggio. le transazioni relative ai contratti di comodato.
Quando riguardano le navi e i galleggianti iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre formalità stabilite dalla legge, sono soggette a trascrizione, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: le sentenze che costituiscono, modificano o trasferiscono la proprietà, l'usufrutto o il diritto di uso. le transazioni relative ai contratti di noleggio. le transazioni relative ai contratti di locazione. le transazioni relative ai contratti di comodato.
Quando riguardano gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, osservate le altre formalità stabilite dalla legge, sono soggette a trascrizione, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: le transazioni relative ai contratti di noleggio. le transazioni relative ai contratti di comodato. le sentenze che costituiscono, modificano o trasferiscono la proprietà, l'usufrutto o il diritto di uso. le transazioni relative ai contratti di locazione.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, osservate le altre formalità stabilite dalla legge, sono soggette a trascrizione, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: le transazioni relative ai contratti di noleggio con autista. le sentenze che costituiscono, modificano o trasferiscono la proprietà, l'usufrutto o il diritto di uso. le transazioni relative ai contratti di locazione. le transazioni relative ai contratti di comodato.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: i contratti di comodato. i contratti di noleggio con autista. i contratti che trasferiscono la proprietà o costituiscono la comunione. i contratti di locazione.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: le transazioni relative a contratti di comodato. gli atti tra vivi di rinuncia ai diritti di proprietà, di comunione, di usufrutto e di uso. le transazioni relative a contratti di noleggio con autista. le transazioni relative a contratti di locazione.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, osservate le altre formalità stabilite dalla legge, sono soggetti a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporli ai terzi: le transazioni relative ai contratti di locazione. le transazioni relative ai contratti di noleggio con autista. provvedimenti con i quali nel giudizio di espropriazione si trasferiscono la proprietà, l'usufrutto o il diritto di uso. le transazioni relative ai contratti di comodato.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, sono soggette a trascrizione, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: le transazioni relative ai contratti di noleggio con autista quando siano state stipulate nel giudizio promosso dal noleggiatore per la risoluzione del contratto. le divisioni, i provvedimenti di aggiudicazione emessi in sede di divisione mediante incanto, i provvedimenti di attribuzione delle quote tra condividenti e i verbali di estrazione a sorte delle quote. le transazioni relative ai contratti di locazione quando siano state stipulate nel giudizio promosso dal locatore per la risoluzione del contratto. le transazione relative ai contratti di comodato quando siano state stipulate nel giudizio promosso dal comodante per la risoluzione del contratto.
Quando riguardano le navi, i galleggianti e gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, sono soggette a trascrizione, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: le domande di divisione giudiziale e l'atto di opposizione alla divisione notificato anteriormente alla divisione al fine di poterla impugnare. le transazioni relative ai contratti di locazione stipulate nel giudizio promosso dal locatore per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di noleggio stipulate nel giudizio promosso dal noleggiatore per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di comodato stipulate nel giudizio promosso dal comodante per la risoluzione del contratto.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, sono soggette a trascrizione, tra gli altri, al fine di opporle ai terzi: la domanda di divisione giudiziale e l'atto di opposizione alla divisione notificato anteriormente alla divisione al fine di poterla impugnare. le transazioni relative al contratto di comodato stipulate nel giudizio promosso dal comodante per al risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di noleggio con autista stipulate nel giudizio promosso dal noleggiatore per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di locazione stipulate nel giudizio promosso dal locatore per la risoluzione del contratto.
Quando riguardano le navi, i galleggianti e gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, sono soggette a trascrizione, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: la costituzione del fondo patrimoniale, le convenzioni che escludono i predetti beni dalla comunione tra i coniugi nonché gli atti e i provvedimenti di scioglimento della comunione. le transazioni relative ai contratti di locazione stipulate nel giudizio promosso dal locatore per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di noleggio stipulate nel giudizio promosso dal noleggiatore per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di comodato stipulate nel giudizio promosso dal comodante per la risoluzione del contratto.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, sono soggette a trascrizioni, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: le transazioni relative ai contratti di comodato stipulate nel giudizio promosso dal comodante per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di locazione stipulate nel giudizio promosso dal locatore per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di noleggio con autista stipulate nel giudizio promosso dal noleggiatore per la risoluzione del contratto. la costituzione del fondo patrimoniale, le convenzioni che escludono i predetti beni dalla comunione tra i coniugi nonché gli atti e i provvedimenti di scioglimento della comunione.
Quando importano acquisto o liberazione dai diritti di proprietà, di usufrutto o di uso sulle navi, sui galleggianti e sugli aeromobili, iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, sono soggette a trascrizione, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: le transazioni relative ai contratti di locazioni. l'accettazione dell'eredità e l'acquisto del legato. le transazioni relative ai contratti di noleggio. le transazioni relative ai contratti di comodato.
Quando importano acquisto dei diritti di proprietà, di usufrutto o di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, sono soggette a trascrizione, tra gli altri atti, al fine di opporle ai terzi: le transazioni relative ai contratti di comodato. le transazioni relative ai contratti di noleggio. le transazioni relative ai contratti di locazione. l'accettazione dell'eredità e l'acquisto del legato.
Quando riguardano navi e galleggianti o aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, sono soggette a trascrizione al fine di opporle ai terzi, tra gli altri atti: le transazioni relative ai contratti di locazione quando siano state stipulate nel giudizio promosso dal locatore per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di noleggio quando siano state stipulate nel giudizio promosso dal noleggiatore per la risoluzione del contratto. le transazioni relative ai contratti di comodato quando siano state stipulate nel giudizio promosso dal comodante per la risoluzione del contratto. le divisioni, i provvedimenti di aggiudicazione emessi in sede di divisione mediante incanto, i provvedimenti di attribuzione delle quote tra condividenti e i verbali di estrazione a sorte delle quote.
Quando per effetto di esse risulta acquistato, modificato o estinto, in forza di un titolo non trascritto, il diritto di proprietà, di usufrutto o di uso sulle navi, sui galleggianti e sugli aeromobili, iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, sono soggette a trascrizione al fine di opporle ai terzi, tra gli altri atti: le ordinanze con le quali nel giudizio non vengono ammesse le prove dedotte dalle parti. le sentenze. le ordinanze con le quali nel giudizio vengono ammesse le prove dedotte dalle parti. le ordinanze con le quali il giudice si riserva di decidere sulla controversia.
Quando riguarda le navi, i galleggianti e gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, è soggetta a trascrizione al fine di opporla ai creditori del debitore: la cessione dei predetti beni che il proprietario fa ai propri creditori perché questi procedano alla liquidazione dei beni stessi e alla ripartizione del ricavato. la dichiarazione con la quale il proprietario manifesta l'intenzione di riservare i predetti beni alla soddisfazione dei crediti esistenti al momento della dichiarazione stessa. la dichiarazione con la quale il proprietario manifesta l'intenzione di riservare i predetti beni per il pagamento dei debiti contratti per la manutenzione degli stessi. la dichiarazione con la quale il proprietario manifesta l'intenzione di riservare i predetti beni per il pagamento dei debiti bancari.
Quando riguarda gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, è soggetta a trascrizione al fine di opporla ai creditori del debitore: la cessione dei predetti beni che il proprietario fa ai propri creditori perché procedano alla liquidazione dei beni stessi e alla ripartizione del ricavato. la dichiarazione con la quale il proprietario manifesta l'intenzione di riservare i predetti beni alla soddisfazione dei crediti esistenti al momento della dichiarazione stessa. la dichiarazione con la quale il proprietario manifesta l'intenzione di riservare i predetti beni per il pagamento dei debiti contratti per la manutenzione degli stessi. la dichiarazione con la quale il proprietario dei beni manifesta l'intenzione di riservare i predetti beni per il pagamento dei debiti bancari.
Nel caso in cui un atto di acquisto di un autoveicolo iscritto nel pubblico registro automobilistico, non è stato trascritto: le successive trascrizioni ed iscrizioni producono effetto se si dimostra la notorietà del precedente acquisto. le successive trascrizioni ed iscrizioni non producono effetto. le successive trascrizioni ed iscrizioni producono effetto se l'interessato dichiara gli elementi essenziali della trascrizione non eseguita. le successive trascrizioni ed iscrizioni producono effetto.
Quando l'atto anteriore di acquisto di una nave, di un galleggiante o di un aeromobile iscritto nei registri indicati dal codice della navigazione è stato trascritto: le successive trascrizioni ed iscrizioni producono, in ogni caso, effetto prevalente su quella precedente. le successive trascrizioni ed iscrizioni producono effetto prevalente su quello derivante da anteriore trascrizione soltanto se sono state richieste in buona fede. le successive trascrizioni producono il loro effetto secondo l'ordine rispettivo e questo effetto prevale su quello prodotto dalla trascrizione anteriore, anche se con esso contrastante. le successive trascrizioni ed iscrizioni producono il loro effetto secondo l'ordine rispettivo, ma questo effetto non può prevalere su quello prodotto dall'anteriore trascrizione, se con esso contrastante.
Nel caso in cui un atto di acquisto di nave, galleggiante o aeromobile, iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, non è stato trascritto: le successive trascrizioni ed iscrizioni producono effetto. le successive trascrizioni ed iscrizioni producono effetto se si dimostra la notorietà del precedente acquisto. le successive trascrizioni ed iscrizioni producono effetto se l'interessato dichiara gli elementi essenziali della trascrizione non eseguita. le successive trascrizioni o iscrizioni non producono effetto.
Quando riguardano le navi, i galleggianti o gli aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, sono soggette a trascrizione: le sentenze dalle quali risulta accertato un contratto di comodato. le sentenze dalle quali risulta accertato un contratto di locazione. le sentenze dalle quali risulta acquistato per usucapione il diritto di proprietà, di usufrutto o di uso. le sentenze dalle quali risulta accertato un contratto di noleggio.
Quando riguardano gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, sono soggette a trascrizione: le sentenze che accertano un contratto di locazione. le sentenze che accertano un contratto di comodato. le sentenze dalle quali risulta acquistato per usucapione il diritto di proprietà, di usufrutto o di uso. le sentenze che accertano un contratto di noleggio con autista.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande dirette ad ottenere l'accertamento giudiziale della sottoscrizione di scritture private contenenti un atto soggetto a trascrizione o iscrizione, con l'effetto di fare iniziare l'efficacia di questo atto verso i terzi dal momento della trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di opporne gli effetti della priorità ai creditori posteriori. le domande di risoluzione dei contratti e quelle di risoluzione di una disposizione testamentaria o di una donazione per inadempimento di un onere al fine di opporne gli effetti a chi abbia acquistato gli stessi diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di opporne gli effetti della priorità ai creditori posteriori. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di opporne gli effetti della priorità ai creditori posteriori.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori. le domande di risoluzione dei contratti e quelle di risoluzione di una disposizione testamentaria o di una donazione per inadempimento di un onere al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato gli stessi diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso su navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori. le domande di rescissione, le domande di revocazione delle donazioni e quelle dei creditori per essere autorizzati ad accettare l'eredità rinunciata dal loro debitore al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato gli stessi diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di rescissione, le domande di revocazione delle donazioni e quelle dei creditori per essere autorizzati ad accettare l'eredità rinunciata dai loro debitori, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato gli stessi diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al muto concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti della priorità ai creditori posteriori.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. entro tre anni dalla trascrizione dell'atto impugnato, le domande con le quali si contesta il fondamento di un acquisto a causa di morte, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi, in buona fede, abbia acquistato a qualunque titolo da chi appare erede o legatario gli stessi diritti, in base ad un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. entro tre anni dalla trascrizione della sentenza impugnata, le domande di revocazione e quelle di opposizione di terzo contro le sentenze soggette a trascrizione se sono l'effetto del dolo del giudice accertato con sentenza passata in giudicato, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato, anche in buona fede, diritti in base ad atti trascritti o iscritti anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: entro tre anni dalla trascrizione della sentenza impugnata, le domande di revocazione e quelle di opposizione di terzo contro le sentenze soggette a trascrizione se sono l'effetto del dolo di una delle parti in danno dell'altra al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato, anche in buona fede, diritti in base ad atti trascritti o iscritti anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. entro tre anni dalla trascrizione della sentenza impugnata, le domande di revocazione e quelle di opposizione di terzo contro le sentenze soggette a trascrizione se queste sono l'effetto del dolo del giudice accertato con sentenza passata in giudicato, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza a chi abbia acquistato, anche in buona fede, diritti in base ad atti trascritti o iscritti anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: entro tre anni dalla sentenza impugnata, le domande di revocazione e di opposizione di terzo contro le sentenze soggette a trascrizione se in queste si è giudicato in base a prove riconosciute o dichiarate false dopo le sentenze stesse o anche prima senza che il soccombente lo sapesse, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato, anche in buona fede, diritti in base ad atti trascritti o iscritti anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente. entro tre anni dalla trascrizione della sentenza impugnata, le domande di revocazione e quelle di opposizione di terzo contro le sentenze soggette a trascrizione perché sono l'effetto del dolo di una parte contro l'altra, al fine di opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato, anche in buona fede, diritti in base ad atti trascritti o iscritti anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande dirette ad ottenere l'esecuzione in forma specifica dell'obbligo a contrarre al fine di farne prevalere gli effetti sulle trascrizioni e iscrizioni eseguite posteriormente contro il convenuto. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti per potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente entro tre anni dall'apertura della successione, le domande di riduzione delle donazioni e delle disposizioni testamentarie per lesione di legittima per potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato a titolo oneroso diritti in base ad un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande dirette ad ottenere l'esecuzione in forma specifica dell'obbligo a contrarre al fine di farne prevalere gli effetti sulle trascrizioni ed iscrizioni eseguite contro il convenuto dopo la trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di risoluzione del muto concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: entro tre anni dalla trascizione dell'atto che si impugna, le domande dirette a far dichiarare la nullità o a far pronunziare l'annullamento per incapacità legale di atti soggetti a trascrizione e quelle dirette all'impugnazione della validità della trascrizione, al fine di opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi, in buona fede, abbia acquistato gli stessi diritti a qualunque titolo anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di potere opporre agli altri creditori gli effetti della priorità riconosciuti dalla sentenza di accoglimento. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di potere opporre agli altri creditori gli effetti della priorità riconosciuti dalla sentenza di accoglimento. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di potere opporre agli altri creditori gli effetti della priorità riconosciuti dalla sentenza di accoglimento.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande dirette all'accertamento dei contratti di costituzione della comunione, di trasferimento della proprietà, di costituzione o modificazione dei diritti di usufrutto e di uso ovvero, infine, di trasferimento dell'usufrutto, al fine di far prevalere gli effetti della sentenza di accoglimento sulle trascrizioni ed iscrizioni eseguite contro il convenuto dopo la trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti ed aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande dirette all'accertamento dei contratti di costituzione della comunione, di trasferimento della proprietà, di costituzione o modificazione dei diritti di usufrutto e di uso ovvero, infine, di trasferimento dell'usufrutto, al fine di far prevalere gli effetti della sentenza di accoglimento sulle trascrizioni ed iscrizioni eseguite contro il convenuto dopo la trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di revoca degli atti soggetti a trascrizione, che siano stati compiuti in pregiudizio dei creditori, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato gli stessi diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente o anche anteriormente nei confronti di chi li abbia acquistati a titolo gratuito o in malafede a titolo oneroso. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di revoca degli atti soggetti a trascrizione, che siano stati compiuti in pregiudizio dei creditori, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato gli stessi diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente, o anche anteriormente nei confronti di chi li abbia acquistati a titolo gratuito ovvero in mala fede a titolo oneroso. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei diritti predetti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande dirette all'accertamento della simulazione di atti soggetti a trascrizione, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato gli stessi diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente o anche anteriormente nei confronti di chi li abbia acquistati in mala fede. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sulle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande dirette all'accertamento della simulazione di atti soggetti a trascrizione, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato in buona fede gli stessi diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande dirette all'accertamento giudiziale della sottoscrizione di scritture private contenenti un atto soggetto a trascrizione o iscrizione, con l'effetto di fare iniziare l'efficacia verso i terzi di questo atto dal momento della trascrizione della domanda: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di poterne opporre gli effetti a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da pegno sui predetti beni, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. entro tre anni dalla trascrizione dell'atto che si impugna, le domande dirette a far dichiarare la nullità o a far pronunziare l'annullamento per incapacità legale di atti soggetti a trascrizione e quelle dirette all'impugnazione della validità della trascrizione, al fine di opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi, in buona fede, abbia acquistato gli stessi diritti a qualunque titolo. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. entro tre anni dall'apertura della successione le domande di riduzione delle donazioni e delle disposizioni testamentarie per lesione di legittima per potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato a titolo oneroso diritti in base ad un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Qualora si riferiscano ai diritti di proprietà, di usufrutto e di uso sugli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. entro tre anni dalla trascrizione dell'atto impugnato, le domande con le quali si contesta il fondamento di un acquisto a causa di morte, al fine di poter opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi, in buona fede, abbia acquistato a qualunque titolo da chi appare erede o legatario gli stessi diritti, in base ad un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti diritti, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti posteriormente.
Quando si riferiscono agli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico devono essere trascritte: gli atti e le domande che interrompono l'usucapione al fine di far valere l'interruzione dalla data della trascrizione nei confronti di chi ha acquistato diritti dal possessore in base ad un atto trascritto o iscritto. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda.
Quando si riferiscono agli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico devono essere trascritte: le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda. le domande di scioglimento della comunione fra coniugi al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia validamente acquistato dal marito diritti relativi ai beni in comunione in base ad atto trascritto dopo la trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda.
Quando si riferiscono agli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico devono essere trascritte: entro sessanta giorni dalla scadenza del termine per l'esercizio, le domande e le dichiarazioni di riscatto nella vendita dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento o della dichiarazione a chi abbia acquistato diritti in base ad un atto trascritto prima della trascrizione della domanda o della dichiarazione. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda o della dichiarazione. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda o della dichiarazione. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda o della dichiarazione.
Quando si riferiscono agli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda. le domande dirette a rivendicare la proprietà o altri diritti reali di godimento e le domande dirette all'accertamento dei diritti stessi, al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento anche a coloro che hanno acquistato diritti dal convenuto in base ad atto trascritto dopo la trascrizione della domanda.
Quando si riferiscono alle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente la trascrizione della domanda. gli atti e le domande che interrompono il corso dell'usucapione al fine di far valere l'interruzione dalla data di trascrizione nei confronti di chi ha acquistato diritti dal possessore in base ad un atto trascritto o iscritto. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti dopo la trascrizione della domanda.
Quando si riferiscono alle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente la trascrizione della domanda. le domande di scioglimento della comunione tra coniugi al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia validamente acquistato dal marito diritti relativi ai beni in comunione in base ad atto trascritto posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atti trascritti o iscritti posteriormente la trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in forza di atti trascritti o iscritti posteriormente alla trascrizione della domanda.
Quando si riferiscono alle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: entro sessanta giorni dalla scadenza del termine per l'esercizio, le domande e le dichiarazioni di riscatto nella vendita dei predetti beni al fine di poter opporre gli effetti della sentenza di accoglimento o della dichiarazione a chi abbia acquistato diritti dopo la scadenza del termine medesimo in base ad atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione della domanda o della dichiarazione. le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di poter opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atto trascritto posteriormente alla trascrizione della domanda o della dichiarazione. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di poter opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atto trascritto o iscritto posteriormente alla trascrizione della domanda o dichiarazione. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di poter opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti in base ad atto trascritto o iscritto posteriormente alla trascrizione della domanda o dichiarazione.
Quando si riferiscono alle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, devono essere trascritte: le domande di adempimento delle obbligazioni relative al mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti sui predetti beni in base ad atto trascritto posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande dirette a rivendicare la proprietà o altri diritti reali di godimento e le domande dirette all'accertamento dei diritti stessi al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento anche a coloro che hanno acquistato diritti dal convenuto in base ad atto trascritto dopo la trascrizione della domanda. le domande di adempimento delle obbligazioni garantite da ipoteca sui predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti sui predetti beni in base ad atto trascritto posteriormente alla trascrizione della domanda. le domande di risoluzione del mutuo concesso per l'acquisto dei predetti beni al fine di potere opporre gli effetti della sentenza di accoglimento a chi abbia acquistato diritti sui predetti beni in base ad atto trascritto posteriormente alla trascrizione della domanda.
Quando si riferisce alle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, deve trascriversi: l'atto di pignoramento al fine, tra l'altro, di impedire l'efficacia in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione degli atti di alienazione dei beni pignorati. l'atto di costituzione in mora per il pagamento di obbligazioni contratte per l'acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione. la dichiarazione di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa contenuta nel contratto di acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione. la dichiarazione di voler far valere la clausola penale contenuta nel contratto di acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione.
Quando si riferisce agli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico, deve trascriversi: la dichiarazione di voler far valere la clausola penale contenuta nel contratto di acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione. dopo la notificazione, il provvedimento che ordina il sequestro conservativo al fine di privare di effetto le alienazioni e gli altri atti che hanno per oggetto la cosa sequestrata, in conformità delle regole stabilite per il pignoramento. l'atto di costituzione in mora per il pagamento di obbligazioni contratte per l'acquisto dei predetti beni per impedirne l'alienazione. la dichiarazione di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa contenuta nel contratto di acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione.
Quando si riferisce alle navi, galleggianti e aeromobili iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione, deve trascriversi: l'atto di costituzione in mora per il pagamento di obbligazioni contratte per l'acquisto dei predetti beni al fine di impedire l'alienazione dei predetti beni. dopo la notificazione, il provvedimento che ordina il sequestro conservativo al fine di privare di effetto le alienazioni e gli altri atti che hanno per oggetto la cosa sequestrata, in conformità delle regole stabilite per il pignoramento. la dichiarazione di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa contenuta nel contratto di acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione. la dichiarazione di voler far valere la clausola penale contenuta nel contratto di acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione.
Quando si riferisce agli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico deve trascriversi: l'atto di pignoramento al fine, tra l'altro, di impedire l'efficacia in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione degli atti di alienazione dei beni pignorati. l'atto di costituzione in mora per il pagamento di obbligazioni contratte per l'acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione. la dichiarazione di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa contenuta nel contratto di acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione. la dichiarazione di far valere la clausola penale contenuta nel contratto di acquisto dei predetti beni al fine di impedirne l'alienazione.
Le forme e le modalità delle trascrizioni degli atti relativi alle navi, galleggianti, aeromobili e autoveicoli sono: regolate sempre dalle norme relative alla trascrizione degli atti relativi ai beni immobili. regolate esclusivamente dalle norme contenute nella legge speciale riguardante gli autoveicoli. regolate esclusivamente dalle norme contenute nel codice della navigazione. regolate dal codice della navigazione per quanto riguarda le navi e gli aeromobili e dalla legge speciale per quanto riguarda gli autoveicoli ed, in mancanza, dalle norme concernenti la trascrizione degli atti relativi ai beni immobili, in quanto applicabili.
Chi deve provare in giudizio i fatti sui quali si fonda l'eccezione di inefficacia dei fatti dedotti a fondamento di un diritto che si fa valere in giudizio ovvero l'eccezione di modificazione o estinzione del predetto diritto? Chi interviene nel giudizio per ordine del giudice. Chi propone l'eccezione. L'attore. Chi interviene volontariamente nel giudizio.
Sono validi i patti con i quali è invertito ovvero è modificato l'onere della prova dei fatti posti a fondamento di un diritto che si fa valere in giudizio? No, in ogni caso ed al giudice non è consentito indagare sulla natura dei diritti relativamente ai quali i patti sono stati stipulati. No, anche se si tratta di diritti di cui le parti possono disporre o quando l'inversione o la modificazione dell'onere della prova non rende ad una delle parti eccessivamente difficile l'esercizio del diritto. Sì, quando si tratta di diritti di cui le parti possono disporre e quando l'inversione o la modificazione dell'onere della prova non rende ad una delle parti eccessivamente difficile l'esercizio del diritto. Sì, anche quando si tratta di diritti di cui le parti non possono disporre o quando l'inversione o la modificazione dell'onere della prova rende ad una delle parti eccessivamente difficile l'esercizio del diritto.
Qual è la nozione di atto pubblico secondo il codice civile? L'atto pubblico è il documento redatto, con le richieste formalità, da un notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato ad attribuirgli fede nel luogo dove l'atto è formato. L'atto pubblico è il documento formato esclusivamente da un pubblico impiegato preposto all'esercizio di funzioni amministrative. L'atto pubblico è il documento formato esclusivamente da un notaio abilitato ad attribuirgli fede nel luogo dove è formato. L'atto pubblico è il documento formato esclusivamente da un magistrato appartenente all'ordine giudiziario abilitato ad attribuirgli fede nel luogo dove l'atto è formato.
L'atto pubblico fa piena prova fino a querela di falso: soltanto della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato. soltanto della provenienza delle dichiarazioni delle parti. soltanto della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché della provenienza delle dichiarazioni delle parti. della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta avvenuti in sua presenza o da lui compiuti.
A norma del codice civile, il documento formato da ufficiale pubblico incompetente, se è stato sottoscritto dalle parti: non ha alcuna efficacia. ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata. ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, se le parti facevano affidamento sulla competenza di chi lo ha redatto. ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata, solo se almeno una delle parti faceva affidamento sulla competenza di chi lo ha redatto.
A norma del codice civile, il documento formato da ufficiale pubblico incapace, se è stato sottoscritto dalle parti: ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, se almeno una delle parti ignorava l'incapacità di chi lo ha redatto. non ha alcuna efficacia. ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata. ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, se tutte le parti ritenevano che chi lo ha redatto aveva la capacità di formarlo.
A norma del codice civile, il documento formato da ufficiale pubblico senza l'osservanza delle formalità prescritte, se è stato sottoscritto dalle parti: ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, se almeno una delle parti non conosceva il vizio di forma. ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata. non ha alcuna efficacia. ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, se tutte le parti non conoscevano il vizio di forma.
L'atto pubblico formato da un ufficiale pubblico incompetente, se è stato sottoscritto dalle parti: ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata. non ha alcuna efficacia probatoria. è inesistente. è annullabile.
Il documento formato da pubblico ufficiale incompetente o incapace ovvero senza l'osservanza delle formalità prescritte: ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata se è stato sottoscritto dalle parti. non ha alcuna efficacia probatoria anche se è stato sottoscritto dalle parti. ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata anche se non è stato sottoscritto dalle parti quando riguarda beni mobili. ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata anche se non è stato sottoscritto dalle parti, purché redatto alla presenza di testimoni.
La scrittura privata con sottoscrizione autenticata dal notaio: acquista data certa solo tra le parti. fa piena prova della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta, fino a querela di falso, e acquista data certa. fa piena prova della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta ma non acquista data certa. acquista data certa ma non fa piena prova della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta.
La scrittura privata con sottoscrizione non autenticata da notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato: fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta, anche se colui contro il quale è prodotta disconosce la sottoscrizione. fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta, purché la sottoscrizione sia stata apposta alla presenza di due testimoni. fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta, qualora questi sia un imprenditore commerciale ed anche se colui contro il quale è prodotta disconosce la sottoscrizione. fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta, se colui contro il quale la scrittura è prodotta ne riconosce la sottoscrizione.
Si ha per riconosciuta la sottoscrizione di una scrittura privata: autenticata esclusivamente da un magistrato appartenente all'ordine giudiziario. autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato. autenticata esclusivamente dal notaio. autenticata esclusivamente da un pubblico impiegato a ciò autorizzato.
In che cosa consiste l'autenticazione di una sottoscrizione apposta ad una scrittura privata? Nell'attestazione da parte del pubblico ufficiale che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo accertamento dell'identità della persona che sottoscrive. Nell'attestazione da parte esclusiva di un notaio che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo accertamento dell'identità della persona che sottoscrive. Nell'attestazione da parte del pubblico ufficiale che la sottoscrizione gli è nota come propria della persona cui viene attribuita. Nell'attestazione da parte esclusiva di un magistrato appartenente all'ordine giudiziario che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo, se ritenuto necessario, l'accertamento dell'identità della persona che sottoscrive.
La data di una scrittura privata della quale non è autenticata la sottoscrizione, fra l'altro, può considerarsi certa: dal giorno in cui è sopravvenuta l'impossibilità fisica di colui o di uno di coloro che l'hanno sottoscritta, solo se la scrittura è stata registrata nei venti giorni successivi a tale evento. dal giorno in cui è sopravvenuta l'impossibilità fisica di tutti coloro che l'hanno sottoscritta, a condizione che la scrittura sia stata registrata nei venti giorni successivi all'ultimo di tali eventi. dal giorno in cui è sopravvenuta l'impossibilità fisica di colui o di uno di coloro che l'hanno sottoscritta solo se trattasi di atto non soggetto a registrazione. dal giorno in cui è sopravvenuta l'impossibilità fisica di colui o di uno di coloro che l'hanno sottoscritta, anche se la scrittura non è stata registrata.
La data della scrittura privata della quale non è autenticata la sottoscrizione, fra l'altro, può considerarsi certa: dal giorno della morte di colui o di coloro che l'hanno sottoscritta solo se trattasi di atto non soggetto a registrazione. dal giorno della morte di colui o di uno di coloro che l'hanno sottoscritta, solo se è stata registrata nei venti giorni successivi a tale evento. dal giorno della morte di colui o di uno di coloro che l'hanno sottoscritta. dal giorno della morte di tutte le parti che l'hanno sottoscritta a condizione che sia stata registrata nei venti giorni successivi all'ultimo di tali eventi.
Il telegramma, secondo il codice civile, ha l'efficacia probatoria della scrittura privata: solo se l'originale consegnato all'ufficio di partenza reca la sottoscrizione del mittente autenticata da un notaio. se l'originale consegnato all'ufficio di partenza è sottoscritto dal mittente, ovvero se è stato consegnato o fatto consegnare dal mittente medesimo, anche senza sottoscriverlo. solo se l'originale consegnato all'ufficio di partenza è sottoscritto dal mittente e non anche se è stato solo consegnato o fatto consegnare dal mittente medesimo, anche senza sottoscriverlo. solo se l'originale consegnato all'ufficio di partenza reca la sottoscrizione del mittente autenticata da un notaio o da altro pubblico ufficiale.
La riproduzione del telegramma consegnata al destinatario: si presume, fino a prova contraria, conforme all'originale. impone al mittente in ogni caso di fornire al destinatario la prova della conformità all'originale. si presume conforme all'originale senza possibilità di prova contraria. impone al destinatario di contestarne la conformità all'originale entro tre giorni dal ricevimento.
Ha colpa il mittente per le divergenze tra originale e riproduzione di un telegramma consegnata al destinatario? Sì, anche se ha fatto collazionare il telegramma secondo le disposizioni dei regolamenti. Se ha fatto collazionare il telegramma secondo le disposizioni dei regolamenti, si presume esente da colpa. Sì, in ogni caso. No, in ogni caso.
Le carte e i registri domestici fanno prova, fra l'altro: contro chi li ha scritti, quando enunciano espressamente un pagamento ricevuto. a favore di chi li ha scritti, quando enunciano espressamente un pagamento fatto da chi li ha scritti. non hanno alcuna efficacia probatoria. a favore di chi li ha scritti, purché siano tenuti ordinatamente.
L'annotazione fatta dal creditore in calce, in margine o a tergo di un documento rimasto in suo possesso: fa prova, benché non sottoscritta da lui, se tende ad accertare la liberazione del debitore. fa prova anche se non sottoscritta da lui e non accerta in modo non equivoco la liberazione del debitore. fa prova, solo se sottoscritta da lui, se tende ad accertare la liberazione del debitore. fa prova, se sottoscritta da lui, anche se non accerta la liberazione del debitore.
L'annotazione fatta dal creditore in calce, a margine o a tergo di una quietanza o di un esemplare del documento del debito posseduto dal debitore: fa prova, benché non sottoscritta da lui, se tende ad accertare la liberazione del debitore. fa prova, solo se sottoscritta da lui, se tende ad accertare la liberazione del debitore. fa prova, se sottoscritta da lui, anche se non accerta la liberazione del debitore. fa prova anche se non sottoscritta da lui e non accerta in modo non equivoco la liberazione del debitore.
I libri e le altre scritture contabili delle imprese soggette a registrazione: fanno prova sia a favore che contro l'imprenditore solo se sottoscritti da quest'ultimo con firma autenticata da un pubblico ufficiale. non hanno alcuna efficacia probatoria. fanno in ogni caso prova solo a favore dell'imprenditore. fanno prova contro l'imprenditore.
I libri contabili bollati e vidimati nelle forme di legge: anche se irregolarmente tenuti costituiscono l'unica fonte di prova tra imprenditori per i rapporti inerenti l'esercizio dell'impresa. quando sono regolarmente tenuti, possono fare prova tra imprenditori per i rapporti inerenti all'esercizio dell'impresa. anche se non regolarmente tenuti, possono fare prova nei rapporti tra imprenditori per i rapporti inerenti all'esercizio dell'impresa. quando sono regolarmente tenuti costituiscono l'unica fonte di prova fra imprenditori per i rapporti inerenti all'esercizio dell'impresa.
In quali controversie, a norma del codice civile, il giudice può ordinare la comunicazione integrale dei libri, delle scritture contabili e della corrispondenza dell'impresa? Nelle sole controversie che hanno ad oggetto il pagamento di debiti contratti personalmente dall'imprenditore e concernenti rapporti inerenti all'esercizio dell'impresa. Nelle sole controversie che hanno ad oggetto il pagamento di debiti contratti personalmente dall'imprenditore e concernenti rapporti inerenti all'esercizio dell'impresa, quando sia altrimenti difficile reperire la prova del rapporto stesso. Nelle controversie relative allo scioglimento della società, alla comunione dei beni e alla successione per causa di morte. Nelle sole controversie relative allo scioglimento della società.
Quale efficacia probatoria hanno, a norma del codice civile, le rappresentazioni meccaniche di fatti e di cose? Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate solo nei rapporti tra imprenditori. Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime. Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate e colui contro il quale sono prodotte non può disconoscerne la conformità ai fatti o alle cose medesime. Non hanno alcuna efficacia probatoria.
Quale efficacia probatoria, a norma del codice civile, hanno le riproduzioni fotografiche? Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate e colui contro il quale sono prodotte non può disconoscerne la conformità ai fatti o alle cose medesime. Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime. Non hanno alcuna efficacia probatoria. Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate solo nei rapporti tra imprenditori.
Quale efficacia probatoria hanno, a norma del codice civile, le riproduzioni cinematografiche? Non hanno alcuna efficacia probatoria. Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime. Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate solo nei rapporti tra imprenditori. Formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate e colui contro il quale sono prodotte non può disconoscerne la conformità ai fatti o alle cose medesime.
Le copie degli atti pubblici spedite nelle forme prescritte da depositari pubblici autorizzati: fanno fede come l'originale nel solo caso in cui l'originale sia stato distrutto. fanno fede come l'originale solo qualora il loro rilascio sia stato preventivamente autorizzato dall'autorità giudiziaria. fanno fede come l'originale. hanno la mera efficacia di un principio di prova per iscritto.
Le copie delle scritture private depositate presso pubblici uffici e spedite dai pubblici depositari autorizzati: possono essere liberamente valutate dal giudice a fini probatori. hanno la stessa efficacia della scrittura originale da cui sono estratte. hanno la stessa efficacia della scrittura originale, se valutate assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità. hanno la stessa efficacia della scrittura originale solo se non disconosciute o verificate in giudizio.
Le copie delle scritture private depositate presso pubblici uffici e spedite dai pubblici depositari autorizzati: hanno la stessa efficacia della scrittura originale da cui sono estratte. hanno la stessa efficacia della scrittura originale solo se autenticate da un notaio. hanno l'efficacia di un principio di prova per iscritto. possono essere liberamente valutate dal giudice a fini probatori.
Secondo l'articolo 2715 codice civile, hanno la stessa efficacia della scrittura originale da cui sono estratte: tutte le copie integrali che rechino gli estremi identificativi della scrittura originale. le copie delle scritture private regolarmente vidimate e bollate. tutte le copie integrali ottenute mediante fotoriproduzione. le copie delle scritture private depositate presso pubblici uffici e spedite dai pubblici depositari autorizzati.
Secondo l'articolo 2715 codice civile, hanno la stessa efficacia della scrittura originale da cui sono estratte: le copie delle scritture private depositate presso pubblici uffici da chiunque spedite. le copie delle scritture private depositate presso pubblici uffici e spedite dai pubblici depositari autorizzati. tutte le copie integrali di esse. tutte le copie integrali che rechino gli estremi identificativi della scrittura originale.
Se le copie spedite nelle forme prescritte, in mancanza dell'originale scrittura privata, dai pubblici depositari autorizzati presentano cancellature: non sono valutabili come prove scritte. è rimesso al giudice di apprezzarne l'efficacia probatoria. devono essere valutate solo assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva.
Se le copie spedite nelle forme prescritte, in mancanza dell'originale scrittura privata, dai pubblici depositari autorizzati presentano difetti esteriori: non sono valutabili come prove scritte. è rimesso al giudice di apprezzarne l'efficacia probatoria. è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva. devono essere valutate solo assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità.
Se le copie spedite nelle forme prescritte, in mancanza dell'originale scrittura privata, dai pubblici depositari autorizzati presentano intercalazioni: è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva. devono essere valutate solo assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità. è rimesso al giudice di apprezzarne l'efficacia probatoria. non sono valutabili come prove scritte.
Se le copie spedite nelle forme prescritte, in mancanza dell'originale scrittura privata, dai pubblici depositari autorizzati presentano abrasioni: è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva. devono essere valutate solo assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità. non sono valutabili come prove scritte. è rimesso al giudice di apprezzarne l'efficacia probatoria.
In mancanza dell'originale dell'atto pubblico o di una copia di esso presso un pubblico depositario: fanno piena prova le copie esteriormente perfette, spedite nelle forme prescritte da depositari pubblici autorizzati. è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva. le copie spedite dai pubblici depositari autorizzati formeranno un principio di prova per iscritto. le copie spedite dai pubblici depositari autorizzati saranno liberamente valutate dal giudice.
Se le copie spedite nelle forme prescritte, in mancanza dell'originale dell'atto pubblico, dai pubblici depositari autorizzati presentano cancellature: devono essere valutate solo assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità. è rimesso al giudice di apprezzarne l'efficacia probatoria. è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva. non sono valutabili come prove scritte.
Se le copie spedite nelle forme prescritte, in mancanza dell'originale dell'atto pubblico, dai pubblici depositari autorizzati presentano abrasioni: è rimesso al giudice di apprezzarne l'efficacia probatoria. è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva. le stesse non sono valutabili come prove scritte. devono essere valutate solo assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità.
Se le copie spedite nelle forme prescritte, in mancanza dell'originale dell'atto pubblico, dai pubblici depositari autorizzati presentano intercalazioni: è rimesso al giudice di apprezzarne l'efficacia probatoria. è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva. non sono valutabili come prove scritte. devono essere valutate solo assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità.
Se le copie spedite nelle forme prescritte, in mancanza dell'originale dell'atto pubblico, dai pubblici depositari autorizzati presentano difetti esteriori: non sono valutabili come prove scritte. devono essere valutate solo assieme ad altri elementi di prova che ne confermino la genuinità. è rimesso al giudice di apprezzarne l'efficacia probatoria. è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva.
In mancanza dell'originale scrittura privata: le copie spedite dai pubblici depositari autorizzati formeranno un principio di prova per iscritto. è necessario ricostituire la prova documentale con una dichiarazione sostitutiva. fanno egualmente prova le copie di essa esteriormente perfette, spedite nelle forme prescritte da depositari pubblici autorizzati. le copie spedite dai pubblici depositari autorizzati sono liberamente valutate dal giudice.
Le copie parziali rilasciate nella forma prescritta da pubblici depositari autorizzati: non possono avere alcuna efficacia probatoria. hanno efficacia probatoria solo se verificate in giudizio. hanno l'efficacia di un principio di prova per iscritto. fanno piena prova solo per quella parte dell'originale che riproducono letteralmente.
Le riproduzioni per estratto rilasciate nella forma prescritta da pubblici depositari autorizzati: hanno efficacia probatoria solo se verificate in giudizio. hanno l'efficacia di un principio di prova per iscritto. fanno piena prova solo per quella parte dell'originale che riproducono letteralmente. non possono avere alcuna efficacia probatoria.
Le copie fotografiche di scritture: hanno la stessa efficacia probatoria delle autentiche, se la loro conformità con l'originale è attestata da pubblico ufficiale competente ovvero non è espressamente disconosciuta. hanno sempre la stessa efficacia probatoria delle autentiche. hanno la stessa efficacia probatoria delle autentiche anche se la loro conformità con l'originale è attestata da pubblico ufficiale incompetente. non hanno mai efficacia probatoria.
Quale efficacia probatoria ha l'atto di rinnovazione? Fa piena prova delle dichiarazioni contenute nel documento originale e non è in alcun caso possibile dimostrare che vi è stato errore nella rinnovazione. Fa piena prova delle dichiarazioni contenute nel documento originale, soltanto se la sottoscrizione dell'atto di rinnovazione sia stata autenticata da un notaio. Fa piena prova delle dichiarazioni contenute nel documento originale, soltanto se la sottoscrizione dell'atto di rinnovazione sia stata autenticata da un notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato. Fa piena prova delle dichiarazioni contenute nel documento originale, se non si dimostra, producendo quest'ultimo, che vi è stato errore nella rinnovazione.
Quale efficacia probatoria ha l'atto di ricognizione? Fa piena prova delle dichiarazioni contenute nel documento originale e non è in alcun caso possibile dimostrare che vi è stato errore nella ricognizione. Fa piena prova delle dichiarazioni contenute nel documento originale, soltanto se la sottoscrizione dell'atto di ricognizione sia stata autenticata da un notaio. Fa piena prova delle dichiarazione contenute nel documento originale, soltanto se la sottoscrizione dell'atto di ricognizione sia stata autenticata da un notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato. Fa piena prova delle dichiarazioni contenute nel documento originale, se non si dimostra, producendo quest'ultimo, che vi è stato errore nella ricognizione.
In quale dei seguenti casi è ammissibile la prova per testimoni dei contratti per i quali non è richiesta la prova per iscritto o la forma scritta? Quando il valore dell'oggetto non eccede duecentocinquanta euro. Tuttavia l'autorità giudiziaria può consentire la prova oltre detto limite, tenuto conto della qualità delle parti, della natura del contratto e di ogni altra circostanza. Quando il valore dell'oggetto non eccede i due euro e cinquantotto centesimi. Tuttavia l'autorità giudiziaria può consentire la prova oltre detto limite, tenuto conto della qualità delle parti, della natura del contratto e di ogni altra circostanza. Quando il valore dell'oggetto non eccede duecentocinquanta euro. Tuttavia l'autorità giudiziaria può consentire la prova oltre detto limite nelle controversie tra imprenditori concernenti rapporti inerenti all'impresa. Soltanto quando il valore dell'oggetto non eccede cinquemila euro e l'autorità giudiziaria non può mai consentire la prova oltre detto limite.
Può essere ammessa la prova per testimoni che ha ad oggetto patti aggiunti o contrari al contenuto di un documento, per i quali si alleghi che la stipulazione è stata anteriore o contemporanea? Può essere ammessa se il valore dell'oggetto non eccede duemilacinquecento euro. No, non può essere ammessa. Può essere ammessa soltanto se, avuto riguardo alla qualità delle parti, alla natura del contratto e a ogni altra circostanza, appaia verosimile che siano stati stipulati. Può essere ammessa soltanto se il documento è stato stipulato o formato da imprenditori e concerne rapporti inerenti all'esercizio dell'impresa.
L'autorità giudiziaria può consentire la prova per testimoni di un patto aggiunto o contrario al contenuto di un documento, qualora si alleghi che è stato stipulato dopo la formazione di detto documento? Sì, soltanto se il documento è stato stipulato o formato da imprenditori e concerne rapporti inerenti all'esercizio dell'impresa. Non può mai consentire la prova per testimoni. Sì, soltanto se, avuto riguardo alla qualità delle parti, alla natura del contratto e a ogni altra circostanza, appaia verosimile che siano state fatte aggiunte o modificazioni verbali. Sì, soltanto se si alleghi che il patto aggiunto o contrario è stato stipulato entro dieci giorni dalla stipulazione o formazione del documento.
La prova per testimoni è ammessa in ogni caso: quando è stata inutilmente esperita ogni possibile prova. quando il contraente è stato nell'impossibilità morale di procurarsi una prova scritta. quando il teste è pubblico ufficiale. quando il teste è indicato da tutte le parti.
Un principio di prova per iscritto è costituito: da qualsiasi scritto proveniente dal rappresentante della persona contro la quale è diretta la domanda, che faccia apparire verosimile il fatto allegato. da qualsiasi documento incontestatamente sottoscritto da chi lo produce, che faccia apparire verosimile il fatto allegato. da qualsiasi scritto di data certa anteriore alla domanda giudiziale. da qualsiasi documento incontestatamente sottoscritto dalla persona contro la quale è prodotto.
Un principio di prova per iscritto è costituito: da qualsiasi scritto proveniente dalla persona contro la quale è diretta la domanda, che faccia apparire verosimile il fatto allegato. da qualsiasi scritto di data certa anteriore alla domanda giudiziale. da qualsiasi documento incontestatamente sottoscritto da chi lo produce, che faccia apparire verosimile il fatto allegato. da qualsiasi documento incontestatamente sottoscritto dalla persona contro la quale è prodotto.
La prova per testimoni è ammessa in ogni caso: quando il teste è indicato da tutte le parti. quando è stata inutilmente esperita ogni possibile prova. quando il contraente è stato nell'impossibilità materiale di procurarsi una prova scritta. quando il teste è un pubblico ufficiale.
La prova per testimoni è ammessa in ogni caso: quando vi è un principio di prova per iscritto. quando il teste è pubblico ufficiale. quando il teste è indicato da tutte le parti. quando è stata inutilmente esperita ogni possibile prova.
La prova per testimoni è ammessa in ogni caso: quando è stato inutilmente esperita ogni possibile prova. quando il teste è indicato da tutte le parti. quando il teste è un pubblico ufficiale. quando il contraente ha senza sua colpa perduto il documento che gli forniva la prova.
È ammessa la prova per testimoni quando la forma scritta di un contratto è richiesta sotto pena di nullità? Sì, ma solo nel caso in cui il contraente abbia senza sua colpa perduto il documento che gli forniva la prova. Sì, sempre. No, in nessun caso. Sì, ma solo se è disposto dall'autorità giudiziaria quando, avuto riguardo alla qualità delle parti, alla natura del contratto e a ogni altra circostanza, appare verosimile che vi sia stato un atto scritto.
È ammessa la prova per testimoni quando secondo la legge o la volontà delle parti un contratto deve essere provato per iscritto? Sì, ma solo se è disposta dall'autorità giudiziaria quando, avuto riguardo alle qualità delle parti, alla natura del contratto e ad ogni altra circostanza, appare verosimile che vi sia stato un atto scritto. No, in nessun caso. Sì, sempre. Sì, ma soltanto nel caso in cui il contraente abbia senza sua colpa perduto il documento che gli forniva la prova.
Le norme stabilite per la prova testimoniale dei contratti si applicano anche: agli atti negoziali unilaterali di modico valore. a tutti gli atti negoziali unilaterali. agli atti di disposizione testamentaria. alla remissione del debito.
Le norme stabilite per la prova testimoniale dei contratti si applicano anche: al pagamento del debito. agli atti negoziali unilaterali di modico valore. agli atti di disposizione testamentaria. a tutti gli atti negoziali unilaterali.
Le presunzioni sono: i criteri di massima adoperati dal giudice in mancanza di prova specifica. le conseguenze che il giudice trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignorato. i fatti notori posti a base della decisione. gli indizi generici che non possono valere come prova.
Le presunzioni sono: i criteri di massima adoperati dal giudice in mancanza di prova specifica. i fatti notori posti a base della scelta normativa. le conseguenze che la legge trae da un fatto noto per risalire ad un fatto ignorato. gli indizi generici che non possono valere come prova.
Le presunzioni legali: dispensano da qualunque prova coloro a favore dei quali esse sono stabilite. sono lasciate al libero apprezzamento del giudice. obbligano coloro a favore dei quali esse sono stabilite a fornire la prova del fatto dal quale la legge fa dipendere la sussistenza della fattispecie che costituisce fondamento della pretesa fatta valere. consentono al giudice di trarre da un fatto ignoto determinate conseguenze per risalire a un fatto noto.
In quali casi non si possono ammettere le presunzioni semplici? Nei rapporti tra imprenditori concernenti l'esercizio dell'impresa. Nei casi in cui la legge consente la prova per i testimoni. Le presunzioni semplici possono essere sempre ammesse. Nei casi in cui la legge esclude la prova per i testimoni.
La confessione è: la dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all'altra parte. la dichiarazione che una parte fa su fatti decisivi della controversia. la dichiarazione autenticata che una parte fa della verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all'altra parte. il giuramento che una parte fa della verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all'altra parte.
La confessione è: decisoria o suppletoria. giudiziale o stragiudiziale. necessaria o facoltativa. formale o informale.
La confessione non è efficace se non: proviene dal titolare del diritto capace di stare in giudizio. resa in giudizio dal titolare del diritto alla presenza del difensore. resa dal titolare del diritto in una scrittura autenticata. proviene da persona capace di disporre del diritto a cui i fatti confessati si riferiscono.
La confessione può essere revocata: non può mai essere revocata. se si prova che è stata determinata da errore di fatto o da violenza. soltanto se si prova che è stata determinata da errore di diritto o da errore di fatto. soltanto se si prova che è stata determinata da violenza.
In caso di litisconsorzio necessario, quale efficacia probatoria ha la confessione giudiziale resa da alcuni soltanto dei litisconsorti? Forma piena prova contro colui che l'ha fatta, se verte su fatti relativi a diritti non disponibili. Forma piena prova contro tutti i litisconsorti, purché verta su fatti relativi a diritti disponibili. Non ha alcuna efficacia probatoria. È liberamente apprezzata dal giudice.
Quale efficacia probatoria ha la confessione giudiziale? Forma piena prova contro colui che l'ha fatta, purché non verta su fatti relativi a diritti non disponibili. È liberamente apprezzata dal giudice. Forma piena prova contro colui che l'ha fatta sia che verta su fatti relativi a diritti disponibili, sia che verta su fatti relativi a diritti non disponibili. Forma piena prova contro colui che l'ha fatta soltanto se verta su fatti relativi a diritti non disponibili.
Quando colui che rende la confessione giudiziale aggiunge alla dichiarazione della verità dei fatti a lui sfavorevoli quella di fatti o circostanze tendenti ad infirmare l'efficacia del fatto confessato ovvero a modificarne o a estinguerne gli effetti, quale è la sua efficacia probatoria? Le dichiarazioni fanno piena prova nella loro integrità se l'altra parte non contesta la verità dei fatti o delle circostanze aggiunte e, in caso di contestazione, è rimesso al giudice di apprezzare, secondo le circostanze, l'efficacia probatoria delle dichiarazioni. Le dichiarazioni fanno piena prova nella loro integrità e l'altra parte non può contestare la verità dei fatti o delle circostanze aggiunte. Le dichiarazioni, anche qualora l'altra parte non contesti la verità dei fatti o delle circostanze aggiunte, sono liberamente apprezzabili. Non hanno alcuna efficacia probatoria.
Quale efficacia probatoria ha la confessione stragiudiziale fatta a un terzo? Ha la stessa efficacia probatoria della confessione giudiziale. Non ha alcuna efficacia probatoria. È liberamente apprezzata dal giudice. Ha la stessa efficacia probatoria della confessione stragiudiziale, qualora il terzo sia legato da vincoli di parentela a colui che ha reso la confessione.
Quale efficacia probatoria ha la confessione stragiudiziale contenuta in un testamento? Non ha alcuna efficacia probatoria. Ha la stessa efficacia probatoria della confessione giudiziale soltanto se contenuta in un testamento olografo. È liberamente apprezzata dal giudice. Ha sempre la stessa efficacia probatoria della confessione giudiziale.
Quale efficacia probatoria ha la confessione stragiudiziale fatta alla parte o a chi la rappresenta? Non ha alcuna efficacia probatoria. In entrambi i casi ha la stessa efficacia probatoria della confessione giudiziale. Ha la stessa efficacia probatoria della confessione giudiziale, se è fatta alla parte. Non ha alcuna efficacia probatoria, se è fatta a chi la rappresenta. In entrambi i casi è liberamente apprezzata dal giudice.
La confessione stragiudiziale può essere provata per testimoni? Sì, e senza alcun limite, ma nel solo caso si tratti di confessione stragiudiziale fatta ad un terzo. No, in nessun caso. Sì, sempre. No, se verte su un oggetto per il quale la prova testimoniale non è ammessa dalla legge.
Il giuramento suppletorio è deferito d'ufficio dal giudice, quando: la confessione sia solo stragiudiziale. si tratta di stabilire il valore della cosa domandata, se non si può accertarlo altrimenti. la prova, omessa dall'onerato, sia offerta da chi resiste alla domanda. si tratta di qualificare un rapporto giuridico controverso.
Il giuramento decisorio può essere deferito da una parte all'altra: per farne dipendere la decisione anche parziale della causa. solo per stabilire il valore della cosa domandata, quando non si può accertarlo altrimenti. solo per farne dipendere la decisione totale della causa. solo per provare l'esistenza di un rapporto giuridico.
Il giuramento suppletorio è: deferito d'ufficio dal giudice ad una delle parti. offerto dalla parte interessata. deferito da una parte all'altra. deferito d'ufficio dal giudice a tutte le parti.
Il giuramento suppletorio è deferito d'ufficio dal giudice, quando: la domanda non è pienamente provata ma non è del tutto sfornita di prova. la prova, omessa dall'onerato, sia offerta da chi resiste alla domanda. si tratta di qualificare un rapporto giuridico controverso. la confessione sia solo stragiudiziale.
Il giuramento è: decisorio o suppletorio. giudiziale o stragiudiziale. necessario o facoltativo. formale o informale.
Il giuramento suppletorio è deferito d'ufficio dal giudice, quando: la confessione sia solo stragiudiziale. le eccezioni non sono pienamente provate ma non sono del tutto sfornite di prova. la prova, omessa dall'onerato, sia offerta da chi resiste alla domanda. si tratta di qualificare un rapporto giuridico controverso.
Il giuramento decisorio è: deferito da una parte all'altra. deferito d'ufficio dal giudice ad una delle parti. offerto dalla parte interessata. deferito d'ufficio dal giudice a tutte le parti.
Se è stato prestato il giuramento deferito, l'altra parte: non è ammessa a provare il contrario. è sempre ammessa a provare il contrario. può chiedere la revocazione della sentenza quando il giuramento sia stato dichiarato falso. è ammessa a provare il contrario solo attraverso documenti che provengano dal giurante.
Se è stato prestato il giuramento riferito, l'altra parte: è sempre ammessa a provare il contrario. non è ammessa a provare il contrario. può chiedere la revocazione della sentenza quando il giuramento sia stato dichiarato falso. è ammessa a provare il contrario solo attraverso documenti che provengano dal giurante.
Se è stato prestato il giuramento deferito, l'altra parte: è sempre ammessa a provare il contrario. può chiedere la revocazione della sentenza qualora il giuramento sia stato dichiarato falso. è ammessa a provare il contrario solo attraverso documenti che provengano dal giurante. non può chiedere la revocazione della sentenza qualora il giuramento sia stato dichiarato falso.
Se è stato prestato il giuramento riferito, l'altra parte: non può chiedere la revocazione della sentenza qualora il giuramento sia stato dichiarato falso. è sempre ammessa a provare il contrario. può chiedere la revocazione della sentenza qualora il giuramento sia stato dichiarato falso. è ammessa a provare il contrario solo attraverso documenti che provengano dal giurante.
Se è stato prestato il giuramento deferito, l'altra parte: è sempre ammessa a provare il contrario. può chiedere la revocazione della sentenza qualora il giuramento sia stato dichiarato falso. è ammessa a provare il contrario solo attraverso documenti che provengano dal giurante. può domandare il risarcimento dei danni nel caso di condanna penale per falso giuramento.
In caso di litisconsorzio necessario, il giuramento: ha efficacia nei soli confronti del giurante. è inefficace se non prestato da tutti i litisconsorti. può essere prestato con effetti decisivi da alcuni soltanto dei litisconsorti. può essere prestato da alcuni soltanto dei litisconsorti ed è liberamente apprezzato dal giudice.
Se è stato prestato il giuramento riferito, l'altra parte: può domandare il risarcimento dei danni nel caso di condanna penale per falso giuramento. è ammessa a provare il contrario solo attraverso documenti che provengano dal giurante. è sempre ammessa a provare il contrario. può chiedere la revocazione della sentenza qualora il giuramento sia stato dichiarato falso.
Il giuramento può essere deferito o riferito per negare un fatto che da un atto pubblico risulti avvenuto alla presenza del pubblico ufficiale che ha formato l'atto stesso? Sì, ma la sua ammissibilità è decisa dal giudice, avuto riguardo alla qualità delle parti e del pubblico ufficiale e dalla natura della controversia. Sì, sempre. Sì, ma soltanto se sussista già un principio di prova. No.
Il giuramento può essere deferito o riferito sopra un fatto illecito? Sì, ma la sua ammissibilità è decisa dal giudice, avuto riguardo alla qualità delle parti ed alla natura della controversia. Sì, ma soltanto se sussista già un principio di prova. Sì, sempre. No.
Il giuramento può essere deferito o riferito sopra un contratto per la validità del quale sia richiesta la forma scritta? Sì, ma la sua ammissibilità è decisa dal giudice, avuto riguardo alla qualità delle parti ed alla natura del contratto. Sì, sempre. Sì, ma soltanto se il valore dell'oggetto del contratto non eccede cinquemila euro. No.
Il giuramento può essere deferito o riferito per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre? No. Sì, ma soltanto se sussista già un principio di prova. Sì, sempre. Sì, ma la sua ammissibilità è decisa dal giudice, avuto riguardo alla qualità delle parti ed alla natura della controversia.
Il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni: con tutti i suoi beni presenti e, ma soltanto qualora le parti lo abbiano espressamente convenuto, anche con quelli futuri. con i soli beni acquistati sino alla data in cui ha contratto l'obbligazione di cui deve rispondere. con tutti i suoi beni presenti e futuri. con tutti i suoi beni presenti ed anche con quelli futuri, ma, limitatamente a questi ultimi, solo con quelli acquistati a titolo gratuito.
A norma del codice civile il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni: con i suoi beni futuri, ma non con i suoi beni presenti. con tutti i suoi beni presenti, ma non con i suoi beni futuri. con tutti i suoi beni mobili presenti e futuri e con i suoi beni immobili presenti, ma non con quelli futuri. con tutti i suoi beni presenti e futuri.
In quali casi sono ammesse le limitazioni della responsabilità patrimoniale del debitore? In tutti i casi nei quali le parti hanno espressamente convenuto la limitazione della responsabilità patrimoniale del debitore con atto pubblico o scrittura privata autenticata e, osservate tali formalità, senza alcun ulteriore limite. In tutti i casi nei quali il debitore rende edotto il creditore che egli intende limitare la sua responsabilità ad alcuni cespiti del proprio patrimonio e senza limite ulteriore. Soltanto nei casi nei quali le parti hanno espressamente convenuto la limitazione della responsabilità patrimoniale del debitore con atto pubblico o scrittura privata autenticata e soltanto per obbligazioni relativi a rapporti di impresa. Nei casi stabiliti dalla legge.
I creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore? Sì, salve le cause legittime di prelazione. No, salvo che venga dichiarato il fallimento del debitore. No, dovendo essere soddisfatto prima il credito di importo maggiore. Sì, ma solo se i beni su cui soddisfarsi siano beni mobili già dati in pegno ai creditori.
A norma del codice civile, i privilegi sono cause legittime di prelazione? No. Sì, ma solo i privilegi speciali. Sì. Sì, ma solo i privilegi generali.
Se le cose soggette a ipoteca sono deteriorate, le somme dovute dagli assicuratori per indennità sono: rientrano liberamente nel patrimonio del debitore. vincolate al pagamento dei crediti ipotecari, eccetto che siano impiegate a riparare il deterioramento. comunque vincolate al pagamento dei crediti ipotecari. devono essere impiegate dal creditore per riparare il deterioramento.
Se le cose soggette a ipoteca sono perite, le somme dovute dagli assicuratori per indennità sono: rientrano liberamente nel patrimonio del debitore. devono essere impiegate dal creditore per riparare la perdita. vincolate al pagamento dei crediti ipotecari, eccetto che siano impiegate a riparare la perdita. comunque vincolate al pagamento dei crediti ipotecari.
Se le cose soggette a privilegio sono perite, le somme dovute dagli assicuratori per indennità sono: comunque vincolate al pagamento dei crediti privilegiati. rientrano liberamente nel patrimonio del debitore. devono essere impiegate dal creditore per riparare la perdita. vincolate al pagamento dei crediti privilegiati, eccetto che siano impiegate a riparare la perdita.
Se le cose soggette a privilegio sono deteriorate, le somme dovute dagli assicuratori per indennità sono: rientrano liberamente nel patrimonio del debitore. vincolate al pagamento dei crediti privilegiati, eccetto che siano impiegate a riparare il deterioramento. comunque vincolate al pagamento dei crediti privilegiati. devono essere impiegate dal creditore per riparare il deterioramento.
Se le cose soggette a pegno sono deteriorate, le somme dovute dagli assicuratori per indennità sono: vincolate al pagamento dei crediti pignoratizi, eccetto che siano impiegate a riparare il deterioramento. devono essere impiegate dal creditore per riparare il deterioramento. comunque vincolate al pagamento dei crediti pignoratizi. rientrano liberamente nel patrimonio del debitore.
Se le cose soggette a pegno sono perite, le somme dovute dagli assicuratori per indennità sono: vincolate al pagamento dei crediti pignoratizi, eccetto che siano impiegate a riparare la perdita. devono essere impiegate dal creditore per riparare la perdita. comunque vincolate al pagamento dei crediti pignoratizi. rientrano liberamente nel patrimonio del debitore.
Tizio ha dato in pegno al proprio creditore Caio uno dei suoi quadri d'autore. Alcuni giorni dopo la costituzione del pegno e senza alcuna responsabilità di Caio, un incendio sviluppatosi nella casa in cui era diligentemente custodito il quadro, ne determina il totale perimento. Il codice civile riserva in questo caso al creditore qualche tutela? Sì, il creditore ha diritto ad ottenere la proprietà di altro bene di pari valore. Sì, il creditore può chiedere al debitore che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni e, in mancanza, l'immediato pagamento del suo credito. No, il creditore perde la garanzia. Sì, il creditore può chiedere al debitore solo l'immediato pagamento del suo credito.
Tizio, debitore di Caio, ha costituito a favore di quest'ultimo ipoteca sul suo appartamento in Roma. Per caso fortuito il bene sottoposto ad ipoteca si deteriora in modo da essere insufficiente alla sicurezza del creditore. In tal caso Caio: può chiedere l'immediato pagamento del suo credito e solo se Tizio non adempie entro trenta giorni dalla richiesta può rivolgersi al giudice per ottenere idonea garanzia su altri beni del debitore. può chiedere al giudice che vengano sottoposti ad ipoteca altri beni immobili del debitore, ma in mancanza non può chiedere altre forme di garanzia né l'immediato pagamento del suo credito. può chiedere l'immediato pagamento del suo credito, ma non che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni. può chiedere che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni e, in mancanza, può chiedere l'immediato pagamento del suo credito.
Tizio ha sottoposto a ipoteca, a favore del proprio creditore Caio, una villetta di sua proprietà. Dopo alcuni giorni dall'iscrizione dell'ipoteca nei registri immobiliari, per cause indipendenti dalla responsabilità di Caio, un incendio determina il totale perimento della villetta, in modo da essere insufficiente alla sicurezza del creditore. Il codice civile riserva in questo caso al creditore qualche tutela? Sì, il creditore può chiedere al debitore che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni e, in mancanza, l'immediato pagamento del suo credito. No, il creditore perde la garanzia. Sì, il creditore può chiedere al debitore solo l'immediato pagamento del suo credito. Sì, il creditore ha diritto di ottenere il trasferimento in proprietà dell'area di risulta.
Tizio ha sottoposto a ipoteca, a favore del proprio creditore Caio, una villetta di sua proprietà. Dopo alcuni giorni dall'iscrizione dell'ipoteca nei registri immobiliari, per cause indipendenti dalla responsabilità di Caio, un incendio determina il deterioramento della villetta, che diventa insufficiente alla sicurezza del creditore. Il codice civile riserva in questo caso al creditore medesimo qualche tutela? Sì, il creditore può chiedere al debitore che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni e, in mancanza, l'immediato pagamento del suo credito. Sì, il creditore può chiedere al debitore solo l'immediato pagamento della metà del suo credito. Sì, il creditore ha diritto ad ottenere il trasferimento della proprietà della villetta. No, il creditore perde la garanzia.
Tizio, debitore di Caio, ha costituito ipoteca a favore dello stesso Caio sul suo appartamento in Roma. Per caso fortuito il bene sottoposto ad ipoteca perisce. In tal caso Caio: può chiedere che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni e, in mancanza, può chiedere l'immediato pagamento del suo credito. può chiedere al giudice che siano sottoposti a ipoteca altri beni immobili del debitore, ma in mancanza non può chiedere altre forme di garanzia né l'immediato pagamento del suo credito. può chiedere l'immediato pagamento del suo credito e solo se Tizio non adempie entro trenta giorni dalla richiesta può rivolgersi al giudice per ottenere idonea garanzia su altri beni del debitore. può chiedere l'immediato pagamento del suo credito, ma non che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni.
Tizio, debitore di Caio, ha dato in pegno a quest'ultimo un quadro di sua proprietà di grande valore. Per caso fortuito la cosa data in pegno si deteriora in modo da essere insufficiente alla sicurezza del creditore. In tal caso Caio: può chiedere al giudice che gli siano dati in pegno altri beni mobili del debitore, ma in mancanza non può chiedere altre forme di garanzia, né l'immediato pagamento del suo credito. può chiedere che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni e, in mancanza, può chiedere l'immediato pagamento del suo credito. può chiedere l'immediato pagamento del suo credito, ma non che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni. può chiedere l'immediato pagamento del suo credito e solo se Tizio non adempie entro trenta giorni dalla richiesta può rivolgersi al giudice per ottenere idonea garanzia su altri beni del debitore.
Tizio, debitore di Caio, ha dato in pegno a quest'ultimo un quadro di sua proprietà di grande valore. Per caso fortuito il bene dato in pegno perisce. In tal caso Caio: può chiedere l'immediato pagamento del suo credito, ma non che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni. può chiedere che gli sia prestata idonea garanzia su altri beni e, in mancanza, può chiedere l'immediato pagamento del suo credito. può chiedere al giudice che gli siano dati in pegno altri beni mobili del debitore, ma in mancanza non può chiedere altre forme di garanzia né l'immediato pagamento del suo credito. può chiedere l'immediato pagamento del suo credito e solo se Tizio non adempie entro trenta giorni dalla richiesta può rivolgersi al giudice per ottenere idonea garanzia su altri beni del debitore.
Il patto commissorio è nullo: solo se coevo alla costituzione dell'ipoteca o del pegno. solo se anteriore alla costituzione dell'ipoteca o del pegno. solo se posteriore alla costituzione dell'ipoteca o del pegno. anche se posteriore alla costituzione dell'ipoteca o del pegno.
È valido il patto con il quale si conviene che, in mancanza del pagamento del credito nel termine fissato, la proprietà della cosa ipotecata o data in pegno passi al creditore? No, è nullo. Sì, ma è inefficace. No, se è posteriore alla costituzione dell'ipoteca o del pegno. No, è annullabile.
Tizio è debitore di Caio della somma di cinquemila euro a titolo di mutuo garantito con un pegno su un proprio bene mobile. Le parti, in epoca successiva alla stipula del relativo contratto, possono pattuire che, in caso di mancato pagamento del credito nel termine fissato, la proprietà della cosa data in pegno passi al creditore Caio? Sì, ed il patto è valido. Il patto è nullo, ma sarebbe stato valido se convenuto contestualmente al sorgere del credito. Il patto è valido, ma sarebbe stato nullo se convenuto contestualmente al sorgere del credito. No, ed il patto è nullo.
Tizio, debitore di Caio, costituisce in pegno a favore di questo un anello d'oro e conviene con Caio che quest'ultimo, nel caso di mancato pagamento del credito nel termine fissato, divenga proprietario della cosa data in pegno. In questo caso, il patto: è valido. è nullo. è valido tra le parti, ma non è opponibile ai terzi. è annullabile.
Tizio è debitore di Caio della somma di cinquantamila euro a titolo di mutuo garantito con ipoteca su un proprio immobile. Le parti, in epoca successiva alla stipula del relativo contratto, possono pattuire che, in caso di mancato pagamento nel termine fissato, la proprietà dell'immobile ipotecato passi al creditore Caio? No, il patto è nullo solo perché successivo alla costituzione dell'ipoteca. Sì, il patto è comunque valido, malgrado sia successivo alla costituzione dell'ipoteca. No, il patto è nullo, e lo sarebbe stato anche se coevo alla costituzione dell'ipoteca. Sì, il patto è valido perché successivo alla costituzione dell'ipoteca.
Tizio concede a Caio, a titolo di mutuo, la somma di cinquantamila euro. Nel relativo contratto Caio, dopo avere garantito la restituzione della somma mediante consenso all'iscrizione di ipoteca su un bene di sua proprietà, conviene con Tizio che, in mancanza del pagamento del credito nel termine fissato, la proprietà della cosa ipotecata passi al creditore. Tale patto è: nullo. valido ma inefficace fino al momento in cui, scaduto il termine fissato per la restituzione della somma data a mutuo, il creditore abbia notificato al debitore, per mezzo di ufficiale giudiziario, un atto mediante il quale egli dichiari di volere profittare del patto. annullabile. valido ed efficace.
A norma del codice civile, la costituzione del privilegio è subordinata alla convenzione delle parti? La costituzione del privilegio è sempre subordinata alla convenzione delle parti. Sì, soltanto nei casi previsti dalla legge. Sì, in tutti i casi nei quali il credito assistito da privilegio è di valore inferiore a cinquemila euro. Sì, in tutti i casi nei quali il credito assistito da privilegio è di valore superiore a cinquemila euro.
Il privilegio generale si esercita: su tutti i beni mobili del debitore. su tutti i beni immobili del debitore. su determinati beni immobili del debitore. su determinati beni mobili del debitore.
A norma del codice civile, il privilegio generale si distingue dal privilegio speciale perché, tra l'altro: il privilegio generale si esercita su tutti i beni mobili del debitore; il privilegio speciale si esercita su determinati beni mobili o immobili. il privilegio generale si esercita su tutti i beni mobili ed immobili del debitore; il privilegio speciale si esercita su determinati beni mobili registrati. il privilegio generale si esercita su tutti i beni mobili ed immobili del debitore; il privilegio speciale si esercita su determinati beni mobili. il privilegio generale si esercita su tutti i beni mobili registrati del debitore; il privilegio speciale si esercita su determinati beni immobili.
A norma del codice civile, il privilegio generale può esercitarsi in pregiudizio dei diritti spettanti ai terzi sui mobili che ne formano oggetto? No, salvo che le parti non abbiano espressamente convenuto l'opponibilità nell'atto costitutivo del privilegio generale. No, salvo quanto è disposto dalle norme che disciplinano gli effetti del pignoramento. Sì, ma soltanto nei casi nei quali l'atto costitutivo del privilegio generale abbia data certa. Sì, purché il creditore abbia notificato ai terzi l'atto costitutivo del privilegio generale entro dieci giorni dal suo perfezionamento.
A norma del codice civile, il privilegio speciale sui mobili può esercitarsi in pregiudizio dei diritti acquistati dai terzi posteriormente al sorgere di esso? Sì, se la legge non dispone diversamente, sempre che sussista la particolare situazione alla quale il privilegio è subordinato. Sì, ma soltanto nei casi nei quali il creditore è un lavoratore subordinato. Sì, ma soltanto se il creditore abbia notificato ai terzi l'atto costitutivo del privilegio generale entro dieci giorni dal suo perfezionamento. Sì, ma soltanto se il privilegio speciale sia stato costituito con atto pubblico o con scrittura privata autenticata e sia stato notificato ai terzi entro dieci giorni dal suo perfezionamento.
A norma del codice civile, come è regolato il conflitto tra privilegio speciale sui beni immobili ed ipoteca? I creditori ipotecari sono sempre preferiti ai creditori che hanno privilegio speciale sui beni immobili, senza eccezione alcuna. Se la legge non dispone diversamente, i creditori che hanno privilegio speciale sui beni immobili sono preferiti ai creditori ipotecari. I creditori che hanno privilegio speciale sui beni immobili sono preferiti ai creditori ipotecari soltanto se l'atto costitutivo del privilegio abbia data certa e sia stato notificato al creditore ipotecario entro dieci giorni dal suo perfezionamento. Se la legge non dispone diversamente, i creditori ipotecari sono preferiti ai creditori che hanno privilegio speciale sui beni immobili.
A norma del codice civile, come è regolato il conflitto tra privilegio speciale sui beni mobili e pegno? Se la legge non dispone diversamente, il privilegio speciale sui beni mobili può esercitarsi in pregiudizio del creditore pignoratizio, qualora colui che vanta il privilegio speciale abbia notificato al creditore pignoratizio l'atto costitutivo del privilegio entro dieci giorni dal suo perfezionamento. Se la legge non dispone diversamente, il privilegio speciale sui beni mobili non può esercitarsi in pregiudizio del creditore pignoratizio. Se la legge non dispone diversamente, il privilegio speciale sui beni mobili può esercitarsi in pregiudizio del creditore pignoratizio soltanto se l'atto costitutivo del privilegio abbia data certa e sia stato notificato al creditore pignoratizio entro dieci giorni dal suo perfezionamento. Se la legge non dispone diversamente, il privilegio speciale sui beni mobili può esercitarsi in pregiudizio del creditore pignoratizio.
Il privilegio accordato al credito si estende: alle spese legali sostenute dal creditore. alle spese ordinarie per l'intervento nel processo di esecuzione. a tutti gli interessi maturati. ai soli interessi di legge successivi al pignoramento.
Il privilegio accordato al credito si estende: agli interessi dovuti per l'anno in corso alla data del pignoramento e per quelli dell'anno precedente. a tutti gli interessi convenzionalmente maturati fino alla vendita. alle spese legali sostenute dal creditore. ai soli interessi di legge successivi al pignoramento.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: la restituzione di mutui gratuiti. le somministrazioni di alloggio, nei limiti della stretta necessità, fatte al debitore per la sua famiglia negli ultimi sei mesi. le spese di giustizia. le spese di conservazione dei beni immobili.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: gli alimenti per gli ultimi tre mesi a favore delle persone alle quali siano dovuti per legge. le spese di conservazione dei beni immobili. le spese di giustizia. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le somministrazioni di alloggio, nei limiti della stretta necessità, fatte per il debitore negli ultimi sei mesi. le spese di conservazione dei beni immobili. le spese di giustizia. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: la restituzione di mutui gratuiti. le somministrazioni di vesti, nei limiti della stretta necessità, fatte al debitore per la sua famiglia negli ultimi sei mesi. le spese di giustizia. le spese di conservazione dei beni immobili.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: la restituzione di mutui gratuiti. le spese di giustizia. le spese funebri necessarie secondo gli usi. le spese di conservazione dei beni immobili.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di giustizia. la restituzione di mutui gratuiti. le somministrazioni di vitto, nei limiti della stretta necessità, fatte per il debitore negli ultimi sei mesi. le spese di conservazione dei beni immobili.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le somministrazioni di vitto, nei limiti della stretta necessità, fatte al debitore per la sua famiglia negli ultimi sei mesi. la restituzione di mutui gratuiti. le spese di giustizia. le spese di conservazione dei beni immobili.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di conservazione dei beni immobili. le spese d'infermità fatte negli ultimi sei mesi della vita del debitore. la restituzione di mutui gratuiti. le spese di giustizia.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le somministrazioni di vesti, nei limiti della stretta necessità, fatte per il debitore negli ultimi sei mesi. le spese di giustizia. le spese di conservazione dei beni immobili. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di conservazione dei beni immobili. le retribuzioni dei prestatori d'opera dovute per gli ultimi due anni di prestazione. le spese di giustizia. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: i corrispettivi dei servizi prestati da parte dell'impresa artigiana. la restituzione di mutui gratuiti. le spese di conservazione dei beni immobili. le spese di giustizia.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di giustizia. i corrispettivi della vendita dei manufatti da parte dell'impresa artigiana. le spese di conservazione dei beni immobili. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di giustizia. le spese di conservazione del beni immobili. la restituzione di mutui gratuiti. i corrispettivi della vendita dei prodotti da parte del soccidario coltivatore diretto.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: i corrispettivi della vendita dei prodotti da parte del colono coltivatore diretto. le spese di giustizia. le spese di conservazione dei beni immobili. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: i corrispettivi della vendita dei prodotti da parte del mezzadro coltivatore diretto. le spese di giustizia. le spese di conservazione dei beni immobili. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di giustizia. i corrispettivi della vendita dei prodotti da parte dell'affittuario coltivatore diretto. le spese di conservazione dei beni immobili. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di conservazione dei beni immobili. le spese di giustizia. i corrispettivi della vendita dei prodotti da parte del proprietario coltivatore diretto. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le retribuzioni dovute ai prestatori di lavoro subordinato. le spese di giustizia. le spese di conservazione dei beni immobili. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le provvigioni derivanti dal rapporto d'agenzia dovute per l'ultimo anno di prestazione. le spese di giustizia. le spese di conservazione dei beni immobili. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di conservazione dei beni immobili. i corrispettivi della vendita dei prodotti delle società cooperative agricole. le spese di giustizia. la restituzione di mutui gratuiti.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: la restituzione di mutui gratuiti. le spese di conservazione dei beni immobili. le retribuzioni dei professionisti dovute per gli ultimi due anni di prestazione. le spese di giustizia.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: la restituzione di mutui gratuiti. le spese di conservazione dei beni immobili. i danni subiti dal lavoratore per la mancata corresponsione da parte del datore di lavoro dei contributi assicurativi obbligatori. le spese di giustizia.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di giustizia. la restituzione di mutui gratuiti. i danni subiti dal lavoratore per la mancata corresponsione da parte del datore di lavoro dei contributi previdenziali obbligatori. le spese di conservazione dei beni immobili.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di conservazione dei beni immobili. le indennità dovute per effetto della cessazione del rapporto ai prestatori di lavoro subordinato. la restituzione di mutui gratuiti. le spese di giustizia.
Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: le spese di conservazione dei beni immobili. le indennità dovute per la cessazione del rapporto d'agenzia. la restituzione di mutui gratuiti. le spese di giustizia.
Il privilegio dello Stato, per quanto riguarda l'imposta di successione, ha effetto in pregiudizio dei creditori chirografari del defunto? Sì, salvo che si tratti di creditori che hanno esercitato il diritto di separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede. Sì, in ogni caso. No. Sì, salvo che l'eredità sia stata accettata con beneficio d'inventario.
I crediti del mandatario derivanti dall'esecuzione del mandato hanno privilegio sulle cose del mandante? No. Sì, su tutte quelle del mandante. Sì, ma solo su quelle che il mandatario detiene per l'esecuzione del mandato. No, salvo che il privilegio sia stato espressamente pattuito nel contratto di mandato.
La società Alfa S.r.l. ha venduto alla Beta S.r.l. un tornio da utilizzare nel ciclo produttivo della società acquirente. Nel relativo contratto le parti hanno convenuto che il prezzo, di cinquantamila euro, sia pagato in due rate da venticinquemila euro ciascuna. Successivamente al pagamento della prima rata di prezzo, la società Alfa S.r.l. provvede alla consegna del macchinario. In tale ipotesi la società Alfa S.r.l. ha privilegio sul macchinario stesso? Sì, per il prezzo non pagato ma il privilegio è subordinato alla trascrizione dei documenti, dai quali la vendita e il credito risultano, nel registro istituito presso la cancelleria del tribunale nella cui giurisdizione la macchina viene collocata. Sì, per l'intero prezzo e non è subordinato ad alcuna forma di pubblicità. No. No, salvo che la parte di prezzo già pagata sia stata anticipata alla società acquirente da una banca autorizzata all'esercizio di prestiti con garanzia sul macchinario e nei limiti di tale parte di prezzo.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti delle società cooperative agricole e dei loro consorzi per i corrispettivi della vendita dei prodotti sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti per spese funebri necessarie secondo gli usi sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti relativi all'indennità di mancato preavviso sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti relativi al trattamento di fine rapporto sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili in concorso con i crediti chirografari.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti per contributi dovuti ad istituti, enti o fondi speciali, compresi quelli sostitutivi o integrativi che gestiscono forme di assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti di cui all'art. 2753 cod. civ. sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti dello Stato per le imposte e sanzioni pecuniarie dovute secondo le norme relative all'I.V.A. sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti indicati dagli artt. 2751 e 2751 bis cod. civ. ed i crediti per contributi dovuti ad istituti, enti o fondi speciali, compresi quelli sostitutivi o integrativi, che gestiscono forme d'assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, di cui all'art.2753 cod. civ.. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti indicati dagli artt.2751 e 2751 bis cod. civ. e dei crediti per contributi dovuti ad istituti, enti o fondi speciali, compresi quelli sostitutivi o integrativi, che gestiscono forme d'assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, di cui all'art.2753 cod. civ..
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti per spese di infermità fatte negli ultimi sei mesi di vita del debitore sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti dell'impresa artigiana e delle società od enti cooperativi di produzione e di lavoro, per i corrispettivi dei servizi prestati e della vendita dei manufatti, sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti del coltivatore diretto, sia proprietario che affittuario, mezzadro, colono, soccidario o comunque partecipante, per i corrispettivi della vendita dei prodotti sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti per retribuzioni dei professionisti e di ogni altro prestatore d'opera intellettuale dovute per gli ultimi due anni di prestazione sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti di alimenti per gli ultimi tre mesi a favore delle persone alle quali gli alimenti sono dovuti per legge sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari.
A norma dell'art. 2776 codice civile, i crediti per somministrazioni di vitto, vesti ed alloggio nei limiti della stretta necessità, fatte al debitore per lui e per la sua famiglia negli ultimi sei mesi sono collocati sussidiariamente: in caso di infruttuosa esecuzione sugli immobili, sul prezzo dei mobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari ma dopo i crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili in concorso con i crediti chirografari. in caso di infruttuosa esecuzione sui mobili, sul prezzo degli immobili con preferenza rispetto ai crediti chirografari e prima dei crediti relativi al trattamento di fine rapporto ed all'indennità di mancato preavviso.
A norma dell'art. 2777 codice civile, i crediti per spese di giustizia fatte per l'espropriazione di beni mobili nell'interesse comune dei creditori: hanno privilegio sui mobili e sono preferiti ad ogni altro credito che non sia ipotecario. hanno privilegio sui mobili e sono preferiti ad ogni altro credito anche pignoratizio od ipotecario. hanno privilegio sui mobili e concorrono con gli altri crediti privilegiati. hanno privilegio sui mobili e sono preferiti ad ogni altro credito che non sia pignoratizio.
A norma dell'art. 2777 codice civile, i crediti per spese di giustizia fatte per l'espropriazione di beni immobili nell'interesse comune dei creditori: hanno privilegio sugli immobili e sono preferiti ad ogni altro credito che non sia pignoratizio. hanno privilegio sugli immobili e sono preferiti ad ogni altro credito anche ipotecario. hanno privilegio sugli immobili e concorrono con gli altri crediti privilegiati. hanno privilegio sugli immobili e sono preferiti ad ogni altro credito che non sia ipotecario.
A norma dell'art. 2777 codice civile, i crediti per spese di giustizia fatte per atti conservativi sui beni immobili nell'interesse comune dei creditori: hanno privilegio sugli immobili e sono preferiti ad ogni altro credito che non sia ipotecario. hanno privilegio sugli immobili e sono preferiti ad ogni altro credito anche ipotecario. hanno privilegio sugli immobili e concorrono con gli altri crediti privilegiati. hanno privilegio sugli immobili e sono preferiti ad ogni altro credito che non sia pignoratizio.
A norma dell'art. 2777 codice civile, i crediti per spese di giustizia fatte per atti conservativi su beni mobili nell'interesse dei creditori: hanno privilegio sui mobili e sono preferiti ad ogni altro credito che non sia ipotecario. hanno privilegio sui mobili e sono preferiti ad ogni altro credito anche pignoratizio od ipotecario. hanno privilegio sui mobili e concorrono con gli altri crediti privilegiati. hanno privilegio sui mobili e sono preferiti ad ogni altro credito che non sia pignoratizio.
A norma dell'art. 2778 codice civile, nel concorso di crediti aventi privilegio generale o speciale sulla medesima cosa, quali dei seguenti crediti hanno la prelazione sugli altri? Crediti dello Stato per tributi diretti, indicati dal primo comma dell'art. 2752 cod. civ.. Crediti per risarcimento indicati dall'art. 2767 cod. civ.. Crediti per prestazioni e spese di conservazione e miglioramento di beni mobili indicati dall'art. 2756 cod. civ.. Crediti per contributi ad istituti, enti o fondi speciali - compresi quelli sostitutivi o integrativi - che gestiscono forme di assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, indicati dall'art. 2753 cod. civ..
A norma dell'art. 2780 codice civile, quando sul prezzo dello stesso immobile concorrono più crediti privilegiati, quali dei seguenti crediti hanno la prelazione sugli altri? Crediti per i contributi indicati dall'art. 2775 cod. civ.. Crediti per le imposte sui redditi immobiliari indicati dall'art. 2771 cod. civ.. Crediti per i tributi indiretti indicati dall'art. 2772 cod. civ.. Crediti per l'I.C.I..
A norma dell'art. 2783 codice civile, quando dalla legge non risulta il grado di preferenza di un determinato privilegio speciale: esso concorre con ogni altro privilegio speciale anche non regolato dal codice. esso prende grado dopo ogni altro privilegio speciale regolato nel codice. esso prende grado dopo ogni altro privilegio speciale anche non regolato nel codice. esso concorre con ogni altro privilegio speciale regolato dal codice.
A norma del codice civile, possono essere dati in pegno, tra l'altro: i crediti. i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze. gli aeromobili iscritti nel registro aeronautico. gli autoveicoli iscritti nei pubblici registri.
A norma del codice civile, possono essere dati in pegno, tra l'altro: i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze. gli aeromobili iscritti nel registro aeronautico. gli autoveicoli iscritti nei pubblici registri. le universalità di mobili.
A norma del codice civile, possono essere dati in pegno, tra l'altro: gli aeromobili iscritti nel registro aeronautico. gli autoveicoli iscritti nei pubblici registri. i beni mobili non iscritti nei pubblici registri. i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze.
A norma dell'art. 2784 codice civile, possono essere dati in pegno, tra gli altri: i crediti ed i diritti aventi per oggetto beni immobili. le costruzioni unite al suolo a scopo transitorio. i beni mobili. le pertinenze degli immobili.
A norma dell'art. 2784 codice civile, possono essere dati in pegno, tra gli altri: le costruzioni unite al suolo a scopo transitorio. le pertinenze degli immobili. i crediti ed i diritti aventi per oggetto beni immobili. le universalità di mobili.
A norma dell'art. 2784 codice civile, possono essere dati in pegno, tra gli altri: le pertinenze degli immobili. crediti e altri diritti aventi per oggetto beni mobili. le costruzioni unite al suolo a scopo transitorio. i crediti ed i diritti aventi per oggetto beni immobili.
A norma dell'art. 2784 codice civile, possono essere dati in pegno, tra gli altri: crediti e altri diritti aventi per oggetto beni mobili. le energie naturali che hanno valore economico. le costruzioni unite al suolo a scopo transitorio. i crediti ed i diritti aventi per oggetto beni immobili.
A norma del codice civile, come si costituisce il pegno? Con la consegna al creditore della cosa o del documento che conferisce l'esclusiva disponibilità della cosa e mai con quella del documento che conferisce detta disponibilità; la cosa o il documento possono essere anche consegnati ad un terzo designato dal giudice del luogo ove è stipulato l'atto costitutivo del pegno. Con la consegna al creditore della cosa o del documento che conferisce l'esclusiva disponibilità della cosa ad un terzo designato quale custode dal giudice del luogo ove è stipulato l'atto costitutivo del pegno, su istanza delle parti. Con la consegna al creditore della cosa o del documento che conferisce l'esclusiva disponibilità della cosa; la cosa o il documento possono essere anche consegnati ad un terzo designato dalle parti o possono essere posti in custodia di entrambe, in modo che il costituente sia nell'impossibilità di disporne senza la cooperazione del creditore. Con la consegna al creditore della cosa che conferisce l'esclusiva disponibilità della cosa e mai con quella del documento che conferisce detta disponibilità; in nessun caso la cosa o il documento possono essere consegnati ad un terzo designato dalle parti o possono essere posti in custodia di entrambe.
A norma dell'art. 2789 codice civile, il creditore che ha perduto il possesso della cosa ricevuta in pegno ha tra le altre azioni di recupero: l'azione di danno temuto. l'azione contrattuale di restituzione. l'azione di rivendicazione anche se non spettante al costituente. l'azione di rivendicazione se spettante al costituente.
A norma dell'art. 2789 codice civile, il creditore che ha perduto il possesso della cosa ricevuta in pegno ha tra le altre azioni di recupero: l'azione contrattuale di restituzione. le azioni a difesa del possesso. l'azione di danno temuto. l'azione di rivendicazione anche se non spettante al costituente.
A norma dell'art. 2789 codice civile, il creditore che ha perduto il possesso della cosa ricevuta in pegno ha tra le altre azioni di recupero: l'azione di reintegrazione. l'azione di rivendicazione anche se non spettante al costituente. l'azione di danno temuto. l'azione contrattuale di restituzione.
A norma del codice civile, se la cosa data in pegno è fruttifera, quale facoltà ha il creditore? Il creditore, salvo patto contrario, ha la facoltà di fare suoi i frutti imputandoli prima alle spese e agli interessi e poi al capitale. Il creditore, salvo patto contrario, ha la facoltà di far suoi i frutti imputandoli prima al capitale e poi agli interessi e alle spese. Il creditore deve sempre restituire i frutti. Il creditore deve fare vendere al pubblico incanto i frutti.
Salvo patto contrario, se è data in pegno una cosa fruttifera il creditore può fare suoi i frutti? Sì, imputandoli prima alle spese e agli interessi e poi al capitale. No. Sì, imputandoli prima al capitale e poi agli interessi con esclusione delle spese. Sì, imputandoli prima al capitale e poi alle spese e agli interessi.
Può il creditore pignoratizio usare della cosa costituita in pegno senza il consenso del concedente? No, salvo che l'uso sia necessario per la conservazione di essa. Sì, purché imputi l'utile ricavato prima alle spese e agli interessi e poi al capitale. Sì, purché ne rispetti la destinazione economica. Sì, purché corrisponda un equo compenso al costituente.
A norma dell'art. 2793 codice civile, se il creditore abusa della cosa data in pegno il costituente può: chiederne la restituzione. chiederne la descrizione. chiederne la vendita. domandarne il sequestro.
In caso di deterioramento della cosa data in pegno, il costituente può: domandare al giudice l'autorizzazione a venderla oppure chiedere la restituzione del pegno offrendo altra garanzia reale che il giudice riconosca idonea. ottenere dal creditore pignoratizio la restituzione della cosa senza obbligo di offrire altra garanzia. vendere la cosa senza autorizzazione giudiziale e soddisfare con il ricavato il creditore pignoratizio anche senza il consenso di quest'ultimo. domandare al giudice l'assegnazione della cosa al creditore pignoratizio anche senza il consenso di quest'ultimo.
In caso di diminuzione di valore della cosa data in pegno, il costituente può: vendere la cosa senza alcuna autorizzazione, depositando il ricavato presso la Cassa Depositi e Prestiti. domandare al giudice l'autorizzazione a venderla oppure chiedere la restituzione del pegno offrendo altra garanzia reale che il giudice riconosca idonea. vendere la cosa senza autorizzazione giudiziale e soddisfare con il ricavato il creditore pignoratizio anche senza il consenso di quest'ultimo. domandare al giudice l'assegnazione della cosa al creditore pignoratizio anche senza il consenso di quest'ultimo.
Se la cosa data in pegno si deteriora in modo da far temere che essa divenga insufficiente alla sicurezza del creditore, questi, volendo vendere la cosa stessa: deve domandare al costituente l'autorizzazione a vendere con atto notificato a mezzo di ufficiale giudiziario. può procedere alla vendita senza autorizzazione giudiziale facendo proprio il ricavato. deve chiedere al giudice l'autorizzazione a vendere, previo avviso a colui che ha costituito il pegno. può procedere alla vendita senza autorizzazione giudiziale e soddisfarsi sul ricavato fino a concorrenza del credito.
In quale delle seguenti ipotesi il codice civile prevede che colui che ha costituito il pegno può chiederne la restituzione anticipata? In caso di notevole aumento di valore della cosa data in pegno e sempre che offra altra garanzia, anche non reale. In caso di morte del creditore pignoratizio. In caso di deterioramento o di diminuzione di valore della cosa data in pegno e sempre che offra altra garanzia reale che il giudice riconosca idonea. In caso di costituzione del pegno da parte del terzo datore se le condizioni economiche del debitore sono divenute tali da far temere l'inadempimento del debito.
Nel caso di pegno avente ad oggetto un bene mobile, qualora si presenti un'occasione favorevole alla vendita del bene, il costituente può tra l'altro: chiedere al giudice l'autorizzazione a vendere la cosa. chiedere al giudice l'autorizzazione a vendere la cosa solo se egli è terzo rispetto al rapporto garantito. vendere la cosa senza necessità di alcuna autorizzazione. chiedere l'autorizzazione alla vendita alla Cassa Depositi e Prestiti.
A norma dell'art. 2796 codice civile, il creditore per il conseguimento di quanto gli è dovuto: può venderla liberamente senza necessità che vengano pattuite forme particolari tra le parti. può chiederne l'assegnazione al giudice secondo il valore indicatogli. può far vendere la cosa ricevuta in pegno al pubblico incanto dopo intimazione di pagamento al debitore a mezzo ufficiale giudiziario. può ritenerla automaticamente in proprietà.
A norma dell'art. 2796 codice civile, il creditore per il conseguimento di quanto gli è dovuto: può vendere la cosa ricevuta in pegno liberamente senza necessità che vengano pattuite forme particolari tra le parti. può chiedere l'assegnazione della cosa ricevuta in pegno al giudice secondo il valore indicatogli. può far vendere la cosa ricevuta in pegno - dopo intimazione di pagamento al debitore a mezzo di ufficiale giudiziario - al pubblico incanto, o, se la cosa ha un prezzo di mercato, anche a prezzo corrente, a mezzo di persona autorizzata a tali atti. può ritenere la cosa ricevuta in pegno automaticamente in proprietà.
A norma dell'art. 2798 codice civile, il creditore per il conseguimento di quanto gli è dovuto: può venderla liberamente senza necessità che vengano pattuite forme particolari tra le parti. può domandare al giudice che la cosa gli venga assegnata in pagamento fino alla concorrenza del debito, secondo la stima da farsi con perizia. può ritenerla automaticamente in proprietà. può chiederne l'assegnazione al giudice secondo il valore indicatogli.
A norma dell'art. 2798 codice civile, il creditore per il conseguimento di quanto gli è dovuto: può venderla liberamente senza necessità che vengano pattuite forme particolari tra le parti. può domandare al giudice che la cosa gli venga assegnata in pagamento fino alla concorrenza del debito, secondo il prezzo corrente se essa ha un prezzo di mercato. può ritenerla automaticamente in proprietà. può chiederne l'assegnazione al giudice secondo il valore indicatogli.
A norma dell'art. 2800 codice civile, la prelazione nel pegno di crediti: ha luogo quando la costituzione del pegno si perfezioni con la prestazione del consenso da parte del debitore del credito dato in pegno. ha luogo quando il pegno risulti da atto pubblico. ha luogo quando l'atto di costituzione del pegno venga trascritto. ha luogo quando il pegno risulti da atto scritto e la sua costituzione sia stata notificata al debitore del credito dato in pegno.
Nel pegno dei crediti, perché abbia luogo la prelazione: il pegno deve risultare da atto scritto soltanto se il credito garantito è sorto con atto scritto. il pegno deve in ogni caso risultare da atto scritto e la costituzione di esso deve essere stata notificata al debitore del credito dato in pegno ovvero deve essere stata da questo accettata con scrittura avente data certa. non occorre alcun requisito di forma. il pegno deve risultare da atto scritto soltanto se il credito garantito eccede i cinque euro.
A norma dell'art. 2800 codice civile, la prelazione nel pegno di crediti: ha luogo quando la costituzione del pegno si perfezioni con la prestazione del consenso da parte del debitore del credito dato in pegno. ha luogo quando l'atto di costituzione del pegno venga trascritto. ha luogo quando il pegno risulti da atto scritto e la sua costituzione sia stata accettata dal debitore con scrittura avente data certa. ha luogo quando il pegno risulti da atto pubblico.
A norma dell'art. 2801 codice civile, se il credito costituito in pegno risulta da un documento: il costituente è tenuto a consegnarlo in ogni caso al creditore. il costituente può tenerlo presso di sé avvertendo il creditore. il costituente è tenuto a consegnarlo al creditore solo con il consenso del debitore. il costituente è tenuto a consegnarlo al debitore.
A norma del codice civile, nel pegno di crediti il creditore pignoratizio è tenuto a riscuotere gli interessi del credito? Sì, e deve imputarne l'ammontare in primo luogo al capitale e poi agli interessi e non anche alle spese. Sì, e deve imputarne l'ammontare in primo luogo al capitale e poi alle spese e agli interessi. Sì, ma soltanto qualora sia stato espressamente autorizzato dal costituente. Sì, e deve imputarne l'ammontare in primo luogo alle spese e agli interessi e poi al capitale.
A norma dell'art. 2805 codice civile, il debitore del credito dato in pegno può opporre al creditore pignoratizio: le eccezioni che gli spetterebbero contro il proprio creditore. solo le eccezioni reali fondate sul titolo costitutivo di pegno. la compensazione verificatasi anteriormente anche se il debitore ha accettato senza riserve la costituzione di pegno. solo le eccezioni personali fondate sui rapporti con il proprio creditore.
In quale momento si costituisce l'ipoteca? Con l'iscrizione nei registri immobiliari. Con la sottoscrizione dell'atto di concessione di ipoteca. Con la registrazione dell'atto di concessione di ipoteca presso il competente ufficio del registro. Con il decorso di dieci giorni dall'iscrizione nei registri immobiliari.
L'ipoteca attribuisce al creditore: il diritto di fare dichiarare la nullità degli atti di disposizione dei beni vincolati a garanzia del suo credito. il diritto di riscattare la proprietà del bene da qualunque avente causa. il diritto di farsi attribuire a sua scelta la proprietà del bene ipotecato o di altro bene del debitore. il diritto di espropriare, anche in confronto del terzo acquirente, i beni vincolati a garanzia del suo credito e di essere soddisfatto con preferenza sul prezzo ricavato dall'espropriazione.
Tizio a garanzia di un credito di Caio nei confronti di Sempronio ha costituito ipoteca su un terreno di sua proprietà in Roma. Successivamente ha venduto a Primo detto terreno. L'ipoteca attribuisce a Caio: il diritto di espropriare il bene vincolato a garanzia del suo credito solo se prova che Primo era a conoscenza del credito stesso. il diritto di riscattare da Primo il terreno. il diritto di espropriare anche in confronto di Primo il bene vincolato a garanzia del suo credito e di essere soddisfatto con preferenza sul prezzo ricavato dall'espropriazione. il diritto di far dichiarare la nullità dell'atto di vendita del terreno.
Tizio a garanzia di un debito verso Caio ha concesso ipoteca a favore dello stesso Caio sopra il terreno di sua proprietà in Roma. Successivamente vende detto terreno a Sempronio. L'ipoteca attribuisce a Caio: il diritto di riscattare il terreno da Sempronio. il diritto di pretendere il pagamento da Tizio e da Sempronio in parti uguali fra loro. il diritto di espropriare anche in confronto di Sempronio il bene vincolato a garanzia del suo credito e di essere soddisfatto con preferenza sul prezzo ricavato dall'espropriazione. il diritto di far dichiarare la nullità dell'atto di vendita del terreno.
È possibile costituire un'ipoteca a garanzia del debito altrui? Sì. No. Sì, ma solo da parte di chi è già fideiussore del debitore. Sì, ma solo da parte di chi è già creditore ipotecario del debitore.
A norma dell'art. 2809 codice civile, l'ipoteca deve essere iscritta: su beni specialmente indicati e per una somma determinata di denaro. su beni anche non specialmente indicati e per una somma che sia almeno pari al loro prezzo di mercato. su beni specialmente indicati e per una somma che sia almeno pari al valore indicato dai mercuriali di commercio. su beni anche non specialmente indicati e senza determinazione di somme.
È capace di ipoteca il diritto dell'enfiteuta? Sì, ma solo se lo consente anche il proprietario. Sì, ma solo se trattasi di ipoteca legale. Sì. No.
A norma del codice civile, sono capaci di ipoteca, tra l'altro: i diritti personali di godimento su beni immobili in commercio. tutti i beni mobili in commercio di valore superiore a duecentocinquanta euro. tutti i beni mobili in commercio con le loro pertinenze. i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze.
A norma del codice civile, è capace di ipoteca, tra l'altro: qualunque diritto personale di godimento su beni immobili in commercio. il diritto di uso su qualunque bene in commercio. il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare, ma non su altri beni immobili. il diritto di superficie.
A norma del codice civile, è capace di ipoteca, tra l'altro: qualunque diritto personale di godimento su beni immobili in commercio. il diritto dell'enfiteuta. il diritto di uso su qualunque bene in commercio. il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare, ma non su altri beni immobili.
A norma del codice civile, è capace di ipoteca, tra l'altro: il diritto del concedente sul fondo enfiteutico. qualunque bene mobile in commercio. qualunque diritto personale di godimento su beni immobili in commercio. il diritto di uso su qualunque bene in commercio.
A norma del codice civile, è capace di ipoteca, tra l'altro: l'usufrutto dei beni immobili che sono in commercio. i diritti personali di godimento su beni immobili in commercio. l'uso di qualunque bene che sia in commercio. qualunque bene mobile in commercio.
A norma del codice civile, sono capaci di ipoteca, tra l'altro: tutti i diritti personali di godimento su immobili in commercio. tutti i beni mobili in commercio. le rendite dello Stato nel modo determinato dalle leggi relative al debito pubblico. tutti i beni mobili in commercio di valore superiore a duecentocinquanta euro.
Può essere iscritta ipoteca sul diritto di superficie? Sì. Sì, ma solo se lo consente anche il proprietario del suolo. No, mai. Sì, ma solo se titolare del diritto di superficie è una cooperativa edilizia.
Quale fra i seguenti diritti è capace di ipoteca? Il diritto dell'enfiteuta. Il diritto di uso. Il diritto di abitazione. Il diritto di servitù.
È capace di ipoteca il diritto del concedente sul fondo enfiteutico? Sì, ma solo se lo consente anche l'enfiteuta. Sì, ma solo se trattasi di ipoteca legale. Sì. No.
Tizio ha costituito ipoteca sul terreno in Roma di sua proprietà a favore di una banca a garanzia di un finanziamento da questa accordatogli; successivamente su detto terreno ha costruito una villetta. L'ipoteca si è estesa alla costruzione? Sì. Sì, ma solo se ciò sia stato espressamente previsto nell'atto di concessione dell'ipoteca. Sì, ma solo se a costruzione ultimata Tizio lo consenta. No.
Il diritto di abitazione di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione di un'ipoteca sullo stesso bene, è opponibile al creditore ipotecario? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se si tratta di ipoteca volontaria. No. Sì, ma solo se si tratta di ipoteca giudiziale.
Le servitù di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione dell'ipoteca: sono opponibili ai soli creditori ipotecari il cui credito sia sorto successivamente al contratto costitutivo della servitù. sono opponibili al creditore ipotecario purché la costituzione della servitù sia avvenuta nei trenta giorni dall'iscrizione dell'ipoteca. sono opponibili al creditore ipotecario il quale non può far subastare la cosa come libera. non sono opponibili al creditore ipotecario il quale può far subastare la cosa come libera.
La costituzione del diritto di usufrutto trascritta dopo l'iscrizione d'ipoteca: è opponibile al creditore ipotecario. non è opponibile al creditore ipotecario, salvo che sia espressamente previsto nell'atto di costituzione dell'usufrutto. è opponibile al creditore ipotecario solo se si tratta di usufrutto vitalizio. non è opponibile al creditore ipotecario, il quale può far subastare la cosa come libera.
La costituzione del diritto di abitazione trascritta dopo l'iscrizione dell'ipoteca: è opponibile al creditore ipotecario. non è opponibile al creditore ipotecario, il quale può far subastare la cosa come libera. non è opponibile al creditore ipotecario, salvo che sia espressamente previsto nell'atto di costituzione del diritto di abitazione. è opponibile al creditore ipotecario solo se si tratta di diritto di abitazione di durata superiore a trent'anni.
Le servitù di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione dell'ipoteca sono opponibili al creditore ipotecario? No, a meno che si tratti di servitù apparenti. No. Sì. No, a meno che si tratti di servitù industriali.
Il diritto di uso di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione di un'ipoteca sullo stesso bene, è opponibile al creditore ipotecario? No. Sì, in ogni caso. Sì, ma solo se si tratta di ipoteca giudiziale. Sì, ma solo se si tratta di ipoteca volontaria.
In caso di espropriazione del bene ipotecato, il diritto di usufrutto di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione dell'ipoteca: si estingue e il titolare è ammesso a far valere le sue ragioni sul ricavato, con preferenza rispetto alle ipoteche iscritte posteriormente alla trascrizione del diritto di usufrutto medesimo. continua per la durata stabilita, ma non oltre un quinquennio dalla data del decreto del giudice dell'esecuzione. potrà estinguersi o perdurare a seconda di quanto stabilito dal giudice dell'esecuzione. continua per tutta la durata della vita del titolare limitatamente ai bisogni del titolare stesso e della sua famiglia.
In caso di espropriazione del bene ipotecato, il diritto di uso di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione dell'ipoteca: si estingue e il titolare è ammesso a far valere le sue ragioni sul ricavato, con preferenza rispetto alle ipoteche iscritte posteriormente alla trascrizione del diritto di uso medesimo. potrà estinguersi o perdurare a seconda di quanto stabilito dal giudice dell'esecuzione. continua per tutta la durata della vita dell'usuario limitatamente ai bisogni dello stesso e della sua famiglia. continua per la durata stabilita, ma non oltre un quinquennio dalla data del decreto del giudice dell'esecuzione.
In caso di espropriazione del bene ipotecato, il diritto di abitazione di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione dell'ipoteca: si estingue e il titolare è ammesso a far valere le sue ragioni sul ricavato, con preferenza rispetto alle ipoteche iscritte posteriormente alla trascrizione del diritto di abitazione medesimo. potrà estinguersi o perdurare a seconda di quanto stabilito dal giudice dell'esecuzione. continua per la durata stabilita, ma non oltre un quinquennio dalla data del decreto del giudice dell'esecuzione. continua per tutta la durata della vita del titolare limitatamente ai bisogni del titolare stesso e della sua famiglia.
Col cessare dell'usufrutto per rinunzia dell'usufruttuario, le ipoteche costituite sull'usufrutto: si estinguono immediatamente. perdurano esclusivamente qualora ciò sia stato espressamente previsto nell'atto di costituzione. si trasferiscono sulla nuda proprietà. perdurano fino a che non si verifichi l'evento che avrebbe altrimenti prodotto l'estinzione dell'usufrutto.
Col cessare dell'usufrutto per abuso da parte dell'usufruttuario, le ipoteche costituite sull'usufrutto: si trasferiscono sulla nuda proprietà. perdurano esclusivamente qualora ciò sia stato espressamente pattuito nell'atto di costituzione. perdurano fino a che non si verifichi l'evento che avrebbe altrimenti prodotto l'estinzione dell'usufrutto. si estinguono immediatamente.
Col cessare dell'usufrutto per acquisto della nuda proprietà da parte dell'usufruttuario, le ipoteche costituite sull'usufrutto: perdurano esclusivamente qualora ciò sia stato espressamente previsto nell'atto di costituzione. si estinguono immediatamente. si trasferiscono sulla nuda proprietà. perdurano fino a che non si verifichi l'evento che avrebbe altrimenti prodotto l'estinzione dell'usufrutto.
A seguito dell'estinzione dell'usufrutto, l'ipoteca costituita sulla nuda proprietà di un bene immobile: si estende alla piena proprietà. rimane limitata alla nuda proprietà. deve essere rinnovata. si estingue e non può essere rinnovata.
Nel caso in cui si verifichi la cessazione dell'usufrutto per cause diverse dall'abuso da parte dell'usufruttuario o dalla rinunzia da parte di questi ovvero dall'acquisto della nuda proprietà da parte del medesimo, l'ipoteca costituita sull'usufrutto: si estende alla nuda proprietà. si estingue col cessare dell'usufrutto. perdura fino alla scadenza del credito garantito nel solo caso in cui, al momento della concessione dell'ipoteca, l'usufruttuario lo abbia espressamente previsto. perdura fino alla scadenza del credito garantito.
Nel caso di affrancazione del fondo enfiteutico, le ipoteche gravanti sul diritto dell'enfiteuta si estendono alla piena proprietà? Sì. No. Sì, ma solo se espressamente previsto nell'atto di costituzione dell'ipoteca. No, salvo che l'enfiteuta lo consenta espressamente anche con atto successivo alla costituzione dell'ipoteca.
Nel caso di devoluzione del fondo enfiteutico, le ipoteche gravanti sul diritto dell'enfiteuta: si estendono alla piena proprietà. si risolvono sul prezzo dovuto per i miglioramenti, senza deduzione di quanto dovuto al concedente per i canoni non soddisfatti. perdurano sul solo diritto dell'enfiteuta. si estinguono senza risolversi sul prezzo dovuto per i miglioramenti.
Nel caso di cessazione dell'enfiteusi per decorso del termine, le ipoteche gravanti sul diritto dell'enfiteuta: si risolvono sul prezzo dovuto per i miglioramenti, senza deduzione di quanto dovuto al concedente per i canoni non soddisfatti. si estendono alla piena proprietà. si estinguono senza risolversi sul prezzo dovuto per i miglioramenti. perdurano sul solo diritto dell'enfiteuta.
Nel caso di affrancazione del fondo enfiteutico, le ipoteche gravanti sul diritto del concedente: si risolvono sul prezzo dovuto per l'affrancazione. si estendono alla piena proprietà. si risolvono sul prezzo dovuto per l'affrancazione solo se espressamente previsto nel titolo costitutivo dell'ipoteca. continuano a gravare sul diritto del concedente.
Se si riuniscono nella medesima persona il diritto del proprietario del suolo e quello del superficiario per causa diversa dal decorso del termine, cosa accade alle ipoteche costituite sull'uno e sull'altro diritto? Quelle iscritte contro il proprietario del suolo si estendono alla superficie, mentre le altre si estinguono. Quelle iscritte contro il superficiario si estendono alla proprietà del suolo, mentre le altre si estinguono. Continuano a gravare separatamente i diritti stessi. Si estendono tutte alla piena proprietà.
Nel caso di devoluzione della superficie al proprietario del suolo per decorso del termine, senza che il superficiario abbia diritto ad un corrispettivo, le ipoteche che hanno per oggetto il diritto di superficie: si estinguono. si risolvono su una somma di denaro, pari al valore del diritto di superficie, che il proprietario del suolo dovrà mettere a disposizione del creditore ipotecario. si estendono alla piena proprietà. continuano a gravare separatamente il diritto di superficie.
Nel caso di devoluzione della superficie al proprietario del suolo per decorso del termine, se il superficiario ha diritto ad un corrispettivo, le ipoteche che hanno per oggetto il diritto di superficie: si estinguono automaticamente senza che il creditore ipotecario possa vantare alcun diritto sul corrispettivo. continuano a gravare il solo diritto di superficie. si estendono alla piena proprietà. si risolvono sul corrispettivo.
Nel caso di devoluzione della superficie al proprietario del suolo per decorso del termine, le ipoteche iscritte contro il proprietario del suolo: non si estendono alla superficie. si estendono alla superficie. si estinguono automaticamente. continuano a gravare separatamente sul diritto di superficie.
Nel caso di devoluzione della superficie al proprietario del suolo per decorso del termine, si estinguono le ipoteche che hanno per oggetto il diritto di superficie? Sì, ma solo se espressamente previsto nel titolo costitutivo del diritto di superficie. Sì, ma se il superficiario ha diritto ad un corrispettivo le ipoteche stesse si risolvono sul corrispettivo medesimo. No, in ogni caso. Sì, ma solo se espressamente previsto negli atti di concessione delle ipoteche.
Il creditore di una rendita vitalizia, costituita a titolo oneroso mediante alienazione di un bene immobile, ha diritto all'ipoteca legale? No. Sì, ma solo quando la rendita consista in una prestazione periodica di cose fungibili diverse dal denaro. Sì, ma solo quando la rendita consista in una prestazione periodica di denaro. Sì.
La sentenza di condanna al risarcimento dei danni da liquidarsi successivamente è titolo per iscrivere ipoteca giudiziale sui beni del debitore? No. No, salvo che il debitore abbia fraudolentemente compiuto atti diretti ad arrecare pregiudizio alle ragioni del creditore. Sì. Sì, ma soltanto se ciò sia stato espressamente stabilito nella sentenza.
A norma dell'art. 2819 codice civile, si può iscrivere ipoteca in base al lodo degli arbitri: solo quando è stato reso esecutivo. solo se l'iscrizione ipotecaria è stata prevista nel compromesso o nella clausola compromissoria. solo se pronunziato in sede di arbitrato irrituale. per effetto della semplice pronunzia indipendentemente dal rilascio della esecutorietà.
A norma dell'art. 2820 codice civile, si può iscrivere ipoteca in base a sentenze pronunziate dalle autorità giudiziarie straniere: in ogni caso. dopo che ne è stata dichiarata l'esecutività con decreto dell'autorità amministrativa. dopo che ne è stata dichiarata l'efficacia dall'autorità giudiziaria italiana secondo le procedure previste dalle convenzioni internazionali. dopo che ne è stata dichiarata l'efficacia dall'autorità giudiziaria italiana, salvo che le convenzioni internazionali dispongano diversamente.
L'ipoteca può essere concessa per testamento? L'ipoteca non può essere concessa per testamento. L'ipoteca può essere concessa per testamento. L'ipoteca non può essere concessa per testamento se non a favore di legittimari. L'ipoteca può essere concessa per testamento solo se ne viene determinato l'ammontare.
È possibile concedere ipoteca mediante dichiarazione unilaterale? No. Sì, ma solo se la concessione viene fatta per atto pubblico. Sì. Sì, ma nella sola ipotesi di terzo datore di ipoteca.
A norma del codice civile se l'ipoteca su beni altrui è concessa da chi non è proprietario della cosa, l'iscrizione può essere validamente presa: solo quando la cosa è acquistata dal concedente. immediatamente, ma se la cosa non è acquistata dal concedente entro un anno dall'iscrizione essa è considerata come se non fosse mai stata presa e il conservatore dei registri immobiliari dovrà provvedere d'ufficio alla relativa cancellazione. immediatamente. solo quando siano trascorsi novanta giorni dalla notificazione che il concedente deve effettuare al domicilio del proprietario della cosa dell'avvenuta concessione dell'ipoteca senza che il proprietario medesimo abbia fatto opposizione nelle forme previste dal codice di procedura civile.
A norma del codice civile può essere validamente presa l'iscrizione di ipoteca su beni altrui? Sì, sempre. Sì, ma solo quando il concedente sia discendente legittimo del proprietario del bene. No, salvo quando la cosa è acquistata dal concedente. Sì, purché nell'atto di consenso all'iscrizione sia specificato che trattasi di bene altrui.
Può essere validamente iscritta l'ipoteca su cosa futura? Sì, solo quando la cosa è venuta ad esistenza. Sì, salvo che l'ipoteca sia costituita per atto unilaterale. No. Sì, solo se l'ipoteca è concessa per atto pubblico.
Può essere validamente iscritta l'ipoteca su beni futuri prima che vengano ad esistenza? Sì, sempre. No. Sì, ma solo se l'ipoteca è stata concessa quando i beni stavano per venire ad esistenza. Sì, ma solo se nell'atto di consenso è stato precisato che trattasi di beni futuri.
L'iscrizione di ipoteca eseguita in virtù di un titolo annullabile rimane convalidata con la convalida del titolo? Sì, con la convalida del titolo rimane convalidata l'iscrizione ipotecaria già eseguita in base al titolo annullabile. La convalida del titolo non produce alcun effetto sull'iscrizione ipotecaria che è comunque convalidata essendo decorso oltre un anno dall'iscrizione stessa. No, con la convalida del titolo non rimane convalidata l'iscrizione ipotecaria già eseguita in base al titolo annullabile. La convalida del titolo non è ammissibile negli atti di concessione dell'ipoteca.
Tizio e Caio sono comproprietari di un terreno e di un fabbricato in Roma. Tizio iscrive ipoteca di primo grado sull'appartamento a favore di una banca. In sede di divisione a Tizio viene assegnato il terreno. Che sorte subisce l'ipoteca? L'ipoteca si trasferisce sul terreno nei limiti del valore del bene in precedenza ipotecato, quale risulta dalla divisione, purché l'ipoteca sia nuovamente iscritta con l'indicazione di detto valore entro novanta giorni dalla trascrizione della divisione medesima. L'ipoteca permane sull'appartamento. L'ipoteca resta definitivamente inefficace. L'ipoteca si trasferisce automaticamente sul terreno e comunque per la metà dell'originario importo.
Tizio, residente a Milano ed ivi domiciliato, intende concedere ipoteca volontaria su una casa di sua proprietà ubicata in Napoli. Avendo motivi di urgenza ed essendo disponibile, se del caso, ad eleggere domicilio speciale in Roma, dove va iscritta l'ipoteca? L'ipoteca si iscrive nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo di residenza del concedente l'ipoteca e cioè Milano. L'ipoteca potrà iscriversi a Roma se Tizio elegge domicilio speciale in detta città, salvo rinnovazione d'ufficio a Napoli. L'ipoteca si iscrive nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo dove si trova l'immobile, cioè Napoli. L'ipoteca potrà essere iscritta presso qualunque conservatoria.
L'ipoteca volontaria su un immobile si iscrive: nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui risiede il creditore. nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui risiede il datore di ipoteca ancorché non debitore. nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui risiede il debitore. nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si trova l'immobile.
L'ipoteca giudiziale su un immobile si iscrive: nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui risiede il debitore. nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui risiede il creditore. nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si trova l'immobile. nell'ufficio dei registri immobiliari che ha sede nel distretto dell'ufficio giudiziario che ha emesso il provvedimento costituente titolo per l'iscrizione dell'ipoteca.
Presso quale ufficio dei registri immobiliari si deve iscrivere l'ipoteca? Presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo ove il creditore ha la sua residenza. Presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si trova l'immobile. Presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo ove il debitore ha la residenza. Presso l'ufficio dei registri immobiliari del luogo ove è stato stipulato l'atto di concessione dell'ipoteca.
L'ipoteca giudiziale si può iscrivere: su qualunque degli immobili appartenenti al debitore purché ne sia pieno proprietario o comproprietario per una quota superiore alla metà. solo sugli immobili di cui il debitore divenga pieno proprietario successivamente alla condanna. su qualunque degli immobili appartenenti al debitore e su quelli che gli pervengono successivamente alla condanna, a misura che egli li acquista. su qualunque degli immobili appartenenti al debitore purché pervenutigli prima della condanna.
L'ipoteca giudiziale si può iscrivere: su qualunque degli immobili appartenenti al debitore prima della condanna e non su quelli che gli pervengono successivamente alla stessa. su qualunque degli immobili appartenenti al debitore e su quelli che gli pervengono successivamente alla condanna, a misura che egli li acquista. solo sugli immobili offerti in garanzia dal debitore. su qualunque degli immobili che pervengono al debitore successivamente alla condanna e non su quelli che gli appartenevano prima della stessa.
L'ipoteca giudiziale si può iscrivere sugli immobili che pervengono al debitore successivamente alla condanna? No, salvo che il provvedimento giudiziale che costituisce il titolo per iscrivere l'ipoteca lo preveda espressamente. Sì, ma solo se il titolo per iscrivere l'ipoteca giudiziale sia un decreto ingiuntivo. Sì, a misura che egli li acquista. No.
Tizio, a garanzia di un suo debito, concede a favore di Caio ipoteca su un suo immobile. Prima che venga eseguita l'iscrizione ipotecaria Tizio muore. Può Caio ottenere validamente l'iscrizione dell'ipoteca contro il defunto Tizio, prima che risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli eredi? No. Sì. Sì, ma nel solo caso che l'eredità si sia devoluta per testamento. Sì, ma nel solo caso che l'eredità si sia devoluta per legge.
L'iscrizione d'ipoteca volontaria sui beni di un defunto: deve eseguirsi necessariamente contro gli eredi anche se non risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli stessi. può eseguirsi con la semplice indicazione della persona del defunto se non risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli eredi. deve necessariamente eseguirsi con l'indicazione congiunta della persona del defunto e degli eredi anche se non risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli stessi. deve necessariamente eseguirsi con la semplice indicazione della persona del defunto anche se risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli eredi.
L'iscrizione d'ipoteca giudiziale sui beni di un defunto la cui eredità sia stata accettata puramente e semplicemente: deve necessariamente eseguirsi con l'indicazione congiunta della persona del defunto e degli eredi anche se non risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli stessi. può eseguirsi con la semplice indicazione della persona del defunto se non risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli eredi. deve eseguirsi necessariamente contro gli eredi anche se non risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli stessi. deve necessariamente eseguirsi con la semplice indicazione della persona del defunto anche se risulti trascritto l'acquisto dei beni da parte degli eredi.
Se non risulta trascritto l'acquisto dei beni da parte degli eredi, l'iscrizione d'ipoteca sui beni di un defunto può eseguirsi con la semplice indicazione della sua persona, osservate per il resto le regole ordinarie? Sì, ma solo con l'autorizzazione del tribunale del luogo dell'apertura della successione. Sì. No. Sì, ma solo entro un anno dalla data della morte.
In caso di eredità accettata con beneficio di inventario possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni ereditari? Sì, nei primi sei mesi dalla accettazione con beneficio di inventario. No, neppure in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte del debitore. Sì, sempre. Sì, solo in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte del debitore.
Può essere iscritta ipoteca giudiziale su beni rientranti nel patrimonio del defunto Caio, dopo che Tizio, suo erede, ha accettato l'eredità con beneficio d'inventario? No. Sì. No, salvo che in base a sentenze pronunciate anteriormente alla morte di Caio. Sì, salvo che Caio lo abbia espressamente escluso con disposizione testamentaria destinando una somma al pagamento del debito.
Può essere iscritta ipoteca giudiziale sui beni rientranti nel patrimonio del defunto Caio, ove si tratti di eredità giacente? No. No, salvo che in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte di Caio. Sì, salvo che Caio lo abbia espressamente escluso con disposizione testamentaria destinando una somma al pagamento del debito. Sì.
In caso di eredità giacente possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni ereditari? Sì, solo in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte del debitore. Sì, sempre. No, neppure in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte del debitore. Sì, solo nei primi sei mesi dalla data di apertura della successione del debitore.
Le obbligazioni risultanti dai titoli al portatore possono essere garantite con ipoteca? No. No, salvo che i titoli siano emessi da un istituto di credito. Sì. Sì, salvo che i titoli siano emessi da una società.
Le obbligazioni risultanti da titoli all'ordine possono essere garantite con ipoteca? Sì, salvo che i titoli siano emessi da un istituto di credito. Sì, salvo che i titoli siano emessi da una società. Sì. No.
L'ipoteca a garanzia di un titolo all'ordine: è iscritta a favore dell'attuale possessore e si trasmette a favore dei successivi possessori; questi non sono tenuti ad effettuare l'annotazione dell'atto dispositivo del credito in margine all'iscrizione dell'ipoteca. è iscritta a favore dell'attuale possessore ma non può trasmettersi a favore dei successivi possessori. è iscritta solo a favore del primo creditore ma non può trasmettersi ai successivi possessori. è iscritta a favore dell'attuale possessore e si trasmette a favore dei successivi possessori purché venga effettuata l'annotazione dell'atto dispositivo del credito in margine all'iscrizione dell'ipoteca.
Le obbligazioni risultanti dai titoli all'ordine, possono essere garantite da ipoteca? No. Sì. Sì, ma l'ipoteca non si trasmette ai successivi possessori. No, salvo che si tratti di cambiali.
Tizio ha rilasciato a Caio una cambiale garantita da ipoteca su beni immobili, regolarmente annotata sul titolo. Caio gira tale cambiale a Sempronio; affinché la trasmissione dell'ipoteca abbia effetto, Sempronio è tenuto ad effettuare l'annotazione della girata in margine all'iscrizione dell'ipoteca presso la competente conservatoria dei registri immobiliari? No, salvo che Sempronio sia minorenne. No. Sì. Sì, salvo che Tizio abbia prestato il consenso alla girata da Caio a Sempronio.
Nel caso di trasferimento della proprietà di un immobile con pagamento rateale del prezzo, il conservatore dei registri immobiliari deve iscrivere ipoteca legale a carico dell'acquirente sul bene alienato? Sì, salvo che nel titolo sia contenuta espressamente la rinunzia a detta ipoteca da parte dell'alienante. Sì, salvo che il titolo non contenga prestazione di garanzie personali da parte di un terzo. No. Sì, ma solo se la dilazione supera i cinque anni.
Il conservatore dei registri immobiliari, nel trascrivere un atto di alienazione, deve iscrivere d'ufficio a favore dell'alienante ipoteca legale sopra gli immobili alienati per l'adempimento degli obblighi che derivano dall'atto di alienazione? Sì, a meno che la nota di trascrizione sia sottoscritta personalmente dall'alienante e dallo stesso sia presentata. Sì, solo se gli immobili alienati hanno valore superiore a cinquecentomila euro. Sì, a meno che gli sia presentato un atto pubblico o una scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente da cui risulti che gli obblighi sono stati adempiuti o che vi sia stata rinunzia all'ipoteca da parte dell'alienante. Sì, in ogni caso.
Il conservatore dei registri immobiliari, nel trascrivere un atto di divisione, deve iscrivere d'ufficio a favore del condividente ipoteca legale per il pagamento del conguaglio sopra gli immobili assegnati agli altri condividenti ai quali incombe tale obbligo? Sì, a meno che gli sia presentato un atto pubblico o una scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente da cui risulti che gli obblighi sono stati adempiuti o che vi sia stata rinunzia all'ipoteca da parte del condividente. Sì, in ogni caso. Sì, solo se il conguaglio è di ammontare superiore a cinquecentomila euro. Sì, a meno che la nota di trascrizione sia sottoscritta personalmente dal condividente avente diritto al pagamento del conguaglio e dallo stesso sia presentata.
Tizio ha concesso con atto del notaio Bianchi ipoteca, a favore del suo creditore Caio, sul proprio appartamento in Roma. Nel titolo non è stata determinata la somma di danaro per cui l'iscrizione deve essere eseguita: Caio deve rivolgersi al giudice competente per territorio per la determinazione della somma. Caio può determinare tale somma nella nota per l'iscrizione. Caio non può fare eseguire l'iscrizione. Tizio e Caio devono nominare di comune accordo un terzo che in base al valore dell'immobile determinerà la somma per cui l'iscrizione deve essere eseguita.
Se la somma di danaro per la quale l'ipoteca deve essere iscritta non è determinata negli atti in base ai quali si chiede l'iscrizione o in atto successivo: essa è determinata dal giudice. essa è determinata dal creditore nella nota per l'iscrizione. essa è automaticamente determinata nel doppio del credito garantito. essa è determinata d'ufficio dal conservatore sulla base dei valori catastali.
Cosa deve indicare fra l'altro la nota di iscrizione ipotecaria su beni immobili nel caso in cui datrice d'ipoteca sia un'associazione non riconosciuta? Le generalità di tutti gli associati. Il numero degli associati. Le generalità delle persone che la rappresentano secondo l'atto costitutivo. L'ammontare del fondo comune.
La nota per l'iscrizione di ipoteca volontaria deve essere sottoscritta: esclusivamente dal notaio che ha ricevuto l'atto con il quale è stata concessa l'ipoteca. necessariamente dal datore d'ipoteca. necessariamente dal debitore. dal richiedente chiunque esso sia.
Cosa deve indicare fra l'altro la nota di iscrizione ipotecaria su beni immobili qualora datrice d'ipoteca sia una società semplice? Le generalità di tutti i soci. Il numero dei soci. Le generalità delle persone che la rappresentano secondo l'atto costitutivo. L'ammontare del capitale sociale.
Secondo il codice civile, cosa deve indicare fra l'altro la nota di iscrizione ipotecaria avente ad oggetto beni immobili? Il regime patrimoniale del debitore. Il domicilio eletto dal creditore nella circoscrizione del tribunale in cui ha sede l'ufficio dei registri immobiliari. Il domicilio eletto dal debitore nella circoscrizione del tribunale in cui ha sede l'ufficio dei registri immobiliari. Il domicilio eletto dal debitore nel comune di residenza del creditore.
A norma dell'art. 2841 codice civile, nuoce alla validità dell'iscrizione ipotecaria: la mancata coincidenza tra le indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione e le indicazioni nella nota di iscrizione anche se non induca incertezza sulla persona del debitore. l'omissione di alcune delle indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione anche se non induca incertezza sulla persona del debitore. l'omissione di alcune delle indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione che induca incertezza sulla persona del debitore. l'omissione di alcune delle indicazioni nella nota di iscrizione anche se non induca incertezza sulla persona del debitore.
A norma dell'art. 2841 codice civile, nuoce alla validità dell'iscrizione ipotecaria: l'omissione di alcune delle indicazioni nella nota di iscrizione anche se non induca incertezza sulla persona del creditore. l'omissione di alcune delle indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione che induca incertezza sulla persona del creditore. la mancata coincidenza tra le indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione e le indicazioni nella nota di iscrizione anche se non induca incertezza sulla persona del creditore. l'omissione di alcune delle indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione anche se non induca incertezza sulla persona del creditore.
A norma dell'art. 2841 codice civile, nuoce alla validità dell'iscrizione ipotecaria: la mancata coincidenza tra le indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione e le indicazioni nella nota di iscrizione anche se non induca incertezza sull'identità dei singoli beni gravati. l'omissione di alcune delle indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione che induca incertezza sull'identità dei singoli beni gravati. l'omissione di alcune delle indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione anche se non induca incertezza sull'identità dei singoli beni gravati. l'omissione di alcune delle indicazioni nella nota di iscrizione anche se non induca incertezza sull'identità dei singoli beni gravati.
A norma dell'art. 2841 codice civile, nuoce alla validità dell'iscrizione ipotecaria: la mancata coincidenza tra le indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione e le indicazioni nella nota di iscrizione anche se non induca incertezza sull'ammontare del credito. l'omissione di alcune delle indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione che induca incertezza sull'ammontare del credito. l'omissione di alcune delle indicazioni nel titolo in base al quale è presa l'iscrizione anche se non induca incertezza sull'ammontare del credito. l'omissione di alcune delle indicazioni nella nota di iscrizione anche se non induca incertezza sull'ammontare del credito.
Tizio, creditore, ai fini dell'iscrizione ipotecaria ha eletto domicilio in Roma, via Marconi. Cosa deve fare per variare il domicilio eletto, sostituendone un altro nella stessa circoscrizione? Una dichiarazione che deve risultare da atto ricevuto o autenticato da notaio e deve rimanere depositata nell'ufficio del conservatore. Il cambiamento deve essere annotato dal conservatore in margine o in calce all'iscrizione. Una dichiarazione, con sottoscrizione anche non autenticata, da notificare al debitore presso il domicilio eletto nell'iscrizione. Una dichiarazione resa davanti al conservatore dei registri immobiliari alla presenza di due testimoni. Il cambiamento deve essere annotato dal conservatore nel registro dei mutamenti di domicilio. Ripetere l'iscrizione ipotecaria.
Nel caso di ipoteca a garanzia di obbligazioni non risultanti da titoli all'ordine o al portatore, in quale delle seguenti ipotesi si deve procedere ad annotazione in margine all'iscrizione ipotecaria? Nell'ipotesi di vendita dell'immobile gravato da ipoteca. Nell'ipotesi di variazione del domicilio del debitore. Nell'ipotesi di trasmissione dell'ipoteca per cessione del credito ipotecario. Nell'ipotesi di iscrizione di una nuova ipoteca di grado successivo sullo stesso immobile.
Nel caso di ipoteca a garanzia di obbligazioni non risultanti da titoli all'ordine o al portatore, in quale delle seguenti ipotesi si deve procedere ad annotazione in margine all'iscrizione ipotecaria? Nell'ipotesi di variazione del domicilio del debitore. Nell'ipotesi di vendita dell'immobile gravato da ipoteca. Nell'ipotesi di trasmissione dell'ipoteca per surrogazione nel credito ipotecario. Nell'ipotesi di iscrizione di una nuova ipoteca di grado successivo sullo stesso immobile.
In quali casi è possibile notificare le citazioni delle azioni, a cui le iscrizioni possono dar luogo contro i creditori, presso l'ufficio ove l'iscrizione è stata presa? Se non è stata fatta elezione di domicilio o se è morta la persona ovvero è cessato l'ufficio presso cui si era eletto il domicilio. Se non è reperibile nessuno presso la residenza del creditore o nel luogo in cui questi aveva eletto domicilio. Se il creditore è fallito ed il curatore non è stato ancora nominato. Se si è richiesto un provvedimento di urgenza all'autorità giudiziaria.
Davanti a quale autorità devono essere proposte le azioni a cui le iscrizioni possono dar luogo contro i creditori? Davanti all'autorità giudiziaria competente. Davanti al notaio che ha redatto il rogito di acquisto dell'immobile. Davanti al conservatore delle ipoteche. Davanti all'ufficio del registro immobiliare del luogo in cui si trova l'immobile.
Quando per promuovere le azioni, a cui le iscrizioni possono dar luogo contro i creditori, la citazione deve essere effettuata nei modi ordinari stabiliti dal codice di procedura civile? Se si tratta di giudizio promosso dal debitore contro il suo creditore per la riduzione dell'ipoteca o per la cancellazione totale o parziale dell'iscrizione. Solo se si tratta di giudizio promosso dal debitore contro il suo creditore per la cancellazione totale dell'iscrizione. Se si tratta di giudizio promosso dal terzo datore di ipoteca contro il suo creditore per la riduzione dell'ipoteca o per la cancellazione totale o parziale dell'iscrizione. Se si tratta di giudizio promosso dal debitore contro il creditore del terzo datore di ipoteca per la cancellazione totale dell'iscrizione.
Per promuovere le azioni, a cui le iscrizioni possono dar luogo contro i creditori, la citazione deve essere effettuata nei modi ordinari stabiliti dal codice di procedura civile? Sì, se si tratta di giudizio promosso dal debitore contro il suo creditore per la riduzione dell'ipoteca o per la cancellazione totale o parziale dell'iscrizione. Sì, ad eccezione del caso in cui si tratti di giudizio promosso dal debitore contro il creditore del terzo datore di ipoteca per la cancellazione totale dell'iscrizione. Sì, ma solo se si tratta di giudizio promosso dal debitore contro il suo creditore per la cancellazione totale dell'iscrizione. Sì, ma solo se si tratta di giudizio promosso dal terzo datore di ipoteca contro il suo creditore per la riduzione dell'ipoteca.
Le azioni a cui le iscrizioni possono dar luogo contro i creditori sono promosse davanti all'autorità giudiziaria competente: esclusivamente per mezzo di citazione da notificarsi alla persona in mani proprie. per mezzo di citazione da farsi alla persona in mani proprie o all'ultimo domicilio da essa eletto. per mezzo di ricorso da notificarsi alla persona in mani proprie e all'ultimo domicilio da essi eletto. per mezzo di ricorso da depositarsi presso la cancelleria del tribunale e da notificarsi alla parte personalmente ovvero al suo procuratore.
Con quali modalità possono essere promosse le azioni a cui le iscrizioni possono dar luogo contro i creditori? Sono promosse davanti all'autorità giudiziaria competente per mezzo di ricorso da notificarsi alla persona in mani proprie e all'ultimo domicilio da essi eletto. Sono promosse davanti all'autorità giudiziaria competente per mezzo di citazione da farsi alla persona in mani proprie o all'ultimo domicilio da essa eletto. Sono promosse davanti all'ufficio del registro immobiliare per mezzo di citazione da notificarsi alla persona in mani proprie ovvero al suo procuratore speciale. Per mezzo di ricorso da depositarsi presso l'ufficio dei registri immobiliari e presso la cancelleria del tribunale competente.
Se manca per qualsiasi causa il rappresentante degli obbligazionisti o il nome di lui non è stato annotato in margine all'iscrizione dell'ipoteca, a chi sono fatte le citazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore? Sono fatte nei confronti del rappresentante che gli obbligazionisti sono chiamati a nominare entro trenta giorni dall'invito. Sono fatte nei confronti di un curatore da nominarsi dall'autorità giudiziaria. Sono fatte nei confronti del conservatore delle ipoteche e sono a questo notificate. Sono fatte al rappresentante che il conservatore delle ipoteche nomina per gli obbligazionisti.
Se manca per qualsiasi causa il rappresentante degli obbligazionisti o il nome di lui non è stato annotato in margine all'iscrizione dell'ipoteca, a chi sono fatte le notificazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore? Sono fatte nei confronti di un curatore da nominarsi dall'autorità giudiziaria. Sono fatte al rappresentante che il conservatore delle ipoteche nomina per gli obbligazionisti. Sono fatte al rappresentante che gli obbligazionisti sono chiamati a nominare entro trenta giorni dall'invito. Sono fatte al conservatore delle ipoteche.
Le citazioni e le notificazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore, sono fatte nei confronti di un curatore da nominarsi dall'autorità giudiziaria: se manca per qualsiasi causa il rappresentante degli obbligazionisti o il nome di lui non è stato annotato in margine all'iscrizione dell'ipoteca. se colui che promuove l'azione ha difficoltà a notificare al rappresentante degli obbligazionisti. solo se il rappresentante degli obbligazionisti è residente o domiciliato all'estero. solo se il rappresentante degli obbligazionisti è deceduto.
Le citazioni e le notificazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore, devono essere iscritte? No. Sì, devono essere iscritte nell'ufficio dei registri immobiliari. Sì, devono essere iscritte nel registro delle imprese. No, devono solo essere pubblicate per estratto.
Le citazioni e le notificazioni riguardanti le azioni cui le iscrizioni ipotecarie possono dar luogo contro i creditori, relative a iscrizioni per obbligazioni al portatore, devono essere: iscritte nell'ufficio dei registri immobiliari e pubblicate per estratto in un giornale quotidiano designato dall'autorità giudiziaria. iscritte nel registro delle imprese e pubblicate per estratto in un giornale quotidiano designato dall'autorità giudiziaria. iscritte nel registro delle imprese e pubblicate per estratto sul Bollettino ufficiale delle società. iscritte nel registro delle imprese e pubblicate per estratto nel Bollettino della camera di commercio.
L'ipoteca su beni immobili conserva il suo effetto: per dieci anni dalla data in cui è stata concessa. per venti anni dalla data di iscrizione. per dieci anni dalla data di iscrizione. per venti anni dalla data in cui è stata concessa.
A norma del codice civile, l'iscrizione dell'ipoteca su beni immobili conserva il suo effetto: per venti anni dalla sua data. per dieci anni dalla sua data. per cinque anni dalla sua data. per tre anni dalla sua data.
L'istituto bancario Alfa ha concesso a Tizio un mutuo, da rimborsarsi in venticinque anni, garantito da ipoteca su un immobile del debitore. Può l'iscrizione ipotecaria conservare il suo effetto per tutta la durata del mutuo? Sì, purché sia espressamente convenuto dalle parti nel contratto di mutuo e senza ulteriori formalità a carico del creditore. Sì, purché il creditore rinnovi l'iscrizione prima che scada il termine di venti anni dall'iscrizione stessa. No, perché l'ipoteca non può in alcun caso avere effetto per oltre venti anni dalla sua iscrizione. Sì, purché prima che scada il termine di quindici anni dall'iscrizione il creditore proceda ad una nuova iscrizione per altri dieci anni.
Decorso il termine di efficacia dell'iscrizione ipotecaria, se il creditore procede a nuova iscrizione: l'ipoteca prende grado dalla data della nuova iscrizione. l'ipoteca prende il grado convenuto nell'atto di costituzione. l'ipoteca prende lo stesso grado dell'ultima iscrizione di pari importo. l'ipoteca mantiene lo stesso grado dell'iscrizione originaria.
Tizio, creditore ipotecario di Caio, pur sussistendo il credito garantito, non procede nei termini alla rinnovazione dell'ipoteca. Spirato il termine per la rinnovazione, Caio ha trasferito a terzi l'immobile oggetto di ipoteca. Tizio: può in ogni caso procedere a una nuova iscrizione contro il terzo acquirente e l'ipoteca prenderà grado dalla data della nuova iscrizione. non può procedere a una nuova iscrizione contro il terzo acquirente dell'immobile ipotecato, se questi ha trascritto il proprio titolo di acquisto. non può procedere a nuove iscrizioni. può procedere a una nuova iscrizione soltanto se abbia posto in essere un atto che abbia interrotto il decorso del termine per la rinnovazione.
Con quali formalità si può rinnovare l'iscrizione dell'ipoteca? Si presenta al conservatore una nota in unico originale, unitamente ad altra predisposta dal debitore, in cui questi dichiari che autorizza il rinnovo dell'iscrizione originaria. Si presenta al conservatore una nota in doppio originale conforme a quella della precedente iscrizione, unitamente ad apposita autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Si presenta al conservatore una nota in doppio originale, munita di nulla osta dell'autorità giudiziaria, che autorizzi il creditore a rinnovare l'iscrizione originaria. Si presenta al conservatore una nota in doppio originale conforme a quella della precedente iscrizione, in cui si dichiari che si intende rinnovare l'iscrizione originaria, accompagnata dal titolo o dalla nota precedente.
È possibile rinnovare l'iscrizione dell'ipoteca? Sì, osservando le formalità prescritte. Sì, ma solo se la domanda viene formulata tre anni prima della scadenza. No, in nessun caso. Sì, ma solo se la richiesta viene formulata fin dall'atto della prima iscrizione.
Nei confronti di chi deve essere fatta la rinnovazione per gli immobili ipotecati se questi al tempo della rinnovazione risultano dai registri delle trascrizioni passati agli eredi o aventi causa del debitore? solo nei confronti degli eredi e la nota deve contenere in ogni caso le indicazioni stabilite dall'art. 2839. anche nei confronti degli eredi o aventi causa del debitore e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839, se queste risultano dai registri medesimi. solo nei confronti degli aventi causa e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839. solo nei confronti dell'avente causa a titolo particolare e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839, se queste risultano dai registri medesimi.
Se al tempo della rinnovazione gli immobili ipotecati risultano dai registri delle trascrizioni passati agli eredi del debitore, la rinnovazione deve essere fatta: anche nei confronti degli eredi e la nota deve contenere in ogni caso le indicazioni stabilite dall'art. 2839. solo nei confronti degli eredi impersonalmente e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839, se queste risultano dai registri medesimi. anche nei confronti degli eredi e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839, se queste risultano dai registri medesimi. solo nei confronti degli eredi e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839.
Se al tempo della rinnovazione gli immobili ipotecati risultano dai registri delle trascrizioni passati agli eredi del debitore, la rinnovazione deve essere fatta: nei confronti di tutti gli eredi legittimari e la nota deve contenere in ogni caso le indicazioni stabilite dall'art. 2839. anche nei confronti degli eredi e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839, se queste risultano dai registri medesimi. solo nei confronti dell'erede universale e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839. solo nei confronti degli eredi testamentari e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839, se queste risultano dai registri medesimi.
Se al tempo della rinnovazione gli immobili ipotecati risultano dai registri delle trascrizioni passati agli aventi causa del debitore, la rinnovazione deve essere fatta: solo nei confronti dell'avente causa a titolo particolare e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839, se queste risultano dai registri medesimi. anche nei confronti degli aventi causa e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839, se queste risultano dai registri medesimi. anche nei confronti degli aventi causa e la nota deve contenere in ogni caso le indicazioni stabilite dall'art. 2839. solo nei confronti degli aventi causa e la nota deve contenere le indicazioni stabilite dall'art. 2839.
L'ipoteca iscritta per un credito condizionale da quale momento prende grado? Dal momento della sua iscrizione. Dal momento del verificarsi della condizione. Decorsi dieci giorni dalla sua iscrizione. Decorsi dieci giorni dal verificarsi della condizione.
Da quale momento prende grado l'ipoteca iscritta per il credito che possa eventualmente nascere in dipendenza di un rapporto già esistente? Dalla data indicata nel titolo costitutivo dell'ipoteca. Dal momento della sua iscrizione. Dal momento della nascita del credito. Decorsi dieci giorni dalla data della sua iscrizione.
Da quale momento prende grado l'ipoteca iscritta a garanzia di un credito condizionale? Dal momento del verificarsi della condizione. Dal momento della sua iscrizione. Decorsi dieci giorni dalla data della sua iscrizione. Dalla data indicata nel titolo costitutivo dell'ipoteca.
Se più persone presentano contemporaneamente la nota per ottenere iscrizione ipotecaria contro la stessa persona o sugli stessi immobili: le iscrizioni sono eseguite sotto numeri diversi dando precedenza a quella di importo maggiore. le iscrizioni non possono essere eseguite. le iscrizioni sono eseguite sotto numeri diversi secondo la data dell'atto di concessione dell'ipoteca. le iscrizioni sono eseguite sotto lo stesso numero.
Tizio, Caio e Sempronio, creditori di Filano, si recano presso il competente ufficio dei registri immobiliari per ottenere iscrizioni di ipoteca volontaria contro Filano e presentano contemporaneamente tre distinte note. Il conservatore: esegue le iscrizioni sotto numeri d'ordine progressivi rispettando l'anteriorità del credito da cui scaturiscono. rifiuta l'iscrizione, dando attestazione scritta del motivo del rifiuto. ricorre al presidente del tribunale competente perché ne fissi l'ordine. esegue le iscrizioni sotto lo stesso numero d'ordine e di ciò fa menzione nella ricevuta spedita a ciascuno dei richiedenti.
Se più persone presentano contemporaneamente presso il medesimo ufficio dei registri immobiliari più note per ottenere iscrizione ipotecaria sugli stessi beni immobili: le iscrizioni sono eseguite sotto numeri progressivi nell'ordine fissato, su istanza del conservatore, dal presidente del tribunale. le iscrizioni sono rifiutate con provvedimento motivato del conservatore spedito a ciascuno dei richiedenti. le iscrizioni sono eseguite sotto numeri d'ordine progressivi in base alla priorità del credito. le iscrizioni sono eseguite sotto lo stesso numero d'ordine e di ciò si fa menzione nella ricevuta spedita dal conservatore a ciascuno dei richiedenti.
Come concorrono tra loro i crediti con iscrizione ipotecaria dello stesso grado sugli stessi beni? Ciascuno per la metà del proprio importo. Ciascuno per due terzi del proprio importo. Tutti per lo stesso importo. In proporzione dell'importo relativo.
È possibile estendere gli effetti dell'iscrizione del credito anche a maggiori spese giudiziali, oltre quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione? Sì, ma è necessaria una scrittura autenticata. Sì, le parti possono estendere l'ipoteca con patto espresso, purché sia presa la corrispondente iscrizione. No, è espressamente escluso dalla legge. Sì, ma occorre che le parti estendano l'ipoteca con patto scritto, anche senza che sia presa la corrispondente iscrizione.
Per un credito munito di iscrizione ipotecaria, l'iscrizione di un capitale che produce interessi, fa collocare nello stesso grado gli interessi dovuti e la collocazione degli interessi è limitata: alle tre annate anteriori e a quella in corso al giorno del pignoramento, ma è comunque possibile pattuire l'estensione a un maggior numero di annualità. alle due annate anteriori e a quella in corso al giorno del pignoramento, sempre che non sia stata pattuita l'estensione a un maggior numero di annualità. alle due annate anteriori e a quella in corso al giorno dell'iscrizione, ancorché sia stata pattuita l'estensione a un maggior numero di annualità. alle due annate anteriori e a quella in corso al giorno del pignoramento, ancorché sia stata pattuita l'estensione a un maggior numero di annualità.
Per un credito munito di iscrizione ipotecaria, l'iscrizione di un capitale che produce interessi, fa collocare nello stesso grado gli interessi dovuti e la collocazione degli interessi è limitata: alle tre annate anteriori e a quella in corso al giorno del pignoramento, ancorché sia stata pattuita l'estensione a un maggior numero di annualità. alle cinque annate anteriori e a quella in corso al giorno del pignoramento, ancorché sia stata pattuita l'estensione a un maggior numero di annualità. alle due annate anteriori e a quella in corso al giorno dell'iscrizione, ancorché sia stata pattuita l'estensione a un maggior numero di annualità. alle due annate anteriori e a quella in corso al giorno del pignoramento, ancorché sia stata pattuita l'estensione a un maggior numero di annualità.
Per un credito munito di iscrizione ipotecaria, l'iscrizione di un capitale, che produce interessi, fa collocare nello stesso grado gli interessi dovuti? No, eccetto che per il caso di ipoteca giudiziale. Sì, qualunque sia la specie d'ipoteca e purché ne sia enunciata la misura nell'iscrizione. Sì, purché si tratti di ipoteca legale. Sì, purché si tratti di interessi maturati per oltre cinque anni.
Per un credito munito di iscrizione ipotecaria, l'iscrizione di un capitale che produce interessi, fa collocare nello stesso grado gli interessi dovuti? Sì, qualunque sia la specie d'ipoteca e purché ne sia enunciata la misura nell'iscrizione. No, eccetto che il tasso di detti interessi non superi il tasso attivo solitamente corrisposto da istituti di credito di rilevanza nazionale. Sì, purché si tratti degli interessi legali. Sì, purché si tratti di interessi maturati per oltre cinque anni.
Qualunque sia la specie d'ipoteca, per un credito munito di iscrizione ipotecaria, l'iscrizione di un capitale che produce interessi fa collocare nello stesso grado gli interessi dovuti: purché si tratti degli interessi legali. purché il tasso di detti interessi non superi il tasso attivo solitamente corrisposto da istituti di credito di rilevanza nazionale. purché si tratti di interessi maturati per oltre cinque anni. purché ne sia enunciata la misura nell'iscrizione.
L'iscrizione del credito fa collocare nello stesso grado le seguenti spese: le spese dell'atto di costituzione d'ipoteca, quelle dell'iscrizione e rinnovazione e quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione. le spese dell'atto di costituzione d'ipoteca e quelle dell'iscrizione e rinnovazione, ma non quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione. esclusivamente le spese dell'atto di costituzione d'ipoteca e quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione le spese dell'atto di costituzione d'ipoteca, e quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione, ma sono escluse le spese di iscrizione e rinnovazione.
È possibile estendere gli effetti dell'iscrizione del credito anche a maggiori spese giudiziali, oltre quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione? Sì, ma deve trattarsi di spese attinenti a procedure concorsuali. Sì, ma solo per spese liquidate in base a tariffe professionali. Sì, le parti possono estendere l'ipoteca con patto espresso, purché sia presa la corrispondente iscrizione. Sì, il giudice può autorizzare l'estensione dell'ipoteca, anche contro l'avviso di una delle parti.
È possibile estendere gli effetti dell'iscrizione del credito anche a maggiori spese giudiziali, oltre quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione? Sì, le parti possono estendere l'ipoteca con patto espresso, purché sia presa la corrispondente iscrizione. Sì, se è espressamente previsto dalla legge. Sì, basta che le parti estendano l'ipoteca con patto espresso, anche senza prendere apposita iscrizione. Sì, ma è necessaria un'espressa autorizzazione giudiziale.
Per un credito con iscrizione ipotecaria, l'iscrizione del capitale fa collocare nello stesso grado gli interessi maturati dopo il compimento dell'annata in corso alla data del pignoramento? Sì, qualunque sia la loro misura e fino alla data della vendita. Sì, però soltanto se la loro misura non superi di tre punti il tasso legale e fino alla data della vendita. Sì, però soltanto nella misura legale e fino alla data della vendita. Sì, però soltanto nella misura legale, ed in questo caso anche dopo la data della vendita.
L'iscrizione del credito fa collocare nello stesso grado le seguenti spese: le sole spese necessarie alla dichiarazione dello stato di insolvenza del debitore. esclusivamente le spese processuali necessarie alla procedura per decreto ingiuntivo. fra le altre, le spese ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione. le sole spese processuali attinenti all'eventuale procedura di fallimento del debitore.
L'iscrizione del credito fa collocare nello stesso grado le seguenti spese: fra le altre, le spese ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione. esclusivamente le spese dell'atto di costituzione nel processo di esecuzione. le sole spese necessarie all'intervento nel processo di esecuzione. le spese processuali, escluse quelle attinenti all'intervento nel processo di esecuzione.
L'iscrizione del credito fa collocare nello stesso grado le seguenti spese: esclusivamente le spese dell'atto di costituzione nel processo di esecuzione. le spese d'iscrizione dell'ipoteca ma non quelle necessarie all'intervento nel processo di esecuzione. fra le altre, le spese ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione. le sole spese necessarie all'intervento nel processo di esecuzione.
Per un credito con iscrizione ipotecaria, l'iscrizione del capitale fa collocare nello stesso grado gli interessi maturati dopo il compimento dell'annata in corso alla data del pignoramento: qualunque sia la loro misura e fino alla data della vendita. però soltanto se la loro misura non superi di tre punti il tasso legale e fino alla data della vendita. però soltanto nella misura legale, ed in questo caso anche dopo la data della vendita. però soltanto nella misura legale e fino alla data della vendita.
L'iscrizione del credito fa collocare nello stesso grado le seguenti spese: le spese processuali escluse quelle relative al processo di esecuzione. fra le altre, le spese dell'atto di costituzione d'ipoteca. fra le altre, le spese ordinarie occorrenti l'accertamento dell'ammontare del credito. esclusivamente le spese dell'atto di costituzione d'ipoteca.
L'iscrizione del credito fa collocare nello stesso grado le seguenti spese: le sole spese dell'iscrizione e rinnovazione. fra le altre, le spese dell'iscrizione. le spese d'iscrizione ma non quelle di rinnovazione. esclusivamente le spese dell'atto di costituzione dell'ipoteca.
L'iscrizione del credito fa collocare nello stesso grado le seguenti spese: esclusivamente le spese dell'atto di costituzione dell'ipoteca. le sole spese dell'iscrizione e rinnovazione dell'ipoteca. fra le altre, le spese di rinnovazione dell'iscrizione ipotecaria. le spese d'iscrizione ma non quelle di rinnovazione dell'ipoteca.
Per il credito di maggiori spese giudiziali, oltre quelle ordinarie occorrenti per l'intervento nel processo di esecuzione, le parti possono estendere l'ipoteca con patto espresso: purché vi sia apposita autorizzazione giudiziale. purché dette spese giudiziali siano contenute entro i minimi della tariffa professionale. purché sia presa la corrispondente iscrizione. purché dette spese giudiziali siano liquidate in base alla tariffa professionale.
Il creditore che ha ipoteca sopra uno o più immobili, qualora si trovi perdente perché sul loro prezzo si è in tutto o in parte soddisfatto un creditore anteriore, la cui ipoteca si estendeva su altri beni dello stesso debitore: può surrogarsi nell'ipoteca iscritta a favore del creditore soddisfatto solo dopo avere ottenuto il consenso dei creditori posteriori alla propria iscrizione. non può mai surrogarsi nell'ipoteca iscritta a favore del creditore soddisfatto. può surrogarsi nell'ipoteca iscritta a favore del creditore soddisfatto. può surrogarsi nell'ipoteca iscritta a favore del creditore soddisfatto solo dopo avere ottenuto l'autorizzazione da parte del tribunale competente.
Con quali modalità deve essere eseguita l'annotazione in margine all'ipoteca del creditore soddisfatto per far valere il diritto del creditore perdente alla surrogazione in un'ipoteca? Deve presentarsi un'autorizzazione alla surrogazione a firma del creditore soddisfatto. Basta presentare al conservatore il titolo originale del credito del creditore perdente. Devono presentarsi i titoli originali dei crediti e copia dello stato di graduazione. Deve presentarsi al conservatore copia dello stato di graduazione dal quale risulta l'incapienza.
Con quali modalità deve essere fatto valere il diritto del creditore perdente alla surrogazione in un'ipoteca? Mediante annotazione sui registri del conservatore. Mediante annotazione in margine all'ipoteca del creditore soddisfatto. Mediante annotazione in margine all'ipoteca del creditore perdente. Mediante annotazione in margine all'ipoteca del creditore soddisfatto e di quello perdente.
Per far valere il diritto alla surrogazione in un'ipoteca deve essere eseguita, a richiesta del creditore perdente: annotazione in margine all'ipoteca del creditore soddisfatto e di quello perdente. annotazione sui registri del conservatore. annotazione in margine all'ipoteca del creditore soddisfatto. annotazione in margine all'ipoteca del creditore perdente.
Trattandosi di beni acquistati dal debitore posteriormente all'iscrizione del creditore perdente, il creditore perdente può esercitare la surrogazione anche su tali beni? Sì, purché il creditore perdente goda di un'ipoteca giudiziale. Sì, purché il creditore soddisfatto non abbia esteso ad essi un'ipoteca giudiziale. Sì, se il creditore soddisfatto aveva esteso a essi la sua ipoteca giudiziale. No, in nessun caso.
Trattandosi di beni acquistati dal debitore posteriormente all'iscrizione del creditore perdente, se il creditore soddisfatto aveva esteso a essi la sua ipoteca giudiziale: il creditore perdente può esercitare la surrogazione anche su tali beni, solo se a sua volta il creditore perdente avesse un'ipoteca giudiziale. il creditore perdente può esercitare la surrogazione anche su tali beni, purché l'ipoteca del creditore soddisfatto non si estenda a detti beni. il creditore perdente può esercitare la surrogazione anche su tali beni. il creditore perdente non può esercitare la surrogazione anche su tali beni.
Si può esercitare la surrogazione nell'ipoteca sui beni alienati dal debitore? Sì, in ogni caso. No, quando l'alienazione è stata trascritta anteriormente all'iscrizione del creditore perdente. No, quando l'alienazione è stata trascritta posteriormente all'iscrizione del creditore perdente. Sì, quando l'alienazione è stata trascritta anteriormente all'iscrizione del creditore perdente e si tratti di beni acquistati dal debitore posteriormente a detta iscrizione.
La surrogazione nell'ipoteca non si può esercitare sui beni alienati dal debitore: quando l'alienazione è stata trascritta posteriormente all'iscrizione del creditore perdente. quando l'alienazione è stata trascritta anteriormente all'iscrizione del creditore perdente. in ogni caso. quando l'alienazione è stata trascritta anteriormente all'iscrizione del creditore perdente e si tratti di beni acquistati dal debitore posteriormente a detta iscrizione.
Si può esercitare la surrogazione nell'ipoteca sui beni dati in ipoteca da un terzo? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma purché si tratti di ipoteca giudiziale. Sì, solo per l'ipoteca legale.
Il debitore che si renda successivamente acquirente di un immobile ipotecato a garanzia di un suo debito, può evitare l'espropriazione forzata nei suoi confronti rilasciando il bene acquistato? No. Sì, ma solo nel caso in cui abbia prestato ulteriori garanzie reali. Sì. No, salvo che abbia trascritto il suo titolo di acquisto.
Tizio ha acquistato da Caio, con atto regolarmente trascritto, un immobile ipotecato a garanzia di un debito dello stesso Caio. Può Tizio, che non è personalmente obbligato, evitare l'espropriazione forzata promossa nei suoi confronti dai creditori ipotecari di Caio, rilasciando l'immobile ai creditori stessi? No, salvo che offra idonea garanzia personale. Sì. No. Sì, ma solo nel caso in cui il debitore abbia prestato ulteriori garanzie reali.
La società per azioni Alfa ha concesso a Caio, a titolo di mutuo, la somma di cinquantamila euro. A garanzia della restituzione della somma Tizio, figlio di Caio, ha costituito ipoteca su un immobile di sua proprietà. Prima della scadenza dell'obbligazione garantita, Caio acquista da Tizio l'immobile ipotecato. Può Caio, non intendendo estinguere immediatamente l'intero debito, liberarlo dall'ipoteca mediante il procedimento di liberazione previsto dal codice civile? Sì, ma nel solo caso in cui l'ipoteca iscritta sia prima in grado. No, salvo che tale facoltà sia stata espressamente prevista nell'atto di trasferimento della proprietà. No. Sì, solo se ha trascritto il suo titolo di acquisto.
Il terzo acquirente dei beni ipotecati, che ha trascritto il suo titolo di acquisto e non è personalmente obbligato, se non preferisce pagare i creditori iscritti: può rilasciare i beni stessi ovvero liberarli dalle ipoteche previa autorizzazione giudiziale. può solo rilasciare i beni. deve invitare il venditore a liberare i beni dalle ipoteche. può rilasciare i beni stessi ovvero liberarli dalle ipoteche, con le modalità previste dalla legge.
Il terzo acquirente dei beni ipotecati, che ha trascritto il suo titolo di acquisto e non è personalmente obbligato, può evitare di pagare i creditori iscritti? Sì, può rilasciare i beni stessi ovvero liberarli dalle ipoteche, con le modalità previste dalla legge. Solo se invita il venditore a liberare i beni dalle ipoteche. Sì, ma deve rilasciare i beni. Sì, ma deve ottenere un'autorizzazione giudiziale.
Se la domanda diretta ad ottenere la condanna del debitore è posteriore alla trascrizione del titolo del terzo acquirente dei beni ipotecati, questi, ove non abbia preso parte al giudizio, può opporre al creditore procedente: tutte le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo, ma deve farlo prima della condanna. solo le eccezioni che spetterebbero al debitore dopo la condanna. tutte le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna. solo le eccezioni già opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna.
Le eccezioni opposte al creditore procedente dal terzo acquirente del bene ipotecato, che non abbia preso parte al giudizio ed il cui titolo di acquisto venne trascritto anteriormente alla domanda diretta ad ottenere la condanna del debitore, sospendono il corso dei termini stabiliti per la liberazione del bene dalle ipoteche? Sì, se il debitore ne faccia espressa richiesta. No, ma il debitore può farne espressa richiesta. No. Sì.
Il terzo acquirente del bene ipotecato, che non abbia preso parte al giudizio, può opporre al creditore procedente le eccezioni che spetterebbero al debitore dopo la condanna? Sì, se la domanda diretta ad ottenere la condanna del debitore è posteriore alla trascrizione del suo titolo. Sì, ma solo se la domanda diretta ad ottenere la condanna non viene trascritta. Sì, se la domanda diretta ad ottenere la condanna del debitore è anteriore alla trascrizione del suo titolo. No, può opporre solo le eccezioni non opposte dal debitore anteriori alla condanna.
Il terzo acquirente, che non abbia preso parte al giudizio, può opporre al creditore procedente le eccezioni non opposte dal debitore? No, può opporre solo le eccezioni che spetterebbero al debitore dopo la condanna. Sì, se la domanda diretta ad ottenere la condanna del debitore è posteriore alla trascrizione del suo titolo. Sì, ma solo se la domanda diretta ad ottenere la condanna non viene trascritta. Sì, se la domanda diretta ad ottenere la condanna del debitore è anteriore alla trascrizione del suo titolo.
L'incapace può procedere al rilascio dei beni ipotecati per non pagare i creditori iscritti? No. Sì, se il venditore vi consente. Sì. Sì, se i creditori vi consentono.
Il minore può procedere al rilascio dei beni ipotecati per non pagare i creditori iscritti? No. Sì, se i creditori vi consentono. Sì. Sì, se il venditore vi consente.
L'interdetto può procedere al rilascio dei beni ipotecati per non pagare i creditori iscritti? Sì, se il venditore vi consente. No. Sì. Sì, se i creditori vi consentono.
Il condannato in stato di interdizione legale può procedere al rilascio dei beni ipotecati per non pagare i creditori iscritti? No. Sì. Sì, se i creditori vi consentono. Sì, se il venditore vi consente.
Chi non ha la capacità di alienare può procedere al rilascio dei beni ipotecati per non pagare i creditori iscritti? Sì. Sì, se i creditori vi consentono. No. Sì, se il venditore vi consente.
Entro quali termini va fatta la dichiarazione per il rilascio dei beni ipotecati da parte del terzo acquirente? Nei tre giorni successivi alla data del pignoramento. Non oltre i venti giorni dalla data del pignoramento. Non oltre i dieci giorni dalla data del pignoramento. Almeno dieci giorni prima della data del pignoramento.
Come si esegue il rilascio dei beni ipotecati da parte del terzo acquirente? Con dichiarazione alla cancelleria della corte d'appello territorialmente competente, fatta non oltre i novanta giorni dalla data del pignoramento. Con dichiarazione al presidente del tribunale nella cui circoscrizione ha il domicilio, fatta non oltre i dieci giorni dalla data del pignoramento. Con dichiarazione alla cancelleria del tribunale competente per l'espropriazione, fatta non oltre i dieci giorni dalla data del pignoramento. Con dichiarazione alla cancelleria del tribunale competente per l'espropriazione, fatta non oltre i venti giorni dalla data del pignoramento.
Il rilascio dei beni ipotecati si esegue: con dichiarazione alla cancelleria del tribunale competente per l'espropriazione, fatta non oltre i venti giorni dalla data del pignoramento. con dichiarazione alla cancelleria del tribunale competente per l'espropriazione, fatta non oltre i dieci giorni dalla data del pignoramento. con dichiarazione alla cancelleria della corte d'appello territorialmente competente, fatta non oltre i dieci giorni dalla data del pignoramento. con dichiarazione alla cancelleria del tribunale di residenza del terzo acquirente, fatta non oltre i dieci giorni dalla data del pignoramento.
Tizio è proprietario di un terreno a favore del quale era stata costituita una servitù di passaggio a carico del terreno di Caio. Dopo la trascrizione della servitù, sul terreno di Caio viene iscritta ipoteca a favore di Sempronio. Tizio acquista il terreno di Caio e, non potendo pagare il creditore, rilascia il bene ipotecato. In seguito al rilascio, la servitù di passaggio: non riprende efficacia. perdura fino alla nomina di un amministratore da parte del tribunale. riprende efficacia solo se la servitù era stata costituita da oltre un ventennio. riprende efficacia.
Tizio è proprietario di un terreno gravato da servitù di passaggio a favore di un terreno di Caio. Dopo la trascrizione della servitù, è stata iscritta ipoteca sul terreno di Caio a favore di Sempronio. Tizio acquista il terreno ipotecato e, non potendo pagare il creditore iscritto, rilascia il terreno acquistato. In seguito al rilascio, il terreno di Tizio è ancora gravato dalla servitù di passaggio? No, salvo che la costituzione della servitù risalga ad oltre venti anni. Sì. No. Sì, solo se il fondo dominante è intercluso.
Tizio è titolare del diritto di abitazione su un appartamento di Caio. Dopo la trascrizione del diritto di abitazione, sull'appartamento viene iscritta ipoteca a favore di Sempronio. Tizio acquista l'appartamento ipotecato e, non potendo pagare il creditore, rilascia il bene ipotecato. In seguito al rilascio, il diritto di abitazione: riprende efficacia solo se il diritto di abitazione era stato costituito da oltre dieci anni. riprende efficacia. non riprende efficacia. perdura fino alla nomina di un amministratore da parte del tribunale.
Se le parti del processo di esecuzione abbiano rinunziato agli atti, il rilascio del bene ipotecato da parte del terzo acquirente può avere effetto? No, se il creditore che ha proceduto alla vendita si oppone. No, se le parti del processo di esecuzione si oppongono. No. Sì.
Qualora la vendita del bene ipotecato, già ceduto dal debitore a terzi,, sia avvenuta e, dopo pagati i creditori iscritti, vi sia un residuo del prezzo: questo spetta al creditore che ha proceduto alla vendita. questo spetta al terzo acquirente. questo viene diviso fra debitore e terzo acquirente. questo viene diviso fra terzo acquirente e creditore che ha proceduto alla vendita.
Il terzo acquirente di beni ipotecati, che abbia rilasciato i beni, può ricuperare l'immobile rilasciato? No, in nessun caso. Sì, anche se è già avvenuta la vendita, purché paghi i crediti iscritti e i loro accessori, oltre le spese. Sì, previa autorizzazione di colui che gli aveva alienato i beni. Sì, purché non sia già avvenuta la vendita e purché paghi i crediti iscritti e i loro accessori, oltre le spese.
Finché non sia avvenuta la vendita, il terzo può ricuperare l'immobile rilasciato: pagando i crediti iscritti e le spese, ma non gli interessi. pagando i crediti iscritti e i loro accessori, oltre le spese. pagando i crediti iscritti e gli accessori, ma non le spese. pagando il solo importo.
Il rilascio del bene ipotecato da parte del terzo acquirente non ha effetto: se il creditore che ha proceduto alla vendita vi si opponga. se il processo di esecuzione si estingue per rinunzia o per inattività delle parti. solo se il bene sia già stato venduto. se le parti del processo di esecuzione vi si oppongano.
A chi spetta l'eventuale residuo, successivo alla vendita del bene ipotecato, già rilasciato dal debitore a terzi, e al pagamento dei creditori iscritti? Al debitore e al terzo acquirente in parti uguali. Al creditore che ha proceduto alla vendita. Al terzo acquirente. Al terzo acquirente e al creditore che ha proceduto alla vendita, in parti uguali.
Se il processo di esecuzione si estingue per inattività delle parti, il rilascio del bene ipotecato da parte del terzo acquirente può avere effetto? No, se il creditore che ha proceduto alla vendita si oppone. No, se le parti del processo di esecuzione si oppongono. No. Sì.
Il terzo acquirente di un immobile gravato da ipoteca può ritenere l'immobile per causa di miglioramenti? No, ma ha il diritto di far separare dal prezzo di vendita la parte corrispondente ai miglioramenti eseguiti dopo la trascrizione del suo titolo, senza alcun limite No, ma ha il diritto di far separare dal prezzo di vendita la parte corrispondente ai miglioramenti eseguiti dopo la trascrizione del suo titolo, solo se i miglioramenti eseguiti superino la metà del valore del bene. No, ma ha il diritto di far separare dal prezzo di vendita un importo corrispondente alla minor somma fra l'importo della spesa affrontata ed il valore del risultato utile al tempo della vendita. No, ma ha il diritto di far separare dal prezzo di vendita la parte corrispondente ai miglioramenti eseguiti dopo la trascrizione del suo titolo, fino a concorrenza del valore dei medesimi al tempo della vendita.
Il terzo è tenuto a risarcire i danni derivati all'immobile gravato da ipoteca in pregiudizio dei creditori iscritti? Sì, ma solo se i danni sono derivati da colpa da parte sua. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, ma solo se i danni sono derivati da sua colpa grave.
Il terzo acquirente di un immobile gravato da ipoteca può ritenere l'immobile per causa di miglioramenti? Sì, ma solo se i miglioramenti eseguiti superino la metà del valore del bene. No, ma ha il diritto di far separare dal prezzo di vendita la parte corrispondente ai miglioramenti eseguiti dopo la trascrizione del suo titolo, fino a concorrenza del valore dei medesimi al tempo della vendita. No, solo se l'acquisto è avvenuto a titolo gratuito. Sì, in ogni caso.
Se il prezzo della vendita dell'immobile ipotecato non copre il valore dell'immobile nello stato in cui era prima dei miglioramenti eseguiti dal terzo acquirente dell'immobile stesso, ed insieme il prezzo dei miglioramenti: esso deve dividersi in due parti uguali. il terzo avrà diritto comunque al prezzo dei miglioramenti. esso deve dividersi in due parti proporzionali ai detti valori. il terzo non può far separare dal prezzo di vendita la parte corrispondente ai miglioramenti eseguiti.
Sono dovuti dal terzo acquirente di un bene ipotecato i frutti dell'immobile ipotecato? Sì, ma solo a decorrere dal giorno in cui è avvenuta la vendita giudiziale dell'immobile. Sì, ma solo a decorrere dal giorno in cui è stato eseguito il pignoramento. Sì, ma solo se sia stato messo in mora dal creditore procedente. No, in nessun caso.
I frutti dell'immobile ipotecato sono dovuti dal terzo: a decorrere dal giorno in cui ha avuto il possesso del bene. a decorrere dal giorno in cui è avvenuto l'acquisto da parte sua. a decorrere dal giorno in cui è stato eseguito il pignoramento. a decorrere dal giorno in cui gli vengono richiesti dal creditore procedente.
Sono dovuti dal terzo i frutti dell'immobile ipotecato? Sì, ma solo a decorrere dal giorno in cui ha avuto il possesso del bene. Sì, ma solo a decorrere dal giorno in cui è avvenuto l'acquisto da parte sua. Sì, ma solo a decorrere dal giorno in cui è stato eseguito il pignoramento. Sì, a decorrere dal giorno in cui gli vengono richiesti dal creditore procedente.
Tizio ha ricevuto in donazione da Caio un appartamento gravato da ipoteca a favore di Sempronio a garanzia di un prestito concesso da Sempronio a Caio. Tizio, che ha sofferto l'espropriazione, ha ragione d'indennità verso Caio? Sì. Sì, ma solo se Sempronio lo consente. Sì, ma solo se Caio ha espressamente prestato la garanzia per evizione. No.
Tizio ha ricevuto in donazione da Caio un appartamento gravato da ipoteca a favore di Sempronio a garanzia di un prestito concesso da Sempronio a Caio. Tizio, che ha pagato il creditore iscritto, ha ragione d'indennità verso Caio? Sì, ma solo se Caio ha espressamente prestato garanzia per evizione. No. Sì. Sì, ma solo se Sempronio lo consente.
Tizio ha ricevuto in donazione da Caio un appartamento gravato da ipoteca a favore di Sempronio a garanzia di un prestito concesso da Sempronio a Caio. Tizio, che ha rilasciato l'immobile al creditore iscritto, ha ragione d'indennità verso Caio? Sì, ma solo se Sempronio lo consente. No. Sì, ma solo se Caio ha espressamente prestato la garanzia per evizione. Sì.
Caio ha donato a Tizio un terreno in Roma sul quale era stata iscritta ipoteca a favore di Sempronio a garanzia di un prestito fatto da Sempronio a Caio. Tizio, che ha pagato il creditore iscritto, ha ragione d'indennità verso Caio? Sì. Sì, solo se Sempronio espressamente lo consente. No, salvo che Caio fosse in malafede. No.
Se il terzo acquirente di un bene ipotecato, che ha trascritto il suo titolo, è debitore, in dipendenza dell'acquisto, di una somma, la quale basti a soddisfare tutti i creditori iscritti contro il precedente proprietario: solo il creditore portatore del maggior credito può obbligarlo al pagamento. ciascuno di questi può obbligarlo al pagamento, purché il debito sia attualmente esigibile. nessuno può obbligarlo al pagamento. ciascuno di questi può obbligarlo al pagamento, anche se il suo debito non è ancora esigibile.
Se il terzo acquirente di un bene ipotecato, che ha trascritto il suo titolo, è debitore, in dipendenza dell'acquisto, di una somma attualmente esigibile, la quale basti a soddisfare tutti i creditori iscritti contro il precedente proprietario: ciascuno di questi può obbligarlo al pagamento. nessuno può obbligarlo al pagamento. ciascuno di questi può chiedergli il pagamento, ma il terzo può rifiutare. solo il creditore portatore del maggior credito può obbligarlo al pagamento.
Se il debito del terzo, debitore di somma in dipendenza dell'acquisto di un bene ipotecato, è minore o diverso da ciò che è dovuto ai creditori, questi possono egualmente richiedere che venga loro pagato ciò che il terzo deve nei modi e termini della sua obbligazione? No. Sì, purché di comune accordo. Sì, purché sia d'accordo il debitore principale. Sì, anche se fra di loro non vi è accordo.
Se il debito del terzo, debitore di somma in dipendenza dell'acquisto di un bene ipotecato, non è attualmente esigibile, i creditori possono egualmente richiedere che venga loro pagato ciò che il terzo deve nei modi e termini della sua obbligazione? Sì, purché di comune accordo. No. Sì, purché sia d'accordo il debitore principale. Sì, anche se fra di loro non vi è accordo.
Se il debito del terzo, debitore di somma in dipendenza dell'acquisto di un bene ipotecato, è minore o diverso da ciò che è dovuto ai creditori, questi, purché di comune accordo, possono egualmente richiedere che venga loro pagato fino alla rispettiva concorrenza: un acconto pari ad un terzo di ciò che il terzo deve. ciò che il terzo deve prescindendo dai modi e termini della sua obbligazione. un acconto pari alla metà di ciò che il terzo deve. ciò che il terzo deve nei modi e termini della sua obbligazione.
Se il debito del terzo, debitore di somma in dipendenza dell'acquisto di un bene ipotecato, è minore o diverso da ciò che è dovuto ai creditori, questi possono egualmente richiedere che venga loro pagato ciò che il terzo deve nei modi e termini della sua obbligazione? Sì, anche se fra di loro non vi è accordo. Sì, purché di comune accordo. Sì, purché sia d'accordo il creditore titolare del maggior credito. No.
Se il debito del terzo, debitore di somma in dipendenza dell'acquisto di un bene ipotecato, non è attualmente esigibile, i creditori, purché di comune accordo, possono egualmente richiedere che venga loro pagato fino alla rispettiva concorrenza: un acconto pari ad un terzo di ciò che il terzo deve. un acconto pari alla metà di ciò che il terzo deve. ciò che il terzo deve nei modi e termini della sua obbligazione. ciò che il terzo deve prescindendo dai modi e termini della sua obbligazione.
In quale delle seguenti ipotesi chi ha costituito un'ipoteca a garanzia di un debito altrui può invocare il beneficio della preventiva escussione del debitore principale? Quando il beneficio è stato convenuto. In ogni caso. Quando sussistono eccezioni opponibili dal solo debitore principale. Quando il debitore non si oppone.
Tizio, mediante contratto, ha costituito sul suo appartamento in Roma ipoteca a favore di Sempronio a garanzia del debito di Caio, nulla convenendo circa il beneficio della preventiva escussione del debitore. Può Tizio invocare la preventiva escussione di Caio? No. Sì. Sì, salvo che Caio sia minore. No, salvo che il valore del bene offerto in garanzia ecceda di un terzo l'importo del credito.
Chi ha costituito un'ipoteca a garanzia del debito altrui può invocare il beneficio della preventiva escussione del debitore, se il beneficio non è stato convenuto? No. Sì. Sì, ma solo se trattasi di debito derivante da mutuo di durata superiore a dieci anni. Sì, salvo che l'ipoteca sia stata iscritta a favore di un'impresa autorizzata ad esercitare il credito.
Il terzo datore di ipoteca può invocare il beneficio della preventiva escussione del debitore? In ogni caso. Solo se il beneficio è stato convenuto. Solo se il debitore ha concesso altre garanzie reali. In nessun caso.
Tizio, mediante contratto, ha costituito a favore del creditore Sempronio ipoteca a garanzia del debito del minore Caio nulla convenendo circa il beneficio della preventiva escussione del debitore. Può Tizio invocare la preventiva escussione di Caio? No. Sì. No, sino al compimento della maggiore età di Caio. Sì, previa autorizzazione del giudice tutelare.
Chi ha costituito un'ipoteca a garanzia del debito altrui può invocare il beneficio della preventiva escussione del debitore? No, salvo che il beneficio sia stato convenuto. No, ed è nullo qualsiasi patto che convenga il beneficio della preventiva escussione del debitore. Sì, salvo che il beneficio sia stato espressamente escluso. Sì, sempre.
In quali circostanze si estingue l'ipoteca costituita dal terzo? Se, per fatto del creditore, non può avere effetto, fra l'altro, la surrogazione del terzo nei diritti del creditore. Esclusivamente se, per fatto del debitore, non può avere effetto la surrogazione del terzo nelle ipoteche e nei privilegi del creditore. Se non può avere effetto la surrogazione del terzo nei diritti del creditore, purché si tratti di ipoteca giudiziale Se non può avere effetto la surrogazione del terzo nei diritti del creditore, purché si tratti di ipoteca volontaria
L'ipoteca costituita dal terzo si estingue se: per fatto del creditore, non può avere effetto la surrogazione del terzo nei diritti, nel pegno, nelle ipoteche e nei privilegi del creditore. per fatto del debitore può avere effetto da surrogazione del terzo nei diritti, nel pegno, nelle ipoteche e nei privilegi del creditore. per fatto del creditore, può avere effetto la surrogazione del terzo nei diritti, nel pegno, nelle ipoteche e nei privilegi del creditore. per fatto del debitore, non può avere effetto la surrogazione del terzo nei diritti, nel pegno, nelle ipoteche e nei privilegi del creditore.
In quali circostanze si estingue l'ipoteca costituita dal terzo? Se non può avere effetto la surrogazione del terzo nel pegno del creditore, per fatto di quest'ultimo e purché si tratti di ipoteca giudiziale. Esclusivamente se, per fatto del debitore, non può avere effetto la surrogazione del terzo nelle ipoteche e nei privilegi del creditore. Se non può avere effetto la surrogazione del terzo nei diritti del creditore, per fatto di quest'ultimo e purché si tratti di ipoteca volontaria. Se, per fatto del creditore, non può avere effetto, fra l'altro, la surrogazione del terzo nel pegno del creditore.
In quali circostanze si estingue l'ipoteca costituita dal terzo? Se non può avere effetto la surrogazione del terzo nei diritti del creditore, purché si tratti di ipoteca giudiziale. Se, per fatto del creditore, non può avere effetto, fra l'altro, la surrogazione del terzo nelle ipoteche e nei privilegi del creditore. Esclusivamente se, per fatto del debitore, non può avere effetto la surrogazione del terzo nel pegno del creditore. Se non può avere effetto la surrogazione del terzo nei diritti del creditore, purché si tratti di ipoteca volontaria.
Quali eccezioni può opporre al creditore il terzo datore di ipoteca che non ha preso parte al giudizio diretto alla condanna del debitore? Le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna, ma solo se si tratta di ipoteca legale. Le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna. Le eccezioni non opposte dal debitore, ma non quelle che spetterebbero a questo dopo la condanna. Le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna, ma solo se si tratta di ipoteca giudiziale.
Il terzo datore di ipoteca che non ha preso parte al giudizio diretto alla condanna del debitore può opporre al creditore le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna? Sì. No. Sì, ma solo se si tratta di ipoteca legale. Sì, ma solo se si tratta di ipoteca giudiziale.
Il terzo datore di ipoteca che non ha preso parte al giudizio diretto alla condanna del debitore può opporre al creditore: le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna. le eccezioni non opposte dal debitore, ma non quelle che spetterebbero a questo dopo la condanna. le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna, ma solo se si tratta di ipoteca giudiziale. le eccezioni non opposte dal debitore e quelle altresì che spetterebbero a questo dopo la condanna, ma solo se si tratta di ipoteca legale.
Tizio ottiene un prestito da Caio garantito da fideiussione dell'amico Primo e da ipoteca su un bene di proprietà di Sempronio. Caio, scaduto il termine per l'adempimento, si rivolge a Sempronio ottenendone il pagamento. Può Sempronio esercitare azione di regresso contro Primo? Sì. No. No, salvo che la fideiussione di Primo gli sia stata notificata. Sì, ma solo se il credito sia di valore superiore a cinquantamila euro.
Il terzo datore di ipoteca che ha sofferto l'espropriazione del bene da parte dei creditori iscritti ha regresso contro i fideiussori del debitore? No, salvo che le fideiussioni siano state notificate al terzo datore di ipoteca. Sì, ma solo se i crediti siano di valore superiore a cinquantamila euro. Sì. No.
Il terzo datore di ipoteca che ha pagato i creditori iscritti ha regresso contro i fideiussori del debitore? Sì. No. No, salvo che le fideiussioni siano state notificate al terzo datore di ipoteca. Sì, ma solo se i crediti siano di valore superiore a cinquantamila euro.
La riduzione delle ipoteche sui beni immobili si opera: mediante surrogazione di altro bene del debitore o del terzo datore d'ipoteca ovvero mediante postergazione del grado ipotecario qualora l'ipoteca da ridurre sia di primo grado e non si tratti di ipoteca volontaria. riducendo il termine per la restituzione del debito garantito. riducendo la somma per la quale è stata presa l'iscrizione o restringendo l'iscrizione a una parte soltanto dei beni. cancellando totalmente la precedente iscrizione e procedendo a nuova iscrizione per una minor somma.
È possibile la restrizione dell'ipoteca? Sì, solo se l'ipoteca è stata concessa a favore di più creditori. No. Sì, solo se l'ipoteca ha per oggetto più beni. Sì, anche se l'ipoteca ha per oggetto un solo bene, qualora questo abbia parti distinte o tali che si possano comodamente distinguere.
Nel caso di ipoteca volontaria, il debitore può chiedere una riduzione proporzionale della somma per la quale è stata presa l'iscrizione: quando abbia eseguito pagamenti parziali indipendentemente dal loro ammontare. quando abbia personalmente eseguito pagamenti parziali così da estinguere almeno un decimo del debito originario. se sono stati eseguiti pagamenti parziali così da estinguere almeno il quinto del debito originario. in nessun caso.
Le ipoteche giudiziali devono ridursi su domanda degli interessati: se i beni compresi nell'iscrizione hanno un valore che eccede di almeno un terzo la cautela da somministrarsi. esclusivamente se i beni compresi nell'iscrizione hanno un valore che eccede la cautela da somministrarsi. fra l'altro, se i beni compresi nell'iscrizione hanno un valore che eccede la cautela da somministrarsi. solo se i beni compresi nell'iscrizione non hanno un valore che ecceda la cautela da somministrarsi.
Le ipoteche giudiziali devono ridursi su domanda degli interessati: solo se i beni compresi nell'iscrizione non hanno un valore che ecceda la cautela da somministrarsi. se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un terzo quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta. esclusivamente se i beni compresi nell'iscrizione hanno un valore che eccede la cautela da somministrarsi. fra l'altro, se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta.
Le ipoteche legali, eccettuate quelle indicate dai numeri 1 e 2 dell'art. 2817, devono ridursi su domanda degli interessati: esclusivamente se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta. solo se la somma determinata dal debitore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta. se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione ecceda quella che lo stesso debitore dichiara dovuta. fra l'altro, se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta.
Le ipoteche giudiziali devono ridursi su domanda degli interessati: fra l'altro, se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta. se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione ecceda quella che lo stesso debitore dichiara dovuta. esclusivamente se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta. solo se la somma indicata dal debitore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta.
L'ipoteca legale dell'alienante, sopra gli immobili alienati per l'adempimento degli obblighi che derivano dall'atto di alienazione, si deve ridurre se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta? No. Sì, a domanda degli interessati. Sì. Sì, se l'autorità giudiziaria autorizza la riduzione.
L'ipoteca legale del coerede si deve ridurre se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta? Sì, a domanda degli interessati. Sì, se l'autorità giudiziaria autorizza la riduzione. No. Sì.
L'ipoteca legale di un condividente per il pagamento dei conguagli sopra gli immobili assegnati ai condividenti ai quali incombe tale obbligo, si deve ridurre se la somma determinata dal creditore nell'iscrizione eccede di un quinto quella che l'autorità giudiziaria dichiara dovuta? Sì, a domanda degli interessati. Sì. Sì, se l'autorità giudiziaria autorizza la riduzione. No.
Si reputa che il valore dei beni ecceda la cautela da somministrarsi: se tanto alla data dell'iscrizione dell'ipoteca, quanto posteriormente, detto valore supera di un terzo l'importo dei crediti iscritti, accresciuto degli accessori previsti dalla legge. solo se anteriormente alla data dell'iscrizione dell'ipoteca, detto valore supera di un terzo l'importo dei crediti iscritti, accresciuto degli accessori previsti dalla legge. esclusivamente se posteriormente alla data dell'iscrizione dell'ipoteca, detto valore supera di un terzo l'importo dei crediti iscritti, accresciuto degli accessori previsti dalla legge. se tanto alla data dell'iscrizione dell'ipoteca, quanto posteriormente, detto valore supera di un quinto l'importo dei crediti iscritti, accresciuto degli accessori previsti dalla legge.
Si reputa che il valore dei beni ecceda la cautela da somministrarsi: se tanto alla data dell'iscrizione dell'ipoteca, quanto posteriormente, detto valore supera di un terzo l'importo dei crediti iscritti, accresciuto dei soli interessi legali. se tanto alla data dell'iscrizione dell'ipoteca, quanto posteriormente, detto valore supera di un quarto l'importo dei crediti iscritti, accresciuto degli accessori previsti dalla legge. se tanto alla data dell'iscrizione dell'ipoteca, quanto posteriormente, detto valore supera di un terzo l'importo dei crediti iscritti, accresciuto degli accessori previsti dalla legge. se alla data dell'iscrizione dell'ipoteca, detto valore supera di un terzo l'importo dei crediti iscritti, esclusi gli accessori previsti dalla legge.
Come si opera la riduzione dell'ipoteca? Rispettando l'eccedenza di un decimo per ciò che riguarda la somma del credito e l'eccedenza di un quinto per ciò che riguarda il valore della cautela. Rispettando l'eccedenza del terzo ciò che riguarda la somma del credito e l'eccedenza del quinto per ciò che riguarda il valore della cautela. Rispettando l'eccedenza del quinto per ciò che riguarda la somma del credito e l'eccedenza del terzo per ciò che riguarda il valore della cautela. Rispettando l'eccedenza del quinto per ciò che riguarda la somma del credito e per ciò che riguarda il valore della cautela.
Come si opera la riduzione dell'ipoteca? Rispettando una prudente eccedenza della somma del credito e del valore della cautela. Rispettando l'eccedenza che indica l'autorità giudiziaria per ciò che riguarda la somma del credito e per ciò che riguarda il valore della cautela. Rispettando l'eccedenza indicata secondo gli usi per ciò che riguarda la somma del credito e per ciò che riguarda il valore della cautela. Rispettando l'eccedenza del quinto per ciò che riguarda la somma del credito e l'eccedenza del terzo per ciò che riguarda il valore della cautela.
A chi fanno carico le spese necessarie ad eseguire la riduzione dell'ipoteca? Al richiedente, a meno che la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore, nel qual caso sono a carico di quest'ultimo. Al richiedente, anche nel caso in cui la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore. Sono sempre a carico del creditore, a meno che la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore, nel qual caso sono a carico del richiedente. Sono sempre a carico del richiedente, a meno che la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore, nel qual caso sono per metà a carico di quest'ultimo e per metà a carico del richiedente.
Se la riduzione dell'ipoteca è stata ordinata con sentenza, le spese del giudizio: sono poste a carico delle parti in via solidale. sono a carico del richiedente, a meno che la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore. sono a carico del soccombente, salvo che siano compensate fra le parti. sono sempre a carico del richiedente.
Se la riduzione dell'ipoteca è ordinata con sentenza, a chi fanno carico le spese del giudizio? Al richiedente. Al soccombente. Alle parti in via solidale. Al soccombente, salvo che siano compensate fra le parti.
Le spese necessarie per eseguire la riduzione dell'ipoteca, anche se consentita dal creditore: sono sempre a carico del richiedente, a meno che la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore, nel qual caso sono per metà a carico di quest'ultimo e per metà a carico del richiedente. sono sempre a carico del richiedente, a meno che la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore, nel qual caso sono a carico di quest'ultimo. sono sempre a carico del creditore, a meno che la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore, nel qual caso sono a carico del richiedente. sono sempre a carico del richiedente, anche nel caso in cui la riduzione abbia luogo per eccesso nella determinazione del credito fatta dal creditore.
La pronuncia del provvedimento che trasferisce all'acquirente il diritto espropriato e ordina la cancellazione delle ipoteche estingue l'ipoteca? Sì. Esclusivamente se il debitore lo richiede espressamente. No. Esclusivamente se il creditore non si oppone.
L'ipoteca si estingue: esclusivamente con dichiarazione giudiziale. fra l'altro, con la cancellazione dell'iscrizione. esclusivamente con la cancellazione dell'iscrizione. con la cancellazione dell'iscrizione, sole se conseguente a mancata rinnovazione.
L'ipoteca si estingue: esclusivamente con dichiarazione giudiziale. fra l'altro, con la mancata rinnovazione dell'iscrizione entro il termine di venti anni dalla sua data. fra l'altro, con la mancata rinnovazione dell'iscrizione entro il termine di tre anni dalla sua data. con la mancata rinnovazione dell'iscrizione.
L'ipoteca si estingue: con l'estinguersi dell'obbligazione conseguente ad azione giudiziale. fra l'altro, con l'estinguersi dell'obbligazione. esclusivamente con l'estinguersi dell'obbligazione. esclusivamente con dichiarazione giudiziale.
L'ipoteca si estingue: esclusivamente con perimento del bene ipotecato. esclusivamente con il perimento della cosa ipotecata, dipendente da fatto del debitore. fra l'altro, con il perimento del bene ipotecato, salva la surrogabilità dell'indennità di assicurazione alla cosa. esclusivamente con dichiarazione giudiziale.
L'ipoteca si estingue: esclusivamente con dichiarazione giudiziale. con la rinuncia del creditore solo se fatta nel corso di un'azione giudiziale. fra l'altro, con la rinunzia del creditore. esclusivamente per rinuncia del creditore.
L'ipoteca si estingue: esclusivamente con lo spirare del termine a cui l'ipoteca è stata limitata. esclusivamente con la cancellazione dell'iscrizione. esclusivamente con dichiarazione giudiziale. fra l'altro, con lo spirare del termine a cui l'ipoteca è stata limitata.
L'ipoteca si estingue: fra l'altro, col verificarsi della condizione risolutiva. esclusivamente con il verificarsi di una condizione risolutiva. con il verificarsi della condizione sospensiva. esclusivamente con dichiarazione giudiziale.
L'ipoteca si estingue: fra l'altro, con la pronuncia del provvedimento che trasferisce all'acquirente il diritto espropriato e ordina la cancellazione delle ipoteche. fra l'altro, con il passaggio in giudicato della sentenza che accerta il diritto del creditore. esclusivamente con il passaggio in giudicato della sentenza che accerta il diritto del creditore. esclusivamente con la pronuncia del provvedimento che trasferisce all'acquirente il diritto espropriato e ordina la cancellazione delle ipoteche.
Con quali modalità il creditore può rinunciare all'ipoteca? Mediante dichiarazione espressa senza obbligo di forma. Mediante dichiarazione sia espressa che tacita, senza alcun vincolo formale. Mediante dichiarazione espressa risultante da atto scritto, sotto pena di nullità. Mediante comportamenti concludenti, comunque risultanti.
L'ipoteca si estingue per prescrizione, riguardo a beni acquistati da terzi, indipendentemente dal credito: col decorso di venti anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, salve le cause di sospensione e di interruzione. col decorso di cinque anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, salve le cause di sospensione e di interruzione. col decorso di venti anni dalla data del sorgere del credito, salve le cause di sospensione e di interruzione. col decorso di dieci anni dalla data della trascrizione della domanda giudiziale di accertamento del credito, salve le cause di sospensione e di interruzione.
L'ipoteca si estingue per prescrizione, riguardo a beni acquistati da terzi, indipendentemente dal credito: col decorso di dieci anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, salve le cause di sospensione e di interruzione. col decorso di dieci anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, escluse le cause di sospensione e di interruzione. col decorso di venti anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, salve le cause di sospensione e di interruzione. col decorso di venti anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, escluse le cause di sospensione e di interruzione.
L'ipoteca si estingue per prescrizione? Sì, riguardo a beni acquistati da terzi, e sempre che si sia prescritto il credito, col decorso di venti anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, salve le cause di sospensione e di interruzione. Sì, riguardo a beni acquistati da terzi, indipendentemente dal credito, col decorso di venti anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, salve le cause di sospensione e di interruzione. Sì, riguardo a beni acquistati da terzi, indipendentemente dal credito, col decorso di dieci anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, salve le cause di sospensione e di interruzione. Sì, riguardo a beni acquistati da terzi, indipendentemente dal credito, col decorso di venti anni dalla data della trascrizione del titolo di acquisto, escluse le cause di sospensione e di interruzione.
Si può procedere ad una nuova iscrizione dell'ipoteca estinta? No, non si può procedere ad una nuova iscrizione. Sì, si può procedere ad una nuova iscrizione solo previa espressa autorizzazione giudiziale. Sì, salva diversa disposizione di legge, allorché la causa estintiva dell'obbligazione è dichiarata nulla o altrimenti non sussiste ovvero è dichiarata nulla la rinunzia fatta dal creditore all'ipoteca, e l'iscrizione non è stata conservata. Sì, si può procedere ad una nuova iscrizione solo se la causa estintiva dell'obbligazione è dichiarata nulla.
Si può procedere ad una nuova iscrizione dell'ipoteca estinta? Sì, si può procedere ad una nuova iscrizione alla sola condizione che l'iscrizione sia stata conservata. Sì, salva diversa disposizione di legge, allorché la causa estintiva dell'obbligazione è dichiarata nulla o altrimenti non sussiste ovvero è dichiarata nulla la rinunzia fatta dal creditore all'ipoteca, e l'iscrizione non è stata conservata. No, in nessun caso. Sì, si può procedere ad una nuova iscrizione solo se è dichiarata nulla la rinunzia fatta dal creditore all'ipoteca, e l'iscrizione non è stata conservata.
Salva diversa disposizione di legge, se la causa estintiva dell'obbligazione è dichiarata nulla o altrimenti non sussiste ovvero è dichiarata nulla la rinunzia fatta dal creditore all'ipoteca, e l'iscrizione non è stata conservata: si può procedere ad una nuova iscrizione e questa prende grado dalla sua data. non si può procedere ad una nuova iscrizione. si può procedere ad una nuova iscrizione e questa prende grado dalla data dell'originaria ipoteca. si può procedere ad una nuova iscrizione solo previa espressa autorizzazione giudiziale.
Quale forma deve rivestire l'atto contenente il consenso del creditore alla cancellazione di un'ipoteca quando il debito garantito non sia estinto? Atto pubblico sotto pena di nullità. Atto pubblico o scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. È sufficiente la scrittura privata anche con sottoscrizione non autenticata. Non è soggetto ad alcun vincolo formale.
Tizio è tutore dell'interdetto Caio a favore del quale è stata iscritta ipoteca a garanzia di un credito non ancora totalmente soddisfatto. Tenuto conto che l'immobile cauzionale ha un valore notevolmente superiore al debito residuo, può consentire la cancellazione dell'iscrizione, qualora il credito non sia stato ancora totalmente soddisfatto? Sì, Tizio può consentire la cancellazione mediante scrittura privata autenticata, previa autorizzazione del giudice tutelare e prestazione di altra idonea garanzia. Sì, Tizio può consentire la cancellazione mediante scrittura privata autenticata, previa autorizzazione dei discendenti dell'interdetto. Sì, ma Tizio deve consentire la cancellazione mediante atto pubblico con l'irrinunciabile assistenza di due testimoni in quanto il credito non è stato ancora totalmente soddisfatto. No, Tizio non può consentire la cancellazione dell'iscrizione perché il credito non è stato ancora totalmente soddisfatto.
Il rappresentante legale dell'incapace, debitamente autorizzato a esigere il credito e a liberare il debitore, può consentire la cancellazione dell'iscrizione ipotecaria, ove il credito non sia soddisfatto? Sì. No. Sì, ma solo sotto la condizione di iscrizione di nuova ipoteca. Sì, ma solo in base a un decreto emesso dal presidente del tribunale.
Tizio e Caia, genitori esercenti la potestà sul minore Tizietto, possono consentire la cancellazione di un'iscrizione ipotecaria a garanzia di un credito vantato dal minore e non ancora soddisfatto dal debitore? No. Sì, se sono stati eseguiti pagamenti parziali così da estinguere almeno il quinto del debito originario. Sì. No, salvo che il credito abbia una durata superiore a cinque anni.
Tizio, tutore dell'interdetto Caio, può consentire la cancellazione di un'iscrizione ipotecaria a garanzia di un credito dell'interdetto non ancora soddisfatto dal debitore? No. Sì. Sì, previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Sì, previa autorizzazione del prefetto.
Tizio, tutore dell'interdetto Caio, è stato autorizzato ad esigere un credito dell'interdetto garantito da ipoteca e a liberare il debitore. Può Tizio consentire la cancellazione dell'iscrizione nel caso che il credito non sia stato interamente soddisfatto? Sì, se il debitore ha versato almeno i due terzi del debito. No. Sì. No, salvo che trattisi di un'ipoteca giudiziale.
Da chi deve essere eseguita la cancellazione dell'ipoteca? Dal sindaco del luogo in cui si trova il bene. Dal conservatore dei registri immobiliari. Dal presidente del tribunale del luogo in cui si trova il bene. Dall'autorità giudiziaria.
La cancellazione dell'ipoteca deve essere eseguita dal conservatore: esclusivamente quando è ordinata dall'autorità giudiziaria, con sentenza passata in giudicato. quando è ordinata con decreto del presidente del tribunale. quando è ordinata con sentenza passata in giudicato o con altro provvedimento definitivo emesso dalle autorità competenti. quando è ordinata con sentenza anche non passata in giudicato o con altro provvedimento emesso dalle autorità competenti.
Quando deve essere eseguita la cancellazione dell'ipoteca? Esclusivamente quando è ordinata dall'autorità giudiziaria, con sentenza passata in giudicato. Quando è ordinata con sentenza passata in giudicato o con altro provvedimento definitivo emesso dalle autorità competenti. Quando è ordinata con sentenza, anche non passata in giudicato, o con altro provvedimento emesso dal conservatore. Quando è ordinata con decreto del presidente del tribunale.
Se è stato convenuto o ordinato che la cancellazione dell'ipoteca non debba aver luogo che sotto la condizione di nuova ipoteca, di nuovo impiego o sotto altra condizione: la cancellazione non può essere eseguita se non si presenta al conservatore una dichiarazione di prossimo adempimento della condizione. la cancellazione può essere eseguita, purché si chieda apposita autorizzazione al presidente del tribunale. la cancellazione può essere eseguita anche prima che la condizione venga adempiuta, previa autorizzazione del conservatore. la cancellazione non può essere eseguita se non si fa constare al conservatore che la condizione è stata adempiuta.
Si può ottenere la cancellazione dell'ipoteca ove si sia convenuto o ordinato che la cancellazione non debba aver luogo che sotto la condizione di nuova ipoteca, di nuovo impiego o sotto altra condizione? No, la cancellazione non può essere eseguita se non si fa constare al conservatore che la condizione è stata adempiuta. Sì, previa autorizzazione del conservatore. No, in nessun caso. Sì, previa autorizzazione del presidente del tribunale.
Si può ottenere la cancellazione dell'ipoteca ove si sia convenuto o ordinato che la cancellazione non debba aver luogo che sotto la condizione di nuova ipoteca, di nuovo impiego o sotto altra condizione? Sì, la cancellazione può essere eseguita, purché si chieda apposita autorizzazione al presidente del tribunale. No, la cancellazione non può essere eseguita se non si fa constare al conservatore che la condizione è stata adempiuta. No, la cancellazione non può essere eseguita se non si presenta al conservatore una dichiarazione di prossimo adempimento della condizione. Sì, la cancellazione può essere eseguita anche prima che la condizione venga adempiuta, previa autorizzazione del conservatore.
Tizio, per richiedere la cancellazione parziale di un'ipoteca iscritta sul fondo Corneliano di sua proprietà a favore di Caio, deve, fra l'altro, presentare al conservatore dei registri immobiliari: la prova dell'avvenuto integrale pagamento del debito, anche se non risulta il consenso di Caio. la prova del pagamento almeno del quinto del debito originario, anche se non risulta il consenso di Caio. l'atto contenente il consenso di Caio debitamente prestato. l'atto contenente il consenso di Tizio debitamente prestato, con la ricevuta del deposito della somma occorrente per estinguere almeno il quinto del debito originario.
Tizio ha girato a Caia una cambiale garantita da ipoteca immobiliare a lui rilasciata da Sempronio, ipoteca regolarmente annotata sul titolo; Caia, a sua volta, ha girato detta cambiale a Filano. Alla scadenza Sempronio ha pagato la cambiale. Da chi deve essere dato il consenso per la cancellazione dell'ipoteca, tenuto presente che Tizio è il creditore risultante dai registri immobiliari, che Caia è il primo giratario e che Filano è il creditore che ha ricevuto il pagamento? Da nessuno, essendo sufficiente che Sempronio esibisca al conservatore dei registri immobiliari la cambiale. Da Filano. Da Tizio. Da Tizio, Caia e Filano.
Qualora il conservatore rifiuti di procedere alla cancellazione di una iscrizione ipotecaria: il richiedente può proporre reclamo all'autorità giudiziaria. il richiedente può proporre reclamo allo stesso conservatore. il richiedente deve procurarsi il consenso scritto del creditore. il richiedente deve introdurre un giudizio di accertamento del diritto alla cancellazione.
Qualora il conservatore rifiuti di procedere alla cancellazione di una iscrizione ipotecaria, il richiedente può proporre reclamo all'autorità giudiziaria? Sì, ma solo dopo aver proposto inutilmente reclamo allo stesso conservatore. Sì. No, deve introdurre un giudizio ordinario di accertamento del diritto alla cancellazione. No, il rifiuto del conservatore non è impugnabile.
Il terzo acquirente dei beni ipotecati, che ha trascritto il suo titolo e non è personalmente obbligato a pagare i creditori ipotecari, ha facoltà di liberare i beni da ogni ipoteca, iscritta anteriormente alla trascrizione del suo titolo di acquisto, anche dopo il pignoramento? Sì, purché nel termine di trenta giorni dal pignoramento, ottenga l'autorizzazione di tutti gli altri creditori. Sì, purché nel termine di trenta giorni dal pignoramento proceda alle formalità prescritte dalla legge. Sì, purché nel termine di dieci giorni dal pignoramento proceda alle formalità prescritte dalla legge. No, in nessun caso.
Il terzo acquirente dei beni ipotecati, che ha trascritto il suo titolo e non è personalmente obbligato a pagare i creditori ipotecari ha facoltà di liberare i beni dalle ipoteche iscritte? Sì, ma ha facoltà di liberare i beni solo dalle ipoteche iscritte posteriormente alla trascrizione del suo titolo di acquisto. Sì, può liberare i beni da ogni ipoteca iscritta anteriormente alla trascrizione del suo titolo di acquisto. No, non può in nessun caso liberare i beni dalle ipoteche iscritte. Sì, può liberare i beni da tutte le ipoteche iscritte sia anteriormente sia posteriormente.
Il terzo acquirente dei beni ipotecati, che ha trascritto il suo titolo e non è personalmente obbligato a pagare i creditori ipotecari: non ha facoltà di liberare i beni dalle ipoteche iscritte anteriormente alla trascrizione del suo titolo di acquisto. ha facoltà di liberare i beni solo dalle ipoteche iscritte posteriormente alla trascrizione del suo titolo di acquisto. ha l'obbligo di liberare i beni da ogni ipoteca iscritta anteriormente alla trascrizione del suo titolo di acquisto. ha facoltà di liberare i beni da ogni ipoteca iscritta anteriormente alla trascrizione del suo titolo di acquisto.
Il prezzo stipulato o il valore dichiarato dal terzo acquirente dei beni ipotecati nell'atto notificato per ottenere la liberazione dei beni dalle ipoteche: non può essere inferiore a quello che sarebbe dovuto in una libera contrattazione di mercato. non può essere inferiore a quello stabilito come base degli incanti dal codice di procedura civile in caso di espropriazione. non può essere inferiore a quello stabilito come prezzo di aggiudicazione in caso di espropriazione. non può essere superiore a quello stabilito come base degli incanti dal codice di procedura civile in caso di espropriazione.
Per liberare i beni dalle ipoteche il terzo acquirente dei beni ipotecati, deve far notificare per mezzo di ufficiale giudiziario ai creditori iscritti e al precedente proprietario un atto nel quale siano indicati: fra l'altro, la data dell'autorizzazione espressa dai creditori. le offerte fatte ai creditori, con le forme previste dalla legge. fra l'altro, il titolo, la data del medesimo e la data della sua trascrizione. esclusivamente il titolo, la data del medesimo e la data della sua trascrizione.
Per liberare i beni dalle ipoteche il terzo acquirente dei beni ipotecati, deve far notificare per mezzo di ufficiale giudiziario ai creditori iscritti e al precedente proprietario un atto nel quale siano indicati: esclusivamente la qualità e la situazione dei beni col numero del catasto, quale risulta dal titolo. fra l'altro, la qualità e la situazione dei beni col numero del catasto o altra loro designazione, quale risulta dal titolo. fra l'altro il valore dei beni, quale concordato con i creditori. fra l'altro il valore dei beni, quale accertato con perizia asseverata.
Per liberare i beni dalle ipoteche il terzo acquirente dei beni ipotecati, deve far notificare per mezzo di ufficiale giudiziario ai creditori iscritti e al precedente proprietario un atto nel quale siano indicati: fra l'altro, il prezzo stipulato o il valore da lui stesso dichiarato, se si tratta di beni pervenutigli a titolo lucrativo o di cui non sia stato determinato il prezzo. fra l'altro il valore dei beni, quale accertato con perizia asseverata. fra l'altro il valore dei beni, quale concordato con i creditori. esclusivamente il prezzo stipulato o il valore da lui stesso dichiarato, se si tratta di beni pervenutigli a titolo lucrativo o di cui non sia stato determinato il prezzo.
Per liberare i beni dalle ipoteche il terzo acquirente dei beni ipotecati, deve far notificare per mezzo di ufficiale giudiziario ai creditori iscritti e al precedente proprietario un atto nel quale: oltre a fornire le altre indicazioni previste dalla legge, offra di pagare il prezzo o il valore dichiarato. oltre a fornire le altre indicazioni previste dalla legge, offra di pagare il prezzo o il valore dichiarato, maggiorato del dieci per cento. oltre a fornire le altre indicazioni previste dalla legge, offra di pagare un prezzo superiore di un quinto rispetto al valore da accertare con apposita perizia estimativa. oltre a fornire le altre indicazioni previste dalla legge, offra di pagare il prezzo o il valore dichiarato, maggiorato del cinque per cento.
Per liberare i beni dalle ipoteche il terzo acquirente dei beni ipotecati, deve: far notificare per mezzo di ufficiale giudiziario ai creditori iscritti e al precedente proprietario un atto contenente le indicazioni previste dalla legge. far notificare per mezzo di ufficiale giudiziario al debitore una diffida ad adempiere all'estinzione dei debiti. esclusivamente ottenere un'autorizzazione dei creditori. far notificare per mezzo di ufficiale giudiziario un'offerta ai creditori, con le forme previste dalla legge.
Per liberare i beni dalle ipoteche il terzo acquirente dei beni ipotecati, deve far notificare per mezzo di ufficiale giudiziario ai creditori iscritti e al precedente proprietario un atto nel quale siano indicati: fra l'altro il valore dei beni, quale accertato con perizia asseverata. fra l'altro, il prezzo stipulato o il valore da lui stesso dichiarato, se si tratta di beni pervenutigli a titolo lucrativo o di cui non sia stato determinato il prezzo. fra l'altro, il prezzo stipulato o il valore da lui stesso dichiarato, sempre che non si tratti di beni pervenutigli a titolo lucrativo o di cui non sia stato determinato il prezzo. fra l'altro, il valore da lui stesso dichiarato e assentito dal venditore, se si tratta di beni pervenutigli a titolo gratuito.
Entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione ai creditori iscritti e ai precedenti proprietari dell'atto previsto dalla legge, a cura del terzo acquirente dei beni ipotecati che intenda liberare gli stessi dalle ipoteche iscritte, qualunque dei suddetti creditori o dei relativi fideiussori ha diritto di richiedere l'espropriazione dei beni: con ricorso al presidente del tribunale competente, facendo notificare al terzo acquirente e al proprietario anteriore la relativa richiesta, contenente gli altri requisiti prescritti dalla legge. con ricorso al presidente del tribunale competente, purché ottenga l'assenso degli altri creditori. con ricorso al presidente del tribunale competente, facendo notificare a tutti gli altri creditori la relativa richiesta, contenente gli altri requisiti prescritti dalla legge. con ricorso al conservatore dei registri immobiliari, secondo le modalità prescritte dalla legge.
Entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione ai creditori iscritti e ai precedenti proprietari dell'atto previsto dalla legge, a cura del terzo acquirente dei beni ipotecati che intenda liberare gli stessi dalle ipoteche iscritte, qualunque dei suddetti creditori o dei relativi fideiussori: ha diritto di richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al presidente del tribunale competente, purché adempia alle condizioni prescritte dalla legge. ha diritto di richiedere la cessione dei beni con ricorso al presidente del tribunale competente, purché adempia alle condizioni prescritte dalla legge. ha diritto di richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al presidente del tribunale competente, purché ottenga l'accordo di tutti gli altri creditori. ha diritto di richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al conservatore dei registri immobiliari, secondo le modalità prescritte dalla legge.
Come deve procedere il fideiussore che intenda far espropriare i beni ipotecati che il terzo acquirente vuole liberare dall'ipoteca? Entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione dell'atto previsto dalla legge a cura del terzo acquirente, deve richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al presidente del tribunale competente, e deve adempiere le altre condizioni prescritte dalla legge. Entro il termine di trenta giorni dalla notificazione dell'atto previsto dalla legge a cura del terzo acquirente, deve richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al presidente del tribunale competente, e deve adempiere le altre condizioni prescritte dalla legge. Entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione dell'atto previsto dalla legge a cura del terzo acquirente, deve richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al conservatore dei registri immobiliari, e deve adempiere le altre condizioni prescritte dalla legge. Entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione dell'atto previsto dalla legge a cura del terzo acquirente, deve richiedere la cessione in proprio favore dei beni, con ricorso al presidente del tribunale competente, adempiendo le altre condizioni prescritte dalla legge.
Come deve procedere il creditore iscritto che intenda far espropriare i beni ipotecati che il terzo acquirente vuole liberare dall'ipoteca? Entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione dell'atto previsto dalla legge a cura del terzo acquirente, deve richiedere la cessione in proprio favore dei beni, con ricorso al presidente del tribunale competente, adempiendo le altre condizioni prescritte dalla legge. Entro il termine di trenta giorni dalla notificazione dell'atto previsto dalla legge a cura del terzo acquirente, deve richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al presidente del tribunale competente, e deve adempiere le altre condizioni prescritte dalla legge. Entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione dell'atto previsto dalla legge a cura del terzo acquirente, deve richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al presidente del tribunale competente, e deve adempiere le altre condizioni prescritte dalla legge. Entro il termine di quaranta giorni dalla notificazione dell'atto previsto dalla legge a cura del terzo acquirente, deve richiedere l'espropriazione dei beni con ricorso al conservatore dei registri immobiliari, e deve adempiere le altre condizioni prescritte dalla legge.
Nell'ipotesi in cui il terzo acquirente dei beni ipotecati, che intenda liberare i beni stessi dalle ipoteche, abbia notificato ai creditori iscritti il prescritto atto, il termine entro il quale i suddetti creditori possono esercitare il diritto di richiedere l'espropriazione dei beni, può essere prorogato? No, non può essere prorogato. Sì, a semplice richiesta del creditore interessato. Sì, previa autorizzazione di tutti i creditori iscritti. Sì, può essere prorogato per gravi motivi.
Nell'ipotesi in cui il terzo acquirente dei beni ipotecati intenda liberare i beni stessi dalle ipoteche, il termine entro il quale deve provvedere a notificare ai creditori iscritti e al precedente proprietario il prescritto atto può essere prorogato? Sì, per gravi motivi. Sì, previa autorizzazione dei creditori iscritti. Sì, a semplice richiesta del terzo. No.
Nell'ipotesi in cui il terzo acquirente dei beni ipotecati intenda liberare i beni stessi dalle ipoteche, il termine entro il quale deve provvedere a notificare ai creditori iscritti e al precedente proprietario il prescritto atto: può essere prorogato previa autorizzazione dei creditori iscritti può essere prorogato per gravi motivi. può essere prorogato previa autorizzazione giudiziale. non può essere prorogato.
Nell'ipotesi in cui il terzo acquirente dei beni ipotecati, che intenda liberare i beni stessi dalle ipoteche, abbia notificato ai creditori iscritti il prescritto atto, il termine entro il quale i suddetti creditori possono esercitare il diritto di richiedere l'espropriazione dei beni: non può essere prorogato. può essere prorogato per gravi motivi. può essere prorogato previa autorizzazione giudiziale. può essere prorogato previa autorizzazione del terzo acquirente dei beni ipotecati.
Nel processo di liberazione dei beni dalle ipoteche su iniziativa del terzo acquirente dei beni ipotecati, se i creditori iscritti che intendano esercitare il diritto di richiedere l'espropriazione dei beni non presentano domanda per l'incanto nel tempo e nel modo prescritti dalla legge: il valore dei beni rimane stabilito nel prezzo che l'acquirente ha posto a disposizione dei creditori con l'atto a questi notificato, a meno che i creditori non provino un diverso valore. il valore dei beni rimane definitivamente stabilito nel prezzo che l'acquirente ha posto a disposizione dei creditori con l'atto a questi notificato. il valore dei beni rimane definitivamente stabilito nella minor misura fra prezzo che l'acquirente ha posto a disposizione dei creditori con l'atto a questi notificato ed il valore di mercato dei beni stessi. il valore dei beni rimane definitivamente stabilito nel prezzo che l'acquirente ha posto a disposizione dei creditori con l'atto a questi notificato, ridotto del venti per cento.
Il valore del bene ipotecato per il quale è stata chiesta la liberazione dall'ipoteca rimane definitivamente stabilito nel prezzo che l'acquirente del bene stesso ha posto a disposizione dei creditori con l'atto a questi notificato: solo se il creditore iscritto non richiede l'espropriazione dei beni ipotecati. se l'incanto domandato dal creditore iscritto che abbia richiesto l'espropriazione dei beni ipotecati non avviene entro sei mesi dalla istanza del creditore. se il creditore iscritto che intende richiedere l'espropriazione del bene ipotecato non domanda l'incanto nel tempo e nel modo prescritti dalla legge. a meno che i creditori non provino un diverso valore.
La liberazione del bene dalle ipoteche avviene: un mese dopo che è stato depositato il prezzo e si è provveduto nei modi indicati dal codice di procedura civile. un mese dopo la chiusura dell'incanto, se si è proceduto nei modi indicati dal codice di procedura civile. dopo che è stato depositato il prezzo, anche se non si è provveduto nei modi indicati dal codice di procedura civile. dopo che è stato depositato il prezzo e si è provveduto nei modi indicati dal codice di procedura civile.
Quando avviene la liberazione del bene dalle ipoteche? dopo che è stato depositato il prezzo e si è provveduto nei modi indicati dal codice di procedura civile. un mese dopo che è stato depositato il prezzo e si è provveduto nei modi indicati dal codice di procedura civile. un mese dopo la chiusura dell'incanto, se si è proceduto nei modi indicati dal codice di procedura civile. dopo che è stato depositato il prezzo, anche se non si è provveduto nei modi indicati dal codice di procedura civile.
Quali sono gli effetti del mancato deposito del prezzo, entro il termine stabilito dal codice di procedura civile, da parte del terzo acquirente che abbia chiesto la liberazione del bene dalle ipoteche? la richiesta di liberazione rimane senza effetto, ma i creditori possono autorizzare una proroga. la richiesta di liberazione può essere ugualmente autorizzata dal giudice dell'esecuzione. la richiesta di liberazione rimane senza effetto ed il richiedente non è responsabile per i danni dei creditori iscritti. la richiesta di liberazione rimane senza effetto, salva la responsabilità del richiedente per i danni verso i creditori iscritti.
Se il terzo acquirente non deposita il prezzo entro il termine stabilito dal codice di procedura civile, la richiesta di liberazione del bene dalle ipoteche: rimane senza effetto, ma il giudice può autorizzare una proroga. rimane senza effetto, ma i creditori possono autorizzare una proroga. rimane senza effetto ed il richiedente non è responsabile per i danni dei creditori iscritti. rimane senza effetto, salva la responsabilità del richiedente per i danni verso i creditori iscritti.
Nel processo di liberazione dei beni dalle ipoteche, la desistenza del creditore che ha richiesto l'incanto: non può impedire l'espropriazione, a meno che vi consenta espressamente il terzo datore di ipoteca. impedisce l'espropriazione, che potrà essere nuovamente richiesta solo dagli altri creditori. impedisce l'espropriazione, salva espressa autorizzazione dell'autorità giudiziaria a proseguirla. non può impedire l'espropriazione, a meno che vi consentano espressamente gli altri creditori iscritti.
Nel processo di liberazione dei beni dalle ipoteche, la desistenza del creditore che ha richiesto l'incanto può impedire l'espropriazione? No, a meno che vi consentano espressamente gli altri creditori iscritti. Sì e l'espropriazione potrà essere nuovamente richiesta solo dagli altri creditori. No, a meno che vi consenta espressamente il terzo datore di ipoteca. Sì, salva espressa autorizzazione dell'autorità giudiziaria.
Caio, già acquirente di diritti reali immobiliari ipotecati, si rende aggiudicatario dei diritti stessi nel processo di liberazione dei diritti dalle ipoteche. Il decreto di trasferimento in suo favore: non va né trascritto, né annotato. deve essere annotato in margine alla trascrizione dell'atto di acquisto. deve essere trascritto e la trascrizione ha effetto costitutivo. deve essere trascritto e la trascrizione ha effetto dichiarativo.
Caio, già acquirente di un immobile ipotecato, si rende aggiudicatario dell'immobile stesso nel processo di liberazione del bene dalle ipoteche. Il decreto di trasferimento in suo favore: deve essere trascritto e la trascrizione ha effetto dichiarativo. deve essere trascritto e la trascrizione ha effetto costitutivo. non va né trascritto, né annotato. deve essere annotato in margine alla trascrizione dell'atto di acquisto.
Nel procedimento di liberazione dei beni dalle ipoteche, il terzo acquirente al quale è stato aggiudicato l'immobile a seguito della richiesta di espropriazione del bene ipotecato da parte di uno dei creditori iscritti, ha regresso: contro il venditore per il rimborso del prezzo stipulato nel contratto di vendita. contro il venditore per il rimborso delle spese affrontate per la procedura contro il venditore per il rimborso di ciò che eccede il prezzo stipulato nel contratto di vendita. contro il creditore per il rimborso di ciò che eccede il prezzo stipulato nel contratto di vendita.
Nel procedimento di liberazione dei beni dalle ipoteche, il terzo acquirente al quale è stato aggiudicato l'immobile, a seguito della richiesta di espropriazione del bene ipotecato da parte di uno dei creditori iscritti, può esercitare il regresso contro il venditore? Sì, per il rimborso di ciò che eccede il prezzo stipulato nel contratto di vendita. Sì, per il rimborso del prezzo stipulato nel contratto di vendita. No, ha regresso contro il creditore. Sì, solo per il rimborso delle spese affrontate per la procedura.
Nel processo di liberazione dei beni dalle ipoteche, ove il titolo d'acquisto del terzo acquirente comprenda mobili e immobili, o comprenda più immobili, gli uni ipotecati e gli altri liberi, ovvero non tutti gravati dalle stesse iscrizioni, situati nella giurisdizione dello stesso tribunale o in diverse giurisdizioni di tribunali, alienati per un unico prezzo ovvero per prezzi distinti: è sufficiente dichiarare nella notificazione il prezzo complessivo dei soli immobili ipotecati, dato dalla somma del prezzo di ciascun immobile assoggettato a separate iscrizioni. è sufficiente dichiarare nella notificazione il prezzo complessivo degli immobili, liberi e ipotecati, dato dalla somma del prezzo di ciascun immobile assoggettato a separate iscrizioni. il prezzo di ciascun immobile non ipotecato deve dichiararsi nella notificazione, ragguagliato al prezzo totale espresso nel titolo. il prezzo di ciascun immobile assoggettato a particolari e separate iscrizioni deve dichiararsi nella notificazione, ragguagliato al prezzo totale espresso nel titolo.
Nel processo di liberazione dei beni dalle ipoteche, ove il titolo d'acquisto del terzo acquirente comprenda mobili e immobili, situati nella giurisdizione dello stesso tribunale o in diverse giurisdizioni di tribunali, alienati per un unico prezzo ovvero per prezzi distinti: è sufficiente dichiarare nella notificazione il prezzo complessivo dei soli immobili, se questo supera il prezzo complessivo dei beni mobili. è sufficiente dichiarare nella notificazione il prezzo complessivo degli immobili, dato dalla somma del prezzo di ciascun immobile assoggettato a separate iscrizioni. il prezzo di ciascun immobile assoggettato a particolari e separate iscrizioni deve dichiararsi nella notificazione, ragguagliato al prezzo totale espresso nel titolo. il prezzo di ciascun immobile e di ciascun bene mobile deve dichiararsi nella notificazione, ragguagliato al prezzo totale espresso nel titolo.
Nel processo di liberazione dei beni dalle ipoteche, ove il titolo d'acquisto del terzo acquirente comprenda più immobili, gli uni ipotecati e gli altri liberi, situati nella giurisdizione dello stesso tribunale o in diverse giurisdizioni di tribunali, alienati per un unico prezzo ovvero per prezzi distinti: è sufficiente dichiarare nella notificazione il prezzo complessivo degli immobili, liberi e ipotecati, dato dalla somma del prezzo di ciascun immobile assoggettato a separate iscrizioni. è sufficiente dichiarare nella notificazione il prezzo complessivo dei soli immobili ipotecati, dato dalla somma del prezzo di ciascun immobile assoggettato a separate iscrizioni. il prezzo di ciascun immobile assoggettato a particolari e separate iscrizioni deve dichiararsi nella notificazione, ragguagliato al prezzo totale espresso nel titolo. il prezzo di ciascun immobile non ipotecato deve dichiararsi nella notificazione, ragguagliato al prezzo totale espresso nel titolo.
Nel processo di liberazione dei beni dalle ipoteche, ove il titolo d'acquisto del terzo acquirente comprenda più immobili, non tutti gravati dalle stesse iscrizioni, situati nella giurisdizione dello stesso tribunale o in diverse giurisdizioni di tribunali, alienati per un unico prezzo ovvero per prezzi distinti: il prezzo di ciascun immobile deve dichiararsi nella notificazione, ragguagliato al valore di mercato di ciascuno. è sufficiente dichiarare nella notificazione il prezzo complessivo dei soli immobili maggiormente ipotecati. il prezzo di ciascun immobile assoggettato a particolari e separate iscrizioni deve dichiararsi nella notificazione, ragguagliato al prezzo totale espresso nel titolo. è sufficiente dichiarare nella notificazione il prezzo complessivo degli immobili dato dalla somma del prezzo di ciascun immobile assoggettato a separate iscrizioni.
Nel processo di liberazione dei beni dalle ipoteche ove il titolo di acquisto del terzo acquirente comprenda mobili e immobili o più immobili, alcuni ipotecati e altri liberi, ovvero non tutti gravati dalle stesse iscrizioni, alienati per un unico prezzo, il creditore che richiede l'espropriazione non può in nessun caso essere costretto a estendere la sua domanda ai mobili o ad altri immobili, fuori di quelli che sono ipotecati per il suo credito: salvo il regresso del terzo acquirente contro il suo autore per il risarcimento del danno che venga a soffrire a causa della separazione dei beni compresi nell'acquisto e delle relative coltivazioni. salvo il regresso del terzo acquirente contro il suo autore per il risarcimento del danno che venga a soffrire a causa dell'espropriazione. salvo il regresso del terzo acquirente contro il suo autore per le spese sostenute per la procedura. salvo il regresso del terzo acquirente contro il suo autore per la differenza tra il valore di mercato del bene ed il prezzo pagato.
Nel procedimento di liberazione dei beni dalle ipoteche, il creditore che ha ipoteca su vari immobili, dopo che gli è stata fatta la notificazione dell'atto introduttivo del procedimento stesso: non può rinunziare alla sua ipoteca sopra uno di quegli immobili. non può rinunziare alla sua ipoteca sopra uno di quegli immobili, qualora sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore anteriormente iscritto. può rinunziare alla sua ipoteca sopra uno di quegli immobili, anche se sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore anteriormente iscritto. può rinunziare alla sua ipoteca sopra uno di quegli immobili, purché sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore posteriormente iscritto.
Nel procedimento di liberazione dei beni dalle ipoteche, il creditore che ha ipoteca su vari immobili, dopo la notificazione del provvedimento che dispone la vendita, in caso di espropriazione: non può astenersi dall'intervenire nel giudizio di espropriazione, a meno che sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore posteriormente iscritto. non può astenersi dall'intervenire nel giudizio di espropriazione, qualora sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore anteriormente iscritto. può astenersi dall'intervenire nel giudizio di espropriazione, anche se sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore anteriormente iscritto. non può astenersi dall'intervenire nel giudizio di espropriazione.
Nel procedimento di liberazione dei beni dalle ipoteche, il creditore che ha ipoteca su vari immobili, dopo che gli è stata fatta la notificazione dell'atto introduttivo del procedimento stesso, o dopo la notificazione del provvedimento che dispone la vendita, in caso di espropriazione: non può rinunziare alla sua ipoteca sopra uno di quegli immobili, ma può astenersi dall'intervenire nel giudizio di espropriazione, purché sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore anteriormente iscritto. non può rinunziare alla sua ipoteca sopra uno di quegli immobili né astenersi dall'intervenire nel giudizio di espropriazione. può rinunziare alla sua ipoteca sopra uno di quegli immobili e astenersi dall'intervenire nel giudizio di espropriazione, anche se sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore anteriormente iscritto. non può rinunziare alla sua ipoteca sopra uno di quegli immobili né astenersi dall'intervenire nel giudizio di espropriazione, qualora sia con ciò favorito un creditore a danno di altro creditore anteriormente iscritto.
Il creditore che esercita l'azione surrogatoria deve citare in giudizio anche il debitore al quale intende surrogarsi? Sì, ma soltanto qualora il debitore non abbia altrimenti conoscenza dell'esercizio dell'azione. No, salvo che abbia espressamente convenuto con il debitore la necessità di citarlo in giudizio. No. Sì.
In quali dei seguenti casi il creditore può esercitare i diritti e le azioni che spettano verso i terzi al proprio debitore? Può esercitarli per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni, qualora il debitore trascuri di esercitarli, anche se i diritti e le azioni non abbiano contenuto patrimoniale e non si tratti di diritti o di azioni che, per loro natura o disposizione di legge o per espressa convenzione tra le parti, non possono essere esercitati se non dal loro titolare. Può esercitarli per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni, qualora il debitore trascuri di esercitarli, purché i diritti e le azioni abbiano contenuto patrimoniale e non si tratti di diritti o di azioni che, per espressa convenzione tra le parti, non possono essere esercitati se non dal loro titolare. Può esercitarli per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni, qualora il debitore trascuri di esercitarli, purché i diritti e le azioni abbiano contenuto patrimoniale e non si tratti di diritti o di azioni che, per loro natura o disposizione di legge, non possono essere esercitati se non dal loro titolare. Può esercitarli per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni, qualora il debitore trascuri di esercitarli, purché i diritti e le azioni abbiano contenuto patrimoniale, previa autorizzazione del tribunale del luogo ove risiede il debitore.
L'adempimento di un debito scaduto è soggetto all'azione revocatoria ordinaria? No, salvo che il debitore conoscesse il pregiudizio che l'atto arrecava alle ragioni del creditore ed il terzo fosse consapevole del pregiudizio. No. Sì. Sì, qualora il debitore conoscesse il pregiudizio che l'atto arrecava alle ragioni del creditore.
L'azione revocatoria è diretta a: restituire il bene al patrimonio del debitore. rendere inefficace nei confronti del creditore istante l'atto di disposizione del patrimonio posto in essere dal debitore che reca pregiudizio alle sue ragioni. surrogare il creditore istante nei diritti della parte acquirente sul bene oggetto dell'atto di disposizione. costituire un diritto di prelazione sul bene a favore del creditore istante.
Tizio, debitore di Caio, aliena, a titolo gratuito, a Sempronio l'unico bene immobile di sua proprietà. Quali presupposti si richiedono affinché il creditore Caio possa validamente esperire l'azione revocatoria ordinaria? È sufficiente l'atto di disposizione. Occorre che l'atto di disposizione arrechi pregiudizio alle ragioni del creditore e che sussista nel debitore la conoscenza del pregiudizio che l'atto arreca. Occorre solo che l'atto di disposizione realizzi un pregiudizio alle ragioni del creditore, anche se non sussista nel debitore la conoscenza del pregiudizio arrecato. Occorre che l'atto di disposizione arrechi pregiudizio alle ragioni creditorie, che il debitore sia a conoscenza del pregiudizio arrecato al creditore e che il terzo sia consapevole di tale pregiudizio.
Tizio, dopo aver contratto un debito con Caio, aliena a Sempronio, con atto a titolo oneroso, un bene immobile di sua proprietà. Quali condizioni devono concorrere, affinché Caio possa proporre vittoriosamente l'azione revocatoria ordinaria? È sufficiente che l'atto rechi pregiudizio alle ragioni del creditore. È necessario che l'atto di disposizione rechi pregiudizio alle ragioni del creditore e che il debitore conoscesse il pregiudizio che l'atto arrecava alle ragioni del creditore. È necessario che l'atto di disposizione rechi pregiudizio alle ragioni del creditore, che il debitore conoscesse il pregiudizio che l'atto arrecava alle ragioni del creditore e che il terzo fosse consapevole del pregiudizio. È necessario che l'atto di disposizione rechi pregiudizio alle ragioni del creditore, che il debitore conoscesse il pregiudizio che l'atto arrecava alle ragioni del creditore e che il terzo fosse partecipe della dolosa preordinazione dell'atto ad arrecare pregiudizio al creditore.
Qualora il creditore abbia esercitato vittoriosamente l'azione revocatoria ordinaria, una volta ottenuta la dichiarazione di inefficacia, può: promuovere nei confronti dei terzi acquirenti le azioni esecutive su tutti i beni facenti parte del patrimonio dei predetti, anche su quelli che non hanno formato oggetto dell'atto impugnato; non può, invece, promuovere le azioni conservative. promuovere nei confronti dei terzi acquirenti le azioni esecutive o conservative sui beni che formano oggetto dell'atto impugnato. promuovere nei confronti dei terzi acquirenti le azioni conservative sui beni che hanno formato oggetto dell'atto impugnato; non può, invece, promuovere azioni esecutive su tali beni. promuovere nei confronti dei terzi acquirenti le azioni esecutive o conservative su tutti i beni facenti parte del patrimonio dei predetti, anche su quelli che non hanno formato oggetto dell'atto impugnativo.
Qualora il creditore eserciti vittoriosamente l'azione revocatoria ordinaria, il terzo contraente, che abbia verso il debitore ragioni di credito dipendenti dall'esercizio dell'azione revocatoria: concorre sul ricavato dei beni che sono stati oggetto dell'atto dichiarato inefficace. non può mai concorrere sul ricavato dei beni che sono stati oggetto dell'atto dichiarato inefficace, neppure dopo che il creditore è stato soddisfatto. concorre sul ricavato dei beni che sono stati oggetto dell'atto per la metà del credito. non può concorrere sul ricavato dei beni che sono stati oggetto dell'atto dichiarato inefficace, se non dopo che il creditore è stato soddisfatto.
In quale termine si prescrive l'azione revocatoria ordinaria? In tre anni dalla data in cui si accerta che l'atto ha arrecato pregiudizio alle ragioni del creditore. In cinque anni dalla data dell'atto pregiudizievole. In cinque anni dalla data in cui si accerta che l'atto ha arrecato pregiudizio alle ragioni del creditore. In tre anni dalla data dell'atto pregiudizievole.
Le norme del codice civile, laddove applicabili: fanno salve le disposizioni sull'azione revocatoria in materia penale, ma non quelle in materia fallimentare. escludono l'applicabilità delle disposizioni sull'azione revocatoria in materia fallimentare e in materia penale. fanno salve le disposizioni sull'azione revocatoria in materia fallimentare e in materia penale. fanno salve le disposizioni sull'azione revocatoria in materia fallimentare, ma non quelle in materia penale.
Il creditore può chiedere il sequestro conservativo anche nei confronti del terzo acquirente dei beni del debitore: qualora il terzo non abbia trascritto il suo acquisto prima del sequestro. qualora l'acquisto sia a titolo gratuito. qualora il terzo abbia acquistato in mala fede. qualora sia stata proposta l'azione per far dichiarare l'inefficacia dell'alienazione.
Nel sequestro conservativo le alienazioni e gli altri atti che hanno per oggetto la cosa sequestrata non hanno effetto in pregiudizio del creditore sequestrante: in conformità delle regole stabilite per il pignoramento. qualora non siano di data certa anteriore al sequestro. qualora il terzo sia in mala fede. se questi ne chieda la revoca.
A norma del codice civile, l'autorità giudiziaria provvede alla tutela giurisdizionale dei diritti: su domanda di parte e, quando la legge lo dispone, anche su istanza del pubblico ministero o d'ufficio. su domanda di parte e, qualora lo ritenga opportuno, anche d'ufficio, sentito il pubblico ministero. su domanda di parte e su istanza del pubblico ministero in tutti i casi nei quali quest'ultimo ritenga di agire. solo su domanda di parte.
In quali casi l'autorità giudiziaria può pronunziare sentenze che costituiscono, modificano o estinguono rapporti giuridici con effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa? Nei casi previsti dalla legge. In tutti i casi nei quali le parti ne abbiano congiuntamente fatto richiesta. Quando lo ritenga opportuno, valutate le qualità delle parti e la natura della controversia. In nessun caso.
L'accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato: tra le parti e i loro eredi, ma non tra i loro aventi causa a titolo particolare. ad ogni effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa. tra le parti che vantino diritti sullo stesso bene. tra le parti e coloro che possiedano lo stesso bene a qualsiasi titolo.
A norma del codice civile, in quali casi il creditore che agisca per conseguire quanto gli è dovuto, può far espropriare anche i beni di un terzo? Quando i beni del terzo sono vincolati a garanzia del credito o sono oggetto di un atto che è stato revocato, perché compiuto in pregiudizio del creditore. Quando il terzo è figlio legittimo, adottivo o naturale del debitore. In nessun caso. Soltanto quando i beni del terzo sono oggetto di un atto che è stato revocato, perché compiuto in pregiudizio del creditore.
Tizio vanta nei confronti di Caio un credito di cinquantamila euro garantito da ipoteca di secondo grado sul fondo Tuscolano di proprietà di Caio stesso ed insufficiente a soddisfare le ragioni creditorie. Può Tizio, al fine di soddisfare il proprio credito, sottoporre a pignoramento il fondo Beta di recente acquistato da Caio e libero da ipoteche? No, se non sottopone a pignoramento anche il fondo Tuscolano. Sì, purché non sottoponga ad esecuzione il fondo Tuscolano. Sì, ma solo con il consenso dei creditori chirografari. Sì, ma solo previa autorizzazione del giudice dell'esecuzione.
Tizio, a garanzia di un credito nei confronti di Caio, ha dato in pegno a quest'ultimo uno dei suoi orologi da collezione. Caio, senza sottoporre a esecuzione il bene gravato da pegno, può pignorare altri beni di Tizio? Sì. No, salvo che relativamente ai beni che Caio intende pignorare altri creditori vantino una o più cause legittime di prelazione. No. Sì, salvo che Tizio provi l'esistenza di altri debiti.
Tizio, a garanzia di un credito nei confronti di Caio, ha costituito ipoteca a favore di quest'ultimo su un immobile di sua proprietà. Caio, senza sottoporre a pignoramento il bene gravato da ipoteca, può pignorare altri immobili di Tizio? No. Sì. No, salvo che relativamente ai beni che Caio intende pignorare altri creditori vantino una o più cause legittime di prelazione. Sì, salvo che Tizio provi l'esistenza di altri debiti.
Il pignoramento comprende: gli accessori, le pertinenze e i frutti della cosa pignorata. i frutti della cosa pignorata, ma non gli accessori e le pertinenze della medesima. le pertinenze della cosa pignorata, ma non gli accessori e i frutti della medesima. gli accessori e le pertinenze della cosa pignorata, ma non i frutti della medesima.
L'atto di compravendita avente per oggetto un bene immobile sottoposto a pignoramento è: nullo. sottoposto alla condizione legale sospensiva della cancellazione della trascrizione del pignoramento. inefficace nei confronti del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nella procedura esecutiva. sottoposto alla condizione risolutiva dell'emissione del decreto di trasferimento del bene da parte dell'ufficio giurisdizionale.
Quali delle seguenti alienazioni di beni, effettuate prima del pignoramento, hanno effetto in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione promossa da un altro creditore? Le cessioni di credito accettate dal debitore ceduto successivamente al pignoramento. Le alienazioni di beni mobili anche se non ne sia stato trasmesso il possesso anteriormente al pignoramento, purché risultino da atto avente data certa precedente al pignoramento. Le alienazioni di universalità di mobili che non abbiano data certa. Le alienazioni di beni immobili trascritte successivamente al pignoramento.
Le alienazioni di universalità di mobili: hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, anche se successive al pignoramento, purché risultino da atto avente data certa. non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, se non hanno data certa anteriore al pignoramento. non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, anche se risultano da atto avente data certa anteriore al pignoramento. hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, anche se non hanno data certa, purché siano anteriori al pignoramento.
La cessione di un credito notificata successivamente al pignoramento al debitore ceduto: ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione se il credito è ceduto a una banca a garanzia di un'operazione di credito fondiario; non ha effetto negli altri casi. non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante, ma, se anteriore al pignoramento, ha effetto in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione. non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione sebbene anteriore al pignoramento. ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante e in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione se la cessione riguarda crediti inerenti a rapporti di impresa.
L'alienazione di un bene immobile trascritta successivamente al pignoramento: non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, sebbene anteriore al pignoramento. non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante ma in ogni caso ha effetto in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione anche se l'intervento è anteriore alla trascrizione dell'alienazione. non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante, ma, se anteriore al pignoramento, ha effetto in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione dopo la trascrizione dell'alienazione. ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione se la trasmissione del possesso risulta da atto avente data certa.
L'alienazione di un bene immobile trascritta successivamente al pignoramento: ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante se il possesso è stato trasmesso anteriormente al pignoramento. non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante, sebbene anteriore al pignoramento. ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante se anteriore al pignoramento. non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante salvo che risulti da atto avente data certa.
La cessione di un credito accettata successivamente al pignoramento dal debitore ceduto: ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante se il credito è ceduto a una banca a garanzia di un'operazione di credito fondiario; non ha effetto negli altri casi. ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante perché è stata accettata, anziché semplicemente notificata. non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante sebbene anteriore al pignoramento. non ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante, solo se il credito è di valore superiore a duemilacinquecento euro.
Non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante, sebbene anteriori al pignoramento: le alienazioni di beni mobili di cui non sia stato trasmesso il possesso, anche se risultino da atto avente data certa. le alienazioni di beni mobili di cui non sia stato trasmesso il possesso anteriormente al pignoramento, salvo che risultino da atto avente data certa. le alienazioni di beni mobili che non risultino da atto avente data certa, ancorché ne sia stato trasmesso il possesso anteriormente al pignoramento. le alienazioni di beni mobili che risultino da atto avente data certa ma sempre che ne sia anche stato trasmesso il possesso.
Gli atti che importano vincoli di indisponibilità su beni immobili pignorati non hanno effetto in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione: se non sono anteriori al pignoramento. se il terzo conosceva l'esistenza del pignoramento. se non sono stati trascritti prima del pignoramento. se questi ne chiedano la revoca.
Gli atti che importano vincoli di indisponibilità sulle cose mobili pignorate non hanno effetto in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione: se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se questi ne chiedano la revoca. se non sono anteriori al pignoramento. se il terzo conosceva l'esistenza del pignoramento.
Gli atti che importano vincoli di indisponibilità sulla cosa pignorata, quando si tratta di beni immobili, non hanno effetto in pregiudizio: del creditore pignorante e dei creditori intervenuti nell'esecuzione, se non sono stati trascritti prima del pignoramento. del creditore pignorante e dei creditori intervenuti nell'esecuzione, se trascritti in data posteriore a quella del titolo esecutivo. del creditore pignorante, se trascritti in data posteriore a quella del titolo esecutivo, e dei creditori intervenuti nell'esecuzione in forza di titolo successivo alla trascrizione. del creditore pignorante se non sono stati trascritti prima del pignoramento, e dei creditori intervenuti nell'esecuzione anteriormente alla trascrizione dell'atto.
Gli atti che importano vincoli di indisponibilità su beni immobili pignorati non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se non sono anteriori al pignoramento. se il terzo conosceva l'esistenza del pignoramento. se non sono stati trascritti prima del pignoramento. se questi ne chieda la revoca.
Gli atti che importano vincoli di indisponibilità sulle cose mobili pignorate non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se il terzo conosceva l'esistenza del pignoramento. se questi ne chieda la revoca. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se non sono anteriori al pignoramento.
Gli atti che importano vincoli di indisponibilità su beni mobili registrati che siano pignorati non hanno effetto in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione: se non sono stati trascritti prima del pignoramento. se non sono anteriori al pignoramento. se il terzo conosceva l'esistenza del pignoramento. se questi ne chiedano la revoca.
Gli atti che importano vincoli di indisponibilità su beni mobili registrati che siano pignorati non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se non sono stati trascritti prima del pignoramento. se non sono anteriori al pignoramento. se il terzo conosceva l'esistenza del pignoramento. se questi ne chieda la revoca.
Nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione forzata non si tiene conto: dei privilegi generali sui beni mobili iscritti dopo il pignoramento. dei privilegi per la cui efficacia è necessaria l'iscrizione, se questa ha luogo dopo il pignoramento. di tutti i privilegi speciali, se non siano stati iscritti, o lo siano stati dopo il pignoramento. dei privilegi sopra gli immobili, se siano stati iscritti dopo il pignoramento.
Nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione forzata non si tiene conto: delle ipoteche iscritte dopo il pignoramento, salvo che siano giudiziali. delle ipoteche, anche se giudiziali, iscritte dopo il pignoramento. delle ipoteche iscritte dopo la formazione del titolo esecutivo. per il creditore procedente, delle ipoteche iscritte dopo il pignoramento, e per i creditori intervenuti delle ipoteche iscritte dopo il rispettivo intervento.
Nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione forzata non si tiene conto: dei privilegi per crediti sorti dopo la formazione del titolo esecutivo. dei privilegi generali per crediti sorti dopo la notificazione del titolo esecutivo. dei privilegi per crediti sorti dopo il pignoramento. dei privilegi speciali per crediti sorti dopo la notificazione del titolo esecutivo.
Le cessioni non trascritte di pigioni non ancora scadute per un periodo superiore ai tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo. se sono notificate in data successiva al pignoramento.
Le liberazioni non trascritte di pigioni non ancora scadute per un periodo superiore ai tre anni, quantunque aventi data certa anteriore al pignoramento, non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: oltre il termine di sei mesi dalla data del pignoramento. oltre il termine di un anno dalla data del pignoramento. se posteriori alla formazione del titolo esecutivo. se posteriori alla notificazione del titolo esecutivo.
Le liberazioni non trascritte di fitti non ancora scaduti per un periodo superiore ai tre anni, quantunque aventi data certa anteriore al pignoramento, non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se posteriori alla notificazione del titolo esecutivo. oltre il termine di un anno dalla data del pignoramento. oltre il termine di sei mesi dalla data del pignoramento. se posteriori alla formazione del titolo esecutivo.
Le cessioni non trascritte di fitti non ancora scaduti per un periodo superiore ai tre anni, quantunque aventi data certa anteriore al pignoramento, non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se posteriori alla notificazione del titolo esecutivo. oltre il termine di sei mesi dalla data del pignoramento. oltre il termine di un anno dalla data del pignoramento. se posteriori alla formazione del titolo esecutivo.
Le liberazioni non trascritte di pigioni non ancora scadute per un periodo superiore ai tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se sono notificate in data successiva al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo. se non hanno data certa anteriore al pignoramento.
Le liberazioni non trascritte di fitti non ancora scaduti per un periodo superiore ai tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se sono notificate in data successiva al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo.
Le cessioni non trascritte di fitti non ancora scaduti per un periodo superiore ai tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se sono notificate in data successiva al pignoramento. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo.
Le liberazioni di pigioni non ancora scadute per un periodo inferiore ai tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se sono notificate in data successiva al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo.
Le liberazioni di fitti non ancora scaduti per un periodo inferiore ai tre anni non hanno effetto in pregiudizio dei creditori che intervengono nell'esecuzione forzata: se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se sono notificate in data successiva al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo.
Le cessioni di pigioni non ancora scadute per un periodo inferiore ai tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se sono notificate in data successiva al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo.
Le liberazioni di pigioni non ancora scadute per un periodo eccedente i tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione forzata: se non trascritte. se non sono trascritte anteriormente al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo.
Le liberazioni di fitti non ancora scaduti per un periodo eccedente i tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione forzata: se sono notificate in data successiva al pignoramento. se non sono trascritte anteriormente al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo.
Le cessioni di fitti non ancora scaduti per un periodo eccedente i tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione forzata: se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo. se non sono trascritte anteriormente al pignoramento. se sono notificate in data successiva al pignoramento.
Le liberazioni di pigioni non ancora scadute per un periodo eccedente i tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione forzata: se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se non sono trascritte anteriormente al pignoramento. se sono notificate in data successiva al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo.
Le cessioni di pigioni non ancora scadute per un periodo eccedente i tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione forzata: se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se non sono trascritte anteriormente al pignoramento. se sono notificate in data successiva al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo.
Le cessioni non trascritte di pigioni non ancora scadute per un periodo superiore ai tre anni, quantunque aventi data certa anteriore al pignoramento, non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se posteriori alla notificazione del titolo esecutivo. se posteriori alla formazione del titolo esecutivo. oltre il termine di sei mesi dalla data del pignoramento. oltre il termine di un anno dalla data del pignoramento.
Le cessioni di fitti non ancora scaduti per un periodo inferiore ai tre anni non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante: se pattuite in epoca successiva alla formazione del titolo esecutivo. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. se sono notificate in data successiva al pignoramento. se pattuite in epoca successiva alla notificazione del titolo esecutivo.
È opponibile a colui che si è reso acquirente di un immobile in sede di vendita forzata, l'alienazione dell'immobile effettuata a terzi in data anteriore al pignoramento ma trascritta successivamente alla trascrizione del pignoramento stesso? Sì, se non è stato diversamente stabilito nel decreto di trasferimento. Sì, in ogni caso. Sì, a meno che il creditore pignorante ed i creditori intervenuti nell'esecuzione forzata non facciano opposizione. No, in nessun caso.
Se oggetto della vendita forzata è una cosa mobile, coloro che avevano la proprietà su di essa ma non hanno fatto valere le loro ragioni sulla somma ricavata sull'esecuzione : non possono farle valere nei confronti dell'acquirente di buona fede, ma possono soltanto ripetere dai creditori la somma distribuita. possono agire in evizione nei confronti dell'acquirente, salva la responsabilità del creditore procedente per i danni a quest'ultimo. non possono farle valere nei confronti dell'acquirente di buona fede. se in buona fede, possono in ogni caso farle valere nei confronti dell'acquirente.
Nella vendita forzata ha luogo la garanzia per vizi della cosa? Sì, salvo che i vizi fossero facilmente riconoscibili. Sì, purché i vizi diminuiscano in modo apprezzabile il valore del bene e salvo che i vizi fossero facilmente riconoscibili. Sì, sempre. No.
La vendita forzata può essere impugnata per causa di lesione? No. Sì. Sì, qualora la lesione ecceda di un quinto il valore del bene oggetto della vendita. Sì, qualora la lesione ecceda della metà il valore del bene oggetto della vendita.
Se le locazioni consentite da chi ha subito l'espropriazione forzata sono prive di data certa: sono inopponibili all'acquirente, se questi provi la mala fede del conduttore. sono inopponibili all'acquirente, salvo che il conduttore provi di aver stipulato in buona fede. l'acquirente non è tenuto a rispettare la locazione, ma se la detenzione del conduttore è anteriore al pignoramento della cosa locata deve rispettarla per la durata corrispondente a quella stabilita per le locazioni a tempo indeterminato. l'acquirente non è tenuto a rispettare la locazione, salvo che la detenzione del conduttore sia anteriore al pignoramento.
Se nel contratto di locazione stipulato da chi ha subito l'espropriazione forzata è convenuto che esso possa risolversi in caso di alienazione: l'acquirente può intimare licenza al conduttore secondo le disposizioni del codice civile. il creditore procedente può intimare licenza al conduttore secondo le disposizioni del codice civile. l'acquirente può agire per il rilascio, se il creditore aveva intimato licenza al conduttore secondo le disposizioni del codice civile. l'acquirente può chiedere al giudice dell'esecuzione il rilascio dell'immobile nelle forme previste dal codice di procedura civile.
Le cessioni di fitti non ancora scaduti non sono opponibili all'acquirente del bene oggetto della vendita forzata: se non hanno data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni inferiori al triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni eccedenti il triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni eccedenti il triennio e di data certa anteriore al pignoramento.
Le liberazioni di pigioni non ancora scadute non sono opponibili all'acquirente del bene oggetto della vendita forzata: se non hanno data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni eccedenti il triennio e di data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni eccedenti il triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni inferiori al triennio e trascritte anteriormente al pignoramento.
Le liberazioni di fitti non ancora scaduti non sono opponibili all'acquirente del bene oggetto della vendita forzata: salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni eccedenti il triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni inferiori al triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni eccedenti il triennio e di data certa anteriore al pignoramento.
Le cessioni di pigioni non ancora scadute non sono opponibili all'acquirente del bene oggetto della vendita forzata: salvo, fra l'altro, che si tratti di anticipazioni fatte in conformità degli usi locali. salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni eccedenti il triennio e di data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni inferiori al triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. se non hanno data certa anteriore al pignoramento.
Le cessioni di fitti non ancora scaduti non sono opponibili all'acquirente del bene oggetto della vendita forzata: salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni inferiori al triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni eccedenti il triennio e di data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di anticipazioni fatte in conformità degli usi locali. se non hanno data certa anteriore al pignoramento.
Le liberazioni di pigioni non ancora scadute non sono opponibili all'acquirente del bene oggetto della vendita forzata: se non hanno data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni inferiori al triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di anticipazioni fatte in conformità degli usi locali. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni eccedenti il triennio e di data certa anteriore al pignoramento.
Le liberazioni di fitti non ancora scaduti non sono opponibili all'acquirente del bene oggetto della vendita forzata: salvo, fra l'altro, che si tratti di anticipazioni fatte in conformità degli usi locali. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni inferiori al triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di liberazioni eccedenti il triennio e di data certa anteriore al pignoramento.
Le cessioni di pigioni non ancora scadute non sono opponibili all'acquirente del bene oggetto della vendita forzata: salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni eccedenti il triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni inferiori al triennio e trascritte anteriormente al pignoramento. se non hanno data certa anteriore al pignoramento. salvo, fra l'altro, che si tratti di cessioni eccedenti il triennio e di data certa anteriore al pignoramento.
Le norme concernenti la vendita forzata: non si applicano all'assegnazione forzata, se non sono specificamente richiamate. si applicano anche all'assegnazione forzata in quanto compatibili. si applicano anche all'assegnazione forzata, salvo quanto è diversamente disposto dal codice civile. non si applicano in alcun caso all'assegnazione forzata.
Se oggetto della assegnazione forzata è una cosa mobile, i terzi che ne avevano la proprietà possono, entro il termine di sessanta giorni dall'assegnazione: far valere il loro diritto nei confronti dell'assegnatario. rivolgersi contro l'assegnatario che ha ricevuto in buona fede il possesso, al solo scopo di ripetere la somma corrispondente al suo credito soddisfatto con l'assegnazione. far valere il loro diritto contro l'assegnatario, salvo che questi abbia agito in buona fede. far valere il loro diritto contro l'assegnatario, se il loro titolo era anteriore al pignoramento.
Se oggetto della assegnazione forzata è una cosa mobile, coloro che avevano diritti reali sulla cosa possono, entro il termine di sessanta giorni dall'assegnazione e nei limiti del valore del loro diritto: rivolgersi contro l'assegnatario che ha ricevuto in buona fede il possesso, al solo scopo di ripetere la somma corrispondente al suo credito soddisfatto con l'assegnazione. far valere il loro diritto contro l'assegnatario, salvo che questi abbia agito in buona fede. far valere il loro diritto nei confronti dell'assegnatario. far valere il loro diritto contro l'assegnatario, se il loro titolo era anteriore al pignoramento.
Nell'esecuzione forzata l'assegnatario della cosa espropriata se ne subisce l'evizione: conserva le sue ragioni nei confronti del debitore espropriato, ma non le garanzie prestate da terzi. non conserva le sue ragioni nei confronti del debitore espropriato, ma può agire per i danni e le spese nei confronti del creditore procedente. conserva le sue ragioni nei confronti del debitore espropriato, con le garanzie prestate da terzi, ma perde le garanzie reali che aveva sulla cosa. può collocare il proprio credito insoddisfatto sugli altri beni assoggettati ad espropriazione con precedenza sugli altri creditori.
Nell'esecuzione forzata l'assegnatario della cosa espropriata se ne subisce l'evizione: può ripetere quanto ha pagato agli altri creditori, salva la responsabilità del creditore procedente per i danni e le spese. può collocare il proprio credito insoddisfatto sugli altri beni assoggettati ad espropriazione con precedenza sugli altri creditori. non può ripetere quanto ha pagato agli altri creditori, se non ha agito con la normale prudenza. può ripetere quanto ha pagato al creditore procedente, ma non anche ai creditori intervenuti nell'espropriazione.
Se oggetto dell'assegnazione nell'esecuzione forzata è un credito, il diritto dell'assegnatario verso il debitore che ha subito l'espropriazione: non si estingue che con la riscossione del credito assegnato. si estingue nel momento in cui l'assegnazione non può essere più impugnata. si estingue con l'assegnazione, ma rivive se l'assegnazione sia dichiarata nulla in sede di opposizione. può essere fatto valere solo in caso di dichiarazione di insolvenza del debitore.
In caso di nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto la vendita forzata, se vi sia stata collusione dell'acquirente con il creditore procedente: gli altri creditori sono tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione. gli altri creditori, se in buona fede, non sono tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione. gli altri creditori non sono in nessun caso tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione. gli altri creditori, se si provi che conoscevano la collusione, sono tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione.
La nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto l'assegnazione forzata: non ha effetto riguardo all'assegnatario, salvo il caso di collusione con il creditore procedente. non è in nessun caso opponibile all'assegnatario. non è opponibile all'assegnatario che dimostri di averla ignorata. è opponibile all'assegnatario, ma questi ha azione per danni nei confronti di chi vi ha dato causa.
In caso di nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto l'assegnazione forzata, se vi sia stata collusione dell'assegnatario con il creditore procedente: gli altri creditori non sono in nessun caso tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione. gli altri creditori sono tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione. gli altri creditori, se si provi che conoscevano la collusione, sono tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione. gli altri creditori, se in buona fede, non sono tenuti a restituire quanto hanno ricevuto per effetto dell'esecuzione.
La nullità degli atti esecutivi che hanno preceduto la vendita forzata: non ha effetto riguardo all'acquirente, salvo il caso di collusione con il creditore procedente. non è in nessun caso opponibile all'acquirente. non è opponibile all'acquirente che dimostri di averla ignorata. è opponibile all'acquirente, ma questi ha azione per danni nei confronti di chi vi ha dato causa.
Se non è adempiuto l'obbligo di consegnare una cosa determinata mobile, l'avente diritto può: chiedere al giudice si stabilire un termine per la consegna e la penale dovuta dal debitore per ogni giorno di ulteriore ritardo. chiedere al giudice di stabilire un termine per la consegna, scaduto il quale può chiedere l'intervento della forza pubblica. ottenere la consegna forzata a norma delle disposizioni del codice di procedura civile. chiedere il sequestro giudiziario del bene ed assoggettarlo quindi a pignoramento.
Se non è adempiuto l'obbligo di consegnare una cosa determinata immobile, l'avente diritto può: ottenere il rilascio forzato a norma delle disposizioni del codice di procedura civile. chiedere il sequestro giudiziario del bene ed assoggettarlo quindi a pignoramento. chiedere al giudice di stabilire un termine per il rilascio, scaduto il quale può chiedere l'intervento della forza pubblica. chiedere al giudice si stabilire un termine per il rilascio e la penale dovuta dal debitore per ogni giorno di ulteriore ritardo.
Se non è adempiuto un obbligo di fare, l'avente diritto può: chiedere al giudice di fissare un termine per l'adempimento, oltre il quale il creditore può eseguirlo direttamente a spese dell'obbligato. ottenere che esso sia eseguito a spese dell'obbligato nelle forme stabilite dal codice di procedura civile. chiedere la condanna del debitore al pagamento dell'equivalente in danaro. chiedere al giudice si stabilire un termine per l'adempimento e la penale dovuta dal debitore per ogni giorno di ulteriore ritardo.
Se non è adempiuto l'obbligo di concludere un contratto, l'avente diritto: può in ogni caso ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso. può, qualora sia possibile e non sia escluso dal titolo, ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso. può, qualora sia possibile, ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso. può, qualora non sia escluso dal titolo, ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso.
Se non è adempiuto l'obbligo di concludere un contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, la domanda volta ad ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso: non può essere accolta, se la parte che l'ha proposta non esegue la sua prestazione o non ne fa offerta nei modi di legge, a meno che la prestazione non sia ancora esigibile. non può essere accolta, se la parte che l'ha proposta non abbia eseguito la sua prestazione prima di costituire in mora l'altra. non può essere accolta se la parte che l'ha proposta non esegue la sua prestazione o non ne fa offerta nei modi di legge, rinunciando al termine eventualmente convenuto a suo favore. non può essere accolta se la parte che l'ha proposta non esegua la sua prestazione o versi idonea cauzione.
A norma del codice civile, se non è adempiuto un obbligo di non fare, l'avente diritto: può soltanto ottenere il risarcimento dei danni per il pregiudizio cagionatogli dall'inadempimento. può ottenere che sia distrutto, a spese dell'obbligato, ciò che è stato fatto in violazione dell'obbligo. può soltanto chiedere l'assegnazione in proprietà di ciò che è stato fatto in violazione dell'obbligo. può soltanto ottenere che sia distrutto, a spese dello Stato e non dell'obbligato, ciò che è stato fatto in violazione dell'obbligo.
Quali diritti sono soggetti alla prescrizione? Tutti i diritti, ad eccezione di quelli espressamente dichiarati imprescrittibili dalla legge. Tutti i diritti, ad eccezione dei diritti indisponibili e degli altri diritti indicati dalla legge. Tutti i diritti, senza alcuna eccezione. Tutti i diritti di credito e mai i diritti reali.
Qualora un diritto di credito nasca da un contratto sottoposto a termine iniziale, la prescrizione del diritto inizia a decorrere: dal giorno fissato quale termine iniziale. dal giorno in cui è stato stipulato il contratto. dal giorno fissato quale termine iniziale, se il contratto è privo di data certa; dal giorno in cui è stato stipulato il contratto, se quest'ultimo ha data certa. dal giorno in cui è stato stipulato il contratto, qualora le parti lo abbiano espressamente convenuto.
Qualora un diritto di credito nasca da un contratto sottoposto a condizione sospensiva, la prescrizione del diritto inizia a decorrere: dal giorno in cui si è verificata la condizione. dal giorno in cui si è verificata la condizione se il contratto è privo di data certa; dal giorno in cui è stato stipulato il contratto, se quest'ultimo ha data certa. dal giorno in cui è stato stipulato il contratto. dal giorno in cui è stato stipulato il contratto, qualora le parti lo abbiano espressamente convenuto.
Il patto con il quale i contraenti modificano la disciplina legale della prescrizione nel rapporto che essi stringono è: nullo. valido. annullabile, salvo se sia stipulato per atto pubblico. annullabile, salvo se sia stipulato per atto pubblico o scrittura privata autenticata.
La rinunzia alla prescrizione può risultare da un fatto incompatibile con la volontà di valersi della prescrizione? Sì, ma soltanto se concerne diritti di credito derivanti da un contratto stipulato per atto pubblico. Sì, soltanto nei casi nei quali le parti hanno espressamente convenuto. Sì. Sì, ma soltanto se concerne diritti di credito derivanti da un contratto che non sia stato stipulato per iscritto.
In quale dei seguenti casi si può rinunziare alla prescrizione? Quando la prescrizione è compiuta, ovvero anche anteriormente, se la rinunzia è fatta con atto pubblico. Soltanto quando la prescrizione è compiuta. Soltanto quando la rinunzia concerne diritti nascenti da un contratto stipulato per atto pubblico e sia stata fatta al momento della stipula del medesimo. Quando la prescrizione è compiuta, ovvero anche anteriormente, purché la rinunzia, in entrambi i casi, sia fatta con atto pubblico o con scrittura privata autenticata.
Il giudice può rilevare d'ufficio la prescrizione non opposta? Sì. No. No, ad eccezione dei casi nei quali sussista un interesse pubblico a far valere la prescrizione. Sì, qualora si tratti di prescrizione breve.
La prescrizione può essere eccepita da soggetti diversi dalla parte nel cui interesse è stabilita? Sì, può essere fatta valere dai suoi creditori e da chiunque vi abbia interesse, qualora la parte non la faccia valere. No. Sì, ma soltanto dai creditori privilegiati, ipotecari e pignoratizi. Sì, ma soltanto dai creditori privilegiati e mai da chiunque vi abbia interesse.
Tizio consegna spontaneamente una somma a Caio in adempimento di un debito prescritto. È ammessa la ripetizione della somma? Sì, purché l'azione di ripetizione sia iniziata entro tre mesi dal pagamento. No. Sì. No, ma soltanto qualora il debitore, contestualmente al pagamento, abbia rinunziato con scrittura privata a far valere la prescrizione.
La prescrizione rimane sospesa: tra il genitore e il figlio maggiorenne. tra il tutore e l'interdetto, se conviventi. tra il genitore e il figlio naturalmente incapace. tra il tutore e l'interdetto soggetto alla sua tutela.
La prescrizione rimane sospesa: tra il genitore e il figlio maggiorenne. tra l'ascendente e i discendenti. tra il tutore e il minore soggetto alla sua tutela. tra il tutore e il minore, se conviventi.
La prescrizione rimane sospesa: tra i coniugi purché non legalmente separati. tra i coniugi, ancorché sia stata dichiarata la cessazione degli effetti civili del matrimonio o lo scioglimento dello stesso. tra i coniugi. tra i coniugi, salvo che siano in regime di separazione dei beni.
La prescrizione rimane sospesa: tra il genitore e i figli, fin quando dura la convivenza. tra il genitore che esercita la potestà e i figli che vi sono sottoposti. tra il genitore e i figli maggiorenni. tra il genitore che ha l'usufrutto legale e i figli, nei reciproci rapporti.
La prescrizione rimane sospesa: tra le persone i cui beni sono sottoposti per legge o per provvedimento del giudice alla amministrazione altrui e quelle da cui l'amministrazione è esercitata. tra le persone giuridiche e i loro amministratori, per i compensi dovuti a questi. tra gli enti sottoposti alla vigilanza dell'autorità amministrativa e la pubblica amministrazione. tra gli amministratori e i loro mandanti.
La prescrizione rimane sospesa contro: gli interdetti per infermità di mente, per il tempo in cui non hanno rappresentante legale e per sei mesi successivi alla nomina del medesimo o alla cessazione dell'incapacità. gli interdetti per infermità di mente. gli interdetti per infermità di mente, fino alla nomina di un curatore speciale. gli interdetti per infermità di mente, per il tempo in cui restano privi di rappresentanza o assistenza legale e per sei mesi successivi alla nomina del rappresentante o curatore.
La prescrizione rimane sospesa contro: i minori non emancipati, per il tempo in cui non hanno rappresentante legale e per sei mesi successivi alla nomina del medesimo o alla cessazione dell'incapacità. i minori, fino al compimento della maggiore età. i minori, fino alla nomina di un curatore speciale. i minori, per il tempo in cui restano privi di rappresentanza o assistenza legale e per sei mesi successivi alla nomina del rappresentante o curatore.
La domanda proposta ad un giudice incompetente nel corso di un giudizio interrompe la prescrizione? Sì. No. Sì, ma solo se si tratta di giudizio conservativo. Sì, ma solo se si tratta di giudizio esecutivo.
La domanda proposta nel corso di un giudizio interrompe la prescrizione? Sì, ma solo se la domanda sia stata posta al giudice competente. No. Sì. Sì, ma solo se si tratta di giudizio esecutivo.
In quale dei seguenti casi è interrotta la prescrizione? Quando è notificato un atto con il quale si inizia un giudizio. Quando è notificato un atto con il quale si inizia un giudizio di cognizione, e non anche quando è notificato un atto con il quale si inizia un giudizio esecutivo, sempre che la domanda sia proposta al giudice competente. Soltanto quando è notificato un atto con il quale si inizia un giudizio esecutivo. Quando è notificato un atto con il quale si inizia un giudizio esecutivo, e non anche quando è notificato un atto con il quale si inizia un giudizio di cognizione, sempre che la domanda sia proposta al giudice competente.
La prescrizione è interrotta: dal riconoscimento del diritto, se esso sia compiuto in una scrittura privata o in un atto pubblico. dal riconoscimento del diritto, se compiuto a seguito di formale istanza del creditore. dal riconoscimento del diritto da parte di colui contro il quale il diritto può essere fatto valere. dal riconoscimento del diritto, se esso sia contenuto in un atto giudiziale, o in un atto notificato al creditore.
Qualora la prescrizione sia interrotta dalla notificazione dell'atto con il quale si inizia un giudizio, se il processo si estingue: rimane fermo l'effetto interruttivo e il nuovo periodo di prescrizione ricomincia a decorrere dalla data dell'atto interruttivo, ma soltanto nel caso che di tratti di giudizio esecutivo e la domanda sia stata proposta al giudice competente. rimane fermo l'effetto interruttivo e il nuovo periodo di prescrizione ricomincia a decorrere dalla data dell'atto interruttivo, ma soltanto nel caso che si tratti di giudizio di cognizione e la domanda sia stata proposta al giudice competente. rimane fermo l'effetto interruttivo e il nuovo periodo di prescrizione ricomincia a decorrere dalla data dell'atto interruttivo. rimane fermo l'effetto interruttivo e il nuovo periodo di prescrizione ricomincia a decorrere dalla data dell'atto interruttivo, ma soltanto nel caso che la domanda sia stata proposta al giudice competente.
A seguito dell'interruzione della prescrizione: inizia a decorrere un periodo di prescrizione che è fissato in ogni caso in tre anni dalla data dell'interruzione. inizia a decorrere un nuovo periodo di prescrizione che, sommato a quello già decorso, non può eccedere un anno. inizia a decorrere un nuovo periodo di prescrizione. inizia a decorrere un periodo di prescrizione che, sommato a quello già decorso, non può in ogni caso eccedere i tre anni.
Si estinguono per prescrizione, con il decorso di dieci anni: i diritti assoluti, salvo quelli della personalità, e quelli relativi. i diritti per i quali la legge lo prevede. i diritti, salvi i casi in cui la legge dispone diversamente. i diritti reali e le obbligazioni.
A norma del codice civile, entro quale termine si prescrive il diritto al risarcimento del danno derivante da fatto illecito e non derivante dalla circolazione dei veicoli di ogni specie? Entro tre anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. Entro un anno dal giorno in cui il fatto si è verificato. Entro dieci anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. Entro cinque anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.
Tizio ha alienato a Caio un immobile pattuendo come corrispettivo il diritto di esigere per tutta la sua vita un'annualità pari a cinquemila euro. Caio dopo due anni interrompe le corresponsioni e non viene mai costituito in mora. Dopo nove anni dall'alienazione Tizio ha ancora diritto a percepire detta rendita, e ha diritto alle annualità arretrate? Ha ancora diritto a percepire la rendita e ha inoltre diritto a percepire le ultime cinque annualità arretrate e non corrisposte. Ha ancora diritto a percepire la rendita e ha inoltre diritto a percepire tutte le annualità arretrate e non corrisposte. Ha ancora diritto a percepire la rendita, ma non ha più diritto ad alcuna annualità arretrata. Non ha più diritto a percepire né la rendita né le annualità arretrate.
Il diritto a percepire una rendita perpetua si prescrive: in venti anni, per quanto concerne sia il diritto alla rendita sia quello relativo alle singole annualità. in dieci anni, per quanto concerne il diritto alla rendita e in cinque anni, per quanto concerne il credito relativo alle singole annualità. in venti anni, per quanto concerne il diritto alla rendita e in dieci anni, per quanto concerne il credito relativo alle singole annualità. in dieci anni, per quanto concerne sia il diritto alla rendita sia quello relativo alle singole annualità.
Tizio ha alienato a Caio un immobile pattuendo come corrispettivo il diritto di esigere annualmente in perpetuo la somma di cinquemila euro. Dopo due anni Caio interrompe le corresponsioni, senza essere mai costituito in mora. Dopo nove anni dall'alienazione Tizio ha ancora diritto a percepire detta rendita e ha diritto alle annualità arretrate? Ha ancora diritto a percepire la rendita e ha inoltre diritto a percepire le ultime cinque annualità arretrate e non corrisposte. Ha ancora diritto a percepire la rendita, ma non ha più diritto ad alcuna annualità arretrata. Ha ancora diritto a percepire la rendita e ha inoltre diritto a percepire tutte le annualità arretrate e non corrisposte. Non ha più diritto a percepire né la rendita né le annualità arretrate.
Il diritto a percepire una rendita vitalizia si prescrive: in dieci anni, per quanto concerne sia il diritto alla rendita sia quello relativo alle singole annualità. in dieci anni, per quanto concerne il diritto alla rendita e in cinque anni, per quanto concerne il credito relativo alle singole annualità. in venti anni, per quanto concerne il diritto alla rendita e in dieci anni, per quanto concerne il credito relativo alle singole annualità. in venti anni, per quanto concerne sia il diritto alla rendita sia quello relativo alle singole annualità.
In quanti anni si prescrive il diritto dell'azionista di una società per azioni alla riscossione dei dividendi? In dieci anni. In cinque anni. In venti anni. In un anno.
I diritti che derivano dai rapporti sociali si prescrivono: non si prescrivono mai. in un anno se la società è iscritta nel registro delle imprese. in cinque anni se la società è iscritta nel registro delle imprese. in dieci anni se la società è iscritta nel registro delle imprese.
In tema di rapporti sociali, il diritto del socio alla riscossione degli utili: non si prescrive mai. si prescrive in cinque anni se trattasi di società iscritta nel registro delle imprese. si prescrive in dieci anni. si prescrive in un anno.
Il diritto del mediatore al pagamento della provvigione si prescrive: nel termine breve di cinque anni. nel termine breve di un anno. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di un anno.
I diritti derivanti da un contratto di trasporto che ha inizio e termine in Europa si prescrivono: nel termine breve di un anno. nel termine breve di cinque anni. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di un anno.
I diritti derivanti da un contratto di spedizione che ha inizio e termine in Europa si prescrivono: nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di un anno. nel termine breve di un anno. nel termine breve di cinque anni.
Nel contratto di assicurazione il diritto al pagamento delle singole rate di premio si prescrive in un anno: dalla richiesta dell'assicuratore. dal termine del periodo assicurativo. dalla verificazione del sinistro. dalle singole scadenze.
Nel contratto di assicurazione il diritto al pagamento delle singole rate di premio si prescrive: nel termine ordinario di dieci anni. nel termine breve di un anno. nel termine breve di cinque anni. nel termine presuntivo di un anno.
I diritti derivanti dal contratto di assicurazione si prescrivono: nel termine breve di cinque anni. nel termine breve di un anno. nel termine presuntivo di un anno. nel termine ordinario di dieci anni.
Un diritto per il quale la legge stabilisce una prescrizione più breve di quella decennale, quando riguardo ad esso interviene una sentenza di condanna passata in giudicato, si prescrive in: in cinque anni. in tre anni. dieci anni. nel termine più breve specificamente stabilito dalla legge per quel diritto, in quanto il giudizio determina l'interruzione della prescrizione.
Il diritto degli albergatori per l'alloggio e il vitto che somministrano si prescrive: nel termine breve di un anno. nel termine breve di cinque anni. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di sei mesi.
Il diritto degli osti per l'alloggio e il vitto che somministrano si prescrive: nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di sei mesi. nel termine breve di cinque anni. nel termine breve di un anno.
Il diritto di tutti coloro che danno alloggio con o senza pensione si prescrive: nel termine presuntivo di sei mesi. nel termine breve di cinque anni. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine breve di un anno.
Il diritto dei commercianti, per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio, si prescrive: nel termine presuntivo di un anno. nel termine breve di cinque anni. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di tre anni.
Il diritto degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni che impartiscono a mesi o a giorni o a ore, si prescrive: nel termine presuntivo di un anno. nel termine breve di un anno. nel termine breve di cinque anni. nel termine ordinario di dieci anni.
Il diritto di coloro che tengono convitto, per il prezzo della pensione e dell'istruzione, si prescrive: nel termine presuntivo di un anno. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di tre anni. nel termine breve di cinque anni.
Il diritto di coloro che tengono casa di educazione e d'istruzione, per il prezzo della pensione e dell'istruzione, si prescrive: nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di un anno. nel termine presuntivo di sei mesi. nel termine breve di cinque anni.
Il diritto di coloro che tengono casa di educazione e d'istruzione, per il prezzo della pensione e dell'istruzione, si prescrive: nel termine presuntivo di un anno. nel termine breve di cinque anni. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di tre anni.
Il diritto degli ufficiali giudiziari, per il compenso degli atti compiuto nella loro qualità, si prescrive: nel termine presuntivo di tre anni. nel termine breve di cinque anni. nel termine presuntivo di un anno. nel termine ordinario di dieci anni.
Il diritto dei farmacisti, per il prezzo dei medicinali, si prescrive: nel termine presuntivo di tre anni. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine breve di cinque anni. nel termine presuntivo di un anno.
Il diritto dei prestatori di lavoro, per le retribuzioni corrisposte a periodi non superiori al mese, si prescrive: nel termine presuntivo di un anno. nel termine breve di cinque anni. nel termine ordinario di dieci anni. nel termine presuntivo di tre anni.
Il diritto degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni impartite a tempo più lungo di un mese, si prescrive: nel termine presuntivo di tre anni. nel termine estintivo di venti anni. nel termine presuntivo di sei mesi. nel termine presuntivo di un anno.
Il diritto dei prestatori di lavoro, per le retribuzioni corrisposte a periodi superiori al mese, si prescrive: nel termine presuntivo di sei mesi. nel termine presuntivo di un anno. nel termine presuntivo di tre anni. nel termine estintivo di venti anni.
Il diritto dei notai, per gli atti del loro ministero, si prescrive: nel termine presuntivo di un anno. nel termine presuntivo di sei mesi. nel termine presuntivo di tre anni. nel termine breve di cinque anni.
Il diritto dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlative, si prescrive: nel termine presuntivo di tre anni. nel termine breve di cinque anni. nel termine presuntivo di un anno. nel termine presuntivo di sei mesi.
Nelle prescrizioni presuntive, il termine della prescrizione decorre: dalla stipulazione del contratto. dalla richiesta del creditore. dalla cessazione del contratto. dalla scadenza della retribuzione periodica o dal compimento della prestazione.
Il termine di prescrizione, per le competenze dovute agli avvocati, decorre: dalla stipulazione del contratto. dalla richiesta del professionista al cliente. dall'esaurimento di tutti i rapporti del professionista con il cliente. dalla decisione della lite, dalla conciliazione delle parti o dalla revoca del mandato.
Il termine di prescrizione, per le competenze dovute ai patrocinatori legali, decorre: dalla richiesta del professionista al cliente. dall'esaurimento di tutti i rapporti del professionista con il cliente. dalla stipulazione del contratto. dalla decisione della lite, dalla conciliazione delle parti o dalla revoca del mandato.
Il termine di prescrizione, per le competenze dovute agli avvocati per gli affari non terminati, decorre: dall'ultimo incontro tra professionista e cliente. dall'ultima prestazione. dalla richiesta del creditore. dalla stipulazione del contratto.
Il termine di prescrizione, per le competenze dovute ai patrocinatori legali per gli affari non terminati, decorre: dalla stipulazione del contratto. dalla richiesta del creditore. dall'ultimo incontro tra professionista e cliente. dall'ultima prestazione.
Nelle prescrizioni presuntive, il termine della prescrizione decorre: anche se vi è stata continuazione di somministrazioni o di prestazioni. solo se non vi è stata continuazione di somministrazioni o di prestazioni. dalla richiesta del creditore. dalla cessazione del rapporto.
L'eccezione di prescrizione presuntiva: è rigettata, se chi la oppone ha altresì eccepito l'avvenuto pagamento. è rigettata, se chi la oppone ha comunque ammesso in giudizio che l'obbligazione non è stata estinta. è rigettata, se chi la oppone ha comunque ammesso che l'obbligazione non è stata estinta. è rigettata, se chi la oppone ha altresì eccepito la prescrizione ordinaria.
Colui al quale la prescrizione presuntiva è stata opposta: può deferire all'altra parte il giuramento per accertare l'insorgenza del debito. è ammesso alla prova contraria, con esclusione della prova per testimoni o per presunzioni. può provare con ogni mezzo la mancata estinzione del debito. può deferire all'altra parte il giuramento per accertare se si è verificata l'estinzione del debito.
Colui al quale la prescrizione presuntiva è stata opposta: può deferire al coniuge superstite il giuramento per accertare se si è verificata l'estinzione del debito. può provare con ogni mezzo la mancata estinzione del debito. è ammesso alla prova contraria, con esclusione della prova per testimoni o per presunzioni. può deferire al coniuge superstite il giuramento perché dichiari se ha notizia dell'estinzione del debito.
Colui al quale la prescrizione presuntiva è stata opposta: può deferire ai rappresentanti legali degli eredi il giuramento per accertare se si è verificata l'estinzione del debito. può deferire ai rappresentanti legali degli eredi il giuramento perché dichiarino se hanno notizia dell'estinzione del debito. può provare con ogni mezzo la mancata estinzione del debito. è ammesso alla prova contraria, con esclusione della prova per testimoni o per presunzioni.
Colui al quale la prescrizione presuntiva è stata opposta: è ammesso alla prova contraria, con esclusione della prova per testimoni o per presunzioni. può deferire agli eredi il giuramento perché dichiarino se hanno notizia dell'estinzione del debito. può deferire agli eredi il giuramento per accertare se si è verificata l'estinzione del debito. può provare con ogni mezzo la mancata estinzione del debito.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, se gli avvocati eccepiscano l'esonero dalla responsabilità per i relativi incartamenti, la parte alla quale l'eccezione sia opposta può: deferire loro giuramento perché dichiarino se ritengono o sanno dove si trovano gli atti e le carte. provare con ogni mezzo che gli atti e le carte erano stati depositati presso di essi in custodia. deferire loro giuramento per accertare la mancata restituzione degli atti e delle carte. provare con ogni mezzo che gli atti e le carte non sono stati restituiti.
Trascorsi due anni dal compimento degli atti ad essi affidati, se gli ufficiali giudiziari eccepiscano l'esonero dalla responsabilità per i relativi incartamenti, la parte alla quale l'eccezione sia opposta può: provare per iscritto che gli atti e le carte non sono stati restituiti. deferire loro giuramento per accertare la mancata restituzione degli atti e delle carte. deferire loro giuramento perché dichiarino se ritengono o sanno dove si trovano gli atti e le carte. provare per iscritto che gli atti e le carte erano stati depositati presso di essi in custodia.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, se gli arbitri eccepiscano l'esonero dalla responsabilità per i relativi incartamenti, la parte alla quale l'eccezione sia opposta può: deferire loro giuramento perché dichiarino se ritengono o sanno dove si trovano gli atti e le carte. deferire loro giuramento per accertare la mancata restituzione degli atti e delle carte. provare per iscritto che gli atti e le carte non sono stati restituiti. provare per iscritto che gli atti e le carte erano stati depositati presso di essi in custodia.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, gli arbitri : sono esonerati dal rendere conto dei relativi incartamenti. devono trasmettere i relativi incartamenti all'Archivio di Stato, dandone notizia alle parti. devono restituire i relativi incartamenti alle parti o ai loro procuratori. devono trasmettere i relativi incartamenti al Ministero della giustizia, dandone notizia alle parti.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, i cancellieri: devono trasmettere i relativi incartamenti all'Archivio di Stato, dandone notizia alle parti. devono trasmettere i relativi incartamenti al Ministero della giustizia, dandone notizia alle parti. sono esonerati dal rendere conto dei relativi incartamenti. devono restituire i relativi incartamenti alle parti o ai loro procuratori.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, gli avvocati: devono trasmettere i relativi incartamenti all'Archivio di Stato, dandone notizia alle parti. devono restituire i relativi incartamenti alle parti. sono esonerati dal rendere conto dei relativi incartamenti. devono trasmettere i relativi incartamenti al Ministero della giustizia, dandone notizia alle parti.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, gli avvocati: devono trasmettere i relativi incartamenti al Ministero della giustizia, dandone notizia alle parti. sono esonerati dal rendere conto dei relativi incartamenti. devono rendere conto alle parti dei relativi incartamenti. devono trasmettere i relativi incartamenti all'Archivio di Stato, dandone notizia alle parti.
Trascorsi due anni dal compimento degli atti ad essi affidati, gli ufficiali giudiziari: devono restituire i relativi incartamenti alle parti. sono esonerati dal rendere conto dei relativi incartamenti. devono trasmettere i relativi incartamenti all'Archivio di Stato, dandone notizia alle parti. devono trasmettere i relativi incartamenti al Ministero della giustizia, dandone notizia alle parti.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, se i cancellieri eccepiscano l'esonero dalla responsabilità per i relativi incartamenti, la parte alla quale l'eccezione sia opposta può: deferire loro giuramento per accertare la mancata restituzione degli atti e delle carte. deferire loro giuramento perché dichiarino se ritengono o sanno dove si trovano gli atti e le carte. provare per iscritto che gli atti e le carte erano stati depositati presso di essi in custodia. provare per iscritto che gli atti e le carte non sono stati restituiti.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, se i patrocinatori legali eccepiscano l'esonero dalla responsabilità per i relativi incartamenti, la parte alla quale l'eccezione sia opposta può: provare per iscritto che gli atti e le carte non sono stati restituiti. provare per iscritto che gli atti e le carte erano stati depositati presso di essi in custodia. deferire loro giuramento per accertare la mancata restituzione degli atti e delle carte. deferire loro giuramento perché dichiarino se ritengono o sanno dove si trovano gli atti e le carte.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, se gli avvocati eccepiscano l'esonero dalla responsabilità per i relativi incartamenti, la parte alla quale l'eccezione sia opposta può: provare per iscritto che gli atti e le carte non sono stati restituiti. provare per iscritto che gli atti e le carte erano stati depositati presso di essi in custodia. deferire loro giuramento perché dichiarino se ritengono o sanno dove si trovano gli atti e le carte. deferire loro giuramento per accertare la mancata restituzione degli atti e delle carte.
Trascorsi tre anni dopo che le liti sono state decise o sono altrimenti terminate, i patrocinatori legali: devono trasmettere i relativi incartamenti all'Archivio di Stato, dandone notizia alle parti. sono esonerati dal rendere conto dei relativi incartamenti. devono trasmettere i relativi incartamenti al Ministero della giustizia, dandone notizia alle parti. devono restituire i relativi incartamenti alle parti.
La prescrizione si verifica: in tutti i casi, quando è compiuto l'ultimo giorno del termine. quando è compiuto l'ultimo giorno del termine di legge o quello diverso convenuto fra le parti. quando è compiuto l'ultimo giorno del termine anche se festivo. quando è compiuto l'ultimo giorno del termine, se non è diversamente previsto dalla legge o dal titolo.
Nel computo dei termini di prescrizione, se il termine scade in giorno festivo: è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo soltanto se la parti lo abbiano espressamente convenuto. è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo. è anticipato di diritto al giorno precedente non festivo. è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo, nel caso si tratti di prescrizione quinquennale; è anticipato di diritto al giorno precedente non festivo, se si tratti di prescrizione decennale.
Nel computo dei termini di prescrizione: non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale. non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica alle ore 24,00 del giorno precedente quello finale. si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare del giorno finale. non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare delle ore 14,00 del giorno finale.
Quando un determinato diritto deve essere esercitato entro un dato termine sotto pena di decadenza, si applicano le norme relative alla sospensione della prescrizione? Sì, sempre. No, in nessun caso. No, salvo che sia disposto altrimenti. Sì, salvo che sia disposto altrimenti.
Quando un determinato diritto deve esercitarsi entro un dato termine sotto pena di decadenza si applicano le norme relative all'interruzione della prescrizione? No. Sì, ma solo se trattasi di un diritto di natura personale. Sì, sempre. Sì, ma solo se trattasi di un diritto di natura patrimoniale.
Il patto con il quale le parti stabiliscono termini di decadenza è: annullabile, qualora i termini rendano eccessivamente difficile a una delle parti l'esercizio del diritto. valido, anche se i termini rendano eccessivamente difficile a una delle parti l'esercizio del diritto, purché il patto sia stipulato per atto pubblico. valido, anche se i termini rendano eccessivamente difficile a una delle parti l'esercizio del diritto, purché il patto sia stipulato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata. nullo, qualora i termini rendano eccessivamente difficile a una delle parti l'esercizio del diritto.
Il riconoscimento del diritto proveniente dalla persona contro la quale si deve far valere il diritto soggetto a decadenza può impedirne la decadenza? Sì, soltanto se si tratta di un termine stabilito da una norma di legge relativa a diritti disponibili e non anche se si tratta di un termine stabilito dal contratto. Sì, soltanto se si tratta di un termine stabilito da un contratto e non anche se si tratta di un termine stabilito da una norma di legge relativa a diritti disponibili. Sì, se si tratta di un termine stabilito dal contratto o da una norma di legge relativa a diritti disponibili. Sì, ma soltanto qualora le parti abbiano stipulato per iscritto un patto che preveda espressamente che il riconoscimento impedisce la decadenza.
Nei casi in cui la decadenza è impedita: il termine comincia a decorrere nuovamente. il diritto resta soggetto alle disposizioni che regolano la prescrizione. il diritto resta soggetto alle disposizioni che regolano la prescrizione, ma il termine applicabile è quello originariamente previsto per la decadenza. il termine comincia a decorrere nuovamente, ma non può essere più interrotto.
La disciplina legale della decadenza può essere modificata dalle parti? No, se questa è stabilita dalla legge in materia non sottratta alla disponibilità delle parti. No, se questa è stabilita dalla legge in materia sottratta alla disponibilità delle parti. Sì, sempre, purché le parti convengano di modificarla con patto stipulato per iscritto. Sì, sempre, purché le parti convengano di modificarla con patto stipulato per atto pubblico.
La decadenza può essere rilevata d'ufficio dal giudice? No, salvo che, trattandosi di materia sottratta alla disponibilità delle parti, il giudice debba rilevare le cause d'improponibilità dell'azione. No, in nessun caso. Sì, anche in materia di diritti disponibili, ma soltanto qualora essa risulti dagli atti della parte contro la quale si fa valere il diritto soggetto a decadenza. Sì, in ogni caso.
Le incapacità all'ufficio tutelare sono indicate dal codice civile. Sussiste incapacità, tra gli altri, per... I membri del Sacro collegio. I Ministri Segretari di Stato. I Presidenti delle Assemblee legislative. Coloro che non hanno la libera amministrazione del proprio patrimonio.
Sono dispensati dall'ufficio tutelare, tra gli altri,... Coloro che sono stati esclusi dalla tutela per disposizione scritta del genitore che per ultimo ha esercitato la patria potestà. I falliti che non sono stati cancellati dal registro dei falliti. I Presidenti delle assemblee legislative. Coloro che non hanno la libera amministrazione del proprio patrimonio.
Sono dispensati a domanda dall'ufficio di tutore, tra gli altri,... Il Presidente del Consiglio dei ministri. I Presidenti delle Assemblee legislative. Le persone che hanno più di tre figli minori. I membri del Sacro Collegio.
Ai sensi dell'art. 374 del c.c., il tutore deve essere autorizzato dal giudice tutelare per... Procedere a divisioni o promuovere i relativi giudizi. Promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi. Fare compromessi e transazioni o accettare concordati. Costituire pegni o ipoteche.
Il tutore deve essere autorizzato dal tribunale per... Costituire pegni o ipoteche. Promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi. Accettare eredità o rinunciarvi, accettare donazioni o legati soggetti a pesi o a condizioni. Fare contratti di locazione d'immobili oltre il novennio o che in ogni caso si prolunghino oltre un anno dopo il raggiungimento della maggiore età.
Che efficacia ha la donazione a favore di chi è stato protutore del donante? È valida e efficace. È nulla, se fatta prima che sia stato approvato il conto o sia estinta l'azione per il rendimento del conto medesimo. È nulla in ogni caso. È annullabile, se fatta prima che sia stato approvato il conto o sia estinta l'azione per il rendimento del conto medesimo.
Il proprietario del fondo può legittimamente impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, quando chi lo chiede non è munito della licenza di caccia rilasciata dall'autorità amministrativa? Sì. Può impedirlo solo ad un minore. Sì, ma solo se il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge. Sì, ma solo nel caso in cui vi siano colture suscettibili di danno.
Ai sensi dell'art. 873 del c.c. le costruzioni su fondi finitimi, se non sono unite o aderenti,... Devono essere tenute a distanza superiore a due metri. Devono essere tenute a distanza non minore di tre metri e nei regolamenti locali può essere stabilita una distanza maggiore. Devono essere tenute a distanza non minore di tre metri. Devono essere tenute a distanza non minore di quattro metri.
Secondo quanto dispone il codice civile il proprietario di un fondo contiguo al muro altrui può chiederne la comunione... Ma solo per tutta la sua altezza. Per tutta l'altezza o parte di essa, purché lo faccia per tutta l'estensione della sua proprietà. E per ottenerla è sufficiente che paghi la metà del valore del suolo su cui il muro è costruito. Semplicemente pagando al vicino il valore della porzione di muro che intende utilizzare.
Ai sensi dell'art. 874 del c.c. il proprietario di un fondo contiguo al muro altrui può chiederne la comunione... Per tutta l'altezza o per parte di essa, anche per una parte soltanto dell'estensione della sua proprietà. Per tutta l'altezza o parte di essa, purché lo faccia per tutta l'estensione della sua proprietà. Semplicemente pagando al vicino il valore del suolo su cui il muro è costruito. E per ottenerla è sufficiente che paghi al vicino la parte di muro resa comune.
Se il vicino vuole servirsi del muro esistente sul confine solo per innestarvi un capo del proprio muro,... Non ha l'obbligo di renderlo comune, ma deve pagare una indennità per l'innesto. Ha l'obbligo di renderlo comune e di pagare una indennità per l'innesto. Non ha l'obbligo di renderlo comune, ma deve pagare il valore del suolo su cui il muro è costruito. Deve pagare la metà del valore del muro di cui intende servirsi.
A norma delle disposizioni di cui all'art. 880 del c.c. il comproprietario di un muro comune può esimersi dall'obbligo di contribuire alle spese di ricostruzione? Sì, rinunziando al diritto di comunione purché il muro comune non sostenga un edificio di sua spettanza. Sì, rinunziando al diritto di comunione in qualsiasi momento e senza alcuna condizione. Purché vi sia l'accordo di tutti gli altri comproprietari. Sì, purché la rinunzia contenga la previsione dell'obbligo per il rinunziante di provvedere alle sole ricostruzioni cui abbia dato causa col fatto proprio.
Quale è la distanza che, ai sensi del Codice Civile, bisogna osservare per aprire un pozzo od una cisterna presso il confine? Almeno due metri tra il confine ed il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, anche nel caso di muro divisorio sul confine. Almeno tre metri tra il confine ed il punto più vicino del pozzo o della cisterna. Almeno due metri tra il confine ed il punto più vicino del perimetro interno delle opere a meno che il muro divisorio sia sul confine. In questo caso è sufficiente una distanza minima di un metro e mezzo. Almeno due metri tra il confine ed il punto più vicino del pozzo o della cisterna; nel caso di muro divisorio sul confine la distanza si riduce ad un metro.
Quale è la distanza che, ai sensi del Codice Civile, bisogna osservare per aprire fosse di latrina o di concime presso il confine? Il Codice Civile nulla dispone in proposito, demandando la disciplina ai regolamenti locali. Almeno due metri tra il confine ed il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, anche nel caso di muro divisorio sul confine. Almeno un metro se sul confine si trova un muro divisorio, due metri in assenza di muro divisorio. Almeno quattro metri in assenza di muro divisorio sul confine, altrimenti tre metri.
Quale è la distanza che, ai sensi del codice civile, deve osservare chi vuole scavare fossi o canali presso il confine? Una distanza pari al doppio della profondità del fosso o del canale. Una distanza eguale alla profondità del fosso o del canale. Il Codice Civile nulla dispone in proposito, demandando la disciplina ai regolamenti locali. Due metri tra il confine e il centro del fosso o canale.
Quale dei seguenti requisiti non è richiesto dal codice civile per le luci che si aprono sul fondo del vicino? Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di due metri e mezzo dal pavimento o dal suolo del luogo al quale si vuole dare luce e aria, se esse sono al piano terreno. Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di tre metri dal suolo del fondo vicino. Essere munite di inferriata idonea a garantire la sicurezza del vicino. Essere munite di grata fissa in metallo con maglie di superficie non maggiore di 3 centimetri quadrati.
Quale dei seguenti requisiti non è richiesto dal codice civile per le luci che si aprono sul fondo del vicino? Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di due metri e mezzo dal pavimento, se sono al pian terreno. Avere di norma il lato inferiore ad una altezza non minore di due metri e mezzo dal suolo del fondo vicino. Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di due metri dal pavimento se sono ai piani superiori. Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di tre metri dal suolo del fondo vicino.
Non si possono aprire vedute dirette verso il fondo del vicino se tra il fondo di questi e la faccia esteriore del muro in cui si aprono le vedute non vi sia la distanza di... Un metro e mezzo. Tre metri, nel caso le vedute dirette siano aperte sopra il tetto del vicino. 75 centimetri. Due metri, nel caso le vedute dirette siano aperte verso un fondo chiuso.
Quale è la distanza che bisogna osservare per l'apertura di vedute laterali od oblique sul fondo del vicino? Cinquanta centimetri dal più lontano lato della finestra o dal più lontano sporto. 75 centimetri dal più vicino lato della finestra o dal più vicino sporto. 75 centimetri dal più lontano lato della finestra o dal più lontano sporto. Un metro dal più vicino lato della finestra o dal più vicino sporto.
Le imposte e gli altri pesi che gravano sul fondo sul quale è costituita enfiteusi... Sono a carico dell'enfiteuta, salve le disposizioni delle leggi speciali. Sono a carico dell'enfiteuta e del concedente in parti uguali. Sono a carico del concedente, salve le disposizioni delle leggi speciali. Sono a carico dell'enfiteuta e non è configurabile per il titolo costitutivo porle a carico del concedente.
Sono a carico dell'usufruttuario durante l'usufrutto... I carichi annuali, come le imposte, i canoni, le rendite fondiarie e gli altri pesi che gravano sul reddito, nonché i carichi imposti sulla proprietà. In ogni caso i carichi imposti sulla proprietà. I carichi imposti sulla proprietà, salvo diverse disposizioni di legge. I carichi annuali, come le imposte, i canoni, le rendite fondiarie e gli altri pesi che gravano sul reddito.
Il partecipante alla comunione che rinunzi al suo diritto si libera dall'obbligo di contribuire alle spese necessarie per la conservazione e il godimento della cosa comune? Sì, purché non le abbia anche tacitamente approvate. Sì, anche qualora le abbia precedentemente approvate. No, si libera solo di quelle necessarie per la conservazione della cosa. No, si libera solo di quelle necessarie per il godimento della cosa.
Per le locazioni della cosa comune di durata superiore a nove anni occorre il consenso... Della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. Di tutti i partecipanti alla comunione. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i tre quarti del valore complessivo della cosa comune.
Per gli atti di costituzione di diritti reali sulla cosa comune occorre il consenso... Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i tre quarti del valore complessivo della cosa comune. Di tutti i partecipanti alla comunione. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote.
In base alla normativa dettata dal Codice Civile in relazione al condominio negli edifici, in caso di innovazioni economicamente molto gravose o voluttuarie, un condomino che non intende trarne vantaggio può sottrarsi al pagamento di un qualsiasi contributo nella spesa? Sì, se l'innovazione consiste in opere, impianti o manufatti suscettibili di utilizzazione separata; in tal caso essi non hanno per il futuro la possibilità di partecipare ai vantaggi della innovazione in alcun modo. Sì, se l'innovazione consiste in opere, impianti o manufatti suscettibili di utilizzazione separata. No, anche nel caso in cui l'innovazione sia suscettibile di utilizzazione separata. No, ma contribuisce alla spesa nella misura del 50%.
Contro le deliberazioni dell'assemblea contrarie alla legge o al regolamento di condominio, ogni condomino dissenziente può fare ricorso all'autorità giudiziaria. Tale ricorso... Deve essere proposto sotto pena di decadenza entro trenta giorni, che decorrono in ogni caso dalla data della deliberazione. Sospende in ogni caso l'esecuzione del provvedimento. Non sospende l'esecuzione del provvedimento, salvo che la sospensione sia ordinata dall'autorità stessa. Sospende l'esecuzione del provvedimento solo se ha per oggetto l'effettuazione di spese straordinarie.
Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato... Tra più debiti ugualmente onerosi per il debitore, al più antico. In ogni caso, proporzionalmente ai vari debiti. Tra più debiti scaduti, a quello più garantito. Tra più debiti ugualmente garantiti, al meno oneroso per il debitore.
Il pagamento eseguito dal debitore in conto di capitale e di interessi deve essere imputato, ai sensi del codice civile,... Prima al capitale. Prima agli interessi. Secondo le indicazioni fornite dal debitore. Secondo le indicazioni fornite dal creditore.
Il creditore che riceve il pagamento di una obbligazione deve farne annotazione sul titolo? Solo se questo non è restituito al debitore. No, in alcun caso. Sì, sempre. Solo se questo è restituito al debitore.
In quale dei seguenti casi, ai sensi dell'art. 1203 del codice civile, ha luogo di diritto la surrogazione? A vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi, del suo pegno o delle sue ipoteche. Solo a vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. In tutti i casi in cui un terzo adempia all'obbligazione del debitore principale anche se in modo parziale.
Nell'obbligazione, quando il creditore è in mora... È a suo carico l'impossibilità della prestazione sopravvenuta per causa non imputabile al debitore. Non è tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora, ma sostiene le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta. È tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora. Le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta sono a carico del debitore. Resta comunque a carico del debitore l'onere dell'impossibilità della prestazione per causa a lui non imputabile.
Nell'obbligazione, quando il creditore è in mora... Resta comunque a carico del debitore l'onere dell'impossibilità della prestazione per causa a lui non imputabile. Non sono più dovuti gli interessi né i frutti della cosa che non siano stati percepiti dal debitore. Non è tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora, ma sostiene le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta. È tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora. Le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta sono a carico del debitore.
Nell'obbligazione, quando il creditore è in mora... Resta comunque a carico del debitore l'onere dell'impossibilità della prestazione per causa a lui non imputabile. È tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora e a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta. Non è tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora, ma sostiene le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta. È tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora. Le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta sono a carico del debitore.
Il debitore è costituito in mora... Anche mediante semplice richiesta verbale. Solo mediante intimazione fatta con atto notificato nelle forme prescritte per gli atti di citazione. Tra l'altro, mediante richiesta fatta per iscritto. Solo mediante richiesta fatta con scrittura privata autenticata.
Le disposizioni sulla mora del debitore si applicano alle obbligazioni di non fare? No. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che dal titolo risulti una contraria volontà delle parti. No, tranne nel caso in cui dal titolo risulti una contraria volontà delle parti.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, in caso di costituzione in mora del debitore sono dovuti gli interessi legali dal giorno della mora? Solo se il creditore prova di aver sofferto un danno apprezzabile. Sì, anche se non erano dovuti precedentemente e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno. Solo se erano dovuti anche precedentemente. No, in nessun caso.
A norma del codice civile, nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, in caso di costituzione in mora del debitore, se prima della mora non erano dovuti interessi, sono dovuti gli interessi moratori in assenza di una specifica pattuizione? Sì, nella misura legale e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno. Sì, in misura superiore a quella legale. No, in nessun caso. Sì, nella misura legale ma solo se il creditore prova di aver sofferto un danno.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, se è stata convenuta la misura degli interessi moratori è dovuto, in caso di costituzione in mora del debitore, l'ulteriore risarcimento al creditore che dimostra di aver subito un danno maggiore? No. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che gli interessi moratori siano stati convenuti in misura superiore a quella legale. Sì, se prova di aver subito un danno maggiore rispetto agli interessi moratori.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di denaro sono dovuti gli interessi legali dal giorno della mora? Sì, ma solo se erano dovuti precedentemente. Sì, se il creditore prova di aver sofferto il danno. Sì, anche se non erano dovuti precedentemente e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno. No, salvo che siano espressamente richiesti nella costituzione in mora.
Se l'inadempimento o il ritardo non dipende da dolo del debitore, il risarcimento: È limitato al danno che poteva prevedersi nel tempo in cui è sorta l'obbligazione. È limitato al danno che poteva prevedersi nel tempo in cui è sorta l'obbligazione diminuito della metà. È comunque dovuto, senza alcuna limitazione e con riferimento al danno effettivamente sofferto dal creditore. È limitato alla liquidazione del danno offerta dal debitore che risponda a criteri di equità da valutarsi secondo la media dei risarcimenti liquidati con riferimento a eventi analoghi.
In materia di responsabilità per fatto degli ausiliari, l'art. 1228 del codice civile dispone che... Salvo diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, risponde anche dei fatti dolosi o colposi di costoro. Salvo diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, risponde dei fatti dolosi di costoro ed è per tanto esclusa la responsabilità per i fatti colposi. È nullo qualsiasi patto che esclude o limita la responsabilità del debitore per fatti dolosi o colposi dei terzi di cui egli si sia avvalso nell'adempimento dell'obbligazione. Salvo diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, risponde anche dei fatti colposi di costoro. È esclusa la responsabilità per i fatti dolosi.
In quale momento la dichiarazione del creditore di rimettere il debito estingue l'obbligazione? Nel momento in cui il creditore ha conoscenza dell'accettazione del debitore. Nel momento in cui la dichiarazione viene emessa. Nel momento in cui il debitore ne viene a conoscenza, ancorché dichiari di non volerne profittare. Nel momento in cui la dichiarazione è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare.
La dichiarazione del creditore di rimettere il debito estingue automaticamente l'obbligazione? Sì. No, l'estingue soltanto quando il debitore dichiara per iscritto di accettare la remissione. Nel momento in cui il debitore ne viene a conoscenza, ancorché dichiari di non volerne profittare. No, l'estingue quando è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare.
La restituzione volontaria del titolo originale del credito, fatta dal creditore al debitore, costituisce prova della liberazione? Sì, limitatamente al debitore a cui è stato restituito il titolo originale del credito. Sì, nei soli confronti dei terzi creditori del debitore. Sì, anche rispetto ai condebitori in solido. No, è sempre necessaria una dichiarazione esplicita del creditore.
La compensazione non si verifica, qualunque sia il titolo dell'uno o dell'altro debito, tra l'altro,... Quando i debiti hanno ad oggetto una quantità di cose fungibili dello stesso genere. Quando un credito è dichiarato impignorabile. Quando i due debiti non sono pagabili nello stesso luogo. Quando sia stata concessa gratuitamente una dilazione dal creditore.
La compensazione non si verifica, qualunque sia il titolo dell'uno o dell'altro debito,... Nel solo caso di divieto stabilito dalla legge. Quando sia stata concessa gratuitamente una dilazione dal creditore. Tra l'altro, quando la rinunzia alla compensazione è stata fatta preventivamente dal debitore. Tra l'altro, quando i due debiti non sono pagabili nello stesso luogo.
Qualora l'obbligazione si estingua per compensazione, sono pregiudicati i terzi che hanno acquistato diritti di usufrutto su uno dei crediti? No, mai. Sì, se l'usufrutto è a tempo determinato. Sì, sempre. No, tranne nel caso di usufrutto vitalizio.
Le parti possono pattuire la incedibilità del credito? Sì, ma il patto non è opponibile al cessionario, se non si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione. No, in alcun caso. Sì, e tale patto è sempre opponibile al cessionario. Sì, e il patto è opponibile anche al cessionario se egli non prova che non lo conosceva al tempo della cessione.
Se il medesimo credito ha formato oggetto di più cessioni da parte del creditore a persone diverse prevale... Quella di data anteriore, ancorché notificata od accettata dal debitore successivamente ad altra di data posteriore. La cessione notificata per prima al debitore o quella che è stata prima accettata dal debitore con atto di data certa, ancorché essa sia di data posteriore. In ogni caso quella di cui il debitore abbia comunque avuto notizia. Sempre quella notificata per prima al debitore.
Se il medesimo credito ha formato oggetto di più cessioni da parte del creditore a persone diverse prevale... Quella di cui il debitore abbia comunque avuto notizia. Quella notificata per prima al debitore, o quella che è stata prima accettata dal debitore con atto di data certa, ancorché essa sia di data posteriore. Quella di data anteriore, ancorché notificata od accettata dal debitore successivamente ad altra di data posteriore. In ogni caso quella notificata per prima al debitore.
Nelle obbligazioni alternative, ove non diversamente pattuito, la dichiarazione di scelta della prestazione comunicata dal debitore all'altra parte... Non incide sulla possibilità di revocare la scelta. È vincolante solo se accettata dall'altra parte. È irrevocabile solo se convalidata dal giudice. Rende la scelta irrevocabile.
L'obbligazione alternativa si considera semplice: Se una delle due prestazioni non poteva formare oggetto di obbligazione, o se è divenuta impossibile per causa imputabile al debitore. Se una delle due prestazioni non poteva formare oggetto di obbligazione, o se è divenuta impossibile per causa non imputabile ad alcuna delle parti. Se stipulata verbalmente. Se una delle due prestazioni non poteva formare oggetto di obbligazione, o se è divenuta impossibile per causa imputabile al creditore.
Il riconoscimento del debito... Fatto da uno dei debitori in solido ha effetto riguardo agli altri debitori. Se è fatto da uno dei debitori in solido ha effetto solo nei confronti del debitore principale. Se è fatto dal debitore nei confronti di uno dei creditori in solido non giova gli altri. Fatto da uno dei debitori in solido non ha effetto riguardo agli altri debitori.
A norma dell'art. 1310 del c.c. gli atti con i quali... Uno dei creditori in solido interrompe la prescrizione contro il debitore comune hanno effetto riguardo agli altri creditori. Uno dei creditori in solido interrompe la prescrizione contro il debitore comune non hanno effetto riguardo agli altri creditori. Il creditore interrompe la prescrizione contro uno dei debitori in solido non ha effetto riguardo agli altri debitori. Uno dei creditori in solido interrompe la prescrizione contro il debitore comune hanno effetto riguardo agli altri creditori, salvo diversa convenzione tra le parti.
Quando la proposta è fatta dall'imprenditore nell'esercizio della sua impresa, perde efficacia se l'imprenditore stesso muore o diviene incapace prima della conclusione del contratto? No, in alcun caso. Sì, in ogni caso. No, salvo che si tratti di piccoli imprenditori o che diversamente risulti dalla natura dell'affare o da altre circostanze. Sì, salvo che si tratti di piccoli imprenditori.
Gli atti unilaterali producono effetti... Dal momento in cui pervengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati. Dal momento in cui sono accettati dal destinatario. Dal momento in cui l'accettazione del destinatario perviene a conoscenza del proponente. Dal momento in cui vengono trasmessi al destinatario.
Le condizioni contrattuali che stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilità... Hanno effetto anche se non sono specificamente approvate per iscritto. Sono sempre prive di efficacia. Non hanno effetto se non sono approvate, in qualsiasi forma richiesta da chi le ha predisposte. Non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto.
Le condizioni contrattuali che sanciscono, a carico dell'altro contraente, clausole compromissorie... Hanno effetto anche se non sono specificamente approvate per iscritto. Non hanno effetto in alcun caso. Non hanno effetto se non sono stipulate con specifico contratto, diverso da quello al quale si riferiscono. Non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto.
Le condizioni contrattuali che sanciscono, a carico dell'altro contraente, limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni... Hanno effetto anche se non sono specificamente approvate per iscritto. Non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto. Non hanno effetto se non sono stipulate con specifico contratto, diverso da quello al quale si riferiscono. Non hanno effetto se non sono approvate, in qualsiasi forma richiesta da chi le ha predisposte.
In un contratto concluso mediante la sottoscrizione di un modulo o formulario, predisposto per disciplinare in maniera uniforme determinati rapporti contrattuali, una clausola aggiunta al modulo o al formulario... Si ha in ogni caso per non apposta. Prevale su quelle del formulario qualora sia incompatibile con esse, anche se queste ultime non sono state cancellate. Prevale su quelle del formulario qualora sia incompatibile con esse, solo se queste ultime siano state cancellate. Non ha effetto se incompatibile con le clausole del formulario.
Se a una delle parti è attribuita la facoltà di recedere dal contratto, tale facoltà... Può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione, salvo patto contrario. Può essere esercitata in qualunque momento, anche senza preavviso. Può essere esercitata in qualunque momento, purché con adeguato preavviso. Non può essere esercitata nei contratti ad esecuzione continuata o periodica.
Può in un contratto ad esecuzione continuata o periodica riconoscersi ad una delle parti la facoltà di recedere dal contratto? Sì, e tale facoltà può essere esercitata anche successivamente all'inizio di esecuzione delle prestazioni, ma non ha effetto per quelle già eseguite o in corso di esecuzione, salvo patto contrario. Sì, tale facoltà può essere esercitata anche successivamente all'inizio di esecuzione delle prestazioni, ma non ha effetto per quelle già eseguite o in corso di esecuzione, salvo patto contrario; non ha in ogni caso effetto per quelle già eseguite. Sì, tale facoltà può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione. L'ipotesi non sussiste: nei contratti ad esecuzione continuata o periodica non è consentito il recesso unilaterale.
Nei contratti ad esecuzione continuata o periodica la facoltà di recesso unilaterale può essere esercitata da una delle parti anche successivamente all'inizio delle prestazioni. Conseguentemente... Il recesso ha sempre effetto anche per le prestazioni già eseguite. Il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione, salvo patto contrario. Il recesso ha sempre effetto per le prestazioni in corso di esecuzione e per quelle successive. Il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione; è nullo ogni patto contrario.
Allo scopo di sottrarre un bene immobile all'esecuzione dei propri creditori, il soggetto A ne simula la vendita al soggetto B il quale successivamente lo vende al soggetto C, ignaro di aver acquistato da un proprietario apparente. I creditori del simulato alienante... Potranno opporre la simulazione al soggetto C solo se la trascrizione della domanda di simulazione è successiva alla trascrizione della vendita dal soggetto B al soggetto C. Potranno sempre opporre la simulazione al soggetto C purché il credito sia anteriore alla vendita. Potranno agire direttamente sul bene poiché questo non è mai uscito dal patrimonio del soggetto A. Potranno opporre la simulazione al soggetto C solo se la trascrizione della domanda di simulazione precede la trascrizione della vendita dal soggetto B al soggetto C.
Un contratto nullo può produrre effetti? Si può produrre gli effetti di un contratto diverso, del quale contenga i requisiti di sostanza e di forma, qualora, avuto riguardo allo scopo perseguito dalle parti, debba ritenersi che esse lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la nullità. No, in nessun caso. Sì, purché i contraenti abbiano espressamente approvato una clausola in tal senso. Si può produrre gli effetti di un contratto o di un negozio unilaterale diverso, del quale contenga i requisiti di sostanza e di forma, qualora, avuto riguardo allo scopo perseguito dalle parti, debba ritenersi che esse lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la nullità.
Quando la violenza si manifesta attraverso il male minacciato a persone diverse dal contraente, dal suo coniuge, e dai suoi discendenti o ascendenti,... Il contratto è sempre annullabile. Il contratto è valido. L'annullamento del contratto è rimesso alla prudente valutazione delle circostanze da parte del giudice. L'annullamento del contratto è rimesso alla prudente valutazione delle circostanze da parte del giudice, che in ogni caso prescinde dall'accertamento dell'ingiustizia del male minacciato.
Ai sensi dell'art. 1464 del codice civile, quando la prestazione di una parte è divenuta solo parzialmente impossibile, quale diritto è accordato all'altra parte? Ha diritto ad una corrispondente riduzione della prestazione dovuta ed al risarcimento del danno. Ha diritto a una corrispondente riduzione della prestazione da essa dovuta, e può anche recedere dal contratto qualora non abbia un interesse apprezzabile all'adempimento parziale. Ha diritto a chiedere la risoluzione del contratto, oltre al risarcimento del danno. Ha diritto a chiedere l'adempimento totale o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso il risarcimento del danno.
Se la cosa venduta risulta gravata da garanzie reali o da vincoli derivanti da pignoramento o da sequestro, non dichiarati dal venditore e dal compratore stesso ignorati,... Il compratore può sospendere il pagamento del prezzo. Il compratore può immediatamente chiedere la risoluzione del contratto. Il compratore può accordare al venditore un termine alla scadenza del quale, se la cosa non è liberata, il contratto è risolto con obbligo del venditore di risarcire il danno. Il compratore chiede al giudice di fissare un termine, scaduto il quale, se la cosa non è liberata, il contratto è nullo e il compratore ha diritto ad un equo indennizzo.
Se la cosa venduta è gravata da oneri o da diritti reali o personali non apparenti che ne diminuiscono il libero godimento e non sono stati dichiarati nel contratto,... Il compratore che non ne abbia avuto conoscenza deve domandare la risoluzione del contratto. Il compratore che non ne abbia avuto conoscenza può domandare la risoluzione del contratto oppure una riduzione del prezzo. Il compratore che non ne abbia avuto conoscenza può solo domandare una riduzione del prezzo. Il compratore che non ne abbia avuto conoscenza può solo domandare la risoluzione del contratto.
Nel contratto di riporto se entrambe le parti non adempiono le proprie obbligazioni nel termine stabilito,... Il riporto cessa di avere effetto, e ciascuna parte ritiene ciò che ha ricevuto al tempo della stipulazione del contratto, fatta salva la restituzione della differenza. Il contratto non si perfeziona e ciascuna parte restituisce ciò che ha ricevuto al tempo della stipulazione del contratto. Il riporto cessa di avere effetto, e ciascuna parte ritiene ciò che ha ricevuto al tempo della stipulazione del contratto. Il riporto cessa di avere effetto, e ciascuna parte restituisce all'altra ciò che ha ricevuto al tempo della stipulazione del contratto.
Nel contratto estimatorio, se la restituzione delle cose nella loro integrità è divenuta impossibile, chi le ha ricevute... È liberato dall'obbligo di pagare il prezzo se la mancata restituzione dipende da causa di forza maggiore. È in ogni caso liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, ma risponde dei danni. È liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, nel caso in cui la mancata restituzione non è a lui imputabile. Non è liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, anche se la mancata restituzione non è a lui imputabile.
L'appaltatore ha diritto al pagamento del corrispettivo... Quando l'opera è stata ultimata. Solo al momento in cui l'opera è accettata dal committente; è nullo ogni patto contrario. Quando l'opera è accettata dal committente, salvo diversa pattuizione o uso contrario. Quando è stata comunicata al committente l'ultimazione dell'opera.
In materia di difformità e vizi dell'opera appaltata, il codice civile dispone, tra l'altro, che... Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, purché le difformità o i vizi siano stati denunziati prima che sia decorso un anno dalla consegna. Il committente deve, a pena di decadenza, denunziare all'appaltatore le difformità o i vizi entro trenta giorni dalla scoperta. L'appaltatore non è tenuto alla garanzia se il committente ha accettato l'opera e le difformità o i vizi erano da lui conosciuti o erano riconoscibili, purché, in questo caso, non siano stati in mala fede taciuti dall'appaltatore. Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, ancorché non abbia denunziato le difformità o i vizi.
Nel mandato, la dispensa preventiva dall'obbligo di rendiconto non ha effetto... Nel solo caso in cui il mandatario deve rispondere per dolo. Nei casi in cui il mandatario deve rispondere per dolo o per colpa grave. Nel contratto di mandato a titolo oneroso. Se non è espressamente convenuta per iscritto.
Il commissionario che in virtù di patto o di uso è tenuto allo «star del credere»... Risponde nei confronti del committente per l'esecuzione dell'affare; non ha in ogni caso diritto ad una maggiore provvigione. Non risponde nei confronti del committente per l'esecuzione dell'affare, salvo il caso di dolo o colpa grave. Risponde nei confronti del committente per l'esecuzione dell'affare; ha diritto in tal caso, oltre che alla provvigione, ad un compenso o a una maggiore provvigione la quale si determina sempre secondo gli usi del luogo in cui è compiuto l'affare. Risponde nei confronti del committente per l'esecuzione dell'affare.
Nel contratto di agenzia... L'agente che non è in grado di eseguire l'incarico affidatogli è in ogni caso obbligato al risarcimento del danno. L'agente non ha diritto ad una provvigione sugli affari conclusi dopo la data di scioglimento del contratto. L'agente ha diritto al rimborso delle spese di agenzia. Se l'agente ha facoltà di riscuotere i crediti, non può concedere sconti o dilazioni senza speciale autorizzazione.
Se tre persone hanno prestato fideiussione per un medesimo debitore e a garanzia di un medesimo debito,... Ciascuna di esse è di norma obbligata solo per un terzo del debito e non ha efficacia l'eventuale patto per il beneficio della divisione. Ciascuna di esse è obbligata solo per un terzo del debito, ma ne risponderà per l'intero in caso di insolvenza dell'altro fideiussore. Ciascuna di esse è obbligata per l'intero debito salvo che sia stato pattuito il beneficio della divisione. Ciascuna di esse è di norma obbligata solo per un terzo del debito.
Che efficacia ha la transazione fatta, in tutto o in parte, sulla base di documenti che in seguito sono stati riconosciuti falsi? È annullabile nel solo caso i documenti siano non conformi al vero per errore. È nulla. È annullabile. È annullabile nel solo caso la falsità riconosciuta derivi da dolo.
Chi, senza esservi obbligato, assume scientemente la gestione di un affare altrui, è tenuto a continuarla e a condurla a termine? Sì, finché l'interessato non sia in grado di provvedervi da se stesso. Sì, finché l'interessato non sia in grado di provvedervi da se stesso, e l'obbligo di continuare la gestione cessa se l'interessato muore prima che l'affare sia terminato. No, ma se la interrompe deve dare un preavviso all'interessato di almeno tre giorni. No. Può interromperla in qualsiasi momento.
Che efficacia ha, ai sensi dell'art. 2701 del codice civile, il documento formato da ufficiale pubblico incapace, se è stato sottoscritto dalle parti? Ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, se tutte le parti ritenevano che chi lo ha redatto aveva la capacità di formarlo. Ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, salvo rivalsa nei confronti dell'ufficiale pubblico incapace. Non ha alcuna efficacia. Ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata.
Che efficacia ha, ai sensi dell'art. 2701 del codice civile, il documento formato da ufficiale pubblico senza l'osservanza delle formalità prescritte, se è sottoscritto dalle parti? Ha la stessa efficacia probatoria della scrittura privata. Ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, se tutte le parti ritenevano che chi lo ha redatto aveva la capacità di formarlo. Non ha alcuna efficacia. Ha la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico, salvo rivalsa nei confronti dell'ufficiale pubblico incapace.
È ammessa, ai sensi dell'art. 2725 del codice civile, la prova per testimoni quando la forma scritta di un contratto è richiesta sotto pena di nullità? Sì, soltanto nel caso in cui il contraente abbia senza sua colpa perduto il documento che gli forniva la prova. Sì, soltanto nel caso in cui il contraente è stato nell'impossibilità morale o materiale di procurarsi una prova scritta. No, in nessun caso. Sì, ma solo nel caso in cui il documento sia stato smarrito da un terzo pienamente affidabile, cui sia stato consegnato per ragioni apprezzabili.
Il materia di presunzioni semplici, l'art. 2729 del codice civile stabilisce, tra l'altro, che... Il giudice può ammettere le presunzioni anche se non gravi, precise e concordanti. Le presunzioni possono essere ammesse anche nei casi in cui la legge esclude la prova per testimoni. Anche quando presentino i caratteri della gravità, precisione e concordanza, non costituiscono una prova completa, della quale il giudice può avvalersi, al fine della formazione del proprio convincimento. Le presunzioni non stabilite dalla legge sono lasciate alla prudenza del giudice.
Dispone l'art. 2735 del codice civile che la confessione stragiudiziale... Fatta alla parte o a chi la rappresenta ha la stessa efficacia probatoria di quella giudiziale. Fatta a un terzo o contenuta in un testamento ha la stessa efficacia probatoria di quella giudiziale. Può provarsi per testimoni anche se verte su un oggetto per il quale la prova testimoniale non è ammessa dalla legge. Fatta ad un terzo costituisce una prova legale, come la confessione giudiziale e stragiudiziale fatta alla parte o a chi la rappresenta.
Dispone l'art. 2735 del codice civile che la confessione stragiudiziale... Fatta alla parte o a chi la rappresenta è liberamente apprezzata dal giudice. Può provarsi per testimoni anche se verte su un oggetto per il quale la prova testimoniale non è ammessa dalla legge. Fatta a un terzo o contenuta in un testamento, è liberamente apprezzata dal giudice. Fatta ad un terzo ha valore di prova legale e non può quindi essere liberamente apprezzata dal giudice.
Nel concorso di crediti aventi privilegio generale o speciale sulla medesima cosa, quale dei seguenti crediti ha diritto di precedenza nell'esercizio della prelazione? Crediti dipendenti da reato, di cui all'art. 2768, sulle cose sequestrate, nei casi e secondo l'ordine stabiliti dal codice penale e dal codice di procedura penale. Crediti della banca per le anticipazioni del prezzo. Crediti per contributi ad istituti, enti o fondi speciali che gestiscono forme di assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, di cui all'art. 2753. Crediti per le imposte sui redditi immobiliari, di cui all'art. 2771, quando il privilegio si esercita separatamente sopra i frutti, i fitti e le pigioni degli immobili.
Nel concorso di crediti aventi privilegio generale o speciale sulla medesima cosa, quale dei seguenti crediti ha diritto di precedenza nell'esercizio della prelazione? Crediti per prestazioni e spese di conservazione e miglioramento di beni mobili di cui all'art. 2756. Crediti per le imposte sui redditi immobiliari, di cui all'art. 2771, quando il privilegio si esercita separatamente sopra i frutti, i fitti e le pigioni degli immobili. Crediti per risarcimento di cui all'art. 2767. Crediti per i canoni enfiteutici di cui all'art. 2763.
Nel concorso di crediti aventi privilegio generale o speciale sulla medesima cosa, quale dei seguenti crediti ha diritto di precedenza nell'esercizio della prelazione? Crediti del locatore e crediti del concedente dipendenti dai contratti di mezzadria e colonia di cui agli artt. 2764 e 2765. Crediti per le mercedi dovute ai lavoratori impiegati nelle opere di coltivazione e di raccolta di cui all'art. 2757. Crediti per prestazioni e spese di conservazione e miglioramento di beni mobili di cui all'art. 2756. Crediti dell'albergatore di cui all'art. 2760.
Nel concorso di crediti aventi privilegio generale o speciale sulla medesima cosa, quale dei seguenti crediti ha diritto di precedenza nell'esercizio della prelazione? Crediti per sementi e materie fertilizzanti e antiparassitarie e per somministrazione di acqua per irrigazione e crediti per i lavori di coltivazione e di raccolta di cui all'art. 2757. Crediti per le mercedi dovute ai lavoratori impiegati nelle opere di coltivazione e di raccolta di cui all'art. 2757. Crediti del vettore, del mandatario, del depositario e del sequestratario di cui all'art. 2761. Crediti dello Stato per tributi diretti, indicati dal primo comma dell'art. 2752.
Il creditore ha diritto di farsi pagare con prelazione sulla cosa ricevuta in pegno. Al riguardo l'art. 2787 del codice civile dispone che... La prelazione si può far valere solo se la cosa data in pegno è rimasta in possesso del creditore. Se il pegno risulta da polizza o da altra scrittura di enti che, debitamente autorizzati, compiono professionalmente operazioni di credito su pegno, la data della scrittura può essere accertata con ogni mezzo di prova. Quando il credito garantito eccede la somma di euro 12,58, la prelazione ha luogo anche se il pegno non risulta da scrittura con data certa che contenga sufficiente indicazione del credito e della cosa. La prelazione si può far valere in ogni caso, anche se la cosa data in pegno non è rimasta in possesso del creditore o presso il terzo designato dalle parti.
Per il conseguimento di quanto gli è dovuto, il creditore pignoratizio può, ai sensi dell'art. 2798 del codice civile,... Domandare al giudice che la cosa gli venga assegnata in pagamento fino alla concorrenza del debito secondo la stima da farsi con perizia o secondo il prezzo corrente, se la cosa ha un prezzo di mercato. Far vendere la cosa ricevuta in pegno, ma non può mai chiederne l'assegnazione a proprio favore. Solo chiedere l'assegnazione del pegno ma non la sua vendita. Fare propria la cosa ricevuta in pegno senza necessità di alcuna autorizzazione.
Se l'eredità è accettata con beneficio di inventario possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni ereditari? No, possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni solo nel caso di eredità giacente. No, in alcun caso. Sì, sempre. Solo in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte del debitore.
Se si tratta di eredità giacente possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni ereditari? No, possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni solo se l'eredità è accettata con il beneficio d'inventario. No, in alcun caso. Solo in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte del debitore. Sì, sempre.
Nel pignoramento di un bene sono compresi, ai sensi dell'art. 2912 del codice civile, anche gli accessori e le pertinenze? Sì, sono compresi gli accessori, le pertinenze e i frutti della cosa pignorata, qualora la descrizione del bene stesso non contenga elementi tali da far ritenere che, in sede di vendita, si sia inteso escludere la suddetta estensione. No, sono compresi solo gli accessori. Sì, salvo il terreno che circonda un edificio pignorato che non può mai essere considerato come una cosa unica con lo stesso bene pignorato. No, in alcun caso.
Il possesso di buona fede dei beni mobili ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione? Solo nel caso in cui si tratti di universalità di beni mobili che non abbiano data certa. Sì, relativamente ai beni mobili iscritti in pubblici registri. Sì, relativamente ai beni mobili non iscritti in pubblici registri. Sì, sempre.
Nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione, ai sensi dell'art. 2916 del codice civile,... Si tiene conto dei privilegi per la cui efficacia è necessaria l'iscrizione, se questa ha luogo dopo il pignoramento. Si tiene conto delle ipoteche iscritte anche dopo il pignoramento o il sequestro conservativo, in quanto l'ipoteca iscritta anche dopo il pignoramento o il sequestro non è nulla ed è produttiva di effetti nella distribuzione della somma ricavata. Si tiene conto dei privilegi per crediti sorti dopo il pignoramento. Non si tiene conto delle ipoteche, anche se giudiziali, iscritte dopo il pignoramento.
Nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione, ai sensi dell'art. 2916 del codice civile,... Si tiene conto dei privilegi iscritti anche dopo il pignoramento o il sequestro conservativo, in quanto l'ipoteca iscritta anche dopo il pignoramento o il sequestro non è nulla ed è produttiva di effetti nella distribuzione della somma ricavata. Si tiene conto delle ipoteche, anche se giudiziali, iscritte dopo il pignoramento. Non si tiene conto dei privilegi per la cui efficacia è necessaria l'iscrizione, se questa ha luogo dopo il pignoramento. Si tiene conto dei privilegi per crediti sorti dopo il pignoramento.
Nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione, ai sensi dell'art. 2916 del codice civile,... Si tiene conto delle ipoteche, anche se giudiziali, iscritte dopo il pignoramento. Non si tiene conto dei privilegi per crediti sorti dopo il pignoramento. Si tiene conto delle ipoteche iscritte anche dopo il pignoramento o il sequestro conservativo, in quanto l'ipoteca iscritta anche dopo il pignoramento o il sequestro non è nulla ed è produttiva di effetti nella distribuzione della somma ricavata. Si tiene conto dei privilegi per la cui efficacia è necessaria l'iscrizione, se questa ha luogo dopo il pignoramento.
I diritti derivanti dal contratto di spedizione e dal contratto di trasporto... Si prescrivono in tre anni. Si prescrivono in sei mesi, salvo che il trasporto abbia avuto inizio e termine fuori dell'Europa, in tal caso la prescrizione si compie con il decorso di dodici mesi. Si prescrivono in un anno, salvo che il trasporto abbia avuto inizio e termine fuori dell'Europa, in tal caso la prescrizione si compie con il decorso di diciotto mesi. Si prescrivono in un anno anche se il trasporto ha inizio o termine fuori dell'Europa.
Si prescrivono in tre anni, ai sensi dell'art. 2956 del codice civile,... Le indennità spettanti per la cessazione del rapporto di lavoro. I diritti che derivano dai rapporti societari, se la società è iscritta nel registro delle imprese. I diritti dei farmacisti, per il prezzo dei medicinali. I diritti dei notai, per gli atti del loro ministero.
Che diritto hanno sul patrimonio dell'associazione riconosciuta gli associati che comunque abbiano cessato di appartenervi? Non hanno alcun diritto sul patrimonio dell'associazione. Hanno sempre diritto alla ripetizione dei contributi versati. Hanno diritto alla ripetizione dei contributi versati solo nel caso di esclusione dall'associazione. Hanno diritto sul patrimonio dell'associazione ad eccezione del caso in cui la perdita di qualità di socio sia automatica a seguito di statuizione.
Chi può proporre istanza per la revoca dell'interdizione e dell'inabilitazione quando cessano le cause che le hanno determinate? Il coniuge, i parenti e gli affini entro il secondo grado, il tutore dell'interdetto, il curatore dell'inabilitato o il pubblico ministero. Il coniuge, i parenti entro il quarto grado, gli affini entro il secondo grado, il tutore dell'interdetto, il curatore dell'inabilitato o il pubblico ministero, oltreché lo stesso interdetto o inabilitato. Il coniuge, i parenti entro il quarto grado, gli affini entro il secondo grado, il tutore dell'interdetto, il curatore dell'inabilitato o il pubblico ministero. Il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado, il tutore dell'interdetto, il curatore dell'inabilitato o il pubblico ministero.
Il diritto alla separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede deve essere esercitato... Entro il termine di nove mesi dalla iscrizione nel registro delle successioni dell'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario. Entro il termine di sei mesi dall'apertura della successione. Entro il termine di tre mesi dall'apertura della successione. Entro il termine di tre mesi dall'accettazione dell'eredità.
Quando la rinunzia all'eredità è l'effetto di dolo, l'azione per impugnarla si prescrive in... Dieci anni dall'apertura della successione. Cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo. Dieci anni dalla dichiarazione di rinunzia all'eredità. Tre anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo.
Nella successione legittima al coniuge che concorre con ascendenti legittimi o con fratelli e sorelle anche se unilaterali, ovvero con gli uni e con gli altri,... È devoluto un terzo dell'eredità. Sono devoluti i due terzi dell'eredità. Sono devoluti i tre quarti dell'eredità. È devoluta la metà dell'eredità.
L'azione di annullamento per difetto di forma del testamento olografo è soggetta a prescrizione? No, è imprescrittibile. Sì, si prescrive nel termine di dieci anni dall'apertura della successione. Sì, si prescrive nel termine di tre anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie. Sì, si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie.
In quale momento il notaio è tenuto ad aprire e pubblicare un testamento segreto? Appena gli perviene la notizia della morte del testatore. Appena gli viene notificata la dichiarazione di successione. Appena gli perviene l'ordinanza del pretore che dispone l'apertura del testamento. Dopo la pubblicazione del testamento.
Il testatore può legittimamente disporre che la divisione dei beni ereditari abbia luogo non prima che sia trascorso un determinato termine dalla sua morte? Sì, ma tale termine non può eccedere il triennio. Sì, senza alcun termine. No. Sì, ma tale termine non può eccedere il quinquennio.
Che efficacia ha la disposizione testamentaria secondo cui la divisione dell'eredità tra gli eredi minori di età non abbia luogo prima che sia trascorso un anno dalla maggiore età dell'ultimo nato degli eredi? È valida. È nulla. Si ha come non apposta. È impugnabile dagli eredi aventi diritto.
Che efficacia ha la donazione che ha per oggetto una cosa che un terzo determinerà tra più cose indicate dal donante o entro i limiti di valore dal donante stesso stabiliti? È inefficace. È valida. È nulla. È invalida.
Le singole cose componenti l'universalità di beni mobili possono formare oggetto di separati atti e rapporti giuridici? Sì, solo se previsto al momento del loro inserimento all'interno dell'universalità stessa. Sì. No. Sì, ma solo per aggregarsi ad altre universalità.
Da chi può essere effettuata la destinazione di una pertinenza? Anche dal proprietario della cosa principale. Solo da chi ha un diritto reale sulla cosa principale. Solo dal proprietario della cosa principale o da chi ne è usufruttuario. Solo dal proprietario della cosa principale.
Le pertinenze possono formare oggetto di separati atti o rapporti giuridici rispetto alla cosa principale? Sì, sempre. Sì, ma solo quando appartengono ad un proprietario diverso dal proprietario della cosa principale. No, mai. Sì, ma solo quando appartengono allo stesso proprietario della cosa principale.
Ai sensi dell'art. 837 del Codice civile, gli ammassi sono costituiti... Allo scopo di regolare la distribuzione di determinati prodotti agricoli o industriali nell'interesse della produzione nazionale. Allo scopo di limitare i consumi di determinati prodotti agricoli. Allo scopo di regolare la distribuzione di determinati prodotti industriali nell'interesse della produzione regionale. Allo scopo esclusivo di regolamentare i prezzi di determinati prodotti agricoli.
Ai sensi dell'art. 842 del codice civile per l'esercizio della pesca... Occorre il consenso del proprietario del fondo solo se il fondo è chiuso nei modi stabiliti dalla legge. Occorre il consenso del proprietario del fondo. Occorre il consenso del proprietario del fondo solo se richiesto dall'autorità amministrativa locale. Non occorre il consenso del proprietario del fondo.
Il proprietario di un fondo deve permettervi l'accesso ad un terzo che vuole recuperare una propria cosa che vi si trovi accidentalmente? No, può impedirlo. No, in alcun caso. Sì, in ogni caso l'accesso deve essere consentito. Sì, ma può impedire l'accesso consegnando la cosa.
Il proprietario di un fondo può impedirvi l'accesso ad un terzo che vuole recuperare un proprio animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia? Sì, a propria discrezione. No, e non può impedirlo con la consegna dell'animale. Sì, consegnando l'animale. No, deve comunque consentire l'accesso.
Il proprietario di un fondo... Non può impedire le immissioni di rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Può comunque impedire le immissioni di fumo o di calore e le esalazioni. Non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Non può impedire le immissioni di rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Può comunque impedire le esalazioni. Non può impedire le immissioni di fumo o di calore e le esalazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Può comunque impedire i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni.
Il proprietario di un fondo può impedire i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino... Se immessi con colpa in misura anche non superiore alla normale tollerabilità. E contemperando le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà, l'autorità giudiziaria non può tenere conto della priorità di un determinato uso. Nel solo caso in cui configurino un illecito. Se superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.
Il proprietario di un fondo può impedire le immissioni di fumo o di calore derivanti dal fondo del vicino... Se superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Solo in considerazione del preuso. In ogni caso. Se immessi con colpa in misura anche non superiore alla normale tollerabilità.
Ai sensi del codice civile dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Tra gli altri, gli appezzamenti forniti di casa di abitazione civile o colonica. Solo gli orti, i giardini, i parchi. Solo i terreni già impiegati in culture agricole. Tra gli altri, i terreni che presentino dislivelli di oltre il 15%.
Ai sensi del codice civile dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Solo i terreni adiacenti ai fabbricati e costituenti dipendenze dei medesimi. Tra gli altri, le aree fabbricabili. Solo i terreni già impiegati in culture agricole. Tra gli altri, i terreni attraversati da corsi d'acqua.
Ai sensi del codice civile dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Solo i terreni soggetti ad inondazioni, a scoscendimenti o ad altri rischi. Tra gli altri, gli orti, i giardini, i parchi. Solo gli orti, i giardini, i parchi. Tra gli altri, i terreni che presentino dislivelli di oltre il 15%.
Ai sensi del codice civile dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Solo i terreni già impiegati in culture agricole. Solo i terreni che presentino dislivelli di oltre il 15%. Solo gli appezzamenti forniti di casa di abitazione civile o colonica. Tra gli altri, i terreni necessari per piazzali o luoghi di deposito di stabilimenti industriali o commerciali.
Ai sensi del codice civile dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Solo i terreni che per la loro speciale destinazione, ubicazione o singolarità di coltura presentano caratteristiche di spiccata individualità. Tra gli altri, i terreni che presentino dislivelli di oltre il 15%. Tra gli altri, i terreni soggetti a inondazioni, a scoscendimenti o ad altri gravi rischi. Solo i terreni già impiegati in culture agricole.
A norma delle disposizioni contenute nel c.c. le costruzioni su fondi finitimi... Devono essere necessariamente unite. Devono essere tenute a distanza superiore a 4 metri. Se non sono unite o aderenti, devono essere tenute a distanza non minore di 3 metri. Possono essere unite ma non aderenti.
Le costruzioni su fondi finitimi... Devono essere tenute a 5 metri dal confine, indipendentemente dalle eventuali diverse disposizioni dei regolamenti locali. Possono essere edificate in aderenza, ovvero tenute a distanza non minore di 3 metri. Devono necessariamente essere tenute a 3 metri dal confine. Devono essere tenute a distanza superiore a due metri.
Se il vicino vuole servirsi del muro esistente sul confine per innestarvi un capo del proprio muro... Non ha l'obbligo di renderlo comune. Ha l'obbligo di chiederne la comunione per tutta l'altezza o parte di essa. Ha comunque l'obbligo di rendere comune il muro. Non deve pagare alcuna indennità.
Se il vicino vuole servirsi del muro esistente sul confine per innestarvi un capo del proprio muro... Deve solo eseguire le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. Deve pagare un'indennità per l'innesto. Può farlo previa semplice comunicazione al vicino, purché non arrechi danno al muro. Non può farlo in nessun caso se il muro si trova sul confine.
Non è considerato per il computo della distanza nelle costruzioni prevista dal codice civile... Il muro di cinta e ogni altro muro isolato che non abbia un'altezza superiore ai tre metri. Il muro di cinta e ogni altro muro isolato che non abbia un'altezza superiore ad un metro. Il muro di cinta. Il muro di cinta e ogni altro muro isolato che non abbia un'altezza superiore ai due metri.
Quando esista una veduta diretta aperta legittimamente verso il fondo vicino è inibito al proprietario di questo... Fabbricare a distanza minore di cinque metri, misurata a norma dell'art. 905 del c.c. Fabbricare a distanza minore di tre metri, misurata a norma dell'art. 905 del c.c. Costruire in appoggio o in aderenza al muro in cui sono le vedute arrestando la nuova costruzione a un metro e mezzo sotto la loro soglia. Fabbricare a distanza minore di tre metri e mezzo, misurata a norma dell'art. 905 del c.c.
Quando esista una veduta diretta aperta legittimamente verso il fondo vicino è inibito al proprietario di questo... Fabbricare a distanza superiore a tre metri. Costruire in appoggio o in aderenza al muro in cui sono le vedute arrestando la nuova costruzione a quattro metri sotto la loro soglia. Edificare una costruzione più alta di cinque metri. Costruire in appoggio o in aderenza al muro in cui sono le vedute arrestando la nuova costruzione a due metri sotto la loro soglia.
Quando il diritto di superficie è costituito per un tempo determinato, allo scadere del termine... Il diritto di superficie si estingue ma il proprietario del suolo non diventa proprietario della costruzione. Il diritto di superficie si estingue e il proprietario del suolo diventa usufruttuario della costruzione. Il diritto di superficie si estingue e il proprietario del suolo diventa proprietario della costruzione. Il diritto di superficie si estingue, ma il proprietario della costruzione ne conserva l'uso in ogni caso.
Ai sensi dell'art. 956 del Codice civile,... Può essere costituita o trasferita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo. Non può essere costituita o trasferita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo. Può essere trasferita ma non costituita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo. Può essere costituita, ma non trasferita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo.
È possibile alienare la proprietà della costruzione già esistente separatamente della proprietà del suolo? Sì, ma il contratto deve prevedere, per la sua validità, l'alienazione del suolo entro cinque anni. Il codice civile nella sua parte dedicata alla «Superficie» nulla dispone in merito alla alienazione congiunta della costruzione e del suolo. È da intendersi quindi che lo spazio sovrastante il suolo o una costruzione non costituisce un bene giuridico suscettibile di autonomo diritto di proprietà. Sì, lo prevede espressamente l'art. 952 del codice civile. No, la costruzione e il suolo devono essere alienati congiuntamente.
Può costituirsi una enfiteusi perpetua? Sì, e in tal caso l'enfiteuta è esonerato dall'obbligo di pagare al concedente un canone periodico. Solo se il diritto dell'enfiteuta si estende alle accessioni. Sì. No.
In caso di costituzione di enfiteusi a chi spettano i frutti? Al concedente e all'enfiteuta in parti uguali. All'enfiteuta solo se prova di aver migliorato il fondo, altrimenti al concedente. Sempre all'enfiteuta. Sempre al concedente.
L'enfiteuta ha l'obbligo di pagare un canone periodico, che può consistere... Solo in una quantità fissa di prodotti naturali. Solo in una quantità fissa di prodotti naturali riducibile per insolita sterilità del fondo. Tra l'altro, in una somma di danaro. Tra l'altro in una quantità variabile di prodotti naturali.
È ammessa la subenfiteusi? Sì. È consentita dall'art. 968 del Codice civile. Sì, se il concedente è d'accordo. Sì, solo per atto di ultima volontà. No. È vietata dall'art. 968 del Codice civile.
L'usufruttuario può cedere il proprio diritto? Sì, può cederlo per un certo tempo o per tutta la sua durata, se ciò non è vietato dal titolo costitutivo, senza necessità di notifica al proprietario. No. L'usufrutto è un diritto intrasmissibile. Sì, può cederlo per un certo tempo o per tutta la sua durata, se ciò non è vietato dal titolo costitutivo. Sì, può cederlo per un certo tempo o per tutta la sua durata in ogni caso.
La mancata notifica al proprietario della cessione del proprio diritto da parte dell'usufruttuario dà luogo... La cessione del proprio diritto da parte dell'usufruttuario non è consentita in alcun caso. Alla nullità della cessione. Alla responsabilità solidale dell'usufruttuario con il cessionario nei confronti del proprietario, sino all'effettuazione della notifica. All'annullabilità della cessione.
Se l'usufrutto comprende cose consumabili l'usufruttuario ha il diritto di servirsene ed al termine dell'usufrutto... Non ha alcun obbligo, in quanto è implicito nell'usufrutto il diritto di usare e far propri i frutti della cosa oggetto del diritto. Ha l'obbligo di pagarne il valore stimato o in mancanza di stima deve necessariamente pagare le cose secondo il valore che hanno al tempo in cui finisce l'usufrutto. Ha l'obbligo di pagarne il valore stimato o in mancanza di stima può pagare le cose secondo il valore che hanno al tempo in cui finisce l'usufrutto o restituirne altre in eguale qualità e quantità. È tenuto a restituirle nello stato in cui si trovano.
L'usufrutto si estingue per forza di legge... Tra l'altro per il totale perimento della cosa su cui è costituito. Solo per la riunione dell'usufrutto e della proprietà nella stessa persona. Tra l'altro per il parziale perimento della cosa su cui è costituito. Tra l'altro per prescrizione per effetto del non uso durato per dieci anni.
L'usufrutto si estingue per forza di legge... Tra l'altro per prescrizione per effetto del non uso durato per quindici anni. Solo per il totale perimento della cosa su cui è costituito. Tra l'altro per prescrizione per effetto del non uso durato per venti anni. Solo per il parziale perimento della cosa su cui è costituito.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù di passaggio di acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì. No, tranne nel caso di fondi edificabili. Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. No.
L'utilità relativa ad una servitù prediale può consistere in una maggiore comodità o amenità del fondo dominante? No, l'utilità deve essere inerente alla destinazione agricola o industriale del fondo. Sì, l'utilità consiste solo nella maggiore comodità o amenità del fondo dominante. Sì. È previsto dall'art. 1028 del Codice civile. No, l'utilità deve essere tale da determinare, in mancanza, un grave danno economico.
Una servitù coattiva si costituisce... Per contratto o, in mancanza, con sentenza o con atto dell'autorità amministrativa nei casi specialmente determinati dalla legge. Solamente con sentenza del giudice. Con sentenza o con atto amministrativo, mai per contratto. Esclusivamente per atto unilaterale.
Il proprietario può imporre servitù sul fondo senza il consenso dell'usufruttuario... Purché non pregiudichino il diritto di usufrutto. In ogni caso. Ma deve in ogni caso notificargli l'avvenuta costituzione della servitù. Sì, purché apportino miglioramenti al fondo.
Per compiere gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione, sempreché non risultino pregiudizievoli all'interesse di alcuno dei partecipanti alla comunione, occorre il consenso... Della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno due terzi del valore complessivo della cosa comune. Della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione. Di tutti i partecipanti alla comunione.
Qualora in un edificio il numero dei condomini sia superiore a dieci, sussiste l'obbligo di formare il regolamento di condominio. A chi spetta l'iniziativa in tal senso? A ciascun condomino. All'amministratore, anche se non condomino. Alla maggioranza dei condomini che rappresenti almeno un terzo del valore dell'edificio. All'amministratore solo se condomino; in mancanza alla maggioranza dei condomini che rappresenti i due terzi del valore dell'edificio.
Il possessore attuale che ha posseduto in tempo più remoto... Si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio: si tratta di presunzione iuris tantum che non può pertanto essere vinta dalla dimostrazione che tale possesso è mancato, per un tempo più o meno lungo, nel tempo intermedio. Si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio. Non si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio. Si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio solo se fornisce titolo idoneo.
Il possesso attuale fa presumere il possesso anteriore? No, salvo che il possessore abbia un titolo a fondamento del suo possesso ma in questo caso non può presumersi che egli abbia posseduto dalla data del titolo. No, mai. No, salvo che il possessore abbia un titolo a fondamento del suo possesso ed in questo caso si presume che egli abbia posseduto dalla data del titolo. Sì, in ogni caso.
Ai sensi dell'art. 1145 del c.c., rispetto ai beni appartenenti al pubblico demanio è concessa l'azione di spoglio? Sì, nei rapporti tra privati. No, in alcun caso. No, è concessa solo l'azione di manutenzione. Sì, ma solo nei confronti della pubblica amministrazione.
Rispetto ai beni appartenenti al pubblico demanio è concessa nei rapporti tra privati l'azione di manutenzione? Sì, tranne nel caso di esercizio di facoltà le quali possono formare oggetto di concessione da parte della pubblica amministrazione. Sì, se trattasi di esercizio di facoltà le quali possono formare oggetto di concessione da parte della pubblica amministrazione. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso.
Colui al quale sono alienati beni mobili da parte di chi non ne è proprietario... Ne acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. Non ne acquista la proprietà, anche se sia in buona fede al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. Ne acquista la proprietà mediante il possesso, anche se in mala fede al momento della consegna purché sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. Ne acquista la proprietà mediante il possesso, essendo a riguardo sufficiente che sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà.
Chi acquista in buona fede da chi non è proprietario un immobile, in forza di un titolo che sia idoneo a trasferire la proprietà e che sia stato debitamente trascritto, ne compie l'usucapione in suo favore col decorso... Di dieci anni dalla data di inizio del possesso. Di dieci anni dalla data di trascrizione. Di venti anni dalla data di trascrizione. Di venti anni dalla data di inizio del possesso.
Quali condizioni devono concorrere affinché colui che acquista in buona fede da chi non è proprietario un bene mobile iscritto in pubblici registri possa giovarsi dell'usucapione? Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 10 anni dalla trascrizione. Titolo idoneo a trasferire la proprietà e decorso di 5 anni dalla trascrizione del titolo. Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 15 anni dalla trascrizione. Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 3 anni dalla trascrizione.
Quali condizioni devono concorrere affinché colui che acquista in buona fede da chi non è proprietario un bene mobile iscritto in pubblici registri possa giovarsi dell'usucapione? Decorso di 5 anni dalla costituzione del titolo idoneo a trasferire la proprietà. Titolo idoneo a trasferire la proprietà e decorso di 5 anni dalla trascrizione del titolo. Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 3 anni dalla trascrizione. Decorso di 3 anni dalla costituzione del titolo idoneo a trasferire la proprietà.
L'usucapione è interrotta quando il possessore è stato privato del possesso... Per oltre cinque anni. Per oltre un anno. Per oltre tre anni. Per oltre sei mesi.
Il codice civile ammette l'azione di reintegrazione da parte di chi ha la detenzione della cosa? Sì, tranne nel solo caso che abbia la detenzione per ragioni di servizio. Sì, tranne che abbia la detenzione per ragioni di servizio o di ospitalità. No, mai. Sì, ma solo a condizione che abbia la detenzione per ragioni di servizio o di ospitalità.
L'azione di denunzia di nuova opera può essere esercitata... Solo dal proprietario o dal possessore. Tra l'altro non oltre due anni dal suo inizio. Tra l'altro purché la nuova opera non sia terminata. Non prima che essa sia terminata.
L'azione di denunzia di nuova opera può essere esercitata... Purché questa non sia terminata e non siano trascorsi sei mesi dal suo inizio. Non oltre due anni dal suo inizio. Tra l'altro purché non sia trascorso un anno dal suo inizio. Entro un anno dal suo termine.
L'oggetto dell'obbligazione, ossia la prestazione dovuta dal debitore al creditore, deve avere carattere patrimoniale, ossia deve essere suscettibile di valutazione economica. L'interesse del creditore alla prestazione deve anch'esso avere carattere patrimoniale? Sì, l'interesse deve essere economico o patrimoniale. No, l'interesse può essere economico, patrimoniale o non patrimoniale. Sì, l'interesse deve essere necessariamente patrimoniale. Sì, è non può mai cosistere in una prestazione gratuita o di cortesia.
Come deve valutarsi la diligenza nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio di un'attività professionale? Deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata. Deve valutarsi con riguardo ai mezzi impiegati. Deve valutarsi con riguardo al risultato. Deve valutarsi con riguardo alla persona che pone in essere l'attività professionale.
Chi è tenuto a dare una garanzia, senza che ne siano determinati il modo e la forma,... Deve necessariamente prestare una garanzia personale. Deve necessariamente prestare una garanzia reale di specie. Può prestare a sua scelta una idonea garanzia reale o personale, ovvero altra sufficiente cautela. Deve necessariamente prestare una garanzia reale.
Il creditore può, ai sensi del codice civile, rifiutare l'adempimento dell'obbligazione offertogli dal terzo? No, in alcun caso. Sì, ma soltanto se il debitore è stato costituito in mora. Sì, se ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione. Sì, ma solo se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione.
Il creditore può rifiutare l'adempimento dell'obbligazione offertogli dal terzo... In nessun caso. Se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione. Solo se si tratta dell'adempimento di un'obbligazione di dare. Solo se il debitore è stato costituito in mora.
In quale dei seguenti casi l'obbligazione può essere adempiuta da un terzo anche contro la volontà del creditore? Se il creditore non ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione. L'obbligazione deve in ogni caso essere adempiuta dal debitore, perché è tra questi ed il creditore che si è creato il rapporto giuridico obbligatorio. L'obbligazione non può essere adempiuta da terzi se il creditore non è d'accordo. In ogni caso, purché l'obbligazione sia garantita.
Quando la prestazione è divisibile, il creditore può rifiutare un adempimento parziale? No, il rifiuto non è previsto dal codice civile. Sì, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente. No, se l'adempimento parziale superi la metà del dovuto. Sì, salvo il solo caso di diversa disposizione derivante dagli usi.
Il creditore può rifiutare un adempimento parziale anche se la prestazione è divisibile? No, in alcun caso. Sì, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente. Sì, sempre. No, ma in tal caso ha diritto a chiedere in qualsiasi momento il conseguimento dell'intero.
L'obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata deve essere adempiuta... Nel luogo in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Indifferentemente al domicilio del creditore o del debitore. Di norma, nel luogo in cui è sorta l'obbligazione.
Nel caso in cui il luogo dell'adempimento di una obbligazione non è determinato dalla convenzione o dagli usi, né è desumibile dalla natura della prestazione o da altre circostanze, una obbligazione avente per oggetto la consegna di una cosa certa e determinata deve essere adempiuta... Al domicilio che il creditore aveva quando l'obbligazione è sorta. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Al domicilio del debitore, al momento della scadenza. Nel luogo in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta.
L'obbligazione avente per oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta, di norma,... Indifferentemente al domicilio del creditore o del debitore. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Nel luogo in cui è sorta l'obbligazione. Al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza.
Se il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita non è determinato dalle parti nella convenzione... Il creditore può esigerla immediatamente, se, in base agli usi o alla natura dell'esecuzione o della prestazione, non sia necessario un termine. È sempre stabilito dal giudice. È fissato dalla legge in 30 giorni dal momento in cui l'obbligazione è sorta. Il creditore può esigerla immediatamente solo se autorizzato dal giudice.
Il debitore può ripetere integralmente ciò che ha pagato anticipatamente nell'ignoranza dell'esistenza del termine dell'obbligazione? Sì, ma non può ripetere ciò di cui il creditore si è arricchito per effetto del pagamento anticipato, neppure nei limiti della perdita subita. No, può però ripetere ciò di cui il creditore si è arricchito per effetto del pagamento anticipato, nei limiti della metà della perdita subita. No, può però ripetere nei limiti della perdita subita ciò di cui il creditore si è arricchito per effetto del pagamento anticipato. Sì.
Se per l'adempimento dell'obbligazione è fissato un termine a favore del debitore, il creditore... Può in ogni caso esigere la prestazione prima della scadenza del termine. Può esigere immediatamente la prestazione solo nel caso in cui il debitore non ha dato le garanzie che aveva promesse. Non può in nessun caso esigere la prestazione prima della scadenza del termine. Può esigere immediatamente la prestazione se il debitore ha diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva prestate.
Quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere immediatamente la prestazione... Nel solo caso in cui il debitore non abbia dato le garanzie che aveva promesse. Solo se il debitore ha diminuito per fatto proprio le garanzie che aveva date. Tra l'altro se il debitore è divenuto insolvente. Solo se l'obbligazione è pecuniaria.
Quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere immediatamente la prestazione... Tra, l'altro, se il debitore ha diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva date. Nel solo caso in cui non abbia dato le garanzie che aveva promesse. Solo se l'obbligazione è indivisibile. Se l'obbligazione ha per oggetto la prestazione di cose determinate soltanto nel genere.
Quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere immediatamente la prestazione... Solo dopo l'avvio delle procedure fallimentari a carico del debitore. Tra l'altro, se il debitore non ha dato le garanzie che aveva promesse. Solo se il debitore è divenuto insolvente. Anche nel caso siano diminuite, anche per fatto non del debitore, le garanzie date dallo stesso.
Dispone il codice civile in materia di destinatario del pagamento che il pagamento fatto a chi non era legittimato a riceverlo... Libera il debitore, solo nel caso in cui il creditore lo ratifica. Libera il debitore solo se il creditore ne ha approfittato. Non libera in alcun caso il debitore. Libera il debitore, tra l'altro, se il creditore lo ratifica.
Il pagamento fatto a persona diversa dal creditore libera il debitore,... Solo se fatto a persona autorizzata dalla legge. Solo se fatto ad un creditore privilegiato del creditore. Tra l'altro se fatto alla persona indicata dal creditore. Se fatto al creditore apparente, ancorché in mala fede.
Il pagamento fatto a persona diversa dal creditore libera il debitore,... Solo se fatto a persona autorizzata dal giudice a riceverlo. Tra l'altro se fatto al rappresentante del creditore. Solo se fatto a persona indicata dal creditore. Esclusivamente e tassativamente nel caso in cui sia ratificato dal creditore.
Il pagamento fatto a persona diversa dal creditore libera il debitore,... Solo se fatto a persona indicata dal creditore. Esclusivamente e tassativamente nel caso in cui sia ratificato dal creditore. Solo se fatto a persona autorizzata dal giudice a riceverlo. Tra l'altro, se fatto a persona autorizzata dal giudice a riceverlo.
Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo... Libera comunque il debitore in buona fede. Non libera il debitore, se questi non prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell'incapace. Non libera in alcun caso il debitore. Libera il debitore solo se dimostra che al momento del pagamento ignorava l'incapacità del creditore.
Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo libera il debitore? No, salvo espressa dichiarazione del rappresentante legale dell'incapace di liberare il debitore. Sì, se il debitore prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell'incapace. No, in nessun caso. Sì, se il debitore prova di aver pagato in buona fede.
È necessario che l'adempimento di una obbligazione provenga da persona capace di intendere e di volere? No, l'incapacità del debitore come l'incapacità del creditore non sono situazioni giuridicamente rilevanti. No, poiché l'adempimento è, per il debitore, un comportamento dovuto, non un atto di libera disposizione del proprio patrimonio. Sì, poiché anche se l'adempimento è atto dovuto deve avvenire in piena consapevolezza. Sì, e il debitore incapace che ha adempiuto può impugnare il pagamento e chiedere la restituzione di ciò che ha pagato.
Il debitore che ha eseguito la prestazione dovuta può impugnare il pagamento a causa della propria incapacità? No, in alcun caso. Sì, se il suo rappresentante legale provi di non essere stato a conoscenza del pagamento. Sì, in qualunque momento. Sì, in quanto atto negoziale.
Ai sensi del disposto di cui all'art. 1193 del c.c. nel caso in cui un soggetto abbia più debiti della medesima specie verso la stessa persona e non indichi quando paga quale debito intende soddisfare, il pagamento deve essere imputato... In ogni caso al debito meno garantito. In modo proporzionale ai vari debiti. Al debito scaduto. Al debito più oneroso per il debitore.
Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato... Tra più debiti ugualmente garantiti, al meno oneroso per il debitore. Tra più debiti ugualmente onerosi per il debitore, al più recente. Al debito o ai debiti prescritti. Tra più debiti scaduti, a quello meno garantito.
Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato... Tra più debiti scaduti, a quello più garantito. Tra più debiti ugualmente onerosi per il debitore, al più recente. In ogni caso all'obbligazione naturale non produttiva di interessi. Tra più debiti ugualmente garantiti, al più oneroso per il debitore.
La mora del creditore si verifica,... Solo quando, senza legittimo motivo non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione. Quando scade il termine per l'adempimento stipulato in favore del debitore. In tutti i casi in cui il creditore non riceve il pagamento offertogli anche se in presenza di cause giustificatrici. Tra l'altro, quando, senza legittimo motivo, il creditore non riceve il pagamento offertogli nei modi indicati dal codice civile.
La mora del creditore si verifica,... Tra l'altro quando, senza legittimo motivo, il creditore non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione. In tutti i casi in cui il creditore non riceve il pagamento offertogli anche se in presenza di cause giustificatrici. Quando scade il termine per l'adempimento stipulato in favore del debitore. Solo quando, senza legittimo motivo non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione.
In quale di questi casi non è necessaria la costituzione in mora del debitore? Quando si tratta di un debito pecuniario. Quando è scaduto il termine, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del creditore. Quando si tratta di obbligazione con facoltà alternativa. Quando si tratta di obbligazione di dare una determinata quantità di cose determinata solo nel genere.
Nell'obbligazione non è necessaria la costituzione in mora del debitore,... Tra l'altro quando il debito deriva da fatto illecito. Quando si tratta di un debito pecuniario. Quando si tratta di obbligazione con facoltà alternativa. Solo quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non volere eseguire l'obbligazione.
Il debitore che è in mora non è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile... Salvo che non provi la sua buone fede. Salvo che non si tratti di perimento per caso fortuito. Salvo che non si tratti di impossibilità dovuta ad illecita sottrazione della cosa. Salvo che provi che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore.
Il debitore che è in mora è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile? No, se non prova che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Solo se esiste consenso del creditore.
Il debitore di un'obbligazione derivante da contratto, formalmente costituito in mora nei modi previsti dalla legge, è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile? Sì, in ogni caso. Sì, se prova che l'oggetto della prestazione poteva essere conservato solo a condizioni eccessivamente onerose. No, se non prova che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore. No, in nessun caso.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza? No. Sì. Sì, ma il risarcimento è ridotto alla metà dell'ammontare di tali danni. Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la entità dei danni potenzialmente evitabili.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno? Sì, ma il risarcimento è ridotto in ogni caso alla metà dell'ammontare del danno. Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore fino ad un massimo di un terzo del danno. Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate. No, in nessuna misura.
In caso di inadempimento dell'obbligazione se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno, il risarcimento dovuto dal debitore... È diminuito secondo la gravità della colpa e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate. Non è dovuto. È diminuito alla metà del suo ammontare. È comunque dovuto nella sua integrità.
Quale responsabilità assume il debitore relativamente ai fatti dolosi o colposi dei terzi di cui si sia avvalso nell'adempimento dell'obbligazione? Nessuna. Di tali fatti rispondono i terzi. Il debitore è responsabile, salvo diversa volontà delle parti. Il debitore è responsabile solo per i fatti colposi. Il debitore è responsabile dei soli fatti dolosi.
Le modificazioni accessorie dell'obbligazione producono novazione dell'obbligazione stessa? No, solo l'apposizione o l'eliminazione di un termine producono novazione. Sì, sempre. No, il rilascio di un documento o la sua rinnovazione, l'apposizione o l'eliminazione di un termine e ogni altra modificazione accessoria non producono novazione. Sì, salvo che nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile.
L'eliminazione di un termine precedentemente apposto ad un'obbligazione produce novazione dell'obbligazione stessa? No, il rilascio di un documento o la sua rinnovazione, l'apposizione o l'eliminazione di un termine e ogni altra modificazione accessoria non producono novazione. No, solo il rilascio di un documento o la sua rinnovazione producono novazione. No, salvo che nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile. Sì, sempre.
L'apposizione di un termine ad un'obbligazione precedentemente sorta produce novazione dell'obbligazione stessa? No, il rilascio di un documento o la sua rinnovazione, l'apposizione o l'eliminazione di un termine e ogni altra modificazione accessoria non producono novazione. Solo nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile. Sì, sempre. No, solo l'eliminazione del termine dell'obbligazione produce novazione.
Quando un nuovo debitore è sostituito a quello originario, che viene liberato, si configura... Una novazione soggettiva. Una compensazione convenzionale. Sempre una espromissione. Una surrogazione reale.
La rinunzia alle garanzie dell'obbligazione fa presumere la remissione del debito? No. Sì, in ogni caso. Sì, salvo che si tratti di garanzie personali. Sì, salvo che si tratti di garanzie reali.
Ai sensi del codice civile, la remissione accordata al debitore principale libera i fideiussori? No, in alcun caso. No, salvo che i fideiussori abbiano espressamente inserito nella fideiussione la clausola che ne preveda la liberazione in caso di remissione accordata al debitore. Sì, con il consenso del creditore. Sì, sempre.
Il codice civile conferisce al giudice la facoltà di rilevare d'ufficio la compensazione legale? Sì, limitatamente ai debiti pagabili nello stesso luogo. No. Sì, nel solo caso di crediti produttivi di interessi. Sì.
Quando l'obbligazione si estingue per confusione i terzi che hanno prestato garanzia per il debitore restano obbligati? No, salvo che si tratti di obbligazione alimentare. Sì, se non interviene espressa dichiarazione dell'interessato di liberarli. No. Sì, limitatamente alle obbligazioni pecuniarie.
Le parti possono escludere la cedibilità del credito che non abbia carattere personale ed il cui trasferimento non sia vietato dalla legge? Sì. No. Sì, ma solo per la cessione a titolo oneroso. Sì, ma solo per la cessione a titolo gratuito.
Il cedente ha l'obbligo di consegnare al cessionario i documenti probatori del credito che sono in suo possesso? No, deve solo consegnare al cessionario una copia autentica dei documenti. Sì, salvo che nelle cessioni a titolo oneroso. Sì, salvo che nelle cessioni a titolo gratuito. Sì.
Il cedente ha l'obbligo di consegnare al cessionario i documenti probatori del credito che sono in suo possesso, se è stata ceduta solo una parte del credito? No, in tal caso è tenuto a dare al cessionario solo una copia autentica dei documenti. Sì, in ogni caso. No, al cessionario è solo consentito prendere visione dei documenti. Sì, salvo che nelle cessioni a titolo gratuito.
Il terzo che, senza delegazione del debitore, ne assume il debito verso il creditore, libera il debitore originario dell'obbligazione? No, salvo esista nel contratto espressa previsione in merito. No, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo. Sì, sempre. No, mai.
Nell'espromissione il terzo può opporre al creditore le eccezioni relative ai suoi rapporti col debitore originario? Sì, ma non può opporgli invece le eccezioni che al creditore avrebbe potuto opporre il debitore originario. Sì, in ogni caso. No, se non è convenuto diversamente. No, può opporgli invece la compensazione che avrebbe potuto opporre il debitore originario.
Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, e il creditore aderisce alla convenzione, rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore, si pone in essere... Una delegazione. Un accollo. La remissione del debito. Un'espromissione.
L'accollo è cumulativo... Quando il debitore originario ed il terzo rimangono responsabili in solido. Quando il debitore originario è liberato e sostituito nello stesso rapporto da parte del terzo. Quando il debitore originario è liberato, dato che la vecchia obbligazione è estinta ed è sostituita da una nuova obbligazione in cui è mutata la persona del debitore. Quando la liberazione del debitore originario costituisce condizione espressa dell'accordo intervenuto fra quest'ultimo e l'accollante.
Con riferimento all'istituto dell'anatocismo l'art. 1283 del codice civile dispone che... In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi. Se il credito ha per oggetto rimborso di spese fatte per cose da restituire, non decorrono interessi per il periodo di tempo in cui chi ha fatto le spese abbia goduto della cosa senza corrispettivo e senza essere tenuto a render conto del godimento. Salvo patto contrario i crediti per fitti e pigioni non producono interessi se non dalla costituzione in mora. I crediti liquidi ed esigibili di somme di danaro producono interessi di pieno diritto, salvo che la legge o il titolo stabiliscano diversamente.
Nelle obbligazioni alternative, salvo diversa pattuizione, la scelta tra le prestazioni dedotte in obbligazione spetta... Di comune accordo alle parti. Solo al debitore. Solo al creditore. Ad un terzo indicato dal creditore.
L'obbligazione è in solido quando... Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione e l'adempimento conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori. Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione ma l'adempimento conseguito da uno di essi non libera il debitore verso tutti i creditori. Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento di più prestazioni aventi il medesimo contenuto, ma l'adempimento conseguito da uno di essi non libera il debitore dall'adempimento delle altre prestazioni verso gli altri creditori. Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere, esclusivamente per la propria parte, l'adempimento di un'unica prestazione divisibile.
La remissione del debito fatta da uno dei creditori in solido libera il debitore verso gli altri creditori? Sì, solo per la parte spettante a colui che ha fatto la remissione. Sì, se il suo credito era di data anteriore e per l'intero debito. Sì, sempre e per l'intero debito. No.
Se l'adempimento dell'obbligazione solidale è divenuto impossibile per causa imputabile a uno o più condebitori, gli altri condebitori sono liberati dall'obbligo solidale di corrispondere il valore della prestazione dovuta? Sì, ma il creditore può chiedere il risarcimento del danno ulteriore al condebitore o a ciascuno dei condebitori inadempienti. Sì. No, ed al creditore è precluso chiedere il risarcimento del danno ulteriore al condebitore o a ciascuno dei condebitori inadempienti. No.
Se una obbligazione è indivisibile, ciascuno dei creditori può esigere l'esecuzione dell'intera prestazione? Sì, e l'erede del creditore che agisce per il soddisfacimento dell'intero credito non deve dare cauzione a garanzia dei coeredi. Sì, tuttavia l'erede del creditore che agisce per il soddisfacimento dell'intero credito deve dare cauzione a garanzia dei coeredi. No, salva diversa convenzione tra i creditori. No.
I contratti che non appartengono ai tipi disciplinati dal codice civile... Sono sottoposti esclusivamente alla volontà delle parti. Possono essere stipulati solo mediante atto pubblico. Non sono opponibili ai terzi. Sono sottoposti alle norme generali contenute nel titolo relativo ai contratti in generale.
Le norme del codice civile che regolano i contratti si osservano anche per gli atti unilaterali tra vivi? No, in alcun caso. Sì, in ogni caso. Sì, limitatamente agli atti di contenuto patrimoniale, salvo diverse disposizioni di legge. Sì, limitatamente agli atti di contenuto non patrimoniale.
Il contratto di vendita di beni immobili, stipulato tra persone distanti, è concluso, ai sensi dell'art. 1326 del codice civile,... Nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte. Quando viene pagato il corrispettivo. Quando il contratto viene registrato. Al momento dell'accettazione del ricevente.
Qualora, su richiesta del proponente o per la natura dell'affare o secondo gli usi, la prestazione debba eseguirsi senza una preventiva risposta, il contratto si intende concluso... Nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione. Nel tempo e nel luogo in cui l'accettazione giunge al proponente. Nel tempo e nel luogo in cui il destinatario ha avuto notizia della proposta. Nel tempo e nel luogo in cui viene fatta la proposta.
Ai sensi del codice civile, la proposta contrattuale... Può essere revocata fino al momento in cui il contratto non è concluso. Non può essere revocata se l'accettante ne ha intrapreso in buona fede l'esecuzione prima di avere notizia della revoca. Può essere revocata, ma espone in ogni caso il revocante al risarcimento dei danni subiti dalla controparte anche se questi non ha ancora intrapreso l'esecuzione della prestazione. Può essere revocata entro 7 giorni dalla conclusione del contratto.
Se, ai sensi dell'art. 1329 del codice civile, il proponente si è obbligato a mantenere ferma la proposta per un certo tempo, la revoca della proposta è... Senza effetto, ma la morte o la sopravvenuta incapacità del proponente toglie efficacia alla proposta in ogni caso. Senza effetto. Annullabile. Efficace, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze escludano tale efficacia.
Nel caso di vendita che ha per oggetto una cosa futura, qualora le parti non abbiano voluto concludere un contratto aleatorio, se la cosa non viene ad esistenza... La vendita è rescindibile. La vendita è nulla. La vendita è annullabile. Il contratto di vendita è risolto di diritto.
Nel contratto di vendita è consentito alle parti di affidare la determinazione del prezzo a un terzo da eleggere posteriormente al contratto stesso? No, il terzo deve essere necessariamente eletto nel contratto. No, salvo che la vendita abbia ad oggetto cose facilmente reperibili ad un prezzo di mercato. Sì, tranne nel caso in cui la vendita abbia ad oggetto beni immobili. Sì.
Le obbligazioni principali del venditore sono indicate dall'art. 1476 del codice civile. Tra esse non è compreso... Consegnare la cosa al compratore. Il pagamento delle spese del contratto e le altre accessorie. Garantire il compratore dai vizi della cosa. Garantire il compratore dalla evizione.
Se, quando è stato concluso il contratto, il compratore ignorava che la cosa non era di proprietà del venditore... Il compratore può chiedere la risoluzione del contratto, se nel frattempo il venditore non gliene ha fatto acquistare la proprietà. Il contratto è valido, ma il compratore ha diritto ad un equo indennizzo o a una diminuzione del prezzo. Il contratto è nullo anche nel caso in cui il venditore abbia fatto acquistare al compratore la proprietà della cosa. Il contratto è annullabile, ed il compratore ha diritto ad un equo indennizzo.
In un contratto da cui derivino obbligazioni solo per il proponente... La proposta è irrevocabile appena giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata. Il destinatario può in ogni tempo rifiutare la proposta. La proposta non può essere rifiutata da parte del destinatario. Il contratto è concluso anche se il destinatario rifiuta la proposta.
La proposta contrattuale diretta a una determinata persona si reputa conosciuta... Tre giorni dopo essere giunta all'indirizzo del destinatario. Nel momento in cui giunge all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia. Nel momento in cui giunge all'indirizzo del destinatario. Nel momento in cui al proponente giunge notizia dell'arrivo della proposta all'indirizzo del destinatario.
Produce effetto la revoca dell'offerta al pubblico fatta nella stessa forma dell'offerta o in forma equipollente? Sì, limitatamente a coloro ai quali è comunicata. Sì, anche in confronto di chi non ne ha avuto notizia. No, in nessun caso. Solo quella resa nella stessa forma e non in confronto di chi non ne ha avuto notizia.
Le clausole, i prezzi di beni o servizi imposti dalla legge... Sono inseriti nel contratto, anche successivamente alla stipula, solo se espressamente richiesto da una parte. Sono inseriti nel contratto, solo se non in contrasto con le clausole inserite dalle parti. Sono inseriti di diritto nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposti dalle parti. Sono inseriti di diritto nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposti dalle parti, salvo diverso accordo.
Ai sensi del codice civile, le clausole d'uso... S'intendono inserite nel contratto, se non risulta che non sono state volute dalle parti. Si intendono inserite solo se richieste dalle parti. Sono di diritto inserite nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti. S'intendono inserite nel contratto, anche se risulta che non sono state volute dalle parti.
Se la prestazione del contratto sottoposto a condizione sospensiva è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima dell'avveramento della condizione stessa, il contratto... È nullo, salvo diverso accordo delle parti. È valido. È nullo. È annullabile.
Se la prestazione del contratto sottoposto a termine è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima della scadenza del termine, il contratto... È valido. È nullo. È nullo, salvo diversa pattuizione delle parti. È annullabile.
Tra i seguenti contratti quale non deve farsi, sotto pena di nullità, per atto pubblico o scrittura privata autenticata? Il contratto che trasferisce il diritto di superficie. Il contratto di mutuo. Il contratto di anticresi. Il contratto di affrancazione del fondo enfiteutico.
La condizione sospensiva si dice meramente potestativa quando l'alienazione del diritto si fa dipendere dalla mera volontà... Dell'acquirente. Dell'alienante. Di entrambe le parti. Di un terzo designato dall'acquirente.
In pendenza di condizione, ai sensi dell'art. 1356 del codice civile,... L'acquirente di un diritto può solo compiere atti conservativi se la condizione è risolutiva. L'acquirente di un diritto non può compiere atti conservativi se la condizione è sospensiva. L'acquirente di un diritto può compiere atti conservativi se la condizione è sospensiva. L'acquirente di un diritto può, in pendenza della condizione sospensiva, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi.
In pendenza di condizione, ai sensi dell'art. 1356 del codice civile,... L'acquirente di un diritto può, in pendenza della condizione risolutiva, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi. L'acquirente di un diritto non può compiere atti conservativi se la condizione è sospensiva. L'acquirente di un diritto può solo compiere atti conservativi se la condizione è risolutiva. L'acquirente di un diritto può, in pendenza della condizione sospensiva, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi.
Nell'attività di interpretazione del contratto, ai sensi del codice civile,... Si deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti, e non limitarsi al senso letterale delle parole. È rilevante il solo senso delle parole. Ci si deve attenere al senso letterale delle parole, salvo diverso accordo delle parti. Si deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti, valutando solo il loro comportamento anteriore alla conclusione del contratto.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento di cose determinate solo nel genere, la proprietà si trasmette... Solo mediante la consegna al vettore. Solo con l'individuazione unilaterale dell'acquirente. Con l'individuazione fatta d'accordo tra le parti o nei modi da esse stabiliti. Solo con l'individuazione fatta d'accordo tra le parti.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento di cose determinate solo nel genere che devono essere trasportate da un luogo all'altro, la proprietà si trasmette... Solo con l'individuazione unilaterale dell'acquirente. Con il solo consenso legittimamente manifestato dalle parti. Solo con la consegna al vettore o allo spedizioniere. Anche mediante la consegna al vettore o allo spedizioniere.
Fatte salve le norme relative agli effetti della trascrizione, se una persona concede a diversi contraenti, con successivi contratti, un diritto personale di godimento relativo alla stessa cosa, a chi spetta il godimento della cosa? A chi lo ha conseguito per primo se nessuno dei contraenti ha conseguito il godimento è preferito quello che ha il titolo di data certa anteriore. A chi lo ha conseguito per primo, purché sia anche il primo contraente con titolo di data certa. A chi ha stipulato per primo il contratto con titolo di data certa. A chi lo ha conseguito per primo, solo se nessuno ha un titolo di data certa.
Che effetto ha la clausola penale con cui si conviene che, in caso di inadempimento o di ritardo nell'adempimento, uno dei contraenti è tenuto ad una determinata prestazione? Consentire in ogni caso il risarcimento di tutti i danni subiti. Limitare il risarcimento alla prestazione promessa, se non è stata convenuta la risarcibilità del danno ulteriore. Limitare in ogni caso il risarcimento alla prestazione promessa. Limitare il risarcimento alla prestazione promessa, nel solo caso di prova del danno.
Quando la penale sia convenuta con apposita clausola contrattuale, il creditore può domandare insieme la prestazione principale e la penale? No, mai. No, salvo che la penale sia stata stipulata per l'inadempimento. Sì, sempre. No, salvo che la penale sia stata stipulata per il semplice ritardo.
Secondo la disciplina dettata dal Codice Civile il contratto concluso dal rappresentante in conflitto d'interessi col rappresentato... Può essere annullato su domanda del rappresentato solo se il conflitto era conosciuto dal terzo. Può essere annullato su domanda del rappresentato se il conflitto era conosciuto o riconoscibile dal terzo. Può essere annullato solo su domanda del rappresentante. Può essere annullato solo su domanda del terzo se il conflitto era conosciuto o riconoscibile da questo.
Il contratto che il rappresentante conclude con sé stesso, in proprio o come rappresentante di un'altra parte,... È annullabile, salvo che il rappresentato lo abbia autorizzato specificatamente ovvero il contenuto del contratto sia determinato in modo da escludere la possibilità di conflitto d'interessi. È annullabile e l'impugnazione può essere proposta anche dal rappresentante. È annullabile tranne nel solo caso in cui il rappresentato lo abbia autorizzato specificatamente. È nullo di diritto.
Sono opponibili ai terzi la revoca e le modificazioni della procura che non siano state portate a loro conoscenza con mezzi idonei? No, se non si prova che i terzi avrebbero potuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. No, se non si prova che i terzi le conoscevano al momento della conclusione del contratto. Sì, in ogni caso. No, in ogni caso.
Il rappresentante che ha contrattato senza potere, ai sensi dell'art. 1398 del codice civile,... È responsabile nei confronti del rappresentato per il danno che questi ha sofferto in conseguenza dell'esecuzione del contratto. È responsabile sia nei confronti del terzo contraente per il danno che questi ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella validità del contratto, sia nei confronti del rappresentato per i danni conseguenti all'esecuzione del contratto. È responsabile nei confronti del terzo contraente del danno che questi ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella validità del contratto. Non è mai responsabile del danno sofferto dal terzo contraente che ha confidato nella validità del contratto.
Il contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli può essere ratificato dall'interessato? Sì, con l'osservanza delle forme prescritte per la conclusione di esso. No, salvo che si tratti di contratto per il quale sussiste l'obbligo della forma scritta a pena di nullità. Sì, e la ratifica ha effetto ex nunc. No.
Il contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri può essere ratificato dall'interessato? No, salvo che si tratti di contratto per il quale sussiste l'obbligo della forma scritta a pena di nullità. Sì, utilizzando le forme stabilite dall'interessato. Sì, e la ratifica ha effetto retroattivo, salvi i diritti dei terzi. No.
A chi spetta la facoltà di ratificare il contratto concluso da chi ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri? Solo a chi ha contrattato senza averne i poteri. Al contraente che ha confidato senza colpa nella validità del contratto. All'interessato; la facoltà si trasmette ai suoi eredi. Solo all'interessato; la facoltà è infatti intrasmissibile agli eredi.
Il codice civile consente che nel momento della conclusione del contratto una parte possa riservarsi la facoltà di nominare successivamente la persona che deve acquistare i diritti e assumere gli obblighi nascenti dal contratto stesso? Sì, tale ipotesi configura la stipulazione del contratto a favore di terzi. Sì. No. Sì, ma limita tale facoltà ai soli contratti con obbligazioni del solo proponente.
Nel contratto per persona da nominare (art. 1402 c.c.), perché la dichiarazione abbia effetto è sufficiente che sia comunicata all'altra parte? No. La dichiarazione deve essere accompagnata da una procura di data successiva alla stipula del contratto. Sì, tranne nel caso di procura anteriore al contratto che necessita di negozio di conferma. No. La dichiarazione non ha effetto se non è accompagnata dall'accettazione della persona nominata o se non esiste una procura anteriore al contratto. Sì.
È legittimo, in un contratto a prestazioni corrispettive, che una parte sostituisca a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto? No, in alcun caso. Sì, se le prestazioni non sono ancora state eseguite e purché l'altra parte vi consenta. Sì, sempre. Sì, con il consenso dell'altra parte e nel solo caso vi sia stato un principio di esecuzione.
Il contratto nullo può essere convalidato? No, in alcun caso. No, salvo che la legge disponga diversamente. No e l'azione di nullità è soggetta a prescrizione. Sì, se le parti sono d'accordo.
L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, tra l'altro,... Quando cade sull'identità dell'altro contraente benché non determinante del consenso. Quando cade sulla forma del contratto. Quando si tratta di errore di diritto, ancorché non abbia costituito la ragione unica o principale del contratto. Quando cade su una qualità dell'oggetto della prestazione che, secondo il comune apprezzamento o in relazione alle circostanze, deve ritenersi determinante del consenso.
L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, tra l'altro,... Quando cade sull'identità della persona dell'altro contraente, ancorché non determinante del consenso. Quando, trattandosi di errore di diritto, non ha costituito la ragione principale del contratto. Quando si tratta di errore di diritto, ancorché non abbia costituito la ragione unica o principale del contratto. Quando cade sull'identità dell'oggetto della prestazione.
L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, tra l'altro,... Quando si tratta di errore di diritto, benché non abbia costituito la ragione unica o principale del contratto. Quando si tratta di errore di calcolo. Quando cade sulla natura del contratto, purché non riconoscibile dall'altro contraente. Quando cade sulla natura del contratto.
Nella disciplina del Codice Civile relativa ai vizi del consenso è stabilito che quando il male minacciato riguarda la persona o i beni del coniuge del contraente o di un discendente o ascendente di lui, la violenza in tal modo configurata... Rende il contratto annullabile, ma la decisione sull'annullamento è rimessa alla prudente valutazione delle circostanze da parte del giudice. Rende il contratto annullabile. Rende il contratto nullo di diritto. Rende il contratto annullabile, solo se continuata.
Il dolo è causa di annullamento del contratto, tra l'altro,... Quando i raggiri usati da uno dei contraenti abbiano comunque indotto in errore l'altro contraente. Quando i raggiri usati da uno dei contraenti, sono tali che senza di essi l'altra parte non avrebbe contrattato. Quando i raggiri usati da uno dei contraenti, sono tali che senza di essi l'altra parte non avrebbe contrattato in quel momento. Quando senza i raggiri usati da uno dei contraenti, il contratto sarebbe stato comunque concluso, ma a condizioni diverse.
Il dolo è causa di annullamento del contratto, tra l'altro,... Quando senza i raggiri usati da uno dei contraenti, il contratto sarebbe stato comunque concluso, ma a condizioni diverse. Quando i raggiri usati da un terzo erano noti al contraente che ne ha tratto vantaggio. Quando i raggiri usati da uno dei contraenti abbiano comunque indotto in errore l'altro contraente. Quando i raggiri sono stati usati da un terzo e un contraente, pur non essendo a lui noti, ne ha tratto vantaggio.
L'annullamento del contratto può essere rilevato d'ufficio dal giudice? No. L'annullamento può essere solo domandato dalla parte nel cui interesse esso è stabilito dalla legge. Sì. Sì, oltre che da qualunque contraente. Si e da chiunque vi abbia interesse.
Quando un contratto è annullato per incapacità di uno dei contraenti, questi è tenuto a restituire all'altro la prestazione ricevuta? Sì, in ogni caso. No, se non nei limiti in cui la prestazione ricevuta è stata rivolta a suo vantaggio. No, se non nei limiti in cui la prestazione ricevuta è stata rivolta a suo vantaggio e sempre che non fosse incapace al momento in cui la riceveva. No, in alcun caso.
In materia di convalida del contratto annullabile, l'art. 1444 del codice civile dispone che... Il contratto annullabile può essere convalidato dal contraente al quale spetta l'azione di annullamento. In nessun caso il contratto annullabile può essere tacitamente convalidato. Il contratto annullabile può essere convalidato da qualsiasi contraente. La convalida è attuata con un atto che contiene la sola dichiarazione che si intende convalidare il contratto.
In materia di convalida del contratto annullabile, l'art. 1444 del codice civile dispone che... Il contratto non è convalidato se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione pur conoscendo il motivo di annullabilità. La convalida ha comunque effetto se chi la esegue non è in condizione di concludere validamente il contratto. In nessun caso il contratto annullabile può essere tacitamente convalidato. Il contratto annullabile può essere convalidato dal contraente al quale spetta l'azione di annullamento, mediante un atto che contenga la menzione del contratto e del motivo di annullabilità, e la dichiarazione che s'intende convalidarlo.
In materia di convalida del contratto annullabile, l'art. 1444 del codice civile dispone che... Il contratto è pure convalidato, se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione pur conoscendo il motivo di annullabilità. Il contratto annullabile può essere convalidato da qualsiasi contraente. Il contratto non è convalidato se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione pur conoscendo il motivo di annullabilità. La convalida è attuata con un atto che contiene la sola dichiarazione che si intende convalidare il contratto.
In quale dei seguenti casi è possibile far ricorso all'istituto della rescissione del contratto? Nel caso in cui si verifichino vizi della volontà, quali errore, violenza o dolo. Nell'ipotesi di contratto concluso a condizioni inique per la necessità anche non conosciuta dalla controparte di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un grave danno alla persona. Nell'ipotesi di contratto concluso a condizioni inique per la necessità nota alla controparte di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un grave danno alla persona. Nel caso di incapacità legale di uno dei contraenti.
Quale dei seguenti contratti non può essere rescisso per causa di lesione? Contratto di assicurazione sulla vita. Contratto di riporto. Contratto di deposito. Contratto di compravendita.
Quale dei seguenti contratti non può essere rescisso per causa di lesione? Contratto di permuta. Contratto di anticresi. Contratto di assicurazione contro i danni. Contratto di trasporto.
Quale dei seguenti contratti non può essere rescisso per causa di lesione? Contratto di scommessa. Contratto di somministrazione. Contratto di appalto. Contratto di mutuo.
L'azione di rescissione del contratto... Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in cinque anni dall'esecuzione del contratto. Una volta prescritto, non pregiudica l'opponibilità della rescindibilità del contratto in via di eccezione. Si prescrive in un anno dalla conclusione del contratto, salvo che il fatto costituisca reato.
La risoluzione del contratto per inadempimento ha effetto retroattivo tra le parti? Sì, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite. Sì, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione. No, in ogni caso. Sì, sempre.
Che effetto ha la risoluzione del contratto per inadempimento? Ha effetto retroattivo fra le parti salvo il caso di contratti con effetti reali. Ha effetto retroattivo per tutti i contratti. Ha, di norma, effetto ex nunc. Ha effetto retroattivo fra le parti, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite.
Un contraente può legittimamente sospendere l'esecuzione della prestazione da lui dovuta se ritiene che le condizioni patrimoniali dell'altra parte siano divenute tali da porre in evidente pericolo il conseguimento della controprestazione? No, in alcun caso. Sì, a meno che non gli venga prestata idonea garanzia. No, può ridurre la prestazione dovuta in base ad una proporzione stabilita dal giudice. Sì, in ogni caso.
Nei contratti con effetti traslativi o costitutivi, il perimento della cosa per causa non imputabile all'alienante libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione? No, ancorché la cosa non gli sia stata consegnata. Sì, sempre. Sì, tranne che la cosa gli sia stata consegnata. Sì, escluso il caso in cui l'effetto traslativo o costitutivo sia differito allo scadere di un termine.
Nei contratti a esecuzione continuata o periodica ovvero a esecuzione differita, la parte che deve la prestazione può domandare la risoluzione del contratto,... Se la prestazione di una delle parti è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili. Se la prestazione di una delle parti è divenuta, per colpa del debitore, eccessivamente onerosa. Se la prestazione di una delle parti è divenuta eccessivamente onerosa, anche se la sopravvenuta onerosità rientra nell'alea normale del contratto. Se la prestazione di una delle parti è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili; la parte contro la quale è domandata la risoluzione non può evitarla offrendo di modificare equamente le condizioni del contratto.
Che efficacia ha in un contratto di vendita il patto che prevede l'obbligo per il venditore, che voglia esercitare il diritto di riscatto, di restituire un prezzo superiore a quello stipulato per la vendita? Il patto è nullo per il prezzo eccedente quello di vendita. Il patto è valido, ma il venditore può in ogni momento chiedere una riduzione del prezzo secondo equità. Il patto è nullo e rende nullo anche il contratto di vendita. Il patto è valido.
È valido nella compravendita con patto di riscatto di un bene mobile stabilire un termine massimo per il riscatto di cinque anni? Sì, il termine massimo per il riscatto è superiore a cinque anni. No, il termine per il riscatto non può essere maggiore di due anni. Sì, il termine per il riscatto è infatti stabilito dalle parti. No, il termine per il riscatto non può essere maggiore di un anno.
Nella vendita di cose da trasportare da un luogo a un altro, il termine per la denunzia dei vizi e dei difetti di qualità apparenti decorre... Dal giorno successivo a quello della consegna delle cose al trasportatore. Dal giorno del ricevimento delle cose. Trascorsi otto giorni dal ricevimento delle cose. Dal giorno della consegna delle cose al trasportatore.
Quale diritto accorda il codice civile al permutante che ha sofferto l'evizione della cosa? Il solo diritto al risarcimento del danno. Può domandare solo la restituzione della cosa, salvo il diritto al risarcimento. Riavere la cosa data oppure, a sua scelta, il valore della cosa evitta, secondo le norme stabilite per la vendita, salvo in ogni caso il risarcimento del danno. Riavere la cosa data oppure, a sua scelta, il valore della cosa evitta, escluso in ogni caso il risarcimento del danno.
Nel contratto estimatorio, i creditori di colui che ha ricevuto la cosa possono sottoporla a pignoramento o a sequestro? No, finché non ne sia stato pagato il prezzo. Sì, comunque ed in ogni tempo. No, in nessun caso. Sì, ma con il consenso di chi ha consegnato la cosa, e anche se non ne sia stato pagato il prezzo.
Nel contratto estimatorio... Colui che ha consegnato le cose può sempre disporne. Sono validi gli atti di disposizione compiuti da chi ha ricevuto le cose ed i suoi creditori possono sottoporle a pignoramento o a sequestro in qualsiasi momento. Colui che ha consegnato le cose può disporne con un preavviso di cinque giorni. Colui che ha consegnato le cose non può disporne fino a che non gli siano restituite.
Che effetto produce il patto con cui l'avente diritto alla somministrazione si obbliga a dare la preferenza al somministrante nella stipulazione di un successivo contratto per lo stesso oggetto? È valido purché la durata dell'obbligo non ecceda i dieci anni; se è convenuto un termine maggiore questo si riduce a dieci anni. È nullo se è convenuto, per la durata dell'obbligo, un termine maggiore di cinque anni. È nullo. È valido purché la durata dell'obbligo non ecceda il termine di cinque anni.
Nel contratto di locazione, il codice civile considera atto eccedente l'ordinaria amministrazione... L'anticipazione del corrispettivo della locazione per una durata superiore a tre mesi. Il contratto di locazione per una durata superiore a sei anni. L'anticipazione del corrispettivo della locazione per una durata superiore a sei mesi. L'anticipazione del corrispettivo della locazione per una durata superiore a un anno.
Il patto con cui si esclude o si limita la responsabilità del locatore per i vizi della cosa locata... Non ha effetto limitatamente al caso in cui il locatore li ha in mala fede taciuti. Non ha effetto limitatamente al caso in cui i vizi siano tali da rendere impossibile il godimento della cosa. Non ha effetto, se il locatore li ha in mala fede taciuti al conduttore oppure se i vizi sono tali da rendere impossibile il godimento della cosa. È nullo in ogni caso.
In materia di difformità e vizi dell'opera appaltata, dispone, tra l'altro, il codice civile che... La garanzia non è dovuta se il committente ha accettato l'opera e le difformità o i vizi erano da lui riconoscibili, anche se siano stati taciuti in mala fede dall'appaltatore. Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, purché le difformità o i vizi siano stati denunziati entro sessanta giorni dalla scoperta e prima che siano decorsi i due anni dalla consegna. Il committente deve, a pena di decadenza, denunziare all'appaltatore le difformità o i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta. La denunzia è necessaria anche se l'appaltatore ha riconosciuto le difformità o i vizi o se li ha occultati. Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, ancorché non abbia denunziato le difformità o i vizi.
Nel mandato senza rappresentanza il mandatario che agisce in nome proprio... Acquista i diritti ed assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi, solo se questi hanno avuto conoscenza del mandato. Non acquista i diritti, né assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi. Acquista i diritti ed assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi, anche se questi hanno avuto conoscenza del mandato; il mandante non può in alcun caso sostituirsi al mandatario per esercitare i diritti di credito derivanti dall'esecuzione del mandato. Acquista i diritti ed assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi, anche se questi hanno avuto conoscenza del mandato.
Il mandatario, che agendo in nome proprio ma per conto del mandante ha acquistato beni immobili, è obbligato a trasferirli al mandante? Sì. In caso d'inadempimento, si osservano le norme relative all'esecuzione dell'obbligo di contrarre. No, ma il mandante può però rivendicarli, salvi i diritti acquistati dai terzi. No, è solo obbligato a rivenderli al mandante ad un prezzo preventivamente fissato. No; è fatto salvo il risarcimento del danno.
Nel mandato il mandante può legittimamente rivendicare le cose mobili acquistate per suo conto dal mandatario che ha agito in nome proprio? Sì, in ogni caso, anche in pregiudizio dei diritti acquistati dai terzi per effetto del possesso di buona fede. No, in nessun caso; è un diritto che può farsi valere in relazione ai soli beni immobili o beni mobili iscritti in pubblici registri. Sì, salvi i diritti acquistati dai terzi per effetto del possesso di buona fede. No, salvo diverso accordo.
L'atto che eccede i limiti del mandato resta a carico del mandatario? No, tranne nel caso di ratifica del mandante. Si; è esclusa la possibilità di ratifica del mandante. Sì, qualora il mandante non lo ratifichi. Sì, ma solo se il mandante lo disconosca entro otto giorni dalla comunicazione dell'esecuzione del mandato.
Il mandatario può discostarsi dalle istruzioni ricevute dal mandante? Sì, limitatamente ai mandati gratuiti e per circostanze ignote al mandante che non possono essergli comunicate in tempo. Sì qualora circostanze note al mandante facciano ragionevolmente ritenere che lo stesso mandante avrebbe dato la sua approvazione. No, in alcun caso. Sì qualora circostanze ignote al mandante, e tali che non possano essergli comunicate in tempo, facciano ragionevolmente ritenere che lo stesso mandante avrebbe dato la sua approvazione.
Il mandatario che agisce in nome proprio risponde verso il mandante dell'adempimento delle obbligazioni assunte dalle persone con le quali ha contrattato? No, tranne il caso che l'insolvenza di queste gli fosse o dovesse essergli nota all'atto della conclusione del contratto e salvo in ogni caso patto contrario. No, in alcun caso. Sì, nel caso unico in cui l'insolvenza di queste gli fosse nota al momento dell'esecuzione del contratto. No, tranne il solo caso in cui l'insolvenza di queste gli fosse nota all'atto della conclusione del contratto.
Il mandatario può soddisfarsi sui crediti pecuniari sorti dagli affari che ha concluso? Sì, con precedenza sul mandante e sui creditori di questo. Sì, con precedenza sul mandante, ma non sui creditori di questo. No, in alcun caso. Sì, con precedenza sui creditori del mandante ma non su quest'ultimo.
Nel contratto di comodato, se la cosa si deteriora per solo effetto dell'uso per cui è stata consegnata, il comodatario risponde del deterioramento? No, se non c'è colpa del comodatario. Sì, ma solo se si tratti di cosa mobile. Sì, sempre. No, se non c'è colpa del comodatario e nel solo caso di beni immobili.
È possibile costituire una rendita vitalizia a titolo oneroso? Sì, ma solo se costituita a favore di un terzo. Sì, solo attraverso cessione di capitale. Sì, mediante alienazione di un bene mobile o immobile o mediante cessione di capitale. No, la rendita vitalizia può essere costituita solo a titolo gratuito, per donazione o per testamento.
La fideiussione... Può eccedere ciò che è dovuto dal debitore. Non può prestarsi a condizioni meno onerose rispetto all'obbligazione principale. Può prestarsi anche per una parte soltanto del debito. Eccedente il debito o contratta a condizioni più onerose non è valida.
L'anticresi è il contratto... Col quale il debitore incarica i suoi creditori o alcuni di essi di liquidare tutte o alcune sue attività e di ripartirne tra loro il ricavato in soddisfacimento dei loro crediti. Col quale un soggetto si obbliga personalmente verso il creditore garantendo l'adempimento di una obbligazione altrui. Col quale il debitore o un terzo si obbliga a consegnare un immobile al creditore a garanzia del credito, affinché il creditore ne percepisca i frutti, imputandoli agli interessi, se dovuti, e quindi al capitale. Col quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine a una lite già incominciata o prevengono una lite che può sorgere tra loro.
Che efficacia ha la transazione fatta su lite già decisa con sentenza passata in giudicato? È annullabile, quando le parti o una di esse non ne avevano notizia. È nulla. È efficace solo se successivamente omologata dal Tribunale. È annullabile, solo se le parti non ne avevano notizia.
Chi ha eseguito un pagamento non dovuto... Ha diritto di ripetere ciò che ha pagato, ma non ha diritto ai frutti e agli interessi. Ha diritto di ripetere ciò che ha pagato solo se chi ha ricevuto il pagamento era in mala fede. Ha diritto di ripetere ciò che ha pagato. Non ha diritto di ripetere ciò che ha pagato.
Chi ha pagato un debito altrui, credendosi debitore, può ripetere ciò che ha pagato? No, in ogni caso. Sì, credendosi debitore in base ad un errore scusabile anche se il creditore si sia privato in buona fede del titolo o delle garanzie del credito. Sì, credendosi debitore in base ad un errore anche se il creditore si sia privato in buona fede del titolo o delle garanzie del credito. Sì, credendosi debitore in base ad un errore scusabile e sempre che il creditore non si sia privato in buona fede del titolo o delle garanzie del credito.
Il custode è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia? Sì, salvo che sia avvenuto per causa di forza maggiore, senza necessità di prova. Sì, salvo che provi il caso fortuito. Sì, sempre. No.
Sono soggetti a trascrizione, ai sensi dell'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... I contratti di locazione di beni immobili che hanno durata superiore a cinque anni. I contratti di anticresi. Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, qualunque sia la durata del consorzio. La vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente.
Sono soggetti a trascrizione, ai sensi dell'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... I contratti di società e di associazione con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, indipendentemente dalla loro durata. Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, quando la durata del consorzio eccede i due anni o è indeterminata. Gli atti tra vivi di rinunzia ai diritti del concedente e dell'enfiteuta. Le transazioni che hanno per oggetto controversie sulle locazioni di beni immobili, qualora la locazione sia superiore a cinque anni.
Si devono rendere pubblici con il mezzo della trascrizione, secondo quanto dispone il codice civile, tra gli altri,... Le transazioni che hanno per oggetto controversie sulle locazioni di beni immobili, qualora la locazione sia superiore a cinque anni. I contratti di società e di associazione con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, quando la durata della società o dell'associazione eccede i sette anni o è indeterminata. Gli atti e le sentenze di affrancazione del fondo enfiteutico. La vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente.
Gli atti e le sentenze da cui risulta liberazione o cessione di pigioni o di fitti non ancora scaduti devono essere resi pubblici con il mezzo della trascrizione? No, l'obbligo non sussiste in alcun caso. Sì, limitatamente ai termini maggiori di tre anni. Sì, in ogni caso. Sì, limitatamente ai termini maggiori di cinque anni.
Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari devono essere resi pubblici con il mezzo della trascrizione nei pubblici registri immobiliari? Sì, quando la durata del consorzio eccede i nove anni o è indeterminata. Sì, l'obbligo sussiste. No, in alcun caso. Sì, solo quando la durata del consorzio è indeterminata.
A norma di quanto dispone l'art. 2651 del c.c. sussiste l'obbligo di trascrivere le sentenze da cui risultano estinte per prescrizione servitù prediali? Sì. Sì, solo nel caso di servitù coattive. No. No, sussiste l'obbligo di trascrivere solo le sentenze da cui risulta acquistato per usucapione uno dei diritti di cui all'art. 2643 del c.c.
La trascrizione nei registri immobiliari si può effettuare, ai sensi dell'art. 2657 del codice civile, in forza di una sentenza? Sì, si può effettuare in forza di atto pubblico, sentenza o scrittura privata ancorché non autenticata. Sì, si può effettuare in forza di atto pubblico, sentenza o scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. No, si può effettuare in forza di atto pubblico. Sì, si può effettuare in forza di una sentenza o atto pubblico.
La trascrizione nei registri immobiliari si può effettuare, ai sensi dell'art. 2657 del codice civile, in forza... Anche di scrittura privata con sottoscrizione accertata giudizialmente. Anche di scrittura privata, ancorché priva di sottoscrizione autenticata. Anche di sentenza o di altro atto eseguito in paese estero, anche se privo di legalizzazione. Solo di contratto o atto pubblico.
Se una scrittura privata con sottoscrizione autenticata si trova depositata, in unico originale, presso un notaio, cosa deve presentare al conservatore dei registri immobiliari la parte che ne domanda la trascrizione? Una copia autenticata da un qualunque pubblico ufficiale. Una copia ancorché non autenticata. L'originale della scrittura. Una copia autenticata dal notaio.
Con un unico atto stipulato da un notaio di Napoli un soggetto residente a Genova ha venduto ad un altro soggetto residente a Milano un appartamento sito in Roma ed un capannone industriale sito a Latina. Il notaio trascriverà l'atto... Presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Genova. Presso le Conservatorie dei Registri Immobiliari di Napoli e Genova. Presso le Conservatorie dei Registri Immobiliari di Roma e di Latina. Presso la sola Conservatoria dei Registri Immobiliari di Roma.
È soggetta alla trascrizione una transazione che ha per oggetto una controversia relativa alla proprietà di un autoveicolo? No, in alcun caso. Sì. Sì, ma solo se si tratta di atti tra vivi di rinuncia a diritti. Sì, ma solo a seguito di sentenza.
È valido, ai sensi dell'art. 2698 del codice civile, un patto con il quale le parti dichiarano consapevolmente di invertire l'onere della prova? Sì, ma solo se risultante dal comportamento processuale della parte. No, in alcun caso. Sì, salvo che si tratti di diritti di cui le parti non possono disporre ovvero quando l'inversione o la modificazione ha per effetto di rendere a una della parti eccessivamente difficile l'esercizio del diritto. Sì, sempre.
A norma di quanto dispone l'art. 2712 del c.c. una riproduzione cinematografica può formare piena prova dei fatti e delle cose in essa rappresentate? Sì, purché munite di dichiarazione di autenticità di chi ha eseguito la ripresa. Sì, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose rappresentate. No, a seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. n. 82/2005 sono ammesse solo le riproduzioni informatiche. Sì, ma solo se la riproduzione cinematografica è avvenuta in presenza di due testimoni.
A norma del disposto di cui all'art. 2712 del c.c. una registrazione può formare piena prova dei fatti e delle cose in essa rappresentate? Sì, purché munite di dichiarazione di autenticità di chi ha eseguito la registrazione. Sì, ma solo nel caso di registrazione su nastro magnetico di una conversazione telefonica. No, in alcun caso. Sì, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose rappresentate.
Il materia di presunzioni semplici, l'art. 2729 del codice civile stabilisce, tra l'altro, che... Il giudice può ammettere solo le presunzioni gravi, precise e concordanti. Gli elementi assunti a fonte di presunzione, devono necessariamente essere più di uno, non potendo il convincimento del giudice fondarsi su un solo elemento, anche se grave e preciso. Solo la legge può stabilire quali presunzioni possano essere lasciate alla prudenza del giudice. Il giudice può ammettere le presunzioni anche se non gravi, precise e concordanti.
Dispone l'art. 2739 del codice civile in merito all'oggetto del giuramento, tra l'altro che... Il giuramento non può essere deferito o riferito, per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre. Il giuramento può essere deferito o riferito, sopra un fatto illecito. Il giuramento non può essere deferito sopra un fatto proprio della parte a cui si deferisce o sulla conoscenza che essa ha di un fatto altrui. Il giuramento può essere deferito o riferito, sopra un contratto per la validità del quale sia richiesta la forma scritta.
Dispone l'art. 2739 del codice civile in merito all'oggetto del giuramento, tra l'altro che... Il giuramento non può essere deferito sopra un fatto proprio della parte a cui si deferisce o sulla conoscenza che essa ha di un fatto altrui. Il giuramento può essere riferito qualora il fatto che ne è l'oggetto non sia comune a entrambe le parti. Il giuramento non può essere deferito o riferito, per negare un fatto che da un atto pubblico risulti avvenuto alla presenza del pubblico ufficiale che ha formato l'atto stesso. Il giuramento può essere deferito o riferito, per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre.
Dispone l'art. 2739 del codice civile in merito all'oggetto del giuramento, tra l'altro che... Il giuramento non può essere deferito o riferito, sopra un fatto illecito. Il giuramento può essere deferito o riferito, per negare un fatto che da un atto pubblico risulti avvenuto alla presenza del pubblico ufficiale che ha formato l'atto stesso. Il giuramento può essere deferito o riferito, per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre. Il giuramento può essere deferito o riferito, sopra un contratto per la validità del quale sia richiesta la forma scritta.
Dispone l'art. 2739 del codice civile in merito all'oggetto del giuramento, tra l'altro che... Il giuramento può essere deferito o riferito, sopra un fatto illecito. Il giuramento può essere deferito o riferito, per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre. Il giuramento può essere riferito qualora il fatto che ne è l'oggetto non sia comune a entrambe le parti. Il giuramento non può essere deferito o riferito, sopra un contratto per la validità del quale sia richiesta la forma scritta.
Dispone l'art. 2739 del codice civile in merito all'oggetto del giuramento, tra l'altro che... Il giuramento può essere riferito qualora il fatto che ne è l'oggetto non sia comune a entrambe le parti. Il giuramento non può essere deferito che sopra un fatto proprio della parte a cui si deferisce o sulla conoscenza che essa ha di un fatto altrui. Il giuramento può essere deferito o riferito, per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre. Il giuramento può essere deferito o riferito, sopra un contratto per la validità del quale sia richiesta la forma scritta.
Dispone l'art. 2739 del codice civile in merito all'oggetto del giuramento, tra l'altro che... Il giuramento può essere deferito o riferito, per negare un fatto che da un atto pubblico risulti avvenuto alla presenza del pubblico ufficiale che ha formato l'atto stesso. Il giuramento può essere deferito o riferito, sopra un fatto illecito. Il giuramento non può essere riferito qualora il fatto che ne è l'oggetto non sia comune a entrambe le parti. Il giuramento può essere deferito o riferito, per la decisione di cause relative a diritti di cui le parti non possono disporre.
Il patto commissorio, ai sensi dell'art. 2744 del codice civile,... È nullo solo se posteriore alla costituzione dell'ipoteca o del pegno. È nullo anche se posteriore alla costituzione dell'ipoteca o del pegno. È ammesso nei soli casi espressamente indicati nel c.c. È nullo solo se anteriore alla costituzione dell'ipoteca o del pegno.
Dispone l'art. 2748 del codice civile che il privilegio speciale sui beni mobili... Non può esercitarsi in pregiudizio del creditore pignoratizio, salvo che la legge non disponga diversamente. Non può in nessun caso esercitarsi in pregiudizio del creditore pignoratizio. Può esercitarsi in pregiudizio del creditore pignoratizio solo se convenuto tra le parti. Può esercitarsi in pregiudizio del creditore pignoratizio.
I creditori che hanno privilegio sui beni immobili... Sono equiparati agli altri creditori. Sono preferiti agli altri creditori, con esclusione dei creditori ipotecari. Devono essere preferiti ai creditori ipotecari; nessuna eccezione è posta dalla normativa in materia. Sono preferiti ai creditori ipotecari, se la legge non dispone diversamente.
I crediti dipendenti dal contratto di trasporto e quelli per le spese d'imposta anticipate dal vettore hanno privilegio sulle cose trasportate? Sì, finché queste rimangono presso di lui. Sì, in ogni caso. Sì, finché queste sono nella disponibilità del proprietario. No, anche se queste sono presso di lui.
I crediti derivanti dall'esecuzione del mandato hanno privilegio sulle cose del mandante? Sì, limitatamente alle cose che il mandatario detiene per l'esecuzione del mandato. No, in nessun caso. Sì, su tutte. No, salvo che il privilegio sia stato espressamente pattuito nel contratto di mandato.
Il creditore pignoratizio, ai sensi dell'art. 2792 del codice civile,... Non può dare la cosa in pegno o concederne ad altri il godimento. Può usare la cosa purché ne rispetti la destinazione economica. Può usare la cosa purché corrisponda un equo compenso al costituente. Può dare in pegno la cosa ma non concedere ad altri il godimento.
Il creditore pignoratizio, ai sensi dell'art. 2792 del codice civile,... Deve in ogni caso imputare l'utile ricavato dalla cosa prima alle spese e agli interessi e poi al capitale. Può usare la cosa purché corrisponda un equo compenso al costituente. Può dare la cosa in pegno. Può dare in pegno la cosa ma non concedere ad altri il godimento.
A norma di quanto dispone l'art. 2810 del c.c. è capace d'ipoteca il diritto del concedente sul fondo enfiteutico? Solo se si tratta di ipoteca legale. È capace d'ipoteca solo il diritto del concedente sul fondo enfiteutico. Sì, sempre. No, in alcun caso.
L'usufrutto di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione di un'ipoteca sullo stesso bene, è opponibile al creditore ipotecario? Sì, e in tal caso si osservano le disposizioni relative ai terzi acquirenti. Sì, sempre. No, in alcun caso. Solo se costituito per durata ultranovennale.
Statuisce l'art. 2812 del codice civile che le servitù di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'ipoteca non sono opponibili al creditore ipotecario, il quale può far subastare la cosa come libera. La stessa disposizione trova applicazione per i diritti di usufrutto? Sì, trova applicazione solo per i diritti si servitù e di usufrutto. Sì, trova applicazione per i diritti di usufrutto, di uso e di abitazione. No, trova applicazione solo per le servitù. No, trova applicazione solo per i diritti di uso e di abitazione.
Ai sensi dell'art. 2822 del codice civile, se l'ipoteca è concessa da chi non è proprietario della cosa, l'iscrizione può essere validamente presa... Se la cosa è acquistata dal concedente e solo nel caso di mutuo fondiario. Solo se la cosa è acquistata dal concedente. Anche se la cosa è acquistata dal concedente. Non oltre novanta giorni dall'acquisto.
Le obbligazioni risultanti da titoli all'ordine possono essere garantite con ipoteca? Sì. No, in alcun caso. Sì, a condizione che i titoli siano emessi da un istituto di credito. Sì, per i titoli all'ordine l'ipoteca è iscritta a favore dell'attuale possessore e si trasmette ai successivi possessori; questi sono tenuti a effettuare l'annotazione prevista dall'art. 2843.
Le obbligazioni risultanti da titoli al portatore possono essere garantite con ipoteca? No, possono essere garantiti con ipoteca solo i titoli all'ordine. No, in alcun caso. Sì, sempre. Sì, a condizione che i titoli siano emessi da un istituto di credito.
Il soggetto A, a garanzia di un credito nei confronti del soggetto B, ha dato in pegno a quest'ultimo un pezzo raro della sua collezione di libri antichi. Quest'ultimo, senza sottoporre a esecuzione il bene gravato da pegno, può pignorare altri libri della collezione del soggetto A? No, perché trattasi di beni mobili. Sì. No, l'art. 2911 del c.c. lo esclude espressamente. Sì, salvo che provi l'esistenza di altri debiti.
Ai sensi dell'art. 2914 del codice civile, le alienazioni di beni immobili o di beni mobili iscritti in pubblici registri, che siano state trascritte successivamente al pignoramento,... Non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, sebbene anteriori al pignoramento. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, se anteriori al pignoramento. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, salvo che il giudice disponga altrimenti. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante ma non dei creditori che intervengono nell'esecuzione, sebbene anteriori al pignoramento.
Ai sensi dell'art. 2914 del codice civile, le alienazioni di universalità di mobili che non abbiano data certa... Non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, sebbene anteriori al pignoramento. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, purché gli atti non importino vincolo di indisponibilità. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, salvo che il giudice disponga altrimenti. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante ma non dei creditori che intervengono nell'esecuzione, sebbene anteriori al pignoramento.
Dispone l'art. 2934 del codice civile che non sono soggetti alla prescrizione i diritti indicati dalla legge. La fattispecie comprende, tra l'altro,... L'azione di rivendicazione, salvi gli effetti dell'acquisto della proprietà da parte di altri per usucapione. Le annualità delle pensioni alimentari. Il capitale nominale dei titoli del debito pubblico emessi al portatore. Il diritto dei farmacisti, per il prezzo dei medicinali.
Dispone l'art. 2949 del codice civile che i diritti che derivano dai rapporti sociali, se la società è iscritta nel registro delle imprese... Si prescrivono in tre anni salvo i debiti che residuano dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese. Si prescrivono in cinque anni. Si prescrivono in dieci anni. Sono soggetti a prescrizione breve, ovvero tre anni.
I diritti verso gli esercenti pubblici servizi di linea di cui all'art. 1679 del codice civile si prescrivono... In diciotto mesi dalla richiesta del trasporto. In sei mesi dall'arrivo a destinazione della persona. In un anno dalla richiesta del trasporto. In ogni caso in tre anni.
I diritti per i quali la legge stabilisce una prescrizione più breve di dieci anni, quando riguardo ad essi è intervenuta sentenza di condanna passata in giudicato,... Si prescrivono con il decorso di cinque anni. Si prescrivono con il decorso di dieci anni. Si prescrivono con il decorso di tre anni. Si tramutano in diritti imprescrittibili.
Quando cessa l'obbligo per l'avvocato di rendere conto degli incartamenti relativi alle liti? Dopo tre anni dal momento in cui le liti sono state decise o sono altrimenti terminate. L'obbligo è imprescrittibile. Dopo cinque anni dall'ultimo atto compiuto dall'avvocato. Dopo due anni dal compimento degli atti a lui affidati.
Quando un diritto deve esercitarsi entro un dato termine sotto pena di decadenza, si applicano le norme relative all'interruzione della prescrizione? Sì, quando si tratta di materie sottratte alla disponibilità delle parti. No, non si applicano le norme relative all'interruzione della prescrizione e del pari non si applicano le norme che si riferiscono alla sospensione, salvo che sia disposto altrimenti. Sì, sempre. No, si applicano le norme riferite alla sospensione, salvo che la legge non disponga altrimenti.
Il codice civile tutela lo pseudonimo? Quando risulti registrato presso l'Anagrafe del Comune di residenza in aggiunta al cognome. Sì, in ogni caso. Quando è usato da una persona in modo che esso abbia acquistato l'importanza del nome. No, l'uso dello pseudonimo non trova tutela dal codice civile.
Perché un'associazione possa acquistare personalità giuridica, il relativo atto costitutivo... Può essere redatto nella forma della scrittura privata autenticata, con obbligo dell'atto pubblico nel caso in cui derivi da disposizione testamentaria. Deve essere redatto nella forma dell'atto pubblico. Può essere redatto nella forma della scrittura privata autenticata, con obbligo dell'atto pubblico solo nel caso di conferimento di immobili. Può essere redatto nella forma ritenuta più idonea, salvo gli obblighi derivanti dal conferimento di immobili.
Quando una persona ha nel medesimo luogo il domicilio e la residenza e trasferisce questa altrove, di fronte ai terzi di buona fede... Si considera trasferito anche il domicilio, se non si è fatta una diversa dichiarazione nell'atto in cui si è denunciato il trasferimento della residenza. Si considera trasferita solo la residenza. Si considera in ogni caso trasferito anche il domicilio. Si considera trasferito anche il domicilio, solo nel caso in cui il trasferimento avvenga in Regioni diverse.
L'istanza al tribunale per la dichiarazione di assenza può essere prodotta... Trascorsi tre anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia. Trascorsi due anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia. Trascorsi cinque anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia. Trascorsi tre mesi dal giorno a cui risale l'ultima notizia.
Una persona che abbia ottenuto l'immissione nel possesso temporaneo dei beni dell'assente può alienarli? Sì, se autorizzata dal Tribunale per necessità o utilità evidente. No, può solo ipotecarli. Sì, in caso di necessità o utilità evidente e senza alcuna autorizzazione. Sì, se autorizzata dal curatore dello scomparso.
Indicare quale tra le seguenti affermazioni è conforme a quanto sancisce il Titolo V del Codice civile sulla parentela e l'affinità. Nella linea collaterale i gradi di parentela si computano dalle generazioni salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, comprendendo lo stipite. Nella linea collaterale i gradi di parentela si computano dalle generazioni salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente e computando doppio lo stipite. Nella linea retta il computo dei gradi di parentela si effettua computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, compreso lo stipite. Nella linea collaterale i gradi di parentela si computano dalle generazioni salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, restando escluso lo stipite.
Nel matrimonio non costituiscono oggetto della comunione e sono pertanto beni personali del coniuge, ai sensi dell'art. 179 del Codice civile,... I frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione. I beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di donazione o successione, quando nell'atto di liberalità o nel testamento non è specificato che essi sono attribuiti alla comunione. Gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio, ad esclusione di quelli relativi ai beni personali. I proventi dell'attività separata di ciascuno dei coniugi se, allo scioglimento della comunione, non siano stati consumati.
In materia di disconoscimento di paternità, l'art. 235 del codice civile dispone, tra l'altro, che... L'azione di disconoscimento può essere esercitata dal figlio che ha raggiunto la maggiore età in tutti i casi in cui non può essere esercitata dal padre. È consentita l'azione per il disconoscimento di paternità del figlio concepito durante il matrimonio se i coniugi non hanno coabitato nel periodo compreso fra il 300° ed il 180° giorno prima della nascita. La sola dichiarazione della madre esclude la paternità. È consentita l'azione per il disconoscimento di paternità del figlio concepito durante il matrimonio se i coniugi non hanno coabitato nel periodo compreso fra il 400° ed il 220° giorno prima della nascita.
Chi delibera sulla convenienza di continuare ovvero alienare o liquidare le aziende commerciali, che si trovano nel patrimonio del minore sotto tutela e sulle relative modalità e cautele? Il tutore, che ne deve informare il giudice tutelare. Il giudice tutelare, su proposta del tutore e sentito il protutore. Il tutore, d'intesa con il protutore, sentito il minore. Il tutore, possibilmente d'intesa con il minore.
Nella deliberazione del giudice tutelare concernente il luogo dove il minore deve essere allevato e il suo avviamento agli studi o all'esercizio di un'arte, mestiere o professione, il minore deve essere ascoltato? Sì, se ha compiuto sedici anni. Sì, se ha compiuto dieci anni. Sì, se ha compiuto quattordici anni. No, l'art. 371 del codice civile lascia ampia facoltà al giudice tutelare.
Sono annullabili, ai sensi del codice civile, gli atti compiuti da persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata incapace di intendere e di volere al momento in cui li ha compiuti? Sì, qualora ne sia risultato un grave pregiudizio alla controparte. Sì, ma solo qualora si tratti di atti di straordinaria amministrazione. Sì, qualora ne sia risultato un grave pregiudizio all'autore. No, non sono annullabili.
È valido, ai sensi del codice civile, il contratto stipulato da persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata incapace di intendere e di volere al momento in cui lo ha stipulato? Sì, ma è annullabile se risulta la mala fede dell'altro contraente. No, l'atto è nullo di diritto. Sì. Sì, ma solo qualora si tratti di atti di straordinaria amministrazione.
L'azione per l'annullamento degli atti compiuti da una persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata per qualsiasi causa, anche transitoria, incapace d'intendere o di volere al momento del loro compimento... È imprescrittibile. Si prescrive nel termine di tre anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto. Si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto. Si prescrive nel termine di dieci anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto.
Dispone l'art. 458 del Codice civile che la convenzione con cui taluno dispone della propria successione è... Valida ed efficace. Annullabile. Nulla di diritto. Valida ma inefficace fino al momento della morte del disponente.
Le disposizioni a favore della persona che ha scritto il testamento segreto, approvate di mano dello stesso testatore... Sono nulle e inefficaci. Sono valide ed efficaci. Sono nulle in ogni caso. Sono nulle, salvo che si tratti del legittimario.
Come sono considerate dall'art. 814 del codice civile le energie naturali? Beni mobili, se hanno valore economico. Beni pubblici. Pertinenze del bene da cui scaturiscono. Beni immobili.
Quando hanno un valore economico, le energie naturali sono, ai sensi del codice civile,... Beni mobili. Pertinenze del bene da cui scaturiscono. Beni immobili. Beni demaniali, in ogni caso.
I beni mobili iscritti in pubblici registri sono soggetti alle disposizioni che li riguardano e, in mancanza, alle disposizioni relative... Ai beni mobili. Ai beni immobili. Alle universalità di beni. Alle pertinenze dei beni mobili.
I beni mobili iscritti in pubblici registri sono soggetti alle disposizioni che li riguardano e, in mancanza, alle disposizioni dettate dal codice civile in materia di... Beni mobili. Pertinenze. Frutti civili. Universalità di beni.
Gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale... Comprendono anche le pertinenze, solo se è espressamente previsto. Comprendono in ogni caso le pertinenze. Comprendono anche le pertinenze, se non è diversamente disposto. Non comprendono di norma le pertinenze.
Gli atti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale comprendono anche le pertinenze? No, mai. Sì, se non è diversamente disposto. Sì, ma solo se è espressamente previsto negli atti. Sì, con esclusione di qualsiasi patto contrario.
A quale regime sono soggetti i cimiteri comunali? Al regime del demanio pubblico. Al regime del patrimonio disponibile del Comune. Al regime della proprietà privata. Al regime del patrimonio del Comune.
A quale regime sono soggetti i mercati comunali? Al regime del patrimonio disponibile del Comune. Al regime del patrimonio indisponibile dello Stato. Al regime del demanio pubblico. Al regime della proprietà privata.
I regolamenti locali possono stabilire distanze maggiori di quelle previste dal codice civile in ordine alle costruzioni su fondi finitimi, non unite né aderenti? No, mai. Sì. Sì, limitatamente ai fabbricati rurali. No, limitatamente alle abitazioni civili.
A norma delle disposizioni di cui all'art. 880 del c.c. il muro che serve di divisione tra edifici di altezza ineguale: Si presume di proprietà dell'edificio più alto. Si presume di proprietà dell'edificio più basso. Si presume di proprietà dell'edificio costruito per primo. Si presume comune fino al punto in cui uno degli edifici comincia ad essere più alto.
Quali mezzi di prova sono ammessi nell'azione di regolamento di confini? È ammessa solo la prova documentale. Sono ammesse solo le risultanze delle mappe catastali. È ammesso ogni mezzo di prova. È ammessa solo la prova testimoniale.
Il diritto di fare costruzioni sul suolo altrui si estingue per prescrizione per effetto del non uso protratto... Per venti anni. Per dieci anni. Per quindici anni. Per trenta anni.
L'enfiteusi temporanea non può essere costituita per una durata ... Superiore ai dieci anni. Superiore ai venti anni. Inferiore ai trenta anni. Inferiore ai venti anni.
Il diritto dell'enfiteuta si prescrive per effetto del non uso protratto... Per venti anni. Per dieci anni. Per quindici anni. Per cinque anni.
L'usufrutto costituito a favore di una persona giuridica... Non può durare più di dieci anni. Non può durare più di trent'anni. Dura finché esiste la persona giuridica. Non può durare più di vent'anni.
L'usufrutto costituito a favore di una persona giuridica non può eccedere la durata di... 40 anni. 30 anni. 20 anni. 50 anni.
Cosa dispone il Codice Civile per l'usufrutto che comprende cose consumabili? L'usufruttuario ha il diritto di servirsene e al termine dell'usufrutto ha l'obbligo di pagarne il valore secondo la stima convenuta. L'usufrutto non può concernere cose consumabili. Il Codice Civile nulla dispone in proposito, lasciando alla libera determinazione delle parti la disciplina dell'ipotesi in oggetto. L'usufruttuario deve sempre restituirne altre in eguale qualità e quantità.
Il proprietario del fondo servente... È sempre tenuto a compiere gli atti necessari per rendere possibile l'esercizio della servitù da parte del titolare. È tenuto, solo a richiesta del titolare, a compiere gli atti necessari per rendere possibile l'esercizio della servitù. Non è tenuto a compiere alcun atto per rendere possibile l'esercizio della servitù da parte del titolare, salvo il caso in cui il titolo disponga altrimenti. Non è tenuto a compiere alcun atto per rendere possibile l'esercizio della servitù da parte del titolare, salvo che la legge o il titolo disponga altrimenti.
Le servitù prediali, ai sensi dell'art. 1031 del Codice civile,... Non possono essere costituite per usucapione. Possono essere costituite solo coattivamente o volontariamente. Non possono essere costituite per destinazione del padre di famiglia. Possono essere costituite anche coattivamente o volontariamente.
Le servitù coattive possono essere costituite per contratto? Sì, ad eccezione delle servitù di passaggio. Sì. No. Sì, nel solo caso delle servitù di passaggio.
In materia di aggravamento o diminuzione dell'esercizio della servitù, l'art. 1067 del Codice civile dispone che... Il proprietario del fondo servente non può compiere esclusivamente le cose che tendano a rendere più incomodo l'esercizio della servitù. Il proprietario del fondo servente, se richiesto dall'esercizio della propria attività, può compiere eventuali cose che tendano a diminuire l'esercizio della servitù. Il proprietario del fondo dominante non può fare innovazioni che rendano più gravosa la condizione del fondo servente. Il proprietario del fondo dominante può fare le innovazioni che ritiene opportune, ancorché rendano più gravosa la condizione del fondo servente, che siano strettamente funzionali all'esercizio della propria attività.
In materia di aggravamento o diminuzione dell'esercizio della servitù, l'art. 1067 del Codice civile dispone che... Il proprietario del fondo servente, se richiesto dall'esercizio della propria attività, può compiere eventuali cose che tendano a diminuire l'esercizio della servitù. Il proprietario del fondo servente può compiere anche cose che tendono a rendere più incomodo l'esercizio della servitù. Il proprietario del fondo dominante può fare le innovazioni che ritiene opportune, ancorché rendano più gravosa la condizione del fondo servente, che siano strettamente funzionali all'esercizio della propria attività. Il proprietario del fondo servente non può compiere alcuna cosa che tenda a diminuire l'esercizio della servitù o a renderlo più incomodo.
La servitù si estingue per prescrizione quando non se ne usa per... Venti anni. Trenta anni. Dieci anni. Quindici anni.
In base alla normativa dettata dal codice civile in relazione al condominio negli edifici, un condomino può, rinunziando al diritto sulle parti comuni dell'edificio, sottrarsi al contributo nelle spese per la loro conservazione? Può sottrarsi se la maggioranza dei condomini lo consente. Il codice civile lo vieta con norma inderogabile. Può sottrarsi se tutti gli altri condomini lo consentono. Il codice civile lo vieta, precisando però che il regolamento di condominio può disporre diversamente.
Le parti comuni di un edificio possono essere soggette a divisione... Purché la divisione sia richiesta da almeno i due terzi dei condomini. Solo con deliberazione della maggioranza dei condomini che rappresentino almeno tre quarti del valore complessivo della cosa comune e anche se la divisione renda più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino. In nessun caso. Qualora la divisione possa farsi senza rendere più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino.
Qualora il titolo dell'acquisto, effettuato in buona fede, non sia stato trascritto, l'usucapione di un bene mobile iscritto in pubblici registri si compie con il decorso... Di venti anni. Di dieci anni. Di quindici anni. Di trenta anni.
Il possesso acquistato in modo clandestino giova per l'usucapione? No, in alcun caso. Sì, a decorrere da due anni dal momento in cui la clandestinità è cessata. Sì, dal momento in cui è acquistato. No, se non dal momento in cui la clandestinità è cessata.
Il possesso acquistato in modo violento giova per l'usucapione? No, se non dal momento in cui la violenza è cessata. Sì, a decorrere da un anno dal momento in cui la violenza è cessata. No, mai. Sì, dal momento in cui è acquistato.
L'azione di manutenzione, a tutela del possesso, può essere proposta... Entro due anni dalla turbativa. Entro sei mesi dalla turbativa. Entro tre mesi dalla turbativa. Entro l'anno dalla turbativa.
Un fatto illecito può essere fonte di obbligazione? Sì. Ai sensi dell'art. 1173 del Codice civile, le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito, o da ogni altro atto, o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico. Sì. Ai sensi dell'art. 1173 del Codice civile, le obbligazioni derivano da fatto illecito, o da ogni altro atto, o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico, escluso il contratto. No. Ai sensi dell'art. 1173 del Codice civile, le obbligazioni derivano da contratto o da ogni altro atto, o fatto lecito, idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico. Sì. Ai sensi dell'art. 1173 del Codice civile, le obbligazioni derivano da contratto o da fatto illecito.
La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere suscettibile di valutazione economica e deve corrispondere a un interesse del creditore. Tale interesse... Non deve essere necessariamente patrimoniale. Deve essere necessariamente non patrimoniale. Può non essere patrimoniale solo nel caso di prestazione di lavoro tra conviventi. Deve essere esclusivamente patrimoniale.
La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere suscettibile di valutazione economica. In presenza di tale carattere sono soddisfatti tutti i requisiti richiesti dal codice civile? Sì. No, la prestazione deve inoltre corrispondere a un interesse esclusivamente patrimoniale del creditore. No, la prestazione deve inoltre corrispondere a un interesse esclusivamente non patrimoniale del creditore. No, la prestazione deve inoltre corrispondere a un interesse, anche non patrimoniale, del creditore.
L'obbligazione di consegnare una cosa determinata include anche quella di custodirla fino alla consegna? Sì, sempre. No, in alcun caso. Sì, ma solo se pattuito dalle parti. Sì, ma solo se disposto dal giudice.
Quando l'obbligazione ha per oggetto la prestazione di cose determinate soltanto nel genere, il debitore deve prestare cose... Di qualità idonea a soddisfare le esigenze del creditore. Di qualità superiore alla media. Di qualità non inferiore alla media che devono essere garantite da un terzo. Di qualità non inferiore alla media.
L'obbligazione può essere adempiuta da un terzo, anche contro la volontà del creditore? No. L'obbligazione deve in ogni caso essere adempiuta dal debitore, perché è tra questi ed il creditore che si è creato il rapporto giuridico obbligatorio. No. L'obbligazione non può essere adempiuta da terzi se il creditore non è d'accordo. Sì, se questi non ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione. Sì, ma solo se la cosa data in pegno a garanzia della obbligazione possa subire perimento.
Nel caso in cui il luogo dell'adempimento di una obbligazione non è determinato dalla convenzione o dagli usi, né è desumibile dalla natura della prestazione o da altre circostanze, l'obbligazione avente ad oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta... Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza. Al domicilio che il debitore aveva al tempo della nascita dell'obbligazione. Al domicilio che il creditore aveva al tempo della nascita dell'obbligazione.
In materia di obbligazioni, se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita... Il creditore può esigerla immediatamente. Il creditore può esigerla con un preavviso di 3 giorni. Il termine per l'adempimento è rimesso alla volontà del debitore. Il termine per l'adempimento è rimesso in ogni caso alla volontà del giudice.
Il creditore può, ai sensi dell'art. 1183 del codice civile, esigere immediatamente la prestazione... Se non è determinato il tempo in cui essa deve essere eseguita. Solo se ciò sia consentito dagli usi in relazione alla natura della prestazione. Se viene a conoscenza di eventi che potrebbero far insorgere difficoltà nell'adempimento. Solo se il debitore è consenziente.
Qualora in base ai motivi indicati dal c.c. per l'adempimento dell'obbligazione è necessaria la fissazione di un termine, questo, in mancanza di accordo tra le parti,... È stabilito dal debitore. È stabilito da un terzo nominato di comune accordo tra le parti. È stabilito dal creditore. È stabilito dal giudice.
Se per l'adempimento dell'obbligazione è fissato un termine, questo... Si presume a favore del creditore se non risulta stabilito a favore di entrambi. Si presume a favore del debitore per le obbligazioni pecuniarie, a favore del creditore per tutte le altre. Si presume a favore del debitore, qualora non risulti stabilito a favore del creditore o di entrambi. Si presume a favore del creditore, qualora non risulti stabilito a favore del debitore.
Nel silenzio del titolo costitutivo dell'obbligazione, il termine fissato per l'adempimento... Si presume a favore del creditore. Si presume a favore del debitore solo se non risulta stabilito a favore di entrambi. Si presume a favore del creditore solo se non risulta stabilito a favore di entrambi. Si presume a favore del debitore.
Se non si possa desumere a favore di chi sia stato stabilito il termine fissato per l'adempimento dell'obbligazione, esso si presume... A favore di entrambe le parti. A favore del debitore. A favore del creditore. A favore del creditore per le obbligazioni pecuniarie, a favore del debitore per tutte le altre.
Se il termine per l'adempimento dell'obbligazione è stabilito esclusivamente a favore del creditore, questi può esigere la prestazione anche prima della scadenza? Sì, se la prestazione consiste in una somma di denaro. Sì. Sì, ma solo se il debitore è in stato di insolvenza. No, in alcun caso.
Il codice civile consente a chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona di dichiarare, nel momento in cui paga, quale debito intende soddisfare? Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. Sì, con il consenso del creditore. Sì, ma solo nel caso di richiesta del creditore.
Nel caso di pluralità di debiti della medesima specie verso un solo creditore, a chi compete dichiarare al momento del pagamento quale debito si deve intendere soddisfatto? Sempre al creditore. Al terzo designato con apposita clausola contrattuale; in mancanza al debitore. Al debitore. Al presidente del tribunale del luogo di residenza del creditore.
Dispone il codice civile che le spese del pagamento di una obbligazione... Sono a carico del debitore. Sono sempre a carico del debitore con la sola esclusione delle spese per il pagamento del debito in materia fallimentare. Sono a carico del creditore. Sono compensate tra le parti.
Il debitore, che esegue una prestazione diversa da quella dovuta, è liberato? Sì, se la prestazione eseguita ha valore uguale a quella dovuta. Sì, se ciò è consentito dagli usi. Solo se la prestazione eseguita ha valore maggiore di quella dovuta. Sì, se vi è il consenso del creditore.
Il debitore che ha eseguito il pagamento ha diritto al rilascio della quietanza da parte del creditore? Sì, se il pagamento è di importo superiore a euro 100,00. Sì, ma solo se il debitore ha eseguito una prestazione diversa da quella dovuta. Sì, a richiesta e a spese del debitore. No, perché il titolo deve essere restituito al debitore al momento del pagamento.
Ai sensi dell'art. 1199 del c.c. il rilascio di una quietanza per il capitale fa presumere che siano stati pagati anche gli interessi? No. Sì, per quietanze fino a euro 50,00. Sì. Sì, per quietanze fino a euro 100,00.
Il soggetto che accetta l'eredità con beneficio di inventario e paga con denaro proprio i debiti ereditari, è surrogato nei diritti dei creditori? Sì, anche se la volontà del soggetto non è portata a conoscenza degli interessati. Sì, previo consenso dei creditori. Sì. No, in alcun caso.
Chi è tenuto a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta nel caso di mora del creditore? Il debitore. Il creditore. Il creditore e il debitore in parti uguali fra loro. Il debitore salvo diversa pattuizione.
Con riferimento a quali articoli del c.c. è tracciata, con sufficiente precisione, la delimitazione delle aree di responsabilità contrattuale ed extracontrattuale? Articoli 2218 e 2023, rispettivamente. Articoli 1218 e 2043, rispettivamente. Articoli 2046 e 2058, rispettivamente. Articoli 2055 e 2056, rispettivamente.
Il debitore che esegue in ritardo la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno... Se non prova che il suo ritardo è avvenuto in buona fede. Solo se il creditore prova che il ritardo non è stato determinato da causa di forza maggiore. Anche se prova che il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. Se non prova che il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è, ai sensi del codice civile,... Liberato in ogni caso da ogni obbligazione nei confronti del creditore. Tenuto al risarcimento del danno, anche se prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. Tenuto al risarcimento del danno, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. In ogni caso tenuto al risarcimento del danno.
In quale dei seguenti casi è necessaria la costituzione in mora del debitore? Quando il debito deriva da fatto illecito. Quando il debitore è una Pubblica Amministrazione. Quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler eseguire l'obbligazione. Quando è scaduto il termine se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del creditore.
Il risarcimento del danno per l'inadempimento di un'obbligazione o per il ritardo nell'adempimento della stessa deve comprendere... La perdita subita dal creditore e il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta. Solo la perdita subita dal creditore, in quanto ne sia conseguenza immediata e diretta. Solo il mancato guadagno del creditore, anche se non ne sia conseguenza immediata e diretta. La perdita subita dal creditore e il mancato guadagno, anche se non ne siano conseguenza immediata e diretta.
Nelle obbligazioni pecuniarie sono dovuti gli interessi legali dal giorno della mora. Al creditore che dimostri di aver subito un danno maggiore spetta un ulteriore risarcimento? Sì, salvo sia stata convenuta la misura degli interessi moratori. Sì, salvo che la misura convenuta degli interessi moratori sia almeno doppia del tasso legale. Sì, in tutti i casi, indipendentemente da quanto le parti abbiano già previsto e regolamentato. No, in nessun caso, in quanto gli interessi legali servono a compensare ogni danno subito dal creditore.
Se il danno per il ritardo nell'adempimento non può essere provato nel suo preciso ammontare... È liquidato dal giudice con valutazione equitativa. È liquidato dal giudice nell'ammontare richiesto dal creditore. Può essere liquidato dal giudice solo previo accordo delle parti. È liquidato dal giudice nell'ammontare offerto dal debitore.
A norma dell'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di esonero di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È valido ed efficace. È valido ma inefficace. È nullo. È annullabile.
A norma dell'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di esonero di responsabilità per i casi in cui il fatto degli ausiliari del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È nullo. È valido ma inefficace. È valido ed efficace. È annullabile.
A norma dell'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È annullabile. È nullo. È nullo perché in caso di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico la responsabilità non può essere limitata ma solo esonerata. È valido ad esclusione delle cose pericolose per la salute.
A norma dell'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto degli ausiliari del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È annullabile. È nullo perché in caso di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico la responsabilità non può essere limitata ma solo esonerata. È valido ad esclusione della tutela delle condizioni di lavoro. È nullo.
A quale saggio sono computati gli interessi convenzionali, se le parti non ne hanno determinato la misura stessa? In misura doppia del saggio degli interessi legali. Nella misura equitativa stabilita dal giudice. Al saggio degli interessi legali. In misura pari al saggio legale ridotto di un punto percentuale.
Ai sensi dell'art. 1285 del c.c. il debitore di un'obbligazione alternativa si libera, in mancanza di diverso accordo,... Soltanto eseguendo la prestazione richiesta dal creditore. Eseguendo le prestazioni nell'ordine indicato dal creditore. Anche eseguendo parte di una prestazione e parte dell'altra. Eseguendo una delle due prestazioni dedotte in obbligazione.
Ai sensi dell'art. 1285 del c.c. in mancanza di diverso accordo, il debitore di un'obbligazione alternativa si libera, eseguendo, secondo proprie scelte, una delle due prestazioni dedotte in obbligazione? No, si libera solo eseguendo la prestazione richiesta dal creditore. No, si libera eseguendo la prestazione più gravosa. No, si libera eseguendo parte dell'una e parte dell'altra. Sì.
Se per la medesima prestazione sono obbligati più debitori, questi sono tenuti in solido? Sì, se dalla legge o dal titolo non risulta diversamente. Solo se dalla legge non risulta diversamente. Sì, anche se dal titolo risulta diversamente. No, ciascuno risponde per la propria quota.
Secondo il codice civile, l'accordo è un requisito del contratto. La sua mancanza ne determina... L'annullabilità. L'annullabilità, salvo che nei contratti ad effetti reali. L'annullabilità, salvo che nei contratti per adesione. La nullità.
Quale dei seguenti non costituisce requisito necessario per l'esistenza del contratto ai sensi dell'art. 1325 del codice civile? La causa. L'oggetto. Il prezzo. L'accordo delle parti.
Quando il contratto costituisce il mezzo per eludere l'applicazione di una norma imperativa, il codice civile... Considera illecito il motivo del contratto. Considera illecita la causa del contratto. Considera illecito l'oggetto del contratto. Considera illecita la forma del contratto.
Il motivo illecito che ha determinato soltanto una delle parti in modo esclusivo a concludere un contratto... È privo di rilevanza ai fini del contratto. Determina la nullità del contratto. Determina l'annullabilità del contratto. Determina illiceità del contratto.
Il contratto che trasferisce la proprietà di beni immobili, redatto per scrittura privata, è... Valido. Rescindibile. Nullo. Annullabile.
La transazione che ha per oggetto controversie relative ai contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili, redatta per scrittura privata è... Rescindibile. Inefficace. Valida. Nulla.
Il contratto preliminare... È una promessa non vincolante ai fini giuridici. Può essere sempre stipulato in forma libera. Non può vincolare una sola parte. È nullo se non è fatto nella stessa forma che la legge prescrive per il contratto definitivo.
Ai sensi del codice civile, il contratto preliminare... È rescindibile su domanda di uno dei contraenti se la forma in cui è stato stipulato non è quella prescritta dalla legge per il contratto definitivo. È nullo se non è fatto nella stessa forma che la legge prescrive per il contratto definitivo. È annullabile se non è fatto nella stessa forma prescritta per il contratto definitivo. Vincola solo una parte.
Quando le parti convengono per iscritto di adottare una determinata forma per la futura conclusione di un contratto, si presume che tale forma sia voluta... Per la prova del contratto. Per la interpretazione certa del contratto. Per la validità del contratto. Per la pubblicità del contratto.
È valido il contratto al quale è stata apposta una condizione sospensiva illecita? No, è nullo. È valido fino al verificarsi della condizione. Sì, ma la condizione si ha come non apposta. No, è annullabile.
La condizione relativa ad un contratto si considera avverata, ai sensi del codice civile,... Qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario all'avveramento di essa. Qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse all'avveramento di essa, nel solo caso di condizione risolutiva. Qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse all'avveramento di essa. Qualora sia mancata per causa imputabile ad un terzo o sia impossibile.
In quale delle seguenti ipotesi può ravvisarsi l'applicazione del «principio di conservazione», che trova speciale rilievo come criterio da seguire nell'interpretazione dei contratti? Quando, nel dubbio, il contratto venga interpretato nel senso della conservazione dell'equilibrio tra prestazione e controprestazione. Quando, nel dubbio, l'interpretazione data al contratto è quella tendente a conservare l'intenzione dei contraenti, cioè il fine ultimo che questi si proponevano di realizzare mediante lo strumento contrattuale. Quando, nel dubbio, il contratto venga interpretato nel senso in cui possa esplicare un qualche effetto, anziché in quello secondo cui non ne avrebbe alcuno. Quando, nel dubbio, si interpreti il contratto in modo da alterare il meno possibile il patrimonio di ciascuna delle parti, rispetto alla sua consistenza nel momento in cui sorge l'obbligazione.
Le clausole contrattuali inserite nelle condizioni generali di un contratto o in moduli o formulari predisposti da uno dei contraenti si interpretano, nel dubbio: Come non apposte. A favore dell'altro. Secondo equità. A favore del contraente che ha predisposto il modulo o il formulario.
Qualora nel contratto sia stata stipulata la prestazione di un corrispettivo per il recesso, questo ha effetto... Quando la prestazione è eseguita. Anche se la prestazione non è eseguita. Solo entro tre giorni dall'inizio della prestazione. Qundo la prestazione è eseguita; è escluso ogni patto contrario.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, la proprietà si trasmette e si acquista... Mediante un successivo negozio di trasferimento. Con la registrazione del contratto. Con la consegna della cosa. Per effetto del consenso delle parti, legittimamente manifestato.
In materia di caparra confirmatoria, l'art. 1385 del codice civile stabilisce che... Se la parte non inadempiente preferisce chiedere l'esecuzione è escluso il risarcimento del danno. Se al momento della conclusione del contratto una parte dà all'altra, a titolo di caparra, una somma di danaro, o una quantità di altre cose fungibili, la caparra, in caso di adempimento, deve essere restituita o imputata alla prestazione dovuta. Se è inadempiente la parte che ha ricevuto la caparra, l'altra può chiedere l'applicazione del contratto ed esigere inoltre il doppio della caparra a titolo di risarcimento dei danni. Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra può recedere dal contratto, chiedendo il doppio della caparra.
In materia di caparra confirmatoria, l'art. 1385 del codice civile stabilisce che... Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra può recedere dal contratto, ritenendo la caparra. Se è inadempiente la parte che ha ricevuto la caparra, l'altra può chiedere l'applicazione del contratto ed esigere inoltre il doppio della caparra a titolo di risarcimento dei danni. Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra può recedere dal contratto, chiedendo il doppio della caparra. Se la parte che non è inadempiente chiede la risoluzione è escluso il risarcimento del danno.
Secondo la disciplina dettata dal codice civile, sono previsti due tipi di caparra con effetti e finalità profondamente diverse: la caparra confirmatoria e la caparra penitenziale. Nel caso di caparra confirmatoria se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra parte,... Può recedere dal contratto, ritenendo la caparra. Può recedere dal contratto, ma deve restituire il doppio della caparra ricevuta. Può recedere dal contratto restituendo la caparra ricevuta. Deve recedere dal contratto, restituendo la caparra.
Le cause di estinzione del potere di rappresentanza (diverse dalla revoca della procura) conferito dall'interessato... Non sono opponibili ai terzi. Sono sempre opponibili ai terzi. Non sono opponibili ai terzi che le hanno senza colpa ignorate. Non sono opponibili ai terzi che le hanno colposamente ignorate.
Ai sensi dell'art. 1414 del codice civile, il contratto simulato... Produce effetto solo tra le parti, ma non nei confronti di terzi. Produce effetto tra le parti nel caso di atti unilaterali destinati a una persona determinata, che siano simulati per accordo tra il dichiarante e il destinatario. Non produce effetto tra le parti. Produce effetto sia tra le parti che nei confronti di terzi.
Quale effetto produce l'impossibilità dell'oggetto di un contratto non soggetto a termine o condizione? L'annullabilità, salvo diversa disposizione di legge. La nullità, salvo diversa disposizione di legge. L'annullabilità salvo patto contrario delle parti. La nullità, in ogni caso.
Ai sensi del codice civile, la nullità parziale del contratto... Importa la nullità del contratto, salvo diverso accordo delle parti. Non importa la nullità quando la parte nulla è sostituita di diritto da norme imperative. Importa la nullità dell'intero contratto, se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità. Importa sempre la nullità del contratto.
Ai sensi del codice civile, la nullità di singole clausole del contratto... Importa annullabilità del contratto. Importa la nullità dell'intero contratto, se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità. Importa in ogni caso la nullità del contratto. Importa la nullità del contratto, salvo diverso accordo delle parti.
L'azione per far dichiarare la nullità del contratto è soggetta a prescrizione? No, salvi gli effetti dell'usucapione e della prescrizione delle azioni di ripetizione. No, in alcun caso. No, salvi i soli effetti dell'usucapione. Sì, secondo le regole dettate dall'art. 2934 e ss. del codice civile.
Il contratto concluso da un soggetto legalmente incapace è... Inefficace. Nullo. Rescindibile. Annullabile.
È possibile che il contratto nullo produca gli effetti di un contratto diverso, del quale contenga i requisiti di sostanza e di forma? Sì, qualora, avuto riguardo allo scopo perseguito dalle parti, debba ritenersi che esse lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la nullità. Sì, in ogni caso. No, in nessun caso. No, salvo il caso del decesso di uno dei contraenti.
Lo stato di incapacità legale a contrattare di una delle parti dà luogo... Alla inefficacia del contratto. Alla rescindibilità del contratto. All'annullabilità del contratto. Alla nullità parziale del contratto.
Il contratto concluso dall'incapace naturale è... Annullabile. Nullo. Inefficace. Annullabile, tranne il caso del maggiore degli anni 14.
Che effetto produce sul contratto il solo timore riverenziale di uno dei contraenti nei confronti dell'altro? Il contratto è annullabile solo se l'altra parte se ne è avvantaggiata. Nessuno. Il contratto è valido. Il contratto è annullabile. Nullità.
La minaccia di far valere un diritto può essere causa di annullamento del contratto? Sì, ma solo quando è diretta a conseguire vantaggi ingiusti. Sì, ma solo quando è tale da impressionare una persona sensata e da farle temere di esporre sé o i suoi beni ad un male ingiusto e notevole. Sì, ma solo quando è tale da ingenerare un timore riverenziale. Sì, ma solo se si tratta di un diritto patrimoniale.
Quando l'annullabilità del contratto dipende da incapacità del contraente perché interdetto, l'azione di annullamento... Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è cessato lo stato di interdizione. È imprescrittibile. Si prescrive in tre anni dalla conclusione del contratto.
Il termine per la prescrizione dell'azione di annullamento del contratto per violenza, ove ammessa, decorre... Dal giorno in cui è iniziata la violenza. Dal giorno in cui è cessata la violenza. Dal giorno dell'esecuzione del contratto. Dal giorno della stipula del contratto.
Quando l'annullabilità del contratto dipende da violenza, l'azione di annullamento... Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza. Si prescrive in dieci anni dal giorno in cui è cessata la violenza. È imprescrittibile.
Quando l'annullabilità del contratto dipende da errore, il termine per l'azione di annullamento... È imprescrittibile. Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in dieci anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto l'errore.
Quando l'annullabilità del contratto dipende da dolo, il termine per l'azione di annullamento... Si prescrive in dieci anni dal giorno in cui il dolo è iniziato. È imprescrittibile. Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo.
È possibile convalidare un contratto rescindibile? Sì, sempre. Sì, limitatamente ai contratti ad esecuzione continuata o periodica. No. Sì, nel solo caso di contratto concluso in stato di pericolo.
Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni... L'altro può a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno. L'altro deve chiedere la risoluzione del contratto. L'altro può a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto. È escluso il risarcimento del danno. L'altro può solo chiedere la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno.
Ai sensi dell'art. 1453 del codice civile, nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l'altro può... A sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso il risarcimento del danno. Chiedere solo l'adempimento, salvo il risarcimento del danno. Chiedere solo il risarcimento del danno. Chiedere gli interessi legali o la rescissione del contratto.
Quale effetto produce il mancato adempimento di uno dei contraenti delle obbligazioni nel contratto con prestazioni corrispettive? L'altra parte può chiedere solo l'adempimento, oltre al risarcimento del danno. L'altra parte può chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso il risarcimento del danno. L'altra parte può chiedere il pagamento degli interessi legali o la rescissione del contratto. L'altra parte deve chiedere la risoluzione rinunciando al risarcimento del danno.
È valido il patto con cui si esclude o si limita nel contratto di vendita la garanzia per i vizi della cosa venduta? È valido il solo patto con cui si limita la garanzia, che in ogni caso non ha effetto se il venditore, anche colposamente ha taciuto al compratore i vizi della cosa. No, in alcun caso. Sì, sempre. Sì, salvo che il venditore abbia taciuto in mala fede al compratore i vizi della cosa.
Nel caso di stipula di un contratto perpetuo di locazione... Il contratto è nullo. La durata della locazione è ridotta a venti anni. La durata della locazione è ridotta a trenta anni. La durata della locazione è ridotta a cinquanta anni.
Nel contratto di appalto, se il committente riceve senza riserve la consegna dell'opera, quest'ultima si considera accettata? Sì, solo se si è proceduto alla verifica. No, mai. Sì, ancorché non si sia proceduto alla verifica. No, salvo patto contrario.
Entro quale tempo, ai sensi dell'art. 1712 del codice civile, il mandatario deve comunicare al mandante l'esecuzione del mandato? Senza ritardo. Entro i cinque giorni successivi. Entro i dieci giorni successivi. Entro i tre giorni successivi.
Nel contratto di comodato... Il comodatario è tenuto a restituire la cosa su semplice richiesta del comodante. Il comodatario che impiega la cosa per un uso diverso o per un tempo più lungo di quello a lui consentito, è sempre responsabile della perdita avvenuta, anche per causa a lui non imputabile. Se il comodatario non adempie gli obblighi contrattuali, il comodante può chiedere l'immediata restituzione della cosa, oltre al risarcimento del danno. Il comodatario può concedere a un terzo il godimento della cosa senza il consenso del comodante.
Il comodante può esigere la restituzione della cosa prima del termine convenuto? Sì, ma il comodatario non ha obbligo di restituzione. Sì, qualora sopravvenga un urgente e imprevisto bisogno. Sì, solo se tale facoltà sia stata specificamente prevista nel contratto. No, in alcun caso.
Se in un contratto di mutuo sono convenuti interessi usurari... La clausola è annullabile. La clausola è nulla e non sono dovuti interessi. La clausola è nulla e gli interessi sono dovuti solo nella misura legale. La clausola è nulla e gli interessi sono dovuti in misura pari al doppio degli interessi legali.
La fideiussione può essere prestata a garanzia di un'obbligazione futura? No, mai. No, salvo che il creditore vi acconsenta espressamente. Sì, ma con la previsione dell'importo massimo garantito. Sì, senza alcun limite.
È annullabile la transazione per errore di diritto relativo alle questioni che sono state oggetto di controversia tra le parti? Sì, ma solo se si tratta di errore riconoscibile da entrambe le parti. No, salvo patto contrario. Sì. No.
Colui che, rivolgendosi al pubblico, promette una prestazione a favore di chi compia una determinata azione è vincolato dalla promessa? Sì, quando gli venga comunicata l'intenzione di compiere l'azione prevista. No, si tratta di una manifestazione di volontà priva di effetti giuridici. Sì, da quando questa è resa pubblica. Sì, quando gli venga comunicato il compimento dell'azione prevista.
Colui che, rivolgendosi al pubblico, promette una prestazione a favore di chi si trovi in una determinata situazione è vincolato dalla promessa... Dal giorno successivo a quello in cui questa è resa pubblica. Da quando questa è resa pubblica. Quando gli venga comunicato l'avveramento della situazione prevista. Quando gli venga comunicata l'intenzione di creare la situazione oggetto della promessa.
La promessa al pubblico può essere revocata prima della scadenza del termine apposto alla stessa, quando non si sia ancora verificata la situazione prevista? Sì, ma solo per giusta causa e purché la revoca sia resa pubblica esclusivamente nella stessa forma della promessa. No, in nessun caso. Sì; è necessario soltanto che la revoca sia resa pubblica nella stessa forma della promessa o in forma equivalente. Sì, ma solo per giusta causa e purché la revoca sia resa pubblica nella stessa forma della promessa o in forma equivalente.
Il codice civile consente la ripetizione di quanto è stato spontaneamente prestato da un minore in esecuzione di doveri morali o sociali? No, mai. Sì, sempre. Sì, con il consenso del giudice dei minori. Sì, salvo opposizione di chi esercita la patria potestà.
I padroni e i committenti sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi? No, se provano di non avere potuto impedire il fatto. Sì, in ogni caso. Sì, nell'esercizio delle incombenze a cui sono adibiti. No, in alcun caso.
Chi cagiona danno ad altri nello svolgimento di una attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento? Sì, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno. Sì, anche se prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno. No. Solo se ha agito dolosamente.
Il proprietario di un edificio o di altra costruzione è responsabile dei danni cagionati dalla loro rovina? Sì, è solidalmente responsabile con il costruttore. Sì, salvo che provi che questa non è dovuta a difetto di manutenzione o a vizio di costruzione. Sì, ancorché provi che questa non è dovuta a difetto di manutenzione o a vizio di costruzione. No, è responsabile il solo costruttore.
Il notaio che ha ricevuto o autenticato l'atto soggetto a trascrizione nei registri immobiliari, ha l'obbligo di curare che questa venga eseguita... Nel più breve tempo possibile. Entro sei mesi dal ricevimento o dall'autenticazione dell'atto. Entro venti giorni dal ricevimento o dall'autenticazione dell'atto. Entro sessanta giorni dal ricevimento o dall'autenticazione dell'atto.
Chi vidima il registro generale d'ordine di cui all'art. 2680 del codice civile tenuto dal conservatore dei registri immobiliari? Un giudice della corte d'assisi nella cui circoscrizione è stabilito l'ufficio. Il presidente della corte d'appello territorialmente competente. Il presidente o un giudice del tribunale nella cui circoscrizione è stabilito l'ufficio. Il pretore territorialmente competente.
Il codice civile ammette la prova per testimoni quando, secondo la legge o la volontà delle parti, un contratto deve essere provato per iscritto? Sì, il codice civile ammette sempre la prova per testimoni. Sì, soltanto nel caso in cui il contraente abbia senza sua colpa perduto il documento che gli forniva la prova. Sì, soltanto nel caso in cui il contraente è stato nell'impossibilità morale o materiale di procurarsi una prova scritta. No, in nessun caso.
Le presunzioni legali - dispone l'art. 2728 del codice civile -... Sono lasciate alla prudenza del giudice. Consentono al giudice di trarre da un fatto ignoto determinate conseguenze per risalire a un fatto noto. Dispensano da qualunque prova coloro a favore dei quali esse sono stabilite. Sono lasciate al libero apprezzamento del giudice.
La confessione, ai sensi dell'art. 2730 del codice civile,... È giudiziale o stragiudiziale. È sempre giudiziale. È sempre stragiudiziale. È efficace anche se proviene da persona non capace di disporre del diritto, a cui i fatti confessati si riferiscono.
Il costituente può, qualora si presenti un'occasione favorevole, vendere la cosa data in pegno? Sì, previa autorizzazione del giudice. No, in alcun caso. Sì, senza alcuna formalità. Sì, ma solo nel caso in cui la cosa data in pegno si deteriora in modo da temere che essa divenga insufficiente alla sicurezza del creditore.
Quale facoltà accorda il codice civile al costituente in caso di deterioramento della cosa data in pegno? Domandare al giudice l'assegnazione della cosa al creditore pignoratizio anche senza il suo consenso. Può solo domandare al giudice l'autorizzazione alla restituzione del pegno offrendo altra garanzia reale che lui riconosca idonea. Domandare al giudice l'autorizzazione a venderla oppure chiedere la restituzione del pegno offrendo altra garanzia reale che il giudice riconosca idonea. Vendere la cosa senza autorizzazione del giudice e soddisfare con il ricavato il creditore pignoratizio anche senza il consenso di quest'ultimo.
Il codice civile consente l'iscrizione di ipoteca su beni altrui? Sì, ma in tal caso la concessione deve farsi per atto pubblico. No. Sì, a condizione che nell'atto di consenso all'iscrizione sia specificato che trattasi di bene altrui. Sì, ma solo nel caso di testamento.
L'ipoteca iscritta a garanzia di un credito prende grado... Dal momento della sua iscrizione, purché non sia iscritta per un credito condizionale. Dal momento della sua iscrizione. Dal momento della nascita del credito. Decorsi tre giorni dalla sua iscrizione.
Qualora più persone presentano contemporaneamente la nota per ottenere iscrizione ipotecaria contro la stessa persona o sugli stessi immobili... Le iscrizioni non possono essere eseguite. Le iscrizioni sono eseguite sotto numeri diversi secondo la data dell'atto di concessione dell'ipoteca. Le iscrizioni sono eseguite sotto lo stesso numero d'ordine. Devono essere assegnati in applicazione dell'art. 2853 del c.c. diversi numeri d'ordine per determinare il loro grado.
L'azione revocatoria... Costituisce un diritto di prelazione sul bene a favore del creditore istante. Si prescrive in dieci anni dalla data dell'atto. È diretta a restituire il bene al patrimonio del debitore. È diretta a rendere inefficace l'atto di disposizione nei confronti del creditore istante.
L'azione revocatoria, ai sensi dell'art. 2903 del codice civile,... Si prescrive in tre anni dalla data in cui il diritto può essere fatto valere (in caso di fallimento dal giorno della dichiarazione fallimentare). Si prescrive in due anni dalla data dell'atto. Si prescrive in cinque anni dalla data dell'atto. È imprescrittibile.
Dispone l'art. 2934 del codice civile che non sono soggetti alla prescrizione i diritti indicati dalla legge. La fattispecie comprende, tra l'altro,... L'azione per contestare la legittimità dell'atto di nascita da parte del genitore. Il diritto degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni che impartiscono a mesi o a giorni o a ore. Il diritto dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlative. Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie.
Quale dei seguenti diritti non è soggetto alla prescrizione? Il diritto dei prestatori di lavoro, per le retribuzioni corrisposte a periodi superiori al mese. Gli interessi. L'azione del figlio per ottenere che sia dichiarata giudizialmente la paternità o la maternità naturale. Il diritto degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni che impartiscono a mesi o a giorni o a ore.
Quale dei seguenti diritti, ai sensi dell'art. 2934 del codice civile, non è soggetto alla prescrizione? Il diritto dei notai, per gli atti del loro ministero. Il diritto dei prestatori di lavoro, per le retribuzioni corrisposte a periodi non superiori al mese. L'azione per impugnare il riconoscimento del figlio per difetto di veridicità. Il diritto dei commercianti, per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio.
L'occupazione è un modo di acquisto della proprietà per contratto a titolo derivativo per successione a causa di morte a titolo originario
Negli acquisti a titolo originario la posizione dell'acquirente deriva dalla posizione del suo dante causa deriva dalla posizione dei precedenti titolari solo se l'acquisto è a titolo oneroso prescinde dalla posizione di altri precedenti titolari deriva dalla posizione dei precedenti titolari
Parti limitate di beni demaniali sono suscettibili di occupazione sì, ma occorre una speciale autorizzazione no sì, se la loro asportazione non pregiudica l'integrità del demanio sì, ma l'occupante deve pagare una indennità
Le cose mobili che non sono di proprietà di alcuno si acquistano con la commistione l'occupazione l'accessione la specificazione
L'invenzione attribuisce al ritrovatore la proprietà della cosa smarrita se questa non è reclamata entro sei mesi dalla pubblicazione del suo ritrovamento con l'apprensione con l'impossessamento se questa non è reclamata entro un anno dalla pubblicazione del suo ritrovamento
Il proprietario deve pagare, a titolo di premio, al ritrovatore, se questi lo richiede la metà del valore della cosa ritrovata il decimo della somma o del prezzo della cosa ritrovata una somma simbolica una somma stabilita dal sindaco del luogo dove è stata trovata
Se il tesoro è scoperto per caso da un terzo sul fondo altrui spetta al proprietario del fondo ma il ritrovatore ha diritto a un premio al ritrovatore per metà al proprietario del fondo e per metà al ritrovatore al proprietario del fondo
L'unione si verifica nell'ipotesi di congiungimento tra cosa mobile e immobile tra cose esclusivamente mobili che perdono la loro individualità tra cose immobili tra cose esclusivamente mobili che non perdono la loro individualità pur potendo divenire inseparabili
La commistione si ha quando diverse cose si uniscono ma sono separabili diverse cose si uniscono ma, pur potendosi distinguere, sono inseparabili diverse cose vengono unite senza potersi più distinguere diverse cose vengono unite ma conservano la propria individualità
Nell'ipotesi di avulsione, il proprietario del fondo al quale si è unita la parte staccata ne acquista la proprietà ma deve pagare all'altro proprietario un'indennità nei limiti del maggior valore recato al fondo dall'avulsione deve provvedere alla sua rimozione ne acquista la proprietà ma deve risarcire l'altro proprietario non ne diventa proprietario
L'accessione è un modo di acquisto della proprietà per unione di cose mobili appartenenti a diversi proprietari incorporazione di mobili ad immobili incorporazione di cosa mobile a cosa mobile unione di cose mobili insuscettibili di separazione
Nell'acquisto della proprietà per accessione, l'eventuale distacco della cosa accessoria rende inefficace l'acquisto perfezionatosi in capo al proprietario del fondo non risolve l'acquisto perfezionatosi in capo al proprietario del fondo risolve l'acquisto perfezionatosi in capo al proprietario del fondo legittima l'originario proprietario alla rivendica della medesima
Nell'ipotesi di opere fatte dal proprietario del suolo con materiali altrui la rivendicazione dei materiali non è ammessa trascorsi sei mesi dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia della incorporazione non è ammessa trascorso un anno dal giorno in cui il proprietario ha avuto notizia della incorporazione non è mai ammessa è sempre ammessa
L'incorporazione fatta dal terzo con materiali propri obbliga il proprietario del suolo a ritenerle e a pagare una indennità offre al proprietario del suolo la possibilità di acquisire la proprietà delle cose incorporate o di farle togliere obbliga il proprietario del suolo a ritenerle offre al proprietario dei materiali un diritto di prelazione sul fondo
Nell'ipotesi di realizzazione di piantagione da parte del terzo in buona fede sul fondo altrui il proprietario del fondo può sempre pretendere la rimozione può obbligare il terzo alla rimozione in casi particolari non può obbligare il terzo a rimuoverla può chiedere il risarcimento dei danni
Il proprietario del fondo che vuole ritenere le opere fatte da un terzo con materiali propri è obbligato a pagare il valore dei materiali e il prezzo della mano d'opera deve pagare a sua scelta il valore dei materiali e il prezzo della mano d'opera oppure l'aumento di valore recato al fondo è obbligato a pagare l'aumento di valore recato al fondo deve pagare il prezzo dei materiali e l'aumento di valore recato al fondo
L'accessione invertita prescinde dalla buona fede del costruttore ma lo obbliga al pagamento di una indennità prescinde dalla buona fede del costruttore ma lo obbliga al risarcimento del danno presuppone la buona fede del costruttore prescinde dalla buona fede del costruttore
Nell'ipotesi di sconfinamento della costruzione su fondo altrui l'effetto dell'acquisto della proprietà in capo al costruttore si perfeziona con il decorso di dieci anni è attribuito dall'autorità giudiziaria è automatico è automatico, ma condizionato al pagamento di una indennità
Nell'acquisto della proprietà per accessione invertita, il costruttore deve corrispondere al proprietario del suolo l'incremento del valore del terreno il doppio del valore della porzione di suolo occupata il valore della porzione di suolo occupata un equo indennizzo
Nelle ipotesi di unione o commistione l'obbligo di indennizzo costituisce debito di valore di valuta da liquidarsi equitativamente da liquidarsi discrezionalmente
L'unione e la mescolanza imputabili a colpa grave danno luogo oltre che all'indennizzo al risarcimento del danno a un equo compenso ad una percentuale del valore del bene principale all'incremento di valore del bene principale
La regola della confusione si applica anche al denaro si solo se colui che lo percepisce è in buona fede no no, con talune eccezioni
La specificazione è il ripristino della funzione originaria della cosa accessoria la mescolanza di cose mobili appartenenti a diversi proprietari la trasformazione per opera dell'uomo della materia altrui in una nuova cosa l'isolamento di cose accessorie che costituiscono ornamento della cosa principale
Se il valore della materia è notevolmente superiore a quello del lavoro di trasformazione, la proprietà della cosa specificata compete al proprietario della materia il quale è tenuto a corrisponderne il prezzo di lavoro compete, in comunione, a chi ha operato la specificazione e al proprietario della materia compete a chi ha operato la specificazione compete al proprietario della materia il quale è tenuto a corrispondere un equo indennizzo
L'abbandono, o derelizione, è l'atto mediante il quale il soggetto si disfa di cose di ingente valore lascia che un suo bene mobile vada in rovina si disfa di cose di scarso valore lasciandole in luogo aperto al pubblico smarrisce senza consapevolezza un oggetto
La rivendicazione è l'azione mediante la quale il possessore chiede di essere reintegrato nel possesso della cosa il possessore si oppone al rilascio della cosa il creditore può ottenere il trasferimento giudiziale della cosa il proprietario fa valere il suo diritto di proprietà per recuperare la cosa da altri illegittimamente posseduta o detenuta
L'azione di rivendica ha carattere reale personale reale solo nel caso di beni immobili reale solo nel caso di beni mobili
L'azione di rivendica è imprescrittibile salvi gli effetti dell'acquisto per usucapione soggetta a prescrizione presuntiva soggetta a prescrizione ordinaria soggetta a prescrizione quinquennale
Legittimato attivo alla rivendicazione è colui che, rispetto alla cosa rivendicata, assume di essere titolare di un diritto personale di godimento possessore proprietario detentore
Ai fini dell'onere probatorio, se il rivendicante ha un titolo originario di acquisto gli è sufficiente provare tale titolo deve provare, oltre al proprio titolo, il possesso ventennale deve comunque provare i precedenti acquisti a titolo derivativo deve provare l'acquisto a titolo originario di un precedente dante causa
L'alienazione della cosa da parte del convenuto dopo la proposizione della domanda di rivendicazione incide sulla prosecuzione del giudizio fa venire meno l'interesse ad agire non incide sulla prosecuzione del giudizio causa l'interruzione del giudizio
Se il convenuto in rivendicazione, dopo la domanda, ha cessato per fatto proprio, di possedere o detenere la cosa è tenuto al risarcimento del danno solo se ha agito con dolo è tenuto al risarcimento del danno è tenuto al pagamento di una somma liquidata dal giudice è obbligato a recuperarla per l'attore a proprie spese o, in mancanza, a corrispondergliene il valore, oltre a risarcirgli il danno
L'azione negatoria è un'azione a tutela della proprietà del possesso di diritti personali di godimento della detenzione
Legittimato ad agire con l'azione negatoria è anche il possessore l'enfiteuta e l'usufruttuario il detentore il titolare di un diritto personale di godimento sul bene
L'azione a difesa della proprietà volta a far dichiarare l'inesistenza di diritti reali affermati da terzi sulla cosa è l'azione negatoria di reintegra di riduzione di manutenzione
L'azione negatoria è volta all'accertamento dell'inesistenza di diritti reali diritti personali di godimento diritti di credito diritti della personalità
Se si vuole definire un confine incerto occorre agire con l'azione di apposizione dei termini di manutenzione di reintegra nel confine divenuto irriconoscibile di regolamento di confini
La sentenza resa a seguito di azione di regolamento di confini ha natura di condanna alla delimitazione del confine corretto dichiarativa e ricognitiva costitutiva di accertamento
L'azione di regolamento di confini presuppone l'irriconoscibilità del confine l'inesistenza del confine l'errata delimitazione del confine un'incertezza oggettiva e soggettiva sul confine del fondo
Nell'azione di regolamento di confini l'onere probatorio può essere assolto con ogni mezzo esclusivamente con prove documentali solo mediante giuramento decisorio soltanto con atti pubblici
Se i segni di confine tra fondi contigui mancano o sono divenuti irriconoscibili si può esperire l'azione negatoria di manutenzione per apposizione di termini per regolamento di confini
L'azione per apposizione di termini presuppone l'incertezza sul confine non presuppone l'incertezza sul confine presuppone l'ingerenza del proprietario del fondo confinante prescinde dall'ingerenza del proprietario del fondo confinante
Le spese per l'apposizione o il ristabilimento del confine sono comuni ai proprietari dei fondi contigui sono a carico di chi ha reso il confine irriconoscibile sono a carico di colui che ha agito in giudizio sono a carico di colui che è stato convenuto in giudizio
L'usufruttuario e il semplice possessore possono essere convenuti con l'azione di apposizione di termini sì, in ogni caso solo se hanno reso il confine incerto solo se ricorrono particolari presupposti no, perché tutela un interesse del proprietario
L'acquirente di cosa mobile alienata dal non legittimato ne diventa proprietario mediante trascrizione del titolo di acquisto il possesso anche se di mala fede e il decorso di cinque anni il possesso di buona fede il possesso anche se di mala fede
Ai fini dell'acquisto di bene mobile da chi non è proprietario occorre, tra gli altri presupposti, anche il decorso di cinque anni la trascrizione del titolo il decorso di dieci anni il titolo astrattamente idoneo al trasferimento della proprietà
L'acquisto di bene mobile da chi non è proprietario è a titolo successorio originario derivativo contrattuale
La buona fede di colui che acquista un bene mobile da chi non è proprietario deve intendersi nel senso che egli sappia che l'alienante è proprietario del bene ignori che l'alienante non è proprietario ignori che l'alienante sia un apparente rappresentante del proprietario sappia che l'alienante è solo possessore
Nell'ipotesi di acquisto di bene mobile da chi non è proprietario la buona fede deve essere antecedente al conseguimento del possesso deve sussistere al momento della consegna deve permanere anche successivamente al conseguimento del possesso va provata
La buona fede nell'acquisto di bene mobile, da chi non è proprietario, non giova se dipende da colpa grave se dipende da dolo se dipende da colpa se dipende da dolo del terzo
La regola possesso vale titolo si applica anche alle cose smarrite o rubate no, solo alle cose rubate no, mai si no, solo alle cose smarrite
La conoscenza della illegittima provenienza della cosa esclude l'applicazione della regola possesso vale titolo anche quando l'acquirente creda che l'alienante sia divenuto proprietario del bene no, mai no, se l'acquisto è a titolo oneroso no, purché vi sia buona fede al momento della consegna
Riguardo agli acquisti a titolo di erede, la regola possesso vale titolo è applicabile anche se il defunto era in mala fede è applicabile è applicabile solo se il defunto era in buona fede non è applicabile
In presenza di un contratto nullo o inefficace, la regola possesso vale titolo è operativa se sussiste la buona fede non può essere invocata può essere invocata solo nell'ipotesi di ignoranza della nullità può comunque essere invocata
Nell'ipotesi di contratto annullabile o rescindibile la regola possesso vale titolo può essere sempre invocata opera anche se l'acquirente è in mala fede non può essere invocata opera solo se sussiste la buona fede
Con riguardo ai beni immateriali, la regola del possesso vale titolo, trova applicazione solo se sussiste la buona fede solo se sussiste la buona fede e un titolo astrattamente idoneo no si
L'universalità di mobili è assoggettata alla regola possesso vale titolo purché vi sia buona fede assoggettata alla regola possesso vale titolo purché vi sia consegna sottratta alla regola possesso vale titolo assoggettata alla regola possesso vale titolo
Ai mobili iscritti in pubblici registri si applica la regola possesso vale titolo sì, sempre no sì, purché sussista un titolo astrattamente idoneo all'acquisto sì, se il possesso perdura per un anno
Con riguardo ai beni del patrimonio indisponibile degli enti pubblici la regola del possesso vale titolo è applicabile, se sussiste la buona fede inapplicabile applicabile salvo per talune categorie di beni applicabile
I beni destinati all'esercizio pubblico del culto sono suscettibili di acquisto mediante il possesso di buona fede sì, purché il possesso perduri per oltre sei mesi si no sì, purché il possesso perduri per oltre un anno
Nell'ipotesi di conflitto tra più acquirenti di un bene mobile, prevale chi per primo ne consegue in buona fede il possesso diretto per primo ne consegue in buona fede il possesso pure indiretto può vantare il titolo anteriore può vantare il titolo anteriore e abbia provveduto alla trascrizione
L'usucapione è un modo di acquisto della proprietà e di altri diritti reali di godimento per successione legittima per testamento a titolo originario a titolo derivativo
Elementi costituitivi dell'usucapione ordinaria sono il possesso anche di mala fede e un titolo di acquisto il possesso e il titolo astrattamente idoneo il possesso di buona fede e un titolo di acquisto il possesso e il tempo
La buona fede dell'acquirente di bene mobile da chi non è proprietario va provata con ogni mezzo si presume deve essere confermata con giuramento decisorio va provata mediante documenti
Ai fini dell'usucapione il possesso deve essere solo palese pacifico e palese di buona fede pacifico anche se clandestino
Il possesso acquistato con violenza consente l'usucapione dei soli beni mobili preclude l'usucapione consente l'usucapione dei soli beni immobili consente comunque l'usucapione
La clandestinità del possesso preclude l'acquisto per usucapione no, se il possesso è stato acquistato senza violenza sempre solo per i beni immobili mai
Ai fini dell'acquisto per usucapione il possesso può anche essere interrotto deve essere continuato e ininterrotto può anche essere saltuario è utile anche se occasionale
Ai fini dell'acquisto per usucapione il requisito della continuità del possesso esige una prova specifica Esige di essere provato per atto pubblico non esige una prova specifica essendo compreso nella presunzione legale di possesso intermedio esige una prova specifica e documentale
L'usucapione è interrotta quando il possessore è stato privato del possesso per oltre un anno sei mesi tre mesi un mese
Il riconoscimento, da parte del possessore, del diritto del proprietario interrompe il possesso utile alla usucapione sì, sempre no sì, ma occorre un atto scritto sì, se effettuato alla presenza di testimoni
Ai fini dell'interruzione del possesso utile ai fini dell'usucapione occorre una diffida è sufficiente un qualsiasi atto scritto una domanda giudiziale un atto stragiudiziale
Per usucapire la proprietà di universalità di mobili occorre averne il possesso continuato per venti anni dieci anni cinque anni venticinque anni
Se il possessore è in mala fede per usucapire le cose mobili occorrono venti anni dieci anni tre anni cinque anni
Il tempo utile per l'usucapione matura decorso un anno dall'inizio del possesso decorso un mese dall'inizio del possesso dal primo giorno successivo all'inizio del possesso decorsi tre mesi dall'inizio del possesso
Il tempo occorrente per usucapire i diritti reali immobiliari è di venti anni dieci anni cinque anni un anno
La nullità del titolo di acquisto esclude che si abbia continuazione nel possesso si no, mai no, se la nullità è stata dichiarata trascorsi dieci anni dall'acquisto del possesso no, se il possessore è in buona fede
Le servitù non apparenti sono suscettibili di essere usucapite sì, ma occorre il possesso di buona fede sì, ma occorre un titolo trascritto no sì, sempre
Le universalità di diritto sono suscettibili di essere usucapite no sì, in ogni caso sì, con talune eccezioni di carattere oggettivo sì, con talune eccezioni di carattere soggettivo
Nel nostro ordinamento l'usucapione dell'eredità è ammissibile anche in ipotesi di accettazione tacita è inammissibile è sempre ammissibile è ammissibile ma l'accettazione deve essere espressa
I beni demaniali sono suscettibili di usucapione no sì, ma occorre una autorizzazione dello Stato sì, sempre sì, ma solo quelli contemplati in leggi speciali
Si possono usucapire i beni insuscettibili di autonoma proprietà sì, ma occorre il possesso di buona fede ventennale sì, ma occorre il possesso di buona fede per dieci anni no sì, sempre
Alla regola dell'acquisto per usucapione sono estranei i diritti personali di godimento si no, ma occorre che il godimento perduri per almeno dieci anni no, ma il titolo deve essere trascritto no
L'effetto acquisitivo dell'usucapione avviene per contratto a seguito di una dichiarazione del proprietario per legge a seguito di apposita autorizzazione
La sentenza che pronuncia l'usucapione ha valore ricognitivo dichiarativo costitutivo confermativo
Presupposti dell'usucapione abbreviata in favore dell'acquirente di buona fede, oltre al possesso e alla non legittimazione dell'alienante, sono il tempo e il titolo astrattamente idoneo il tempo e la trascrizione del titolo il titolo astrattamente idoneo e la sua trascrizione il tempo; il titolo astrattamente idoneo; la trascrizione del titolo
Il tempo occorrente per l'usucapione abbreviata di beni immobili è di tre anni dieci anni cinque anni un anno
Il tempo occorrente per l'usucapione abbreviata di beni mobili registrati è di cinque anni tre anni un anno dieci anni
Il termine per l'usucapione abbreviata decorre dalla data della trascrizione del titolo di acquisto se quest'ultima è successiva alla consegna decorso un anno dalla consegna decorso un mese dalla consegna dalla data di sottoscrizione del titolo di acquisto
Il titolo ereditario può considerarsi titolo astrattamente idoneo per l'usucapione abbreviata sì, in ogni caso sì, ma occorre una accettazione espressa dell'eredità no sì, ma occorre la trascrizione
L'acquisto per usucapione abbreviata è a titolo originario derivativo universale Successorio
Il titolo nullo può considerarsi titolo astrattamente idoneo per l'usucapione abbreviata sì, ma solo se convalidato no sì, ma solo se trascritto sì, in ogni caso
La proprietà dei fondi rustici con annessi fabbricati situati in comuni classificati montani dalla legge si acquista in virtù del possesso continuato per quindici anni dieci anni cinque anni un anno
L'usucapione è rinunziabile sì, ma solo nell'ipotesi di beni mobili sì, mediante atto scritto se relativa ad immobili o anche mediante comportamento concludente no, mai sì, ma soltanto per i beni immobili
Nell'ipotesi di usucapione abbreviata, l'acquisto è gravato dalle limitazioni risultanti dal titolo si no sì, ma solo negli acquisti a titolo gratuito sì, ma solo negli acquisti a titolo oneroso
L'usucapione può essere rilevata di ufficio sì, ma solo in primo grado sì, in ogni stato e grado del processo sì, ma solo nell'ipotesi di beni immobili no
La trascrizione della sentenza che accerta l'usucapione immobiliare ha funzione ricognitiva ha funzione costitutiva ha funzione dichiarativa ha funzione di pubblicità notizia
La sentenza che pronuncia l'annullamento è dichiarativa di accertamento costitutiva di condanna
Il negozio inefficace è valido invalido irrilevante inesistente
La mancanza dell'oggetto rende il contratto rescindibile nullo risolubile annullabile
Nel contratto plurilaterale la nullità che colpisce il vincolo di una sola delle parti importa nullità del contratto sì, sempre no, salvo che la partecipazione di essa debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale solo nei contratti ad effetti reali solo nei contratti a effetti obbligatori
La contrarietà a norme imperative rende il contratto annullabile nullo inefficace simulato
È legittimato a far valere la nullità la parte che è pregiudicata dalla nullità il pubblico ministero chiunque vi abbia interesse ciascuna parte del contratto
La nullità può essere rilevata di ufficio in ogni stato e grado del processo soltanto in particolari fasi del processo mai soltanto in primo grado
L'azione di nullità è soggetta a prescrizione breve soggetta a prescrizione ordinaria imprescrittibile soggetta a prescrizione presuntiva
Se l'oggetto è illecito, il contratto è risolubile nullo annullabile inesistente
L'illiceità della causa rende il contratto inefficace rescindibile nullo inesistente
In mancanza di forma richiesta ad substantiam il contratto è nullo annullabile risolubile simulato
Un contratto al quale è apposta una condizione, sospensiva o risolutiva, contraria a norme imperative, ordine pubblico o buon costume è nullo annullabile inesistente inefficace
Il contratto cui è apposta una condizione sospensiva impossibile è annullabile risolubile inesistente nullo
Se manca la determinazione dell'oggetto da parte del terzo e le parti non si accordano per sostituirlo il contratto è nullo illecito inesistente inefficace
Chi ha pagato sulla base di un titolo nullo può agire in restituzione entro dieci anni può chiedere la restituzione solo se è incapace non può agire in restituzione può ripetere il pagamento in qualsiasi momento
Nell'ipotesi di contratto nullo per contrarietà al buon costume la prestazione eseguita può essere ripetuta entro dieci anni può essere ripetuta entro un anno può essere sempre ripetuta non può essere ripetuta
La nullità di singole clausole importa l'annullabilità del contratto l'inefficacia del contratto la nullità dell'intero contratto la nullità dell'intero contratto se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte colpita da nullità
La sanatoria è la rimozione legale dell'inefficacia dell'atto solo legale dell'invalidità dell'atto legale o volontaria dell'invalidità dell'atto solo volontaria dell'invalidità dell'atto
La conversione del contratto nullo opera se disposta dal giudice se voluta anche da una sola parte automaticamente senza che le parti debbano manifestare alcuna volontà a riguardo se voluta dalle parti del contratto
Il contratto concluso dal rappresentante in conflitto di interessi è annullabile inefficace nullo simulato
Se il minore ha con raggiri occultato la sua minore età il contratto non è annullabile è nullo è annullabile è annullabile solo se non ha superato i sedici anni
Gli atti compiuti dall'interdetto dopo la sentenza di interdizione possono essere annullati su istanza del tutore, dell'interdetto o dei suoi eredi o aventi causa essere dichiarati inefficaci dal giudice essere dichiarati nulli su istanza di chiunque vi abbia interesse essere convertiti dal tutore
Gli atti compiuti dall'interdetto dopo la nomina del tutore provvisorio sono risolutivamente condizionati alla sentenza di interdizione Validi annullabili qualora alla nomina segua la sentenza di interdizione inefficaci
Per essere causa di annullamento del contratto l'errore deve essere essenziale e riconoscibile dall'altro contraente incidente Determinante comune ad entrambe le parti
Nell'ipotesi di errore di calcolo il contratto è solo suscettibile di rettifica tranne che, concretandosi in errore sulla quantità, sia stato determinante del consenso riducibile ad equità annullabile, trattandosi di vizio del consenso nullo, ma suscettibile di essere convertito
Se la violenza è esercitata da un terzo, il contratto è inefficace Valido annullabile rescindibile
La parte in errore può domandare l'annullamento del contratto se l'altra offre di eseguirlo in modo conforme al contenuto e alle modalità del contratto che quella intendeva concludere no se l'offerta arriva prima che ad essa possa derivare pregiudizio no, mai sì, se non vuole accettare l'offerta sì, sempre
Nell'ipotesi in cui l'errore cade sulla dichiarazione, il contratto è Nullo privo di effetti annullabile rescindibile
È legittimato a chiedere l'annullamento del contratto tutte le parti del contratto solo la parte nel cui interesse è stabilito dalla legge chiunque vi abbia interesse il pubblico ministero
L'azione dei annullamento si prescrive in dieci anni cinque anni tre anni un anno
Per essere causa di annullamento del contratto la violenza deve essere tale da fare impressione sopra una persona sensata e da farle temere di esporre sé o i suoi beni a un male ingiusto e notevole ingiusta notevole essenziale e rilevante
Quando il male minacciato riguarda le persone o i beni del coniuge del contraente, la violenza è causa di nullità parziale del contratto nullità relativa del contratto annullamento del contratto nullità del contratto
Il solo timore reverenziale è causa di annullamento del contratto mai dipende dalla persona che lo incute sempre solo nel caso in cui il timore sia nei riguardi degli ascendenti
La minaccia di far valere un diritto può essere causa di annullamento del contratto solo quando è diretta a conseguire vantaggi ingiusti sempre mai solo quando è tale da far temere un male ingiusto e notevole
Il dolo è causa di annullamento del contratto quando i raggiri sono effettuati da più persone nei confronti del contraente che si determina a contrattare i raggiri sono diretti ad ottenere un vantaggio patrimoniale i raggiri usati da uno dei contraenti sono tali che, senza di essi, l'altra parte non avrebbe contrattato i raggiri sono esercitati nei confronti di un incapace
Quando i raggiri sono stati usati da un terzo, il contratto è annullabile mai anche se essi erano sconosciuti al contraente che ne ha tratto vantaggio se essi erano noti al contraente che ne ha tratto vantaggio sempre
Nell'ipotesi di dolo incidente, il contratto è inefficace suscettibile di essere ridotto ad equità valido, ma il contraente in mala fede risponde dei danni nullo
Quando l'annullamento dipende da vizio del consenso il termine decorre dal giorno in cui la violenza è iniziata, l'errore è stato commesso, il dolo esercitato dal giorno in cui è cessata la violenza o è stato scoperto l'errore o il dolo dalla conclusione del contratto dalla denuncia stragiudiziale del vizio
L'annullabilità può essere opposta dalla parte convenuta per l'esecuzione del contratto anche se è prescritta l'azione per farla valere solo se la prestazione sia stata integralmente eseguita anche se è prescritta l'azione per farla valere, ma solo dall'incapace mai
Se una delle parti è legalmente incapace di contrattare, il contratto è rescindibile nullo annullabile inefficace
Nell'ipotesi di incapacità naturale, gli atti compiuti possono essere annullati su istanza della persona medesima o dei suoi eredi o aventi causa se all'atto la persona è stata indotta con violenza se all'atto la persona è stata indotta con raggiri se ne risulta grave pregiudizio all'autore se all'atto la persona è stata indotta con errore
L'annullabilità del contratto concluso dall'incapace naturale può essere pronunziata quando per il pregiudizio che gli sia derivato o possa derivargli o per la qualità del contratto o altrimenti risulti la malafede dell'altro contraente il raggiro dell'altro contraente il dolo dell'altro contraente la violenza dell'altro contraente
Se il contratto è annullato per incapacità di uno dei contraenti questi non è tenuto a restituire all'altro la prestazione ricevuta se non nei limiti in cui è stata rivolta a suo vantaggio deve restituire la prestazione ricevuta non deve restituire la prestazione ricevuta è tenuto al risarcimento dei danni
Il contratto annullabile può essere rettificato ricondotto a equità convalidato confermato
Legittimato alla convalida è chiunque vi abbia interesse il contraente al quale spetta l'azione di annullamento ciascuno dei contraenti Il contraente autorizzato dal giudice
La convalida deve essere effettuata dal soggetto legittimato con un atto che contenga la menzione del contratto annullabile e del motivo di annullabilità una accettazione scritta del contratto annullabile la menzione del contratto annullabile, del motivo di annullabilità e la dichiarazione che si intende convalidarlo la menzione del contratto annullabile
La convalida può effettuarsi nell'ipotesi di contratto rescindibile inefficace sottoposto a condizione annullabile
L'annullamento che non dipende da incapacità legale non pregiudica comunque i diritti dei terzi pregiudica comunque i diritti dei terzi pregiudica i diritti dei terzi se in mala fede non pregiudica i diritti acquistati a titolo oneroso dai terzi di buona fede, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di annullamento
Il rimedio della rettifica è applicabile nel caso di violenza dolo incidente errore ostativo dolo determinante
La convalida è un negozio unilaterale non recettizio un negozio unilaterale recettizio un atto giuridico in senso stretto un negozio bilaterale
Sono soggetti a risoluzione i contratti a prestazioni corrispettive i contratti aleatori solo i contratti reali solo i contratti a effetti reali
Nell'ipotesi in cui il giudizio sia stato proposto per ottenere l'adempimento, la risoluzione può essere domandata sempre solo nel caso di impossibilità sopravvenuta mai solo nel caso di eccessiva onerosità
Nell'ipotesi di obbligazione alternativa, se una delle prestazioni è divenuta impossibile per causa non imputabile ad alcuna delle parti può essere eseguita una diversa prestazione a scelta del creditore il debitore è liberato dall'adempimento può essere eseguita una diversa prestazione a scelta del debitore l'obbligazione si considera semplice
Nel caso di vizi della cosa venduta, il compratore può domandare a sua scelta la rescissione del contratto o il risarcimento del danno l'eliminazione del vizio e il risarcimento del danno il risarcimento del danno ovvero la riduzione del prezzo la risoluzione del contratto ovvero la riduzione del prezzo, salvo che, per determinati vizi gli usi escludano la risoluzione
La risoluzione può essere solo giudiziale solo legale giudiziale o di diritto solo legale in casi specifici previsti dalla legge
La sentenza che pronuncia la risoluzione è di accertamento è costitutiva di scioglimento del contratto e di condanna al risarcimento del danno è soltanto di condanna è dichiarativa
Ai fini della risoluzione del contratto l'inadempimento deve essere doloso grave e imputabile al debitore lieve colpevole
Quale presupposto del rimedio della risoluzione la gravità dell'inadempimento deve valutarsi al momento del deposito della sentenza in relazione al momento temporale in cui esso interviene al momento in cui esso è configurabile al momento della domanda
La risoluzione provoca lo scioglimento retroattivo del rapporto contrattuale eccettuata l'ipotesi di contratti reali a titolo oneroso a prestazioni continuate o periodiche ad effetti reali
La risoluzione può essere domandata anche quando il giudizio è stato promosso per ottenere l'adempimento sì, ma solo nell'ipotesi di contratti a titolo gratuito no sì, ma solo nell'ipotesi di contratti aleatori si
Nei contratti plurilaterali l'inadempimento di una delle parti rende il contratto inefficace rispetto alle altre non importa risoluzione del contratto rispetto alle altre salvo che la prestazione mancata debba, secondo le circostanze, considerarsi essenziale è ininfluente ai fini della risoluzione importa sempre risoluzione del contratto anche rispetto alle altre
La risoluzione del contratto per inadempimento pregiudica i diritti acquistati dai terzi pregiudica i diritti acquistati dai terzi solo se sono a titolo gratuito non pregiudica i diritti acquistati dai terzi purché in buona fede non pregiudica i diritti acquistati dai terzi salvi gli effetti della trascrizione della domanda di risoluzione
Ai fini della risoluzione del contratto mediante diffida ad adempiere l'inadempimento deve essere imputabile al debitore lieve parzialmente imputabile al debitore di non scarsa importanza e imputabile al debitore
La diffida ad adempiere effettuata dal soggetto non legittimato è inesistente inefficace annullabile nulla
Se il destinatario della diffida ad adempiere è un incapace legale, l'atto deve essere comunicato al giudice al pubblico ministero al suo rappresentante legale a un parente
L'atto di diffida deve essere comunicato per iscritto al debitore comunicato oralmente comunicato per iscritto solo in ipotesi di contratti gratuiti comunicato oralmente in taluni casi per iscritto in altri casi
Il difetto di forma scritta rende l'atto di diffida inefficace nullo annullabile inesistente
Nell'ipotesi di diffida ad adempiere il termine congruo per l'adempimento deve essere, di regola, non inferiore a trenta giorni quindici giorni sette giorni dieci giorni
La incongruità del termine nell'ipotesi di diffida ad adempiere ne comporta la caducazione l'inesistenza la nullità l'inefficacia
La prova della congruità del termine inferiore a quindici giorni nell'ipotesi di diffida ad adempiere è onere del creditore del debitore del creditore solo nel caso di contratti aventi ad oggetto beni immobili del creditore in alcuni casi, del debitore in altri
La diffida ad adempiere può essere revocata no, quando la revoca sia contraria a buona fede no, mai sì, in ogni momento fino a quando non è scaduto il termine fissato nella medesima
La scadenza infruttuosa del termine fissato nella diffida ad adempiere non risolve il contratto comporta la risoluzione di diritto del contratto senza ulteriori formalità comporta la facoltà di agire giudizialmente per la pronuncia di risoluzione comporta la risoluzione che deve essere giudizialmente confermata
La clausola risolutiva espressa è un atto con cui si diffida il debitore ad adempiere il patto con cui si conviene che in caso di inadempimento il debitore deve corrispondere una penale un modo di risoluzione giudiziale del contratto il patto mediante il quale le parti assumono un determinato inadempimento a condizione risolutiva del contratto
L'inadempimento dedotto nella clausola risolutiva deve essere non necessariamente esplicitato anche genericamente indicato sommario un evento determinato, specificato in relazione alla singola o alle singole obbligazioni contrattuali
L'operatività della clausola risolutiva espressa richiede che l'inadempimento sia grave presuppone un adempimento parziale presuppone un adempimento inesatto non richiede che l'inadempimento sia grave
L'atto con il quale la parte dichiara di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa è unilaterale e recettizio unilaterale e non recettizio non recettizio bilaterale
Legittimata ad avvalersi della clausola risolutiva espressa è ciascuna parte del contratto la parte nel cui interesse la clausola è posta solo la parte creditrice solo la parte debitrice
L'atto con il quale si dichiara di volersi valere della clausola risolutiva espressa deve avere necessariamente forma scritta richiede la stessa forma prescritta per il contratto risolto è a forma libera richiede la forma scritta ad probationem
Il termine essenziale è il termine entro il quale devono essere adempiute le prestazioni accessorie al contratto entro il quale occorre accettare l'eredità di carattere perentorio la cui inosservanza comporta l'automatica risoluzione del contratto entro il quale si può agire per la rescissione del contratto
La risoluzione del contratto per violazione del termine essenziale presuppone la mala fede del debitore l'imputabilità al debitore dell'inosservanza del termine e il carattere della gravità il grave inadempimento ma non anche l'imputabilità dello stesso al debitore un inadempimento anche se di carattere lieve
Il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni immobili con tutti i suoi beni presenti e futuri con tutti i suoi beni mobili con tutti i suoi beni presenti
Il soddisfacimento coattivo dei crediti si attua attraverso l'accordo tra creditore e debitore l'espropriazione forzata la cessione dei beni presenti la cessione dei beni futuri
La responsabilità patrimoniale può essere esclusa ma solo per taluni crediti non può essere esclusa ma solo limitata nei casi previsti dalla legge può essere esclusa può essere esclusa solo nei casi previsti dalla legge
I negozi che stabiliscono posizioni preferenziali nell'espropriazione del patrimonio del debitore sono inefficaci annullabili nulli soggetti a risoluzione
Il principio di pari trattamento dei creditori significa che essi hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore sì, salve la cause legittime di prelazione no perché si deve considerare la natura del credito no perché si deve considerare la causa del credito no perché si deve considerare la loro qualità soggettiva
La responsabilità patrimoniale del debitore non gli impedisce di alienare i suoi beni gli impedisce in ogni caso di alienare i suoi beni non gli impedisce di alienare i suoi beni ma l'atto di alienazione è condizionato gli impedisce di alienare i suoi beni quando il debito non è garantito
Le esclusioni e le limitazioni negoziali di responsabilità patrimoniale sono inefficaci in quanto vengono ad incidere su un potere che spetta ai creditori ammesse in ogni caso ammesse solo se pattuite per iscritto ammesse solo per talune categorie di crediti
La norma sulla responsabilità patrimoniale ha carattere imperativo è derogabile ma occorre un atto pubblico è sempre derogabile è derogabile ma solo per iscritto
Presupposti dell'azione surrogatoria sono il credito del surrogante e il pericolo di insolvenza del debitore il pericolo di insolvenza un atto dispositivo e il pregiudizio che esso arreca alle ragioni del creditore il credito del surrogante, l'inerzia del debitore nell'esercitare i suoi diritti verso i terzi, il pericolo di insolvenza il pericolo di insolvenza, l'inerzia del debitore nell'esercitare i suoi diritti verso i terzi, un atto dispositivo
Il creditore surrogante gode di un diritto di prelazione sul bene acquisito al patrimonio del debitore che sia stato poi oggetto di espropriazione sì, sempre no sì, ma soltanto nell'ipotesi di beni immobili sì, ma soltanto nell'ipotesi di beni mobili
Nell'azione surrogatoria il potere di sostituzione legale nell'interesse proprio integra un diritto della personalità diritto relativo diritto potestativo sostitutivo diritto di prelazione
Ai fini dell'esperimento dell'azione surrogatoria il pericolo di insolvenza deve essere possibile attuale e concreto generico anche meramente eventuale
Il diritto agli alimenti è esercitabile in via surrogatoria sì, ma soltanto dai discendenti dell'avente diritto no, in quanto diritto di credito strettamente personale sì, in ogni caso sì, ma occorre l'autorizzazione dell'avente diritto
Con riguardo all'azione revocatoria, l'atto compiuto prima del sorgere del credito può essere revocato quando ricorre l'estremo della dolosa preordinazione può essere revocato solo se l'atto dispositivo concerne beni mobili può essere revocato in ogni caso non può mai essere revocato
Ai fini dell'esperibilità dell'azione revocatoria per gli atti a titolo oneroso, occorre la conoscenza del pregiudizio pure da parte del terzo da parte del solo debitore da parte del solo creditore da parte del debitore e del creditore
Il creditore che abbia un credito condizionato può agire con l'azione revocatoria no, mai si dipende dalla natura del credito dipende dalla qualità soggettiva del debitore o del creditore
Il pregiudizio quale presupposto dell'azione revocatoria deve sussistere al momento dell'atto dispositivo al momento dell'esercizio dell'azione al momento della pronuncia nel corso del giudizio
L'adempimento di un debito scaduto è soggetto a revocatoria sì, ma soltanto se il pagamento deriva da particolari ragioni di credito no sì, ma soltanto nell'ipotesi di pagamento effettuato a persone giuridiche sì, sempre
L'azione revocatoria si prescrive, dalla data dell'atto, in cinque anni un anno dieci anni tre anni
Effetto dell'azione revocatoria è l'inesistenza dell'atto l'inefficacia relativa dell'atto la nullità relativa dell'atto la nullità dell'atto
Il possesso è un'aspettativa un diritto reale una facoltà una situazione di fatto
Elementi costitutivi del possesso sono il potere sulla cosa e l'esistenza di un titolo che lo legittimi l'animus possidendi e l'altruità del bene il potere di fatto sulla cosa e l'animus possidendi il potere di fatto sulla cosa e l'apprensione
Quale elemento costitutivo del possesso, il potere sulla cosa è la sua disponibilità in base ad un titolo oneroso la sua disponibilità in base a un diritto la sua disponibilità di fatto la sua disponibilità in base ad un titolo gratuito
Nel possesso, il potere sulla cosa richiede necessariamente il contatto fisico del soggetto con essa sì, ma soltanto per i beni immobili sì, sempre no, è sufficiente che la cosa rimanga nella sua sfera di controllo sì, ma soltanto per i beni mobili
L'impedimento definitivo ad esercitare il potere di fatto sulla cosa non estingue il possesso quale che sia l'animus del possessore estingue il possesso quale che sia l'animus del possessore estingue il possesso solo se il possessore è in male fede estingue il possesso solo se esso è stato acquistato in buona fede
Il possesso può essere anche indiretto sì, quando è attuato mediante la detenzione di un terzo no, ma fanno eccezione talune categorie di beni sì, ma solo con riguardo ai beni mobili no, mai
La detenzione è la disponibilità della cosa per successione a causa di morte la disponibilità di fatto della cosa in nome altrui un diritto reale la disponibilità di fatto della cosa in nome proprio
La detenzione può essere qualificata o non qualificata solo qualificata solo non qualificata qualificata o non qualificata in ragione di categorie di beni
La detenzione è utile ai fini dell'usucapione solo se il detentore è in buona fede è utile ai fini dell'usucapione è utile solo ai fini dell'usucapione abbreviata non è utile ai fini dell'usucapione
Il detentore può avvalersi dell'azione di spoglio sì, sempre sì, ma solo se lo spoglio è clandestino no, mai sì, ma solo se qualificato
Colui il quale detiene la cosa per ragioni di ospitalità è un detentore qualificato un detentore non qualificato titolare di un diritto personale di godimento sul bene titolare di un potere di disposizione del bene
Le servitù non apparenti sono suscettibili di possesso suscettibili solo di detenzione insuscettibili di possesso suscettibili solo di detenzione qualificata
L'ipoteca è insuscettibile di possesso suscettibile solo di detenzione suscettibile solo di detenzione qualificata suscettibile di possesso
Il compossesso è il possesso esercitato congiuntamente da più soggetti ad eguale titolo sul medesimo bene disgiuntamente da più soggetti ad eguale titolo sul medesimo bene congiuntamente da più soggetti aventi diverso titolo sul bene disgiuntamente da più soggetti aventi diverso titolo sul bene
È configurabile il possesso di crediti sì, ma solo se assistiti da garanzia personale sì, ma solo se assistiti da garanzia reale no si
Possono essere oggetto di possesso i titoli di credito no si no, ad esclusione delle cambiali no, ad esclusione degli assegni
È configurabile il possesso di diritti sì, ma solo dei diritti personali di godimento si no sì, ma solo dei diritti reali di godimento
Le universalità di diritto sono suscettibili di essere possedute sì, ma soltanto da alcuni soggetti no si sì, ma soltanto con particolari modalità
La illiceità dell'atto di impossessamento non esclude l'acquisto del possesso esclude l'acquisto del possesso esclude l'acquisto del possesso se è anche clandestino esclude l'acquisto del possesso se è anche violento
Gli atti compiuti con l'altrui tolleranza sono inidonei all'acquisto del possesso idonei all'acquisto della detenzione idonei all'acquisto del possesso idonei all'acquisto del compossesso
L'accessione del possesso è un'azione a tutela del possesso l'unione del possesso del successore a titolo particolare con il possesso del dante causa un modo di acquisto del possesso la continuazione del possesso nell'erede
La successione nel possesso presuppone l'esistenza di una successione testamentaria presuppone l'accettazione dell'eredità da parte del vero erede prescinde dall'accettazione dell'eredità presuppone l'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario
L'interversione del possesso è la conversione della detenzione in possesso per causa proveniente da un terzo o per atto di opposizione il mutamento del possesso in detenzione per causa proveniente da un terzo l'opposizione del possessore a turbative e molestie sul bene il mutamento del possesso in detenzione
Nella interversione del possesso l'atto di opposizione non richiede la forma scritta deve essere notificato al possessore esige la forma scritta esige la forma dell'atto pubblico
Con riguardo al compossesso, la regola dell'interversione del possesso si ritiene applicabile sempre applicabile solo se i diversi soggetti siano in buona fede applicabile solo ai beni mobili inapplicabile
È possessore di buona fede chiunque si sia impossessato della cosa colui che possiede ignorando di ledere l'altrui diritto colui il quale abbia un titolo valido di acquisto del possesso colui il quale abbia acquistato il possesso senza violenza
La buona fede del possessore non giova se dipende da errore di diritto dipende da colpa grave dipende da colpa lieve dipende da dolo
Nel possesso di buona fede, quest'ultima deve essere provata in via documentale è presunta solo per talune categorie di beni deve essere provata è presunta
Il possessore di buona fede fa suoi i frutti naturali separati sì, ma solo se il possesso è stato acquistato validamente no sì, fino al giorno della domanda giudiziale sì, ma deve pagare un indennizzo
Il possessore ha diritto al rimborso delle spese fatte per le riparazioni straordinarie no, ha diritto a una indennità sì, anche se di mala fede sì, ma solo se di buona fede no
La misura dell'indennità dovuta dal proprietario al possessore di buona fede per i miglioramenti recati alla cosa è pari alle spese sostenute è pari all'aumento di valore conseguito dalla cosa è stabilita dal giudice è pari alla minor somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore
Il diritto di ritenzione è il diritto del possessore di trattenere i frutti naturali della cosa il diritto del possessore di trattenere i frutti civili maturati il diritto del possessore, anche di mala fede, di ritenere la cosa fino a quando non gli siano state pagate le indennità dovute il diritto del possessore di buona fede di ritenere la cosa fino a quando non gli siano state pagate le indennità dovute
L'azione di reintegrazione è volta a far cessare le molestie sul bene a reintegrare nella quota il legittimario pretermesso a far cessare turbative sul bene a reintegrare nel possesso del bene chi sia stato vittima di spoglio violento o clandestino
Caratteri dello spoglio sono il dolo o la violenza la clandestinità o il dolo la violenza o la clandestinità la violenza o l'errore
Lo spoglio è un atto lecito inefficace illecito nullo
Il convincimento dello spoliatore di esercitare un proprio diritto lo esonera dalla restituzione del bene fa venire meno la fattispecie dello spoglio rende lecito lo spoglio non fa venire meno la fattispecie dello spoglio
Il compossessore ha legittimazione attiva all'azione di reintegrazione si solo nel caso di beni immobili solo nel caso di beni mobili no
Legittimato attivo all'azione di reintegrazione è anche il detentore sì, anche nell'ipotesi in cui non sia qualificato sì, ma solo il detentore qualificato no, mai no, ad eccezione che per talune categorie di beni
L'azione di reintegrazione è concessa a prescindere dalla durata del possesso si no, il possesso deve durare dal almeno tre mesi no, il possesso deve durare dal almeno sei mesi no, il possesso deve durare dal almeno un mese
È ammessa la tutela possessoria contro lo spoglio di onde radiofoniche si no, mai no, ma esistono talune eccezioni di carattere soggettivo no, ma esistono talune eccezioni di carattere oggettivo
L'azione di reintegrazione deve essere proposta, dal compimento dello spoglio, entro cinque anni sei mesi un anno tre mesi
Se lo spoglio è clandestino, il termine per proporre l'azione di reintegrazione decorre decorso un mese dallo spoglio dal momento dello spoglio dalla sua scoperta decorsi tre mesi dallo spoglio
Il termine per proporre l'azione di reintegrazione è di decadenza ma può essere sospeso decadenza decadenza ma può essere interrotto prescrizione
L'azione di manutenzione è volta a reintegrare nel possesso del bene chi sia stato vittima di spoglio violento a reintegrare nel possesso del bene chi sia stato vittima di spoglio clandestino a regolare un confine incerto a far cessare la molestia del possesso
La legittimazione attiva all'azione di manutenzione spetta solo al possessore al possessore e al detentore ma solo se qualificato a chiunque vi abbia interesse al possessore e al detentore
Ai fini dell'esperibilità dell'azione di manutenzione il possessore deve vantare un possesso semestrale si prescinde dalla durata del possesso il possessore deve vantare un possesso che duri da oltre un anno il possessore deve vantare un possesso trimestrale
L'azione di manutenzione tutela il possessore contro la turbativa avente ad oggetto beni immobili o universalità di beni mobili beni immobili o singoli beni mobili singoli beni mobili singoli beni mobili o universalità di beni mobili
L'azione di manutenzione può essere esperita dal privato contro turbative aventi ad oggetto beni del demanio pubblico sì, ma soltanto se provenienti dalla P.A sì, è data contro turbative dell'esercizio di facoltà suscettibili di formare oggetto di concessione no, mai no, ma può essere concessa una speciale autorizzazione
Chi ha acquistato il possesso violentemente può esercitare l'azione di manutenzione sì, decorso un anno dal giorno in cui la violenza è cessata no sì, senza limitazioni temporali sì, decorsi sei mesi dal giorno in cui la violenza è cessata
L'azione di manutenzione è soggetta al termine di decadenza quinquennale semestrale annuale biennale
Le azioni di nunciazione sono la denunzia di nuova opera e l'azione per apposizione di termini la denunzia di nuova opera e la denunzia di danno temuto la denunzia di nuova opera e l'azione negatoria la denunzia di danno temuto e l'azione di manutenzione
L'azione di nuova opera è il rimedio previsto contro lo spoglio clandestino il rimedio cautelare specifico previsto per prevenire il danno che si teme possa derivare dall'esecuzione di un'opera il rimedio previsto contro turbative nel possesso il rimedio previsto per far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa
L'azione di nuova opera decade se l'opera sia stata completata o se sia trascorso dal suo inizio più di un anno più di un mese più di tre mesi più di sei mesi
Nella denunzia di danno temuto il pericolo deriva da un'iniziativa lecita dell'uomo da una cosa da un'attività illecita dell'uomo da un'attività pericolosa
L'azione di danno temuto è soggetta al termine di decadenza di sei mesi non è soggetta a termine di decadenza o prescrizione è soggetta al termine di prescrizione di un anno è soggetta al termine di decadenza di un anno
Il contratto rescindibile è provvisoriamente efficace ma soggetto alla rimozione giudiziale a causa della sua irregolarità inefficace nullo inesistente
Ai fini dell'ammissibilità dell'azione di rescissione la lesione deve eccedere la decima parte del valore della prestazione la metà del valore della prestazione un terzo del valore della prestazione i due terzi del valore della prestazione
Il contratto concluso in stato di pericolo è annullabile nullo inefficace rescindibile
Nell'ipotesi di divisione ereditaria la rescissione può essere domandata quando il coerede sia stato leso oltre il terzo i due terzi la metà il quarto
Ai fini della rescindibilità del contratto concluso in stato di pericolo occorre che il danno sia di modesta entità causato da terzi grave lieve
Elementi caratterizzanti la rescissione per lesione sono lo stato di bisogno di una parte e l'approfittamento dell'altra lo stato di bisogno di una parte e la lesione oltre la metà lo stato di bisogno di una parte, l'approfittamento dell'altra, la lesione oltre la metà lo stato di bisogno di una parte, l'approfittamento dell'altra, la lesione oltre il terzo
Nell'azione di rescissione la lesione deve esistere solo al momento di conclusione del contratto perdurare per almeno sei mesi dopo la conclusione del contratto perdurare fino al tempo in cui la domanda è proposta perdurare per almeno un mese dopo la conclusione del contratto
Il rimedio della rescissione è applicabile ai contratti aleatori sì, con talune esclusioni di carattere soggettivo no sì, sempre sì, con talune esclusioni di carattere oggettivo
La rescindibilità del contratto può essere rilevata d'ufficio può essere rilevata d'ufficio solo nell'ipotesi di contratto concluso in stato di bisogno può essere rilevata d'ufficio solo nell'ipotesi di contratto concluso in stato di pericolo non può essere rilevata d'ufficio
La sentenza che accoglie la domanda di rescissione ha natura dichiarativa costitutiva di accertamento ricognitiva
Legittimato attivo all'azione di rescissione è il contraente che ha stipulato in stato di pericolo o di bisogno ciascuno dei contraenti il pubblico ministero chiunque vi abbia interesse
Nell'ipotesi di contratto plurilaterale, la domanda di rescissione non può essere proposta può essere proposta da ciascun contraente separatamente per la parte che lo riguarda deve essere proposta congiuntamente da tutti i contraenti può essere proposta da ciascun contraente per l'intero
L'azione di rescissione, a far data dalla conclusione del contratto, si prescrive in dieci anni un anno tre anni cinque anni
La prescrizione dell'azione di rescissione può essere interrotta solo dalla proposizione della domanda giudiziale con una atto di diffida con un qualsiasi atto scritto con una intimazione
Decorso il termine di prescrizione dell'azione, il rimedio della rescissione può essere fatto valere mai, neppure in via di eccezione in via di eccezione solo entro due anni dalla conclusione del contratto sempre, in via di eccezione in via di eccezione solo entro tre anni dalla conclusione del contratto
Il contratto rescindibile è suscettibile di essere convalidato sì, ma solo tacitamente no sì, ma solo espressamente sì, sempre
Il contraente contro il quale è domandata la rescissione può evitarla no sì, ma solo se il contratto è stato concluso in stato di pericolo sì, ma solo se il contratto è stato concluso in stato di bisogno sì, riducendo il contratto ad equità
La disciplina della rescissione si applica ai negozi unilaterali sì, solo se a titolo oneroso si sì, solo se a titolo gratuito no
È ammissibile la rinunzia all'azione di rescissione sì, solo nell'ipotesi di contratto concluso in stato di bisogno sì, solo nell'ipotesi di contratto concluso in stato di pericolo sì, sempre no
La rescissione del contratto pregiudica i diritti acquistati dai terzi no, salvi gli effetti della trascrizione della domanda di rescissione sì, sempre sì, ma solo se l'acquisto è a titolo oneroso sì, ma solo se l'acquisto è a titolo gratuito
Le sorgenti e i corsi d'acqua sono beni immobili beni mobili beni mobili registrati universalità di mobili
Le energie naturali che hanno valore economico si considerano beni mobili registrati beni mobili beni immobili universalità di mobili
Le opere dell'ingegno sono beni immateriali mobili immobili materiali
Le cose generiche sono quelle indicate soltanto nel genere individuate in concreto risultanti dall'unione di più cose risultanti dalla mescolanza di più cose
La cosa fungibile è la cosa inconsumabile che può essere sostituita da altra di identica utilità non deteriorabile che non può essere sostituita da altra di identica utilità
Sono frutti naturali quelli che provengono direttamente dalla cosa ma solo se non vi concorra l'opera dell'uomo dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne abbia direttamente dalla cosa, vi concorra o no l'opera dell'uomo direttamente dalla cosa ma solo se vi concorra l'opera dell'uomo
Le rendite vitalizie sono frutti civili beni immateriali frutti naturali beni indisponibili
I frutti civili si acquistano, in ragione della durata del diritto trimestralmente giorno per giorno mese per mese anno per anno
È considerata universalità di mobili la pluralità di cose che appartengono a persone diverse e hanno una destinazione unitaria appartengono alla stessa persona e hanno una destinazione diversa appartengono alla stessa persona e hanno una destinazione unitaria appartengono alla stessa persona senza una destinazione unitaria
Le singole cose componenti l'universalità di mobili possono formare oggetto di separati atti e rapporti giuridici no, ad eccezione delle cose deteriorabili si no, mai no, ad eccezione delle cose infungibili
Sono pertinenze le cose destinate a servizio di un'altra ma solo se mobile in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra cosa temporaneamente a servizio o ad ornamento di un'altra cosa a ornamento di un'altra ma solo se immobile
Nelle pertinenze, la destinazione può essere effettuata dal possessore dal proprietario della cosa principale o da chi ha un diritto reale sulla medesima da chiunque vi abbia interesse dal titolare di un diritto personale di godimento sulla cosa
Gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale, se non è diversamente disposto comprendono anche le pertinenze escludono sempre le pertinenze escludono le pertinenze solo se si tratta di beni immobili escludono le pertinenze se sono atti a titolo oneroso
La cessazione della qualità di pertinenza è opponibile ai terzi sì, ma solo nell'ipotesi di bene mobile sì, sempre no, se essi hanno acquistato anteriormente diritti sulla cosa principale sì, solo se l'acquisto è a titolo oneroso
La destinazione di una cosa al servizio o all'ornamento di un'altra pregiudica i diritti preesistenti su di essa a favore dei terzi no sì, sempre sì, se acquistati a titolo gratuito sì, ma solo nell'ipotesi di diritti personali di godimento
Il contratto con il quale si costituiscono i diritti reali su cosa altrui è un contratto ad effetti reali reale traslativo ad effetti obbligatori
I diritti reali di godimento su cosa altrui si estinguono per non uso protratto per venti anni cinque anni tre anni dieci anni
Il diritto reale di godimento è assoluto relativo inopponibile erga omnes di credito
L'enfiteusi temporanea non può essere costituita per una durata inferiore ai venti anni trenta anni dieci anni cinquanta anni
Il diritto dell'enfiteuta si estende alle accessioni no sì, ma solo se l'enfiteusi è perpetua sì, ma solo se l'enfiteusi è a tempo si
La domanda di riduzione del canone enfiteutico e la rinunzia al diritto non sono ammesse se dall'avvenuto perimento è decorso un anno un quinquennio un decennio un triennio
L'enfiteuta può disporre del proprio diritto solo per atto di ultima volontà solo per atto tra vivi sia per atto tra vivi sia per atto di ultima volontà solo per atto tra vivi se l'enfiteusi è perpetua
La subenfiteusi è ammessa sì, sempre sì, ma solo se l'enfiteusi è perpetua sì, ma solo se l'enfiteusi è a tempo no
Nell'ipotesi di più enfiteuti, l'affrancazione può promuoversi anche da uno solo di essi ma per la totalità deve promuoversi disgiuntamente ciascuno per quanto di ragione deve promuoversi da uno solo di essi per la totalità deve promuoversi congiuntamente
L'usufrutto si costituisce mediante contratto o per testamento ovvero per legge solo mediante contratto solo mediante testamento solo per legge
L'usufrutto costituito a favore di una persona giuridica non può durare più di cinquanta anni venti anni dieci anni trenta anni
Laddove sia vietata dal titolo costitutivo, la cessione del diritto di usufrutto è inesistente nulla annullabile inefficace
I diritti di uso e di abitazione si possono dare in locazione no sì, sempre sì, solo se costituiti con testamento sì, solo se costituiti con contratto
L'azione di rivendicazione è imprescrittibile, salvi gli effetti dell'acquisto della proprietà da parte di altri per usucapione si prescrive per non uso ventennale della proprietà si prescrive in venti anni si prescrive in dieci anni
L'azione di regolamento dei confini presuppone che venga regolata la estensione dei fondi che i termini tra i fondi contigui manchino o siano diventati irriconoscibili che la proprietà sia controversa che il confine sia incerto
La proprietà dei beni immobili oltre che per contratto si acquista in forza dell'usucapione istantanea in forza del possesso continuato per venti anni in forza dell'altrui prescrizione del diritto per non uso per venti anni in forza del possesso continuato per cinque anni
La usucapione decennale presuppone oltre la buona fede, la trascrizione del titolo astrattamente idoneo al trasferimento l'acquisto a titolo derivativo il possesso di buona fede ed il possesso continuato per dieci anni la trascrizione del titolo astrattamente idoneo al trasferimento a prescindere dallo stato soggettivo di buona fede
La responsabilità extracontrattuale obbliga a risarcire il danno soltanto se il fatto costituisce reato soltanto se il fatto è doloso anche se il fatto non costituisce reato soltanto se il fatto è doloso e colposo
La responsabilità extracontrattuale presuppone la capacità di agire non presuppone la capacità di intendere e di volere prescinde dalla capacità di intendere e di volere presuppone la capacità di intendere e di volere
Nella responsabilità extracontrattuale l'autore del fatto illecito è tenuto a risarcire soltanto i danni conseguenti al fatto di reato tutti i danni solo i danni prevedibili i danni ritenuti prevedibili dal giudice
Nella responsabilità extracontrattuale il danneggiato non ha l'onere di provare la colpa dell'autore dell'illecito ha l'onere di provare la colpa dell'autore dell'illecito secondo le indicazioni del giudice ha l'onere di provare che il fatto costituisce reato ha l'onere di provare la colpa dell'autore dell'illecito
L'esercizio dell'azione di responsabilità extracontrattuale comporta la rinunzia ove il giudice valuti la circostanza nell'interesse della parte comporta la rinunzia soltanto se ciò espressamente dichiari la parte interessata comporta rinunzia all'azione di responsabilità contrattuale non comporta rinunzia all'azione di responsabilità contrattuale
Tra responsabilità contrattuale ed extracontrattuale non vi può essere possibilità di concorso l'una fattispecie di responsabilità esclude l'altra vi può essere possibilità di concorso soltanto nei casi previsti dalla legge vi può essere possibilità di concorso
La responsabilità da fatto lecito designa una fattispecie di responsabilità mista una peculiare fattispecie di responsabilità contrattuale gli obblighi legali di indennizzo derivanti da fatti dannosi non vietati dall'ordinamento giuridico una peculiare fattispecie di responsabilità extracontrattuale
Nella responsabilità extracontrattuale la prova della colpa è presunta è a carico del danneggiato è a carico del danneggiante è a carico di entrambe le parti
Il danno ingiusto è la lesione di un interesse giuridicamente protetto nella vita di relazione è la lesione di un interesse che il giudice ritiene giuridicamente rilevante è la lesione di un interesse che la parte ritiene tale è la lesione di un interesse che danneggiato e danneggiante ritengono tale
La responsabilità solidale presuppone una pluralità di azioni di più soggetti dalle quali scaturiscano più eventi dannosi una pluralità di responsabili in relazione al medesimo evento lesivo una pluralità di eventi dannosi che scaturiscano da una pluralità di soggetti una pluralità di responsabili
La legittima difesa è causa di esclusione della responsabilità quando si cagiona il danno per la legittima difesa di sé o di altri il danno arrecato è lieve il danno arrecato è lievissimo il danno arrecato è gravissimo
La legittima difesa è causa di esclusione di responsabilità quando l'aggressione antigiuridica ha per presupposto comunque la difesa l'aggressione è antigiuridica l'aggressione antigiuridica è esercitata nei confronti dell'aggressore l'aggressione antigiuridica è esercitata nei confronti di un terzo
Lo stato di necessità è causa di esclusione della responsabilità quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno alla persona lo ha fatto per salvare il proprio patrimonio dal danno irreparabile lo ha fatto per la necessità di assicurare il colpevole alla giustizia lo ha fatto per salvare il patrimonio di un terzo da un danno irreparabile
Nello stato di necessità il pericolo può derivare da un evento naturale da circostanze imprevedibili da fatto dell'uomo o da un evento naturale da fatto dell'uomo
Caso fortuito e forza maggiore sono sicure esimenti di responsabilità non sono esimenti di responsabilità possono essere esimenti di responsabilità secondo l'apprezzamento del giudice possono essere esimenti di responsabilità
A favore di chi subisce il fatto dannoso nello stato di necessità la legge sancisce una forma di risarcimento una forma di risarcimento attenuata una forma di risarcimento peculiare una indennità la cui misura è rimessa all'equo apprezzamento del giudice
L'equo apprezzamento del giudice attiene alla corresponsione della indennità alla misura dell'indennità alla corresponsione del risarcimento alla corresponsione del risarcimento peculiare
Non risponde delle conseguenze del fatto dannoso l'incapace di intendere e di volere al momento della commissione del fatto il tossicodipendente chi non aveva la capacità di intendere e di volere al momento della commissione del fatto e detto stato non derivi da sua colpa chi era in stato di ebbrezza
Per i danni cagionati dall'incapace il risarcimento è dovuto in forma attenuata il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto il risarcimento non è dovuto il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace
Quando il danno è stato cagionato da persona incapace il giudice può condannare a risarcire il danno i genitori può autorizzare la richiesta di risarcimento nei confronti dello stato tenuto conto delle condizioni economiche delle parti, può condannare l'autore del danno a un'equa indennità può condannare a risarcire il danno gli insegnanti
La responsabilità extracontrattuale si prescrive in cinque anni in dieci anni in un anno in tre anni
Il padre, la madre o il tutore sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori emancipati o delle persone soggette a tutela dei figli in genere che coabitano dei figli minori non emancipati o delle persone soggette a tutela che abitano con essi dei figli minori non emancipati o delle persone soggette a tutela
I genitori sono entrambi responsabili in via solidale responsabili ciascuno per quanto di competenza responsabili secondo la valutazione del giudice responsabili secondo quanto ciascuno di essi ritiene
La responsabilità dei genitori è responsabilità per soggetti non perseguibili responsabilità per fatto altrui e di colpa presunta responsabilità per soggetti non imputabili responsabilità per fatto di incapaci
Il genitore non risponde del fatto del figlio se questi è convivente si sottrae al suo potere disciplinare sfugge alla sua sorveglianza non è convivente
Gli insegnanti sono responsabili del fatto illecito degli allievi minori se non sfuggono alla loro sorveglianza se non si sottraggono al loro potere disciplinare se sottoposti alla loro vigilanza se non sottoposti alla loro vigilanza
La responsabilità degli insegnanti si basa su di una colpa inescusabile su prove certe, precise e concordanti su di una colpa presunta su di una colpa non altrimenti precisabile
I precettori sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi o apprendisti sempre per il periodo minimo di cinque anni per il periodo di tre anni per il tempo in cui allievi e apprendisti sono sotto la loro vigilanza
Chi svolge un'attività pericolosa per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati è tenuto a risarcire il danno soltanto nei casi individuati dal giudice non è comunque tenuto a risarcire il danno causato è tenuto a risarcire il danno secondo le modalità con cui detto danno è stato procurato è tenuto a risarcire il danno causato
Nel caso di esercizio di attività pericolosa la prova liberatoria consiste nell'aver limitato il danno contenuto il danno adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno dimostrato di non avere dato causa al danno
Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia con i limiti stabiliti dal giudice con il limite della forza maggiore con il limite del caso fortuito in ogni caso
Il proprietario di un animale che l'ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall'animale soltanto se l'animale fosse smarrito o fuggito soltanto se l'animale fosse smarrito sempre salvo che provi il caso fortuito soltanto se l'animale fosse sotto custodia
Presupposto della responsabilità per i danni da animali è che il danno sia cagionato dall'animale da un corpo inerte dall'uomo dall'uomo e dall'animale
Ulteriore presupposto della responsabilità per danni da animali è che risponde anche chi non ne abbia la custodia solidalmente anche colui che non se ne serve il proprietario o colui che si serve dell'animale il proprietario
La responsabilità per danni da animali sussiste per gli animali selvatici sussiste soltanto per gli animali selvatici più pericolosi non sussiste per gli animali selvatici sussiste per gli animali selvatici secondo la valutazione equitativa del giudice
Nel caso di responsabilità per danni da animali la prova liberatoria consiste nel provare che l'animale non aveva dato in passato segni di pericolosità nella prova del custode di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare i danni nel provare che l'animale era mite nel provare che l'animale non era pericoloso
In caso di più custodi di animali ciascuno risponde solidalmente per i danni subiti da terzi per quanto ritiene di essere responsabile secondo le percentuali che stabilisce il giudice per quanto di competenza
Fondamento della responsabilità del custode (art 2052 cod civ) è la violazione di un dovere di educazione di prevenzione di sorveglianza generico
Il proprietario di un edificio o di altra costruzione è responsabile dei danni derivanti dalla loro rovina a condizione che i danni siano ingenti sempre salvo che provi che la rovina non è dovuta a difetto di manutenzione o a vizio di costruzione a condizione che i danni abbiano compromesso la salute di terzi
Presupposto della responsabilità per danni da rovina di edificio è il danno è la derivazione del danno dalla rovina della costruzione è la rovina della costruzione è il danno concretamente subito
Nel caso di danno da rovina dell'edificio la rovina non può essere parziale può essere totale e parziale può essere totale o parziale non può essere totale
Ulteriore presupposto del danno da rovina dell'edificio è la titolarità di un diritto di locazione è la titolarità del diritto di proprietà sulla costruzione non è la titolarità del diritto di proprietà sulla costruzione può non essere la titolarità del diritto di proprietà sulla costruzione
Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo quando il danno superi l'importo di 50.000,00 se non prova di aver fatto tutto il possibile ad evitare il danno quando il danno superi l'importo di 1500,00 sempre
La nozione di circolazione stradale include anche la vettura in sosta non include anche la vettura in sosta può non includere anche la vettura in sosta deve escludere la vettura in sosta
La responsabilità del danno del conducente deve escludere il difetto di manutenzione del veicolo non sussiste per difetto di manutenzione del veicolo sussiste anche per difetto di manutenzione del veicolo può non sussistere per difetto di manutenzione del veicolo
La responsabilità del danno del conducente per difetto di manutenzione può sussistere nel caso in cui gli altri abbiano la proprietà o la custodia del veicolo sussiste anche nel caso in cui altri abbiano la proprietà o la custodia del veicolo non sussiste nel caso in cui altri abbiano la proprietà o la custodia del veicolo può non sussistere nel caso in cui altri abbiano la proprietà o la custodia del veicolo
Il diritto al risarcimento del danno da circolazione di veicoli si prescrive in due anni in tre anni in cinque anni in dieci anni
La responsabilità del conducente da circolazione può non sussistere nei confronti di persone da lui trasportate sussiste nei confronti di persone da lui trasportate soltanto nei casi previsti dalla legge non sussiste nei confronti di persone da lui trasportate sussiste nei confronti di persone da lui trasportate
Nel caso di danno da circolazione la responsabilità del proprietario non conducente è responsabilità attenuata responsabilità oggettiva per fatto altrui responsabilità diretta responsabilità mista
Nel caso di danno da circolazione l'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile consente al danneggiato di rivolgersi direttamente alla compagnia assicuratrice del danneggiante non consente di rivolgersi direttamente alla compagnia assicuratrice del danneggiante può non consentire al danneggiato di rivolgersi direttamente alla compagnia assicuratrice del danneggiante consente al danneggiato di rivolgersi direttamente alla compagnia soltanto nei casi previsti dal giudice
Nella circolazione dei veicoli, per il caso di scontro il proprietario del veicolo, o in sua vece l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio la responsabilità si imputa al conducente che abbia cagionato il maggior danno la responsabilità si imputa al proprietario la responsabilità si imputa al conducente che abbia subito il minor danno si presume che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli, fino a prova contraria
Nella circolazione dei veicoli, per il caso di scontro il proprietario del veicolo, o in sua vece l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio è responsabile in ogni caso in via esclusiva non è responsabile se non era alla guida del veicolo è responsabile in solido col conducente se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà è responsabile del danno procurato dal conducente del veicolo
Se nel caso di scontro di veicoli il fatto dannoso è imputabile a più persone tutte sono obbligate al risarcimento del danno ciascuna di esse è tenuta a risarcire il danno per quanto di ragione ciascuna di esse è tenuta a risarcire il danno per pari quota è responsabile la parte più colpevole
Nel caso di scontro di veicoli, se il fatto dannoso è imputabile a più persone chi ha risarcito il danno ha azione di regresso contro ciascuno degli altri ha azione contro uno degli altri soccombe a vantaggio degli altri ha, a sua volta, azione di risarcimento del danno contro ciascuno degli altri
Nel caso di scontro di veicoli, se il fatto dannoso è imputabile a più persone, chi ha risarcito il danno ha azione di regresso nei confronti di ciascuno degli altri nella misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa e dall'entità delle conseguenze che ne sono derivate in pari misura nella misura determinata dalla entità delle conseguenze che ne sono derivate nella misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa
Il danno non patrimoniale deve essere risarcito quando è gravissimo quando non è lieve entità e vi siano dolo o colpa grave quando vi sia colpa grave nei casi determinati dalla legge
Nel caso di responsabilità extracontrattuale se il creditore ha concorso a determinare il danno il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate è comunque dovuto a prescindere dal concorso dell'autore del fatto non è più dovuto dall'autore del fatto può essere dovuto
In tema di risarcimento del danno la valutazione equitativa è fatta dal giudice quando sia stata omessa l'indicazione del danno nel suo esatto ammontare non può mai essere fatta dal giudice è fatta dal giudice se il danno non può essere provato nel suo esatto ammontare è fatta dal giudice quando non sia stato precisato il danno nel suo esatto ammontare
Nel caso di responsabilità extracontrattuale il risarcimento in forma specifica é applicabile soltanto all'inadempimento previsto in tema di illecito civile ma la giurisprudenza lo reputa applicabile anche all'inadempimento applicabile soltanto nelle forme gravi di danno applicabile soltanto in tema di illecito civile
Il potere di rappresentanza è conferito dal giudice dal giudice nei casi previsti dalla legge dalla legge o dall'interessato soltanto dalla legge
La rappresentanza è diretta quando il rappresentante dichiara di agire in nome e per conto del rappresentato il rappresentante dichiara di agire per esclusivo conto del rappresentato il giudice accerti che l'interesse dedotto era esclusivamente del rappresentato vi sia il mandato
Quando la rappresentanza è conferita dall'interessato, per la validità del contratto concluso dal rappresentante questi deve avere la capacità legale la capacità giuridica la emancipazione la capacità di intendere e volere avuto riguardo alla natura e al contenuto del contratto, sempre che sia legalmente capace il rappresentato
La capacità di intendere e di volere coincide con la capacità di agire si identifica con la capacità giuridica coincide con la capacità legale è la capacità naturale
Per la validità del contratto concluso dal rappresentante è necessario che il contratto non sia nullo o annullabile non sia annullabile non sia vietato al rappresentato non sia risolubile
Il contratto è annullabile quando è viziata la volontà del rappresentante vi sia un grave inadempimento del contraente è pregiudizievole all'interesse del rappresentato via sia un grave squilibrio fra le prestazioni
Quando il vizio del contratto concluso dal rappresentante riguarda elementi predeterminati dal rappresentato il contratto è annullabile soltanto se era viziata la volontà del rappresentato il vizio rileva sempre il vizio non rileva il vizio rileva ma non è causa di annullabilità
Nei casi in cui è rilevante, lo stato soggettivo di buona o mala fede si ha riguardo alla persona del rappresentante salvo che si tratti di atti predeterminati dal rappresentato alla persona del contraente alla persona del rappresentante alla persona del rappresentato
Il rappresentato in mala fede non può giovarsi della buona fede o dello stato di ignoranza del rappresentante può giovarsi della buona fede o dallo stato di ignoranza del rappresentante può giovarsi della buona fede o dello stato di ignoranza a particolari condizioni può giovarsi della buona fede o dello stato di ignoranza del rappresentante nei casi espressamente individuati dal giudice
La procura deve sempre essere fatta per atto pubblico ha forma per relationem deve essere fatta per atto di notaio deve avere sempre forma scritta
La procura obbliga il rappresentante ad agire in nome e per conto del rappresentato legittima il rappresentante ad agire in nome e conto del rappresentato obbliga il rappresentante ad agire per solo conto del rappresentato legittima il rappresentante ad agire in nome del rappresentato
La procura è conferimento di un potere straordinario di un potere stragiudiziale di un potere appartenente ad altri negoziale del potere di agire nel nome e nell'interesse altrui
Il terzo che contratta con il rappresentante può sempre esigere che il rappresentante giustifichi i suoi poteri non può chiedere la giustificazione dei poteri del rappresentante può soltanto adire il giudice perché accerti i poteri del rappresentante non può chiedere che il giudice accerti i poteri del rappresentante
Se la procura risulta da atto scritto il terzo non deve chiedere conferma dei poteri rappresentativi al rappresentante il terzo che contratta con il rappresentante può esigere che questi gliene dia una copia da lui firmata il terzo deve chiedere conferma dei poteri rappresentativi al rappresentato il rappresentato deve confermare al terzo l'esistenza dei poteri rappresentativi
Il contratto concluso dal rappresentante con conflitto di interessi con il rappresentato é rescindibile annullabile su domanda del rappresentato a condizione che il conflitto fosse conosciuto o conoscibile dal terzo ratificabile risolubile
Il conflitto di interessi sussiste quando il rappresentante persegue il proprio interesse incompatibile con l'interesse del rappresentato l'interesse del rappresentato non prevale l'interesse del rappresentato è pregiudicato il rappresentante persegue oltre all'interesse del rappresentato anche il proprio interesse
Nel caso di contratto concluso dal rappresentante in conflitto di interessi, il contratto può essere annullato su domanda del rappresentato si istanza di entrambe le parti su domanda del terzo su istanza del giudice
Il rappresentante ha il divieto di concludere il contratto con se stesso non può concludere il contratto con se stesso deve sempre concludere il contratto con se stesso può essere autorizzato dal rappresentato a concludere il contratto con se stesso
Il rappresentante non può concludere il contratto anche come rappresentante di un'altra persona può concludere il contratto anche come rappresentante di un'altra persona, ove a ciò specificatamente autorizzato dal rappresentato non deve mai concludere il contratto come rappresentante anche di un'altra persona può concludere il contratto come rappresentante di un'altra persona quando sia stato espressamente autorizzato dal giudice
Nel caso i cui il rappresentante che abbia concluso un contratto con se stesso, senza autorizzazione del rappresentato Il contratto è annullabile sempre è rescindibile è annullabile salvo che il contenuto del contratto sia stato predeterminato in modo da escludere il conflitto di interessi deve essere annullato
Nel caso di conflitto di interessi l'impugnazione può essere proposta soltanto dal giudice può essere proposta dal rappresentante in casi particolari può essere proposta soltanto dal rappresentato può essere proposta da chi vi abbia interesse
Una volta conferita, la procura può essere revocata non può essere revocata non deve essere revocata può essere revocata soltanto in caso di peculiare gravità
Una volata conferita, la procura può essere modificata soltanto ove le circostanze riguardino casi di pericolo alla integrità fisica non può essere modificata non deve mai essere modificata può essere modificata
La modifica e la revoca della procura devono essere portate a conoscenza di terzi con mezzi idonei non possono essere portate a conoscenza di terzi non devono essere portate a conoscenza di terzi devono essere rese conoscibili mediante pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
Le modifiche o la revoca della procura sono opponibili nei casi indicati dal giudice sono sempre opponibili ai terzi non sono opponibili a terzi, salvo si provi che questi le conoscevano al momento della conclusione del contratto non sono opponibili ai terzi
Cessati i poteri il rappresentante deve trattenere la procura deve restituire la procura al notaio rogante è tenuto a restituire il documento dal quale risultano i suoi poteri deve strappare la procura
Falsus procurator è colui che contrae come rappresentante senza averne i poteri o eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli non esibisce la procura dichiara semplicemente di essere il rappresentante di un soggetto ha rifiutato di giustificare i suoi poteri
Il contratto concluso dal falsus procurator può essere ratificato è nullo è rescindibile è risolubile
La forma della ratifica è quella propria del contratto cui si riferisce è scritta deve essere sempre per atto pubblico è libera
Il contratto può essere ratificato dal tribunale dall'interessato dal soggetto che ha contratto con il falsus procurator dal falsus procurator
Il terzo ed il falsus procurator devono attendere la ratifica per sciogliere il contratto non possono sciogliere il contratto devono attendere la ratifica e poi adire il tribunale possono d'accordo sciogliere il contratto prima della ratifica
La ratifica ha effetto dalla data della stessa non ha effetto retroattivo può avere effetto retroattivo ha effetto retroattivo
La retroattività della ratifica prescinde dai diritti dei terzi salva i diritti dei terzi lede i diritti dei terzi travolge i diritti dei terzi
Nel caso di contratto concluso dal falsus procurator questi non è responsabile nei confronti del terzo che ha con lui contrattato è responsabile nei confronti del terzo che ha con lui contrattato senza colpa è responsabile soltanto nei casi di maggiore gravità è sempre responsabile
La rappresentanza è il potere di un soggetto di partecipare ad una trattativa in nome di altro soggetto di compiere atti giuridici in nome di altro soggetto di effettuare dichiarazioni di scienza in nome di altro soggetto di agire processualmente
Gli effetti del negozio concluso dal rappresentante si producono nella sfera giuridica del rappresentante, che ha l'obbligo di trasferire tali effetti nella sfera del rappresentato nella sfera giuridica del rappresentato nella sfera giuridica del rappresentante e del rappresentato mai nella sfera giuridica del rappresentato
Nel caso di rappresentanza assume la titolarità del rapporto contrattuale il rappresentante rappresentante e rappresentato il terzo il rappresentato
Nel caso di rappresentanza assume responsabilità in ordine alla esecuzione del contratto rappresentante e rappresentato ciascuno per quanto di ragione il rappresentante il rappresentato entrambi, responsabili solidalmente
Il nuncio è è lo stesso rappresentante è il terzo che contratta con il rappresentante colui che riferisce ad una parte la volontà dell'altra è il rappresentato
La rappresentanza passiva indica la posizione del rappresentato che subisce gli effetti dei contratti conclusi dal rappresentante la posizione del rappresentante che soggiace alla volontà della controparte il potere del rappresentante che subisce le iniziative del terzo il potere di ricevere atti e prestazioni in nome del rappresentato
La rappresentanza organica indica il potere che compete agli organi esterni di un ente giuridico del rappresentante per la trattativa di alcuni profili negoziali del rappresentato che compete ad alcuni organi interni dell'ente per alcuni contratti specifici
Per l'incapace legale l'istituto della rappresentanza è opportuno necessario eventuale alternativo
Con il conferimento negoziale del potere rappresentativo, il rappresentato mantiene la legittimazione a disporre soltanto per alcuni atti non perde la generale legittimazione a disporre dei propri interessi perde la generale legittimazione a disporre dei propri interessi vede diminuire la generale legittimazione a disporre dei propri interessi
La procura è un negozio unilaterale un negozio che si perfeziona con l'accettazione del rappresentante un negozio a formazione progressiva un atto giuridico
La procura generale conferisce il potere di compiere tutti gli atti di straordinaria amministrazione del rappresentato alcuni degli atti più importanti inerenti alla gestione degli interessi del rappresentato tutti gli atti relativi alla gestione degli interessi patrimoniali del rappresentato tutti gli atti relativi alla gestione degli interessi patrimoniali e personali del rappresentato
La procura generale comprende tutti gli atti di straordinaria amministrazione non comprende gli atti di straordinaria amministrazione che non sono in essa indicati comprende gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione comprende alcuni specifici atti di straordinaria amministrazione previsti dalla legge
L'incapacità sopravvenuta è causa di estinzione del potere di rappresentanza soltanto quando essa si manifesti nella forma più grave quando concerne il rappresentato o il rappresentante quando concerne il rappresentante quando concerne la parte con la quale il rappresentante ha concluso il contratto
Nel caso di incapacità di intendere e di volere del rappresentante, detto stato è ininfluente ove il contenuto del contratto sia stato già predeterminato dal rappresentato rileva in circostanze particolari rileva sempre è ininfluente ove il contenuto del contratto sia stato predeterminato dal rappresentante
Il difetto di potere rappresentativo riguarda l'ipotesi di chi difetta o ecceda dai limiti della procura di chi abusa di potere rappresentativo di contratto inefficace di contratto annullabile
Il contratto concluso in difetto di potere rappresentativo è rescindibile è inefficace è efficace è nullo
La responsabilità del falsus procurator ha natura extracontrattuale è responsabilità da atto lecito è responsabilità per fatto del terzo ha natura contrattuale
Il risarcimento cui è tenuto il falso rappresentante ha ad oggetto l'interesse intermedio fra positivo e negativo l'interesse negativo l'interesse positivo entrambi gli interessi
Il rappresentante apparente è colui che abusa di potere rappresentativo in base a circostanze univoche mostra di avere un potere rappresentativo che non ha usa male il potere di cui dispone difetta di potere rappresentativo
La rappresentanza di interessi indica il potere di rappresentanza conferito da un rappresentante del rappresentato di un soggetto di compiere atti giuridici in nome proprio nell'interesse altrui limitato del rappresentante del rappresentante di compiere soltanto una determinata categoria di atti
L'atto compiuto da un soggetto in nome proprio ma nell'interesse altrui produce effetti nella sfera di colui che ha speso il nome è efficace direttamente nella sfera del rappresentato è inefficace è efficace nella sfera del rappresentato a determinate condizioni
L'atto di disposizione del diritto altrui da parte del non legittimato può produrre effetto traslativo a seguito di approvazione del titolare a seguito di ratifica a seguito di convalida del titolare a seguito di annullamento
La cessione di contratto è successione a titolo particolare nel rapporto contrattuale modificazione oggettiva del rapporto contrattuale novazione del rapporto contrattuale successione a titolo universale nel rapporto contrattuale
La cessione di contratto implica il trasferimento di alcuni diritti e obblighi contrattuali di alcuni obblighi di alcuno dei diritti contrattuali del complesso dei diritti e degli obblighi scaturenti dal contratto
La cessione di contratto comporta l'acquisto derivativo della posizione già acquisita dal cedente l'acquisto diretto della posizione nascente dal contratto l'acquisto mediato della posizione nascente dal contratto la successione universale nei diritti del cedente
Nella cessione di contratto il contratto è bilaterale il contratto si perfeziona con un numero indefinito di parti il contratto è fattispecie a formazione progressiva il contratto è plurilaterale
Il negozio di cessione del contratto è negozio innominato atipico di alienazione sui generis
La causa del negozio di cessione del contratto è quella che di volta in volta giustifica l'operazione è sempre la stessa è astratta è quella del negozio di cessione
La forma del negozio di cessione del contratto è quella che è necessaria in dipendenza della natura dei diritti trasferiti è libera è sempre per atto pubblico è sempre scritta
La posizione giuridica di cedente (nella cessione di contratto) si trasferisce con l'adempimento di alcune obbligazioni del cessionario per l'effetto del consenso con l'adempimento delle obbligazioni del cessionario con la consegna materiale della documentazione inerente il contratto ceduto
Nella cessione di contratto l'adesione del contraente ceduto può essere preventiva è sempre successiva è sempre preventiva non può essere preventiva
Nella cessione di contratto la legge deve escludere la garanzia della validità del contratto trasferito può prevedere espressamente la garanzia di validità del contratto trasferito prevede espressamente la garanzia della validità del contratto trasferito non prevede espressamente la garanzia della validità del contratto trasferito
Nella cessione del contratto la garanzia comporta che il cedente risponde se il ceduto non adempia ad alcune delle sue obbligazioni che il cedente risponde se il ceduto non adempia alle proprie obbligazioni che il cedente risponde se il contratto è inesistente, nullo o annullabile che il cedente risponde se il contratto è risolubile
Il cedente garantisce la validità del contratto ceduto e la garanzia dell'adempimento la validità del contratto ceduto ma non assume la garanzia dell'adempimento la validità del contratto e la non risolubilità dello stesso la non rescindibilità del contratto
Il cedente (nella cessione di contratto) deve assumere la garanzia dell'adempimento del ceduto assume in alcuni casi la garanzia dell'adempimento del ceduto può assumere la garanzia dell'adempimento del ceduto non può assumere mai la garanzia dell'adempimento del ceduto
A seguito della cessione il cedente è sempre responsabile non è responsabile nei confronti del terzo che ha con lui contrattato è responsabile secondo la valutazione equitativa del giudice è responsabile se il ceduto dichiari espressamente di non liberarlo
Nella cessione di contratto il ceduto non conserva la sua posizione contrattuale vede novata la sua posizione contrattuale conserva la sua posizione contrattuale vede depotenziata la propria posizione contrattuale
Nel caso in cui nella cessione di contratto il ceduto dichiari di non liberare il cedente il ceduto deve dare avviso al cedente nel termine di quindici giorni dell'inadempimento del cessionario il ceduto non deve dare avviso al cedente dell'inadempimento del cessionario il ceduto deve dare avviso al cedente nel termine di cinque giorni dell'inadempimento del cessionario il ceduto deve dare avviso al cedente nel termine di dieci giorni dell'inadempimento del cessionario
La cessione del contratto muta il contenuto del contratto muta il titolare del contratto non muta il contenuto del contratto muta il titolo del contratto
Nella cessione di contratto sono opponibili al cessionario tutte le eccezioni derivanti dal contratto sono opponibili al cessionario alcune delle eccezioni derivanti dal contratto non sono opponibili al cessionario tutte le eccezioni derivanti dal contratto non sono opponibili alcune delle eccezioni derivanti dal contratto
Nella cessione di contratto il ceduto non può opporre eccezioni fondate su altri rapporti con il cedente può opporre sempre eccezioni fondate su altri rapporti con il cedente può opporre eccezioni fondate sul rapporto con il cedente può opporre soltanto alcune delle eccezioni fondate sul rapporto con il cedente
Alla parte contrattuale può essere preventivamente conferito il potere di cedere il contratto a terzi può essere annunciato che potrà cedere il contratto a terzi non può essere preventivamente conferito il potere di cedere il contratto a terzi può essere prospettato che potrà cedere il contratto a terzi
Nel caso in cui sia conferito preventivamente il potere di cedere il contratto a terzi l'efficacia della cessione nei confronti del ceduto decorre dall'atto della cessione dalla informazione della conclusione dell'atto di cessione dalla conoscenza della conclusione dell'atto di cessione dalla notificazione della cessione al ceduto ovvero dal momento in cui questi l'abbia accettata
L'accettazione nel caso di cessione preventivamente autorizzata perfeziona la conclusione del contratto di cessione è atto ricognitivo si identifica con il consenso costitutivo del negozio di cessione è coelemento della fattispecie acquisitiva del diritto
La cessione legale del contratto ha titolo in determinati fatti previsti della legge ha fonte nella legge e nella volontà delle parti ha fonte nella volontà delle parti per essere comunque la cessione un contratto tipicamente previsto dalla legge ha titolo nella sentenza
La cessione legale richiede la pronuncia del giudice non richiede né l'accordo delle parti né l'adesione del contraente ceduto richiede l'adesione del contraente ceduto richiede comunque l'accordo delle parti
La cessione di contratto ha ad oggetto un rapporto a prestazioni non corrispettive la cessione di credito un rapporto a prestazioni corrispettive già eseguite un rapporto a prestazioni corrispettive non ancora eseguite
Il subcontratto è figura peculiare di cessione di contratto è la stessa cessione di contratto è figura in base alla quale una parte reimpiega nei confronti del terzo la posizione che gli deriva dal contratto base è figura derivata dalla cessione di contratto
Il subcontratto opera il trasferimento della posizione contrattuale da un soggetto ad un altro fa sì che la parte assuma con il terzo il ruolo inverso a quello che egli ha in base al contratto non opera il trasferimento della posizione contrattuale da un soggetto ad un altro opera il trasferimento della posizione contrattuale da un soggetto ad una altro sotto condizione
Il subcontratto può essere qualificato come un contratto a favore di terzo è autonoma figura di dipendenza di un contratto rispetto ad un altro non può essere qualificato come un contratto a favore di terzo può essere qualificato come contratto a favore di terzo condizionato
La risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta presuppone l'inadempimento l'onerosità della prestazione la non imputabilità della impossibilità sopravvenuta l'invalidità
Nella risoluzione per impossibilità sopravvenuta il debitore non è liberato è liberato ma conserva il diritto alla prestazione parziale è liberato ma non conserva il diritto alla controprestazione è liberato ma conserva il diritto alla controprestazione
Nella risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta si prescinde dalla valutazione della importanza della prestazione presupposto è l'importanza essenziale della prestazione presupposto non può essere l'importanza essenziale della prestazione presupposto è la gravità dell'inadempimento
La risoluzione per impossibilità della prestazione presuppone la non imputabilità dell'impossibilità al debitore l'inadempimento del debitore l'inadempimento del creditore la risolubilità del contratto
La impossibilità totale non imputabile facoltizza la risoluzione consensuale del contratto sotto condizione risolve di diritto il contratto consente di domandare la risoluzione giudiziale del contratto facoltizza alla risoluzione consensuale del contratto
L'impossibilità parziale della prestazione comporta l'annullamento del contratto la inefficacia del contratto la riduzione della controprestazione la risoluzione del contratto
La riduzione della controprestazione è applicabile ai contratti di rilevante valore commerciale esclusi quelli bancari ai contratti di rilevante valore commerciale a tutti i contratti ai contratti a prestazioni corrispettive
In luogo della riduzione della controprestazione spetta il rimedio della risoluzione al giudice di stabilire la sorte del contratto alle parti di stabilire la sorte del contratto alla parte il rimedio del recesso qualora non abbia un interesse apprezzabile alla prestazione residua
L'interesse apprezzabile viene meno quando l'impossibilità parziale o il deterioramento sono incompatibili con la causa concreta del contratto il contratto è rescindibile il contratto è risolubile il contratto è annullabile
Il recesso è esercizio di una mera facoltà di un diritto naturale di un diritto di credito di un diritto potestativo che comporta la risoluzione del contratto
Il recesso si configura come negozio unilaterale recettizio come pronuncia giudiziale come atto giuridico come accordo consensuale
Il recesso ha forma sempre per atto pubblico libera scritta quando ha ad oggetto un contratto a forma solenne scritta
L'accettazione della prestazione parziale comporta perdita del diritto alla riduzione della controprestazione sottoposta a condizione sospensiva perdita del diritto di recesso impossibilità di far valere le proprie ragioni perdita del diritto alla riduzione della controprestazione
Nei contratti a titolo gratuito è esperibile il rimedio della riduzione della controprestazione a determinate condizioni è comunque esperibile il rimedio della riduzione della controprestazione con alcune attenuazioni non è esperibile il rimedio della riduzione della controprestazione è comunque esperibile il rimedio della riduzione della controprestazione
Il trasferimento di proprietà con differimento dell'effetto traslativo alla scadenza del termine, è rimesso alle parti determinare il momento del passaggio del rischio non impedisce l'immediato passaggio del rischio all'alienatario impedisce l'immediato passaggio del rischio all'alienatario è il giudice che stabilisce il momento del passaggio del rischio
Nella risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta le prestazioni ineseguite non sono più dovute e quelle eseguite devono essere restituite secondo la disciplina dell'indebito ineseguite sono comunque dovute ineseguite sono dovute parzialmente devono essere restituite secondo la valutazione del giudice che riconduce ad equità l'assetto di interessi
Nei contratti ad esecuzione continuata o periodica le prestazioni eseguite devono essere restituite in parte la risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta non è configurabile la risoluzione è configurabile ma lascia ferme le prestazioni già eseguite e il diritto alla controprestazione le prestazioni eseguite devono essere restituite secondo la regola generale
Nei contratti ad esecuzione continuata, periodica o differita la parte può chiedere la risoluzione del contratto se la prestazione è divenuta eccessivamente onerosa della controparte è divenuta alquanto onerosa della controparte è divenuta eccessivamente onerosa è divenuta eccessivamente onerosa per eventi straordinari e imprevedibili
La norma sulla eccessiva onerosità sopravvenuta tutela le parti per garantire l'equilibrio delle prestazioni il debitore contro il rischio di approfittamento della controparte il debitore contro il rischio di un eccezionale ed imprevedibile aggravio della sua prestazione il debitore contro il rischio dell'invalidità conseguente a squilibri del mercato
L'eccessiva onerosità dà luogo al rimedio della risoluzione del contratto al rimedio della rescissione del contratto al rimedio dell'annullamento del contratto all'azione di nullità
Nei rapporti a titolo gratuito l'eccessiva onerosità sopravvenuta dà luogo al rimedio dell'equa riduzione della prestazione divenuta eccessivamente onerosa è rilevante a particolari condizioni dà luogo al rimedio dell'annullamento del contratto non è rilevante
L'eccessiva onerosità sopravvenuta attenua la responsabilità del debitore per inadempimento aggrava la responsabilità per inadempimento non esonera il debitore dalla responsabilità per inadempimento esonera il debitore dalla responsabilità per inadempimento
Il debitore, al fine di evitare la responsabilità nel caso in cui la prestazione sia divenuta eccessivamente onerosa per fatti e circostanze imprevedibili, può chiedere la risoluzione del contratto la nullità del contratto l'annullamento del contratto l'inefficacia del contratto
Nei contratti a titolo gratuito, nel caso di eccessiva onerosità sopravvenuta della prestazione, il debitore può sottrarsi alla responsabilità per inadempimento domandando la risoluzione del contratto l'accertamento della inefficacia del contratto la declaratoria di nullità del contratto la riduzione della prestazione
Dal momento della domanda l'adempimento potrà essere sospeso previa autorizzazione della controparte potrà essere sospeso non potrà comunque essere sospeso sino alla pronuncia giudiziale che definisce il processo non potrà essere sospeso
Il debitore può comunque invocare l'eccessiva onerosità a giustificazione della sua mora anche se sia intervenuta quando egli era già in mora o abbia dato causa al suo verificarsi non può invocare l'eccessiva onerosità sopravvenuta quando egli era già in mora può comunque invocare l'eccessiva onerosità a giustificazione della sua mora può invocare l'eccessiva onerosità sopravvenuta a giustificazione della sua mora
La ratio della norma sulla eccessiva onerosità va rinvenuta nella necessità di far accertare la nullità del contratto nella necessità di eliminare una causa di invalidità del contratto in una reazione all'alterazione del sinallagma funzionale nella necessità di far accertare l'inefficacia del contratto
Uno dei requisiti della eccessiva onerosità sopravvenuta è che il contratto si esegua in una unica soluzione sia reale sia ad esecuzione continuata, periodica o differita sia ad effetti obbligatori
L'eccessiva onerosità non può essere invocata dalla parte che ha già eseguito la propria prestazione può essere invocata dalla parte che ha già eseguito la propria prestazione alle condizioni stabilite dal giudice può essere invocata dalla parte che ha già eseguito la propria prestazione deve essere invocata dalla parte che ha già eseguito la propria prestazione
La eccessiva onerosità rileva sia nei contratti a titolo oneroso che in quelli a titolo gratuito soltanto nei contratti a prestazioni corrispettive e più in generale a titolo oneroso soltanto nei contratti a titolo gratuito soltanto nella donazione
L'eccessiva onerosità può derivare soltanto da un eccezionale aumento del costo della prestazione a causa di difficoltà di esecuzione o di aumenti reali dei prezzi o da un'eccezionale diminuzione di valore reale della controprestazione da una soggettiva diminuzione di valore della controprestazione soltanto da un eccezionale aumento del costo della prestazione a causa di difficoltà di esecuzione o di aumenti reali dei prezzi da un'eccezionale diminuzione di valore reale della controprestazione
La sopravvenuta eccezionale onerosità rileva soltanto quando derivi da eventi straordinari e imprevedibili anche quando gli aggravi economici rientrano nell'alea normale del contratto quando derivi da eventi straordinari e imprevedibili e anche quando gli aggravi economici rientrano nell'alea normale del contratto quando derivi da fatto colpevole
La risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta può essere domandata in via di azione o in via riconvenzionale soltanto in via di azione soltanto in via riconvenzionale soltanto in via di eccezione
Nella eccessiva onerosità sopravvenuta l'effetto risolutivo deriva dalla sentenza che ha carattere dichiarativo che ha carattere costitutivo che ha carattere di condanna che ha carattere dichiarativo e di condanna
La risoluzione del contratto con effetto retroattivo consente di ridurre le prestazioni già eseguite lascia ferme le prestazioni già eseguite a condizioni che ciò lo determini il giudice comporta l'obbligo di ciascuna parte di restituire le prestazioni ricevute lascia ferme le prestazioni già eseguite
La riduzione del contratto ad equità è misura alternativa alla risoluzione cumulativa alla risoluzione che consente di convalidare il contratto che consente di confermare il contratto
La riduzione del contratto ad equità è un dovere della controparte è un potere della controparte è un obbligo della controparte è un potere del terzo
La controparte offrendo la riduzione ad equità del contratto propone una conferma del contratto una convalida del contratto una rettifica del contratto una modifica del contratto
L'esercizio del potere di riduzione ad equità del contratto è negozio bilaterale è negozio plurilaterale è un atto giuridico è negozio unilaterale recettizio
In sede di riduzione ad equità del contratto l'accettazione della parte onerata è elemento costitutivo non perfeziona la rettifica ma la rende irrevocabile perfeziona la conferma del contratto perfeziona la rettifica
Se la parte onerata contesta la rettifica spetta all'interessato accertarne la adeguatezza al giudice accertarne l'adeguatezza ad entrambe le parti accertarne la adeguatezza alla controparte accertarne l'adeguatezza
L'offerta di riduzione ad equità del contratto può essere effettuata anche processualmente e a prescindere dalla iniziativa processuale della parte onerata soltanto processualmente soltanto fuori dal processo soltanto in via di eccezione
La riduzione ad equità del contratto può essere fatta soltanto dopo che il giudizio di merito sulla risoluzione del contratto sia definito fino a che il giudizio di primo grado non abbia concluso l'istruttoria fino a quando il giudizio di merito sulla risoluzione del contratto sia ancora pendente soltanto prima che il giudizio per la risoluzione sia iniziato
Nei contratti a titolo gratuito, nel caso in cui la parte sia eccessivamente onerata è consentito il rimedio della convalida del contratto della riconduzione della prestazione ad equità della conferma del contratto della riconduzione ad equità del contratto
La riduzione della prestazione ad equità si esercita soltanto in via riconvenzionale mediante domanda giudiziale anche fuori dal giudizio mediante domanda giudiziale e anche fuori dal giudizio
La riduzione della prestazione ad equità costituisce un diritto potestativo giudiziale di credito reale soggettivo
La sentenza che modifica la prestazione ha effetto costitutivo ha effetto dichiarativo ha effetto di accertamento ha natura di condanna
La eccessiva onerosità sopravvenuta deve essere invocata nei contratti aleatori per loro natura o per volontà delle parti non può essere invocata nei contratti aleatori per loro natura o per volontà delle parti può sempre essere invocata nei contratti aleatori può essere invocata nei contratti aleatori per loro natura o per volontà delle parti
Con riguardo ai contratti aleatori, il rimedio della risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta si applica secondo il prudente apprezzamento del giudice non si applica quando questa esula dall'ambito di rischio assunto dalla parte si applica quando questa esula dall'ambito di rischio assunto dalla parte si applica sempre
L'autonomia privata deve rendere aleatorio il contratto non può rendere aleatorio il contratto può rendere aleatorio il contratto deve sempre rendere aleatorio il contratto
L'autonomia privata può esonerare una parte dall'alea normale del contratto secondo il prudente apprezzamento del giudice non può mai esonerare una parte dall'alea normale del contratto può esonerare una parte anche dall'alea normale del contratto non può esonerare una parte dall'alea normale del contratto
La parte può chiedere la risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta, se le clausole di indicizzazione sono in concreto inidonee a tenere il contratto indenne da squilibri sono in concreto idonee a tenere il contratto indenne da squilibri non rispondono più all'interesse della parte non rispondono più all'interesse soggettivo della parte
La novazione oggettiva é vicenda estintiva della obbligazione vicenda risolutiva della obbligazione vicenda revocatoria della obbligazione procedimento di annullamento della obbligazione
La novazione oggettiva sostituisce i soggetti del rapporto obbligatorio estingue il rapporto obbligatorio sostituisce un soggetto del rapporto obbligatorio sostituisce due soggetti soltanto del rapporto obbligatorio
Elemento caratterizzante della novazione oggettiva è la volontà delle parti di estinguere la precedente obbligazione di adempiere l'obbligazione di risolvere l'obbligazione di annullare l'obbligazione
La novazione deve risultare in forma scritta anche per presunzioni in modo non equivoco per atto pubblico
Nella novazione la nuova obbligazione ha un solo soggetto diverso ha due soggetti diversi ha oggetto o titolo diverso ha soggetti diversi
Nella novazione la diversità dell'oggetto attiene alla qualità della prestazione alla prestazione alla misura della prestazione alla gravità della prestazione
Nella novazione la diversità del titolo deve intendersi come diversità della gravità della prestazione diversità della qualità della prestazione diversità della causa diversità della misura della prestazione
La novazione non ha carattere satisfattivo ha carattere satisfattivo ha carattere di accertamento ha carattere risolutivo
La novazione può essere stipulata in funzione transattiva mai in funzione transattiva a volte in funzione transtativa soltanto in funzione transattiva
La novazione che deriva da fattispecie inesistente è nulla è annullabile è risolubile è rescindibile
Il contratto novativo può essere affetto da una autonoma causa di invalidità non può mai essere affetto da una autonoma causa di invalidità è sempre affetto da una autonoma causa di invalidità deve essere affetto da una autonoma causa di invalidità
La dichiarazione di remissione del debito non ha carattere recettizio ha carattere recettizio ha a volte carattere recettizio può avere carattere recettizio
Il negozio di remissione ha struttura unilaterale plurilaterale bilaterale sempre bilaterale
Nella remissione del debito il debitore a volte può rifiutare può rifiutare non può rifiutare deve rifiutare
La remissione é un atto di rinunzia un atto di accertamento un atto dichiarativo una revocazione
La causa della remissione è liberale è gratuita è sempre liberale non è gratuita
La remissione richiede la capacità giuridica la mera capacità naturale la capacità di agire la capacità di intendere e volere
Il creditore può rinunziare a crediti futuri non può rinunziare a crediti futuri a volte può rinunziare a crediti futuri può rinunziare a crediti futuri di lieve entità
Il creditore non può rimettere il debito in parte può rimettere il debito in parte deve solo rimettere il debito in parte a volte può rimettere il debito in parte
Il creditore può sottoporre la remissione a condizione non può sottoporre la remissione a condizione deve sottoporre la remissione a condizione in alcuni casi deve sottoporre la remissione a condizione
La remissione non è revocabile è revocabile a volte è revocabile può essere revocabile
La remissione tacita risulta dalla volontà tacita delle parti volontà significativa delle parti restituzione del documento del credito volontà presunta delle parti
La rinunzia alle garanzie non ha significato di remissione del debito ha sempre significato di remissione del debito può avere significato di remissione del debito ha sempre significato di remissione del debito
Nella remissione del debito il debitore può rinunciare in un congruo termine può rinunciare senza termine deve rinunciare in un termine adeguato deve rinunciare nel termine fissato dalla legge
Nella remissione la rinuncia del debitore ha carattere non dispositivo è dichiarazione di scienza ha natura negoziale ha natura dichiarativa
Nella remissione la rinuncia non ha carattere recettizio può avere carattere recettizio ha carattere indicativo ha carattere recettizio
La remissione del debito richiede la capacità di intendere e volere giuridica di agire naturale
Nella remissione il rifiuto del debitore può essere revocato può in alcuni casi essere revocato è revocabile quando il debito è grave mai può essere revocato
La compensazione può avere carattere satisfattivo non ha carattere satisfattivo nei casi previsti dalla legge ha carattere satisfattivo ha carattere satisfattivo
La compensazione legale ha luogo con provvedimento giudiziale di diritto con provvedimento amministrativo con atto notarile
Presupposto della compensazione legale é il debito di lieve entità il debito liquido la reciprocità del debito il debito di pari entità
Presupposto della compensazione legale é la illiquidità la infungibilità l'omogeneità la fungibilità
Presupposto della compensazione legale é la certezza dei crediti l'esiguità dei crediti la irrilevanza dei crediti la gravità dei crediti
Presupposto della compensazione legale é la non riconoscibilità dei crediti la non esigibilità dei crediti la esigibilità dei crediti la indilazionabilità dei crediti
La compensazione legale a volte può essere rilevata d'ufficio non può essere rilevata d'ufficio deve essere rilevata d'ufficio in casi particolari può essere rilevata d'ufficio
La compensazione legale ha l'onere della eccezione a volte ha l'onere della eccezione in alcuni casi ha l'onere della eccezione non ha l'onere della eccezione
La parte può rinunziare alla compensazione non può rinunziare alla compensazione a volte può rinunziare alla compensazione in casi particolari può rinunziare alla compensazione
La compensazione ove previsto dal giudice comporta la estinzione delle garanzie a volte comporta la estinzione delle garanzie comporta la estinzione delle garanzie non comporta la estinzione delle garanzie
La compensazione giudiziale é pronunziata dal giudice determinata con provvedimento amministrativo determinata dalle parti determinata dalla legge
La compensazione volontaria ha titolo nella volontà delle parti può avere titolo nella volontà delle parti a volte ha titolo nella volontà delle parti nei casi determinati dalla legge ha titolo nella volontà delle parti
La confusione non ha carattere satisfattivo in alcuni casi ha carattere satisfattivo può avere carattere satisfattivo ha carattere satisfattivo
La confusione nei casi previsti dalla legge comporta l'estinzione delle garanzie non comporta l'estinzione delle garanzie a volte comporta l'estinzione delle garanzie comporta l'estinzione delle garanzie
La confusione pregiudica i diritti dei terzi pregiudica i diritti dei terzi nei casi stabiliti dal giudice pregiudica i diritti dei terzi nei casi previsti dalla legge non pregiudica i diritti dei terzi
La impossibilità sopravvenuta dell'obbligazione per causa non imputabile estingue l'obbligazione non estingue l'obbligazione può estinguere l'obbligazione estingue l'obbligazione nei casi previsti dalla legge
La impossibilità sopravvenuta pro quota ha carattere satisfattivo ha carattere satisfattivo in parte ha carattere satisfattivo non ha carattere satisfattivo
Presupposto della obbligazione solidale é identità della fonte pluralità dei contratti pluralità della fonte unicità del contratto
Presupposto della obbligazione solidale é pluralità della prestazione non esiguità della prestazione lievità della prestazione unicità della prestazione
La presunzione legale di solidarietà presuppone la non identità della prestazione la pluralità di titoli l'identità della prestazione il collegamento negoziale
Il vincolo di solidarietà attiva presuppone la previsione giudiziale il titolo negoziale o la previsione normativa soltanto la previsione normativa soltanto il titolo negoziale
Il lato esterno delle obbligazioni solidali riguarda il rapporto fra debitori e creditori il rapporto fra debitori il rapporto fra creditori il rapporto fra alcuni creditori
Il lato interno delle obbligazioni solidali riguarda il rapporto fra alcuni debitori il rapporto fra condebitori i rapporti fra condebitori o fra concreditori il rapporto fra concreditori
Nelle obbligazioni solidali se non risulta diversamente le quote si dividono sempre in parti uguali si presumono eguali si dividono proporzionalmente si presumono diverse
L'obbligazione fideiussoria è una obbligazione mista divisibile solidale parziaria
Nelle obbligazioni solidali il creditore deve scegliere il debitore indicato dal giudice il creditore ha facoltà di scegliere il debitore il creditore non ha facoltà di scegliere il debitore il creditore deve scegliere il debitore indicato dagli altri condebitori
La richiesta di pagamento delle obbligazioni solidali costituisce in mora il solo destinatario tutti i condebitori alcuni condebitori i condebitori indicati dal giudice
La richiesta di pagamento può essere prevenuta da una offerta non formale di adempimento fatta da uno dei condebitori non può essere prevenuta da una offerta non formale di adempimento fatta da uno dei condebitori non può essere prevenuta da una offerta non formale di adempimento fatta da alcuni condebitori può essere prevenuta da una offerta non formale di adempimento fatta soltanto da alcuni condebitori
Il beneficio d'ordine importa che la richiesta di pagamento deve essere fatta prima ad altro condebitore non genera differenze di ordine fra i condebitori genera differenze di ordine soltanto fra alcuni debitori genera differenze di ordine soltanto nei casi previsti dalla legge
Con il beneficio di escussione il creditore ha l'onere di agire esecutivamente sul patrimonio del debitore principale deve attendere l'esito negativo della esecuzione sul patrimonio del debitore principale deve attendere l'esito negativo della esecuzione sul patrimonio del debitore principale nei casi indicati dal giudice non ha l'onere di agire esecutivamente sul patrimonio del debitore principale
Il beneficio di ordine e di esecuzione danno luogo alla solidarietà nei casi previsti dalla legge alla sussidiarietà alla solidarietà alla sussidiarietà nei casi previsti dalla legge
Nella solidarietà attiva il debitore deve pagare al creditore indicato dagli altri creditori può pagare ad uno dei creditori secondo la sua scelta non può scegliere il creditore cui pagare non deve pagare al creditore indicato dagli altri creditori
Nella solidarietà attiva la facoltà di scelta del debitore non viene meno anche quando è preceduta da una domanda stragiudiziale fatta da uno dei creditori viene meno anche quando è preceduta da una domanda stragiudiziale fatta da uno dei creditori viene meno quando è preceduta da una domanda giudiziale fatta da uno dei creditori non viene meno quando è preceduta da una domanda giudiziale fatta da uno dei creditori
Nelle obbligazioni solidali passive chi paga ha azione di condanna nei confronti degli altri condebitori ha azione di regresso nei confronti degli altri condebitori ha azione di restituzione nei confronti degli altri condebitori non ha azione di regresso nei confronti degli altri condebitori
Il diritto di regresso è un diritto di rivalsa soggettivo assoluto di credito
Il diritto di regresso può avere titolo nel contratto non può avere titolo nel contratto può avere titolo nel contratto nei casi determinati dal giudice può avere titolo nel contratto nei casi previsti dalla legge
A prescindere dal titolo negoziale esiste comunque un diritto legale di regresso esiste un diritto legale di regresso in casi particolari non può esistere un diritto legale di regresso esiste un diritto legale di regresso nei casi stabiliti dal giudice
Nelle obbligazioni solidali le quote interne si presumono eguali fino a prova contraria proporzionali diverse esponenziali
Le obbligazioni di rimborso non sono solidali sono solidali si presumono solidali non si presumono solidali
Il debitore che ha pagato, in regresso può agire nei confronti di alcuni debitori soltanto per la parte può agire nei confronti dei debitori soltanto per la parte di ciascuno di essi non può agire nei confronti dei debitori soltanto per la parte di ciascuno di essi può agire nei confronti di alcuni debitori per l'intero
Nelle obbligazioni solidali passive la novazione convenuta fra il creditore ed un debitore libera soltanto alcuni debitori libera tutti gli altri debitori non libera tutti gli altri condebitori libera i debitori indicati dal giudice
Nelle obbligazioni solidali passive la remissione fatta nei confronti di un condebitore libera soltanto alcuni condebitori libera i debitori indicati dal giudice libera tutti gli altri non libera tutti gli altri condebitori
Nelle obbligazioni solidali passive la confusione non ha effetto nei confronti degli altri condebitori per la parte del debito confuso libera per intero tutti i condebitori non libera per intero tutti i condebitori ha effetto anche nei confronti degli altri condebitori per la parte del debito confuso
Nelle obbligazioni solidali passive la transazione fatta da alcuno dei debitori ha effetto nei confronti dei condebitori che dichiarino di volerne approfittare nei confronti di alcuni condebitori di tutti i condebitori dei condebitori indicati dalla legge
L'obbligazione indivisibile è insuscettibile di adempimento parziale è comunque suscettibile di adempimento parziale è suscettibile di adempimento parziale nei casi indicati dalla legge è suscettibile di adempimento parziale nei casi indicati dal giudice
L'obbligazione naturale è un dovere morale o sociale giuridicamente rilevante è un dovere giuridico è obbligazione mista è una obbligazione avente fonte giudiziale
L'adempimento di una obbligazione naturale non ammette ripetizione della prestazione eseguita ammette la ripetizione della prestazione eseguita nei casi previsti dalla legge ammette la ripetizione della prestazione eseguita ammette la ripetizione della prestazione eseguita nei casi indicati dal giudice
L'adempimento di una obbligazione naturale non è atto giuridico è atto negoziale è atto giuridico non è atto negoziale
L'adempimento della obbligazione naturale non è atto spontaneo è atto coercibile è atto spontaneo non è atto coercibile
Altro requisito della obbligazione naturale non è la proporzionalità è la proporzionalità non può essere la proporzionalità non deve essere la proporzionalità
L'obbligazione naturale dà luogo a rimedi per l'inadempimento dà luogo a rimedi per l'inadempimento in casi particolari non dà luogo a rimedi per l'inadempimento dà luogo a rimedi per l'inadempimento nei casi stabiliti dal giudice
L'adempimento é la conclusione dell'accordo la conclusione del contratto l'esecuzione della prestazione il perfezionamento del contratto
Carattere specifico dell'adempimento é la naturalità la liberalità la doverosità la complessità
Requisito soggettivo dell'adempimento è la capacità naturale di intendere e di volere giuridica di agire
La prestazione deve essere di adeguato tenore di buon livello completa esatta
Il creditore non può rifiutare un adempimento parziale può rifiutare un adempimento parziale nei casi previsti dalla legge può rifiutare un adempimento parziale deve sempre accettare un adempimento parziale
L'adempimento del terzo ha natura complessa esecutiva negoziale esecutiva e negoziale
La volontaria restituzione del titolo in originale costituisce presunzione di liberazione del debitore indicazione della volontà di liberare il debitore prova dell'intento di liberare il debitore prova della liberazione del debitore
Nella mora del creditore il rischio della impossibilità sopravvenuta della prestazione grava sul creditore sul terzo su creditore e debitore sul debitore
Nella mora del creditore vi è l'obbligo di indennizzare il debitore di indennizzare il terzo di risarcire il danno da ritardo al debitore di risarcire il danno al creditore
L'offerta reale ha ad oggetto soltanto cose di rilevante valore economico solo cose mobili infungibili cose mobili da consegnarsi al domicilio del creditore e denaro solo denaro
L'offerta per intimazione ha ad oggetto beni culturali soltanto beni immobili beni dello stato la prestazione di beni mobili, la consegna di immobili e tutte le prestazioni di fare
Requisito dell'offerta solenne è l'offerta di almeno parte della prestazione dovuta della prestazione dovuta di una parte rilevante della prestazione dovuta della totalità della prestazione dovuta
A costituire in mora il creditore è necessario che l'offerta sia convalidata che la sentenza rilevi anche incidentalmente l'offerta che l'offerta sia accettata che l'offerta sia accettata o convalidata con sentenza passata in giudicato
Le spese dell'offerta non accettata sono a carico della legge dello stato del debitore del creditore in mora
Nel caso di adempimento di un debito prescritto non può essere ripetuto quanto prestato può essere ripetuto quanto prestato è ammessa ripetizione di quanto prestato non è ammessa ripetizione di quanto prestato
Il debito può essere adempiuto dal terzo non può essere adempiuto dal terzo deve essere adempiuto dal terzo deve sempre essere adempiuto dal terzo
Nell'adempimento il terzo può agire solo su accordo con il debitore deve agire solo di iniziativa propria può agire di iniziativa propria o su accordo con il debitore può agire solo di iniziativa propria
L'adempimento del terzo estingue l'obbligazione del debitore non estingue l'obbligazione del debitore può estinguere l'obbligazione del debitore in alcuni casi estingue l'obbligazione del debitore
La legittimazione a ricevere è il potere di eseguire la prestazione di ricevere la prestazione con effetto estintivo del debito di controllare la prestazione di controllare il debitore
La legittimazione a ricevere viene meno per incapacità del creditore per volontà del debitore per volontà del terzo per disposizione del giudice
Durante il periodo di prova solo il datore di lavoro può recedere dal contratto ciascuna parte può recedere liberamente dal contratto dando preavviso ciascuna parte può recedere liberamente dal contratto senza obbligo di preavviso o di indennità ciascuna parte può recedere dal contratto purché sussista un giustificato motivo
Il contratto collettivo ha efficacia nei confronti di tutti i lavoratori che appartengono alla categoria cui il contratto collettivo si riferisce nei confronti dei lavoratori che scelgono, al momento di stipulare il contratto individuale, di recepirne il contenuto erga omnes nei confronti dei lavoratori che sono iscritti al sindacato che ha stipulato il contratto collettivo
L'art 18 delle legge n 300 del 1970 si applica alle imprese che occupano più di quindici dipendenti nell'unità produttiva nella quale ha avuto luogo il licenziamento o nell'ambito dello stesso comune alle imprese che occupano almeno quindici dipendenti nell'unità produttiva nella quale ha avuto luogo il licenziamento o nell'ambito dello stesso comune a tutte le imprese, a prescindere dalle loro dimensioni alle sole imprese che occupano più di sessanta dipendenti nell'intero territorio nazionale
Lo sciopero è una libertà giuridicamente irrilevante un diritto un reato
Gli atti discriminatori sono nulli rescindibili validi annullabili
Il contratto a termine può essere stipulato nelle ipotesi tassative previste dalla legge sempre, purché abbia la forma scritta a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo solo laddove la contrattazione collettiva lo consenta
Il patto di non concorrenza non deve avere una forma particolare deve avere la forma scritta solo se stipulato in corso di rapporto deve essere stipulato in forma scritta ai fini della prova deve essere stipulato in forma scritta a pena di nullità
La serrata è un reato una libertà giuridicamente irrilevante un diritto
Il contratto di lavoro a progetto instaurato senza l'individuazione di uno specifico progetto è annullabile è considerato rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, sin dalla Costituzione del rapporto è nullo è comunque valido
La legittimazione attiva per la repressione della condotta antisindacale spetta al singolo lavoratore sia al lavoratore che alle organizzazioni sindacali agli organismi locali delle associazioni sindacali nazionali che vi abbiano interesse alle RSA
Il lavoratore può essere adibito a mansioni inferiori quando sussistano particolari ragioni tecniche, organizzative o produttive generalmente mai, a meno che non ricorrano la particolari ipotesi previste dalla legge e dalla contrattazione collettiva sempre solo laddove presti il suo consenso
Ai sensi dell'art 2 della legge n 300 del 1970, il datore di lavoro può impiegare le guardie particolari giurate soltanto per scopi di tutela del patrimonio aziendale se vi è un accordo in tal senso con le RSA per esigenze organizzative e produttive sempre
L'art 36 Cost, laddove prevede che la retribuzione debba essere proporzionata e sufficiente, si applica ai soli lavoratori subordinati a tutti i lavoratori (autonomi, subordinati, parasubordinati, a progetto...) ai lavoratori subordinati e a quelli parasubordinati ai lavoratori non subordinati
Il sindacato è un'associazione non riconosciuta è un'associazione riconosciuta può essere sia un'associazione riconosciuta che un'associazione non riconosciuta, a seconda che ottenga o no la personalità giuridica un ente pubblico
Il contratto di lavoro ripartito è un contratto con il quale il lavoratore si obbliga a svolgere la sua prestazione presso due diversi datori di lavoro un contratto a tempo parziale un contratto mediante il quale due lavoratori assumono in solido l'adempimento di una unica e identica obbligazione lavorativa uno speciale contratto di lavoro autonomo
Il cottimo è obbligatorio laddove lo prevede la contrattazione collettiva nel lavoro a domicilio e nei casi previsti dall'art. 2100, primo comma, cod. civ sempre mai
Le rinunzie e transazioni aventi ad oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili di legge o contratti collettivi sono nulle sono annullabili sono valide purché non avvengano in corso di rapporto sono valide purché il lavoratore goda della stabilità reale
Le assemblee possono essere indette solo congiuntamente dalle RSA sia congiuntamente che disgiuntamente dalle RSA da qualsiasi gruppo di lavoratori dai sindacati nazionali maggiormente rappresentativi
Lo sciopero può essere proclamato anche da un solo lavoratore deve essere necessariamente proclamato collettivamente ed esercitato collettivamente deve essere proclamato collettivamente ma può anche essere esercitato individualmente deve essere proclamato necessariamente da un'organizzazione sindacale
Salvo diversa espressa disposizione, ai quadri si applica la disciplina degli impiegati la disciplina dei dirigenti la disciplina dei dirigenti, fatta eccezione per la materia dei licenziamenti individuali a volte la disciplina dei dirigenti, a volte quella degli impiegati
In regime di stabilità reale il datore di lavoro che licenzia ingiustificatamente un lavoratore deve reintegrarlo nel posto di lavoro può decidere se reintegralo o pagargli un'indennità può decidere se riassumerlo o pagargli un'indennità deve riassumerlo
Le clausole elastiche sono clausole che consentono al lavoratore di trasformare un contratto di lavoro a tempo parziale in uno a tempo pieno clausole che, apposte ad un contratto a tempo parziale di tipo verticale o misto, consentono di aumentare la durata della prestazione lavorativa clausole che consentono al datore di lavoro di trasformare un contratto di lavoro a tempo parziale in uno a tempo pieno clausole che consentono, in un contratto di lavoro a tempo parziale, di modificare la collocazione temporale della prestazione lavorativa
Si parla di licenziamento collettivo se vi sono più di tre licenziamenti in un mese più di cinque licenziamenti nell'arco di un anno più di cinque licenziamenti nell'arco di 120 giorni almeno cinque licenziamenti nell'arco di 120 giorni
In caso di adibizione di fatto a mansioni superiori per un periodo superiore a tre mesi, il dipendente pubblico ha diritto al trattamento previsto per la qualifica superiore per tutto il periodo di effettiva prestazione ha diritto ad essere definitivamente adibito alle mansioni superiori ha diritto ad essere definitivamente adibito alle mansioni superiori, purché non stia sostituendo un lavoratore assente che ha diritto alla conservazione del posto di lavoro non ha alcun diritto perché l'adibizione di fatto di un dipendente pubblico a mansioni superiori è vietata dalla legge
Nella somministrazione di lavoro il potere disciplinare è esercitato da entrambi dal somministratore nel caso in cui il contratto di lavoro sia tempo indeterminato, dall'utilizzatore nel caso in cui il contratto di lavoro sia a tempo determinato dal somministratore dall'utilizzatore
In caso di distacco il responsabile del trattamento economico e normativo del lavoratore distaccato è il distaccante l'utilizzatore l'utilizzatore, che però si rivale sul distaccante entrambi in solido
Il contratto di lavoro stipulato con un lavoratore che non ha la capacità giuridica è nullo annullabile rescindibile valido
Nel pubblico impiego l'accesso alla qualifica dirigenziale avviene mediante colloquio solo mediante concorso per esami mediante concorso per esami oppure mediante corso-concorso selettivo di formazione presso la Scuola superiore per la pubblica amministrazione solo mediante corso-concorso selettivo di formazione presso la Scuola superiore per la pubblica amministrazione
Per mansioni "equivalenti" s'intendono mansioni che rientrano nel medesimo livello contrattuale mansioni che consentono al lavoratore di utilizzare il patrimonio professionale già acquisito mansioni che vengono retribuite in modo eguale mansioni che rientrano nella stessa categoria
I crediti retributivi e contributivi si prescrivono in due anni mai in cinque anni in dieci anni
Se l'attività inventiva è dedotta come oggetto del contratto di lavoro al lavoratore non spettano i diritti patrimoniali derivanti dall'invenzione al lavoratore spettano i diritti patrimoniali derivanti dall'invenzione il lavoratore non ha il diritto morale di essere riconosciuto autore dell'invenzione il lavoratore ha il diritto morale di essere riconosciuto autore dell'invenzione e gli spettano i diritti patrimoniali derivanti dall'invenzione
Un lavoratore può essere trasferito anche se non dà il suo consenso qualora ricorrano comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive solo se dà il suo consenso mai sempre
La giusta causa di licenziamento può essere definita come qualsiasi causa che giustifichi un licenziamento un notevole inadempimento una causa che non consente la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto una ragione inerente all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa
In regime di stabilità obbligatoria il datore di lavoro che licenzi ingiustificatamente un lavoratore deve necessariamente riassumerlo può decidere se riassumerlo o pagargli un'indennità può decidere se reintegralo o pagargli un'indennità deve necessariamente reintegrarlo nel posto di lavoro
Il lavoratore acquista la capacità d'agire (ovvero la capacità di esercitare i diritti e le azioni che derivano dal contratto di lavoro) a diciotto anni a quindici anni, anche se non ha assolto l'obbligo scolastico al momento della nascita a quindici anni se ha assolto l'obbligo scolastico
Le "prestazioni indispensabili" che devono essere assicurate in caso di sciopero nei servizi pubblici essenziali sono stabilite dalle imprese erogatrici dei servizi pubblici essenziali dalla legge dai regolamenti aziendali dagli accordi o contratti collettivi
La Cassa integrazioni guadagni ordinaria opera per eventi transitori e non imputabili all'imprenditore e situazioni temporanee di mercato che non pongano in dubbio la ripresa della normale attività produttiva in caso di crisi aziendale in caso di sospensione o riduzione di attività motivate da ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione aziendale in caso di procedure concorsuali
Se il termine apposto al contratto di lavoro non ha la forma scritta sia il contratto di lavoro che il termine sono validi il contratto di lavoro è valido ma il termine è inefficace il contratto di lavoro è nullo il contratto di lavoro è annullabile
Impianti audiovisivi dai quali possa derivare anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, possono essere installati mai purché siano richiesti da ragioni organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro e soltanto previo accordo con le RSA sempre, purché vi sia l'accordo con le RSA sempre, purché siano richiesti da ragioni organizzative e produttive ovvero dalla sicurezza del lavoro
Il giustificato motivo soggettivo di licenziamento può essere definito come un notevole inadempimento una causa che non consente la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto un ragione inerente all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa qualsiasi causa che giustifichi un licenziamento
Il referendum può essere indetto da qualsiasi gruppo di lavoratori sia congiuntamente che disgiuntamente dalle RSA solo congiuntamente dalle RSA dai sindacati maggiormente rappresentativi
La più leggera sanzione disciplinare è la multa il rimprovero verbale il rimprovero scritto la sospensione
Lo spoil system cd automatico a regime (art 19, comma 8, del dlgs n 165 del 2001) riguarda gli organi di vertice e i componenti dei consigli di amministrazione o degli organi equiparati degli enti pubblici tutti i dirigenti i dirigenti generali i dirigenti c.d. apicali (Segretario generale, Capo di Dipartimento..)
L'obbligo di riservatezza, di cui all'art 2105 cod civ può protrarsi anche dopo il rapporto di lavoro purché sia stipulato un apposito patto di riservatezza riguarda solo alcune particolari categorie di lavoratori finisce con il cessare del rapporto di lavoro si protrae anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro per un ragionevole lasso di tempo
L'art 39 Cost è considerato immediatamente precettivo per quanto riguarda il primo comma, non ha trovato attuazione per i commi successivi è immediatamente precettivo non ha trovato attuazione ha trovato attuazione nella sua interezza
Un contratto di lavoro nel quale non sia stabilita la retribuzione è annullabile è nullo, poiché manca un elemento essenziale del contratto di lavoro è valido perché la retribuzione viene determinata dal giudice ai sensi dell'art. 2099 cod. civ è parzialmente nullo ex art. 1419, primo comma cod. civ
Per "intervalli di rarefazione oggettiva" s'intendono gli intervalli minimi di tempo che devono intercorrere tra due scioperi che ineriscono allo stesso bacino d'utenza le procedure di raffreddamento che devono essere esperite prima della proclamazione di uno sciopero gli intervalli minimi di tempo che devono intercorrere tra due scioperi, anche non inerenti lo stesso bacino d'utenza il periodo di tempo che deve intercorrere tra la proclamazione dello sciopero e la sua attuazione
Le cd "quietanze a saldo" impediscono al lavoratore di promuovere l'azione per i crediti derivanti dal rapporto di lavoro hanno sempre la rilevanza di rinunzie o transazioni sono nulle sono dichiarazioni di scienza, generalmente prive di ogni efficacia negoziale
La clausola di stabilità apposta ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, garantisce al lavoratore la stabilità reale anche nei casi in cui questa non sarebbe prevista dalla legge garantisce al lavoratore la conservazione del posto di lavoro per un certo periodo di tempo apposta ad un contratto di lavoro a tempo determinato, vincola il datore di lavoro a non disdire il contratto ante tempus impedisce al datore di lavoro di recedere dal contratto sia per giustificato motivo che per giusta causa
In un contratto di lavoro intermittente l'indennità di disponibilità è prevista solo nei casi in cui il lavoratore si obblighi a rispondere alla chiamata del datore di lavoro sempre solo quando il contratto di lavoro intermittente è per periodi predeterminati nel corso della settimana, del mese e dell'anno laddove la preveda la contrattazione collettiva
In materia di negozio giuridico, i vizi della volontà cui la legge attribuisce rilevanza sono: l'errore, il dolo e la violenza. Per dolo s'intende... La minaccia di un male ingiusto e notevole posta in essere per determinare un soggetto a compiere un negozio giuridico Ogni artificio o raggiro con cui un soggetto induce un altro soggetto in errore, determinandolo a porre in essere un negozio giuridico che altrimenti, non sarebbe stato concluso, o lo sarebbe stato a differenti condizioni Una falsa rappresentazione della realtà Esclusivamente un comportamento omissivo che crei un danno ingiusto
Quando il terzo (espromittente), senza intervento del debitore (espromesso), ne assume verso il creditore il debito, pone in essere... Un'espromissione Una delegazione Un comodato Una fideiussione
La capacità di agire si acquista, per tutti gli atti per i quali non sia stabilita un'età diversa e salvo quanto previsto da leggi speciali,... Dal momento della nascita Con la maggiore età Dal momento del concepimento Con il compimento del sedicesimo anno di età
Dal momento della nascita si acquista... La capacità di intendere e di volere La capacità di agire e, conseguentemente, la capacità di giuridica La capacità giuridica La capacità di agire
In materia di obbligazioni l'inadempimento può definirsi... Come la circostanza in cui il creditore assegna al debitore un nuovo creditore verso il quale il debitore si obbliga Come il comportamento del creditore assolutamente incompatibile con la volontà di far valere il suo diritto Come il rifiuto senza legittimo motivo da parte del creditore di ricevere il pagamento offertogli dal debitore Come ogni comportamento del debitore difforme da quello al quale è obbligato, ovvero la mancata, l'inesatta o la ritardata esecuzione del rapporto obbligatorio
I debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni... Con tutti i suoi beni presenti, ma non con i suoi beni futuri Con i suoi beni futuri, ma non con i suoi beni presenti Con tutti i suoi beni ad eccezione di quelli pervenutigli in eredità Con tutti i suoi beni presenti e futuri
I diritti reali di garanzia... Sono quelli che danno il diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo Sono quelli che limitano il potere di godimento del proprietario della cosa, cioè il potere di trarre dalla cosa l'utilità che essa può dare Hanno durata limitata, perché sono destinati a venir meno quando la funzione di garanzia cui tendono abbia esaurito il suo scopo Si concretizzano nella superficie, nell'enfiteusi e nell'usufrutto
La separazione di fatto dei coniugi... È l'interruzione della convivenza, senza l'intervento di alcun provvedimento del tribunale È quella che avviene per accordo delle parti e deve essere omologata dal tribunale È priva di effetti giuridici e non può essere rilevante ai fini del divorzio È quella pronunciata dal tribunale, ad istanza di uno o di entrambi i coniugi, a seguito di fatti che rendono intollerabile la prosecuzione della convivenza
I regolamenti sono fonti del diritto? No, solo le leggi e gli usi sono fonti del diritto Si No, solo le leggi e le norme corporative sono fonti del diritto Sì, le sole fonti del diritto sono i regolamenti
Come sono definiti dal codice civile gli enti locali (tra cui i comuni e le province)? Persone giuridiche pubbliche Persone giuridiche private Persone fisiche pubbliche Società pubbliche
Effetto del matrimonio sul piano giuridico è il sorgere di un insieme di diritti e di doveri reciproci tra i coniugi, eguali per il marito e per la moglie; tra essi è compresa la fedeltà? Si No, essi sono la coabitazione e l'assistenza morale e materiale No, essi sono la coabitazione e la collaborazione nell'interesse della famiglia No, essi sono l'assistenza morale e l'educazione della prole
Quando le qualità di creditore e di debitore si riuniscono nella medesima persona, si configura un'estinzione dell'obbligazione per... Usufrutto Accessione Novazione Confusione
Rispetto ai soggetti si possono individuare negozi giuridici unilaterali, bilaterali e plurilaterali. È un negozio plurilaterale... Il contratto di società La disdetta La compravendita La locazione
In materia di possesso l'art. 1147 del c.c. prevede che... La buona fede non è mai presunta, occorre sempre dimostrarla È possessore di buona fede chi possiede ignorando di ledere un diritto altrui È possessore di buona fede solo chi possiede in base ad un titolo valido ed idoneo a trasferire il diritto di proprietà Non può invocarsi buona fede nel caso di colpa, anche lieve
La transazione è il contratto... Col quale il debitore incarica i suoi creditori o alcuni di essi di liquidare tutte o alcune sue attività e di ripartirne tra loro il ricavato in soddisfacimento dei loro crediti Col quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine a una lite già incominciata o prevengono una lite che può sorgere tra loro Col quale una terza persona detta fideiussore garantisce l'adempimento di un'obbligazione altrui obbligandosi personalmente verso il creditore Col quale il debitore o un terzo si obbliga a consegnare un immobile al creditore a garanzia del credito
In materia di negozio giuridico, i vizi della volontà cui la legge attribuisce rilevanza sono: l'errore, il dolo e la violenza. L'errore consiste... Nella minaccia di un male ingiusto posta in essere per determinare un soggetto a compiere un negozio giuridico Sempre nella menzogna, cioè nell'affermazione di cosa non vera In una falsa rappresentazione della realtà che concorre a determinare la volontà del soggetto In un artificio con cui un soggetto induce un altro soggetto in errore, determinandolo a porre in essere un negozio giuridico che altrimenti non sarebbe stato concluso
Secondo il codice civile, l'accordo è un requisito del contratto. La sua mancanza... Determina la nullità del contratto Può determinare l'annullabilità del contratto, qualora una sola delle parti decida in tal senso Non comporta in nessun caso conseguenze negative per il contratto Non comporta conseguenze negative per il contratto salvo che le parti non abbiano convenuto diversamente
Il risarcimento del danno per l'inadempimento di un'obbligazione... È sempre a discrezione del debitore Deve comprendere sia la perdita subita dal creditore sia il mancato guadagno Comprende solo la perdita subita dal creditore Comprende solo il mancato guadagno del creditore
L'aspettativa è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive attive. Essa... È la pretesa alla legittimità dell'azione amministrativa riconosciuta ad un soggetto che si trova in una particolare posizione rispetto ad un potere della P.A Costituisce un potere attribuito ad un soggetto per la realizzazione di interessi che non fanno capo direttamente a lui (es. potestà parentale) Consiste nella sottoposizione di un soggetto alle conseguenze dell'esercizio dell'altrui diritto potestativo È la posizione in cui si trova il soggetto a favore del quale viene maturando un diritto soggettivo
La sede in cui le persone vivono e svolgono la loro attività è rilevante giuridicamente, come punto di riferimento di numerosi rapporti giuridici. Il luogo in cui la persona fisica ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi costituisce... La sede Il domicilio La residenza La dimora
In mancanza di diversa convenzione, i rapporti patrimoniali tra i coniugi, sono disciplinati dalla comunione legale. Costituiscono oggetto della comunione... Le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio I beni acquistati dal coniuge prima del matrimonio I beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge La pensione concessa per la perdita parziale o totale della capacità lavorativa
Tra le azioni a difesa della proprietà il c.c. prevede l'azione di regolamento dei confini. Presupposto dell'azione di regolamento dei confini è... L'esistenza di diritti altrui sulla cosa propria L'assenza di segni visibili, la cui mancanza potrebbe dare origine nel futuro a contrasti tra i proprietari confinanti Una contesa tra i proprietari confinanti sulla linea di confine La rivendicazione da parte di uno dei proprietari della cosa detenuta o posseduta dall'altro senza consenso
I coniugi possono modificare il regime della comunione legale? No, i coniugi possono solo costituire un fondo patrimoniale Sì, mediante convenzione, dando luogo ad una comunione convenzionale No, i coniugi possono solo pattuire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio Sì, ma esclusivamente in riferimento ai beni acquisiti per effetto di donazione
I negozi giuridici si definiscono a titolo oneroso... Quando attengono alla sfera dei rapporti familiari Quando all'attribuzione a favore di un soggetto faccia riscontro un corrispettivo a carico dello stesso Quando producono effetti negativi solo per una delle parti Quando manchino di corrispettivo
Come sono definiti i diritti che tutelano interessi economici dei soggetti e, per tanto, sono suscettibili di valutazione in danaro? Diritti non patrimoniali Diritti patrimoniali Diritti assoluti Diritti relativi
La dimora di una persona... È il luogo nel quale la persona è di fatto presente in modo non abituale È il luogo il cui la persona è nata È il luogo in cui la persona ha la residenza abituale È il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi
Quale è il modo normale di estinzione dell'obbligazione? La surrogazione L'adempimento L'accollo La remissione
Come è denominato il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta? Deposito Sequestro convenzionale Comodato Contratto di rendita
Ai sensi dell'art. 810 del codice civile sono definiti «beni»... Le cose produttive di reddito Le cose suscettibili di soddisfare un bisogno Le cose che possono formare oggetto di diritti Le cose suscettibili di una valutazione economica
Quanto ai rapporti che legano fra loro i componenti della famiglia il vincolo che lega marito e moglie è... Un rapporto di parentela Un rapporto di affinità Un rapporto di cooperazione Un rapporto di coniugio
Quale tra le seguenti affermazioni è coerente con quanto dispone il codice civile in materia di conclusione del contratto? Il contratto è concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte Il contratto è concluso nel momento in cui la proposta è comunicata alla controparte Il proponente non può mai ritenere efficace l'accettazione tardiva dell'altra parte Un'accettazione non conforme alla proposta non può mai considerarsi come nuova proposta
La donazione... È un contratto che può avere ad oggetto soltanto un bene altrui È un contratto col quale una parte arricchisce l'altra per spirito di liberalità, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un'obbligazione È un negozio giuridico col quale si arricchisce un soggetto esclusivamente in vista di un futuro matrimonio Può farsi solo in segno di riconoscenza
La capacità di agire... Si acquista al compimento del diciottesimo anno di età Non può essere oggetto di interdizione giudiziale e legale È l'attitudine di una persona ad essere soggetto di diritti e di obblighi Non può essere oggetto di emancipazione ed inabilitazione
I diritti reali di godimento... Hanno durata limitata, perché sono destinati a venir meno quando la funzione di garanzia cui tendono abbia esaurito il suo scopo Sono quelli consistenti in un vincolo giuridico imposto su un bene a garanzia del credito, di cui assicurano l'adempimento Si concretizzano nel pegno e nell'ipoteca Si concretizzano in superficie, enfiteusi, usufrutto, uso, abitazione e servitù
I negozi plurilaterali... Sono quelli che risultano da manifestazioni di volontà provenienti da più di due parti e producono effetti per tutte le parti Sono sempre a titolo gratuito Sono quelli per cui all'attribuzione in favore di un soggetto fa riscontro un corrispettivo a carico dello stesso Sono quelli che risultano da dichiarazioni di volontà provenienti da due parti, e producono effetti per entrambe
A norma dell'art. 1219 del c.c., in quale dei seguenti casi è necessaria la costituzione in mora del debitore? Quando il debitore è una Pubblica Amministrazione Solo quando il debito deriva da fatto illecito Solo quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler eseguire l'obbligazione Solo quando il debitore viene interdetto
Quanto ai rapporti che legano fra loro i componenti della famiglia fratello e sorella sono... Affini di secondo grado Affini di primo grado Parenti solo se entrambi i genitori solo gli stessi Parenti in linea collaterale
In materia di adempimento delle obbligazioni, se non è determinato il termine di scadenza dell'obbligazione, la prestazione... Può essere richiesta immediatamente dal creditore Non può essere richiesta dal creditore prima di tre anni È fornita a discrezione del debitore Deve essere prestata entro il termine di cinque anni fissato dal codice civile
Ai sensi dell'art. 1658 del codice civile, di norma nel contratto d'appalto... La materia non può in nessun caso essere fornita dall'appaltante La materia necessaria a compiere l'opera deve essere fornita dall'appaltatore, se non è diversamente stabilito dalla convenzione o dagli usi La materia necessaria a compiere l'opera deve essere fornita dall'appaltante La manodopera necessaria a compiere l'opera deve essere fornita necessariamente dall'appaltante
Se il termine per l'adempimento dell'obbligazione è stabilito esclusivamente a favore del creditore, questi può esigere la prestazione anche prima della scadenza? Sì, il creditore può esigere prima la prestazione No, in alcun caso No, ma il debitore può decidere di adempiere prima all'obbligazione Sì, ma solo nel caso in cui l'obbligazione sia adempiuta da un terzo diverso dal debitore principale
Come viene definito dal codice civile il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l'altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un'obbligazione? Mandato Donazione Fideiussione Riporto
L'oggetto dell'obbligazione, ossia la prestazione dovuta dal debitore al creditore, deve avere carattere patrimoniale, ossia deve essere suscettibile di valutazione economica. L'interesse del creditore alla prestazione deve anch'esso avere carattere patrimoniale? Sì, l'interesse deve essere necessariamente patrimoniale Normalmente l'interesse del creditore non è mai né economico né patrimoniale Sì, l'interesse deve essere patrimoniale, può in casi eccezionali essere economico, culturale o di svago No, l'interesse può essere economico, patrimoniale o non patrimoniale
Se il debitore paghi a persona che appare, in base a circostanze oggettive ed univoche, legittimato a ricevere (c.d. creditore apparente) esso è liberato dall'obbligazione? Sì, se prova di essere stato in buona fede Sì, sempre, perché è compito del creditore accertare al momento della scadenza che il pagamento avvenga nelle sue mani Sì, perché comunque l'obbligazione è stata soddisfatta No, in nessun caso, il pagamento deve avvenire sempre nelle mani del creditore
Quale dei seguenti diritti attribuisce al suo titolare il potere di servirsi di un bene e, se è fruttifero, di raccoglierne i frutti, ma solo limitatamente a quanto occorre ai bisogni suoi e della sua famiglia? Il diritto di uso Il diritto di prelazione Il diritto di insistenza Il diritto di permuta
Tra i soggetti tenuti alle prestazioni alimentari rientrano anche gli affini? Sì, le sole persone tenute agli alimenti sono le persone legate da vincolo di affinità Sì, sono tenuti agli alimenti le persone legate da vincolo di parentela, affinità o adozione con l'alimentando No, sono tenuti agli alimenti le persone legate da vincolo di parentela o adozione con l'alimentando No, sono tenuti agli alimenti solo le persone legate da vincolo di parentela
In mancanza di diversa convenzione, i rapporti patrimoniali tra i coniugi, sono disciplinati dalla comunione legale. Quale dei beni non cadono in comunione? Tutti gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio I beni acquistati dal coniuge prima del matrimonio Le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio I frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione
Quale istituto collegato alla decorso del tempo si sostanzia nella perdita del diritto soggettivo per effetto dell'inerzia e del non uso da parte del titolare di esso protrattosi per un periodo di tempo determinato dalla legge? La prescrizione La decadenza La successione La rivendicazione
Il contratto è concluso - secondo la regola generale dettata dal codice civile - ... Nel momento in cui la proposta è formalmente avanzata Solo quando è avvenuta materialmente la consegna della cosa pattuita Solo quando è avvenuto il pagamento del dovuto Nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte
Il possesso... È il potere sulla cosa che si manifesta in una attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale È frutto di una elaborazione dottrinale che il c.c. non definisce ne disciplina Si costituisce allorquando un soggetto esercita, in nome e per conto altrui, un potere immediato sulla cosa È il diritto di un soggetto di godere dei frutti della cosa
Il risarcimento del danno per l'inadempimento di un'obbligazione o per il ritardo deve comprendere il mancato guadagno del creditore? Sì, in quanto sia conseguenza immediata e diretta No, comprende solo la perdita subita dal creditore No, è sufficiente che il risarcimento avvenga al valore di mercato del bene leso Sì, comprende solo il mancato guadagno
Ai sensi del codice civile, in mancanza di diversa convenzione, i rapporti patrimoniali tra i coniugi, sono disciplinati... Dalla comunione convenzionale (c.d. fondo patrimoniale) Dalla comunione legale Dalla separazione dei beni Secondo usi e costumi
Il dovere generico di astensione è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive passive. Esso... Costituisce un potere attribuito ad un soggetto per la realizzazione di interessi che non fanno capo direttamente a lui (es. potestà parentale) Consiste nella situazione giuridica di chi si deve limitare a rispettare una situazione di supremazia altrui Consiste nel dovere di tenere un comportamento di contenuto specifico, funzionale alla realizzazione di un interesse altrui Consiste nella sottoposizione di un soggetto alle conseguenze dell'esercizio dell'altrui diritto potestativo
L'impossibilità sopravvenuta della prestazione estingue l'obbligazione? Soltanto se interviene il consenso del creditore Sì, sempre No, mai Sì, se la prestazione diventa impossibile per causa non imputabile al debitore
L'onere è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive passive. Esso... Consiste nella situazione giuridica di chi si deve limitare a rispettare una situazione di supremazia altrui Consiste nel sacrificio di un interesse proprio, imposto ad un soggetto come condizione per ottenere o conservare un vantaggio giuridico Consiste nella sottoposizione di un soggetto alle conseguenze dell'esercizio dell'altrui diritto potestativo È una situazione giuridica attiva che consente al titolare di ottenere, con un proprio comportamento, un risultato favorevole, provocando una modificazione nella fera giuridica di un diverso soggetto
Quale tra i seguenti non costituisce modo di acquisto della proprietà? Surrogazione Accessione Usucapione Occupazione
Il negozio giuridico si dice irregolare... Quando manca di uno degli elementi essenziali Quando pur essendo perfettamente valido ed efficace ha tuttavia violato qualche comando legislativo Quando l'oggetto è impossibile Quando il motivo è illecito
La soggezione è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive passive. Esso... Consiste nel dovere di tenere un comportamento di contenuto specifico, funzionale alla realizzazione di un interesse altrui È la posizione in cui si trova il soggetto a favore del quale viene maturando un diritto soggettivo Consiste nel sacrificio di un interesse proprio, imposto ad un soggetto come condizione per ottenere o conservare un vantaggio giuridico Consiste nella sottoposizione di un soggetto alle conseguenze dell'esercizio dell'altrui diritto potestativo
In forza di quale contratto una parte si obbliga personalmente verso il creditore garantendo l'adempimento di un'obbligazione altrui? Comodato Fideiussione Donazione Pegno
La servitù... È l'insieme delle cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra cosa È un modo per acquistare la proprietà Consiste nel peso imposto sopra un fondo per l'utilità di un altro fondo appartenente a diverso proprietario È sempre coattiva, cioè trova sempre il suo titolo nella legge
I requisiti del contratto, oltre alla causa ed alla forma, quando essa è prescritta dalla legge, sono... L'accordo delle parti e il corrispettivo L'oggetto e il corrispettivo L'esecuzione e la durata L'accordo delle parti e l'oggetto
Indicare quale tra i seguenti costituisce un modo di acquisto della proprietà Il pegno L'enfiteusi ultraventennale L'evizione L'occupazione
In una obbligazione possono esserci più creditori di un medesimo debitore o più debitori di un medesimo creditore. Quando vi siano più debitori,... La solidarietà è la regola, la parziarietà è l'eccezione La solidarietà è la regola e non è mai ammessa la parziarietà La solidarietà deve essere pattuita, altrimenti l'obbligazione è nulla La parziarietà è la regola, la solidarietà è l'eccezione
Per capacità di agire si intende la capacità di una persona di disporre dei propri diritti, cioè di compiere atti giuridici validi volti ad acquistare diritti, a cederli, ad assumere obblighi. Secondo il dettato dell'art. 2 del c.c., quando si acquista? Al momento della nascita Al momento del concepimento Al compimento del diciottesimo anno d'età Di norma, al compimento del quattordicesimo anno d'età
Ai sensi dell'art. 1346 del codice civile, oltre che possibile, l'oggetto del contratto... Deve essere possibile Deve essere determinato Deve essere lecito e determinato o determinabile Deve essere lecito
La sede in cui le persone vivono e svolgono la loro attività è rilevante giuridicamente, come punto di riferimento di numerosi rapporti giuridici. Il luogo nel quale la persona fisica è di fatto presente in modo non abituale è... La dimora La residenza Il domicilio La sede
A norma di quanto previsto dall'art. 1470 del codice civile, la compravendita è il contratto... Che ha per oggetto il trasferimento del solo possesso di una cosa verso il corrispettivo di un prezzo Con il quale una parte si obbliga, verso il corrispettivo di un prezzo a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose Con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo a trasferire persone o cose da un luogo ad un altro Che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasferimento di un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo
Si parla di ipoteca legale... Solo quando l'ipoteca ha ad oggetto beni mobili o universalità di mobili Quando è la legge che attribuisce ad alcuni creditori, il diritto di ottenere l'iscrizione ipotecaria, senza il concorso della volontà del debitore Quando l'ipoteca nasce da contratto o da dichiarazione unilaterale di volontà da parte del concedente (con atto pubblico o scrittura privata) Quando il diritto ad ottenere l'iscrizione ipotecaria deriva dalla volontà del debitore
Come viene definito dal codice civile il contratto col quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità? Commissione Mutuo Mediazione Vendita
Può essere costituita una rendita vitalizia per testamento? No, una rendita vitalizia può essere costituita solo a titolo oneroso No, una rendita vitalizia può essere costituita solo per donazione No, una rendita vitalizia può essere costituita solo per atto tra vivi Sì, una rendita vitalizia può essere costituita a titolo oneroso, per donazione o per testamento
Le presunzioni sono le conseguenze tratte da un fatto noto per risalire ad un fatto ignorato. Chi può trarre tali conseguenze? La legge o il giudice Una qualunque parte in giudizio Soltanto il giudice Qualsiasi dipendente della P.A
Il contratto concluso da un minore è... Annullabile Valido a tutti gli effetti e per tanto non annullabile Nullo Irregolare
Perché il diritto sulla cosa possa configurare un diritto di proprietà occorre... Esclusivamente la detenzione della cosa Il godimento e la disponibilità della cosa in modo pieno ed esclusivo Che la cosa produca un certo reddito La disponibilità della cosa anche in modo non esclusivo
La novazione è... La situazione in cui i soggetti dell'obbligazione (creditore e debitore) vengono a riunirsi in capo alla stessa persona Un privilegio che la legge accorda al creditore in considerazione della particolare natura o causa del credito L'accordo con il quale le parti sostituiscono una nuova obbligazione a quella originaria che conseguentemente si estingue Una rinuncia del creditore, in tutto o in parte, al suo diritto con la conseguenza che l'obbligazione si estingue e il debitore è liberato, pur non avendo il creditore ottenuto la prestazione
Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, e il creditore aderisce alla convenzione, rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore, si pone in essere... Una delegazione Una compensazione Un accollo Un'espromissione
Il pegno... Si perfeziona con la consegna al creditore della cosa Può avere ad oggetto solo beni immobili o rendite dello Stato È un contratto mediante il quale un terzo garantisce personalmente l'adempimento di un'obbligazione altrui È un diritto assoluto che attribuisce al suo possessore un potere che questi può far valere indistintamente verso tutti
Un contratto con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose è... Un contratto di somministrazione Un contratto estimatorio Un contratto di riporto Un contratto di scommessa
Quando si fa luogo, ai sensi del codice civile, alla successione legittima? Solo in caso di testamento nullo Quando si dà attuazione alle disposizioni testamentarie Quando manca, in tutto o in parte, quella testamentaria Solo in mancanza di patti successori
Il pagamento dell'obbligazione può essere fatto... Al creditore, al rappresentate del creditore ovvero alla persona indicata dal creditore, autorizzata dalla legge o dal giudice Solo al creditore ovvero al rappresentate del creditore Solo al creditore ovvero alla persona indicata dal giudice Solo al creditore
Sono parenti in linea retta... Le persone di cui l'una discende dall'altra Le persone che pur avendo uno stipite comune, non discendono l'una dall'altra I parenti dell'uno e dell'altro coniuge Marito e moglie
Il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi risponde anche dei fatti colposi di costoro? Sì, salva diversa volontà delle parti Sì, sempre No, salva diversa volontà delle parti No, in nessun caso
Nelle obbligazioni se è indicato un termine, questo si presume a favore del debitore. In questo caso... Entrambi i soggetti non possono derogare i termini dell'obbligazione Il creditore può pretendere prima la prestazione, ma il debitore non può adempiere prima della scadenza Solo il creditore può derogare i termini dell'obbligazione Il creditore non può pretendere prima la prestazione, ma il debitore può adempiere prima della scadenza
La tutela dei minori si apre presso il Tribunale, secondo le disposizioni dell'art. 343 del codice civile,... Nel solo caso di famiglie economicamente disagiate Solo se entrambi i genitori che esercitano la potestà sono morti Anche nel caso di cessazione della coabitazione dei genitori naturali Se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la potestà
L'obbligo giuridico è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive passive. Esso... Consiste nella situazione giuridica di chi si deve limitare a rispettare una situazione di supremazia altrui Viene tradizionalmente definito come il potere di agire per il soddisfacimento del proprio interesse, riconosciuto e protetto Consiste nel sacrificio di un interesse proprio, imposto ad un soggetto come condizione per ottenere o conservare un vantaggio giuridico Consiste nel dovere di tenere un comportamento di contenuto specifico, funzionale alla realizzazione di un interesse altrui
A carico di quale soggetto sono poste in generale le spese del pagamento di una obbligazione? Sono compensate tra le parti A carico del debitore A carico del debitore e del creditore in considerazione della scadenza A carico del creditore
In materia di regime patrimoniale della famiglia, è corretto affermare che i coniugi possono costituire un fondo patrimoniale? No, in alternativa alla comunione legale, possono soltanto optare per la separazione dei beni Sì, i coniugi possono conferire beni immobili, mobili registrati ovvero titoli di credito in un fondo destinato a far fronte ai bisogni della famiglia No, possono solo modificare, mediante convenzione il regime della comunione legale Sì, ma possono costituire solo un fondo con titoli di credito
La rinuncia del creditore, in tutto o in parte, al suo diritto con la conseguenza che l'obbligazione si estingue e il debitore è liberato, pur non avendo il creditore ottenuto la prestazione, configura... L'enfiteusi L'usucapione La remissione del debito L'adempimento
Come è denominato il contratto col quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per conto dell'altra? Trasporto Mandato Permuta Transazione
Il codice civile prevede modi di estinzione dell'obbligazione diversi dall'adempimento. Quando due persone sono obbligate l'una verso l'altra e i due debiti si estinguono per le quantità corrispondenti si è in presenza di... Remissione Compensazione Novazione Confusione
Come sono definiti i diritti che attribuiscono al titolare il diritto di chiedere ad una o più persone determinate un particolare comportamento? Diritti assoluti Diritti non patrimoniali Diritti reali Diritti di obbligazione
Come sono denominate le persone a favore delle quali la legge riserva una quota di eredità o altri diritti nella successione? Legittimari Beneficiati Riservatari Legittimati
I negozi giuridici si definiscono a titolo gratuito... Quando all'attribuzione a favore di un soggetto faccia riscontro un corrispettivo a carico dello stesso Quando manchino di corrispettivo, essendo il negozio diretto ad accrescere il patrimonio altrui senza controprestazione Quando attengono alla sfera dei rapporti familiari Quando sono di natura economica o patrimoniale
L'ipoteca... Può avere ad oggetto solo beni mobili Necessita del trasferimento materiale del bene al creditore È un modo di estinzione delle obbligazioni È un diritto reale di garanzia, concesso dal debitore (o da un terzo) su un bene, a garanzia di un credito
A norma di quanto previsto dall'art. 1325 del codice civile, non è un requisito del contratto... L'oggetto L'accordo delle parti Il luogo di stipulazione La causa
La sede in cui le persone vivono e svolgono la loro attività è rilevante giuridicamente, come punto di riferimento di numerosi rapporti giuridici. Il luogo in cui la persona fisica ha la dimora abituale costituisce... Il domicilio speciale La sede La residenza Il domicilio legale
In quale delle seguenti ipotesi può ravvisarsi l'applicazione del principio di conservazione, quale criterio d'interpretazione dei contratti? Quando, nel dubbio, l'interpretazione data al contratto è quella della maggior tutela degli interessi del creditore rispetto a quelli del debitore Quando, nel dubbio, il contratto venga interpretato nel senso in cui possa esplicare un qualche effetto, anziché in quello secondo cui non ne avrebbe alcuno Quando, nel dubbio, il contratto venga interpretato nel senso della conservazione dell'equilibrio tra prestazione e controprestazione Quando, nel dubbio, si interpreti il contratto in modo da alterare il meno possibile il patrimonio di ciascuna delle parti, rispetto alla sua consistenza nel momento in cui sorge l'obbligazione
Gli elementi del rapporto obbligazionario sono... I soggetti (debitore e creditore) e la prestazione Il debitore e il creditore La cosa data in pegno e l'accettazione La proposta e l'accettazione
Come è denominato il contratto col quale due o più persone affidano a un terzo una cosa o una pluralità di cose, rispetto alla quale sia nata tra esse controversia, perché la custodisca e la restituisca a quella a cui spetterà quando la controversia sarà definita? Mutuo Comodato Deposito Sequestro convenzionale
Oggetto del contratto di locazione... Può essere una cosa mobile o immobile Può anche essere una rendita semplice Deve essere una cosa immobile Deve essere una cosa mobile registrata
Circa i diritti soggettivi è possibile operare una distinzione tra diritti assoluti e diritti relativi. I primi... Hanno sempre carattere non patrimoniale Sono diritti che il titolare non può mai alienare Garantiscono al titolare un potere che egli può far valere verso tutti Non sono garantiti dall'ordinamento
La comunione legale dei beni si scioglie... Solo a causa di divorzio In caso di morte di uno dei due coniugi Solo per la separazione dei coniugi Solo per annullamento del matrimonio
Ai sensi dell'art. 1325 del codice civile, non è requisito del contratto... La forma, se è prescritta dalla legge sotto pena di nullità L'oggetto L'accordo Il prezzo
Il giudice può disporre la cessazione dell'obbligo alimentare? No, il giudice non ha facoltà di far cessare l'obbligo alimentare Sì, se dopo l'assegnazione degli alimenti mutano le condizioni economiche di chi li somministra o di chi li riceve, il giudice può disporre la cessazione dell'obbligo alimentare No, il giudice può solo disporre la riduzione della somma relativa agli alimenti No, il giudice può solo disporre la riduzione o l'aumento della somma relativa agli alimenti
Il debitore deve eseguire la prestazione in modo esatto, ovvero l'oggetto dell'adempimento deve corrispondere al contenuto della prestazione. Il debitore può essere liberato eseguendo una prestazione diversa? No, in nessun caso la prestazione può essere diversa da quella originariamente indicata nell'obbligazione Sì, ma il prezzo per estinguere l'obbligazione è da intendersi raddoppiato, secondo gli usi e costumi Sì, anche se il creditore con acconsente, purché il debitore approfitti dell'esecuzione della prestazione diversa Sì, se il creditore acconsente
La somministrazione è il contratto... Con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose Che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all'altro Con il quale le parti stabiliscono la corresponsione di una posta a favore di colui che risulterà vincitore nel gioco Con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito
L'obbligazione... Non può mai essere trasmessa agli eredi del creditore principale Determina la nascita di un rapporto giuridico, di natura personale o relativa, in cui sono contrapposte due situazioni giuridiche soggettive Per spiegare i suoi effetti deve sempre avere più creditori e/o debitori Si estingue solo in caso di morte del creditore principale
Possono essere acquistate con l'occupazione... Le cose mobili che non sono di proprietà di alcuno Le cose smarrite, senza l'intenzione del proprietario di rinunciare al suo diritto Le cose di pregio sotterrate o nascoste, di cui non si possa determinare il proprietario Le cose immobili, ritrovate, da consegnare al Sindaco
Quali norme, in quanto compatibili, si applicano alla permuta? Le norme stabilite per il mutuo Le norme stabilite per il pegno Le norme stabilite per la vendita Le norme stabilite per la fideiussione
L'oggetto del contratto... Deve essere lecito e indeterminato Può essere illecito Può essere impossibile Deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile
Quanto ai rapporti che legano fra loro i componenti della famiglia il vincolo tra persone che discendono da uno stesso stipite è... Un rapporto di affinità Un rapporto di parentela Un rapporto di coniugio Un rapporto di cooperazione
Come viene definito dal codice civile il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all'altro? Somministrazione Permuta Locazione Affitto
Con il compimento del 18° anno di età si acquista... La capacità di agire La capacità giuridica La capacità giuridica e, conseguentemente, la capacità di agire La sola capacità di intendere e di volere
I coniugi possono convenire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio? Sì Solo per alcune categorie di beni mobili No, esiste un divieto assoluto previsto dal codice civile Sì, limitatamente ai beni immobili
Normalmente il pagamento del terzo, quando è consentito, estingue l'obbligazione; diversamente in alcune ipotesi previste dalla legge il pagamento del terzo realizza solo la modificazione soggettiva attiva del rapporto obbligatorio. Tale vicenda si definisce... Usufrutto Surrogazione Compensazione Occupazione
Come è denominato il contratto con il quale una parte assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata? Contratto di commissione Contratto di compromesso Contratto di agenzia Contratto di appalto
L'obbligazione può essere solidale sia dal lato attivo sia dal lato passivo. C'è solidarietà attiva quando... L'obbligazione ha per oggetto un comportamento del debitore che consiste nel fare L'obbligazione prevede due o più prestazioni diverse, ma il debitore si libera eseguendone solo una Ciascuno dei creditori di un medesimo debitore può rivolgersi a questo ed esigere l'intera prestazione Il debitore deve eseguire tutte le prestazioni derivate dall'obbligazione, con liberazione solo al momento in cui le abbia adempiute tutte
L'affinità è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge. Essa... Non cessa per la morte del coniuge da cui deriva Cessa per la morte del coniuge da cui deriva Non cessa se il matrimonio è dichiarato nullo Costituisce un legame che non può per nessuna causa cessare
La capacità giuridica... Può essere oggetto di interdizione giudiziale e legale È l'idoneità del soggetto ad acquistare ed esercitare diritti soggettivi e ad assumere obblighi Si acquista sempre dal momento del concepimento Può cessare solo a seguito della morte del soggetto
Quale istituto collegato alla decorso del tempo si sostanzia nella perdita della possibilità di esercitare un diritto per il mancato compimento di una determinata attività, o di un dato atto, nel termine perentorio previsto dalla legge? Il pegno La decadenza La prescrizione La servitù
I diritti reali di godimento... Si concretizzano nel pegno e nell'ipoteca Sono quelli consistenti in un vincolo giuridico imposto su un bene a garanzia del credito, di cui assicurano l'adempimento Sono quelli che limitano il potere di godimento del proprietario della cosa, cioè il potere di trarre dalla cosa l'utilità che essa può dare Hanno durata limitata, perché sono destinati a venir meno quando la funzione di garanzia cui tendono abbia esaurito il suo scopo
Come sono definiti i diritti che assicurano al titolare un potere che si può far valere solo verso una o più persone determinate, a carico delle quali sussiste l'obbligo di dare, fare o di non fare qualcosa? Diritti non patrimoniali Diritti intrasmissibili Diritti assoluti Diritti relativi
Secondo il codice civile, l'oggetto è un requisito del contratto. Cosa comporta la sua mancanza? Può comportarne l'annullabilità solo se l'oggetto non è neppure desumibile dal contratto stesso Nulla, purché siano presenti tutti gli altri requisiti Nulla Ne determina la nullità
La confessione, ai sensi dell'art. 2730 del codice civile, è... La dichiarazione che una parte fa della verità di fatti come sono da essa conosciuti Solo la dichiarazione fatta da una persona colta nell'atto di compiere un reato La dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad essa favorevoli e sfavorevoli all'altra parte La dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all'altra parte
Quando due soggetti sono contestualmente creditore e debitore l'uno dell'altro si ha... Mutuo Compensazione Occupazione Delegazione
In quale dei seguenti casi l'obbligazione può essere adempiuta da un terzo, anche contro la volontà del creditore? In nessun caso. L'obbligazione deve sempre essere adempiuta dal debitore principale Solo se l'obbligazione non ha natura patrimoniale Se il creditore non ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione In nessun caso. L'obbligazione non può essere adempiuta da terzi contro la volontà del creditore
Di norma, la proprietà del suolo, ai sensi dell'art. 840 del codice civile... Non si estende allo spazio sovrastante il suolo Non si estende al sottosuolo Si estende esclusivamente allo spazio sovrastante il suolo Si estende al sottosuolo, con tutto ciò che vi si contiene
La celebrazione del matrimonio deve essere preceduta dalla pubblicazione fatta a cura... Del delegato del Ministro dell'Interno Dell'ufficiale dello stato civile Del tribunale territorialmente competente Del Sindaco
La legge riconosce il vincolo di parentela oltre il sesto grado? No, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il primo grado Sì, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il decimo grado No, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il sesto grado No, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il secondo grado
Il codice civile definisce atto pubblico... Il documento redatto, con le richieste formalità, da un notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato Il documento redatto nelle forme prescritte dalla legge il cui contenuto è destinato ad essere reso di pubblico dominio Un qualsiasi documento scritto e sottoscritto dalle parti che hanno emesso la dichiarazione di volontà Un documento redatto tra amministrazioni dello Stato
L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto,... Quando si tratta di errore di calcolo Solo quando cade sulla volontà di uno dei contraenti Solo quando cade sulla forma del contratto Quando cade sull'identità o sulle qualità della persona dell'altro contraente, sempre che l'una o le altre siano state determinanti del consenso
È proprietario, ai sensi dell'art. 832 del codice civile,... Chi trova cose mobili che non sono di proprietà di alcuno Chi ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo Chi trova cose smarrite Chi trova cose anche di pregio sotterrate o nascoste
Tra gli elementi accidentali del negozio giuridico figura la condizione. Essa è... Un avvenimento futuro ed incerto Un avvenimento futuro e certo Un avvenimento passato e certo Un avvenimento passato e incerto
Come è denominato l'accordo con il quale le parti sostituiscono una nuova obbligazione a quella originaria che conseguentemente si estingue? Usufrutto Novazione Invenzione Comunione
Come è denominato il negozio giuridico unilaterale e recettizio con cui il rappresentato conferisce efficacia al negozio compiuto dal rappresentante che abbia ecceduto dai limiti dalla procura? Ratifica Pegno Procura Remissione
Quale dei seguenti diritti attribuisce al suo titolare il diritto di godere ed usare della cosa altrui, traendo da essa tutte le utilità che può dare (compresi i frutti), con l'obbligo di non mutarne la destinazione economica? Il diritto di risoluzione Il diritto di riscatto Il diritto di prelazione Il diritto di usufrutto
La remissione del debito è... Un privilegio che la legge accorda al creditore in considerazione della particolare natura o causa del credito Una rinuncia del creditore, in tutto o in parte, al suo diritto con la conseguenza che l'obbligazione si estingue e il debitore è liberato, pur non avendo il creditore ottenuto la prestazione L'accordo con il quale le parti sostituiscono una nuova obbligazione a quella originaria che conseguentemente si estingue Una particolare tipo di contratto a prestazioni unilaterali
Si definiscono negozi unilaterali... Quelli la cui manifestazione di volontà proviene da una sola parte Quelli a titolo oneroso I negozi patrimoniali Quelli che promanano da più parti
L'oggetto del contratto... Deve essere possibile e determinato Deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile È sufficiente che sia possibile È sufficiente che sia lecito
È considerata «universalità di mobili», ai sensi del codice civile... L'insieme delle cose che per la loro natura o dimensione possono essere contenute in un'altra cosa L'insieme delle cose che appartengono a persone diverse L'insieme delle cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra cosa Una pluralità di cose che appartengono alla stessa persona e hanno una destinazione unitaria
Quando l'obbligazione ha più soggetti, ciascuno dei quali è portatore di un diritto o obbligo parziale, proporzionato alla sua partecipazione al vincolo, l'obbligazione è... Attiva Solidale Passiva Parziaria
A norma dell'art. 1197 del c.c., in quale dei seguenti casi il debitore, che esegue una prestazione diversa da quella dovuta, è liberato? Solo se la prestazione eseguita ha valore maggiore di quella dovuta Solo se la prestazione eseguita ha valore uguale a quella dovuta Se vi è consenso del creditore In nessun caso, perché il debitore deve comunque eseguire la prestazione oggetto dell'obbligazione
In relazione all'evento «morte» si distinguono... Negozi tipici e negozi atipici Negozi onerosi e negozi gratuiti Negozi solenni e negozi non solenni Negozi a causa di morte e negozi tra vivi
Che rapporto lega marito e moglie? Un rapporto di affinità Un rapporto di coniugio Un rapporto di parentela in linea collaterale Un rapporto di parentela in linea retta
Un negozio giuridico in caso di incapacità legale o naturale della parte è nullo? Sì, è in ogni caso nullo Sì, purché il soggetto non sia minorenne No, è annullabile No, è irregolare
La comunione legale dei beni si scioglie... Per divorzio Solo per fallimento di un coniuge Solo per annullamento del matrimonio Solo per accordo tra i coniugi
Cosa è la parentela? Il vincolo tra marito e moglie Il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite Il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge Il vincolo che si instaura a seguito dell'adozione o del riconoscimento del figlio naturale
È possibile possedere una cosa indirettamente, cioè per mezzo di altra persona? No, il possesso è solo diretto Sì, ma in tal caso il possesso si trasferisce direttamente al detentore dopo un breve periodo Sì, l'art. 1140 del c.c. afferma che si può possedere direttamente o per mezzo di altra persona, che ha la detenzione della cosa Sì, ma solo se la cosa non ha rilevanza né economica né patrimoniale
Ai sensi dell'art. 1173 del c.c. sono fonti delle obbligazioni... Il contratto, il fatto illecito e ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico Solo i contratti e gli atti unilaterali Le cessioni dei crediti e i fatti illeciti L'usufrutto e l'uso
Quale dei seguenti è un negozio giuridico a causa di morte? Il mutuo Il testamento La compravendita Il contratto di società
La capacità giuridica... È l'attitudine di una persona ad essere soggetto di diritti e di obblighi Si acquista dal momento del compimento del 18° anno di età Può essere oggetto di emancipazione ed inabilitazione Può essere oggetto di rinuncia
I diritti reali di garanzia... Sono quelli che danno il diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo Si concretizzano nel pegno e nell'ipoteca Hanno durata illimitata Sono quelli che limitano il potere di godimento del proprietario della cosa, cioè il potere di trarre dalla cosa l'utilità che essa può dare
I genitori sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori che abitano con essi? Sì, salvo che provino di non avere potuto impedire il fatto Sì, in ogni caso No, in alcun caso Solo se il minore era stato dichiarato incapace di intendere e di volere
La capacità di agire... Non può essere oggetto di emancipazione ed inabilitazione Si acquista al momento della nascita È l'idoneità del soggetto ad acquistare ed esercitare diritti soggettivi e ad assumere obblighi Può cessare solo a seguito della morte del soggetto
L'ipoteca volontaria... Nasce da contratto o da dichiarazione unilaterale di volontà da parte del concedente (con atto pubblico o scrittura privata) Si ha quando è la legge che attribuisce ad un creditore, il diritto ad ottenere l'iscrizione ipotecaria Nasce quando a seguito di sentenza di condanna al pagamento di una somma viene iscritta una ipoteca sui beni del debitore Nasce solo a seguito di volontà testamentarie
In mancanza di diversa convenzione, i rapporti patrimoniali tra i coniugi, sono disciplinati dalla comunione legale. Quale dei beni di seguito indicati sono oggetto di comunione? I beni acquistati dal coniuge prima del matrimonio I beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge I beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno Gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio
Ha effetto giuridico la separazione per il solo consenso dei coniugi? Sì, se la dichiarazione è sottoscritta da entrambi i coniugi davanti al notaio Solo nel caso non siano presenti dei figli No. Non ha effetto giuridico senza l'omologazione del giudice Si
Nel caso in cui il luogo dell'adempimento di una obbligazione non è determinato dalla convenzione o dagli usi o da altre circostanze, una obbligazione avente per oggetto la consegna di una cosa certa e determinata deve essere adempiuta... Sempre al domicilio che ha il creditore al tempo della scadenza Nel luogo in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta Sempre al domicilio che ha il debitore al tempo della scadenza Sempre nel luogo in cui si trova la cosa al tempo della scadenza
Il codice civile stabilisce che la capacità giuridica si acquista... Dal momento del compimento dei 14 anni Dal momento del compimento del 18° anno di età In ogni caso dal momento del concepimento Dal momento della nascita
Un contratto con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito, è... Un contratto estimatorio Una vendita a prova Un contratto di permuta Il contratto di affitto
Circa i diritti soggettivi è possibile operare una distinzione tra diritti assoluti e diritti relativi. Questi ultimi... Non sono in alcun modo tutelati dall'ordinamento Assicurano al titolare un potere che egli può far valere solo nei confronti di una o più persone determinate Si sostanziano nei diritti reali Non hanno mai carattere patrimoniale
Secondo le norme contenute nel codice civile è valido un contratto la cui causa è contraria a norme imperative? No, è irregolare No, è rescindibile No, è nullo Sì, è valido a tutti gli effetti
Quali tra i seguenti beni sono classificati dal codice civile tra i beni immobili? Gli aeromobili Solo il suolo Gli edifici Gli autoveicoli
L'obbligazione solidale... Ricorre quando il debitore delegante delega un terzo delegato ad eseguire il pagamento al creditore delegatario È quella con una pluralità di soggetti in cui ogni creditore ha diritto di pretendere la prestazione per l'intero (attiva) oppure ogni debitore ha l'obbligo di eseguire l'obbligazione per intero (passiva) Ha più soggetti, ciascuno dei quali è portatore di un diritto o obbligo parziale, proporzionato alla sua partecipazione al vincolo Consiste in un contratto tra creditore ed un terzo per cui il terzo, senza intervento del debitore ne assume verso il creditore il debito
Il luogo di adempimento dell'obbligazione è determinato... Sempre dalle norme suppletive Sempre dalla natura della prestazione Innanzitutto dalla volontà delle parti Innanzitutto dagli usi
La proposta contrattuale... Può essere revocata fino al momento in cui il contratto non è concluso Non può mai essere revocata È anche detta patto di prelazione Può essere sempre revocata, anche dopo la conclusione del contratto
La mancata, inesatta o ritardata esecuzione del rapporto obbligazionario costituisce... Fideiussione Cessione del credito Inadempimento Espromissione
Il domicilio di una persona... Ha scarso valore giuridico e viene presa in considerazione solo quando non si conosca la dimora È il luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi È il luogo in cui la persona è di fatto presente in modo non abituale È il luogo in cui la persona ha la dimora abituale
Nella successione legittima, quando con il coniuge concorre un figlio legittimo, il coniuge... Ha diritto alla metà dell'eredità Ha diritto ad un terzo dell'eredità Ha comunque diritto all'intera eredità Non ha alcun diritto sull'eredità
Salvo la successione nel debito in caso di morte, quali sono le tre figure che realizzano il mutamento nel lato passivo di una obbligazione? La cessione del credito, la fideiussione e l'accollo La clausola compromissoria, la confusione e l'espromissione La delegazione, l'espromissione e l'accollo Il comodato, l'adempimento e la delegazione
Il mandato è il contratto... Col quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità Col quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per conto dell'altra Col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di una opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro Col quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine ad una lite già iniziata
Quali sono i requisiti essenziali del contratto previsti dal c.c.? La forma, il termine e il modo L'accordo delle parti, la causa, l'oggetto e la forma, quando risulta che essa è prescritta dalla legge sotto pena di nullità Nessuno, il c.c. non individua nessun elemento essenziale per il contratto L'accordo delle parti e l'oggetto
Le rendite dello Stato possono essere oggetto di ipoteca? No, possono essere oggetto di ipoteca solo i beni mobili registrati (autoveicoli, navi, ecc) No, possono essere oggetto di ipoteca solo l'usufrutto e il diritto di superficie Sì, le rendite dello Stato possono essere oggetto di ipoteca No, possono essere oggetto di ipoteca solo i beni immobili
Il contratto preliminare... Equivale al contratto per adesione È una promessa non vincolante ai fini giuridici È nullo se non è fatto nella stessa forma che la legge prescrive per il contratto definitivo Può essere sempre stipulato in forma libera
L'azione negatoria è una azione posta dal c.c. a difesa della proprietà. Essa... È promossa dal proprietario per rivendicare la cosa propria da chiunque la possiede o la detiene senza titolo È promossa dal proprietario al fine di negare l'esistenza di diritti altrui sulla propria cosa Può essere messa in atto solo dalla P.A. al fine di soddisfare un interesse pubblico È promossa dal confinante per ottenere che il vicino partecipi alla spese necessarie per l'apposizione dei termini
Il contratto di agenzia è un contratto... Con il quale una parte assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata Con il quale una parte si impegna, dietro corrispettivo, a dare una riorganizzazione ad un'impresa Con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di una opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro Con il quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per conto dell'altra
Di quale contratto tipico, l'organizzazione dei mezzi necessari e l'assunzione del rischio costituiscono requisiti essenziali? Riporto Leasing Commissione Appalto
Quando il debitore (delegante) ordina ad un terzo (delegato) di assumere il debito nei confronti del creditore (delegatario), o di eseguire nei confronti di quest'ultimo la prestazione obbligazionaria dal primo dovuta, si configura... Una delegazione Un'espromissione Una fideiussione Un accollo
Secondo la nozione dell'art. 1321 del codice civile, il contratto è... L'accordo di due o più parti finalizzato esclusivamente a costituire tra loro un rapporto giuridico patrimoniale L'accordo di due o più parti finalizzato esclusivamente a regolare tra loro un rapporto giuridico non patrimoniale L'accordo di due o più parti finalizzato esclusivamente ad estinguere tra loro un rapporto giuridico non patrimoniale L'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale
Indicare quale tra quelli di seguito indicati è un bene mobile Un corso d'acqua Una bicicletta Il suolo Un albero
La capacità di agire... Può essere limitata in caso di interdizione legale Si acquista dal momento del concepimento Può cessare solo a seguito della morte del soggetto È l'attitudine di una persona ad essere soggetto di diritti e di obblighi
Si parla di compensazione quando... Un terzo estraneo al rapporto obbligatorio e senza delegazione del debitore assume il debito nei confronti del debitore Due soggetti sono contestualmente creditore e debitore l'uno dell'altro Un soggetto ordina ad un altro di assumersi un debito o di effettuare un pagamento verso un suo creditore Il creditore rifiuti senza legittimo motivo, di ricevere il pagamento offertogli dal debitore
Quando in un obbligazione il creditore e il debitore vengono a riunirsi in capo alla stessa persona si ha... Il comodato L'usucapione La locazione La confusione
La residenza di una persona... È il luogo in cui essa ha la dimora abituale È il luogo nel quale la persona è di fatto presente in modo non abituale È il luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi È il luogo in cui essa è nata
Gli usi sono fonti del diritto? Si No, solo le leggi e le norme corporative sono fonti del diritto Sì, solo le leggi e gli usi sono fonti del diritto No, solo le leggi e i regolamenti sono fonti del diritto
Il codice civile definisce i comuni... Persone giuridiche pubbliche Persone giuridiche private Sedi distaccate dell'amministrazione centrale Persone fisiche iscritte in apposito registro
Secondo quanto dispone il codice civile, sono beni immobili... Solo i corsi d'acqua e gli alberi Gli autoveicoli Le barche Gli edifici e le altre costruzioni
In materia di negozio giuridico, i vizi della volontà cui la legge attribuisce rilevanza sono: l'errore, il dolo e la violenza. La violenza morale consiste... In un raggiro con cui un soggetto induce un altro soggetto in errore, determinandolo a porre in essere un negozio giuridico che altrimenti, non sarebbe stato concluso Nel timore reverenziale Nella minaccia di un male ingiusto e notevole posta in essere per determinare un soggetto a compiere un negozio giuridico In una falsa rappresentazione della realtà
La residenza della famiglia è fissata... Dai coniugi concordemente secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia Dal coniuge che provvede economicamente al mantenimento della famiglia In ogni caso dal marito Dal coniuge più anziano
I fatti illeciti possono essere fonti delle obbligazioni? No, solo i contratti sono fonti delle obbligazioni Sì, sono fonti delle obbligazioni: contratto, fatto illecito e ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico No, solo i fatti leciti sono fonti delle obbligazioni No, in nessun caso
La separazione giudiziale dei coniugi... È l'interruzione della convivenza attuata in via di mero fatto, senza l'intervento di alcun provvedimento del tribunale È quella che avviene per accordo della parti e deve essere omologata dal tribunale È quella pronunziata dal tribunale, ad istanza di uno o di entrambi i coniugi, a seguito di fatti che rendono intollerabile la prosecuzione della convivenza È priva di effetti giuridici ma può essere rilevante ai fini del divorzio
La potestà sul figlio è esercitata di comune accordo da entrambi i genitori. In caso di contrasto su questioni di particolare importanza... La decisione è in ogni caso rimessa alla madre Ciascuno dei genitori può ricorrere senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei Prevale la volontà del padre I genitori possono ricorrere solo congiuntamente al giudice indicando i provvedimenti che ritengono più idonei
Secondo le norme contenute del codice civile un contratto la cui causa è contraria all'ordine pubblico... È nullo È valido a tutti gli effetti È irregolare È rescindibile
Le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra si definiscono... Frutti Pertinenze Beni fungibili Patrimonio
Come sono definiti i diritti che non possono essere trasferiti ad altri soggetti (i c.d. diritti personalissimi)? Diritti intrasmissibili Diritti di obbligazione Diritti non patrimoniali Diritti reali
Il mutuo è il contratto... Col quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità Col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta Col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di una opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro Con quale una parte trasferisce un diritto da un soggetto all'altro
Il diritto potestativo è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive attive. Essa... È la pretesa alla legittimità dell'azione amministrativa riconosciuta ad un soggetto che si trova in una particolare posizione rispetto ad un potere della P.A È una situazione giuridica attiva che consente al titolare di ottenere, con un proprio comportamento, un risultato favorevole, provocando una modificazione nella sfera giuridica di un diverso soggetto Consiste nel sacrificio di un interesse proprio, imposto ad un soggetto come condizione per ottenere o conservare un vantaggio giuridico È la posizione in cui si trova il soggetto a favore del quale viene maturando un diritto soggettivo
La potestà è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive attive. Essa... Costituisce un potere attribuito ad un soggetto per la realizzazione di interessi che non fanno capo direttamente a lui (es. potestà parentale) Consiste nella situazione giuridica di chi si deve limitare a rispettare una situazione di supremazia altrui Viene tradizionalmente definita come il potere di agire per il soddisfacimento del proprio interesse, riconosciuto e protetto È la posizione in cui si trova il soggetto a favore del quale viene maturando un diritto soggettivo
Come sono definiti i diritti che attribuiscono al titolare un potere che questi può far valere indistintamente verso tutti gli altri soggetti? Diritti relativi Diritti assoluti Diritti intrasmissibili Diritti non patrimoniali
Colui che non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui ha commesso il fatto, risponde delle conseguenze del fatto dannoso? Sì, sempre No, in alcun caso No, a meno che lo stato d'incapacità derivi da sua colpa Sì, in ogni caso purché maggiorenne
Il creditore è in mora... Solo quando non riceve, pur avendolo formalmente richiesto, l'adempimento dell'obbligazione da parte del debitore Quando scade il termine per l'adempimento stipulato in favore del debitore Quando senza motivo legittimo non riceve il pagamento offertogli nei modi indicati dalla legge o non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione Quando, scaduto il termine per l'adempimento, non prova che l'inadempimento è determinato da impossibilità della prestazione imputabile al debitore
L'affinità è... Il vincolo tra marito e moglie Il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge Il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite Un vincolo esclusivamente affettivo
Si può possedere una cosa... Direttamente o per mezzo di altra persona che ne ha la detenzione Solo per mezzo di altra persona Solo direttamente Solo essendone proprietari
Secondo le disposizioni dettate dal c.c., l'accettazione della proposta contrattuale può essere revocata? Sì, purché la revoca giunga a conoscenza del proponente prima dell'accettazione No, l'accettazione è irrevocabile Sì, in ogni momento, purché non sia iniziata l'esecuzione Sì, in ogni momento, anche se è iniziata l'esecuzione del contratto
Come viene definita quella figura di sostituzione per cui un determinato soggetto (rappresentante) ha il potere di agire in nome e per conto di un altro soggetto (rappresentato) e gli effetti dei negozi compiuti dal primo ricadono direttamente nella sfera giuridica del secondo? Delegazione Permuta Accollo Rappresentanza
Il contratto al quale è apposta una condizione impossibile sospensiva... È valido se stipulato in forma scritta È nullo È annullabile È sempre valido
Come sono definiti i diritti che realizzano interessi di prevalente natura morale come ad esempio i diritti che attengono ai rapporti familiari? Diritti assoluti Diritti patrimoniali Diritti trasmissibili Diritti non patrimoniali
Quale dei seguenti diritti conferisce al titolare soltanto il diritto di abitare una casa limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia? Il diritto di abitazione Il diritto di permuta Il diritto di successione Il diritto di riscatto
Il contratto per cui il creditore, detto cedente, trasferisce ad un'altra persona, detta cessionario, il credito che egli vanta verso il debitore, detto ceduto è denominato... Fideiussione Cessione del credito Clausola compromissoria Comodato
La donna può contrarre matrimonio dopo l'annullamento del precedente matrimonio? Sì, ma solo se è intervenuto l'annullamento da parte della Sacra Rota Solo se autorizzata dal tribunale Sì, dopo 90 giorni dall'annullamento Sì, dopo 300 giorni dall'annullamento
È fideiussore colui che... Costituisce a favore del creditore garanzia reale su un suo bene immobile Paga effettivamente il dovuto dell'obbligazione Garantisce l'adempimento di un'obbligazione altrui obbligandosi personalmente verso il creditore Risarcisce il danno ingiusto causato dal mancato adempimento dell'obbligazione
Non è un modo di acquisto della proprietà... L'usucapione L'immissione L'invenzione L'occupazione
Il contratto al quale è apposta una condizione illecita, in quanto contraria a norme imperative, all'ordine pubblico e al buon costume... È valido se sottoscritto da entrambe le parti È annullabile È nullo solo se una delle parti non era capace di intendere e volere al momento della stipulazione È nullo
Il negozio giuridico... È quella particolare figura di atto giuridico lecito i cui effetti non sono prestabiliti dalla legge, ma sono liberamente determinabili dalle parti Consiste sempre in un atto unilaterale che produce effetti nella sfera giuridica di terzi È il contratto con il quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità Ha sempre carattere oneroso e patrimoniale
La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere suscettibile di valutazione economica? No, è sufficiente che essa sia possibile No, è sufficiente che essa sia determinata No, è sufficiente che essa sia lecita Si
La separazione consensuale dei coniugi... È quella che avviene per accordo della parti e deve essere omologata dal tribunale È l'interruzione della convivenza attuata in via di mero fatto, senza l'intervento di alcun provvedimento del tribunale È quella pronunziata dal tribunale, ad istanza di uno o di entrambi i coniugi, a seguito di fatti che rendono intollerabile la prosecuzione della convivenza È priva di effetti giuridici e non può essere rilevante ai fini del divorzio
Rispetto ai soggetti nei negozi giuridici si possono individuare negozi unilaterali, bilaterali e plurilaterali. È un negozio bilaterale... La disdetta La compravendita Solo il contratto di società Il testamento
Secondo la disciplina della caparra confirmatoria dettata dal codice civile, se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra parte,... Può recedere dal contratto, ma deve restituire il doppio della caparra ricevuta Non può recedere dal contratto né ritenere la caparra Può recedere dal contratto restituendo la caparra ricevuta Può recedere dal contratto, ritenendo la caparra
Quale delle seguenti azioni è posta dal codice civile a specifica tutela della proprietà? Azione di rivendicazione Azione di occupazione Azione di manutenzione Azione di reintegrazione
L'usucapione... Può avere ad oggetto soltanto beni mobili registrati È il mezzo in virtù del quale, per effetto del possesso protratto per un certo tempo si produce l'acquisto della proprietà o dei diritti reali di godimento È l'unico modo previsto dal codice civile per l'acquisto dei diritti reali a titolo originario È una garanzia per l'adempimento delle obbligazioni
Come è denominato il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di una opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro? Locazione Appalto Contratto d'opera Mutuo
Sono parenti in linea collaterale... I parenti dell'uno e dell'altro coniuge Marito e moglie Le persone che pur avendo uno stipite comune, non discendono l'una dall'altra Le persone di cui l'una discende dall'altra
Il negozio col quale una persona conferisce ad un'altra il potere di rappresentarla si definisce... Obbligazione Procura Interposizione fittizia Legato
Effetto del matrimonio sul piano giuridico è il sorgere di un insieme di diritti e di doveri reciproci tra i coniugi, eguali per il marito e per la moglie; tra essi è compresa la coabitazione? No, essi sono l'assistenza morale e l'educazione della prole Si No, essi sono la fedeltà e l'assistenza morale e materiale No, essi sono la fedeltà e la collaborazione nell'interesse della famiglia
Ai sensi delle disposizioni contenute nel c.c. in quale caso il negozio giuridico è nullo? Solo quando è contrario alle norme imperative Quando l'oggetto è impossibile, illecito, indeterminato e indeterminabile Solo quando la causa è illecita Solo quando manchi completamente degli elementi essenziali
Il contratto concluso da persona interdetta è... Nullo Valido a tutti gli effetti e per tanto non annullabile Irregolare Annullabile
In materia di adempimento delle obbligazioni, il pagamento fatto a chi non era legittimato a riceverlo, libera il debitore? Sì, libera il debitore in ogni caso in quanto questi ha comunque eseguito la prestazione Libera il debitore solo se il creditore ne ha approfittato Sì, se il creditore lo ratifica o se ne ha approfittato No, non libera in nessun caso il debitore, in quanto costituisce una ipotesi di indebito soggettivo
Il debitore che ha eseguito il pagamento ha diritto al rilascio della quietanza da parte del creditore? Sì, se il pagamento è di importo superiore a cinquantamila euro Solo se il creditore lo ritenga opportuno Sì, se la richiede No
La capacità giuridica... Può essere oggetto di transazione Si acquista al momento della nascita Può essere oggetto di rinuncia È l'idoneità del soggetto ad acquistare ed esercitare diritti soggettivi e ad assumere obblighi
Secondo quanto disposto dall'art. 1339 del codice civile, sono di diritto inseriti nel contratto... Solo i prezzi di beni o di servizi, imposti dalla legge, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti Le sole clausole imposte dalla legge, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti Le clausole, i prezzi di beni o di servizi, imposti dalla legge, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti Le clausole, i prezzi di beni o di servizi, imposti dalla legge, purché non in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti
Qualora il pagamento dell'obbligazione sia fatto a creditore incapace di riceverlo il debitore è ugualmente liberato? No, se il debitore non prova che la prestazione è stata rivolta a vantaggio dell'incapace Si sempre, perché il debito è stato pagato No, il pagamento deve essere sempre fatto a pena di nullità al legale rappresentante dell'incapace Sì, ma solo se al momento del pagamento il creditore incapace era momentaneamente capace di intendere e di volere
I beni che si pesano, si contano, si misurano e che perciò possono essere sostituiti con altri dello stesso genere si definiscono... Incorporali Inconsumabili Produttivi Fungibili
I coniugi possono scegliere il regime della separazione di beni? No, il solo regime patrimoniale dei coniugi è la comunione legale Sì, con espressa convenzione possono pattuire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio No, i coniugi possono solo costituire un fondo patrimoniale No, i coniugi possono solo modificare, mediante convenzione, il regime della comunione legale
Come sono definiti i diritti patrimoniali ed assoluti, che attribuiscono al titolare una signoria piena o limitata su di un bene con carattere di immediatezza? Diritti relativi Diritti reali Diritti non patrimoniali Diritti di obbligazione
La capacità di agire... Può cessare solo a seguito della morte del soggetto È l'attitudine di una persona ad essere soggetto di diritti e di obblighi Può essere limitata in caso di incapacità parziale di mente Si acquista dal momento del compimento del quattordicesimo anno di età
L'obbligazione avente per oggetto una somma di denaro deve essere adempiuta... Nel luogo indicato dal Tribunale Di norma, al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza Sempre al domicilio indicato dal debitore Di norma, al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza
Qual è la differenza tra la surrogazione per pagamento e la surrogazione reale? Nella prima l'adempimento non si è verificato, nella seconda il creditore è stato soddisfatto La prima si ha per volontà del creditore, la seconda per volontà del debitore Nella prima occorre l'accettazione del debitore, nella seconda non è necessaria Nella prima vi è sostituzione del creditore, nella seconda vi è sostituzione dell'oggetto
In mancanza di diversa convenzione, i rapporti patrimoniali tra i coniugi sono disciplinati dalla comunione legale. non cadono in comunione e sono beni personali di ciascun coniuge... Le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio I beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge Tutti gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio I frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione
In merito al termine per l'adempimento dell'obbligazione, se esso è convenuto a favore del creditore... Il debitore può adempierla prima, ma il creditore non può esigere prima la prestazione Il debitore non può adempierla prima, ma il creditore può esigere prima la prestazione Entrambi i soggetti non possono derogare i termini dell'obbligazione Solo il debitore può derogare i termine dell'obbligazione
Nel caso in cui un soggetto abbia più debiti della medesima specie verso la stessa persona e né il debitore, né il creditore abbiano provveduto ad imputare il pagamento ad un determinato debito, il pagamento... Deve essere imputato al debito più antico anche se non ancora scaduto Deve essere imputato al debito scaduto Deve essere imputato sempre al debito meno garantito Deve essere imputato sempre al debito più oneroso per il debitore
Il diritto soggettivo è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive attive. Esso... Viene tradizionalmente definito come il potere di agire per il soddisfacimento del proprio interesse, riconosciuto e protetto Consiste nel dovere di tenere un comportamento di contenuto specifico, funzionale alla realizzazione di un interesse altrui È la posizione in cui si trova il soggetto a favore del quale viene maturando un interesse legittimo È la pretesa alla legittimità dell'azione amministrativa riconosciuta ad un soggetto che si trova in una particolare posizione rispetto ad un potere della P.A
I negozi bilaterali... Sono quelli che risultano da dichiarazioni di volontà provenienti da due parti, e producono effetti per entrambe Sono quelli diretti ad accrescere il patrimonio altrui senza controprestazione Sono quelli che risultano da manifestazioni di volontà provenienti da più di due parti e producono effetti per tutte le parti Si sostanziano nei negozi a causa di morte
Quale dei seguenti non è ricompreso tra i modi d'acquisto della proprietà? Invenzione Accessione Possesso non violento né clandestino Occupazione
Il pagamento dell'obbligazione può essere fatto al rappresentante del creditore? No, deve essere fatto sempre al creditore o ad un suo familiare Sì, ma solo se il rappresentante è un familiare Sì, può essere fatto anche al rappresentante del creditore No, deve essere fatto sempre al creditore
Il codice civile definisce le province... Persone giuridiche pubbliche Persone giuridiche private riconosciute Enti territoriali privi di personalità giuridica Società senza fini di lucro
Rispetto ai soggetti nei negozi giuridici si possono individuare negozi unilaterali, bilaterali e plurilaterali. È un negozio unilaterale... Il mandato Il testamento Il contratto di società La compravendita
Il pegno... È un mezzo in virtù del quale per effetto del possesso protratto del bene se ne acquisisce la proprietà È un diritto reale di garanzia, ossia un diritto concesso dal debitore (o da un terzo) su cosa mobile a garanzia di un credito È un tipo di estinzione dell'obbligazione È un diritto reale assoluto, concesso dal debitore su un bene, a garanzia di un credito, che non comporta il trasferimento materiale del bene al creditore
Come viene definito dal codice civile il contratto col quale una parte si obbliga a far godere all'altra una cosa mobile o immobile per un dato tempo, verso un determinato corrispettivo? Locazione Spedizione Trasporto Commissione
La sostituzione del debitore originario con un nuovo debitore configura una... Ipoteca volontaria Novazione soggettiva Compensazione convenzionale Invenzione
Le clausole d'uso... Possono essere inserite solo nei contratti della P.A S'intendono inserite nel contratto, se non risulta che non sono state volute dalle parti S'intendono inserite nel contratto, anche se risulta che non sono state volute dalle parti S'intendono sempre inserite nel contratto
Il testamento olografo, ai sensi dell'art. 602 del codice civile... Deve essere scritto per intero, datato e sottoscritto di mano del testatore Deve essere sottoscritto dal testatore, anche se redatto e datato da altra persona Deve essere sottoscritto e datato dal testatore, anche se redatto da altra persona Può essere redatto solo da un notaio
I diritti reali di garanzia... Sono quelli che limitano il potere di godimento del proprietario della cosa, cioè il potere di trarre dalla cosa l'utilità che essa può dare Si concretizzano nella superficie, enfiteusi ed usufrutto Sono quelli consistenti in un vincolo giuridico imposto su un bene a garanzia del credito, di cui assicurano l'adempimento Sono quelli che danno il diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo
Quale età è richiesta per la capacità dei genitori a promuovere la legittimazione per provvedimento del giudice? 14 anni 16 anni 15 anni 17 anni
A norma di quanto dispone l'art. 1104 del c.c. il partecipante alla comunione che rinunzi al suo diritto, si libera dall'obbligo di contribuire alle spese necessarie per la conservazione e il godimento della cosa comune? No, si libera solo di quelle necessarie per la conservazione della cosa Sì, purché non le abbia anche tacitamente approvate Sì, anche qualora le abbia precedentemente approvate No, si libera solo di quelle necessarie per il godimento della cosa
In materia di possesso l'art. 1150 del codice civile dispone che... Il possessore, anche di mala fede, ha sempre diritto ad indennità per i miglioramenti recati alla cosa, anche se non sussistono al tempo della restituzione Il possessore, anche di mala fede, ha diritto ad indennità per i miglioramenti recati alla cosa, purché sussistano al tempo della restituzione Il possessore ha diritto al rimborso delle spese fatte per le riparazioni straordinarie solo se dimostra che il possesso è avvenuto in buona fede Il possessore, anche se di mala fede, non è mai tenuto alla restituzione dei frutti
Secondo quanto dispone l'art. 54 del codice civile, una persona che abbia ottenuto l'immissione nel possesso temporaneo dei beni dell'assente, può alienarli? Sì, se autorizzata dal curatore dello scomparso Sì, in caso di necessità o utilità evidente e senza alcuna autorizzazione Sì, se autorizzata dal Tribunale per necessità o utilità evidente No, può solo ipotecarli
Il creditore ha diritto di farsi pagare con prelazione sulla cosa ricevuta in pegno. Al riguardo l'art. 2787 del codice civile dispone che... Il pegno può farsi valere solo se risulta da polizza o da altra scrittura di enti che, debitamente autorizzati, compiono professionalmente operazioni di credito su pegno La prelazione si può far valere solo se la cosa data in pegno è rimasta in possesso di un terzo designato dalle parti Quando il credito garantito non eccede la somma di euro 50, la prelazione ha luogo, anche se il pegno non risulta da scrittura con data certa che contenga sufficiente indicazione del credito e della cosa La prelazione non si può far valere se la cosa data in pegno non è rimasta in possesso del creditore o presso il terzo designato dalle parti
Prevede l'art. 1137 del c.c. che contro le deliberazioni dell'assemblea contrarie alla legge o al regolamento di condominio, ogni condomino dissenziente può fare ricorso all'autorità giudiziaria. Tale ricorso... Sospende l'esecuzione del provvedimento solo se ha per oggetto l'effettuazione di spese straordinarie Deve essere proposto sotto pena di decadenza entro trenta giorni, che decorrono in ogni caso dalla data della deliberazione Non sospende l'esecuzione del provvedimento, salvo che la sospensione sia ordinata dall'autorità stessa Sospende in ogni caso l'esecuzione del provvedimento
In merito a quanto dispone il c.c. in materia di adempimento delle obbligazioni, è corretto affermare che... Il pagamento eseguito dal debitore in conto di capitale e di interessi deve essere imputato sempre secondo le indicazioni fornite dal debitore Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo non libera il debitore, se questi non prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell'incapace Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare; in mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato, tra più debiti scaduti, a quello più garantito Il debitore che ha eseguito la prestazione dovuta può in ogni tempo impugnare il pagamento a causa della propria incapacità
Dispone l'art. 1267 del c.c. in merito alla garanzia della solvenza del debitore, che il cedente non risponde della solvenza del debitore, salvo che ne abbia assunto la garanzia. In questo caso... Deve solo rimborsare le spese della cessione e quelle che il cessionario abbia sopportate per escutere il debitore e risarcire il danno Egli risponde per l'intera obbligazione e non nei limiti di quanto ha ricevuto Ogni patto diretto ad aggravare la responsabilità del cedente è senza effetto La garanzia non cessa, anche se la mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso
Indicare in quale dei seguenti casi l'usufrutto si estingue per forza di legge Per prescrizione per effetto del non uso durato per quindici anni Solo per il totale perimento della cosa su cui è costituito Per il parziale perimento della cosa su cui è costituito Per prescrizione per effetto del non uso durato per venti anni
Può in un contratto ad esecuzione continuata o periodica riconoscersi ad una delle parti la facoltà di recedere dal contratto? Sì, lo prevede espressamente l'art. 1373 del c.c., e tale facoltà può essere esercitata anche successivamente all'inizio di esecuzione delle prestazioni, ma non ha effetto per quelle già eseguite o in corso di esecuzione, salvo patto contrario No, lo esclude espressamente l'art. 1373 del c.c Sì, lo prevede espressamente l'art. 1373 del c.c., e tale facoltà può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione Sì, lo prevede espressamente l'art. 1373 del c.c., e tale facoltà può essere esercitata anche successivamente all'inizio di esecuzione delle prestazioni e per quelle in corso di esecuzione, non ha effetto salvo patto contrario, mentre per quelle già eseguite non ha effetto in ogni caso
Ai sensi dell'art. 1145 del c.c., rispetto ai beni appartenenti al pubblico demanio e ai beni delle provincie e dei comuni soggetti al regime proprio del demanio pubblico è concessa l'azione di spoglio? No, in alcun caso Sì, ma solo nei confronti delle pubbliche amministrazioni Sì, nei rapporti tra privati Sì, ma solo per i beni delle provincie e dei comuni
In applicazione del codice civile, la surrogazione ha luogo di diritto, tra l'altro,... A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato A vantaggio del debitore, che prende a mutuo una somma di danaro o altra cosa fungibile al fine di pagare il debito A vantaggio dell'acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato A vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari
Indicare quale tra le seguenti affermazioni di cui all'art. 1557 sul contratto estimatorio è corretta Se la restituzione delle cose nella loro integrità è divenuta impossibile, chi le ha ricevute è liberato dall'obbligo di pagare il prezzo se la mancata restituzione dipende da causa di forza maggiore Se la restituzione delle cose nella loro integrità è divenuta impossibile, chi le ha ricevute non è liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, anche se la mancata restituzione non è a lui imputabile Se la restituzione delle cose nella loro integrità è divenuta impossibile, chi le ha ricevute è liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, nel caso in cui la mancata restituzione non è a lui imputabile Se la restituzione delle cose nella loro integrità è divenuta impossibile, chi le ha ricevute è in ogni caso liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, ma risponde dei danni
A norma di quanto dispone l'art. 2812 del c.c. il diritto di abitazione di cui sia stata trascritta la costituzione dopo l'iscrizione di un'ipoteca sullo stesso bene, è opponibile al creditore ipotecario? No Sì, sempre No, a differenza del diritto d'uso Solo se costituito per durata ultranovennale
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, se è stata convenuta la misura degli interessi moratori è dovuto, in caso di costituzione in mora del debitore, l'ulteriore risarcimento al creditore che dimostra di aver subito un danno maggiore? Sì, salvo che gli interessi moratori siano stati convenuti in misura superiore a quella legale Sì, se prova di aver subito un danno maggiore rispetto agli interessi moratori No, lo esclude espressamente l'art. 1124 del c.c Sì, in ogni caso
Dispone l'art. 1283 del c.c. che in mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno... Per nove mesi Per sei mesi Per dodici mesi Per tre mesi
Dispone l'art. 1228 del codice civile che... Salvo diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, risponde anche dei fatti dolosi o colposi di costoro Salvo diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, risponde dei fatti dolosi di costoro ed è pertanto esclusa la responsabilità per i fatti colposi Salvo diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, risponde anche dei fatti colposi di costoro. È esclusa la responsabilità per i fatti dolosi È nullo qualsiasi patto che esclude o limita la responsabilità del debitore per fatti dolosi o colposi dei terzi di cui egli si sia avvalso nell'adempimento dell'obbligazione
A norma di quanto dispone l'art. 964 del c.c., le imposte e gli altri pesi che gravano sul fondo sul quale è costituita enfiteusi sono a carico... Dell'enfiteuta e non è configurabile per il titolo costitutivo porle a carico del concedente Dell'enfiteuta e del concedente in parti uguali Del concedente, salve le disposizioni delle leggi speciali Dell'enfiteuta, salve le disposizioni delle leggi speciali
A norma di quanto dispone l'art. 2949 del c.c. è corretto affermare che... I diritti derivanti dai rapporti sociali sono imprescrittibili I diritti derivanti dai rapporti sociali si prescrivono in un anno se la società è iscritta nel registro delle imprese I diritti derivanti dai rapporti sociali si prescrivono in cinque anni se la società è iscritta nel registro delle imprese I diritti derivanti dai rapporti sociali si prescrivono in sette anni se la società è iscritta nel registro delle imprese
Dispone l'art. 1265 del c.c. che se il medesimo credito ha formato oggetto di più cessioni da parte del creditore a persone diverse prevale... In ogni caso la cessione notificata per prima al debitore La cessione notificata per prima al debitore, o quella che è stata prima accettata dal debitore con atto di data certa, ancorché essa sia di data posteriore La cessione di cui il debitore abbia comunque avuto notizia La cessione di data anteriore, ancorché notificata od accettata dal debitore successivamente ad altra di data posteriore
Prevede espressamente l'art. 1667 del c.c. in merito alla difformità e vizi dell'opera che... La garanzia non è dovuta se il committente ha accettato l'opera e le difformità o i vizi erano da lui riconoscibili, anche se siano stati taciuti in mala fede dall'appaltatore Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, ancorché non abbia denunziato le difformità o i vizi Il committente deve, a pena di decadenza, denunziare all'appaltatore le difformità o i vizi entro sessanta giorni dalla scoperta. La denunzia è necessaria anche se l'appaltatore ha riconosciuto le difformità o i vizi o se li ha occultati Il committente convenuto per il pagamento può sempre far valere la garanzia, purché le difformità o i vizi siano stati denunziati entro sessanta giorni dalla scoperta e prima che siano decorsi i due anni dalla consegna
Le incapacità all'ufficio tutelare sono indicate dal codice civile. Sussiste incapacità, tra gli altri, per... Coloro che sono stati esclusi dalla tutela per disposizione scritta del genitore che per ultimo ha esercitato la potestà dei genitori Chi ha più di tre figli minori I Presidenti delle assemblee legislative Chi ha compiuto gli anni sessantacinque
In merito a quanto dispone il c.c. in materia di adempimento delle obbligazioni è corretto affermare che... Le spese del pagamento di una obbligazione sono compensate tra le parti Il c.c. consente a chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona di dichiarare, nel momento in cui paga, quale debito intende soddisfare Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare; in mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato, tra più debiti scaduti, a quello più garantito Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo libera il debitore solo se dimostra che al momento del pagamento ignorava l'incapacità del creditore
A norma di quanto dispone l'art. 1974 del c.c. che efficacia ha la transazione fatta su lite già decisa con sentenza passata in giudicato? È annullabile, quando le parti o una di esse non ne avevano notizia È efficace solo se successivamente omologata dal Tribunale È nulla È annullabile, solo quando entrambe le parti non ne avevano notizia
Il matrimonio contratto in violazione dell'art. 86 del codice civile (libertà di stato) può essere impugnato... Soltanto dai coniugi e dal pubblico ministero Soltanto dai coniugi e dagli ascendenti prossimi Dai coniugi, dagli ascendenti prossimi, dal pubblico ministero e da tutti coloro che abbiano per impugnarlo un interesse legittimo e attuale Soltanto dai coniugi, da ciascuno dei genitori e dal pubblico ministero
Dispone l'art. 1334 del c.c. che gli atti unilaterali producono effetti dal momento in cui... L'accettazione del destinatario perviene a conoscenza del proponente Pervengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati Sono accettati dal destinatario Vengono trasmessi al destinatario
Sussiste l'obbligo di trascrivere nei registri immobiliari una sentenza da cui risulta estinto per prescrizione il diritto di superficie? No, il c.c. non prevede alcun obbligo No, il c.c. nulla dispone in merito all'obbligo di trascrizione nei registri immobiliari di sentenze, che è lasciata alla discrezione del giudice Sì, l'obbligo è espressamente previsto dall'art. 2651 del c.c L'obbligo sussiste solo se la trascrizione è espressamente richiesta dall'autorità giudiziaria
Dispone l'art. 1267 del c.c. in merito alla garanzia della solvenza del debitore che il cedente non risponde della solvenza del debitore, salvo che ne abbia assunto la garanzia. In questo caso... I patti diretti ad aggravare la responsabilità del cedente sono consentiti espressamente, e produttivi di effetti La garanzia non cessa, anche se la mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso Deve rimborsare le spese della cessione ma non quelle che il cessionario abbia sopportate per escutere il debitore e risarcire il danno Egli risponde nei limiti di quanto ha ricevuto
A norma del disposto di cui all'art. 1246 del c.c. in quale caso la compensazione non si verifica? Quando i debiti hanno ad oggetto una quantità di cose fungibili dello stesso genere Quando sia stata concessa gratuitamente una dilazione dal creditore Quando i due debiti non sono pagabili nello stesso luogo Quando si tratti di un credito per la restituzione di cose di cui il proprietario sia stato ingiustamente spogliato
Dispone il c.c. che il contratto del patto di famiglia può essere sciolto o modificato dalle medesime persone che hanno concluso il patto di famiglia... Mediante recesso, se espressamente previsto nel contratto stesso e, necessariamente, attraverso dichiarazione agli altri contraenti certificata da un notaio Con semplice scrittura privata, sottoscritta da tutti i discendenti Solo mediante diverso contratto, con le medesime caratteristiche e i medesimi presupposti Solo a seguito di impugnazione di una delle parti
Prevede espressamente l'art. 1219 del c.c. che il debitore è costituito in mora... Solo mediante richiesta fatta con scrittura privata autenticata Anche mediante semplice richiesta verbale Solo mediante intimazione fatta con atto notificato nelle forme prescritte per gli atti di citazione Mediante intimazione o richiesta fatta per iscritto
A norma del disposto di cui all'art. 2643 del c.c. i contratti di società e di associazione, con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, devono essere resi pubblici con il mezzo della trascrizione nei pubblici registri immobiliari? Sì, quando la durata della società o dell'associazione eccede i cinque anni o è indeterminata Sì, quando la durata della società o dell'associazione eccede i nove anni o è indeterminata No, in alcun caso Sì, l'obbligo sussiste
Un parente entro il terzo grado può produrre istanza d'interdizione o di inabilitazione? Sì, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza, tra gli altri, i parenti entro il quinto grado Sì, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza, tra gli altri, i parenti entro il quarto grado No, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza solo i parenti entro il secondo grado No, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza solo i genitori
Indicare quale tra le seguenti affermazioni riferite alle distanze nelle costruzioni, piantagioni e scavi, e dei muri, fossi e siepi interposti tra i fondi, è conforme alle disposizioni del c.c Le costruzioni su fondi finitimi possono essere edificate in aderenza, ovvero tenute a distanza non minore di 3 metri Le costruzioni su fondi finitimi devono essere tenute a 5 metri dal confine, indipendentemente dalle eventuali diverse disposizioni dei regolamenti locali Le costruzioni su fondi finitimi devono necessariamente essere tenute a 3 metri dal confine Le costruzioni su fondi finitimi devono essere tenute a distanza superiore a due metri
Nell'ipotesi di responsabilità contrattuale, la regola probatoria contenuta nell'art. 1218 del codice civile... È ammessa solo nel caso di opere pubbliche Non consente al debitore la prova dell'assenza di colpa Comporta a carico del debitore la prova dell'assenza di colpa Comporta a carico del danneggiato l'onere di dimostrare la ricorrenza del fatto illecito in tutte le sue componenti e quindi anche la colpa dell'autore
Dispone l'art. 1309 del c.c. che il riconoscimento del debito... Fatto da uno dei debitori in solido non ha effetto riguardo agli altri debitori Fatto da uno dei debitori in solido ha effetto riguardo agli altri debitori Se è fatto da uno dei debitori in solido ha effetto solo nei confronti del debitore principale Se è fatto dal debitore nei confronti di uno dei creditori in solido non giova agli altri
Cosa dispone l'art. 995 del c.c. per l'usufrutto che comprende cose consumabili? Se l'usufrutto comprende cose consumabili l'usufruttuario ha il diritto di servirsene ed, al termine dell'usufrutto, ha l'obbligo di pagarne il valore stimato o, in mancanza di stima, può pagare le cose secondo il valore che hanno al tempo in cui finisce l'usufrutto o restituirne altre in eguale qualità e quantità Se l'usufrutto comprende cose consumabili l'usufruttuario ha il diritto di servirsene ed, al termine dell'usufrutto, ha l'obbligo di pagarne il valore stimato o, in mancanza di stima, deve necessariamente pagare le cose secondo il valore che hanno al tempo in cui finisce l'usufrutto Se l'usufrutto comprende cose consumabili l'usufruttuario ha il diritto di servirsene ed, al termine dell'usufrutto, non ha alcun obbligo, in quanto è implicito nell'usufrutto il diritto di usare e far propri i frutti della cosa oggetto del diritto Se l'usufrutto comprende cose consumabili l'usufruttuario ha il diritto di servirsene ed, al termine dell'usufrutto, è tenuto a restituirle nello stato in cui si trovano
L'accettazione d'eredità con beneficio d'inventario fatta da uno dei chiamati giova... Anche a tutti gli altri, anche se l'inventario è compiuto da un chiamato diverso da quello che ha fatto la dichiarazione Solo all'accettante Esclusivamente ai soli chiamati che sono nel possesso dei beni Anche a tutti gli altri, solo se l'inventario è compiuto dallo stesso chiamato che ha fatto la dichiarazione
Ai sensi dell'art. 374 del codice civile, il tutore deve essere autorizzato dal giudice tutelare per... Costituire pegni o ipoteche Acquistare beni, eccettuati i mobili necessari per l'uso del minore, per l'economia domestica e per l'amministrazione del patrimonio Fare compromessi e transazioni o accettare concordati Procedere a divisioni o promuovere i relativi giudizi
L'indirizzo della vita familiare è fissato, ai sensi del codice civile,... Dal coniuge che provvede economicamente al mantenimento della famiglia Dai coniugi concordemente secondo le esigenze preminenti di entrambi e, se possibile, della famiglia Dai coniugi, avendo riguardo alle sole esigenze preminenti della famiglia Dai coniugi concordemente secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa
Il proprietario del fondo può legittimamente impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, quando chi lo chiede non è munito della licenza di caccia rilasciata dall'autorità amministrativa? Sì, lo prevede espressamente l'art. 842 del c.c Sì, ma solo nel caso in cui vi siano colture suscettibili di danno Sì, ma solo se il fondo sia chiuso nei modi stabiliti espressamente nell'art. 842 del c.c Può impedirlo solo ad un minore
Dispone l'art. 1162 del c.c. che chi acquista in buona fede da chi non è proprietario un bene mobile iscritto in pubblici registri, in forza di un titolo che sia idoneo a trasferire la proprietà e che sia stato debitamente trascritto, ne compie l'usucapione in suo favore col decorso di tre anni dalla data di trascrizione. Se non concorrono le condizioni previste nel suddetto articolo l'usucapione si compie col decorso... Di dieci anni Di vent'anni Di cinque anni Di quindici anni
L'art. 1158 del codice civile, in materia di «usucapione» dispone che... La proprietà dei beni immobili si acquista in virtù del possesso continuato per venti anni. Da tale acquisto sono esclusi gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi La proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per venti anni La proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per trent'anni La proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per dieci anni
Dispone l'art. 1236 del c.c. (dichiarazione di remissione del debito) che la dichiarazione del creditore di rimettere il debito estingue l'obbligazione nel momento in cui... Il creditore ha conoscenza dell'accettazione del debitore La dichiarazione è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare La dichiarazione viene emessa Il debitore ne viene a conoscenza, ancorché dichiari di non volerne profittare
A norma di quanto dispone l'art. 1341 del c.c. le condizioni contrattuali che sanciscono, a carico dell'altro contraente, limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni hanno effetto? No, non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto No, non hanno effetto se non sono stipulate con specifico contratto, diverso da quello al quale si riferiscono Sì, hanno effetto anche se non sono specificamente approvate per iscritto No, non hanno effetto se non sono approvate, in qualsiasi forma richiesta da chi le ha predisposte
A norma di quanto dispone l'art. 1182 del c.c. in merito al luogo dell'adempimento dell'obbligazione è corretto affermare che... L'obbligazione avente ad oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta, di norma, al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza dell'obbligazione L'obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata deve essere adempiuta, di norma, al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza dell'obbligazione L'obbligazione diversa da quella di consegnare una cosa certa e determinata e diversa da quella avente per oggetto una somma di denaro deve essere adempiuta, di norma, nel luogo in cui si trova la cosa al tempo della scadenza dell'obbligazione L'obbligazione di consegnare una cosa certa e determinata deve essere adempiuta, di norma, nel luogo in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta
Ai sensi del codice civile, perché l'amministratore di un'associazione riconosciuta sia obbligato a convocare l'assemblea, la richiesta motivata di convocazione deve essere avanzata... Da almeno il 20% degli associati Da almeno un decimo degli associati Da non meno di tre soci Da almeno un terzo degli associati
Quale età è richiesta per proporre azione di disconoscimento della paternità? 14 anni 15 anni 17 anni 16 anni
A norma di quanto dispone l'art. 1203 del c.c. l'acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato, è surrogato nei diritti dei creditori? Sì, previo consenso di tutti creditori Sì, in tal caso il suddetto articolo prevede la surrogazione di diritto No, in alcun caso Sì, purché vi sia la volontà del debitore
Per gli atti di costituzione di diritti reali sul fondo comune l'art. 1108 del c.c. prevede... Il consenso della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote Il consenso della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo del fondo comune Il consenso della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i tre quarti del valore complessivo del fondo comune Il consenso di tutti i partecipanti alla comunione
In merito a quanto dispone il c.c. in materia di adempimento delle obbligazioni è corretto affermare che... Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare; in mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato, tra più debiti scaduti, a quello meno garantito Il pagamento eseguito dal debitore in conto di capitale e di interessi deve essere imputato sempre secondo le indicazioni fornite dal debitore Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo libera il debitore solo se dimostra che al momento del pagamento ignorava l'incapacità del creditore Il debitore che ha eseguito la prestazione dovuta può in ogni tempo impugnare il pagamento a causa della propria incapacità
A norma di quanto dispone l'art. 1028 del c.c. l'utilità relativa ad una servitù prediale può consistere in una maggiore comodità o amenità del fondo dominante? Sì, l'utilità consiste solo nella maggiore comodità o amenità del fondo dominante No, l'utilità deve essere inerente alla destinazione agricola o industriale del fondo Si No, l'utilità deve essere tale da determinare, in mancanza, un grave danno economico
Si può esercitare l'azione per apposizione di termini... Solo in caso di alienazione del fondo Quando il confine tra due fondi è incerto Quando occorre procedere al frazionamento catastale di una proprietà Quando i termini tra fondi contigui mancano o sono diventati irriconoscibili
Ai sensi dell'art. 2810 del codice civile è corretto affermare che... Possono essere oggetto di ipoteca i beni mobili, esclusi i beni mobili registrati Può essere oggetto di ipoteca il diritto di superficie Non può essere oggetto di ipoteca il diritto dell'enfiteuta e quello del concedente sul fondo enfiteutico Possono essere oggetto di ipoteca solo i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze
Nella linea retta il computo dei gradi di parentela si effettua: Computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, compreso lo stipite Computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, compreso lo stipite, conteggiato doppio Salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, restando escluso lo stipite Computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite
L'art. 586 del c.c. stabilisce che, in mancanza di altri successibili, l'eredità è devoluta allo Stato. L'acquisto... Si opera di diritto senza bisogno di accettazione, ma può farsi luogo a rinunzia Si opera previa accettazione col beneficio d'inventario, ma può farsi luogo a rinunzia Si opera di diritto senza bisogno di accettazione e lo Stato risponde dei debiti ereditati anche oltre il valore dei beni acquisiti Si opera di diritto senza bisogno di accettazione e non può farsi luogo a rinunzia
Si devono rendere pubblici con il mezzo della trascrizione, secondo quanto dispone il codice civile, tra gli altri,... Le transazioni che hanno per oggetto controversie sulla proprietà di beni immobili Gli atti e le sentenze da cui risulta liberazione o cessione di pigioni o di fitti non ancora scaduti, per un termine maggiore di sette anni Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, quando la durata del consorzio eccede i sette anni o è indeterminata I contratti di locazione di beni immobili qualunque ne sia la durata
In quale dei seguenti casi, ai sensi dell'art. 1203 del codice civile, ha luogo la surrogazione legale? A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato Solo a vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari A vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi, del suo pegno o delle sue ipoteche In tutti i casi in cui un terzo adempia all'obbligazione del debitore principale anche se in modo parziale
In materia di negozio giuridico, i vizi della volontà cui la legge attribuisce rilevanza sono: l'errore, il dolo e la violenza. La violenza morale consiste... In un raggiro con cui un soggetto induce un altro soggetto in errore, determinandolo a porre in essere un negozio giuridico che altrimenti, non sarebbe stato concluso Nella minaccia di un male ingiusto e notevole posta in essere per determinare un soggetto a compiere un negozio giuridico In una falsa rappresentazione della realtà Nel timore reverenziale
Ai sensi dell'art. 428 del codice civile, l'azione per l'annullamento degli atti compiuti da una persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata per qualsiasi causa, anche transitoria, incapace d'intendere o di volere al momento del loro compimento... Si prescrive nel termine di dieci anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto Si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto È imprescrittibile Si prescrive nel termine di tre anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto
Dispone l'art. 1285 del c.c. che il debitore di un'obbligazione alternativa si libera... Eseguendo la prima delle due prestazioni dedotte in obbligazione, salvo che il creditore accetti la seconda Eseguendo una delle due prestazioni dedotte in obbligazione, ma non può costringere il creditore a ricevere parte dell'una e parte dell'altra Eseguendo una delle due prestazioni dedotte in obbligazione. Può inoltre costringere il creditore a ricevere parte dell'una e parte dell'altra Eseguendo la seconda delle due prestazioni dedotte in obbligazione, salvo che il creditore accetti la prima
I bagni e gli altri edifici galleggianti... Sono beni immobili ai sensi dell'art. 812 del codice civile, quando sono saldamente assicurati alla riva o all'alveo e sono destinati ad esserlo in modo permanente per la loro utilizzazione Sono, ai sensi dell'art. 812 del codice civile, in ogni caso beni mobili Sono, ai sensi dell'art. 812 del codice civile, in ogni caso beni immobili Non sono considerati né beni immobili né beni mobili
In merito alle disposizioni contenute all'art. 2808 del c.c. sull'ipoteca, è corretto affermare che essa... Si può costituire anche mediante scrittura privata autenticata Può avere per oggetto i beni del debitore o di un terzo Non attribuisce al creditore il diritto di espropriare i beni vincolati a garanzia del suo credito Può essere solo legale o volontaria
I diritti di abitazione, ai sensi dell'art. 1024 del codice civile,... Si possono cedere, ma non dare in locazione Non si possono cedere, ma si possono dare in locazione Si possono cedere o dare in locazione Non si possono cedere o dare in locazione
A norma del disposto di cui all'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È nullo perché in caso di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico la responsabilità non può essere limitata ma solo esclusa È nullo È annullabile dal giudice È valido ad esclusione delle cose pericolose per la salute
Dispone l'art. 1266 del c.c. che quando la cessione del credito è a titolo gratuito, il cedente... È tenuto a garantire l'esistenza del credito al tempo della cessione, ma solo nei casi e nei limiti in cui la legge pone a carico del donante la garanzia per l'evizione È tenuto a garantire solo la solvenza del debitore ceduto È tenuto a garantire sia l'esistenza del credito al tempo della cessione sia la solvenza del debitore ceduto Si applicano le stesse disposizioni previste per la cessione del credito a titolo oneroso
La tutela dei minori si apre presso il Tribunale, secondo le disposizioni dell'art. 343 del codice civile,... Se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la potestà Anche nel caso di cessazione della coabitazione dei genitori naturali Solo se entrambi i genitori che esercitano la potestà sono morti Nel solo caso di famiglie economicamente disagiate
Ai sensi dell'art. 48 del c.c., chi è competente in materia di nomina del curatore dello scomparso? Il Prefetto territorialmente competente Qualsiasi tribunale cui è rivolta istanza di nomina Il Sindaco del Comune dell'ultima residenza Il tribunale del suo ultimo domicilio o dell'ultima sua residenza
Il possesso - secondo la definizione che ne dà il codice civile - ... Si costituisce allorquando un soggetto esercita, in nome e per conto altrui, un potere immediato sulla cosa È quella situazione di diritto in base alla quale un soggetto acquisisce un potere immediato sulla cosa, nonché facoltà corrispondenti a quelle del nudo proprietario È il potere sulla cosa che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale È il potere sulla cosa che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà
Ai sensi dell'art. 826 del codice civile, fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato... Le strade, le autostrade e le strade ferrate Le caserme, gli armamenti e gli aeromobili militari Gli immobili riconosciuti d'interesse storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in materia Le raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi e delle biblioteche
Dispone l'art. 2847 del c.c. che l'iscrizione dell'ipoteca su beni immobili conserva il suo effetto... Per trent'anni dalla sua data Per venti anni dalla sua data Per dieci anni dalla sua data Per cinque anni dalla sua data
Ai sensi dell'art. 452 del codice civile, come può essere provata la nascita in caso di distruzione o smarrimento dei registri di stato civile? Può essere provata solo mediante giuramento del dichiarante reso all'ufficiale di stato civile alla presenza di due testimoni Può essere provata solo a mezzo di testimonianze rese al presidente del tribunale Può essere provata con ogni mezzo Può essere provata solo attraverso dichiarazione resa con scrittura privata autenticata da notaio
Un fatto illecito può essere fonte di obbligazione? Sì, dall'art. 1173 del c.c. risulta che le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito, o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico No, dall'art. 1173 del c.c. risulta che le obbligazioni derivano da contratto o da ogni altro atto, o fatto lecito, idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico Sì, dall'art. 1173 del c.c. risulta che le obbligazioni derivano da fatto illecito, o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico, escluso il contratto Sì, dall'art. 1173 del c.c. risulta che le obbligazioni derivano da contratto o da fatto illecito
Le servitù prediali volontarie possono essere costituite... Per contratto o per usucapione Solo per sentenza Per contratto o per testamento Per usucapione
Cosa dispone l'art. 1167 del c.c. in merito all'interruzione dell'usucapione per perdita del possesso? L'usucapione è interrotta quando il possessore è stato privato del possesso per oltre sei mesi L'usucapione è interrotta quando il possessore è stato privato del possesso per oltre tre anni L'usucapione è interrotta quando il possessore è stato privato del possesso per oltre un anno L'usucapione è interrotta quando il possessore è stato privato del possesso per oltre cinque anni
Il privilegio speciale si esercita, ai sensi dell'art. 2746 del codice civile,... Su tutti i beni immobili del debitore Su determinati beni mobili o immobili del debitore Su tutti i beni mobili ed immobili del debitore Solo su determinati beni mobili del debitore
Indicare quale tra le seguenti affermazioni sull'errore essenziale del contratto (art. 1429 c.c.) è corretta L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, anche quando, cade sulla forma del contratto L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, anche quando, cade su una qualità dell'oggetto della prestazione che, secondo il comune apprezzamento o in relazione alle circostanze, deve ritenersi determinante del consenso L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, anche quando, si tratta di errore di diritto, ancorché non abbia costituito la ragione unica o principale del contratto L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, anche quando, cade sull'identità dell'altro contraente benché non determinante del consenso
Si ha espromissione... Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro; il creditore può aderire alla convenzione, rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore Quando il terzo che, senza delegazione del debitore, ne assume verso il creditore il debito, è obbligato in solido col debitore originario, se il creditore non dichiara espressamente di liberare quest'ultimo Se il debitore assegna al creditore un nuovo debitore, il quale si obbliga verso il creditore; il debitore originario non è liberato dalla sua obbligazione, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo Quando un soggetto, delegante, ordina ad un altro, delegato, di assumere un debito o di effettuare un pagamento verso un suo creditore, delegatario
A norma di quanto dispone l'art. 1231 del c.c. l'apposizione di un termine ad un'obbligazione precedentemente sorta produce novazione dell'obbligazione stessa? No, l'apposizione di un termine non produce novazione Sì, sempre Solo nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile No, solo l'eliminazione del termine dell'obbligazione produce novazione
Il contratto al quale è apposta una condizione illecita, in quanto contraria a norme imperative, all'ordine pubblico e al buon costume... È valido se sottoscritto da entrambe le parti È annullabile È nullo solo se una delle parti non era capace di intendere e volere al momento della stipulazione È nullo
In merito all'istituto dell'anatocismo (art. 1283 c.c.) è corretto affermare che... Salvo patto contrario i crediti per fitti e pigioni non producono interessi se non dalla costituzione in mora Se il credito ha per oggetto rimborso di spese fatte per cose da restituire, non decorrono interessi per il periodo di tempo in cui chi ha fatto le spese abbia goduto della cosa senza corrispettivo e senza essere tenuto a render conto del godimento In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi I crediti liquidi ed esigibili di somme di danaro producono interessi di pieno diritto, salvo che la legge o il titolo stabiliscano diversamente
A norma di quanto dispone l'art. 1301 la remissione del debito fatta da uno dei creditori in solido libera il debitore verso gli altri creditori? No Sì, se il suo credito era di data anteriore e per l'intero debito Sì, solo per la parte spettante a colui che ha fatto la remissione Sì, sempre e per l'intero debito
A è debitore di B di una somma di euro 300.000 a titolo di mutuo garantito con un pegno su un proprio bene mobile. Le parti hanno successivamente stipulato un altro contratto con il quale hanno pattuito che, in caso di mancato pagamento del credito nel termine fissato, la proprietà della cosa data in pegno passi al creditore. Ai sensi dell'art. 2744 del c.c. il patto... È annullabile È valido perché non convenuto contestualmente al sorgere del credito È nullo È nullo perché non convenuto contestualmente al sorgere del credito
Il codice civile consente al genitore esercente la potestà sul figlio minore di rendersi direttamente acquirente di suoi beni? Sì, previa autorizzazione del giudice tutelare No, lo vieta espressamente l'art. 323 del c.c Sì, limitatamente ai beni mobili No, e gli atti compiuti in violazione dei divieti sono nulli
Possono essere acquistate con l'occupazione... Anche gli immobili vacanti Le cose di pregio sotterrate o nascoste, di cui non si possa determinare il proprietario Le cose abbandonate Le cose smarrite, senza l'intenzione del proprietario di rinunciare al suo diritto
Cosa dispone l'art. 1067 del c.c. sull'esercizio delle servitù ed in particolare in merito all'aggravamento o alla diminuzione dell'esercizio della servitù? Il proprietario del fondo dominante può fare le innovazioni che ritiene opportune, ancorché rendano più gravosa la condizione del fondo servente, che siano strettamente funzionali all'esercizio della propria attività Il proprietario del fondo servente, se richiesto dall'esercizio della propria attività, può compiere eventuali cose che tendano a diminuire l'esercizio della servitù Il proprietario del fondo servente non può compiere solo le cose che tendano a rendere più incomodo l'esercizio della servitù Il proprietario del fondo dominante non può fare innovazioni che rendano più gravosa la condizione del fondo servente
A norma di quanto dispone l'art. 1221 del c.c. il debitore che è in mora è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile? No, se non prova che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore Sì, in ogni caso No, in nessun caso Solo se esiste consenso del creditore
Il dovere generico di astensione è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive passive. Esso... Costituisce un potere attribuito ad un soggetto per la realizzazione di interessi che non fanno capo direttamente a lui (es. potestà parentale) Consiste nel dovere di tenere un comportamento di contenuto specifico, funzionale alla realizzazione di un interesse altrui Consiste nella situazione giuridica di chi si deve limitare a rispettare una situazione di supremazia altrui Consiste nella sottoposizione di un soggetto alle conseguenze dell'esercizio dell'altrui diritto potestativo
Quali dei seguenti beni, ai sensi dell'art. 2784 del codice civile, possono essere dati in pegno? Beni immobili con le loro pertinenze Universalità di beni mobili I soli beni mobili iscritti nei pubblici registri Crediti, qualunque sia la loro natura
A norma di quanto dispone l'art. 852 del c.c., dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria (art. 851 c.c.) sono esclusi... I soli terreni già impiegati in colture agricole I soli terreni che presentino dislivelli di oltre il 15% Anche i terreni soggetti ad inondazioni, a scoscendimenti o ad altri gravi rischi I soli terreni che per la loro speciale destinazione, ubicazione o singolarità di coltura presentano caratteristiche di spiccata individualità
A norma di quanto dispone l'art. 1117 del c.c. nel condominio degli edifici costituiscono proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio, se il contrario non risulta dal titolo,... Gli impianti per l'acqua, per il gas, per l'energia elettrica e per il riscaldamento, fino al punto di diramazione degli impianti ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condomini Gli anditi e i portici, esclusi i cortili Le scale e i portoni d'ingresso, esclusi i vestiboli Gli ascensori e i pozzi, escluse le cisterne
A norma di quanto dispone l'art. 1207 del c.c. sono dovuti gli interessi durante la mora del creditore? No Sì, nella misura precedentemente convenuta Sì, solo nella misura legale Sì, salvo diversa pattuizione precedentemente convenuta
Ai sensi del codice civile, la remissione accordata al debitore principale libera i fideiussori? No, in alcun caso Sì, a norma del disposto di cui all'art. 1239 del c.c No, salvo che i fideiussori abbiano espressamente inserito nella fideiussione la clausola che ne preveda la liberazione in caso di remissione accordata al debitore Sì, ma solo in base ad una espressa manifestazione di volontà in tal senso da parte del creditore
Quando il contratto costituisce il mezzo per eludere l'applicazione di una norma imperativa, l'art. 1344 del c.c. considera illecita/illecito... La forma del contratto L'oggetto del contratto La causa del contratto Il motivo del contratto
Ai sensi del c.c., quali dei seguenti soggetti sono tenuti, con priorità sugli altri, all'obbligo di prestare gli alimenti? Figli legittimati Adottanti Fratelli e sorelle germani o unilaterali I generi e le nuore
Ai sensi dell'art. 932 del codice civile... Il tesoro appartiene in ogni caso al proprietario del fondo in cui si trova, salvo il premio del 10% del valore del tesoro Se il tesoro è trovato nel fondo altrui, purché sia stato scoperto per solo effetto del caso, spetta per metà al proprietario del fondo e per metà al ritrovatore Il tesoro appartiene per metà al proprietario del fondo in cui si trova e per metà allo Stato Se il tesoro è trovato nel fondo altrui, purché sia stato scoperto per solo effetto del caso, spetta al ritrovatore
Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale dichiarazione, a norma di quanto dispone l'art. 1193 del c.c. il pagamento... Deve essere imputato, tra più debiti ugualmente onerosi per il debitore, al più recente Deve essere imputato in ogni caso all'obbligazione naturale non produttiva di interessi Deve essere imputato, tra più debiti ugualmente garantiti, al più oneroso per il debitore Deve essere imputato, tra più debiti scaduti, a quello più garantito
Indicare quale tra le seguenti affermazioni di cui all'art. 1419 del c.c. è corretta La nullità parziale del contratto non importa mai la nullità del contratto La nullità parziale del contratto importa la nullità del contratto, salvo diverso accordo delle parti La nullità di singole clausole del contratto importa in ogni caso la nullità del contratto La nullità di singole clausole del contratto importa la nullità dell'intero contratto, se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità
Sono soggetti a trascrizione, ai sensi dell'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, qualunque sia la durata del consorzio I contratti che costituiscono o modificano il diritto di abitazione I contratti di locazione di beni immobili di durata pari o superiore a nove anni I provvedimenti con i quali nell'esecuzione forzata si trasferiscono la proprietà di beni immobili o altri diritti reali immobiliari, compresa la vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente
In materia di disconoscimento di paternità, l'art. 235 del codice civile dispone, tra l'altro, che... La sola dichiarazione della madre non esclude la paternità Non è in alcun caso consentita l'azione per il disconoscimento di paternità del figlio concepito durante il matrimonio se la moglie ha commesso adulterio È sempre consentita l'azione per il disconoscimento di paternità del figlio concepito durante il matrimonio se la moglie ha tenuto celata al marito la propria gravidanza e la nascita del figlio L'azione di disconoscimento può essere esercitata anche dalla madre ma non dal figlio
La proprietà del suolo, ai sensi dell'art. 840 del c.c.,... Si estende al sottosuolo, ma non a ciò che vi si contiene Non si estende al sottosuolo Si estende al sottosuolo, con tutto ciò che vi si contiene, salvo le leggi sulle miniere, cave e torbiere Si estende in ogni caso al sottosuolo, con tutto ciò che vi si contiene
Ai sensi delle disposizioni contenute nel c.c. in quale caso il negozio giuridico è nullo? Solo quando la causa è illecita Solo quando manchi completamente degli elementi essenziali Solo quando è contrario alle norme imperative Quando l'oggetto è impossibile, illecito, indeterminato e indeterminabile
Dispone l'art. 1188 del c.c. in merito al destinatario del pagamento dell'obbligazione che il pagamento fatto a persona diversa dal creditore libera il debitore,... Tra l'altro, se fatto a persona autorizzata dal giudice a riceverlo Solo se fatto a persona indicata dal creditore Esclusivamente e tassativamente nel caso in cui sia ratificato dal creditore Solo se fatto a persona autorizzata dal giudice a riceverlo
A norma di quanto dispone l'art. 1199 del c.c. il creditore che riceve il pagamento di una obbligazione deve farne annotazione sul titolo? Solo se questo non è restituito al debitore Sì, sempre No, in alcun caso Solo se questo è restituito al debitore
Che efficacia ha il patto che esclude preventivamente la responsabilità del debitore per colpa grave (art. 1229 c.c.)? È nullo È annullabile È valido ma può essere annullato È nullo ma può essere convalidato
L'azione di annullamento per difetto di forma del testamento pubblico è soggetta a prescrizione? No, è imprescrittibile Sì, si prescrive nel termine di dieci anni dall'apertura della successione Sì, si prescrive nel termine di un anno dall'apertura della successione Sì, si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie
In materia di durata dell'ufficio di tutore dell'interdetto, l'art. 426 del codice civile dispone che... Nessuno è tenuto a continuare nella tutela dell'interdetto oltre dieci anni, ad eccezione del coniuge, della persona stabilmente convivente, degli ascendenti o dei discendenti In nessun caso l'ufficio di tutore può durare oltre dieci anni Nessuno è tenuto a continuare nella tutela dell'interdetto oltre cinque anni, ad eccezione del coniuge L'ufficio di tutore è irrinunciabile
In merito a quanto disposto dall'art. 1182 del c.c. sul luogo dell'adempimento dell'obbligazione è corretto affermare che... L'obbligazione avente per oggetto una somma di danaro può essere adempiuta indifferentemente al domicilio del creditore o del debitore L'obbligazione avente per oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta, di norma, al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza L'obbligazione avente per oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta, di norma, al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza L'obbligazione avente per oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta, necessariamente, nel luogo in cui è sorta l'obbligazione
A norma di quanto dispone l'art. 1319 del c.c. se una obbligazione è indivisibile, ciascuno dei creditori può esigere l'esecuzione dell'intera prestazione? No, salva diversa convenzione tra i creditori Sì, e l'erede del creditore che agisce per il soddisfacimento dell'intero credito non deve dare cauzione a garanzia dei coeredi Sì, tuttavia l'erede del creditore che agisce per il soddisfacimento dell'intero credito deve dare cauzione a garanzia dei coeredi No
A norma del disposto di cui all'art. 1228 del c.c. quale responsabilità assume il debitore relativamente ai fatti dolosi o colposi dei terzi di cui si sia avvalso nell'adempimento dell'obbligazione? Il debitore è responsabile dei soli fatti dolosi Il debitore è responsabile, salvo diversa volontà delle parti Il debitore è responsabile solo per i fatti colposi Nessuna. Di tali fatti rispondono i terzi
L'art. 2955 del c.c. prevede la prescrizione di un anno per... I diritti dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlate I diritti dei commercianti per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio Le annualità delle pensioni alimentari I diritti dello Stato sui beni appartenenti al demanio pubblico
Ai sensi dell'art. 1230 del codice civile, si ha una novazione oggettiva quando... Viene modificata una condizione apposta all'obbligazione Viene modificato un termine apposto all'obbligazione Le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso Le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione con stesso oggetto e titolo
A norma dell'art. 375 del codice civile, il tutore deve essere autorizzato dal tribunale per... Costituire pegni o ipoteche Accettare eredità o rinunciarvi, accettare donazioni o legati soggetti a pesi o a condizioni Promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi Fare contratti di locazione d'immobili oltre il novennio o che in ogni caso si prolunghino oltre un anno dopo il raggiungimento della maggiore età
Nel caso di concorso del fatto colposo del creditore (art. 1227 del c.c.) il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno? Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore fino ad un massimo di un terzo del danno Sì, ma il risarcimento è ridotto in ogni caso alla metà dell'ammontare del danno Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate No, in nessuna misura
Quando l'obbligazione si estingue per confusione, i terzi che hanno prestato garanzia per il debitore restano obbligati? Sì, se non interviene espressa dichiarazione dell'interessato di liberarli Sì, limitatamente alle obbligazioni pecuniarie No, a norma del disposto di cui all'art. 1253 del c.c No, salvo che si tratti di obbligazione alimentare
Il riconoscimento del figlio naturale può essere fatto, tra l'altro,... In una scrittura privata Con dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà anche se anteriore al concepimento In un atto pubblico In una dichiarazione congiunta, anche verbale, del padre e della madre fatta alla presenza di due testimoni
Quale dei seguenti diritti, ai sensi dell'art. 2934 del codice civile, non è soggetto alla prescrizione? Il diritto dei prestatori di lavoro, per le retribuzioni corrisposte a periodi non superiori al mese Il diritto di riscatto della rendita perpetua Il diritto dei notai, per gli atti del loro ministero Il diritto dei commercianti, per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio
Secondo quanto dispone il c.c., quale responsabilità assumono verso l'ente gli amministratori delle associazioni riconosciute? Sono responsabili secondo le norme del mandato Sono responsabili secondo le norme del contratto di lavoro subordinato Sono responsabili secondo le norme del contratto d'opera Sono responsabili secondo le norme dell'associazione in partecipazione
Con l'azione negatoria il proprietario... Può agire per ottenere che il vicino partecipi alle spese necessarie per rendere visibili i confini della proprietà Può chiedere la reintegrazione del possesso contro colui che lo ha violentemente od occultamente spogliato del possesso stesso Può agire per far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, quando ha motivo di temerne pregiudizio Può agire per rivendicare la cosa da chiunque la possiede o detiene
Dispone l'art. 1188 del c.c. in materia di destinatario del pagamento che il pagamento fatto a chi non era legittimato a riceverlo... Non libera in nessun caso il debitore, anche se prova di essere stato in buona fede e se il pagamento è effettuato a chi appare legittimato a riceverlo in base a circostanze univoche Libera il debitore, se il creditore lo ratifica o se ne ha approfittato Estingue l'obbligazione Libera il debitore, salvo il caso di incapacità di chi ha ricevuto il pagamento
La donazione di modico valore avente per oggetto beni mobili è valida in assenza di atto pubblico? Sì, ma solo se è fatta tra parenti entro il secondo grado No, in alcun caso Sì, in ogni caso Sì, purché vi sia stata la tradizione
A norma di quanto dispone l'art. 1219 del c.c. in merito alla costituzione in mora del debitore, in quale di questi casi essa non è necessaria? Quando si tratta di un debito pecuniario Quando si tratta di obbligazione con facoltà alternativa Quando è scaduto il termine, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del creditore Quando si tratta di obbligazione di dare una determinata quantità di cose determinate solo nel genere
A norma di quanto dispone l'art. 1396 del c.c. le cause di estinzione del potere di rappresentanza (diverse dalla revoca della procura) conferito dall'interessato sono opponibili ai terzi? Non sono opponibili ai terzi che le hanno senza colpa ignorate Non sono opponibili ai terzi che le hanno colposamente ignorate Sono sempre opponibili ai terzi Non sono opponibili mai ai terzi
Dispone l'art. 2934 del codice civile che non sono soggetti alla prescrizione i diritti indisponibili e gli altri diritti indicati dalla legge. La fattispecie comprende, tra l'altro,... L'azione di nullità del contratto Il diritto dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlative Il diritto degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni che impartiscono a mesi o a giorni o a ore Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie
A norma di quanto dispone l'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto che limita preventivamente la responsabilità del debitore per colpa grave? È nullo È nullo ma può essere convalidato È valido ma può essere annullato È annullabile
Prevede espressamente l'art. 1260 del c.c. che il credito può essere trasferito... A titolo oneroso con il consenso del debitore, ovvero a titolo gratuito senza il consenso del debitore A titolo oneroso o gratuito, ma in ogni caso con il consenso del debitore A titolo oneroso o gratuito, anche senza il consenso del debitore, anche qualora abbia carattere strettamente personale A titolo oneroso o gratuito, anche senza il consenso del debitore, purché non abbia carattere strettamente personale o non sia vietato dalla legge
Nel matrimonio non costituiscono oggetto della comunione e sono beni personali del coniuge, ai sensi dell'art. 179 del Codice civile,... I beni che servono all'esercizio della professione del coniuge, tranne quelli destinati alla conduzione di un'azienda facente parte della comunione Gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio, ad esclusione di quelli relativi ai beni personali I frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione Le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio
Ai sensi di quanto dispone l'art. 2792 del c.c. il creditore pignoratizio può usare della cosa costituita in pegno? Sì, purché corrisponda un equo compenso al costituente Sì, quando l'uso sia necessario per la conservazione della cosa e, in tal caso, anche senza il consenso del costituente Sì, può anche darla in pegno o concederne ad altri il godimento No, in alcun caso
Dispone l'art. 1199 del c.c. che il creditore che riceve il pagamento di una obbligazione deve rilasciare quietanza... A richiesta e spese del debitore Sempre In nessun caso Solo se convenuto dalle parti
Secondo la disciplina dettata dal Codice Civile all'art. 1394, il contratto concluso dal rappresentante in conflitto d'interessi col rappresentato può essere annullato... Su domanda del rappresentato se il conflitto era conosciuto o riconoscibile dal terzo Su domanda del rappresentato solo se il conflitto era conosciuto dal terzo Solo su domanda del rappresentante Solo su domanda del terzo se il conflitto era conosciuto o riconoscibile da questo
A norma di quanto dispone l'art. 876 del c.c., se il vicino vuole servirsi del muro esistente sul confine solo per innestarvi un capo del proprio muro ha l'obbligo di renderlo comune? Sì, ha comunque l'obbligo di rendere comune il muro No, non ha né l'obbligo di renderlo comune né quello di pagare un'indennità per l'innesto Sì, ha l'obbligo di renderlo comune per tutta l'altezza o parte di essa No, non ha l'obbligo di renderlo comune, ma deve pagare l'indennità per l'innesto
Fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato, ai sensi dell'art. 826 del codice civile,... Gli immobili riconosciuti d'interesse storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in materia Le foreste che a norma delle leggi in materia costituiscono il demanio forestale dello Stato Le raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi e delle biblioteche I laghi, i torrenti e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia
A norma di quanto dispone il c.c. il creditore può rifiutare l'adempimento dell'obbligazione offertogli dal terzo? Sì, se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione Sì, ma solo se il creditore ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione Sì, ma solo nel caso di un'obbligazione di fare No, il creditore non può opporsi all'adempimento del terzo
Secondo le norme contenute nel codice civile un contratto la cui causa è contraria all'ordine pubblico... È valido a tutti gli effetti È rescindibile È irregolare È nullo
Il codice civile ammette la revocazione della donazione? Sì, l'ammette per ingratitudine e per inadempimento dell'onere Sì, l'ammette per ingratitudine e per sopravvenienza di figli No, in alcun caso Sì, ma l'ammette solo per sopravvenienza di figli
Dispone l'art. 843 del c.c. che il proprietario del fondo... Deve permettere l'accesso a chi vuole riprendere la cosa sua che vi si trovi accidentalmente. Esso può impedire l'accesso per riprendere l'animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia Deve permettere l'accesso a chi vuole riprendere la cosa sua che vi si trovi accidentalmente o l'animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia. Esso può impedire l'accesso consegnando la cosa o l'animale Può sempre, a suo insindacabile giudizio, impedire l'accesso al fondo Deve permettere l'accesso a chi vuole riprendere l'animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia. Esso può impedire l'accesso per riprendere la cosa che vi si trovi accidentalmente
È possessore di buona fede... Il soggetto che possiede ignorando di ledere l'altrui diritto, anche se l'ignoranza dipende da colpa grave Solo chi è stato immesso nel possesso del bene volontariamente dal proprietario Chi possiede ignorando di ledere l'altrui diritto Solo chi possiede in base ad un titolo valido ed idoneo a trasferire il diritto di proprietà
Il diritto soggettivo è una tra le principali situazioni giuridiche soggettive attive. Esso... Viene tradizionalmente definito come il potere di agire per il soddisfacimento del proprio interesse, riconosciuto e protetto È la pretesa alla legittimità dell'azione amministrativa riconosciuta ad un soggetto che si trova in una particolare posizione rispetto ad un potere della P.A È la posizione in cui si trova il soggetto a favore del quale viene maturando un interesse legittimo Consiste nel dovere di tenere un comportamento di contenuto specifico, funzionale alla realizzazione di un interesse altrui
Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo libera il debitore? No, in nessun caso Sì, se il debitore prova di aver pagato in buona fede Sì, lo prevede espressamente l'art. 1190 del c.c. se il debitore prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell'incapace No, salvo espressa dichiarazione del rappresentante legale dell'incapace di liberare il debitore
In materia di possesso l'art. 1147 del codice civile dispone che... È possessore di buona fede chi possiede ignorando di ledere l'altrui diritto La buona fede non è mai presunta. Occorre dimostrarla Non può invocarsi buona fede nel caso di colpa, anche lieve La buona fede giova anche se l'ignoranza dipende da colpa grave
Il c.c. all'art. 768-bis definisce patto di famiglia... Il contratto con cui, l'imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l'azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, a terzi Il contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, agli ascendenti Il contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l'imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l'azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti Il contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l'imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l'azienda, a terzi
Le costruzioni unite al suolo a scopo transitorio sono considerate dall'art. 812 del codice civile... Beni immobili per natura Beni mobili Pertinenze di beni immobili Beni immobili per determinazione di legge
Chi può domandare al tribunale, ai sensi del codice civile, la dichiarazione di assenza dello scomparso? I soli parenti e affini entro il terzo grado I presunti successori legittimi e chiunque ragionevolmente creda di avere sui beni dello scomparso diritti dipendenti dalla morte di lui Solo i presunti successori legittimi Qualunque cittadino
A norma di quanto dispone l'art. 1327 del c.c. qualora, su richiesta del proponente o per la natura dell'affare o secondo gli usi, la prestazione debba eseguirsi senza una preventiva risposta, il contratto si intende concluso nel tempo e nel luogo in cui... Viene fatta la proposta Ha avuto inizio l'esecuzione Il destinatario ha avuto notizia della proposta L'accettazione giunge al proponente
A norma di quanto dispone l'art. 1186 del c.c. in merito alla decadenza del termine dell'obbligazione è corretto affermare che, quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere immediatamente la prestazione... Solo se il debitore ha diminuito per fatto proprio le garanzie che aveva date Tra l'altro se il debitore è divenuto insolvente Nel solo caso in cui il debitore non abbia dato le garanzie che aveva promesse Solo se l'obbligazione è pecuniaria
A norma di quanto dispone l'art. 1263 del c.c. cosa comprende il credito trasferito per effetto della cessione? I privilegi, le garanzie reali e i frutti scaduti I soli privilegi, con esclusione delle garanzie personali e reali e degli altri accessori I privilegi, le garanzie personali e reali, con esclusione degli altri accessori I privilegi, le garanzie personali e reali e gli altri accessori
Dispone l'art. 988 del c.c. che il diritto dell'usufruttuario... Non si estende al tesoro che si scopra durante l'usufrutto, salve le ragioni che gli possono competere come ritrovatore Non si estende al tesoro che si scopra durante l'usufrutto, neanche come ritrovatore Non si estende ai frutti civili Si estende al tesoro che si scopra durante l'usufrutto
Le energie naturali sono considerate dal codice civile beni mobili... Quando hanno valore economico Quando non hanno valore economico In ogni caso Salvo che la legge non disponga diversamente
Dispone l'art. 1292 del c.c. che l'obbligazione è in solido quando... Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione e l'adempimento conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento di più prestazioni aventi il medesimo contenuto, ma l'adempimento conseguito da uno di essi non libera il debitore dall'adempimento delle altre prestazioni verso gli altri creditori Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere, esclusivamente per la propria parte, l'adempimento di un'unica prestazione divisibile Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione ma l'adempimento conseguito da uno di essi non libera il debitore verso tutti i creditori
Il creditore che ha ipoteca su immobili del debitore può pignorare altri immobili del debitore medesimo? Sì, purché si tratti di immobili costituenti abitazione principale del debitore Sì, può indifferentemente sottoporre a pignoramento gli uni e gli altri No, se non sottopone a pignoramento anche gli immobili gravati dall'ipoteca No, l'art. 2911 del c.c. lo esclude tassativamente e non ammette alcuna condizione
Il codice civile conferisce al giudice la facoltà di rilevare d'ufficio la compensazione legale? No, l'art. 1242 del c.c. lo esclude espressamente Sì, l'art. 1242 del c.c. lo prevede espressamente Sì, limitatamente ai debiti pagabili nello stesso luogo Sì, nel solo caso di crediti produttivi di interessi
In materia di negozio giuridico, i vizi della volontà cui la legge attribuisce rilevanza sono: l'errore, il dolo e la violenza. L'errore consiste... Nella minaccia di un male ingiusto posta in essere per determinare un soggetto a compiere un negozio giuridico Sempre nella menzogna, cioè nell'affermazione di cosa non vera In un artificio con cui un soggetto induce un altro soggetto in errore, determinandolo a porre in essere un negozio giuridico che altrimenti non sarebbe stato concluso In una falsa rappresentazione della realtà che concorre a determinare la volontà del soggetto
Il cedente ha l'obbligo di consegnare al cessionario i documenti probatori del credito che sono in suo possesso? Sì, salvo che nelle cessioni a titolo oneroso No, deve solo consegnare al cessionario una copia autentica dei documenti Sì, lo prevede espressamente l'art. 1262 del c.c Sì, salvo che nelle cessioni a titolo gratuito
La prescrizione rimane sospesa, ai sensi dell'art. 2941 del codice civile,... In materia di azione di nullità del contratto Tra l'erede e l'eredità accettata con beneficio d'inventario In materia di riscatto della rendita perpetua Per i diritti dello Stato sui beni appartenenti al demanio pubblico
Si prescrivono in tre anni, ai sensi dell'art. 2956 del codice civile... I diritti dei commercianti per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio I diritti degli ufficiali giudiziari, per il compenso degli atti compiuti nella loro qualità Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie I diritti dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlative
Dispone l'art. 1174 del c.c. che l'oggetto dell'obbligazione, ossia la prestazione dovuta dal debitore al creditore deve essere suscettibile di valutazione economica. L'interesse del creditore alla prestazione deve anch'esso avere carattere patrimoniale? Sì, l'interesse deve essere economico o patrimoniale Sì, e non può mai consistere in un interesse meramente ideale No, l'interesse può essere economico, patrimoniale o non patrimoniale Sì, l'interesse deve essere necessariamente patrimoniale
Dispone l'art. 2948 del c.c. che si prescrivono in cinque anni... Il capitale nominale dei titoli di Stato emessi al portatore I diritti degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni impartite a tempo più lungo di un mese I diritti dei commercianti per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio I diritti per l'azione di rivendicazione della proprietà
Dispone l'art. 2948 del c.c. che si prescrivono in cinque anni... Le indennità spettanti per la cessazione del rapporto di lavoro I diritti degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni che impartiscono a mesi o a giorni o a ore I diritti per il riscatto della rendita perpetua I diritti dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlative
A norma di quanto dispone l'art. 852 del c.c., dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria (art. 851 c.c.) sono esclusi... Anche i terreni attraversati da corsi d'acqua Anche le aree fabbricabili I soli terreni già impiegati in colture agricole I soli terreni adiacenti ai fabbricati e costituenti dipendenze dei medesimi
In base alla normativa dettata dal codice civile in relazione al condominio negli edifici, un condomino può, rinunziando al diritto sulle parti comuni dell'edificio, sottrarsi al contributo nelle spese per la loro conservazione? No. Il codice civile lo vieta Può liberamente sottrarsi al contributo, in quanto la partecipazione alle spese per la conservazione delle parti comuni dell'edificio è strettamente connessa e correlata all'esercizio del diritto di proprietà su di esse Ogni determinazione è lasciata all'accordo delle parti. Il codice civile nulla dispone in proposito Sì, con la maggioranza dei due terzi degli altri condomini
La dimora di una persona... È il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi È il luogo in cui la persona ha la residenza abituale È il luogo nel quale la persona è di fatto presente in modo non abituale È il luogo in cui la persona è nata
Dispone il Titolo III del Libro III del c.c. in merito alla superficie che quando il diritto di superficie è costituito per un tempo determinato, allo scadere del termine il diritto di superficie... Si estingue, ma il proprietario del suolo non diventa proprietario della costruzione Si estingue e il proprietario del suolo diventa usufruttuario della costruzione Si estingue e il proprietario del suolo diventa proprietario della costruzione Si estingue, ma il proprietario della costruzione ne conserva l'uso in ogni caso
A norma di quanto dispone l'art. 959 (diritti dell'enfiteuta) del c.c. a chi spettano i frutti? Sempre all'enfiteuta Al concedente e all'enfiteuta in parti uguali Sempre al concedente All'enfiteuta solo se prova di aver migliorato il fondo, altrimenti al concedente
Quale istituto giuridico si pone in essere quando nell'obbligazione un nuovo debitore è sostituito a quello originario, che viene liberato? Una novazione soggettiva Una novazione oggettiva Una compensazione convenzionale Una remissione del debito
Ai sensi dell'art. 2810 del codice civile è corretto affermare che... Non può essere oggetto di ipoteca il diritto di superficie Possono essere oggetto di ipoteca solo i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze Può essere oggetto di ipoteca il diritto di uso su qualunque bene in commercio Può essere oggetto di ipoteca il diritto dell'enfiteuta e quello del concedente sul fondo enfiteutico
Indicare quale tra le seguenti affermazioni in materia di convalida del contratto annullabile, è conforme alle disposizioni di cui all'art. 1444 del c.c In nessun caso il contratto annullabile può essere tacitamente convalidato Il contratto annullabile può essere convalidato dal contraente al quale spetta l'azione di annullamento Il contratto annullabile può essere convalidato da qualsiasi contraente La convalida è attuata con un atto che contiene la sola dichiarazione che si intende convalidare il contratto
A norma di quanto dispone l'art. 1176 del c.c., come deve valutarsi la diligenza nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio di un'attività professionale? Deve valutarsi con riguardo alla persona che pone in essere l'attività professionale Deve valutarsi con riguardo ai mezzi impiegati Deve valutarsi con riguardo al risultato Deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata
Le isole che si formano nel letto dei fiumi o torrenti... Appartengono di norma al proprietario del fiume o del torrente Appartengono al demanio pubblico Appartengono all'unico proprietario della riva più vicina Appartengono ai proprietari delle rive più vicine
Il partecipante alla comunione può servirsi della cosa comune? No, l'art. 1102 del c.c. lo vieta espressamente No, salvo che il titolo o gli usi dispongano diversamente Sì, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto Sì, ma solo previa autorizzazione degli altri partecipanti
Il codice civile ammette la subenfiteusi? Sì, la subenfiteusi è consentita dall'art. 968 c.c Sì, solo per atto di ultima volontà Sì, se il concedente è d'accordo No, la subenfiteusi è vietata dall'art. 968 c.c
L'usufrutto si estingue per forza di legge, tra l'altro,... Per morte dell'usufruttuario Per prescrizione per effetto del non uso durato per dieci anni Per il parziale perimento della cosa su cui è costituito In caso di perimento della cosa per colpa di terzi
A norma di quanto dispone l'art. 1117 del c.c. nel condominio degli edifici costituiscono proprietà comune dei proprietari dei diversi piani o porzioni di piani di un edificio, se il contrario non risulta dal titolo,... Le fondazioni e i muri maestri I locali del piano cantinato esclusi i locali per la lavanderia Gli anditi e i portici, esclusi i cortili I tetti, esclusi i lastrici solari
Il debitore che ha eseguito la prestazione dovuta può impugnare il pagamento a causa della propria incapacità? No, lo esclude espressamente l'art. 1191 del c.c Sì, se il suo rappresentante legale provi di non essere stato a conoscenza del pagamento Sì, in qualunque momento Sì, in quanto atto negoziale
A norma di quanto dispone l'art. 1181 del c.c. in merito all'adempimento parziale dell'obbligazione è corretto affermare che... Quando la prestazione è divisibile, il creditore può rifiutare un adempimento parziale, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente Quando la prestazione è divisibile, il creditore non può in nessun caso rifiutare un adempimento parziale Quando la prestazione è divisibile, il creditore non può in nessun caso rifiutare l'adempimento parziale se questo sia superiore alla metà del dovuto Quando la prestazione è divisibile, il creditore, a suo insindacabile giudizio, può sempre rifiutare un adempimento parziale
A norma di quanto dispone l'art. 1186 del c.c. in merito alla decadenza del termine dell'obbligazione è corretto affermare che se per l'adempimento dell'obbligazione è fissato un termine a favore del debitore, il creditore... Può esigere immediatamente la prestazione se il debitore ha diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva date Non può in nessun caso esigere la prestazione prima della scadenza del termine Può in ogni caso esigere la prestazione prima della scadenza del termine Può esigere immediatamente la prestazione solo nel caso in cui il debitore non ha dato le garanzie che aveva promesse
Ai sensi dell'art. 1373 del c.c., qualora nel contratto sia stata stipulata la prestazione di un corrispettivo per il recesso, questo ha effetto... Quando la prestazione è eseguita; è escluso ogni patto contrario Quando la prestazione è eseguita Solo entro tre giorni dall'inizio della prestazione Anche se la prestazione non è eseguita
La condotta disordinata o riprovevole dell'alimentato può essere causa di cessazione degli alimenti? No, può solo essere causa di riduzione Si In nessun caso la somministrazione degli alimenti può cessare o essere ridotta Sì, in base ad accertamento dell'autorità giudiziaria
Il codice civile consente a chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona di dichiarare, nel momento in cui paga, quale debito intende soddisfare? No, lo esclude espressamente l'art. 1193 del c.c Sì, ma solo nel caso di richiesta del creditore Sì, con il consenso del creditore Sì, lo prevede espressamente l'art. 1193 del c.c
Come è denominato il contratto con il quale una parte assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata? Contratto di compromesso Contratto di appalto Contratto di agenzia Contratto di commissione
Il risarcimento del danno per l'inadempimento di un'obbligazione o il ritardo nell'adempimento della stessa deve comprendere, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta... Solo la perdita subita dal creditore Solo il mancato guadagno del creditore Sia la perdita subita dal creditore sia il mancato guadagno Solo gli interessi legali
Secondo le disposizioni stabilite nel Capo I (dei beni in generale) del libro terzo (della proprietà) del codice civile i beni sono classificati in mobili ed immobili. Appartengono alla seconda categoria, tra gli altri,... I beni mobili registrati I mulini, assicurati o meno alla riva o all'alveo I bagni e gli altri edifici galleggianti, assicurati o meno alla riva Gli edifici e le altre costruzioni, anche se unite al suolo a scopo transitorio
Dispone espressamente l'art. 824 del c.c. che i mercati comunali sono soggetti al regime... Del demanio pubblico Della proprietà privata Del patrimonio indisponibile dello Stato Del patrimonio disponibile del Comune
Un contratto con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose è... Un contratto di riporto Un contratto di somministrazione Un contratto estimatorio Un contratto di scommessa
I beni immobili che non sono di proprietà di alcuno, ai sensi dell'art. 827 del codice civile,... Appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico Spettano a chi li occupa Sono considerati beni privi di proprietario e seguono le regole in materia di usucapione Spettano al patrimonio dello Stato
Un testamento olografo privo di data, ma tale da poterla ricavare da elementi estranei all'atto è valido? Sì, in mancanza di altro testamento No, salvo prova contraria No, in alcun caso Sì, salvo prova contraria
L'art. 820 del codice civile opera una netta distinzione tra frutti naturali e frutti civili, comprendendo tra i primi... Il corrispettivo delle locazioni I canoni enfiteutici Le rendite vitalizie I prodotti delle miniere, cave e torbiere
Ai sensi dell'art. 810 del codice civile sono definiti «beni»... Le cose suscettibili di soddisfare un bisogno Le cose suscettibili di una valutazione economica Le cose produttive di reddito Le cose che possono formare oggetto di diritti
A norma di quanto dispone l'art. 1272 del c.c. in merito all'espromissione il terzo può opporre al creditore le eccezioni relative ai suoi rapporti col debitore originario? No, se non è convenuto diversamente Sì, ma non può opporgli invece le eccezioni che al creditore avrebbe potuto opporre il debitore originario No, può opporgli invece la compensazione che avrebbe potuto opporre il debitore originario Sì, in ogni caso
Quali norme, in quanto compatibili, si applicano alla permuta? Le norme stabilite per il mutuo Le norme stabilite per il pegno Le norme stabilite per la vendita Le norme stabilite per la fideiussione
Dall'art. 1173 del c.c. risulta che possono essere fonti delle obbligazioni... Solo gli atti e i fatti di natura negoziale Solo i fatti leciti Anche i fatti illeciti Solo i contratti
In una obbligazione possono esserci più creditori di un medesimo debitore o più debitori di un medesimo creditore. Quando vi siano più debitori,... La parziarietà è la regola, la solidarietà è l'eccezione La solidarietà è la regola e non è mai ammessa la parziarietà La solidarietà deve essere pattuita, altrimenti l'obbligazione è nulla La solidarietà è la regola, la parziarietà è l'eccezione
Dispone l'art. 1073 del c.c. che la servitù si estingue per prescrizione... Quando non se ne usa per venticinque anni Quando non se ne usa per vent'anni Quando non se ne usa per dieci anni Quando non se ne usa per trent'anni
Dispone l'art. 1264 del c.c. che la cessione del credito ha effetto nei confronti del debitore ceduto... Dopo sessanta giorni da quando questi l'ha accettata Solo quando gli sia stata notificata Solo quando questi l'ha accettata Quando questi l'ha accettata o gli sia stata notificata
L'oggetto del contratto... Deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile Deve essere lecito e indeterminato Può essere impossibile Può essere illecito
A norma di quanto dispone l'art. 1178 del c.c., quando l'obbligazione ha per oggetto la prestazione di cose determinate soltanto nel genere, il debitore... Deve prestare cose di qualità idonea a soddisfare le esigenze del creditore Deve prestare cose di qualità non inferiore alla media Deve prestare cose di qualità superiore alla media Deve prestare cose di qualità non inferiore alla media che devono essere garantite da un terzo
Prevede l'art. 1101 del c.c. che i partecipanti alla comunione, di norma, concorrono nei vantaggi e nei pesi... In proporzione delle rispettive quote per quanto riguarda i pesi e in parti uguali per quanto riguarda i vantaggi, anche se le quote siano diverse In proporzione delle rispettive quote In parti uguali, ancorché le quote siano diverse In proporzione delle rispettive quote per quanto riguarda i vantaggi e in parti uguali per quanto riguarda i pesi, anche se le quote siano diverse
Ai sensi delle disposizioni contenute nel c.c. in quale caso il negozio giuridico è nullo? Solo quando la causa è illecita Quando è contrario alle norme imperative Solo quando manchi completamente degli elementi essenziali Solo quando l'oggetto è impossibile, illecito, indeterminato e indeterminabile
Tra gli elementi accidentali del negozio giuridico figura la condizione. Essa è... Un avvenimento passato e incerto Un avvenimento futuro ed incerto Un avvenimento passato e certo Un avvenimento futuro e certo
L'art. 624 del c.c. dispone che la disposizione testamentaria può essere impugnata da chiunque vi abbia interesse quando è l'effetto... Di dolo o errore Di violenza o errore Di violenza o dolo Di violenza, dolo o errore
Può costituirsi una enfiteusi a tempo determinato? No, l'enfiteusi può essere solo perpetua Sì, per una durata non superiore ai venti anni Sì, per una durata non inferiore ai venti anni Sì, ma solo in caso di successione
I c.d. diritti personalissimi sono... Diritti di obbligazione Diritti reali Diritti intrasmissibili Diritti non patrimoniali
Le clausole d'uso... S'intendono sempre inserite nel contratto S'intendono inserite nel contratto, se non risulta che non sono state volute dalle parti Possono essere inserite solo nei contratti della P.A S'intendono inserite nel contratto, anche se risulta che non sono state volute dalle parti
Il codice civile prevede modi di estinzione dell'obbligazione diversi dall'adempimento. Quando due persone sono obbligate l'una verso l'altra e i due debiti si estinguono per le quantità corrispondenti si è in presenza di... Compensazione Confusione Novazione Remissione
Come è denominato l'accordo con il quale le parti sostituiscono una nuova obbligazione a quella originaria che conseguentemente si estingue? Novazione Invenzione Comunione Usufrutto
Qual è il modo normale di estinzione dell'obbligazione? La remissione L'adempimento La surrogazione L'accollo
Il mutuo è il contratto... Col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta Col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro Con il quale una parte trasferisce un diritto da un soggetto all'altro Col quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità
Il negozio giuridico si dice irregolare... Quando l'oggetto è impossibile Quando manca di uno degli elementi essenziali Quando il motivo è illecito Quando pur essendo perfettamente valido ed efficace ha tuttavia violato qualche comando legislativo
Quando le qualità di creditore e di debitore si riuniscono nella medesima persona, si configura un'estinzione dell'obbligazione per... Usufrutto Novazione Confusione Accessione
A norma di quanto dispone l'art. 840 del c.c. salvo quanto previsto da leggi speciali, a chi spetta la proprietà del sottosuolo? Al proprietario del suolo Allo Stato Agli enti locali A chi ha il possesso del suolo
Quale dei seguenti non è ricompreso tra i modi d'acquisto della proprietà espressamente previsti all'art. 922 del c.c.? Invenzione Possesso non violento né clandestino Occupazione Accessione
Il matrimonio deve necessariamente essere celebrato pubblicamente? Solo se si tratta di matrimonio per procura No. Il matrimonio deve essere pubblico solo se celebrato nella casa comunale Sì, lo prescrive espressamente il codice civile No
Ai sensi del c.c., il tutore del minore può acquistare beni mobili necessari per l'uso del minore, per l'economia domestica e per l'amministrazione del patrimonio? No. Per tale operazione è necessaria l'autorizzazione del tribunale su parere del giudice tutelare Sì, d'intesa con il minore e sentito il protutore Sì, previa autorizzazione del giudice tutelare Sì, senza alcuna autorizzazione
La capacità giuridica... Si acquista sempre dal momento del concepimento Può essere oggetto di interdizione giudiziale e legale È l'idoneità del soggetto ad acquistare ed esercitare diritti soggettivi e ad assumere obblighi Può cessare solo a seguito della morte del soggetto
Secondo il codice civile, l'oggetto è un requisito del contratto. Cosa comporta la sua mancanza? Nulla Ne determina la nullità Può comportarne l'annullabilità solo se l'oggetto NON è neppure desumibile dal contratto stesso Nulla, purché siano presenti tutti gli altri requisiti
È un negozio giuridico bilaterale... Solo il contratto di società La compravendita Il testamento La disdetta
Perché il diritto sulla cosa possa configurare un diritto di proprietà occorre, ai sensi dell'art. 832 del c.c... Il godimento e la disponibilità della cosa in modo pieno ed esclusivo Il godimento della cosa in modo pieno ed esclusivo La disponibilità della cosa in modo pieno ed esclusivo Il godimento e la disponibilità della cosa in modo perpetuo
Le servitù prediali, ai sensi dell'art. 1031 del c.c.,... Possono essere costituite coattivamente, volontariamente, per usucapione o per destinazione del padre di famiglia Non possono essere costituite per destinazione del padre di famiglia Possono essere costituite solo coattivamente o volontariamente Non possono essere costituite per usucapione
I privilegi sono cause legittime di prelazione? Sì, unitamente alle sole ipoteche No, solo il pegno e le ipoteche sono cause legittime di prelazione Sì, unitamente al solo pegno Sì, come il pegno e le ipoteche
Sono «pertinenze», ai sensi dell'art. 817 del codice civile,... Le cose che appartengono alla stessa persona e hanno una destinazione unitaria Le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra cosa Le cose che per la loro natura o dimensione possono essere contenute in un'altra cosa Le cose che risultano dalla divisione di un'altra cosa
Quale delle seguenti azioni è posta dal codice civile a specifica tutela della proprietà? Azione estimatoria Azione per apposizione di termini Azione di manutenzione Azione di riduzione
In materia di obbligazioni l'inadempimento può definirsi... Come il rifiuto senza legittimo motivo da parte del creditore di ricevere il pagamento offertogli dal debitore Come il comportamento del creditore assolutamente incompatibile con la volontà di far valere il suo diritto Come la circostanza in cui il creditore assegna al debitore un nuovo creditore verso il quale il debitore si obbliga Come ogni comportamento del debitore difforme da quello al quale è obbligato, ovvero la mancata, l'inesatta o la ritardata esecuzione del rapporto obbligatorio
Come è denominato il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta? Comodato Contratto di rendita Deposito Sequestro convenzionale
Dove si iscrive l'ipoteca giudiziale su un immobile? Nell'ufficio dei registri immobiliari indicato dal giudice Nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui si trova l'immobile Nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui risiede il debitore Nell'ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui risiede il creditore
La trascrizione nei registri immobiliari si può effettuare, tra l'altro, ai sensi dell'art. 2657 del codice civile, in forza... Di documento, in qualsiasi forma redatto, comprovante il fatto idoneo a produrre gli effetti giuridici voluti Di atto pubblico Di contratto, in qualunque forma concluso Di scrittura privata redatta alla presenza di due testimoni
A norma di quanto dispone l'art. 1282 del c.c. i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi? Sì, di pieno diritto, salvo che la legge o il titolo stabiliscano diversamente No, in alcun caso Solo nei confronti dello Stato Solo se convenuti espressamente
L'obbligazione solidale... È quella con una pluralità di soggetti in cui ogni creditore ha diritto di pretendere la prestazione per l'intero (attiva) oppure ogni debitore ha l'obbligo di eseguire l'obbligazione per intero (passiva) Consiste in un contratto tra creditore ed un terzo per cui il terzo, senza intervento del debitore ne assume verso il creditore il debito Ha più soggetti, ciascuno dei quali è portatore di un diritto o obbligo parziale, proporzionato alla sua partecipazione al vincolo Ricorre quando il debitore delegante delega un terzo delegato ad eseguire il pagamento al creditore delegatario
Le cose mobili che non sono di proprietà di alcuno si acquistano... Con l'occupazione Con l'accessione Con la specificazione Con la commistione
Quale istituto collegato al decorso del tempo si sostanzia nella perdita della possibilità di esercitare un diritto per il mancato compimento di una determinata attività, o di un dato atto, nel termine perentorio previsto dalla legge? La servitù La decadenza Il pegno La prescrizione
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno? Sì, in ogni caso Sì, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile No, salvo che il creditore provi che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato dal dolo del debitore No, in alcun caso
Di quale contratto tipico, l'organizzazione dei mezzi necessari e l'assunzione del rischio costituiscono i requisiti essenziali? Leasing Riporto Commissione Appalto
Quale delle seguenti azioni è posta dal codice civile a specifica tutela della proprietà? Azione estimatoria Azione di rivendicazione Azione di manutenzione Azione di reintegrazione
A norma di quanto dispone l'art. 1184 del c.c. se non si possa desumere a favore di chi sia stato stabilito il termine fissato per l'adempimento dell'obbligazione... Esso si presume a favore del creditore per le obbligazioni pecuniarie, a favore del debitore per tutte le altre Esso si presume a favore del debitore Esso si presume a favore del creditore Esso si presume a favore di entrambe le parti
Se il chiamato all'eredità muore senza aver accettato l'eredità,... Il diritto di accettarla non si trasmette agli eredi L'eredità si considera accettata Il diritto di accettarla si devolve solo per rappresentazione Il diritto di accettarla si trasmette agli eredi
Ai sensi dell'art. 2671 del codice civile, entro quale termine il notaio che ha ricevuto l'atto ha l'obbligo di trascriverlo? Nel più breve tempo possibile Entro sessanta giorni Entro cinquanta giorni Entro dieci giorni
Dispone l'art. 818 del c.c. che gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale... Comprendono anche le pertinenze, se non è diversamente disposto Comprendono anche le pertinenze, solo se è espressamente previsto Comprendono in ogni caso le pertinenze Non comprendono di norma le pertinenze
Il pegno... È un diritto assoluto che attribuisce al suo possessore un potere che questi può far valere indistintamente verso tutti Si perfeziona con la consegna al creditore della cosa Può avere ad oggetto solo beni immobili o rendite dello Stato È un contratto mediante il quale un terzo garantisce personalmente l'adempimento di un'obbligazione altrui
A norma di quanto dispone l'art. 1162 del c.c., qualora il titolo dell'acquisto, effettuato in buona fede, non sia stato trascritto, l'usucapione di un bene mobile iscritto in pubblici registri... Si compie con il decorso di trent'anni Si compie con il decorso di dieci anni Non si compie Si compie con il decorso di quindici anni
Si parla di compensazione quando... Il creditore rifiuti senza legittimo motivo, di ricevere il pagamento offertogli dal debitore Un soggetto ordina ad un altro di assumersi un debito o di effettuare un pagamento verso un suo creditore Un terzo estraneo al rapporto obbligatorio e senza delegazione del debitore assume il debito nei confronti del debitore Due soggetti sono contestualmente creditore e debitore l'uno dell'altro
Gli elementi del rapporto obbligazionario sono... La proposta e l'accettazione La cosa data in pegno e l'accettazione Il debitore e il creditore I soggetti (debitore e creditore) e la prestazione
Quando il debitore (delegante) ordina ad un terzo (delegato) di assumere il debito nei confronti del creditore (delegatario), o di eseguire nei confronti di quest'ultimo la prestazione obbligazionaria dal primo dovuta, si configura... Una fideiussione Una delegazione Un'espromissione Un accollo
Dispone l'art. 2946 del c.c. che salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione (prescrizione ordinaria)... Con il decorso di cinque anni Con il decorso di dieci anni Con il decorso di undici anni Con il decorso di nove anni
Come è denominato il contratto col quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per conto dell'altra? Mandato Permuta Trasporto Transazione
Dispone l'art. 979 del c.c. che quando l'usufrutto è costituito a favore di una persona giuridica... Dura finché esiste la persona giuridica Esso non può durare più di trent'anni Esso non può durare più di vent'anni Esso non può durare più di quarant'anni
Normalmente il pagamento del terzo, quando è consentito, estingue l'obbligazione; diversamente in alcune ipotesi previste dalla legge il pagamento del terzo realizza solo la modificazione soggettiva attiva del rapporto obbligatorio. Tale vicenda si definisce... Occupazione Surrogazione Compensazione Usufrutto
L'affinità è... Il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge Il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite Il vincolo tra marito e moglie Un vincolo esclusivamente affettivo
Quando il terzo (espromittente), senza intervento del debitore (espromesso), ne assume verso il creditore il debito, pone in essere... Un'espromissione Una delegazione Un comodato Una fideiussione
Ai sensi del c.c., le fondazioni... Possono essere disposte anche con testamento Possono essere costituite con scrittura privata Possono essere costituite solo con scrittura privata autenticata Non possono essere disposte con testamento
Dispone l'art. 1183 del c.c. in merito al tempo dell'adempimento dell'obbligazione che qualora per l'adempimento dell'obbligazione sia necessaria la fissazione di un termine, questo, in mancanza di accordo tra le parti,... È stabilito dal giudice È stabilito dal creditore È stabilito da un terzo nominato di comune accordo tra le parti È stabilito dal debitore
Come viene definito dal codice civile il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l'altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un'obbligazione? Donazione Fideiussione Mandato Riporto
La sostituzione del debitore originario con un nuovo debitore configura una... Invenzione Ipoteca volontaria Compensazione convenzionale Novazione soggettiva
La compensazione legale... Si verifica quando in seguito ad accordo le parti intendono compensare le rispettive ragioni anche se non ricorrono alcune delle condizioni richieste dalla legge. Si verifica tra crediti certi e determinati. Non può mai avvenire tra debiti omogenei che abbiano per oggetto forme di denaro o altre qualità di cose fungibili dello stesso genere. Si verifica tra due debiti omogenei, liquidi ed esigibili. Si verifica quando il debito opposto, anche se non liquido sia di facile e pronta liquidazione, ed in tal caso la compensazione opera per effetto della sentenza.
La mora del creditore si verifica,... Tra l'altro, quando, senza legittimo motivo, il creditore non riceve il pagamento offertogli nei modi indicati dal codice civile. Tutte le volte che si determina un illecito civile ed interviene una valutazione di colpevolezza e di responsabilità. Quando scade il termine per l'adempimento stipulato in favore del debitore. Solo quando, senza legittimo motivo non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione. In tutti i casi in cui il creditore non riceve il pagamento offertogli anche se in presenza di cause giustificatrici.
Quali dei seguenti beni, ai sensi dell'art. 2784 del codice civile, possono essere dati in pegno? I soli beni mobili iscritti nei pubblici registri. Beni immobili con le loro pertinenze. Beni mobili. Crediti, qualunque sia la loro natura e beni immobili. Solo universalità di beni mobili.
La prescrizione è un istituto di ordine pubblico e la sua disciplina è inderogabile. In conseguenza di ciò ogni patto diretto a modificare la disciplina legale della prescrizione... È annullabile, salvo se sia stipulato per atto pubblico o scrittura privata autenticata. È valido ma solo se convalidato dal giudice. È annullabile, salvo se sia stipulato per atto pubblico. È nullo. È valido.
Chi è tenuto a dare una garanzia, senza che ne siano determinati il modo e la forma,... Deve necessariamente prestare una garanzia reale. Può prestare a sua scelta una idonea garanzia reale o personale, ovvero altra sufficiente cautela. Deve necessariamente prestare una garanzia personale. Deve necessariamente prestare una garanzia reale di specie. Deve necessariamente prestare una garanzia in titoli di Stato ovvero garantiti dallo Stato.
Si parla di ipoteca legale... Solo quando l'ipoteca ha ad oggetto beni mobili o universalità di mobili. Quando è la legge che attribuisce ad alcuni creditori il diritto di ottenere l'iscrizione ipotecaria, senza il concorso della volontà del debitore. Quando l'ipoteca nasce da contratto o da dichiarazione unilaterale di volontà da parte del concedente (con atto pubblico o scrittura privata). Quando il diritto ad ottenere l'iscrizione ipotecaria deriva dalla volontà del debitore. Quando hanno per oggetto un diritto reale.
In quale delle seguenti ipotesi si ha la novazione oggettiva della obbligazione? Quando la sostituzione riguarda l'oggetto o il titolo. Quando viene rilasciato un nuovo documento da cui risulta l'obbligazione. Quando la modificazione riguarda una condizione apposta. Quando la sostituzione riguarda i soggetti. Quando la modifica riguarda un termine apposto all'obbligazione.
La somministrazione è il contratto... Con il quale le parti stabiliscono la corresponsione di una posta a favore di colui che risulterà vincitore nel gioco. Con il quale una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, a eseguire, a favore dell'altra, prestazioni periodiche o continuative di cose. Con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito. Che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all'altro. Atipico con il quale una parte concede ad un'altra il godimento di un bene, dietro corrispettivo di un canone periodico, per un certo periodo di tempo.
Il contratto concluso da persona interdetta... È rescindibile. È annullabile. È valido a tutti gli effetti e pertanto non annullabile. È irregolare. È nullo.
Nel caso in cui il luogo dell'adempimento di una obbligazione non è determinato dalla convenzione o dagli usi, né è desumibile dalla natura della prestazione o da altre circostanze, una obbligazione avente per oggetto la consegna di una cosa certa e determinata deve essere adempiuta... Nel luogo in cui si trovava la cosa quando l'obbligazione è sorta. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Al domicilio che il creditore aveva quando l'obbligazione è sorta. Al domicilio del debitore, al momento della scadenza. Al domicilio che il debitore aveva al tempo della nascita dell'obbligazione.
In una associazione riconosciuta, quale l'organo ha la competenza per le modificazioni dell'atto costitutivo e dello statuto? Gli amministratori. I soci fondatori. I soci con quota maggioritaria. L'assemblea degli associati. Il collegio dei probiviri.
La separazione giudiziale dei coniugi... È l'interruzione della convivenza attuata in via di mero fatto, senza l'intervento di alcun provvedimento del tribunale. È quella che avviene per accordo della parti e deve essere omologata dal tribunale. È priva di effetti giuridici ma può essere rilevante ai fini del divorzio. È quella pronunziata dal tribunale, ad istanza di uno o di entrambi i coniugi, a seguito di fatti che rendono intollerabile la prosecuzione della convivenza. Non è rilevante ai fini dell'adozione speciale.
Le clausole contrattuali inserite nelle condizioni generali di un contratto o in moduli o formulari predisposti da uno dei contraenti si interpretano, nel dubbio... A favore dell'altro. Per il principio di conservazione, come valide e favorevoli a chi le ha apposte. Secondo equità. Come non apposte. A favore del contraente che ha predisposto il modulo o il formulario.
Le norme del codice civile che regolano i contratti si osservano anche per gli atti unilaterali tra vivi? Solo qualora sia dichiaratamente espresso di volervi sottostare. No, in alcun caso. Sì, in ogni caso. Sì, limitatamente agli atti di contenuto patrimoniale in quanto compatibili, salvo diverse disposizioni di legge. Sì, limitatamente agli atti di contenuto non patrimoniale in quanto compatibili.
I regolamenti sono fonti del diritto? Sì. No, solo le leggi e le norme corporative sono fonti del diritto. No, solo le leggi e gli usi sono fonti del diritto. No, solo le leggi e le convenzioni sono fonti del diritto. Sì, le sole fonti del diritto sono i regolamenti.
In una associazione riconosciuta quale l'organo è competente per l'approvazione del bilancio? L'assemblea degli associati. I soci fondatori. I soci con quota maggioritaria. Il collegio dei probiviri. Gli amministratori.
A quale regime sono soggetti i mercati comunali? Al regime del demanio pubblico. Al regime del patrimonio disponibile del Comune. Al regime del patrimonio indisponibile del Comune. Al regime del patrimonio indisponibile dello Stato. Al regime della proprietà privata.
Come sono definiti i diritti che assicurano al titolare un potere che si può far valere solo verso una o più persone determinate, a carico delle quali sussiste l'obbligo di dare, fare o di non fare qualcosa? Diritti assoluti. Diritti personalissimi. Diritti relativi. Diritti non patrimoniali. Diritti intrasmissibili.
Ai sensi delle disposizioni contenute nel c.c. in quale caso il negozio giuridico è nullo? Quando il termine è incerto. Quando l'oggetto è impossibile, illecito, indeterminato o indeterminabile. Solo quando manchi completamente degli elementi essenziali. Solo quando la causa è illecita. Solo quando è contrario alle norme imperative.
Le cause legittime di prelazione sono indicate dall'art. 2741 del codice civile. Esse sono... I privilegi e le ipoteche. I privilegi, il pegno e le ipoteche. I privilegi e il pegno. I privilegi, il pegno, le ipoteche e le fidejussioni. Il pegno e le ipoteche.
La rinuncia del creditore, in tutto o in parte, al suo diritto con la conseguenza che l'obbligazione si estingue e il debitore è liberato, pur non avendo il creditore ottenuto la prestazione, configura... L'adempimento. La remissione del debito. L'enfiteusi. Compensazione. L'usucapione.
La mora del creditore si verifica,... Tra l'altro quando, senza legittimo motivo, il creditore non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione. Tutte le volte che si determina un illecito civile ed interviene una valutazione di colpevolezza e di responsabilità. Quando scade il termine per l'adempimento stipulato in favore del debitore. Solo quando, senza legittimo motivo, non compie quanto è necessario affinché il debitore possa adempiere l'obbligazione. In tutti i casi in cui il creditore non riceve il pagamento offertogli anche se in presenza di cause giustificatrici.
Quando hanno un valore economico, le energie naturali sono, ai sensi del codice civile,... Beni incorporali. Beni immobili. Beni demaniali, in ogni caso. Beni mobili. Pertinenze del bene da cui scaturiscono.
Tra gli elementi accidentali del negozio giuridico figura la condizione. Essa è... Un avvenimento passato e certo. Un avvenimento futuro e certo. Un avvenimento passato e incerto. Un evento che sicuramente si verificherà in un prossimo futuro. Un avvenimento futuro ed incerto.
I beni mobili iscritti in pubblici registri sono soggetti alle disposizioni che li riguardano e, in mancanza, alle disposizioni relative... Ai beni immobili. Alle universalità di beni. Ai beni di consumo. Ai beni mobili. Alle pertinenze dei beni mobili.
Quando l'obbligazione ha per oggetto la prestazione di cose determinate soltanto nel genere, il debitore deve prestare cose... Di qualità non inferiore alla media. Di qualità non inferiore alla media che devono essere garantite da un terzo. Che possano essere anche di qualità inferiore alla media. Di qualità superiore alla media. Di qualità idonea a soddisfare le esigenze del creditore.
Rispetto ai soggetti nei negozi giuridici si possono individuare negozi unilaterali, bilaterali e plurilaterali. È un negozio unilaterale... La compravendita. Il matrimonio. Il testamento. Il mandato. Il contratto di società.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni, in contrapposizione con quelli dei diritti reali è corretta. Nelle obbligazioni prevale la pretesa verso una o più altre persone a differenza dei diritti reali per i quali prevale la signoria sulla cosa che ne è oggetto. Nelle obbligazioni prevale la signoria sulla cosa che ne è oggetto, mentre nei diritti reali prevale la pretesa verso una o più altre persone. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res, mentre nei diritti reali è preminente il rapporto tra i due soggetti. Le obbligazioni in quanto diritti assoluti, valgono "erga omnes", mentre i diritti reali in quanto relativi, sono esperibili "erga partes". Nelle obbligazioni, a tutela del diritto, il creditore ha un'actio in rem, esperibile contro chiunque, mentre nei diritti reali il titolare del diritto ha soltanto un'azione personale nei confronti del soggetto passivo del rapporto.
La differenza tra pegno e ipoteca consiste, tra l'altro, nel fatto che... Il pegno ha per oggetto beni immobili, taluni diritti reali immobiliari, beni mobili registrati e rendite dello Stato; l'ipoteca ha invece per oggetto beni mobili, universalità di mobili e crediti. Il pegno ha per oggetto anche beni immobili, l'ipoteca ha invece per oggetto solo beni mobili registrati. Nel pegno il possesso della cosa rimane al debitore, mentre nell'ipoteca passa al creditore. Il pegno ha per oggetto solo crediti, l'ipoteca ha invece per oggetto solo beni immobili. Il pegno ha per oggetto beni mobili, universalità di mobili e crediti; l'ipoteca ha invece per oggetto beni immobili, taluni diritti reali immobiliari, beni mobili registrati e rendite dello Stato.
Il possesso acquistato in modo clandestino giova per l'usucapione? Sì, a decorrere da due anni dal momento in cui la clandestinità è cessata. No, in alcun caso. Sì, a decorrere da un anno dal momento in cui la clandestinità è cessata. No, se non dal momento in cui la clandestinità è cessata. Sì, dal momento in cui è acquistato.
Si definiscono negozi unilaterali... I negozi patrimoniali. Quelli che promanano da più parti. Quelli che provengono da più persone ma sono finalizzati ad un comune fine. Quelli la cui manifestazione di volontà proviene da una sola parte. Quelli a titolo oneroso.
Tra i soggetti tenuti alle prestazioni alimentari rientrano anche gli affini? No, sono tenuti agli alimenti le persone legate da vincolo di parentela o adozione con l'alimentando. No, sono tenuti agli alimenti solo le persone legate da vincolo di parentela entro il terzo grado. Sì, sono tenuti agli alimenti le persone legate da vincolo di parentela, affinità o adozione con l'alimentando. No, sono tenuti agli alimenti solo le persone legate da vincolo di parentela di primo grado. Sì, le sole persone tenute agli alimenti sono le persone legate da vincolo di affinità.
La comunione legale dei beni si scioglie... Solo per la separazione dei coniugi. In caso di morte di uno dei due coniugi. Solo per annullamento del matrimonio. Solo a causa di divorzio. In caso di separazione sia essa giudiziale, consensuale o semplicemente di fatto.
Cosa caratterizza la simulazione? Il fatto che il rappresentante agisca in nome e per conto dell'interessato. La facoltà di nominare successivamente alla conclusione di un contratto la persona nella cui sfera giuridica il negozio deve produrre effetti. Un doppio contratto affinché gli effetti giuridici si producano a favore dell'interessato. Un accordo occulto tra le parti, in forza del quale le stesse considerano tra loro soltanto fittizio il negozio posto in essere. Una dichiarazione unilaterale di nomina, purché essa avvenga entro un dato periodo di tempo.
Nel caso di diritto nascente da un negozio giuridico sottoposto a condizione sospensiva o a termine iniziale quando inizia a decorrere la prescrizione? Dall'ultimo atto di esercizio del diritto. Dal verificarsi della condizione o dalla scadenza del termine. Sempre dalla scadenza del termine. Dal giorno in cui è stato stipulato il negozio giuridico. Dal giorno fissato quale termine iniziale, se il negozio giuridico è privo di data certa ovvero dal giorno in cui è stato stipulato, se ha data certa.
È esperibile l'azione di rescissione per causa di lesione nei confronti di contratti aleatori? No, il cod. civ. lo esclude espressamente. Sì, ma solo in presenza di un vantaggio sproporzionato. Sì, purché sussistano i presupposti previsti per l'azione. Il contratto aleatorio non può essere rescisso perché sempre nullo. No, salvo che se si tratti di contratti aleatori conclusi per volontà delle parti.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni, in contrapposizione con quelli dei diritti reali è corretta. Nei diritti reali si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res, mentre nelle obbligazioni è preminente il rapporto tra i due soggetti, creditore e debitore. Le obbligazioni in quanto diritti assoluti, valgono "erga omnes", mentre i diritti reali in quanto relativi, sono esperibili "erga partes". Nelle obbligazioni prevale la signoria sulla cosa che ne è oggetto, mentre nei diritti reali prevale la pretesa verso una o più altre persone. Nelle obbligazioni, a tutela del diritto, il creditore ha un'actio in rem, esperibile contro chiunque, mentre nei diritti reali il titolare del diritto ha soltanto un'azione personale nei confronti del soggetto passivo del rapporto. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res, mentre nei diritti reali è preminente il rapporto tra i due soggetti.
Il codice civile stabilisce che la capacità giuridica si acquista... Trascorse sei ore dalla nascita. In ogni caso dal momento del concepimento. Dal momento della nascita. Dal momento del compimento del 18° anno di età. Dal momento del compimento del 16° anno di età.
Ai sensi del codice civile, in mancanza di diversa convenzione, i rapporti patrimoniali tra i coniugi, sono disciplinati... Dalla separazione dei beni. Dalla comunione legale. Secondo usi e costumi. Dalla comunione convenzionale (c.d. fondo patrimoniale). Dalla comunione convenzionale.
Qualora il contratto rimanga oscuro, nonostante l'applicazione delle relative norme interpretative, esso deve essere inteso... Nel senso letterale delle parole. Nel senso meno gravoso per l'obbligato, se è a titolo oneroso, e nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti, se è a titolo gratuito. Nel senso meno gravoso per il creditore, se è a titolo oneroso, e nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti, se è a titolo gratuito. Nel senso meno gravoso per il creditore, se è a titolo gratuito, e nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti, se è a titolo oneroso. Nel senso meno gravoso per l'obbligato, se è a titolo gratuito, e nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti, se è a titolo oneroso.
A norma di quanto dispone l'art. 1207 del c.c. sono dovuti gli interessi durante la mora del creditore? No. Sì, salvo diversa pattuizione precedentemente convenuta. Sì, solo nella misura legale. Sì, nella misura precedentemente convenuta. Sì, nella misura del cinque per cento.
Dispone l'art. 2657 del codice civile che la trascrizione nei registri immobiliari si può effettuare... Solo in forza di atto pubblico o di sentenza. Anche in forza di una scrittura privata redatta alla presenza di due testimoni. Solo in forza di sentenza. Solo in forza di atto pubblico, sentenza, o scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. Solo in forza di atto pubblico.
Quanti e quali organi deve necessariamente prevedere l'associazione riconosciuta? Uno: l'assemblea degli associati. Due: il comitato di gestione e l'organo di controllo. Quatto: l'assemblea degli associati, gli amministratori, il comitato di gestione e l'organo di controllo. Due: l'assemblea degli associati e gli amministratori. Tre: l'assemblea degli associati, gli amministratori e il comitato di gestione.
La trascrizione nei registri immobiliari si può effettuare, ai sensi dell'art. 2657 del codice civile, in forza di una sentenza? Sì, si può effettuare in forza di sentenza o scrittura privata ancorché non autenticata. No, si può effettuare in forza di atto pubblico o scrittura privata con sottoscrizione autenticata. Sì, si può effettuare in forza di una sentenza o atto pubblico. Sì, si può effettuare in forza di atto pubblico, sentenza o scrittura privata con sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. No, si può effettuare in forza di atto pubblico.
Le prestazioni patrimoniali possono avere il più vario contenuto, classificabile... In quattro categorie: prestazioni di dare, di fare, di non fare e di non dare. In due categorie: prestazioni di pagare e di riscuotere. In due categorie: prestazioni reali e prestazioni personali. In due categorie: prestazioni aventi ad oggetto danaro e prestazioni aventi ad oggetto cose. In tre categorie: prestazioni di dare, di fare e di non fare.
Il codice civile definisce le province... Enti strumentali. Persone giuridiche private riconosciute. Enti territoriali privi di personalità giuridica. Persone giuridiche pubbliche. Società senza fini di lucro.
Sono annullabili, ai sensi del codice civile, gli atti compiuti da persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata incapace di intendere e di volere al momento in cui li ha compiuti? Sì, ma solo qualora si tratti di atti di straordinaria amministrazione. No, non sono annullabili. Sì, qualora ne sia risultato un grave pregiudizio all'autore. Sì, qualora ne sia risultato un grave pregiudizio alla controparte. Solo se si tratta di contratti a titolo non oneroso.
Ai sensi dell'art. 1230 del codice civile, si ha una novazione oggettiva quando... Viene modificata una condizione apposta all'obbligazione. Un soggetto ordina ad altro soggetto di assume un debito o di effettuare un pagamento verso un suo creditore. Viene modificato un termine apposto all'obbligazione. Le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso. Le parti sostituiscono all'obbligazione originaria una nuova obbligazione con stesso oggetto e titolo.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è, ai sensi del codice civile,... Tenuto al risarcimento del danno, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. È sempre punibile anche penalmente. Liberato in ogni caso da ogni obbligazione nei confronti del creditore. In ogni caso tenuto al risarcimento del danno. Tenuto al risarcimento del danno, anche se prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile.
La compensazione volontaria... Si verifica tra crediti certi e determinati. Si verifica tra due debiti omogenei, liquidi ed esigibili. Si verifica quando in seguito ad accordo le parti intendono compensare le rispettive ragioni anche se non ricorrono alcune delle condizioni richieste dalla legge. Si verifica quando il debito opposto, anche se non liquido sia di facile e pronta liquidazione, ed in tal caso la compensazione opera per effetto della sentenza. Si può verificare anche per i crediti che prevedono la restituzione di cose depositate o date in comodato.
I criteri e le modalità di erogazione delle rendite di una fondazione devono necessariamente essere contenuti nell'atto costitutivo e nello statuto della fondazione stessa? No, è sempre in facoltà degli amministratori definire le modalità e i criteri di erogazione delle rendite. Sì, ma solo se la fondazione non ha scopo di lucro. Solo nelle c.d. fondazioni di imprese. No, salvo che si tratti di fondazione priva di personalità giuridica. Sì, lo prevede espressamente l'art. 16 del c.c.
Possono essere acquistate con l'occupazione... Le cose mobili che non sono di proprietà di alcuno. Le cose immobili, ritrovate, da consegnare al Sindaco. Le cose smarrite, senza l'intenzione del proprietario di rinunciare al suo diritto. Le cose di pregio sotterrate o nascoste, di cui non si possa determinare il proprietario. Gli immobili vacanti.
Le rendite dello Stato possono essere oggetto di ipoteca? Sì, le rendite dello Stato possono essere oggetto di ipoteca. Sì, solo le rendite dello Stato possono essere oggetto di ipoteca. No, possono essere oggetto di ipoteca solo i beni mobili registrati (autoveicoli, navi, ecc). No, possono essere oggetto di ipoteca solo i beni immobili. No, possono essere oggetto di ipoteca solo l'usufrutto e il diritto di superficie.
Ai sensi delle disposizioni contenute nel c.c. in quale caso il negozio giuridico è nullo? Quando è contrario alle norme imperative. Quando è privo del termine iniziale e finale. Solo quando l'oggetto è impossibile, illecito, indeterminato o indeterminabile. Solo quando la causa è illecita. Solo quando manchi completamente degli elementi essenziali.
La capacità di agire si acquista, per tutti gli atti per i quali non sia stabilita un'età diversa e salvo quanto previsto da leggi speciali,... Dal momento della nascita. Dal momento del concepimento. Dopo 90 giorni dal concepimento. Con il compimento del sedicesimo anno di età. Con la maggiore età.
Il diritto di fare costruzioni sul suolo altrui si estingue per prescrizione per effetto del non uso protratto... Per trenta anni. Per cinque anni. Per dieci anni. Per venti anni. Per quindici anni.
Effetto del matrimonio sul piano giuridico è il sorgere di un insieme di diritti e di doveri reciproci tra i coniugi, eguali per il marito e per la moglie; tra essi è compresa la coabitazione? No, essi sono la fedeltà e l'assistenza morale e materiale. No, essi sono la fedeltà e la collaborazione nell'interesse della famiglia. No, essi sono l'assistenza morale e la collaborazione nell'interesse della famiglia. Sì. No, essi sono l'assistenza morale e l'educazione della prole.
La servitù si estingue per prescrizione quando non se ne usa per... Dieci anni. Quindici anni. Trenta anni. Venti anni. Venticinque anni.
È possibile possedere una cosa indirettamente, cioè per mezzo di altra persona? Sì, ma in tal caso il possesso si trasferisce direttamente al detentore dopo un breve periodo. No, il possesso è solo diretto. Sì, ma solo se la cosa non ha rilevanza né economica né patrimoniale. Solo se le cose sono indivisibili. Sì, l'art. 1140 del c.c. afferma che si può possedere direttamente o per mezzo di altra persona, che ha la detenzione della cosa.
Quando la prestazione consiste in un comportamento che si protrae nel tempo, dal momento che è rivolta a soddisfare un interesse del creditore che si protrae anch'esso nel tempo come ad esempio la prestazione di dare energia elettrica oppure la prestazione di consentire che la cosa propria data in locazione sia utilizzata dal locatario, la prestazione si dice... Correlata. Continuativa. Periodica. Personale. Di non fare.
Il codice civile definisce i comuni... Persone fisiche iscritte in apposito registro. Enti strumentali. Persone giuridiche pubbliche. Persone giuridiche private. Sedi distaccate dell'amministrazione centrale.
La compensazione giudiziale... Si verifica quando in seguito ad accordo le parti intendono compensare le rispettive ragioni anche se non ricorrono alcune delle condizioni richieste dalla legge. Si verifica tra crediti certi e determinati. Si può verificare solo quando i debiti siano sottoposti a termine iniziale o a condizione sospensiva. Si verifica quando il debito opposto, anche se non liquido sia di facile e pronta liquidazione, ed in tal caso la compensazione opera per effetto della sentenza. Si verifica tra due debiti omogenei, liquidi ed esigibili.
Indicare quale tra i seguenti costituisce un modo di acquisto della proprietà. Il pegno. L'occupazione. L'enfiteusi ultraventennale. L'evizione. La requisizione.
Ai sensi dell'art. 2784 del codice civile, possono essere dati in pegno... Diritti aventi per oggetto beni mobili. Crediti, solo se chirografari. I soli beni mobili iscritti nei pubblici registri. Beni immobili con le loro pertinenze. Crediti, ma solo se incorporati in un titolo.
Cosa è la parentela? Il rapporto che lega, ad esempio, marito e moglie. Il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite. Il vincolo tra le persone che, pur avendo uno stipite comune, non discendono una dall'altra. Il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge. Un vincolo affettivo.
Come sono definiti dal codice civile gli enti locali (tra cui i comuni e le province)? Persone giuridiche private. Persone fisiche pubbliche. Persone giuridiche pubbliche. Società pubbliche. Enti strumentali.
Quale istituto collegato al decorso del tempo si sostanzia nella perdita del diritto soggettivo per effetto dell'inerzia e del non uso da parte del titolare di esso protrattosi per un periodo di tempo determinato dalla legge? La prescrizione. La successione. La decadenza. La rivendicazione. Il pegno.
La decadenza legale... Può essere stabilita solo nell'interesse generale. È un istituto a carattere generale, perché deroga al principio secondo cui l'esercizio dei diritti soggettivi è sottoposto a limiti di tempo. Non può essere prevista da un provvedimento amministrativo. È prevista dalla legge o da un provvedimento amministrativo o giurisdizionale. Non può essere prevista da un provvedimento giurisdizionale.
Il creditore che ha un pegno su beni del debitore può pignorare altri beni del debitore medesimo? Sì, se un perito ne provi il loro maggior valore commerciale. No, se non sottopone a esecuzione anche i beni gravati dal pegno. Sì, purché si tratti di beni della stessa natura. Sì, può indifferentemente sottoporre a esecuzione gli uni e gli altri. No, l'art. 2911 del c.c. lo esclude tassativamente e non ammette alcuna eccezione.
Rispetto ai soggetti nei negozi giuridici si possono individuare negozi unilaterali, bilaterali e plurilaterali. È un negozio plurilaterale... La disdetta. La compravendita. Il matrimonio. La locazione. Il contratto di società.
Quale dei seguenti contratti non può essere rescisso per causa di lesione? Contratto di anticresi. Contratto di trasporto. Contratto di permuta. Contratto di assicurazione contro i danni. Contratto di deposito.
Come è denominato il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un'opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro? Contratto di fornitura. Locazione. Appalto. Contratto d'opera. Mutuo.
In relazione all'evento "morte" si distinguono... Negozi a causa di morte e negozi tra vivi. Negozi onerosi e negozi gratuiti. Negozi patrimoniali e negozi non patrimoniali. Negozi tipici e negozi atipici. Negozi solenni e negozi non solenni.
È speciale la procura... Se riguarda uno o più affari determinati. Quando l'interessato esplicitamente conferisce ad un soggetto il potere di rappresentanza, anche con una dichiarazione verbale. Se risulta da comportamenti inequivoci, come le mansioni che si fanno svolgere al rappresentante (fatti concludenti). Se riguarda tutti gli affari del rappresentato. Quando è conferita con dichiarazione verbale.
Dispone l'art. 2946 del c.c. che salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione (prescrizione ordinaria)... Con il decorso di dieci anni. Con il decorso di nove anni. Con il decorso di undici anni. Con il decorso di cinque anni. Con il decorso di sette anni.
La procura per vendere un bene immobile... Esige la forma scritta a pena di annullabilità. Non esige la forma scritta. Esige la forma scritta a pena di nullità. Può essere conferita anche verbalmente. Può essere anche tacita, purché risulti da comportamenti inequivoci.
La sede in cui le persone vivono e svolgono la loro attività è rilevante giuridicamente, come punto di riferimento di numerosi rapporti giuridici. Il luogo in cui la persona fisica ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi costituisce... La dimora. La residenza. La sede. L'abitazione. Il domicilio.
La potestà sul figlio è esercitata di comune accordo da entrambi i genitori. In caso di contrasto su questioni di particolare importanza... Prevale la volontà del figlio. La decisione è in ogni caso rimessa alla madre. Prevale la volontà del padre. Ciascuno dei genitori può ricorrere senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei. I genitori possono ricorrere solo congiuntamente al giudice indicando i provvedimenti che ritengono più idonei.
Quale dei seguenti contratti non può essere rescisso per causa di lesione? Contratto di riporto. Contratto di assicurazione sulla vita. Contratto di compravendita. Contratto di deposito. Contratto di permuta.
Come sono definiti i diritti che normalmente sono trasferibili ad altri soggetti? Diritti di obbligazione. Diritti non patrimoniali. Diritti trasmissibili. Diritti personalissimi. Diritti assoluti.
Cosa dispongono gli artt. 2962 e 2963 del c.c. in merito al computo dei termini della prescrizione? Se il termine scade in giorno festivo, è prorogato di diritto al giorno seguente non festivo. Si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale. Nel computo si calcola il giorno iniziale, ma non si tiene conto del giorno finale. L'anno decorre da un determinato giorno al giorno corrispondente dell'anno successivo, salvo gli eventi di bisestilità. I mesi sono calcolati da un determinato giorno al giorno del mese successivo, considerando il numero dei giorni di ogni mese.
Il codice civile consente che nel momento della conclusione del contratto una parte possa riservarsi la facoltà di nominare successivamente la persona che deve acquistare i diritti e assumere gli obblighi nascenti dal contratto stesso? Sì. No. Sì, ma limita tale facoltà ai soli contratti con obbligazioni del solo proponente. Sì, tale ipotesi configura la stipulazione del contratto a favore di terzi. No, salvo il caso di simulazione.
Quando il creditore diventa erede del debitore o viceversa... L'obbligazione normalmente si estingue per espromissione. L'obbligazione normalmente si estingue per remissione. L'obbligazione si estingue per impossibilità soppravvenuta. L'obbligazione normalmente si estingue per confusione. L'obbligazione si estingue per novazione.
Nella successione legittima, quando con il coniuge concorre un figlio legittimo, il coniuge... Ha diritto alla metà dell'eredità. Ha diritto ad un terzo dell'eredità. Ha diritto alla metà dell'eredità salvo che non sia disposto diversamente nel testamento. Non ha alcun diritto sull'eredità. Ha comunque diritto all'intera eredità.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento di cose determinate solo nel genere che devono essere trasportate da un luogo ad un altro, la proprietà si trasmette... Solo con la consegna al vettore. Anche mediante la consegna al vettore o allo spedizioniere. Solo con l'individuazione unilaterale dell'acquirente. Solo con la consegna allo spedizioniere. Trascorsi tre giorni dalla proposta.
Un comitato può vivere come ente non riconosciuto? Sì, ma una volta raccolti i fondi per perseguire il pubblico interesse o comunque il suo scopo, dovrà necessariamente richiedere ed ottenere il riconoscimento. Sì, lo prevede espressamente il codice civile. Sì, ma in tal caso, non potrà più richiedere il riconoscimento. No, l'unico ente di fatto che può vivere come ente non riconosciuti sono le organizzazioni di volontariato. No, stante la natura che persegue un comitato.
Cosa dispone l'art. 2965 in merito alla decadenza stabilita contrattualmente? È valido il patto con cui si stabiliscono termini di decadenza che rendano eccessivamente difficile a una delle parti l'esercizio del diritto, qualora esso sia stipulato con atto pubblico o con scrittura privata autenticata. È valido il patto con cui si stabiliscono termini di decadenza che rendano eccessivamente difficile a una delle parti l'esercizio del diritto, qualora esso sia stipulato con atto pubblico. È nullo il patto con cui si stabiliscono termini di decadenza che rendano eccessivamente difficile a una delle parti l'esercizio del diritto. È annullabile il patto con cui si stabiliscono termini di decadenza che rendano eccessivamente difficile a una delle parti l'esercizio del diritto. Nessuna delle altre risposte corrette, la decadenza non può essere mai stabilita contrattualmente.
Le servitù coattive possono essere costituite per contratto? Sì. Sì, ad eccezione delle servitù di passaggio. Sì, nel solo caso delle servitù di passaggio. No. Sì, ma solo nel caso delle servitù di acquedotto coattivo.
Il potere di rappresentanza... Non è mai conferito dalla legge. Può essere conferito dall'interessato o è conferito dalla legge. Deve essere conferito con atto scritto. Può essere conferito solo dall'interessato. È ammesso anche in caso di negozi familiari.
A norma di quanto previsto dall'art. 1325 del codice civile, non è un requisito del contratto... Il luogo di stipulazione. La causa. L'oggetto. L'accordo delle parti. La forma anche quando risulta prescritta dalla legge.
Quale forma deve rivestire l'atto tra vivi costitutivo di una fondazione? Nessuna è sufficiente la semplice registrazione. La forma dell'atto pubblico, di regola notarile. Qualsiasi forma, in quanto trattasi di atto unilaterale. La forma di scrittura privata autenticata. La forma della scrittura privata registrata.
È generale la procura... Se riguarda tutti gli affari del rappresentato. Quando è conferita con atto pubblico. Quando l'interessato esplicitamente conferisce ad un soggetto il potere di rappresentanza, anche con una dichiarazione verbale. Se risulta da comportamenti inequivoci, come le mansioni che si fanno svolgere al rappresentante (fatti concludenti). Se riguarda uno o più affari determinati.
Prevede l'art. 2947 del c.c. che il diritto al risarcimento del danno derivante da fatto illecito... Si prescrive in venti anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. Si prescrive in quindici anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. È imprescrittibile. Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. Si prescrive in dieci anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.
Secondo la disciplina dettata dal codice civile, sono previsti due tipi di caparra con effetti e finalità profondamente diverse: la caparra confirmatoria e la caparra penitenziale. Nel caso di caparra confirmatoria se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra parte,... Può recedere dal contratto restituendo la metà della caparra ricevuta. Può recedere dal contratto, ma deve restituire il doppio della caparra ricevuta. Può recedere dal contratto restituendo la caparra ricevuta. Può recedere dal contratto, ritenendo la caparra. Deve recedere dal contratto, restituendo la caparra.
Dispone l'art. 2947 del c.c. che il diritto al risarcimento del danno derivante da fatto illecito si prescrive... In cinque anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. In due anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. In dieci anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. In tre anni dal giorno in cui il fatto si è verificato. In sette anni dal giorno in cui il fatto si è verificato.
Le prestazioni patrimoniali possono avere il più vario contenuto, classificabile in tre categorie: prestazioni di dare, di fare e di non fare. Le prestazioni di dare... Consistono nell'obbligo del debitore di svolgere una determinata attività a favore del creditore, come per esempio, costruire o custodire. Consistono nell'obbligo del debitore di consegnare una cosa al creditore. Consistono nell'obbligo del debitore di astenersi dal compiere una determinata attività, che altrimenti egli potrebbe liberamente compiere come per esempio non fare concorrenza su una certa piazza. Consistono nell'obbligo del debitore di consegnare una certa somma di denaro ad una scadenza predefinita. Consistono nell'obbligo del debitore di consegnare un oggetto fisicamente individuato dal creditore.
La procura è c.d. tacita... Quando è conferita con dichiarazione verbale. Quando l'interessato esplicitamente conferisce ad un soggetto il potere di rappresentanza, anche con una dichiarazione verbale. Se risulta da comportamenti inequivoci, come le mansioni che si fanno svolgere al rappresentante (fatti concludenti). Se riguarda tutti gli affari del rappresentato. Se riguarda uno o più affari determinati.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento di cose determinate solo nel genere, la proprietà si trasmette... Solo con l'individuazione unilaterale dell'acquirente. Solo con l'individuazione fatta d'accordo tra le parti. Trascorsi tre giorni dalla proposta. Con l'individuazione fatta d'accordo tra le parti o nei modi da esse stabiliti. Solo mediante la consegna al vettore.
Ai sensi dell'art. 1372 del codice civile, il contratto ha forza di legge tra le parti. Può essere sciolto... Esclusivamente per volontà del proponente. Solo se manca di uno degli elementi essenziali. Solo per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge. Esclusivamente quando in contrasto con leggi penali. Esclusivamente per volontà di una delle parti.
In materia di negozio giuridico, i vizi del consenso cui la legge attribuisce rilevanza sono: l'errore, il dolo e la violenza. Il dolo... Si identifica esclusivamente con un comportamento omissivo che crei un danno ingiusto. Si concretizza in una falsa rappresentazione della realtà. Comporta sempre la nullità del contratto. Si identifica con la minaccia di un male ingiusto e notevole posta in essere per determinare un soggetto a compiere un negozio giuridico. Si concretizza in ogni artificio o raggiro con cui un soggetto induce un altro soggetto in errore, determinandolo a porre in essere un negozio giuridico che altrimenti, non sarebbe stato concluso.
Secondo quanto dispone il codice civile, sono beni immobili... Gli autoveicoli. Gli edifici e le altre costruzioni. Le barche. Tutti i beni che formano oggetto di diritti. Solo i corsi d'acqua e gli alberi.
Le prestazioni patrimoniali possono avere il più vario contenuto, classificabile in tre categorie: prestazioni di dare, di fare e di non fare. Nelle prestazioni di dare... La cosa può consistere in un oggetto fisicamente individuato o in una certa quantità di cose determinate solo nel genere, mai in denaro, cioè un valore astratto. La cosa può essere solo determinata nel genere come ad esempio 10 libri di alcuni editori. La cosa può essere sia un oggetto fisicamente individuato (per esempio, quel determinato quadro di quel determinato pittore), sia una certa quantità di cose determinate solo nel genere (per esempio, 100 litri di vino di un vitigno di un anno e di un produttore determinati, oppure un'automobile nuova avente determinate caratteristiche), sia ancora una certa somma di denaro, cioè un valore astratto. La cosa può solo consistere in denaro. La cosa può essere solo un oggetto fisicamente individuato (per esempio, quel determinato libro di quel determinato autore).
Secondo le disposizioni impartite dall'art. 1353 del codice civile, quando l'efficacia del contratto è subordinata al verificarsi di un avvenimento futuro e incerto, si dice che il contratto è... Impossibile. Sottoposto a termine. Sottoposto ad onere o "modus". Sottoposto a condizione sospensiva. Nullo.
I negozi plurilaterali... Sono quelli per cui all'attribuzione in favore di un soggetto fa riscontro un corrispettivo a carico dello stesso. Sono quelli che risultano da dichiarazioni di volontà provenienti da due parti, e producono effetti per entrambe. Sono quelli che risultano da manifestazioni di volontà provenienti da più di due parti e producono effetti per tutte le parti. Sono sempre a titolo gratuito. Sono sempre negozi patrimoniali che riguardano rapporti economici valutabili.
Gli atti giuridici compiuti dai minorenni sono annullabili? Solo se il minorenne ha una età compresa tra 0 e 14 anni. Sì, solo dai genitori e soltanto se hanno conseguenze dannose per il minorenne stesso. Sì, dal giudice con una sentenza anche se non hanno alcuna conseguenza dannosa per il minorenne stesso. Sì, dal giudice con una sentenza solo se hanno conseguenza dannosa per il minorenne stesso. No, gli atti giuridici compiuti dai minorenni sono validi a tutti gli effetti e non sono annullabili.
Cosa dispongono gli artt. 2962 e 2963 del c.c. in merito al computo dei termini della prescrizione? L'anno decorre da un determinato giorno al giorno corrispondente dell'anno successivo, salvo gli eventi di bisestilità. Nel computo si calcola il giorno iniziale, ma non si tiene conto del giorno finale. Non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con l'ultimo istante dell'alba del giorno finale. I termini di prescrizione contemplati dal c.c. e dalle altre leggi si computano secondo il calendario comune, considerando sempre il giorno naturale che va dall'alba al tramonto. La prescrizione a mesi si verifica nel mese di scadenza e nel giorno di questo corrispondente al giorno del mese iniziale; se nel mese di scadenza manca tale giorno, il termine si compie con l'ultimo giorno dello stesso mese.
Il mutuo... È il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta. È il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di una opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro. È il contratto col quale una parte trasferisce un diritto da un soggetto all'altro. È il contratto col quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di danaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità. È un atto unilaterale con il quale una persona si obbliga ad un determinato pagamento verso un'altra persona.
Cosa dispongono gli artt. 2962 e 2963 del c.c. in merito al computo dei termini della prescrizione? I termini di prescrizione contemplati dal c.c. e dalle altre leggi si computano secondo il calendario comune, e considerando sempre il giorno naturale che va dall'alba al tramonto. Se il termine scade in giorno festivo, non è prorogato al giorno seguente non festivo, salvo che la legge non preveda diversamente. Non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale. L'anno decorre da un determinato giorno al giorno corrispondente dell'anno successivo, salvo gli eventi di bisestilità. I mesi sono calcolati da un determinato giorno al giorno del mese successivo, considerando il numero dei giorni di ogni mese.
Che rapporto esiste tra marito e moglie? Un rapporto di parentela di secondo grado. Un rapporto di parentela in linea collaterale. Un rapporto di parentela di primo grado. Un rapporto di coniugio. Un rapporto di affinità.
Con riferimento all'istituto dell'anatocismo l'art. 1283 del codice civile dispone che... Salvo patto contrario i crediti per fitti e pigioni non producono interessi se non dalla costituzione in mora. In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per dodici mesi. Se il credito ha per oggetto il rimborso di spese fatte per cose da restituire, non decorrono interessi per il periodo di tempo in cui chi ha fatto le spese abbia goduto della cosa senza corrispettivo e senza essere tenuto a render conto del godimento. In mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno per sei mesi. I crediti liquidi ed esigibili di somme di danaro producono interessi di pieno diritto, salvo che la legge o il titolo stabiliscano diversamente.
La dichiarazione del creditore di rimettere il debito estingue automaticamente l'obbligazione? Sì, lo prevede espressamente l'art. 1236 del codice civile. Nel momento in cui il debitore ne viene a conoscenza, ancorché dichiari di non volerne profittare. No, l'estingue soltanto quando il debitore dichiara per iscritto di accettare la remissione. Sì, trascorsi trenta giorni dalla dichiarazione del creditore. No, l'estingue quando è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare.
Perché il diritto sulla cosa possa configurare un diritto di proprietà occorre... Che esso sia perpetuo. Che la cosa produca un certo reddito. Esclusivamente la detenzione della cosa. Il godimento e la disponibilità della cosa in modo pieno ed esclusivo. La disponibilità della cosa anche in modo non esclusivo.
In materia di negozio giuridico, i vizi della volontà cui la legge attribuisce rilevanza sono: l'errore, il dolo e la violenza. L'errore... Consiste sempre nella menzogna, cioè nell'affermazione di cosa non vera. Comporta sempre la nullità del contratto. Consiste nella minaccia di un male ingiusto posta in essere per determinare un soggetto a compiere un negozio giuridico. Consiste in una falsa rappresentazione della realtà che determina la volontà del soggetto. Consiste in un artificio con cui un soggetto induce un altro soggetto in errore, determinandolo a porre in essere un negozio giuridico che altrimenti non sarebbe stato concluso.
Sono parenti in linea collaterale... Il coniuge e i parenti dell'altro coniuge. Le persone che pur avendo uno stipite comune, non discendono l'una dall'altra. Madre e figlio. Le persone di cui l'una discende dall'altra. Le persone di cui l'una discende dall'altra o che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l'una dall'altra.
Le deliberazioni dell'assemblea contrarie alla legge, all'atto costitutivo o allo statuto di un'associazione riconosciuta possono essere annullate, su istanza... Solo dell'autorità governativa. Solo del Prefetto competente per territorio. Solo su istanza del tribunale. Solo degli amministratori. Degli organi dell'ente.
In materia di disconoscimento di paternità, l'art. 235 del codice civile dispone, tra l'altro, che... L'azione di disconoscimento non può mai essere esercitata dal figlio anche se ha raggiunto la maggiore età. È consentita l'azione per il disconoscimento di paternità del figlio concepito durante il matrimonio se i coniugi non hanno coabitato nel periodo compreso fra il 300° ed il 180° giorno prima della nascita. La sola dichiarazione della madre esclude la paternità. È consentita l'azione per il disconoscimento di paternità del figlio concepito durante il matrimonio se i coniugi non hanno coabitato nel periodo compreso fra il 400° ed il 220° giorno prima della nascita. L'azione di disconoscimento può essere esercitata dal figlio che ha raggiunto la maggiore età in tutti i casi in cui non può essere esercitata dal padre.
Colui che, rivolgendosi al pubblico, promette una prestazione a favore di chi si trovi in una determinata situazione è vincolato dalla promessa... Quando gli venga comunicato l'avveramento della situazione prevista. Quando gli venga comunicata l'intenzione di creare la situazione oggetto della promessa. Da quando questa è resa pubblica. Dal giorno successivo a quello in cui questa è resa pubblica. Solo se interviene una associazione a tutela del consumatore.
I coniugi possono scegliere il regime della separazione di beni? No, i coniugi possono solo costituire un fondo patrimoniale. No, i coniugi possono solo modificare, mediante convenzione, il regime della comunione legale. Solo nel caso in cui non vi siano figli. No, il solo regime patrimoniale dei coniugi è la comunione legale. Sì, con espressa convenzione possono pattuire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio.
Ai sensi dell'art. 1354 del codice civile, la condizione contrattuale impossibile... Rende il contratto nullo se è sospensiva. Che sia sospensiva o risolutiva si considera come non apposta. Rende il contratto nullo se è risolutiva. Si considera come non apposta se è sospensiva. Rende il contratto nullo.
È valido il contratto al quale è stata apposta una condizione sospensiva illecita? Sì, ma la condizione si ha come non apposta. È valido fino al verificarsi della condizione. No, è nullo. È annullabile. È rescindibile.
Si parla di compensazione quando... Due soggetti sono contestualmente creditore e debitore l'uno dell'altro. Un terzo estraneo al rapporto obbligatorio e senza delegazione del debitore assume il debito nei confronti del debitore. Il creditore rifiuti senza legittimo motivo, di ricevere il pagamento offertogli dal debitore. Un soggetto ordina ad un altro di assumersi un debito o di effettuare un pagamento verso un suo creditore. Debitore e creditore sono la stessa persona.
La donna può contrarre matrimonio dopo l'annullamento del precedente matrimonio? Sì, dopo 300 giorni dall'annullamento. Sì, dopo 90 giorni dall'annullamento. Sì, ma solo se è intervenuto l'annullamento da parte della Sacra Rota. Sì, dopo 360 giorni dall'annullamento. Solo se autorizzata dal tribunale.
Un soggetto A, approfittando dello stato di bisogno di un soggetto B, per trarne vantaggio, ha acquistato da quest'ultimo un bene a meno della metà del prezzo reale. Il soggetto B... Non può esperire alcuna azione. Può chiedere l'azione di rescissione del contratto perché esso è stato concluso in stato di pericolo. Può esperire l'azione di rescissione del contratto per lesione. Può chiedere l'annullamento del contratto per errore essenziale sull'oggetto. Può chiedere l'annullamento del contratto per dolo.
Quanti sono i libri del codice civile? Cinque. Tre. Dieci. Quindici. Sei.
Il comitato... È un'organizzazione che ha lo scopo di perseguire finalità non economiche che prende vita da un atto di autonomia, un vero e proprio contratto, tra i fondatori, che deve rivestire la forma dell'atto pubblico. È un'organizzazione di più persone che attraverso la raccolta pubblica di fondi costituisce un patrimonio con il quale realizzare finalità di natura altruistica. È un'organizzazione stabile che si avvale di un patrimonio per il perseguimento di uno scopo non economico. È un'organizzazione che ha lo scopo di perseguire finalità economiche, che prende vita da un atto di autonomia, un vero e proprio contratto, tra i fondatori, che deve rivestire la forma dell'atto pubblico. È un organismo liberamente costituito al fine di svolgere attività di volontariato che si avvale in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti.
Secondo il codice civile, l'accordo è un requisito del contratto. La sua mancanza ne determina... L'annullabilità, salvo che nei contratti per adesione. L'annullabilità. L'inefficacia del contratto fino a quando non siano ripristinate le condizioni previste dal cod.civ. La nullità. L'annullabilità, salvo che nei contratti ad effetti reali.
L'usucapione... Può avere ad oggetto soltanto beni mobili registrati. È la presa in possesso delle cose mobili che non sono di proprietà di alcuno. È l'unico modo previsto dal codice civile per l'acquisto dei diritti reali a titolo originario. È una garanzia per l'adempimento delle obbligazioni. È il mezzo in virtù del quale, per effetto del possesso protratto per un certo tempo si produce l'acquisto della proprietà o dei diritti reali di godimento.
Nel contratto di comodato, se la cosa si deteriora per solo effetto dell'uso per cui è stata consegnata, il comodatario risponde del deterioramento? Sì, ma solo se si tratti di cosa mobile. No, se non c'è colpa del comodatario e nel solo caso di beni immobili. No, se non c'è colpa del comodatario. Sì, sempre. Solo nel caso in cui la cosa deteriorata sia stata data in sub-comodato.
Un contratto con il quale una parte consegna una o più cose mobili all'altra e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose nel termine stabilito, è... Un contratto di affitto. Un contratto di permuta. Un contratto di leasing. Una vendita a prova. Un contratto estimatorio.
Il diritto dell'enfiteuta si prescrive per effetto del non uso protratto... Per venti anni. Per quindici anni. Per cinque anni. Per dieci anni. Per trenta anni.
Le persone che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l'una dall'altra sono... Patenti di quinto grado. Parenti di primo grado. Parenti in linea retta. Parenti in linea collaterale. Affini.
I beni che si pesano, si contano, si misurano e che perciò possono essere sostituiti con altri dello stesso genere si definiscono... Fungibili. Produttivi. Indivisibili. Incorporali. Inconsumabili.
Come sono considerate dall'art. 814 del codice civile le energie naturali? Beni mobili, se hanno valore economico. Beni mobili, anche se non hanno valore economico. Beni pubblici. Pertinenze del bene da cui scaturiscono. Beni immobili.
Dispone espressamente l'art. 1373 del c.c. che se ad una delle parti è attribuita la facoltà di recedere dal contratto, tale facoltà... Può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione, non è ammesso patto contrario. Può essere esercitata in qualunque momento, anche senza preavviso. Può essere esercitata in qualunque momento, purché con adeguato preavviso. Non può essere esercitata nei contratti ad esecuzione continuata o periodica. Può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione, salvo patto contrario.
Ai sensi delle disposizioni contenute nel c.c. in quale caso il negozio giuridico è nullo? Solo quando manchi completamente degli elementi essenziali. Solo quando è contrario alle norme imperative. Quando sia apposta una condizione risolutiva nulla. Quando l'oggetto è impossibile, illecito, indeterminato o indeterminabile. Solo quando la causa è illecita.
In una associazione riconosciuta quale l'organo ha la competenza per l'esercizio dell'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori? I soci con quota maggioritaria. L'organo di revisione amministrativo contabile. Il collegio dei revisori dei conti. L'assemblea degli associati. I soci fondatori.
Le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra si definiscono... Pertinenze. Frutti. Beni fungibili. Patrimonio. Condominio.
La separazione di fatto dei coniugi... È quella che avviene per accordo delle parti e deve essere omologata dal tribunale. È quella pronunciata dal tribunale, ad istanza di uno o di entrambi i coniugi, a seguito di fatti che rendono intollerabile la prosecuzione della convivenza. È priva di effetti giuridici e non può essere rilevante ai fini del divorzio. È irrilevante anche ai fini dell'adozione speciale. È l'interruzione della convivenza, senza l'intervento di alcun provvedimento del tribunale.
Ai sensi dell'art. 1396 del codice civile, le modificazioni e la revoca della procura devono essere portate a conoscenza dei terzi con mezzi idonei. A quali procure si riferisce la norma? Alle sole procure espresse. Alle sole procure generali. Alle sole procure tacite. Alle sole procure speciali. A tutte le procure.
A norma di quanto dispone l'art. 1396 del c.c. le cause di estinzione del potere di rappresentanza (diverse dalla revoca della procura) conferito dall'interessato sono opponibili ai terzi? Non sono mai opponibili ai terzi. Non sono opponibili ai terzi anche se le hanno dolosamente ignorate. Non sono opponibili ai terzi che le hanno senza colpa ignorate. Sono sempre opponibili ai terzi. Non sono opponibili ai terzi anche se le hanno colposamente ignorate.
Quale dei seguenti contratti non può essere rescisso per causa di lesione? Contratto di appalto. Contratto di scommessa. Contratto di mutuo. Contratto di anticresi. Contratto di somministrazione.
Le deliberazioni dell'assemblea contrarie alla legge, all'atto costitutivo o allo statuto di un'associazione riconosciuta possono essere annullate,... Solo su istanza degli organi dell'ente o del pubblico ministero. Su istanza degli organi dell'ente o di qualunque associato ma in nessun caso per istanza del P.M. Su istanza di qualunque associato. Esclusivamente su istanza degli organi dell'ente. Solo su istanza del tribunale.
Come viene definito dal codice civile il contratto col quale una parte si obbliga a far godere all'altra una cosa mobile o immobile per un dato tempo, verso un determinato corrispettivo? Spedizione. Locazione. Trasporto. Permuta. Commissione.
Come può essere definito un contratto simulato? Un contratto nel quale una parte senza esservi obbligata e, quindi spontaneamente, assume la gestione di affari altrui. Un negozio giuridico unilaterale tra rappresentante e rappresentato. Il contratto espresso nel quale l'interessato esplicitamente conferisce ad un soggetto il potere di rappresentanza. Il negozio giuridico con il quale una persona conferisce ad un'altra il potere di rappresentarla. Un contratto nel quale le parti, pur avendo ufficialmente fatto mostra di volerlo, in realtà tramite un accordo ne hanno escluso l'efficacia giuridica.
Indicare quale tra le seguenti affermazioni sull'istituto della prescrizione è corretta. I presupposti dell'istituto della prescrizione sono: un diritto soggettivo, il mancato esercizio di tale diritto, il decorso del tempo. La prescrizione opera anche quando sopraggiunga una causa giustificatrice dell'inerzia del titolare del diritto. La prescrizione è un istituto collegato al decorso del tempo che si sostanzia nella perdita della possibilità di esercitare un diritto per il mancato compimento di una determinata attività, o di un atto, nel termine perentorio previsto dalla legge. La prescrizione opera anche quando l'inerzia venga meno. La prescrizione, a differenza della decadenza, è un istituto eccezionale, perché deroga al principio secondo cui l'esercizio dei diritti soggettivi non è sottoposto a limiti di tempo.
Il possesso... È il diritto di un soggetto di godere dei frutti della cosa. È frutto di una elaborazione dottrinale che il c.c. non definisce né disciplina. È un'azione posta dal cod. civ. a specifica tutela della proprietà. È il potere sulla cosa che si manifesta in una attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale. Si costituisce allorquando un soggetto esercita, in nome e per conto altrui, un potere immediato sulla cosa.
La residenza della famiglia è fissata... Dal coniuge che provvede economicamente al mantenimento della famiglia. In ogni caso dal marito. Dal coniuge più anziano. Dalla maggioranza dei componenti il nucleo familiare. Dai coniugi concordemente secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia.
La transazione che ha per oggetto controversie relative ai contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili, redatta per scrittura privata è... Valida. Rescindibile. Inefficace. Nulla. Annullabile, se richiesta da entrambe le parti.
Nell'attività di interpretazione del contratto, ai sensi del codice civile,... Si deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti, e non limitarsi al senso letterale delle parole. Ci si deve attenere al senso letterale delle parole, salvo diverso accordo delle parti. È rilevante il solo senso letterale delle parole. Si deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti, valutando solo il loro comportamento anteriore alla conclusione del contratto. Le parole prevalgono sempre sugli atti.
In forza di quale contratto una parte si obbliga personalmente verso il creditore garantendo l'adempimento di un'obbligazione altrui? Mandato di credito. Donazione. Comodato. Fideiussione. Pegno.
I privilegi sono cause legittime di prelazione? Sì, unitamente al solo pegno. Sì, come la fidejussione. Sì, unitamente alle sole ipoteche. Sì, come il pegno e le ipoteche. No, solo il pegno e le ipoteche sono cause legittime di prelazione.
In materia di obbligazioni, se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve essere eseguita... Il termine per l'adempimento è rimesso alla volontà del debitore. Il creditore può esigerla con un preavviso di 3 giorni. Il termine per l'adempimento è rimesso in ogni caso alla volontà del giudice. Il creditore può esigerla immediatamente. Il creditore può esigerla con un preavviso di 10 giorni.
È ammissibile la richiesta di risoluzione per eccessiva onerosità per un contratto di assicurazione? No, in quanto si presuppone che le parti abbiano accettato un rischio particolare che entra a far parte del contenuto del contratto. Sì, alla stregua di tutti i contratti ad esecuzione differita. Solo se vi sia clausola contrattuale espressa. Sì, la richiesta di risoluzione per eccessiva onerosità può essere proposta per qualsiasi contratto. Solo a seguito di almeno un infortunio.
La comunione legale dei beni si scioglie... Per divorzio. In caso di separazione di fatto. Solo per fallimento di un coniuge. Solo per annullamento del matrimonio. Solo per accordo tra i coniugi.
Quali mezzi di prova sono ammessi nell'azione di regolamento di confini? Sono ammesse solo le risultanze delle mappe catastali. È ammesso ogni mezzo di prova. È ammessa solo la prova testimoniale. È ammessa solo la prova documentale. Ogni mezzo di prova ad eccezione delle risultanze delle mappe catastali.
Se nel contratto è stipulato il diritto di recesso per una o per entrambe le parti, il recedente che ha versato la caparra... Perde la caparra data e, a titolo di corrispettivo del recesso, deve versare una ulteriore somma di denaro pari alla caparra. Perde la caparra data. Ha comunque diritto alla restituzione della caparra data. Ha diritto alla restituzione di metà della caparra data. Ha comunque diritto alla restituzione del doppio della caparra data.
Dispone l'art. 1283 del c.c. che in mancanza di usi contrari, gli interessi scaduti possono produrre interessi solo dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla loro scadenza, e sempre che si tratti di interessi dovuti almeno... Per sei mesi. Per dodici mesi. Per nove mesi. Per trenta giorni. Per tre mesi.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni, in contrapposizione con quelli dei diritti reali è corretta. Nelle obbligazioni, a tutela del diritto, il creditore ha un'azione personale nei confronti del soggetto passivo del rapporto, mentre nei diritti reali il titolare del diritto ha un'actio in rem, esperibile contro chiunque. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res, mentre nei diritti reali è preminente il rapporto tra i due soggetti. Le obbligazioni in quanto diritti assoluti, valgono "erga omnes", mentre i diritti reali in quanto relativi, sono esperibili "erga partes". Nelle obbligazioni prevale la signoria sulla cosa che ne è oggetto, mentre nei diritti reali prevale la pretesa verso una o più altre persone. Nelle obbligazioni, a tutela del diritto, il creditore ha un'actio in rem, esperibile contro chiunque, mentre nei diritti reali il titolare del diritto ha soltanto un'azione personale nei confronti del soggetto passivo del rapporto.
I contratti che non appartengono ai tipi disciplinati dal codice civile... Possono essere stipulati solo mediante atto pubblico. Non sono opponibili ai terzi. Sono sottoposti alle norme generali contenute nel titolo relativo ai contratti in generale. Sono sottoposti esclusivamente alla volontà delle parti. Sono nulli.
Il debitore che esegue in ritardo la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno... Se non prova che il suo ritardo è avvenuto in buona fede. Anche se prova che il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. Se non prova che il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. In ogni caso, il c.c. non prevede eccezioni. Solo se il creditore prova che il ritardo non è stato determinato da causa di forza maggiore.
Qualora, su richiesta del proponente o per la natura dell'affare o secondo gli usi, la prestazione debba eseguirsi senza una preventiva risposta, il contratto si intende concluso... Nel tempo e nel luogo in cui l'accettazione giunge al proponente. Nel tempo e nel luogo indicato dal giudice. Nel tempo e nel luogo in cui viene fatta la proposta. Nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione. Nel tempo e nel luogo in cui il destinatario ha avuto notizia della proposta.
Se nel contratto è stipulato il diritto di recesso per una o per entrambe le parti, il recedente che ha ricevuto la caparra... Deve restituire la somma ricevuta a titolo di caparra aumentata degli interessi legali dal momento del recesso. Deve restituire la somma ricevuta a titolo di caparra. Deve restituire il doppio della caparra ricevuta. Deve restituire almeno la metà della caparra ricevuta aumentata degli interessi legali dal momento del recesso. Deve restituire il doppio della caparra ricevuta più un terzo a titolo di penale.
Dal momento della nascita si acquista... La capacità giuridica e, conseguentemente, la capacità di agire. La capacità ad acquistare ed esercitare diritti, nonché ad assumere obblighi. La capacità giuridica. La capacità di agire speciale. La capacità di agire.
A e B sono figli di due fratelli. Tra i due... Esiste un rapporto di parentela in linea collaterale di quarto grado. Non esiste alcun rapporto di parentela. Esiste un rapporto di parentela di secondo grado in linea retta. Esiste un rapporto di parentela in linea collaterale di secondo grado. Esiste un rapporto di affinità.
L'ipoteca volontaria... Nasce quando, a seguito di sentenza di condanna al pagamento di una somma, viene iscritta una ipoteca sui beni del debitore. Si ha quando è riconosciuto il diritto di regresso. Si ha quando è la legge che attribuisce ad un creditore il diritto ad ottenere l'iscrizione ipotecaria. Nasce solo a seguito di volontà testamentarie. Nasce da contratto o da dichiarazione unilaterale di volontà da parte del concedente (con atto pubblico o scrittura privata).
Dispone l'art. 1334 del c.c. che gli atti unilaterali producono effetto dal momento in cui... L'accettazione del destinatario perviene a conoscenza del proponente. Vengono trasmessi al destinatario. Pervengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati. Sono accettati dal destinatario. Vengono trascritti dal giudice.
Quando la prestazione deve essere ripetuta a scadenze determinate, come, per esempio, la prestazione di trasportare i bambini a scuola quotidianamente e a ora fissa con uno scuolabus la prestazione di dice... Di dare. Correlata. Continuativa. Periodica. Personale.
Quando la penale sia convenuta con apposita clausola contrattuale, il creditore può domandare insieme la prestazione principale e la penale? No, salvo che la penale sia stata stipulata per l'inadempimento. No, salvo che la penale sia stata stipulata per il semplice ritardo. Sì, sempre. Sì, escluso il caso in cui la penale sia stata stipulata per il semplice ritardo. No, mai.
La condizione sospensiva si dice meramente potestativa quando l'alienazione del diritto si fa dipendere dalla mera volontà... Dell'acquirente. Di entrambe le parti. Dell'alienante. Di un terzo designato dall'acquirente. Del giudice.
Quali sono i requisiti essenziali del contratto previsti dal c.c.? L'accordo delle parti, la causa, l'oggetto e la forma, quando risulta che essa è prescritta dalla legge sotto pena di nullità, il luogo di stipulazione e il prezzo. Nessuno, il c.c. non individua nessun elemento essenziale per il contratto. L'accordo delle parti e l'oggetto. L'accordo delle parti, la causa, l'oggetto e la forma, quando risulta che essa è prescritta dalla legge sotto pena di nullità. La forma, il termine e il modo.
Cosa caratterizza la simulazione? Una dichiarazione unilaterale di nomina, purché essa avvenga entro un dato periodo di tempo. Il fatto che il rappresentante agisca solo per conto ma non per nome del rappresentato. L'accordo delle parti di porre in essere l'esteriorità di un certo contratto e l'accordo riservato in forza del quale le parti considerano inefficace il negozio apparente. La facoltà di nominare successivamente alla conclusione di un contratto la persona nella cui sfera giuridica il negozio deve produrre effetti. Un doppio contratto affinché gli effetti giuridici si producano a favore dell'interessato.
Ai sensi dell'art. 2784 del c.c. possono essere dati in pegno... I soli beni mobili. I soli beni mobili e le universalità di mobili. I soli beni mobili iscritti nei pubblici registri. I beni mobili, le universalità di mobili, i crediti e altri diritti aventi per oggetto beni mobili. I beni mobili, le universalità di mobili, i crediti e altri diritti aventi per oggetto beni mobili o immobili.
Indicare quale tra le seguenti affermazioni sull'istituto della prescrizione è corretta. La prescrizione, a differenza della decadenza, è un istituto eccezionale, perché deroga al principio secondo cui l'esercizio dei diritti soggettivi non è sottoposto a limiti di tempo. La prescrizione è la perdita del diritto soggettivo per effetto dell'inerzia o del non uso da parte del titolare di esso protrattasi per un periodo di tempo determinato dalla legge. La prescrizione è un istituto collegato al decorso del tempo che si sostanzia nella perdita della possibilità di esercitare un diritto per il mancato compimento di una determinata attività, o di un atto, nel termine perentorio previsto dalla legge. La prescrizione opera anche quando sopraggiunga una causa giustificatrice dell'inerzia del titolare del diritto. Il fondamento della prescrizione risiede nell'esigenza di certezza di rapporti giuridici, in relazione a situazioni giuridiche soggettive che non sono suscettibili di esercizio ripetuto, ma dipendono dal compimento di un atto e per le quali è opportuno circoscrivere l'incertezza in un tempo limitato.
Gli usi sono fonti del diritto? Sì, solo gli usi e le consuetudini sono fonti del diritto. No, solo le leggi e le norme corporative sono fonti del diritto. Sì. Sì, solo le leggi e gli usi sono fonti del diritto. No, solo le leggi e i regolamenti sono fonti del diritto.
Quale istituto collegato al decorso del tempo si sostanzia nella perdita della possibilità di esercitare un diritto per il mancato compimento di una determinata attività, o di un dato atto, nel termine perentorio previsto dalla legge? La decadenza. Il pegno. La prescrizione. La rivendicazione. La servitù.
Quando si fa luogo, ai sensi del codice civile, alla successione legittima? Solo in caso di testamento nullo. Quando sono presenti anche figli naturali. Solo in mancanza di patti successori. Quando si dà attuazione alle disposizioni testamentarie. Quando manca, in tutto o in parte, quella testamentaria.
Se nel contratto è stipulato il diritto di recesso per una o per entrambe le parti, la caparra ha la sola funzione di corrispettivo del recesso. In tal caso la caparra... È penitenziale. È confirmatoria. Può essere confirmatoria o penitenziale. Corrisponde alla cauzione definitiva. Può essere confirmatoria o risolutiva.
Ai sensi dell'art. 1344 del codice civile, la causa di un contratto che costituisce il mezzo per eludere l'applicazione di una norma imperativa... È annullabile. È impossibile. Comporta la nullità parziale del contratto. È comunque lecita ma può essere annullata. È illecita.
Nonno e nipote sono... Parenti in linea retta di secondo grado. Parenti in linea collaterale di terzo grado. Parenti in linea retta di primo grado. Parenti in linea retta di terzo grado. Affini.
I c.d. diritti personalissimi sono... Tutti i diritti nascenti da contratti. Diritti relativi. Diritti intrasmissibili. Diritti reali. Diritti di obbligazione.
In una associazione riconosciuta quale l'organo ha la competenza per lo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del patrimonio? Gli amministratori. I soci fondatori. L'organo di gestione. I soci con quota maggioritaria. L'assemblea degli associati.
Il debitore risponde dell'adempimento delle obbligazioni, ai sensi dell'art. 2740 del codice civile,... Con tutti i suoi beni presenti e futuri. Con tutti i suoi beni presenti, ma non con i suoi beni futuri. Con i suoi beni futuri, ma non con i suoi beni presenti. Solo con i beni che aveva al momento dell'assunzione dell'obbligo. Con tutti i suoi beni presenti e futuri nonché di quelli dei suoi ascendenti.
Come è denominato il contratto con il quale una parte assume stabilmente l'incarico di promuovere, per conto dell'altra, verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata? Contratto di vendita. Contratto di compromesso. Contratto di agenzia. Contratto di appalto. Contratto di commissione.
Quale delle seguenti azioni è posta dal codice civile a specifica tutela della proprietà? Azione di occupazione. Invenzione. Azione di manutenzione. Azione di rivendicazione. Azione di reintegrazione.
Il negozio giuridico... Consiste sempre in un atto unilaterale che produce effetti nella sfera giuridica di terzi. È quella particolare figura di atto giuridico lecito i cui effetti sono prestabiliti dalla legge, e non possono essere liberamente determinabili dalle parti. Ha sempre carattere oneroso e patrimoniale. È quella particolare figura di atto giuridico lecito i cui effetti non sono prestabiliti dalla legge, ma sono liberamente determinabili dalle parti. È espressamente previsto e disciplinato dal codice civile.
Circa i diritti soggettivi è possibile operare una distinzione tra diritti assoluti e diritti relativi. Questi ultimi... Non sono in alcun modo tutelati dall'ordinamento. Non hanno mai carattere patrimoniale. Assicurano al titolare un potere che egli può far valere solo nei confronti di una o più persone determinate. Possono essere fatti valere "erga omnes". Si sostanziano nei diritti reali.
In materia di negozio giuridico, i vizi della volontà cui la legge attribuisce rilevanza sono: l'errore, il dolo e la violenza. La violenza morale... Consiste nella minaccia di un male ingiusto e notevole posta in essere per determinare un soggetto a compiere un negozio giuridico. Consiste in un raggiro con cui un soggetto induce un altro soggetto in errore, determinandolo a porre in essere un negozio giuridico che altrimenti, non sarebbe stato concluso. Consiste in una falsa rappresentazione della realtà. Consiste nel timore reverenziale. Comporta sempre la nullità del contratto.
La proposta contrattuale diretta a una determinata persona si reputa conosciuta... Nel momento in cui giunge all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia. Nel momento in cui è formulata. Tre giorni dopo essere giunta all'indirizzo del destinatario. Nel momento in cui al proponente giunge notizia dell'arrivo della proposta all'indirizzo del destinatario. In ogni caso nel momento in cui giunge all'indirizzo del destinatario.
Oggetto del contratto di locazione... Deve essere una cosa mobile registrata. Deve essere una cosa immobile. Può anche essere una rendita semplice. Può riguardare esclusivamente beni immobili destinati a uso abitativo. Può essere una cosa mobile o immobile.
Secondo il disposto dell'art. 2794 del c.c. colui che ha costituito il pegno, quando può esigerne la restituzione? Se è stato interamente pagato il capitale. Se sono stati pagati il capitale e gli interessi nella misura del 30%. Anche se non è stato rimborsato l'intero capitale, purché siano stati pagati gli interessi. Se sono stati pagati il capitale interamente e gli interessi nella misura del cinquanta per cento. Solo se sono stati pagati per intero il capitale e gli interessi, e sono state rimborsate le spese relative al debito e al pegno.
Lo stato di incapacità legale a contrattare di una delle parti... Dà luogo alla inefficacia del contratto. Comportò la nullità del contratto stesso. Dà luogo alla rescindibilità del contratto. Non può mai essere sanato. Dà luogo all'annullabilità del contratto.
Fatte salve le norme relative agli effetti della trascrizione, se una persona concede a diversi contraenti, con successivi contratti, un diritto personale di godimento relativo alla stessa cosa, a chi spetta il godimento della cosa? A chi lo ha conseguito per primo; se nessuno dei contraenti ha conseguito il godimento è preferito quello che ha il titolo di data certa anteriore. A chi lo ha conseguito per ultimo. A chi lo ha conseguito per primo, purché sia anche il primo contraente con titolo di data certa. A chi ha stipulato per primo il contratto con titolo di data certa. A chi lo ha conseguito per primo, solo se nessuno ha un titolo di data certa.
A norma dell'art. 16 del c.c. l'atto costitutivo e lo statuto di una associazione devono contenere... Le norme relative all'estinzione dell'ente e alla devoluzione del patrimonio. I criteri e le modalità di erogazione delle rendite. La denominazione dell'ente, l'indicazione dello scopo, del patrimonio e della sede, nonché le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione. Le norme relative alla trasformazione dell'ente. La denominazione dell'ente, l'indicazione dello scopo, le norme relative all'estinzione e alla trasformazione dell'ente.
L'art. 2955 del c.c. prevede la prescrizione di un anno per... I diritti dei commercianti per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio. Le annualità delle pensioni alimentari. I diritti dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlate. I diritti dello Stato sui beni appartenenti al demanio pubblico. Solo il diritto degli ufficiali giudiziari, per il compenso degli atti compiuti nella loro qualità.
Qualora il titolo dell'acquisto, effettuato in buona fede, non sia stato trascritto, l'usucapione di un bene mobile iscritto in pubblici registri si compie con il decorso... Di venti anni. Di quindici anni. Di trenta anni. Di cinque anni. Di dieci anni.
I presupposti affinché sia esperibile l'azione di rescissione del contratto concluso in stato di pericolo sono espressamente previsti dall'art. 1447 del c.c., ovvero lo stato di pericolo, l'iniquità delle condizioni e la conoscenza dello stato di pericolo da parte di colui che ne ha tratto vantaggio. Quale o quali presupposti hanno carattere oggettivo e quale o quali soggettivo? Hanno carattere oggettivo il secondo e il terzo, mentre il primo ha carattere soggettivo. Hanno carattere oggettivo il primo e il terzo, mentre il secondo ha carattere soggettivo. Ha carattere oggettivo il primo, mentre il secondo e il terzo hanno carattere soggettivo. Hanno carattere oggettivo i primi due mentre il terzo ha carattere soggettivo. Hanno tutti carattere soggettivo.
Qualora nel contratto sia stata stipulata la prestazione di un corrispettivo per il recesso, questo ha effetto... Anche se la prestazione non è eseguita. Dopo tre giorni dall'esecuzione della prestazione. Quando la prestazione è eseguita. Solo entro tre giorni dall'inizio della prestazione. Quando la prestazione è eseguita; è escluso ogni patto contrario.
I beni mobili iscritti in pubblici registri sono soggetti alle disposizioni che li riguardano e, in mancanza, alle disposizioni dettate dal codice civile in materia di... Frutti naturali. Beni mobili. Universalità di beni. Pertinenze. Frutti civili.
L'obbligazione può essere adempiuta da un terzo, anche contro la volontà del creditore? Sì, se questi non ha interesse a che il debitore esegua personalmente la prestazione. Sì, ma solo se la cosa data in pegno a garanzia della obbligazione possa subire perimento. No. L'obbligazione deve in ogni caso essere adempiuta dal debitore, perché è tra questi ed il creditore che si è creato il rapporto giuridico obbligatorio. No. L'obbligazione non può essere adempiuta da terzi se il creditore non è d'accordo. Sì, sempre e il c.c. non prevede eccezioni.
L'obbligazione di consegnare una cosa determinata include anche quella di custodirla fino alla consegna? Sì, ma solo se pattuito dalle parti. Sì, sempre. No, in alcun caso. Sì, ma solo se disposto dal giudice. No, salvo che patti od usi non prevedano diversamente.
Quale contratto è anche denominato prestito d'uso? Il comodato. L'anticipazione bancaria. Il deposito. Il contratto di rendita. Il mutuo.
La remissione è tacita quando... È rimessa alla discrezionalità del giudice la valutazione di rimettere il debito. Il debitore principale dichiara di non volerne profittare. Il comportamento del creditore sia incompatibile con la volontà di far valere il suo diritto. Il creditore dichiara di rimettere il debito con comunicazione al debitore. La restituzione del titolo originario del credito è volontaria.
A quale regime sono soggetti i cimiteri comunali? Al regime del patrimonio indisponibile dello Stato. Al regime del patrimonio disponibile del Comune. Al regime della proprietà privata. Al regime del demanio pubblico. Al regime del patrimonio del Comune.
Quanti e quali tipi di compensazione prevede la legge? Due: compensazione giudiziale e compensazione volontaria. Tre: compensazione giudiziale, compensazione volontaria e compensazione facoltativa. Tre: compensazione legale, compensazione giudiziale, compensazione volontaria. Tre: compensazione legale, compensazione facoltativa, compensazione volontaria. Quattro: compensazione legale, compensazione giudiziale, compensazione volontaria, compensazione facoltativa .
È espressa la procura... Se riguarda uno o più affari determinati. Quando l'interessato esplicitamente conferisce ad un soggetto il potere di rappresentanza, anche con una dichiarazione verbale. Se riguarda tutti gli affari del rappresentato. Quando è conferita con atto pubblico. Se risulta da comportamenti inequivoci, come le mansioni che si fanno svolgere al rappresentante (fatti concludenti).
Quale dei seguenti diritti attribuisce al suo titolare il potere di servirsi di un bene e, se è fruttifero, di raccoglierne i frutti, ma solo limitatamente a quanto occorre ai bisogni suoi e della sua famiglia? Il diritto di prelazione. Il diritto di superficie. Il diritto di uso. Il diritto di insistenza. Il diritto di permuta.
Nel caso in cui il luogo dell'adempimento di una obbligazione non è determinato dalla convenzione o dagli usi, né è desumibile dalla natura della prestazione o da altre circostanze, l'obbligazione avente ad oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta... Al domicilio indicato dal giudice. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza. Al domicilio che il creditore aveva al tempo della nascita dell'obbligazione. Al domicilio che il debitore aveva al tempo della nascita dell'obbligazione.
Il giudice può rilevare d'ufficio la prescrizione non opposta? No, lo esclude espressamente l'art. 2938 del c.c. Sì, in quanto la prescrizione opera autonomamente. Sì, ma solo nel caso di prescrizione ordinaria. Sì, ma solo nel caso di prescrizione breve. Sì, ma solo nei contratti a struttura associativa.
L'affinità è... Il vincolo tra marito e moglie. Un vincolo esclusivamente affettivo. Il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge. Il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite. Il vincolo che lega i fratelli di una stessa madre ma di due padri diversi.
Gli atti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale comprendono anche le pertinenze? No, mai. Sì, se non è diversamente disposto. Sì, ma solo se è espressamente previsto negli atti. Sì, con esclusione di qualsiasi patto contrario. Sì, ma solo se la cosa principale è un bene immobile.
La procura speciale... Si estingue solo per revoca espressa o tacita del rappresentato. Non si estingue per morte del rappresentato o del rappresentante. Si estingue per effetto del compimento del negozio. Si estingue solo per scadenza del termine. Si estingue solo per sopravvenuta incapacità o fallimento del rappresentato o del rappresentante.
La procura non ha effetto... Se non è conferita per iscritto. Se non è conferita con atto notarile. Se non è conferita con la forma prescritta per il negozio che il rappresentante deve concludere. Se non è conferita per atto pubblico. Solo se il rappresentante non ha la capacità di concludere il negozio che il rappresentato deve concludere.
A norma del disposto di cui all'art. 20 del cod. civ., chi deve provvedere, di norma, alla convocazione dell'assemblea delle associazioni riconosciute? I probiviri. Gli amministratori. Almeno un decimo degli associati. I sindaci. I soci fondatori.
L'ipoteca... Può avere ad oggetto solo beni mobili. Necessita del trasferimento materiale del bene al creditore. È un istituto previsto per rafforzare il diritto del creditore all'adempimento e al risarcimento del danno in caso di inadempimento. È un diritto reale di garanzia, concesso dal debitore (o da un terzo) su un bene, a garanzia di un credito. È un modo di estinzione delle obbligazioni.
Come sono definiti i diritti che attribuiscono al titolare un potere che questi può far valere indistintamente verso tutti gli altri soggetti? Diritti assoluti. Diritti relativi. Diritti non patrimoniali. Diritti intrasmissibili. Diritti personalissimi.
Fratello e sorella sono parenti in linea retta? No, sono affini. Sì, sono parenti di terzo grado in linea retta. Sì, sono parenti di secondo grado in linea retta. No. Lo sono se figli dello stesso padre.
Come è denominato il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta? Comodato. Deposito. Sequestro convenzionale. Contratto di rendita. Anticipazione.
Cosa dispongono gli artt. 2962 e 2963 del c.c. in merito al computo dei termini della prescrizione? L'anno decorre da un determinato giorno al giorno corrispondente dell'anno successivo, salvo gli eventi di bisestilità. Si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare dell'ultimo istante del giorno finale. Se il termine scade in giorno festivo, non è prorogato al giorno seguente non festivo, salvo che la legge non preveda diversamente. La prescrizione a mese si considera sempre di trenta giorni naturali. I termini di prescrizione contemplati dal c.c. e dalle altre leggi si computano secondo il calendario comune.
Come è denominato l'accordo con il quale le parti sostituiscono una nuova obbligazione a quella originaria che conseguentemente si estingue? Usufrutto. Comunione. Invenzione. Novazione. Cessione del contratto.
La proposta, l'accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta ad una determinata persona si reputano da questa conosciute, ai sensi dell'art. 1335 del codice civile,... Nel momento in cui sono trasmesse al destinatario. Dal momento in cui vengono inviate al destinatario salvo che il c.c. non preveda diversamente. Nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia. Nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, anche se questi prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia. Nel momento in cui il destinatario, in forma scritta, dichiari di averne notizia.
Secondo la nozione dell'art. 1321 del codice civile, il contratto è... L'accordo di due o più parti finalizzato esclusivamente ad estinguere tra loro un rapporto giuridico non patrimoniale. L'accordo di due o più parti finalizzato esclusivamente a regolare tra loro un rapporto giuridico non patrimoniale. L'accordo di due sole parti finalizzato esclusivamente a regolare tra loro un rapporto giuridico non patrimoniale. L'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale. L'accordo di due o più parti finalizzato esclusivamente a costituire tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.
Quale dei seguenti diritti conferisce al titolare soltanto il diritto di abitare una casa limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia? Il diritto di abitazione. Il diritto di successione. Il diritto di riscatto. Il diritto di permuta. Il diritto di servitù.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno? Sì, se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. Solo in caso di dolo o colpa gravissima. No, salvo che il creditore provi che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato dal dolo del debitore. No, in alcun caso. Sì, in ogni caso.
Quando il matrimonio dei genitori è stato annullato o sciolto il minore ha il domicilio... Del genitore con il quale convive. Di entrambi i genitori. Del padre, salvo diversa determinazione del giudice tutelare. Della madre, salvo diversa determinazione del giudice tutelare. Presso il tribunale per i minorenni.
Recita l'art. 1372 del codice civile in merito all'efficacia del contratto che "Il contratto ha forza di legge tra le parti". Esso... Esclusivamente quando in contrasto con leggi penali. Può essere sciolto solo per volontà di una qualunque delle parti. Può essere sciolto solo con il mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge. Può essere sciolto per cause ammesse dalla legge ovvero per volontà del proponente. Può essere sciolto solo con il mutuo consenso.
Secondo il codice civile, l'accordo è un requisito del contratto. La sua mancanza... Non comporta in nessun caso conseguenze negative per il contratto. Determina la nullità del contratto. Non comporta conseguenze negative per il contratto salvo che le parti abbiano convenuto diversamente. Può determinare l'annullabilità del contratto, qualora una sola delle parti decida in tal senso. Comporta l'inefficacia del contratto fino a non siano ripristinate le condizioni previste dal cod.civ.
A norma delle disposizioni di cui all'art. 880 del c.c. il muro che serve di divisione tra edifici di altezza ineguale: Si presume comune fino al punto in cui uno degli edifici comincia ad essere più alto. Si presume di proprietà dell'edificio costruito per primo. Si presume di proprietà dell'edificio più alto. Si presume di proprietà dell'edificio più basso. Si presume comune se i due edifici sono stati costruiti nello stesso anno.
Un contraente può legittimamente sospendere l'esecuzione della prestazione da lui dovuta se ritiene che le condizioni patrimoniali dell'altra parte siano divenute tali da porre in evidente pericolo il conseguimento della controprestazione? Sì, in ogni caso. Sì, a meno che non gli venga prestata idonea garanzia. No, in alcun caso. No, può ridurre la prestazione dovuta in base ad una proporzione stabilita dal giudice. No, non può mai legittimamente sospendere l'esecuzione della prestazione, salvo non sia stata all'uopo prevista una clausola nel contratto.
Ai sensi dell'art. 1354 del codice civile, la condizione contrattuale impossibile... Che sia sospensiva o risolutiva si considera come non apposta. Rende il contratto nullo. Rende il contratto nullo se è risolutiva. Si considera come non apposta se è risolutiva. Si considera come non apposta se è sospensiva.
Colui che, rivolgendosi al pubblico, promette una prestazione a favore di chi compia una determinata azione è vincolato dalla promessa? Sì, da quando questa è resa pubblica. Sì, quando gli venga comunicato il compimento dell'azione prevista. Sì, quando gli venga comunicata l'intenzione di compiere l'azione prevista. Solo a seguito di formale stipulazione del contratto. No, si tratta di una manifestazione di volontà priva di effetti giuridici.
Tutti i diritti sono soggetti alla prescrizione? Sì, ad eccezione dei diritti di credito. Sì, eccetto il diritto di cittadinanza. Sì, senza alcuna eccezione. Sì, ad eccezione dei diritti indisponibili e degli altri diritti indicati dalla legge. Sì, ad eccezione dei diritti della personalità.
La vendita è il contratto... Col quale una parte si obbliga a far godere all'altra una cosa mobile o immobile per un dato tempo, verso un determinato corrispettivo. Col quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per conto dell'altra. Che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasferimento di un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo. Che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose o di altri diritti, da un contraente all'altro. Col quale una parte si obbligo a trasferire il solo possesso di una cosa verso il corrispettivo di un prezzo.
È fideiussore colui che... Garantisce l'adempimento di un'obbligazione altrui obbligandosi personalmente verso il creditore. Paga effettivamente il dovuto dell'obbligazione. Costituisce a favore del creditore garanzia reale su un suo bene immobile. Risarcisce il danno ingiusto causato dal mancato adempimento dell'obbligazione. Garantisce il pagamento della cambiale per uno degli obbligati.
La condizione relativa ad un contratto si considera avverata, ai sensi del codice civile,... Qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario all'avveramento di essa. Qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse all'avveramento di essa. Qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse all'avveramento di essa, nel solo caso di condizione risolutiva. Qualora sia mancata per causa imputabile ad un terzo o sia impossibile. Qualora sia mancata a causa di un evento naturale imprevisto e imprevedibile.
Cosa dispongono gli artt. 2962 e 2963 del c.c. in merito al computo dei termini della prescrizione? La prescrizione a mesi si verifica nel mese di scadenza e nel giorno di questo corrispondente al giorno del mese iniziale; se nel mese di scadenza manca tale giorno, il termine si compie il primo giorno del mese successivo. Se il termine scade in giorno festivo, non è prorogato al giorno seguente non festivo, salvo che la legge non preveda diversamente. Non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con l'ultimo istante dell'alba del giorno finale. In tutti i casi contemplati dal c.c. e dalle altre leggi, la prescrizione si verifica quando è compiuto l'ultimo giorno del termine. I termini di prescrizione contemplati dal c.c. e dalle altre leggi si computano secondo il calendario comune, considerando sempre il giorno naturale che va dall'alba al tramonto.
Secondo il codice civile, l'oggetto è un requisito del contratto. Cosa comporta la sua mancanza? Nessun effetto, purché siano presenti tutti gli altri requisiti. Ne determina l'inefficacia. Ne determina la nullità. Nessun effetto. Può comportarne l'annullabilità solo se l'oggetto non è neppure desumibile dal contratto stesso.
La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere suscettibile di valutazione economica. In presenza di tale carattere sono soddisfatti tutti i requisiti richiesti dall'art. 1174 del codice civile? No, la prestazione deve inoltre corrispondere a un interesse, anche non patrimoniale, del creditore. Sì. No, la prestazione deve inoltre corrispondere a un interesse esclusivamente patrimoniale del creditore. No, la prestazione deve inoltre corrispondere a un interesse esclusivamente non patrimoniale del creditore. Sì, salvo il caso di obbligazioni naturali.
La remissione del debito è... Un particolare tipo di contratto a prestazioni unilaterali. Una rinuncia del creditore, in tutto o in parte, al suo diritto con la conseguenza che l'obbligazione si estingue e il debitore è liberato, pur non avendo il creditore ottenuto la prestazione. L'accordo con il quale le parti sostituiscono una nuova obbligazione a quella originaria che conseguentemente si estingue. Un privilegio che la legge accorda al creditore in considerazione della particolare natura o causa del credito. Un modo di estinzione dell'obbligazione diverso dall'adempimento "satisfattore".
Ai sensi dell'art. 2684 del c.c., è soggetta alla trascrizione una transazione che ha per oggetto una controversia relativa al trasferimento della proprietà di un autoveicolo? Sì, ma solo se si tratta di atti tra vivi di rinuncia a diritti. Sì. No, in alcun caso. Solo a seguito di successione testamentaria. Sì, ma solo a seguito di sentenza.
In materia di obbligazioni, l'inadempimento può definirsi... Come il comportamento del creditore assolutamente incompatibile con la volontà di far valere il suo diritto. Come ogni comportamento del debitore difforme da quello al quale è obbligato, ovvero la mancata, l'inesatta o la ritardata esecuzione del rapporto obbligatorio. Come il rifiuto senza legittimo motivo da parte del creditore di ricevere il pagamento offertogli dal debitore. Come ogni comportamento del creditore che determina un illecito civile. Come la circostanza in cui il creditore assegna al debitore un nuovo creditore verso il quale il debitore si obbliga.
Quando due soggetti sono contestualmente creditore e debitore l'uno dell'altro si ha... Delegazione. Occupazione. Espromissione. Mutuo. Compensazione.
In una associazione riconosciuta quale l'organo ha la competenza per l'esclusione dell'associato per gravi motivi? I soci fondatori. I soci con quota maggioritaria. Gli amministratori. L'organo di gestione. L'assemblea degli associati.
Come sono definiti i diritti che realizzano interessi di prevalente natura morale come ad esempio i diritti che attengono ai rapporti familiari? Diritti civili. Diritti patrimoniali. Diritti non patrimoniali. Diritti assoluti. Diritti trasmissibili.
Chi delibera sulla convenienza di continuare ovvero alienare o liquidare le aziende commerciali, che si trovano nel patrimonio del minore sotto tutela e sulle relative modalità e cautele? Il tribunale per i minorenni sentito il minore. Il tutore, possibilmente d'intesa con il minore. Il tutore, che ne deve informare il giudice tutelare. Il giudice tutelare, su proposta del tutore e sentito il protutore. Il tutore, d'intesa con il protutore, sentito il minore.
Le disposizioni a favore della persona che ha scritto il testamento segreto, approvate di mano dello stesso testatore... Sono nulle, salvo che si tratti del coniuge. Sono nulle in ogni caso. Sono nulle, salvo che si tratti del legittimario. Sono nulle e inefficaci. Sono valide ed efficaci.
Con riferimento a quali articoli del c.c. è tracciata, con sufficiente precisione, la delimitazione delle aree di responsabilità contrattuale ed extracontrattuale? Articoli 601 e 750, rispettivamente. Articoli 1218 e 2043, rispettivamente. Articoli 2055 e 2056, rispettivamente. Articoli 2046 e 2058, rispettivamente. Articoli 2218 e 2023, rispettivamente.
Ha effetto giuridico la separazione per il solo consenso dei coniugi? Solo ai fini dell'adozione speciale. Sì, se la dichiarazione è sottoscritta da entrambi i coniugi davanti al notaio. No. Non ha effetto giuridico senza l'omologazione del giudice. Sì. Solo nel caso non siano presenti dei figli.
Il contratto concluso da un minore... Può essere annullato solo con il consenso di entrambe le parti. È valido a tutti gli effetti e pertanto non annullabile. È annullabile. È irregolare. È nullo.
Come viene definito dal codice civile il contratto col quale una parte consegna all'altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità? Mediazione. Vendita. Mutuo. Commissione. Anticresi.
I negozi giuridici si definiscono a titolo gratuito... Quando all'attribuzione a favore di un soggetto faccia riscontro un corrispettivo a carico dello stesso. Quando attengono alla sfera dei rapporti familiari. Quando si sostanziano in negozi "mortis causa". Quando sono di natura economica o patrimoniale. Quando manchino di corrispettivo, essendo il negozio diretto ad accrescere il patrimonio altrui senza controprestazione.
Quale dei seguenti non è ricompreso tra i modi d'acquisto della proprietà? Invenzione. Possesso non violento né clandestino. Occupazione. Accessione. Specificazione.
Come sono definiti i diritti patrimoniali ed assoluti, che attribuiscono al titolare una signoria piena o limitata su di un bene con carattere di immediatezza? Nessuna delle risposte fornite è corretta. Diritti non patrimoniali. Diritti di obbligazione. Diritti reali. Diritti relativi.
I coniugi possono modificare il regime della comunione legale? No, i coniugi possono solo pattuire che ciascuno di essi conservi la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio. Sì, mediante convenzione, dando luogo ad una comunione convenzionale. No, i coniugi possono solo costituire un fondo patrimoniale. Sì, ma esclusivamente in riferimento ai beni acquisiti per effetto di successione. Sì, ma esclusivamente in riferimento ai beni acquisiti per effetto di donazione.
Il pegno... È un contratto mediante il quale un terzo garantisce personalmente l'adempimento di un'obbligazione altrui. Si perfeziona con la consegna al creditore della cosa. Può avere ad oggetto solo beni immobili o rendite dello Stato. È un diritto assoluto che attribuisce al suo possessore un potere su un bene immobile che questi può far valere indistintamente verso tutti. Può avere ad oggetto anche crediti, ma solo se incorporati in un titolo.
A quale organo devono essere presentati l'atto costitutivo e lo statuto delle associazioni che operano in ambito sovraregionale al fine del riconoscimento della personalità giuridica? Al Questore della regione sede dell'ente. Al Presidente della Provincia nella quale è stabilita la sede dell'ente. Al Prefetto nella cui provincia è stabilita la sede dell'ente. Al Ministro dell'Interno. Al Sindaco del comune dove ha sede l'ente.
L'art. 1325 del codice civile indica come requisiti del contratto... L'accordo delle parti, l'oggetto, il prezzo e il luogo di stipulazione. L'accordo delle parti e l'oggetto. L'accordo delle parti, la causa, l'oggetto e la forma, quando risulta prescritta dalla legge sotto pena di nullità. L'accordo delle parti, la motivazione e l'oggetto; la forma costituisce requisito del contratto esclusivamente quando le parti espressamente la considerano essenziale a pena di nullità. Le parti, la causa, l'oggetto e la forma, in tutti i casi.
Come è denominato il negozio giuridico unilaterale e recettizio con cui il rappresentato conferisce efficacia al negozio compiuto dal rappresentante che abbia ecceduto dai limiti della procura? Ratifica. Procura. Remissione. Pegno. Rappresentanza.
La novazione è... L'accordo con il quale le parti sostituiscono una nuova obbligazione a quella originaria che conseguentemente si estingue. Una rinuncia del creditore, in tutto o in parte, al suo diritto, con la conseguenza che l'obbligazione si estingue e il debitore è liberato, pur non avendo il creditore ottenuto la prestazione. La situazione in cui i soggetti dell'obbligazione (creditore e debitore) vengono a riunirsi in capo alla stessa persona. Un contratto tra debitore e terzo, con il quale il terzo assume il debito dell'altro. Un privilegio che la legge accorda al creditore in considerazione della particolare natura o causa del credito.
Il contratto concluso da un soggetto legalmente incapace di contrattare... È nullo. È rescindibile. È inefficace. È annullabile. Non è annullabile.
Nei contratti che hanno per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa determinata, la proprietà si trasmette e si acquista... Per effetto del consenso delle parti, legittimamente manifestato. Con la consegna della cosa. Trascorsi tre giorni dalla proposta. Mediante un successivo negozio di trasferimento. Con la registrazione del contratto.
Il codice civile prevede modi di estinzione dell'obbligazione diversi dall'adempimento. Quando due persone sono obbligate l'una verso l'altra e i due debiti si estinguono per le quantità corrispondenti si è in presenza di... Espromissione. Confusione. Compensazione. Remissione. Novazione.
Prevede l'art. 2952 del c.c. che il diritto al pagamento delle rate di premio assicurativo si prescrive... In ventiquattro mesi dalle singole scadenze. In un anno dalle singole scadenze. In tre anni dalle singole scadenze. In cinque anni dalle singole scadenze. In diciotto mesi dalle singole scadenze.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni, in contrapposizione con quelli dei diritti reali è corretta. Le obbligazioni in quanto diritti assoluti, valgono "erga omnes", mentre i diritti reali in quanto relativi, sono esperibili "erga partes". Le obbligazioni in quanto diritti relativi, sono esperibili "erga partes", mentre i diritti reali in quanto assoluti valgono "erga omnes". Nelle obbligazioni, a tutela del diritto, il creditore ha un'actio in rem, esperibile contro chiunque, mentre nei diritti reali il titolare del diritto ha soltanto un'azione personale nei confronti del soggetto passivo del rapporto. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res, mentre nei diritti reali è preminente il rapporto tra i due soggetti. Nelle obbligazioni prevale la signoria sulla cosa che ne è oggetto, mentre nei diritti reali prevale la pretesa verso una o più altre persone.
Di alcuni negozi giuridici il codice civile presume la gratuità, di altri l'onerosità. Appartiene alla prima categoria... Esclusivamente la donazione (art. 769 c.c.). Il contratto di deposito (art. 1767 c.c.). Il contratto di mutuo (art. 1815 c.c.). Il contratto di mandato (art. 1709 c.c.). Il contratto di vendita (art. 1470 c.c.).
Si può possedere una cosa... Solo essendone proprietari. Solo direttamente. Direttamente o per mezzo di altra persona che ne ha la detenzione. Solo per mezzo di altra persona. Solo per mezzo dell'usucapione.
L'enfiteusi temporanea non può essere costituita per una durata... Superiore ai venti anni. Superiore ai dieci anni. Superiore ai trenta anni. Inferiore ai venti anni. Inferiore ai trenta anni.
La sede in cui le persone vivono e svolgono la loro attività è rilevante giuridicamente, come punto di riferimento di numerosi rapporti giuridici. Il luogo in cui la persona fisica ha la dimora abituale costituisce... La sede. La dimora. Il domicilio speciale. Il domicilio legale. La residenza.
È possibile convalidare un contratto rescindibile? No. Sì, nel solo caso di contratto concluso in stato di pericolo. Sì, sempre. Sì, ad esempio in caso di contratto aleatorio. Sì, limitatamente ai contratti ad esecuzione continuata o periodica.
Le obbligazioni principali del venditore sono indicate dall'art. 1476 del codice civile. Tra esse non è compreso... Consegnare la cosa al compratore. Consegnare la cosa. Garantire il compratore dai vizi della cosa. Il pagamento delle spese del contratto e le altre accessorie. Garantire il compratore dalla evizione.
Il contratto concluso dall'incapace naturale è... È inefficace. È annullabile. È annullabile, tranne il caso del maggiore degli anni 14. È imperfetto. È nullo.
Quali dei seguenti beni, ai sensi dell'art. 2784 del codice civile, possono essere dati in pegno? Universalità di beni mobili. Crediti, qualunque sia la loro natura e beni immobili. I soli beni mobili iscritti nei pubblici registri. Beni immobili con le loro pertinenze. Solo beni mobili.
In quale dei seguenti casi le parti possono rinunziare alla prescrizione? Quando la prescrizione è compiuta, ovvero anche anteriormente, se la rinunzia è fatta con atto pubblico. Solo mentre è in corso il termine di prescrizione. Quando la prescrizione è compiuta. In qualunque momento. Entro due anni dalla stipulazione del contratto.
La remissione è espressa quando... Il creditore dichiara di rimettere il debito con comunicazione al debitore. Il debitore principale dichiara di non volerne profittare. Il comportamento del creditore sia incompatibile con la volontà di far valere il suo diritto. È rimessa alla discrezionalità del giudice la valutazione di rimettere il debito. Il debitore esegue una prestazione diversa da quella originaria.
Come sono denominate le persone a favore delle quali la legge riserva una quota di eredità o altri diritti nella successione? Beneficiati. Legittimati. Legittimari. Successori. Riservatari.
Quale dei seguenti non costituisce requisito necessario per l'esistenza del contratto ai sensi dell'art. 1325 del codice civile? La causa. Il prezzo. L'accordo delle parti. L'oggetto. Nessuna delle altre risposte proposte è corretta, il c.c. non individua gli elementi del contratto.
Non è un modo di acquisto della proprietà... L'usucapione. L'immissione. L'occupazione. L'invenzione. Accessione.
In base alla normativa dettata dal codice civile in relazione al condominio negli edifici, un condomino può, rinunziando al diritto sulle parti comuni dell'edificio, sottrarsi al contributo nelle spese per la loro conservazione? Può sottrarsi se tutti gli altri condomini lo consentono. Il codice civile lo vieta con norma inderogabile. Il codice civile lo vieta, precisando però che il regolamento di condominio può disporre diversamente. Può sottrarsi se la maggioranza dei condomini lo consente. Sì, comunicando l'intenzione agli altri condomini.
Il soggetto A, a garanzia di un credito nei confronti del soggetto B, ha dato in pegno a quest'ultimo un pezzo raro della sua collezione di libri antichi. Quest'ultimo, senza sottoporre a esecuzione il bene gravato da pegno, può pignorare altri libri della collezione del soggetto A? Sì, può pignorare sia altri beni mobili (in questo caso libri) che immobili. No, l'art. 2911 del c.c. lo esclude espressamente. Sì. Sì, salvo che provi l'esistenza di altri debiti. No, perché trattasi di beni mobili.
La disciplina fondamentale degli istituti che si fondano sul decorso del tempo è contenuta... Solo nelle leggi speciali. Nel D.Lgs. n. 392/1944. Negli artt. dal 2934 al 2969 del c.c. Negli artt. dal 1203 al 1407 del c.c. Negli artt. dal 472 al 604 del c.c.
In quale delle seguenti ipotesi può ravvisarsi l'applicazione del "principio di conservazione", che trova speciale rilievo come criterio da seguire nell'interpretazione dei contratti? Quando, nel dubbio, si interpreti il contratto in modo da alterare il meno possibile il patrimonio di ciascuna delle parti, rispetto alla sua consistenza nel momento in cui sorge l'obbligazione. Quando, nel dubbio, il contratto venga interpretato nel senso in cui possa esplicare un qualche effetto, anziché in quello secondo cui non ne avrebbe alcuno. Quando, nel dubbio, il contratto venga interpretato nel senso della conservazione dell'equilibrio tra prestazione e controprestazione. Quando, nel dubbio, l'interpretazione data al contratto è quella tendente a conservare l'intenzione dei contraenti, cioè il fine ultimo che questi si proponevano di realizzare mediante lo strumento contrattuale. Quando, nel contratto vengono usate espressioni generali; esso comprende tutto il genere delle prestazioni oggetto del contratto, e non solo quegli oggetti sui quali le parti si sono proposte di contrattare.
I negozi bilaterali... Sono quelli che risultano da dichiarazioni di volontà provenienti da due parti, e producono effetti per entrambe. Sono quelli che risultano da manifestazioni di volontà provenienti da più di due parti e producono effetti per tutte le parti. Sono quelli diretti ad accrescere il patrimonio altrui senza controprestazione. Si sostanziano nei negozi a causa di morte. Sono sempre a titolo oneroso.
La separazione consensuale dei coniugi... È priva di effetti giuridici e non può essere rilevante ai fini del divorzio. È rilevante solo ai fini della coabitazione e della collaborazione. È quella che avviene per accordo della parti e deve essere omologata dal tribunale. È l'interruzione della convivenza attuata in via di mero fatto, senza l'intervento di alcun provvedimento del tribunale. È quella pronunziata dal tribunale, ad istanza di uno o di entrambi i coniugi, a seguito di fatti che rendono intollerabile la prosecuzione della convivenza.
Il negozio col quale una persona conferisce ad un'altra il potere di rappresentarla si definisce... Ratifica. Legato. Obbligazione. Procura. Interposizione fittizia.
L'obbligazione avente per oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta, di norma,... Al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza. Indifferentemente al domicilio del creditore o del debitore. Al domicilio che il creditore ha al tempo della scadenza. Nel luogo indicato dal giudice. Nel luogo in cui è sorta l'obbligazione.
Un negozio giuridico in caso di incapacità di agire o di incapacità naturale della parte è nullo? No, è irregolare. Sì, purché il soggetto non sia minorenne. Sì, è in ogni caso nullo. No, è in ogni caso rescindibile. No, è annullabile.
Quali dei seguenti, ai sensi dell'art. 2784 del codice civile, possono essere dati in pegno? Solo beni mobili. Crediti aventi per oggetto beni mobili. Beni immobili con le loro pertinenze. Crediti, solo se incorporati in un titolo. I soli beni mobili iscritti nei pubblici registri.
Il creditore che ha un'ipoteca su immobili del debitore, può pignorare altri immobili del debitore medesimo? Sì, purché si tratti di immobili costituenti abitazione principale del debitore. No, se non sottopone a pignoramento anche gli immobili gravati dall'ipoteca. No, l'art. 2911 del c.c. lo esclude tassativamente e non ammette alcuna eccezione. Sì, purché non si tratti dell'immobile costituente sede principale degli affari del debitore. Sì, può indifferentemente sottoporre a pignoramento gli uni e gli altri.
Come sono definiti i diritti che attribuiscono al titolare di chiedere ad una o più persone determinate un particolare comportamento? Diritti personalissimi. Diritti reali. Diritti assoluti. Diritti non patrimoniali. Diritti di obbligazione.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni, in contrapposizione con quelli dei diritti reali è corretta. Nelle obbligazioni prevale la signoria sulla cosa che ne è oggetto, mentre nei diritti reali prevale la pretesa verso una o più altre persone. Nei diritti reali il titolare gode del suo diritto senza necessità della cooperazione di alcuno, mentre nelle obbligazioni, per la realizzazione del diritto, il creditore necessita della cooperazione del debitore. Le obbligazioni in quanto diritti assoluti, valgono "erga omnes", mentre i diritti reali in quanto relativi, sono esperibili "erga partes". Nelle obbligazioni, a tutela del diritto, il creditore ha un'actio in rem, esperibile contro chiunque, mentre nei diritti reali il titolare del diritto ha soltanto un'azione personale nei confronti del soggetto passivo del rapporto. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res, mentre nei diritti reali è preminente il rapporto tra i due soggetti.
I regolamenti locali possono stabilire distanze maggiori di quelle previste dal codice civile in ordine alle costruzioni su fondi finitimi, non unite né aderenti? Sì, limitatamente ai fabbricati rurali. Sì. No, mai. No, limitatamente alle abitazioni civili. Sì, limitatamente agli edifici riconosciuti di interesse storico.
Gli atti e i rapporti giuridici che hanno per oggetto la cosa principale... Comprendono anche le pertinenze, solo se è espressamente previsto. Comprendono in ogni caso le pertinenze. Non comprendono di norma le pertinenze. Comprendono anche le pertinenze solo se la cosa principale è un bene mobile. Comprendono anche le pertinenze, se non è diversamente disposto.
L'indicazione del patrimonio di una fondazione deve necessariamente essere contenuta nell'atto costitutivo e nello statuto della fondazione stessa? No. No, salvo che si tratti di fondazione per l'erogazione di servizi a minori. Sì, in quanto elemento essenziale per la fondazione. Solo se la fondazione detiene il pacchetto azionario di un istituto di credito. Solo nelle c.d. fondazioni di imprese.
Ai sensi dell'art. 1346 del c.c., l'oggetto del contratto... Deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile. Deve essere lecito e indeterminato. Può essere illecito. Deve essere possibile anche se indeterminato. Può essere impossibile.
Qualora sia richiesta dalla parte danneggiata la rescissione del contratto, il contraente contro il quale è domandata, può evitarla? No, salvo che sia stato espressamente previsto dalle parti nel contratto stesso. No, lo esclude espressamente l'art. 1450 del cod. civ. No, salvo che si tratti di contratti aleatori. Sì, pagando una maggiorazione del 60% del prezzo offerto a titolo di penale. Sì, lo ammette espressamente l'art. 1450 del cod. civ. offrendo una modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità.
Quali tra i seguenti beni sono classificati dal codice civile tra i beni immobili? Gli aeromobili. Solo il suolo. Il cod. civ. non classifica i beni immobili; per convenzione essi sono costituiti da tutti i beni non consumabili né deteriorabili. Gli autoveicoli. Gli edifici.
Come viene definito dal codice civile il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o di altri diritti, da un contraente all'altro? Permuta. Somministrazione. Locazione. Affitto. Vendita.
Rispetto ai soggetti nei negozi giuridici si possono individuare negozi unilaterali, bilaterali e plurilaterali. È un negozio bilaterale... Solo il contratto di società. Solamente ognuno dei contratti previsti dal c.c. La compravendita. Il testamento. La disdetta.
Chi è tenuto a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta nel caso di mora del creditore? Il debitore salvo diversa pattuizione. Il creditore. Il debitore, in ogni caso. Il creditore e il debitore in parti uguali fra loro. Il soggetto individuato a discrezione dal giudice.
In una associazione riconosciuta, quale l'organo ha la competenza per la gestione dell'attività associativa e la rappresentanza nei confronti dei terzi? I soci fondatori. L'assemblea degli associati. I soci con quota maggioritaria. Gli amministratori. Il collegio dei probiviri.
La servitù... È un modo per acquistare la proprietà. Attribuisce al suo titolare il diritto di godere ed usare della cosa altrui, traendo da essa tutte le utilità che può dare (compresi i frutti), con l'obbligo di non mutarne la destinazione economica. Consiste nel peso imposto sopra un fondo per l'utilità di un altro fondo appartenente a diverso proprietario. È sempre coattiva, cioè trova sempre il proprio titolo nella legge. È l'insieme delle cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra cosa.
La persona che sia inabilitata può continuare l'esercizio dell'impresa commerciale? No, in alcun caso. Sì, senza autorizzazione alcuna. Sì, ma solo se autorizzata dal tribunale su parere del giudice tutelare. Solo se non abbia nessun'altra entrata economica. Sì, ma solo se autorizzata dal curatore.
Le tre figure che realizzano il mutamento nel lato passivo dell'obbligazione sono la delegazione, l'espromissione e l'accollo. In quale istituto il nuovo debitore si aggiunge al precedente e si ha un cumulo di debitori? Espromissione cumulativa e espromissione liberatoria. Espromissione liberatoria. Delegazione liberatoria. Accollo cumulativo. Accollo liberatorio.
Indicare quale affermazione sull'interruzione della prescrizione è corretta. L'interruzione è determinata da determinati rapporti tra le parti o dalla condizione del titolare. Nell'interruzione è l'inerzia stessa che viene a mancare, o perché il diritto è stato esercitato o perché esso è stato riconosciuto all'altra parte. L'interruzione spiega i suoi effetti per tutto il periodo per il quale gioca la causa giustificatrice dell'inerzia, ma non toglie valore al periodo eventualmente trascorso in precedenza, e può paragonarsi ad una parentesi. Nell'interruzione il tempo anteriore al verificarsi della causa che la determina non perde la sua rilevanza e si somma con il periodo successivo alla cessazione dell'operatività dell'evento. I casi d'interruzione sono considerati dalla giurisprudenza tassativi e riguardano particolari rapporti giuridici ovvero una particolare condizione soggettiva del titolare del diritto.
A norma di quanto statuito dall'art. 20 del cod. civ, nel caso in cui, a seguito di richiesta legittima di convocazione dell'assemblea di un'associazione riconosciuta, gli amministratori non vi provvedono, chi può ordinare la convocazione dell'assemblea? I revisori dei contabili. Il presidente del tribunale. Il prefetto. I probiviri. Il collegio sindacale.
Con un unico atto stipulato da un notaio di Napoli un soggetto residente a Genova ha venduto ad un altro soggetto residente a Milano un appartamento sito in Roma ed un capannone industriale sito a Latina. Il notaio trascriverà l'atto... Presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Genova. Presso le Conservatorie dei Registri Immobiliari di Napoli e Genova. Presso una qualsiasi Conservatoria dei Registri Immobiliari. Presso la sola Conservatoria dei Registri Immobiliari di Roma. Presso le Conservatorie dei Registri Immobiliari di Roma e di Latina.
Qual è la differenza tra la surrogazione per pagamento e la surrogazione reale? Nella prima vi è sostituzione del creditore, nella seconda vi è sostituzione dell'oggetto. Nella prima vi è sostituzione dell'oggetto, nella seconda vi è sostituzione del creditore. Nella prima l'adempimento non si è verificato, nella seconda il creditore è stato soddisfatto. La prima si ha per volontà del creditore, la seconda per volontà del debitore. Nella prima occorre l'accettazione del debitore, nella seconda non è necessaria.
Se è data in pegno una cosa fruttifera, il creditore, salvo patto contrario, ai sensi dell'art. 2791 del c.c... Ha la facoltà di fare suoi i frutti imputandoli prima alle spese e agli interessi e poi al capitale. Ha la facoltà di far suoi i frutti imputandoli prima al capitale e poi agli interessi e alle spese. Ha la facoltà di fare suoi i frutti imputandoli alle sole spese. Deve sempre restituire i frutti. Non ha la facoltà di fare suoi i frutti.
Per il conseguimento di quanto gli è dovuto, il creditore pignoratizio può, ai sensi dell'art. 2798 del codice civile,... Domandare al giudice che la cosa gli venga assegnata in pagamento fino alla concorrenza del debito secondo la stima da farsi con perizia o secondo il prezzo corrente, se la cosa ha un prezzo di mercato. Richiedere il c.d. patto commissorio. Far vendere la cosa ricevuta in pegno, ma non può mai chiederne l'assegnazione a proprio favore. Solo chiedere l'assegnazione del pegno ma non la sua vendita. Fare propria la cosa ricevuta in pegno senza necessità di alcuna autorizzazione.
A norma delle disposizioni contenute nel c.c., le costruzioni su fondi finitimi... Devono essere tenute a distanza superiore a 4 metri. Devono essere necessariamente unite. Devono essere tenute distanza non inferiore a 4 metri se non sono unite. Possono essere unite ma non aderenti. Se non sono unite o aderenti, devono essere tenute a distanza non minore di 3 metri.
A norma dell'art. 1344 del c.c., quando il contratto costituisce il mezzo per eludere l'applicazione di una norma imperativa, il codice civile... Considera illecita la causa del contratto. Considera illecita la forma del contratto. Considera comunque lecita la causa del contratto, ma il contratto può essere annullato. Considera illecito il motivo del contratto. Considera illecito l'oggetto del contratto.
L'errore di calcolo... Dà sempre luogo alla rettifica del contratto, anche se si tratta di errore sulla quantità. Non dà luogo ad annullamento del contratto, ma solo a rettifica, tranne che, concretandosi in errore sulla quantità, sia stato determinante del consenso. Dà sempre luogo ad annullamento del contratto. Non dà luogo all'annullamento né alla rettifica del contratto. Non si può mai verificare nei contratti unilaterali, bilaterali e plurilaterali.
Se un soggetto A trasferisce a un soggetto B la proprietà di un cespite, non già in corrispettivo di un prezzo, come risulta dal contratto simulato tra loro concluso, bensì a titolo gratuito, l'apparente vendita cela, quanto le parti vogliono effettivamente e... Si realizza una simulazione relativa che investe l'oggetto del contratto. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza indiretta. Si realizza una simulazione relativa che investe il tipo di contratto. Si realizza una simulazione assoluta. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza diretta.
Ai sensi dell'art. 452 del codice civile, come può essere provata la nascita in caso di distruzione o smarrimento dei registri di stato civile? Può essere provata con ogni mezzo. Può essere provata solo mediante giuramento del dichiarante reso all'ufficiale di stato civile alla presenza di due testimoni. Può essere provata solo attraverso dichiarazione resa con scrittura privata autenticata da notaio. Può essere provata solo a mezzo di testimonianze rese al presidente del tribunale. Può essere provata solo con dichiarazione personale della persona iscritta all'anagrafe.
Si prescrivono in tre anni, ai sensi dell'art. 2956 del codice civile,... I diritti dei notai, per gli atti del loro ministero. I diritti che derivano dai rapporti societari, se la società è iscritta nel registro delle imprese. Le indennità spettanti per la cessazione del rapporto di lavoro. I diritti dei farmacisti, per il prezzo dei medicinali. Solo i diritti degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni impartite a tempo più lungo di un mese.
Le singole cose componenti l'universalità di beni mobili possono formare oggetto di separati atti e rapporti giuridici? No. Sì. Sì, ma solo per aggregarsi ad altre universalità. Sì, solo se previsto al momento del loro inserimento all'interno dell'universalità stessa. Sì, ma solo per quanto riguarda i beni mobili registrati.
I presupposti affinché sia esperibile l'azione di rescissione per lesione, sono espressamente previsti dall'art. 1448 del c.c. Oltre allo stato di bisogno quali altri presupposti sono indicati? Lo stato di pericolo, la sproporzione tra le due prestazioni, l'iniquità delle condizioni, l'approfittamento dello stato di bisogno. L'attualità, la gravità e il fatto che il pericolo minacci l'incolumità della persona parte del contratto. Lo stato di pericolo e l'iniquità delle condizioni. Lo stato di pericolo e la sproporzione tra le due prestazioni. La sproporzione tra le due prestazioni e l'approfittamento dello stato di bisogno.
Il creditore pignorante munito di titolo esecutivo può chiedere la vendita dell'immobile pignorato? No, la vendita è sempre disposta d'ufficio dal giudice dell'esecuzione. Sì, trascorsi 90 giorni della trascrizione dell'atto nei registri immobiliari se non sottoposto a vincoli storico- artistici. Sì, trascorse ventiquattro ore dalla notificazione del pignoramento. No, la vendita è sempre disposta d'ufficio dall'ufficiale giudiziario. Sì, trascorsi dieci giorni dalla notificazione del pignoramento.
Il possesso attuale fa presumere il possesso anteriore? No, mai. No, anche nel caso in cui il possessore presenti un titolo a fondamento del suo possesso. No, salvo che il possessore abbia un titolo a fondamento del suo possesso ma in questo caso non può presumersi che egli abbia posseduto dalla data del titolo. Sì, in ogni caso. No, salvo che il possessore abbia un titolo a fondamento del suo possesso ed in questo caso si presume che egli abbia posseduto dalla data del titolo.
Il minore emancipato autorizzato all'esercizio di una impresa commerciale,... Può compiere da solo gli atti che eccedono l'ordinaria amministrazione, anche se estranei all'esercizio dell'impresa. Non può compiere da solo gli atti che eccedono l'ordinaria amministrazione. Può compiere da solo gli atti che eccedono l'ordinaria amministrazione limitatamente all'esercizio dell'impresa. Per il compimento di ogni atto deve agire sempre con l'assistenza del curatore. Per il compimento di ogni atto deve agire sempre con l'assistenza del tribunale.
Per le associazioni riconosciute sussiste un obbligo di prevedere il collegio dei probiviri? Sì, la previsione del collegio dei probiviri costituisce un obbligo. No, l'unico organo obbligatorio è l'assemblea degli associati. No, gli unici organi obbligatori sono l'assemblea degli associati, gli amministratori e l'organo di controllo. Sì, l'obbligo è previsto sia per le associazioni riconosciute sia per quelle non riconosciute. No, la previsione del collegio dei probiviri costituisce una facoltà.
Il proprietario di un fondo può impedire i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino... Se superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Nel solo caso in cui configurino un illecito. E contemperando le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà; l'autorità giudiziaria non può tenere conto della priorità di un determinato uso. Se immessi con colpa in misura anche non superiore alla normale tollerabilità. Ma anche se superano la normale tollerabilità non riceverà in alcun caso un indennizzo.
A norma di quanto dispone l'art. 42 del codice civile, qualora i fondi raccolti siano insufficienti allo scopo, o questo non sia più attuabile, o, raggiunto lo scopo, si abbia un residuo di fondi, chi stabilisce la devoluzione dei beni? Tutti i partecipanti del comitato ed i sottoscrittori. I promotori e gli organizzatori del comitato. I promotori che hanno dato vita al comitato. L'autorità governativa, se questa non è stata disciplinata al momento della costituzione. Il presidente del comitato.
In un rapporto obbligazionario il rilascio di un documento produce novazione oggettiva? No, non produce novazione oggettiva. No, produce novazione soggettiva. No, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una prestazione di fare. No, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto una somma di danaro. Sì, produce novazione oggettiva.
Un soggetto A è debitore verso un soggetto B di una data somma e, a garanzia dell'adempimento dell'obbligazione, è stata prevista l'iscrizione di ipoteca su di un immobile di A. La rinunzia da parte di B alla garanzia ipotecaria prima dell'adempimento fa presumere la remissione del debito? No, la rinuncia alle garanzie non fa presumere la remissione. Sì, la rinuncia alle garanzie fa sempre presumere la remissione. Sì, se il debitore non dichiari di non volerne approfittare. Sì, perché si tratta si garanzia ipotecaria. Sì, se il soggetto B entro trenta giorni non dichiara di non rinunciare.
Nei contratti di durata, che comportano un'esecuzione differita o protratta nel tempo, può domandare la risoluzione del contratto la parte la cui prestazione sia divenuta eccessivamente onerosa a causa di avvenimenti straordinari. La svalutazione monetaria può costituire evento idoneo a giustificare la risoluzione? Sì, quando sia imprevedibile, ovvero superi il normale andamento del fenomeno inflattivo. Sì, in ogni caso. No, perché non è possibile effettuare una valutazione oggettiva. No, in nessun caso. No, rientrando sempre nella normale alea.
Indicare quale tra le seguenti affermazioni sulla decadenza è corretta. La decadenza è un istituto per il quale trovano di norma applicazione le norme relative all'interruzione e alla sospensione della prescrizione. La decadenza legale non può essere prevista da un provvedimento amministrativo. La decadenza convenzionale può essere stabilita solo nell'interesse generale. La decadenza è la perdita del diritto soggettivo per effetto dell'inerzia o del non uso da parte del titolare di esso protrattasi per un periodo di tempo determinato dalla legge. La decadenza è un istituto collegato al decorso del tempo, che si sostanzia nella perdita della possibilità di esercitare un diritto per il mancato compimento di una determinata attività, o di un atto, nel termine perentorio previsto dalla legge.
In quale dei seguenti casi si ha una simulazione relativa che investe l'oggetto del contratto? Nessuna delle altre risposte è corretta la simulazione relativa non può mai investire l'oggetto del contratto. Quando viene dichiarato, nell'atto ufficiale, un prezzo inferiore a quello effettivamente pattuito e pagato dal compratore, al fine di versare un'imposta inferiore a quella che sarebbe dovuta. Quando un soggetto A intende trasferire a un soggetto B la proprietà di un cespite, non già in corrispettivo di un prezzo, come risulta dal contratto simulato tra loro concluso, bensì a titolo gratuito. Quando un contratto simulato viene stipulato tra un soggetto A e un soggetto B, ma entrambi sono d'accordo con un soggetto C che, in realtà, gli effetti dell'atto si verifichino nei confronti di quest'ultimo. Quando un soggetto A per nascondere ai suoi creditori o al fisco di essere l'acquirente di un immobile o di un pacchetto azionario, si mette d'accordo con un soggetto B, venditore, affinché nell'atto di acquisto figuri un soggetto C (prestanome) ma chi acquista effettivamente e si impegna a pagare il prezzo è A e tutti gli effetti del contratto cadono su di lui.
Il patto con cui si esclude o si limita la responsabilità del locatore per i vizi della cosa locata... Non ha effetto, se il locatore li ha in mala fede taciuti al conduttore oppure se i vizi sono tali da rendere impossibile il godimento della cosa. Non ha effetto limitatamente al caso in cui i vizi siano tali da rendere impossibile il godimento della cosa. È valido a tutti gli effetti. Dispone in merito il cod. civ. che la responsabilità per vizi delle cosa locata è sempre in capo al conduttore. È nullo in ogni caso. Non ha effetto limitatamente al caso in cui il locatore li ha in mala fede taciuti.
Quando le parti non vogliano lasciare immutata la situazione giuridica preesistente, ma intendono modificarla, sebbene non già secondo quanto risulta dal contratto apparentemente stipulato, bensì secondo quanto da esse concordato con l'atto dissimulato... La simulazione è relativa. Si mette in essere un rapporto di procura tacita. La simulazione è assoluta. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza indiretta. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza diretta.
La risoluzione del contratto per inadempimento può essere domandata anche quando il giudizio è stato promosso per ottenere l'adempimento? Sì, ma solo qualora la parte dichiari di non voler adempiere. Sì, la domanda di risoluzione può essere proposta anche quando il giudizio è stato promosso per ottenere l'adempimento. No, la richiesta di risoluzione non è più ammessa quando è stato domandato l'adempimento. Sì, entro sei mesi dalla domanda per l'adempimento. Sì, entro un anno dalla domanda per l'adempimento.
I casi di risoluzione di diritto per inadempimento di un contratto sono espressamente regolati dal cod. civ. e sono: la diffida ad adempiere, la clausola risolutiva espressa e il termine essenziale. Il terzo caso... Consiste in una clausola con cui le parti, in deroga a quanto disciplinato in via generale dal cod. civ., stabiliscono che una parte di esse non può opporre eccezioni per evitare o ritardare la prestazione. Consiste in una pattuizione con cui le parti prevedono che il contratto dovrà considerarsi automaticamente risolto se una o più obbligazioni determinate non siano adempiute o siano adempiute secondo modalità diverse da quelle pattuite. Consiste nell'intimazione, anche orale, della parte adempiente all'altra di adempiere entro il termine di legge di dieci giorni; decorso inutilmente il termine il contratto si intende risolto. Consiste in una dichiarazione scritta attraverso la quale la parte adempiente intima alla parte inadempiente di eseguire la prestazione entro un congruo termine e contemporaneamente avverte la controparte che decorso inutilmente il termine il contratto si intende risolto. Fissa il momento al di là del quale il creditore non ha più interesse ad ottenere l'esecuzione della prestazione.
Può costituirsi una enfiteusi perpetua? No. Sì. Sì, e in tal caso l'enfiteuta è esonerato dall'obbligo di pagare al concedente un canone periodico. Solo se il diritto dell'enfiteuta si estende alle accessioni. No, l'enfiteusi può durare al massimo vent'anni.
Indicare quale tra le seguenti affermazioni in merito all'art. 1419 del c.c. (Nullità parziale) è corretta. La nullità parziale del contratto non importa mai la nullità del contratto. La nullità di singole clausole del contratto importa la nullità dell'intero contratto, se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità. La nullità parziale del contratto importa la nullità del contratto, salvo diverso accordo delle parti. La nullità parziale del contratto può essere anche causata dalla mancanza della causa. La nullità di singole clausole del contratto importa in ogni caso la nullità del contratto.
Ai sensi del c.c., il tribunale può dichiarare la morte presunta, trascorsi dieci anni dal giorno... Della proclamazione della sentenza. Indicato dall'erede legittimo. A cui risale l'ultima notizia dell'assente. Della pubblicazione della sentenza. Della presentazione dell'istanza dagli aventi diritto o dal pubblico ministero.
I diritti verso gli esercenti pubblici servizi di linea di cui all'art. 1679 del codice civile si prescrivono... In diciotto mesi dalla richiesta del trasporto. In ventiquattro mesi dalla richiesta del trasporto. In sei mesi dall'arrivo a destinazione della persona. In un anno dalla richiesta del trasporto. In ogni caso in tre anni dalla richiesta del trasporto.
La residenza di una persona è... Nel luogo in cui la persona è nata. Nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale. Nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. Nel luogo in cui la persona è di fatto presente in modo non abituale. Nel luogo in cui la persona lavora.
Un diritto che è esposto a decadenza può essere in un secondo momento soggetto a prescrizione? Sì, quando è stata evitata la decadenza. Sì, sempre. No, in nessun caso. Sì, ma solo se l'azione è proposta entro un anno. Sì, ma solo se la decadenza è stabilita dalle parti.
Il debitore di un'obbligazione derivante da contratto, formalmente costituito in mora nei modi previsti dalla legge, è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile? Sì, se prova che l'oggetto della prestazione poteva essere conservato solo a condizioni eccessivamente onerose. Sì, in ogni caso. No, se non prova che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore. No, in nessun caso. No, salvo che il contratto sia derivato da fatto illecito.
Il comodante può esigere la restituzione della cosa prima del termine convenuto? Sì, qualora sopravvenga un urgente e imprevisto bisogno. No, in alcun caso. Sì, ma il comodatario non ha obbligo di restituzione. Solo nel caso in cui il comodatario abbia dato la cosa in sub-comodato. Sì, solo se tale facoltà sia stata specificamente prevista nel contratto.
A norma di quanto dispone l'art. 1263 del c.c., cosa comprende il credito trasferito per effetto della cessione? I privilegi, le garanzie personali e reali e gli altri accessori. I soli privilegi, con esclusione delle garanzie personali e reali e degli altri accessori. I privilegi, le garanzie personali e reali, con esclusione degli altri accessori. I privilegi, le garanzie reali e i frutti scaduti. Esclusivamente le garanzie reali.
L'azione di nullità del contratto presenta alcune caratteristiche significative, indicare quale affermazione in merito è corretta. Le parti possono confermare gli effetti del contratto nullo, con atto a parte stipulato nella stessa forma prevista per il contratto. Le parti possono confermare o consolidare gli effetti del contratto nullo, rinunciando a far valere il vizio che lo affetta. L'azione di nullità è un'azione di mero accertamento, in quanto la sentenza che abbia ad accogliere la domanda non modifica la situazione giuridica preesistente, limitandosi ad accertare, in modo non più controvertibile, che il negozio è nullo. La nullità di un atto, al pari dell'annullamento, può essere rilevata solo d'ufficio dal giudice. L'azione per far dichiarare la nullità al pari dell'azione di annullabilità è soggetta a prescrizione.
Quando l'annullabilità del contratto dipende da errore, il termine per l'azione di annullamento... Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto l'errore. Si prescrive in dieci anni dal giorno in cui è stato scoperto l'errore. Si prescrive in dieci anni dalla conclusione del contratto. È imprescrittibile. Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto.
Indicare quale affermazione sull'interruzione della prescrizione è corretta. L'interruzione è determinata da determinati rapporti tra le parti o dalla condizione del titolare. L'interruzione ha luogo o perché il titolare compie un atto con il quale esercita un diritto o perché il diritto viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto. I casi d'interruzione sono considerati dalla giurisprudenza tassativi e riguardano particolari rapporti giuridici ovvero una particolare condizione soggettiva del titolare del diritto. Nell'interruzione l'inerzia del titolare del diritto continua a durare, ma è giustificata. L'interruzione spiega i suoi effetti per tutto il periodo per il quale gioca la causa giustificatrice dell'inerzia, ma non toglie valore al periodo eventualmente trascorso in precedenza, e può paragonarsi ad una parentesi.
L'interposizione fittizia, nella simulazione,... Comporta sempre la nullità del negozio bilaterale. Presuppone l'accordo simulatorio tra i tre soggetti che vi partecipano. Presuppone che nessun negozio voglia essere posto in essere dalle parti. Presuppone l'accordo simulatorio tra i due soggetti che vi partecipano. Presuppone l'accordo simulatorio tra quattro soggetti che vi partecipano.
Quando un contratto simulato viene stipulato tra un soggetto A e un soggetto B, ma entrambi sono d'accordo con un soggetto C che, in realtà, gli effetti dell'atto si verifichino nei confronti di quest'ultimo... La simulazione è assoluta. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza indiretta. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza diretta. La simulazione è relativa e investe l'oggetto del contratto. La simulazione è relativa e investe i soggetti del contratto.
Ai sensi dell'art. 837 del Codice civile, gli ammassi sono costituiti... Allo scopo esclusivo di regolamentare i prezzi di determinati prodotti agricoli. Allo scopo di limitare i consumi di determinati prodotti agricoli. Allo scopo di regolare la distribuzione di determinati prodotti industriali nell'interesse della produzione regionale. Allo scopo di limitare i prezzi e i consumi di determinati prodotti industriali su scala nazionale. Allo scopo di regolare la distribuzione di determinati prodotti agricoli o industriali nell'interesse della produzione nazionale.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, in caso di costituzione in mora del debitore sono dovuti gli interessi legali dal giorno della mora? Sì, lo prevede espressamente l'art. 1224 del c.c. Solo se erano dovuti anche precedentemente. No, lo esclude espressamente l'art. 1224 del c.c. No, se l'obbligazione è comunque gratuita. Solo se il creditore prova di aver sofferto un danno apprezzabile.
Dispone il cod. civ. in merito all'esecuzione forzata in forma specifica, che se non è adempiuto l'obbligo di consegnare una cosa determinata mobile o immobile, l'avente diritto... Può solo ottenere un congruo risarcimento. Può solo chiedere al giudice di stabilire un termine per la consegna e una penale per ogni giorno di ulteriore ritardo. Può solo chiedere al debitore il rilascio alternativo di altro bene della stessa specie di analogo valore. Può solo chiedere al giudice di stabilire un termine per la consegna, scaduto il quale può chiedere l'intervento dell'ufficiale giudiziario. Può ottenere la consegna o il rilascio forzati a norma delle disposizioni del c.p.c.
Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni... L'altro può solo chiedere la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno. L'altro può a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il risarcimento del danno. L'altro può a sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto. È escluso il risarcimento del danno. L'altro deve chiedere la risoluzione del contratto. L'altro può a sua scelta chiedere l'adempimento o la rescissione del contratto. È escluso il risarcimento del danno.
Dispone l'art. 1263 del c.c. in merito agli accessori del credito che... Salvo patto contrario, la cessione non comprende né i frutti scaduti né i privilegi. La cessione comprende in ogni caso anche i frutti scaduti. Salvo patto contrario, la cessione non comprende i frutti scaduti. Salvo patto contrario, la cessione comprende i frutti scaduti. La cessione non comprende in nessun caso i frutti scaduti.
Il proprietario del fondo servente... È tenuto, solo a richiesta del titolare, a compiere gli atti necessari per rendere possibile l'esercizio della servitù. Non è tenuto a compiere alcun atto per rendere possibile l'esercizio della servitù da parte del titolare, salvo che la legge o il titolo disponga altrimenti. È sempre tenuto a compiere gli atti necessari per rendere possibile l'esercizio della servitù da parte del titolare. Non è tenuto a compiere alcun atto per rendere possibile l'esercizio della servitù da parte del titolare, salvo il caso in cui il titolo disponga altrimenti. Deve essere necessariamente anche il proprietario del fondo dominante.
Il termine per la prescrizione dell'azione di annullamento del contratto per violenza, ove ammessa, decorre... Dal giorno in cui si è avuta conoscenza della violenza. Dal giorno in cui è cessata la violenza. Dal giorno della stipula del contratto. Dal giorno dell'esecuzione del contratto. Dal giorno in cui è iniziata la violenza.
Un parente entro il terzo grado può proporre istanza di interdizione o di inabilitazione? Sì, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza, tra gli altri, i parenti entro il quinto grado. Sì, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza, tra gli altri, i parenti entro il quarto grado. No, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza solo i genitori. No, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza solo i parenti entro il secondo grado. Sì, l'art. 417 del Codice civile abilita alla promozione dell'istanza, tra gli altri, i parenti entro il terzo grado.
In materia di aggravamento o diminuzione dell'esercizio della servitù, l'art. 1067 del Codice civile dispone che... Il proprietario del fondo dominante può fare le innovazioni che ritiene opportune, ancorché rendano più gravosa la condizione del fondo servente, che siano strettamente funzionali all'esercizio della propria attività. Il proprietario del fondo dominante non può fare innovazioni che rendano più gravosa la condizione del fondo servente. Il proprietario del fondo servente, se richiesto dall'esercizio della propria attività, può compiere eventuali cose che tendano a diminuire l'esercizio della servitù. Il proprietario del fondo servente non può compiere esclusivamente le cose che tendano a rendere più incomodo l'esercizio della servitù. Il proprietario del fondo servente è costretto a piegarsi al volere del fondo dominante anche se le azioni di quest'ultimo vanno oltre gli accordi pattuiti.
Ai sensi dell'art. 842 del codice civile per l'esercizio della pesca... Occorre il consenso del proprietario del fondo solo se il fondo è chiuso nei modi stabiliti dalla legge. Occorre il consenso del proprietario del fondo. Occorre il consenso del proprietario del fondo solo per i minori. Non occorre il consenso del proprietario del fondo. Occorre il consenso del proprietario del fondo solo se richiesto dall'autorità amministrativa locale.
Nel caso di stipula di un contratto perpetuo di locazione... La durata della locazione è ridotta a trenta anni. La durata della locazione è perpetua ovvero fino alla morte del conduttore. La durata della locazione è ridotta a venti anni. La durata della locazione è ridotta a cinquanta anni. Il contratto è nullo.
A norma di quanto statuisce l'art. 22 del cod. civ., le azioni di responsabilità contro gli amministratori delle associazioni riconosciute per fatti da loro compiuti da chi sono deliberate? Dall'assemblea e sono esercitate dal collegio dei revisori. Dall'assemblea e sono esercitate dai soci fondatori. Dai soci fondatori e sono esercitate dai nuovi amministratori o dai liquidatori. Dall'assemblea e sono esercitate dal tribunale. Dall'assemblea e sono esercitate dai nuovi amministratori o dai liquidatori.
Se per l'adempimento dell'obbligazione è fissato un termine a favore del debitore, il creditore... Può esigere immediatamente la prestazione solo nel caso in cui il debitore non ha dato le garanzie che aveva promesse. Può esigere immediatamente la prestazione se il debitore ha diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva date. Non può in nessun caso esigere la prestazione prima della scadenza del termine. Può in ogni caso esigere la prestazione prima della scadenza del termine. Può esigere la prestazione con un preavviso di trenta giorni.
Anche se spesso la procura accede ad un mandato è necessario distinguerli in quanto... La procura richiede sempre la forma scritta ad probationem. Il mandato può essere stipulato anche senza l'attribuzione del potere di rappresentanza. La procura è un negozio bilaterale costitutivo di diritti e di obblighi per le parti e destinato a regolare i rapporti interni tra rappresentante e rappresentato. La procura non può essere connessa ad un negozio diverso dal mandato. Il mandato è un negozio unilaterale, costitutivo di poteri per il rappresentante.
A norma di quanto disposto dall'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto che limita preventivamente la responsabilità del debitore per dolo? È inefficace per mancanza di requisiti legali di efficacia. È valido ma può essere annullato. È nullo. È annullabile. È nullo ma può essere convalidato.
Si prescrivono in tre anni, ai sensi dell'art. 2956 del codice civile... I diritti degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni impartite a tempo più lungo di un mese. Il capitale nominale dei titoli di Stato emessi al portatore. I diritti degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni che impartiscono a mesi o a giorni o a ore. Le indennità spettanti per la cessazione del rapporto di lavoro. Solo i diritti dei notai, per gli atti del loro ministero.
Se le parti hanno voluto concludere un contratto diverso da quello apparente, ha effetto il contratto dissimulato? No, in nessun caso. Solo nei confronti della parte in buona fede. Sì, ha effetto tra esse il contratto dissimulato, anche se non sussistano i requisiti di sostanza. Sì, ma la parte in buona fede può chiederne la risoluzione. Sì, ha effetto tra esse il contratto dissimulato, purché ne sussistano i requisiti di sostanza e di forma.
Quali sono i presupposti affinché sia esperibile l'azione di rescissione del contratto per lesione? Lo stato di pericolo, l'iniquità delle condizioni, la conoscenza dello stato di pericolo da parte di colui che ne ha tratto vantaggio. La sproporzione tra le due prestazioni, lo stato di pericolo e la conoscenza dello stato di pericolo. La sproporzione tra le due prestazioni, lo stato di bisogno e l'approfittamento dello stato di bisogno. Lo stato di pericolo, la sproporzione tra le due prestazioni, l'iniquità delle condizioni, l'approfittamento dello stato di bisogno. La gravità del pericolo e il fatto che il pericolo minacci l'incolumità della persona parte del contratto.
A norma del codice civile, nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, in caso di costituzione in mora del debitore, se prima della mora non erano dovuti interessi, sono dovuti gli interessi moratori in assenza di una specifica pattuizione? Sì, nella misura legale ma solo se il creditore prova di aver sofferto un danno. Sì, in misura superiore a quella legale. Sì, ma in tal caso gli interessi decorrono dal mese successivo alla costituzione in mora. Sì, nella misura legale e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno. No, in nessun caso.
In quale dei seguenti casi si ha una simulazione relativa che investe il tipo di contratto? Quando un soggetto A intende trasferire a un soggetto B la proprietà di un cespite, non già in corrispettivo di un prezzo, come risulta dal contratto simulato tra loro concluso, bensì a titolo gratuito. Nessuna delle altre risposte è corretta; la simulazione relativa non può mai investire il tipo di contratto. Quando le parti pongono in essere un dato negozio, ma in realtà non vogliono alcun negozio. Quando un contratto simulato viene stipulato tra un soggetto A e un soggetto B, ma entrambi sono d'accordo con un soggetto C che, in realtà, gli effetti dell'atto si verifichino nei confronti di quest'ultimo. Quando un venditore dichiara, nell'atto ufficiale, un prezzo inferiore a quello effettivamente pattuito e pagato dal compratore, al fine di versare un'imposta inferiore a quella che sarebbe dovuta.
Qualora in un edificio il numero dei condomini sia superiore a dieci, sussiste l'obbligo di formare il regolamento di condominio. A chi spetta l'iniziativa in tal senso? All'amministratore di condominio. All'amministratore solo se condomino; in mancanza alla maggioranza dei condomini che rappresenti i due terzi del valore dell'edificio. A ciascun condomino. Alla maggioranza dei condomini che rappresenti almeno un terzo del valore dell'edificio. All'amministratore, anche se non condomino.
Quali formalità sono prescritte dal codice civile per la costituzione di un'associazione che non intende chiedere il riconoscimento? È richiesta una scrittura privata autenticata. Nessuna. È richiesto un atto pubblico. È prevista comunque la registrazione presso l'Ufficio Territoriale del Governo. È prevista comunque la registrazione presso il competente ufficio dell'amministrazione comunale.
Le parti comuni di un edificio possono essere soggette a divisione? Sì, qualora la divisione possa farsi senza rendere più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino. No, in alcun caso. Sì, ma solo con deliberazione della maggioranza dei condomini che rappresentino almeno tre quarti del valore complessivo della cosa comune e anche se la divisione renda più incomodo l'uso della cosa a ciascun condomino. Sì, purché la divisione sia richiesta da almeno i due terzi dei condomini. Sì, sempre; il cod.civ. non prevede particolari condizioni.
La novazione determina l'estinzione dell'obbligazione originaria. Si estingue anche il pegno costituito dal debitore a garanzia del credito originario? Sì, salvo espressa volontà contraria delle parti. Sì, in ogni caso ed è nulla ogni diversa pattuizione. No, in nessun caso. No, salva espressa volontà contraria delle parti. Sì, salvo il caso di pegno su credito.
Nel contratto di agenzia... L'agente ha diritto al rimborso delle spese di agenzia. L'agente che non è in grado di eseguire l'incarico affidatogli è in ogni caso obbligato al risarcimento del danno. L'agente non ha diritto ad una provvigione sugli affari conclusi dopo la data di scioglimento del contratto. L'agente deve agire con lealtà e buona fede ma non deve tutelare gli interessi del preponente. Se l'agente ha facoltà di riscuotere i crediti, non può concedere sconti o dilazioni senza speciale autorizzazione.
Dispone l'art. 1186 del c.c. che quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere immediatamente la prestazione... Tra l'altro, se il debitore ha diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva date. Solo se l'obbligazione è indivisibile. Solo se l'obbligazione è parziaria. Se l'obbligazione ha per oggetto la prestazione di cose determinate soltanto nel genere. Nel solo caso in cui il debitore non abbia dato le garanzie che aveva promesse.
Salva una diversa volontà delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi, è tenuto a rispondere anche per i danni causati da costoro? Solo se derivano da fatto doloso. No, l'art. 1228 del c.c. esclude espressamente la responsabilità del debitore. Solo in caso di colpa gravissima. Sì, risponde dei fatti dolosi o colposi di costoro. Solo se derivano da fatto colposo.
A norma di quanto dispone il codice civile, la distrazione dei fondi raccolti dal comitato dalla destinazione programmata... Comporta la responsabilità dei promotori ed organizzatori nei confronti del comitato, degli oblatori e dei terzi designati come beneficiari delle erogazioni. Comporta responsabilità in capo al comitato. Comporta la sola responsabilità dei promotori. Comporta la responsabilità solidale solo per coloro che hanno sottoscritto il programma. Non comporta responsabilità dei promotori ed organizzatori, a condizione che la diversa destinazione sia sempre di natura altruistica o comunque di pubblico interesse.
In quale dei seguenti casi è possibile far ricorso all'istituto della rescissione del contratto? Nell'ipotesi di contratto aleatorio. Nell'ipotesi di contratto concluso a condizioni inique per la necessità anche non conosciuta dalla controparte di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un grave danno alla persona. Nell'ipotesi di contratto concluso a condizioni inique per la necessità nota alla controparte di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un grave danno alla persona. Nel caso in cui si verifichino vizi della volontà, quali errore, violenza o dolo. Nel caso di incapacità legale di uno dei contraenti.
Il contratto al quale è apposta una condizione impossibile sospensiva... È inefficace fino a quando la condizione impossibile sospensiva non viene rimossa. È valido se stipulato in forma scritta. È nullo. È annullabile. È sempre valido.
Prevede espressamente l'art. 1260 del c.c. che il credito può essere trasferito... A titolo oneroso o gratuito, ma in ogni caso con il consenso del debitore. A titolo oneroso con il consenso del debitore, ovvero a titolo gratuito senza il consenso del debitore. A titolo oneroso o gratuito, anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge. A titolo oneroso o gratuito, anche senza il consenso del debitore, anche qualora il credito abbia carattere strettamente personale. In tutti i casi, senza alcuna eccezione.
Quale effetto produce il mancato adempimento, da parte di uno dei contraenti, delle obbligazioni nel contratto con prestazioni corrispettive? L'altra parte può chiedere l'adempimento o la rescissione del contratto. È escluso il risarcimento del danno. L'altra parte può chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso il risarcimento del danno. L'altra parte può chiedere solo l'adempimento, oltre al risarcimento del danno. L'altra parte può chiedere il pagamento degli interessi legali o la rescissione del contratto. L'altra parte deve chiedere la risoluzione rinunciando al risarcimento del danno.
Dispone l'art. 2948 del c.c. che si prescrivono in cinque anni... Il capitale nominale dei titoli di Stato emessi al portatore. I diritti degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni impartite a tempo più lungo di un mese. I diritti dei commercianti per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio. I diritti per l'azione di rivendicazione della proprietà. I diritti reali su cose altrui.
Dispone il codice civile in materia di destinatario del pagamento che il pagamento fatto a chi non era legittimato a riceverlo... Libera il debitore solo se il creditore ne ha approfittato. Libera il debitore, tra l'altro, se il creditore lo ratifica. Libera il debitore, solo nel caso in cui il creditore lo ratifica. Non libera in alcun caso il debitore. Libera in ogni caso il debitore.
Cosa dispone il Codice Civile per l'usufrutto che comprende cose consumabili? L'usufrutto non può concernere cose consumabili. Il Codice Civile nulla dispone in proposito, lasciando alla libera determinazione delle parti la disciplina dell'ipotesi in oggetto. L'usufruttuario deve sempre restituirne altre in eguale qualità e quantità. L'usufruttuario ha l'obbligo di pagare le cose consumabili secondo il valore che avevano al momento dell'acquisizione dell'usufrutto. L'usufruttuario ha il diritto di servirsene e al termine dell'usufrutto ha l'obbligo di pagarne il valore secondo la stima convenuta.
Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, e il creditore aderisce alla convenzione, rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore, si pone in essere... Una delegazione. La remissione del debito. Una surrogazione. Un accollo. Un'espromissione.
Il contratto concluso dal rappresentante in nome e nell'interesse del rappresentato nei limiti delle facoltà conferitegli... Produce direttamente effetto nei confronti del rappresentato. Produce effetti solo se stipulato con atto pubblico. Produce direttamente effetto nei confronti del rappresentato, solo se espressamente pattuito con il terzo contraente. Non produce mai direttamente effetto nei confronti del rappresentato. Produce direttamente effetto nei confronti del rappresentato solo nel caso in cui sia consacrato con formule sacramentali.
Quale dei seguenti soggetti è suscettibile di inabilitazione? Minore emancipato che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi. Solo il sordomuto che non ha ricevuto un'educazione sufficiente. Solo il condannato alla pena dell'ergastolo ovvero alla reclusione superiore a dieci anni. Persona che per abuso abituale di bevande alcooliche espone sé o la propria famiglia a gravi pregiudizi economici. Maggiore di età che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi.
L'azione di nullità del contratto presenta alcune caratteristiche significative, indicare quale affermazione in merito è corretta. Possono esperire l'azione di nullità solo entrambi i contraenti, in quanto non è ammissibile l'azione esperibile da terzi. L'azione per far dichiarare la nullità al pari dell'azione di annullabilità è soggetta a prescrizione. L'azione di nullità è un'azione costitutiva, in quanto la sentenza che abbia ad accogliere la domanda modifica anche la situazione giuridica preesistente, non limitandosi ad accertare la sola nullità del negozio. L'ammissibilità della convalida dell'atto nullo, dettata come regola generale, può essere talvolta derogata, purché la legge disponga espressamente in tal senso. La nullità di un atto può essere rilevata d'ufficio dal giudice, al contrario di quanto accade per l'annullabilità.
Le associazioni operanti a livello nazionale acquistano la personalità giuridica mediante... L'iscrizione nell'apposito registro istituito presso le Regioni. L'iscrizione nell'apposito registro istituito presso le Prefetture. Il riconoscimento concesso con decreto del Presidente della Repubblica. Il riconoscimento concesso con decreto del Ministro dell'Interno. L'iscrizione nell'apposito registro istituito presso le amministrazioni comunali.
Con quale atto una associazione acquista personalità giuridica? Con l'iscrizione dell'associazione nel registro delle persone giuridiche. Con l'iscrizione alla C.C.I.A.A. Con il deposito dell'atto costitutivo all'Ufficio Territoriale di Governo. Con la presentazione dello statuto alla Regione. Con il deposito dell'atto costitutivo presso il competente ufficio dell'Amministrazione comunale.
Indicare quale affermazione sulla sospensione della prescrizione è corretta. La sospensione può essere determinata solo dalla condizione del titolare. I casi di sospensione sono considerati dalla giurisprudenza tassativi e riguardano particolari rapporti tra le parti ovvero una particolare condizione soggettiva del titolare del diritto. La sospensione ha luogo o perché il titolare compie un atto con il quale esercita un diritto o perché il diritto viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto. Nella sospensione è l'inerzia stessa che viene a mancare, o perché il diritto è stato esercitato o perché esso è stato riconosciuto all'altra parte. La sospensione toglie ogni valore al tempo anteriormente trascorso dal verificarsi del fatto interruttivo.
Secondo quanto dispone il c.c., il tutore del minore può accettare eredità o rinunciarvi, accettare donazioni o legati soggetti a pesi o a condizioni? Sì, senza bisogno di alcuna autorizzazione. Sì, previo consenso del minore. Sì, previa autorizzazione del giudice tutelare. No. Per tale operazione è necessaria l'autorizzazione del tribunale su parere del giudice tutelare. Il tutore può accettare solo eredità.
Nell'obbligazione non è necessaria la costituzione in mora del debitore, tra l'altro,... Quando si tratta di obbligazione con facoltà alternativa. Solo quando il debito deriva da fatto illecito. Quando si tratta di obbligazione di dare una determinata quantità di cose determinate solo nel genere. Quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non volere eseguire l'obbligazione. Quando si tratta di un debito pecuniario.
L'obbligazione... È un diritto assoluto esperibile "erga omnes". Determina la nascita di un rapporto giuridico, di natura personale o relativa, in cui sono contrapposte due situazioni giuridiche soggettive. Per spiegare i suoi effetti deve sempre avere più creditori e/o debitori. Non può mai essere trasmessa agli eredi del creditore principale. Si estingue solo in caso di morte del creditore principale.
Quale dei seguenti soggetti può essere posto dall'ordinamento giuridico sotto la protezione del curatore? Solo il minore emancipato. Minore emancipato che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi. Soggetto che per abuso abituale di stupefacenti espone sé o la propria famiglia a gravi pregiudizi economici. Interdetto. Maggiore di età che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi.
Prevede l'art. 2951 del c.c. che se il trasporto ha inizio o termine fuori d'Europa, i diritti derivanti dal contratto di spedizione e dal contratto di trasporto... Sono imprescrittibili. Si prescrivono in diciotto mesi. Si prescrivono in tre anni. Si prescrivono in un anno alla stregua di tutti i diritti derivanti dal contratto di spedizione e dal contratto di trasporto. Si prescrivono in ventiquattro mesi.
È legittimo, in un contratto a prestazioni corrispettive, che una parte sostituisca a sé un terzo, se le prestazioni non sono state ancora eseguite? Solo se tale previsione è stabilita espressamente nel contratto. Sì, purché l'altra parte vi consenta. Sì, sempre. Sì, sempre, in quanto il consenso del contratto ceduto, non costituisce elemento essenziale del negozio di cessione. No, in alcun caso.
Nel caso in cui un soggetto "A" consegni spontaneamente una somma ad un soggetto "B", al fine di adempiere un debito per il quale è trascorso il termine di prescrizione, è ammessa la ripetizione della somma? Sì, l'art. 2940 del c.c. ammette la ripetizione di ciò che è stato spontaneamente pagato in adempimento di un debito prescritto. No, l'art. 2940 del c.c. non ammette la ripetizione di ciò che è stato spontaneamente pagato in adempimento di un debito prescritto. Sì, se l'azione di ripetizione è iniziata entro trenta giorni dal pagamento del debito prescritto. Solo nel caso di prescrizione breve. No, se contestualmente al pagamento del debito prescritto, il soggetto "B" abbia rinunziato con scrittura privata a far valere la prescrizione.
In un contratto da cui derivino obbligazioni solo per il proponente... Il destinatario può in ogni tempo rifiutare la proposta. Il destinatario può entro trenta giorni rifiutare la proposta. La proposta è irrevocabile appena giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata. La proposta non può essere rifiutata da parte del destinatario. Il contratto è concluso anche se il destinatario rifiuta la proposta.
Dispone l'art. 49 del codice civile che l'istanza al tribunale per la dichiarazione di assenza può essere prodotta trascorsi... Due anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dello scomparso. Sei anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dello scomparso. Cinque mesi dal giorno a cui risale l'ultima notizia dello scomparso. Quattro anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dello scomparso. Due anni dal giorno in cui è pervenuta all'autorità giudiziaria la denuncia di scomparsa.
L'azione di nullità del contratto presenta alcune caratteristiche significative, indicare quale affermazione in merito è corretta. L'ammissibilità della convalida dell'atto nullo, dettata come regola generale, può essere talvolta derogata, purché la legge disponga espressamente in tal senso. L'azione di nullità è un'azione costitutiva, in quanto la sentenza che abbia ad accogliere la domanda modifica anche la situazione giuridica preesistente, non limitandosi ad accertare la sola nullità del negozio. La nullità di un atto, al pari dell'annullamento, può essere rilevata solo d'ufficio dal giudice. Possono esperire l'azione di nullità sia entrambi i contraenti, sia i terzi, purché comprovino il loro interesse ad ottenere l'accertamento che il negozio è nullo. L'azione per far dichiarare la nullità al pari dell'azione di annullabilità è soggetta a prescrizione.
A norma di quanto disposto dal comma 1 dell'art. 16 del cod. civ., quale delle seguenti indicazioni deve essere necessariamente contenuta, nello statuto di una associazione che intende chiedere il riconoscimento? Condizioni di ammissione degli associati. Nessuna delle altre risposte è corretta. L'art. 16 del cod.civ. lascia ampia facoltà all'associazione su cosa indicare nello statuto. Criteri e modalità di erogazione delle rendite. Cittadinanza degli associati. Data di cessazione dell'ente.
A norma di quanto dispone l'art. 15 del c.c., a chi spetta la revoca dell'atto costituito di una fondazione? All'autorità che ha operato il riconoscimento. Al fondatore ed ai suoi eredi. Solo al fondatore. Al consiglio di amministrazione. Al fondatore ed agli organi della fondazione.
Indicare quale affermazione sulla sospensione della prescrizione è corretta. La sospensione è determinata da determinati rapporti tra le parti o dalla condizione del titolare. La sospensione può essere determinata solo dalla condizione del titolare. La sospensione ha luogo o perché il titolare compie un atto con il quale esercita un diritto o perché il diritto viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto. Nella sospensione è l'inerzia stessa che viene a mancare, o perché il diritto è stato esercitato o perché esso è stato riconosciuto all'altra parte. La sospensione toglie ogni valore al tempo anteriormente trascorso dal verificarsi del fatto interruttivo.
Dispone l'art. 2949 del codice civile che i diritti che derivano dai rapporti sociali, se la società è iscritta nel registro delle imprese,... Sono soggetti a prescrizione breve, ovvero tre anni. Sono imprescrittibili. Si prescrivono in cinque anni. Si prescrivono in dieci anni. Si prescrivono in tre anni salvo i debiti che residuano dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese.
Ai sensi dell'art. 428 del codice civile, l'azione per l'annullamento degli atti compiuti da una persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata per qualsiasi causa, anche transitoria, incapace d'intendere o di volere al momento del loro compimento... Si prescrive nel termine di 12 mesi dal giorno in cui l'atto è stato compiuto. Si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto. Si prescrive nel termine di tre anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto. Si prescrive nel termine di dieci anni dal giorno in cui l'atto è stato compiuto. È imprescrittibile.
Ai sensi del codice civile, le clausole d'uso... Sono di diritto inserite nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti. S'intendono inserite nel contratto, anche se risulta che non sono state volute dalle parti. S'intendono inserite nel contratto, se non risulta che non sono state volute dalle parti. S'intendono inserite solo se richieste dalle parti. S'intendono inserite nel contratto solo se risultano volute dalle parti in presenza del giudice.
La rinunzia da parte del creditore alle garanzie dell'obbligazione fa presumere la remissione del debito? Sì, fa presumere la remissione del debito. No, non fa presumere la remissione del debito. Sì, al pari del "pactum de non petendo". Sì, salvo che si tratti di garanzie reali (fideiussione). Sì, salvo che si tratti di garanzie personali.
Indicare quale affermazione sull'interruzione della prescrizione è corretta. L'interruzione toglie ogni valore al tempo anteriormente trascorso dal verificarsi del fatto interruttivo. L'interruzione spiega i suoi effetti per tutto il periodo per il quale gioca la causa giustificatrice dell'inerzia, ma non toglie valore al periodo eventualmente trascorso in precedenza, e può paragonarsi ad una parentesi. L'interruzione è determinata da determinati rapporti tra le parti o dalla condizione del titolare. I casi d'interruzione sono considerati dalla giurisprudenza tassativi e riguardano particolari rapporti giuridici ovvero una particolare condizione soggettiva del titolare del diritto. L'interruzione si verifica quando l'inerzia del titolare permane, ma trova giustificazione in particolari situazioni previste dalla legge.
Dispone l'art. 1197 del c.c. che il debitore che esegue una prestazione diversa da quella dovuta è liberato... Solo se vi è il consenso del creditore. In nessun caso; il debitore deve comunque eseguire la prestazione dedotta in convenzione. In ogni caso. Solo se la prestazione consiste nel trasferimento di proprietà. Solo se ciò sia consentito dagli usi.
La procura è un negozio giuridico unilaterale perché... La sua efficacia è subordinata alla sua ricezione da parte del rappresentante, o da parte d ei terzi. Il negozio trasferisce il diritto al fiduciario, anche se solo temporaneamente. Il potere di rappresentanza viene conferito, mediante la procura, per il compimento di uno o più negozi giuridici. Si perfeziona con la dichiarazione di volontà di un'unica parte, senza che occorra il consenso del destinatario. Produce il suo effetto a prescindere dal sottostante rapporto gestorio.
Nelle obbligazioni alternative, ove non diversamente pattuito, la dichiarazione di scelta della prestazione comunicata dal debitore all'altra parte... Deve sempre essere convalidata dal giudice. È irrevocabile solo se convalidata dal giudice. Rende la scelta irrevocabile. Non incide sulla possibilità di revocare la scelta. È vincolante solo se accettata dall'altra parte.
Il contratto per cui il creditore, trasferisce ad un'altra persona, il credito che egli vanta verso il debitore è denominato... Cessione del credito. Fideiussione. Clausola compromissoria. Comodato. Delegazione.
L'usufruttuario può cedere il proprio diritto? Sì, può cederlo per un certo tempo o per tutta la sua durata, se ciò non è vietato dal titolo costitutivo. Sì, può cederlo per un certo tempo o per tutta la sua durata, in ogni caso. No. L'usufrutto è un diritto intrasmissibile. Sì, ma solo ad una persona stabilita dal proprietario. Sì, può cederlo per un certo tempo o per tutta la sua durata, se ciò non è vietato dal titolo costitutivo,senza necessità di notifica al proprietario.
Il creditore pignoratizio, ai sensi dell'art. 2792 del codice civile,... Può, anche senza il consenso del costituente, usare della cosa, darla in pegno o concederne ad altri il godimento, purché corrisponda un equo compenso al costituente. Non può, senza il consenso del costituente, usare della cosa, salvo che l'uso sia necessario per la conservazione di essa. Può dare la cosa in pegno. Può concedere il godimento della cosa ad altri. Può usare la cosa purché ne rispetti la destinazione economica.
Prevede l'art. 1428 del codice civile che l'errore è causa di annullamento del contratto... Quando è essenziale ed è riconoscibile dall'altro contraente. Quando non è riconoscibile da entrambi i contraenti. Solo nel caso di errore bilaterale. Quando è essenziale, ancorché non riconoscibile dall'altro contraente. Solo quando è imputabile ad un solo contraente.
Quali condizioni devono concorrere affinché colui che acquista in buona fede da chi non è proprietario un bene mobile iscritto in pubblici registri possa giovarsi dell'usucapione? Decorso di 3 anni dalla costituzione del titolo idoneo a trasferire la proprietà. Titolo idoneo a trasferire la proprietà e decorso di 5 anni dalla trascrizione del titolo. Titolo idoneo a trasferire la proprietà e decorso di 3 anni dalla trascrizione. Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 3 anni dalla trascrizione. Decorso di 5 anni dalla costituzione del titolo idoneo a trasferire la proprietà.
L'azione di manutenzione, a tutela del possesso, può essere proposta... Entro diciotto mesi dalla turbativa. Entro l'anno dalla turbativa. Entro sei mesi dalla turbativa. Entro due anni dalla turbativa. Entro tre mesi dalla turbativa.
Anche se spesso la procura accede ad un mandato è necessario distinguerli in quanto... Il mandato non può mai essere stipulato senza l'attribuzione del potere di rappresentanza. Il mandato è un negozio bilaterale, costitutivo di diritti e di obblighi per le parti e destinato a regolare i rapporti interni tra rappresentante e rappresentato. La procura non può essere connessa ad un negozio diverso dal mandato. La procura è un negozio bilaterale. La procura richiede sempre la forma scritta ad probationem.
La fideiussione può essere prestata a garanzia di un'obbligazione futura? No, può essere prestata per un'obbligazione condizionale. No, salvo che il creditore vi acconsenta espressamente. Sì, senza alcun limite. No, mai. Sì, ma con la previsione dell'importo massimo garantito.
In caso di novazione dell'obbligazione, si estinguono anche le eventuali ipoteche del credito originario costituite su beni del debitore? No, salva espressa volontà contraria delle parti. Sì, salvo il caso di ipoteca volontaria. Sì, salvo espressa volontà contraria delle parti. No, in nessun caso. Sì, in ogni caso ed è nulla ogni diversa pattuizione.
Ai sensi dell'art. 1453 del codice civile, nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue obbligazioni, l'altro può... Chiedere gli interessi legali o la rescissione del contratto. A sua scelta chiedere l'adempimento o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso il risarcimento del danno. Chiedere solo il risarcimento del danno. Chiedere solo l'adempimento, salvo il risarcimento del danno. A sua scelta chiedere l'adempimento o la rescissione del contratto. È escluso il risarcimento del danno.
Gli atti di disposizione del proprio corpo, ai sensi dell'art. 5 del codice civile,... Sono vietati solo quando sono contrari alla legge, all'ordine pubblico o al buon costume. Sono vietati quando cagionino una diminuzione anche temporanea dell'integrità fisica. Sono sempre consentiti. Sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge, all'ordine pubblico o al buon costume. Sono vietati solo quando possano cagionare la morte.
Il pagamento fatto a persona diversa dal creditore libera il debitore,... Tra l'altro, se fatto alla persona indicata dal creditore. Se fatto al creditore apparente, ancorché in mala fede. Solo se fatto ad un creditore privilegiato del creditore. Solo se fatto a persona autorizzata dalla legge. Solo se fatto alla persona indicata dal creditore.
L'atto costitutivo di una associazione deve necessariamente contenere le norme relative alla devoluzione del patrimonio? No, l'inserimento delle norme relative alla devoluzione del patrimonio costituisce una facoltà. No, tale obbligo è previsto solo per le fondazioni. Sì, ma la violazione di tale obbligo non è sanzionata. Sì, e la non indicazione comporta la mancata iscrizione nel registro delle persone giuridiche. Sì, lo prevede espressamente l'art. 16 del cod. civ.
A norma di quanto dispone l'art. 1341 del c.c. le condizioni contrattuali che sanciscono, a carico dell'altro contraente, clausole compromissorie hanno effetto? Solo nei contratti aleatori. No, non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto. Sì, hanno effetto anche se non sono specificamente approvate per iscritto. No, non hanno effetto se non sono stipulate con specifico contratto, diverso da quello al quale si riferiscono. No, non hanno effetto in alcun caso.
Nei contratti con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie la prestazione cui era tenuta, la parte adempiente... Può chiedere giudizialmente l'adempimento o esercitare il diritto alla risoluzione del contratto. Ha la sola facoltà di ricorrere all'azione di rescissione. Deve necessariamente prima chiedere l'adempimento, se questo non avviene, può esercitare il diritto alla risoluzione del contratto. Può chiedere giudizialmente l'adempimento o il risarcimento del danno, ma non può chiedere la risoluzione del contratto. Può chiedere giudizialmente l'adempimento o esercitare il diritto alla risoluzione del contratto, ma una volta chiesto l'adempimento non può più chiedere la risoluzione.
Le costruzioni su fondi finitimi... Devono essere tenute a distanza superiore a due metri. Devono essere tenute a 5 metri dal confine, indipendentemente dalle eventuali diverse disposizioni dei regolamenti locali. Non possono essere edificate a meno di quattro metri di distanza l'una dall'altra. Possono essere edificate in aderenza, ovvero tenute a distanza non minore di 3 metri. Devono necessariamente essere tenute a 3 metri dal confine.
L'eliminazione di un termine precedentemente apposto ad un'obbligazione produce novazione dell'obbligazione stessa? No, solo il rilascio di un documento o la sua rinnovazione producono novazione. No, salvo che nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile. Sì, sempre. No, il rilascio di un documento o la sua rinnovazione, l'apposizione o l'eliminazione di un termine e ogni altra modificazione accessoria non producono novazione. Sì, qualsiasi modificazione all'obbligazione comporta novazione.
Ai sensi dell'art. 606, 2° comma, c.c., l'azione di annullamento per difetto di forma del testamento olografo è soggetta a prescrizione? No, è imprescrittibile. Sì, si prescrive nel termine di dieci anni dall'apertura della successione. Sì, si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie. Sì, si prescrive nel termine di tre anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie. Sì, si prescrive nel termine di due anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie.
Sussiste l'onere di trascrivere nei registri immobiliari una sentenza da cui risulta estinto per prescrizione il diritto di usufrutto su beni immobili? No, il c.c. nulla dispone in merito all'onere di trascrizione nei registri immobiliari di sentenze, che è lasciata alla discrezione del giudice. Sì, l'onere è espressamente previsto dall'art. 2651 del c.c. No, salvo che nella sentenza non sia disposta espressamente l'iscrizione. No, il c.c. non prevede alcun onere. Sì, limitatamente all'usufrutto costituito a favore di persone giuridiche.
Indicare quale tra le seguenti affermazioni sulla decadenza è corretta. Il fondamento della decadenza risiede nell'esigenza di certezza di rapporti giuridici, in relazione a situazioni giuridiche soggettive che non sono suscettibili di esercizio ripetuto, ma dipendono dal compimento di atto. La decadenza convenzionale può essere stabilita solo nell'interesse generale. La decadenza è un istituto per il quale trovano di norma applicazione le norme relative all'interruzione e alla sospensione della prescrizione. La decadenza è la perdita del diritto soggettivo per effetto dell'inerzia o del non uso da parte del titolare di esso protrattasi per un periodo di tempo determinato dalla legge. La decadenza legale non può essere prevista da un provvedimento amministrativo.
Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, in caso di costituzione in mora del debitore sono dovuti gli interessi legali dal giorno della mora? No, in nessun caso. Solo se il creditore prova di aver sofferto un danno apprezzabile. Solo se erano dovuti anche precedentemente. Gli interessi decorrono dal mese successivo alla costituzione in mora. Sì, anche se non erano dovuti precedentemente e anche se il creditore non prova di aver sofferto alcun danno.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni è corretta. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res. Le obbligazioni sono diritti assoluti, esperibili "erga omnes". Nelle obbligazioni è preminente il rapporto tra i due soggetti, creditore e debitore. Le obbligazioni, in quanto diritti assoluti, impongono ad un numero indeterminato di persone un generico dovere di astensione dal compimento di atti che possono turbare l'esercizio del diritto da parte del suo titolare. Le obbligazioni godono di tutela assoluta contro chiunque contesti il suo diritto.
È possibile costituire una fondazione mediante testamento? Sì, ma solo mediante testamento segreto. No, salvo che la fondazione sia destinata ad operare a vantaggio dei membri di una determinata famiglia. Sì, l'atto di fondazione può avvenire con un atto "inter vivos" ovvero mediante testamento. No mai, l'atto di fondazione è un atto "inter vivos". Sì, purché il testamento contenga scopo, patrimonio e sede della fondazione.
Se per la medesima prestazione sono obbligati più debitori, questi sono tenuti in solido? No, ciascuno risponde per la propria quota. Si sempre, anche qualora al debitore defunto succedano più persone con quota ereditaria diversa. Sì, anche se dal titolo risulta diversamente. Sì, se dalla legge o dal titolo non risulta diversamente. Solo se dalla legge non risulta diversamente.
Nel pignoramento immobiliare sono identificabili due diversi momenti processuali: la notifica del pignoramento al debitore e la successiva trascrizione dell'atto nei registri immobiliari. Quando si perfeziona il pignoramento nei confronti del debitore? Trascorsi trenta giorni dal momento della notifica. Dal momento della trascrizione dell'atto nei registri immobiliari. Dal momento della notifica. Trascorsi dieci giorni dalla data della trascrizione. Trascorsi sessanta giorni dalla data della trascrizione.
Ai sensi dell'art. 2643 c.c., gli atti e le sentenze da cui risulta liberazione o cessione di pigioni o di fitti non ancora scaduti devono essere resi pubblici con il mezzo della trascrizione? Sì, limitatamente ai termini maggiori di tre anni. Sì, limitatamente ai termini maggiori di dodici mesi. Sì, in ogni caso. No, l'obbligo non sussiste in alcun caso. Sì, limitatamente ai termini maggiori di cinque anni.
A norma del disposto di cui l'art. 1451, il contratto rescindibile può essere convalidato? Sì, salvo che le parti abbiano diversamente disposto nel contratto stesso. Sì, tutti i contratti rescindibili possono essere convalidati. No, l'ipotesi è espressamente esclusa dal suddetto articolo. Solo nel caso di rescissione per lesione. Solo nel caso di rescissione per stato di pericolo.
L'accollo è cumulativo... Quando l'espromittente è obbligato in solido con il debitore originario. Quando il creditore all'atto di aderire alla convenzione non dichiara espressamente di liberare il debitore. Quando la liberazione del debitore originario costituisce condizione espressa dell'accordo intervenuto fra quest'ultimo e l'accollante. Quando il debitore originario è liberato e sostituito nello stesso rapporto da parte del terzo. Quando il debitore originario è liberato, dato che la vecchia obbligazione è estinta ed è sostituita da una nuova obbligazione in cui è mutata la persona del debitore.
Nella successione legittima al coniuge che concorre con ascendenti legittimi o con fratelli e sorelle anche se unilaterali, ovvero con gli uni e con gli altri,... Sono devoluti i due terzi dell'eredità. È devoluta la metà dell'eredità. È devoluta tutta l'eredità salvo che non sia disposto diversamente nel testamento. È devoluto un terzo dell'eredità. Sono devoluti i tre quarti dell'eredità.
Nel pignoramento immobiliare sono identificabili due diversi momenti processuali: la notifica del pignoramento al debitore e la successiva trascrizione dell'atto nei registri immobiliari. Quando si perfeziona il pignoramento nei confronti dei terzi? Dal momento della notifica. Trascorsi sessanta giorni dal momento della notifica. Trascorsi dieci giorni dal momento della notifica. Trascorsi trenta giorni dalla data della trascrizione. Dalla data della trascrizione.
A norma di quanto statuito dall'art. 16 del cod. civ, l'atto costitutivo e lo statuto di una associazione devono necessariamente contenere anche le norme relative alla devoluzione del patrimonio della stessa in caso di sua estinzione? No, tale obbligo sussiste solo per i comitati. No. No, tale obbligo sussiste solo per le fondazioni. Sì, se nel caso di associazione che persegue anche fini economici. Sì, lo prevede espressamente l'art. 16 del cod. civ.
Ai sensi dell'art. 1448 del c.c., se, in un contratto, vi è sproporzione tra la prestazione di una parte e quella dell'altra, ed essa è dipesa dallo stato di bisogno di una parte, del quale l'altra ha approfittato per trarne vantaggio, la parte danneggiata... Può chiederne l'annullamento. Può chiederne la rescissione. Può chiederne la nullità. Può chiederne la risoluzione. Non può esperire alcuna azione.
Salvo che il fatto costituisca reato per il quale il termine di prescrizione coinciderà con quello del reato, quale è il termine di prescrizione dell'azione di rescissione del contratto? Sei anni. Un anno. Due anni. Tre anni. Cinque anni.
A norma di quanto dispone l'art. 1219 del c.c. in merito alla costituzione in mora del debitore, in quale di questi casi essa non è necessaria? Quando si tratta di obbligazione di dare una determinata quantità di cose determinate solo nel genere. Solo quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non volere eseguire l'obbligazione. Quando si tratta di un debito pecuniario. Quando è scaduto il termine, se la prestazione deve essere eseguita al domicilio del creditore. Quando si tratta di obbligazione con facoltà alternativa.
La promessa al pubblico può essere revocata prima della scadenza del termine apposto alla stessa, quando non si sia ancora verificata la situazione prevista? Sì, ma solo per giusta causa e purché la revoca sia resa pubblica nella stessa forma della promessa o in forma equivalente. Sì; è necessario soltanto che la revoca sia resa pubblica nella stessa forma della promessa o in forma equivalente. No, in nessun caso. Sì, ma solo per giusta causa e purché la revoca sia resa pubblica esclusivamente nella stessa forma della promessa. Sì, senza nessuna condizione particolare.
Quando l'annullabilità del contratto dipende da dolo, il termine per l'azione di annullamento... È imprescrittibile. Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in dieci anni dal giorno in cui il dolo è iniziato. Si prescrive in tre anni dal giorno in cui è iniziato il dolo. Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo.
Dispone l'art. 2948 del c.c. che si prescrivono in cinque anni... I diritti derivanti dal contratto di trasporto. I diritti dello Stato sui beni appartenenti al demanio pubblico. Le pigioni delle case, i fitti dei beni rustici e ogni altro corrispettivo di locazioni. I diritti degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni impartite a tempo più lungo di un mese. I diritti degli ufficiali giudiziari, per il compenso degli atti compiuti nella loro qualità.
Per compiere gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione, sempreché non risultino pregiudizievoli all'interesse di alcuno dei partecipanti alla comunione, occorre il consenso... Della maggioranza del numero dei partecipanti alla comunione. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote. Di tutti i partecipanti alla comunione. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresentino almeno tre quarti del valore complessivo della cosa comune. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno due terzi del valore complessivo della cosa comune.
A norma di quanto dispone l'art. 1341 del codice civile, le condizioni contrattuali che sanciscono, a carico dell'altro contraente, deroghe alla competenza dell'autorità giudiziaria... Non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto. Hanno effetto anche se non sono specificamente approvate per iscritto. Non hanno effetto se non sono stipulate con specifico contratto, diverso da quello al quale si riferiscono. Hanno sempre effetto anche se non approvate separatamente per iscritto, purché non siano vessatorie. Sono nulle.
Il proprietario di un fondo... Non può impedire le immissioni di fumo o di calore e le esalazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Può comunque impedire i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni. Non può impedire le immissioni di calore, di rumori e gli scuotimenti derivanti dal fondo del vicino,se non superano la soglia di normale tollerabilità, potrà invece impedire in ogni caso le esalazioni e le immissioni di fumo. Non può impedire le immissioni di rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Può comunque impedire le immissioni di fumo o di calore e le esalazioni. Non può impedire le immissioni di rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Può comunque impedire le esalazioni. Non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.
Ai sensi del codice civile, dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Solo le aree fabbricabili. Tra gli altri, i terreni che presentino dislivelli di oltre il 15%. Solo i terreni già impiegati in culture agricole. Tra gli altri, gli appezzamenti forniti di casa, di abitazione civile o colonica. Solo gli orti, i giardini, i parchi.
L'azione generale di rescissione per lesione prevista dall'art. 1448 c.c. non è esercitabile... Qualora il contratto non sia stato concluso anche in stato di pericolo. Quando la sproporzione tra le due prestazioni non sia superiore ad almeno due terzi. Quando la sproporzione tra le due prestazioni non sia superiore ad almeno un terzo. Nel solo caso di contratti aleatori. Qualora la sproporzione tra le due prestazioni non sia almeno superiore alla metà.
A norma del codice civile, l'atto costitutivo e lo statuto di una associazione devono necessariamente contenere le norme relative all'estinzione dell'ente? No, l'atto costitutivo e lo statuto devono contenere necessariamente solo le indicazioni di cui all'art. 16 del cod. civ. Sì, anche se si tratta di associazione non riconosciuta. Sì, lo prevede espressamente l'art. 16 del cod. civ. Sì, salvo se si tratta di associazione che esercita la propria attività sull'intero territorio nazionale. Sì, devono necessariamente contenere l'indicazione dello scopo, del patrimonio e le norme relative all'estinzione dell'ente.
A norma di quanto dispone l'art. 1231 del c.c. l'eliminazione di un termine precedentemente apposto ad un'obbligazione produce novazione dell'obbligazione stessa? No, salvo che nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile. No, comporta compensazione. No, solo il rilascio di un documento o la sua rinnovazione producono novazione. No, l'eliminazione di un termine non produce novazione. Sì, sempre.
Ai sensi del c.c., il tutore del minore può acquistare beni mobili necessari per l'uso del minore, per la economia domestica e per l'amministrazione del patrimonio? Sì, previa autorizzazione del giudice tutelare. Sì, d'intesa con il minore e sentito il protutore. Sì, senza alcuna autorizzazione. No. Per tale operazione è necessaria l'autorizzazione del tribunale per i minorenni. No. Per tale operazione è necessaria l'autorizzazione del tribunale su parere del giudice tutelare.
In base a quanto disposto dal codice civile, la prova dell'esistenza del matrimonio, in caso di distruzione o smarrimento dei registri di stato civile,... Può essere data solo a mezzo di testimonianza resa da i coniugi o dai figli. Può essere data con ogni mezzo. Può essere data solo a mezzo di testimoni, in numero di quattro. Può essere data solo a mezzo di testimonianza resa da entrambi i coniugi. Può essere data solo con dichiarazione di uno dei coniugi resa con atto pubblico o scrittura privata autenticata da notaio.
Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo... Non libera in alcun caso il debitore. Non libera il debitore, se questi non prova che ciò che fu pagato è stato rivolto a vantaggio dell'incapace. Libera comunque il debitore anche se in mala fede. Libera il debitore solo se dimostra che al momento del pagamento ignorava l'incapacità del creditore. Libera comunque il debitore in buona fede.
Se, quando è stato concluso il contratto, il compratore ignorava che la cosa non era di proprietà del venditore... Il compratore può chiedere la risoluzione del contratto, se nel frattempo il venditore non gliene ha fatto acquistare la proprietà. Il contratto è valido, ma il compratore ha diritto ad un equo indennizzo o a una diminuzione del prezzo. Il contratto è annullabile, ed il compratore ha diritto ad un equo indennizzo. Il contratto è nullo anche nel caso in cui il venditore abbia fatto acquistare al compratore la proprietà della cosa. Il compratore può chiedere la risoluzione del contratto, ma non ha comunque diritto né al rimborso delle spese di contratto né a quelle successive e utili per la cosa.
L'azione revocatoria... Si prescrive in dieci anni dalla data dell'atto. È diretta a rendere inefficace l'atto di disposizione nei confronti del creditore istante. Se è accolta invalida l'atto compiuto dal debitore soltanto nei confronti del creditore che ha promosso l'azione. È diretta a restituire il bene al patrimonio del debitore. Costituisce un diritto di prelazione sul bene a favore del creditore istante.
Le modificazioni accessorie dell'obbligazione producono novazione? No, comportano confusione. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto un comportamento negativo (non fare). No, il rilascio di un documento, la sua rinnovazione, l'eliminazione o l'apposizione di un termine, ed ogni altra modificazione accessoria non producono novazione. Sì, tutte le modificazioni anche se accessorie producono novazione dell'obbligazione. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto un comportamento di contenuto positivo (dare o fare).
Oltre che per le cause previste nell'atto costitutivo e nello statuto, l'associazione riconosciuta... Si estingue anche quando i soci diventano meno di cinque. Si estingue anche quando il numero di soci diventi inferiore al 50% di quelli esistenti nel momento dell'atto costitutivo. Si estingue anche quando lo scopo è stato raggiunto. Si estingue solo in presenza di illeciti penali. Si estingue solo quando si registra l'impossibilità di realizzare lo scopo.
L'azione revocatoria... Non ha effetto restitutorio dal momento che il bene non ritorna nel patrimonio del debitore. Se è accolta invalida l'atto compiuto dal debitore soltanto nei confronti del creditore che ha promosso l'azione. Elimina, se accolta, l'atto impugnato. Non può essere esercitata dal creditore a termine o sotto condizione. Si prescrive in due anni dalla data dell'atto.
Ai sensi dell'art. 1350 del codice civile, devono farsi per iscritto,... Solo i contratti che costituiscono, modificano o trasferiscono il diritto di usufrutto su beni immobili. Tra gli altri i contratti che costituiscono, modificano o trasferiscono il diritto di usufrutto su beni immobili, il diritto di superficie, il diritto del concedente e dell'enfiteuta. Tra gli altri i contratti di commissione. Tra gli altri i contratti di locazione di beni immobili per una durata superiore a tre anni. Tra gli altri i contratti di trasporto.
Anche se la prescrizione e la decadenza sono istituti collegati al decorso del tempo, esse presentano rilevanti differenze. Indicare quale tra quelle proposte è corretta. Nella prescrizione il tempo è considerato come "distanza", mentre nella decadenza è considerato come "durata". La prescrizione è sempre stabilita dalla volontà delle parti, mentre la decadenza ha la sua unica fonte nella legge, le cui norme sono inderogabili. Nella prescrizione l'effetto preclusivo è previsto anche se al soggetto non può addebitarsi un contegno negligente, mentre nella decadenza vi è un'intenzione sanzionatoria da parte dell'ordinamento a carico dei negligenti. Nella prescrizione vi è un'intenzione sanzionatoria da parte dell'ordinamento a carico dei negligenti, mentre nella decadenza l'effetto preclusivo è previsto anche se al soggetto non può addebitarsi un contegno negligente. La prescrizione può essere correlata anche a diritti potestativi, mentre la decadenza è sempre correlata ad un diritto soggettivo.
Secondo le disposizioni dettate dal c.c., l'accettazione della proposta contrattuale può essere revocata? No, l'accettazione è irrevocabile. Sì, purché la revoca giunga a conoscenza del proponente prima dell'accettazione. Sì, in ogni momento, purché non sia iniziata l'esecuzione del contratto. Sì, in ogni momento, anche se è iniziata l'esecuzione del contratto. Sì, entro 30 giorni dall'accettazione del contratto.
Ai sensi del codice civile, la proposta contrattuale... Può essere revocata fino al momento in cui il contratto non è concluso. Può essere revocata entro 30 giorni dalla conclusione del contratto. Può essere revocata, ma espone in ogni caso il revocante al risarcimento dei danni subiti dalla controparte anche se questi non ha ancora intrapreso l'esecuzione della prestazione. Può essere revocata entro 7 giorni dalla conclusione del contratto. Non può essere revocata se l'accettante ne ha intrapreso in buona fede l'esecuzione prima di avere notizia della revoca.
Secondo quanto dispone dall'art. 429 del c.c., chi può proporre istanza per la revoca dell'interdizione e dell'inabilitazione quando cessano le cause che le hanno determinate? Il coniuge, i parenti e gli affini entro il secondo grado, il tutore dell'interdetto, il curatore dell'inabilitato o il pubblico ministero. Il coniuge, i parenti entro il quarto grado, gli affini entro il secondo grado, il tutore dell'interdetto, il curatore dell'inabilitato, oltreché lo stesso interdetto o inabilitato. Il coniuge, i parenti e gli affini entro il quarto grado, il tutore dell'interdetto, il curatore dell'inabilitato o il pubblico ministero. Chiunque. Il coniuge, i parenti entro il quarto grado, gli affini entro il secondo grado, il tutore dell'interdetto, il curatore dell'inabilitato o il pubblico ministero.
Che effetto ha la risoluzione del contratto per inadempimento? Ha sempre effetto retroattivo per tutti i contratti. Ha, di norma, effetto ex nunc. Ha effetto retroattivo fra le parti salvo il caso di contratti con effetti reali. Ha effetto retroattivo fra le parti, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite. Ha effetto retroattivo fra le parti, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende né alle prestazioni già eseguite né alle prestazioni in corso di esecuzione.
Il debitore che è in mora non è liberato per la sopravvenuta impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile... Salvo che non si tratti di perimento per caso fortuito. Salvo che provi che il debito derivi da atto illecito. Salvo che provi che l'oggetto della prestazione sarebbe ugualmente perito presso il creditore. Salvo che non si tratti di impossibilità dovuta ad illecita sottrazione della cosa. Salvo che non provi la sua buone fede.
Anche se spesso la procura accede ad un mandato è necessario distinguerli in quanto... La procura non può essere connessa ad un negozio diverso dal mandato. Il mandato non può mai essere stipulato senza l'attribuzione del potere di rappresentanza. La procura è un negozio indiretto mentre il mandato è un negozio fiduciario. La procura richiede sempre la forma scritta ad probationem. La procura è un negozio unilaterale, costitutivo di poteri per il rappresentante.
Quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore, a norma di quanto prevede l'art. 1186 del c.c., può esigere immediatamente la prestazione... Se l'obbligazione è indivisibile. Se l'obbligazione è pecuniaria. Solo dopo l'avvio delle procedure fallimentari a carico del debitore. Se il debitore è divenuto insolvente. Solo se l'obbligazione è parziaria.
In quale dei seguenti casi la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità non può essere domandata? Qualora la sopravvenuta onerosità rientra nell'alea normale del contratto. Solo qualora sia esclusa per volontà delle parti. Qualora la sopravvenuta onerosità dipenda da causa non imputabile all'obbligato. Solo quando la eccessiva onerosità derivi da circostanze imputabili al richiedente. Solo quando la onerosità riguarda una prestazione non ancora adempiuta.
L'usufrutto si estingue per forza di legge... Solo per prescrizione e per il totale perimento del bene. Tra l'altro per il parziale perimento della cosa su cui è costituito. Tra l'altro per prescrizione per effetto del non uso durato per dieci anni. Tra l'altro per il totale perimento della cosa su cui è costituito. Solo per la riunione dell'usufrutto e della proprietà nella stessa persona.
Ai sensi del codice civile, dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Tra gli altri, i terreni necessari per piazzali o luoghi di deposito di stabilimenti industriali o commerciali. Solo i terreni già impiegati in culture agricole. Solo i terreni che presentino dislivelli di oltre il 15%. Solo gli appezzamenti forniti di casa, di abitazione civile o colonica. Solo i terreni soggetti a inondazioni, a scoscendimenti o ad altri gravi rischi.
Che efficacia ha in un contratto di vendita il patto che prevede l'obbligo per il venditore, che voglia esercitare il diritto di riscatto, di restituire un prezzo superiore a quello stipulato per la vendita? Il patto è valido, purché chi eserciti il diritto di riscatto sia la stessa persona che lo ha formato. Il patto è nullo e rende nullo anche il contratto di vendita. Il patto è nullo per il prezzo eccedente quello di vendita. Il patto è valido. Il patto è valido, ma il venditore può in ogni momento chiedere una riduzione del prezzo secondo equità.
Quando il contratto costituisce il mezzo per eludere l'applicazione di una norma imperativa, l'art. 1344 del c.c. considera... Illecita la causa del contratto. Illecito il motivo del contratto. Illecito l'oggetto del contratto. Illecita la forma del contratto. Illecito sia il motivo del contratto sia l'oggetto del contratto.
Quale dei seguenti soggetti può essere inabilitato? Il soggetto che per prodigalità espone sé o la propria famiglia a gravi pregiudizi economici. Il minore emancipato che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi. Il soggetto maggiore di età che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi. Solo il cieco che non ha ricevuto un'educazione sufficiente. Solo il condannato alla pena dell'ergastolo.
Il proprietario di un fondo può impedirvi l'accesso ad un terzo che vuole recuperare un proprio animale che vi si sia riparato sfuggendo alla custodia? No, ma solo se l'animale è considerato pericoloso. No, e non può impedirlo con la consegna dell'animale. Sì, a propria discrezione. Sì, consegnando l'animale. No, deve comunque consentire l'accesso.
In merito alle disposizioni contenute all'art. 2808 del c.c. sull'ipoteca, è corretto affermare che essa... Non attribuisce al creditore il diritto di espropriare i beni vincolati a garanzia del suo credito. Si costituisce mediante iscrizione nei registri immobiliari. Può avere per oggetto solo i beni del debitore. Si può costituire anche mediante scrittura privata autenticata. Può essere solo legale o volontaria.
Il solo timore riverenziale è causa di annullamento del contratto? No, in alcun caso. Sì, alla stregua del dolo. Sì, sempre. Nei soli casi espressamente previsti nel cod.civ. Sì, se l'altro contraente conosceva l'esistenza del timore riverenziale.
Una associazione che intende chiedere il riconoscimento, deve necessariamente indicare nell'atto costitutivo e nello statuto i diritti ed obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione? Sì, ma solo se si tratta di associazione che intenda operare nella Comunità europea. No, i diritti ed obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione sono stabiliti con atti interni dell'associazione. Sì, lo prevede espressamente l'art. 16 del cod. civ. No, i diritti ed obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione sono stabiliti dalla prima assemblea. No, salvo che si tratti di associazione a fini di lucro.
Indicare quale tra le seguenti affermazioni è conforme a quanto dispone l'art. 1347 del c.c. Se la prestazione del contratto sottoposto a condizione sospensiva è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima dell'avveramento della condizione stessa, il contratto deve essere convalidato dal giudice. Se la prestazione del contratto sottoposto a condizione sospensiva è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima dell'avveramento della condizione stessa, il contratto è nullo, salvo diverso accordo delle parti. Se la prestazione del contratto sottoposto a condizione sospensiva è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima dell'avveramento della condizione stessa, il contratto è valido. Se la prestazione del contratto sottoposto a condizione sospensiva è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima dell'avveramento della condizione stessa, il contratto è nullo. Se la prestazione del contratto sottoposto a condizione sospensiva è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima dell'avveramento della condizione stessa, il contratto è annullabile.
La decadenza legale... Può essere stabilita nell'interesse generale o nell'interesse individuale di una delle parti. È un istituto a carattere generale, perché deroga al principio secondo cui l'esercizio dei diritti soggettivi è sottoposto a limiti di tempo. Può essere prevista solo dalla legge o da un provvedimento giurisdizionale. È prevista solo dalla legge. Non può essere prevista da un provvedimento amministrativo.
Nelle associazione riconosciute è possibile trasmettere la qualità di associato ad altra persona? No, il cod. civ. lo esclude espressamente e non ammette eccezioni. Sì, la qualità di associato è trasmissibile liberamente, come per tutti gli altri enti privati senza finalità economiche. Solo per le associazioni che perseguono fini sociali. Solo se l'atto costitutivo o lo statuto lo prevedano espressamente. Solo nel caso di soci non fondatori.
Se, ai sensi dell'art. 1329 del codice civile, il proponente si è obbligato a mantenere ferma la proposta per un certo tempo, la revoca della proposta è... Senza effetto, ma la morte o la sopravvenuta incapacità del proponente toglie efficacia alla proposta in ogni caso. Annullabile. Senza effetto. Efficace, salvo che la natura dell'affare o altre circostanze escludano tale efficacia. Comunque valida.
Il contratto simulato produce effetti tra le parti? No, né il contratto simulato né il contratto dissimulato producono effetti in quanto il negozio è nullo. Sì, purché sia lecito. No, il contratto simulato non produce alcun effetto tra le parti. Sì, se sussistano i requisiti di sostanza e di forma previsti per quel tipo di contratto. Sì, anche in presenza di simulazione assoluta.
Il contratto simulato è sempre posto in essere per una ragione illecita? No, si può avere un contratto simulato senza intento fraudolento. Sì, perché il contratto simulato è sempre messo in essere per evadere il fisco. Sì, perché il contratto simulato è sempre messo in essere per sottrarre la disponibilità di beni ai creditori. Sì, per la natura stessa del contratto che il codice civile vieta espressamente. Sì, perché il contratto simulato è sempre messo in essere per compiere atti vietati dalla legge penale.
Nei contratti con effetti traslativi o costitutivi, il perimento della cosa per causa non imputabile all'alienante libera l'acquirente dall'obbligo di eseguire la controprestazione? Sì, sempre. No, ancorché la cosa non gli sia stata consegnata. Sì, escluso il caso in cui l'effetto traslativo o costitutivo sia differito allo scadere di un termine. Sì, tranne che la cosa gli sia stata consegnata. Sì, rendendo nullo il contratto.
Il codice civile tutela lo pseudonimo? Solo nel caso di persone giuridiche. No, l'uso dello pseudonimo non trova tutela nel codice civile. Sì, in ogni caso. Quando è usato da una persona in modo che esso abbia acquistato l'importanza del nome. Quando risulti registrato presso l'Anagrafe del Comune di residenza in aggiunta al cognome.
L'obbligazione è in solido quando... Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione e l'adempimento conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori. Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento di più prestazioni aventi il medesimo contenuto, ma l'adempimento conseguito da uno di essi non libera il debitore dall'adempimento delle altre prestazioni verso gli altri creditori. Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione ma l'adempimento conseguito da uno di essi non libera il debitore verso tutti i creditori. Tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere, esclusivamente per la propria parte, l'adempimento di un'unica prestazione divisibile. Sia dal lato attivo sia dal lato passivo sono presenti più soggetti.
Quali condizioni devono concorrere affinché colui che acquista in buona fede da chi non è proprietario un bene mobile iscritto in pubblici registri possa giovarsi dell'usucapione? Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 3 anni dalla trascrizione. Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 15 anni dalla trascrizione. Titolo idoneo a trasferire la proprietà e decorso di 5 anni dalla trascrizione del titolo. Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 5 anni dalla trascrizione. Titolo idoneo a trasferire la proprietà, trascrizione del titolo, decorso di 10 anni dalla trascrizione.
L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, tra l'altro,... Solo quando cade su una qualità dell'oggetto della prestazione che, secondo il comune apprezzamento o in relazione alle circostanze, deve ritenersi determinante del consenso. Quando cade sull'identità della persona dell'altro contraente, ancorché non determinante del consenso. Quando cade sull'identità dell'oggetto della prestazione. Quando, trattandosi di errore di diritto, non ha costituito la ragione principale del contratto. Quando si tratta di errore di diritto, ancorché non abbia costituito la ragione unica o principale del contratto.
Nel patto di opzione previsto dall'art. 1331 del codice civile, se per l'accettazione non è stato fissato un termine, esso... È stabilito in trenta giorni dallo stesso articolo. È stabilito in sessanta giorni dallo stesso articolo. Può essere stabilito dal giudice. Può essere stabilito successivamente dal solo proponente. Può essere stabilito solo di comune accordo.
Il debitore, che esegue una prestazione diversa da quella dovuta, è liberato? Sì, se la prestazione eseguita ha valore uguale a quella dovuta. Sì, se ciò è consentito dagli usi. Solo se la prestazione eseguita ha valore maggiore di quella dovuta. Sì, se vi è il consenso del creditore. Sì, in ogni caso.
L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto,... Quando cade sull'identità o sulle qualità della persona dell'altro contraente, sempre che l'una o le altre siano state determinanti del consenso. Solo quando cade sulla forma del contratto. Quando si tratta di errore di calcolo. Quando si tratta di errore di diritto, ancorché non abbia costituito la ragione unica o principale del contratto. Solo quando cade sulla volontà di uno dei contraenti.
Nell'obbligazione non è necessaria la costituzione in mora del debitore,... Solo quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non volere eseguire l'obbligazione. Quando si tratta di obbligazione con facoltà alternativa. Quando si tratta di obbligazione di dare una determinata quantità di cose determinate solo nel genere. Quando si tratta di un debito pecuniario. Tra l'altro quando il debito deriva da fatto illecito.
Nei contratti a esecuzione continuata o periodica ovvero a esecuzione differita, la parte che deve la prestazione può domandare la risoluzione del contratto,... Se la prestazione è divenuta, per colpa del debitore, eccessivamente onerosa. Esclusivamente nel caso di perimento della cosa per causa a lui non imputabile. Se la prestazione è divenuta eccessivamente onerosa, anche se la sopravvenuta onerosità rientra nell'alea normale del contratto. Se la prestazione è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili. Se la prestazione è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili; la parte contro la quale è domandata la risoluzione non può evitarla offrendo di modificare equamente le condizioni del contratto.
Nel pignoramento di un bene sono compresi, ai sensi dell'art. 2912 del codice civile, anche gli accessori e le pertinenze? No, sono compresi solo gli accessori. Sì, sono compresi gli accessori, le pertinenze e i frutti della cosa pignorata. Sì, salvo il terreno che circonda un edificio pignorato che non può mai essere considerato come una cosa unica con lo stesso bene pignorato. No, in alcun caso. No, sono compresi solo i frutti.
Indicare quale affermazione sulla sospensione della prescrizione è corretta. La sospensione ha luogo o perché il titolare compie un atto con il quale esercita un diritto o perché il diritto viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto. La sospensione può essere determinata anche da semplici impedimenti di fatto. La sospensione opera come una vera e propria frattura che impedisce di tenere in alcun conto il tempo già trascorso, cosicché inizia a decorrere un nuovo periodo di prescrizione. La sospensione spiega i suoi effetti per tutto il periodo per il quale gioca la causa giustificatrice dell'inerzia, ma non toglie valore al periodo eventualmente trascorso in precedenza, e può paragonarsi ad una parentesi. La sospensione toglie ogni valore al tempo anteriormente trascorso dal verificarsi del fatto interruttivo.
Sussiste l'onere di trascrivere nei registri immobiliari una sentenza da cui risulta estinto per prescrizione il diritto di superficie? Sì, l'onere è espressamente previsto dall'art. 2651 del c.c. No, l'unico caso previsto dal cod. civ. è quello inerente alle sentenze da cui risulta estinto per prescrizione il diritto di usufrutto su beni immobili. L'onere sussiste solo se la trascrizione è espressamente richiesta dall'autorità giudiziaria. No, il c.c. non prevede alcun onere. No, il c.c. nulla dispone in merito all'onere di trascrizione nei registri immobiliari di sentenze, che è lasciata alla discrezione del giudice.
Che effetto produce sul contratto il solo timore riverenziale di uno dei contraenti nei confronti dell'altro? Nessuno. Il contratto è valido. Il contratto è annullabile. Il contratto è annullabile solo se l'altra parte se ne è avvantaggiata. La nullità totale del contratto. La nullità parziale del contratto.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni è corretta. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res. Le obbligazioni sono diritti assoluti, esperibili "erga omnes". Le obbligazioni godono di tutela assoluta contro chiunque contesti il diritto del titolare. Le obbligazioni godono di tutela relativa, poiché l'azione può essere esperita solo nei confronti del debitore per l'inadempimento, non nei confronti di terzi che turbano il godimento del titolare del diritto. Le obbligazioni, in quanto diritti assoluti, impongono ad un numero indeterminato di persone un generico dovere di astensione dal compimento di atti che possono turbare l'esercizio del diritto da parte del suo titolare.
In una obbligazione, l'eliminazione di un termine comporta novazione? Solo se si tratta di termine finale. Sì, l'eliminazione di un termine comporta novazione. Sì, l'eliminazione di un termine o di una condizione comportano sempre novazione. Solo se si tratta di termine iniziale. No, si ha novazione quando i soggetti sostituiscono un nuovo rapporto a quello originario.
Le parti possono escludere la cedibilità del credito che non abbia carattere strettamente personale od il cui trasferimento non sia vietato dalla legge? Sì, ma solo per la cessione a titolo oneroso. Sì, ma solo per la cessione a titolo gratuito. Sì, a norma dell'art. 1260 del codice civile. No, non è ammessa la c.d. incedibilità convenzionale. No, a norma dell'art. 1260 del codice civile.
L'utilità relativa ad una servitù prediale può consistere in una maggiore comodità o amenità del fondo dominante? Sì, l'utilità consiste solo nella maggiore comodità o amenità del fondo dominante. No, l'utilità deve essere inerente alla destinazione agricola o industriale del fondo. Sì. È previsto dall'art. 1028 del Codice civile. No, l'utilità deve essere tale da determinare, in mancanza, un grave danno economico. Sì, ma solo se i due fondi appartengono allo stesso proprietario.
Ai sensi del codice civile, le parti possono pattuire la incedibilità del credito? Sì, ma il patto non è opponibile al cessionario, se non si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione. Sì, e il patto è opponibile anche al cessionario se egli non prova che non lo conosceva al tempo della cessione. No, in alcun caso. Sì, e tale patto è sempre opponibile al cessionario. No, i casi di incedibilità del credito sono stabiliti dal c.c. e non possono essere pattuiti dalle parti.
Si ha delegazione cumulativa... Quando un terzo senza delegazione del debitore si sostituisce ad esso. Quando una terza persona si sostituisce al debitore originario. Quando il nuovo debitore si aggiunge a quello originario. Quando un terzo libera il debitore principale. Quando il debitore originario è espressamente liberato dal creditore delegatario.
Ai sensi del codice civile, dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Solo i terreni già impiegati in culture agricole. Solo i terreni adiacenti ai fabbricati e costituenti dipendenze dei medesimi. Tra gli altri, le aree fabbricabili. Tra gli altri, i terreni attraversati da corsi d'acqua. Solo gli appezzamenti forniti di casa, di abitazione civile o fondiaria.
Il pignoramento, ai sensi dell'art. 2912 del codice civile,... Comprende gli accessori, le pertinenze e i frutti della cosa pignorata. Comprende le pertinenze ed i frutti ma non gli accessori della cosa pignorata. Non comprende gli accessori, le pertinenze e i frutti della cosa pignorata. Comprende gli accessori e le pertinenze, ma non i frutti della cosa pignorata. Comprende le pertinenze, ma non gli accessori ed i frutti della cosa pignorata.
Il cedente ha l'obbligo di consegnare al cessionario i documenti probatori del credito che sono in suo possesso? No, l'art. 1262 del c.c. non prevede alcun obbligo. Sì, lo prevede espressamente l'art. 1262 del codice civile. Sì, salvo che nelle cessioni a titolo gratuito. Sì, salvo che nelle cessioni a titolo oneroso. No, deve solo consegnare al cessionario una copia autentica dei documenti.
Dispone l'art. 1199 del c.c. che il creditore che riceve il pagamento di una obbligazione deve rilasciare quietanza... Sempre. In nessun caso. A richiesta e a sue spese. A richiesta e spese del debitore. Solo se convenuto dalle parti.
Quando cessa l'obbligo per l'avvocato di rendere conto degli incartamenti relativi alle liti? L'obbligo è imprescrittibile. Dopo due anni dal compimento degli atti a lui affidati. Dopo tre anni dal momento in cui le liti sono state decise o sono altrimenti terminate. Dopo due anni dal momento in cui le liti sono state decise o sono altrimenti terminate. Dopo cinque anni dall'ultimo atto compiuto dall'avvocato.
In quale dei punti che seguono è riportata la descrizione del codice civile in materia di delegazione cumulativa? Se il debitore assegna al creditore un nuovo debitore, il quale si obbliga verso il creditore, il debitore originario non è liberato dalla sua obbligazione, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo. Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, il creditore può aderire alla convenzione, rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore. Il terzo che, senza delegazione del debitore, ne assume verso il creditore il debito, è obbligato in solido col debitore originario, se il creditore non dichiara espressamente di liberare quest'ultimo. Le parti sostituiscono all'obbligazione originaria che si estingue, una nuova obbligazione con oggetto o titolo diverso. Contratto tra debitore e terzo nel quale il terzo assume il debito dell'altro.
Nel caso di vendita che ha per oggetto una cosa futura, qualora le parti non abbiano voluto concludere un contratto aleatorio, se la cosa non viene ad esistenza... La vendita è rescindibile. La vendita è annullabile. Il contratto di vendita è risolto di diritto. Il contratto viene sospeso fino a che la cosa non viene ad esistenza. La vendita è nulla.
Il contratto di vendita di beni immobili, stipulato tra persone distanti, è concluso, ai sensi dell'art. 1326 del codice civile,... Quando viene pagato il corrispettivo. Quando il contratto viene registrato. Nel momento in cui chi si è fatta la proposta. Al momento dell'accettazione del ricevente. Nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte.
L'affinità... Cessa per la morte del coniuge da cui deriva, solo se non c'è prole. È riconosciuta fino al secondo grado. Cessa se il matrimonio è dichiarato nullo. Cessa per la morte del coniuge da cui deriva. Non cessa se il matrimonio è dichiarato nullo.
Quali sono i caratteri della rappresentanza diretta? La spendita del nome altrui e il verificarsi degli effetti del negozio direttamente ed unicamente nella sfera giuridica del rappresentato nonché l'incapacità di agire. La spendita del nome altrui e il verificarsi degli effetti del negozio direttamente nella sfera giuridica del rappresentato. La spendita del nome altrui e il realizzarsi degli effetti del negozio nella sfera giuridica del rappresentante. La mancata spendita del nome altrui e il realizzarsi degli effetti del negozio nella sfera giuridica del rappresentato. La mancata spendita del nome altrui e il realizzarsi degli effetti del negozio nella sfera giuridica del rappresentante.
L'azione di denunzia di nuova opera può essere esercitata... Tra l'altro purché la nuova opera non sia terminata. Purché non sia trascorso meno di un anno dal suo inizio. Non prima che essa sia terminata. Tra l'altro non oltre due anni dal suo inizio. Solo dal proprietario o dal possessore.
Se il vicino vuole servirsi del muro esistente sul confine per innestarvi un capo del proprio muro... Deve solo eseguire le opere che occorrono per non danneggiare il vicino. Deve pagare un'indennità per l'innesto. Deve obbligatoriamente renderlo comune. Può farlo previa semplice comunicazione al vicino, purché non arrechi danno al muro. Non può farlo in nessun caso se il muro si trova sul confine.
Il creditore pignoratizio, ai sensi dell'art. 2792 del codice civile,... Può, anche senza il consenso del costituente, usare della cosa, darla in pegno o concederne ad altri il godimento, purché corrisponda un equo compenso al costituente. Può dare in pegno la cosa ma non concedere ad altri il godimento. Può usare la cosa purché ne rispetti la destinazione economica. Non può dare la cosa in pegno o concederne ad altri il godimento. Può usare la cosa purché corrisponda un equo compenso al costituente.
Un comitato non riconosciuto può stare in giudizio? Sì, nella persona del presidente. Sì, nella persona del c.d. organizzatore. Sì, nella persona del sottoscrittore più rilevante. No, solo i comitati riconosciuti possono stare in giudizio. No, nessun ente di fatto può stare in giudizio.
In materia di convalida del contratto annullabile, l'art. 1444 del codice civile dispone che... La convalida ha comunque effetto se chi la esegue non è in condizione di concludere validamente il contratto. Il contratto annullabile può essere convalidato dal contraente al quale spetta l'azione di annullamento, mediante un atto che contenga la menzione del contratto e del motivo di annullabilità, e la dichiarazione che s'intende convalidarlo. Il contratto non è convalidato se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione pur conoscendo il motivo di annullabilità. In nessun caso il contratto annullabile può essere tacitamente convalidato. Il contratto annullabile può essere convalidato da qualsiasi contraente.
Si apre la tutela dei minori, ai sensi dell'art. 343 del codice civile,... Anche se un solo genitore sia indagato per un reato che prevede una pena detentiva. Solo se entrambi i genitori sono morti. Anche se uno solo dei genitori esercenti la potestà sia morto o non possa esercitare per altre cause la potestà. Solo quando sia stata pronunciata la cessazione degli effetti civili del matrimonio dei genitori esercenti la potestà. Anche nel caso in cui i genitori non possano esercitare la potestà.
Se due persone sono obbligate l'una verso l'altra per quantità corrispondenti... Le due obbligazioni si estinguono a richiesta anche di un solo obbligato. Le due obbligazioni non si estinguono. Le due obbligazioni si estinguono, salvo il caso di prescrizione. Le due obbligazioni si estinguono. Le due obbligazioni si estinguono a richiesta dei coobbligati.
Ai sensi del codice civile, dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Tra gli altri, i terreni soggetti a inondazioni, a scoscendimenti o ad altri gravi rischi. Tra gli altri, i terreni che presentino dislivelli di oltre il 15%. Solo i terreni necessari per piazzali o luoghi di deposito di stabilimenti industriali o commerciali. Solo i terreni che per la loro speciale destinazione, ubicazione o singolarità di coltura presentano caratteristiche di spiccata individualità. Solo i terreni già impiegati in culture agricole.
È valido nella compravendita con patto di riscatto di un bene mobile stabilire un termine massimo per il riscatto di cinque anni? No, il termine per il riscatto non può essere maggiore di due anni. Sì, il termine massimo per il riscatto è superiore a cinque anni. Sì, il termine per il riscatto è infatti stabilito dalle parti. Sì, il termine massimo per il riscatto è fissato dal cod.civ. in dieci anni. No, il termine per il riscatto non può essere maggiore di un anno.
In quale dei seguenti casi si ha una simulazione relativa che investe i soggetti del contratto? Nessuna delle altre risposte è corretta la simulazione relativa non può mai investire i soggetti del contratto. Quando un soggetto A intende trasferire a un soggetto B la proprietà di un cespite, non già in corrispettivo di un prezzo, come risulta dal contratto simulato tra loro concluso, bensì a titolo gratuito. Quando un venditore dichiara, nell'atto ufficiale, un prezzo inferiore a quello effettivamente pattuito e pagato dal compratore, al fine di versare un'imposta inferiore a quella che sarebbe dovuta. Quando un soggetto A per nascondere ai suoi creditori o al fisco di essere l'acquirente di un immobile o di un pacchetto azionario, si mette d'accordo con un soggetto B, venditore, affinché nell'atto di acquisto figuri un soggetto C (prestanome) ma chi acquista effettivamente e si impegna a pagare il prezzo è A e tutti gli effetti del contratto cadono su di lui. Quando le parti pongono in essere un dato negozio, ma in realtà non vogliono alcun negozio.
Ai sensi dell'art. 344 del codice civile, il giudice tutelare è istituito... Presso ogni amministrazione comunale. Presso ogni provincia. Presso ogni tribunale. Presso ogni prefettura. Presso ogni questura.
Anche se spesso la procura accede ad un mandato è necessario distinguerli in quanto... La procura non può essere connessa ad un negozio diverso dal mandato. La procura può essere connessa ad un negozio diverso dal mandato come ad esempio il rapporto institorio. Il mandato non può mai essere stipulato senza l'attribuzione del potere di rappresentanza. Il mandato è un negozio unilaterale, costitutivo di poteri per il rappresentante. La procura è un negozio bilaterale.
Indicare quale tra le seguenti affermazioni sulla decadenza è corretta. La decadenza convenzionale può essere stabilita solo nell'interesse generale. La decadenza legale non può essere prevista da un provvedimento amministrativo. Il presupposto della decadenza non risiede nel fatto soggettivo dell'inerzia del titolare, ma nel fatto oggettivo della mancanza di esercizio del diritto nel tempo stabilito. La decadenza è un istituto per il quale trovano di norma applicazione le norme relative all'interruzione e alla sospensione della prescrizione. La decadenza è la perdita del diritto soggettivo per effetto dell'inerzia o del non uso da parte del titolare di esso protrattasi per un periodo di tempo determinato dalla legge.
I casi di risoluzione di diritto per inadempimento di un contratto sono espressamente regolati dal cod. civ. e sono: la diffida ad adempiere, la clausola risolutiva espressa e il termine essenziale. Il primo caso... Consiste in una dichiarazione scritta attraverso la quale la parte adempiente intima alla parte inadempiente di eseguire la prestazione entro un congruo termine e contemporaneamente avverte la controparte che decorso inutilmente il termine il contratto si intende risolto. Consiste in una clausola con cui le parti, in deroga a quanto disciplinato in via generale dal cod. civ., stabiliscono che una parte di esse non può opporre eccezioni per evitare o ritardare la prestazione. Consiste in una pattuizione con cui le parti prevedono che il contratto dovrà considerarsi automaticamente risolto se una o più obbligazioni determinate non siano adempiute o siano adempiute secondo modalità diverse da quelle pattuite. Fissa il momento al di là del quale il creditore non ha più interesse ad ottenere l'esecuzione della prestazione. Consiste nell'intimazione, anche orale, della parte adempiente all'altra di adempiere entro il termine di legge di dieci giorni; decorso inutilmente il termine il contratto si intende risolto.
La procura è un negozio giuridico astratto perché... La sua efficacia è subordinata alla sua ricezione da parte del rappresentante, o da parte dei terzi. Produce il suo effetto a prescindere dal sottostante rapporto gestorio. Si perfeziona con la dichiarazione di volontà di un'unica parte, senza che occorra il consenso del destinatario. Il potere di rappresentanza viene infatti conferito, mediante la procura, per il compimento di uno o più negozi giuridici. Le parti si servono di un negozio tipico che viene adattato ad uno scopo diverso da quello che ne costituisce la causa.
Le cause di estinzione del potere di rappresentanza (diverse dalla revoca della procura) conferito dall'interessato... Non sono opponibili ai terzi anche se dolosamente ignorate. Non sono mai opponibili ai terzi. Non sono opponibili ai terzi che le hanno senza colpa ignorate. Sono sempre opponibili ai terzi. Non sono opponibili ai terzi che le hanno colposamente ignorate.
A norma del c.c., a chi compete esercitare, nelle associazioni riconosciute, le azioni di responsabilità già deliberate dall'assemblea contro gli amministratori per fatti da essi compiuti? Alla stessa assemblea. Ai nuovi amministratori o ai liquidatori. A qualunque associato. Al Tribunale. Ai sindaci.
Ai sensi dell'art. 2643 c.c., sussiste l'onere della trascrizione dei contratti di locazione di beni immobili? Sì, ma solo in caso di uso degli immobili diverso da quello abitativo. Sì, quando i contratti hanno durata superiore ai nove anni. Sì, quando i contratti hanno durata superiore ai cinque anni. Solo se richiesto da una delle parti. Sì, per tutti i contratti di locazione di beni immobili.
L'accollo esterno, al pari della delegazione e dell'espromissione, può essere liberatorio? Sì, può essere cumulativo o liberatorio. No, può essere solo cumulativo. No, può essere solo novativo. No, può essere solo privato. Sì, può essere solo liberatorio.
A chi faccia richiesta di copia di una iscrizione, il conservatore dei registri immobiliari, a norma di quanto dispone l'art. 2673 del cod. civ... Non deve rilasciarla senza preventiva autorizzazione della parte che ha consentito all'iscrizione o dei suoi aventi causa. Non può rilasciarla se non si tratta della persona che ha domandato l'iscrizione o di un suo delegato. Non può rilasciarla se la richiesta non è avanzata da un pubblico ufficiale o da un esercente un servizio di pubblica utilità. Deve rilasciarla. Ha facoltà ma non obbligo di rilasciarla.
Che efficacia ha la disposizione testamentaria secondo cui la divisione dell'eredità tra gli eredi minori di età non abbia luogo prima che sia trascorso un anno dalla maggiore età dell'ultimo nato degli eredi? Deve essere condivisa da tutti gli aventi diritto, pena nullità. È valida. È nulla. Si ha come non apposta. È impugnabile dagli eredi aventi diritto.
Per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano le associazioni non riconosciute come persone giuridiche... Rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell'associazione. Rispondono personalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell'associazione. I terzi non possono far valere i loro diritti sul fondo comune. Risponde esclusivamente l'associazione con il fondo comune. Rispondono per il 30% le persone e per il rimanente 70% l'associazione con il fondo comune.
Per le associazione riconosciute sussiste un obbligo di prevedere il collegio dei revisori? No, l'unico organo obbligatorio è l'assemblea degli associati. Sì, gli organi obbligatori sono: l'assemblea degli associati, gli amministratori e il collegio dei revisori. Sì, la previsione del collegio dei revisori costituisce un obbligo. Sì, l'obbligo è previsto sia per le associazioni riconosciute sia per quelle non riconosciute. No, la previsione del collegio dei revisori costituisce una facoltà.
Il cedente ha l'obbligo di consegnare al cessionario i documenti probatori del credito che sono in suo possesso, se è stata ceduta solo una parte del credito? Sì, in ogni caso. No, in tal caso è tenuto a dare al cessionario solo una copia autentica dei documenti. Sì, salvo che nelle cessioni a titolo gratuito. No, al cessionario è solo consentito prendere visione dei documenti. Sì, deve consegnare in originale i documenti probatori dopo aver fatto copia dei documenti stessi.
L'oggetto dell'obbligazione, ossia la prestazione dovuta dal debitore al creditore, deve avere carattere patrimoniale, ossia deve essere suscettibile di valutazione economica. L'interesse del creditore alla prestazione deve anch'esso avere carattere patrimoniale? Sì, e non può mai consistere in una prestazione gratuita. Sì, e non può mai consistere in una prestazione di cortesia. Sì, l'interesse deve essere necessariamente patrimoniale. Sì, l'interesse deve essere economico o patrimoniale. No, l'interesse può essere anche non patrimoniale.
Se il medesimo credito ha formato oggetto di più cessioni da parte del creditore a persone diverse prevale... Sempre la cessione notificata per ultima al debitore. La cessione notificata per prima al debitore o quella che è stata prima accettata dal debitore con atto di data certa, ancorché essa sia di data posteriore. La cessione di data anteriore, ancorché notificata od accettata dal debitore successivamente ad altra di data posteriore. In ogni caso la cessione di cui il debitore abbia comunque avuto notizia. Sempre la cessione notificata per prima al debitore.
L'inesistenza della precedente obbligazione... Rende la novazione senza effetto. Rende la novazione annullabile. Rende la novazione efficace ma risolubile. Rende la novazione efficace ma rescindibile. Non comporta conseguenze negative per l'obbligazione stessa.
Il testatore può legittimamente disporre che la divisione dei beni ereditari abbia luogo non prima che sia trascorso un determinato termine dalla sua morte? Sì, ma tale termine non può eccedere il quinquennio. No. Sì, senza alcun termine. Sì, ma tale termine non può eccedere il triennio. Solo se tra gli eredi sono presenti minorenni e fino al compimento della maggiore età.
La trascrizione nei registri immobiliari si può effettuare, ai sensi dell'art. 2657 del codice civile, in forza... Anche di scrittura privata con sottoscrizione accertata giudizialmente. Anche di scrittura privata, ancorché priva di sottoscrizione autenticata o accertata giudizialmente. Solo di contratto o atto pubblico. Anche di sentenza o di altro atto eseguito in paese estero, anche se privo di legalizzazione. Solo di sentenza.
L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, tra l'altro,... Quando cade sulla natura del contratto. Quando si tratta di errore di calcolo. Quando si tratta di errore di diritto, benché non abbia costituito la ragione unica o principale del contratto. Quando cade sulla natura del contratto, purché non riconoscibile dall'altro contraente. Quando cade sulla forma del contratto.
In base alla normativa dettata dal Codice Civile in relazione al condominio negli edifici, in caso di innovazioni economicamente molto gravose o voluttuarie, un condomino che non intende trarne vantaggio può sottrarsi al pagamento di un qualsiasi contributo nella spesa? No, anche nel caso in cui l'innovazione sia suscettibile di utilizzazione separata. No, ma può contribuire in maniera molto limitata alla spesa nel caso in cui dimostri la sua indifferenza alla cosa in questione. No, ma contribuisce alla spesa nella misura del 50%. Sì, se l'innovazione consiste in opere, impianti o manufatti suscettibili di utilizzazione separata; in tal caso essi non hanno per il futuro la possibilità di partecipare ai vantaggi della innovazione in alcun modo. Sì, se l'innovazione consiste in opere, impianti o manufatti suscettibili di utilizzazione separata.
Se l'adempimento dell'obbligazione solidale è divenuto impossibile per causa imputabile a uno o più condebitori, gli altri condebitori sono liberati dall'obbligo solidale di corrispondere il valore della prestazione dovuta? No, ed al creditore è precluso chiedere il risarcimento del danno ulteriore al condebitore o a ciascuno dei condebitori inadempienti. Il c.c. nulla dispone in merito, è da intendersi che i condebitori possano decidere autonomamente se corrispondere o meno il valore totale della prestazione dovuta. No, l'art. 1307 del codice civile lo esclude espressamente. Sì, secondo quanto dispone l'art. 1307 del codice civile. Sì, ma il creditore può chiedere il risarcimento del danno ulteriore al condebitore o a ciascuno dei condebitori inadempienti.
Quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere immediatamente la prestazione... Tra l'altro, se il debitore ha diminuito, per fatto proprio, le garanzie che aveva date. Nel solo caso in cui il debitore non abbia dato le garanzie che aveva promesse. Solo dopo l'avvio delle procedure fallimentari a carico del debitore. Solo se l'obbligazione è parziaria. Nel solo caso in cui il debitore sia divenuto insolvente.
Nell'obbligazione, quando il creditore è in mora... Non sono più dovuti gli interessi né i frutti della cosa che non siano stati percepiti dal debitore. Resta comunque a carico del debitore l'onere dell'impossibilità della prestazione sopravvenuta per causa a lui non imputabile. Il rischio dell'impossibilità della prestazione, verificatosi successivamente alla mora, è suddiviso in parti uguali tra creditore e debitore. È tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora. Le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta sono a carico del debitore. Non è tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora, ma sostiene le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta.
L'indicazione del patrimonio di un'associazione che intende chiedere il riconoscimento deve necessariamente essere contenuta nell'atto costitutivo e nello statuto dell'associazione stessa? Sì, ma solo se si tratta di associazioni con scopi culturali. Sì, che deve risultare adeguato alla realizzazione dello scopo. No, l'associazione non possiede alcun patrimonio personale. No, tale obbligo sussiste solo per le fondazioni e per i comitati. No, salvo che si tratti di associazione alla quale partecipi anche un ente locale.
L'azione di denunzia di nuova opera può essere esercitata... Solo dal titolare di un altro diritto reale di godimento che teme per la cosa che forma l'oggetto del suo diritto. Purché questa non sia terminata e non siano trascorsi sei mesi dal suo inizio. Tra l'altro purché non sia trascorso un anno dal suo inizio. Entro un anno dal suo termine. Non oltre due anni dal suo inizio.
L'affinità è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge. Essa... Non cessa per la morte del coniuge da cui deriva. Cessa per la morte del coniuge da cui deriva. Costituisce un legame che non può per nessuna causa cessare. Lega anche gli affini di un coniuge con gli affini dell'altro coniuge. Non cessa se il matrimonio è dichiarato nullo.
Ai sensi dell'art. 1145 del c.c., rispetto ai beni appartenenti al pubblico demanio è concessa l'azione di spoglio? No, è concessa solo l'azione di manutenzione. No, ma è concesso anche acquistarne la proprietà. Sì, nei rapporti tra privati. Sì, ma solo nei confronti della pubblica amministrazione. No, in alcun caso.
Se una obbligazione è indivisibile, ciascuno dei creditori può esigere l'esecuzione dell'intera prestazione? Sì, tuttavia l'erede del creditore che agisce per il soddisfacimento dell'intero credito deve dare cauzione a garanzia dei coeredi. No, salva diversa convenzione tra i creditori. Sì, e l'erede del creditore che agisce per il soddisfacimento dell'intero credito non deve dare cauzione a garanzia dei coeredi. No, secondo quanto dispone l'art. 1319 del codice civile. Il c.c. nulla dispone in merito, è quindi da intendersi che le parti possano disporre discrezionalmente.
L'azione di nullità del contratto presenta alcune caratteristiche significative, indicare quale affermazione in merito è corretta. L'azione per far dichiarare la nullità al pari dell'azione di annullabilità non è soggetta a prescrizione. L'inammissibilità della convalida dell'atto nullo, dettata come regola generale, può essere talvolta derogata, purché la legge disponga espressamente in senso contrario. Possono esperire l'azione di nullità solo entrambi i contraenti, in quanto non è ammissibile l'azione esperibile da terzi. L'azione per far dichiarare la nullità è soggetta a prescrizione breve. Le parti possono confermare o consolidare gli effetti del contratto nullo, rinunciando a far valere il vizio che lo affetta.
Ai sensi dell'art. 1414 del codice civile, quando le parti hanno voluto concludere un contratto diverso da quello apparente... Ha effetto tra esse il contratto dissimulato, purché ne sussistano i requisiti di sostanza e di forma. Ha effetto tra esse il contratto simulato, purché ne sussistano i requisiti di sostanza e di forma. Il contratto dissimulato non ha mai alcun effetto. Il contratto dissimulato ha effetto solo nel caso di atti unilaterali destinati a persona determinata. Il contratto è nullo.
Quando la violenza si manifesta attraverso il male minacciato che riguarda persone diverse dal contraente, dal suo coniuge, e dai suoi discendenti o ascendenti,... Il contratto non è annullabile. Il contratto è sempre annullabile. Il contratto è rescindibile. L'annullamento del contratto è rimesso alla prudente valutazione delle circostanze da parte del giudice. Il contratto è nullo.
Quale dei seguenti soggetti è posto dall'ordinamento giuridico sotto la protezione del tutore? Soggetto che per abuso abituale di stupefacenti espone sé o la propria famiglia a gravi danni economici. Soggetto che per prodigalità espone sé o la propria famiglia a gravi danni economici. Maggiore di età che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi. Sordomuto dalla nascita che non abbia avuto un'educazione sufficiente. Il condannato alla pena della reclusione ma solo qualora essa sia superiore a quindici anni.
L'ipoteca può essere concessa, a norma dell'art. 2821 del codice civile, anche mediante dichiarazione unilaterale? Sì, e la concessione deve farsi per atto pubblico o per scrittura privata, sotto pena di nullità. No, la concessione avviene per testamento. No, la concessione può avvenire solo mediante contratto. No, la dichiarazione unilaterale non può essere in alcun caso modalità di concessione d'ipoteca. Sì, la concessione può avvenire solo mediante dichiarazione unilaterale o testamento.
Il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi risponde anche dei fatti colposi di costoro? Sì, in ogni caso. No, risponde solo dei fatti dolosi. Sì, salva diversa volontà delle parti. No, salva diversa volontà delle parti. Solo se sussiste colpa grave.
Quando il diritto di superficie è costituito per un tempo determinato, allo scadere del termine... Il diritto di superficie si estingue e il concessionario (superficiario) diventa a tutti gli effetti proprietario della costruzione. Il diritto di superficie si estingue e il proprietario del suolo diventa usufruttuario della costruzione. Il diritto di superficie si estingue e il proprietario del suolo diventa proprietario della costruzione. Il diritto di superficie si estingue, ma il proprietario della costruzione ne conserva l'uso in ogni caso. Il diritto di superficie si estingue ma il proprietario del suolo non diventa proprietario della costruzione.
L'errore è essenziale e come tale causa di annullamento del contratto, tra l'altro,... Solo quando cade sull'identità dell'oggetto della prestazione. Quando cade su una qualità dell'oggetto della prestazione che, secondo il comune apprezzamento o in relazione alle circostanze, deve ritenersi determinante del consenso. Quando cade sulla forma del contratto. Quando si tratta di errore di diritto, ancorché non abbia costituito la ragione unica o principale del contratto. Quando cade sull'identità dell'altro contraente benché non determinante del consenso.
Il patrimonio del comitato... È costituito da quote versate da un gruppo di persone nel fondo comune. È essenzialmente costituito da fondi pubblicamente raccolti. È essenzialmente costituito dai fondi degli "organizzatori". È costituito dai fondi dell'autorità governativa. È costituito da beni materiali (diversi dal danaro) dati dai sottoscrittori.
Perché la violenza possa essere causa di annullamento del contratto... Deve essere necessariamente fisica. Deve essere di natura tale da impressionare una persona sensata e da farle temere di esporre sé o i suoi beni a un male ingiusto e notevole. Deve intervenire successivamente al negozio. Può essere di qualsiasi natura o forma, ed interessare qualsiasi persona. Si deve essere necessariamente protratta nel tempo.
Un figlio legittimo unico erede di defunto che in vita aveva costituito una fondazione, ancora non riconosciuta, può revocare l'atto costitutivo della fondazione? No. Sì, purché l'eredità venga accettata con beneficio d'inventario. Sì, in quanto unico erede legittimo. Sì, perché la fondazione non ha ancora acquisito la personalità giuridica. Solo nel caso di fondazioni di famiglia.
Dispone l'art. 2949 del c.c. che l'azione di responsabilità che spetta ai creditori sociali verso gli amministratori nei casi stabiliti dalla legge... Si prescrive in cinque anni. È imprescrittibile. Si prescrive in due anni. Si prescrive in dieci anni. Si prescrive in venti anni.
Ai sensi del codice civile, la tutela dei minori può essere deferita dal giudice tutelare a un ente di assistenza? Sì, può essere deferita la tutela dei minori che non hanno nel luogo del loro domicilio parenti conosciuti o capaci di esercitare l'ufficio di tutore. No, in alcun caso. Sì, la tutela può essere deferita ad un ente di assistenza nella regione dove il minore ha il domicilio. Sì, il codice civile non pone limitazioni al riguardo. Solo se il minorenne è privo di nonni e zii.
In merito alle disposizioni contenute all'art. 2808 del c.c. sull'ipoteca, è corretto affermare che essa... Attribuisce al creditore il diritto di espropriare, anche in confronto del terzo acquirente, i beni vincolati a garanzia del suo credito e di essere soddisfatto con preferenza sul prezzo ricavato dall'espropriazione. Può essere solo legale o volontaria. Può avere per oggetto solo i beni del debitore. Si può costituire anche mediante scrittura privata autenticata. Non attribuisce al creditore il diritto di espropriare i beni vincolati a garanzia del suo credito.
Quale requisito di forma è richiesto per la valida costituzione di un comitato non riconosciuto? La registrazione presso la competente Prefettura. Nessuno. La scrittura privata. La sottoscrizione da parte di almeno cinquecento persone. L'atto pubblico ovvero la scrittura privata.
Per le obbligazioni del comitato privo di riconoscimento... Rispondono i promotori che hanno elaborato il "programma". Risponde il comitato con il suo fondo. Rispondono i soli sottoscrittori delle oblazioni. Rispondono personalmente, in solido con il patrimonio dell'ente, anche tutti i componenti il comitato. Risponde solo il comitato con il suo patrimonio.
Un atto di fondazione "inter vivos"... È nullo. Può essere revocato dal fondatore fino a quando non sia intervenuta l'accettazione. Può essere revocato dal fondatore fino a quando non sia intervenuto il riconoscimento ovvero il fondatore non abbia fatto iniziare l'attività dell'opera da lui disposta. Non può mai essere revocato dal fondatore. Può essere revocato dal fondatore in ogni tempo.
Se non si possa desumere a favore di chi sia stato stabilito il termine fissato per l'adempimento dell'obbligazione, esso si presume... A favore del creditore per le obbligazioni pecuniarie, a favore del debitore per tutte le altre. A favore di entrambe le parti. A favore del creditore. A favore del soggetto indicato dal giudice. A favore del debitore.
L'obbligazione può essere solidale sia dal lato attivo sia dal lato passivo. C'è solidarietà attiva quando... Ogni debitore ha l'obbligo di eseguire la prestazione per l'intero. Il debitore deve eseguire tutte le prestazioni derivate dall'obbligazione, con liberazione solo al momento in cui le abbia adempiute tutte. L'obbligazione prevede due o più prestazioni diverse, ma il debitore si libera eseguendone solo una. Ciascuno dei creditori di un medesimo debitore può rivolgersi a questo ed esigere da lui l'intera prestazione, con la conseguenza che l'adempimento conseguito da uno dei creditori libera il debitore dall'obbligazione nei confronti di tutti i creditori. Ciascuno dei debitori del medesimo creditore può essere costretto da questo ad eseguire l'intera prestazione, con la conseguenza di liberare dall'obbligazione anche gli altri debitori.
Nella disciplina del codice civile relativa ai vizi del consenso è stabilito che quando il male minacciato riguarda la persona o i beni del coniuge del contraente o di un discendente o ascendente di lui, la violenza in tal modo configurata... Rende il contratto annullabile. Rende il contratto annullabile, solo se continuata. Rende il contratto nullo di diritto. Rende il contratto rescindibile. Rende il contratto annullabile, ma la decisione sull'annullamento è rimessa alla prudente valutazione delle circostanze da parte del giudice.
A norma di quanto dispone l'art. 1341 del codice civile, le condizioni contrattuali che sanciscono, a carico dell'altro contraente, tacita proroga o rinnovazione del contratto... Non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto. Hanno effetto anche se non sono specificamente approvate per iscritto. Non hanno effetto se non sono stipulate con specifico contratto, diverso da quello al quale si riferiscono. Hanno sempre effetto anche se non approvate separatamente per iscritto, purché non siano vessatorie. Sono applicabili ed efficaci solo nei contratti a prestazioni corrispettive.
A norma di quanto disposto dall'art. 23 del cod. civ. sull'annullamento e la sospensione delle deliberazioni delle associazioni riconosciute, l'annullamento della deliberazione della assemblea pregiudica i diritti dei terzi acquistati in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione medesima? Dispone il suddetto articolo che l'annullamento delle deliberazioni pregiudica anche i diritti acquisiti dai terzi di buona fede. No, in nessun caso. Dispone il suddetto articolo che l'annullamento delle deliberazioni non pregiudica i diritti acquisiti dai terzi di buona fede. No, se si tratta di diritti acquisiti prima dell'annullamento della delibera. Sì, in ogni caso.
I casi di risoluzione di diritto per inadempimento di un contratto sono espressamente regolati dal cod. civ. e sono: la diffida ad adempiere, la clausola risolutiva espressa e il termine essenziale. Il secondo caso... Consiste nell'intimazione, anche orale, della parte adempiente all'altra di adempiere entro il termine di legge di dieci giorni; decorso inutilmente il termine il contratto si intende risolto. Fissa il momento al di là del quale il creditore non ha più interesse ad ottenere l'esecuzione della prestazione. Consiste in una dichiarazione scritta attraverso la quale la parte adempiente intima alla parte inadempiente di eseguire la prestazione entro un congruo termine e contemporaneamente avverte la controparte che decorso inutilmente il termine il contratto si intende risolto. Consiste in una pattuizione con cui le parti prevedono che il contratto dovrà considerarsi automaticamente risolto se una o più obbligazioni determinate non siano adempiute o siano adempiute secondo modalità diverse da quelle pattuite. Consiste in una clausola con cui le parti, in deroga a quanto disciplinato in via generale dal cod. civ., stabiliscono che una parte di esse non può opporre eccezioni per evitare o ritardare la prestazione.
Il risarcimento del danno per l'inadempimento di un'obbligazione o il ritardo nell'adempimento della stessa deve comprendere, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta... Solo la perdita subita dal creditore. Solo gli interessi legali. Solo le spese più una quota forfetaria. Sia la perdita subita dal creditore sia il mancato guadagno. Solo il mancato guadagno del creditore.
A norma di quanto dispone l'art. 1231 del c.c. l'apposizione di un termine ad un'obbligazione precedentemente sorta produce novazione dell'obbligazione stessa? No, solo l'eliminazione del termine dell'obbligazione produce novazione. No, comporta compensazione oggettiva. Solo nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile. No, l'apposizione di un termine non produce novazione. Sì, sempre.
L'apposizione di un termine ad un'obbligazione precedentemente sorta produce novazione dell'obbligazione stessa? Solo nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile. No, comporta confusione. No, solo l'eliminazione del termine dell'obbligazione produce novazione. No, il rilascio di un documento o la sua rinnovazione, l'apposizione o l'eliminazione di un termine e ogni altra modificazione accessoria non producono novazione. Sì, sempre.
A norma dell'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di esonero di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È valido ma inefficace. È valido ed efficace. È inefficace per mancanza di legittimazione. È nullo. È annullabile.
Le tre figure che realizzano il mutamento nel lato passivo dell'obbligazione sono la delegazione, l'espromissione e l'accollo. In quale istituto il nuovo debitore si aggiunge al precedente e si ha un cumulo di debitori? Accollo liberatorio e delegazione semplice. Accollo liberatorio. Espromissione cumulativa. Delegazione liberatoria. Espromissione liberatoria.
Si prescrivono in tre anni, ai sensi dell'art. 2956 del codice civile... I diritti dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlative. Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie. I diritti degli ufficiali giudiziari, per il compenso degli atti compiuti nella loro qualità. I diritti dei commercianti per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio. Solo i diritti dei notai, per gli atti del loro ministero.
Secondo le norme contenute nel codice civile è valido un contratto la cui causa è contraria a norme imperative? No, è nullo. No, è irregolare. Sì, è valido a tutti gli effetti. No, è rescindibile. Sì, ma non è opponibile ai terzi.
Quando il terzo, senza intervento del debitore, ne assume verso il creditore il debito, pone in essere... Un'espromissione. Un'accollo. Una delegazione. Una fideiussione. Un comodato.
Se tre persone hanno prestato fideiussione per un medesimo debitore e a garanzia di un medesimo debito,... Ciascuna di esse è di norma obbligata per un terzo del debito, fino alla concorrenza massima della metà del debito. Ciascuna di esse è obbligata per l'intero debito salvo che sia stato pattuito il beneficio della divisione. Ciascuna di esse è di norma obbligata solo per un terzo del debito. Ciascuna di esse è di norma obbligata solo per un terzo del debito e non ha efficacia l'eventuale patto per il beneficio della divisione. Ciascuna di esse è obbligata solo per un terzo del debito, ma ne risponderà per l'intero in caso di insolvenza dell'altro fideiussore.
Se l'usufrutto comprende cose consumabili l'usufruttuario ha il diritto di servirsene ed al termine dell'usufrutto... Ha l'obbligo di pagarne il valore stimato o in mancanza di stima può pagare le cose secondo il valore che hanno al tempo in cui finisce l'usufrutto o restituirne altre in eguale qualità e quantità. Ha l'obbligo di pagare le cose consumabili secondo il valore che avevano al momento dell'acquisto dell'usufrutto. È tenuto a restituirle nello stato in cui si trovano. Non ha alcun obbligo, in quanto è implicito nell'usufrutto il diritto di usare e far propri i frutti della cosa oggetto del diritto. Ha l'obbligo di pagarne il valore stimato o in mancanza di stima deve necessariamente pagare le cose secondo il valore che hanno al tempo in cui finisce l'usufrutto.
In materia di convalida del contratto annullabile, l'art. 1444 del codice civile dispone che... Il contratto è convalidato se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione, anche se non conosceva il motivo di annullabilità. La convalida non ha effetto, se chi l'esegue non è in condizione di concludere validamente il contratto. In nessun caso il contratto annullabile può essere convalidato. Il contratto non è convalidabile se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione pur conoscendo il motivo di annullabilità. La convalida può essere attuata solo con un atto che contiene la sola dichiarazione che si intende convalidare il contratto.
Il contraente convenuto per l'esecuzione di un contratto rescindibile, può eccepire la rescissione quando la relativa azione sia prescritta? Sì, ma solo nel caso in cui il contratto sia stato stipulato nello stato di assoluta indigenza o incapacità patrimoniale. Solo se la parte convenuta si dichiari disposta ad adempiere alla minore prestazione che il giudice stabilirà. No, la rescindibilità non può essere opposta in via di eccezione quando l'azione sia prescritta. No, salvo che l'azione per l'esecuzione del contratto rescindibile sia stata iniziata entro l'anno successivo alla scadenza della prescrizione. Sì, se sono trascorsi meno di sei mesi dal compimento della prescrizione.
Ai sensi dell'art. 428 del c.c. è valido il contratto stipulato da persona che, sebbene non interdetta, si provi essere stata incapace di intendere o di volere al momento in cui lo ha stipulato? Si e l'annullabilità può essere pronunciata solo su istanza dell'incapace. No, il contratto è considerato inesistente. Si è valido a tutti gli effetti anche se risulta la mala fede dell'altro contraente. Sì, ma è annullabile se risulta la mala fede dell'altro contraente. No, l'atto è nullo di diritto.
Il proprietario di un fondo può impedire le immissioni di fumo o di calore derivanti dal fondo del vicino? Sì, in ogni caso. Solo se immessi con colpa in misura anche non superiore alla normale tollerabilità. Solo in considerazione del preuso. No, in alcun caso. Sì, se superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi.
Il contratto al quale è apposta una condizione illecita, in quanto contraria a norme imperative, all'ordine pubblico e al buon costume... È nullo. È valido se sottoscritto da entrambe le parti. È nullo solo se una delle parti non era capace di intendere e volere al momento della stipulazione. È annullabile. È inefficacia fino a quando la condizione illecita non viene rimossa.
In una obbligazione, l'apposizione di un termine comporta novazione? Solo se si tratta di termine iniziale. No, comporta confusione. No, l'eliminazione o l'apposizione di un termine, ed ogni altra modificazione accessoria non producono novazione. Sì, l'eliminazione o l'apposizione di un termine comportano novazione. Solo se si tratta di termine finale.
A norma di quanto dispone l'art. 1341 del c.c. le condizioni contrattuali che stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilità hanno effetto? No, non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto. Sì, hanno effetto anche se non sono specificamente approvate per iscritto. No, sono sempre prive di efficacia. Sì, sono efficaci in ogni caso. Solo nei contratti commutativi.
I diritti per i quali la legge stabilisce una prescrizione più breve di dieci anni, quando riguardo ad essi è intervenuta sentenza di condanna passata in giudicato,... Si prescrivono con il decorso di cinque anni. Si prescrivono con il decorso di tre anni. Si prescrivono con il decorso di dieci anni. Si tramutano in diritti imprescrittibili. Si prescrivono con il decorso di quindici anni.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni è corretta. L'obbligazione può essere definita come lo specifico dovere giuridico, in forza del quale un soggetto è tenuto ad una prestazione patrimoniale per soddisfare l'interesse di un altro soggetto. Le obbligazioni sono diritti assoluti, esperibili "erga omnes". Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res. Le obbligazioni godono di tutela assoluta contro chiunque contesti il suo diritto. Le obbligazioni, in quanto diritti assoluti, impongono ad un numero indeterminato di persone un generico dovere di astensione dal compimento di atti che possono turbare l'esercizio del diritto da parte del suo titolare.
Che effetto ha la clausola penale con cui si conviene che, in caso di inadempimento o di ritardo nell'adempimento, uno dei contraenti è tenuto ad una determinata prestazione? Limitare il risarcimento alla prestazione promessa, se non è stata convenuta la risarcibilità del danno ulteriore. Consentire in ogni caso il risarcimento di tutti i danni subiti. Nessuno, essendo tale clausola nulla. Limitare in ogni caso il risarcimento alla prestazione promessa. Limitare il risarcimento alla prestazione promessa, nel solo caso di prova del danno.
Se la prestazione del contratto sottoposto a termine è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima della scadenza del termine, il contratto... È valido. È comunque illecito. È nullo, salvo diversa pattuizione delle parti. È nullo. È annullabile.
Quando le parti pongono in essere un dato negozio, ma in realtà non vogliono alcun negozio (es. vendita simulata di beni per sottrarli ad una esecuzione forzata)... Si mette in essere un rapporto di rappresentanza indiretta. Il negozio è dissimulato. La simulazione è assoluta. La simulazione è relativa. Si parla di interposizione fittizia.
Dispone l'art. 2847 del c.c. che l'iscrizione dell'ipoteca su beni immobili conserva il suo effetto... Per cinque anni dalla sua data. Per quindici anni dalla sua data. Per trent'anni dalla sua data. Per dieci anni dalla sua data. Per venti anni dalla sua data.
Anche se la prescrizione e la decadenza sono istituti collegati al decorso del tempo, esse presentano rilevanti differenze. Indicare quale tra quelle proposte è corretta. La prescrizione può tutelare anche un interesse del privato, mentre la decadenza ha sempre un fondamento di ordine pubblico. Nella prescrizione si ha riguardo alle condizioni soggettive del titolare del diritto mentre nella decadenza si ha riguardo solo al fatto obiettivo del mancato esercizio del diritto. Nella prescrizione il tempo è considerato come "distanza", mentre nella decadenza è considerato come "durata". La prescrizione è sempre stabilita dalla volontà delle parti, mentre la decadenza ha la sua unica fonte nella legge, le cui norme sono inderogabili. La prescrizione può essere correlata anche a diritti potestativi, mentre la decadenza è sempre correlata ad un diritto soggettivo.
Il tribunale può dichiarare la morte presunta della persona assente... Quando sono trascorsi cinque anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente. Quando sono trascorsi quindici anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente. Quando sono trascorsi dieci anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente. Quando sono trascorsi sei anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente. Quando sono trascorsi tre anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente.
Rispetto ai beni appartenenti al pubblico demanio è concessa nei rapporti tra privati l'azione di manutenzione? Sì, in ogni caso. Sì, se trattasi di esercizio di facoltà le quali possono formare oggetto di concessione da parte della pubblica amministrazione. No, è concessa solo l'azione di spoglio. Sì, tranne nel caso di esercizio di facoltà le quali possono formare oggetto di concessione da parte della pubblica amministrazione. No, in nessun caso.
In materia di caparra confirmatoria, l'art. 1385 del codice civile stabilisce che... Se è inadempiente la parte che ha ricevuto la caparra, l'altra può chiedere l'applicazione del contratto ed esigere inoltre il doppio della caparra a titolo di risarcimento dei danni. Se al momento della conclusione del contratto una parte dà all'altra, a titolo di caparra, una somma di danaro, o una quantità di altre cose fungibili, la caparra, in caso di adempimento, deve essere restituita o imputata alla prestazione dovuta. Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra può recedere dal contratto, chiedendo il doppio della caparra. Se la parte che non è inadempiente chiede l'esecuzione è escluso il risarcimento del danno. Se è inadempiente la parte che ha ricevuto la caparra, l'altra può chiedere l'applicazione del contratto ed esigere inoltre il 50% della caparra a titolo di risarcimento dei danni.
L'inesistenza della precedente obbligazione... Rende la novazione nulla. Rende la novazione efficace ma risolubile. Rende la novazione annullabile. Rende la novazione efficace ma rescindibile. Non comporta conseguenze negative per l'obbligazione stessa.
I crediti dipendenti dal contratto di trasporto e quelli per le spese d'imposta anticipate dal vettore hanno privilegio sulle cose trasportate? No, anche se queste sono presso di lui. No, in nessun caso. Sì, finché queste rimangono presso di lui. Sì, in ogni caso. Sì, finché queste sono nella disponibilità del proprietario.
È possibile alienare la proprietà della costruzione già esistente separatamente della proprietà del suolo? No, la costruzione e il suolo devono essere alienati congiuntamente. Sì, ma il contratto deve prevedere, per la sua validità, l'alienazione del suolo entro cinque anni. Il codice civile nella sua parte dedicata alla "Superficie" nulla dispone in merito alla alienazione congiunta della costruzione e del suolo. È da intendersi quindi che lo spazio sovrastante il suolo o una costruzione non costituisce un bene giuridico suscettibile di autonomo diritto di proprietà. Sì, lo prevede espressamente l'art. 952 del codice civile. No, il proprietario del suolo non può costituire il diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo una costruzione a favore di altri.
Il contratto simulato... Produce effetti sia tra le parti che nei confronti di terzi. Non produce alcun effetto tra le parti. Produce sempre effetti se ha i requisiti di sostanza e di forma richiesti dalla legge. È equiparato quanto agli effetti a quello dissimulato. Produce effetti solo tra le parti, ma non nei confronti di terzi.
In pendenza di condizione, ai sensi dell'art. 1356 del codice civile, l'acquirente di un diritto... Può solo compiere atti conservativi se la condizione è risolutiva. Può compiere atti conservativi se la condizione è sospensiva. Non può compiere atti conservativi se la condizione è sospensiva. Può, in pendenza della condizione sospensiva, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi. Può in ogni caso chiedere la risoluzione del contratto.
Che efficacia ha la donazione che ha per oggetto una cosa che un terzo determinerà tra più cose indicate dal donante o entro i limiti di valore dal donante stesso stabiliti? È vietata dal c.c. È valida. È invalida. È inefficace. È nulla.
Tra i seguenti contratti quale non deve farsi, sotto pena di nullità, per atto pubblico o scrittura privata autenticata? Il contratto di mutuo. Il contratto di anticresi. Nessuna delle altre risposte è corretta. Per tutti i contratti indicati è richiesto l'atto pubblico a pena di nullità assoluta del contratto. Il contratto di affrancazione del fondo enfiteutico. Il contratto che trasferisce il diritto di superficie.
Ai sensi dell'art. 1464 del codice civile, quando la prestazione di una parte è divenuta solo parzialmente impossibile, quale diritto è accordato all'altra parte? Ha diritto a chiedere la risoluzione del contratto, oltre al risarcimento del danno. Ha diritto a chiedere la rescissione del contratto, oltre al risarcimento del danno. Ha diritto a una corrispondente riduzione della prestazione da essa dovuta, e può anche recedere dal contratto qualora non abbia un interesse apprezzabile all'adempimento parziale. Ha diritto ad una corrispondente riduzione della prestazione dovuta ed al risarcimento del danno. Ha diritto a chiedere l'adempimento totale o la risoluzione del contratto, salvo in ogni caso il risarcimento del danno.
Se il vicino vuole servirsi del muro esistente sul confine per innestarvi un capo del proprio muro... Non deve pagare alcuna indennità. Non ha l'obbligo di renderlo comune. Deve pagare un indennità pari al valore di tutto il muro. Ha l'obbligo di chiederne la comunione per tutta l'altezza o parte di essa. Ha comunque l'obbligo di rendere comune il muro.
Le tre figure che realizzano il mutamento nel lato passivo dell'obbligazione sono la delegazione, l'espromissione e l'accollo. In quale istituto il nuovo debitore, solo con il consenso del creditore, si sostituisce al precedente liberandolo dall'obbligazione? Delegazione semplice. Accollo liberatorio. Accollo cumulativo. Espromissione cumulativa. Delegazione cumulativa.
La parte contro la quale è domandata la risoluzione per eccessiva onerosità può evitarla? Sì, offrendo di modificare equamente le condizioni del contratto. No, può opporre all'altra parte solo eccezioni personali. No, il contratto risolubile non può essere convalidato. Sì, ma solo qualora sia in grado di dimostrare che la onerosità dipende da cause imputabili all'altra parte. No, anche offrendo di modificare le condizioni del contratto.
La facoltà di revoca, spettante a colui che ha costituito con atto tra vivi una fondazione, si trasmette agli eredi del fondatore? No, la preclusione è prevista espressamente dall'art. 15 del c.c. Sì, ma solo se non siano ancora intervenuti i controlli da parte della prefettura. Sì, sempre e in ogni tempo. Sì, salvo che la fondazione non abbia già acquisito la personalità giuridica. Solo nel caso di fondazioni non riconosciute.
Dispone l'art. 2673 del c.c. che il conservatore dei registri immobiliari deve rilasciare copia di una iscrizione... A chiunque ne faccia richiesta, previa autorizzazione di una delle parti dell'atto o dei suoi aventi causa. A chiunque ne faccia richiesta, previa autorizzazione del Garante dei dati personali. Solo ai pubblici ufficiali o agli incaricati di pubblico servizio. A chiunque ne faccia richiesta. Solo alla persona che ha domandato l'iscrizione o ad un suo delegato.
Ai sensi del codice civile, perché l'amministratore di un'associazione riconosciuta sia obbligato a convocare l'assemblea, la richiesta motivata di convocazione deve essere avanzata... Da almeno un decimo degli associati. Da almeno il 20% degli associati. Da non meno di tre associati. Da almeno un terzo degli associati. Da non meno di cinque associati.
Qualora la persona della quale fu dichiarata la morte presunta ritorni o ne sia accertata l'esistenza, l'eventuale nuovo matrimonio contratto dal coniuge... È annullabile. Può essere dichiarato nullo solo su richiesta del coniuge del presunto morto. Resta valido a tutti gli effetti. È nullo. Può essere dichiarato nullo a richiesta di uno dei due coniugi o del presunto morto.
Se in un contratto di mutuo sono convenuti interessi usurari... La clausola è nulla e non sono dovuti interessi. La clausola è nulla e gli interessi sono dovuti solo nella misura legale. La clausola è annullabile. La clausola è nulla e gli interessi sono dovuti in misura pari al doppio degli interessi legali. La clausola è valida se accettata espressamente.
In merito alle disposizioni contenute all'art. 2808 del c.c. sull'ipoteca, è corretto affermare che essa... Può avere per oggetto i beni del debitore o di un terzo. Si può costituire anche mediante scrittura privata autenticata. Può essere solo legale o volontaria. Può avere per oggetto solo i beni del debitore. Non attribuisce al creditore il diritto di espropriare i beni vincolati a garanzia del suo credito.
Anche se la prescrizione e la decadenza sono istituti collegati al decorso del tempo, esse presentano rilevanti differenze. Indicare quale tra quelle proposte è corretta. La prescrizione è sempre stabilita dalla volontà delle parti, mentre la decadenza ha la sua unica fonte nella legge, le cui norme sono inderogabili. La prescrizione impedisce l'acquisto di un nuovo diritto e cioè comporta la perdita della possibilità dell'acquisto di un diritto, mentre la decadenza comporta la perdita di un diritto che era già nella sfera del soggetto. La prescrizione ha la sua unica fonte nella legge, le cui norme sono inderogabili, mentre la decadenza può anche essere stabilita dalla volontà delle parti. La prescrizione può tutelare anche un interesse del privato, mentre la decadenza ha sempre un fondamento di ordine pubblico. Nella prescrizione si ha riguardo solo al fatto obiettivo del mancato esercizio del diritto mentre nella decadenza si ha riguardo alle condizioni soggettive del titolare del diritto.
È soggetta alla trascrizione una transazione che ha per oggetto una controversia relativa alla proprietà di un autoveicolo? Sì, ma solo a seguito di sentenza. Sì, ma solo se si tratta di atti tra vivi di rinuncia a diritti. Sì. No, nessuna transazione è soggetta a prescrizione. No, in alcun caso.
Quali sono i caratteri della c.d. rappresentanza indiretta? La mancata spendita del nome altrui e il realizzarsi degli effetti del negozio nella sfera giuridica del rappresentante nonché la limitazione della capacità giuridica. La spendita del nome altrui e il realizzarsi degli effetti del negozio nella sfera giuridica del rappresentante. La mancata spendita del nome altrui e il realizzarsi degli effetti del negozio nella sfera giuridica del rappresentante che ha agito nell'interesse altrui. La spendita del nome altrui e il verificarsi degli effetti del negozio direttamente ed unicamente nella sfera giuridica del rappresentato. La mancata spendita del nome altrui e il realizzarsi degli effetti del negozio nella sfera giuridica del rappresentato.
In una obbligazione possono esserci più creditori di un medesimo debitore o più debitori di un medesimo creditore. Quando vi siano più debitori,... La solidarietà è la regola, la parziarietà è l'eccezione. La parziarietà è la regola e non è mai ammessa la solidarietà. La parziarietà è la regola, la solidarietà è l'eccezione. La solidarietà è la regola e non è mai ammessa la parziarietà. La solidarietà deve essere pattuita, altrimenti l'obbligazione è nulla.
Che diritto hanno sul patrimonio dell'associazione riconosciuta gli associati che comunque abbiano cessato di appartenervi? Hanno diritto sul patrimonio dell'associazione ad eccezione del caso in cui la perdita di qualità di socio sia automatica a seguito di statuizione. Non hanno alcun diritto sul patrimonio dell'associazione. Hanno sempre diritto alla ripetizione dei contributi versati. Hanno diritto alla ripetizione dei contributi versati solo nel caso di esclusione dall'associazione. Dispone in merito il cod.civ. che per i successivi due anni agli associati che abbiano cessato di appartenervi sono riconosciuti comunque tutti i diritti sul patrimonio.
Le servitù prediali, ai sensi dell'art. 1031 del Codice civile,... Possono essere costituite solo coattivamente o volontariamente. Non possono essere costituite per destinazione del padre di famiglia. Non possono essere costituite per usucapione. Possono essere costituite anche coattivamente o volontariamente. Possono essere costituite solo per usucapione.
Dispone l'art. 1451 del cod. civile in merito alla convalida del contratto rescindibile che... Il contratto rescindibile non può essere, di norma, convalidato, salvo nel caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica. Il contratto rescindibile non può essere convalidato. Il contratto rescindibile può essere convalidato, salvo patto contrario. Il contratto rescindibile può essere convalidato solo se non è stato concluso in stato di pericolo. Il contratto rescindibile può essere, di norma, convalidato.
Il notaio che ha ricevuto o autenticato l'atto soggetto a trascrizione nei registri immobiliari, ha l'obbligo di curare che questa venga eseguita... Nel più breve tempo possibile. Entro sei mesi dal ricevimento o dall'autenticazione dell'atto. Entro venti giorni dal ricevimento o dall'autenticazione dell'atto. Entro sessanta giorni dal ricevimento o dall'autenticazione dell'atto. Entro quindici giorni dal ricevimento o dall'autenticazione dell'atto.
La legge riconosce il vincolo di parentela oltre il sesto grado? No, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il terzo grado. No, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il sesto grado. No, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il secondo grado. No, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il primo grado. Sì, la legge riconosce il vincolo di parentela entro il decimo grado.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni è corretta. Le obbligazioni sono diritti assoluti, esperibili "erga omnes". Le obbligazioni, in quanto diritti assoluti, impongono ad un numero indeterminato di persone un generico dovere di astensione dal compimento di atti che possono turbare l'esercizio del diritto da parte del suo titolare. Le obbligazioni in quanto diritti relativi, impongono uno specifico dovere di collaborazione in capo ad un soggetto determinato. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res. Le obbligazioni godono di tutela assoluta, poiché l'azione può essere esperita non solo verso l'obbligato, ma anche verso terzi che turbano il godimento del titolare del diritto.
Quale diritto accorda il codice civile al permutante che ha sofferto l'evizione della cosa? Può domandare solo la restituzione della cosa, salvo il diritto al risarcimento del danno. Riavere la cosa data oppure, a sua scelta, il valore della cosa evitta, escluso in ogni caso il risarcimento del danno. Può domandare solo il valore della cosa evitta. Riavere la cosa data oppure, a sua scelta, il valore della cosa evitta, secondo le norme stabilite per la vendita, salvo in ogni caso il risarcimento del danno. Il solo diritto al risarcimento del danno.
Secondo quanto dispone il c.c., quale responsabilità assumono verso l'ente gli amministratori delle associazioni riconosciute? Sono responsabili secondo le norme dell'associazione in partecipazione. Sono responsabili secondo le norme del contratto di lavoro autonomo. Sono responsabili secondo le norme del contratto d'opera. Sono responsabili secondo le norme del contratto di lavoro subordinato. Sono responsabili secondo le norme del mandato.
In mancanza di diversa convenzione, i rapporti patrimoniali tra i coniugi, sono disciplinati dalla comunione legale. Quale dei beni non cadono in comunione? I frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione. I beni acquistati dal coniuge prima del matrimonio. Tutti gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio. Le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio. I beni acquistati con il prezzo del trasferimento dei beni personali anche se ciò non sia espressamente dichiarato nell'atto dell'acquisto.
Un soggetto, residente a Genova, acquista un immobile sito nel comune di Torino da un soggetto residente a Milano. L'atto è ricevuto da un notaio di Roma. Presso quale Ufficio dei registri immobiliari deve essere trascritto l'atto? Presso l 'ufficio di Roma. Indifferentemente presso l'ufficio di Torino o quello di Genova. Indifferentemente presso l'ufficio di Roma o di Genova. Presso l'ufficio di Torino. Presso l 'ufficio di Genova.
L'azione di nullità del contratto presenta alcune caratteristiche significative, indicare quale affermazione in merito è corretta. L'azione per far dichiarare la nullità non è soggetta a prescrizione. L'azione di nullità è un'azione costitutiva, in quanto la sentenza che abbia ad accogliere la domanda modifica anche la situazione giuridica preesistente, non limitandosi ad accertare la sola nullità del negozio. Le parti possono consolidare gli effetti del contratto nullo, rinunciando a far valere il vizio che lo affetta. L'ammissibilità della convalida dell'atto nullo, dettata come regola generale, può essere talvolta derogata, purché la legge disponga espressamente in tal senso. Le parti possono confermare gli effetti del contratto nullo, con atto a parte stipulato nella stessa forma prevista per il contratto.
Si ha espromissione... Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro; il creditore può aderire alla convenzione, rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore. Se il debitore assegna al creditore un nuovo debitore, il quale si obbliga verso il creditore; il debitore originario non è liberato dalla sua obbligazione, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo. Quando il terzo che, senza delegazione del debitore, ne assume verso il creditore il debito, è obbligato in solido col debitore originario, se il creditore non dichiara espressamente di liberare quest'ultimo. Quando un soggetto, delegante, ordina ad un altro, delegato, di assumere un debito o di effettuare un pagamento verso un suo creditore, delegatario. Quando il nuovo debitore si aggiunge a quello originario.
Le clausole, i prezzi di beni o servizi imposti dalla legge... Sono inseriti nel contratto, anche successivamente alla stipula, solo se espressamente richiesto da una parte. Sono inseriti di diritto nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti. Sono inseriti nel contratto, solo se non in contrasto con le clausole inserite dalle parti. Sono inseriti di diritto nel contratto, anche in sostituzione delle clausole difformi apposte dalle parti, salvo diverso accordo. Si considerano non inserite nel contratto se non sono accettate dalle parti.
Nel lasso di tempo fra la stipula dell'atto costitutivo e l'iscrizione nel registro delle persone giuridiche, l'associazione è già esistente? Sì, e opera come associazione riconosciuta. Sì, e può operare come associazione non riconosciuta. No. Sì, ma non può operare. Sì, e in tale lasso di tempo, è soggetta alle norme previste per i comitati riconosciuti.
Colui al quale sono alienati beni mobili da parte di chi non ne è proprietario... Ne acquista la proprietà mediante il possesso attraverso la buona fede e senza che sussista necessariamente un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. Ne acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. Non ne acquista la proprietà, anche se sia in buona fede al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. Ne acquista la proprietà mediante il possesso, anche se in mala fede al momento della consegna purché sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. Ne acquista la proprietà mediante il possesso, essendo a riguardo sufficiente che sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà.
L'enfiteuta ha l'obbligo di pagare un canone periodico, che può consistere... Tra l'altro, in una somma di danaro. Solo in una quantità fissa di prodotti naturali riducibile per insolita sterilità del fondo. Tra l'altro in una quantità variabile di prodotti naturali. Solo in una quantità fissa di prodotti naturali. Solo in una somma in denaro.
Perché un'associazione possa acquistare personalità giuridica, il relativo atto costitutivo... Può essere redatto nella forma della scrittura privata autenticata, con obbligo dell'atto pubblico nel caso in cui derivi da disposizione testamentaria. Può essere redatto nella forma ritenuta più idonea, salvo gli obblighi derivanti dal conferimento di immobili. Può essere redatto in qualsiasi forma. Deve essere redatto nella forma dell'atto pubblico. Può essere redatto nella forma della scrittura privata autenticata, con obbligo dell'atto pubblico solo nel caso di conferimento di immobili.
La rinnovazione di un documento produce novazione oggettiva dell'obbligazione? Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto un comportamento negativo (non fare). No, il rilascio di un documento, o la sua rinnovazione ed ogni altra modificazione accessoria dell'obbligazione non producono novazione. No, comporta remissione del debito. Sì, salvo che l'obbligazione abbia ad oggetto un comportamento di contenuto positivo (dare o fare). Sì, il rilascio di un documento, o la sua rinnovazione ed ogni altra modificazione accessoria producono novazione oggettiva.
È valido, secondo la disciplina dell'art. 1490 c.c., il patto con cui si esclude o si limita nel contratto di vendita la garanzia per i vizi della cosa venduta? È valido il solo patto con cui si limita la garanzia, che in ogni caso non ha effetto se il venditore, anche colposamente, ha taciuto al compratore i vizi della cosa. Sì, salvo che il venditore abbia taciuto in mala fede al compratore i vizi della cosa. Sì, sempre. No, in alcun caso. Il cod. civ. prevede la limitazione ma non l'esclusione.
Le modificazioni accessorie dell'obbligazione producono novazione dell'obbligazione stessa? Sì, sempre. Sì, comprese le modificazioni accessorie del soggetto. Sì, salvo che nelle obbligazioni aventi ad oggetto una somma di danaro o altra cosa fungibile. No, il rilascio di un documento o la sua rinnovazione, l'apposizione o l'eliminazione di un termine e ogni altra modificazione accessoria non producono novazione. No, solo l'apposizione o l'eliminazione di un termine producono novazione.
A norma dell'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto degli ausiliari del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È valido ad esclusione della tutela delle condizioni di lavoro. È annullabile. È nullo. È nullo perché in caso di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico la responsabilità non può essere limitata ma solo esonerata. È irregolare.
In caso di costituzione di enfiteusi a chi spettano i frutti? Al concedente e all'enfiteuta in parti uguali. Al concedente che li può concedere all'enfiteuta dietro pagamento di un'indennità. Sempre all'enfiteuta. Sempre al concedente. All'enfiteuta solo se prova di aver migliorato il fondo, altrimenti al concedente.
Ai sensi del codice civile, il contratto preliminare... Vincola sempre solo una parte. Può essere fatto anche in una forma diversa da quella prevista dalla legge per il contratto definitivo. È nullo se non è fatto nella stessa forma che la legge prescrive per il contratto definitivo. È annullabile se non è fatto nella stessa forma prescritta per il contratto definitivo. È rescindibile su domanda di uno dei contraenti se la forma in cui è stato stipulato non è quella prescritta dalla legge per il contratto definitivo.
Quando l'annullabilità del contratto dipende da incapacità del contraente perché interdetto, l'azione di annullamento... Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è cessato lo stato di interdizione. Si prescrive in tre anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. È imprescrittibile. Si prescrive in dieci anni dal giorno in cui è cessato lo stato di interdizione.
La pubblicità-notizia assolve semplicemente alla funzione di rendere conoscibile un atto del quale il legislatore ritiene opportuno dare notizia. Costituisce esempio di pubblicità-notizia... La registrazione di vendita di una autovettura. Iscrizione nei registri mobiliari ipotecari. L'acquisto della personalità giuridica delle società per azioni. La trascrizione immobiliare. La pubblicazione matrimoniale, che serve a rendere noto l'imminente matrimonio, al fine di consentire a chi sia a ciò legittimato di proporre eventuale opposizione, facendo valere eventuali ragioni ostative alla celebrazione.
Ai sensi dell'art. 1414 del codice civile, il contratto simulato... Produce effetti tra le parti nel caso di atti unilaterali destinati a una persona determinata, che siano simulati per accordo tra il dichiarante e il destinatario. Produce effetti solo tra le parti, ma non nei confronti di terzi. Produce effetti sia tra le parti che nei confronti di terzi. Non produce effetti tra le parti, ma produce effetti nei confronti di terzi. Non produce effetti tra le parti.
In materia di caparra confirmatoria, l'art. 1385 del codice civile stabilisce che... Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra può recedere dal contratto, chiedendo il doppio della caparra. Se è inadempiente la parte che ha ricevuto la caparra, l'altra può chiedere l'applicazione del contratto ed esigere inoltre il doppio della caparra a titolo di risarcimento dei danni. Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l'altra può recedere dal contratto, ritenendo la caparra. Se la parte che non è inadempiente chiede la risoluzione del contratto è escluso il risarcimento del danno. Se è inadempiente la parte che ha ricevuto la caparra, l'altra può chiedere l'applicazione del contratto ed esigere inoltre il 50% della caparra a titolo di risarcimento dei danni.
Il terzo che, senza delegazione del debitore, ne assume il debito verso il creditore, libera il debitore originario dell'obbligazione? No, salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo. No, salvo esista nel contratto espressa previsione in merito. Sì, sempre. No, mai. Sì, salvo che il creditore dichiari espressamente di non liberarlo.
Quando le parti, con i loro accordi interni, si limitano ad escludere la rilevanza, nei loro rapporti, del contratto apparentemente stipulato, cosicché la situazione giuridica preesistente rimane, in realtà, immutata... Si mette in essere un rapporto di rappresentanza diretta. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza indiretta. Si mette in essere un rapporto di procura assoluta. La simulazione è relativa. La simulazione è assoluta.
Come sono regolati l'ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute come persone giuridiche? Sono regolati dalle stesse norme che disciplinano le associazioni riconosciute. Sono regolati come quelli delle associazioni testamentarie. Sono regolati dagli accordi degli associati. Sono regolati dagli usi e dalle consuetudini. Sono regolati dal Libro V, Titolo V, Capo I e II del c.c.
Se si tratta di eredità giacente possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni ereditari? Solo in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte del debitore. No, possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni solo se l'eredità è accettata con il beneficio d'inventario. Sì, salvo che si tratti di beni immobili. Sì, sempre. No, in alcun caso.
Il diritto alla separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede deve essere esercitato... Entro il termine di nove mesi dalla iscrizione nel registro delle successioni dell'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario. Entro il termine di sei mesi dall'apertura della successione. Entro il termine di dodici mesi dall'apertura della successione. Entro il termine di tre mesi dall'apertura della successione. Entro il termine di tre mesi dall'accettazione dell'eredità.
Ai sensi di quanto dispone l'art. 2792 del c.c. il creditore pignoratizio può usare della cosa costituita in pegno? Sì sempre, purché imputi l'utile ricavato prima alle spese e agli interessi e poi al capitale. No, il creditore non può, senza il consenso del costituente, usare della cosa, salvo che l'uso sia necessario per la conservazione di essa. Sì, purché ne rispetti la destinazione economica. No, in alcun caso. Sì, purché corrisponda un equo compenso al costituente.
L'art. 2955 del c.c. prevede la prescrizione di un anno per... Solo il diritto di coloro che tengono convitto o casa di educazione e d'istruzione, per il prezzo della pensione e dell'istruzione. Il diritto degli ufficiali giudiziari, per il compenso degli atti compiuti nella loro qualità. Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie. I diritti dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlative. I diritti per l'azione di rivendicazione della proprietà.
Il contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli può essere ratificato dall'interessato? No, salvo che si tratti di contratto per il quale sussiste l'obbligo della forma scritta a pena di nullità. Sì, e la ratifica ha effetto ex nunc. No, in nessun caso. Sì, con l'osservanza delle forme prescritte per la conclusione di esso. No, salvo i casi espressamente previsti.
Nella vendita di cose da trasportare da un luogo a un altro, ai sensi dell'art. 1511 c.c., il termine per la denunzia dei vizi e dei difetti di qualità apparenti decorre... Trascorsi due giorni dal ricevimento delle cose. Dal giorno della consegna delle cose al trasportatore. Trascorsi otto giorni dal ricevimento delle cose. Dal giorno del ricevimento delle cose. Dal giorno successivo a quello della consegna delle cose al trasportatore.
A norma dell'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È valido ad esclusione delle cose pericolose per la salute. È nullo perché in caso di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico la responsabilità non può essere limitata ma solo esonerata. È nullo. È irregolare. È annullabile.
Ai sensi dell'art. 956 del Codice civile,... Non può essere costituita o trasferita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo. Non può essere costituita o trasferita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo, a meno che non si tratti di piantagioni ultraventennali. Può essere trasferita ma non costituita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo. Può essere costituita, ma non trasferita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo. Può essere costituita o trasferita la proprietà delle piantagioni separatamente dalla proprietà del suolo.
Oltre che per le cause previste nell'atto costitutivo e nello statuto, l'associazione riconosciuta si estingue anche... Quando vengono a mancare i fondatori. Quando viene sciolto il collegio dei revisori. Quando lo scopo è divenuto impossibile. Quando i soci diventano meno di cinque. Quando il numero di soci è inferiore al 50% di quelli esistenti nel momento dell'atto costitutivo.
La decadenza legale... Può essere stabilita solo nell'interesse generale. Può essere prevista solo dalla legge o da un provvedimento giurisdizionale. Può essere stabilita solo nell'interesse individuale di una delle parti. È sempre istituto eccezionale, perché deroga al principio secondo cui l'esercizio dei diritti soggettivi non è sottoposto a limiti di tempo. È prevista solo dalla legge e non anche da un provvedimento amministrativo.
Ai sensi del c.c., le fondazioni... Non possono essere disposte con testamento. Possono essere disposte anche con testamento. Possono essere costituite con scrittura privata. Possono essere costituite solo con scrittura privata autenticata. Possono essere disposte solo con atti tra vivi.
Ai sensi del codice civile, la nullità di singole clausole del contratto... Comporta l'inefficacia del contratto fino a quando non siano ripristinate le condizioni previste dal cod.civ. Importa la nullità del contratto, salvo diverso accordo delle parti. Importa annullabilità del contratto. Importa la nullità dell'intero contratto, se risulta che i contraenti non lo avrebbero concluso senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità. Importa in ogni caso la nullità del contratto.
Quale dei seguenti soggetti è suscettibile di interdizione? Il soggetto maggiore di età che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi. Il soggetto che per prodigalità espone sé o la propria famiglia a gravi danni economici. Il cieco che dalla nascita abbia avuto un'educazione sufficiente e che sia capace di provvedere ai propri interessi. Il soggetto che sia incapace di provvedere ai propri interessi a causa di infermità parziale e temporanea. Il sordomuto dalla nascita o dalla prima infanzia, se non ha ricevuto un'educazione sufficiente.
Indicare in quale dei seguenti casi la novazione oggettiva è senza effetto. Se l'obbligazione originaria aveva ad oggetto un comportamento di contenuto positivo e la nuova obbligazione un comportamento negativo. Quando viene sostituito l'oggetto. Se l'obbligazione originaria era un'obbligazione alternativa. Se non esisteva l'obbligazione originaria. Se l'obbligazione originaria aveva ad oggetto un comportamento di contenuto negativo e la nuova obbligazione un comportamento positivo.
Il debitore in solido che ha pagato l'intero debito può esercitare l'azione di regresso nei confronti degli altri condebitori? Sì, salvo che uno dei condebitori sia insolvente, nel qual caso la perdita rimane a carico del debitore che pagato l'intero debito. Sì, per la parte spettante a ciascuno di essi. No, l'azione di regresso è ammessa solo per le obbligazioni indivisibili. No, salvo che l'obbligazione sia stata assunta nell'interesse esclusivo degli altri condebitori. No, lo esclude espressamente l'art. 1299 del codice civile.
L'accollo esterno, al pari della delegazione e dell'espromissione, può essere cumulativo? No, può essere solo privato. No, può essere solo novativo. Sì, può essere cumulativo o liberatorio. No, può essere solo liberatorio. Sì, può essere solo cumulativo.
Ai sensi dell'art. 2671 del codice civile, entro quale termine il notaio che ha ricevuto l'atto ha l'obbligo di trascriverlo? Nel più breve tempo possibile. Entro sessanta giorni. Nel più breve tempo possibile e comunque entro 48 ore. Entro cinquanta giorni. Entro dieci giorni.
Una associazione che intende chiedere il riconoscimento, deve necessariamente indicare nell'atto costitutivo e nello statuto le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione? No, le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione sono stabilite dagli amministratori. No, le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione sono atti interni. Sì, lo prevede espressamente l'art. 16 del cod. civ. No, le norme sull'ordinamento e sull'amministrazione sono stabilite dalla prima assemblea. No, salvo che siano contenute nel regolamento interno.
Il pagamento fatto a persona diversa dal creditore libera il debitore,... Se fatto al creditore apparente, ancorché in mala fede. Tra l'altro, se fatto al rappresentante del creditore. Solo se fatto a persona indicata dal creditore. Esclusivamente e tassativamente nel caso in cui sia ratificato dal creditore. Solo se fatto a persona autorizzata dal giudice a riceverlo.
A norma del disposto di cui all'art. 2643 del c.c. i contratti di società e di associazione, con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, devono essere resi pubblici con il mezzo della trascrizione nei pubblici registri immobiliari? No, in alcun caso. Dipende dall'oggetto sociale della società o dalla finalità perseguita dall'associazione. Sì, l'obbligo sussiste sempre. Sì, quando la durata della società o dell'associazione eccede i cinque anni o è indeterminata. Sì, quando la durata della società o dell'associazione eccede i nove anni o è indeterminata.
Quantunque il termine sia stabilito a favore del debitore, il creditore può esigere immediatamente la prestazione... Tra l'altro, se il debitore non ha dato le garanzie che aveva promesse. Solo se il debitore è divenuto insolvente. Solo se l'obbligazione è parziaria. Solo dopo l'avvio delle procedure fallimentari a carico del debitore. Anche nel caso siano diminuite, anche per fatto non del debitore, le garanzie date dallo stesso.
Quale responsabilità assume il debitore relativamente ai fatti dolosi o colposi dei terzi di cui si sia avvalso nell'adempimento dell'obbligazione? Responsabile è sempre il debitore e non sono ammessi patti contrari. Il debitore è responsabile, salvo diversa volontà delle parti. Il debitore è responsabile solo per i fatti colposi. Nessuna. Di tali fatti rispondono i terzi. Il debitore è responsabile dei soli fatti dolosi.
Anche se la prescrizione e la decadenza sono istituti collegati al decorso del tempo, esse presentano rilevanti differenze. Indicare quale tra quelle proposte è corretta. La prescrizione è sempre stabilita dalla volontà delle parti, mentre la decadenza ha la sua unica fonte nella legge, le cui norme sono inderogabili. La prescrizione può essere correlata anche a diritti potestativi, mentre la decadenza è sempre correlata ad un diritto soggettivo. Nella prescrizione l'effetto preclusivo è previsto anche se al soggetto non può addebitarsi un contegno negligente, mentre nella decadenza vi è un'intenzione sanzionatoria da parte dell'ordinamento a carico dei negligenti. Nella prescrizione il tempo è considerato come "durata", mentre nella decadenza il tempo è considerato come "distanza". Nella prescrizione si ha riguardo solo al fatto obiettivo del mancato esercizio del diritto mentre nella decadenza si ha riguardo alle condizioni soggettive del titolare del diritto.
Quale effetto produce l'impossibilità dell'oggetto di un contratto non soggetto a termine o condizione? L'annullabilità, salvo patto contrario delle parti. L'inefficacia del contratto fino a quando non siano ripristinate le condizioni previste dal cod.civ. La nullità, in ogni caso. La nullità, salvo diversa disposizione di legge. L'annullabilità, salvo diversa disposizione di legge.
Il codice civile consente a chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona di dichiarare, nel momento in cui paga, quale debito intende soddisfare? Sì, in ogni caso. Sì, ma solo nel caso di richiesta del creditore. Solo nel caso in cui i debiti scaduti siano più di tre. No, in nessun caso. Sì, con il consenso del creditore.
Il contratto preliminare... È nullo se non è fatto nella stessa forma che la legge prescrive per il contratto definitivo. È una promessa non vincolante ai fini giuridici. Può essere sempre stipulato in forma libera. Non può mai vincolare una sola parte. Può essere fatto anche in una forma diversa da quella prevista dalla legge per il contratto definitivo.
È ammessa la costituzione a titolo gratuito di servitù di passaggio di acqua fra due fondi appartenenti in proprietà esclusiva allo stesso proprietario? Sì, solo se i fondi non confinano tra loro. No, tranne nel caso di fondi edificabili. Sì. Sì, eccezion fatta per i fondi tra loro confinanti. No.
Il contratto concluso a condizioni inique per la necessità nota alla controparte di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona... Può essere rescisso. È annullabile. È illecito. È nullo di diritto. È passibile di risoluzione a norma dell'art. 1453 c.c.
A norma di quanto dispone l'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto che limita preventivamente la responsabilità del debitore per colpa grave? È nullo. È annullabile. È valido ma può essere annullato. È nullo ma può essere convalidato. È inefficace per mancanza di legittimazione.
Ai sensi del disposto di cui all'art. 1193 del c.c. nel caso in cui un soggetto abbia più debiti della medesima specie verso la stessa persona e non indichi quando paga quale debito intende soddisfare, il pagamento deve essere imputato... In modo proporzionale ai vari debiti. Al debito scaduto. In ogni caso al debito meno garantito. Al debito più oneroso per il debitore. Al debito meno oneroso per il debitore.
Ai sensi dell'art. 1199 del c.c. il rilascio di una quietanza per il capitale fa presumere che siano stati pagati anche gli interessi? Sì. No, fa presumere che siano state pagate le spese. Sì, per quietanze fino a euro 100,00. No. Sì, per quietanze fino a euro 50,00.
Nel contratto di appalto, se il committente riceve senza riserve la consegna dell'opera, quest'ultima si considera accettata? Sì, ancorché non si sia proceduto alla verifica. Sì, solo se si è proceduto alla verifica. No, mai. No, salvo patto contrario. Solo nel caso di contratto di modico valore.
Chi può promuovere l'interdizione del minore che si trova sotto la potestà dei genitori? I parenti entro il secondo grado o gli affini di primo grado. Solo i genitori. Solo i genitori o il pubblico ministero. I parenti entro il quarto grado o gli affini entro il secondo grado. Solo il giudice tutelare.
Il proprietario può imporre servitù sul fondo senza il consenso dell'usufruttuario... Solo nel caso in cui l'usufruttuario dia il consenso. Ma deve in ogni caso notificargli l'avvenuta costituzione della servitù. In ogni caso. Purché apportino miglioramenti al fondo. Purché non pregiudichino il diritto di usufrutto.
Se la prestazione del contratto sottoposto a condizione sospensiva è inizialmente impossibile, ma diviene possibile prima dell'avveramento della condizione stessa, il contratto... È annullabile. È valido. È nullo, salvo diverso accordo delle parti. È nullo. È illecito.
Nell'obbligazione, quando il creditore è in mora... È tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora. Le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta sono a carico del debitore. Resta comunque a carico del debitore l'onere dell'impossibilità della prestazione sopravvenuta per causa a lui non imputabile. È a suo carico l'impossibilità della prestazione sopravvenuta per causa non imputabile al debitore. Non è tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora, ma sostiene le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta. Il rischio dell'impossibilità della prestazione, verificatosi successivamente alla mora, è suddiviso in parti uguali tra creditore e debitore.
La rinunzia da parte del creditore alle garanzie dell'obbligazione prestate da terzi fa presumere la remissione del debito? Sì, la rinuncia alle garanzie fa sempre presumere la remissione. No, la rinuncia alle garanzie non fa presumere la remissione. Sì, perché le garanzie sono prestate da terzi. Sì, se i terzi non dichiarino espressamente di non volerne approfittare. Dipende da che tipo di garanzie si tratta.
Dove sono registrate le associazioni operanti nelle materie attribuite alla competenza delle Regioni? Nel pubblico registro istituito presso le amministrazioni comunali. Nel pubblico registro delle persone giuridiche istituito in ogni Regione. Nel pubblico registro delle persone giuridiche istituito in ogni Prefettura. Nel pubblico registro delle persone giuridiche istituito presso le C.C.I.A.A. Nel registro delle società tenuto presso ogni Regione.
Indicare quale affermazione sui caratteri generali delle obbligazioni è corretta. Le obbligazioni godono di tutela assoluta, poiché l'azione può essere esperita non solo verso l'obbligato, ma anche verso terzi che turbano il godimento del titolare del diritto. Il fondamento dell'obbligazione è l'esigenza di assicurare il soddisfacimento di un interesse giuridicamente rilevante, che non può essere realizzato autonomamente ma necessita della collaborazione di un altro soggetto. Le obbligazioni, in quanto diritti assoluti, impongono ad un numero indeterminato di persone un generico dovere di astensione dal compimento di atti che possono turbare l'esercizio del diritto da parte del suo titolare. Nelle obbligazioni si ha un rapporto immediato tra il titolare del diritto e la res. Le obbligazioni sono diritti assoluti, esperibili "erga omnes".
Anche se spesso la procura accede ad un mandato è necessario distinguerli in quanto... La procura è un negozio indiretto mentre il mandato è un negozio fiduciario. La procura è un negozio unilaterale, costitutivo di poteri per il rappresentante, mentre il mandato è un contratto costitutivo di diritti e di obblighi per le parti e destinato a regolare i rapporti interni tra rappresentante e rappresentato. La procura non può essere connessa ad un negozio diverso dal mandato. Il mandato non può mai essere stipulato senza l'attribuzione del potere di rappresentanza. La procura richiede sempre la forma scritta ad probationem.
Ai sensi del c.c., è trasmissibile la qualità di associato di un'associazione riconosciuta? Solo previo parere favorevole del Collegio sindacale. No, è trasmissibile solo in caso di fondazioni e comitati. Sì, sempre. No, salvo che la trasmissione sia consentita dall'atto costitutivo o dallo statuto. No, in alcun caso.
Ai sensi dell'art. 372 del codice civile, i capitali del minore devono, previa autorizzazione del giudice tutelare, essere investiti dal tutore... Solo in titoli dello Stato. Solo in obbligazioni emesse da pubblici istituti autorizzati a esercitare il credito fondiario. Solo in fondi comuni di investimento mobiliare. Tra l'altro, in titoli dello Stato o garantiti dallo Stato. Tra l'altro, nell'acquisto di beni mobili iscritti in pubblici registri.
L'usucapione è interrotta quando il possessore è stato privato del possesso... Per oltre sei mesi. Per oltre cinque anni. Per oltre tre anni. Per dieci anni. Per oltre un anno.
Se prima che scada il termine previsto dal codice civile, l'iscrizione dell'ipoteca su beni immobili non è rinnovata, ai sensi dell'art. 2847 c.c.,... L'effetto cessa. L'iscrizione è tacitamente rinnovata per un ulteriore periodo ventennale. L'iscrizione è tacitamente rinnovata per un ulteriore periodo decennale. L'iscrizione è tacitamente rinnovata per un ulteriore periodo trentennale. L'iscrizione è tacitamente rinnovata per un ulteriore periodo quinquennale.
Il codice civile consente al tutore di rendersi acquirente, per interposta persona, di beni del minore? No. Sì, se si tratta di beni mobili. Sì, previa autorizzazione del tribunale per i minorenni. Sì, il codice civile non pone alcun divieto al riguardo. Sì, previa autorizzazione del giudice tutelare.
In un testamento è disposto anche un atto di fondazione. Tale disposizione testamentaria... È legittima solo se gli eredi aderiscono alla disposizione mediante la costituzione della fondazione. È illegittima in quanto la fondazione è un negozio giuridico pluraterale. È sempre illegittima. È illegittima perché una fondazione può essere costituita solo con atto pubblico. È legittima perché il codice civile consente che la fondazione possa essere disposta per testamento.
Quali sono i presupposti affinché sia esperibile l'azione di rescissione del contratto concluso in stato di pericolo? Lo stato di pericolo e l'iniquità delle condizioni. Lo stato di pericolo, la sproporzione tra le due prestazioni, l'iniquità delle condizioni, l'approfittamento dello stato di bisogno. L'attualità del pericolo e il fatto che il pericolo minacci l'incolumità della persona parte del contratto. La sproporzione tra le due prestazioni, lo stato di bisogno e l'approfittamento dello stato di bisogno. Lo stato di pericolo, l'iniquità delle condizioni, la conoscenza dello stato di pericolo da parte di colui che ne ha tratto vantaggio.
In pendenza di condizione, ai sensi dell'art. 1356 del codice civile,... L'acquirente di un diritto può solo compiere atti conservativi se la condizione è risolutiva. L'acquirente di un diritto può, in pendenza della condizione sospensiva, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi. L'acquirente di un diritto non può compiere atti conservativi se la condizione è sospensiva. L'acquirente di un diritto può in ogni caso chiedere la risoluzione del contratto. L'acquirente di un diritto può, in pendenza della condizione risolutiva, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi.
La remissione del debito accordata al debitore principale, libera anche il fideiussore? Sì, l'estinzione dell'obbligazione principale comporta l'automatica estinzione delle obbligazioni accessorie. No, l'estinzione dell'obbligazione principale non comporta l'automatica estinzione delle obbligazioni accessorie. Solo se nella rinuncia del creditore non sia pattuito diversamente. No, ma il fideiussore è surrogato in tutti i diritti spettanti al creditore. No, salvo che non sia pattuito diversamente.
L'istanza per la revoca dell'inabilitazione, quando cessano le cause che l'hanno determinata, può essere proposta... Tra l'altro, dagli affini entro il quarto grado. Solo dal pubblico ministero. Solo dai patenti di primo grado. Da chiunque, ancorché non parente né affine. Tra l'altro, dal curatore dell'inabilitato.
In merito all'espropriazione immobiliare è sempre competente... Il Tribunale del luogo in cui risiede il creditore. Il Tribunale del luogo in cui risiede il custode del bene. Il Tribunale del luogo in cui si trova l'immobile. Il Tribunale del luogo in cui risiede il debitore. Il Tribunale indicato concordemente dalle parti.
Ai sensi del codice civile, quando esista una veduta diretta aperta legittimamente verso il fondo vicino è inibito al proprietario di questo... Fabbricare a distanza minore di tre metri, misurata a norma dell'art. 905 del c.c. Costruire in appoggio o in aderenza al muro in cui sono le vedute arrestando la nuova costruzione a quattro metri sotto la loro soglia. Fabbricare a distanza minore di cinque metri, misurata a norma dell'art. 905 del c.c. Fabbricare a distanza minore di tre metri e mezzo, misurata a norma dell'art. 905 del c.c. Costruire in appoggio o in aderenza al muro in cui sono le vedute arrestando la nuova costruzione a cinque metri sotto la loro soglia.
In quale momento il notaio è tenuto ad aprire e pubblicare un testamento segreto? Appena gli viene notificata la dichiarazione di successione. Entro un mese dalla data in cui perviene la notizia della morte. Trascorsi sessanta giorni dalle esequie funebri. Appena gli perviene l'ordinanza del pretore che dispone l'apertura del testamento. Appena gli perviene la notizia della morte del testatore.
In materia di convalida del contratto annullabile, l'art. 1444 del codice civile dispone che... Il contratto è pure convalidato, se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione pur conoscendo il motivo di annullabilità. Il contratto non è convalidato se il contraente al quale spettava l'azione di annullamento vi ha dato volontariamente esecuzione pur conoscendo il motivo di annullabilità. Il contratto annullabile può essere convalidato da qualsiasi contraente. La convalida può essere attuata solo con un atto che contiene la sola dichiarazione che si intende convalidare il contratto. In nessun caso il contratto annullabile può essere convalidato.
Quando le parti pongono in essere un dato negozio, ma in realtà vogliono un negozio diverso, che è contenuto nelle contro dichiarazioni... Si mette in essere un rapporto di procura speciale. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza indiretta. La simulazione è assoluta. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza diretta. La simulazione è relativa.
A norma del disposto di cui all'art. 18 del cod. civ., gli amministratori delle associazioni riconosciute sono responsabili verso l'ente? Sì, secondo le norme del mandato, anche se non abbia partecipato all'atto che ha causato il danno, ovvero essendo a cognizione che l'atto si stava per compiere, egli abbia fatto constatare il proprio dissenso. No, gli amministratori vanno esenti da responsabilità verso l'ente. Solo se fondatori. No, sono responsabili solo verso i terzi. Sì, secondo le norme del mandato. È però esente colui il quale non abbia partecipato all'atto che ha causato il danno, salvo il caso in cui, essendo a cognizione che l'atto si stava per compiere, egli non abbia fatto constatare il proprio dissenso.
I crediti per fitti e pigioni producono interessi? Sì, dalla costituzione in mora, e non è ammesso patto contrario. Solo nei confronti dello Stato. No, se non dalla costituzione in mora, salvo patto contrario. Sì, salvo che la legge o il titolo stabiliscano diversamente. Sì, in ogni caso.
Il possesso di buona fede dei beni mobili ha effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione? Sì, relativamente ai beni mobili iscritti in pubblici registri. Sì, relativamente ai beni mobili non iscritti in pubblici registri. Sì, sempre. Solo nel caso in cui si tratti di universalità di beni mobili che non abbiano data certa. Sì, relativamente ai soli beni aventi valore storico, artistico o paesaggistico.
È ammessa la subenfiteusi? Sì, solo per atto di ultima volontà. Sì. È consentita dall'art. 968 del Codice civile. Solo se l'enfiteusi si è verificata per usucapione. No. È vietata dall'art. 968 del Codice civile. Sì, se il concedente è d'accordo.
Deve essere interdetto, ai sensi dell'art. 414 del codice civile,... Il maggiore di età che si trovi momentaneamente in stato di infermità di mente. Il maggiore di età che si trovi in condizioni di abituale infermità di mente che lo rende incapace di provvedere ai propri interessi. Colui che, per prodigalità o per abuso abituale di bevande alcooliche o di stupefacenti, espone sé o la propria famiglia a gravi pregiudizi economici. Il cieco dalla nascita o dalla prima infanzia, se non ha ricevuto un'educazione sufficiente. Il sordomuto dalla nascita o dalla prima infanzia, se non ha ricevuto un'educazione sufficiente.
Il codice civile consente di disporre una fondazione con testamento olografo? Sì, in ogni caso. No, la fondazione deve essere costituita con atto tra vivi. Sì, ma solo nel caso di fondazioni di famiglia. No, perché la fondazione è un negozio giuridico plurilaterale. No, la fondazione deve essere costituita con atto pubblico.
Una servitù coattiva si costituisce... Per contratto o, in mancanza, con sentenza o con atto dell'autorità amministrativa nei casi specialmente determinati dalla legge. Con sentenza o con atto amministrativo, mai per contratto. Esclusivamente per atto unilaterale. Solamente con sentenza del giudice. Esclusivamente attraverso un contratto.
Nelle obbligazioni alternative, salvo diversa pattuizione, la scelta tra le prestazioni dedotte in obbligazione spetta... Di comune accordo alle parti. Al giudice. Solo al debitore. Solo al creditore. Ad un terzo indicato dal creditore.
I singoli associati di un'associazione non riconosciuta possono chiedere la divisione del fondo comune finché dura l'associazione stessa? No, ma possono richiedere in caso di recesso una quota- parte del fondo. Sì, purché prestino idonea garanzia. Sì. Solo se lo prevede lo statuto dell'associazione. No, lo preclude espressamente l'art. 37 del c.c.
La transazione è il contratto... Col quale il debitore incarica i suoi creditori o alcuni di essi di liquidare tutte o alcune sue attività e di ripartirne tra loro il ricavato in soddisfacimento dei loro crediti. Col quale il debitore o un terzo si obbliga a consegnare un immobile al creditore a garanzia del credito. Col quale una terza persona detta fideiussore garantisce l'adempimento di un'obbligazione altrui obbligandosi personalmente verso il creditore. Col quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine a una lite già incominciata o prevengono una lite che può sorgere tra loro. A titolo oneroso e a prestazioni non corrispettive.
A norma di quanto dispone il cod. civ. per le persone giuridiche, quale forma deve rivestire l'atto costitutivo di un'associazione perché questa possa acquistare personalità giuridica? Qualsiasi forma, purché sia firmato da tutti i fondatori. Atto pubblico. Scrittura privata autenticata. Scrittura privata registrata. Scrittura notarile.
L'azione di rescissione del contratto... Una volta prescritta, non pregiudica l'opponibilità della rescindibilità del contratto in via di eccezione. Si prescrive in un anno dalla conclusione del contratto, salvo che il fatto costituisca reato. Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. Si prescrive in cinque anni dall'esecuzione del contratto. Si prescrive in dieci anni dalla conclusione del contratto, salvo che il fatto costituisca reato nel qual caso diviene imprescrittibile.
A norma di quanto dispone l'art. 1330 del c.c. la proposta fatta dall'imprenditore nell'esercizio della sua impresa perde efficacia se l'imprenditore stesso muore o diviene incapace prima della conclusione del contratto? Sì, salvo che si tratti di piccoli imprenditori. No, in alcun caso. Se l'imprenditore muore la proposta perde efficacia, se diviene incapace prima della conclusione del contratto la proposta è efficace. No, salvo che si tratti di piccoli imprenditori o che diversamente risulti dalla natura dell'affare o da altre circostanze. Sì, in ogni caso.
Il codice civile ammette l'azione di reintegrazione da parte di chi ha la detenzione della cosa? Sì, eccezion fatta per lo spoglio clandestino. Sì, ma solo a condizione che abbia la detenzione per ragioni di servizio o di ospitalità. Sì, tranne nel solo caso che abbia la detenzione per ragioni di servizio. Sì, tranne che abbia la detenzione per ragioni di servizio o di ospitalità. No, mai.
Avverso la deliberazione dell'assemblea dell'associazione riconosciuta che ha disposto l'esclusione di un associato, è ammesso ricorrere? No, in quanto l'associazione è un ente privato senza fini economici. Solo se la deliberazione non è stata assunta all'unanimità degli associati. Sì, alla stessa autorità che ha proceduto al riconoscimento. No, è possibile ricorrere verso i singoli amministratori ma non verso l'assemblea intesa come organo collegiale. Sì, all'autorità giudiziaria.
Il codice civile conferisce al giudice la facoltà di rilevare d'ufficio la compensazione legale? Sì, l'art. 1242 del codice civile prevede espressamente tale facoltà. Sì, limitatamente ai debiti pagabili nello stesso luogo. Sì, la compensazione legale deve sempre essere rilevata d'ufficio dal giudice. Sì, nel solo caso di crediti produttivi di interessi. No, l'art. 1242 del codice civile lo esclude espressamente.
Proposta domanda di risoluzione del contratto per inadempimento, è ammissibile domanda per l'adempimento? Sì, purché il terzo abbia interesse ad adempiere l'obbligazione. No, la richiesta di adempimento non è più ammessa quando è stata domandata la risoluzione. Sì, entro un anno dalla domanda di risoluzione. Sì, entro sei mesi dalla domanda di risoluzione. No, la richiesta di adempimento non è più ammessa quando è stata domandata la risoluzione né può farsi domanda di risoluzione qualora si sia richiesto l'adempimento.
Quando gli amministratori non agiscono in conformità dello statuto o dello scopo della fondazione o della legge, chi può sciogliere l'organo amministrativo? Nessuno; in tal caso la fondazione viene sciolta. L'autorità governativa, la quale nomina un commissario straordinario. Il liquidatore, nominato dal Prefetto. I nuovi amministratori designati dall'organo amministrativo preposto al controllo dell'operato dell'organo amministrativo. I beneficiari della fondazione.
Da chi può essere effettuata la destinazione di una pertinenza? Solo dal proprietario della cosa principale. Solo dal tribunale. Anche dal proprietario della cosa principale. Solo dal proprietario della cosa principale o da chi ne è usufruttuario. Solo da chi ha un diritto reale sulla cosa principale.
I presupposti affinché sia esperibile l'azione di rescissione del contratto concluso in stato di pericolo sono espressamente previsti dall'art. 1447 del c.c. Oltre allo stato di pericolo quali altri presupposti sono indicati? La sproporzione tra le due prestazioni e l'approfittamento dello stato di bisogno. L'iniquità delle condizioni e la conoscenza dello stato di pericolo da parte di colui che ne ha tratto vantaggio. La conoscenza dello stato di pericolo da parte di colui che ne ha tratto vantaggio. L'iniquità delle condizioni. Il fatto che il pericolo minacci l'incolumità della persona parte del contratto.
La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere suscettibile di valutazione economica e corrispondere a un interesse del creditore. Tale interesse... Deve essere esclusivamente patrimoniale. Deve essere necessariamente non patrimoniale. Può non essere patrimoniale solo nel caso di prestazione di lavoro tra conviventi. Non può mai consistere in una prestazione gratuita. Non deve essere necessariamente patrimoniale.
Quale dei seguenti soggetti è posto dall'ordinamento giuridico sotto la protezione del tutore? Soggetto che per abuso abituale di stupefacenti espone sé o la propria famiglia a gravi danni economici. Soggetto che per abuso abituale di bevande alcooliche espone sé o la propria famiglia a gravi danni economici. Minore emancipato che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi. Il condannato alla pena della reclusione ma solo qualora essa sia superiore a dieci anni. Soggetto che per prodigalità espone sé o la propria famiglia a gravi danni economici.
Chi acquista in buona fede da chi non è proprietario un immobile, in forza di un titolo che sia idoneo a trasferire la proprietà e che sia stato debitamente trascritto, ne compie l'usucapione in suo favore col decorso... Di trent'anni dall'inizio del possesso. Di venti anni dalla data di inizio del possesso. Di venti anni dalla data di trascrizione. Di dieci anni dalla data di trascrizione. Di dieci anni dalla data di inizio del possesso.
Se un minore sedicenne contrae matrimonio con una diciassettenne, è emancipato di diritto? No. No, l'unica previsione del c.c. per l'emancipazione di diritto è lo svolgimento in proprio di attività commerciale. No, salvo il solo caso in cui i genitori si sono opposti al matrimonio. Sì. No, in quanto anche l'altro coniuge è minorenne.
È annullabile la transazione per errore di diritto relativo alle questioni che sono state oggetto di controversia tra le parti? Sì, ma solo se si tratta di errore riconoscibile da entrambe le parti. No, salvo patto contrario. Sì, tutte le transazioni sono sempre annullabili. No. Sì.
Ai sensi dell'art. 2643 c.c., gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari devono essere resi pubblici con il mezzo della trascrizione nei pubblici registri immobiliari? No, in alcun caso. Sì, solo quando la durata del consorzio è indeterminata. Solo se richiesto espressamente da una delle parti. Sì, quando la durata del consorzio eccede i nove anni o è indeterminata. Sì, l'obbligo sussiste sempre.
Secondo la disciplina dettata dal codice civile il contratto concluso dal rappresentante in conflitto d'interessi col rappresentato... Può essere annullato solo su domanda del rappresentante. Può essere annullato solo su domanda del terzo se il conflitto era conosciuto o riconoscibile da questo. Può essere annullato su domanda del rappresentato solo se il conflitto era conosciuto dal terzo. Può essere annullato su domanda del rappresentato se il conflitto era conosciuto o riconoscibile dal terzo. Non può mai essere annullato.
Chi delibera le azioni di responsabilità contro gli amministratori delle associazioni riconosciute per fatti da loro compiuti? Il nuovo organo amministrativo. L'assemblea. Il collegio sindacale. Al tribunale. L'amministratore.
A norma dell'art. 1229 del c.c. che efficacia ha il patto preventivo di esonero di responsabilità per i casi in cui il fatto degli ausiliari del debitore costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico? È nullo. È annullabile. È valido ed efficace. È valido ma inefficace. È inefficace per mancanza di requisiti legali di efficacia.
La risoluzione del contratto per inadempimento ha effetto retroattivo tra le parti? Sì, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni in corso di esecuzione. Sì, sempre. Sì, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite. No, in ogni caso. Sì, salvo il caso di contratti ad esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l'effetto della risoluzione non si estende né alle prestazioni già eseguite né alle prestazioni in corso di esecuzione.
Dispone l'art. 18 del codice civile, che gli amministratori delle fondazioni... Vanno esenti da responsabilità verso l'ente. Sono responsabili verso l'ente secondo le norme del mandato. Sono responsabili verso l'ente secondo le norme delle s.r.l. Sono responsabili verso l'ente secondo le norme dell'associazione in partecipazione. Sono responsabili verso l'ente secondo le norme del contratto di lavoro subordinato.
Non è considerato per il computo della distanza nelle costruzioni prevista dal codice civile... Il muro di cinta e ogni altro muro isolato che non abbia un'altezza superiore ad un metro. Il muro di cinta e ogni altro muro isolato che non abbia un'altezza superiore ai due metri. Il muro di cinta. Il muro di cinta e ogni altro muro isolato che non abbia un'altezza superiore ai tre metri. Solo ed esclusivamente il muro isolato che non abbia un'altezza superiore a due metri.
La remissione del debito fatta da uno dei creditori in solido libera il debitore verso gli altri creditori? Sì, solo per la parte spettante a colui che ha fatto la remissione. No, per le obbligazioni solidali non è applicabile il principio dell'estensione dei fatti favorevoli. Sì, se il suo credito era di data anteriore e per l'intero debito. Sì, sempre e per l'intero debito. No, l'art. 1301 del codice civile lo esclude espressamente.
L'azione di nullità del contratto presenta alcune caratteristiche significative; indicare quale affermazione in merito è corretta. La legittimazione attiva a far valere la nullità è riconosciuta a chiunque vi abbia interesse. L'azione per far dichiarare la nullità al pari dell'azione di annullabilità non è soggetta a prescrizione. Le parti possono confermare gli effetti del contratto nullo, con atto a parte stipulato nella stessa forma prevista per il contratto. L'azione di nullità è un'azione costitutiva, in quanto la sentenza che abbia ad accogliere la domanda modifica anche la situazione giuridica preesistente, non limitandosi ad accertare la sola nullità del negozio. L'ammissibilità della convalida dell'atto nullo, dettata come regola generale, può essere talvolta derogata, purché la legge disponga espressamente in tal senso.
Che effetto produce il patto con cui l'avente diritto alla somministrazione si obbliga a dare la preferenza al somministrante nella stipulazione di un successivo contratto per lo stesso oggetto? È valido purché la durata dell'obbligo non ecceda il termine di cinque anni. È nullo se è convenuto, per la durata dell'obbligo, un termine maggiore di quindici anni. È nullo. È valido in qualsiasi tempo. È valido purché la durata dell'obbligo non ecceda i dieci anni; se è convenuto un termine maggiore questo si riduce a dieci anni.
Di norma, la proprietà del suolo, ai sensi dell'art. 840 del codice civile,... Si estende esclusivamente allo spazio sovrastante il suolo. Si estende al sottosuolo anche oltre i limiti dello sfruttamento utile. Si estende al sottosuolo, con tutto ciò che vi si contiene. Non si estende al sottosuolo. Non si estende allo spazio sovrastante il suolo.
Normalmente il pagamento del terzo, quando è consentito, estingue l'obbligazione; diversamente in alcune ipotesi previste dalla legge il pagamento del terzo realizza solo la modificazione soggettiva attiva del rapporto obbligatorio. Tale vicenda si definisce... Delegazione. Usufrutto. Surrogazione. Compensazione. Occupazione.
Nell'obbligazione, quando il creditore è in mora... È tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora. Le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta sono a carico del debitore. Resta comunque a carico del debitore l'onere dell'impossibilità della prestazione sopravvenuta per causa a lui non imputabile. È tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora e a sostenere le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta. Non è tenuto a risarcire i danni derivati dalla sua mora, ma sostiene le spese per la custodia e la conservazione della cosa dovuta. Il rischio dell'impossibilità della prestazione, verificatosi successivamente alla mora, è suddiviso in parti uguali tra creditore e debitore.
Come è denominato il contratto col quale due o più persone affidano a un terzo una cosa o una pluralità di cose, rispetto alla quale sia nata tra esse controversia, perché la custodisca e la restituisca a quella a cui spetterà quando la controversia sarà definita? Sequestro convenzionale. Comodato. Deposito. Mutuo. Diritto di ritenzione.
Il contratto concluso da colui che ha contrattato come rappresentante senza averne i poteri può essere ratificato dall'interessato? No, salvo che si tratti di contratto per il quale sussiste l'obbligo della forma scritta a pena di nullità. No, in nessun caso. Sì, e la ratifica ha effetto retroattivo, salvi i diritti dei terzi. No, salvo i casi espressamente previsti. Sì, utilizzando le forme stabilite dall'interessato.
A norma di quanto dispone l'art. 1974 del c.c. che efficacia ha la transazione fatta su lite già decisa con sentenza passata in giudicato? È annullabile, solo quando entrambe le parti non ne avevano notizia. Nessuna, la transazione non è ammissibile. È nulla. È efficace solo se successivamente omologata dal Tribunale. È annullabile, quando le parti o una di esse non ne avevano notizia.
Salvo la successione nel debito in caso di morte, quali sono le tre figure che realizzano il mutamento nel lato passivo di una obbligazione? La fideiussione, la clausola compromissoria e il comodato. La clausola compromissoria, la confusione e l'espromissione. La delegazione, l'espromissione e l'accollo. La cessione del credito, la fideiussione e l'accollo. Il comodato, l'adempimento e la delegazione.
Il possessore attuale che ha posseduto in tempo più remoto... Si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio. A meno che non presenti un titolo idoneo, non si può presumere che abbia posseduto nel tempo intermedio. Si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio solo se fornisce titolo idoneo. Non si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio. Si presume che abbia posseduto anche nel tempo intermedio: si tratta di presunzione iuris tantum che non può pertanto essere vinta dalla dimostrazione che tale possesso è mancato, per un tempo più o meno lungo, nel tempo intermedio.
Il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale dell'opera di terzi risponde anche dei fatti dolosi di costoro? Sì, salva diversa volontà delle parti. No, risponde solo dei fatti commessi con colpa grave. Solo in caso di dolo omissivo. No, in nessun caso. No, salva diversa volontà delle parti.
Ai sensi dell'art. 1428 del codice civile, perché l'errore sia causa di annullamento del contratto è necessario che sia... Essenziale e riconoscibile dall'altro contraente. Essenziale o riconoscibile dall'altro contraente. Imputabile ad una sola delle parti. Bilaterale ovvero imputabile ad entrambe le parti. Eventuale e riconducibile ad entrambe le parti.
Il motivo illecito che ha determinato soltanto una delle parti in modo esclusivo a concludere un contratto... È comunque rilevante ai fini del contratto. Determina l'annullabilità del contratto. È privo di rilevanza ai fini del contratto. Determina la nullità del contratto. Determina illiceità del contratto.
Ai sensi del Codice civile, quando esista una veduta diretta aperta legittimamente verso il fondo vicino è inibito al proprietario di questo... Costruire in appoggio o in aderenza al muro in cui sono le vedute arrestando la nuova costruzione a più di tre metri sotto la loro soglia. Fabbricare ad una distanza superiore a tre metri. Costruire in appoggio o in aderenza al muro in cui sono le vedute arrestando la nuova costruzione a meno di tre metri sotto la loro soglia. Costruire in appoggio o in aderenza al muro in cui sono le vedute arrestando la nuova costruzione a quattro metri sotto la loro soglia. Edificare una costruzione più alta di cinque metri.
Nel contratto estimatorio, i creditori di colui che ha ricevuto la cosa possono sottoporla a pignoramento o a sequestro? No, finché non ne sia stato pagato il prezzo. Sì, comunque ed in ogni tempo. No, in nessun caso. Possono solo sottoporla a sequestro, ma per il pignoramento è previsto che sia pagato il prezzo. Sì, ma con il consenso di chi ha consegnato la cosa, e anche se non ne sia stato pagato il prezzo.
Secondo la disciplina dettata dal codice civile all'art. 1394, il contratto concluso dal rappresentante in conflitto d'interessi col rappresentato può essere annullato... Su domanda del rappresentato se il conflitto era conosciuto o riconoscibile dal terzo. Su domanda del rappresentato solo se il conflitto era conosciuto dal terzo. Solo entro cinque giorni dalla stipula. Solo su domanda del rappresentante. Solo su domanda del terzo se il conflitto era conosciuto o riconoscibile da questo.
Il domicilio di una persona è... Nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale. Nel luogo in cui la persona è nata. Scarsamente rilevante ai fini giuridici. Nel luogo in cui la persona è di fatto presente in modo non abituale. Nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi.
La trascrizione nei registri immobiliari si può effettuare ai sensi dell'art. 2657 del codice civile, in forza... Di contratto, in qualunque forma concluso. Di documento, in qualsiasi forma redatto, comprovante il fatto idoneo a produrre gli effetti giuridici voluti. Di scrittura privata redatta alla presenza di due testimoni. Esclusivamente di un atto pubblico ovvero di sentenza. Di atto pubblico.
La tutela dei minori si apre presso il Tribunale, secondo le disposizioni dell'art. 343 del codice civile,... Solo se entrambi i genitori che esercitano la potestà sono morti. Anche nel caso di cessazione della coabitazione dei genitori naturali. Se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la potestà. Nel solo caso di famiglie economicamente disagiate. Solo se entrambi i genitori siano ammessi alla misura cautelare della detenzione in carcere.
Il costituente può, qualora si presenti un'occasione favorevole, vendere la cosa data in pegno? Sì, ma solo nel caso in cui la cosa data in pegno si deteriora in modo da temere che essa divenga insufficiente alla sicurezza del creditore. Sì, ma solo se la cosa è deperibile. Sì, previa autorizzazione del giudice. No, in alcun caso. Sì, senza alcuna formalità.
Anche se la prescrizione e la decadenza sono istituti collegati al decorso del tempo, esse presentano rilevanti differenze. Indicare quale tra quelle proposte è corretta. La prescrizione è sempre stabilita dalla volontà delle parti, mentre la decadenza ha la sua unica fonte nella legge, le cui norme sono inderogabili. Nella prescrizione l'effetto preclusivo è previsto anche se al soggetto non può addebitarsi un contegno negligente, mentre nella decadenza vi è un'intenzione sanzionatoria da parte dell'ordinamento a carico dei negligenti. La prescrizione può tutelare anche un interesse del privato, mentre la decadenza ha sempre un fondamento di ordine pubblico. La prescrizione comporta la perdita di un diritto che era già nella sfera del soggetto, mentre la decadenza impedisce l'acquisto di un nuovo diritto e cioè comporta la perdita della possibilità dell'acquisto di un diritto. La prescrizione può essere correlata anche a diritti potestativi, mentre la decadenza è sempre correlata ad un diritto soggettivo.
Dispone l'art. 2948 del c.c. che si prescrivono in cinque anni... I diritti dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlate. I diritti per l'azione di nullità del contratto. I diritti derivanti dal contratto di mediazione. I diritti dei farmacisti, per il prezzo dei medicinali. Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie.
L'associazione riconosciuta si estingue, oltre che per le cause previste nell'atto costitutivo o nello statuto, ovvero per deliberazione assembleare, anche... Quando il numero di soci diventi inferiore al 30% di quelli esistenti nel momento dell'atto costitutivo. Quando vengono meno tutti gli associati. Quando vengono a mancare i fondatori. Quando il numero di soci diventi inferiore al 50% di quelli esistenti nel momento dell'atto costitutivo. Quando i soci diventano meno di cinque.
Le tre figure che realizzano il mutamento nel lato passivo dell'obbligazione sono la delegazione, l'espromissione e l'accollo. In quale istituto il nuovo debitore si aggiunge al precedente e si ha un cumulo di debitori? Accollo liberatorio. Delegazione liberatoria e espromissione liberatoria. Delegazione cumulativa. Espromissione liberatoria. Delegazione liberatoria.
Se l'eredità è accettata con beneficio di inventario possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni ereditari? Solo in base a sentenze pronunziate anteriormente alla morte del debitore. Sì, sempre. No, in alcun caso. No, possono essere iscritte ipoteche giudiziali sui beni solo nel caso di eredità giacente. Sì, salvo che si tratti di beni mobili.
Chi può domandare al tribunale, ai sensi del codice civile, la dichiarazione di assenza dello scomparso? I presunti successori legittimi e chiunque ragionevolmente creda di avere sui beni dello scomparso diritti dipendenti dalla morte di lui. Solo i presunti successori legittimi. I soli parenti e affini entro il terzo grado. Solo il coniuge e i figli. Qualunque cittadino.
Ai sensi di quanto dispone l'art. 2792 del c.c. il creditore pignoratizio può usare della cosa costituita in pegno? Sì, quando l'uso sia necessario per la conservazione della cosa e, in tal caso, anche senza il consenso del costituente. Sì, purché corrisponda un equo compenso al costituente. Sì, purché ne rispetti la destinazione economica. No, in alcun caso. Sì, può anche darla in pegno o concederne ad altri il godimento.
L'art. 2955 del c.c. prevede la prescrizione di un anno per... Il capitale nominale dei titoli di Stato emessi al portatore. Le indennità spettanti per la cessazione del rapporto di lavoro. Il diritto di coloro che tengono convitto o casa di educazione e d'istruzione, per il prezzo della pensione e dell'istruzione. Solo i diritti dei commercianti per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio. I diritti per l'azione di nullità del contratto.
L'accollo è cumulativo... Quando il debitore originario ed il terzo rimangono responsabili in solido. Quando il debitore originario è liberato e sostituito nello stesso rapporto da parte del terzo. Quando il debitore originario è liberato, dato che la vecchia obbligazione è estinta ed è sostituita da una nuova obbligazione in cui è mutata la persona del debitore. Quando la liberazione del debitore originario costituisce condizione espressa dell'accordo intervenuto fra quest'ultimo e l'accollante. Quando il creditore dichiara di liberare il debitore originario.
Secondo le disposizioni dettate dall'art. 1345 del codice civile, il contratto è illecito quando... Una parte si è determinata a concluderlo in frode a terzi. Anche se è perfetto è contrario a norme imperative. Le parti si sono determinate a concluderlo esclusivamente per un motivo illecito, comune ad entrambe. Una parte si è determinata a concluderlo esclusivamente per un motivo illecito. Il proponente si è determinato a concluderlo esclusivamente per un motivo illecito.
Le pertinenze possono formare oggetto di separati atti o rapporti giuridici rispetto alla cosa principale? No, mai. Sì, sempre. Sì, ma solo quando appartengono ad un proprietario diverso dal proprietario della cosa principale. Sì, ma solo quando appartengono allo stesso proprietario della cosa principale. Non sempre; solo ed esclusivamente se la cosa principale è un bene mobile registrato.
La dimora di una persona... È il luogo nel quale la persona è di fatto presente in modo non abituale. È il luogo in cui la persona ha la residenza abituale. È il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. È il luogo in cui la persona è nata. È il luogo in cui vengono notificati gli atti giudiziari.
Cosa dispone l'art. 2969 del c.c. in merito al rilievo d'ufficio della decadenza? La decadenza, in quanto riguardante diritti disponibili, non può essere in nessun caso rilevata d'ufficio dal giudice. La decadenza, dove è possibile, deve essere rilevata possibilmente dall'ufficio del giudice. La decadenza, in quanto concernente diritti indisponibili, è rilevata d'ufficio dal giudice. La decadenza non può essere rilevata d'ufficio dal giudice, salvo che, trattandosi di materia sottratta alla disponibilità delle parti, il giudice debba rilevare le cause d'improponibilità dell'azione. La decadenza può essere rilevata d'ufficio dal giudice, salvo che lo stesso titolo non sia già stato soggetto a prescrizione.
Nel contratto di riporto se entrambe le parti non adempiono le proprie obbligazioni nel termine stabilito,... Il riporto cessa di avere effetto, e ciascuna parte ritiene ciò che ha ricevuto al tempo della stipulazione del contratto, fatta salva la restituzione della differenza. Il riporto cessa di avere effetto, e ciascuna parte ritiene ciò che ha ricevuto al tempo della stipulazione del contratto. Il riporto cessa di avere effetto, e ciascuna parte restituisce all'altra ciò che ha ricevuto al tempo della stipulazione del contratto. Il contratto non si perfeziona e ciascuna parte restituisce ciò che ha ricevuto al tempo della stipulazione del contratto. Si da luogo al c.d. deporto.
Che tipo di controllo viene esercitato dalla prefettura sulle associazioni che richiedono il riconoscimento? Un mero controllo di legittimità. Un controllo in ordine alla meritevolezza dello scopo che l'associazione si prefigge. Sia un controllo di legittimità che di merito. Un mero controllo di merito. Un controllo di opportunità.
Il proprietario di un fondo deve permettervi l'accesso ad un terzo che vuole recuperare una propria cosa che vi si trovi accidentalmente? No, in alcun caso. No, può impedirlo. Sì, in ogni caso l'accesso deve essere consentito. Sì, ma solo per questo motivo. Sì, ma può impedire l'accesso consegnando la cosa.
Indicare quale affermazione sull'interruzione della prescrizione è corretta. L'interruzione è determinata da determinati rapporti tra le parti o dalla condizione del titolare. Nell'interruzione il tempo anteriore al verificarsi della causa che la determina non perde la sua rilevanza e si somma con il periodo successivo alla cessazione dell'operatività dell'evento. I casi d'interruzione sono considerati dalla giurisprudenza tassativi e riguardano particolari rapporti giuridici ovvero una particolare condizione soggettiva del titolare del diritto. L'interruzione opera come una vera e propria frattura che impedisce di tenere in alcun conto il tempo già trascorso, cosicché inizia a decorrere un nuovo periodo di prescrizione. Nell'interruzione l'inerzia del titolare del diritto continua a durare, ma è giustificata.
Nella simulazione relativa quando si parla di interposizione fittizia? Quando la simulazione contemporaneamente dà luogo ad un falsa rappresentazione dei soggetti dell'atto e investe anche l'oggetto del contratto. Quando la simulazione contemporaneamente dà luogo ad un falsa rappresentazione dei soggetti dell'atto e investe anche il tipo di contratto. Quando la simulazione dà luogo ad una falsa rappresentazione dei soggetti dell'atto. Quando la simulazione investe sia l'oggetto che il tipo di contratto. Quando le parti pongono in essere un dato negozio ma in realtà non vogliono alcun negozio.
Nel caso di pluralità di debiti della medesima specie verso un solo creditore, a chi compete dichiarare al momento del pagamento quale debito si deve intendere soddisfatto? Al debitore. Sempre al creditore. Al terzo designato con apposita clausola contrattuale; in mancanza al debitore. Al presidente del tribunale del luogo di residenza del creditore. Al terzo designato con apposita clausola contrattuale; in mancanza al creditore.
L'obbligazione alternativa si considera semplice: Se una delle due prestazioni non poteva formare oggetto di obbligazione, o se è divenuta impossibile per causa non imputabile ad alcuna delle parti. Se una delle due prestazioni non poteva formare oggetto di obbligazione, o se è divenuta impossibile per causa imputabile al debitore. Se una delle due prestazioni non è convalidata dal giudice. Se stipulata verbalmente. Se una delle due prestazioni non poteva formare oggetto di obbligazione, o se è divenuta impossibile per causa imputabile al creditore.
L'usufrutto si estingue per forza di legge... Solo per la morte dell'usufruttuario. Tra l'altro per prescrizione per effetto del non uso durato per venti anni. Solo per il totale perimento della cosa su cui è costituito. Tra l'altro per prescrizione per effetto del non uso durato per quindici anni. Solo per il parziale perimento della cosa su cui è costituito.
Anche se la prescrizione e la decadenza sono istituti collegati al decorso del tempo, esse presentano rilevanti differenze. Indicare quale tra quelle proposte è corretta. La prescrizione ha sempre un fondamento di ordine pubblico, mentre la decadenza può tutelare anche un interesse privato come la decadenza negoziale. Nella prescrizione si ha riguardo solo al fatto obiettivo del mancato esercizio del diritto mentre nella decadenza si ha riguardo alle condizioni soggettive del titolare del diritto. La prescrizione impedisce l'acquisto di un nuovo diritto e cioè comporta la perdita della possibilità dell'acquisto di un diritto, mentre la decadenza comporta la perdita di un diritto che era già nella sfera del soggetto. Nella prescrizione il tempo è considerato come "distanza", mentre nella decadenza è considerato come "durata". La prescrizione può tutelare anche un interesse del privato, mentre la decadenza ha sempre un fondamento di ordine pubblico.
Nel contratto di vendita è consentito alle parti di affidare la determinazione del prezzo a un terzo da eleggere posteriormente al contratto stesso? Sì, tranne nel caso in cui la vendita abbia ad oggetto beni immobili. Sì. No, salvo che la vendita abbia ad oggetto cose facilmente reperibili ad un prezzo di mercato. No, il terzo deve essere necessariamente eletto nel contratto. Sì, ma solo nel caso di conflitti di interessi.
Ai sensi del codice civile, dai trasferimenti coattivi a titolo di ricomposizione fondiaria sono esclusi... Solo gli orti, i giardini, i parchi. Tra gli altri, gli orti, i giardini, i parchi. Tra gli altri, i terreni che presentino dislivelli di oltre il 15%. Solo i terreni soggetti ad inondazioni, a scoscendimenti o ad altri rischi. Solo i terreni necessari per piazzali o luoghi di deposito di stabilimenti industriali o commerciali.
Quando la rinunzia all'eredità è l'effetto di dolo, l'azione per impugnarla si prescrive in... Dieci anni dall'apertura della successione. Dieci anni dalla dichiarazione di rinunzia all'eredità. Cinque anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo. Tre anni dal giorno in cui è stato scoperto il dolo. Due anni dal giorno dell'apertura della successione.
Quando l'annullabilità del contratto dipende da violenza, l'azione di annullamento... Si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza. Si prescrive in cinque anni dalla conclusione del contratto. È imprescrittibile. Si prescrive in dieci anni dal giorno in cui è cessata la violenza. Si prescrive in quindici anni dal giorno in cui ha avuto inizio la violenza.
A norma del c.c., qualora agli amministratori di un'associazione riconosciuta, venga richiesta la convocazione dell'assemblea nella forma di legge e non vi abbiano provveduto, la convocazione può essere ordinata... Solo dal fondatore. Dal collegio sindacale, ove esistente, e, in assenza, dai probiviri. Dall'assemblea degli azionisti. Dal presidente del tribunale. Dal prefetto.
In quale dei seguenti casi si ha una simulazione relativa che investe i soggetti del contratto? Quando un soggetto A intende trasferire a un soggetto B la proprietà di un cespite, non già in corrispettivo di un prezzo, come risulta dal contratto simulato tra loro concluso, bensì a titolo gratuito. Nessuna delle altre risposte è corretta la simulazione relativa non può mai investire i soggetti del contratto. Quando un contratto simulato viene stipulato tra un soggetto A e un soggetto B, ma entrambi sono d'accordo con un soggetto C che, in realtà, gli effetti dell'atto si verifichino nei confronti di quest'ultimo. Quando un venditore dichiara, nell'atto ufficiale, un prezzo inferiore a quello effettivamente pattuito e pagato dal compratore, al fine di versare un'imposta inferiore a quella che sarebbe dovuta. Quando le parti pongono in essere un dato negozio, ma in realtà non vogliono alcun negozio.
Quale dei seguenti soggetti può essere posto dall'ordinamento giuridico sotto la protezione del curatore? Interdetto. Sordomuto dalla nascita che abbia avuto una educazione sufficiente ed in grado di provvedere ai propri interessi. Soggetto che per prodigalità espone sé o la propria famiglia a gravi pregiudizi economici. Maggiore di età che si trovi in stato di abituale infermità mentale, tale da renderlo incapace di provvedere ai propri interessi. Maggiore d'età ammesso all'istituto dell'amministrazione di sostegno.
È legittimo, in un contratto a prestazioni corrispettive, che una parte sostituisca a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto? Sì, con il consenso dell'altra parte e nel solo caso vi sia stato un principio di esecuzione. Sì, se le prestazioni non sono ancora state eseguite e purché l'altra parte vi consenta. Sì, sempre. No, in alcun caso. Solo se tale previsione è richiamata espressamente nel contratto.
In merito alle disposizioni contenute all'art. 2808 del c.c. sull'ipoteca, è corretto affermare che essa... Può essere legale, giudiziale o volontaria. Non attribuisce al creditore il diritto di espropriare i beni vincolati a garanzia del suo credito. Può avere per oggetto solo i beni del debitore. Può essere solo legale o giudiziale. Si può costituire anche mediante scrittura privata autenticata.
Quando un venditore dichiara, nell'atto ufficiale, un prezzo inferiore a quello effettivamente pattuito e pagato dal compratore, al fine di versare un'imposta inferiore a quella che sarebbe dovuta... Si realizza una simulazione relativa che investe il tipo di contratto. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza diretta. La simulazione è relativa e investe l'oggetto del contratto. La simulazione è assoluta. Si mette in essere un rapporto di rappresentanza indiretta.
Nelle obbligazioni alternative, ove non diversamente pattuito, che carattere ha la dichiarazione di scelta della prestazione comunicata all'altra parte? È revocabile entro 60 giorni. È irrevocabile. È sempre revocabile. È vincolante solo se accettata dal creditore. È revocabile entro 120 giorni.
Se il debitore e un terzo convengono che questi assuma il debito dell'altro, e il creditore aderisce alla convenzione, rendendo irrevocabile la stipulazione a suo favore, si pone in essere... Un'espromissione. Una delegazione. La remissione del debito. Una novazione. Un accollo.
La mancata notifica al proprietario della cessione del proprio diritto da parte dell'usufruttuario dà luogo... Alla nullità della cessione. Al pagamento di un'indennità dell'usufruttuario (che ha ceduto il diritto) al proprietario. All'annullabilità della cessione. Alla responsabilità solidale dell'usufruttuario con il cessionario nei confronti del proprietario, sino all'effettuazione della notifica. La cessione del proprio diritto da parte dell'usufruttuario non è consentita in alcun caso.
In pendenza di condizione, ai sensi dell'art. 1356 del codice civile, l'acquirente di un diritto... Deve, di comune accordo con l'altra parte, incaricare un terzo di compiere gli atti conservativi. Può, in pendenza della condizione sospensiva, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi. Può, in pendenza della condizione risolutiva, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi. Può solo compiere atti conservativi se la condizione è risolutiva. Non può compiere atti conservativi se la condizione è sospensiva.
L'atto costitutivo di una fondazione deve necessariamente contenere norme relative alla devoluzione del patrimonio? Sì, e la non indicazione comporta la mancata iscrizione nel registro delle persone giuridiche. No, salvo che si tratti delle c.d. fondazioni di fatto. No, l'inserimento di tali norme è facoltativo. Sì, ma solo se si tratti di fondazione destinata a scopi di pubblica utilità. Sì, ma il mancato rispetto dell'obbligo non è sanzionato.
Ai sensi dell'art. 48 del c.c., chi è competente in materia di nomina del curatore dello scomparso? Il tribunale del suo ultimo domicilio o dell'ultima sua residenza. Il Sindaco del Comune dell'ultima residenza. Qualsiasi tribunale cui è rivolta istanza di nomina. Il tribunale nel luogo in cui si presume avvenuta la scomparsa. Il Prefetto territorialmente competente.
Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato... Tra più debiti scaduti, a quello meno garantito. Al debito o ai debiti prescritti. Tra più debiti ugualmente onerosi per il debitore, al più recente. Tra più debiti scaduti, a quello più garantito. Tra più debiti ugualmente garantiti, al meno oneroso per il debitore.
Gli elementi del rapporto obbligazionario sono... La proposta e l'accettazione. I soggetti e la prestazione. La cosa data in pegno e l'accettazione. Il debitore e il creditore. La determinatezza e la liceità.
Sono a carico dell'usufruttuario durante l'usufrutto... I carichi annuali, come le imposte, i canoni, le rendite fondiarie e gli altri pesi che gravano sul reddito. I carichi imposti sulla proprietà, salvo diverse disposizioni di legge. In ogni caso i carichi imposti sulla proprietà. Solo ed esclusivamente i canoni per l'utilizzo della cosa in questione. I carichi annuali, come le imposte, i canoni, le rendite fondiarie e gli altri pesi che gravano sul reddito, nonché i carichi imposti sulla proprietà.
L'art. 1448 del cod. civ. prevede l'ipotesi di rescissione del contratto per lesione. Indicare quale affermazione in merito è corretta. La lesione deve essere accertata con riferimento al momento della conclusione del contratto, il quale rimane rescindibile anche se a causa di circostanze sopravvenute, la sproporzione è venuta a mancare al momento della presentazione della domanda di rescissione. Il valore della prestazione cui è tenuta la parte danneggiata deve essere di oltre tre quarti del valore della controprestazione. Affinché il contratto sia rescindibile la lesione, ovvero la sproporzione fra le due prestazioni, deve essere superiore ad un terzo. Il contratto non è più rescindibile se a causa di circostanze sopravvenute, la sproporzione è venuta a mancare al momento della presentazione della domanda di rescissione. Lo stato di bisogno della parte danneggiata, va inteso come assoluta indigenza o incapacità patrimoniale, e non anche come situazione di difficoltà economica transitoria.
Il soggetto che accetta l'eredità con beneficio di inventario e paga con denaro proprio i debiti ereditari, è surrogato nei diritti dei creditori? Sì, in tal caso si ha la surrogazione di diritto. Sì, previo accertamento della volontà del debitore. Sì, previo consenso dei creditori. No, in alcun caso. Sì, in tal caso si ha la surrogazione per volontà del debitore.
Le incapacità all'ufficio tutelare sono indicate dal codice civile. Sussiste incapacità, tra gli altri, per... I Presidenti delle Assemblee legislative. I Ministri Segretari di Stato. Coloro che non hanno la libera amministrazione del proprio patrimonio. I membri del Sacro collegio. Il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Allo scopo di sottrarre un bene immobile all'esecuzione dei propri creditori, il soggetto A ne simula la vendita al soggetto B il quale successivamente lo vende al soggetto C, ignaro di aver acquistato da un proprietario apparente. I creditori del simulato alienante... Potranno sempre opporre la simulazione al soggetto C purché il credito sia anteriore alla vendita. Potranno opporre la simulazione al soggetto C solo se la trascrizione della domanda di simulazione precede la trascrizione della vendita dal soggetto B al soggetto C. Potranno agire direttamente sul bene poiché questo non è mai uscito dal patrimonio del soggetto A. Non potranno in nessun caso opporre la simulazione al soggetto C. Potranno opporre la simulazione al soggetto C solo se la trascrizione della domanda di simulazione è successiva alla trascrizione della vendita dal soggetto B al soggetto C.
A quale saggio sono computati gli interessi convenzionali, se le parti non ne hanno determinato la misura stessa? Al saggio degli interessi legali. In misura doppia del saggio degli interessi legali. Nella misura equitativa stabilita dal giudice. In misura pari al saggio legale ridotto di un punto percentuale. In misura del 50% del saggio degli interessi legali.
Quale dei seguenti requisiti non è richiesto dal codice civile per le luci che si aprono sul fondo del vicino? Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di tre metri dal suolo del fondo vicino. Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di due metri e mezzo dal pavimento o dal suolo del luogo al quale si vuole dare luce e aria, se esse sono al piano terreno. Avere il lato inferiore a un altezza non minore di due metri e mezzo dal suolo del fondo del vicino. Essere munite di grata fissa in metallo con maglie di superficie non maggiore di 3 centimetri quadrati. Essere munite di inferriata idonea a garantire la sicurezza del vicino.
A norma di quanto dispone l'art. 2964 del Codice civile, quando un diritto deve esercitarsi entro un dato termine sotto pena di decadenza, si applicano le norme relative all'interruzione della prescrizione? No, salvo che si tratti di diritti della personalità o di Stato. No, ma trovano applicazione le norme relative alla sospensione. No, non trovano applicazione. Sì, trovano sempre applicazione. Sì, trovano applicazione sia le norme relative all'interruzione che le norme relative alla sospensione.
A norma di quanto dispone l'art. 2939 del c.c. la prescrizione può essere opposta dai creditori qualora la parte non la faccia valere? Sì, ma solo dai creditori privilegiati. No, può essere opposta dai creditori solo se la parte vi ha rinunciato. Solo nei contratti bilaterali imperfetti. No, il suddetto articolo lo esclude espressamente. Sì, può essere opposta dai creditori e da chiunque vi abbia interesse, qualora la parte non la faccia valere ed anche se vi ha rinunciato.
Ai sensi del codice civile, come deve valutarsi la diligenza nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio di un'attività professionale? Deve valutasi con riguardo alla legalità. Deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata. Deve valutarsi con riguardo al risultato. Deve valutarsi con riguardo ai mezzi impiegati. Deve valutarsi con riguardo alla persona che pone in essere l'attività professionale.
Le imposte e gli altri pesi che gravano sul fondo sul quale è costituita enfiteusi... Sono a carico del concedente, dal ventesimo anno in poi. Sono a carico dell'enfiteuta, salve le disposizioni delle leggi speciali. Sono a carico dell'enfiteuta e non è configurabile per il titolo costitutivo porle a carico del concedente. Sono a carico del concedente, salve le disposizioni delle leggi speciali. Sono a carico dell'enfiteuta e del concedente in parti uguali.
La simulazione relativa può anche investire l'oggetto del contratto? Sì, la simulazione relativa può investire solo l'oggetto del contratto. No, la simulazione relativa può investire solo il tipo di contratto. Sì, la simulazione relativa può investire il tipo di contratto, l'oggetto del contratto e i soggetti del contratto. No, solo la simulazione assoluta può investire l'oggetto del contratto. No, la simulazione relativa può investire solo i soggetti del contratto.
A norma di quanto dispone l'art. 1282 del c.c. i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi? Sì, di pieno diritto, salvo che la legge o il titolo stabiliscano diversamente. Solo se convenuto espressamente. No, in alcun caso. No, salvo che nel titolo sia stabilito diversamente. Solo nei confronti dello Stato.
Ai sensi dell'art. 2810 del codice civile è corretto affermare che... Possono essere oggetto di ipoteca le rendite dello Stato nel modo determinato dalle leggi relative al debito pubblico. Non può essere oggetto di ipoteca il diritto dell'enfiteuta e quello del concedente sul fondo enfiteutico. Può essere oggetto di ipoteca il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare. Possono essere oggetto di ipoteca i beni mobili, esclusi i beni mobili registrati. Non possono essere oggetto di ipoteca le rendite dello Stato.
Le obbligazioni risultanti da titoli all'ordine possono essere garantite con ipoteca? Sì, per i titoli all'ordine l'ipoteca è iscritta a favore dell'attuale possessore e si trasmette ai successivi possessori; questi sono tenuti a effettuare l'annotazione prevista dall'art. 2843 c.c. No, in alcun caso. Sì. Sì, a condizione che i titoli siano emessi da un istituto di credito. Sì, a condizione che i titoli siano emessi dallo Stato.
Quale obbligo pone il codice civile a carico dell'ufficiale di stato civile che riceve la dichiarazione di morte di una persona che ha lasciato figli minori? Darne notizia al tribunale dei minorenni entro dieci giorni. Darne notizia al presidente del tribunale entro dieci giorni. Darne notizia al presidente del tribunale entro trenta giorni. Darne notizia al giudice tutelare entro dieci giorni. Darne notizia al giudice tutelare entro 24 ore.
Il creditore ha diritto di farsi pagare con prelazione sulla cosa ricevuta in pegno. Al riguardo l'art. 2787 del codice civile dispone che... Il pegno può farsi valere solo se risulta da polizza o da altra scrittura di enti che, debitamente autorizzati, compiono professionalmente operazioni di credito su pegno. Se il pegno risulta da polizza o da altra scrittura di enti che, debitamente autorizzati, compiono professionalmente operazioni di credito su pegno, la data della scrittura può essere accertata con ogni mezzo di prova. Quando il credito garantito eccede la somma di euro 12,58, la prelazione ha luogo anche se il pegno non risulta da scrittura con data certa che contenga sufficiente indicazione del credito e della cosa. La prelazione si può far valere solo se la cosa data in pegno è rimasta in possesso del creditore. La prelazione si può far valere in ogni caso, anche se la cosa data in pegno non è rimasta in possesso del creditore o presso il terzo designato dalle parti.
Sono dispensati dall'ufficio tutelare, tra gli altri,... Coloro che sono stati esclusi dalla tutela per disposizione scritta del genitore che per ultimo ha esercitato la patria potestà. I Presidenti delle assemblee legislative. Coloro che non hanno la libera amministrazione del proprio patrimonio. Coloro che sono incorsi nella perdita della patria potestà. I falliti che non sono stati cancellati dal registro dei falliti.
Ai sensi del c.c., una persona immessa nel possesso temporaneo dei beni dell'assente può ipotecarli? Sì, in caso di necessità o utilità evidente e senza alcuna autorizzazione. Sì, se autorizzata dal Tribunale per necessità o utilità evidente. No, in alcun caso. No, in nessun caso fino alla dichiarazione di morte presunta. Sì, se autorizzata dal curatore dello scomparso.
In quale dei seguenti casi, ai sensi dell'art. 1203 del codice civile, ha luogo di diritto la surrogazione? A vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi, del suo pegno o delle sue ipoteche. A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. Solo a vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. Nessuna delle altre risposte proposte è corretta il c.c. non prevede casi in cui ha luogo di diritto la surrogazione. In tutti i casi in cui un terzo adempia all'obbligazione del debitore principale anche se in modo parziale.
In merito alla disciplina della rescissione del contratto è corretto affermare che... La rescindibilità può essere opposta in via di eccezione quando, trascorso un anno dalla conclusione del contratto, l'azione sia prescritta. L'azione di rescissione produce effetti retroattivi tra le parti. La sentenza che accoglie la domanda non ha natura costitutiva, poiché non priva il contratto della sua efficacia. Trascorso il termine per la prescrizione dell'azione il negozio rescindibile è comunque annullabile. Il contraente contro il quale è domandata la rescissione non può evitarla offrendo una modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. Nell'accollo interno... Il terzo accollante, in caso di mancata osservanza dell'obbligo assunto, risponde dell'inadempimento sia nei confronti del debitore accollato, sia nei confronti del creditore accollatario. Le parti intendono attribuire tutti i diritti al creditore (accollatario) verso l'accollante. Il creditore rimane esterno al rapporto e l'efficacia del contratto di accollo rimane inter partes. Il creditore (accollatario) ha diritto di rivolgersi all'accollante per ottenere il pagamento del suo credito. Il terzo accollante ed il debitore accollato non possono accordarsi per modificare o revocare l'impegno inizialmente assunto dall'accollante stesso.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. Nell'accollo interno... Il creditore non rimane esterno né al rapporto né all'efficacia del contratto di accollo. Il terzo accollante ed il debitore accollato possono, in qualsiasi momento, accordarsi per modificare o revocare l'impegno inizialmente assunto dall'accollante stesso. Il creditore (accollatario) ha diritto di rivolgersi all'accollante per ottenere il pagamento del suo credito. Il terzo accollante, in caso di mancata osservanza dell'obbligo assunto, risponde dell'inadempimento sia nei confronti del debitore accollato, sia nei confronti del creditore accollatario. Le parti intendono attribuire tutti i diritti al creditore (accollatario) verso l'accollante.
A norma di quanto dispone l'art. 1203 del c.c. il soggetto che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito, aveva interesse di soddisfarlo, è surrogato nei diritti dei creditori? Sì, in tal caso il suddetto articolo prevede la surrogazione di diritto. Sì, previo consenso di tutti i creditori. No, in alcun caso. Sì, purché vi sia la volontà del debitore. Sì, in tal caso di parla di surrogazione per quietanza.
In relazione agli effetti, si distinguono alcuni tipi di pubblicità: pubblicità-notizia, pubblicità costitutiva, ecc. Nella pubblicità-notizia... L'omissione determina sempre la nullità dell'atto. L'omissione non può mai dare luogo a sanzioni pecuniarie o penali. L'omissione comporta che l'atto non solo non produca effetti nei confronti di terzi, ma neppure nei confronti delle parti. L'omissione non determina l'invalidità dell'atto, che produce egualmente i suoi effetti tra le parti; è rispetto ai terzi che gioca, invece, la mancata attuazione di questa figura pubblicitaria, in quanto l'atto non reso pubblico non è opponibile ai terzi. L'omissione non influisce in alcun modo sulla validità ed efficacia dell'atto.
Dispone l'art. 1267 del c.c. in merito alla garanzia della solvenza del debitore, che il cedente non risponde della solvenza del debitore, salvo che ne abbia assunto la garanzia. In questo caso... I patti diretti ad aggravare la responsabilità del cedente sono consentiti espressamente e produttivi di effetti. La garanzia non cessa, anche se la mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso. Egli risponde nei limiti di quanto ha ricevuto, ma non deve corrispondere gli interessi. La garanzia cessa, se la mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso. Egli deve rimborsare le spese della cessione ma non quelle che il cessionario abbia sopportato per escutere il debitore e risarcire il danno.
È indivisibile l'obbligazione... Che ha per oggetto esclusivamente una cosa o un fatto che non è suscettibile di divisione per sua natura. Che ha per oggetto esclusivamente una cosa o un fatto che non è suscettibile di divisione per il modo in cui è stato considerato dalle parti contraenti. Che ha un solo creditore ma più debitori. Che ha per oggetto esclusivamente un bene divisibile per natura, ma le parti contraenti hanno convenuto di non considerarlo tale. Che ha per oggetto una cosa o un fatto che non è suscettibile di divisione per sua natura o non lo è per il modo in cui è stato considerato dalle parti contraenti.
Non si possono aprire vedute dirette verso il fondo del vicino se tra il fondo di questi e la faccia esteriore del muro in cui si aprono le vedute non vi sia la distanza di... 75 centimetri. Tre metri, nel caso in cui le vedute dirette siano aperte sopra il tetto del vicino. Un metro, ma solo nel caso in cui il fondo del vicino sia chiuso. Un metro e mezzo. Due metri, nel caso in cui le vedute dirette siano aperte verso un fondo chiuso.
Quale delle indicazioni che segue è conforme alle prescrizioni del codice civile in materia di deliberazioni dell'assemblea delle associazioni riconosciute? In prima convocazione le deliberazioni dell'assemblea sono valide qualunque sia il numero degli intervenuti. In seconda convocazione le deliberazioni dell'assemblea sono prese a maggioranza di voti e con la presenza di almeno la metà degli associati. Nelle assemblee gli amministratori, i sindaci ed i probiviri, ancorché associati, non hanno diritto di voto. Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio e in quelle che riguardano la loro responsabilità, gli amministratori non hanno voto. Per modificare l'atto costitutivo, se in esso non è altrimenti disposto, è richiesto il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati.
In relazione agli effetti, si distinguono alcuni tipi di pubblicità: pubblicità-notizia, pubblicità costitutiva, ecc. Nella pubblicità-notizia... L'omissione determina sempre la nullità dell'atto. L'omissione dà luogo ad una sanzione pecuniaria, ma è irrilevante per la validità e l'efficacia dell'atto, il quale rimane operante tra le parti ed anche opponibile ai terzi indipendentemente dalla mancata attuazione dello strumento pubblicitario. L'omissione non determina l'invalidità dell'atto, che produce egualmente i suoi effetti tra le parti; è rispetto ai terzi che gioca, invece, la mancata attuazione di questa figura pubblicitaria, in quanto l'atto non reso pubblico non è opponibile ai terzi. L'omissione comporta che l'atto non solo non produce effetti nei confronti di terzi, ma neppure nei confronti delle parti. L'omissione non produce effetti tra le parti e non è opponibile ai terzi.
Per le locazioni della cosa comune di durata superiore a nove anni occorre il consenso... Della maggioranza calcolata alla stregua del numero dei partecipanti alla comunione. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i tre quarti del valore complessivo della cosa comune. Di tutti i partecipanti alla comunione. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote.
Ai sensi dell'art. 2810 del codice civile è corretto affermare che... Può essere oggetto di ipoteca l'usufrutto dei beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze. Non può essere oggetto di ipoteca il diritto di superficie. Possono essere oggetto di ipoteca solo le rendite dello Stato nel modo determinato dalle leggi relative al debito pubblico. Può essere oggetto di ipoteca qualunque diritto personale di godimento su beni immobili in commercio. Può essere oggetto di ipoteca il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare.
In merito alla disciplina della rescissione del contratto è corretto affermare che... Trascorso il termine per la prescrizione dell'azione il negozio rescindibile è comunque annullabile. Il contraente contro il quale è domandata la rescissione non può evitarla offrendo una modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità. L'azione si prescrive, salvo che non ricorrono gli estremi di un reato, nel termine di dieci anni, che decorre dalla conclusione del contratto. La sentenza che accoglie la domanda ha natura costitutiva, poiché priva il contratto della sua efficacia. La rescindibilità può essere opposta in via di eccezione quando, trascorsi cinque anni dalla conclusione del contratto, l'azione sia prescritta.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. Nell'accollo esterno... Come nell'espromissione si ha un accordo tra debitore e terzo con il quale questi assume l'obbligazione dell'altro. Le parti non intendono attribuire alcun diritto al creditore (accollatario) verso l'accollante, quest'ultimo si impegna soltanto nei confronti del debitore. Terzo accollante e debitore accollato hanno inteso conferire al creditore accollatario il diritto di pretendere dall'accollante stesso l'adempimento del suo credito. Il creditore (accollatario) non ha diritto di rivolgersi all'accollante per ottenere il pagamento del suo credito. Il terzo accollante, in caso di mancata osservanza dell'obbligo assunto, risponde dell'inadempimento soltanto nei confronti del debitore accollato, non già nei confronti del creditore accollatario.
In merito alla novazione soggettiva trovano applicazione secondo l'art. 1235 c.c. le norme relative all'accollo? No, le norme relative all'accollo trovano applicazione solo nella novazione oggettiva. No, trovano applicazione solo norme relative delegazione e all'espromissione. Sì, trovano applicazione le norme relative all'espromissione e all'accollo ma non quelle relative alla delegazione. No, trovano applicazione solo le norme relative all'espromissione. Sì, trovano applicazione le norme relative alla delegazione, all'espromissione e all'accollo.
In merito all'esecuzione forzata l'art. 2927 del cod. civ. dispone che l'assegnatario della cosa espropriata, se ne subisce l'evizione,... Conserva le sue ragioni nei confronti del debitore espropriato, con le garanzie prestate da terzi, ma perde le garanzie reali che aveva sulla cosa. Non conserva le sue ragioni nei confronti del debitore espropriato, ma può agire per i danni e le spese nei confronti del creditore procedente. Ha diritto di ripetere quanto ha pagato agli altri creditori, salva la responsabilità del creditore procedente per i danni e per le spese, e conserva le sue ragioni nei confronti del debitore espropriato, ma non le garanzie prestate da terzi. Non ha il diritto di ripetere quanto ha pagato agli altri creditori, ma conserva le sue ragioni nei confronti del debitore espropriato e le garanzie prestate da terzi. Ha diritto di ripetere quanto ha pagato agli altri creditori. Il creditore procedente non risponde però per i danni e per le spese.
Il debitore può ripetere integralmente ciò che ha pagato anticipatamente nell'ignoranza dell'esistenza del termine dell'obbligazione? Sì, ma non può ripetere ciò di cui il creditore si è arricchito per effetto del pagamento anticipato, neppure nei limiti della perdita subita. Sì, lo prevede espressamente l'art. 1185 del codice civile. No, può però ripetere ciò di cui il creditore si è arricchito per effetto del pagamento anticipato, nei limiti della metà della perdita subita. Il c.c. nulla dispone in merito, è da ritenere che il debitore possa ripetere integralmente ciò che ha pagato anticipatamente nell'ignoranza dell'esistenza del termine dell'obbligazione. No, può però ripetere nei limiti della perdita subita ciò di cui il creditore si è arricchito per effetto del pagamento anticipato.
La legge prescrive ed organizza la pubblicità di alcune categorie di fatti giuridici per soddisfare l'interesse generale a che tali fatti siano conoscibili a chiunque. Indicare quale delle seguenti affermazioni in merito non è corretta. La pubblicità-notizia assolve semplicemente alla funzione di rendere conoscibile un atto del quale il legislatore ritiene opportuno dare notizia. La pubblicità dichiarativa serve a rendere opponibile il negozio ai terzi o ad alcuni terzi. La pubblicità costitutiva è elemento costitutivo della fattispecie negoziale, senza la quale il negozio non soltanto non si può opporre a terzi, ma non produce effetti nemmeno tra le parti. Nella pubblicità-notizia l'omissione determina sempre la nullità dell'atto. La pubblicità sanante è una eccezionale ipotesi in cui la trascrizione ha la funzione di sanare gli eventuali vizi dell'atto.
In merito alla disciplina della rescissione del contratto è corretto affermare che... L'azione si prescrive, anche qualora ricorrono gli estremi di un reato, nel breve termine di un anno, che decorre dalla conclusione del contratto. La rescindibilità può essere opposta in via di eccezione quando, trascorso un anno dalla conclusione del contratto, l'azione sia prescritta. Legittimata all'esercizio dell'azione di rescissione è la persona danneggiata. Il contraente contro il quale è domandata la rescissione non può evitarla offrendo una modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità. Il contratto rescindibile ammette convalida, per cui la parte danneggiata, può dichiarare espressamente di rinunciare all'azione.
In applicazione del codice civile, la surrogazione ha luogo di diritto, tra l'altro,... Solo a vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. A vantaggio dell'acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. A vantaggio del debitore, che prende a mutuo una somma di danaro o altra cosa fungibile al fine di pagare il debito. Quando il creditore che riceve il pagamento da un terzo dichiari espressamente di volerlo far subentrare nei propri diritti verso il debitore.
Quando un diritto deve esercitarsi entro un dato termine sotto pena di decadenza, si applicano le norme relative all'interruzione della prescrizione? Sì, salvo che non sia disposto altrimenti. No, non si applicano le norme relative all'interruzione della prescrizione e del pari non si applicano le norme che si riferiscono alla sospensione, salvo che sia disposto altrimenti. Sì, sempre. Sì, quando si tratta di materie sottratte alla disponibilità delle parti. No, si applicano le norme riferite alla sospensione, salvo che la legge non disponga altrimenti.
Nell'espromissione il terzo può opporre al creditore le eccezioni relative ai suoi rapporti col debitore originario? No, in nessun caso. Sì, in ogni caso. No, se non è convenuto diversamente. Sì, ma non può opporgli invece le eccezioni che al creditore avrebbe potuto opporre il debitore originario. No, può opporgli invece la compensazione che avrebbe potuto opporre il debitore originario.
Ai sensi dell'art. 873 del c.c. le costruzioni su fondi finitimi, se non sono unite o aderenti,... Devono essere tenute a distanza non minore di tre metri; nei regolamenti locali può essere stabilita una distanza maggiore. Devono essere tenute a distanza non inferiore a quattro metri. Devono essere tenute a distanza non minore di dieci metri. Devono essere tenute a distanza superiore a due metri. Devono essere tenute a distanza non minore di tre metri.
Dispone l'art. 1266 del c.c. che quando la cessione del credito è a titolo gratuito, il cedente... Non è mai tenuto a garantire l'esistenza del credito al tempo della cessione. Si applicano le stesse disposizioni previste per la cessione del credito a titolo oneroso. È tenuto a garantire sia l'esistenza del credito al tempo della cessione sia la solvenza del debitore ceduto. È tenuto a garantire l'esistenza del credito al tempo della cessione, ma solo nei casi e nei limiti in cui la legge pone a carico del donante la garanzia per l'evizione. È tenuto a garantire solo la solvenza del debitore ceduto.
Secondo quanto dispone il codice civile il proprietario di un fondo contiguo al muro altrui può chiederne la comunione... Ma solo per tutta la sua altezza. Pagando nella sua interezza il valore del suolo su cui il muro è costruito. Semplicemente pagando al vicino il valore della porzione di muro che intende utilizzare. Per tutta l'altezza o parte di essa, purché lo faccia per tutta l'estensione della sua proprietà. E per ottenerla è sufficiente che paghi la metà del valore del suolo su cui il muro è costruito.
Ai sensi del codice civile, le disposizioni sulla mora del debitore si applicano alle obbligazioni di non fare? Sì, le disposizioni sulla mora del debitore non trovano applicazione solo nelle obbligazioni accessorie. No, tranne nel caso in cui dal titolo risulti una contraria volontà delle parti. Sì, in ogni caso. No, secondo quanto dispone espressamente l'art. 1222 del codice civile. Sì, salvo che dal titolo risulti una contraria volontà delle parti.
Quale è la distanza che, ai sensi del codice civile, deve osservare chi vuole scavare fossi o canali presso il confine? Il Codice Civile nulla dispone in proposito, demandando la disciplina ai regolamenti locali. Una distanza eguale alla profondità del fosso o del canale. Due metri tra il confine e il centro del fosso o canale. Una distanza di almeno tre metri; se non dispongono in maniera diversa i regolamenti locali. Una distanza pari al doppio della profondità del fosso o del canale.
Prima di procedere alla nomina del tutore il giudice tutelare deve sentire il minore... Che abbia raggiunto l'età di quattordici anni. Che abbia raggiunto l'età di dieci anni. Che abbia raggiunto l'età di sedici anni. In ogni caso. Quando ne sia richiesto dagli ascendenti e dai parenti prossimi.
Ai sensi dell'art. 360 del codice civile, chi rappresenta il minore nel caso in cui sia il tutore che il protutore si trovino in opposizione di interessi con il minore stesso? Un curatore speciale nominato dal giudice tutelare. La persona designata dal minore. Lo stesso giudice tutelare. Un nuovo tutore nominato dal giudice tutelare. Un curatore speciale nominato dal tribunale.
A norma delle disposizioni di cui all'art. 880 del c.c. il comproprietario di un muro comune può esimersi dall'obbligo di contribuire alle spese di ricostruzione? Sì, rinunziando al diritto di comunione in qualsiasi momento e senza alcuna condizione. Sì, rinunziando al diritto di comunione purché il muro comune non sostenga un edificio di sua spettanza. Sì, purché vi sia l'accordo di tutti gli altri comproprietari. Sì, purché la rinunzia contenga la previsione dell'obbligo per il rinunziante di provvedere alle sole ricostruzioni cui abbia dato causa col fatto proprio. No, in nessun caso.
L'obbligazione solidale... Ricorre quando il debitore delegante delega un terzo delegato ad eseguire il pagamento al creditore delegatario. Non può mai essere costituita da una pluralità di vincoli obbligatori in quanto deriva da un medesimo fatto giuridico. È quella in cui tra più creditori ciascuno ha diritto di chiedere l'adempimento dell'intera obbligazione e l'adempimento conseguito da uno di essi libera il debitore verso tutti i creditori (attiva) oppure quella in cui più debitori sono obbligati tutti per la medesima prestazione, in modo che ciascuno può essere costretto all'adempimento per la totalità e l'adempimento da parte di uno libera gli altri (passiva). Ha più soggetti, ciascuno dei quali è portatore di un diritto o obbligo parziale, proporzionato alla sua partecipazione al vincolo. Consiste in un contratto tra creditore ed un terzo per cui il terzo, senza intervento del debitore ne assume verso il creditore il debito.
Nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione, ai sensi dell'art. 2916 del codice civile,... Si tiene conto delle ipoteche, anche se giudiziali, iscritte dopo il pignoramento. Si tiene conto dei privilegi per la cui efficacia è necessaria l'iscrizione, se questa ha luogo dopo il pignoramento. Non si tiene conto dei privilegi per crediti sorti dopo il pignoramento. Si tiene conto delle ipoteche iscritte anche dopo il pignoramento o il sequestro conservativo, in quanto l'ipoteca iscritta anche dopo il pignoramento o il sequestro non è nulla ed è produttiva di effetti nella distribuzione della somma ricavata. Non si tiene conto delle ipoteche, anche se iscritte anteriormente al pignoramento.
Ai sensi dell'art. 874 del c.c. il proprietario di un fondo contiguo al muro altrui può chiederne la comunione... Per tutta l'altezza o parte di essa, purché lo faccia per tutta l'estensione della sua proprietà. Semplicemente pagando al vicino il valore del suolo su cui il muro è costruito. E per ottenerla è sufficiente che paghi al vicino la parte di muro resa comune. Per tutta l'altezza o per parte di essa, anche per una parte soltanto dell'estensione della sua proprietà. Pagando al vicino la metà del suolo su cui giace il muro.
Sono soggetti a trascrizione, ai sensi dell'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... Tutti i contratti per la produzione di beni o l'esecuzione di servizi. Gli atti e le sentenze da cui risulta liberazione o cessione di pigioni o di fitti non ancora scaduti, per un termine maggiore di sette anni. I contratti che costituiscono la comunione del diritto di proprietà di beni immobili. I contratti di società e di associazione con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, qualunque sia la loro durata. I provvedimenti con i quali nell'esecuzione forzata si trasferiscono la proprietà di beni immobili o altri diritti reali immobiliari, compresa la vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente.
Ai sensi dell'art. 346 del c.c., chi nomina il tutore? Il presidente del tribunale per i minorenni. Il presidente della corte d'appello competente per territorio. Il giudice tutelare. Il presidente del tribunale. Il procuratore generale della Repubblica competente per territorio.
Il proprietario del fondo può legittimamente impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, quando chi lo chiede non è munito della licenza di caccia rilasciata dall'autorità amministrativa? Sì, ma solo se il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge. Sì, ma solo nel caso in cui vi siano colture suscettibili di danno. Sì. Può impedirlo solo ad un minore. Può impedirlo solo ad un interdetto.
Nel contratto di comodato... Se il comodatario non adempie gli obblighi contrattuali, il comodante può chiedere l'immediata restituzione della cosa, oltre al risarcimento del danno. Il comodatario è tenuto a restituire la cosa su semplice richiesta del comodante. Gli unici obblighi del comodatario sono la custodia e la conservazione della cosa. Il comodatario può concedere a un terzo il godimento della cosa senza il consenso del comodante. Il comodatario che impiega la cosa per un uso diverso o per un tempo più lungo di quello a lui consentito, è sempre responsabile della perdita avvenuta, anche per causa a lui non imputabile.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. Nell'accollo interno... Il creditore (accollatario) ha diritto di rivolgersi all'accollante semplice per ottenere il pagamento del suo credito. Le parti intendono attribuire tutti i diritti al creditore (accollatario) verso l'accollante. Il terzo accollante, in caso di mancata osservanza dell'obbligo assunto, risponde dell'inadempimento sia nei confronti del debitore accollato, sia nei confronti del creditore accollatario. Le parti non intendono attribuire alcun diritto al creditore (accollatario) verso l'accollante, quest'ultimo si impegna soltanto nei confronti del debitore (accollato). Il creditore acquista, accanto a quello originario, un nuovo debitore.
Indicare quale affermazione sulla sospensione della prescrizione è corretta. Nella sospensione è l'inerzia stessa che viene a mancare, o perché il diritto è stato esercitato o perché esso è stato riconosciuto all'altra parte. La sospensione può essere determinata solo da determinati rapporti tra le parti. La sospensione si verifica quando l'inerzia del titolare permane, ma trova giustificazione in particolari situazioni previste dalla legge. La sospensione può essere determinata anche da semplici impedimenti di fatto. La sospensione ha luogo o perché il titolare compie un atto con il quale esercita un diritto o perché il diritto viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto.
Quando l'obbligazione ha più soggetti, ciascuno dei quali è portatore di un diritto o obbligo parziale proporzionato alla sua partecipazione al vincolo, l'obbligazione è... Passiva. Attiva. Solidale. Parziaria. Alternativa.
Il creditore ha diritto di farsi pagare con prelazione sulla cosa ricevuta in pegno. Al riguardo l'art. 2787 del codice civile dispone che... La prelazione si può far valere solo se la cosa data in pegno è rimasta in possesso di un terzo designato dalle parti. La prelazione si può far valere solo se la cosa data in pegno è rimasta in possesso del creditore. La prelazione non si può far valere se la cosa data in pegno non è rimasta in possesso del creditore o presso il terzo designato dalle parti. Quando il credito garantito non eccede la somma di euro 50, la prelazione ha luogo, anche se il pegno non risulta da scrittura con data certa che contenga sufficiente indicazione del credito e della cosa. Il pegno può farsi valere solo se risulta da polizza o da altra scrittura di enti che, debitamente autorizzati, compiono professionalmente operazioni di credito su pegno.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. Nell'accollo interno... Il terzo accollante ed il debitore accollato non possono accordarsi per modificare o revocare l'impegno inizialmente assunto dall'accollante stesso. Le parti intendono attribuire tutti i diritti al creditore (accollatario) verso l'accollante. Il creditore non acquista, accanto a quello originario, un nuovo debitore. Il creditore non rimane esterno né al rapporto né all'efficacia del contratto di accollo. Il creditore (accollatario) ha diritto di rivolgersi all'accollante semplice per ottenere il pagamento del suo credito.
Il contratto che il rappresentante conclude con sé stesso, in proprio o come rappresentante di un'altra parte,... È annullabile tranne nel solo caso in cui il rappresentato lo abbia autorizzato specificatamente. È annullabile, salvo che il rappresentato lo abbia autorizzato specificatamente ovvero il contenuto del contratto sia determinato in modo da escludere la possibilità di conflitto d'interessi. È nullo di diritto. È nullo ma può essere convalidato dal giudice. È annullabile e l'impugnazione può essere proposta anche dal rappresentante.
La simulazione relativa può investire anche il tipo di contratto? Sì, la simulazione relativa può investire il tipo di contratto, l'oggetto del contratto e i soggetti del contratto. No, la simulazione relativa può investire solo i soggetti del contratto. No, la simulazione relativa può investire solo l'oggetto del contratto. No, solo la simulazione assoluta può investire il tipo di contratto. Sì, la simulazione relativa può investire solo il tipo di contratto.
Per gli atti di costituzione di diritti reali sulla cosa comune occorre il consenso... Della maggioranza dei partecipanti alla comunione calcolata secondo il valore delle quote. Della maggioranza calcolata alla stregua del numero dei partecipanti alla comunione. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i tre quarti del valore complessivo della cosa comune. Della maggioranza dei partecipanti alla comunione che rappresenti almeno i due terzi del valore complessivo della cosa comune. Di tutti i partecipanti alla comunione.
Nella pubblicità costitutiva, la pubblicità è elemento costitutivo della fattispecie negoziale, senza la quale il negozio non soltanto non si può opporre a terzi, ma non produce effetti nemmeno tra le parti. Costituisce esempio di pubblicità costitutiva... L'iscrizione nei registro delle imprese di una società per azioni. La pubblicazione matrimoniale. La trascrizione immobiliare. Il testamento. La donazione.
Nelle obbligazioni alternative la scelta spetta... Sempre al giudice. Al debitore se non è stata attribuita al creditore o ad un terzo. Al creditore se non è stata attribuita al debitore o ad un terzo. Al debitore o al creditore, a seconda che debbano essere eseguite al domicilio dell'uno o dell'altro. Sempre al debitore.
Si devono rendere pubblici con il mezzo della trascrizione, secondo quanto dispone l'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... I contratti di locazione di beni immobili qualunque ne sia la durata. Le transazioni che hanno per oggetto controversie sulla proprietà di beni immobili. Tutti i contratti per il godimento di beni. Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, quando la durata del consorzio eccede i sette anni o è indeterminata. Gli atti e le sentenze da cui risulta liberazione o cessione di pigioni o di fitti non ancora scaduti, per un termine maggiore di sette anni.
Le azioni volte ad ottenere l'adempimento del contratto dissimulato, e dunque l'attuazione dei diritti da esso derivanti... Si prescrivono in dieci anni. Sono imprescrittibili. Sono suscettibili di prescrizione, secondo le regole applicabili in relazione ai diritti specificamente attribuiti alle parti dal contratto dissimulato. Si prescrivono in tre anni. Si prescrivono in cinque anni.
La simulazione relativa può dar luogo ad una falsa rappresentazione dei soggetti nel contratto? Sì, e in tal caso si parla di interposizione fittizia di persona. No, la simulazione relativa può investire solo l'oggetto del contratto. Sì, la simulazione relativa può investire solo i soggetti del contratto. No, la simulazione relativa può investire solo il tipo di contratto. No, solo la simulazione assoluta può dar luogo ad una falsa rappresentazione dei soggetti nel contratto.
Sono soggetti a trascrizione, ai sensi dell'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... I provvedimenti con i quali nell'esecuzione forzata si trasferiscono la proprietà di beni immobili o altri diritti reali immobiliari, compresa la vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente. I contratti di trasporto. I contratti di locazione di beni immobili di durata pari o superiore a sette anni. I contratti che costituiscono o modificano il diritto di abitazione. Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, qualunque sia la durata del consorzio.
Quando le nullità affettano intrinsecamente l'atto di autonomia, che risulta viziato in uno dei suoi elementi costituivi, e quindi inadatto a dispiegare i propri effetti, si parla di... Nullità "di protezione". Nullità "testuali". Nullità "relativa". Nullità "virtuali". Nullità "strutturali".
Dispone l'art. 1417 del cod. civ. che la prova per testimoni della simulazione, qualora sia diretta a far valere l'illiceità del contratto dissimulato... È ammissibile senza limiti solo se è proposta da creditori o da terzi. È ammissibile senza limiti anche se è proposta dalle parti e non solo se è proposta da creditori o da terzi. È ammissibile senza limiti solo se è proposta dalle parti. È ammissibile solo qualora il contratto sia di modico valore. È ammissibile senza limiti solo qualora sia diretta a far valere l'illiceità del contratto dissimulato.
Prescrive l'art. 21 del codice civile in ordine alle deliberazioni dell'assemblea delle associazioni riconosciute che... Per deliberare lo scioglimento dell'associazione occorre il voto favorevole della totalità degli associati. Per modificare l'atto costitutivo e lo statuto, se in essi non è altrimenti disposto, occorrono la presenza di almeno tre quarti degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Nelle deliberazioni gli amministratori non hanno voto. In seconda convocazione le deliberazioni dell'assemblea sono prese a maggioranza di voti e con la presenza di almeno la metà degli associati. Nelle assemblee gli amministratori, i sindaci ed i probiviri, ancorché associati, non hanno diritto di voto.
In materia di durata dell'ufficio di tutore dell'interdetto, l'art. 426 del codice civile dispone che... L'ufficio di tutore è irrinunciabile. Nessuno è tenuto a continuare nella tutela dell'interdetto oltre dieci anni, ad eccezione del coniuge, della persona stabilmente convivente, degli ascendenti o dei discendenti. In nessun caso l'ufficio di tutore può durare oltre dieci anni. Nessuno è tenuto a continuare nella tutela dell'interdetto oltre cinque anni, ad eccezione del coniuge. Il tutore deve ogni tre anni essere riconfermato dal tribunale.
Dispone il cod. civ. in merito all'esecuzione forzata in forma specifica, che se non è adempiuto un obbligo di non fare, l'avente diritto... Può ottenere che sia distrutto, a spese dell'obbligato, ciò che è stato fatto in violazione dell'obbligo. Può sempre ottenere la distruzione della cosa anche nell'ipotesi in cui, così facendo si rechi danno all'economia nazionale. Può ottenere soltanto il risarcimento dei danni per il pregiudizio cagionatogli dall'inadempimento. Può soltanto chiedere l'assegnazione in proprietà di ciò che è stato fatto in violazione dell'obbligo. Può solo ottenere dal giudice il riconoscimento di un congruo risarcimento.
Nella distribuzione della somma ricavata dall'esecuzione, ai sensi dell'art. 2916 del codice civile,... Si tiene conto dei privilegi per crediti sorti dopo il pignoramento. Si tiene conto dei privilegi per la cui efficacia è necessaria l'iscrizione, se questa ha luogo dopo il pignoramento. Non si tiene conto delle ipoteche, anche se giudiziali, iscritte dopo il pignoramento. Si tiene conto delle ipoteche iscritte anche dopo il pignoramento o il sequestro conservativo, in quanto l'ipoteca iscritta anche dopo il pignoramento o il sequestro non è nulla ed è produttiva di effetti nella distribuzione della somma ricavata. Non si tiene conto delle ipoteche, anche se iscritte anteriormente al pignoramento.
La fideiussione... Può prestarsi anche per una parte soltanto del debito. Può eccedere ciò che è dovuto dal debitore. Non può prestarsi a condizioni meno onerose rispetto all'obbligazione principale. Eccedente il debito o contratta a condizioni più onerose non è valida. È una forma impropria di garanzia effettuata attraverso una dichiarazione.
Cosa dispone l'art. 2922 del cod. civ. in merito ai vizi della cosa? Nella vendita forzata non ha luogo la garanzia per vizi della cosa. Essa non può essere impugnata per causa di lesione. Nella vendita forzata ha luogo la garanzia per vizi della cosa. Essa può essere impugnata per causa di lesione. Nella vendita forzata non ha luogo la garanzia per vizi della cosa. Essa può essere impugnata per causa di lesione. La garanzia per vizi nella vendita forzata opera solo quando oggetto della vendita sono beni mobili iscritti nei pubblici registri. Nella vendita forzata ha luogo la garanzia per vizi della cosa. Essa non può essere impugnata per causa di lesione.
Nel contratto estimatorio, se la restituzione delle cose nella loro integrità è divenuta impossibile, chi le ha ricevute... È in ogni caso liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, ma risponde dei danni. È liberato dall'obbligo di pagare il prezzo se la mancata restituzione dipende da causa di forza maggiore. È sempre liberato dall'obbligo di pagare il prezzo. Non è liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, anche se la mancata restituzione non è a lui imputabile. È liberato dall'obbligo di pagare il prezzo, nel caso in cui la mancata restituzione non è a lui imputabile.
Le cause di nullità del contratto possono essere suddivise in quattro grandi categorie, tre espressamente previste dall'art. 1418 del cod. civ. e una che si va diffondendo nella legislazione speciale. I patti di esonero da responsabilità per il debitore (art. 1229 del cod. civ), ... Sono afferenti alle nullità "di protezione". Sono afferenti alle nullità "strutturali". Sono afferenti alle nullità "relative". Sono afferenti alle nullità "testuali". Sono afferenti alle nullità "virtuali".
Indicare quale affermazione sulla sospensione della prescrizione è corretta. La sospensione può essere determinata solo da determinati rapporti tra le parti. La sospensione può essere determinata solo dalla condizione del titolare. Nella sospensione il tempo anteriore al verificarsi della causa che la determina non perde la sua rilevanza e si somma con il periodo successivo alla cessazione dell'operatività dell'evento sospensivo. Nella sospensione è l'inerzia stessa che viene a mancare, o perché il diritto è stato esercitato o perché esso è stato riconosciuto all'altra parte. La sospensione opera come una vera e propria frattura che impedisce di tenere in alcun conto il tempo già trascorso, cosicché inizia a decorrere un nuovo periodo di prescrizione.
Le obbligazioni risultanti da titoli al portatore possono essere garantite con ipoteca? No, possono essere garantiti con ipoteca solo i titoli all'ordine. Sì. No, in alcun caso. Sì, a condizione che i titoli siano emessi da un istituto di credito. Sì, a condizione che i titoli siano emessi dallo Stato.
L'azione revocatoria, ai sensi dell'art. 2903 del codice civile,... Si prescrive in tre anni dalla data in cui il diritto può essere fatto valere (in caso di fallimento dal giorno della dichiarazione fallimentare). Si prescrive in due anni dalla data dell'atto. Si prescrive in dieci anni dalla data dell'atto. Si prescrive in cinque anni dalla data dell'atto. È imprescrittibile.
L'art. 1448 del cod. civ. prevede l'ipotesi di rescissione del contratto per lesione. Indicare quale affermazione in merito è corretta. Lo stato di bisogno della parte danneggiata, va inteso come assoluta indigenza o incapacità patrimoniale, e non anche come situazione di difficoltà economica transitoria. Affinché il contratto sia rescindibile la lesione deve essere ultra dimidium, ovvero la sproporzione fra le due prestazioni deve essere superiore alla metà. Il contratto rimane comunque rescindibile anche se a causa di circostanze sopravvenute, la sproporzione è venuta a mancare al momento della presentazione della domanda di rescissione. Affinché il contratto possa essere rescisso gli interessi minacciati devono essere strettamente personali e non patrimoniali. L'azione è ammissibile qualsiasi sia l'entità della lesione; è sufficiente vi sia l'approfittamento dello stato di bisogno.
Quando la nullità di un contratto è prevista ai fini di tutela di una parte, e non di interessi generali né dell'ordine pubblico, come accade ad esempio per i contratti del consumatore, si parla di... Nullità "di protezione". Nullità "testuale". Nullità "strutturale". Nullità "virtuale". Nullità "relativa".
La restituzione volontaria del titolo originale del credito, fatta dal creditore al debitore, costituisce prova della liberazione? Sì, limitatamente al debitore a cui è stato restituito il titolo originale del credito, salvo che nel titolo stesso non vi sia la volontà di liberare anche i condebitori in solido. No, è sempre necessaria una dichiarazione esplicita del creditore. Sì, anche rispetto ai condebitori in solido. Sì, limitatamente al debitore a cui è stato restituito il titolo originale del credito. Sì, nei soli confronti dei terzi creditori del debitore.
Ai sensi del codice civile, la remissione accordata al debitore principale libera i fideiussori? No, in alcun caso. Sì, sempre. Sì, ma solo in caso in cui la fonte dell'obbligo del fideiussore sia prevista per legge e non per volontà privata delle parti. No, salvo che i fideiussori abbiano espressamente inserito nella fideiussione la clausola che ne preveda la liberazione in caso di remissione accordata al debitore. Sì, con il consenso del creditore.
L'art. 1448 del cod. civ. prevede l'ipotesi di rescissione del contratto per lesione. Indicare quale affermazione in merito è corretta. Il contratto non è rescindibile se gli interessi minacciati sono patrimoniali. L'azione è ammissibile qualsiasi sia l'entità della lesione; è sufficiente vi sia l'approfittamento dello stato di bisogno. Affinché il contratto sia rescindibile la lesione, ovvero la sproporzione fra le due prestazioni, deve essere superiore ad un terzo. La lesione deve essere accertata con riferimento al momento della conclusione del contratto. Lo stato di bisogno della parte danneggiata, va inteso come assoluta indigenza o incapacità patrimoniale, e non anche come situazione di difficoltà economica transitoria.
Ai sensi dell'art. 2810 del codice civile è corretto affermare che... Possono essere oggetto di ipoteca solo le rendite dello Stato nel modo determinato dalle leggi relative al debito pubblico. Possono essere oggetto di ipoteca solo i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze. Può essere oggetto di ipoteca il diritto di uso su qualunque bene in commercio. Può essere oggetto di ipoteca il diritto dell'enfiteuta e quello del concedente sul fondo enfiteutico. Non può essere oggetto di ipoteca il diritto di superficie.
Secondo quanto dispone l'art. 54 del codice civile, una persona che abbia ottenuto l'immissione nel possesso temporaneo dei beni dell'assente può alienarli? Sì, se autorizzata dal curatore dello scomparso. Sì, se autorizzata dal Tribunale per necessità o utilità evidente. Sì, in caso di necessità o utilità evidente e senza alcuna autorizzazione. No, in nessun caso fino alla dichiarazione di morte presunta. No, può solo ipotecarli.
Cosa dispone l'art. 2674 del cod. civ. in merito alla pubblicità dei registri immobiliari? Qualora sia presentata per la trascrizione nei registri immobiliari della competente conservatoria la copia autentica di un atto di compravendita ed il conservatore rifiuti la trascrizione, le parti devono attivare la competente commissione presso il consiglio dell'ordine dei notai per instaurare il contraddittorio innanzi all'intendente di finanza. Qualora sia presentata per la trascrizione nei registri immobiliari della competente conservatoria la copia autentica di un atto di compravendita ed il conservatore rifiuti la trascrizione, le parti possono solo rivolgersi entro tre giorni all'autorità giudiziaria. Qualora sia presentata per la trascrizione nei registri immobiliari della competente conservatoria la copia autentica di un atto di compravendita ed il conservatore rifiuti la trascrizione, le parti possono far stendere immediatamente verbale del rifiuto da un notaio o da un ufficiale giudiziario assistito da due testimoni. Che per individuare un immobile è sufficiente avere gli estremi catastali e che quindi non è necessario individuare almeno uno dei presenti o passati proprietari. Qualora sia presentata per la trascrizione nei registri immobiliari della competente conservatoria la copia autentica di un atto di compravendita ed il conservatore rifiuti la trascrizione, le parti devono fare stendere verbale del rifiuto dal notaio che ha ricevuto l'atto, senza possibilità di rivolgersi ad altri notai.
Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento se il fatto colposo del creditore ha concorso a cagionare il danno? Sì, ma il risarcimento è ridotto in ogni caso alla metà dell'ammontare del danno. Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore fino ad un massimo di un terzo del danno. Sì, ma il risarcimento è ridotto in ogni caso ad un terzo dell'ammontare del danno. No, in nessuna misura. Sì, ma il risarcimento è diminuito secondo la gravità della colpa del creditore e l'entità delle conseguenze che ne sono derivate.
Ai sensi dell'art. 374 del c.c., il tutore deve essere autorizzato dal giudice tutelare per... Alienare beni, compresi i frutti e i mobili anche se soggetti a facile deterioramento. Procedere a divisioni o promuovere i relativi giudizi. Promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi. Fare compromessi e transazioni o accettare concordati. Costituire pegni o ipoteche.
Nelle obbligazioni pecuniarie sono dovuti gli interessi legali dal giorno della mora. Al creditore che dimostri di aver subito un danno maggiore spetta un ulteriore risarcimento? Sì, salvo sia stata convenuta la misura degli interessi moratori. No, in nessun caso, in quanto gli interessi legali servono a compensare ogni danno subito dal creditore. Sì, salvo che la misura convenuta degli interessi moratori sia almeno doppia del tasso legale. Sì, nella misura aggiuntiva del due per cento. Sì, in tutti i casi, indipendentemente da quanto le parti abbiano già previsto e regolamentato.
Nella pubblicità costitutiva, la pubblicità è elemento costitutivo della fattispecie negoziale, senza la quale il negozio non soltanto non si può opporre a terzi, ma non produce effetti nemmeno tra le parti. Costituisce esempio di pubblicità costitutiva... L'iscrizione nei registri mobiliari ipotecari. La pubblicazione matrimoniale. La trascrizione immobiliare. Il testamento. L'atto di accettazione dell'eredità.
A norma di quanto dispone l'art. 2651 del c.c. sussiste l'onere di trascrivere le sentenze da cui risultano estinte per prescrizione servitù prediali? No. No, sussiste l'onere di trascrivere solo le sentenze da cui risulta acquistato per usucapione uno dei diritti di cui all'art. 2643 del c.c. Sì. Sì, ma solo nel caso di servitù coattive. No, salvo che nella sentenza non sia disposta espressamente l'iscrizione.
Ai sensi dell'art. 2810 del codice civile è corretto affermare che... Non possono essere oggetto di ipoteca le rendite dello Stato. Possono essere oggetto di ipoteca solo i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze. Possono essere oggetto di ipoteca i beni mobili, esclusi i beni mobili registrati. Può essere oggetto di ipoteca il diritto di superficie. Non può essere oggetto di ipoteca il diritto dell'enfiteuta e quello del concedente sul fondo enfiteutico.
Si può avere rappresentanza legale nei casi in cui anziché incapacità di agire, ricorra una limitazione della capacità giuridica? No, si può avere solo rappresentanza organica. No, non si può avere né rappresentanza legale né volontaria. Sì, si può avere solo rappresentanza legale. Sì, si può avere rappresentanza legale ovvero volontaria. No, si può avere solo rappresentanza volontaria.
L'istituto della prescrizione decorre anche nel caso in cui il titolare ignorava l'esistenza del diritto? Sì, anche se l'ignoranza dipende da dolo del debitore. Sì, salvo che l'ignoranza dipenda da dolo del debitore. No, in tal caso non trova applicazione l'istituto della prescrizione. Sì, anche se si tratta di diritti indisponibili. Sì, salvo per le potestà di diritto familiare.
Nella deliberazione del giudice tutelare concernente il luogo dove il minore deve essere allevato e il suo avviamento agli studi o all'esercizio di un'arte, mestiere o professione, il minore deve essere ascoltato? Sì, se ha compiuto sedici anni. Sì, se ha compiuto quattordici anni. Sì, se ha compiuto quindici anni. Sì, se ha compiuto dieci anni. No, decide sempre il giudice tutelare in piena autonomia.
In relazione agli effetti, si distinguono alcuni tipi di pubblicità: pubblicità dichiarativa, pubblicità costitutiva, ecc. La pubblicità costitutiva... È una speciale forma di pubblicità relativa alle persone giuridiche private (associazioni, fondazioni, ecc.). È una speciale forma di pubblicità che ha la funzione di sanare gli eventuali vizi dell'atto. È elemento costitutivo della fattispecie negoziale, senza la quale il negozio non soltanto non si può opporre a terzi, ma non produce effetti nemmeno tra le parti. Serve a rendere opponibile il negozio ai terzi o ad alcuni terzi. Assolve semplicemente alla funzione di rendere conoscibile un atto del quale il legislatore ritiene opportuno dare notizia.
Il creditore ha diritto di farsi pagare con prelazione sulla cosa ricevuta in pegno. Al riguardo l'art. 2787 del codice civile dispone che... La prelazione si può far valere solo se la cosa data in pegno è rimasta in possesso di un terzo designato dalle parti. Quando il credito garantito eccede la somma di euro 2,58, la prelazione non ha luogo se il pegno non risulta da scrittura con data certa che contenga sufficiente indicazione del credito e della cosa. La prelazione si può far valere in ogni caso, anche se la cosa data in pegno non è rimasta in possesso del creditore o presso il terzo designato dalle parti. Il pegno può farsi valere solo se risulta da polizza o da altra scrittura di enti che, debitamente autorizzati, compiono professionalmente operazioni di credito su pegno. La prelazione si può far valere solo se la cosa data in pegno è rimasta in possesso del creditore.
Se il vicino vuole servirsi del muro esistente sul confine solo per innestarvi un capo del proprio muro,... Non deve versare alcuna indennità ma deve pagare la totalità del valore del muro di cui intende servirsi. Non ha l'obbligo di renderlo comune, ma deve pagare il valore del suolo su cui il muro è costruito. Deve pagare la metà del valore del muro di cui intende servirsi. Ha l'obbligo di renderlo comune e di pagare una indennità per l'innesto. Non ha l'obbligo di renderlo comune, ma deve pagare una indennità per l'innesto.
Ai sensi del codice civile, dove si apre la tutela dei minori se entrambi i genitori sono morti? Presso il tribunale del circondario dove è la sede principale degli affari e interessi del minore. Presso il tribunale del circondario dove è domiciliata la persona da nominare quale tutore. Presso la Corte d'Appello dove è la sede principale degli affari e interessi del minore. Presso il tribunale del circondario dove è domiciliato il tutore del minore. Presso il Comune dove è la sede principale degli affari e interessi del minore.
Dispone l'art. 1284 del c.c. che il saggio degli interessi è determinato in misura pari al... 3% in ragione d'anno. 2,5% per semestre. 1% per semestre. 2,5% in ragione d'anno. 2% in ragione d'anno.
Si devono rendere pubblici con il mezzo della trascrizione, secondo quanto dispone l'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... I contratti di società e di associazione con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, quando la durata della società o dell'associazione eccede i sette anni o è indeterminata. Le transazioni che hanno per oggetto controversie sulle locazioni di beni immobili, qualora la locazione sia superiore a cinque anni. La vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente. I contratti bancari. Gli atti e le sentenze di affrancazione del fondo enfiteutico.
Ai sensi dell'art. 346 del c.c., quale organo è preposto alla nomina dei tutori e dei protutori? Il presidente della corte d'appello competente per territorio. Il procuratore generale della Repubblica competente per territorio. Il presidente del tribunale per i minorenni. Il giudice tutelare. Il presidente del tribunale.
Se in seguito ad una vendita simulata, il simulato acquirente pretende di esercitare i diritti nascenti dall'atto simulato, il simulato alienante può far dichiarare la simulazione della vendita? Sì, alla stregua di tutti gli altri contratti. No, in quanto il contratto simulato non produce effetto tra le parti. No, solo i terzi possono far dichiarare la simulazione della vendita. No, perché il contratto è inesistente. Sì, con sentenza di accertamento.
Le cause di nullità del contratto possono essere suddivise in quattro grandi categorie, tre espressamente previste dall'art. 1418 del cod. civ. e una che si va diffondendo nella legislazione speciale. La pattuizione volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato (L. n. 431/1998), ... È afferente alle nullità "di protezione". È afferente alle nullità "relative". È afferente alle nullità "virtuali". È afferente alle nullità "testuali". È afferente alle nullità "strutturali".
A norma di quanto dispone l'art. 2964 del Codice civile, quando un diritto deve esercitarsi entro un dato termine sotto pena di decadenza, si applicano le norme relative alla sospensione della prescrizione? No, salvo che si tratti di diritti della personalità o di Stato. Sì, trovano applicazione sia le norme relative all'interruzione che le norme relative alla sospensione. No, salvo che sia disposto altrimenti. Sì, trovano sempre applicazione. No, non trovano mai applicazione.
Il codice civile consente al debitore di imputare il pagamento al capitale, piuttosto che agli interessi e alle spese? Sì, lo prevede espressamente l'art. 1194 del c.c., ma solo con il consenso del creditore. Il c.c. consente al debitore di imputare il pagamento nell'ordine alle spese, agli interessi e al capitale. No, lo esclude tassativamente l'art. 1194 del c.c. Sì, sempre. Il c.c. nulla dispone in merito; è quindi da intendersi che è sempre in facoltà delle parti decidere in merito.
Se l'esercizio di un diritto dipende dalla volontà del soggetto, come ad esempio il diritto di chiedere l'annullamento del contratto, quando inizia a decorrere la prescrizione? Dal momento in cui il diritto poteva essere esercitato. Dall'ultimo atto di esercizio del diritto. Dal momento in cui si verifica un fatto lesivo del diritto. Dal momento in cui è stato stipulato il contratto. Dal 01/01 dell'anno successivo a quello in cui è stato stipulato il contratto.
Nella linea retta il computo dei gradi di parentela si effettua... Computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite. Salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, restando escluso lo stipite. Computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, compreso lo stipite. Computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, compreso lo stipite, conteggiato doppio. Salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, restando compreso lo stipite.
Chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona può dichiarare, quando paga, quale debito intende soddisfare. In mancanza di tale dichiarazione, il pagamento deve essere imputato... Tra più debiti scaduti, a quello più garantito. Tra più debiti ugualmente onerosi per il debitore, al più recente. Tra più debiti ugualmente garantiti, al più oneroso per il debitore. In ogni caso all'obbligazione naturale non produttiva di interessi. Al debito o ai debiti prescritti.
Se una scrittura privata con sottoscrizione autenticata si trova depositata, in unico originale, presso un notaio, cosa deve presentare al conservatore dei registri immobiliari la parte che ne domanda la trascrizione? Nulla, la presentazione è di competenza del notaio che ha autenticato la scrittura. Una copia autenticata dal notaio. Una copia ancorché non autenticata. Una copia autenticata da un qualunque pubblico ufficiale. L'originale della scrittura.
A norma di quanto dispone l'art. 2920 del codice civile, se oggetto della vendita forzata è una cosa mobile, coloro che avevano la proprietà o altri diritti reali su di essa, ma non hanno fatto valere le loro ragioni sulla somma ricavata dall'esecuzione... Non possono farle valere nei confronti dell'acquirente di buona fede, ma possono ripetere dai creditori la somma distribuita. Non possono farle valere in ogni caso né nei confronti dell'acquirente, né possono ripetere dai creditori la somma distribuita. Non possono farle valere nei confronti dell'acquirente di buona fede, né possono ripetere dai creditori la somma distribuita. Possono farle valere anche nei confronti dell'acquirente di buona fede. Possono solo ripetere dai creditori la somma distribuita.
Quando una persona ha nel medesimo luogo il domicilio e la residenza e trasferisce questa altrove, di fronte ai terzi di buona fede... Si considera in ogni caso trasferito anche il domicilio. Si considera trasferito anche il domicilio, solo nel caso in cui il trasferimento avvenga in Regioni diverse. Si considera trasferito anche il domicilio, solo nel caso in cui il trasferimento avvenga all'estero. Si considera trasferito anche il domicilio, se non si è fatta una diversa dichiarazione nell'atto in cui si è denunciato il trasferimento della residenza. Si considera trasferita solo la residenza.
Secondo quanto dispone l'art. 54 del c.c., una persona immessa nel possesso temporaneo dei beni dell'assente può sottoporli a pegno? Sì, se autorizzata dal curatore dello scomparso. Sì, senza che sia necessaria alcuna autorizzazione. No, il c.c. impone un divieto assoluto in tal senso. No, in nessun caso fino alla dichiarazione di morte presunta. Sì, se autorizzata dal Tribunale per necessità o utilità evidente.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. Nell'accollo interno... Il terzo accollante, in caso di mancata osservanza dell'obbligo assunto, risponde dell'inadempimento soltanto nei confronti del debitore accollato, non già nei confronti del creditore accollatario. Il creditore acquista, accanto a quello originario, un nuovo debitore. Le parti intendono attribuire tutti i diritti al creditore (accollatario) verso l'accollante. Il terzo accollante ed il debitore accollato non possono accordarsi per modificare o revocare l'impegno inizialmente assunto dall'accollante stesso. Il creditore non rimane esterno né al rapporto né all'efficacia del contratto di accollo.
La prestazione che forma oggetto dell'obbligazione deve essere suscettibile di valutazione economica? No, purché corrisponda ad un interesse anche non patrimoniale del creditore. No, è sufficiente che essa sia possibile. No, è sufficiente che essa sia lecita. Sì, lo prevede espressamente l'art. 1174 del c.c. No, è sufficiente che essa sia determinata.
A norma dell'art. 375 del codice civile, il tutore deve essere autorizzato dal tribunale per... Accettare eredità o rinunciarvi, accettare donazioni o legati soggetti a pesi o a condizioni. Promuovere giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi. Costituire pegni o ipoteche. Fare contratti di locazione d'immobili oltre il novennio o che in ogni caso si prolunghino oltre un anno dopo il raggiungimento della maggiore età. Acquistare beni o immobili.
In relazione agli effetti, si distinguono alcuni tipi di pubblicità: pubblicità dichiarativa, pubblicità costitutiva, ecc. La pubblicità dichiarativa... È una speciale forma di pubblicità relativa alle persone giuridiche private (associazioni, fondazioni, ecc.). Rappresenta un onere per i soggetti; in caso di omissione l'atto resta valido tra le parti, ma inopponibile ai terzi o ad alcuni terzi. Assolve semplicemente alla funzione di rendere conoscibile un atto del quale il legislatore ritiene opportuno dare notizia. Costituisce elemento costitutivo della fattispecie negoziale, senza la quale il negozio non soltanto non si può opporre a terzi, ma non produce effetti nemmeno tra le parti. È una speciale forma di pubblicità che ha la funzione di sanare gli eventuali vizi dell'atto.
In caso di devoluzione dei beni di una fondazione, i creditori della stessa che durante la liquidazione non hanno fatto valere il loro credito, possono chiedere il pagamento a coloro ai quali i beni sono stati devoluti? Sì, entro sei mesi dalla chiusura della liquidazione, in proporzione e nei limiti di ciò che hanno ricevuto coloro ai quali i beni sono stati devoluti. Sì, entro l'anno dalla chiusura della liquidazione, in proporzione e nei limiti di ciò che hanno ricevuto coloro ai quali i beni sono stati devoluti. Sì, entro sei mesi, ma solo se la devoluzione ha avuto per oggetto beni mobili. Sì, entro i termini di prescrizione del diritto di credito (cinque anni) e per l'intero credito. No, i creditori della stessa che durante la liquidazione non hanno fatto valere il loro credito, non possono chiedere il pagamento a coloro ai quali i beni sono stati devoluti.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. L'accollo esterno... Si ha quando il creditore rimane esterno al rapporto e l'efficacia del contratto di accollo rimane inter partes. Si ha quando il terzo accollante, in caso di mancata osservanza dell'obbligo assunto, risponde dell'inadempimento soltanto nei confronti del debitore accollato, non già nei confronti del creditore accollatario. Si ha quando il creditore (accollatario) non ha diritto di rivolgersi all'accollante semplice per ottenere il pagamento del suo credito. Si ha quando le parti non intendono attribuire alcun diritto al creditore (accollatario) verso l'accollante, quest'ultimo si impegna soltanto nei confronti del debitore. Si ha quando l'accordo tra terzo accollante e debitore accollato è aperto all'adesione del creditore.
Quale è la distanza che, ai sensi del Codice Civile, bisogna osservare per aprire un pozzo od una cisterna presso il confine? Almeno due metri tra il confine ed il punto più vicino del perimetro interno delle opere a meno che il muro divisorio sia sul confine. In questo caso è sufficiente una distanza minima di un metro e mezzo. Almeno tre metri tra il confine ed il punto più vicino del pozzo o della cisterna. Non meno di tre metri tra il confine ed il punto più vicino del perimetro interno delle opere; nel caso ci sia la presenza di un muro divisorio la distanza si riduce a due metri e mezzo. Almeno due metri tra il confine ed il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, anche nel caso di muro divisorio sul confine. Almeno due metri tra il confine ed il punto più vicino del pozzo o della cisterna; nel caso di muro divisorio sul confine la distanza si riduce ad un metro.
Quale è la distanza che, ai sensi del Codice Civile, bisogna osservare per aprire fosse di latrina o di concime presso il confine? Almeno tre metri in tutti i casi. Almeno un metro se sul confine si trova un muro divisorio, due metri in assenza di muro divisorio. Il Codice Civile nulla dispone in proposito, demandando la disciplina ai regolamenti locali. Almeno due metri tra il confine ed il punto più vicino del perimetro interno delle opere predette, anche nel caso di muro divisorio sul confine. Almeno quattro metri in assenza di muro divisorio sul confine, altrimenti tre metri.
La prova per testimoni della simulazione, se la domanda è proposta da creditori o da terzi, a norma di quanto dispone l'art. 1417 del cod. civ... Non è ammissibile quando sia diretta a far valere l'annullabilità del contratto. È ammissibile solo per far valere la nullità del contratto. È ammissibile senza limiti solo qualora sia diretta a far valere l'illiceità del contratto dissimulato. È ammissibile senza limiti. È ammissibile ma con i limiti espressamente indicati nel suddetto articolo.
Ai sensi dell'art. 2810 del codice civile è corretto affermare che... Possono essere oggetto di ipoteca i beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze. Non può essere oggetto di ipoteca l'usufrutto dei beni immobili che sono in commercio con le loro pertinenze. Può essere oggetto di ipoteca il diritto di uso su qualunque bene in commercio. Può essere oggetto di ipoteca il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare. Possono essere oggetto di ipoteca solo le rendite dello Stato nel modo determinato dalle leggi relative al debito pubblico.
Sono fonti delle obbligazioni, secondo quanto dispone l'art. 1173 del c.c.,... Unicamente i contratti e i fatti illeciti. Solo i contratti, i fatti leciti e gli atti unilaterali. I contratti, i fatti illeciti e ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico. Solo i fatti e gli atti che hanno natura negoziale. Solo le circostanze di fatto e la volontà unilaterale.
Si può avere rappresentanza volontaria nei casi in cui anziché incapacità di agire, ricorra una limitazione della capacità giuridica, come nel caso di incapacità di contrarre matrimonio per un minore di sedici anni? No, si può avere solo rappresentanza legale. Sì, si può avere rappresentanza legale ovvero volontaria. Sì, si può avere solo rappresentanza volontaria. No, non si può avere né rappresentanza legale né volontaria. No, si può avere solo rappresentanza organica.
Indicare quale affermazione sulla sospensione della prescrizione è corretta. La sospensione ha luogo o perché il titolare compie un atto con il quale esercita un diritto o perché il diritto viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto. La sospensione opera come una vera e propria frattura che impedisce di tenere in alcun conto il tempo già trascorso, cosicché inizia a decorrere un nuovo periodo di prescrizione. La sospensione può essere determinata solo da determinati rapporti tra le parti. Nella sospensione i semplici impedimenti di fatto sono del tutto irrilevanti. Nella sospensione è l'inerzia stessa che viene a mancare, o perché il diritto è stato esercitato o perché esso è stato riconosciuto all'altra parte.
L'art. 1448 del cod. civ. prevede l'ipotesi di rescissione del contratto per lesione. Indicare quale affermazione in merito è corretta. Affinché il contratto sia rescindibile la lesione, ovvero la sproporzione fra le due prestazioni, deve essere superiore ad un terzo. I presupposti necessari per rescindere il contratto sono: lo stato di pericolo, l'iniquità delle condizioni, la conoscenza dello stato di pericolo da parte di colui che ne ha tratto vantaggio. Il valore della prestazione cui è tenuta la parte danneggiata deve essere di oltre tre quarti del valore della controprestazione. Lo stato di bisogno della parte danneggiata, non va inteso come assoluta indigenza o incapacità patrimoniale, ma come situazione di difficoltà economica, anche transitoria, che incida sulla libera determinazione del contraente. La lesione deve essere accertata con riferimento al momento della conclusione del contratto, il quale rimane rescindibile anche se a causa di circostanze sopravvenute, la sproporzione è venuta a mancare al momento della presentazione della domanda di rescissione.
Prevede l'art. 28 del c.c. che quando lo scopo è esaurito o divenuto impossibile o di scarsa utilità l'autorità governativa, anziché dichiarare estinta la fondazione può provvedere alla sua trasformazione. La suddetta previsione trova sempre applicazione? Sì, salvo i casi di fondazione destinata a vantaggio soltanto di una o più famiglie determinate. Sì, salvo i casi di fondazione di fatto. No, non trova applicazione quando i fatti che darebbero luogo alla trasformazione sono considerati, nell'atto di fondazione, come causa di estinzione. Sì, purché l'autorità si allontani il meno possibile dalla volontà del fondatore. No, se gli amministratori, non manifestano espressamente tale volontà.
Nella linea collaterale i gradi di parentela si computano dalle generazioni... Salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, comprendendo lo stipite. Salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente e computando doppio lo stipite. Computando altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite. Salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, restando escluso lo stipite. Computando le persone compreso il capostipite.
Indicare quale affermazione sulla sospensione della prescrizione è corretta. La sospensione opera come una vera e propria frattura che impedisce di tenere in alcun conto il tempo già trascorso, cosicché inizia a decorrere un nuovo periodo di prescrizione. Nella sospensione l'inerzia del titolare del diritto continua a durare, ma è giustificata. La sospensione può essere determinata solo da determinati rapporti tra le parti. La sospensione ha luogo o perché il titolare compie un atto con il quale esercita un diritto o perché il diritto viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto. La sospensione toglie ogni valore al tempo anteriormente trascorso dal verificarsi del fatto interruttivo.
A norma di quanto dispone l'art. 1181 del c.c. in merito all'adempimento parziale dell'obbligazione è corretto affermare che... Quando la prestazione è divisibile, il creditore non può in nessun caso rifiutare l'adempimento parziale se questo sia superiore alla metà del dovuto. Quando la prestazione è divisibile, il creditore, a suo insindacabile giudizio, può sempre rifiutare un adempimento parziale. Quando la prestazione è divisibile, il creditore può rifiutare un adempimento parziale, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente. Anche in caso di impossibilità parziale sopravenuta il creditore potrà rifiutare la parziale esecuzione della prestazione. Quando la prestazione è divisibile, il creditore non può in nessun caso rifiutare un adempimento parziale.
Quale è la distanza che bisogna osservare per l'apertura di vedute laterali od oblique sul fondo del vicino? Cinquanta centimetri, misurati dal più vicino lato della finestra o dal più vicino sporto. 75 centimetri dal più lontano lato della finestra o dal più lontano sporto. 75 centimetri dal più vicino lato della finestra o dal più vicino sporto. Un metro dal più vicino lato della finestra o dal più vicino sporto. Cinquanta centimetri dal più lontano lato della finestra o dal più lontano sporto.
Dispone l'art. 2934 del codice civile che non sono soggetti alla prescrizione i diritti indisponibili e gli altri diritti indicati dalla legge. La fattispecie comprende, tra l'altro,... Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie. I diritti reali su cose altrui. L'azione di nullità del contratto. Il diritto dei professionisti, per il compenso dell'opera prestata e per il rimborso delle spese correlative. Il diritto degli insegnanti, per la retribuzione delle lezioni che impartiscono a mesi o a giorni o a ore.
Il debitore che ha eseguito la prestazione dovuta può impugnare il pagamento a causa della propria incapacità? Sì, in quanto atto negoziale. Sì, entro 30 giorni dall'esecuzione della prestazione. Sì, in qualunque momento. No, in alcun caso. Sì, se il suo rappresentante legale provi di non essere stato a conoscenza del pagamento.
Ai sensi dell'art. 2914 del codice civile, le alienazioni di beni immobili o di beni mobili iscritti in pubblici registri, che siano state trascritte successivamente al pignoramento,... Non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, sebbene anteriori al pignoramento. Non hanno effetto esclusivamente in pregiudizio del creditore pignorante. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, se anteriori al pignoramento. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione, salvo che il giudice disponga altrimenti. Hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante ma non dei creditori che intervengono nell'esecuzione, sebbene anteriori al pignoramento.
Si devono rendere pubblici mediante trascrizione, ai sensi dell'art. 2643 del codice civile,... I provvedimenti con i quali nell'esecuzione forzata si trasferiscono la proprietà di beni immobili o altri diritti reali immobiliari, compresa la vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente. Tutti i contratti di appalto. I contratti di locazione di beni immobili qualunque ne sia la durata. Gli atti tra vivi di rinunzia al diritto di superficie. Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, quando la durata del consorzio eccede i sette anni o è indeterminata.
Ai sensi dell'art. 374 del codice civile, il tutore deve essere autorizzato dal giudice tutelare per... Acquistare beni, eccettuati i mobili necessari per l'uso del minore, per la economia domestica e per l'amministrazione del patrimonio. Tenere regolare contabilità dell'amministrazione del minore. Procedere a divisioni o promuovere i relativi giudizi. Fare compromessi e transazioni o accettare concordati. Costituire pegni o ipoteche.
La nullità "virtuale" del contratto... Si ha quando la nullità è prevista ai fini di tutela di una parte, e non di interessi generali né dell'ordine pubblico, come accade ad esempio per i contratti del consumatore. Si ha quando la valutazione dipende dalla compatibilità del medesimo con una norma "imperativa" che fissa un limite all'autonomia dei privati. Affetta intrinsecamente l'atto di autonomia, che risulta viziato in uno dei suoi elementi costituivi, e quindi inadatto a dispiegare i propri effetti. È una specifica comminatoria di nullità di un determinato tipo di contratto o di patto contenuta in una norma di legge (art. 1418, comma 3 cod civ.). È inerente sempre alla mancanza dell'oggetto.
In relazione agli effetti, si distinguono alcuni tipi di pubblicità: pubblicità-notizia, pubblicità dichiarativa, ecc. La pubblicità-notizia... Assolve semplicemente alla funzione di rendere conoscibile un atto del quale il legislatore ritiene opportuno dare notizia. Si configura nell'ipotesi di iscrizione nei registri immobiliari dell'ipoteca. Serve a rendere opponibile il negozio ai terzi o ad alcuni terzi. Costituisce elemento costitutivo della fattispecie negoziale, senza la quale il negozio non soltanto non si può opporre a terzi, ma non produce effetti nemmeno tra le parti. È una speciale forma di pubblicità che ha la funzione di sanare gli eventuali vizi dell'atto.
La pubblicità dichiarativa serve a rendere opponibile il negozio giuridico ai terzi o ad alcuni terzi. Costituisce esempio di pubblicità dichiarativa... Iscrizione nei registri mobiliari ipotecari. La trascrizione immobiliare. L'acquisto della personalità giuridica delle società per azioni. La pubblicazione matrimoniale, che serve a rendere noto l'imminente matrimonio, al fine di consentire a chi sia a ciò legittimato di proporre eventuale opposizione, facendo valere eventuali ragioni ostative alla celebrazione. Esclusivamente l'avvallo e la caparra confirmatoria.
Contro le deliberazioni dell'assemblea contrarie alla legge o al regolamento di condominio, ogni condomino dissenziente può fare ricorso all'autorità giudiziaria. Tale ricorso... Non sospende l'esecuzione del provvedimento, in nessun caso. Sospende l'esecuzione del provvedimento solo se ha per oggetto l'effettuazione di spese straordinarie. Deve essere proposto sotto pena di decadenza entro trenta giorni, che decorrono in ogni caso dalla data della deliberazione. Sospende in ogni caso l'esecuzione del provvedimento. Non sospende l'esecuzione del provvedimento, salvo che la sospensione sia ordinata dall'autorità stessa.
Qualora più persone presentano contemporaneamente la nota per ottenere iscrizione ipotecaria contro la stessa persona o sugli stessi immobili... Le iscrizioni possono essere eseguite sotto lo stesso numero d'ordine ovvero con numeri diversi a discrezione del soggetto che procede all'iscrizione stessa. Le iscrizioni non possono essere eseguite. Le iscrizioni sono eseguite sotto lo stesso numero d'ordine. Le iscrizioni sono eseguite sotto numeri diversi secondo la data dell'atto di concessione dell'ipoteca. Devono essere assegnati in applicazione dell'art. 2853 del c.c. diversi numeri d'ordine per determinare il loro grado.
Sono opponibili ai terzi la revoca e le modificazioni della procura che non siano state portate a loro conoscenza con mezzi idonei? No, se non si prova che i terzi avrebbero potuto conoscerle usando l'ordinaria diligenza. No. La revoca e la modificazione della procura devono essere comunicate ai terzi con raccomandata con ricevuta di ritorno. No, se non si prova che i terzi le conoscevano al momento della conclusione del contratto. Sì, in ogni caso. No, in alcun caso.
La prescrizione rimane sospesa, ai sensi dell'art. 2941 del codice civile,... In materia di azione di nullità del contratto. Nei soli casi in cui si tratta di diritto per il cui esercizio è richiesta una attività positiva del titolare. Tra il debitore che ha dolosamente occultato l'esistenza del debito e il creditore, finché il dolo non sia stato scoperto. In materia di azione di rivendicazione della proprietà. Per i diritti dello Stato sui beni appartenenti al demanio pubblico.
Prevede l'art. 2943 del c.c. che la prescrizione è interrotta dalla notificazione dell'atto con il quale si inizia un giudizio, sia questo di cognizione, ovvero conservativo o esecutivo. La domanda proposta ad un giudice incompetente nel corso di un giudizio interrompe la prescrizione? Solo se si tratta di giudizio conservativo o di accertamento. Solo nei casi di prescrizione breve. No. Sì, lo prevede espressamente il suddetto articolo. Sì, ma solo se si tratta di giudizio esecutivo.
Quale dei seguenti requisiti non è richiesto dal codice civile per le luci che si aprono sul fondo del vicino? Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di tre metri dal suolo del fondo vicino. Avere di norma il lato inferiore ad una altezza non minore di due metri e mezzo dal suolo del fondo vicino. Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di due metri dal pavimento se sono ai piani superiori. Avere il lato inferiore ad un altezza non minore di due metri e mezzo dal suolo del luogo al quale si vuole dare luce e aria. Avere il lato inferiore ad una altezza non minore di due metri e mezzo dal pavimento, se sono al pian terreno.
A norma di quanto dispone l'art. 29 del c.c gli amministratori di una fondazione possono compiere nuove operazioni dal momento in cui viene loro comunicato il provvedimento che dichiara l'estinzione della fondazione? No, salvo i casi espressamente previsti dal cod. civ. No, e qualora trasgrediscano al divieto, assumono responsabilità personale e solidale. Sì, impegnando validamente la fondazione, senza rispondere personalmente e solidalmente. Sì, sino alla sua effettiva liquidazione. Sì, ma solo se è previsto nell'atto di fondazione.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. Indicare quale delle seguenti affermazioni riferite all'accollo esterno è corretta. Nell'accollo esterno le parti non intendono attribuire alcun diritto al creditore (accollatario) verso l'accollante, quest'ultimo si impegna soltanto nei confronti del debitore. Nell'accollo esterno l'accordo tra debitore e terzo non può essere modificato o posto nel nulla, a seguito di successivi accordi tra loro, anche se il creditore non abbia ancora aderito. Nell'accollo esterno il creditore aderisce alla convenzione e con l'accettazione egli rende irrevocabile la stipulazione a suo favore. A differenza di quello interno, l'accollo esterno non è espressamente previsto dal codice civile. L'accollo esterno non può mai essere cumulativo.
La nullità "di protezione" del contratto... È una specifica comminatoria di nullità di un determinato tipo di contratto o di patto contenuta in una norma di legge (art. 1418, comma 3 cod civ.). Si ha quando la valutazione dipende dalla compatibilità del medesimo con una norma "imperativa" che fissa un limite all'autonomia dei privati. Affetta intrinsecamente l'atto di autonomia, che risulta viziato in uno dei suoi elementi costituivi, e quindi inadatto a dispiegare i propri effetti. È prevista e disciplinata solo per i contratti conclusi dai minorenni. Si ha quando la nullità è prevista ai fini di tutela di una parte, e non di interessi generali né dell'ordine pubblico, come accade ad esempio per i contratti del consumatore.
Ai sensi dell'art. 416 del codice civile, il minore non emancipato può essere interdetto... Nell'ultimo anno della sua minore età con effetto dal giorno in cui l'interdizione viene dichiarata. Solo nel caso in cui abbia contratto matrimonio con una minorenne. Nell'ultimo anno della sua minore età con effetto dal giorno in cui egli raggiunge l'età maggiore. Decorso un anno dal compimento della maggiore età. In qualunque momento.
Ai sensi dell'art. 392 del c.c., se entrambi i coniugi sono minori di età, il giudice tutelare... Può nominare un unico curatore scelto preferibilmente tra i nonni. Può nominare un unico curatore, scelto preferibilmente fra i genitori. Può nominare un solo curatore se entrambi i coniugi siano consenzienti. Deve nominare in ogni caso due curatori. Non è obbligato a nominare alcun curatore se ciò non sia espressamente richiesto dai genitori.
Il rappresentante che ha contrattato senza potere, ai sensi dell'art. 1398 del codice civile,... È responsabile nei confronti del rappresentato per il danno che questi ha sofferto in conseguenza dell'esecuzione del contratto. È responsabile sia nei confronti del terzo contraente per il danno che questi ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella validità del contratto, sia nei confronti del rappresentato per i danni conseguenti all'esecuzione del contratto. È responsabile nei confronti del terzo contraente del danno che questi ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella validità del contratto. Non è mai responsabile del danno sofferto dal terzo contraente, salvo il caso di colpa aggravata. Non è mai responsabile del danno sofferto dal terzo contraente che ha confidato nella validità del contratto.
Dispone il cod. civ. in merito all'esecuzione forzata in forma specifica, che se non è adempiuto l'obbligo di concludere un contratto, l'avente diritto... Può, qualora sia possibile e non sia escluso dal titolo, ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso. Può solo ottenere un congruo risarcimento. Può, in ogni caso, ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso. Può solo chiedere al giudice di stabilire un termine per la firma del contratto, scaduto il quale può chiedere l'intervento dell'ufficiale giudiziario. Può solo chiedere al giudice di stabilire un termine per la firma del contratto e una penale per ogni giorno di ulteriore ritardo.
L'azione tendente all'accertamento della simulazione, e dunque all'inefficacia del contratto simulato ... È suscettibile di prescrizione, secondo le regole applicabili in relazione ai diritti specificamente attribuiti alle parti dal contratto dissimulato. Si prescrive in tre anni. Si prescrive in dieci anni. È imprescrittibile. Si prescrive in cinque anni.
Dispone l'art. 1267 del c.c. in merito alla garanzia della solvenza del debitore, che il cedente non risponde della solvenza del debitore, salvo che ne abbia assunto la garanzia. In questo caso... Egli risponde per l'intera obbligazione e non nei limiti di quanto ha ricevuto. Egli risponde nei limiti di quanto ha ricevuto, ma non deve corrispondere gli interessi. Egli deve rimborsare le spese della cessione e quelle che il cessionario abbia sopportato per escutere il debitore e risarcire il danno. I patti diretti ad aggravare la responsabilità del cedente sono consentiti espressamente e produttivi di effetti. La garanzia non cessa, anche se la mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso.
Le cause di nullità del contratto possono essere suddivise in quattro grandi categorie, tre espressamente previste dall'art. 1418 del cod. civ. e una che si va diffondendo nella legislazione speciale. La nullità "testuale" del contratto... Si ha quando la valutazione dipende dalla compatibilità del medesimo con una norma "imperativa" che fissa un limite all'autonomia dei privati. Si ha quando la nullità è prevista ai fini di tutela di una parte, e non di interessi generali né dell'ordine pubblico, come accade ad esempio per i contratti del consumatore. È una specifica comminatoria di nullità di un determinato tipo di contratto o di patto contenuta in una norma di legge (art. 1418, comma 3 cod civ.). Affetta intrinsecamente l'atto di autonomia, che risulta viziato in uno dei suoi elementi costituivi, e quindi inadatto a dispiegare i propri effetti. È sempre inerente al contenuto illecito del contratto.
In merito alla disciplina della rescissione del contratto è corretto affermare che... La sentenza che accoglie la domanda non ha natura costitutiva, poiché non priva il contratto della sua efficacia. La rescindibilità non può essere opposta in via di eccezione quando, trascorso un anno dalla conclusione del contratto, l'azione sia prescritta. L'azione di rescissione non produce mai effetti retroattivi tra le parti. L'azione si prescrive, salvo che non ricorrono gli estremi di un reato, nel breve termine di tre anni, che decorre dalla conclusione del contratto. Il contraente contro il quale è domandata la rescissione non può evitarla offrendo una modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità.
L'art. 1447 del cod. civ. prevede l'ipotesi di rescissione del contratto concluso in stato di pericolo, stabilendo i presupposti necessari. Indicare quale affermazione in merito è corretta. I presupposti necessari per rescindere il contratto sono: lo stato di bisogno e l'iniquità delle condizioni. Il valore della prestazione cui è tenuta la parte danneggiata deve essere di oltre il doppio del valore della controprestazione. Il pericolo deve essere attuale. La conoscenza dello stato di pericolo da parte di colui che ne ha tratto vantaggio è un presupposto a carattere oggettivo. Il contratto non può essere rescisso qualora il soggetto stesso si sia posto volontariamente e per colpa nella situazione pericolosa.
Ai sensi dell'art. 1285 del c.c. in mancanza di diverso accordo, il debitore di un'obbligazione alternativa si libera, eseguendo, secondo proprie scelte, una delle due prestazioni dedotte in obbligazione? No, si libera eseguendo parte dell'una e parte dell'altra. No, si libera eseguendo la prestazione più gravosa. Sì. No, si libera solo eseguendo la prestazione richiesta dal creditore. Sì, e può anche decidere di eseguire parte dell'una e parte dell'altra.
La rinunzia alle garanzie dell'obbligazione fa presumere la remissione del debito? Sì, in ogni caso. No, l'art. 1238 del codice civile lo esclude espressamente. Sì, salvo che si tratti di garanzie reali. Sì, salvo che si tratti di garanzie personali. Sì, se si tratta di garanzie reali.
Il partecipante alla comunione che rinunzi al suo diritto si libera dall'obbligo di contribuire alle spese necessarie per la conservazione e il godimento della cosa comune? Sì, purché non le abbia anche tacitamente approvate. No, si libera solo di quelle necessarie per il godimento della cosa. No, si libera solo di quelle necessarie per la conservazione della cosa. Sì, ma solo se si tratta di comunione forzosa. Sì, anche qualora le abbia precedentemente approvate.
Dispone l'art. 1267 del c.c. in merito alla garanzia della solvenza del debitore, che il cedente non risponde della solvenza del debitore, salvo che ne abbia assunto la garanzia. In questo caso... La garanzia non cessa, anche se la mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso. Egli risponde per l'intera obbligazione e non nei limiti di quanto ha ricevuto. Egli deve solo rimborsare le spese della cessione e quelle che il cessionario abbia sopportate per escutere il debitore e risarcire il danno. I patti diretti ad aggravare la responsabilità del cedente sono consentiti espressamente e produttivi di effetti. Ogni patto diretto ad aggravare la responsabilità del cedente è senza effetto.
Nel caso di diritto nascente da un negozio giuridico sottoposto a condizione sospensiva o a termine iniziale quando inizia a decorrere la prescrizione? Dal verificarsi della condizione o dalla scadenza del termine. Dal giorno in cui è stato stipulato il negozio giuridico. Il mese successivo dal verificarsi della condizione o dalla scadenza del termine. Dal giorno fissato quale termine iniziale, se il negozio giuridico è privo di data certa ovvero dal giorno in cui è stato stipulato, se ha data certa. Dall'ultimo atto di esercizio del diritto.
L'ipoteca iscritta a garanzia di un credito prende grado... Decorsi trenta giorni dalla sua iscrizione. Decorsi tre giorni dalla sua iscrizione. Dal momento della sua iscrizione, purché non sia iscritta per un credito condizionale. Dal momento della sua iscrizione. Dal momento della nascita del credito.
Quando la nullità è inerente ad uno specifico tipo di contratto o di patto ed è contenuta in una norma di legge (comma 3 art. 1418), si parla di... Nullità "virtuale". Nullità "relativa". Nullità "di protezione". Nullità "testuale". Nullità "strutturale".
Sono dispensati a domanda dall'ufficio di tutore, tra gli altri,... I Presidenti delle Assemblee legislative. Il Presidente del Consiglio dei ministri. I Ministri Segretari di Stato. I membri del Sacro Collegio. Le persone che hanno più di tre figli minori.
In merito alla novazione soggettiva trovano applicazione secondo l'art. 1235 c.c. le norme relative all'espromissione? No, trovano applicazione solo norme relative alla delegazione e all'accollo. Sì, trovano applicazione le norme relative alla delegazione, all'espromissione e all'accollo. Sì, trovano applicazione le norme relative all'espromissione e all'accollo ma non quelle relative alla delegazione. No, le norme relative all'espromissione trovano applicazione solo nella novazione oggettiva. No, trovano applicazione solo le norme relative all'accollo.
L'ipoteca attribuisce al creditore il diritto di sequela? No, è un diritto riconosciuto al solo creditore pignoratizio. No, il diritto di sequela è riconosciuto solo nel pegno. No, il diritto di sequela è escluso per tutti i diritti reali di garanzia. Sì, se previsto da convenzione tra le parti. Sì. Il creditore ha diritto di espropriare il bene, se esso viene alienato, anche in confronto del terzo acquirente.
A norma del disposto di cui all'art. 1342 del c.c., se ad un contratto concluso mediante la sottoscrizione di un formulario, predisposto per disciplinare in maniera uniforme determinati rapporti contrattuali, viene aggiunta una clausola, essa... Si ha in ogni caso per non apposta. Prevale su quelle del formulario qualora sia incompatibile con esse, anche se queste ultime non sono state cancellate. Non ha effetto se incompatibile con le clausole del formulario. Dev'essere riconfermata per iscritto entro trenta giorni dalla sottoscrizione del formulario. Prevale su quelle del formulario qualora sia incompatibile con esse, solo se queste ultime sono state cancellate.
In relazione agli effetti, si distinguono alcuni tipi di pubblicità: pubblicità-notizia, pubblicità dichiarativa, ecc. Nella pubblicità dichiarativa... L'omissione non influisce in alcun modo sulla validità dell'atto e sulla sua efficacia rispetto ai terzi. L'omissione dà luogo ad una sanzione pecuniaria, ma è irrilevante per la validità e l'efficacia dell'atto, il quale rimane operante tra le parti ed anche opponibile ai terzi indipendentemente dalla mancata attuazione dello strumento pubblicitario. L'omissione non determina l'invalidità dell'atto, che produce egualmente i suoi effetti tra le parti; è rispetto ai terzi che gioca, invece, la mancata attuazione di questa figura pubblicitaria, in quanto l'atto non reso pubblico non è opponibile ai terzi. L'omissione comporta che l'atto non solo non produca effetti nei confronti di terzi, ma neppure nei confronti delle parti. L'omissione comporta la nullità dell'atto.
In relazione agli effetti, si distinguono alcuni tipi di pubblicità: pubblicità dichiarativa, pubblicità costitutiva, ecc. La pubblicità dichiarativa... È una speciale forma di pubblicità relativa alle persone giuridiche private (associazioni, fondazioni, ecc.). Assolve semplicemente alla funzione di rendere conoscibile un atto del quale il legislatore ritiene opportuno dare notizia. Serve a rendere opponibile il negozio ai terzi o ad alcuni terzi. È una speciale forma di pubblicità che ha la funzione di sanare gli eventuali vizi dell'atto. Costituisce elemento costitutivo della fattispecie negoziale, senza la quale il negozio non soltanto non si può opporre a terzi, ma non produce effetti nemmeno tra le parti.
Conformemente alle disposizioni dettate dal codice civile in materia di deliberazioni dell'assemblea delle associazioni riconosciute... Nelle assemblee gli amministratori, i sindaci ed i probiviri, ancorché associati, non hanno diritto di voto. Per deliberare lo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del patrimonio occorre il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati. Nelle deliberazioni gli amministratori hanno diritto di voto. In caso di parità esso è considerato doppio. In seconda convocazione le deliberazioni dell'assemblea sono prese a maggioranza di voti e con la presenza di almeno la metà degli associati. In prima convocazione le deliberazioni dell'assemblea sono valide qualunque sia il numero degli intervenuti.
In quale momento la dichiarazione del creditore di rimettere il debito estingue l'obbligazione? Nel momento in cui la dichiarazione è comunicata al debitore, salvo che questi dichiari in un congruo termine di non volerne profittare. Nel momento in cui il creditore ha conoscenza dell'accettazione del debitore. Trascorsi quindici giorni dal momento in cui la dichiarazione è comunicata al debitore. Nel momento in cui il debitore ne viene a conoscenza, ancorché dichiari di non volerne profittare. Nel momento in cui la dichiarazione viene emessa.
Un soggetto A, per occultare ai creditori una sua proprietà, vende formalmente ad un soggetto B i suoi diritti su alcuni immobili, ma con il contestuale accordo destinato a rimanere riservato, che la vendita ufficialmente perfezionata sia meramente apparente. A fronte di quanto detto... Il contratto è inesistente. Il soggetto B non è tenuto a pagare il prezzo pattuito. Il soggetto B è tenuto a pagare il prezzo pattuito. Il soggetto B diventerà proprietario della res a lui trasferita. Il contratto produce direttamente i suoi effetti giuridici nei confronti del soggetto A.
Dispone l'art. 1267 del c.c. in merito alla garanzia della solvenza del debitore che il cedente non risponde della solvenza del debitore, salvo che ne abbia assunto la garanzia. In questo caso... Egli deve rimborsare le spese della cessione ma non quelle che il cessionario abbia sopportate per escutere il debitore e risarcire il danno. La garanzia non cessa, anche se la mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell'iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso. Egli risponde nei limiti di quanto ha ricevuto. I patti diretti ad aggravare la responsabilità del cedente sono consentiti espressamente e produttivi di effetti. Egli risponde nei limiti di quanto ha ricevuto, ma non deve corrispondere gli interessi.
L'art. 1448 del cod. civ. prevede l'ipotesi di rescissione del contratto per lesione. Indicare quale affermazione in merito è corretta. La lesione deve essere accertata con riferimento al momento della conclusione del contratto, il quale rimane rescindibile anche se a causa di circostanze sopravvenute, la sproporzione è venuta a mancare al momento della presentazione della domanda di rescissione. Il valore della prestazione cui è tenuta la parte danneggiata deve essere di oltre il doppio del valore della controprestazione. Lo stato di bisogno della parte danneggiata, va inteso come assoluta indigenza o incapacità patrimoniale, e non anche come situazione di difficoltà economica transitoria. Affinché il contratto possa essere rescisso gli interessi minacciati devono essere strettamente personali e non patrimoniali. L'azione è ammissibile qualsiasi sia l'entità della lesione; è sufficiente vi sia l'approfittamento dello stato di bisogno.
Sono soggetti a trascrizione, ai sensi dell'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, quando la durata del consorzio eccede i due anni o è indeterminata. I contratti di prestito. Le transazioni che hanno per oggetto controversie sulle locazioni di beni immobili, qualora la locazione sia superiore a cinque anni. Gli atti tra vivi di rinunzia ai diritti del concedente e dell'enfiteuta. I contratti di società e di associazione con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, indipendentemente dalla loro durata.
In merito alla novazione soggettiva trovano applicazione secondo l'art. 1235 c.c. le norme relative alla delegazione? No, trovano applicazione solo norme relative all'accollo. Sì, trovano applicazione le norme relative alla delegazione e all'espromissione ma non quelle relative all'accollo. Sì, trovano applicazione le norme relative alla delegazione, all'espromissione e all'accollo. No, trovano applicazione solo norme relative all'espromissione e all'accollo. No, non trovano applicazione le norme relative alla delegazione, all'espromissione e all'accollo.
Sono soggetti a trascrizione, ai sensi dell'art. 2643 del codice civile, tra gli altri,... I contratti di locazione di beni immobili che hanno durata superiore a cinque anni. Gli atti di costituzione dei consorzi con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, qualunque sia la durata del consorzio. I contratti di anticresi. La vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente. Le donazioni.
A norma di quanto dispone l'art. 1973 del c.c. che efficacia ha la transazione fatta, in tutto o in parte, sulla base di documenti che in seguito sono stati riconosciuti falsi? È annullabile. È nulla. È annullabile nel solo caso in cui la falsità riconosciuta derivi da dolo. La transazione è efficace a tutti gli effetti, la persona che ha prodotto documenti falsi è penalmente responsabile. È annullabile nel solo caso in cui i documenti siano non conformi al vero per errore.
Quando il contratto è contrario a norme imperative, quand'anche la nullità dell'atto non sia espressamente prevista da una specifica norma, si parla di... Nullità "relativa". Nullità "di protezione". Nullità "strutturale". Nullità "virtuale". Nullità "testuale".
In quale dei seguenti casi ha luogo di diritto la surrogazione? A vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito, aveva interesse di soddisfarlo. A vantaggio del conduttore di un immobile che, fino alla concorrenza del canone capitalizzato, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato. Solo a vantaggio dell'unico erede puro e semplice, che paga con danaro proprio i debiti ereditari. In nessun caso. La surrogazione di diritto non è prevista dal c.c. In tutti i casi in cui un terzo adempia all'obbligazione del debitore principale anche se in modo parziale.
Nel contratto estimatorio... Anche se il prezzo non è ancora stato pagato il tradens non ha la facoltà di riottenere il possesso delle cose con la rivendita. Colui che ha consegnato le cose può disporne con un preavviso di cinque giorni. Colui che ha consegnato le cose può sempre disporne. Sono validi gli atti di disposizione compiuti da chi ha ricevuto le cose ed i suoi creditori possono sottoporle a pignoramento o a sequestro in qualsiasi momento. Colui che ha consegnato le cose non può disporne fino a che non gli siano restituite.
Un fatto illecito può essere fonte di obbligazione? Sì. Ai sensi dell'art. 1173 del codice civile, le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito, o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico. Sì. Ai sensi dell'art. 1173 del codice civile, le obbligazioni derivano da fatto illecito, o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico, escluso il contratto. No. Ai sensi dell'art. 1173 del codice civile, le obbligazioni derivano da contratto o da ogni altro atto o fatto lecito, idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico. Sì. Ai sensi dell'art. 1173 del codice civile, le obbligazioni derivano da contratto o da fatto illecito. No. Ai sensi dell'art. 1173 del codice civile, le obbligazioni derivano sempre da contratto.
In materia di deliberazioni dell'assemblea delle associazioni riconosciute, l'art. 21 del codice civile dispone, tra l'altro, che... In seconda convocazione le deliberazioni dell'assemblea sono valide qualunque sia il numero degli intervenuti. Per deliberare la devoluzione del patrimonio occorrono la presenza di almeno tre quarti degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio gli amministratori hanno diritto di voto. Per deliberare lo scioglimento dell'associazione occorre il voto favorevole della totalità degli associati. In seconda convocazione le deliberazioni dell'assemblea sono prese a maggioranza di voti e con la presenza di almeno la metà degli associati.
La figura dell'accollo si distingue in accollo interno ed accollo esterno. Nell'accollo interno... Il creditore (accollatario) non ha diritto di rivolgersi all'accollante per ottenere il pagamento del suo credito. Il creditore non rimane esterno né al rapporto né all'efficacia del contratto di accollo. Le parti intendono attribuire tutti i diritti al creditore (accollatario) verso l'accollante. Il creditore acquista, accanto a quello originario, un nuovo debitore. Le parti intendono attribuire tutti i diritti al debitore (accollatario) verso l'accollante.
Dispone l'art. 1285 del c.c. che il debitore di un'obbligazione alternativa si libera... Eseguendo la seconda delle due prestazioni dedotte in obbligazione, salvo che il creditore accetti la prima. Eseguendo la prestazione più onerosa. Eseguendo una delle due prestazioni dedotte in obbligazione, ma non può costringere il creditore a ricevere parte dell'una e parte dell'altra. Eseguendo una delle due prestazioni dedotte in obbligazione. Può inoltre costringere il creditore a ricevere parte dell'una e parte dell'altra. Eseguendo la prima delle due prestazioni dedotte in obbligazione, salvo che il creditore accetti la seconda.
La nullità "strutturale" del contratto... Si ha quando la valutazione dipende dalla compatibilità del medesimo con una norma "imperativa" che fissa un limite all'autonomia dei privati. È sempre inerente ai soggetti che pongono in essere il contratto. È una specifica comminatoria di nullità di un determinato tipo di contratto o di patto contenuta in una norma di legge (art. 1418, comma 3 cod. civ.). Si ha quando la nullità è prevista ai fini di tutela di una parte, e non di interessi generali né dell'ordine pubblico, come accade ad esempio per i contratti del consumatore. Affetta intrinsecamente l'atto di autonomia, che risulta viziato in uno dei suoi elementi costituivi, e quindi inadatto a dispiegare i propri effetti.
Dispone il cod. civ. in merito all'esecuzione forzata in forma specifica, che se non è adempiuto un obbligo di fare, l'avente diritto... Può solo ottenere un congruo risarcimento. Può solo chiedere al giudice di stabilire un termine per l'adempimento, scaduto il quale può chiedere l'intervento dell'ufficiale giudiziario. Può ottenere che esso sia eseguito a spese dell'obbligato nelle forme stabilite dal c.p.c. Può solo chiedere al giudice di stabilire un termine per l'adempimento e una penale per ogni giorno di ulteriore ritardo. Può sempre ottenere che l'obbligato sia condannato ad eseguirlo coattivamente.
Dispone il codice civile in materia di assemblee delle associazioni riconosciute che... Per deliberare la devoluzione del patrimonio occorrono la presenza di almeno tre quarti degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Per deliberare lo scioglimento dell'associazione occorrono la presenza di almeno tre quarti degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti. In prima convocazione le deliberazioni dell'assemblea sono prese a maggioranza di voti e con la presenza di almeno la metà degli associati. Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio gli amministratori hanno diritto di voto. Per modificare lo statuto, se in esso non è altrimenti disposto, è richiesto il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati.
Il riconoscimento del diritto proveniente dalla persona contro la quale si deve far valere il diritto soggetto a decadenza può impedirne la decadenza? Sì, lo prevede espressamente l'art. 2966 del codice civile, qualora si tratti di un termine stabilito dal contratto o da una norma di legge relativa a diritti disponibili. Sì, lo prevede espressamente l'art. 2966 del codice civile, ma solo nel caso in cui il termine sia stabilito da una norma di legge relativa a diritti disponibili. No, in nessun caso. No, dispone l'art. 2966 del codice civile che la decadenza non è impedita se non dal compimento dell'atto previsto dalla legge o dal contratto. Sì, lo prevede espressamente l'art. 2966 del codice civile, ma solo nel caso in cui il termine sia stabilito da un contratto.